OTTOBRE-NOVEMBRE 2021 € 6,90
Poste Italiane SpA – Spedizione in abbonamento postale – AUT/CENTRO/1291/04.2021 Periodico ROC - anno XXI, n. 27 - Ottobre-Novembre 2021
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Tube fly [8 pp.] Risorgive a secca Ritorno al passato L’autunno dell’Adda Accoppiata vincente Salmoni di fine stagione
Leccia amia Aspi ovunque Lunatiche spigole Vampiri autunnali Lo stretto di Messina Popperino per il cavedano
Il mondo dello Spinning nel cuore della Lombardia
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Chris Rownes (christopherrownes.com) sull’Adda. Foto di Alessandro Belluscio
Direttore responsabile Eugenio Ortali
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RISORGIVE A SECCA
LUNATICHE SPIGOLE
di Massimo Magliocco
di Giacomo Capresi e Guglielmo Ciregia
Pescare a secca in risorgiva è impegnativo sia per la scelta dell’artificiale, sia per la tecnica da utilizzare al fine di combattere i dragaggi, che in acque decisamente ‘compatte’ e dall’andamento costante come queste diventano terribilmente ostici da sconfiggere.
Una serie di indicazioni sulla pesca della spigola diverse e ulteriori rispetto a quelle che capita di leggere più comunemente. Dall’importanza fondamentale della conoscenza delle fasi solunari alle opportunità di cattura con mare calmo in foce.
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LECCIA AMIA. UN SOGNO CON LE PINNE
di Ivano Mongatti
redazione@lapescamoscaespinning.it www.lapescamoscaespinning.it www.facebook.com/MoscaeSpinning http://twitter.com/lapescaMeS www.flickr.com/photos/moscaespinning www.youtube.com/user/MoscaeSpinning
Hanno collaborato a questo numero Moreno Bartoli, Davide Bellosia, Alessandro Belluscio, Giacomo Capresi, Guglielmo Ciregia, Emmanuel Crosa, Renzo Della Valle, Stelio Di Manno, Fabio Federighi, Loris Ferrari, Massimo Ginanneschi, Massimo Magliocco, Simone Marchetti, Ivano Mongatti, Giorgio Montagna, Antonio Lo Presti, Armando Quazzo, Federico Renzi, Pierdomenico Salotti, Marco Sammicheli
ZONA FRANCA EDITRICE SRL sede legale: Via P. Colagrande 1, 67100 L’Aquila
sede operativa: Via S. Pellico 2 • 00195 Roma tel. 06/42.90.38.54 abbonamenti@lapescamoscaespinning.it
di Davide Bellosia
TI SEI DIVERTITO?
Pesce fra i più ambiti dagli spinner del Mediterraneo, la leccia amia è un pesce potente, che richiede artificiali e attrezzature ben precisi, oltre a una dettagliata conoscenza della sua morfologia e delle sue abitudini.
«Vedo sempre meno ecosistemi fluviali degni di tale nome, corsi d’acqua sempre meno in forma, sempre meno veri, non vedo più le schiuse degli insetti, che venti anni fa erano quotidiane. I miei amici mi prendono in giro, perché dicono che ormai pesco con il sorriso solo a Los Roques...».
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Pubbliche relazioni e pubblicità Renzo Della Valle, Giorgio Montagna renzo.dellavalle@gmail.com, jomontagna@tiscalinet.it
Pubblicazione periodica Disponibile anche in versione digitale su www.ezpress.it Tutti i diritti riservati LA PESCA MOSCA E SPINNING ZONA FRANCA EDITRICE srl Iscrizione ROC n. 26695 del 22.9.2016 Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 225 del 29.9.2014 Direttore editoriale Giulio Fascetti Stampa: Tuccillo Arti Grafiche, Afragola Distribuzione: Pieroni Distribuzione srl Via Carlo Cazzaniga 19, 20132 Milano
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MOSCA e SPINNING
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RITORNO AL PASSATO
VAMPIRI AUTUNNALI
di Stelio Di Manno
di Renzo Della Valle
«Dopo trent’anni di studio di entomologia e di ricerca dei materiali per realizzare mosche perfette, mi sono accorto che negli ultimi tempi finisco per usare le stesse mosche che mi venivano male quando ero un costruttore principiante». Dodici mosche da avere sempre con sé.
Dopo un’estate passata a cacciare di notte, con l’accorciarsi delle giornate e l’abbassamento della temperatura il lucioperca esce allo scoperto anche di giorno: anzi, più l’acqua si raffredda, più diventa aggressivo negli orari centrali. Hard e softbait migliori per la stagione.
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L’AUTUNNO DELL’ADDA
ASPI OVUNQUE
DUE POPPER PER IL CAVEDANO
di Alessandro Belluscio
di Giorgio Montagna
di Simone Marchetti e Pierdomenico Salotti
L’autunno per l’Adda è un periodo magico: l’acqua perde quella velatura biancastra che distrae dall’azione di pesca, si torna a pescare in modo tecnico trovando il pesce a varie profondità, gli insetti schiudono di nuovo a orari piacevoli. E poi, è la stagione dei temoli!
Oggi l’aspio, oltre al Po, è ben distribuito in molti fiumi del Nord, quali l’Adda, il Ticino e il Taro parmense, come anche nel Mantovano. Molti lanciatori si sono così abituati a insidiare questo carnivoro, che risponde bene a un’infinita serie di artificiali.
La pesca del cavedano con esche di superficie è senz’altro quella più emozionante. Vengono in genere impiegati piccoli popper, intorno ai 3,5 cm in acque cristalline e ai 5 cm in acque velate, variando le tecniche di recupero. Gli autori presentano qui entrambi i modelli.
RUBRICHE 04 74 80
Nella costa siciliana, lo spot più proficuo dello Stretto è quello della ‘Lanterna’, una porzione di spiaggia ricca di fascino e caratterizzata da corrente molto sostenuta, in grado di regalare catture di tutto rispetto, fra le quali barracuda mediterranei, palamite e tonnetti alletterati.
Vedere un pescatore a mosca e uno a spinning pescare e muoversi sulle sponde di laghi e fiumi spalla a spalla non è più raro come un tempo. L’autore si sofferma sulla condivisione dell’azione di pesca tra le due tecniche, illustrandone pregi e difficoltà.
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SALMONI DI FINE STAGIONE
TUBE FLY
di Armando Quazzo
di Fabio Federighi
Se il momento migliore per la pesca del salmone è quello della risalita, buone occasioni si possono cogliere anche a fine stagione, facendo attenzione alle precipitazioni, ai livelli del fiume e alle previsioni di riduzione/incremento della produzione idroelettrica nei fiumi regimati.
