La Pesca Mosca e Spinning - Speciale Artificiali 2021

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Poste Italiane SpA – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1, c. 1 C/SA/40/2016 - anno XXI, n. 22 - Marzo-Aprile 2021

MARZO-APRILE 2021 € 6,90

SPINNING I PALETTATI FLEXIBLE SERIES TEMPO DI FLY STYLE SNODATI DEL SOL LEVANTE PER I SALMONIDI DEI LAGHETTI L’IMPORTANZA DELLE DIMENSIONI

MOSCA GOBY FLY CLYDE STYLE FLIES BWO IN TESTACODA CLARET BUMBLE VARIANT TERRESTRIAL ITALIAN STYLE BODY TUBING HEAD STREAMER BAETIS RHODANI EXTENDED BODY


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EDITORIALE

Direttore responsabile Eugenio Ortali

L

a pandemia ha interrotto il tradizionale vincolo che legava questo Speciale della rivista, dedicato ai soli artificiali, alla fiera annuale del settore, in particolare alle creazioni di alcuni rappresentanti del gruppo di costruttori – riuniti da Fabio Federighi e Federico Renzi – che partecipavano ad essa, da un lato, e alle novità presentate in fiera da alcune delle più importanti aziende del settore spinning, dall’altro. Se tale legame non può essere esplicito come gli altri anni, tuttavia, non abbiamo rinunciato a mantenere la stessa impostazione del numero, anche per ricordare quanto è stato lo scorso anno, seppur già pesantemente compromesso dal Covid-19, e per traghettarci verso il prossimo, con tutte le sue novità. Negli articoli di mosca, così, presentiamo nuove realizzazioni dei costruttori che il pubblico ha avuto modo di conoscere personalmente in questi anni e che rispecchiano i loro interessi più recenti, in modo da offrire un ampio panorama delle attuali tendenze del mondo della costruzione italiana, come facciamo in tutti i numeri della rivista ma qui con una maggior concentrazione di proposte. Gli articoli di spinning, fedeli al modello indicato, propongono quasi tutti delle novità recenti se non addirittura recentissime, dando conto degli sforzi continui che le migliori aziende del settore compiono per proporre artificiali più performanti, grazie in alcuni casi all’impiego di nuovi materiali, in altri di progettazioni sempre più esasperate per migliorare la lanciabilità, l’affondamento, il nuoto durante il recupero. Perseguendo un obiettivo raggiunto grazie agli accurati studi scientifici e alle ripetute verifiche sul campo, ma partendo sempre da una brillante intuizione.

Direttore editoriale Giulio Fascetti Progetto grafico Danilo Persico redazione@lapescamoscaespinning.it www.lapescamoscaespinning.it www.facebook.com/MoscaeSpinning http://twitter.com/lapescaMeS www.flickr.com/photos/moscaespinning www.youtube.com/user/MoscaeSpinning Hanno collaborato a questo numero Ilaria Barbieri, Emmanuel Crosa, Renzo Della Valle, Enrico Fantasia, Fabio Federighi, Alessandro Fontana, Ettore Miletto, Giorgio Montagna, Francesco Paolini, Andrea Pegorin, Gianluca Sulas, Stefano Ticchiati, Alex Vallerotonda Amministrazione, pubblicità, abbonamenti e arretrati Zona Franca Editrice srl sede legale: Via P. Colagrande 1, L’Aquila sede operativa: Via S. Pellico 2, Roma tel. 06/42.90.38.54 abbonamenti@lapescamoscaespinning.it Pubbliche relazioni e pubblicità Renzo Della Valle renzo.dellavalle@gmail.com Giorgio Montagna jomontagna@tiscalinet.it Disponibile anche in versione digitale su www.ezpress.it Tutti i diritti riservati LA PESCA MOSCA E SPINNING ZONA FRANCA EDITRICE srl Iscrizione ROC n. 26695 del 22.9.2016 Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 225 del 29.9.2014 Stampa: Tuccillo Arti Grafiche, S.S. Sannitica 87 Km 11, 80024 Cardito (Napoli) Distribuzione: Pieroni Distribuzione srl Via Carlo Cazzaniga 19, 20132 Milano Speciale Artificiali Speciale - Giugno Estate 2018 2017

