Settembre 2020

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distribuzione gratuita presso gli esercizi commerciali a: Campalto - Favaro Veneto - Tessera - Dese

http://issuu.com/lapaginadicampalto lapaginadicampalto@gmail.com SETTEMBRE 2020 Anno XVII N° 193

MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ

Giovanni Segantini - Autunno in Engadina

UN MESE DI INCOGNITE Forse mai come quest’anno il mese di settembre si presenta con così tante incognite. Un virus che sembrava quasi debellato si è di nuovo fatto sentire condizionando pesantemente la ripartenza della scuola e di tante attività produttive. Ma forse l’incognita più grande è legata al risultato delle elezioni amministrative di Regione e Comune: il nostro fragile territorio ha bisogno di interventi urgenti e concreti che non possono più essere procrastinati.

In questo numero: I CAN’T BREATH: CONTRO LE NUOVE FORME DI RAZZISMO_DIMMI COME TI CHIAMI E TI DIRÒ CHI SEI_PORTI E PONTI_IL NUOVO BIKE SHARING A VENEZIA_PILLOLE DI MODA_CENTRO ANZIANI FRATELLI CERVI_TERRA FUTURA_ CAMPALTO TRA SI E NO_CAMPALTO QUALI OPPORTUNITÀ_BUON VIAGGIO PHILIPPE.


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I CAN’T BREATH: CONTRO LE NUOVE FORME DI RAZZISMO

I can’t breath, “non posso respirare”, è il grido ripetuto 20 volte da George Floyd, giovane afroamericano, a Minneapolis il 25 maggio, prima di morire soffocato dalla pressione esercitata sul suo collo dal ginocchio di un agente, e dall’indifferenza di altri agenti presenti. Quel grido è diventato in poche settimane il motto di un movimento di denuncia delle forme striscianti di razzismo e discriminazione che ancora oggi animano le nostre società. E’ parso naturale pertanto che proprio quel grido divenisse il titolo dell’evento che si è svolto a Campalto il 1° settembre 2020, con la partecipazione di Gad Lerner e di Cécile Kyenge, moderati da Carlotta Giordani. 2

Tenutosi all’aperto nel campo sportivo parrocchiale, organizzato dalla rivista “Nigrizia” con la collaborazione del tavolo delle comunità accoglienti, l’incontro ha visto la partecipazione di circa 250 persone, provenienti da tutta la città, riunite per una riflessione sulle modalità con cui oggi il razzismo e la discriminazione si insinuano pesantemente nella nostra quotidianità. Introdotto dalla testimonianza personale di Mamadou, operaio alla Prixart di Quarto d’Altino, e di Serena e Kaba, coppia di giovani, che hanno dimostrato, a partire dai loro vissuti, il carattere strisciante dell’atteggiamento razzista, la serata ha permesso di comprendere come xenofobia e paura del diverso

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allignano anche oggi nella nostra quotidianità. Si tratta di un meccanismo in realtà antico, come hanno sottolineato Lerner e la Kyenge, basato sulla figura del capro espiatorio, sul perverso atteggiamento di chi addossa all’altro da sé, solo perché diverso, le cause di ogni situazione di crisi. Un dispositivo agente nel nostro paese già negli anni ’20 del secolo scorso, ma che ritroviamo intatto anche oggi, quando ad esempio si accolla al migrante la responsabilità della crisi economica, piuttosto, come di recente, della diffusione del covid. Affermazioni, si badi bene, tutte palesemente false, ma che agiscono sulle paure profonde delle persone, saldando all’altro, meglio se di colore, la figura del colpevole perfetto. Tale meccanismo però non si muove da solo, ma come tutti i fenomeni sociali è aiutato e orientato da movimenti e forze politiche

di destra più o meno estremista, che ne fanno serbatoio di consenso elettorale. Questi comportamenti fanno poi il paio, ha ricordato Lerner, con il cedimento culturale e istituzionale cui stiamo assistendo da vent’anni a questa parte, che ha progressivamente sdoganato – prima- e incamerato – poi – linguaggio e stilemi razzisti, spesso accompagnati da una costante sottovalutazione della gravità di questi atteggiamenti. È questo grumo oscuro che occorre combattere – hanno concordato Lerner e Kyenge – attraverso una mobilitazione costante delle coscienze, prima di tutto denunciando ogni condiscendenza con anche il più piccolo episodio di discriminazione, e adoperandosi per moltiplicare occasioni di ricostruzione di un tessuto antirazzista nella nostra società. Gabriele Scaramuzza