Molto usate per la pesca del salmone e in tempi recenti anche per quella del luccio, le tube fly consentono di montare ami piccoli su mosche anche molto grandi, nonché di poterli sostituire con estrema facilità. Storia, materiali, tipologie, impiego.
SPEDIZIONE ENTRO IL 20.10.2021: ROTANTE PER LA TROTA
ACCOPPIATA VINCENTE di Emmanuel Crosa
FLY TYINg CONTEST
LO STRETTO DI MESSINA di Antonio Lo Presti
LuRE BuILDINg CONTEST
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SPEDIZIONE ENTRO IL 20.10.2021: DECEIVER
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NOTIZIE SHOW ROOM MERCATINO
a cura di Marco Sammicheli
necessario riaffrontare una serie di problematiche in stand by
AL RIENTRO DALLE FERIE Non saranno stati in pochi a notarlo, almeno tra chi si dedica qualche volta alla pesca del tonno. A differenza di quanto è accaduto negli ultimi anni, le informazioni su quote assegnate, aperture e chiusure, che erano state sempre lanciate con grande enfasi, sono sembrate rarefarsi se non scomparire completamente dai tam tam sulla rete. Sarà un segno dei tempi di restrizioni sanitarie, ma sembra anche essere specchio di una tendenza generale, interrotta solo sporadicamente per cause di forza maggiore, come ad esempio è stato ultimamente il caso delle barricate contro le limitazioni alle immissioni di alloctoni nelle acque interne. Per il resto si direbbe che sia già abbastanza poter andare a pesca. Se vale per i pescatori singoli, non può che farlo anche per quelli organizzati, che meritano una pausa dalle arrabbiature per ritemprarsi sull’acqua. Passata l’estate si è pronti a ripartire, con una certa ostentazione di moderato ottimismo, che significa continuità, il che va detto che un po’ preoccupa. Del tonno si sa che c’è una doppia realtà, ovvero i numeri ufficiali e ‘il resto’, che è verosimilmente molto di più. Pare che in ogni porto piccolo o grande, se si impara a conoscere qualcuno del posto, si viene a sapere che un po’ tutti sanno degli sbarchi illegali. Qualcuno direbbe subito che proprio per questo è inutile stare a baloccarsi con le quote e le date quando il sommerso resta tale anche se potrebbe essere abbastanza facile intercettarlo. Certo tutte le informazioni tecniche per la pesca del tonno sono circolate come di consueto tra gli appassionati del genere ma quello che fa la differenza è la diffusione fuori dalla loro cerchia. Questo per più di un motivo: perché ad esempio rinnova la conoscenza del fatto che c’è una specie di mare la cui pesca è gestita separatamente con regole stringenti concordate a livello internazionale e che c’è una forma di concorrenza tra diversi tipi di pesca. Per chi pesca il tonno sono banalità ma, appunto, sono informazioni che servono a tutto il settore ricreativo e anche fuori dallo stesso comparto pesca per motivi tanto economici quanto ambientali e sociali. Il punto su cui appoggiano i casi di repentino aumento del peso gestionale, come nel caso del tonno, sembra essere principalmente quello economico, ovvero la concorrenza tra diversi fruitori. Anche la salvaguardia biologica degli stock è principalmente motivata dalla necessità di avere disponibilità di pesci per i pescatori. È accaduto in nord Europa per la spigola e in fondo accade lo stesso anche nelle nostre acque interne, dove per far trovare belle trote a molti pescatori in un piccolo fiume occorre stringere le regole e aiutare il ricambio. E in ogni caso c’è un aspetto economico che può andare dal prezzo di mercato delle spigole al costo del permesso in una riserva. Ma forse un po’ tutti si sono stufati di poter ripubblicare la stessa identica notizia (quella sulla stagione del tonno rosso) con le stesse identiche critiche e osservazioni, cambiando semplicemente qualche data e qualche numero, da un anno all’altro. E dall’altra parte è probabile che tutti si siano stufati di rileggerla. La pesca ricreativa sembra che alla fine, nel migliore dei casi, non possa far altro che accomodarsi nel suo bravo ruolo di critica di minoranza con appendice propositiva che, ad ogni modo, si sa essere velleitaria. Una posizione che potrebbe essere logorante se non fosse per lo zoccolo duro che deve comunque portare a casa la pagnotta, nel senso di sostenere un mercato piuttosto florido o di mantenere rappresentanza formale. Chi non è nella ristretta cerchia di quelli che conoscono i rapporti di forza può sottovalutare le difficoltà del lavoro di chi rappresenta i pescatori ricreativi e di chi li rifornisce di beni e servizi, ma occorre anche considerare che il settore resta ingessato sui problemi di breve termine e spesso involuto nei conflitti interni. Peccato, perché non mancherebbero idee e occasioni per proiettare in avanti, se non la capacità di incidere a fondo sulle politiche nazionali, almeno un piano di approccio per il recupero graduale della pescosità e della qualità della pesca nelle acque di maggiore consistenza e accessibilità. Dal che deriverebbero, tanto per dare motivazioni materiali, aumento dei pescatori, delle vendite, dei tesseramenti e del giro mediatico che li spinge. Lasciamo stare un momento il tonno, che ha un suo mondo a parte, e lasciamo stare anche le acque interne con le loro dinamiche. Lasciamo
