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MoRe Impresa Festival: le voci dei protagonisti

Le dichiarazioni degli ospiti della seconda edizione del festival organizzato dalla nostra associazione e dedicato a imprese e studenti del territorio

Tre giorni per parlare di lavoro, tecnologie, rapporto scuola lavoro, sostenibilità, mercato. In queste pagine raccogliamo alcune delle voci del ricco palinsesto che ha visto alternarsi sul palco della Camera di Commercio di Modena, personalità del mondo dell’Università, dell’informazione e della politica, lo scorso 13, 14 e 15 ottobre. Un’occasione per mettere a fuoco i grandi temi che ruotano intorno al mondo delle imprese e che potete rivivere sul canale You- Tube del festival promosso dalla nostra associazione e sostenuto dalla CCIAA di Modena e da molti altri partner istituzionali.

Artigianato

«Il mondo digitale è uno strumento che serve all’uomo per migliorare il proprio saper fare. Le conoscenze degli artigiani affondano le radici nelle tradizioni culturali del nostro paese. Il digitale considera ancora poco la dimensione etica tipica di chi sa fare cose belle e buone, come i nostri artigiani. Ma manualità e digitale possono essere complementari. Oggi bisogna saperli mettere insieme per dare senso ad entrambe le dimensioni».

Davide Rampello: Saggista, regista e autore televisivo, curatore del Padiglione Italia ad Expo Dubai

Informazione

«Informarsi è necessario per vivere nella nostra società e per prendere decisioni non solo nell’ambito del voto, ma anche per scegliere a quale università iscriversi o in quale settore investire, o provare ad aprire un’impresa. Per farlo ci vuole innanzitutto l’intenzione di adottare una buona “dieta mediatica” che non sia casuale o frutto del primo telegiornale carpito ad ora di cena, o dell’algoritmo dei social media a cui siamo iscritti. Dobbiamo quindi scegliere di destinare parte della nostra giornata, basta anche un quarto d’ora, ad informarci. Farlo bene permette di unire i puntini e vedere il mondo dell’informazione e delle notizie come qualcosa di accessibile e che non incuta timore».

Francesco Costa Giornalista vicedirettore del Post e saggista

Sostenibilità

«Quando parliamo di sostenibilità parliamo di impatti. Un’azienda è sostenibile quando nella propria attività cerca di ridurre i propri impatti negativi e migliorare gli impatti positivi, ambientali e sociali. Oggi le nuove competenze sulla sostenibilità sono molto richieste dalle imprese, stanno diventando un ingrediente per entrare nel mondo del lavoro. Attenzione agli impatti ambientali, capacità di innovazione, orientamento al problem solving sono competenze legate alle sostenibilità e vere leve per entrare nel mondo del lavoro».

Stella Gubelli Responsabile Area Consulenza ALTIS Università Cattolica

Formazione

«Il rapporto tra scuola e impresa è fondamentale, lo è sempre stato e lo sarà ancora di più grazie ai paradigmi imposti dalla quarta rivoluzione industriale, dove al centro non ci sono le tecnologie ma le persone. Persone competenti e professionali ma che hanno anche consapevolezza del senso di ciò che stanno facendo. Questo implica un’apertura verso l’apprendistato scolastico, quello di alta formazione, l’alternanza formativa e l’uso dei tirocini. Ma attenzione, un uso buono e coerente e non un abuso come talvolta si registra nel mondo del lavoro».

Michele Tiraboschi Giuslavorista e professore di diritto del lavoro

«Attraverso il racconto ai più giovani, i nostri imprenditori e imprenditrici possono trasmettere conoscenze e riuscire in modo immediato e comprensibile, grazie alle loro emozioni e alla loro sensibilità. Possono dare un grande esempio e un messaggio di fiducia molto importante ai più giovani, cioè quello di costruire un futuro anche attraverso un’esperienza d’impresa».

Elisabetta Pistocchi Direttore FORMart: ente di formazione Confartigianato

Catene globali del valore

«Stiamo assistendo ad un incremento generalizzato dei prezzi. È un aumento che si protrarrà nel medio termine, perché non è legato solo alle dinamiche innescate da Covid, ma anche da aspetti socio-politici e dalla crisi climatica in atto. Per alcuni settori, come l’alimentare, sarà ancor più evidente. Pensiamo all’aumento, stimato intorno al 20%, del prezzo della pasta. È dovuto alla siccità e alla minor capacità produttiva delle imprese. La riduzione delle risorse poi è collegato alla insostenibilità del nostro modello produttivo. Tutto questo cambierà quando le imprese implementeranno nuovi modelli che valorizzino le materie prime seconde e riducano la necessità di materie prime, puntando quindi su un modello di economia circolare».

Valentina De Marchi Professoressa associata presso l’Università di Padova Dipartimento di Economia e Management Marco Fanno

Il futuro delle città

«L’artigianato, i pubblici esercizi e le attività commerciali hanno sofferto gli effetti delle misure imposte per limitare le conseguenze della pandemia. L’amministrazione comunale di Milano ha quindi provato a sostenere queste attività con una serie di misure concrete, come la possibilità di disporre i tavolini all’aperto con l’abbattimento totale del canone di locazione e di sgravi sulla fiscalità locale. Ma non sono solo questi gli interventi necessari per sostenere un comparto che nel complesso sta vivendo un fase di trasformazione. Noi abbiamo molto insistito sulle possibilità di incentivare l’evoluzione delle attività commerciali verso spazi ibridi, cioè luoghi del commercio tradizionale che mescolano altre funzioni di natura culturale e sociale e credo che questa sia una delle frontiere più interessanti rispetto a cui Milano si sta orientando».