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DIMMI COME TI CHIAMI E TI DIRÒ CHI SEI

“Cosa c'è in un nome? Ciò che chiamiamo rosa anche con un altro nome conserva sempre il suo profumo. Rinuncia al tuo nome, Romeo, e per quel nome che non è parte di te, prendi me stessa”. Queste parole, proferite da Giulietta nella terza scena del II atto della tragedia shakespeariana a lei dedicata, fanno capire quanto poco importante fosse per lo scrittore la questione del nome. Invece in epoca classica e anche in epoca moderna esso rappresenta un tassello fondamentale per la creazione della nostra identità. Il nome proprio indica non solo la nostra nascita, ma anche la nostra storia personale. Gli antichi Romani ne erano ben consapevoli, il loro “nomen omen” segnava il loro destino. Secondo la cabala a ciascun nome si può associare un significato metafisico e una carica energica positiva o negativa. Esiste persino una pratica divinatoria detta onomanzia, dal greco “onoma” - nome, che interpreta il significato intrinseco, etimologico e numerico dei nomi. 4

I Pitagorici, i quali contavano lettere, consonanti e vocali del nome, ne facevano ampio uso. Altra pratica legata alla modernità è quella di comprare il libro dei nomi per aiutare i genitori ad attribuirne anche più d’uno ai futuri nascituri. Insomma il nome proprio è qualcosa di irrinunciabile che ci definisce e ci rappresenta. Mi sono spesso chiesta da dove provenisse il toponimo "Campalto". Il nome stava ad indicare un “campo alto”. Esso serviva cioè a definire tutte quelle terre che sorgevano sopraelevate rispetto al livello della Laguna. Campalto svolgeva una funzione difensivo-militare di tutto rispetto ulteriormente potenziata durante le amministrazioni austriaca e italiana. Secondo i documenti di inizio Novecento la zona era provvista di una casermetta, polveriere e una scogliera artificiale che ne proteggeva il complesso. Durante la seconda guerra mondiale fu ampliata per servire una postazione contraerea. Poi venne adibita a discarica e per tali ragioni le sue dimensioni territoriali vennero ampliate. L'estensione attuale è dovuta ai lavori di risistemazione completati nel 1998 dal Magistrato alle Acque di Venezia. Dunque dietro al nome ci sta tutto il bagaglio storico culturale di un luogo. È davvero affascinante la carica identitaria che esso racchiude.

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Cristina Pappalardo


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Care amiche e cari amici, abbiamo il piacere di invitarvi a partecipare alle “conversazioni altinati” alle quali si potrà assistere via web in diretta streaming. Per il collegamento basta accedere al seguente sito: https://meet.jit.si/Conversazionialtinati La rassegna è organizzata dall’Associazione La Carta di Altino in collaborazione con il Museo Nazionale, l’Area archeologica di Altino, l’Associazione culturale Progetto 7 Lune e l’Associazione culturale Studio D. L’obiettivo è promuovere “Altino, la Venezia invisibile” come “Luogo del cuore” del FAI, Fondo Ambiente Italiano. Per questo scopo, è importante votare qui: https://www.fondoambiente.it/luoghi/altino-la-venezia-invisibile?ldc Questo il programma completo della rassegna. -- 23 settembre - Pieralvise Zorzi “Venezia, porto globale” -- 7 ottobre - Davide Susanetti “Una prova per le supplici: un ponte per l’umanità” -- 21 ottobre - Angelo Maggi “Il ponte nell’immaginario artistico. Tra identità dei luoghi ed espressione dell’ingegno” -- 4 novembre - Galatea Vaglio “Cesare sul mare: pirati, porti e legionari” -- 18 novembre - Alessandro Marzo Magno “Aldo Manuzio, ponte di cultura” -- 2 dicembre - Aurora Di Mauro e Sabina Magro “Pietre, parole, incontri. Il ponte come strumento di relazione” -- 16 dicembre - Davide Busato “Fiumi, barene e velme: ponti come Progetto passaggi” 7LUNE Tutte le conversazioni saranno interattive, con possibilità di ascoltare e di condividere domande e opinioni, e si svolgeranno dalle 18.30 alle 19.15. Un saluto cordiale.