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stare le singole specie e consideriamo invece i luoghi naturali di più facile accesso per la pesca in mare, ovvero quelli dove si arriva e si pesca facilmente da terra. Ne abbiamo in abbondanza, la maggior parte non compresi in parchi o aree protette, la maggior parte degradati dal punto di vista del pescatore ricreativo medio, peggio che mai per gli occasionali che diventano rapidamente mancati clienti e mancati tesserati, ma anche di quello più sgamato che se i pesci latitano non è che se li può inventare nonostante le sue attrezzature fantascientifiche. Viene facile chiedersi perché con tanto spazio e tanti esperti ed organizzatori manchi ancora un dibattito su qualche proposta di gestione spaziale centrata sulla pesca ricreativa e in special modo sulle acque ‘di battigia’. Mancano forse proposte specifiche, qualcuna è forse restata in fondo a qualche cassetto, o mancheranno le vie per portarle in un ambiente istituzionale o infine per sottrarle a una cassatura di principio per la prelazione totale della pesca commerciale. Una prelazione che è non solo sulle risorse nel senso di carne di pesce ma anche sugli spazi, compresi quelli di scarso o nullo interesse commerciale ma fondamentali per la pesca ricreativa. Colpisce che quando con l’istituzione di Aree Marine protette si è dovuta ridefinire la gestione della pesca, il settore ricreativo abbia cercato di affrontare l’argomento ma che non abbia saputo farne derivare nessuna prospettiva. I risultati sono stati in generale poco significativi, ma certo si tratta di ambienti limitati dove il privilegio normativo è sempre andato alla piccola pesca professionale. Un laboratorio che, se (forse) non poteva andare oltre a un certo livello in quel contesto, avrebbe potuto e dovuto almeno proiettare una serie di idee ed iniziative nelle acque cosiddette libere. Quello che unisce il calo di attenzione alle date fatidiche della stagione del tonno alla inconsistenza del settore ricreativo nel realizzare progetti attivi è la capacità di adattamento dei pescatori, che finisce spesso per essere eccessiva. Abituati all’adattamento sui contesti naturali per avere successo in pesca, i pescatori sembrano propensi a non percepire il superamento di una soglia oltre la quale tutto l’impegno che mettono nella pesca viene dissipato per mancanze di materia prima. Dove gli equilibri si modificano gradualmente il problema si diluisce drasticamente. Non sarebbe lo stesso con un blocco repentino delle immissioni nelle acque interne su cui è organizzato il sistema. Nell’esempio delle sponde marine la perdita di pescosità ha impiegato decenni, i pescatori non avevano armi per contrastarla, hanno continuato a lamentarsi senza nessuna speranza che il segnale fosse raccolto ed elaborato. In compenso gli è stata offerta la possibilità di acquistare attrezzature molto migliori per attenuare il progressivo calo di risultati. Il mercato delle attrezzature ha del resto sempre puntato in questa direzione, cercando di adattarsi alle circostanze, e verosimilmente non avrebbe potuto fare molto di più, non solo per le difficoltà oggettive di intervento e organizzazione, ma anche per mancanza di idee e di letture non limitate al breve termine. Viene certo in mente la start-up virtuosa e certo in giro ce ne sono ma come da copione l’inerzia del sistema è tale da relegare in automatico le iniziative divergenti in determinate e ininfluenti nicchie di fruitori. Se anche i soggetti di maggior peso non possono che cercare di adattarsi al contesto, figuriamoci cosa possa sperare la velleità delle migliori intenzioni nella giungla delle filiere. La memoria delle condizioni naturali è gradualmente andata persa, la gente va comunque a pesca, si accontenta anche perché non ha confronto e neanche ha solitamente motivo di dubitare che quella che sperimenta lui stesso nelle sue uscite di pesca sia la pescosità naturale di quel luogo. Nel peggiore dei casi si ripete stancamente la lamentela, se non per esperienza per sentito dire dalle generazioni precedenti. Si va comunque a spendere la giornata sull’acqua, qualche pesce contiFOTO DAVIDE BELLOSIA
fish facts
notizie nua a uscire e quando le cose vanno proprio bene sembra che l’orgoglio del risultato faccia completamente dimenticare il resto. In piena sintonia ideale, il mercato ha come primo obiettivo quello di mantenersi piuttosto che rischiare di sprofondare ulteriormente a causa di iniziative che potrebbero non andare a buon fine. Ovvio che in tutto lo scenario manca una regia, che difficilmente viene fuori magicamente se non c’è a monte una progettualità concreta condivisa e lungimirante. Quello che si vede ad oggi sono sporadici ed estemporanei tentativi di coesione del settore e singoli ambiti di interesse sollevati da circostanze esterne, magari anche importanti ma isolate. L’importante è riuscire a buttarcisi, quanto meno per ricavarne un ritorno pubblicitario sulla rete. In soldoni si può tranquillamente restare arroccati su una serie di cardini cigolanti e specificamente l’agonismo, le riserve, le immissioni, i porti, le attrezzature, i tesseramenti, le concessioni e chi più ne ha più ne metta, ma la chiave per invertire la curva che vede il settore in una crisi ormai cronicizzata è aprire contesti di pesca. Formula astrusa che significa restituire pescosità, ovvero ottimizzare lo stato degli stock ittici naturali di riferimento, nelle zone di pesca di maggiore consistenza in fatto di quantità, diffusione e accessibilità. Considerare questo per le acque interne chiama a gran voce le acque maggiori sia ferme che soprattutto correnti, dove come sappiamo c’è una catasta di problemi di gestione della fauna ittica. Farlo per il mare e specificamente per la pesca da terra è molto meno complicato anche se da vari punti di vista decisamente più difficile. Bei ragionamenti, opposti a una realtà dalla quale possiamo aspettarci che le cose faranno semplicemente il loro corso, dirette a monte da altre potenti forze e da una inerzia di sistema che continua a vedere anche nel settore ricreativo molta maggiore partecipazione nel favorirla piuttosto che nel contrastarla. Possiamo aspettarcelo, esclusa la residua scarsa probabilità che chi ha responsabilità di rappresentanza e influenza di lobby resetti il pregresso per pianificare una strada di sviluppo condivisa a livello di settore e da integrare a livello di comparto.
