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NOVEMBRE 2012 Anno VIII No 112
MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ
CAMPALTO IN ARIA LA FESTA DI SAN MARTINO SI DEDICA AL VOLO di Martina Pellizzer Forse non tutti i campaltini sanno che... durante l'inizio del secolo scorso nel nostro Paese si trovava un hangar per dirigibili. Questa è stato il motivo che ha spinto l'Associazione CampaltoViva ad incentrare la Festa di San Martino di quest'anno, sul tema dei dirigibili e del volo. Campalto in aria è sicuramente il titolo giusto per questa manifestazione, che si terrà, come ogni anno, dal 9 all’11 novembre. (continua)
In questo numero: campalto in aria_campalto via cimitero_quattro passi a ritmo di zumba_una domenica speciale_ UN’INFORMAZIONE CORRETTA SUI DIRITTI DELLA PERSONA PUÒ ARGINARE LA VIOLENZA IN FAMIGLIA_venice cello ensemble_crisi per tutti, merito per alcuni_by pass di Campalto_un libro, una poesiaoggi parliamo di gas... quelli per gli acqusti però.
L’ ERBA DI CASA NOSTRA via Tiburtina, si terrà il Memoriale Giulia Vanin di pallavolo giunto alle 7ima edizione e ovviamente la lotteria. Il concerto conclusivo, alle 18:00 di domenica 11, vedrà esibirsi inseme il coro di Campalto “Amici in coro” e la corale di Mirano “Allegro con Brio”. La Festa di San Martino ormai si svolge a Campalto da ben 12 edizioni e ha visto in questi anni toccare svariati temi e che è possibile, grazie alla collaborazione tra le associazione locali e all’aiuto dei numerosi volontari che ci credono e vi partecipano. A testimonianza di ciò un traguardo raggiunto quest’anno è stato quello di dare una rinnovata al Centro Polifunzionale Pascoli, che è stato interamente ridipinto al primo piano. Per maggiori informazioni sulla manifestazione si visiti il sito www.sanmartinoinstrata.it.
(continua dalla prima pagina) Uno degli aspetti più rilevanti, e sicuramente quello su cui si incentra la Festa, è stata l’organizzazione della mostra “...quando a Campalto c’erano i dirigibili...”: dal 3 Novembre al 20 Dicembre presso il Centro Polifunzionale Pascoli di Via Orlanda. Una ricca documentazione storica, basata sul libro “Mestre in grigioverde” scritto da Mauro Scroccaro e Claudio Pietrobon, quest’ultimo già autore del testo Quadri per una storia di Paese, 2010, che racconta l’evoluzione di Campalto dagli anni 50 ad oggi. Testo e mostra riguardano il periodo del primo conflitto mondiale, mettendo in evidenza come non sia stata solo una guerra di trincea, ma anche combattuta dal cielo. I due autori hanno anche curato l’allestimento della mostra e molto materiale è stato raccolto grazie alla collaborazione di molte associazioni come L’archivio fotografico Silvio Trentin, l’Associazione Cime e Trincee, l’Associazione Nazionale dei Marinai Italiani, l’Associazione Blog Territori e Paradossi, sotto la supervisione di CampaltoViva. Prima esposizione nel territorio che presenta un nuovo punto di vista sulla prima Guerra Mondiale, e che si augurano non interesserà solo i Campaltini.
