LA PAUSA - N.14

Page 1


NATURA

VIAGGI 04

>> Marostica >> La partita di scacchi più viva del mondo

TELEFILM >> House of cards

ANNO 2

>> Il parco nazionale dello Tsavo

LIBRI 20

MODA >> Ombrello

08

22

>> Nuovo dizionario delle cose perdute >> Il baco da seta

SPORT

32

N.14

Rivista on-line Gratuita ------------------------------------------------------------------------------------------

DIRETTORE RESPONSABILE Pasquale Ragone

DIRETTORE EDITORIALE Laura Maria Gipponi HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Diana Ghisolfi, Nicola Guarneri, Luca Romeo, Gianmarco Soldi, Rachele Donati De Conti, Angela Fontana, Gianluca Corbani, Simone Zerbini, Maurizio Gussoni, Serena Cominetti, Moira Delmiglio, Francesco Cianciarelli, Andrea Malavolti Masselli, Gaia Badioni, Laura Maggenghi, Matteo Pigoli, Riccardo Ronchi, Valeria Corradi, Hailie Leveaux, Ester DIREZIONE_REDAZIONE_PUBBLICITA’ AURAOFFICE EDIZIONI S.R.L. a socio unico Via Diaz, 37 _ 26013 Crema (CR) Tel 0373 80522 _ Fax 0373 254399 www.auraofficeedizioni.com GRAFICA E IMPAGINAZIONE Stile Libero adv_Francesco Ettari_Cremona www.lineastilelibero.it ©Testi e foto non possono essere riprodotti senza autorizzazione scritta dell’Editore. Le opinioni espresse negli articoli appartengono ai singoli autori dei quali si intende rispettare la piena libertà di espressione.

Registrato al ROC n°: 23491 iscrizione al Tribunale N: 1411V.G. dal 29 ottobre 2013

36

>> Mondiali di Pallavolo

FITNESS 46

>> La ginnastica per il viso

SCIENZA E TECNOLOGIA >> Dispositivi 2in1

54

EVENTI >> Oktoberfest

62

GAMES >> Fifa15

72

FOTO DEL LETTORE >> Le foto del mese

78


ANIMALI

FILM

>> Il rinoceronte nero

12

MUSICA

16

>> Prossimamente al cinema

ASCOLTATI DA HAILIE 26

>> Tesseract

SPORT MINORI >> Kabaddi e Jorkyball

40

SALUTE E BENESSERE 48

>> Apparato tegumentario

ARTE

>> Elle >> Rebis

30

MOTORI >> Kawasaki 500

42

SPECIALE VACANZE 50

>> Notti magiche nel mondo

CASA & DESIGN 58

>> Festival della Letteratura di Mantova

FUMETTI

>> Il maestro misterioso >> Manga

64

BUONGIORNO, ESTER! >> La lettera del mese

74

>> Case sull'albero

60

CURIOSITÀ >> Settembre

68

CUCINA >> Crostata >> Fagiano all'uva

76

Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l’orologio per risparmiare il tempo. Henry Ford

140 MILA PERSONE LEGGONO “LA PAUSA”

PER INFORMAZIONI CONTATTACI: Tel 0373 80522 _ commerciale@lapausa.eu


VIAGGI | MAROSTICA

Marostica Tradizione ed enogastronomia, divertimento e passione per il territorio: Marostica, nel cuore pulsante del Veneto, è il connubio tra folclore e attualità, tra agricoltura e turismo

di Serena Cominetti – serena.edizioni@auraoffice.com

04


C’è un piccolo angolo di paradiso ai piedi dell’altopiano di Asiago, a pochi passi da Bassano del Grappa: è Marostica, cittadina vicentina famosa per la partita a scacchi a personaggi viventi e per la ciliegia. Marostica è una cittadina deliziosa: dalla statale si può ammirare il Castello superiore scendere lungo la collina con due lunghe mura, simili a braccia, che raggiungono il Castello inferiore racchiudendo il borgo antico come in un affettuoso abbraccio. Nel centro storico ci si sposta facilmente a piedi: l’auto resta nei parcheggi di cintura, mentre passeggiando si raggiuge la parte più antica del borgo. Si passa sotto gli archi delle mura storiche e, camminando sui sanpietrini, si raggiunge la Piazza degli scacchi, cuore pulsante della città sia per quanto riguarda

l’ospitalità sia per le manifestazioni. Qui si svolge la famosa partita a scacchi a personaggi viventi, ma anche i concerti, gli spettacoli e le manifestazioni come la sagra delle ciliegie. Marostica, infatti, ha depositato il marchio IGP per la produzione di questo frutto che caratterizza l’economia e il profilo della zona. Dall’uscita dell’autostrada fino a Bassano del Grappa si guida lungo la statale che taglia i filari di ciliegi: una gioia per gli occhi in primavera quando le piante sono in fiore. Caratteristici anche i chioschi lungo il ciglio della strada: tra aprile e maggio gli agricoltori vendono gli asparagi bianchi (specialità locale), quelli verdi e persino quelli selvatici, che il mese successivo lasciano spazio alle ciliegie e, infine, alle taccole.


VIAGGI | MAROSTICA

06

Dal centro storico si può facilmente raggiungere a piedi anche il Castello superiore: la scampagnata tra il verde del bosco che caratterizza la collina su cui si erge il castello è alla portata di tutti, anche dei meno allenati, che possono godersi la passeggiata dei Carmini al Castello superiore. Interessanti anche le numerose chiese presenti a Marostica: piccole e luminose, si tratta proprio di gemme incastonate qua e là nel borgo. I veneti sanno essere ospitali e preparati: parlano con passione del proprio territorio e delle manifestazioni che vi si svolgono. Tante le specialità da provare in

Veneto, più o meno stagionali: trippe, risi e bisi, baccalà alla vicentina, polpette, coniglio alle erbe, fegato alla veneziana, asparagi e uova alla bassanese, fagioli o il maccafame (dolce a base di pane raffermo). Vale perciò la pena spendere una notte in questa cittadina: programmare un weekend in prossimità di una festa o di una manifestazione può essere l’occasione ideale per godere dell’ospitalità veneta, gustare i prodotti del territorio (non dimentichiamo che tra vino e grappe c’è l’imbarazzo della scelta) e divertirsi tra gli eventi organizzati e gli scorci della cittadina.


La partita di scacchi piu' viva del mondo Una scacchiera, due giocatori, 24 pedine, 600 figuranti, 4000 spettatori, 4 repliche, due anni di attesa. Sono i numeri alla base della partita a scacchi di Marostica in programma dal 12 al 14 settembre nella piazza caratterizzata proprio dalla maxi scacchiera di Serena Cominetti – serena.edizioni@auraoffice.com

Un gioco antico, come la tradizione dell’appuntamento biennale di Marostica: la partita a scacchi a personaggi viventi è uno degli eventi più attesi in Veneto. Ma da cosa nasce questa tradizione? La leggenda, narrata da MIRKO VUCETICH nel 1454, parla del castellano di Marostica e di sua figlia Lionora contesa tra due pretendenti. Per evitare la guerra il sovrano decide di dare in sposa al vincitore di una partita a scacchi che, come da un editto della Serenissima, doveva essere giocata con pezzi «grandi e vivi». La tradizione della partita è stata riscoperta quasi un secolo fa e da allora conquista migliaia di spettatori, complici anche i costumi medievali e la scenografia della piazza a scacchiera racchiusa tra le mura del Castello superiore e inferiore. Non solo gioco, ma spettacolo vero e proprio con la sfilata di personaggi in costume (pezzi, alfieri, dame, commedianti…) e lo scintillio dei fuochi d’artificio che celebrano il vincitore. Lo spettacolo pirotecnico, sempre secondo la leggenda, si svolge solo se è l’innamorato di Lionora a vincere la partita. Curiosi di sapere com’è finita la prima partita della storia? Non ci è dato sapere chi abbia sposato Lionora!

La Partita a Scacchi di Marostica a personaggi viventi Venerdì 12 e sabato 13 settembre, ore 21 Domenica 14 settembre, ore 17 e ore 21 Informazioni: Associazione Pro Marostica 0424 72127 – 0424 470995 info@marosticascacchi.it www.marosticascacchi.it Prevendite www.vivaticket.it


NATURA | IL PARCO NAZIONALE DELLO TSAVO

08

Il parco nazionale dello Tsavo

Nel cuore del Kenya la tappa imperdibile per gli amanti di un’avventura selvaggia! di Diana Ghisolfi – dianaghiso@gmail.com

Nella zona sud-orientale del Kenya sorge il parco nazionale dello Tsavo, l’area naturale protetta che prende il nome dal fiume che la attraversa. Il parco viene istituito nel 1948 e subito viene suddiviso in due parti per ragioni di amministrazione: la strada che da Nairobi va a Mombasa (la A109) e la ferrovia costituiscono la linea divisoria tra est e ovest. L’area, che comprende una superficie di 21˙000 chilometri quadrati circa, è gestita dal Kenya Wildlife Service, un ente che si occupa della salvaguardia del patrimonio naturale dello Stato. Il parco nazionale dello Tsavo est è la zona

più pianeggiante, caratterizzata da grandi distese di savana, dal fiume Galana, che nasce dall’incontro tra lo Tsavo e l’Athi, e dalle sue cascate, le Lugard Falls. Degno di nota è anche l’altopiano Yatta, lungo 190 chilometri e largo 10, che risulta essere la maggiore superficie lavica del mondo. Si possono incontrare inoltre le dighe di Aruba e il Mudanda Rock, una roccia alta 20 metri e lunga 1,5 chilometri con una diga alla base, meraviglie naturali che lasciano gli occhi curiosi dei turisti spalancati in un’espressione d’incanto. Un’altra emozione viene regalata dal birdwatching grazie alla varietà di uccelli


che popolano la zona.Tra le pianure secche e gli stagni paludosi del parco est vive la fauna più diversa e abbondante del Kenya, numerosissimi animali tra cui i cosiddetti Big Five, ovvero i leoni , gli elefanti, i leopardi, i rinoceronti e i bufali. Grazie alla notevole biodiversità del territorio, una parte del parco è riservata alla ricerca scientifica e per questo inaccessibile ai turisti. Il parco nazionale dello Tsavo ovest invece è più differenziato per conformazione territoriale, ma anch’esso

abbonda di specie faunistiche tra le più diverse. Si passa da montagne aride a colline vulcaniche e pianure alluvionali, da boschi di acacie a boschi di palme, da fiumi sotterranei a un lago tranquillo, il Jipe. La grotta situata al centro della colata lavica di Shetani, una distesa di lava lunga 8 chilometri e larga 1,5, è una meta di grande interesse geologico. Un’altra meta capace di emanare fascino e catturare l’attenzione dei visitatori sono le Mzima Spring, piscine naturali formate dall’acqua delle colline vulcaniche che scorre sotto la crosta lavica e permette a un gran numero di creature di dissetarsi e bagnarsi, tra cui gli ippopotami e i coccodrilli giganti. Il parco oltre a ospitare la più grande popolazione di elefanti bacca rossa, si preoccupa di salvaguardare i rinoceronti africani attraverso un’oasi; più precisamente alla base delle colline di Ngulia si trova lo Tsavo Rhino Sanctuary, una riserva recintata da una speciale siepe elettrica


NATURA | IL PARCO NAZIONALE DELLO TSAVO

10

adatta per gli animali selvatici, che garantisce la libertà, il benessere e la possibilità di riprodursi ai rinoceronti. Istituita nel 1986 e sorvegliata 24 ore su 24, la riserva è un’ottima alternativa per la sopravvivenza dei rinoceronti tra la morte per mano dei bracconieri e gli

zoo. L’idea è della Born Free Foundation, un’organizzazione inglese che ha come scopo l’abolizione degli zoo e che ha ottenuto il sostegno del governo kenyota per dare vita al santuario. In Africa infatti i rinoceronti sono una preda preziosa per i cacciatori perché le loro corna vengono considerate miracolose dalla medicina cinese e quindi hanno un riscontro economico altissimo nei Paesi dell’Estremo Oriente. Nonostante i divieti, il bracconaggio è talmente diffuso che è divenuto incontrollabile e i rinoceronti sono stati decimati. Il periodo migliore per visitare questi paesaggi va da luglio a novembre oppure da gennaio a marzo. Una giornata di safari è un’avventura unica per conoscere e immergersi appieno in un mondo così diverso dalle nostre città frenetiche.