Il 21 giugno, insieme al primo giorno del Sim Fly Festival
PRIMA GIORNATA MONDIALE DELLA PESCA A MOSCA Lunedì 21 giugno, nel giorno del solstizio d’estate, i pescatori a mosca hanno festeggiato la prima edizione della giornata mondiale della pesca a mosca – WFF Day –, che è stata istituita dalla Scuola Italiana di pesca a mosca – SIM – insieme alla GAIA - Game Angling Instructors Association del Regno Unito e Fly Fish USA per celebrare la pesca a mosca e i suoi valori etici ed ambientali e promuovere iniziative culturali e di diffusione della pesca a mosca anche al di fuori del mondo dei pescatori. L’obiettivo degli organizzatori è quello di incoraggiare il maggior numero di pescatori e donne, produttori, fornitori, editori, piattaforme di social media, organizzazioni, associazioni, club e aziende di pesca a unire le forze per mettere in evidenza il magico mondo della pesca a mosca e riconoscere i suoi numerosi vantaggi, dal punto di vista etico, culturale, ambientale ed ecologico per uno sviluppo sostenibile dell’ambiente acquatico, attraverso iniziative, eventi e testimonianze da organizzare in tutto il mondo nella stessa giornata e per un’intera settimana. L’adesione all’iniziativa è stata ottima e al gruppo Facebook del WFFday creato per l’occasione, circa sei mesi fa, hanno aderito oltre 2700 pescatori a mosca di tutto il mondo. Sul gruppo Facebook sono stati pubblicati numerosi contributi e aperto un contest dedicato all’arte della pesca a mosca con la partecipazione di artisti che hanno pubblicate opere pittoriche bellissime. Il premio, consistente nel soggiorno gratuito al prossimo Sim Fly Festival a Castel di Sangro offerto dalla SIM, è stato assegnato, dal coordinatore della mostra di arte virtuale Stephen DiCerbo, all’artista Kate Hall (USA). La Sim ha inserito nell’ambito delle iniziative per festeggiare la Giornata Mondiale della pesca a mosca – WFF day – il Sim Fly Festival, che a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19 è stato organizzato anche quest’anno
notizie con modalità virtuali. Le numerose iniziative del Sim Fly Festival che si sono svolte dal 21 giugno al 27 giugno hanno interessato il laboratorio di costruzione di esche artificiali, al quale hanno contribuito con clip video pubblicate sul gruppo Facebook numerosi fly tier italiani e stranieri, e il laboratorio di costruzione di canne in bamboo a cura dell’IBRA, che ha prodotto un filmato sia divulgativo che tecnico che è stato molto apprezzato dagli appassionati del settore. Inoltre, la consueta manifestazione enogastronomica “la trota sul palco” si è tenuta in modalità virtuale con la realizzazione di una video clip dello chef Ivano Pallotta di Castel di Sangro, della Federazione Italiana Cuochi, nella quale ha eseguito la preparazione di piatti a base di trota iridea e fario (prodotti tipici del territorio) fornite dall’azienda agricola Erede Rossi, con la famosa pasta Rustichella d’Abruzzo e abbinati con i vini abruzzesi della Cantina Miglianico. Come di consueto, la SIM ha inserito sul gruppo Facebook numerose video clip sul lancio tecnica Sim (TS) anche di pesca in torrente e di corsi di pesca a mosca per bambini e ragazzi, oltre che di tecnica Tenkara a cura di Alberto Salvini e Davide Muccino Zarlenga. La Sim ha anche organizzato in diretta su Facebook due tavole rotonde, moderate dal Presidente Sim Osvaldo Galizia sui temi oggi di attualità e precisamente: «Reintroduzione della trota autoctona mediterranea» e «Impatto uccelli ittiofagi sulla fauna ittica». Si è tenuto come tutti gli anni il “Claudio D’Angelo Awards” con assegnazione dei premi al miglior fly tier italiano e straniero nominati dai vincitori del premio dello scorso anno. Long Nguyen (Norvegia) ha assegnato il premio a Marcos Prado (Spagna) per l’estero; Massimo Masi (Bologna) ha assegnato il premio a Umberto Oreglini (Pescara) per l’Italia. Il premio, consistente in una piccola scultura, è stata realizzata dallo scultore e pescatore a mosca Alberto Coppini. Il Sim Fly Festival si è concluso con la diretta Facebook di inaugurazione del monumento dedicato al Museo Internazionale della pesca a mosca ‘Stanislao Kuckiewicz’ di Castel di Sangro, realizzata con un blocco di marmo di Carrara donato dal Comune di Castel di Sangro dallo scultore Emidio Catullo e installato nel prato antistante il Convento della Maddalena a Castel di Sangro sede del Museo della pesca a mosca. La cerimonia è stata officiata alla presenza del presidente del Consiglio Comunale dott.ssa Annarita Cimini e del vicesindaco Franco Castellano, madrina dell’evento la First Lady Annamaria Ferratusco, moglie del presidente SIM. L’estrazione dei numeri della lotteria Sim, il cui ricavato sarà destinato alle spese di miglioramento e promozione del Museo della pesca a mosca di Castel di Sangro, hanno concluso il Sim Fly Festival con l’aggiudicazione del ricco montepremi offerto dagli sponsor e amici della Sim. Ultima iniziativa proposta dalla Sim insieme a GAIA e James Krul in occasione della Giornata Mondiale della pesca a mosca è rappresentata dall’invito a tutti i pescatori a mosca del mondo a raccogliere plastica e altri piccoli rifiuti che incontrano sul fiume quando sono a pesca, per impedire che questi finiscano nel mare e provochino un inquinamento da microplastiche che entrando nella catena alimentare sono causa di gravissimi problemi. Un piccolo gesto che fatto da migliaia di pescatori a mosca può contribuire fattivamente alla campagna di sensibilizzazione contro l’abbandono della plastica nei nostri corsi d’acqua. Ciò che lasciamo sulle sponde dei fiumi li ritroveremo in mare quindi dobbiamo fare di tutto per impedire l’inquinamento da plastica sia nei fiumi che nei mari. Postando una foto della raccolta di plastica sul gruppo Facebook della Giornata Mondiale della pesca a mosca - WFF day (https:// bit.ly/3uWFG64) con l’hashtag #cleanwatercleanfish si parteciperà all’estrazione del premio del soggiorno per 1 persona in camera doppia a Castel di Sangro (AQ) in mezza pensione bevande escluse dal 24 al 26 giugno 2022 con permessi gratuiti di pesca sul Fiume Sangro in occasione del 19 Sim Fly Festival 2022. Il contest terminerà il 31 dicembre 2021.
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MOSCA e SPINNING
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per lunghi anni assiduo collaboratore di questa rivista
LA SCOMPARSA DI ALESSANDRO MASSARI Lo scorso agosto è purtroppo venuto a mancare Alessandro Massari, collaboratore di questa rivista in articoli di autocostruzione e in itinerari ai Tropici. Alessandro era un uomo speciale e questa sua caratteristica l’aveva portata anche nel mondo della pesca, di cui aveva fatto la sua ragione di vita. Quanti di noi l’hanno conosciuto hanno potuto apprezzare la sua infinita disponibilità e la sua competenza. Per Alessandro dire grande è doveroso e veritiero: innovatore lungimirante, era un grande professionista, un grande protagonista, un grande uomo nella vita e nel lavoro. A me ha insegnato molto, alimentando nuovi modi di vivere la pesca. A tutti ha trasmesso passione e sentimento. Il mondo della pesca sportiva riceve da lui testimonianze di stupende avventure, riceve da lui prodotti innovativi, riceve da lui crescita e futuro. Era un uomo dal cuore buono, sempre disponibile a dispensare consigli, ad aiutarti se ne avevi bisogno. Grazie Alessandro, il tuo ricordo resterà per sempre nei nostri pensieri. Che il mondo dei giusti ti abbia in gloria. (Vincenzo Muscolo)
le novità per il bimestre
PESCA (SKY CANALE 236) A partire da domenica 24 ottobre alle ore 22.30 Pesca (Sky canale 236) presenta Il bassfishing del mio migliore amico. Torna per la seconda stagione la serie in cui Valerio Morini e Luca Quintavalla si sfidano, a pesca, uno con il metodo dell’altro. Quintavalla è un punto di riferimento del bassfishing italiano e B.A.S.S. Ambassador, Morini una celebre guida di pesca in Thailandia, dove vive. I loro approcci alla pesca sono diversi e le loro esperienze quasi opposte, ma l’obiettivo comune è quello si centrare uno stile efficiente e produttivo nella pesca del bass. In questi episodi, quindi, i due sono solo virtualmente avversari, impegnandosi in realtà a eccellere ognuno nella tecnica in cui primeggia l’altro, in un divertente crescendo di indicazioni tecniche, battute e straordinarie catture. Sabato 16 ottobre alle ore 22.00 inizia Fishing Rhibs, una nuova serie dedicata alla pesca a bordo dei battelli pneumatici, i cosiddetti gommoni. Nei diversi episodi verranno utilizzati i migliori battelli che esistono sul mercato, mettendo di volta in volta in evidenza le straordinarie caratteristiche di queste vere e proprie ‘macchine da pesca’. Vivremo fantastiche avventure nel blu godendo delle prestazioni, della sicurezza e del confort di un mezzo sempre più utilizzato dai pescatori. Mercoledì 6 ottobre alle ore 22.30 è la volta di Cento 30 stagione 4: riparte per la quarta edizione l’avventura di Enrico Pini e Matteo De Falco che affrontano gli spot più interessanti per la pesca al luccio con la mosca, alla ricerca del luccio da ricordare per tutta la vita. In questa nuova stagione i due esperti visiteranno sia luoghi a loro totalmente sconosciuti, sia posti in cui hanno lasciato qualche conto in sospeso, e in diversi scenari affronteranno la pesca a mosca – con qualche incursione nel casting – alla ricerca del luccio perfetto. Tecnica, temi di gestione, strepitose catture e molto divertimento per una serie amatissima dagli appassionati.