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sommario Speciale Artificiali / La Pesca Mosca e Spinning

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GOBY FLY di Stefano Ticchiati

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14 I PALETTATI di Renzo Della Valle

18 TERRESTRIAL ITALIAN STYLE di Fabio Federighi

24 GLI SNODATI DEL SOL LEVANTE di Gianluca Sulas

30 CLARET BUBBLE VARIANT di Enrico Fantasia

36 ARTIFICIALI PER I SALMONIDI DEI LAGHETTI di Giorgio Montagna

42 CLYDE STYLE. THE FORGOTTEN FLIES di Alex Vallerotonda

48 APERTURA: TEMPO DI FLY STYLE di Ettore Miletto

54 BAETIS RHODANI EXTENDED BODY di Emmanuel Crosa

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58 L’IMPORTANZA DELLE DIMENSIONI di Francesco Paolini

64 BODY TUBING HEAD STREAMER di Ilaria Barbieri

70 FLEXIBLE SERIES di Alessandro Fontana

76 BWO IN TESTACODA di Andrea Pegorin

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COSTRUZIONE MOSCA

GOBY FLY L a Goby Fly è un artificiale molto usato in nord Europa, lungo le coste del Mar Baltico, per la pesca delle trote di mare, ma si adatta bene anche alle nostre acque, sia dolci che salate. Goby è il nome inglese del ghiozzo e questi dressing imitano appunto tali piccoli pesci. Dal momento che sono convinto che conoscere le caratteristiche morfologiche e le abitudini delle prede sia di fondamentale importanza per affrontare nel modo corretto la preparazione delle esche da utilizzare, vorrei anzitutto dare qualche informazione proprio sui ghiozzi.

IL GHIOZZO

I Gobidi (Gobiidae), nome della famiglia a cui essi appartengono, sono pesci diffusi nei mari e nelle acque dolci di tutto il mondo, anche nelle acque fredde come quelle dei mari del Nord, compreso il Mar Baltico. Le loro dimensioni variano dai 30 cm fino a ridursi al centimetro del Pandaka pygmaea, che è considerato, non a caso, il pesce più piccolo del mondo. I ghiozzi

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hanno corpo molle, occhi grandi e sporgenti dalla sommità della testa e pinne pelviche che si fondono per formare un disco sul ventre, usato come ventosa per ancorarsi al fondo. Per questo possono essere confusi con i membi della famiglia dei Cottidae (come lo scazzone, Cottus gobio), dai quali si differenziano tuttavia perché nei Gobiidae la linea laterale è assente, sostituita da un sistema di pori e canali della pelle. Qui nasce la differenza tra Goby fly e Sculpin fly: la prima riproduce il ghiozzo, la seconda lo scazzone e tutti i pesci scorpeniformi. La colorazione dei Gobiidae varia molto da specie a specie: si passa da colori piuttosto mimetici e poco appariscenti a colori decisamente vivaci, fino ad arrivare al nero inchiostro che il ghiozzo rotondo (Round Goby) assume durante la stagione della riproduzione. Questi pesci sono considerati specie invasiva in quanto introdotti accidentalmente in molti bacini marini, come nel caso del Mar Baltico, dove si pensa che siano comparsi a causa di trasferimenti di acqua di zavorra di navi mercantili. Ed è proprio nel Mar Baltico che molte specie di Gobiidae