ANIMALI | IL RINOCERONTE NERO

Uno degli animali simbolo dell’Africa

Il rinoceronte nero Quando un corno vale un’estinzione di Diana Ghisolfi – dianaghiso@gmail.com

12

Al momento esistono cinque specie di rinoceronte e undici sottospecie. Il rinoceronte indiano, quello di Giava e quello di Sumatra vivono in Asia, mentre gli altri due, il rinoceronte bianco e quello nero, in Africa. Il XX secolo ha visto una grave diminuzione del numero degli esemplari di rinoceronte nero, tra il 1970 e il 1992 la popolazione infatti è diminuita del 96% passando da 70˙000 rinoceronti a 2˙400. L’International

Rhino Foundation ha annunciato che attualmente restano in vita circa 5˙000 rinoceronti neri. Nel luglio del 2006 l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha dichiarato una delle quattro sottospecie, il rinoceronte nero dell’Africa occidentale (Diceros bicornis longipes), ufficialmente estinta. Diverse associazioni si preoccupano di salvare questa specie, che occupa un posto di rilievo tra i Big Five d’Africa, cioè uno degli


animali simbolo del continente nero. Un esempio di realtà a tutela di questi animali è il Santuario dei rinoceronti costruito nel parco nazionale dello Tsavo in Kenya. La causa principale di questa costante decimazione è il bracconaggio. Illegalmente i bracconieri cacciano i rinoceronti per impossessarsi dei loro corni e venderli in Asia, dove sono considerati terapeutici per la medicina tradizionale cinese. Anche la disintegrazione dell’habitat naturale contribuisce a mettere in pericolo questo splendido mammifero appartenente alla famiglia Rhinocerotidae. Originario delle zone orientali e centrali dell’Africa, il Diceros Bicornis è di colore grigio, bruno o bianco, a differenza del nome che gli viene dato. Lo si trova nelle praterie, nelle savane e nelle boscaglie tropicali. Un esemplare adulto è alto 140-170 centimetri, è lungo 3,3-3,6 metri e pesa tra gli 800 e 1˙400 chilogrammi. I pregiatissimi

corni sono due: il più grande è posizionato sopra il naso e la sua misura varia dai 50 ai 140 centimetri di lunghezza, l’altro, più vicino alla fronte, misura generalmente 55 centimetri. Il rinoceronte è erbivoro, si nutre di foglie, ramoscelli, germogli e frutta e i corni sono utili per scavare tra le radici dei cespugli e spezzare i rami da cui prendere nutrimento. Diversamente dal rinoceronte bianco, quello nero è più piccolo, non ha la gobba sul dorso ed ha un labbro superiore affusolato, ideale per acciuffare l’erba e le foglie. Il cibo viene cercato e consumato al mattino e alla sera, mentre durante il resto della giornata, quando il sole è cocente, il rinoceronte nero è solito rotolarsi nel fango o nella polvere per raffreddare la temperatura corporea e per stare lontano dai parassiti. Lo strato di pelle che lo ricopre è duro e spesso, funge da corazza protettiva ma al tempo stesso è la sede di ospiti indesiderati, che sono il nutrimento di bufaghe e garzette,


ANIMALI | IL RINOCERONTE NERO

14

uccelli che si appoggiano sul dorso del rinoceronte. I rinoceronti sono animali solitari e per nulla territoriali a eccezione del periodo degli accoppiamenti, che può collocarsi in qualsiasi momento dell’anno, anche se le nascite risultano più numerose quando termina la stagione delle piogge. Durante il corteggiamento, le femmine comunicano la loro disponibilità attraverso tracce di urina e cumuli di escrementi. I maschi seguono le tracce grazie all’olfatto molto sviluppato. Una volta raggiunta la femmina e seminati gli altri maschi, la coppia resta insieme qualche giorno oppure qualche settimana. Il periodo di gestazione dura 15-16 mesi, al termine dei quali viene partorito un piccolo che pesa circa 30 chilogrammi e che seguirà la madre dopo appena tre giorni di vita. I due resteranno

insieme per almeno due o tre anni, finché non nascerà un nuovo piccolo. La maturità sessuale del rinoceronte viene raggiunta attorno ai 7 anni. L’aspettativa di vita di un rinoceronte nero è di 35 anni e in cattività arriva anche ai 45. Oltre alla comunicazione amorosa, sono stati individuati diversi tipi di vocalizzazione che il rinoceronte emette per indicare un pericolo imminente, la sorpresa di un nuovo arrivato, la paura e la rabbia. Famoso è il temperamento aggressivo del rinoceronte. Dotato di un olfatto e un udito ottimo, ha però una pessima vista e da questo particolare deriva la tendenza a caricare contro qualsiasi cosa non rientri nella sua concezione di tranquillità e normalità. Solitamente attacca per paura, confusione e panico. Spesso si vedono rinoceronti attaccare tronchi d’albero, unicamente perché non vengono riconosciuti come tali. Difficilmente combattono tra loro, al massimo si spingono con la testa e i corni, ma si tratta di finte lotte. Durante la corsa riescono a raggiungere i 56 chilometri orari. L’indole e la velocità contribuiscono a creare il lato affascinante di un animale che forse non esisterà più nel prossimo secolo.


CARTA D’IDENTITA’ Chi è rinoceronte nero (Diceros bicornis) Cosa mangia erba, foglie, frutta Come è fatto pelle dura grigia o bruna, alto 150 cm e lungo 3,5 metri, ha due corni sul muso Dove si trova Africa centrale e orientale Perchè se ne parla in pericolo di estinzione, uno dei Big Five d’Africa


FILM | PROSSIMAMENTE AL CINEMA

a m e n i C l a e t n e m a sim s o Pr

La Pausa vi racconta i titoli in uscita nel mese di settembre, suddivisi per genere: c’è di che sbizzarrirsi! di Nicola Guarneri – guitartop@libero.it

16


a

� AZIONE. I mercenari 3 – The Expendables (dal 4 settembre)

Sylvester Stallone, Antonio Banderas, Wesley Snipes, Jason Statham, Jet Li, Harrison Ford, Mel Gibson, Arnold Schwarzenegger. C’è bisogno di aggiungere altro? Con il terzo capitolo della saga I mercenari tornano sul grande schermo i migliori picchiatori in circolazione. Stavolta la squadra, capitanata come al solito da Barney (Stallone) e Christmas (Statham), dovrà vedersela con il proprio passato. Ebbene sì, Stonebanks (Gibson) non è morto e, dopo essere diventato uno spietato commerciante d’armi, si è prefissato un solo obiettivo: mettere fine ai Mercenari, in uno scontro tra passato e presente che si preannuncia epico.

� COMMEDIA. Sex Tape – Finiti in rete (dall’11 settembre)

Cameron Diaz torna nelle sale cinematografiche con questa commedia, figlia dei nostri giorni. Sotto la regia di Jake Kasdan (già regista di Bad Teacher, sempre con la Diaz), Annie e Jay (Jason Segel, proprio lui, quello di How I met your mother) decidono di risolvere i loro problemi a letto filmandosi durante l’atto. Lo stratagemma funziona e la coppia rinasce, peccato che il video venga rubato. La coppia si reinventa detective alla ricerca del nastro scomparso iniziando a dubitare di tutti, perfino dei loro migliori amici.


FILM | PROSSIMAMENTE AL CINEMA

� HORROR/THRILLER. Necropolis – La città dei morti (dall’11 settembre)

Ambientato a Parigi, As Above, So Below racconta la storia di un gruppo di esploratori che vaga per un labirinto infinito di catacombe, proprio sotto le strade della capitale francese. Le porte della Necropolis sarebbero dovute stare chiuse: qui vi abitano ancora le anime dei morti. Tra cumuli di ossa e demoni personali, Ben Feldman (Cloverfield) e Perdita Weeks (Sherlock Holmes) vanno alla scoperta del segreto della città dei morti: perché era stata costruita?

� DRAMMATICO/FANTASCIENZA. The Giver – Il mondo di Jonas (dall’11 settembre)

18

Basato sul racconto fantascientifico di Lois Lowry (6 milioni di copie vendute dal ’93 ad oggi), The Giver racconta di un universo distopico in cui la società è organizzata da una comunità che controlla tutti i suoi abitanti. I ricordi della storia vengono cancellati, così come le emozioni e il dolore delle persone, che quando raggiungono i 12 anni vengono assegnati ad un lavoro che svolgeranno per il resto della loro vita. Jonas (Brenton Thwaites) si accorge che qualcosa non va e inizia una lunga ricerca della verità, con l’aiuto del premio oscar Jeff Bridges e contro la volontà della madre (Katie Holmes).



TELEFILM | HOUSE OF CARDS

LA CASA DEGLI INTRIGHI DI POTERE La vicenda narrata da House of Cards prende avvio con l'insediamento nella Casa Bianca del nuovo presidente degli Stati Uniti. Il protagonista Francis Underwood ambisce al ruolo di Segretario di Stato ma ottiene soltanto il coordinamento della riforma dell'istruzione. La serie racconta il piano ordito da Underwood per prendersi la rivincita accumulando il massimo del potere. Ad affiancarlo in questa impresa vi sono, oltre alla diabolica moglie, due giovani ambizioni e spregiudicati: la giornalista Zoe Barnes e il deputato Peter Russo.

di Francesco Cianciarelli - fciancia@gmail.com Guardando House of Cards vi troverete di fronte ad una mezza delusione (o ad un prodotto audiovisivo stupendo per metà… Dipende dai punti di vista). La serie, infatti, rappresenta un passo indietro rispetto al realismo mozzafiato che ha segnato le narrazioni seriali sul tema del potere politico nella linea di discendenza che porta da 24 a Homeland. Qui si respira un'aria da cinema di qualità degli anni Novanta, sia per quanto riguarda la regia (dove alla firma

20

di David Fincher si affiancano nomi come Joel Schumacher e James Foley), sia soprattutto per quanto concerne la scrittura e la recitazione. L'impianto narrativo si deve all'autore teatrale Beau Willimon, autore della pièce da cui George Clooney ha tratto Le idi di marzo, con cui in effetti House of Cards rivela significative affinità sia tematiche che drammaturgiche. Nello scrivere la prima stagione della serie, Willimon prende spunto dallo sceneggiato omonimo trasmesso dalla


BBC nel 1990, ampliando la scala narrativa da quattro a tredici puntate, e trasponendo le vicende da Downing Street alla Casa Bianca. Dell'originale inglese Willimon mantiene e anzi amplifica il taglio decisamente shakespeariano, puntando su una coppia di protagonisti – Francis e Claire Underwood – la cui unione coniugale si basa sull'ossessione per il potere, come se Riccardo III avesse sposato Lady Macbeth. La recitazione di Kevin Spacey e Robin Wright punta ambiziosamente a combinare la giusta solennità teatrale con un certo gusto dell'eccesso discorsivo e dello spunto grottesco tipico del cinema degli anni Novanta. Mentre la Wright riprende il ruolo di gelida calcolatrice che aveva già interpretato in State of Play (altro film con cui House of Cards rivela notevoli consonanze), Spacey gigioneggia a più riprese, combinando i tratti diabolici che sfoderava in Seven e I soliti sospetti con la retorica del cinismo e della depravazione che aveva decretato il trionfo di American Beauty. L'istrionismo di Spacey è peraltro amplificato dalla scelta drammaturgica (talvolta efficace, in altre occasioni molesta)

di affidare sistematicamente al personaggio di Underwood degli a parte in cui egli interpella direttamente lo spettatore fornendogli commenti e interpretazioni su quel che sta accadendo. Le storie di cui si fanno portatori i due personaggi comprimari, la giornalista Zoe Barnes e il deputato Peter Russo, contribuiscono a rendere la serie più vivace e sfaccettata: la tensione che s'instaura fra il palcoscenico shakespeariano dei coniugi Underwood e il mondo reale in cui agiscono Zoe e Peter finisce per costruire uno degli aspetti più interessanti di House of Cards. Per la coppia sterile (umanamente oltre che biologicamente) degli Underwood, Zoe e Peter rappresentano due figli simbolici con cui s'instaurano malsane relazioni edipiche e anti-edipiche, gravide di eros e thanaos. ... Buona visione!

David Fincher: grande regista “nato”

(artisticamente) negli anni Novanta. Suoi i film: Seven, Fight Club, The social network e Il curioso caso di Benjamin Button che gli sono valsi la nomination all’Oscar.

Pièce: termine francese, indica un'opera teatrale.

Gigioneggiare: fare il gigione, attore

che tende ad enfatizzare eccessivamente il proprio modo di recitare per mostrare la propria bravura e imporsi sugli altri attori.