notizie conferme e novità per la pesca a mosca
PESCARE SHOW, IL GRAN RITORNO DEL SALONE Innovazione, tecnica e sostenibilità ambientale come temi portanti e trasversali per il ritorno di un appuntamento tanto atteso; eventi, esperienze e iniziative speciali per l’intera community della pesca sportiva e della nautica da diporto, con conferme e novità anche per gli amanti e praticanti della pesca a mosca. Si avvicina la nuova edizione di Pescare Show, con il Salone internazionale di Italian Exhibition Group che torna nel quartiere fieristico IEG di Vicenza nelle date del 26-28 novembre 2021, in presenza e in tutta sicurezza. Forte della doppia partnership con FIPSAS - Federazione Italiana Pesca Sportiva e FIOPS - Federazione Italiana Operatori Pesca Sportiva, che supportano l’organizzazione dell’evento, l’edizione 2021 di Pescare Show si configura come punto di riferimento per le community sportive della pesca e come piena occasione d’incontro con i top player della produzione nazionale e internazionale del comparto, ma anche con i maggiori esperti, le aree esperienziali e gli approfondimenti sulla tecnica del fly fishing. Abbiamo dunque avuto il piacere di scambiare alcune battute con Valentina Fioramonti, exhibition manager di IEG per Pescare Show, in un’intervista nella quale abbiamo approfondito i contenuti della nuova edizione del Salone e i progetti in corso, le presenze d’eccellenza e le anticipazioni esclusive. Finalmente il conto alla rovescia per il ritorno in fiera per gli appassionati di pesca sportiva è iniziato. Cosa troveranno a Pescare Show 2021 gli amanti della pesca a mosca? Iniziamo dalle conferme. Avremo come ogni anno la FlyTying Experience, area posizionata nella Hall 1 e dedicata completamente al mondo del Fly Fishing. All’interno dell’area, oltre agli espositori e ai negozi che hanno scelto di focalizzare il loro business sulla pesca a mosca, avremo anche i costruttori di mosche della Scuola Italiana Pesca a Mosca, momenti di formazione con corsi e dimostrazioni organizzati dai costruttori e dalle associazioni ospiti come, ad esempio, il Club Italiano di Pesca a Mosca. Il Salone si distingue per i contenuti esperienziali, come la possibilità di entrare in contatto e vedere all’opera i migliori costruttori di esche artificiali. Sarà ancora così. Certamente. Nell’area, per la quale avremo Giorgio Cavatorti in qualità di guest editor per curare la selezione dei costruttori, saranno presenti dieci costruttori esperti nella costruzione di esche artificiali, provenienti dall’Italia e dall’estero, che mostreranno dal vivo come si costruisce un’esca, daranno consigli e risponderanno alle domande dei visitatori, venderanno le loro creazioni e faranno dimostrazioni dal vivo nelle casting pool. Appunto, le casting pool. Altra conferma? Assolutamente sì. Come nella scorsa edizione, a Pescare Show 2021 avremo due casting pool allestite nella Hall 1, dove associazioni ed espositori potranno provare i prodotti e approfondire le tecniche di lancio insieme ai visitatori.
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MOSCA e SPINNING
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Spazio alle novità. Alcune anticipazioni? Novità assoluta dell’edizione 2021 sarà l’International FlyFishing Film Festival. All’interno del quartiere fieristico allestiremo un’area Festival dove tutti i visitatori avranno la possibilità di vedere, per la prima e unica volta in Italia, una rassegna internazionale di cortometraggi sulla pesca a mosca. Pescare Show torna a novembre 2021, dopo quasi due anni dall’ultima edizione. Nel frattempo, sembra non sia mai mancato il contatto con la community della pesca a mosca anche attraverso iniziative televisive, digitali e le attività social. Esattamente. Abbiamo preservato il dialogo e lo scambio con la community presidiando diversi media, anche arricchendo la creazione di contenuti originali sulla pesca e la pesca a mosca con il coinvolgimento di molti blogger italiani e internazionali. In particolare, possiamo citare la collaborazione con Hakan Karsnaeser, celebrità svedese della pesca a mosca. Opinion leader e giornalista di settore, negli anni è diventato un punto di riferimento nella costruzione di mosche artificiali per negozi di pesca e privati, sia in Svezia che nel resto del mondo. Inoltre, grande successo per il progetto In Onda con Pescare Show, tre puntate dedicate al mondo della pesca e della nautica da diporto, con tanti contenuti originali anche per gli appassionati di pesca a mosca, in onda su Italian Fishing Tv, media partner della manifestazione. Pescare Show torna nell’edizione 2021 e mette al centro la sicurezza, anche grazie a un layout funzionale ad agevolare la migliore esperienza del pubblico e delle aziende in fiera e finalizzato a favorire una visitazione sicura sul fronte sanitario, al quale si aggiungono le misure di sicurezza stabilite da IEG nel protocollo #Safebusiness e l’accreditamento del Gruppo al programma internazionale GBAC STAR™. L’ingresso alla manifestazione sarà consentito col Green pass (che certifica la guarigione o la vaccinazione), previo controllo della temperatura corporea e utilizzo della mascherina. Chi non fosse in possesso di Green Pass potrà presentare l’esito negativo di un tampone eseguito nelle ultime 48 ore. Le novità sono in continuo aggiornamento sul sito www.pescareshow.it, nel quale è possibile acquistare velocemente e in tutta sicurezza il biglietto di accesso all’evento, e sui canali social della manifestazione (Facebook: www.facebook.com/pescare.show; Instagram: www.instagram. com/pescareshow; YouTube). Le foto pubblicate in questa pagina sono state scattate nell’edizione 2019 di Pescare Show.