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Molti altri eventi andranno a riempire i tre giorni di festa: il classico Battar San Martin per i più piccoli, la Cena de San Martin del venerdì sera, spettacoli di burattini e artisti di strada, concerti e l’incontro con il povero e la processione organizzata dalla Parrocchia, e la domenica, chiusura dal traffico in via Orlanda e Mercato di San Martino. Quest’anno ritorneranno i falconieri di Marostica, presso il parcheggio Marchesi e nella stessa zona ci sarà il Battesimo della Sella per i più piccoli organizzato dalla Fattoria Didattica in collaborazione con il Centro Ippico Praello. Dedicata al volo l’esibizione di Aereomodellismo in
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L’ ERBA DI CASA NOSTRA CAMPALTO VIA CIMITERO di Chiara Foffano Fa sempre un certo effetto dire "vivo in via Cimitero". Gli impassibili superstiziosi incrociano le dita dietro la schiena per scacciare la sfiga facendo finta di nulla, mentre altri più sfacciati si toccano lì facendosi una risata. Gli educati invece mi confessano d'esser quasi invidiosi della tranquillità che ci dev'essere in zona. Io mi aspetto sempre la battuta, alzo le spalle divertita e penso che prima o poi davanti casa mia ci passano tutti, quelli superstiziosi e quelli meno. In questi ultimi anni, facendo la pendolare fuori provincia, faccio sempre ritorno volentieri a casa la sera. Sono una romanticona e adoro la mia città. Ora che le giornate si imbruniscono prima, mi piace arrivare in macchina e scoprirla illuminata dai fari, dai lampioni. Quasi stesse aspettando proprio me. Fin da piccola riconoscevo la via di casa dal campo che la affianca, quando ancora non c'era l'hotel per turisti in transito. E ovviamente, poco prima, dalla chiesetta di San Martino che è la più bella cartolina di benvenuto o bentornato in città. Ora svolto da via Orlanda, e il mio riferimento sono quegli orribili cassonetti messi in fila che aspettano solo di aprire la bocca e riempirsi la pancia. Ben vengano, ma se la pulizia fosse fatta anche attorno sarebbe meglio. L'aiuola vicino, quella che da sempre l'ho sentita chiamare "la ponta", è popolata da cartacce
che svolazzano fuori dalla campana gialla, dai sacchetti lasciati a terra al servizio di topi e ricci rosicchiatori. Per non parlare dell'ingresso al cimitero. Ancora cassonetti e ancora sporcizia. I fiori qui ci sono solo a novembre, per il ponte dei morti, quando la via diventa trafficata più del centro e il Comune si riempie le tasche di multe. A quanto pare, di via Cimitero ci si ricorda solo all'inizio di questo mese, ma per il resto dell'anno non ci sono spazzini né giardinieri. Certo, avere il viale alberato di cipressi lunghi e leggeri, come in Toscana, che ci accompagna nel luogo dell'eterno riposto, è chiedere troppo. Ma è un giardino che prima o poi andremo tutti a coltivare, e per chi ci va ad incontrare i propri cari, sarebbe bello poterli accogliere con decoro e rispetto. Con qualche carta in meno e qualche fiore in più. E' dovere di ogni cittadino prendersi cura della propria città, come la massaia fa in casa. Una città pulita è una casa pulita. A chi piace vivere nello sporco, nell'abbandono e nel disordine? Pensare che non ci spetti rendere vivibile il nostro territorio, mantenerlo e dedicarci un pò più di attenzione, non ci rende comunità. L'individuo da solo può dare l'esempio, ma solo insieme si possono dare un seguito ed un senso.
Quattro passi a ritmo di Zumba di Martina Zorzi Con l’arrivo dell’autunno è giunto anche il momento, per chi l’avesse interrotta, di riprendere l’attività fisica, e, in alcuni casi, con qualche novità. Sta prendendo infatti sempre più piede lo Zumba, una lezione di fitness che mischia i ritmi e i movimenti della musica afro-caraibica con i movimenti tradizionali dell’aerobica, ormai presente in moltissime palestre. Lo Zumba è stato inventato da un ballerino colombiano a Miami negli anni Novanta, ed è ora diffuso in 125 paesi al mondo. Perché questo boom? La disciplina ha sicuramente degli aspetti molto allettanti: le musiche e le coreografie latineggianti hanno l’obiettivo principale di divertire il partecipante, ma lo Zumba è in grado di portare benefici al corpo trattandosi di un vero e proprio allenamento e producendo un alto consumo calorico. Grazie all’aspetto del ballo insomma, si riesce a favorire una minore concentrazione sullo sforzo fisico e maggiore attenzione agli aspetti più ludici dell’attività. Si pratica in gruppo, è adatto a tutte le età e consente ai partecipanti un’occasione
di confronto e di miglioramento. Una moda in palestra dunque? Sicuramente anche una forma di svago per dimenticare i pensieri della giornata e per lasciarsi andare. Anche Campalto è aggiornata e ci propone corsi di Zumba, alla Folk Sporting School al Villaggio Laguna e presso la palestra “Spazio Fitness” in via dei Mandarini . Il corso era già stato introdotto verso la scorsa primavera, ma quest’anno le richieste sono di gran lunga aumentate. Così anch’io mi sono ritrovata a provare questo ballo, un po’ per curiosità un po’ per il desiderio di tenermi in allenamento divertendomi. Il lato vincente dello Zumba sta, a mio parere e presuppongo anche in quello di tante ragazze e donne che maggiormente la praticano, nel fatto che ognuno si può esprimere come vuole unendo corpo e mente, danzando. Lo provino coloro a cui piace esprimersi liberamente attraverso il ballo, lo provi chi si diverte con musiche latine e movimenti semplici ed intuitivi, chi è sempre all’ultima moda anche nello sport!.