hanno trovato l’habitat ideale per vivere e proliferare, sussistendo condizioni di vita a loro congeniali: ambienti acquatici a fondo molle, fangoso o sabbioso e banchi di alghe dove scovare crostacei, vermi e molluschi per nutrirsi. Inoltre, il fatto che il Mar Baltico ha un fondale mediamente basso ha permesso un buon adattamento della specie, dal momento che i ghiozzi sono pesci costieri che difficilmente si avventurano in acque molto profonde. Il ciclo riproduttivo avviene anche più volte all’anno in un periodo compreso tra aprile e settembre e il tasso di mortalità in fase embrionale è molto basso, in quanto i maschi proteggono le uova che la femmina deposita all’interno dei nidi preparati da loro stessi. Per questo, ogni anno, si verificano vere e proprie invasioni di ghiozzi nel mar Baltico e ovunque essi siano presenti. Tutte queste caratteristiche e abitudini, soprattutto il fatto di colonizzare in modo massiccio le aree in cui vivono, hanno reso i ghiozzi prede ambite per molti predatori marini, comprese le mie amate trote di mare che, dalla primavera sino all’autunno, trovano in essi una sicura fonte di cibo.


di Stefano Ticchiati sampei1@libero.it

Goby reVerSe

Goby reverse.

• amo: Ahrex NS122 n. 6 • filo: baetis 20/0 ultra Strong • corpo: Senyo’s laser dub • dorso: zonker di coniglio • occhi: real eyes • testa: pelo di coniglio e Senyo’s laser dub Classica versione reverse, nata per lavorare a contatto del fondo per imitare un ghiozzo che si sta spostando lentamente alla ricerca di cibo o di un posto ideale per nidificare.

LE IMITAZIONI

Il fatto che i ghiozzi vivano sul fondo può far pensare a costruire loro imitazioni molto appesantite, magari con il peso spostato sopra al gambo dell’amo per farle lavorare reverse in modo da evitare incagli. Si tratta sicuramente di un giusto approccio, ma non è la miglior scelta in considerazione delle abitudini alimentari e riproduttive dei ghiozzi, che si spostano molto sia durante il giorno che durante la notte per preparare il nido, per cacciare e trovare un esemplare di sesso opposto per potersi riprodurre. In

questi momenti frenetici, essi diventano più vulnerabili alle cacciate delle trote di mare, per cui è giusto avere nelle nostre scatole delle imitazioni non appesantite e di differenti dimensioni e colori (considerando che allo stadio giovanile i ghiozzi hanno una fase pelagica prima di assumere abitudini stanziali da adulti). Ancora una volta, si può osservare quanto sia differente l’approccio rispetto all’utilizzo delle Sculpin fly, che, come già detto, imitando pesci della famiglia dei Cottidae, devono necessariamente lavorare a contatto con il fondo, in acque sia salate che dolci.

Squirrel Goby • amo: Ahrex NS122 n. 10 • filo: baetis 20/0 ultra Strong • corpo: ice dub • dorso: zonker di scoiattolo • gola: pelo di coniglio • testa: Pelo di scoiattolo • occhi: 3D eyes Varianti con zonker di scoiattolo che, rispetto al coniglio, risulta più rigido e un poco meno mobile, per questo più adatto a recuperi veloci andando a imitare un pesciolino in fuga. Nella variante nera, il dorso e il ventre sono in Senyo’s laser dub.

Squirrel Goby.

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COSTRUZIONE MOSCA

TERRESTRIAL

ITALIAN STYLE A vete visto un insetto terrestre quando cade in acqua come si contorce, zampetta, vibra e smuove le ali cercando di riprendere il volo per staccarsi da quel liquido a lui ostile che lo tiene bloccato lì? In quei tragici momenti crea scie sulla superficie dell’acqua, vibrazioni, onde concentriche, insomma fa una gran bella confusione, che non passa certo inosservata a un pesce affamato e in caccia. In ogni caso, un terrestrial rimane sempre un gran bel boccone isolato da non farsi scappare: rappresenta spesso molto cibo, facile, con poca spesa energetica per la cattura, specialmente per pesci che vivono in ambienti difficili e poveri di alimenti come torrenti e riali di montagna. Tutto questo per introdurre alla visione di vitalità e movimento che le nostre imitazioni di terrestrial dovrebbero avere per essere nell’ottica di una costruzione Italian

