Periodico di informazione di Lapam Confartigianato
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Marco Granelli è il nuovo Presidente di Confartigianato Imprese Guiderà la Confederazione fino al 2024
Entra in vigore il Decreto Rifiuti Cosa cambia per le Imprese
Imprenditori più anziani e giovani che non fanno impresa Un problema nazionale che rischia di avere un impatto dirompente nei prossimi anni
Nuove catene globali del valore: chi terrà il passo dei cambiamenti imposti da Covid-19?
05 NOVEMBRE/DICEMBRE 2020
Noi impresa - periodico di informazione di Lapam Confartigianato Imprese - Poste italiane SPA - Sped. in abb. post. D.L 353/2003 - (Conv. IN L.27/02/2004 N°46) - art.1, Comma 1, DCB (Modena C.P.O) - Euro 2
EDITORIALE
È ora di chiarezza. In gioco il futuro di imprese e lavoratori Dpcm, decreti, decreti bis, ordinanze, circolari… e ancora circolari interpretative dei Dpcm e dei decreti e delle ordinanze. Il caos. Troppa confusione in una situazione già molto complicata che poteva essere senz’altro gestita meglio. Siamo consapevoli del difficile momento in cui si trova ad operare il governo, nessuno di noi ha mai vissuto nulla di simile, ma ciò non toglie che la pandemia stia portando alla luce tutti i limiti della nostra politica. Da come sono scritti i provvedimen-
ti di urgenza, spesso contraddittori e su cui, a pochi giorni dalla loro promulgazione, sono necessari interventi chiarificatori da parte dello stesso legislatore; al “rimpiattino” tra Stato e Regioni a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane. Frutto senz’altro di una pessima riforma, mi riferisco a quella del Titolo V della Costituzione, ma che in questo frangente non può essere giustificabile. È davvero venuto il momento di fare chiarezza. Dobbiamo fare i conti con una crisi senza precedenti, con il rischio
concreto di assistere alla chiusura di migliaia di attività e la conseguente perdita di occupazione e posti di lavoro. Come verrà affrontata la ripartenza, che sarà lunga e faticosa, se permettiamo che gli eventi ci travolgano? È indispensabile che ai vertici di governo, ma in tutta la Pubblica Amministrazione, si trovi la lucidità per affrontare il momento e ciò che verrà una volta conclusa l’emergenza. Lo chiedono cittadini ed imprese ed è loro dovuto.
Carlo Alberto Rossi Segretario Generale Lapam Confartigianato
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NOVEMBRE DICEMBRE 2020
ASSOCIAZIONE E TERRITORIO
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FOCUS
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pagina Tutti i gap che dobbiamo superare per tornare a correre
pagina Imprenditori più anziani e giovani che non fanno impresa
Urgono politiche di rilancio degli investimenti pubblici e servizi digitali efficienti, ma non solo. L’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato
Un problema nazionale che rischia di avere un impatto dirompente nei prossimi anni
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pagina Marco Granelli è il nuovo Presidente di Confartigianato Imprese Guiderà la confederazione fino al 2024
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pagina Decreto Rifiuti: le novità per le imprese Il provvedimento recepisce alcune richieste della nostra associazione in tema di tracciabilità, assimilabilità e semplificazione
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pagina Il passaggio generazionale nelle imprese familiari I dati del nostro Ufficio Studi fotografano una situazione di stallo
IN COPERTINA
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pagina Tecnologie, sostenibilità e politiche pubbliche. Il futuro delle catene globali del valore passa da qui Covid-19 ha solo accelerato una serie di trasformazioni. Ma è bene farsi trovare preparati per reggere l’urto del cambiamento
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pagina Nuove catene globali del valore: chi terrà il passo dei cambiamenti imposti da Covid-19? Sicuramente le imprese capaci di innovare e creare relazioni. La nostra intervista a Valentina De Marchi Periodico di informazione di Lapam Confartigianato Reg.Trib di Modena n°457 del 7/2/1972. Direttore editoriale Gilberto Luppi - Responsabile di redazione Carlo Alberto Rossi - Direttore Responsabile Paolo Seghedoni - Redazione Paolo Seghedoni, Livio Lazzari. Hanno collaborato a questo numero: Daniele Casolari, Monica Salvioli, Elena Baraldi, Matteo Roversi, Stefano Gelmuzzi, Alberto Belluzzi, Enzo Fanì, Nicola Boschetti, Francesco Po, Paolo Barbieri. Progetto grafico e impaginazione di Luca Pellacani - fotografie di Riccardo Nora e Luca Monelli, archivio fotografico Lapam, Freepik, PixBay - Stampa Golinelli SpA. Per la pubblicità su Imprese&Territorio: contattaci@lapam.eu tel. 059 893 111
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MECCANICA
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pagina Produzione ed export in calo. Urgono interventi a sostegno del settore Il 2020 rischia di essere l’anno peggiore della meccanica made in Italy. Per supportare le imprese il governo deve attuare un robusto piano di incentivi
AUTORIPARAZIONE
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pagina Ritiro pneumatici fuori uso. La nostra associazione scrive al Ministero dell’Ambiente Un problema che si presenta ricorrente
IMPRESE DEL VERDE
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pagina Una nuova proposta per il florovivaismo Cosa prevede la legge in discussione in Parlamento e quali novità porterà per il settore
EDILIZIA
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pagina DL Semplificazioni: cosa cambia con la conversione in legge Dalle soglie per l’affidamento diretto dei lavori, all’iscrizione nell’anagrafe antimafia. Le principali modifiche
TURISMO PUBBLICI ESERCIZI
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pagina Montese e turismo Un’analisi del contesto per guardare con fiducia alle sfide del futuro
COMMERCIO PUBBLICI ESERCIZI
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pagina L’evoluzione del punto cassa Lotteria degli scontrini e invio telematico dei corrispettivi cambieranno il mondo del commercio. Ecco come non farsi trovare impreparati
MODA
CULTURA
pagina Climathon Carpi 2020 la moda si tinge di verde
pagina Per vincere è necessario togliere
Stimolare innovazione sostenibile nel comparto moda, attraverso il confronto tra esperti, imprenditori e cittadini
Dall’architettura alla manifattura, passando per il marketing, alcuni esempi per fare di più con meno
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pagina Crisi e Cassa integrazione Il 2020 per la moda non ha precedenti
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pagina Moda Makers, il rilancio è digital Moda Makers online arriva alla sua seconda edizione
BENESSERE
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pagina Il comparto Benessere è rimasto aperto Nelle cosiddette zone gialle e arancioni acconciatura ed estetica possono lavorare anche grazie al lavoro congiunto di associazioni e imprese
MOVIMENTO DONNE IMPRESA
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pagina Donne e competenze digitali per il lavoro Tanta attenzione verso il Gender Empowerment: dalle scuole superiori alle donne già inserite nel mondo del lavoro
RAPPORTI CON LE SCUOLE
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pagina ArtiGeniale, un laboratorio con le scuole alla scoperta delle nostre radici Un progetto per celebrare il genio e la cucina italiana
L'IMPRESA DEL FARE
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pagina Holyart: l’impresa in cui il marketing non è l’unica fede Con una crescita costante e investimenti continui, l’impresa reggiana oggi è un punto di riferimento nell’ecommerce di articoli religiosi
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FORMAZIONE
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pagina Corsi e Formazione organizzata da FORMart FISCO LAVORO BANDI
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pagina • Novità in materia di Rapporti di Lavoro • Adempimenti Fiscali • Concessioni di posteggio su aree pubbliche DELIBERE CONSIGLIO DIRETTIVO GENERALE È possibile consultare gli estratti delle delibere dei verbali del Consiglio Direttivo Generale di Lapam Confartigianato Imprese Modena, Reggio Emilia.
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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO
Tutti i gap che dobbiamo superare per tornare a correre Urgono politiche di rilancio degli investimenti pubblici e servizi digitali efficienti, ma non solo. L’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato
L
e previsioni della Commissione europea per l’Italia pubblicate giovedì 5 novembre evidenziano per quest’anno un calo del PIL del 9,9% e un rimbalzo del +4,1% nel prossimo anno, peggiorando quelle del Governo contenute nel Documento programmatico di bilancio 2021 varato lo scorso 19 ottobre (-9% quest’anno e +6% nel 2021). Nel 2021 il PIL italiano rimarrà al di sotto del 6,2% rispetto al livello pre crisi del 2019 e l’Italia e la Spagna, risulteranno i due paesi maggiormente colpiti dalla recessione causata dall’epidemia di Covid-19.
Covid-19 e i rischi sulla crescita La recrudescenza dei contagi e gli interventi di contrasto alla pandemia interrompono il recupero di fiducia e aumentano l’incertezza, influenzando negativamente
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la propensione a investire delle imprese. Inoltre il Dpcm emanato dal governo lo scorso 3 novembre potrebbe produrre ulteriori effetti recessivi, in particolare nelle regioni incluse nella cosiddetta “area rossa”. La seconda ondata aumenta i rischi di una maggiore perdita di PIL di 1,3 punti nel 2020 e di 3,3% nel 2021. Il sistema economico è però imbrigliato da un eccesso di risparmio, causato dal calo di investimenti e consumi: al secondo trimestre 2020 i depositi di imprese e famiglie salgono ai massimi storici, pesando l’88,8% del PIL. La politica economica, anche in questa fase difficile, deve guardare lontano: è necessario finanziare e incentivare progetti di investimento pubblici e privati, ammodernare il sistema delle infrastrutture, digitalizzare i servizi della Pa per consentire alle imprese di creare valore. Senza una accelerazione della crescita, gli interventi espansivi per contrastare la crisi in corso determineranno uno tsunami sui conti
pubblici e sul rapporto tra debito pubblico e PIL sul quale, al termine del programma di acquisiti della Bce e dopo l’impegno delle risorse di Next Generation UE, graveranno seri problemi di sostenibilità. Per garantire una maggiore crescita e il miglioramento delle condizioni di competitività delle imprese, vanno allineati alle rispettive medie europee i costi amministrativi e i tempi necessari accedere ai servizi pubblici, gli oneri fiscali e contributivi e i prezzi delle commodities energetiche, su cui pesa una più elevata tassazione.
ASSOCIAZIONE E TERRITORIO
Energia Su quest’ultimo aspetto, l’Ufficio Studi di Confartigianato, sottolinea in particolare il costo dell’energia elettrica. Se prediamo a riferimento i consumi per imprese piccole e medio-piccole (compresi entro i 2.000 MWh all’anno), sulla base dei dati di Eurostat al netto dell’Iva, nel primo semestre 2020 si calcola un prezzo medio in Italia di 17,6 c€/kWh, il 22,2% in più della media Ue a 27 e del 14,5% superiore alla media dell’Eurozona. La situazione peggiora sensibilmente per le micro e piccole imprese con consumi inferiori a 20 MWh all’anno, che addensano il 90,1% dei punti di prelievo del mercato non domestico: per questa ampia fascia di imprese, il prezzo in Italia è il più alto dell’Unione europea, pari a 29,52 c€/kWh, superiore del 43,6% alla media dell’Unione, il 34,6% in più della media dell’Eurozona.
Costo medio energia Costo medio Italia
meno di
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+43,6%
meno di
+22,2%
MWh/anno
2.000
MWh/anno
17,6¤ c¤/KWh
sulla media UE
+34,6% sulla media Eurozona
29,5¤ c¤/KWh
sulla media UE
+14,5% sulla media Eurozona
Costo medio Unione Europea
Costo medio Eurozona
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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO
Da sinistra: Marco Granelli e Vincenzo Mamoli
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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO
Marco Granelli nuovo Presidente di Confartigianato Imprese
Subentra a Giorgio Merletti e guiderà fino al 2024 la Confederazione che rappresenta 700.000 artigiani e piccole imprese
M
arco Granelli è stato eletto per acclamazione Presidente di Confartigianato Imprese per il quadriennio 2020-2024 dall’Assemblea della Confederazione che rappresenta 700.000 artigiani, micro e piccole imprese. Il nuovo Presidente sarà affiancato dai vice Presidenti Eugenio Massetti (Vicario), Domenico Massimino, Filippo Ribisi. Marco Granelli è nato nel 1962 a Salsomaggiore (Parma) dove è titolare di un’impresa nel settore delle costruzioni. Da lungo tempo è impegnato nell’attività associativa: dal 2012 è Vice Presidente Vicario di Confartigianato e dal 2009 guida Confartigianato Emilia Romagna dopo essere stato per molti anni alla presidenza di Confartigianato Imprese Parma. Granelli raccoglie il testimone da Giorgio Merletti che ha guidato la Confederazione dal 2012 e al quale ha rivolto il ringraziamento di Confartigianato per il grande impegno dedicato, in questi anni difficili per
l’economia italiana, alla valorizzazione e allo sviluppo dell’artigianato e delle piccole imprese. Nella squadra del nuovo Presidente entra anche Vincenzo Mamoli il quale, a seguito delle dimissioni di Cesare Fumagalli, assume l’incarico di Segretario Generale. Granelli ha espresso a Fumagalli gratitudine e riconoscimento per l’intenso lavoro svolto in questi 16 anni per consolidare il ruolo della Confederazione quale forte attore sociale ed economico del Paese e per promuovere il valore artigiano delle piccole imprese diffuse di territorio. Marco Granelli, nell’indicare il programma di lavoro della sua Presidenza, ha sottolineato: “Usciremo da questa crisi con uno sforzo eccezionale di responsabilità e coraggio da parte di tutti per ricostruire un modello di sviluppo economico e sociale che faccia leva sul valore espresso dagli artigiani e dalle piccole imprese che rappresentano il 98% delle aziende italiane. Confartigianato intensificherà l’impegno
di rappresentanza e di servizio al fianco degli imprenditori. A chi guida il Paese sollecitiamo altrettanto impegno deciso e concreto nel costruire un contesto favorevole alle potenzialità imprenditoriali del nostro Paese, puntando su competenze, innovazione, sostenibilità, fattori indispensabili per irrobustire il tessuto produttivo e migliorarne la capacità competitiva”. “In questi mesi – ha detto ancora il Presidente di Confartigianato – le micro e piccole imprese italiane hanno sofferto ma hanno anche dato una grande prova di reattività. Ora non possiamo vanificare i loro sforzi. Ci giochiamo il futuro: mai come quest’anno la manovra economica deve essere una legge di rilancio e non possiamo permetterci esitazioni nell’utilizzare le risorse europee per investire sui punti di forza del nostro sistema produttivo, vale a dire gli oltre 4 milioni di artigiani e piccole imprese del nostro Paese”.
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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO
Decreto Rifiuti: le novità per le imprese Il provvedimento recepisce alcune richieste della nostra associazione in tema di tracciabilità, assimilabilità e semplificazione
I
l cosiddetto Decreto Rifiuti, che attua due delle quattro direttive europee contenute nel Pacchetto Economia Circolare è appena entrato in vigore. E arrivano buone notizie per gli artigiani e le piccole imprese. Sono state infatti recepite le indicazioni e le richieste di Confartigianato Lapam in tema di tracciabilità dei rifiuti, assimilabilità dei rifiuti speciali e professionali ai rifiuti urbani, semplificazione degli adempimenti e abbattimento della burocrazia. Si tratta di battaglie storiche della nostra associazione che hanno trovato finalmente la loro soluzione.