Porti e Ponti

Porti e Ponti rassegna di

Conversazioni Altinati

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L'Associazione La Carta di Altino, in collaborazione con il Museo nazionale e Area archeologica di Altino, l'Associazione culturale Progetto 7LUNE e l'Associazione culturale Studio D, propone una serie di webinar per promuovere

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IL NUOVO BIKE SHARING A VENEZIA

Dal giugno scorso si sono cominciate a vedere in giro biciclette dalla foggia un po’ insolita e monopattini elettrici, mezzi spesso parcheggiati nelle rastrelliere distribuite un po’ in tutta la città. Si tratta del nuovo tentativo da parte del Comune di Venezia di offrire al cittadino un servizio di bici a noleggio (bike sharing) affidato alla “Movi by Mobike” che opera in altre città d’Italia e all’estero. La bicicletta è utilizzabile con il proprio smartphone tramite l'App di Movi by Mobike con la quale è possibile sbloccare/bloccare il lucchetto intelligente ed avviare/terminare 6

la corsa. Le biciclette sono dotate di Gps e costantemente tracciate per inibire ogni tentativo di furto, garantendo al contempo il pieno rispetto della normativa sulla privacy. Inoltre, quasi tutti i componenti di Movi by Mobike non possono essere utilizzati su altre biciclette e questo conferisce al servizio un buon grado di affidabilità contro manomissioni ed atti vandalici. Di seguito, in sintesi, alcune indicazioni di come poter usufruire di questo innovativo servizio di bike sharing; non facciamo alcuna considerazione in merito in quanto il tempo ci dirà del successo o meno dell’iniziativa; anzi, una la facciamo: con lo stato di abbandono in cui versano i pochi tratti di piste ciclabili del nostro territorio e con la pericolosità delle strade come via Orlanda, via San Donà o via Altinia, il muoversi in bici presenta un serio pericolo. Come funziona il servizio In tre semplici step alla pagina web www.ridemovi.com/it/ è illustrata in sintesi la modalità di funzionamento. Il primo prevede che si scarichi l’apposita applicazione esistente nelle due versioni per Android e Apple. Per cercare una bicicletta disponibile è necessario aprire l'app: il menù ha due sezioni, una dedicata alle biciclette tradizionali e l'altra dedicata alle e-bike. Sulla mappa è

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possibile visualizzare sia gli stalli dedicati che le singole biciclette. Cliccando sulla bicicletta sarà possibile conoscere la distanza della bici dalla propria posizione ed il percorso per arrivarci. Per iniziare una corsa occorre avvicinare il telefono al QR Code presente sul manubrio o sul posteriore della bici scelta: l'app legge il codice e sblocca in modo automatico il lucchetto molte altre città italiane, quindi una volta accreditati è possibile utilizzare la bicicletta non solo a Venezia, ma anche nelle altre località dove è attivo il servizio. Per chiudere la corsa è necessario riaprire l'App e concludere la corsa con l'apposito tasto: prima della chiusura, l'App comunica sempre se la posizione di rilascio è corretta oppure no. Generalmente, gli spazi a disposizione per la sosta sono di due tipologie: stallo segnalato a terra con pittogramma arancione, oppure rastrelliera di nuovo tipo. Modalità di pagamento L'unica modalità di pagamento

consentita è la carta di credito o di debito, attive nei principali circuiti di riferimento. Tariffe e Abbonamenti Bicicletta tradizionale: la tariffa di una corsa singola ammonta a 1 € per 20 minuti (non frazionabile). Per Venezia, gli abbonamenti sottoscritti entro i primi 6 mesi sono a prezzo di lancio: € 9.99 per un mese, 19,99 per tre mesi, 54,99 per un intero anno. Attenzione: per visualizzare i prezzi scontati è necessario attivare nel proprio dispositivo il GPS e consentire all'App di accedere alla propria posizione. E-Bike: la tariffa è di 0.20 € al minuto. Gli abbonamenti sono disponibili solo per le biciclette tradizionali e non possono essere usati per le e-bike. Altre e più dettagliate informazioni si possono trovare nel sito del Comune di Venezia di seguito riportato w w w. c o m u n e .v e n e z i a . i t / i t / bikesharing Gianfranco Albertini

via Gobbi 259 - Campalto da martedì a sabato orario 8.15 - 17.30 per appuntamento: 3927242100

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PILLOLE DI MODA: IL PIGIAMA di Monica Zennaro

