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Le nuove regole della Brexit che renderanno difficile l'export del made in Italy

Una procedura che aumenta il rischio di sequestri e fermi per le merci esportate nel Regno Unito a danno delle piccole imprese

Dopo una sospensione durata per tutto il 2021, sono entrate in vigore nel Regno Unito le nuove norme sull'importazione di beni dall'Unione Europea previste dall'accordo sulla Brexit.

Le piccole imprese temono però che l'aver appesantito le procedure burocratiche scoraggi gli esportatori, in particolare quelli di specialità gastronomiche. L'esempio classico è il negozio di gastronomia che importa, per esempio, chorizo dalla Spagna o parmigiano dall'Italia, per loro il pensiero di doversi registrare in questi sistemi è sconfortante e la procedura è dispendiosa, quindi c'è molta preoccupazione.

Le nuove regole prevedono che le aziende denuncino alle dogane cosa viene spedito di preciso dall'Unione Europea al Regno Unito e da dove. L'esportatore dovrà acquisire un numero di identificazione e inoltrarlo agli importatori britannici, che a loro volta dovranno raccogliere altri dati e notificarli alle autorità.

Se la procedura viene evasa in modo scorretto o incompleto, i beni possono essere sequestrati, confiscati o rispediti al mittente. Dal 1 luglio entreranno poi in vigore ulteriori regole. Da quel momento, gli esportatori avranno anche bisogno di certificati sanitari e veterinari se esportano cibi o altri prodotti di origine animale, a quel punto alcuni esportatori Ue potrebbero concludere semplicemente che non ne valga la pena.

A luglio inizieranno inoltre ispezioni fisiche dei beni ai valichi di frontiera nel Regno Unito, e ciò potrebbe condurre a nuovi ritardi.

La Federation of Small Businesses ha avvertito che a subire l'impatto delle nuove regole saranno per lo più le piccole imprese, in quanto gli operatori più grandi avranno le risorse economiche per appaltare a soggetti terzi il lavoro burocratico.

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