Le novità La riscrittura delle norme sul controllo della tracciabilità dei rifiuti prevede l’emanazione di ‘uno o più’ decreti attuativi per il nuovo Registro elettronico nazionale, ma accoglie testualmente le richieste di Confartigianato Lapam di interoperabilità del nuovo sistema con i sistemi gestionali esistenti, sostenibilità dei costi per le imprese, gradualità di applicazione e periodo di sperimentazione. È fondamentale che tali principi siano ben evidenziati nella normativa “primaria” al
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fine di evitare gli errori commessi in passato sul Sistri e impostare lo sviluppo del nuovo sistema minimizzando gli impatti, gestionali, amministrativi ed economici sul sistema. produttivo delle imprese. Sul fronte della assimilabilità dei rifiuti speciali agli urbani, rispetto al testo iniziale la nostra organizzazione ha ottenuto un riallineamento con le direttive comunitarie: la nuova definizione di rifiuti urbani è tale ai soli fini del calcolo degli obiettivi di riciclo e non per affidarne la privativa ai Comuni. Le utenze non domestiche potranno conferire i propri rifiuti al di fuori del servizio pubblico, previa dimostrazione di averli avviati a recupero e saranno escluse dalla corresponsione della componente tariffaria rapportata alla quantità dei rifiuti conferiti. L’introduzione dell’obbligo della detassazione va nella direzione auspicata di supportare le imprese circolari e sostenibili che avviano a recupero i propri scarti. In tema di semplificazione sono state accolte le richieste relative alla tenuta dei registri di carico e scarico presso le associazioni e all’esenzione del formulario di identificazione per rifiuti da ma-
nutenzione per piccole imprese edili. Il raddoppio richiesto delle soglie quantitative di rifiuti annui per la tenuta dei registri di carico e scarico presso le associazioni di categoria consente alle imprese di avere più margini di gestione senza rischi e alle associazioni di allargare la base imprese a cui erogare servizi. L’esenzione dal formulario di trasporto per i rifiuti da manutenzione e per le piccole imprese edili e le imprese di pulizia risponde ad una precisa richiesta di Confartigianato Lapam e permette agli imprenditori di gestire in maniera più snella, con semplice Documento di Trasporto l’eventuale trasferimento presso la propria sede dei rifiuti prodotti in cantiere, qualora i limitati quantitativi non giustifichino un deposito temporaneo. È rientrata in vigore anche l’esenzione dall’obbligo della tenuta dei registri di carico e scarico rifiuti per le microimprese con meno di 10 dipendenti che producono solo rifiuti non pericolosi, misura che sgrava le imprese e da un obbligo che comportava costi e rischi di sanzioni, era necessario che fosse nuovamente reintrodotta in maniera esplicita.
FOCUS PASSAGGIO GENERAZIONALE
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FOCUS PASSAGGIO GENERAZIONALE
Imprenditori più anziani e giovani che non fanno impresa Un problema nazionale che rischia di avere un impatto dirompente nei prossimi anni
S Fascia di occupazione
15/34
55/64
anni
anni
2008
50,3%
41%
2018
34,3%
54,7%
empre più anziani e sempre meno imprese. Nel 2010 i titolari di imprese individuali over 50 erano il 54,8% del totale. Oggi sono il 66,4%, ma con un saldo di imprese individuali attive calato nel frattempo di 230mila unità. Sono alcuni dei dati più significativi raccontati in una recente indagine condotta da Unioncamere Info-Camere sulla base delle informazioni presenti nel Registro Imprese. In termini quantitativi su 3,1 milioni di imprese individuali, 1,9 milioni sono oggi guidate da ultracinquantenni. Le piccole imprese non sono solo diminuite rispetto a dieci anni fa, ma ci sono sempre meno giovani alla loro guida. La classe 50/69 anni occupa infatti il 72,3% delle imprese agricole e il 60,3% di quelle manifatturiere. Mentre gli imprenditori sotto i 50 anni al vertice delle piccole aziende sono diminuiti nell’ultimo decennio di quasi mezzo milione (-400mila ndr.). Una mancanza di afflusso di nuova linfa tanto più preoccupante se consideriamo il momento che sta affrontando il Paese, a seguito della pandemia e delle inefficienze accumulate negli anni. Prime su tutte un ambiente poco favorevole all’iniziativa imprenditoriale, una maggiore e più selettiva competizione globale e la mancanza di
politiche efficaci per l’accompagnamento dei più giovani nel mondo del lavoro e a sostegno delle famiglie. Secondo lo studio Istat “Invecchiamento attivo e condizioni di vita degli anziani in Italia” stiamo assistendo ad una staffetta generazionale al contrario, dove il tasso di occupazione della fascia tra i 15 e i 34 anni è passato dal 50,3% del 2008 al 41% del 2018. Al contrario, nello stesso periodo per effetto delle riforme previdenziali, la fascia tra i 55 e i 64 anni è passata dal 34,3% al 54,7%. In una cornice complessiva incapace di valorizzare le competenze dei più anziani e che propone soluzioni inadeguate ai più giovani. Un dilemma che rischia in pochi anni di far deragliare il convoglio Italia a causa dell’eccessiva spesa previdenziale e della mancanza di azioni incisive. Per invertire la rotta, e farlo in fretta, le ricette a disposizione sono note. Dal rafforzamento dei percorsi formativi tecnico professionali, a un solido piano di potenziamento delle politiche familiari. Urge agire, ne avremo la capacità?
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FOCUS PASSAGGIO GENERAZIONALE
Il passaggio generazionale nelle imprese familiari I dati del nostro Ufficio Studi fotografano una situazione di stallo
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n contesto demografico in declino. In Italia diminuiscono i residenti e si alza l'età media della popolazione. Una situazione che si riflette nell'imprenditoria, come dimostra la dinamica delle imprese familiari (cioè delle ditte individuali in cui
i familiari dell'imprenditore collaborano all'attività d'impresa ndr.) analizzate dall'Ufficio Studi di Confartigianato. Il 75% del totale. Di cui molte alle prese con il passaggio generazionale, un cambiamento delicato che può essere semplificato burocraticamente. Non solo per
Imprese familiari sul territorio Imprese attive con 3 o più addetti controllati da persona fisica o famiglia. (Fonte dati: ISTAT)
i familiari delle stesse, ma anche per quei giovani che potrebbero rilevare attività altrimenti destinate a chiudere. Nell'infografica analizziamo i principali ostacoli e le conseguenze di questa transizione, affrontate da un campione di imprese nelle nostre due province.
10.665 (il 70,4% del totale)
7.818 (il 73,6% del totale)
Modena Reggio Emilia
Arco di tempo in cui sono avvenuti gli ultimi passaggi generazionali 2013 2015
2016 2018
Passaggio generazionale non previsto nell'arco di tempo considerato
2019 2023 80,2%
% 4,6%
6,2%
11,4%
79,3%
4,2%
4,6%
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9,4%
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FOCUS PASSAGGIO GENERAZIONALE
Ostacoli rilevati maggiormente dalle imprese familiari durante il passaggio generazionale
Totale ostacoli
Assenza di eredi o successori interessati o qualificati
Modena
Emilia Romagna
Reggio Emilia
Italia
22,4%
20,4%
20,7%
16,9%
Difficoltà burocratiche, legislative o fiscali
17,1%
15,2%
15,7%
16,9%
Difficoltà economiche o finanziarie
13,2%
10,1%
12,6%
13,5%
13,1%
14,3%
13,4%
14%
Conflitti familiari
5%
4,9%
4,3%
4,6%
Altri ostacoli
5,7%
7,3%
6,9%
6,1%
56,7%
53%
Difficoltà nel trasferire competenze e/o contatti e fornitori
Quali sono state le conseguenze del passaggio generazionale avvenuto? Percentuale sul totale imprese familiari con passaggi generazionali avvenuto tra il 2013 e il 2019
Mantenimento del ruolo di controllo o proprietà della famiglia
Modena 67,9%
78,5%
Riduzione del peso di eventuali soci esterni
19,1%
18,1%
Ingresso nuovi soci o rafforzamento soci esterni
11,3%
1,3%
Perdita del controllo da parte della famiglia
1,7%
2%
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Reggio Emilia
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IN COPERTINA CATENE GLOBALI DEL VALORE
Tecnologie, sostenibilità e politiche pubbliche. Il futuro delle catene globali del valore passa da qui Covid-19 ha solo accelerato una serie di trasformazioni in atto da un decennio. Ma è bene farsi trovare preparati per reggere l’urto del cambiamento
M
eno 40%. È questa la percentuale più impressionante contenuta nel World Investment Report per il 2020, curato dalla Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo. Il dato in questione si riferisce al calo di investimenti diretti esteri previsti quest’anno nel mondo. Il termometro con cui si misura la globalizzazione. In cifre: -1,54 trilioni di dollari. Mai così male dal 2005 e con la prospettiva di una piena ripresa solo nel 2022. Numeri che dipendono da come viene affrontata la crisi pandemica in atto (il report risale a giugno 2020, mentre la notizia dell’efficacia dei vaccini di Pfizer e Moderna risale a poche settimane fa), ma che restituisce la dimensione di una recessione senza precedenti nella storia recente. La pandemia ha infatti congelato i progetti di investimento delle multinazionali che guidano la globalizzazione. Secondo le stime riportate dallo studio, le 5.000 più importanti imprese mondiali prevedono
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un calo dei “guadagni” stimati intorno al 40%. Un tracollo che porta con sé altre notevoli conseguenze sulle catene globali del valore, tra cui la brusca frenata degli investimenti “green” verso le economie in via di sviluppo, dove sarebbero più necessari per mitigare gli effetti del cambiamento climatico innescati dall’attività antropica.
Trasformazioni e tendenze in atto Ma Covid-19, secondo gli analisti delle Nazioni Unite, ha solo accelerato le trasformazioni in atto dentro al sistema di produzione globale. Un sistema alle prese da almeno un decennio con i cambiamenti imposti dalla nuova rivoluzione industriale e in particolare dall’automazione dei processi produttivi, dal crescente nazionalismo economico e dalle politiche a favore di una maggiore sostenibilità ambientale. Tecnologia, politica e sostenibilità saranno dunque gli elementi che
IN COPERTINA CATENE GLOBALI DEL VALORE determineranno il futuro delle catene globali del valore nel prossimo decennio. Tra le principali tendenze individuate nel report, c’è il cosiddetto reshoring (letteralmente il rientro di attività de-localizzate all’estero ndr.) che interesserà in particolare
le economie avanzate e a maggior valore aggiunto, la digitalizzazione dei processi tra clienti e fornitori, la capacità dei cluster regionali di attrarre investimenti, di offrire servizi avanzati alle imprese manifatturiere e di avere infrastrutture fisiche e digitali di alta qualità.
Anche per queste ragioni l’attenzione dei policy makers deve essere pronta ad accogliere le richieste del mondo imprenditoriale. Dall’attrattività dei territori dipende il loro futuro.
Alta presenza di attività innovative Alta presenza di materie prime
Attività manifatturiera e servizi avanzati
Presenza di materie prime
Bassa attività manifatturiera e presenza di materie prima
Scarsa partecipazione alle catene globali del valore
Nessun dato disponibile
Cosa sono le Catene globali del valore Secondo la definizione della Banca Mondiale per “catena globale del valore” (CGV) si intendono le fasi in cui è suddivisa la produzione di un prodotto o servizio rivolto ai consumatori. Ogni fase della CGV aggiunge valore e almeno due fasi sono in paesi diversi. Ad esempio, una bicicletta assemblata in Fin-
landia con componenti provenienti dall’Italia, dal Giappone e dalla Malesia ed esportata in Egitto è una CGV. In base a questa definizione, un paese, un settore o un'impresa partecipa a una CGV se partecipa (almeno) a una fase di questo processo. In linea di massima tutti i paesi del mondo partecipano alle
catene globali del valore, ma non tutte vi partecipano allo stesso modo. L’Italia, secondo la tassonomia fornita dal World Development Report 2020 della Banca Mondiale, rientra tra i Paesi ad alta concentrazione di imprese manifatturiere e di servizi avanzati.
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IN COPERTINA L'INTERVISTA
Nuove catene globali del valore: chi terrà il passo dei cambiamenti imposti da Covid-19? Sicuramente le imprese capaci di innovare e creare relazioni. La nostra intervista a Valentina De Marchi
L
e scosse del terremoto Covid-19 non si sono ancora arrestate, ma i cambiamenti all’interno delle Catene globali del valore sono già in atto. Per comprendere le direzioni della globalizzazione e del commercio internazionale nella cosiddetta nuova normalità, abbiamo raggiunto Valentina De Marchi, professoressa associata presso il dipartimento di Economia e management “Marco Fanno” dell'Università di Padova ed esperta in materia.
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Professoressa De Marchi, le sue ricerche si sono sviluppate nell’analisi di alcuni distretti industriali italiani, in particolare in Veneto. Alla luce dei cambiamenti già in atto nelle catene globali del valore, quali ulteriori evoluzioni verranno accelerate dalla pandemia Covid-19? «Già prima della crisi del 2008 e di quella recente legata a Covid, i distretti stavano vivendo profonde trasformazioni. Ora è probabile che queste saranno accelerate dalla
pandemia. Già da qualche anno per esempio si parla di “regionalizzazione” – l’accorciamento delle catene globali del valore (CGV). Ciò non significa necessariamente che stanno tornando in patria le produzioni delocalizzate nei decenni scorsi, ma piuttosto che sempre un maggior numero di imprese stanno facendo affidamento a partner commerciali in territori più vicini, entro la stessa macro-regione (e.g. Europa). Le nostre piccole e medie imprese italiane, tradizionalmente si po-
IN COPERTINA L'INTERVISTA
sizionano a monte delle catene globali del valore, sono fornitori importanti di clienti internazionali. Tanto più questi clienti cambiano strategia, tanto più si potrebbero creare opportunità per le nostre aziende. Purché sappiano stare al passo con altri aspetti sempre più necessari per partecipare alle CGV». Quali? «La capacità di gestire aspetti complessi quali: qualità, efficienza e capacità digitali. E la capacità di garantire prodotti e processi sostenibili. La crisi ha reso evidente quanto siamo fragili rispetto alle crisi ambientali. In questo senso molte imprese internazionali si stanno attrezzando per ridurre il proprio impatto e questo vuol dire - necessariamente - una richiesta di standard sempre più elevati ai propri fornitori. Anche alle imprese più piccole verrà richiesto di ridurre il proprio impatto sociale e ambientale; chi avrà già iniziato percorsi di sostenibilità sarà quindi più capace di partecipare a queste CGV».
