LA PAGINA DI CAMPALTO N. 158 - marzo 2017

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distribuzione gratuita presso gli esercizi commerciali a: Campalto - Favaro Veneto - Tessera - Dese

http://issuu.com/lapaginadicampalto lapaginadicampalto@gmail.com marzo 2017 Anno IX N° 158

MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ

aria di primavera Ci stiamo avvicinando alla primavera e il risveglio della natura ci invita a uscire di casa. Cosa c’è quindi di più bello che andare alla scoperta del nostro territorio. A piedi, in bici, in barca o a cavallo; dalle barene ai boschi, ai forti, ai monumenti che ricordano la storia passata, ce n’è per tutti i gusti. Cari lettori, ci piacerebbe ospitare tra le pagine del nostro giornalino le vostre impressioni, le vostre esperienze ed eventuali consigli per godere al meglio questo ambiente unico che ci ospita.

In questo numero: il carnevale di campalto e quello di venezia_riflessioni_arriva l’ora legale_concerto gospel_tesserabella si presenta_pillole di moda_ mi hanno regalato un sogno_Adolescenti: tra web e realtà_RILASSIAMOCI


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Il Carnevale di Campalto di Giuliano Brandoli Non era affatto scontato che l’entusiasmo espresso da Associazioni e da singoli cittadini per “riprendere” la tradizione del vecchio Carnevale Campaltino sfociasse in una giornata da ricordare! Eppure, anche non proponendo sfilate faraoniche o grandiosi spettacoli, la domenica nel piazzale della chiesa si è svolta in un’atmosfera di gioia e di curiosità che non vedevo da tempo: soprattutto per i bambini, immersi in una presenza attiva, allegra e coinvolgente. E poi il programma musicale con l’apprezzata esibizione di vari gruppi, tra cui anche quella degli alunni dell’orchestra dell’ Istituto Gramsci di Campalto. E, ancora, la possibilità di visitare la mostra fotografica allestita presso il Centro Pascoli che proponeva immagini del vecchio carnevale campaltino affiancate ad altre foto del Carnevale di Venezia e di quello della Val Comelico in Cadore: e proprio la differenza tra la festa in queste due località, Venezia a Val Comelico, può dare idea della diversità tra le interpretazioni dei due eventi. Una giornata comunque positiva, che ha visto non solo la presenza di molte persone ma anche il loro coinvolgimento in un’iniziativa che spero maturi in questo spirito: libero da “grandeur”, ma denso di 2

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coinvolgimento spensierato, intelligente, aggregativo! Sull’onda di questo successo abbiamo pensato di aprire un gruppo su Facebook per raccogliere immagini, vecchie e nuove, commenti, idee, per tentare di far rivivere in semplice spontaneità questa tradizione che

fino al 2001 aveva fatto del nostro paese un luogo famoso per il suo carnevale. Il titolo del gruppo è: Foto di carnevale a Campalto iscrivetevi e condividetene l’attività per preparare il prossimo appuntamento.

e quello di venezia ... Al termine dei giorni di carnevale, nella nostra città è consuetudine sciorinare numeri su numeri. Così si parla di afflussi turistici da record che nelle giornate clou hanno superato le centomila presenze o di un indotto superiore ai cinquanta milioni di euro. Al di là dei difficili riscontri oggettivi su questi dati, viene da chiedersi: che sensazione hanno avuto i residenti nel vedere fiumane di persone percorrere le calli di Venezia? Quali e quante sono state le difficoltà di chi per lavoro o altri motivi doveva usufruire dei mezzi pubblici? Le immagini di persone “ingrumate” sui ponti o lungo le fondamenta hanno occupato le pagine di giornali e social facendo il giro del mondo. Oltre alle situazioni menzionate non possiamo dimenticare le tonnellate di rifiuti che quotidianamente hanno invaso la città. E noi cittadini di centro storico e terraferma quanto usufruiremo di quell’indotto milionario? Servirà forse per riparare le strade, migliorare la qualità dei servizi offerti dal comune, tappare qualche buco di bilancio o sarà

invece appannaggio dei soliti noti che del turismo di massa o “mordi e fuggi” che dir si voglia traggono lauto sostentamento?