LIBRI | NUOVO DIZIONARIO DELLE COSE PERDUTE

Le belle, utili, talvolta bizzarre cose di una volta

Il Nuovo dizionario delle cose perdute di Francesco Guccini è diventato in breve tempo un best seller di Andrea Malavolti Masselli - andrea.malavolti.masselli@gmail.com

22

Dopo il grande successo di pubblico e critica del primo Dizionario delle cose perdute, il cantautore-scrittore bolognese d’adozione (è nato a Modena nel 1940) Francesco Guccini ci ha riprovato con ottimi risultati con il sequel Nuovo dizionario delle cose perdute, edito da Mondadori e arrivato in poco tempo ai primi posti della classifica dei libri più venduti in Italia. Guccini, che all’indomani dell’uscita del suo nuovo album L’ultima Thule ha dichiarato l’intenzione di ritirarsi dalla scena musicale (o, per meglio dire, dai mitici concerti dal vivo, che univano generazioni diverse al suono di canzoni epocali come La locomotiva e Un vecchio e un bambino), intende ora dedicarsi anima e corpo alla scrittura. Anche nel Nuovo Dizionario l’autore, che da anni vive a Pavana, nell’Appennino pistoiese, racconta con una lieve nostalgia sempre stemperata dall’ironia, dall’autoironia e dal suo proverbiale senso dell’umorismo, un vademecum di cose, usanze e abitudini del periodo della sua infanzia e prima giovinezza, ossia degli anni ‘40 e ’50, ma anche di epoche successive, in brevi e sapidi capitoli. Ci sono per esempio le merende di una volta, rigorosamente fatte in casa, sostanziose e nutrienti, che a volte contemplavano, anche per i più piccoli, un bicchiere di vino perché “il vino fa sangue”, una cosa che al giorno d’oggi farebbe inorridire schiere di pediatri e di educatori. O ancora, spingendosi un po’ più avanti nel tempo, le famigerate autoradio estraibili che la gente portava con sé dappertutto, al cinema, in pizzeria, al parco per un passeggiata e persino, come nell’episodio raccontato dall’autore tosco-emiliano, in un fossato a seguito di un incidente automobilistico. E che dire dei

vespasiani, gli orinatoi pubblici e gratuiti, ormai del tutto scomparsi, che non erano privi di una loro eleganza vagamente Art Déco. Ora, come annota Guccini, chi viene colto da un bisogno fisiologico improvviso deve entrare in un bar, ordinare magari di malavoglia un caffè, chiedere dov’è il bagno per poi magari sentirsi rispondere dal barista “è guasto” oppure “non ce l’abbiamo”. Non manca naturalmente un capitolo dedicato alle antiche osterie, argomento sul quale l’autore vanta una lunga esperienza e conoscenza, così come quello dedicato all’autostop, oggi evidentemente fuori moda, con cui si inseguiva il sogno americano “on the road”, anche se poi magari si percorrevano pochi chilometri per arrivare a destinazione dal paese d’origine.



LIBRI | IL BACO DA SETA

Galbraith ci riprova: esce IL BACO DA SETA Il 9 ottobre in Italia il nuovo romanzo dello scrittore britannico (pseudonimo di J.K Rowling, «madre» di Harry Potter) di Luca Romeo - luca.rom90@yahoo.it

24

J. K. Rowling. Anzi no, Robert Galbraith. E invece sì: è proprio la scrittrice «madre» di Harry Potter. Non è più un mistero, a un anno dal debutto, la seconda vita artistica di Joanne Kathleen Rowling, la penna britannica divenuta celebre (e ricchissima) dopo aver scritto le avventure del maghetto più famoso della letteratura contemporanea. E come potrebbe mai fare un'artista di successo a trovare nuovi stimoli? Semplice: cambiando genere e utilizzando uno pseudonimo. Questa la trovata della Rowling, che nel 2013 - sedici anni dopo il primo Harry Potter e la pietra filosofale - assume un nuovo nome e lancia sul mercato editoriale Il richiamo del cuculo. Esperimento riuscito? Forse no. Il nuovo misterioso autore Robert Galbraith, infatti, non ottiene il successo sperato e il suo romanzo giallo fatica nello sgomitare tra i best seller di scrittori già affermati. In Italia, ad esempio, il libro passa nell'ombra e resta nell'ambito dello sconosciuto fino all'inizio del 2014. Già, perché con l'inizio del nuovo anno, la Rowling decide di uscire allo scoperto: «Galbraith? Sì, sono io. Il richiamo del cuculo? È frutto della

mia penna». Il risultato va da sé, milioni di copie vendute nelle prime settimane e un buon successo anche nelle librerie nostrane. E adesso che succede? Succede che, come spesso accade, la regina delle scrittrici d'Oltremanica prova a battere il ferro finché è caldo. Fatto trenta, sceglie di non aspettare troppo per arrivare a trentuno (e non si parla di milioni di copie vendute), lanciando una sorta di seguito di questo primo romanzo sotto pseudonimo e soprattutto cercando la consacrazione di un nuovo scrittore dal nome - per noi italiani - quasi impronunciabile. Il nuovo romanzo di Robert Galbraith (se decidiamo di dare allo scrittore inesistente tutti i meriti) uscirà il 9 ottobre anche in Italia, ora è ufficiale. Si intitola Il baco da seta e segue il filone giallo-noir dell'opera precedente. Confermatissimo protagonista è l'investigatore privato Cormoran Strike, un ex soldato che ha combattuto in Afghanistan e che - tornato nella sua Londra - si ritrova in ben altre faccende affaccendato, nella fattispecie, mettendosi sulle tracce di un famoso scrittore, scomparso misteriosamente dalla sua abitazione.Certo, il buon Cormoran non potrà usare bacchette magiche e formule incomprensibili come faceva il suo predecessore Harry Potter: oltre al nome (e al sesso) la Rowling ha deciso di cambiare proprio genere, andando a pescare nella propria fantasia elementi razionali e - perché no - per adulti, non più destinati a un pubblico per lo più giovane e attratto da fantascienza e paranormale. Ultimo appunto: non si capisce il bisogno di diventare «uomo» per poter scrivere un noir di successo. J. K. è una delle scrittrici più apprezzate del panorama mondiale, una sorta di eroina indistruttibile all'interno di un mercato editoriale sempre dominato dagli uomini. E così, la rivincita delle donne (che dimostrano di essere almeno brave quanto i colleghi, se non di più) si ferma a uno pseudonimo maschile. O, forse, è solo l'ennesimo gioco di un'autrice che non ha mai nascosto la propria voglia di divertirsi - oltre che di divertire - nel suo mestiere davanti alla macchina da scrivere.



MUSICA | TESSERACT

di Gianmarco Soldi - gianmarcosoldi@gmail.com

26

Poche correnti musicali hanno avuto un clamore tanto repentino e invadente quanto il cosiddetto “djent” nell’ultimo lustro: in pochi anni si è assistito ad una (forse imprevedibile) diffusione quasi incontrollata della progenie di Meshuggah, SikTh e Tool, un esercito deciso a conquistare la vetta della scena metal mischiando progressive e metalcore insieme a violente e impenetrabili raffiche di chitarre ultradistorte e doppia cassa. Forse un’esagerazione dovuta ai tempi di YouTube e dell’iper-evoluzione tecnica e tecnologica. E così il djent sembrava già in procinto di diventare l’ennesima moda passata troppo alla svelta, se non fosse per l’arrivo dei giovanissimi (e, non a caso, inglesi) TesseracT. Un progetto

nato nella “cameretta” del chitarrista e compositore Acle Kahney, capace di trasformare la nuova band in una vera e propria rivelazione. Perché con due


LP (già, solamente due) sfornati tra il 2011 e il 2013, il quintetto britannico sembra aver rivoluzionato e trasceso tutto ciò che il djent aveva sfornato e ripetutamente riproposto negli anni. Emozione (molta, veramente molta), sperimentazione portata a livelli quasi assimilabili ai primi Gentle Giant, ricerca di atmosfere inesplorate e groove: questi i dogmi che Kahney e compagni sono andati immediatamente declamando in promozione al loro esordio, aspetti che in One sono mantenuti costantemente in primo piano e resi indivisibili nel concepimento di un songwriting per il genere fresco e originale. Un disco che sin da subito appare pulsante di talento e vita, con cospicue infiltrazioni di pathos e sentimento. Un’altra variante risulta essere quella apportata da uno sviluppo tecnico se possibile ancora più ricercato, ma non esageratamente “esteriore” come nel caso dei colleghi americani, tempi dilatati e basi ultraterrene al completo servizio di virtuosismi (quasi) mai invadenti, ricercati e cesellati con

gusto. A tutto ciò si aggiunge l’incredibile contributo vocale di Ashe O’Hara (cantante nel secondo album, Altered State) e di Daniel Tompkins, voce in One e recentemente reintrodotto nella band a discapito proprio del giovane O’Hara. Entrambi cantanti dalle doti tecniche inappuntabili e dall’approccio decisamente “pop” rispetto ai vocalist tipici del movimento djent. Questa è l’arma in più dei TesseracT, ciò che li sta portando rapidamente in vetta alla gerarchia metal (ma non solo) internazionale. Il quintetto inglese ha di fatto preso il djent metal alleggerendone l’apporto di violenza sonora e riconducendolo a canoni più mainstream, oltre ad averne ridotto le parti in cantato growl e scream, per planare su melodie decisamente orecchiabili dallo stampo quasi pop-efebico, tutto questo senza però eliminare uno studio strutturale-musicale elogiabile e un certo grado di aristocratica difficoltà nei primi approcci all’ascolto. Dei TesseracT piace soprattutto il coraggio di andare oltre rispetto a qualsiasi standardizzazione e alle


MUSICA | TESSERACT

28

solite influenze sempre dietro l’angolo, ma mai eccessivamente palesate. Ai cinque “ragazzini” inglesi piace fare quello che viene ritenuto più opportuno per la propria musica: la cura dei dettagli e l’inserimento di piccoli elementi che mettono in condizione ogni brano di esprimere tutto il suo potenziale. Soprattutto in Altered State (2013), tutto questo si mescola magistralmente in episodi dal pathos altissimo come, ad esempio, Nocturne o la conclusiva Embers, nella quale sax e lievi melodie di sottofondo cullano l’ascoltatore in un tappeto di sensazioni struggenti. A fine ascolto permane quella malinconia ricercata e cristallina, percepibile lungo l’intera tracklist in contrasto-fusione con gli spunti strumentali, ormai simbolo di una delle frontiere più all’avanguardia per il tecnicismo del nuovo millennio. Persino il celeberrimo chitarrista degli Stayer, stilando la personale classifica dei migliori album metal del 2013, ha commentato Altered State (al terzo posto) in questo modo: “ (…) e all’improvviso mi ritrovo ad ascoltare questi ragazzi che suonano dannatamente bene e un vocalist che canta

come una cantante pop donna. Durante i primi cinque secondi ho pensato: «Ma che cazz* sto ascoltando?», dopodiché mi sono detto: «Questo è incredibile».”


Risulta quasi impossibile parlare di brani singoli: entrambi gli album sono lavori da ascoltare come “opere d’insieme”, ricchi di riverberi pulsanti e inebrianti che portano l’ascoltatore a dondolare al ritmo meditabondo e dinamico, ormai marchio di fabbrica dei TesseracT. Il sound elaborato dei cinque inglesi rappresenta perfettamente il loro nome: non è raro infatti ritrovarsi disorientati dalla stereofonia di passaggi quasi appartenenti ad una dimensione sonora inusuale. L'unico neo del gruppo britannico è forse individuabile in un'immediatezza piuttosto scarsa, soprattutto delle parti strumentali, che - unita ad una certa omogeneità - costringe a ripetuti, approfonditi ascolti per potere cogliere le sfumature che rendono unico ogni pezzo. La voce risulta perciò elemento ancora più fondamentale e caratterizzante per il mood TesseracT. Con Altered State i cinque giovani inglesi si sono imposti sempre più come assoluto punto di riferimento per la corrente che fino a poco tempo fa li vedeva come sconosciuti e che ora contribuiscono a rigenerare e a plasmare. Agli altri, ancora una volta, non resterà che prendere esempio. La rivoluzione djentile è cominciata.

Djent

Il Djent è una corrente musicale sviluppatasi nella scena metal e rock degli anni 2000. Il termine stesso è onomatopeico, proprio come imitazione del tipico suono proveniente dalle chitarre distorte suonate su ritmi sincopati.

Metalcore

Il metalcore è un genere nato negli anni 2000 dalla fusione fra hardcore punk e vari stili di heavy metal, in particolare thrash metal. Ha raggiunto una certa popolarità soprattutto negli Stati Uniti, in particolare nelle sue forme commerciali influenzate dalle correnti “emo”.