Spesso però, lo abbiamo visto in questi mesi, i clienti più grandi scaricano sui fornitori maggiori gli oneri di questa “trasformazione”… «Non in tutti i settori c’è stata una riduzione delle vendite, ma in quasi tutti registriamo una maggiore difficoltà a garantire flussi di cassa. Quindi se da un lato i fornitori hanno maggiori difficoltà, dall’altra c’è una crescente richiesta da parte delle imprese globali di standard più elevati. Quindi prendi meno, ma devi dare di più. Un tema molto complesso. Chi deve assumersi la responsabilità di ridurre l’impatto ambientale? È vero, molte imprese leader hanno lasciato questo onere in capo ai fornitori, senza dare strumenti per sostenere questa transizione; e non sempre per tali imprese è facile rientrare di tali investimenti, soprattutto nel medio termine. Ma è anche vero che possiamo adottare almeno due azioni di supporto alle PMI». E sarebbero? «Posto che tutti siamo d’accordo sull’importanza di questa sfida, la sostenibilità di processi e prodotti rappresenta un cambiamento e ogni cambiamento richiede investimenti. Ora, se vogliamo garantire una transizione davvero efficace, che contribuisca a raggiungere gli obiettivi delle grandi imprese e degli stakeholders (governi, media, etc…) è importante che ai fornitori sia riconosciuto qualcosa. O sul fronte di una marginalità più alta – e ci sono esempi interessanti in questo senso – o attraverso l’azione dello Stato, dato che l’interesse è anche pubblico. Penso ad incentivi e agevolazioni per le imprese più sostenibili. Andando a creare maggiori vantaggi e opportunità per chi dimostra di sostenere investimenti ed ottenere risultati in ambito di riduzione dell’impronta ambientale e di miglioramento delle condizioni di lavoratori e altri soggetti del territorio».
Tornando alla regionalizzazione, crede che questo cambiamento rafforzerà le catene intraeuropee dopo anni di predominanza asiatica? «La verità è che al momento non abbiamo dati a supporto di queste tesi; c’è bisogno di più tempo per poter valutare questi fenomeni considerato per la loro dinamica temporale. La globalizzazione ha implicato che in molti settori si siano portati all’estero parti di attività produttive, tendenzialmente quelle a minor valore aggiunto, con un’intensità tale che oggi in molti paesi non ci sono più le competenze e la capacità produttive necessarie per sostituire quanto dislocato altrove. Per fare un esempio recente pensiamo ai ritardi nella fornitura di mascherine o di dispositivi di protezione individuale. Il fatto che negli ultimi anni si siano perse le capacità produttive in alcune fasi produttive, per cui dipendiamo da fornitori esteri, ha comportato in Italia così come in altri paesi quali gli Stati Uniti tutti i ritardi che ricordiamo. Quindi se è vero che avere catene più corte può comportare evidenti benefici - e in questo senso mi aspetto che gli scambi intraeuropei aumentino nel medio periodo - è altrettanto vero che questo fenomeno richiede tempo. Ad ogni modo ritengo improbabile che queste dinamiche impattino su tutti i settori e comunque non sostituiranno completamente l’Asia. Covid-19 non cambierà questa rotta». In un recente studio lei ha descritto tre “categorie” di distretti industriali italiani, con parametri precisi per classificarli. Perché può essere utile partire da qui per comprendere meglio le loro relazioni nelle catene globali del valore? «I distretti industriali sono stati per anni la colonna portante della nostra economia. Oggi sono molto diversi rispetto a quelli rilevati per
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IN COPERTINA L'INTERVISTA la prima volta negli anni ’70 e che ci hanno resi famosi nel contesto internazionale. Esistono ancora tanti distretti industriali, ma non tutti si comportano allo stesso modo. Alcuni hanno ancora successo, altri meno. Nel nostro studio abbiamo cercato di capire se era possibile classificarli in base alla loro capacità di creare valore. In particolare, siamo andati a misurare il numero di imprese attive e quanto esse si erano ridotte nel tempo. Abbiamo quindi messo in relazione questi numeri con la capacità di creare valore e, in aggiunta, verificato se alla riduzione del numero di imprese corrispondesse una concentrazione, o meglio un consolidamento, delle (poche) grandi imprese presenti nel distretto. Combinando queste variabili abbiamo distinto i distretti del Veneto in tre grandi categorie: quelli in “declino”, con una forte riduzione di imprese e valore prodotto; quelli “gerarchizzati", dove a fronte della riduzione del numero di imprese attive fa da contraltare una forte concentrazione in capo ad alcune grandi imprese (Luxottica nel bellunese, tanto per fare un nome noto), capaci di produrre come, se non di più, di quanto prodotto nel periodo di massima presenza di imprese; e infine forse la categoria più interessante, quella dei distretti “resilienti”. Quelli cioè in grado di generare valore grazie all’interazione tra imprese medio piccole. Tra questi il distretto Montebelluna sportsystem, e quello calzaturiero della Riviera del Brenta, dove pure il contesto produttivo è molto mutato rispetto agli anni’80 ». Cosa distingue il modello del “distretto resiliente” dagli altri due? «Secondo le nostre analisi sembrano esserci due fattori principali che distinguono i distretti resilienti dagli altri. In particolare la presenza di imprese leader nei mercati internazionali e quella di "soggetti locali dinamici”. I distretti che han-
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no resistito meglio alle crisi precedenti, continuando a creare valore in maniera distribuita, sono quindi quelli dove le grandi imprese multinazionali (estere o italiane) sono presenti e collaborano con le imprese locali. A loro volta le piccole e medie imprese sono in grado di interagire con le multinazionali. In questa tipologia di distretti sono inoltre attive istituzioni locali efficaci e imprese di servizio o di progettazione, particolarmente innovative. Quindi un mix di soggetti altamente qualificati che generano nel contesto locale una situazione molto favorevole al “fare impresa” sui mercati nazionali e soprattutto internazionali». Negli ultimi anni abbiamo assistito alla nascita di medie imprese capaci di inserirsi all’interno di processi produttivi grazie alla loro capacità di produrre alto valore aggiunto a monte delle catene globali del valore, se non in taluni casi grazie a prodotti propri. La piccole imprese della subfornitura sono destinate a scomparire o ad essere assorbite da imprese più strutturate? «La dimensione non è tutto in un mondo globalizzato, in cui le imprese producono solo parti di un processo produttivo più ampio e diversificato. È però vero che le catene globali del valore impongono una dimensione minima per interagire con i grandi brand come Ikea o Gucci, per fare due nomi, che definiscono quali sono gli standard produttivi. In questo senso le imprese poco strutturate fanno più fatica. In ogni modo nel distretto le piccole imprese possono contare sulle medie per rimanere agganciate alle catene globali del valore. C’è poi un fenomeno recente da considerare, il sempre maggior interesse da parte delle grandi imprese ad acquistare le piccole imprese “dinamiche”, per integrarsi verticalmente».
Dal suo punto di vista quali politiche pubbliche hanno il maggiore impatto per sostenere il tessuto imprenditoriale in queste trasformazioni? «Le catene globali del valore richiedono nuove competenze, tecnologiche e organizzative. Su questo aspetto le istituzioni locali e le associazioni possono giocare un ruolo cruciale per potenziare la resilienza di un distretto. Non solo per garantire una manodopera all’altezza delle richieste del mercato, ma anche per creare geometrie che generino innovazione e sviluppo di tutti gli attori coinvolti: imprese, scuole, università e associazioni. In più sul fronte della sostenibilità le istituzioni possono aiutare a collaborare tra loro imprese e soggetti in grado di fornire strumenti utili per supportare queste traiettorie. In Veneto, negli anni sono state approvate due leggi regionali specifiche, volte a identificare i distretti nella loro diversità e a supportarle queste trasformazioni nelle imprese locali». Intervistato su queste colonne (Imprese & Territorio n°2/2020), il professor Rullani sollecitava grandi imprese leader e fornitori, ma anche fondi di investimento, associazioni e sindacati, a nuove forme di condivisione del rischio. Nei distretti che ha analizzato, esistono esempi di condivisione tra imprese e altri attori, replicabili in altri distretti/cluster? «È un’ottima provocazione. Diventa centrale oggi ma a ben vedere lo era anche ieri. Pensiamo al cosiddetto “effetto frusta” durante la recessione del 2008, quando le imprese più strutturate scaricavano sui fornitori più piccoli i fattori di rischio. Oggi a livello europeo si stanno sviluppando politiche che attribuiscono alle imprese leader o capofila maggiori responsabilità su ciò che fanno i fornitori, per esempio in materia di sostenibilità ambientale o sociale, che stanno
IN COPERTINA L'INTERVISTA stimolando molte imprese a cambiare le proprie politiche verso i fornitori. Le politiche pubbliche sono quindi importanti così come (o meglio; insieme a…) le azioni in capo alle imprese leader. Pensiamo agli anticipi sui pagamenti o la condivisione di investimenti in una certa direzione». Diventano cruciali le relazioni tra tutti gli attori coinvolti. O sbaglio? «È così. Oggi le lead firm, le aziende leader, anche per difendersi dallo scrutinio degli stakeholders, dal cliente, delle ONG, dei media in generale, hanno messo in campo azioni a sostegno delle catene di fornitura molto efficaci e spesso anche molto generose. Azioni di supporto formativo, o finanziario se non addirittura di garanzia. Le catene del valore stanno diventando sempre più relazionali, anche perché le grandi imprese multinazionali si sono rese conto dell’importanza dei fornitori e nel nostro caso dei fornitori italiani e delle loro sapienti competenze produttive e di progettazione. In questo senso gli altri attori e in particolare istituzioni e associazioni, possono giocare un ruolo importante per supportare e tutelare il valore generato dai fornitori locali, ma non possono prescindere dal considerare il ruolo fondamentale di tali aziende leader».
Evoluzione di alcuni stati nelle Catene Globali del Valore
Austria, Canada, Finlandia, Irlanda, Israele, Italia, Sud Corea, Singapore, Spagna Repubblica Ceca Cina, Estonia, India, Lituania, Filippine, Polonia, Portogallo, Romania, Thailandia, Turchia
Argentina, Armenia, Bosnia/ Erzegovina, Cambogia, Costa Rica, Cipro, El Salvador, Etiopia, Indonesia, Kenya, Nepal, Serbia, Sud Africa, Tanzania
Giordania, Lesotho
Alta presenza di attività innovative Attività manifatturiera e servizi avanzati Bassa attività manifatturiera e presenza di materie prima Presenza di materie prime
Chi è Valentina De Marchi Valentina De Marchi è professoressa associata presso l'Università di Padova, Dipartimento di Economia e Management 'Marco Fanno’. È interessata alle innovazioni ambientali e alla sostenibilità in impresa e all'evoluzione dei distretti industriali italiani in catene globali del valore. Il suo lavoro è stato pubblicato su riviste quali Rese-
arch Policy, European Journal of Development Research, Business Strategy & the Environment, International Business Review, Journal of Cleaner Production, European Planning Studies. Ha recentemente co-editato il libro ‘Local Clusters in Global Value Chains: Linking Actors and Territories Through Manufacturing and Innovation’ (2018)
con Eleonora Di Maria e Gary Gereffi. È presidentessa dell’associazione europea di studiosi di organizzazioni e ambiente (GRONEN) e parte del comitato organizzatore della Network ‘Global Value chains’ alla conferenza SASE . Per maggiori informazioni: www.valentinademarchi.it
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MECCANICA
Produzione ed export in calo. Urgono interventi a sostegno del settore Il 2020 rischia di essere l’anno peggiore della meccanica made in Italy. Per supportare le imprese il governo deve attuare un robusto piano di incentivi
S
iamo il cuore della meccanica strumentale italiana. Secondo i dati Eurostat, ripresi recentemente da un’indagine dell’Ufficio Studi di Confartigianato, nel 2019 l’Italia esportava macchinari per un valore complessivo di 82 miliardi di euro. Secondi assoluti nell’Unione Europea a 27, staccati solo - si fa per dire - dai “soliti” tedeschi. Un posizionamento d’eccezione il cui merito va anche, o forse sarebbe meglio dire “soprattutto”, alle imprese dislocate sulla via Emilia. Nelle province di Bologna, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini, si producono ed esportano macchinari per un totale di 17,3 miliardi di euro. Più di quanto non facciano importanti economie manifatturiere come Polonia, Svezia e Spagna. Questa leadership, conquistata
Livio Lazzari Referente categoria Meccanica
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faticosamente, è - come sottolineato dal professore di Economia e politica industriale all’Università di Parma, Franco Mosconi - frutto di un aumento delle produzioni a medio-alta tecnologia e dalla crescita dimensionale attuata da alcune di queste realtà imprenditoriali. I continui investimenti in R&S, capitale umano e information technology, hanno spinto l’economia regionale verso i mercati internazionali, consentendo un rapporto tra esportazioni e PIL a fine 2019, intorno al 40%. Un record, ma soprattutto il principale indizio per capire le ragioni del benessere di questo parte del Paese. È quindi opportuno chiedersi quali ripercussioni avrà Covid-19 su un comparto così importante. Secondo un recente rapporto di Federmeccanica le esportazioni delle aziende metalmeccaniche tra gennaio ed agosto, hanno segnato
un calo del 16,7%, con sofferenze a doppia cifra registrate in tutti i settori. Dalle esportazioni di autoveicoli e rimorchi (-34,7%), a quelle di prodotti in metallo (-20,4%); dalla produzione di macchine e apparecchi meccanici (-19,1%), a quella di computer, radio, TV e strumenti medicali (-10,6%). La caduta della produzione industriale registrata dall’associazione si aggira intorno al 20%. Un dato mai registrato nelle rilevazioni storiche precedenti. Una consolazione arriva in questi giorni dall’ISTAT che, nella sua ultima analisi congiunturale sulle esportazioni del terzo trimestre dell’anno (luglio/agosto/settembre), registra un +2,7% su base mensile. Il merito, neanche a dirlo, è in buona parte proprio della meccanica. Il settore rimane dunque un traino fondamentale per la nostra econo-
059 893 111 livio.lazzari@lapam.eu
MECCANICA
mia. C’è da augurarsi che questa prospettiva prevalga anche nei negoziati in corso per il rinnovo del CCNL e che governo e istituzioni garantiscano continuità a misure di sostegno agli investimenti in formazione e tecnologie abilitanti. Dalle indiscrezioni che trapelano in questi giorni sulla Legge di Bilancio per il 2021, sembrerebbero confermati (e potenziati) i crediti di imposta per investimenti in beni materiali e immateriali proposti dal MISE nel 2020 sotto la sigla “Transizione 4.0”. Basteranno a garantire i primati della via Emilia?