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Gianfranco Albertini

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Riflessioni

di Francesca Rismondo

Prendo quotidianamente il bus n. 19 che mi porta a Venezia. Sempre in ritardo e spesso talmente pieno di gente che si fatica ad entrare. Inutile dire quindi che il servizio non è sufficiente per servire la zona, ma non è su questo che si basa la mia riflessione giornaliera. Ogni volta che mi capita di avere due bus, uno dietro l'altro, stracolmi di gente e persone alla mia stessa fermata che come me vorrebbero salire, mi accoglie sulla porta del bus solo un muro di persone che guardano. Qualsiasi porta si apra davanti, mai una volta vedo qualcuno che faccia un passetto indietro 4

osservando il maggior spazio presente nelle zone centrali (non molto, ma sufficiente per non far star a terra altre persone). Piuttosto che muoversi meglio restare indifferenti, o peggio ancora scocciati da quel qualcuno che è costretto a spingere per accedere al tuo stesso diritto, essendocene la possibilità. Nell'indifferenza più totale, chi è “dentro” se ne frega di chi sta “fuori”. Non mi sconvolge così che nessuno si muova per salvare un poveretto che annega in Canal Grande o che magari lo filmi addirittura, o che qualche disperato si tolga la

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vita perché non si sente a suo agio in questo mondo. A scuola un ragazzino una volta se ne uscì con un lapsus freudiano in cui al posto di “ legge dell'indipendenza” diventò “legge dell'indifferenza”. Mai lapsus fu più azzeccato. Da questi piccoli episodi, ho trovato

un mantra quotidiano per queste situazioni che recita così: “non fare ad altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”. A prescindere da credo, religione, nazionalità, spero di trovare altri come me. Così, forse, prima o poi qualcuno in più nell'autobus ci entrerà.

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arriva l’0ra legale di Gianfranco Albertini

Nella notte tra il sabato e l'ultima domenica di marzo, come ormai da oltre 50 anni, entrerà in vigore l'ora legale. Gli orologi andranno portati avanti di un'ora e questo durerà fino alla fine di ottobre quando si tornerà all'ora “solare”. Questo provvedimento è valido per tutta l'Europa anche se nazioni come Grecia, Portogallo, Gran Bretagna ed altre non appartengono allo stesso fuso orario dell'Italia. Permette di usufruire di un'ora di luce in più la sera. Il fenomeno è più evidente andando verso i paesi del nord, mentre diventa sempre meno significativo più si avvicina alla fascia equatoriale dove la durata del giorno e della notte è simile durante tutto l'anno. Lo scopo dell'ora legale è quello di consentire un risparmio energetico grazie al minore utilizzo dell'illuminazione elettrica. L'ora legale non 6

può ovviamente aumentare le ore di luce disponibili, ma solo indurre un maggior sfruttamento delle ore di luce che sono solitamente "sprecate" a causa delle abitudini di orario. In Italia l'ora legale nasce come misura di guerra nel 1916;tra il 1940 e il 1948 viene abolita e ripristinata diverse volte . Durante la Seconda guerra mondiale si ebbe il periodo di massima durata dell'ora legale: dal 14 giugno del 1940 al 2 novembre 1942. La creazione della Repubblica Sociale comportò per due anni la sfasatura dell'applicazione dell'ora legale fra il Nord e il Sud del paese. Durante l'occupazione jugoslava di Trieste l'esercito titino la vietò per allineare l'orario della città a quello del resto della Jugoslavia. L'ora legale, adottata definitivamente nel 1965 in periodo di crisi energetica e applicata per la prima volta nel 1966, durava quattro mesi, dall'ultima domenica di maggio all'ultima domenica di settembre; Tale durata venne estesa a sei mesi nel 1980 fino 1996 quando, insieme al resto dell'Europa, la fine fu spostata all'ultima domenica di ottobre. Nei giorni immediatamente successivi al "cambio dell'ora", alcune persone lamentano disturbi dovuti all'alterazione del ciclo sonno-veglia. Si tratta dello stesso fenomeno che si riscontra nelle persone che viaggiano in aereo tra paesi separati da diversi fusi orari (il cosiddetto jet lag); in questo caso però l'effetto è minore perché il cambiamento di