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Comodo, riposante e comunque indispensabile... Il pigiama stile uomo è senza ombra di dubbio il più sexy, può essere in seta oppure in cotone ma sempre il modello maschile che rende una donna elegante; Claudette Colbert con un pigiama di taglia in più rubato al suo Clark Gable che sensualità! E che ne dite di Marylin Monroe con solo due gocce di Coco Chanel n.5? Ma ahimè, la verità è che il mondo è pieno di ragazze in pantaloni della tuta, casacche di flanella e vecchie magliette. Amiche, a tutto ciò bisogna darci un taglio anche se mi direte che le magliette sono comode e pratiche, ma io mi domando: cosa c'è di più pratico di un pigiama di seta o satin o cotone? Direi proprio nulla. Ecco alcune ditte molto interessanti: -- Shangai Tang (in seta) una bellissima azienda di lusso con sede 8

a Hong Kong che produce i migliori pigiami tradizionali, con un tocco di modernità nelle scelte di colori vivaci e insoliti Frette (da uomo) semplicemente splendidi (anche quelli da donna) Olatz Schnabel (di cotone) realizzati con colori vistosi e con sontuosi cotoni egiziani, sono così belli che è quasi un peccato indossarli solo sotto le coperte.

In ogni caso un bel pigiama di buona qualità lo potete indossare in casa come in una mise charmante e vi sentirete sempre apposto anche se dovesse suonare il campanello... Vi consiglio poche cose ma di qualità per sentirsi sempre in ordine con se stesse; che ne dite? Vi abbraccio amiche mie e un arrivederci alla prossima pillola.

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Vostra Monica


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CENTRO ANZIANI F.LLI CERVI RIPRENDE L’ATTIVITÀ Dopo una lunga inattività del Centro per Anziani F.lli Cervi a causa del famigerato coronavirus, proviamo, con le dovute cautele, a riprendere le attività socio/culturali. Stiamo organizzando per il 10 ottobre un'escursione nelle isole di Venezia, iniziativa viziata purtroppo dal numero chiuso di partecipanti, per proseguire con l'evento in assoluto più importante del Centro F.lli Cervi ossia la Festa della Terza Età prevista dal 18 al 24 ottobre. Nuove e fondamentali novità per il centro sono pronte per essere attuate, come lo spostamento della Biblioteca Lino Soffiato, che conta attualmente più di 3000 libri a vostra disposizione, per poter cosi incrementare le iniziative riferite alla lettura. Una nuova sala didattica/ informatica per iniziare corsi di informazione sia informatica che di cultura generale. Uno sportello SPI/CGIL per dare un ulteriore servizio di informazione ai cittadini. Cerchiamo di dare una normalità di vita quotidiana in questo momento assai complicato dandovi appuntamento al Centro Anziani F.lli Cervi dal lunedì al sabato. Vi aspettiamo.

Il Gabbiano Circolo Ricreativo Culturale Campalto - Villagio Laguna I NOSTRI SERVIZI Consulenza legale gratuita per i soci AUSER - si riceve solo su appuntamento Spesa a domicilio: il ns. Circolo ha il servizio per la consegna gratuita della spesa a domicilio per persone anziane, non autosufficenti, portatori di handicap o con problemi motori temporanei che non possono recarsi personalmnte presso i negozi. I NOSTRI CORSI Corso di nformatica Attività di lavori a maglia, uncinetto, taglio e cucito Ripetizioni scolastiche per alunni di scuola media e superiore LA BIBLIOTECA “LINO SOFFIATO” La possibilità di avere in prestito libri E inoltre: Scuola di Canto Sportello Ludopatia aperto mercoledì h. 15.00/18.00 Per informazioni e appuntamenti: dal lunedì al giovedì dalle 10,00 alle 12,30 il venerdì dalle 16,00 alle 18,00 tel. 041.903525 bibliotecalinosoffiato@gmail.com Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” Piazzale Zendrini - Villaggio Laguna Venezia - Campalto

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Nel 2015 Papa Francesco ha rivolto al mondo – non solo ai cattolici, ma anche ai fedeli di altre religioni e ai non credenti – una esortazione di grande valore spirituale, etico e politico, l’Enciclica Laudato si’: una «riflessione insieme gioiosa e drammatica» sul grave deterioramento

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ambientale del nostro pianeta, sullo spreco di risorse naturali e umane provocato da sistemi economici e politici scandalosamente ingiusti e irresponsabili. Al tempo stesso, l’Enciclica è un francescano invito alla “riconnessione” con l’insieme delle creature viventi e con la Terra che tutti abitiamo. In sintonia col messaggio di “ecologia integrale” lanciato da Papa Bergoglio, Carlo Petrini. fondatore di Slow Food e ideatore della rete internazionale di Terra Madre nonché agnostico ed ex comunista, aveva scritto la Guida alla lettura della Laudato si’ pubblicata dalle Edizioni San Paolo. La loro condivisione di un impegno globale a «coltivare e custodire» i beni umani e terreni, procedendo con pragmatismo rivoluzionario verso una vita in armonia con se stessi, con la propria comunità e con la natura, si è approfondita nel corso di cruciali appuntamenti, fra i quali il Sinodo Panamazzonico. Questo volume rappresenta un altro radicale passo verso l’ecologia integrale e si apre con tre dialoghi tra Papa Francesco e Carlo Petrini. Nel