Rapporto tra esportazioni e PIL a fine 2019
Calo produzione industriale -20% Produzione
Macchine e apparecchi meccanici
-17% Esportazioni
Esportazioni
-10,6% Produzione
Esportazioni primi 6 mesi 2020
Esportazioni
+2,7%
Produzione
Computer radio TV strumenti medicali
40%
Esportazioni terzo trimestre 2020
-19,1%
Autoveicoli e rimorchi
-34,7%
Prodotti in metallo
-20,4%
Esportazioni
Esportazioni
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AUTORIPARAZIONE
Ritiro pneumatici fuori uso. La nostra associazione scrive al Ministero dell’Ambiente Un problema che si presenta ricorrente
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li autoriparatori e i gommisti denunciano gravi carenze e disservizi nel ritiro degli pneumatici usati da parte dei Consorzi abilitati. La situazione ha raggiunto livelli di guardia, ha commentato in un comunicato alla stampa il Presidente di Lapam Confartigianato Autoriparazione, Daniele Michelini. “L’attuale sistema di raccolta degli pneumatici presenta fortissime criticità e carenze che mettono in seria difficoltà i gommisti associati i quali ricorrentemente, e in particolare a fine anno, non si vedono garantito il servizio di ritiro PFU da parte dei Consorzi abilitati. Il rischio molto probabile è di incorrere ancora una volta nel blocco del ritiro dei PFU”. La giacenza di pneumatici fuori uso non ritirati - spiega Michelini - provoca conseguenze estremamente penalizzanti per le aziende sia sotto il profilo operativo, sia economico poiché espone le imprese al rischio di pesanti sanzioni amministrative, creando gravi ricadute anche per l’ambiente e per la salute della collettività. Il Presidente Michelini ha sottolineato inoltre che “inefficienze e anomalie dell’attuale meccanismo sono anche riconducibili a fenomeni di illegalità che spesso si annidano nel sistema di gestione degli pneumatici. Questo sistema, infatti, che è finanziato attraverso il con-
Francesco Po Referente categoria Autoriparazione
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tributo ambientale versato dagli acquirenti degli pneumatici dovrebbe garantire rintracciamento, raccolta e recupero di una quantità di PFU corrispondente agli pneumatici regolarmente immessi sul mercato. Esistono tuttavia pratiche scorrette come la vendita in nero di pneumatici, anche sul web, che generano evasione fiscale e del contributo ambientale o altre irregolarità nella gestione dei PFU, che pregiudicano il corretto funzionamento del sistema – con il rischio ricorrente di abbandoni, accumuli ingestibili di PFU presso gli operatori – e la copertura economica del sistema nazionale, non essendo possibile distinguere in fase di prelievo presso gli operatori i PFU regolari da quelli derivanti da pratiche illegali”. Sulla problematica Confartigianato Imprese ha sollecitato l’intervento del Ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, sollecitando - una volta per tutte - interventi risolutivi che possano garantire un sistema di tracciabilità, trasparenza e legalità dell’intero flusso degli pneumatici fondato sulla regolarità degli operatori, volto a riequilibrare il meccanismo e assicurarne la sostenibilità economica, oltre che a soddisfare il target di raccolta previsto per legge che, altrimenti, diventa insufficiente a coprire il quantitativo di pneumatici immesso sul mercato.
059 893 111 francesco.po@lapam.eu
IMPRESE DEL VERDE
Una nuova proposta per il florovivaismo Cosa prevede la legge in discussione in Parlamento e quali novità porterà per il settore
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a Camera ha approvato la proposta di legge sul florovivaismo che passerà ora all’esame del Senato. Obiettivo della norma è disciplinare coltivazione, promozione, valorizzazione, comunicazione, commercializzazione, qualità e utilizzo dei prodotti florovivaistici. Si procederà, pertanto, ad una regolamentazione unitaria del settore, oggi disciplinato da una molteplicità di norme regionali, nazionali ed europee. Il settore florovivaistico è distinto in 5 macro-comparti produttivi: • floricoltura • produzione di semi e sementi • vivaismo ornamentale • vivaismo frutticolo • produzione di piante da arredo urbano e materiali forestali
Matteo Roversi Referente categoria Giardinieri
Coordinamento di indirizzo Nasce il Coordinamento permanente di indirizzo e orientamento per il florovivaismo e la green economy fra Mipaaf, Ambiente, Salute, Mef e Mise. Si promuove l’utilizzo di marchi finalizzati a certificare il rispetto di standard qualitativi di prodotto o processo, si definiscono i centri per il giardinaggio, i criteri professionali e formativi dei manutentori del verde, i contratti di coltivazione tra la Pubblica Amministrazione e le aziende florovivaistiche nonché i criteri di premialità nell’ambito dei Programmi di Sviluppo Rurale. Nel prossimo triennio, con 3 milioni di euro si sostiene il Piano di comunicazione e promozione ed
ulteriori 3 milioni verranno destinati alla ricerca nel campo delle nuove varietà ornamentali e progetti di ricerca e sviluppo nel settore proposti dal Tavolo tecnico. Le Regioni individueranno i distretti florovivaistici mentre un decreto interministeriale Mipaaf-Mise provvederà all’armonizzazione delle diverse norme che disciplinano il settore. Si sosterranno percorsi didattici volti a sensibilizzare gli studenti all’importanza del verde urbano e rurale, si bandiranno concorsi di idee per l’ideazione e la realizzazione di prodotti tecnologici volti allo sviluppo della produzione florovivaistica eco-sostenibile e premi per la realizzazione di pareti vegetali urbane. Si promuoverà, infine, l’istituzione di piattaforme logistiche dedicate.
059 893 111 matteo.roversi@lapam.eu n° 05 - 2020
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EDILIZIA
DL Semplificazioni: cosa cambia con la conversione in legge Dalle soglie per l’affidamento diretto dei lavori, all’iscrizione nell’anagrafe antimafia. Le principali modifiche
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opo la pubblicazione di luglio e la conversione in legge del 11 settembre scorso, è in vigore la legge n.120 di conversione del DL “Semplificazioni", decreto recante misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale, contenente, tra le varie disposizioni, un pacchetto di misure mirate a rilanciare e accelerare gli investimenti pubblici. In questa direzione si inquadrano le deroghe al Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 50/2016) estese fino al 31 dicembre 2021 che, secondo le intenzioni del legislatore, consentiranno aggiudicazioni più celeri.
Appalti Per l’affidamento di appalti di importo inferiore alle soglie comunitarie, si rafforza quanto introdotto con il decreto “sblocca cantieri” nel 2019, in relazione alle procedure di aggiudicazione dei contratti
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pubblici sotto soglia comunitaria. Sono affidati con affidamento diretto i lavori fino a 150mila euro e fino a 75mila euro per i servizi e le forniture (anziché 40 mila). È invece prevista la procedura negoziata, senza bando, con consultazione di almeno: 5 operatori per servizi e forniture fino alle soglie comunitarie e per lavori da 150mila euro e fino a 350mila euro. Dieci operatori per i lavori da 350mila a 1 milione di euro, 15 operatori per lavori da 1 milione sino alla soglia comunitaria (pari a 5 milioni 300mila euro per i lavori) Per queste procedure, per cui l’individuazione definitiva del contraente deve avvenire entro 2 mesi dall’avvio del procedimento, la stazione appaltante non richiede le garanzie provvisorie (previste dall’art. 93 del Codice), salvo ricorrano particolari esigenze. In base ad una modifica del Senato, resta fermo quanto previsto dall'articolo 95, comma 3 del codi-
EDILIZIA
ce in materia di criteri di aggiudicazione dell'appalto sulla base del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa. Mentre negli altri casi il ricorso all’OEV (offerta economicamente più vantaggiosa ndr.) o al minor prezzo resta a discrezione della stazione appaltante. Per gli appalti sopra soglia comunitaria, oltre che alla procedura aperta, si potrà ricorrere alla procedura negoziata o del dialogo competitivo, senza previa pubblicazione di un bando di gara, nella misura “strettamente necessaria quando – per ragioni di estrema urgenza derivanti dagli effetti negativi della crisi causata dal COVID-19- i termini, anche abbreviati, previsti dalle procedure ordinarie non possono essere rispettati”. Il ricorso a tale procedura per ragioni di estrema urgenza, come da modifica del Senato, avviene previa pubblicazione dell’avviso di indizione della gara, nel rispetto di un criterio di rotazione. Nei casi di estrema urgenza e in alcuni settori quali ad esempio l’edilizia scolastica, universitaria, sanitaria giudiziaria e penitenziaria, le stazioni appaltanti possono operare in deroga ad ogni disposizione di legge diversa da quella penale, fatto salvo il rispetto delle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché dei vincoli europei inderogabili. Per gli appalti sopra soglia l’individuazione definitiva del contraente avviene entro il termine di 6 mesi alla data di adozione dell’atto di avvio del procedimento. Viene generalizzato il ricorso alla procedura d’urgenza per il rilascio della documentazione antimafia nei provvedimenti su istanza di parte che hanno ad oggetto l’erogazione di benefici e pagamenti da parte della PA.
Alberto Belluzzi Referente categoria Edilizia
Verifiche anti mafia e White list Per le verifiche antimafia riguardanti appalti pubblici di lavori, servizi e forniture, si procede mediante il rilascio della informativa liberatoria provvisoria, immediatamente conseguente alla consultazione della Banca dati della documentazione antimafia ed alle risultanze delle altre banche dati, disponibili anche quando l'accertamento è eseguito per un soggetto che risulti non censito. L’informativa liberatoria provvisoria consente di stipulare, approvare o autorizzare i contratti, sotto condizione risolutiva, fermo restando le ulteriori verifiche da completarsi entro 60 giorni. L'iscrizione in “White List”, nonché l'iscrizione nell'Anagrafe antimafia degli esecutori equivale al rilascio dell'informazione antimafia. È sempre autorizzata la consegna dei lavori in via di urgenza e, nel caso di servizi e forniture, l'esecuzione del contratto in via d'urgenza, nelle more della verifica dei requisiti di ordine generale, nonché dei requisiti di qualificazione previsti per la partecipazione alla procedura Vengono prorogate di un anno, quindi fino al 31/12/21 le semplificazioni in materia di aggregazioni delle stazioni appaltanti (con la deroga alle CUC) e di scelta delle procedure, con la riammissione dell’appalto integrato. Prorogato anche l’obbligo di scegliere i commissari della Commissione aggiudicatrice tra gli esperti iscritti all'Albo dell'ANAC. Rimane la possibilità per gli enti aggiudicatari, nelle procedure aperte, di decidere che le offerte siano esaminate prima della verifica dell'idoneità degli offerenti.
059 893 111 alberto.belluzzi@lapam.eu n° 05 - 2020
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TURISMO
Progettare il turismo Un’analisi effettuata su Montese può offrire alcuni spunti per guardare con fiducia alle sfide del futuro
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a precedente Amministrazione comunale di Montese, nel corso del 2020 ha indetto un bando per la realizzazione di uno studio di fattibilità per la pianificazione territoriale del turismo. La Dott.ssa Federica Ghinelli, Master Universitario di I Livello in Valorizzazione Turistica e Gestione del Patrimonio Culturale dell’Università di Bologna, conoscitrice del settore ma soprattutto del contesto locale dell’Appennino Modenese, ha vinto il bando e ricevuto l’incarico per la redazione dello studio di fattibilità, che è stato consegnato al Comune lo scorso 26 agosto. La sua redazione ha comportato un importante lavoro sul campo, ed è il punto di partenza su cui costruire le progettualità del domani. Cerchiamo di capire meglio. Quali sono i tratti caratteristici dell’offerta e della domanda turistica di Montese ad oggi? «L’offerta turistica montesina si compone di una capacità ricettiva di circa 500 posti letto (dato approssimativo estratto dalle stime regionali) a cui vanno ad aggiungersi gli immobili messi in affitto. Dal punto di vista degli attrattori, invece, dispone di oltre 140 km di sentieristica (tra questi, due tappe della Via Romea Nonantolana), e numerose emergenze storico-artistiche di carattere religioso e civile (cito, tra le più significative, il Museo Diffuso della Linea Gotica, la Rocca dei Montecuccoli, il Sito
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Etrusco del Lago di Bracciano, gli Oratori di Monteforte e Riva di Biscia). Da un punto di vista enogastronomico, molto rinomati sono il Parmigiano Reggiano di Montagna e la Patata di Montese. La domanda si concentra principalmente nella stagione estiva, con picchi interessanti a ridosso del 25 Aprile, periodo in cui molti brasiliani e americani visitano il territorio, e nella stagione autunnale (Sagra della Patata e del Parmigiano Reggiano e Sagra della Castagna). Bisogna però sottolineare che sono molti gli escursionisti che frequentano il territorio, ne apprezzano le bellezze e i prodotti tipici, ma senza soggiornarvi. Assai sviluppato è il turismo/escursionismo di prossimità. Guardando nel dettaglio, ad oggi, i filoni più sviluppati sono il Turismo Storico della Memoria (il Museo Storico sito nella Rocca dei Montecuccoli di Montese è passato da 828 visitatori nel 2011 a 1.615 nel 2019; il Museo di Iola da 3.329 nel 2011 a 4.020 nel 2019, con un picco di 5.302 nel 2015) e il Turismo Sportivo Attivo, in quanto Montese da anni viene scelto come luogo di ritiro per squadre e gruppi sportivi poiché vi si trovano impianti all’avanguardia; pochi anni fa è stato ospitato anche il Campionato Nazionale di Ruzzolone. Detto ciò, vorrei sottoporre all’attenzione dei lettori qualche dato numerico estrapolato dalle indagini statistiche di tipo CAWI che ho condotto e che riguardano la percezione dell’offerta turistica che il fruitore ha del territorio mon-
tesino e le motivazioni che ve lo hanno condotto. Montese viene considerato meta turistica principalmente per la Natura e il Paesaggio (92,5%) e per l’enogastronomia (76,5%), dati che rispecchiano anche la motivazione della presenza sul territorio, rispettivamente il 55,4% e il 47,3%.» Nello studio di fattibilità che ha presentato c’è un paragrafo dedicato all’analisi Swot, fondamentalmente una griglia che permette di confrontare punti di forza a di debolezza e di individuare minacce e opportunità di mercato. Che cosa è emerso dalla sua analisi? «I punti di forza sono senza dubbio i prodotti tipici (Patata e Parmigiano), la sentieristica e il Museo Diffuso della Linea Gotica. D’altro canto, non mancano le difficoltà: affitti e prezzi delle camere troppo elevati se raffrontati ad altre destinazioni che fanno del turismo la loro principale fonte di sussistenza, scarsi collegamenti con i mezzi pubblici e, fino ad oggi, una pubblicità prevalentemente cartacea distribuita a corto raggio. Va da sé che le potenzialità ci sono e dovrebbero essere prese in considerazione come punto di partenza per investimenti mirati. Fruibilità, comunicazione e marketing, creazione e promozione di pacchetti turistici esperienziali, di un portale della destinazione dovrebbero essere azioni primarie per sviluppare il Turismo Naturalistico, Enogastronomico e Sportivo.»
TURISMO
Confrontandosi con attori ed operatori del territorio, i cosiddetti stake holders, quali sono gli elementi che più l'hanno colpita? «La volontà quasi unanime di collaborare, coordinarsi e coinvolgere tutti per l’animazione del territorio, prospettiva non scontata, ma che ha dato adito alla nascita della Pro Loco. Purtroppo il Coronavirus ha reso tutto più difficile, ma nei pochi eventi che sono stati realizzati hanno dato prova di essere attenti alla tradizione, all’innovazione e alla creatività. Inoltre, vorrei fare un plauso a quegli albergatori che, nonostante la situazione, hanno avviato un servizio di noleggio e-bike e organizzato escursioni sul territorio: piccoli passi per un turismo sempre più Green e Slow.»