Growl

Il growl (dall'inglese, "ringhio") è una tipologia di canto caratterizzata da un timbro cupo e gutturale, nonché da un suono molto profondo.

Scream

Lo scream ("to scream" in inglese significa "urlare") si presenta invece come un cantato molto raschiato, acuto e vagamente simile ad un urlo di rabbia.


MUSICA | ASCOLTATI DA HAILIE

Ascoltati da Hailie di Hailie Leveaux – hailieleveaux@gmail.com

EllE: amore,

spiritualità, paure e scoperte in suoni freschi ed intelligenti

30

Nowhere but here è l’album d’esordio di EllE, giovane cantante italiana dal timbro black che ha unito in nove tracce sonorità pop e country al suo inglese perfetto. Innanzitutto un’analisi in senso stretto: i suoni sono brillanti e i ritmi incalzanti. In tutto l’album s’intrecciano pianoforte e chitarra acustica; a volte si allontanano e lasciano spazio agli archi, e poi, uno alla volta, si riuniscono. Il tutto accompagnato da un tappeto ritmico avvolgente, sia nelle percussioni che nella batteria. Le tematiche sono semplici e penetranti: l’amore è trattato nei suoi più diversi aspetti, oltre ai rapporti interpersonali, la spiritualità, le paure della vita e la scoperta di sé. L’album è omogeneo e orecchiabile, forse perché gli arrangiamenti semplici trasmettono un “già sentito” tutto nuovo… E poi quel pianoforte in

Let me be your eyes è davvero coinvolgente. Leggero ma suonato, c’è, si fa sentire. Devo aggiungere che nelle ballad, ricorda timbricamente Noa… Che dire, nel panorama musicale italiano del 2000, EllE è un suono decisamente fresco, intelligente e dotato di ottime qualità per crearsi un’identità artistica sempre più definita.

https://www.facebook.com/ellemusicproject https://twitter.com/ellemusicprj https://plus.google. com/106654692232283473405/posts http://www.reverbnation.com/elle19 https://soundcloud.com/elle-musicproject https://myspace.com/ellemusicproject http://www.ellemusicproject.com


Una magica commistione di italiano, siciliano e arabo nella musica coinvolgente dei Rebis di Hailie Leveaux – hailieleveaux@gmail.com

Naufragati nel Deserto è l’album con cui i Rebis, duo ligure, si buttano ufficialmente nel panorama nazionale e internazionale. Non a caso, infatti, con loro si può parlare di geografia musicale… Innanzitutto lo scorso ottobre sono stati selezionati dal M.E.I. (Meeting delle Etichette Indipendenti) per rappresentare l’Italia in Cina al festival di Suzhou… La particolarità principale di questo album sta nel linguaggio: si alternano infatti italiano, siciliano illustre e arabo classico. Il viaggio si svolge attraverso i suoni delicati ed emotivi delle percussioni, dei particolarissimi fiati etnici, sax e clarinetto che ricreano atmosfere assolutamente desertiche e di oasi – nonostante gli ultimi siano perlopiù strumenti occidentali. Attenzione però: se vi state immaginando suoni alla Aladdin, vi sbagliate di grosso. Non troverete melodie cosiddette “arabeggianti”, ma il trionfo dell’acustico orientale. Un orientale contemporaneo, pulito, talvolta lirico, che è la qualità saliente della voce solista. Le tematiche sono introspettive, un po’ da meditazione e un po’ da rilassamento. Niente di troppo complicato, se è questo che temete, ma solo avvolgente. Un disco

umano, un po’ sacro e un po’ profano, un po’ di denuncia nei confronti delle dittature che affliggono il mondo arabo, ma anche inneggiante alla tradizione italiana (in questo caso si tratta di Genova)… Il tutto velato dalla calma ed eterea voce di Alessandra Ravizza, che difficilmente vi farà concentrare solo sul significato del testo, ma vi condurrà a trovare un modo tutto vostro affinché possiate farvi attraversare omogeneamente da ogni suono.

http://www.rebisofficial.it/ https://www.facebook.com/Rebisofficial https://twitter.com/Rebisofficial


MODA | OMBRELLO

Sole

o pioggia,

il riparo è stato e sarà sempre lo stesso

32

L’origine si perde nella notte dei tempi: è nato per riparare dal sole, ma oggi l’ombrello non ha ormai più alcuna attinenza con le giornate estive (o almeno con la maggior parte di esse) di Rachele Donati De Conti – rachele.edizioni@auraoffice.com


"Ascolta. Piove dalle nuvole sparse. Piove sulle tamerici salmastre ed arse, ...” Magistralmente Gabriele D’Annunzio descriveva i rumori, gli odori, le sensazioni che dà la pioggia in un’atmosfera boschiva da sogno. E la pioggia è anche spesso protagonista di canzoni (come non ricordare Singin’ in the rain), spettacoli, allestimenti scenici, incontri, filastrocche e cartoni animati per i bambini (piove pioviggina, la carta si appiccica…. e nella sigla di Kiss me Licia “un giorno di pioggia Andrea e Giuliano incontrano Licia per caso”). Ma è davvero sempre così romantica la pioggia? In realtà se non siamo pronti e attrezzati le precipitazioni improvvise ci creano, e l’abbiamo sperimentato tutti, qualche difficoltà e qualche fastidio. Trovarsi nel bel mezzo di un temporale estivo o di un acquazzone invernale senza riparo non è sempre così simpatico. Nel tempo l’uomo ha cercato e trovato un oggetto che gli fosse utile per ripararsi. A dire la verità abbiamo riciclato (è un termine sempre più di moda) un accessorio modaiolo e un po’ vip che veniva usato in origine proprio per una finalità opposta.

L’uso dell’ombrello sembra infatti risalire alla tradizione orientale, e forse ne è attestata la presenza anche in Egitto, come oggetto sacro riferito al culto dell’imperatore e alla protezione dei samurai. In Grecia veniva usato dalle donne nell’ambito del culto di Dioniso, mentre a Roma era oggetto vezzoso e seducente utilizzato dalle nobili. L’ombrello entrò anche nella simbologia pontificia legato all’immagine del papa. In effetti è facile capire che lo stesso nome dell’ombrello deriva da un uso differente che riguardava proprio la capacità di fare ombra, e quindi di riparare dal sole.


MODA | OMBRELLO

34

Chiaramente un servo riparava il padrone o la padrona camminando dietro di lui o di lei (e quindi restando al di fuori del cerchio “fresco” creato dal tessuto tondeggiante sostenuto da un manico solitamente in legno). Solo nell’Ottocento si è cominciato ad utilizzare questo oggetto per la funzione che gli riserviamo oggi, anche se in alcuni Paesi è ancora considerato un oggetto stravagante e qualcuno preferisce bagnarsi piuttosto che utilizzarlo. C’è davvero l’imbarazzo della scelta: grandi o piccoli, pieghevoli e con lo scatto automatico, in tinta unita o colorati e fantasiosi… L’impugnatura può essere in legno, in corno, in metallo, in bakelite, in tartaruga o in avorio; l’asta interna è predisposta

in modo che il collano, che unisce le bacchette scorra liberamente per facilitare l’apertura e la chiusura e termina con il puntale, solitamente in metallo. Le bacchette e le forcelle sono in ferro o in acciaio e la loro lunghezza può variare da 25 a 85 centimetri, mentre il numero passa da 6 a 16, ma può arrivare anche a 24. I tessuti variano dal cotone America, al cotone makò, fino al cotone misto a seta animale in varie proporzioni. In Italia possiamo contare circa cinquanta aziende produttrici di ombrelli, tra cui le più famose si trovano a Milano, Torino, Firenze, Napoli e Roma, per un totale di circa 6,5 milioni di pezzi l’anno. Tante curiosità e tanti particolari della storia di questo affascinante accessorio si possono ammirare anche presso il “Museo dell’Ombrello e del Parasole” a Gignese, vicino a Verbania. A questo punto, come possiamo avere ancora paura dei temporali?



SPORT | MONDIALI DI PALLAVOLO

PALLAVOL un mese Mondiale Prima il torneo maschile, che si sta svolgendo in Polonia, poi quello femminile, ospitato dall’Italia: settembre è il mese della pallavolo. di Gianluca Corbani – corba90@hotmail.it

36


Passata la sbornia calcistica dei Mondiali del Brasile, l'ultima fetta di estate offre agli appassionati la doppia rassegna dei FIVB World's Championships. I Mondiali di pallavolo sono partiti sabato 30 agosto con la gara inaugurale del torneo maschile, che per la prima volta si è tenuta in Polonia. La competizione femminile, invece, verrà ospitata dall'Italia, che nel 2010 accolse i maschietti. Le donne aprono il 23 settembre, finali il 12 ottobre a Milano. In entrambi i casi, il tema forte sarà quello del passaggio di consegne: nel maschile il Brasile dominatore degli anni Duemila, tricampione tra 2002, 2006 e 2010, corre il serio rischio di concludere la propria egemonia. Verrà detronizzato? Il ko in rimonta subìto dalla Russia nella finale dei Giochi di Londra ha aperto una

prima crepa, della quale oltre ai lanciatissimi russi (detentori dell'oro olimpico e di quello europeo) potrebbero approfittare pure i padroni di casa della Polonia, vice-campioni del 2006 proprio alle spalle del Brasile, e gli Azzurri di Mauro Berruto, tra i quali brilla la stella di Zaytsev. Occhio anche all'Argentina di Velasco e alla Serbia, che alzerà il sipario sulla manifestazione affrontando i polacchi nella sfida d'apertura nello stesso impianto – lo Stadio Nazionale di Varsavia, per l'occasione adibito al volley – dove Balotelli mostrò i muscoli abbattendo la Germania a Euro 2012. L'Italia è testa di serie del gruppo D: esordio con l'Iran, subito dopo Francia e Belgio. La formula, allargata dal '56 a 24 squadre, prevede in partenza quattro gironi da sei. Avanzano alla seconda fase le prime


SPORT | MONDIALI DI PALLAVOLO

38

quattro di ciascun gruppo; le sedici promosse, quindi, vanno a comporre due maxi-gironi da otto, nei quali non verranno ripetuti gli incontri già disputati nella prima fase, i cui risultati saranno validi anche per stilare la classifica della seconda parte del torneo. Da quella classifica usciranno i nomi delle quattro semifinaliste. Cervellotico, vero? Finali domenica 21 settembre a Katowice, sull'indoor della 'Spodek Arena', 11˙000 posti a sedere nel cuore della storica regione della Slesia. Anche nel torneo femminile vige la stessa formula da mal di testa. Ma tra le donne è la Russia, vincitrice delle ultime due edizioni, a doversi guardare alle spalle. Le brasiliane hanno trionfato all'Earls Court di Londra nel 2012 e in questo caso – a ruoli invertiti rispetto agli uomini – saranno loro a cercare finalmente il sorpasso, dopo le due finali mondiali di fila lasciate dolorosamente alle russe in Giappone nel 2006 e nel 2010. L'Italia, alla quale


spettano tutti gli onori e gli oneri del giocare in casa, ha richiamato in extremis il selezionatore Marco Bonitta, artefice del trionfo mondiale del 2002 e poi trombato alla vigilia di Giappone 2006 per effetto di un clamoroso ammutinamento di

squadra. Il volto delle Azzurre è la stella nascente Valentina Diouf, 21 anni - padre senegalese e madre italiana - nata a Milano e nuova bandiera del nostro melting pot. Le ragazze di Bonitta giocheranno la prima fase a Roma, in campo sempre nel turno delle 20, nell'ordine con Tunisia (il 23 settembre), Croazia (24), Argentina (25), Germania (27) e Dominica (28). Le altre città ospitanti saranno Triste, Verona, Modena, Bari e Milano Assago. Proprio il Forum meneghino sarà il teatro della finalissima che incoronerà le nuove campionesse iridate, chiudendo a metà ottobre la grande abbuffata mondiale.