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L’ ERBA DI CASA NOSTRA UNA DOMENICA SPECIALE
Grazie alle iniziative del nostro territorio di Elena Brugnerotto
So che sembra il titolo di un tema che si dà ai bambini delle classi elementari, ma la domenica che ho appena passato mi ha fatta tornare bambina, mi ha ricordato i tempi in cui ci si stupiva per tutto, ogni cosa era “bella” e ogni racconto era una corsa senza respiro fatta di continui “e poi...e poi...e poi”. La sveglia delle 7.00 è sempre un trauma, e se sul quadrante dell’orologio c’è anche il DOM di Domenica il primo pensiero è “ma chi me l’ha fatto fare?”. Ore 8.00 sono già in sella alla bici in direzione CampoSportivoDietroLaChiesaDiCampalto per la partenza della 3º edizione della Maratonella. Sarà il percorso della corsa, sarà la splendida giornata di inizio autunno o la voglia di mettersi alla prova e testare la propria resistenza prima della Venice Marathon, fatto sta che ai più di 900 già iscritti, domenica se ne sono aggiunti altri 300. En plein. Uno degli organizzatori mi sfreccia vicino a mezz’ora dalla partenza urlando (con una certa soddisfazione) : “ pettorine finite!”. Niente angoscia, pettorine o no si corre per il gusto di partecipare, è questo il valore aggiunto dell’organizzazione “casalinga” perchè si apprezza il lavoro dei volontari e se qualcosa va storto ci si fa una risata. Ore 9.15 partono i temerari dei 30 e dei 15 chilometri e poi dopo i più rilassati della 6 chilometri che corrono con cagnolini e passeggini al seguito in una festosa coda umana. La mattina passa tra le chiacchiere e i saluti nell’attesa dei primi arrivi. Il popolo dei corridori è unito, una famiglia in cui ci si consiglia per migliorare. Molti partecipano a tutte le maratone del territorio
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(lo si vede dalle magliette che sfoggiano) ed ogni corsa è un occasione per ritrovarsi. Le premiazioni passano un po’ in sordina, da profana della materia, l’impressione è quella che ai vincitori interessi poco premio o riconoscimento e molto di più il risultato ottenuto, un millesimo, un centesimo, un decimo in meno sono mesi di sforzi, chilometri di sudore e solo il cronometro è il giudice indiscusso. Piccolo buffet per reintegrare calorie e liquidi persi e poi pian piano la gente defluisce per continuare la propria giornata altrove. Io torno a casa, mi concedo un pisolino rinvigorente e dopo qualche ora sono pronta per uscire in direzione Marcon, ho sentito che ci sono le mongolfiere e “pompieropoli”, una sorta di campo di allenamento dei pompieri pensata per i bambini. Marcon mi ha sempre dato l’impressione di “nuovo”, centinaia gli appartamenti costruiti negli ultimi anni tra Marcon e Gaggio e tante persone e coppie giovani che hanno scelto di trasferirsi qui spinti dalle case ad un prezzo abbordabile e dai servizi nelle vicinanze. Il pubblico di questo pomeriggio infatti non smentisce le mie previsioni, tante famiglie e tanti bambini entusiasti, mamme impegnate a fare servizi fotografici ai piccoli pompieri e papà intenti ad ammirare l’esposizione di macchine d’epoca. Ce n’è per tutti, ed è questo il segreto del successo di queste manifestazioni, dare a tutti una motivazione per alzarsi dal divano. La mia giornata termina con pizza, chiacchiere e risate tra amici. Torno a casa e sono soddisfatta di questa mia vita “ normale” in una domenica “speciale”.