Stefano Gelmuzzi Referente categoria Turismo
Tra gli strumenti di indagine che ha utilizzato c’è anche il Toolkit ETIS, ovverosia un sistema di indicatori introdotto nel 2003 dalla Commissione Europea per aiutare le destinazioni a fare turismo sostenibile. Che cosa è emerso su questi specifici aspetti? «Ad oggi Montese è lontano dal poter vedere applicati tutti gli indicatori, ma da un punto di vista generale può essere considerato sostenibile per lo scarso inquinamento e il fatto che operano nel settore turismo sia uomini che donne. Il consiglio che posso dare è quello di lavorare per essere sempre più sostenibili e creare un’offerta integrata, anche nell’ottica di partecipazione ai bandi di finanziamento. E soprattutto, far
sentire i cittadini parte integrante di un progetto condiviso.» Su cosa dovrebbe puntare Montese nello sviluppo della propria offerta turistica da un punto di vista della promozione integrata? «Non c’è una ricetta specifica, anche perché da questo punto di vista entrano pesantemente in gioco le dinamiche politiche. Sicuramente collaborare all’interno dei confini comunali senza dimenticarsi delle frazioni. Aprirsi al dialogo con interlocutori esterni, tra cui Comuni limitrofi, Unioni, Destinazione Turistica Modena e Bologna, APT Emilia Romagna. Dialogare è il primo passo per progettare di comune accordo. Personalmente ritengo che cultura e turismo non dovrebbero avere colore.» 059 893 111 stefano.gelmuzzi@lapam.eu n° 05 - 2020
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COMMERCIO PUBBLICI ESERCIZI
L’evoluzione del punto cassa Lotteria degli scontrini e invio telematico dei corrispettivi cambieranno il mondo del commercio. Ecco come non farsi trovare impreparati
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l 1° gennaio 2021 entreranno in vigore e diventeranno obbligatori la Lotteria degli Scontrini e l'invio telematico dei corrispettivi giornalieri secondo il nuovo tracciato XML v. 7.0, che incorpora nei documenti commerciali anche i dati contabili e fiscali necessari per generare la dichiarazione IVA precompilata. Queste due importanti novità introdotte dal Governo implicano il necessario adeguamento di tutti i Registratori Telematici attualmente in uso agli esercenti, oppure la loro sostituzione con nuovi modelli idonei. Già a partire dal 1° dicembre 2020, tramite il portale www.lotteriadegliscontrini.gov.it di Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, i consumatori potranno ottenere uno o più Codici Lotteria associati in modo univoco al proprio Codice Fiscale, che potranno utilizzare per esercitare il diritto di partecipare alla Lotteria, comunicandoli agli esercenti che dovranno inserirli nei documenti commerciali di vendita. Poiché il Codice Lotteria si compone di 8 caratteri alfanumerici con distinzione tra lettere maiuscole e minuscole, la digitazione manuale non è il metodo più funzionale di acquisizione, specialmente nelle fasce orarie di maggiore afflusso. L'assenza della cifra di controllo nel codice, inoltre, non consente la rilevazione dei possibili errori di digitazione. Per agevolare il flusso dei pagamenti, evitando assembramenti di persone in cassa, dato che i Codici Lotteria verranno attribuiti anche in forma di codice a barre, stampabile su supporto Stefano Gelmuzzi Referente categoria Commercio
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cartaceo ed eventualmente visualizzabile sullo schermo del proprio smartphone, per l'esercente è sicuramente consigliabile dotarsi preventivamente di idoneo lettore di bar-code, da collegare al proprio Registratore Telematico. Le più attuali soluzioni tecnologiche proposte dal mercato rispondono in maniera puntuale a queste nuove esigenze degli esercenti: molti Registratori Telematici sono infatti già pronti o comunque predisposti per la trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri secondo il nuovo tracciato XML v. 7.0, oltre che per la partecipazione alla Lotteria degli Scontrini. La compatibilità di questi modelli con gli scanner di codici a barre consente all’esercente di dotarsi di idoneo strumento per acquisire i Codici Lotteria dei clienti, anche direttamente dal display del loro smartphone, in modo veloce, preciso ed igienico. Con le moderne soluzioni disponibili sul mercato l'esercente può mettersi facilmente in regola con il Fisco, senza bisogno di compilare ogni giorno complicate scritture contabili; può inoltre sfruttare la Lotteria degli Scontrini per aumentare il grado di fidelizzazione dei clienti verso il proprio punto vendita. Oltre al consumatore, anche l’esercente partecipa alle estrazioni della Lotteria degli Scontrini e ha quindi possibilità di essere premiato. Gli esercenti dovrebbero valutare anche l’opportunità di dotarsi delle moderne soluzioni di cash management, che consentono di gestire in modo efficiente i pagamenti in denaro contante. I cassetti
automatici di questi apparecchi assicurano pieno controllo sull’inventario di cassa, evitano di incassare ed erogare soldi falsi, eliminano il contatto degli operatori con il denaro, aumentando la sicurezza e migliorando l’igiene all’interno nel punto vendita. Tali soluzioni sono collegabili direttamente con il proprio sistema di punto cassa ed, in alcuni casi, sono anche integrabili con il software gestionale in uso nel proprio negozio o nella propria attività ristorativa. Proprio in riferimento alle moderne attività ristorative ricordiamo infine la possibilità offerta da alcuni software di digitalizzare il proprio menù e di renderlo sempre disponibile online, consultabile anche in versione multilingue direttamente dal proprio smartphone o dispositivo personale, da casa, dall’ufficio ed anche direttamente dal tavolo, in caso di consumazione sul posto. Il menù online è intuitivo, igienico, conveniente e, nel caso di alcuni software, si può integrare con moduli dedicati alla gestione degli ordini da asporto, di quelli con consegna a domicilio, di preordini dai tavoli, con possibilità di accettare anche pagamenti online tramite PayPal e Carte di Credito. Anche quando l’esercizio è chiuso, questi software ricevono automaticamente gli ordini, verificano la disponibilità di prodotti e reparti nella fascia oraria selezionata, smistano gli ordini sulle stampanti dei centri di produzione, memorizzano i dati in cassa velocizzando l’emissione del documento di vendita.
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BENESSERE
Il comparto Benessere è rimasto aperto Nelle cosiddette zone gialle e arancioni acconciatura ed estetica possono lavorare anche grazie al lavoro congiunto di associazioni e imprese
È
stata accolta con soddisfazione la decisione di non chiudere le attività di acconciatura ed estetica, anche perché questo risultato è stato ottenuto anche grazie al grande lavoro delle associazioni di categoria sui protocolli di sicurezza anti Covid. Già nel pieno della prima fase dell’emergenza l’associazione era scesa in campo per difendere il settore della cura della persona costretto alla chiusura, e ha contribuito in maniera importante alla sua riapertura attraverso un grande lavoro svolto nella definizione dei protocolli di sicurezza. Il mondo dell’artigianato e della piccola e media impresa, sin dalle prime fasi della pandemia ha compreso e
condiviso le priorità dettate dall’emergenza sanitaria. Il presidente Lapam Benessere Giancarlo Santunione commenta così la decisione “Siamo felici di notare quanto l’intenso lavoro svolto sia servito per evitare, oggi, nuove misure restrittive nel comparto dei servizi alla persona: un settore che non solo partecipa in maniera determinante all’economia del Paese, ma è soprattutto essenziale per garantire il benessere, la cura della persona, e quindi la dignità dell’intera comunità. La cura di sé è il primo degli antidoti utili ad alleggerire il peso e le paure di una pandemia che ciascuno di noi, più o meno consapevolmente, porta con sé nella propria quotidiani-
tà. Il valore sociale che ha questo settore nella vita di tutti i giorni è imprescindibile”. Il lavoro si è rivelato particolarmente proficuo in Emilia-Romagna nell’azione propositiva verso la Regione e la positiva collaborazione con l’Assessore Colla, il cui sostegno ha favorito una maggiore efficacia in tutti i tavoli di lavoro in cui l’associazione è stata coinvolta. Un confronto continuo grazie al quale si è potuta esprimere una linea comune per la difesa della salute pubblica e delle imprese, luci dei territori e motori di un sistema di welfare diffuso, fondamentale per il benessere delle nostre comunità.
Come migliorare la marginalità nelle attività del benessere in tempo di Covid L'emergenza sanitaria in atto ha cambiato il modo di lavorare delle attività del settore. Saloni di acconciatura ed estetica si stanno faticosamente riadattando ad una nuova quotidianità lavorativa. Per questo motivo lunedì 23 novembre è stato realizzato un seminario Elena Baraldi Referente categoria Benessere
online che ha fornito alcuni semplici strumenti per migliorare la marginalità della propria attività tenendo conto della riorganizzazione dovuta all'emergenza sanitaria. Durante il seminario è stato presentato un corso finanziato e organizzato da FORMart che si
terrà a partire dalla seconda metà di febbraio 2021 e che approfondirà diverse tematiche legate alle strategie di marketing e alla riorganizzazione della propria attività.
059 893 111 elena.baraldi@lapam.eu n° 05 - 2020
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MOVIMENTO DONNE IMPRESA
Donne e competenze digitali per il lavoro Tanta attenzione verso il Gender Empowerment: dalle scuole superiori alle donne già inserite nel mondo del lavoro
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urante lo scorso Summer Camp del movimento Donne Impresa Confartigianato Emilia Romagna (27 e 28 settembre 2020), è stata posta grande attenzione all’utilizzo di strumenti digitali per promuovere la propria attività. Recentemente Lapam ha promosso e appoggiato il corso “Efficacia ed efficienza con il digitale” organizzato da FORMart e facente parte del progetto “Donne Digitali: donne e competenze digitali per il lavoro”, finanziato e voluto dalla Regione Emilia Romagna. Perché tutta questa attenzione verso il digitale al femminile? Perché finalmente c’è consapevolezza che il digitale sia di vitale importanza per la competitività delle imprese del territorio e per lo sviluppo delle competenze delle donne, visto che la digitalizzazione dei processi lavorativi, produttivi o di servizio, è sempre più pervasivo nella nostra realtà lavorativa. Questi due recenti esempi di formazione possono spronare le donne a valorizzare i risultati raggiunti, in un’ottica di Gender Empowerment, per renderli maggiormente spendibili nei contesti lavorativi, e possono accompagnarle nell’integrare le proprie conoscenze con i nuovi “saperi digitali” richiesti dal mercato del lavoro. La sensibilizzazione su questi temi da parte del nostro territorio è alta rispetto ad altre zone d’Italia ma la
strada è ancora lunga, non dobbiamo fermarci ma continuare a lavorare sulla parità di genere. In Emilia Romagna le competenze digitali avanzate elle donne, secondo la ricerca ISTAT “Aspetti della vita quotidiana”, si attestano al 22% e sono superiori alla media italiana che si ferma al 19%. A livello europeo la media arriva al 29%, c’è quindi ancora molto da lavorare. Lo studio viene fatto tenendo in considerazione questi quattro parametri: informazione, comunicazione, creazione di contenuti e problemi solving. In questo contesto quantomai fertile si inserisce un altro progetto molto interessante “Ragazze digitali” presente in Regione dal 2017, che organizza un Summer Camp rivolto a studentesse delle scuole superiori. Questo perché la figura professionale dell’informatico e dell’ingegnere informatico sono sempre più richieste e insufficienti a rispondere alle esigenze del mondo del lavoro e, anche senza entrare nello specifico di figure altamente specializzate, è ormai fondamentale per tutti saper usare computer, smartphone e servizi informatici, in modo consapevole. Se si guardano i laureati alla facoltà di Ingegneria Informatica di Unimore, abbiamo un 87% di maschi e un 13% di femmine mentre nella facoltà di elettronica arriviamo addirittura ad un 97% di laureati maschi e solo un 3% di laureate
Elena Baraldi Referente Movimento Donne Impresa
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femmine. Dalle statistiche si può quindi notare come il mondo del genere femminile sia rimasto escluso dalla strada dell’informatica: i percorsi di studio e le specializzazioni nel settore informatico sono intrapresi a larga maggioranza da uomini. Gli effetti negativi di questa situazione sono duplici: a livello di genere, c’è la certezza di una certa disparità nelle opportunità lavorative per le ragazze; a livello di intera società, vi è il rischio di un rallentamento dello sviluppo del settore informatico per la scarsità di risorse umane e di pluralità di approcci. Vi sono molteplici motivazioni per la scarsa presenza femminile in questi settori tra cui stereotipi, condizionamenti sociali e familiari, ma anche una mancata conoscenza su cosa sia l’informatica moderna e come possa essere applicata a tutte le discipline in modo creativo e divertente. Progetti come “Donne Digitali” o come “Ragazze digitali” nascono proprio per offrire pari opportunità di genere e per far beneficiare l’intera società dei risultati ottenuti.
059 893 111 elena.baraldi@lapam.eu
MODA
Climathon Carpi 2020 la moda si tinge di verde Stimolare innovazione sostenibile nel comparto moda, attraverso il confronto tra esperti, imprenditori e cittadini
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ircolarità, riuso, innovazione e comunicazione; sono queste le premesse su cui si fonda il Climathon Carpi 2020, l’evento che si è svolto nelle giornate di sabato 7 e 14 novembre, promosso da Carpi2030 e, quest’anno, con il patrocinio di Carpi Fashion System di cui Lapam è parte. Unico obiettivo: stimolare innovazione sistemica sul tema della moda sostenibile, attraverso il confronto tra esperti, imprenditori e cittadini. Il Climathon è un evento globale promosso da EIT Climate-Kic, la community europea per l’innovazione imprenditoriale, tecnologica e sociale nell’ambito della lotta al cambiamento climatico. Oltre che a Carpi, l’evento si è svolto in contemporanea in diverse città del mondo: ogni comunità affronta una sfida climatica che ritiene pressante chiamando a raccolta studenti, imprenditori,esperti e giovani cittadini in una maratona di 24 ore per generare percorsi di innovazione sostenibile. Nel primo webinar quattro esperti di economia circolare, materiali,
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moda e comunicazione si sono confrontati sul tema. Tra i relatori vi erano l’economista Franco Mosconi,Matteo Magnani, ricercatore presso la Ellen MacArthur Foundation, il Direttore del Centro Qualità Tessile di Carpi Emilio Bonfiglioli e Fiorenza Sarotto,Program Leader dei Master in Fashion Business dell’Istituto Marangoni. Sabato 14 novembre è stato il momento della fase operativa, con l’Ideathon, la ‘sfida’ che si è svolta (online viste le restrizioni) nell’arco della giornata e conclusasi con una diretta streaming finale dove sono state presentate le idee innovative emerse dal confronto tra i 24 partecipanti divisi in squadre a cui era assegnata una delle 3 sfide principali, L’idea migliore è poi stata votata da esperti del settore che hanno decretato il gruppo vincitore. Una delle sfide si pone come obiettivo l’ottimizzazione della comunicazione online e i processi di acquisto dal punto di vista della moda circolare ed è stata fatta in collaborazione con Fili Pari, azienda che ha iniziato il suo percorso
verso la sostenibilità basandosi sull’uso di materiali innovativi come la polvere di marmo di Carrara, sulla creazione di filiere produttive corte e geo localizzate e sul potenziamento di realtà artigiane italiane per preservare l’eccellenza del territorio. La seconda sfida si chiede “come ridare valore sociale ai vestiti abbandonati nel nostro armadio che non indossiamo mai?” Il problema nasce dal fatto che associazioni locali che raccolgono vestiti usati hanno incontrato un numero sempre più elevato di ostacoli a seguito dell’incremento di tessuti di bassa qualità in circolazione, difficilmente riutilizzabili per qualsivoglia scopo, e che spesso finiscono in discarica. L’azienda che collabora per questa sfida è Rifo’, nata nel 2007 si rifà alla tecnica della rigenerazione sfruttando a pieno l'idea dell'economia circolare, infatti produrre capi non con tessuti vergini, ma rigenerati, derivanti cioè da filati ottenuti da capi usati. A Prato storicamente si pratica questa tecnica presso i famosi “cenciaioli”.