SPORT MINORI | KABADDI E JORKYBALL

Lo sport che non t’aspetti Estate 2014. Siamo stati bombardati tutti i giorni per tutto il giorno dai Mondiali di calcio, poi ci sono stati gli Europei di nuoto e tra poco ci saranno i Mondiali di pallavolo. Tutti sport conosciuti. Troppo conosciuti. Ecco perché vi vogliamo proporre alcuni sport estratti dalle più profonde viscere dei nostri archivi segreti: il Kabaddi e il Jorkyball di Simone Zerbini – simonez-z90@hotmail.it

40


Kabaddi Il kabaddi (traslitterato a volte in kabadi o kabbadi, derivante dal tamil) è uno sport originario dell’India e praticato in Bangladesh, Tamil Nadu, Punjab e Andhra Pradesh. Si pensa che risalga addirittura a 4000 anni fa, e la sua doppia natura ludica/bellica emerge addirittura nel poema epico indiano Mahabharata, in cui l’eroe Arjuna sconfigge l’esercito nemico grazie al suo talento nel kabaddi. Può essere grossolanamente visto come una via di mezzo tra il moderno wrestling e il più antico e nobile rugby (nonostante l’assenza della palla). Le due squadre sono composte da 12 elementi, di cui 4 fissi in campo, mentre gli altri partecipanti si alternano a seconda che la loro squadra attacchi o difenda. L’azione si svolge su un campo diviso in due metà e in due tempi da 20 minuti l’uno (con intervallo di 5 minuti per il cambio campo). L’azione è molto semplice da spiegare: l’attaccante (raider), appena mette piede nella metà campo avversaria, ha 30 secondi per toccare uno dei difensori (stopper) e tornarsene nella propria metà campo senza farsi toccare e bloccare per guadagnare così un punto. A sua volta il compito del difensore toccato è fermare in ogni modo possibile l’attaccante, che durante la sua incursione deve trattenere il fiato (avete letto bene) e ripetere “kabaddi, kabaddi, kabaddi” per tenere il conto del tempo trascorso, anche se ormai con l’avanzare della modernità si ricorre sempre più spesso all’utilizzo di timer e cronometri. Finito il primo turno si passa al secondo, con conseguente ribaltamento dei ruoli, e così via fino alla fine dei due tempi. Sono inoltre presenti un arbitro e due guardalinee, il cui compito è controllare che durante la lotta, il placcaggio o il tentativo di fuga nessuno dei giocatori esca dal campo, pena l’assegnazione del punto agli avversari.

Jorkyball

Il jorkyball è stato inventato da Gilles Paniez nel 1987 a Lione e in Italia fece la sua prima apparizione ufficiale al Foro Italico di Roma durante lo svolgimento dei Mondiali di Calcio di Italia ’90. Lo sport nasce da una fusione tra il fustal (meglio conosciuto come “calcetto”) e lo squash, riprendendo diverse regole da entrambi. L’azione si sviluppa in una gabbia a forma di parallelepipedo con due porte, una di fronte all’altra, su un pavimento di linoleum o sintetico. Le squadre sono composte da due elementi ciascuna e la partita si articola in tre set: per vincere i primi due basta totalizzare sette punti, mentre per aggiudicarsi l’ultimo bisogna avere segnato due reti più degli avversari. La squadra che attacca nel primo set difenderà nel secondo, mentre nel terzo i ruoli sono liberi. Valgono le sponde e il pallone è sempre in gioco, e per quanto riguarda le infrazioni di base si riprende essenzialmente il regolamento di calcetto. Unico accorgimento: vietato toccare la palla (di feltro) con mani e braccia, pena il calcio di rigore, che dovrà naturalmente essere parato senza l’ausilio degli arti superiori. Dunque abbandonate i vostri lettini in spiaggia (o i divani in casa), uscite con gli amici e lasciate perdere i soliti, “noiosissimi” sport. Aprite le frontiere dell’immaginazione, e un giorno potrete esclamare: “Quand’ero ragazzino per un susseguirsi di avvenimenti sfortunati non sono diventato campione del mondo di Kabaddi”.


MOTORI | KAWASAKI 500

KAWASAKI

500

Un rombo da far girare letteralmente la testa Una delle moto pi첫 pericolose, ma anche pi첫 affascinanti, della storia dei motori

42

di Maurizio Gussoni - mauriziogussoni@libero.it


Chi della generazione dei sessantenni di oggi non ricorda la Kawasaki 500? Tutti l'hanno bene in mente, la maggior parte di loro l’ha desiderata. Ma pochi sono riusciti a possederla e, tra questi ultimi, davvero pochissimi hanno avuto il coraggio, almeno una volta, di girare fino in fondo la manetta dell'acceleratore. Specialmente quando scattava il verde del semaforo. Una vera moto da pazzi, con soluzioni tecniche sballate sin dal progetto. Un peso piuma con un motore a due tempi, tre cilindri, da 60 cavalli. Sessanta cavalli che venivano restituiti alla ruota posteriore con una violenza da far sembrare che l'intero motociclo fosse colto da una crisi isterica. In più una forcella anteriore inclinata fino all'inverosimile che concedeva davvero pochissimo alla sicurezza di guida. Specie nelle forti accelerazioni, dove l’utilità di questa forcella diventava secondaria. Infatti, se il Kawa 500 (come la chiamavano

i giovani dell'epoca) veniva usato con un certo “brio” diventava un monociclo: la ruota anteriore era eternamente impennata. Chi aveva fegato, e un po' di follia, con tutto il gas aperto cambiava tra quarta e quinta solo sfiorando la frizione. Giusto per non scendere di giri e vedere, a 150 all'ora, la ruota anteriore alzarsi da terra e rimanere così per parecchie decine di metri. In più il cilindro centrale tendeva a surriscaldarsi e a grippare ad alto numero di giri, esponendo quindi l’utilizzatore al bloccaggio istantaneo della ruota posteriore. Magari a quasi 200 all’ora. E il folle del cambio tutto in basso, con un ulteriore pericolo: in rapida scalata ci si poteva trovare senza il motore “in tiro”, quindi con la moto sbilanciata... sul più bello. Certo a raccontarla così, tutto questo non può che essere bollato come una scelta derivata da lucida follia. All'epoca esistevano tantissime ottime moto con un


MOTORI | KAWASAKI 500

44

carattere ben diverso. Più borghese, più conciliante e, specialmente, molto più arrendevole ai voleri del pilota. Ma il sogno dei giovani del ‘68 era proprio lei, la Kawasaki 500. Il suo carattere secco e senza compromessi era simile a quello di una generazione che è andata contro tutto e tutti. E la sua difficoltà di guida faceva capire che, allora, il puro coraggio era ancora considerato un valore. Ma, tecnicamente parlando, perché era così ostica da guidare? La causa principale risiedeva nella scelta del motore a due tempi. Un tipo di propulsore che dispone di una potenza specifica molto più elevata di un quattro tempi. Ma che, per sua natura, esprime la coppia motrice solo verso i regimi più alti. Nel caso della Kawasaki il valore si attestava sui 120 cv/litro, assolutamente vicino a quello dei motori da competizione dell’epoca. Ma tutto questo si traduceva, nella guida, a partenze sonnacchiose per i primi metri poi, con la coppia motrice in arrivo di colpo, ad autentici calci nel sedere che proiettavano la 500 verso i cento all’ora in meno di cinque secondi

(come una Porsche Turbo di oggi). Ma quasi sempre con la ruota anteriore in impennata. A questo va aggiunta una cosmica carenza dell’impianto frenante. Ma a questo, almeno per i più danarosi, c’era rimedio. Infatti era prassi sostituire l’anemico tamburo anteriore con un “tre ceppi” Fontana o, addirittura, con un freno a disco a comando idraulico. Tanti difetti? Certo, e pure molto pericolosi. Ma quando si apriva il gas, i tre scarichi, uno per cilindro, lanciavano nell’aria un ululato, tipico del Kawa quanto quello dei sei cilindri boxer di Stoccarda, che faceva girare la testa a passanti ed automobilisti. E le ragazze? La amavano e la odiavano. Era uno dei simboli del coraggio e della determinatezza dei loro ragazzi. Ma era anche talmente calamitante per questi ultimi che, qualche volta, mettevano in secondo piano le loro minigonne per correre dietro a quella folle tricilindrica. È un po’ di parte questo articolo? Probabile, ma chi scrive, la Kawasaki 500 Mach 3, l’ha avuta.



FITNESS | GINNASTICA PER IL VISO

di Laura Maggenghi - lamagg@fastwebnet.it

46

Sul viso si possono leggere molte cose: stress, preoccupazioni, notti insonni e interminabili ore davanti al computer. Con il passare degli anni le emozioni e le abitudini si trasformano in segni permanenti sul nostro viso. Si riconoscono rughe verticali al centro

della fronte, angoli della bocca rivolti verso il basso e solchi vicino agli occhi. Sul mercato oggigiorno ci sono svariati metodi per fermare l’avanzare del tempo, uno di questi è la GINNASTICA FACCIALE, un vero e proprio lifting naturale ed economico.


Il viso è composto da 56 muscoli corti e sottili. La loro contrazione determina la comparsa delle diverse espressioni del volto che diventa un libro su cui leggere ogni variazione del nostro stato fisico e del nostro stato d’animo. Fanno un gran lavoro questi piccoli muscoli, ma la consapevolezza che ognuno di noi ha di queste strutture è molto limitata. Quindi il primo passo della ginnastica facciale è conoscere questi muscoli, capire come si muovono e percepire la loro tensione o il loro rilassamento. Il secondo passo consiste nel tonificare, rassodare e dare volume a zone specifiche del volto. Ecco i risultati che si possono ottenere con questa tecnica: La circolazione sanguigna del viso migliora donando luminosità a pelli spente e opache •Gli zigomi e le labbra riacquistano volume •L’ovale del viso viene ridisegnato •Le palpebre tendono a risollevarsi •I muscoli del collo si rinforzano con un conseguente miglioramento della postura. Per ottenere questi magnifici effetti sul proprio viso è indispensabile praticare gli esercizi almeno 15 minuti al giorno, davanti ad uno specchio, con costanza e pazienza. Iniziamo con tre semplici prove da ripetere per tre settimane. 1. FRONTE LISCIA E PALPEBRE TONICHE Questo esercizio previene la formazione delle rughe sulla fronte e il cedimento delle palpebre. •Si inizia corrugando la fronte, come se si volesse imitare un viso imbronciato. •Si mantiene la contrazione per 10 secondi. •Rilassare tutti i muscoli del viso •Alzare le sopracciglia spalancando al

massimo gli occhi •Ripetere 10 volte &2//2 ( '(&2//(7 Questo esercizio tonifica i muscoli del collo, previene il doppio mento e il rilassamento della pelle del collo. •Pronunciare la lettera X spingendo verso il basso gli angoli della bocca. •Percepire la tensione dei muscoli del mento e del collo, tenere 5 secondi e poi rilassare. •Ripetere 10 volte. 3. LABBRA VOLUMINOSE Questo esercizio previene le rughe del contorno labbra. •Raggrinzire le labbra e spingerle in avanti come per dare un bacio. •Tenere la contrazione per 5 secondi. •Rilassare i muscoli della bocca. •Aprire la bocca e formare una “O” larga con le labbra spinte in fuori il più possibile, poi formando sempre una “O” ritirare le labbra in dentro facendole aderire ai denti. •Ripetere tutta la sequenza 10 volte. Non vi resta che mettervi davanti ad uno specchio e sperimentare sul vostro viso questa nuova ginnastica di bellezza.


SALUTE E BENESSERE | APPARATO TEGUMENTARIO

48

LA PELLE e i suoi linguaggi segreti di Moira Delmiglio - delmigliomoira@gmail.com

La nostra pelle, oltre ad essere un vero e proprio organo di senso, difesa e protezione, rappresenta un filtro tra il nostro mondo interiore e l'ambiente esterno sia esso fisico, sociale, psicoaffettivo. È la prima parte di noi stessi ad essere mostrata, toccata, aggredita, amata e, viceversa ci permette di entrare in contatto e di sperimentare tutto ciò che è al di fuori di noi. La pelle diviene il nostro mezzo di comunicazione e di espressione, ma al tempo stesso ci mette alla mercé degli altri mostrando conflitti interiori profondi e problematiche irrisolte, portate poi in

superficie a livello fisico sotto forma di patologie cutanee e dermatologiche. Vediamone insieme alcune. Vitiligine: senso di colpa; bisogno di cambiamento; desiderio di portare pulizia e purificazione in ciò che nascondiamo nella nostra parte "nera" interiore. Acne: insicurezza; poca autostima; paura del giudizio altrui; difficoltà relazionali e comunicative all'interno di un gruppo; bisogno di affermazione, accettazione e realizzazione personale.


Orticaria: incapacità di reprimere e far tacere situazioni eventi ed emozioni che ci infastidiscono e ci creano ferite nel profondo. Ad esempio piangere di nascosto e sentire un senso di inadeguatezza somatizzati possono portare l’orticaria. Dermatite: paura del contatto; senso di repulsione; paura ad esternare i propri bisogni e desideri; paura nel manifestare la propria sfera affettiva; paura di essere rifiutati e non amati. Psoriasi: aggressività trattenuta; conflittualità nell'esprimere il proprio modo di essere; bisogno di contatti con gli altri alternati da desiderio e timore. Herpes: fuoco interiore; qualcosa o qualcuno che ci attacca e non siamo in grado di difenderci; vissuti di tradimenti e colpi bassi inferti alle nostre spalle; parole brucianti trattenute.