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style. Si tratta insomma di insetti che si prestano bene a questo stile – sia per le loro peculiarità, sia per le dimensioni – e nelle cui imitazioni lo stile di Francesco Palù è stato da tempo ampiamente impresso. Francesco stesso ha da sempre avuto fra i suoi modelli imitazioni di formiconi e vespe di discreta taglia, che costruite con i suoi dubbing hanno fatto delle vere e proprie stragi di pesci, intese come numero di catture. Con l’andare del tempo e con lo svolgersi sempre maggiore di gare e competizioni di costruzione, anche i terrestrial hanno avuto uno sviluppo incredibile e oggi viene dato per scontato l’uso del foam per la loro costruzione, mentre decenni fa, quando ancora in commercio non si riuscivano a trovare tutte le tipologie di foam odierne, con forme pretagliate o stampate, fustelle ecc., si usava molto il polistirolo in calza. Mauro Borselli potrebbe raccontare moltissimo su questo aspetto dei materiali e dei

primi tentativi di costruire imitazioni di terrestrial da pesca, ma con uno stile abbastanza imitativo e vivo, e anche altri fly tyer italiani potrebbero dire la loro su quella splendida epoca piena di creatività e innovazione. Non è stato per niente facile, anzi, sono stati periodi di ricerca dei cosiddetti ‘materiali alternativi’, che dessero la possibilità di andare oltre ai soliti materiali naturali, o quantomeno potessero essere abbinati a quelli. Sono state lunghe ore al morsetto a provare e riprovare, perché non era solamente voler vincere una gara, ma cercare di creare qualcosa di diverso e di nuovo. Tentativi spesso naufragati o non portati a livelli soddisfacenti, ma dai quali, da quello sforzo corale di parecchi costruttori di quell’epoca, è venuto fuori un modo di costruire e di vedere l’imitazione che ha portato alla creazione di un vero e proprio stile di costruzione che non ha avuto eguali nel mondo.


di Fabio Federighi fab.flies@virgilio.it

Varie imitazioni di formiche e vespe, originali di Francesco Palù. Da queste imitazioni deriva l’input per i terrestrial italian style.

Con immensa umiltà e gratitudine verso Francesco Palù e facendo sempre riferimento alla visione di vitalità e all’immagine di movimento degli artificiali suoi e di altri grandi costruttori italiani, nonché degli amici e compagni delle gare che ho citato, anni addietro mi sono sentito in dovere di non far andare dispersa tutta questa storia del fly tying italiano, coniando il termine ‘Italian Style’. Italian Style non è uno stile costruttivo in particolare, non è neppure riferito, come qualcuno crede, all’utilizzo di uno specifico materiale: come da sempre ripeto, è una ‘visione’ di come deve essere costruito un artificiale. Purtroppo diversi pseudo fly tyer e personaggi da poco apparsi alla ribalta dei social, personaggi talvolta mancanti addirittura delle nozioni basilari di lancio e di pesca, utilizzano in mala maniera questa dicitura, non sapendo neanche di cosa stanno parlando o facendo, rasentando il ridicolo. Perdonate dunque certe ripetizioni di quel che ho già esternato in altri articoli o contesti, ma l’insozzare i doni che ci sono stati fatti da costruttori come Palù e altri al solo scopo economico o di bieca immagine sui social è una cosa vergognosa, che va in ogni caso evidenziata.

INSETTI PIÙ COMUNI DA IMITARE

Tra i terrestrial più comuni da imitare ci sono le formiche, nelle più svariate dimensioni, anche se determinati effetti di vitalità che possiamo dare alle nostre imitazioni

richiedono una certa taglia per poterle esprimere bene e apprezzarle in pesca, per cui da una taglia minimo del 16, fino ad artificiali da 3-4 cm. A ruota seguono api, vespe e calabroni, dove possiamo spaziare con varie tipologie imitative, con taglie che

Formicone oversize testato ormai da molti anni: questa è l’ultima versione.