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orario è di una sola ora e molte persone non avvertono alcun disturbo. Un sondaggio dice che gli italiani sono equamente suddivisi tra favorevoli e contrari all'ora legale. La stessa inchiesta ha tuttavia rilevato che la maggior parte degli intervistati è a favore dell'abolizione dell'ora solare. Questa soluzione comporterebbe l'utilizzo dell'ora legale tutto l'anno, eliminando i fastidi legati al cambio di ora: il problema sarebbe che d'inverno, con meno ore di luce

a disposizione, uno slittamento in avanti di alba e tramonto potrebbe fornire sì un'ora di luce in più alla sera, ma anche una in meno ogni mattina, mentre le attività umane continuerebbero a svolgersi con lo stesso orario. Comunque vadano le cose, cerchiamo di goderci questa ora in più di luce serale, magari approfittandone per stare un po' di più all'aperto e godere di quel po' di natura che il nostro territorio ancora riesce a offrire.

CONCERTO GOSPEL Come i cachi ad agosto: The Way We Are I Joyful Gospel Group presentano live il loro terzo CD al Vapore di Marghera, venerdì 17 marzo (perchè, c’è qualche superstizioso ?! ) E’ molto l’orgoglio per questo piccolo traguardo, il primo per me, dopo tanto camminare nel bellissimo viaggio - mai scontato - che è la Musica. Ne parlavamo da molto in gruppo, sentivamo l’esigenza di rinnovarci e di mettere su “carta” quello che di nuovo avevamo creato insieme, con le persone nuove che siamo, con le note nuove che abbiamo e con le passioni e la fede di ognuno di noi. Ma non è mai stato il tempo giusto per farlo, presi da altri progetti, dalle proprie vite, dal rincorrere i propri ritmi, il proprio lavoro e la propria famiglia. Fino a che non è arrivata l’estate scorsa e ci siamo detti che sì, l’avremmo fatto. La scelta del titolo è stata decisa

con qualche perplessità inzialmente, poi discussa e poi rimessa in discussione di nuovo. Ma alla fine è stata accettata da tutti, proprio perchè è Quello che Siamo, The Way We Are, appunto. Nella semplicità dell’anima, se così la si può definire. In questo cd c’è ognuno di noi e voglio presentarli, se posso rubarvi un attimo. Voglio scrivere delle persone che lo hanno fatto, perchè per ascoltarlo ne avrete sicuramente occasione (venerdì 17 marzo, al Vapore di Marghera!) Celeste Matarese, la Cele, è la mia compagna di banco, soprano come me, con una voce delicata ma che tocca (e ti tocca) note raggiungibili solo dagli angeli. E’ la moderata del

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gruppo, quella posata e dolce, che non sbrocca mai. E’ il mio opposto insomma, per chi mi conosce! Manuela Moretto e Michela Piazza sono le ombre calde dei soprani, i contralti. La Manu è come un cerino che diventa focolare. Si accende in un attimo, anche nelle note, ma se sai aspettare si dimostrerà semplicemente Soul, Anima. La Mighi invece è il faro di tutti noi. Senza di lei e delle sue agende piene di appunti e progetti, saremo persi. Barchette senza vela. Calda nel petto come nei gesti, è il collante delle voci e delle menti. Carlo Bergamin e Filippo Trevisan sono i tenori, l’armonia per noi donne. Con loro si tiene il ritmo, si sente con qualcosa che va oltre l’udito ed il cuore. Ciarls (Carlo) è esuberante, sincero da far paura, fragile ma con due palle così. Fil è parte della mia famiglia, non è solo “il cuginetto”, ma è ormai un uomo con tanto da esprimere ancora, nella voce come nella vita. Se sboccia, sarà un campo di fiori tante sono le sue doti. Infine, ma non sicuramente perchè meno importanti - anzi! - i nostri musicisti: Carlo Cavalli alla tastiera, Simone Gaspari alla batteria e Manuele Maestri al basso. Carlo è mio amico da, forse sempre?! Tutto d’un pezzo, di classe, sensibile, sente con il cuore perchè le orecchie servono solo per sgamare le stonature. E ci becca sempre! La sua tastiera è un prolungamento delle dita. Se non la toccasse di 8