a cura dello Spinning Club Italia • www.spinningclubitalia.it
la carenza d’acqua ha condannato molti fiumi, assieme ai loro abitanti
I VERDI PRATI RIMINESI Passeggiando per la valle Marecchia tra antiche rocche, calanchi, querceti e praterie rupestri si è pervasi da un senso di comunione e al contempo di mistero, che evoca un sommo rispetto per la storia e per la cornice naturale unica che da sempre ha ispirato l’uomo. Tuttavia, soprattutto con la bella stagione, si avverte oggi una sensazione malinconica che sfocia in tristezza quando si osserva il fiume Marecchia nudo senza la linfa vitale che fino a pochi decenni fa era l’anima della valle. Le innumerevoli captazioni idriche selvaggiamente indirizzate sui piccoli emissari e gli emungimenti dalle falde del ‘piccolo mare’ hanno colpito al cuore della nostra splendida valle. Sarebbe più corretto cambiare nome alla valle Marecchia, perché il fiume è morto e con lui anche i numerosi stagni che davano vita a un dedalo di biodiversità straordinario. Purtroppo, diverse specie di animali e vegetali (alcune ad alto rilievo naturalistico) si sono già estinte in territorio a causa della carenza di acqua. In tale contesto la scelta forsennata di abbellire la città di Rimini con migliaia di metri quadrati di tappeto erboso (ecologicamente sterile) è quanto di peggio si potesse immaginare. Ogni metro quadro di prato ha un fabbisogno idrico medio di circa 5 litri al giorno, che possono arrivare anche a 10 alle nostre latitudini, soprattutto se il manto erboso è stato forzatamente progettato in luoghi particolarmente assolati e dunque non indicati. L’ultima realizzazione di architettura verde di questo tipo è apprezzabile nel riminese all’interno della Rocca Malatestiana: 1500 m2 di erba per un consumo di circa 10.000 litri di acqua al giorno. Se sommiamo questo ‘fazzoletto’ di erba a tutti gli altri ‘lenzuoli’ che l’amministrazione ha deciso di impiantare, troviamo probabilmente l’acqua per ridare vita a qualche torrente dell’entroterra. La percentuale di approvvigionamento idrico dall’invaso di Ridracoli non è sufficiente nel periodo estivo e a farne le spese sono le nostre falde, ma soprattutto gli animali e le piante che ci vivono sopra. Il verde pubblico, soprattutto se a fini estetici e non funzionali, si può concepire con scelte più rispettose e di altrettanto, se non maggiore, effetto visivo. L’uomo è una specie animale e, come le altre, ha bisogno di acqua e quando le specie intorno a noi
iniziano a soffrire il respiro arido di una terra ormai desertica, significa che la sabbia sta arrivando anche sotto i nostri piedi. Non siamo immuni alle leggi naturali semplicemente perché siamo uomini e non Dei.
al via in luglio la seconda fase
SEMINE IN VENETO Nella mattinata di sabato 17 luglio ha preso il via la seconda fase del progetto di semina dello Spinning Club Italia, nell’ambito dei progetti sostenuti dalla Regione Veneto. In questa occasione la specie interessata al ripopolamento è stata la tinca. Si è iniziato dalla provincia di Padova, dove i ragazzi dello Spinning Club Italia hanno unito le forze con gli amici di ‘Elementi Negativi Carp Team’, sede locale di C.F.I. per ripopolare l’amato fiume Brenta con 350 kg di esemplari: da quest’anno i due club hanno unito le forze e ne è nata una grande collaborazione. Molto gradita è stata la presenza dell’assessore all’ambiente di Vigodarzere Alessandra Bergamin e di Alessandra Cavinato del consiglio regionale Veneto. Ci si è successivamente spostati in provincia di Treviso, dove è stata stretta una preziosa collaborazione con le guardie volontarie di Fipsas Treviso, capitanate da Tommaso Cappuccio, anch’esse impegnate con delle semine su un loro progetto, che hanno dato un prezioso aiuto per seminare sulla pedemontana, mentre i soci della sezione di Treviso si prestavano a seminare le tinche in fiumi della rete minore del Livenza e di alcune risorgive. Una mattinata di grande lavoro per i soci, ma che ha visto come protagonista il mondo associativo, andando a sottolineare l’importanza della collaborazione tra le associazioni del territorio per il bene dei nostri fiumi.
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notizie
Ricapitoliamo le principali novità comparse su PIPAM negli ultimi periodi, invitandovi a leggere gli approfondimenti e novità direttamente online sul sito www.pipam.it. Se volete partecipare alla nostra comunità nativa non dovete far altro che iscrivervi al FORUM e partecipare attivamente alle discussioni. Ma PIPAM è anche altro... troverete articoli di tecnica, di flytying, recensioni, test, filmati, ... fatti da pescatori a mosca per i pescatori a mosca e con il quarto di secolo online ormai nel mirino crediamo che di materiale ce ne sia per molto e per tutti i gusti. Siamo presenti anche su vari social come Facebook (https://www.facebook.com /groups/41688482011), Vimeo (https:// www.youtube.com/user/wwwpipam/videos) e Instagram (https://www.instagram.com/ pipam.it) per cui, anche in questo caso, l’invito è quello di iscrivervi e partecipare numerosi!
FLY FISHING MAGAZINE
Basso Sarca a cura di Beppe Saglia (Beppe) In collaborazione con Trentino Fishing e con l’Associazione Sportiva Pescatori Dilettanti Basso Sarca, a fine giugno ci siamo fiondati in Trentino per fare la conoscenza del fiume Sarca, nella sua parte terminale, che scorre da Sarche al lago di Garda per una ventina di km in un ambiente che, pur abbastanza antropizzato, resta ricco di natura, storia, arte e attrazioni sportive. Due giorni di pesca (il terzo ce lo siamo perso a causa del meteo infausto che ha intorbidito le acque) sono il minimo necessario per farsi un’idea di un corso d’acqua e di ciò che vi ruota attorno. Ma lo spirito dello scouting Pipam è proprio questo, ovvero lasciare tramite un articolo e un filmato un’impressione quanto più onesta e oggettiva possibile, di ciò che un pescatore forestiero può aspettarsi da una vacanza sul posto.