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ARTIFICIALI SPINNING

GLI SNODATI DEL SOL LEVANTE

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rodurre esche artificiali di successo, nel complesso panorama attuale, rappresenta una sfida importante per qualsiasi azienda del settore. La globalizzazione e la difficile ricerca di consensi oltre il proprio confine nazionale impongono un cambio di mentalità, un’organizzazione fluida all’interno della quale proposte e feedback devono viaggiare costantemente, senza pausa. Per vincere la sfida nel moderno panorama mondiale della pesca con le esche artificiali, DUO ha creato un team di specialisti con anni di esperienza distribuiti nei vari continenti, partendo da un presupposto importante: ogni specchio d’acqua del pianeta è una storia a sé. Tutto comincia con la raccolta di informazioni provenienti dai vari luoghi di pesca del pianeta. In questo contesto germogliano idee che diventano innovazione e sviluppo, insomma il seme dal quale nascono i nuovi gioielli da pesca di casa DUO, un’azienda che è stata in grado di creare esche artificiali che sono diventate delle vere e proprie icone. Una fra tutte il Tide. Le novità del 2020 e quelle che stanno per arrivare nel 2021 sono tante. Se si sfoglia un catalogo DUO ci si trova davanti una quantità di esche artificiali davvero notevole, ognuna con caratteristiche uniche e con un’anima che va compresa e interpretata per riuscire a ottenere i massimi risultati. Con una scelta di esche così vasta è difficile capire quale proposta possa mancare. A rompere gli schemi arrivano, all’improvviso, due piccoli snodati, artificiali certo non semplici da inserire in un catalogo.

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di Gianluca Sulas gianluca.sulas@email.it

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ARTIFICIALI SPINNING

ARTIFICIALI PER I SALMONIDI DEI LAGHETTI 36

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Giorgio con una splendida fario lacustrizzata presa con un Duo Ryuki da 7 cm nel laghetto Happy Vaia 2 a Montirone.

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gni impianto sportivo ben organizzato e che immette periodicamente trote di buona qualità (iridee, fario, fario lacustrizzate, salmerini ecc.) ha sue caratteristiche specifiche in base alla sua conformazione, alla stagione, alla temperatura delle acque, alla profondità e tonalità delle stesse (alcuni presentano stabilmente acque colore verde bottiglia, altri più velate e meno trasparenti ma pur sempre salubri..), comportando un approccio differente in tema di esche artificiali. Senza naturalmente considerare la proverbiale lunaticità degli esemplari di buona stazza... Questi ultimi sono ancor più diffidenti se il regolamento impone un severo catch and release e magari se sono già stati punti dal lanciatore di turno, che ha comunque effettuato una slamatura e un rilascio curato. Ricordo comunque che nei regolamenti dei laghetti che ho visitato recentemente, alcuni concedono la possibilità di trattenere anche tre capi al giorno. A causa dei vari problemi portati dalla pandemia, molti laghetti hanno dovuto tenere chiuso il loro impianto e la pesca non è stata esercitata per diversi mesi, il che ha fatto sì che i salmonidi abbiano avuto tempo per ambientarsi al meglio e nello stesso tempo si siano in un certo senso più ‘naturalizzati’, acquisendo una certa malizia, ad esempio nel riconoscere i rumori incauti dei pescatori sulla riva. Tanto più nei laghetti con regolamento esclusivo per i soli spinningofili e moschisti. Per avere la meglio con pesci di questo tipo, che non hanno nulla a che vedere con quelli del tipo ‘pronta-pesca’, occorre allora selezionare e impiegare al meglio i propri artificiali, che possono variare dai classici minnow suspending ai lipless, senza dimenticare i mitici ondulanti, sempre redditizi in queste acque. Di norma, l’ondulante che pesa almeno dai 5 g in su, come pure le esche ascrivibili al gruppo dei lipless che lavorano poco sotto la superficie, sono immancabili quando occorre fare lanci ragguardevoli a centro lago, mentre i minnow palettati offrono una gittata inferiore e si prestano a un utilizzo vincente quando le trote sostano tranquille a pochi metri dalla nostra posizione sulla sponda, magari anche per una brezza costante che ci sbatte contro e che porta i salmonidi a più facile tiro delle nostre esche. La primavera, specialmente nei mesi tra fine febbraio e tutto aprile, quando le trote non risentono del periodo apatico della