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clima amichevole e schietto dei tre incontri risalta la comunanza di vedute, la consapevolezza della gravità ma anche la fiducia nell’impegno quotidiano e comunitario perché, come sostiene Papa Francesco, non si dà ecologia senza giustizia, non si cura l’ambiente se le relazioni fra gli esseri umani sono viziate da esasperati squilibri economici e culturali. Concepiti come tappe di un unico, coerente dialogo, i tre colloqui sono avvenuti in date significative: il primo nel 2018, quando, in seguito al terremoto che nel 2016 ha danneggiato molte aree del Centro Italia, sorgevano in modo spontaneo e capillare le Comunità Laudato si’, aggregazioni di cittadini di ogni credo, orientamento politico, nazionalità, ed estrazione sociale che operano concretamente nello spirito dell’Enciclica e di Francesco d’Assisi. Il secondo dialogo avviene nel 2019, pochi mesi prima del Sinodo Panamazzonico dei Vescovi degli otto Paesi in cui è compresa l’Amazzonia, dove sono più che mai a repentaglio sia l’ecosistema, sia i popoli indigeni

che la abitano e la rispettano. Il terzo si è svolto durante la pandemia mondiale provocata dal Covid-19, quando l’umanità, per dirla con le parole del Pontefice, è «calpestata da questo virus e dai tanti virus che noi abbiamo fatto crescere. Questi virus ingiusti: un’economia di mercato selvaggia, un’ingiustizia sociale violenta». Per comprendere la natura letale di questi virus, l’intreccio di idee e ideali tra Papa Francesco e Carlo Petrini si sostanzia di cinque tematiche nella seconda parte del volume: biodiversità, economia, migrazioni, educazione, comunità. Gli scritti originali di Petrini si alternano ai brani di documenti papali, come l’intensa Esortazione apostolica “Querida Amazonia”, il vivace intervento “(Re)thinking Europe”, le affettuose esortazioni alle Comunità Laudato si’, suggerendo nuovi modi di progettare l’economia e la politica e aprendo orizzonti fraterni al confronto tra laici e religiosi e tra le diverse culture del mondo.

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CAMPALTO TRA SÌ E NO Durante l’estate sono iniziati i lavori per creare un collegamento ciclopedonale tra il centro di Campalto e l’area del cimitero, la residenza Don Vecchi e la nuova chiesa copta. L’intervento è a carico di ANAS. Dopo un’attesa durata molti anni, finalmente sarà possibile percorrere questo tratto di via Orlanda in sicurezza. Ci auguriamo che la ciclabile possa essere prolungata fino a Tessera e mettere finalmente in comunicazione le due frazioni. Non ci resta che sperare nella sensibilità dell’amministrazione comunale che emergerà dalla vicina tornata elettorale.

In situazione ben più triste, a dir poco deplorevole, versa invece il tratto di pista ciclabile che collega il Bosco di Campalto all’argine dell’Osellino. Completato da circa due anni dopo una lunga gestazione, rappresenta l’unico intervento realizzato a Campalto dalla passata amministrazione comunale destinato alla viabilità ciclo pedonale. Il sedime, che in origine permetteva il transito di due mezzi, è invaso dalle erbacce e a stento riesce a passare una sola bici. Del collegamento con Forte Bazzera ci sono solo le indicazioni e, benché esistano i finanziamenti e il progetto, non v’è notizia certa sull’avvio dei lavori. 12

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CAMPALTO: QUALI OPPORTUNITÀ

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ciclabili della Terraferma Veneziana (vedi immagine), anche se solo sotto forma di progetti, numerosi sono i percorsi che si snodano tra Campalto, Favaro e le aree a nord est: citiamo ad esempio i tracciati verso Altino fino al litorale lungo il Sile o, quello che potrebbe diventare una vera “chicca”, lungo l’argine del fiume Dese. Quando leggerete queste righe saranno probabilmente già stati eletti la nuova amministrazione comunale e il nuovo consiglio della Municipalità: a loro il compito di non deludere i cittadini e trasformare in realtà quelli che oggi rimangono solo semplici tratti di colore su una mappa. Gianfranco Albertini SO TREVI