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PAGINA DELLA PROVINCIA
UN’INFORMAZIONE CORRETTA SUI DIRITTI DELLA PERSONA PUÒ ARGINARE LA VIOLENZA IN FAMIGLIA di Francesca Zaccariotto - Presidente della Provincia di Venezia
Ci risiamo con la violenza sulle donne e contro le donne, che sembra non avere fine; l’ultimo episodio della cittadina di Mestre riferito dalla cronaca locale, ci dice ancora una volta come occorra anche in questi casi un lavoro di squadra, una sensibilità comune – per aiutare, orientare, intervenire - che vanno formati. L’anno scorso un’indagine condotta sul territorio veneziano parlava di una donna al giorno che si rivolgeva ai pronto soccorso della nostra provincia, per violenza domestica. Le cause possono essere molteplici, spesso si tratta di fenomeni multifattoriali, con più cause concomitanti, dove l’elemento scatenante può essere l’abuso di alcol e sostanze psicotrope, la perdita del lavoro e dell’autonomia finanziaria, l’incertezza del futuro dovuta ad una crisi che dura da quattro anni, e si è
abbattuta senza pietà sui singoli, sulle famiglie, sul tessuto sociale. Oppure la causa può essere la solitudine dovuta alla separazione tra i coniugi e l’allontanamento dei figli, oggi purtroppo frequente. A fronte di questi fatti, invito, esorto come rappresentante delle istituzioni locali, tutte le persone che vivono queste forme di disagio tra le mura domestiche, a denunciare questi episodi alle forze dell’ordine e ai servizi sociali dei comuni: non è mai tempo perso. Ma un ulteriore passo per evitare ulteriori violenze, e prevenire eventuali tragedie, può essere anche rivolgersi alla Provincia di Venezia che ha sottoscritto un protocollo d’intesa per promuovere forme di tutela e di solidarietà verso i soggetti più deboli, fornendo strumenti informativi sui diritti che l’ordinamento giuridico prevede per i cittadini in
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difficoltà. Dallo scorso settembre, ogni primo giovedì del mese, gli avvocati di Venezia offrono una consulenza legale gratuita alle donne vittime di violenza. L’obiettivo del protocollo è attuare una corretta azione di contrasto ai fenomeni di degrado sociale e di violenza in generale, che hanno luogo nel nostro territorio, anche nei confronti di minori ed anziani, ma in particolare delle donne, ad oggi le più colpite da maltrattamenti e vessazioni. Invito le donne che vivono situazioni di sottomissione, abuso o intimidazione a denunciare i fatti, perché il silenzio in questi casi è deleterio e dannoso, sia per la persona, sia per la famiglia e i figli. Vorremmo poter fare di più, ma una corretta informazione sui propri diritti è già un primo passo verso una soluzione positiva del problema.
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ASSOCIAZIONI Musica per le nostre orecchie! di Francesca Rismondo e Elena Brugnerotto L'ensemble di violoncelli “Venice Cello Ensemble” nasce da un’idea del Maestro Angelo Zanin, docente di violoncello al Conservatorio “B.Marcello” di Venezia e violoncellista del Quartetto d'Archi di Venezia. Qualche anno fa ha voluto ricreare con i propri migliori allievi ed ex allievi lo spirito e l'atmosfera dell'Orchestra Villa Lobos, il mitico gruppo che annoverava tra le sue fila concertisti come Mario Brunello, Enrico Egano e Teodora Campagnaro, con la convinzione che il suonare insieme sia una grande opportunità di crescita oltre che di divertimento. Per presentare più da vicino il gruppo abbiamo chiesto a Francesca Rismondo, violoncellista e Campaltina DOC di raccontarci come è iniziata la sua esperienza all'interno dell'ensemble...
- Per prima cosa complimenti, siete davvero strepitosi! Qual'è il vostro repertorio? E in che occasioni vi esibite? Il nostro repertorio è molto vario, quindi non vi aspettate di ascoltare “solo” musica classica! Nel tempo siamo riusciti a preparare programmi molto vari e vasti, che spaziano nelle epoche storiche: musica barocca, romantica, moderna, contemporanea. Suoniamo anche pezzi del repertorio jazz-blues e rock (Beatles, Queen) e alcuni compositori contemporanei hanno scritto appositamente per noi pezzi originali per questa formazione. È un lavoro interessante e difficile perché consente di crescere assieme al brano stesso. Per questa eterogeneità di repertorio abbiamo avuto modo di esibirci non solo in concerti “ad hoc” ma anche in conferenze, cerimonie, lezioni-concerto, ecc. Quasi ogni anno con il