La pelle essendo una miniera ricca di messaggi subliminali utili per l'evoluzione interiore personale e per la trasformazione di tutti gli stati psico-affettivi che ci bloccano e ci impediscono di realizzarci, non va sottovalutata ma, al contrario, va presa in considerazione tenendo conto di numerosi aspetti della persona: ambientali, climatici, psicosomatici, alimentari, immunitari. Solo con una visione completa del tutto si potranno apportare benefici e risultati di "guarigione".


SPECIALE VACANZE | NOTTI MAGICHE NEL MONDO

50

Notti magiche nel mondo

di Angela Fontana - angelafontana@yahoo.it Vi siete annoiati della solita pensione? Qualche consiglio per girare il mondo in modo originale


Avete mai sognato di dormire all'interno di una gabbia, a testa in giù, oppure sott'acqua? Ecco una selezione di hotel insoliti situati in tutto il mondo per le occasioni in cui una camera standard proprio non vi attira.

The Dog Bark Park Inn, Idaho, USA Dormire in una cuccia sarebbe già originale, ma questo bed&breakfast stimolerà ulteriormente la vostra fantasia facendovi alloggiare all'interno di un beagle di cinque metri. Creati da una coppia di artisti, gli alloggi offrono un'accogliente alcova nel muso del cane.

cilindro di cemento? Questi tubi sulle rive del Danubio sono puliti e funzionali e fanno immergere gli ospiti in una atmosfera postindustriale assolutamente perfetta.

Das Park Hotel, Linz, Austria

The Old Jail, Mount Gambier, South Australia, Australia Se siete tra quelle persone che sbadigliano al pensiero di una camera "luminosa, ariosa e spaziosa" allora dovreste controllare questo ostello economico situato in una ex prigione. I detenuti (ops, gli ospiti) possono aspettarsi alloggi sicuri in una struttura detentiva dove ben poco è cambiato – a parte il fatto che le camere possono essere bloccate dall'interno.

Gruft - Propeller Island City Lodge, Berlin The Dog Bark Park Inn, Idaho, USA

Das Park Hotel, Linz, Austria Chi avrebbe mai potuto immaginare che si sarebbe potuto dormire comodamente in un

L'hotel dispone di stanze a tema erotico che vanno dal soft all'estremo. La camera Due Leoni, completa di gabbie per domatori, ha uno specchio che comunica con la stanza accanto per esibizionisti reali.


SPECIALE VACANZE | NOTTI MAGICHE NEL MONDO

The Hobbit Motel, Woodlyn Park, Waitomo, New Zealand

The Hobbit Motel, Woodlyn Park, Waitomo, New Zealand Mettete da parte i vostri preconcetti sul motel senz'anima. Queste camere ispirate al famoso libro "Il signore degli anelli" (da cui sono stati tratti tre film di grande successo) trasportano gli ospiti nelle Terre di Mezzo, creando atmosfere adatte per i più esigenti hobbit.

Magic Mountain Hotel, Panguipulli, Region X, Chile

52

Icehotel, Jukkasjärvi, Sweden Icehotel è il più grande hotel del mondo fatto di neve e ghiaccio. Potrete dormire in un letto fatto di questi materiali (come la maggior parte degli altri mobili), a temperature intorno ai meno 5°C. L'intero edificio si scioglie e viene ricostruito ogni anno. A novembre un team di architetti ricostruisce le sale, i bar e la cappella utilizzando diverse centinaia di tonnellate di ghiaccio.

Che cosa ne pensate di un soggiorno in una stanza sotto una cascata che cade da una montagna incantata? La leggenda narra che può avverare i vostri desideri. Una funivia vi porterà tra le cime degli alberi nella foresta, che farà da baldacchino alle vostre notti. Icehotel, Jukkasjärvi, Sweden


Jules Underwater Lodge, Key Largo, Florida, USA

Hotel de Vrouwe van Stavoren, Stavoren, Netherlands

Un laboratorio di ricerca che diventa il primo hotel sottomarino al mondo. Poggia su palafitte a 21 metri sotto il livello dell'acqua in una laguna tropicale. Per entrare, gli ospiti si tuffano ed entrano attraverso il pavimento dell'appartamento. L'aria compressa mantiene l'atmosfera interna. Per potervi accedere è richiesto corso di scuba di tre ore per i subacquei non certificati.

De Vrouwe ha trasformato alcune botti di vino in quattro camere per due persone con servizi interni e salotto. Le botti di legno contenevano 14˙500 litri di vino e conservano ancora l'aroma del Beaujolais che ne ha impregnato le pareti dando all'ambiente un'atmosfera davvero inebriante.

Jules Underwater Lodge, Key Largo, Florida, USA

Hotel de Vrouwe van Stavoren, Stavoren, Netherlands

Sandcastle Hotel, Weymouth, UK Queste camere sono state realizzate in spiaggia utilizzando circa 1100 tonnellate sabbia. Una squadra di quattro scultori lavora per sette giorni interi al fine di terminare l'hotel. Per circa 15 dollari a notte, gli ospiti si sono addormentati sotto le stelle e si svegliano con la marea che lambisce la porta d'ingresso. Non è l'ideale per le persone che non amano la sabbia o che desiderano le usuali comodità di un albergo. Sandcastle Hotel, Weymouth, UK


SCIENZA E TECNOLOGIA | DISPOSITIVI 2 IN 1

DISPOSITIVI

2IN1 Tablet e pc in un unico dispositivi: arrivano i 2in1

54 di Serena Cominetti – serena.edizioni@auraoffice.com


Si chiamano dispositivi 2 in 1 e sono il futuro. Adesso. Infatti, sono già presenti sul mercato per chi – come avviene solitamente con i prodotti tecnologici di ultima generazione – può investire qualche centinaio di euro in più nell’acquisto di un PC. Occorre ricordare che, però, i prodotti 2 in 1 funzionano come due diversi dispositivi: i notebook e i tablet, quindi sono utili sia per il lavoro sia per il divertimento sfruttando al massimo la batteria senza ridurre le prestazioni. Intel®, leader mondiale nell’ICT, propone prodotti suddivisi in tre gruppi tra cui scegliere: Ultrabook™ 2 in 1, staccabili e convertibili.

Ultrabook™ Gli Ultrabook™ offrono grandi prestazioni con un altissimo (e leggerissimo) design. Uno degli esempi di Ultrabook™ è il Lenovo Yoga 2 Pro. Volete un PC che si apre ad Urdhva Dhanurasana? Lo Yoga 2 Pro è il prodotto che fa per voi! Lo schermo è multitouch ad altissima risoluzione, capace di ruotare a 360° e ottemperare proprio a quella modalità 2 in 1. Notebook, tablet, PC orizzontale o schermo a tenda. Non gli manca nulla, soprattutto in prestazioni: processore Intel® Core™ di quarta generazione, Grafica Intel® HD 4400 che sfrutta a piene mani il widescreen da oltre 13 pollici in risoluzione 3200 x 1800 dpi, Windows® 8 da 64 bit, il tutto concentrato in poco più di un chilogrammo. L’Urdhva Dhanurasana è la posizione Yoga dell’arco a pancia in su, un bell’esercizio per un Ultrabook™!.

Convertibili Una tastiera che si nasconde dietro o sotto: è questa la magia dei convertibili! Tre, in questo caso, le proposte: Sony Vaio* Fit 13/Flip PC, Lenovo Yoga* 2 11, HP Pavillon* 11 360. Tutti hanno in comune un processore Intel® (si spazia dai Pentium® agli i3) e la grafica Intel® ad alta definizione, il sistema operativo (Windows® 8) e il peso (tutti si aggirano intorno al chilo e quattrocento grammi). Cosa li distingue? Innanzitutto la dimensione e il tipo di schermo, poi il modo in cui si piegano per passare da notebook a tablet e viceversa.


SCIENZA E TECNOLOGIA | DISPOSITIVI 2 IN 1

56

La comodità di un prodotto in grado di soddisfare due esigenze diverse con lo stesso dispositivo, la possibilità di usare lo schermo touch ovunque e per qualunque utilizzo, le grandi prestazioni abbinate ad un peso irrisorio e ad una costante escalation della durata delle batterie rendono i prodotti 2 in 1 la nuova porta aperta sul futuro. Già pronta per essere varcata.

Staccabili Tablet quando serve un prodotto leggero e pratico, notebook quando c’è bisogno di tutta la potenza di calcolo e della praticità di una tastiera. Tra questi dispositivi si colloca l’ASUS Transformer Book* T100: praticità e dinamismo si ritrovano nella dimensione dello schermo (10 pollici con risoluzione 1366x768 IPC come i migliori tablet) e nel peso (mezzo chilo di monitor cui si aggiunge lo stesso peso di dock come i laptop più leggeri). Il processore Intel® Atom™ Z3740 quad-core anima la grafica HD, sempre firmata Intel®. Il sistema operativo Windows® 8 viene offerto con la versione completa del pacchetto Office Home and Student a conferma che il prodotto sia l’ideale per gli studenti.


AURAOFFICE SERVICES Via Diaz , 37 • 26013 CREMA (CR) •Tel 0373 80522 • Fax 0373 254399 info@auraoffice.com • www.auraoffice.com


ARTE | FESTIVAL DELLA LETTERATURA DI MANTOVA

58

di Rachele Donati De Conti – rachele.edizioni@auraoffice.com

Una città che vanta tradizioni letterarie antiche, ha dato i natali a Virgilio e viene citata nella Divina Commedia di Dante, Mantova è una cornice ideale per parlare di letteratura. E se le origini le danno merito, altrettanto fa l’esperienza di questi ultimi anni. Non pochi per la verità. Il Festival della Letteratura di Mantova ormai è un appuntamento fisso per gli amanti dell’arte di raccontare e quest’anno, oltre al piacere di incontrare autori emergenti ed affermati italiani ed internazionali, gli spazi culturali della città aspettano i visitatori anche per un altro importante festeggiamento.

Il Festival diventa maggiorenne! 18 anni di incontri, di dibattiti, di libri, di temi trattati in maniera magistrale, di racconti e di narrazione, perché come suggerisce Jonathan Gottschall, atteso ospite di quest’anno, “la specie umana non sa resistere al richiamo della narrazione”. L’appuntamento per il 2014 è dal 3 al 7 settembre e abiterà circa quaranta luoghi strategici di Mantova, dalla famosissima Piazza delle Erbe, ai cortili e ai giardini dei palazzi, dai teatri alle cornici più inusuali per tenere vivo quel contatto e quel dialogo tra gli artisti e il pubblico che caratterizza


da sempre il festival. Mantova ospita autori davvero da ogni parte del mondo e conduce per mano i suoi vivisettori e il suo pubblico attraverso tematiche attuali ed importanti. Ogni autore narra il suo punto di vista, racconta la sua storia, mette in scena la sua vita e la sua città, tessendo un filo rosso che cuce insieme le esperienze più lontane e più diverse, ma al contempo tanto vicine perché unite dalla stessa passione per la pagina scritta. In occasione del centenario della Grande Guerra l’attenzione degli organizzatori si è concentrata sul tema della memoria come capacità di restituzione di un volto e di una voce agli uomini chiamati alle armi, ma anche come tradizione orale che permette di rileggere alcune figure della letteratura del Novecento alla luce delle testimonianze di chi ha vissuto e lavorato con loro (durante gli incontri intitolati Testimoni d’archivio). La memoria di eventi passati – anche se drammaticamente attuali

sotto certi aspetti – è bilanciata dalle riflessioni più strettamente legate al presente, durante le quali gli autori affronteranno il tema della crisi dell’identità individuale e collettiva così tipica del nostro tempo. Tempo di sradicamento e di perdita del senso di patria, con un collegamento alle vicende africane e palestinesi. Un ulteriore sguardo sarà catalizzato sul presente: come interagisce internet sull’informazione? Come l’era digitale cambia il modo di scrivere romanzi e di farli conoscere? Un Festival, quello della Letteratura di Mantova, che cresce restando anno dopo anno al passo con i tempi. Il gusto emozionante di raccontare, di sfogliare un buon libro e di assaporarne il profumo della carta e la gradevolezza del segno grafico, senza ignorare la tecnologia che avanza e che non può essere ignorata. Un abbinamento obbligato nella vita e nella testa di ogni diciottenne!