continuo, si esprimerebbe a metà. Simo batte il ritmo, insieme al Manu. E a volte bacchetta anche noi quando facciamo troppo i sofisticati. E’ concreto, reale ed è Presente sempre. Il Manu è l’Artista. Anzi, è L’Artista che tutti noi vorremmo essere, quindi profondo rispetto per il Maestri (con una puntina di invidia!). E io, sono Chiara e quando canto è forse l’unico posto dove lo sono davvero. Chi mi sente da un pò riconosce l’impegno e forse anche un pò la timidezza che bado bene a nascondere dietro al sorriso e all’ironia. E così, eccoci qui, come Siamo. Chiara Foffano

info@joyfulgospelgroup.com 339 3623959 facebook: joyfulgospelgroup.official

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tesserabella si presenta Di seguito l’ultima parte dell’articolo che ci hanno inviato gli amici di Tessera. Anche questo parla della difficile convivenza con l’aeroporto Marco Polo delineando i possibili interventi di compensazione e mitigazione Opere di compensazione e mitigazione: Una parziale risposta è stata data con l'accordo sulle opere di mitigazione e compensazione che SAVE è tenuta a realizzare per bilanciare il disagio generato dall’attività aeroportuale sugli abitanti di Tessera, Campalto e Ca’ Noghera. Queste opere sono state individuate all’interno di un Gruppo di Lavoro sorto nella primavera 2014 e costituito, oltre che dai rappresentanti di SAVE, da quelli della Municipalità di Favaro, dei Comuni di Marcon, di Quarto d’Altino e delle Associazioni presenti nel contorno aeroportuale. Alcune di queste opere di compensazione, attese ormai da tempo, riguardano la messa in sicurezza stradale di coloro che percorrono la via Triestina e la via Orlanda. Innanzi tutto, la costruzione di una rotatoria all’incrocio principale di Tessera, tra le vie Orlanda e Triestina: quest’opera ha già il consenso preventivo di ANAS e l’adesione convinta di Comune e Municipalità. Poi, la realizzazione delle piste ciclabili che collegano Tessera a Campalto, lungo l’argine dell’Osellino, e a Ca’ Noghera sul lato nord della Triestina. A questo proposito, è intervenuto un accordo verbale che destina la somma eventualmente risparmiata

nelle opere suddette ai lavori di completamento della pista ciclabile da Tessera a Favaro. Infine, le principali opere di mitigazione che interessano l’abitato di Tessera vedono la costruzione di un terrapieno alberato sul lato dell’area dell’Aeroterminal che guarda la darsena e la piantumazione di una cintura alberata sul fronte abitato accompagnata da interventi di insonorizzazione acustica degli edifici più prossimi alla pista. Si apre ora un’importante stagione di partecipazione e confronto dove anche i cittadini avranno un ruolo da protagonista poiché, assieme agli EE.LL. e a SAVE, saranno chiamati a esprimersi sull'ordine di priorità, ma non solo, degli interventi: se cominciare dagli edifici o eseguire prima le opere esterne, se erigere o meno il terrapieno e, in caso affermativo, quale debba essere la sua lunghezza, la distanza dalle abitazioni, e quant'altro. Come si vede, anche per il presente e per le prospettive future del nostro territorio resta sempre valido il ritornello di G. Gaber quando cantava che “Libertà è partecipazione” e non limitarsi a “star sopra un albero” a guardare da spettatori quel che altri fanno di sotto.

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Ivano Berto 9


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PILLOLE DI MODA di Monica Zennaro Questo mese continuiamo a parlare dell'evoluzione del costume durante la Grande Guerra. Dopo quasi mezzo secolo di relativa pace, il mondo è travolto da un conflitto senza precedenti, la crisi è generale molte attività chiudono i battenti. Da questo momento ci sarà una graduale tendenza all'accorciamento della gonna che avrà anche una linea più dritta, abbinata a giacche alla marinara, camicette, scarpe a tacco basso e capelli più corti e raccolti. Tutto ciò per consentire alle donne di svolgere lavori in fabbrica e volontariato. Quando gli alberghi cominciarono ad essere trasformati in ospedali per raccogliere i feriti che arrivavano dal fronte, fu indispensabile l'impegno delle donne come infermiere e di conseguenza l'esigenza di una divisa bianca. Ed eccoci a chi, con spirito creativo ma anche imprenditoriale, fu la vera “rivoluzionaria” della Haute Couture: Coco Chanel! Di umili origini, Gabrielle Bonheur Chanel ebbe un'infelice infanzia in un orfanatrofio. Dopo varie avventure tra il sentimentale e il professionale, attraverso l'amicizia con persone importanti e aristocratiche, conobbe Boy Capel, un industriale di origini inglesi che credette nel 10