di Giorgio Montagna jomontagna@tiscalinet.it

loro fase riproduttiva (riscontrabile nei loro comportamenti in autunno-inverno anche quando diversi dei salmonidi immessi sono sterili), è un momento in cui l’attività dei pesci immessi tempo prima si fa sentire e non sono rare giornate con strike degni di nota e non causali anche a poche spanne sotto la superficie. Con il sopraggiungere della tarda primavera, andando verso i mesi estivi, il comportamento dei salmonidi muta notevolmente, in quanto si spostano verso il fondo alla ricerca di sorgenti fresche e ben ossigenate (è il caso dei salmerini di fontana, di cui ho recentemente parlato su queste pagine, ma anche delle fantomatiche fario lacustrizzate, che soffrono le temperature alte dell’elemento liquido). I minnow, sia i modelli galleggianti che quelli affondanti, possono venire utili a seconda dei repentini cambiamenti di tempo che il clima dei tempi attuali offre. L’effetto suspending è un ulteriore vantaggio per stimolare proprio una grossa trota d’allevamento a un attacco veemente, che spesso avviene guarda caso nell’immediato stop dell’esca, che rimane in sospensione qualche istante nel recupero. Una particolarità dello spinning nei laghetti privati a caccia delle big è che in certe giornate rispondono ad artificiali piuttosto piccoli (5-6 cm al massimo), mentre in altre manifestano un interesse esclusivo verso jerkbait tra i 10 e i 15 cm… Ogni luogo e ogni giornata di pesca può riservare un approccio totalmente differente e magari dopo lunghe ore senza alcuna abboccata come d’incanto si hanno due o tre strike in pochi attimi. La pesca a spinning non è mai scontata ed è in grado di procurare adrenalina pura anche se non stiamo pescando trote doc nel nostro fiume preferito… Una cosa è certa: mentre quando vado a pesca in acque libere per trote ‘ruspanti’ e autoctone impiego la solita manciata di artificiali di fiducia, lo spinning nei laghetti privati mi offre la possibilità di provare una moltitudine di esche nuove e di sperimentare artificiali inusuali, come ad esempio i lipless autocostruiti da appassionati lanciatori, o di verificare come esche blasonate indicate per altri predatori (come bass, persici reali ecc.) divengono valide anche con le più belle trote di immissione. Ho pescato molto nelle acque italiane ed estere alla ricerca di pesci autoctoni, ma non ho mai snobbato lo spinning nei laghetti privati, perché soprattutto quando non si ha il tempo per lunghe trasferte e la Speciale Artificiali - Marzo-Aprile 2021

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MOLIX JUGULO FS FAST SINKING • 9 cm • 52 g Questo artificiale entra in pesca velocemente e staziona a lungo nella strike zone di tonni e pelagici. La particolare distribuzione del peso rispetto al Jugulo classico, qui decentrato nella parte posteriore dell’esca, ne fa un metal jig immediatamente efficace, pronto anche per recuperi ad alta velocità appena al di sotto della superficie dell’acqua, oltre a migliorare le distanze raggiungibili nel lancio, anche in condizioni di vento contrario, migliorando di conseguenza l’approccio nella pesca sulle mangianze a distanza, quando bisogna essere il meno invasivi possibile per non disturbare l’attività dei predatori. A parità di peso, Jugulo FS è di dimensioni più piccole, aumentando così il potere catturante dell’esca quando i predatori sono molto selettivi e abituati a cacciare su foraggio di piccola taglia. Per maggiori informazioni: www.molix.com.

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