XVIII Festival della Letteratura di Mantova Da mercoledì 3 a domenica 7 settembre in venerdì 29 agosto per tutti al seguente oltre quaranta luoghi di cultura della città di indirizzo: Mantova Festivaletteratura - c/o Loggia del Grano (Camera di Commercio), Via Spagnoli Segreteria Festivaletteratura e Associazione angolo Via Goito, 46100 Mantova. FiloFestival: via Castiglioni, 4 - 46100 Mantova Numero telefonico per le prenotazioni tel. 0376/223989, fax 0376/367047 (attivo dal 27 agosto): 0376.355731 e-mail Segreteria: segreteria@festivaletteratura.it Numero telefonico per le informazioni e-mail Associazione Filofestival: generali (attivo dal 19 agosto): 0376.224108 filofestival@festivaletteratura.it Orari: 9-12.30/15.30-18.30 Costo dei biglietti: Incontri con gli autori da 3 a 7 euro La prenotazione e l'acquisto dei biglietti Spettacoli da 10 a 25 euro per tutti gli eventi è possibile da mercoledì Per informazioni 27 agosto per i soci di Filofestival e da www.festivaletteratura.it


CASA & DESIGN | CASE SULL'ALBERO

tree houses

tra sogno e realta'

di Gaia Badioni – gaia.badioni@hotmail.it

60

Alzi la mano chi da piccolo non ha mai sognato di avere una casa sull’albero. Un rifugio tutto per sé, base segreta della banda creata con gli amici di scuola, luogo dove sperimentare e giocare con mamma e papà.Se anche voi, come me, fate parte della categoria di quelli che la casa sull’albero l’hanno sempre sognata, ma mai avuta, non disperate, potrete rifarvi con delle soluzioni pensate anche per i più grandi. Andiamo con ordine: la casa sull’albero nasce come una piattaforma sospesa sia per scopi abitativi che ricreativi, oltre che come punto di osservazione per ricerche scientifiche.

La posizione elevata di tali palafitte, in alcune regioni dei Tropici, protegge chi le abita dagli animali selvatici attratti dagli alimenti degli esseri umani, mentre nella regione Korowai in Papua la popolazione vive in case sugli alberi (a volte collocate anche a quaranta metri di altezza) per proteggersi da una tribù di cacciatori di teste. Nel corso della storia, queste deliziose abitazioni sono state utilizzate sia come luoghi di svago e gioco, sia come luogo ameno per la meditazione e l’otium, ma alcuni testi indicano che, soprattutto nel Nord Europa e dal XVII secolo circa, tali rifugi venivano utilizzati per accogliere


una visione più romantica (e lussuosa) del luogo dove il panorama la fa da padrone, quello della Maremma per La Piantata e quello delle Alpi trentine per il Caravan Park Sexten. Se le immagini vi hanno incuriosito e desiderate anche voi, ora, avere a tutti costi una casa sull’albero, internet vi viene in aiuto: digitando su un qualsiasi motore di ricerca “casa sull’albero” tra i primi risultati uscirà un video tutorial che vi seguirà passo per passo nella costruzione della vostra personalissima casetta fai-da-te. gli incontri clandestini tra amanti. Dagli anni Novanta del ‘900 in poi le case sugli alberi hanno goduto di un costante aumento di popolarità sia per l’aumento di capitale disponibile, sia per un crescente interesse verso stili di vita nuovi ed ecosostenibili. I progressi fatti nel campo dell’edilizia e della progettazione sono venuti incontro a questa richiesta di mercato tanto che le tecniche costruttive di tali abitazioni si sono sempre più affinate. Ad oggi infatti esistono circa trenta imprese (in Europa e Stati Uniti d’America) specializzate nella costruzione di case sugli alberi, da quelle pensate per il gioco a vere e proprie abitazioni. Svedesi capofila di questo stile di vita: dalle immagini, reperibili facilmente nel web, si può notare quanto libera possa essere la progettazione di quei luoghi. Forme organiche che si mimetizzano con l’ambiente (Svezia), navicelle spaziali che si inseriscono tra un ramo e un altro come grandi occhi sul mondo (Svezia), micro cellule metafora di bozzoli tecnologici per noi esseri umani (Nuova Zelanda), forme geometriche che respirano con la natura (Giappone), insomma, camminando per i boschi si può incontrare di tutto. Il fenomeno non è tipicamente italiano, ma negli ultimi anni anche sul nostro suolo sono nate strutture ricettive che offrono notti o pacchetti week end all’interno di case sull’albero:

Non mi resta che dirvi: buon lavoro!


EVENTI | OKTOBERFEST

di Serena Cominetti – serena.edizioni@auraoffice.com 6,7 milioni di litri di birra. Tanti ne sono stati bevuti nel 2013 all’Oktoberfest alla quale hanno partecipato 6,4 milioni di persone. Poco più di un litro a testa di media, che cresce se si pensa che non tutti - strano a dirsi - vanno all’Oktoberfest per la birra: ci si va (anche) per il clima, per la cucina e per poter dire “Io ci sono stato!”. L’evento che ha reso Monaco di Baviera famosa in tutto il mondo si svolge a Theresienwiesen dal penultimo weekend di settembre e alla prima domenica di ottobre. La tradizione risale al 12 ottobre 1810 quando il principe ereditario Luigi festeggiò le sue nozze con la Principessa Therese. I festeggiamenti, aperti anche ai cittadini di Monaco, si svolsero su un prato (Wiese) che a quei tempi era ancora alle porte della città e che da allora si chiama "Theresienwiese" in onore della sposa. Da allora si ripete la tradizione che, in onore del mese in cui si svolse il matrimonio, prese il nome di Oktober-Fest.Attualmente la festa è organizzata in tendoni che ospitano i birrifici di Monaco: dentro ogni tendone scorre a fiumi la birra di ogni produttore monacense abbinata a polletti e würstel

62

di ogni sorta. L’atmosfera è resa unica dall’allestimento dei tendoni: festoni e alberi della cuccagna dei colori della Baviera e del birrificio decorano l’ambiente arricchito dal chiacchiericcio festoso dei partecipanti e dalla musica folk delle orchestrine che animano la festa. Entrare nei tendoni non è facile, a volte occorre investire ore di coda, e trovare un tavolo all’interno – specialmente se si fa parte di un gruppo numeroso – è a volte un’impresa. Meglio prenotare i posti così da risparmiare tempo (e a volte anche denaro), considerando che sono previsti pacchetti ad hoc. A creare parte dell’atmosfera sono anche le cameriere bavaresi in costume tradizionale: capaci di portare 12 birre contemporaneamente ad un tavolo, sono al centro dell’attenzione quasi quanto la bevanda simbolo della festa. Monaco, ed in generale la Baviera, sono posti suggestivi da visitare, quindi, l’Oktoberfest potrebbe essere un’occasione per un tour. Chi ha poco tempo può scegliere la città magari arricchita dagli eventi che caratterizzano i weekend della festa. Prosit all’edizione 2014 e a tutti coloro che parteciperanno!


Percorso: Sonnenstrasse, Schwanthalerstrasse, Theresienwiese Parata inaugurale Festa d’inaugurazione dell’Oktoberfest con le famiglie degli osti, carrozze decorate, carri delle fabbriche di birra monacensi tirati da file di cavalli o buoi, le cameriere su carri decorati e tutte le orchestrine dei tendoni. carri addobbati con rappresentazioni delle usanze regionali e carrozze storiche. Alberi della cuccagna ornati di nastri colorati, corone del raccolto, antichi utensili degli artigiani, piccoli archi ornati di fiori o stelle o incrociati per danzare, bande di fanfare a cavallo, sbandieratori e molti altri ancora fanno di questa parata festosa e di lunga tradizione, un avvenimento splendido, da non perdere.

Percorso della sfilata: Siegestor - Odeonsplatz Briennerstrasse - Maximiliansplatz - Lenbachplatz - Stachus - Sonnenstrasse - Schwanthalerstrasse - Theresienwiese Sfilata di costumi tradizionali e “tiratori” Evento festoso, famoso in tutto il mondo, che ha luogo la prima domenica dell’Oktoberfest. La parata di costumi tradizionali e Schützen (“tiratori”) è una suggestiva e interessante carrellata sull’infinita varietà di usanze bavaresi e rispecchia l’amore per le tradizioni di Baviera, Franconia, Svevia, delle diverse regioni tedesche e di altri paesi europei. Nella parata, che si snoda per sette chilometri attraverso le strade del centro di Monaco, si avvicendano: gruppi folkloristici vestiti a festa, gruppi in uniformi storiche, orchestrine, bande di fanfare e suonatori, tiratori agonistici e alpini, cavalli di razza, buoi, mucche, capre, carri dei produttori di birra con tiri di cavalli o buoi, molti

Luogo: sulla scalinata della Bavaria Concerto di tutte le orchestrine dell’Oktoberfest Uno spettacolo variopinto che si tiene la seconda domenica dell’Oktoberfest; circa 400 musicisti delle orchestrine di ogni tendone della birra partecipano a questo grande concerto open air ai piedi della statua della Bavaria.


LA PAUSA COMICA | IL MAESTRO MISTERIOSO

di Matteo Pigoli – boyscoutzinthehood2@yahoo.it

64

Matteo Pigoli, Riccardo Ronchi e Valeria Corradi



LA PAUSA COMICA | MANGA

IL MANGA� il fumetto del sol levante Per chi non conosce l’ambiente può sembrare un termine totalmente privo di senso. Ma oramai per molti genitori è sinonimo di soldi da spendere. Mentre per tutti gli altri è semplicemente una parola: “il Manga” di Matteo Pigoli – boyscoutzinthehood2@yahoo.it è solo un sottogenere del fumetto, di cui conosciamo diverse classi di provenienza (da quella americana a quella francese, e via dicendo). Le caratteristiche di un Manga sono facilmente riconoscibili: - La lettura da destra verso sinistra, anziché da sinistra verso destra - Le griglie delle tavole con composizioni molto dinamiche - Lo stile di disegno molto incentrato sull’espressività e quindi con personaggi che avranno occhi molto grandi e anatomie spesso quasi caricaturizzate o improbabili.

66

La televisione è invasa dalle serie animate per bambini e ragazzi firmate dallo stato Nipponico che ovviamente derivano dai formati cartacei, i fumetti. Pochi tuttavia sanno che il termine “Manga”, come anche il suo compositore “Mangaka”, sono termini comuni in Giappone quanto la parola fumetto dalle nostre parti. Manga infatti ha lo stesso significato del termine fumetto, e così è considerato in Giappone, mentre da noi


Un’altra caratteristica del Manga è la precisa e rigorosa divisione che viene data in base alle ematiche di cui il fumetto tratta: - Kodomo (target: i bambini) - Shōnen (target: i ragazzi adolescenti) - Shōjo (target: le ragazze adolescenti) - Seinen (target: ragazzi maggiorenni e uomini adulti) - Josei o Redisu da "ladies" (target: ragazze maggiorenni e donne adulte) Insomma tutto questo serve solo a perfezionare la visione che ormai quasi tutti direttamente o indirettamente hanno di questo termine, basti pensare al successo planetario di “Dragonball” e “One Piece” per citare i capostipiti a cavallo tra nuovo e vecchio millennio… O i sempreverdi Robottoni degli anni ’70 (Goldrake, Mazinga Z, Daitan 3,…), Sailor Moon, Rossana, Lamù… E

buona parte di quei cartoni animati che chi ha vissuto gli anni ’80 e ’90 non può dimenticare, tutti quanti pensati, disegnati, strutturati e distribuiti dalla terra del “Sol levante”.


CURIOSITA’ | SETTEMBRE

e r b m e tt

Se

di Rachele Donati De Conti rachele.edizioni@auraoffice.com

Il sole entra in Bilancia, simbolo di equilibrio tra giorno e notte

68

Si ricomincia dopo la pausa estiva. Riprende la programmazione al cinema, riaprono i teatri, inizia la scuola, si fanno progetti e programmi, e si avvia una nuova stagione: l’autunno. Il 23 settembre si taglia il nastro di partenza della stagione forse più affascinante dell’anno con i suoi colori, le sue atmosfere, le sue foglie e i suoi profumi… L’equinozio d’autunno, giorno in cui il sole entra in Bilancia, segna gli ultimi momenti in cui regna l’equilibrio tra luce e oscurità, è idealmente il momento, opposto all’equinozio di primavera, in cui le ore del giorno equivalgono alle ore della notte. L’equinozio è anche il tempo del seme, delle radici officinali e dell’acqua. Durante la Rivoluzione Francese divenne il primo giorno dell’anno e in Giappone, ancora oggi, è la festa dedicata agli avi e alla famiglia.