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Maestro è organizzato un corso estivo di una settimana, dove ci si “isola” a studiare pezzi singoli e suonare insieme per arricchire il nostro repertorio. Alla fine della settimana, per condividere il nostro lavoro, sono organizzati uno o più concerti con i nuovi pezzi ed è così che è nato l’appuntamento ormai fisso a Noale. - Qual'è la cosa che contraddistingue il vostro gruppo rispetto a tutti gli altri? Il gruppo è ora costituito da 14 membri, tutti di diversa età e provenienza. Un ensemble così numeroso di soli violoncelli è impegnativo da creare e mantenere attivo nel tempo. Sono presenti anche minori che, anche se molto giovani, partecipano a tutte le attività e prove del gruppo. Questo entusiasmo e volontà di portare avanti un progetto assieme sono instillate dal nostro Maestro e direttore artistico, Angelo Zanin. Tutti noi dell’ensemble abbiamo studiato o stiamo studiando in conservatorio con lui. Anche questa è una caratteristica peculiare del gruppo, l’origine comune. È bello vedere come nel tempo si sia formata una rete di amicizie che vada al di là dei concerti e delle prove e che coinvolga tutti, dai più piccoli ai più grandi e che consente di divertirsi suonando insieme. - Come riuscite a conciliare questa passione con lo studio o il lavoro? Una delle difficoltà maggiori è proprio questa: conciliare le nostre singole attività con quelle del gruppo. Non tutti sanno che per poterci presentare in pubblico a un concerto abbiamo bisogno di molte prove e studio singolo; le parti non sono facili e suonare da soli non è la stessa cosa che suonare insieme. Per realizzare questo è necessario che siano presenti tutti coloro che poi suoneranno in concerto, quindi si cerca di dare priorità all’ensemble rispetto a impegni vari. È difficile e si deve anche rinunciare ad altro a volte, ma ne vale la pena. - Il vostro gruppo è nato nel 2005. Dopo 7 anni, come si sono evolute le cose? Nel 2005 non eravamo in 14, siamo partiti in 6. Successivamente altre persone sono venute a studiare con il Maestro in conservatorio e si sono aggiunte all’organico. Grazie all’assiduo lavoro del nostro insegnante siamo cresciuti e abbiamo trovato nuove possibilità di esibirci in pubblico, molto importante per condividere la nostra attività e confrontarci con chi ci ascolta.Ci sono stati numerosi cambiamenti nella formazione del gruppo e a marzo 2011 per formalizzare l’ensamble è stata fondata l’Associazione Culturale
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ASSOCIAZIONI Musicale Venice Cello Ensemble, grazie all’operosità del maestro, del presidente e del segretario. E questo è un grande punto di arrivo, ma anche di partenza per le nostre attività future. - Adesso siamo tutti curiosi di sentirvi suonare! Quando verrete a suonare qui e quali sono i vostri prossimi appuntamenti? È in programma un concerto nella municipalità di Favaro Veneto, per cui speriamo di poterci
esibire prossimamente nel nostro territorio. Per me sarebbe una bella occasione di poter finalmente suonare in ambito “familiare”. Abbiamo in programma una serie di concerti, vicini e non, nei prossimi mesi. Tutti gli appuntamenti e notizie su di noi sono riportate nel sito (www.venicelloensemble.it) o su facebook. Speriamo di vedervi numerosi! Grazie Francesca, non vediamo l'ora di sentirvi suonare!
Crisi per tutti, merito per alcuni. La crisi economica cambia il modo di vivere di noi tutti, si valorizzano altri aspetti, cambia il modo di relazionarci con i beni materali e, purtroppo, se è lunga come quella attuale, può destabilizzare lo stesso sistema democratico. Ci sono fatti che peró non cambiano : mi riferisco alle retribuzioni dei politici di vario livello (cronaca di tutti i giorni). Vorrei fare una riflessione in merito allo stipendio dei dirigenti della pubblica amministrazione. C’è stato recentemente un atto del Governo che ne impone un tetto massimo, e se rimarrá tale, varrà per il futuro e non certo per il presente; ció che mi pare peró più fastidioso è che, a fronte di una pur legittima difesa dei propri interessi, chi legifera rimanda continuamente al principio che il “merito” deve essere pagato. L’ho sentito dire più volte non solo dai parlamentari seduti a Roma ma anche a livello locale. Lungi da me, desideri di qualunquismo e di visione di una società di tutti uguali, ma non é possibile parametrizzare il merito alla realtà economica attuale? Per venire ancora piú vicino a noi, so che la Giunta comunale di Venezia ha recentemente modificato l’addizionale comunale sui redditi e da 0,2% uguale per tutti è stata modulata per scaglioni di reddito. Per i redditi da 15000 a 28000 euro lordi l’anno, la nuova addizionale è 0,77% , letteralmente triplicata!! Per i redditi superiori, diventa dello 0,78% e dello 0,80%. Questo, per me, vuol dire che per ottenere un incasso significativo in termine di bilancio, l’aumento é stato maggiore proprio nella classe di reddito cui appartiene forse la maggior parte della popolazione di questo comune. C'é anche qualcuno che ha detto che va bene tassare i poveri, perchè sono tanti. In conclusione, come può il Comune retribuire il suo direttore generale con 160.000 euro lordi l’anno ed i suoi 40 dirigenti con retribuzioni medie di 100.000 ?( dati verificabili sul sito del comune di Venezia). Ma lo sa il Sindaco cosa vuol dire vivere con il reddito medio con cui campa la maggior parte dei suoi concittadini? Luciano Delle Vedove