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Mauro Mazzo
Profilo Costruttori - Sandro Mandrini
a cura di Valerio Santagostino (Balboa) Classe 1958, Mauro è nato a Milano, è convivente ‘seriale’, come ama scherzosamente definire il suo stato civile con la bella Daniela, ha un fratello e un babbo ancora in gran forma. A sei anni passava le vacanze estive a Zeme, in casa della nonna in Lomellina e con la cannetta in bambù e i vermi cominciava a insidiare scardole e trote. Come prima evoluzione passa alla canna da spinning, con cui insidia lucci nelle rogge. A 18 anni, grazie al papà di un caro amico, che lo inizia alla pesca a mosca con un’uscita sul Lago di Olginate, si innamora di questa tecnica che approfondisce sull’Adda e sul Sesia. Poco più tardi abbandona definitivamente la camolera e lo spinning, per dedicarsi completamente alla mosca. Imprenditore, pescatore a mosca, Fly Ambassador di G.Loomis e Patagonia, è sicuramente il più instancabile globetrotter della pam italiana.
a cura di Andrea Cuccaro (WM) Sono nato 51 anni fa a Cernusco Sul Naviglio, ma oggi vivo con la famiglia a Monza. Di lavoro faccio il pedagogista e l’educatore professionale con i ragazzi in difficoltà. Ho cominciato a pescare a 6 anni e mi sono ‘fatto le ossa’ sui torrenti della Valsassina e sul fiume Adda che scorre non lontano da casa mia. Sono un appassionato naturalista, amante dei pesci e degli insetti, per cui la pesca a mosca rappresenta per me una tappa ‘necessaria’ di un percorso di affinamento del mio rapporto con la natura. Ho iniziato a costruire mosche artificiali grazie agli insegnamenti di mio fratello Paolo e sotto la guida esperta di Roberto Peveri, ottimo costruttore piacentino. Col tempo mi sono cimentato e appassionato anche alla costruzione di mosche da salmone, mosche e streamer da mare e ho allargato i miei orizzonti e le mie conoscenze frequentando costruttori e pescatori un po’ in tutto il mondo. La curiosità e la voglia di conoscere, apprendere e confrontarmi con tutti è alla base del mio modo di vivere la pesca e la costruzione di artificiali. Per questo mi faccio promotore e mi coinvolgo facilmente in tutte le collaborazioni sia nel campo della costruzione di mosche che in quello per la gestione e la salvaguardia dei fiumi, che mi permettono di portare avanti questa idea di pesca con la mosca artificiale. Sono tra i soci fondatori e attuale segretario dell’I.F.T.A. (Italian Fly Tyiers Association), associazione che vorrebbe riunire in un unico sodalizio tutti i costruttori di mosche italiani.
Pipam Scouting - Basso Sarca a cura di Antonio Napolitano (Flyaenne) Torniamo sull’argomento. Accompagnati dalla guida locale Sergio Berti, vedremo nel dettaglio tre zone del fiume Sarca gestite dall’Associazione Pescatori Basso Sarca. Anche in questo caso Trentino Fishing si conferma un vero e proprio punto di riferimento per la pesca ricreativa grazie alla larghissima offerta di acque , strutture ricettive (lodge) e servizi offerti ai pescatori, servizi che potrete trovare su www.trentinofishing.it. Buona visione!
I THREAD PIÙ SEGUITI Unec 2021
Thread aperto da Beppe Saglia (Beppe) Tre giorni in Unec a rinnovare una relazione amorosa che dura da 40 anni! I due amanti
hanno perso lo smalto dei tempi migliori, ma hanno imparato a godere con quel che resta. Le condizioni al contorno erano quanto di peggio ci si potesse augurare. Da una parte mal di schiena e bioritmi bassi, dall’altra livelli ai minimi storici (19 cm), sole a picco, caldo asfissiante e pochissimi insetti. Ma alla fine è stato bello lo stesso!
prattutto vari stili di lancio, dallo spey allo skagit. Guardatelo, molto piacevole e soprattutto interessante.
abbondanti. Dopo questa premessa, quale sito meteo guardate prima di partire per una giornata di pesca e che peso gli date?
I CERCHI PIÙ INTERESSANTI
Neptvn Boat
Le 2h in bamboo di Sergio dal Lago Previsioni meteo Thread aperto da Valerio Santagostino (Balboa) Mi permetto di segnalare questo link che riporta al canale di approfondimento dello Zio Max, e che in questa puntata vede il nostro bravo Sergio, insieme a Federico C., parlare delle moderne canne a due mani in bambù, partendo da alcuni succulenti accenni storici, passando dalla progettazione, fino al vero e proprio battesimo in acqua. 2h-Bamboo Siamo a Verona e Sergio, dopo averci spiegato in maniera molto chiara e precisa la nascita di ‘un legno’ nel suo laboratorio (molto ordinato -:), ci fa immergere nelle acque dell’Adige e insieme si lancia con varie canne, code, pesi, mosche e so-
a cura di Valerio Santagostino (Balboa) Nei giorni precedenti l’uscita di pesca, si controlla spesso il meteo, in particolare magari la situazione vento. Un caro amico, frequentatore assiduo della ‘valle’, mi riporta che secondo meteo.it e 3B sarebbero dovuti stare a casa per vento previsto a 20 km/h e all’ultimo momento davano precipitazioni abbondanti per tutto il giorno. Al contrario, il meteo svizzero, quello con la grafica in evoluzione, non dava assolutamente pioggia. La realtà: giornata coperta, con qualche schiarita e leggera pioggerellina di pochi minuti nel pomeriggio, solo dopo le 17 due acquazzoni
a cura di Antonio Napolitano (Flyaenne) Nei giorni scorsi ho avuto la possibilita di provare il Neptvn in pesca, con riscontro decisamente positivo. Lo carichi sul tetto della macchina in pochi minuti (operazione semplice che volendo si fa anche da soli). In pesca offre tutti i vantaggi di una barca, in primis gli spostamenti rapidi (e senza fatica) grazie al super motore elettrico! Che dire, per me prova superata brillantemente. Attenzione però va detto che il Neptvn crea dipendenza! Agricoltura/ittiofauna a cura di Beppe Saglia (Beppe) Al TG di stasera han parlato dei gravi danni che le alte temperature in California stanno causando ai pesci, colpa anche del poco rilascio d’acqua a valle delle grandi dighe stante la grande richiesta della stessa da parte dell’agricoltura intensiva. Per noi, pescatori e ambientalisti, è questione irrisolta da sempre, ma per i più il problema non si pone nemmeno. Ecco... parlarne sui grandi network potrebbe aprire a qualche timida speranza di cambiamento.