Cristina Tajani Ex-Assessora alle Politiche del Lavoro, Attività Produttive, Commercio e Risorse Umane del Comune di Milano, autrice del saggio “Città Prossime”

«A Modena ci stiamo muovendo insieme per costruire una prospettiva del dopo Covid. Abbiamo deciso di potenziare l’iniziativa “Tavolini sotto le stelle”, di avere una serie di attività che valorizzi il centro storico, patrimonio Unesco, custodendolo e valorizzandolo al meglio, per avvicinare i cittadini e farli incontrare, anche attraverso le nuove tecnologie, agli artigiani e ai commercianti che qualificano nel nostro centro storico».

Gian Carlo Muzzarelli Sindaco della città di Modena

«La tecnologia sta facendo balzi in avanti notevoli per rendere le nostre città più vivibili. Grandi città come Amsterdam, Londra, Parigi, Barcellona, ma soprattutto in Asia, stanno utilizzando i dati degli smartphone, delle auto o delle telecamere di sorveglianza, per migliorare la gestione della mobilità, delle aree di parcheggio, della logistica collegata ai servizi. Ovviamente ci sono problemi di privacy legati a questi strumenti, ma è indubbio che stanno migliorando la vita delle aree urbane. L’innovazione più importante, a mio avviso, non è però quella tecnologica ma quella sociale. Si tratta di superare il concetto di città così come era stata costruita un secolo fa, con tante aree specializzate ad esempio per l’intrattenimento, per le attività produttive o per i servizi. La vera sfida è costruire nuclei più vivibili per i cittadini, dove siano presenti tutti i servizi essenziali, insieme a quelli più innovativi come i coworking o i fablab. Dove trovino spazio forme ibride e sostenibili di vita sociale, davvero a misura d’uomo».

Massimo Cerofolini Giornalista, conduttore radiofonico e sceneggiatore

Innovazione

«Stiamo assistendo ad una forte implementazione delle nuove tecnologie all’interno delle piccole e medie imprese italiane, incentivate da politiche pubbliche come il Piano Impresa 4.0, ma anche da trasformazioni repentine e radicali come il lockdown imposto durante la pandemia. Tuttavia questi cambiamenti creano anche delle differenze profonde fra imprese. Ci sono quelle maggiormente in grado di comprendere e adattarsi e imprese che fanno più fatica e per le quali l’adattamento è più complesso. Il nostro ruolo come Digital Innovation Hub di Confartigianato è quello di includere quante più imprese possibili in questi percorsi virtuosi di innovazione tecnologica e digitale. È un lavoro complicato perché molte di queste tecnologie richiedono competenze forti e una capacità di innovare anche radicalmente il proprio business, ma crediamo che grazie al giusto accompagnamento questa transizione possa essere il più inclusiva possibile».

Paolo Manfredi Responsabile per la strategia digitale e l’innovazione delle imprese associate a Confartigianato Imprese

«La mia percezione dal punto di vista universitario è che ci sia una grande richiesta di competenze di alto livello e di competenze nuove, soprattutto legate all’ambito dell’intelligenza artificiale, del machine learning e di tutte quelle competenze che è impossibile avere se non si ha il tempo di formarsi con calma. L’università secondo me ha questo vantaggio, acquisire conoscenze veramen- te aggiornate e pronte per essere utilizzate nel mondo del lavoro e che l’impresa fa fatica a sviluppare ed avere proprio perché impegnato in tante altre attività. Credo che si debba partire da qui per far sì che l’università vada incontro alle aziende».

Costantino Grana Professore Ordinario e Presidente del Consiglio dei Corsi di Studio di Ingegneria Informatica presso il Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”

«L’innovazione digitale in tutte le sue forme, dall’intelligenza artificiale all’analisi dei big data al machine learning, sta entrando sempre più velocemente nel mondo dell’impresa. Quello di cui oggi forse c’è bisogno è fare più cultura e comunicazione intorno a questi temi. Condividere esperienze dato che si tratta di un ambito in cui l’ibridazione delle competenze, il contatto, il far rete hanno un valore inestimabile. C’è poi un falso mito da sfatare, ovvero che le tecnologie di cui abbiamo parlato riguardino solo le grandi imprese. Trovano invece applicazioni molto efficaci in qualunque realtà dimensionali».

Gianluca Dotti Giornalista scientifico freelance e divulgatore

E-commerce

«È difficile dire se l’e-commerce sia alla portata di tutti. Sicuramente serve un investimento iniziale non irrilevante, poi bisogna investire anche per focalizzare specificità del proprio business e per promuovere il proprio e-commerce e riuscire anche ad avere un certo senso del mercato. Cioè molto spesso è necessario fare un’analisi prima di aprire un e-commerce risulta decisivo ai fini del successo stesso dell’e-commerce. È però alla portata di molte più aziende rispetto a qualche anno fa perché i costi della tecnologia si sono enormemente abbassati».

Gianluca Diegoli Marketer , saggista, fondatore e docente della scuola Digital Update

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