MODA
L’ultima sfida si chiede come possiamo progettare e assemblare giacche imbottite per far sì che siano facilmente riciclabili alla fine della loro vita? Ogyre progetta e assembla prodotti in modo da renderli facilmente riciclabili alla fine della loro vita. I suoi costumi, infatti, sono creati da poliestere 100% riciclato e riciclabile derivante da 6 bottiglie raccolte dal mare. Ma non tutti gli indumenti sono uguali. Questa sfida sarà infatti incentrata sulla progettazione circolare di un capo molto diverso: una giacca imbottita, creata da materiali riciclati, richiederà ai partecipanti l’uso dell’immaginazione per fornire nuove idee originali su come creare una catena di valore pienamente sostenibile e che renderà possibile la produzione di questo capo. Il gruppo vincitore è stato “Evergreen” con 90 punti il quale ha portato la raccolto la sfida di Ogyre, questo potrà partecipare al Climathon Global Awards di Gennaio insieme ai gruppi vincitori delle altre città sparse in giro per il mondo. Climathon Carpi 2020 è promosso in collaborazione con Staff Jersey, Rifò, Fili Pari, Ogyre, Nuovo Spazio Giovani Mac’è, Nina Atelier, Studio PA Professionisti Associati, Yon, Codesign Toscana, Start Park, Manigolde sartoria sociale e Manitese Finale Emilia.
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MODA
Crisi e Cassa integrazione Il 2020 per la moda non ha precedenti
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l fatturato nel primo semestre 2020 è a picco, l’80% dei lavoratori ha usufruito della cassa integrazione, gli ordinativi sono calati fino al 50% per due aziende su tre. Ma un’azienda su tre si è riconvertita, ad esempio producendo mascherine, e altre hanno acquisito nuovi clienti. Sono queste alcune evidenze di un sondaggio e un’indagine Lapam Confartigianato sul nostro territorio per il comparto moda. Al sondaggio, i cui dati sono stati elaborati dall’Ufficio Studi Lapam, hanno partecipato soprattutto mi-
cro e piccole imprese che lavorano per conto terzi rispetto a chi lavora in conto proprio o con una formula mista. “La crisi è pesante, inutile negarlo, e il comparto sta pagando un prezzo durissimo alla pandemia. Possiamo dire però che la crisi è anche cambiamento – sottolinea Roberto Guaitoli, presidente Lapam Moda -. Per sopravvivere è necessario trasformarci e cercare nuovi sbocchi come hanno fatto le imprese che hanno iniziato a produrre e vendere mascherine e hanno cominciato a lavorare per il
Calo degli ordinativi nei primi sei mesi 2020 Calo ordinativi
Calo di fatturato nei primi sei mesi 2020 Imprese
fino al
Calo fatturato
23,4%
30%
fino al
60%
42,5%
fino al
17,1%
90%
Imprese che hanno subito ritardi nei pagamenti
36,1%
21,2%
Imprese che hanno avviato una produzione di DPI 34%
Ritardi nei pagamenti
Produzione DPI
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Imprese che hanno fatto uso di cassa integrazione gennaio / febbraio
8,5%
marzo / aprile
66%
19,2%
83%
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Imprese
biomedicale con camici e altri prodotti specifici…È necessario anche ribadire che il tema della sostenibilità va perseguito, come possibilità di sviluppo per il comparto moda qui sul nostro territorio. Se il fast fashion viene percepito come poco sostenibile abbiamo la possibilità di inserirci nel mercato attraverso la produzione di capi più duraturi e sostenibili, anche come contoterzisti in favore di brand che, oggi, investono sempre più su questo tema”.
maggio / settembre
53,2%
ottobre / dicembre
46,8%
No uso CIG
25,5%
Risultati del sondaggio condotto su un campione di aziende del comparto Moda, elaborato dall'Ufficio Studi Lapam
MODA
Moda Makers, il rilancio è digital Moda Makers online arriva alla sua seconda edizione
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n’edizione interamente online per presentare le collezioni dell’Autunno/Inverno 2021/22 è quella di Moda Makers Digital che si inaugura mercoledì 18 novembre a mezzanotte, la seconda digitale dopo 8 fiere fisiche. Trentasei aziende partecipanti, che potranno far visionare i propri campionari di moda femminile – composti da articoli di confezione, maglieria, tagliato, camiceria e capispalla – ai compratori di tutto il mondo, senza che questi debbano spostarsi dai propri Paesi, perché potranno accedere alla piattaforma online che, appositamente creata e concepita per mettere in contatto imprese e buyers, garantisce la sicurezza sia dell’espositore che dell’acquirente. Moda Makers Digital, alla sua seconda edizione, arriva dopo otto edizioni fisiche della manifestazione, ed è stata realizzata proprio al fine di poter consentire alle PMI del comparto moda di continuare a esporre le proprie creazioni ai clienti di tutto il mondo bypassando le limitazioni agli spostamenti internazionali imposti dalla pandemia di coronavirus. Alla conferenza stampa di presentazione ha partecipato Il Dott. Sacerdoti responsabile dello sportello regionale per l'internazionalizzazione delle imprese della Regione Emilia-Romagna, il quale ha spiegato che la regione ha cercato di intervenire nel modo più veloce possibile con diversi strumenti che verranno replicati e ampliati anche nel 2021, l’idea è quella di accompagnare le imprese lungo la transizione digitale anche verso
Francesco Po Referente categoria Moda
strumenti quali e-commerce e marketplace con iniziative di formazione e attraverso bandi a fondo perduto per le imprese. L’idea per il 2021 è quella di supportare eventi di stampo internazionale tra cui anche Moda Makers. Roberto Guaitoli presidente Lapam Moda: ha spiegato come Moda Makers grazie alla tempistica particolare che la caratterizza abbia avuto il vantaggio di essere stata la prima fiera ad essersi trasformata digitalmente, dando la possibilità di mostrare come questo sia un gruppo che funziona e che l’unione fa la forza, “tutti conosciamo il momento particolare ma crediamo che con un’ulteriore aiuto da parte di tutti i soggetti presenti in questa conferenza stampa si possa aiutare a far crescere Moda Makers” Federico Poletti della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi ha poi ricordato la centralità e l’importanza di questa iniziativa e ha rassicurato i presenti garantendo che il supporto della fondazione proseguirà anche per il prossimo anno. Fabrizio Stermieri, imprenditore attivo nell’organizzazione di Moda Makers e titolare dell’azienda Paola Davoli, ha sottolineato come questo evento sia stato l'occasione per molte aziende di digitalizzare i propri campionari - cosa non scontata soprattutto per la nostra realtà territoriale - e quindi approcciarsi a un nuovo sistema di contatto con il cliente che nel futuro sarà centrale. Anche il Sindaco Stefania Gasparini ha fatto un appello affinché gli altri enti, a livello regionale e nazionale diano il loro sostegno.
059 893 111 francesco.po@lapam.eu n° 05 - 2020
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SCUOLA
ArtiGeniale, un laboratorio con le scuole alla scoperta delle nostre radici Un progetto per celebrare il genio e la cucina italiana
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angiare è sapere: la cultura in tavola” questo il titolo dell’evento realizzato il 10 e 11 novembre con l’Istituto Lazzaro Spallanzani di Castelfranco Emilia. Un’iniziativa che fa parte del progetto ArtiGeniale, iniziato nel 2019 e finanziato da Regione Emilia Romagna in occasione dei 500 anni dalla morte di Leonardo Da Vinci. È così, grazie alla collaborazione dello storico dell’arte Iacopo Cassigoli, è stato organizzato un laboratorio didattico online per illustrare
Elena Baraldi Referente rapporti con le Scuole
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ai più giovani il ruolo del cibo nella cultura e nella storia del nostro territorio. Nella giornata di martedì 10 novembre, la classe di pasticceria, ha indagato le prelibatezze della tradizione e la tavola delle feste in famiglia, mentre l’11 novembre, la classe di cucina ha approfondito il tema autobiografico, con i profumi e sapori della memoria e i piatti dei ricordi. Per ripercorrere le tappe di questi due giorni abbiamo rivolto alcune domande Iacopo Cassigoli.
mente partecipi in entrambi i laboratori, dimostrando grande passione per la scuola che hanno scelto e per quella che sarà la loro futura professione. Tuttavia, nel secondo incontro, l’intervento del loro insegnante, il professor Antonio Bottone, ha consentito una ulteriore partecipazione, per l’interesse e la consapevolezza nei confronti della tradizione culinaria italiana, che ritiene essenziale come bagaglio per diventare bravi cuochi».
In quale momento ha visto maggiormente coinvolti i ragazzi? «Gli studenti sono stati estrema-
Perché è importante che le scuole integrino nell'offerta didattica laboratori che mettano insieme la
059 893 111 elena.baraldi@lapam.eu
SCUOLA
storia e la tradizione artigianale? «Perché in Italia siamo tutti custodi di una cultura artistica, quindi artigianale, che è millenaria, ed è bene essere consapevoli del valore aggiunto che tale tradizione ci offre, essere quindi in grado di coglierla, e prima ancora di conoscerla, di coltivarla, per trarne quei benefici che ci rendono unici e riconoscibili a livello mondiale, dal parmigiano alla moda, per confermare sul mercato internazionale la peculiarità ambita dello “stile italiano”». Artigianato: una professione che mette insieme, anche a livello
di sintassi, l'arte con il lavoro manuale, la conoscenza costruita sull'esperienza e la fatica. Le viene in mente un momento o un episodio storico nel quale questo connubio emerge in maniera evidente? «Assolutamente il Medioevo: Giotto fu pittore, architetto “empirico”, maestro nei cantieri dove lavorava e grande imprenditore, che sapeva dirigere una grande e numerosa bottega, perché sapeva “fare”».
gianato in epoche diverse, come vede oggi il mondo dell'artigianato artistico? «Le novità tecnologiche aggiornano e facilitano una capacità e un sapere antichissimi ed è un bene perché ogni tempo ha lasciato un segno nel suo scorrere, poiché la tradizione è sempre viva e quindi in perenne cambiamento. Se non c’è cambiamento non c’è vita».
Da storico ha studiato e approfondito anche il mondo dell'arti-
Chi è Iacopo Cassigoli Da oltre un ventennio affianca l'attività di artista e pittore a quella di ricercatore e divulgatore di Storia dell'arte, occupandosi in particolare di storia sociale delle arti, della relazione tra arte, letteratura e storia della cucina tradizionale italiana, delle consonanze tra iconografia sacra medievale e antropologia religiosa. Per conto di Lapam Federimpresa
Modena – Reggio Emilia nel 2017 ha pubblicato A tavola nelle terre di Matilde di Canossa. Carta enogastronomica della Provincia di Modena. I suoi studi storico artistici sono confluiti in numerosi libri e articoli su riviste specializzate. Come pittore ha all'attivo diverse esposizioni in gallerie e istituzioni museali italiane.
Nel ruolo di educatore museale ha lavorato per il Museo Marino Marini di Pistoia, Fondazione Pistoia Musei e i Musei Civici di Pistoia. Attualmente collabora con “Lapam Confartigianato Imprese Modena Reggio Emilia” alla progettazione ed esecuzione di incontri e laboratori didattici di arte e storia delle arti per le scuole di Modena.
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L'IMPRESA DEL FARE
Holyart: l’impresa in cui il marketing non è l’unica fede Con una crescita costante e investimenti continui, l’impresa reggiana oggi è un punto di riferimento nell’e-commerce di articoli religiosi.
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on oltre 50mila articoli a catalogo, più di 95mila ordini evasi ogni anno in 160 paesi e un fatturato in costante crescita, Holyart è tra le realtà e-commerce più interessanti del web. Fondata dal sassolese Stefano Zanni, ingegnere un passato da docente alla Profingest management school di Bologna, e dal fotografo ed imprenditore Gabriele Guatteri, l’impresa nata nel 2006 è un punto di riferimento nella vendita di articoli religiosi. Dai crocefissi alle casule, dai rosari alle statue in legno, passando per presepi, arazzi, arredi sacri e prodotti dei monasteri. La grande maggioranza del catalogo è made in Italy. Una nicchia quella conquistata dall’azienda reggiana grazie a passione e competenza. Signor Zanni, come è nata l’idea di un negozio elettronico di articoli religiosi? «È stata una vera scommessa. Nel 2006 Gabriele venne da me chie-
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dendomi un consiglio. Eravamo già amici, era stato il fotografo del mio matrimonio. Insomma voleva chiudere un’attività a Sant’Ilario d’Enza, era già riuscito a vendere tutta la merce rimasta, eccetto un reparto di articoli religiosi. In quegli anni ero docente di controllo di gestione alla MBA Profingest, una posizione che mi permetteva di capire cosa si stava muovendo nell’e-commerce. Concordammo che fosse utile provare a vendere tutto online». E ci riuscì? «No. È in quel momento che abbiamo deciso di unire le forze. Io volevo imparare qualcosa sull’e-commerce lui voleva vendere questi articoli. Consideri che all’epoca, in Italia, di e-commerce non si parlava. Non c’era nemmeno una grande bibliografia sul tema. Nessuno sapeva quali fossero i KPI, le metriche e così via. Vero è che, rispetto ad oggi, c’erano più opportunità a “costo zero”. All’e-
poca, grazie all’ormai celebre pay per click, riuscivamo a portare un cliente sul nostro sito a 7 centesimi a clic, oggi per acquisire un nuovo cliente, servono dai 15-20 euro in su. Ad ogni modo, dopo qualche tempo, abbiamo iniziato a vedere i primi risultati». Dunque le competenze hanno fatto la differenza… «Quelle sono indispensabili. La domanda vera è “quali competenze devi avere?”. Oggi per chi si lancia in progetti di e-commerce, il rischio è internalizzare ciò che sai fare ed esternalizzare ciò che non sai fare. Dieci anni fa avevamo capito che era fondamentale capirne di SEO. Abbiamo investito e quella scelta ha prodotto risultati. Stessa cosa per il web marketing. Molte aziende lo esternalizzano. Nulla di più sbagliato. Se hai un brand importante forse puoi permettertelo, ma un’impresa come la nostra no. Noi abbiamo avuto il tempo di provare, sbagliare e imparare dai nostri errori».