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by pass di Campalto di Gianfranco Albertini Da quanto appreso di recente dalla stampa locale, l’operazione By Pass di Campalto si è avviata. Fra breve vedremo le ruspe al lavoro per creare una nuova strada che, partendo dall’innesto tra via Orlanda e via Sabbatino, passando a nord del centro e tagliando via Gobbi con un attraversamento sotterraneo profondo oltre 10 metri (una casa di tre piani tanto per intenderci) si ricollegherà alla s.s. Triestina all’altezza del deposito militare. Meno di 3 Km. per un costo previsto che si aggira intorno ai 50 milioni di euro. Come su tutte le cose, anche qui abbiamo favorevoli e detrattori, ma non mi voglio schierare in nessuna delle categorie e cercare invece di riferire qualche dato oggettivo. La prima cosa che impressiona è il costo previsto: escludendo gli espropri possiamo calcolare mediamente oltre 15 milioni a Km. Sembrerebbe che gran parte di questi soldi vada nello scavo del sottopasso che correrà sotto la falda acquifera. In secondo luogo impressionano i progetti delle rotatorie la cui ampiezza dovrà consentire il transito dei mezzi eccezionali che comunque continueranno a passare per via Orlanda attraverso il centro di Campalto. Non è difficile prevedere che aumenterà il livello di pericolo in quelle zone, soprattutto in quella più ricca di attività commerciali (campeggio, rivenditori di auto e camper, supermercato) spesso scenario di drammatici incidenti, non raramente mortali. Quest’arteria, concepita oltre vent’anni fa quando Campalto era invasa quotidianamente da migliaia di mezzi pesanti, è stata riproposta oggi quando la situazione del traffico di attraversamento è drasticamente mutata: l’apertura del passante autostradale e i divieti introdotti dal Comune hanno praticamente ridotto a zero questo problema e la stessa via Orlanda, ad eccezione di alcuni periodi legati ai flussi turistici verso il litorale, è meno trafficata di via Miranese o del Terraglio. Cosa succederà quando il by pass verrà aperto? Le autorizzazioni al transito dei mezzi pesanti saranno rilasciate dall’ANAS: siamo certi della sua discrezionalità? Non è difficile prevedere un aumento dei TIR, e di conseguenza dell’inquinamento, nelle aree attraversate. Anche l’idea che il centro di Campalto possa trasformarsi in un’isola felice, magari pedonalizzata, mi lascia un po’ perplesso: mezzi pubblici, residenti e tutti i collegamenti con Favaro, continueranno a percorrere le vie
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Orlanda, Passo e Gobbi rendendo di fatto inutile il by pass per gli spostamenti dei residenti. L’onestà intellettuale chiederebbe che, di fronte alla realizzazione di opere pubbliche di ingente costo si facesse un bilancio tra costi e benefici: i costi, economici e ambientali dovuti alla cementificazione di svariati ettari di terreno agricolo, li conosciamo, ma quali saranno i benefici? Associazioni, comitati e semplici cittadini hanno chiesto inutilmente che alle loro domande venissero date risposte plausibili, che giustificassero in qualche modo l’utilità dell’opera. Benché più volte sollecitati, tutti gli enti interessati, dall’Anas al Comune di Venezia alla Regione Veneto, hanno rifiutato un dibattito aperto sul tema, un confronto con la cittadinanza sulla realizzazione di un’opera che inciderà pesantemente e in maniera irreversibile sull’assetto urbano di Campalto.
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Vi consigliamo… (a cura di Francesca Delle Vedove)
Un Libro
Una Poesia
Inseparabili Il fuoco amico dei ricordi
Nina ti te ricordi Versi si Gualtiero Bertelli
Nina ti te ricordi Quanto che gh'avemo meso Andar su sto toco de lèto Insieme a fare a l'amor Sie ani a fare i morosi Strenzerla franco su franco E mi che g'ero stanco Ma no te volevo tocar
E’ un libro che parte piano ma dopo sa coinvolgere e stupire, forse anche per questo ha vinto il Premio Strega 2012. “Inseparabili – Il fuoco amico dei ricordi” del romano Alessandro Piperno, racconta il legame dei fratelli Pontecorvo, Filippo il maggiore e Samuel l’ultimogenito, le cui vite, seppur lontane, sono inesorabilmente unite proprio come quelle dei pappagalli “inseparabili” che non sanno vivere senza l’un l’altro. Sullo sfondo di una Roma borghese e contemporanea, si snodano le vite dei componenti della famiglia Pontecorvo, di religione ebraica: papà Leo, professore colpevole di non aver bloccato le attenzioni di una giovane allieva, mamma Rachel, donna ebrea dal temperamento molto forte che vuole proteggere i figli da un segreto impronunciabile e i due maschi, i veri protagonisti di questo romanzo. Filippo così indolente e chiuso alla vita ma che, paradossalmente, riesce a cogliere il successo con i suoi fumetti e Samuel, “innamorato” del fratello maggiore, lui primo della classe ma con un forte complesso di inferiorità, raccontano l’amore, l’astio, l’omertà che nascono all’interno di una famiglia che sembra, come tutte, normale e serena. L’autore, già conosciuto per il suo “Con le peggiori intenzioni” del 2005 sembra, in qualche modo, ripescare dalla sua biografia e dalla sua storia personale, anche lui figlio di padre ebreo e madre cattolica, per raccontare le emozioni contrastanti del crescere in una famiglia che dà e toglie, incoraggia e sprigiona frustazioni.
