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L’impennata dei prezzi dell’energia blocca la produzione di Adblue, l’additivo necessario per diesel euro 5 e 6
Una situazione delicata e che rischia di avere pesanti ripercussioni
Un nuovo problema si affaccia sul prossimo futuro di automobilisti e autotrasportatori italiani. La mancanza di urea, additivo derivato dall’ammoniaca che riduce le emissioni dei motori diesel Euro 5 ed Euro 6. A farne le spese sono auto e camion di ultima generazione e, quindi, gli automobilisti e gli imprenditori che recentemente hanno cambiato automezzo o rinnovato la flotta aziendale. Il problema è stato generato dall’interruzione di fabbricazione dello stabilimento ferrarese di YARA, uno dei più grandi produttori al mondo di questo additivo, tra fine ottobre e le prime settimane di novembre. Una situazione comune ad altre stabilimenti in Europa a causa degli alti costi energetici che costringono a produrre in perdita l’Adblue. Le scorte hanno così iniziato a scarseggiare a fine ottobre, con conseguente impennata dei prezzi. Secondo Confartigianato Trasporti i prezzi di Adblue hanno causato fenomeni di accaparramento e speculazione tra i rivenditori, facendo passare il prezzo al litro da 25 a 50 centesimi di euro. Un vero danno se consideriamo che un camion consuma tra i 70 e gli 80 litri di Adblue in un mese e in Italia ci sono 1,5 milioni di camion che usano questo additivo. Una circostanza che rischia di avere conseguenze disastrose. Chi viaggia con veicoli Euro 5 ed Euro 6, e deve quindi usare l’urea, rischia un blocco forzato. Questo additivo, infatti, è fondamentale per l’accensione del motore. Una minaccia che vale per il comparto dell’autotrasporto, e di conseguenza per tutto il sistema economico che basa logistica e distribuzione sul trasporto su gomma, e che avrebbe un impatto potenziale su milioni di singoli cittadini, che utilizzano autovetture di quelle categorie per muoversi in città e in tutto il Paese, per andare al lavoro, a fare la spesa e in tanti momenti della quotidianità. Inoltre Confartigianato Trasporti ha evidenziato nei giorni scorsi l’effetto paradossale di danneggiare le imprese che hanno fatto sforzi per acquistare veicoli meno inquinanti e ottenuto dal governo una serie di impegni per calmierare la situazione e garantire la ripartenza degli impianti di produzione di AdBlue. È tuttavia evidente come le ripercussioni dell’energy crunch di cui parliamo più approfonditamente anche a pagina 43 sta avendo conseguenze inaspettate ed estese, in una fase di rimbalzo dell’economia che pare più fragile del previsto.
Il versamento delle quote di iscrizione all’Albo va effettuato entro il 31 dicembre
È stata fissata per il 2022 la quota del contributo annuale che le imprese iscritte all’Albo nazionale degli autotrasportatori devono corrispondere ai sensi e per gli effetti dell’articolo 63 della legge n.298 del 1974. Il versamento del contributo va effettuato attraverso il Portale dell’Albo, accedendo all’apposito applicativo “Pagamento quote” con le proprie credenziali personali. Il versamento va effettuato tra la prima settimana di novembre e il 31 dicembre 2021, con due modalità