suo genio creativo e finanziò il suo lavoro. Coco Chanel aprì quindi il suo primo negozio a Parigi al 31 di Rue Cambon e a seguire un nuovo negozio nella località marina di Deauville dove, ispirata dai marinai al lavoro, reinterpretò il loro abbigliamento. Tutto lo stile di Chanel si rifaceva alla vita comune delle persone che la circondavano. Il 3 Agosto 1914 ci fu la dichiarazione di guerra della Germania alla Francia. I giovani uomini francesi si arruolarono mentre le mogli fecero ritorno a Deauville, dove si

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impegnarono in opere di volontariato per assistere i feriti. Ecco Chanel che con l'unico negozio rimasto aperto offrì capi di vestiario che in quella situazione si presentavano pratici e adatti alle esigenze.

Concludo la “pillola” di moda di questo mese con una frase della Grande Coco e un invito per l’iniziativa in programma a breve (vedi box). Prossimamente tutti i dettagli. a presto per un’altra pillola... Vostra Monica!

“Finiva un mondo, un altro stava per nascere. Io stavo là, si presentò un’opportunità; la presi. Avevo l’età di quel secolo nuovo che si rivolse dunque a me per l’espressione del suo guardaroba. Occorreva semplicità, comodità, nitidezza: gli offrii tutto questo, a sua insaputa”. Gabrielle Bonheur “Coco” Chanel

MI FACCIO UN ABITO DA CARTAMODELLO

IN COMPAGNIA DI MONICA E BRUNA EX SCUOLA MEDIA GRAMSCI CAMPALTO - VILLAGGIO LAGUNA

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Mi sono avvicinata in maniera un po’ scettica a questo libro, non che Bebe Vio non mi piacesse, anzi. Lo scetticismo derivava dal fatto che non pensavo che questo libro potesse aggiungere molto alla conscenza del personaggio e della sua storia. E invece mi sono dovuta ricredere e mi trovo qua a consigliarvene la lettura. Bebe (Beatrice) Vio ha scritto questo libro nel 2015, prima cioè delle vittorie paraolimpiche di Rio 2016 che ne hanno consacrato la fama tanto 12

da essere invitata da Matteo Renzi alla cena dal presidente Obama. Ciò che colpisce nel racconto della sua storia è non solo l’evidente simpatia del personaggio, condito da una buona dose di goliardia e sana incoscienza adolescenziale, ma la sua tenacia. Dopo le gravi amputazioni subite da Bebe a seguito di una meningite fulminante nel 2008, la ragazza, che aveva già trovato nella scherma il suo sport, ha fatto di tutto per tornare a gareggiare, sfidando i suoi stessi medici nel rimettersi in piedi e nel tornare sulla pedana. Tutto questo alternando scuola, terapia e allenamenti. Se una una persona a 11 anni perde braccia e gambe, nessuno si stupirebbe se rinunciasse allo sport: già la vita normale sarebbe complicata, figuriamoci tornare in poco tempo ad allenarsi. Invece Bebe Vio è questo concentrato di spavalderia, coraggio e resistenza pur nelle lacrime e nella fatica di una vita in salita. Quando sembra che tutto le sia stato tolto, lei continua ad andare a scuola, al mare, agli scout, ad allenarsi, nella volontà di vivere il suo sogno di essere una schermitrice. Dal canto suo Bebe ha avuto una famiglia che l’ha sempre supportata e aiutata anche nelle imprese più folli, senza risparmiarle un bel po’ di sana concretezza e ironia veneta. Ha incontrato medici, fisioterapisti e allenatori che l’hanno supportata (e anche un po’ sopportata) ma credo