To mare che brontoava Quando che se sposemo E 'l prete che racomandava Che non se doveva pecar E dopo se semo sposai Che quasi no ghe credeva Te giuro che a mi me pareva Parfin che fusse un pecà E adesso ti spèti un fijo E ancuo ea vita z'è dura Talvolta me ciapa ea paura De aver dopo tanto sbajà Amarse no z'è no un pecato E ancuo z'è un luso de pochi E intanto ti Nina ti spèti E mi son disocupà Su Youtube potete trovare questi versi interpretati sia dall’autore Gualtiero Bertelli che da Francesco De Gregori
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vi segnaliamo
OGGI PARLIAMO DI GAS… qUELLI PER GLI ACQUISTI PERò di Romena Brugnerotto
I prezzi salgono, frutta e verdura sono così trattate che non si sente neanche il sapore, il vino è fatto con le bustine (si proprio come il the solubile) e la carne…chissà come hanno allevato gli animali. E nessuno fa nulla: FALSO! Perché da qualche tempo, una risposta a tutte queste domande su prezzi e qualità di quello che mangiamo stanno cercando di darla i GAS, gruppi di acquisto solidali. In realtà i primi gruppi di acquisto solidali vengono fondati alla metà degli anni ’90 in Emilia Romagna con una prima operazione chiamata “Bilanci di Giustizia” con la quale gruppi di famiglie si interrogano sui loro acquisti e sull’incidenza degli stili di vita sul bilancio famigliare. Pian piano questi gruppi cominciarono anche a fare acquisti collettivi tra i produttori della zona. I GAS nascono quindi da una riflessione sulla necessità di un cambiamento profondo dello stile di vita: si vuole immettere una domanda di eticità nel mercato per indirizzarlo verso un’economia che metta al centro le persone e le relazioni. Il Gruppo d'Acquisto Solidale (G.A.S.) si costituisce, in genere, per favorire la riflessione sui temi dell'alimentazione con prodotti biologici, l'acquisto dei prodotti stessi a prezzi accessibili e per stabilire patti fiduciari tra consumatori e produttori (soprattutto locali). Si stabilisce un "canale fiduciario" tra produttori e consumatori, alimentato dal comune interesse e definito da parametri condivisi. Ne consegue un aumento del livello di soddisfazione per ambedue le parti. La merce termina di essere solo prodotto e diventa anche strumento di relazione tra soggetti che, oltre ai ruoli di produttori e consumatori, mettono in gioco i propri "volti" e le proprie storie! Il GAS è caratterizzato anche con tre aggettivi: piccolo, locale e solidale. Piccolo per permettere un'organizzazione semplice e per favorire la relazione tra i soci, locale perché siamo interessati e responsabili del territorio che abitiamo e solidale tra i soci, con i produttori e con l'ambiente. Vi chiederete: Sì, ma come nasce una GAS? In realtà nasce nei modi più diversa ma tutti accomunati dalla convinzione di formare un
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gruppo, di condividere scelte, problemi e insieme ricercare opportunità. Insieme ci si occupa di ricercare nella zona piccoli produttori rispettosi dell'uomo e dell'ambiente, di raccogliere gli ordini tra chi aderisce, di acquistare i prodotti e distribuirli e quant'altro il gruppo decida di fare! Pare complicato ma invece non lo è, almeno stando a quanto mi dice la mia amica Daniela, coordinatrice di un GAS di Marghera che conta ca. 50 pax, “Non solo GAS”. Racconta che il loro GAS è nato fuori dalla scuola, tra genitori che si scambiavano consigli sui fornitori interessanti e piccoli favori per il reperimento della merce. Ora il gruppo si è dato una struttura, cerca e verifica di persona dove fare gli acquisti (“cerchiamo prodotti bio, con un buon rapporto qualità/ prezzo, ma facciamo acquisti anche da piccole realtà che hanno bisogno di essere sostenute ovviamente con un occhio sempre alla qualità del prodotto”), si occupa degli ordini e dello smistamento della merce una volta arrivata. Se volete saperne di più su www.retegas.org potrete trovare informazioni, bibliografia sull’argomento e anche ricercare i GAS della nostra zona. A Campalto per il momento non c’è nulla, quindi chi vuole fondare un GAS, si faccia avanti.
