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Perché è importante parlare di scuola media?

Il suo ruolo è fondamentale nel guidare le giovani generazioni verso un futuro più consapevole.

La scuola media oggi dovrebbe consentire agli studenti di acquisire contenuti di qualità, accrescere la loro capacità di lavorare in autonomia e orientare le scelte di studio in modo consapevole, guardando alle reali necessità del mondo del lavoro con una prospettiva ad ampio respiro, che non si limiti alla propria comfort zone. Nella carta dei valori della nostra associazione compare da sempre la “diffusione della cultura del lavoro autonomo”, da oltre 10 anni infatti cerchiamo di trasmettere agli studenti delle scuole superiori delle nostre due province, con appuntamenti sempre più richiesti, il valore del “fare impresa”. Accanto a questo ruolo si è affiancato negli ultimi anni anche quello di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, per cercare di contrastare il mismatch che caratterizza ultimamente il nostro territorio: oggi infatti oltre un giovane su dieci non trova lavoro e le aziende faticano a trovare un candidato su tre (Elaborazione del nostro Ufficio studi su dati da Istat-ANPAL, Sistema Informativo Excelsior). Per questo motivo cerchiamo sempre più di collaborare con le scuole medie per attivare un orientamento efficace che possa essere soddisfacente per i ragazzi, le ragazze, le loro famiglie e il tessuto economico sociale in cui vivono. Secondo un interessante studio della Fondazione Agnelli però, da tempo la scuola media fatica a svolgere i propri compiti, gli studenti imparano meno dei loro coetanei europei e degli altri paesi avanzati, ma quel che è peggio è che queste tendenze erano già evidenti dieci anni fa e nulla è cambiato (Rapporto Fondazione Agnelli del 2011).

Cosa sappiamo degli studenti di scuola media?

La Fondazione Agnelli ha osservato gli studenti di scuola media in Italia, analizzando i loro risultati scolastici e come questi siano influenzati dai divari sociali, territoriali e di genere, interrogandosi su come vivono la scuola e sul loro benessere. Il quadro che emerge non è confortante soprattutto per l'insoddisfacente qualità dei loro apprendimenti e la difficoltà a orientarsi nelle scelte future.

Tra le principali evidenze emerse dallo studio della Fondazione:

- i risultati peggiorano: l'Italia è uno dei paesi dove gli apprendimenti peggiorano di più rispetto a quanto ci si aspetterebbe dai risultati della primaria, scendendo sotto la media OCSE (Fonte TIMSS);

- i divari pesano di più: la scuola media non riesce a ridurre ma spesso accentua disuguaglianze sociali, divari territoriali e di genere, differenze di origine già evidenti nei risultati della scuola primaria (Fonte invalsi);

- gli studenti non stanno bene a scuola: non è solo un problema di apprendimento, ma anche di come vivono la scuola, come percepiscono il loro benessere e il loro impegno (Fonte: HBSC);

- non hanno idee chiare sul futuro e rischiano scelte poco consapevoli: uno studente su quattro non ha le idee chiare su che cosa fare dopo la scuola media, i figli di genitori con titolo di studio più basso sono più indecisi dei figli dei laureati e l’origine delle famiglie non influisce, gli stranieri di seconda generazione infatti sono indecisi come gli italiani. Anche le differenze di genere non pesano sulla scelta: maschi e femmine sono ugualmente indecisi (Fonte: Fondazione Agnelli).

Gli studenti non sono gli unici attori nella scuola, cosa sappiamo dei docenti?

La qualità degli insegnanti è cruciale per il processo di apprendimento ed è un tema decisivo per il futuro della scuola italiana in generale. Lo studio della Fondazione Agnelli ha quindi spostato la propria attenzione anche sui docenti di scuola media, dei quali ha studiato il profilo in relazione a mobilità, età, prestigio sociale, contratto e carriera, formazione disciplinare e didattica. Innanzi tutto ha riscontrato che per gli insegnanti di scuola media ci sono criticità superiori agli altri gradi scolastici.

Tra le principali evidenze:

- gli insegnanti cambiano spesso scuola a causa di mobilità e trasferimenti, la scuola media infatti fatica di più a trattenere i propri docenti, penalizzando la continuità didattica (Fonte: Ministero Istruzione);

- ci sono più insegnanti precari: ci sono più contratti a tempo determinato rispetto ai colleghi della primaria o delle superiori; la percentuale è molto elevata fra gli insegnanti di sostegno (Fonte: Ministero Istruzione);

- non c’è ricambio generazionale: rispetto a 10 anni fa il numero dei docenti di ruolo nello scorso anno scolastico è rimasto stabile e non c'è stato ringiovanimento (Fonte: Ministero Istruzione);

- gli insegnanti sono poco valorizzati: in Italia infatti la carriera di docente è meno ambita rispetto ad altri paesi, perché la professione non gode di adeguato riconoscimento in termini di prestigio, retribuzione e carriera. Nel nostro paese per un docente su tre l'insegnamento non è la prima scelta professionale (Fonte: OCSE);

- non sempre sono efficaci nella didattica: sembrano infatti in maggiore difficoltà rispetto ai colleghi delle primarie nell'uso efficace di diverse metodologie didattiche (Fonte: Fondazione Agnelli e INVALSI). Solo quattro insegnanti su dieci si sentono molto o abbastanza preparati su didattica della disciplina (46,6%) e pedagogia e pratica d'aula (41,4%) ma fra i docenti italiani di scuola media solo l'11% sente il bisogno di formazione didattica (Fonte: OCSE).

Come dare più qualità quindi e restituire alla scuola media un ruolo centrale nella formazione delle giovani generazioni per migliorare gli apprendimenti, ridurre le disuguaglianze, orientare a scelte più consapevoli?

Resta necessario agire per rinnovarla in profondità, in primo luogo elevando la qualità della didattica ed estendendo il tempo scuola. I sistemi d'istruzione che in questi anni sono riusciti a migliorare i propri risultati hanno puntato soprattutto sulla qualità e la valorizzazione professionale dei docenti. Si rendono necessari percorsi di formazione iniziale per la secondaria con forte orientamento alla didattica e l’istituzione di un percorso universitario specifico per l'insegnamento nella secondaria. Sarebbe inoltre utile integrare apprendimenti teorici e pratica d'aula e prevedere una formazione in servizio obbligatoria, che comprenda un costante aggiornamento sull'evoluzione dei metodi di insegnamento e una periodica valutazione. Per favorire il ruolo della scuola media come cruciale nel percorso di orientamento al futuro la Fondazione Agnelli, nel proprio report suggerisce di introdurre strumenti e metodologie didattiche che favoriscano la valorizzazione delle inclinazioni personali e forniscano indicazioni e supporto alle scelte future degli studenti, ad esempio con piani di crescita individuali, didattica per compiti di realtà e didattica per sviluppare competenze mediante attività che abbiano un collegamento col mondo reale e con gli interessi dei singoli studenti, stimolando così la motivazione ad apprendere e le loro aspettative di riuscita. La nostra associazione considera il rapporto con le scuole come prioritario, continuerà quindi a collaborare con loro attraverso un dialogo costante che possa aiutare questo processo di profondo rinnovamento che è necessario e urgente nelle scuole medie, ma che sicuramente è utile anche negli istituti superiori, affinché gli studenti e le studentesse possano fare le proprie scelte in campo scolastico e professionale in modo consapevole.

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