L'IMPRESA DEL FARE Quali errori avete commesso? «Una marea. Per farle un esempio le prime centinaia di articoli caricati sul sito avevano foto picco-le e testi lunghissimi. Ecco, nell’ecommerce nessuno legge ma tutti guardano le foto». Uno degli aspetti più sorprendenti di Holyart è che fate tutto, dalle fotografie, alla costruzione delle schede prodotto, dal customer care alle spedizioni… «Sì. Abbiamo una sala foto, una sala video, un ufficio che crea le schede articolo, proprio perché i la maggioranza dei nostri fornitori non ha nulla di tutto questo. All’inizio non c’era solo la diffidenza nel farsi consegnare i prodotti dagli artigiani, dovevi anche costruire ciò che serviva per venderli online. Questa è stata la fatica più grande ma, a posteriori, anche il nostro vantaggio competitivo».
te. Noi volevamo vendere in tutte le regioni simultaneamente, mentre all’epoca ci si basava su agenti e provvigioni». Evidentemente non vi siete arresi… «Dopo una settimana trascorsa tra gli stand di Koinè, la fiera di riferimento del settore, senza una chiara manifestazione di interesse per la nostra idea, sono tornato a Sassuolo abbastanza demoralizzato. Poi, circa dieci giorni dopo, una di queste aziende, un toscano, mi ha richiamato. Voleva provare, ma alle sue condizioni. Oggi è uno dei nostri fornitori più importanti, ha avuto fiducia in noi e ha permesso a Holyart di farsi conoscere nel settore».
Holyart unisce due anime: quella digitale e quella artigianale. Come avete convinto maestranze tradizionali, addirittura monaci e suore di clausura, a vendere i loro prodotti online? «Faccio una premessa. Se fossimo stati svedesi aprire un’attività come questa sarebbe stato un problema. Anche negli articoli religiosi il made in Italy è il punto di riferimento in termini di design, bellezza e qualità. Gli artigiani e le imprese italiane anche nel nostro settore, sono riconosciuti come tra le migliori al mondo. Ma portare queste realtà sul web è stata un’impresa».
Vi paragonano ad Amazon ma forse, se vogliamo fare un parallelismo, l’esempio più adatto a cui accostarvi è Yoox… «Non siamo ne’ Amazon, ne’ Yoox. Amazon è estremamente efficiente, ma questa efficienza è anche un limite. Chi vuole vendere su Amazon deve adeguarsi a ciò che impone e molti non ce la fanno. Noi abbiamo fatto una scelta diversa, lasciando gli artigiani liberi di continuare a fare il loro mestiere e occupandoci di tutto il resto. Quanto a Yoox, è vero, abbiamo a magazzino prodotti di fascia medio alta, ma se proprio dovessi trovare un’analogia paragonerei Holyart ad un sito verti-cale dedicato ad un settore di nicchia. Nel nostro caso, con 54mila prodotti a catalogo, un marketplace tra i più completi del web».
Non si fidavano dell’e-commerce? «All’epoca si ragionava in termini di “esclusiva” perché il mercato era tutto offline. Se vendi a uno il tuo prodotto, non lo vendi ad altri. Se fai un prezzo ad uno, per altri è diverso. Ma internet elimina queste “asimmetrie” tra aziende e clienti. Inoltre il settore viveva su reti commerciali tradizionali e antiqua-
Quanto avete impiegato prima di essere un punto di riferimento? «Circa otto anni. Oggi vendiamo più all’estero che in Italia e siamo i migliori clienti per tanti artigiani. Questa credibilità però è stata guadagnata. Non abbiamo mai adottato politiche commerciali scorrette, abbiamo sempre pagato la merce puntuali, non abbiamo
mai creato problemi». Immagino che nel vostro business il ricambio generazionale sia un problema. Se scompare un artigiano senza lasciare eredi, perdete un pezzo del vostro catalogo… «È così. Mi viene in mente l’esempio di un artigiano che realizzava calici di ulivo. Quando è andato in pensione non ho più trovato calici così belli e ben fatti. È anche vero che alcune di queste realtà hanno saputo innovare parte dei propri processi produttivi, ottimizzando i costi ma rimanendo legati alla tradizione. Ma la concorrenza con altri paesi, penso alla Cina, ha portato a una politica di taglio dei costi scellerata. Soprattutto per il made in Italy. Io invece penso che esisterà sempre un pubblico che apprezza ciò che sappiamo fare meglio». Vi sentite responsabili verso queste maestranze? «Diciamo che stiamo vivendo la sproporzione tra distributore e fornitore. Siamo già diventati il miglior cliente per la maggior parte dei nostri artigiani e questa responsabilità la sentiamo. Anche per questo in tempi di crisi abbiamo adottato una politica precisa». Quale? «Non abbiamo modificato il business plan. Abbiamo deliberato un aumento di capitale importante, ci siamo indebitati molto per far fronte alla crisi enorme di liquidità, aumentato gli acquisti, accorciato temporaneamente i di pagamenti ad alcuni fornitori in difficoltà, lanciato un bonifico a 120 giorni rivolto a parrocchie e clienti premium. Anticipato una serie di investimenti previsti per il 2021. E, nonostante un -25% sul fatturato di marzo, aprile e maggio, abbiamo recuperato l’anno nei mesi successivi. Insomma abbiamo scommesso sulla normalizzazione della situazione».
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CULTURA
Per vincere è necessario togliere Dall’architettura alla manifattura passando per il marketing, alcuni esempi per fare di più con meno
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ess is more disse l’architetto Ludwig Mies Van Der Rohe, uno dei maestri insieme a Le Corbusier e Frank Lloyd Wright del movimento moderno che caratterizzò la prima metà del ‘900 e che rivoluzionò architettura, urbanistica e design. Mentre nei tempi passati l’opulenza e la complessità erano sinonimi di bellezza, maestosità e ricchezza, nel ventesimo secolo si è superata questa concezione e la semplicità ha (almeno apparentemente) pervaso ogni
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ambito della nostra quotidianità, dall’abbigliamento ai prodotti tecnologici oltre che il visual e l’industrial design. Less is more significa togliere il “non necessario”, il troppo che causa complessità e non è funzionale. Pensiamo al principio di Pareto, il famoso 80/20 riscontrato in molti sistemi complessi dotati di struttura causa-effetto, il 20% delle cause provoca l'80% degli effetti. L’esempio più conosciuto è quello che vede circa l’80% della ricchez-
za mondiale in mano al 20% della popolazione, le applicazioni sono però numerose: il 20% dei prodotti in un magazzino genera l’80% delle vendite, il 20% delle società quotate genera l’80% del valore di borsa e così via. Ovviamente si tratta di osservazioni empiriche e sono dati solo indicativi, è però interessante comprenderlo per cercare di capire cosa, all’interno della propria azienda (come nella vita) è in più e spesso non necessario e cosa invece genera del valore e
CULTURA
sul quale dovremmo concentrare maggiormente i nostri sforzi e la nostra attenzione. Un imprenditore è tale perché ha una visione che è fuori dal comune, trova opportunità dove gli altri non vedono nulla, è importante però capire quali, tra le mille opportunità e idee che possono venirci in mente, è la più significante e sulla quale vale la pena focalizzarsi per realizzarla meglio di chiunque altro. Comprendere quali sono le priorità . La prima cosa che fece Steve Jobs quando tornò in Apple alla fine degli anni ‘90 fu quella di eliminare i tanti prodotti nel loro listino non strategici per concentrarsi su pochi, pochissimi prodotti ma realizzati alla perfezione. Il suo obiettivo era quello di fare ordine e chiarezza ai loro occhi e a quelli del consumatore e questo è uno dei motivi dell'enorme successo di Apple negli ultimi 20 anni. Un buon ristorante spesso lo si riconosce dal menù che propone, quelli con troppi piatti confondono il cliente
e la percezione della qualità ne risente, anche qui, less is more. Esistono ovviamente delle eccezioni soprattutto nelle grandi corporate nate negli ultimi anni in Asia, si pensi a Xiaomi che produce elettrodomestici, monopattini e anche telefoni, tutte però sotto brand diversi, con diversi canali distributivi e promozionali. Anche Ferrero ha moltissimi prodotti nella sua gamma, però sotto il brand Nutella c’è quella e basta. Ovviamente molto dipende dalla strategia su cui si fonda la propria azienda, quanto detto vale sicuramente in un contesto di differenziazione di prodotto rispetto ai competitors dove il prezzo non rappresenta il principale driver di acquisto del consumatore. Il principio del togliere piuttosto che aggiungere può essere applicato a diversi ambiti aziendali, si pensi alla comunicazione, Apple dopo la rivoluzione di Jobs alla fine degli anni ‘90 lanciò la nuova linea di Mac con la campagna Think Different, qui il computer non era neanche citato, non si parlava di ram o di scheda grafica ma un unico, semplice messaggio ispirazionale con le figure storiche che avevano cambiato il novecento, da Muhammad Ali a Gandhi. Alcune aziende vengono ancora oggi ricordate per una singola pubblicità particolarmente efficace, semplice e di impatto fatta diversi anni addietro rispetto alle centinaia fatte successivamente. Inoltre non è necessario essere presenti in ogni canale comunicativo per poter essere di impatto (soprattutto se si è un’azienda piccola con risorse limitate), spesso è meglio concentrarsi al 100% su un singolo canale (social, TV ecc.) dove è realmente presente il proprio pubblico target e ottenere il massimo da questo. A riprova di quanto detto negli ultimi anni è tornato di moda il mi-
nimalismo, in un’epoca di abbondanza di prodotti (basta un click per comprare ciò che ci piace), di notizie e informazioni, di social network, immagini, video e contenuti più o meno utili, l’essenziale è diventato un’esigenza del consumatore e con esso la voglia di fare chiarezza, per riuscire a limitare al minimo le distrazioni e focalizzarsi solo su ciò che aggiunge valore alle nostre vite. Soprattutto per un piccolo imprenditore è difficile riuscire presidiare troppe attività, prodotti, servizi. Controllare diversi terreni può essere gratificante però significa anche più confini da proteggere e quindi maggiore vulnerabilità, una complessità eccessiva non necessaria rischia davvero di compromettere il proprio 20%. Oggi, nel mezzo di una pandemia dove l’incertezza regna sovrana ed essere imprenditore sembra davvero una missione per pochi, è necessario filtrare il superfluo e investire in modo molto mirato. Eric Ries nel libro Lean Startup parte dal concetto di lean manufacturing applicato negli anni ‘70 da Toyota volto a minimizzare gli sprechi per introdurre il concetto di startup agile, cioè mettere in discussione sistemi, processi e strutture per riuscire a ottenere il massimo con lo stesso numero di persone e ore lavoro. Che si tratti di una grande azienda, una startup o una PMI l’importante è partire da un obiettivo sostenibile nel lungo periodo e procedere a step incrementando soluzioni volte a migliorare il proprio business ma senza stravolgerlo e con un occhio di riguardo ai costi fissi che possono ingessare la struttura aziendale. Le startup innovative di successo in questo fanno scuola, con la capacità di scalare il proprio fatturato passando da 0 a 100 molto rapidamente senza necessariamente appesantirsi.
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Corsi e Formazione organizzata da FORMart Contatta le sedi Lapam per accedere a percorsi di formazione finanziata per la tua impresa Modena Gestione d’Impresa
Gestione d’Impresa
Autotrasporto
La gestione amministrativa dei rapporti di lavoro: criticità e approfondimenti
Preparazione agli esami per il conseguimento del titolo per l'esercizio di attività di autotrasporto
Obiettivo: saper gestire in autonomia l’amministrazione d’azienda, dagli aspetti basilari della contabilità clienti e fornitori alla liquidazione e relativo versamento dell’IVA. Il taglio pratico e operativo lo rende adatto sia a coloro che non hanno basi di ragioneria sia a coloro che posseggono una formazione tecnica coerente e desiderano renderla concreta per maturare autonomia operativa
Obiettivo: il corso è finalizzato a rifinire e completare le conoscenze e le capacità tecnico professionali per l’amministrazione del personale. In particolare, l’esperto di diritto del lavoro Roberto Camera (ideatore di Dottrinalavoro.it) approfondirà le principali normative riguardanti: • l’accesso del lavoratore in azienda (tipologie contrattuali) • la gestione del rapporto di lavoro • la flessibilità in uscita
Durata: 42 ore Periodo: dal 16 feb al 01 apr Costo: 470,00¤ (+IVA)
Durata: 20 ore Periodo: dal 15 dic al 09 feb Costo: 325,00¤ (+IVA)
Gestione d’Impresa
Informatica
La resilienza come capacità aziendale
Sviluppare il sito web con WordPress
Obiettivo: la resilienza è alla base della capacità di cambiare per adattarsi ad un cambiamento, in azienda potrebbe essere un elemento chiave per affrontare la crisi
Obiettivo: Il corso illustra le potenzialità e le caratteristiche della piattaforma WordPress per la realizzazione di un sito web
Corso base di contabilità generale
Durata: 15 ore Periodo: dal 27 gen al 17 feb Costo: 230,00¤ (+IVA)
FORMart Modena Via Emilia Ovest 693/8, 41123 MO
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Durata: 18 ore Periodo: dal 25 gen al 10 feb Costo: 250,00¤ (+IVA)
Obiettivo: il corso prepara i futuri gestori di imprese di autotrasporto merci conto terzi e padroncini ad affrontare con successo l’esame per iscriversi nell’Albo Autotrasportatori con autoveicoli di massa superiore a 3,5t. In aula sarà illustrato come avviare l’attività e come ottenere la licenza conto terzi Durata: 150 ore Periodo: dal 25 gen al 20 mag Costo: 1300,00¤ (esente IVA)
Benessere Qualifica di acconciatore
webinar
Obiettivo: l'acconciatore è in grado di effettuare tagli ed acconciature dei capelli e della barba conformi alle caratteristiche d'aspetto ed alle specificità stilistiche richieste dal cliente, nonché trattamenti chimico-cosmetologici del capello rispondenti alle diverse peculiarità tricologiche, utilizzando prodotti cosmetici, tecnologie e strumenti in linea con le tendenze più innovative Durata: 1800 ore Periodo: dal 14 dic al 18 lug Costo: 5.500,00¤ (esente IVA)
059 336 9911 info.modena@formart.it
Fondo Sociale Europeo Corsi finanziati a Modena L'innovazione nei processi di progettazione
Progetto: innovazione commerciale e digital marketing
webinar
Progetto: solidworks per la progettazione meccanica Obiettivo: l'evoluzione nella progettazione CAD passa dai software di modellazione 3D. Con Solidworks è possibile progettare, visualizzare e simulare le proprie idee in un ambiente virtuale, rendendo più efficace la comunicazione e la collaborazione in team, riducendo errori e tempi per la realizzazione dei prodotti Durata: 24 ore Periodo: dal 15 dic al 09 feb
webinar
Social media marketing
Obiettivo: l’utilizzo del “visual content”, ossia di immagini e video unitamente ad un contenuto scritto sul web permette di attirare l’attenzione del lettore, portandolo a condividere le informazioni apprese con i suoi amici/follower, creando “engagement” e visibilità ai luoghi di maggiore attrazione ed interesse
Sistemi bim per la progettazione edile Progetto: efficienza, sostenibilità e sicurezza nel sistema delle costruzioni
Web marketing
Obiettivo: con l’applicazione del modello BIM si apre la possibilità di ridurre i costi e gli errori di progettazione, ottenendo la massima condivisione digitale delle informazioni di progetto. Questo corso esplora i metodi e gli strumenti informatici più efficaci per la modellazione BIM, approfondisce le funzionalità dei principali software BIM e le novità legislative della normativa UNI 11337 per arrivare ad un controllo puntuale e coerente del progetto ed effettuare un’elaborazione virtuale del ciclo di vita del progetto
Progetto: innovazione commerciale e digital marketing
Durata: 24 ore Periodo: dal 28 gen al 25 feb
Durata: 24 ore Periodo: dal 16 dic al 03 feb
Obiettivo: attirare l’attenzione del cliente, attraverso contenuti scritti e video per orientarlo nella scelta dei servizi e prodotti. Potenziare l’importanza del monitoraggio del processo di vendita con il coordinamento delle singole attività Durata: 24 ore Periodo: dal 23 feb al 30 mar
Operazione Rif. PA 2019-11703/RER approvata con DEL 1336 in data 29/07/2019 co-finanziata dal Fondo sociale europeo PO 2014-2020 Regione Emilia-Romagna.