Settembre di forme e colori a Ferrara

12 giorni con i nasi rivolti all’insù, 12 giorni in cui il cielo di Ferrara si riempirà di palloni di varie fogge e colori. Per la decima edizione del Ferrara Balloons Festival diamo i numeri: centoventimila visitatori in trecentomila metri quadri di parco, trenta equipaggi per accompagnare millecinquecento passeggeri di voli liberi o vincolati. Esibizioni, espositori, eventi sportivi e i rappresentanti di nove nazioni. Cosa volere di più? L’oasi verde del Parco Bassani di Ferrara ospiterà dal 5 al 14 settembre e in replica il fine settimana successivo il 20 e 21 settembre la manifestazione di mongolfiere più importante d’Italia, in un suggestivo contesto naturale, per offrire ad un pubblico

vastissimo e trasversale una serie di eventi degni di nota. Solo palloni? Certo che no! Il cielo della città emiliana si colorerà di boccali di birra, di facce, di maghi, di pinguini, di clown che faranno capolino tra le moltissime lampadine. Tutto accompagnato dal Villaggio dei Bambini e dal Villaggio dello Sport che metteranno a loro agio anche i piccoli spettatori. Cosa aspettarci quindi? Intrattenimenti musicali, shopping, specialità gastronomiche e la possibilità di partecipare ad un concorso fotografico, tutto per ingannare l’attesa tra le 7.30 e le 17.30, orari delle due sessioni giornaliere di volo dei palloni gonfiati. E la notte dei tre sabati sapranno affascinare con i loro giochi di luci che illumineranno la volta celeste e la fantasia di grandi e piccoli.


CURIOSITA’ | SETTEMBRE

suggestiva e magica di ottima musica e delle video-scenografie di Giuseppe Ragazzini, famoso pittore, scenografo e visual-artist. L’evento è occasione anche per festeggiare i 90 anni dell’Istituto Luce Cinecittà che metterà a disposizione suggestive immagini di repertorio.

In prima o in ultima fila? Si torna a scuola!

La Musica del Cinema Italiano risuona a Roma e Verona

70

Roma e Verona: la città del cinema e la città dell’opera e della musica. Due tappe obbligate per un evento unico nel suo genere come “La Dolce Vita: the Music of Italian Cinema”. Rispettivamente il 26 e il 28 settembre le due città ospiteranno la serata-evento nata dall’idea del Gruppo Sugar, etichetta discografica indipendente numero uno in Italia e tra le più importanti realtà editoriali e discografiche d’Europa. Dopo l’esperienza di metà settembre a New York, porteranno nel Bel Paese le colonne sonore più famose del cinema italiano, partendo dalla città che ha visto nascere capolavori proprio come La Dolce Vita. Nino Rota, Ennio Morricone, Luis Enrique Bacalov e molti altri artisti saranno i protagonisti di una serata all’insegna della musica dal vivo durante la quale rivivranno 8 ½, La Dolce Vita, Amarcord, Nuovo Cinema Paradiso… La New York Philharmonic diretta da Alan Gilbert, il Foro Italico di Roma e l’Arena di Verona; quali ingredienti migliori per l’unione

“Vorrei una scuola tutta di cioccolato, con il tetto di zucchero filato. Vorrei una scuola fatta di fiori, con uccelli e farfalle di mille colori. Vorrei la scuola più grande per me, ma la mia scuola è la più bella che c’è”. Questo dovrebbe essere lo spirito con tutti bambini e ragazzi affrontano i primi giorni del mese di settembre… Che sia il 10 o il 15, in base alle normative stabilite dalle diverse Regioni, poco importa; settembre significa tornare sui banchi. Il primo giorno è sinonimo di agitazione se si varca la soglia della prima elementare, significa invece normale routine se la scuola è superiore (e non è ancora l’anno della maturità). Il primo giorno è l’incontro con nuovi compagni, o è ritrovare gli amici dopo un’estate di vacanza. In ogni caso significa ripartire per un’avventura che, come tutti i viaggi della vita, ci riserverà qualche sorpresa. E non dimentichiamo che tutti, anche da grandi, nelle situazioni più diverse riviviamo quella sensazione da “primo giorno di scuola”!



GAMES | FIFA15

I dettagli fanno la differenza Il nuovo gioco della serie FIFA entrerà nei negozi di videogames a partire dal 26 settembre. Tante le novità, in particolare nella grafica, annunciata come spettacolare di Nicola Guarneri – guitartop@libero.it

72


Il futuro è arrivato. Con la nuova puntata della serie di videogiochi di calcio, FIFA presenta “FIFA 15” che si annuncia con una grafica (basata sul motore Ignite) totalmente innovata rispetto al predecessore. Scavalcata la leadership nel mercato dei videogiochi calcistici, con la nuova uscita FIFA surclassa i rivali. In primis, sono i dettagli a colpire i gameplayer, tanto che sembra di vedere una partita in HD. Se piove infatti il campo si rovina progressivamente e ogni intervento, ogni scivolata, lascia un chiaro segno sul terreno, oltre che sulla divisa di gioco. I giocatori assomigliano sempre di più ai loro corrispondenti reali, sia fisicamente sia per i movimenti in campo. I capelli si muovono, così come la traversa quando viene colpita dal pallone. E la rete, al momento del gol, si gonfia come nella realtà. Anche dal punto di vista della giocabilità FIFA 15 preannuncia grandi progressi. I giocatori rispondono prima (e meglio) ai comandi, tanto da

rendere effettuabili anche i dribbling più stretti. Importantissimo, come nel calcio vero, l’utilizzo del corpo. Una novità importata con FIFA 14 e migliorata nel suo successore è l’umore dei giocatori, nonché la sua variabilità a seconda delle situazioni di gioco: per la prima volta infatti i giocatori hanno dei “ricordi”. Grazie a 600 nuove reazioni emotive i giocatori reagiranno in campo in maniera differente a seconda delle situazioni: saranno esaltati in caso di eurogol, demotivati dopo un brutto errore e intimoriti dopo un brutto fallo. In questo senso influirà anche l’atmosfera dello stadio, annunciata come più dinamica e coinvolgente, e il tifo. Tante le novità anche dal punto di vista tattico e tecnico. Sono annunciati miglioramenti sul controllo della squadra a partita in corso secondo tattiche predefinite (“Mettila in area”, “Perdi tempo” ecc.) oltre che un nuovo controllo dei giocatori sulle palle inattive. Per quanto riguarda l’edizione italiana un’altra novità è la telecronaca: va in pensione la storica coppia formata da Fabio Caressa e Giuseppe Bergomi per fare posto a Pierluigi Pardo e Stefano Nava (trovate qui il video dei doppiaggi). FIFA 15 sarà disponibile su Xbox One, Xbox 360, PS4, PS3, PC e altre piattaforme a partire dal 26 settembre. Il futuro è arrivato. O meglio, arriverà tra poche settimane.


LO SPAZIO DEL LETTORE | BUONGIORNO, ESTER!

Cara Ester, ho 45 anni, sono divorziata da 15 ed ho un figlio di 18 anni. Da 3 anni ho un nuovo compagno con il quale vorrei sposarmi. Mio figlio però non è felice di convivere con un mio nuovo marito, ha un rapporto cordiale con lui, non ha niente da dire se usciamo la sera, se facciamo un fine settimana insieme, insomma se ci comportiamo come fidanzati. Ma se parliamo di matrimonio, non solo non è d’accordo, ma minaccia di andare a vivere con il padre, che a sua volta è sposato con un’altra donna. Perché accetta il nuovo matrimonio del padre e non il mio? Cosa dovrei fare secondo te? Grazie, Elena

Mia cara amica,

74

i figli maschi sono molto gelosi della mamma, così come le figlie femmine lo sono del padre. Ricordi il complesso di Edipo e di Elettra? Nella mitologia greca, si narra la vicenda di Edipo che si innamorò della madre e di Elettra che si invaghì del padre. Tuo figlio, come tutti i ragazzi, subisce probabilmente questo legame perché vede il tuo nuovo compagno come colui che gli può “portar via” la donna della sua vita. Devi considerare anche che tuo figlio è ancora in età adolescenziale, uno dei periodi più difficili per un giovane. Potresti provare a parlare con lui, magari andando via insieme un fine settimana, oppure, se hai un buon rapporto con il tuo ex marito, puoi chiedere aiuto anche a lui… Tra uomini si intendono di più e potrebbe trovare la via giusta. Infine se questi tentativi falliranno, non ti resta che aspettare: quando anche lui avrà una fidanzata e forse a quel punto riuscirà a capirti. Se il tuo compagno ti ama veramente capirà e saprà aspettare, ci si può sposare a tutte le età. Un abbraccio, Ester ester@lapausa.eu



CUCINA | CROSTATA / FAGIANO ALL'UVA

INGR EDIE NTI

Crostata

Teglia diametro 24 cm Tempo: 50 minuti (circa) di cottura Ingredienti 500 grammi di farina 250 grammi di burro (a temperatura ambiente)

125 grammi di zucchero 1 bustina di lievito 1 uovo 1 tuorlo 1 vasetto di marmellata per la farcitura

PREPARAZIONE Portare il burro a temperatura ambiente. Accendere il forno a 150 gradi. In una ciotola capiente impastare la farina, il burro tagliato a cubetti, lo zucchero, la bustina lievito (setacciato), l’uovo e il tuorlo.

76

Impastare il tutto finché non si staccherà dalle mani, a quel punto la frolla sarà pronta. Se, invece, si usa un impastatore elettrico (o una planetaria con gancio) spegnere il dispositivo quando l’impasto sarà liscio ed omogeneo. Imburrare ed infarinare una teglia bassa (esistono in commercio anche spray per non far attaccare le torte). Stendere rapidamente la pasta perché a questo punto la frolla deve essere maneggiata il meno possibile.

Stendere uno strato di marmellata e con l’eventuale frolla rimasta comporre dei ricami. Informare a 150 gradi a forno già caldo per 50 minuti.

NOTE Il colore della frolla dipende dal gusto e dal forno: c’è chi la preferisce bianca e chi più marroncina. È una questione di gusto e di polso sul forno. La marmellata può essere sostituita con una crema alla nocciola. Se la marmellata è troppo aggiungere amaretti sbriciolati.

liquida


Fagiano all ’ uva I DIENT INGRE

Tempo: 40 minuti (circa) di cottura Ingredienti 1 fagiano 1 grappolo di una moscato 1 bicchierino di cognac Poco vino bianco Poco vino madera Sale Pepe

PREPARAZIONE Pulire il fagiano e tagliarlo a pezzi di media misura.

Allungare il sugo di cottura con i due vini (bianco e madera).

Insaporirlo con sale e pepe.

Farlo restringere un po' ed aggiungere gli acini d'uva con il loro sugo ed i pezzi di fagiano.

Mettere la carne a rosolare in una casseruola precedentemente riscaldata. Coprire con un coperchio, abbassare la fiamma e lasciare cuocere per 40 minuti circa. Sgranare intanto i chicchi d'uva. Mettere la frutta a macerare in una tazzina con il cognac. Quando il fagiano sarĂ cotto, togliere i pezzi dalla casseruola.

Ricoprire e lasciare insaporire ancora per alcuni minuti. Servire caldo.


LO SPAZIO DEL LETTORE | LE VOSTRE FOTO

78

Foto di Giovanni Cominetti (Grumello Cremonese) scattata in Camargue INVIACI LE TUE FOTO E LE PUBBLICHEREMO NEL NUMERO SUCCESSIVO. Scrivi a info@lapausa.eu



LO SPAZIO DEL LETTORE | LE VOSTRE FOTO

80

Foto di Mara Bisinella (Bassano del Grappa) scattata a Marostica


Sul prossimo numero troverete anche… � SPECIALE HALLOWEEN – I castelli infestati in Italia,

Dracula Untold Volete organizzare un Halloween con i fiocchi? Non perdetevi il prossimo numero de La Pausa, con la recensione del film Dracula Untold e la presentazione dei più paurosi castelli infestati d’Italia

� IL CINGHIALE-

Dall’Appennino alla tavola Con l’arrivo dell’autunno tornano i temi freddi: presentiamo il cinghiale, un animale presente in tutta Italia, e la pasta alla norcina, il piatto ideale quando le temperature iniziano ad abbassarsi � SCIENZA E TECNOLOGIA –

Steve Jobs Nell’ottobre di tre anni fa scompariva uno degli uomini più rivoluzionari del nuovo millennio, fondatore di Apple e di una nuova prospettiva tecnologica. Anche La Pausa vuole ricordare Steve Jobs


32

CURIOSITA’ | PASQUA


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.