Il nostro territorio, cosa nota a molti, possiede caratteristiche uniche che possiamo di seguito sintetizzare in tre punti: storiche, naturalistiche e archeologiche. Come ampiamente illustrato in numerose pubblicazioni e sulla basae dei ritrovamenti, la storia di Campalto e delle zone vicine ha radici nel neolitico come dimostrano i reperti conservati nel museo di Altino. Poi i Veneti e l’impero romano che hanno lasciato tracce ancora ben visibili. Dal medioevo in poi, sono sempre più visibili le impronte lasciate: dalla presenza dei Certosini alle importanti costruzioni religiose di Tessera e Dese; dai rapporti con la Serenissima al Campo Trincerato, ai dirigibili e le altre postazioni di guerra fino ai giorni nostri. Non ci dilunghiamo sull’aspetto naturalistico: l’affaccio lagunare parla da solo anche se continua la tendenza a considerarla una discarica. L’archeologia merita invece qualche riga in più. Come accennato in un precedente articolo, i lavori del ByPass hanno portato alla luce numerosi reperti riconducibili al periodo romano e legati soprattutto alla Via Annia (più o meno l’attuale via Orlanda). Nelle zone confinanti con Altino continuano i ritrovamenti importanti. Alla luce di tutto ciò cosa c’è di meglio che esplorare questo nostro territorio a piedi o in bici? Nell’ultima stesura della mappa delle piste

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Itinerari in bicicletta per il tempo libero ed. 2019

Legenda piste ciclabili esistenti piste ciclabili in progettazione Giro dei Parchi e dei Boschi -40km Giro dei Forti - 43km ospedale aeroporto stazione bicipark

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BUON VIAGGIO PHILIPPE Nei primi giorni di settembre, Philippe Daverio partiva per un nuovo viaggio in un mondo senza tempo e senza confini, alla ricerca di ciò che l’ingenuo umano potrebbe ancora creare. Nato da mamma francese e padre italiano in Alsazia, terra di confine per secoli contesa tra Francia e Germania, avrebbe fatto del nostro paese la patria elettiva. Dopo gli studi presso la Scuola Europea di Varese e l’università Bocconi di Milano si dedicava definitivamente alla diffusione della cultura in generale e dell’arte i particolare. Nel 1975 apriva la galleria che portava il suo nome, Galleria Philippe Daverio, in via Monte Napoleone a Milano, dove si occupava prevalentemente di movimenti d'avanguardia della prima metà del Novecento. Nel 1986 era la volta di New York con la Philippe Daverio Gallery rivolta all'arte del XX secolo e nel 1989 nuovamente a Milano, una seconda galleria di arte contemporanea. Come gallerista ed editore ha allestito molte mostre e pubblicato una cinquantina di titoli di divulgazione e critica artistica. Philippe Daverio si è sempre definito uno storico dell'arte, e così lo ha scoperto il pubblico televisivo di Raitre: nel 1999 in qualità di "inviato speciale" della trasmissione Art'è, nel 2000 come autore e conduttore della trasmissione Art.tù, poi dal 2002 al 2012 autore e conduttore di Passepartout,

programma d'arte e cultura divenuto Il Capitale, e del programma del 2011 Emporio Daverio per RAI 5, una proposta di invito al viaggio attraverso l'Italia, un'introduzione al museo diffuso e uno stimolo a risvegliare le coscienze sulla necessità d'un vasto piano di salvaguardia. Personaggio per molti versi scomodo a causa della sua schiettezza e della sua libertà di pensiero aperto alla multiculturalità, ci mancherà molto. Ci mancheranno gli stili un po’ “rétro” nel suo modo di abbigliarsi che spesso ci facevano sorridere e, soprattutto, il suo modo bonario ma incisivo di accompagnarci alla scoperta di ciò che l’ingegno umano ha saputo produrre nell’ambito della cultura e dell’arte. “Bon voyage, il sera difficile de t’oublier”

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La Pagina di Campalto è curata dal Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - bibliotecalinosoffiato@gmail.com Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. Redazione a cura di: Blog Territori e Paradossi - Associazione Culturale. E-mail: info.blogterritorieparadossi@gmail.com Stampato in proprio - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003 “La pagina di Campalto” è consultabile online all’indirizzo: http://issuu.com/lapaginadicampalto È possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com o visitando la nostra pagina facebook.


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