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Informatica
Reggio Emilia Gestione d’Impresa
Excel funzionalità avanzate per l’analisi dei dati webinar
Corso base di contabilità generale Obiettivo: saper gestire in autonomia l’amministrazione d’azienda, dagli aspetti basilari della contabilità clienti e fornitori alla liquidazione e relativo versamento dell’IVA. Il taglio pratico e operativo lo rende adatto sia a coloro che non hanno basi di ragioneria sia a coloro che posseggono una formazione tecnica coerente e desiderano renderla concreta per maturare autonomia operativa. Durata: 42 ore Periodo: dal 21 gen al 01 apr Costo: 470,00¤ (+ IVA)
Gestione d’Impresa
webinar
webinar
Scritture contabili per la chiusura del bilancio Obiettivo: fornire le conoscenze contabili e fiscali necessarie per effettuare le scritture di rettifica e di assestamento al bilancio di chiusura esercizio Durata: 8 ore Periodo: dal 19 gen al 02 feb Costo: 110,00¤ (+ IVA)
Obiettivo: padroneggiare le funzioni avanzate e potenti di MS Excel quale strumento di business intelligence, per monitorare, pianificare e valorizzare i dati aziendali Durata: 15 ore Periodo: da gennaio 2021 Costo: 190,00¤ (+ IVA)
Informatica
webinar
Affrontare l’estero: siti internet e portali gratuiti per affrontare le molteplici problematiche Obiettivo: Questo corso ha lo scopo di fornire agli addetti del settore importanti strumenti gratuiti messi a disposizione dalla Comunità Europea per affrontare le molteplici problematiche quotidiane Durata: 12 ore Periodo: 02 dic al 16 dic Costo: 125,00¤ (+ IVA)
Fondo Sociale Europeo Corsi finanziati a Reggio Emilia Web marketing
webinar
Sistema servizi, commercio e turismo Destinatari: il corso è rivolto a tutti coloro che vogliono sviluppare l’identità online della propria azienda o della propria attività, analizzare il proprio target e i comportamenti di acquisto sfruttando le opportunità offerte dai canali web. Ci rivolgiamo in particolare a imprenditori, liberi professionisti, gestori di attività commerciali e pubblici esercizi, società di servizi a supporto del terziario, tecnici marketing e web Obiettivo: partecipando a questo corso imparerai comprendere le logiche di funzionamento del web, a monitorare l’efficacia delle tue campagne marketing, a differenziare le azioni in funzione del target, degli obiettivi, del tuo prodotto o servizio Durata: 24 ore Periodo: da gennaio 2021
Operazione Rif. PA 2019-11703/RER approvata con DEL 1336 in data 29/07/2019 co-finanziata dal Fondo sociale europeo PO 2014-2020 Regione Emilia-Romagna.
FORMart Reggio Emilia Via Luigi Sani 7, 42121 RE
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0522 267 411 info.reggio@formart.it
Lingue Straniere
Correggio Gestione d’Impresa
webinar
English conversation: rules and functions webinar
Leggere correttamente la busta paga Obiettivo: esaminare, con un linguaggio semplice, le principali voci normalmente riportate sul prospetto paga. L’obiettivo è quello di mettere in grado anche gli inesperti, di leggere una busta paga e capire i criteri di elaborazione della stessa Durata: 8 ore Periodo: da gennaio 2021 Costo: 110,00¤ (+ IVA)
Obiettivo: il corso si prefigge di offrire ai partecipanti le conoscenze necessarie per gestire una conversazione in lingua, perfezionando la pronuncia e acquisendo padronanza delle formule linguistiche necessarie nei contesti formali e informali. Gli incontri sono strutturati su una metodologia esperienziale volta ad abbattere le barriere psicologiche e cognitive e far acquisire sicurezza e padronanza della lingua, lavorando sulla comunicazione e sulla capacità di ascolto e di interazione in situazioni diverse (telefonate, conference call ecc.). Durata: 15 ore Periodo: da gennaio a febbraio Costo: 150,00¤ (+ IVA)
FORMart Correggio Via Matteotti 7, Correggio RE
Informatica
webinar
Corso Excel Intermedio Obiettivo: padroneggiare le funzioni più ricorrenti, quelle meno intuitive e le possibilità offerte da MS Excel per gestire database di crescente complessità. Durata: 15 ore Periodo: da gennaio a febbraio Costo: 190,00¤ (+ IVA)
Informatica
webinar
Cerca(mi) su Google Obiettivo: un percorso che mette a fuoco una nuova frontiera del web marketing: Google My business. Per comprenderne i vantaggi, le caratteristiche, quando e come utilizzarlo Durata: 9 ore Periodo: da gennaio a febbraio Costo: 130,00¤ (+ IVA)
0522 694 753 info.correggio@formart.it n° 05 - 2020
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FISCO LAVORO BANDI
Lavoro Decreto Ristori I (DL 137/20) Ammortizzatori sociali covid e divieto di licenziamento Ulteriori sei settimane di ammortizzatori sociali con causale “COVID-19”, da utilizzare nel periodo compreso dal 16 novembre al 31 gennaio 2021. Il ricorso a CIG, Assegno Ordinario FIS o CIGD è potenzialmente gravato dalla contribuzione addizionale, in ragione dell’andamento del fatturato (primo semestre 2020 rispetto a primo semestre 2019). Confermato anche l’esonero contributivo, per un massimo di ulteriori 4 settimane, fruibili nei limiti delle ore di integrazione salariale già fruite nel mese di giugno 2020, per chi non dovesse far ricorso alle nuove sei settimane di cui sopra. Prorogato al 31 gennaio 2021 anche lo stop ai licenziamenti per motivi economici, individuali e collettivi, con esclusione dei casi di “passaggio” per cambio di appalto, dei licenziamenti per cessazione definitiva dell'attività dell'impresa e di quelli intimati in caso di fallimento, quando non sia previsto l'esercizio provvisorio.
SPID perché è importante averla Il Sistema Pubblico di Identità Digitale, SPID, supera - a novembre - 12 milioni di attivazioni. Come già comunicato dal Ministero del Lavoro, a breve questo sistema diventerà l’unica alternativa per accedere ai servizi Inps e Inail (in sostituzione al Pin) e da febbraio 2021 le Pubbliche Amministrazioni potranno usare solo Spid e la Cie (Carta d’identità elettronica ndr.) per l’autenticazione dei cittadini. Riepiloghiamo dunque che cos'è e come farne richiesta. Cos'è e come funziona SPID Il Sistema Pubblico di Identità Digitale SPID è la soluzione che permette di accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione (dai servizi Inps e Inail, ai pagamenti tributi
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e molto altro ancora) e dei soggetti privati aderenti con un'unica identità digitale utilizzabile da computer, tablet e smartphone. In prospettiva lo SPID servirà ai cittadini italiani per accedere ai servizi digitali di tutti i paesi UE. Come si ottiene Per ottenere le credenziali SPID è necessario rivolgersi ad un identity provider autorizzato. Sono Aruba, Infocert, Intesa, Namirial, Poste, Register, Sielte, Tim e Lepida. Gli identity provider autorizzati rilasciano le credenziali SPID con diversi livelli di sicurezza, a seconda delle esigenze di chi ne fa richiesta. Il primo e secondo livello di sicurezza sono gratuiti. Per richiedere e ottenere le credenziali bisogna possedere: un documento di identità valido (carta di identità, passaporto) e la tessera sanitaria. È necessario poi essere in possesso di un indirizzo email e di un numero di telefono cellulare. Una volta selezionato l'identity provider, bisogna inserire i propri dati anagrafici, creare le proprie credenziali SPID ed effettuare il riconoscimento. Quest'ultimo passaggio può essere fatto con firma digitale, oppure con CNS (carta nazionale dei servizi ndr), di persona e su appuntamento o da remoto tramite webcam (alcuni identity provider offrono il servizio a pagamento ndr.).
INPS ANPAL Incentivo “IO LAVORO” L’INPS ha finalmente emanato la circolare con la quale viene dato contenuto operativo all’incentivo ANPAL riconosciuto ai datori di lavoro che, nel corso del 2020, abbiano assunto o assumano soggetti “disoccupati”; se il lavoratore, al momento dell’assunzione, ha compiuto i 25 anni di età, viene richiesta - oltre allo status di “disoccupato” – anche l’assenza di un impiego “regolarmente retribuito” nei 6 mesi precedenti. L’assunzione deve avvenire con contratto di lavoro a tempo indeterminato, anche parziale; ammessa anche la trasformazione di un precedente contratto a
tempo determinato. Possibile infine accedere all’incentivo anche in caso di stipula di un rapporto di apprendistato professionalizzante.
INPS Certificazioni di malattia Covid-19 L’INPS torna nuovamente (23/10), con un terzo messaggio, sull’argomento “certificazioni delle assenze riconducibili all’epidemia COVID-19” per fornire ulteriori chiarimenti (che lasciano purtroppo ancora ampi margini di dubbio...), con particolare riferimento ai trattamenti che il datore di lavoro è chiamato ad erogare ai lavoratori tramite il consueto meccanismo “a conguaglio” tipico degli eventi indennizzati dall’Istituto. Per quanto concerne i periodi di quarantena con sorveglianza attiva o in permanenza domiciliare, affinché vi sia l’equiparazione di questa assenza alla “malattia”, con diritto al relativo trattamento economico, occorre che: • il lavoratore non possa svolgere in concreto la prestazione lavorativa (nemmeno, ad esempio, con modalità alternative quali lo smart working, se ce ne sono i presupposti oggettivi); • esista un provvedimento di natura sanitaria (e non amministrativa, come ad esempio l’applicazione di una misura restrittiva) rilasciato dall’operatore di sanità pubblica i cui estremi siano riportati nella certificazione di malattia rilasciata dal medico curante. Nella evidenza dei fatti si è invece riscontrato che, nella quasi totalità dei casi, gli estremi del provvedimento non vengono riportati nell’attestato di malattia cui ha accesso il datore di lavoro, cosa questa che rende oggettivamente problematica la gestione dei conguagli dei trattamenti economici, compito questo di competenza delle aziende.
FISCO LAVORO BANDI
Bandi Bando ripopolamento e rivitalizzazione dei centri storici colpiti dal sisma 2012 Si tratta di un bando regionale per la concessione di contributi in conto capitale che può arrivare fino all'80% delle spese sostenute. L'obiettivo prioritario del bando è quello di aumentare l’attrattività dei luoghi e l’aumento dei flussi di persone verso le aree maggiormente colpite dal sisma del 2012. La dimensione minima dell'investimento è di 10.000 euro. Beneficiari delle misura sono sia micro, piccole e medie imprese che liberi professionisti, lavoratori autonomi, associazioni, fondazioni ed enti no profit. Le domande possono essere presentate a partire dal 4 marzo 2021 e fino al 6 aprile 2021.
Sabatini e Credito d'imposta 4.0 per investimenti delle imprese Si conferma la disponibilità di risorse sull'agevolazione Nuova Sabatini anche per il prossimo anno. In seguito al recepimento dell’articolo 39, comma 1, del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito dalla legge 11 settembre 2020, n. 120, per le domande di agevolazione che presentano un finanziamento deliberato di importo non superiore a 200.000 euro (prima 100.000 euro), presentate dalle imprese alle banche e agli intermediari finanziari (es. Società di leasing) il contributo è erogato dal Ministero alla PMI beneficiaria in un’unica soluzione. Ricordiamo che la prenotazione del contributo deve essere fatta prima della conferma dell'ordine del bene e della sottoscrizione dell'operazione finanziaria. Preme anche rammentare che l'agevolazione del credito di imposta, previsto dalla Legge di Bilancio 2020,
termina il 31 dicembre 2020. Tuttavia sono ammissibili all’agevolazione anche gli investimenti confermati nel 2020 ma con consegna entro giugno 2021, purché venga versato al fornitore o ad una società di leasing, un anticipo pari al 20% del valore del cespite. Ad oggi non è noto se la Legge di Bilancio di prossima emanazione, confermerà il suddetto beneficio.
Analisi Centrale Rischi Banca d’Italia La centrale rischi Banca d’Italia è un archivio di informazioni sulla situazione debitoria della clientela (sia privati che imprese) nei confronti del sistema bancario. Conosciuta come l’archivio dei cattivi pagatori, di fatto contiene sia informazioni positive che negative. Rispecchia la situazione debitoria dell’azienda e permette di analizzare l’azienda come farebbe davvero la banca, vedendo gli stessi dati. Perché è importante? La centrale rischi può incidere anche fino al 70% nelle valutazioni di merito creditizio della banca e nella determinazione del rating che la stessa attribuisce all'azienda, influendo inevitabilmente sulle condizioni bancarie applicate. Perché da gennaio 2021 sarà ancora più importante: 1. Scadenza moratoria prestiti e mutui: dal 31 gennaio 2021 le aziende dovranno tornare a far fronte agli impegni assunti nei confronti delle banche. È consigliato quindi controllare la propria posizione sul sistema bancario per verificarne la regolarità in termine di segnalazioni. 2. Cambiano le regole sul default bancario: dal 1 gennaio 2021 le banche sono obbligate ad armonizzarsi alle nuove regole europee. Tali regole diventeranno maggiormente stringenti per le imprese. È necessario quindi che la Cen-
trale Rischi sia costantemente monitorata. 3. Si consiglia di controllare la posizione in centrale rischi anche a causa della grande quantità di liquidità erogata dalle banche tramite i vari decreti (i quali hanno previsto vari finanziamenti garantiti dal Fondo Centrale di Garanzia a condizioni agevolate) in modo tale da mantenere il controllo finanziario dell’impresa. Perché abbiamo introdotto questo servizio? La centrale rischi, considerata uno strumento “segreto” ad uso del sistema bancario, di fatto è accessibile anche alle imprese. Non solo. La normativa di Banca d’Italia prevede che le imprese possano accedere ad informazioni più approfondite rispetto al sistema bancario. Conoscere queste informazioni permette alle imprese di: • essere consapevole delle informazioni che vede la banca; • migliorare nel tempo i comportamenti per influenzare positivamente i dati in centrale rischi Per maggiori informazioni: Federico Cantelli federico.cantelli@lapam.eu 059 893111
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SUPERBONUS
110%
Ottieni il Superbonus in 3 step 1
2
3
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Analisi di fattibilità
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Verifichiamo il tuo progetto e controlliamo se può rientrare nell’ambito della detrazione al 110%
Assieme a tecnici qualificati, analizziamo i requisiti oggettivi e soggettivi del tuo progetto
Pensiamo noi alla raccolta e verifica documentale, al monitoraggio scadenze, e al visto di conformità
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