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veramente che tutto lo debba alla sua ferrea volontà: volontà di andare avanti, nonostante quello che le è successo. Anche se avesse avuto le migliori cure del mondo o il miglior supporto atletico, a nulla sarebbero serviti se lei non avesse fortemente voluto questo sogno. Mi verrebbe da dire che questo è un libro che ogni adolescente dovrebbe leggere, per capire che bisogna lavorare sodo fin da subito: non so però quanti adolescenti lo capirebbero fino in fondo e apprezzerebbero. Forse dice di più a noi adulti che spesso viviamo di sogni ormai frustrati: ed è lì che Bebe ci ricorda

di non arrenderci e di accettare la fatica. Oggi Bebe partecipa anche a molti eventi aziendali, non tanto per parlare della sua esperienza con la disabilità, ma proprio per raccontare i suoi sforzi, cercando di scuotere i partecipanti dal torpore della vita quotidiana. Ho trovato anche molto intelligente che nel libro Bebe non sia entrata nel tema delle vaccinazioni, pur essendo lei testimonial per la campagna a favore del vaccino per la meningite: credo infatti che la sua storia parli da sola. D’altronde è il carattere che fa la differenza, non la disabilità che le è toccata in sorte. Romena Brugnerotto

ADOLESCENTI: UN NUOVO CANALE D’ASCOLTO TRA IL WEB E LA REALTà di Francesca Delle Vedove Lei, dall’adolescenza ne è già uscita ma quella fase della vita la sente ancora vicina e l’affascina ancora. Del resto non ha neppure trent’anni ma le idee le ha già chiare – sarà anche per il nome che porta – e le trasforma in progetti. Chiara, campaltina doc con il sangue misto pugliese, è una giovane ma determinata educatrice sociale e quotidianamente ha a che fare con minori provenienti da famiglie

in difficoltà: li incontra nelle scuole, immersi nella loro realtà, tra spinte di autonomia ed il bisogno di essere ascoltati su piccoli e grandi problemi anche quando c’è poco spazio e tempo per farlo. Per questo ha deciso di aprire anche un luogo virtuale di discussione, di vicinanza e di osservazione dove ruotano adolescenti “normali” e quelli “a rischio”. “Ho scelto di andare dove loro parlano e si confidano, cioè su un

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particolare social network il cui target sono solo ragazzi da 12 ai 17 anni: lì ho aperto un mio blog dove osservo di cosa parlano e lancio provocazioni– spiega Chiara Iannelli, fresca di un diploma di laurea in Scienze dell’Educazione – Educatore Sociale all’Istituto Universitario Salesiano alla Gazzera – In poco tempo ho ricevuto quasi mille lettori da tutta Italia e sono stata contattata da adolescenti che mi pongono domande, o confidano segreti, che sono delle vere richieste d’aiuto”. Da questa esperienza nasce Parliamocichiaro, un blog che parla anche di canzoni e di musica, utilizzandole per veicolare messaggi educativi e comportamenti positivi, ma soprattutto è uno spazio dedicato alle “zone buie” dell’adolescenza come i disturbi alimentari, le pratiche di autolesionismo (come tagliuzzarsi la pelle), il bullismo ed il cyber-bullismo, ovvero quelle offese e prese in giro fatte sul web così potenzialmente pericolose. “Questi ragazzi, sia quelli a rischio ma anche gli adolescenti in generale – continua Chiara con tutta la sua passione – hanno un enorme bisogno di essere ascoltati e spesso, soprattutto in famiglia e poi a scuola, non trovano i canali giusti per sentirsi apprezzati, consolati ed amati. Io cerco di fare il mio ed utilizzo tutti i luoghi in cui posso incontrarli”. Che dire? Chiara, tienici aggiornati e per quanto possibile sosterremo le tue prossime iniziative. LA PAGINA DI CAMPALTO


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A cura del Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” ONLUS (auser.ilgabbiano@alice.it) Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. Redazione a cura di: BLOG - Territori & Paradossi Associazione Culturale. Redattori: Giuliano Brandoli, Michele Lucchetta, Chiara Foffano, Elena Brugnerotto, Francesca Delle Vedove, Carlo Albertini, Romena Brugnerotto, Martina Zorzi, Martina Pellizzer, Francesca Rismondo, Gianfranco Albertini. Indirizzo: Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - E-mail: lapaginadicampalto@gmail.com Stampato in proprio n° 2000 copie - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003 “La pagina di Campalto” è consultabile anche in Internet all’indirizzo http://issuu.com/lapaginadicampalto è possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com oppure visitando la nostra pagina facebook.


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