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RILASSIAMOCI! L’ANGOLO DELLE CAZZATE Lo sapevate che un motorino non modificato raggiunge la stessa velocità di uno modificato se lasciati cadere da una rupe?
Lo sapevate che i cinesi si riproducono con copia e incolla? Non ti curar di loro ma guarda i passeri! Accesso: sta per “al gabinetto”. Tipica risposta alla domanda: 'ndo stai? Accumulatori: contrario di “sparpaglia vacche” Amore: Parola dall'etimologia molto antica, A-Mori;
proveniente dall'unione delle parole
ovvero esclamazione per intimare la morte a qualcuno, frase funesta quindi.
Ancora oggi
non ha perso la sua accezione nebbiosa e fu-
nesta; infatti individua un sentimento a causa del quale individui sani perdono il lume della
ragione abbandonandosi a cazzate inimmagina-
bili come frasi senza senso, regali spropositati, e non ultimo il matrimonio.
Decadente: colui che possiede solo 10 denti Due piccioni con una fava: volatili siamesi attaccati per i genitali
Maglione: indumento che indossano i bimbi quando la mamma ha freddo
Messa in piega: funzione religiosa eseguita da un sacerdote motociclista
Vergine: Supporto analogico o digitale mai registrato in precedenza. Sedicenti studiosi favoleggiano di una misteriosa etimologia latina per questa parola, benché, al tempo in cui il latino
era in uso, non esistesse alcun supporto analogico nè digitale.
Via col vento: Famosissimo film che celebra l'antica tradizione diffusa in tutto il mondo della gara di scoregge. Trama: dopo una luculliana scorpacciata di fagioli e cipolla con accompagnamento di VOV, i protagonisti, al grido di "stavolta ti pettino" oppure "oddio oddio mi cago addosso", si esibiscono in violente eruzioni anali. Durata: 47 ore e mezza senza intervalli.
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LA PAGINA DI CAMPALTO: SIAMO ON LINE! “La pagina di Campalto” è consultabile anche in Internet all’indirizzo http://issuu.com/lapaginadicampalto iscrivendosi al sito è possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti. Potete inviare domande e commenti anche a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com A tutti buona lettura e buona navigazione!
Circolo Ricreativo Culturale
AUSER “IL GABBIANO” I NOSTRI SERVIZI
Consulenza legale gratuita per i soci AUSER: si riceve su appuntamento il SABATO dalle 10.00 alle 12.30 ed il LUNEDI’ dalle 16.00 alle 18.30 “Ausilio” spese a domicilio: con il servizio Sociale della Municipalità e la COOP Adriatica il ns. Circolo ha aderito al servizio al progetto “Ausilio” per la consegna gratuita della spesa a domicilio alle persone anziane, non autosufficienti, portatori di Handicap o con problemi motori temporanei che non possono recarsi personalmente presso i negozi.
I NOSTRI CORSI Corso di musica: sono aperte le iscrizioni per il corso di musica dedicato a bambini ed adulti. Con i nostri soci musicisti sarà possibile imparare a suonare la chitarra in maniera semplice. Ed inoltre… Scuola di Canto Corsi di informatica per i “meno giovani” Compilazione gratuita mod.730 (previo appuntamento) Per informazioni ed appuntamenti telefonare al numero 041.903525 dal lunedì al giovedì dalle 10.00 alle 12.30; il venerdì dalle 16.00 alle 18.00
A cura del Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” ONLUS (auser.ilgabbiano@alice.it) Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. - Redazione a cura di: BLOG - Territori e Paradossi Associazione Culturale. - Redattori: Giuliano Brandoli, Daniele Conte, Chiara Foffano, Elena Brugnerotto, Francesca Delle Vedove, Carlo Albertini, Romena Brugnerotto, Martina, Zorzi, Martina Pellizzer, Francesca Rismondo- Redazione: Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - E-mail: lapaginadicampalto@gmail.com Stampato in proprio n° 2000 copie Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003