...il graphene ai massimi livelli
Ghibli 7’6” #3 by Massimo Magliocco info 335 6482202 • www.casadellapesca.com 5/2021
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TECNICA SPINNING MARE
DAVIDE BELLOSIA [davide.bellosia@libero.it]
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LECCIA AMIA
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uando un pesce di due o tre decine di chilogrammi attacca la tua esca, per qualche istante tutto si ferma: lui è certo di essere un predatore indiscusso, tu invece sai che diversi minuti di cicalino ai massimi decibel e una bobina rovente ti dividono da un sogno: la grande leccia amia! Una pinna dorsale tesa come un genoa issato al vento, una vistosa linea laterale disegnata lungo tutto il corpo e una forza degna della famiglia di appartenenza sono i tratti distintivi di questo carangide, uno dei pesci più ambiti da ogni spinner inshore del Mediterraneo. La ‘letteratura classica’ da sempre individua in quello estivoautunnale il miglior periodo per la cattura di questo pesce con tecniche inshore. In effetti, all’inizio dell’estate grossi esemplari si uniscono in piccoli banchi accostando in prossimità di foci, porti e scogliere alla ricerca di facili prede, talvolta restando in zona anche per lunghi periodi al fine di riprodursi. In queste occasioni non è raro riuscire a osservare attacchi mozzafiato a danno di cefali e aguglie che compiono evoluzioni sulla superficie delle onde per sfuggire al grosso pelagico. La leccia amia è capace di inseguire le prede più piccole per diverse decine di metri fino a inghiottirle con un ultimo repentino scatto. Diversamente, con prede di generose dimensioni, sfrutta la sua mole per compiere attacchi simili a uno speronamento, allo scopo di tramortirle e in seguito inghiottirle. Sebbene sia appurata la sua presenza nel sottocosta italiano durante i mesi estivi, le abitudini pelagico-migratorie della leccia ne rendono la presenza molto spesso aleatoria, possibile anche durante i restanti periodi dell’anno. Per avere qualche chance di intercettare un suo passaggio, quindi, è opportuno conoscere bene i vari spot e sapere quando, stagionalmente, vi è maggiore probabilità che essa li frequenti. La sua presenza è insomma fortemente correlata al periodo e al tratto di costa, anche se esistono condizioni meteo-marine certamente più favorevoli. Le lecce mantengono una certa voracità anche da adulte; avendo un metabolismo molto veloce, il loro bisogno di alimentarsi è costante, per cui sfruttano opportunisticamente tutte le situazioni che vanno a favore anche di molti altri predatori del sottocosta. Un fiume in piena che trasporta pesci inerti, un moto ondoso che dona vita a una risacca, una forte perturbazione in arrivo o il casuale spostamento di un grosso banco di piccoli pesci sono tutte ragioni che, unite al passaggio periodico, migratorio o riproduttivo, potrebbero spingerle nel sottoriva fino ad arrivare a portata di lancio. Questa voracità, però, limita solo in parte la naturale diffidenza della leccia nei confronti delle esche; la cattura di esemplari di taglia non è mai facile e la presenza del pesce non rappresenta certo l’unica discriminante per una buona riuscita della battuta di pesca. Lungo le coste dell’Italia meridionale è possibile insidiare la leccia amia durante tutto l’arco dell’anno, con una maggiore probabilità di incontrare grossi esemplari dall’autunno e alla primavera. In questi luoghi, le grosse amia sfruttano le mareggiate più importanti che intorbidiscono le acque e attivano la catena alimentare, per spingersi lungo spiagge profonde e grandi foci alla costante ricerca di cibo. In tali occasioni la loro presenza può essere costante dalle fasi finali della scaduta fino al mare completamente calmo. Contrariamente a 5/2021
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COSTRUZIONE MOSCA
RITORNO AL PASSATO
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FABRIZIO M. AYMONE [info@streetfishingitalia.it] FOTO DI MATTIA NOCCIOLA
prima parte STELIO DI MANNO [steliodima@gmail.com] FOTO DI RUGGERO DI MANNO
opo trent’anni di studio di entomologia e di ricerca dei materiali per realizzare mosche perfette, mi sono accorto che negli ultimi tempi finisco per usare le stesse mosche che mi venivano male quando ero un costruttore principiante... Le caratteristiche delle mosche che presento in questo articolo, e che ritengo siano quelle indispensabili da avere con sé in ogni uscita di pesca, sono la galleggiabilità, che ottengo usando piume morbide mescolate alle normali hackles di gallo, e la visibilità, fondamentale per le catture, che raggiungo grazie all’impiego di materiali galleggianti chiari. Soprattutto piume di starna e di germano.
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Un materiale al quale ricorro spesso è anche il capoc, che ho riscoperto recentemente: lanciato trent’anni fa da Raffaele De Rosa, è caratterizzato da un peso specifico più leggero dell’acqua e dalla facilità di mescolare i colori. Troverete in queste pagine anche diverse imitazioni con il gallopardo, che amo per la sua fantastica luminosità. Come spiegherò meglio nella seconda parte, sono mosche costruite secondo le proporzioni di un tempo, il che le fa oggi apparire piuttosto ‘bruttine’... Potete vederne la costruzione di alcune in un filmato che ho recentemente girato per il Fly Club 90, grazie all’interessamento di Marcello Tordi di «Io pesco a secca» in una serata in streaming da lui organizzata e ora visibile su YouTube (https://youtu.be/-9yBavUOGfQ).
☞ Panama variant • amo: n. 13 • code: gallo rosso • corpo: in capoc palmerato con piuma sovradimensionata • ali: gallo brown • collarino: pernice Da usare anche scendere, facendola addirittura saltare.
Efemerella ☞ • amo: n. 16 • code: due fibre di gallo pardo • corpo: quill d’oca rosso • ali: calf tail bianco • collarino: gallo brown nelle misure più grandi È una red spinner molto visibile, ideale nel coup de soir.
Effimera in esclosione • amo: n. 14 da emerger • exuvia: altro • zampette: arctic fur in asola • torace: poly giallo • corpo: quill di pavone giallo • ali: cdc • zampette: mix di peli in asola • torace: poly giallo Micidiale a inizio schiusa in acque piatte.
Giallina parachute • amo: n. 16 • code: gallo brown • corpo: quill oca yellow • torace: lepre • ali: cdc naturale • collarino: gallo brown Da usare in acque calme a inizio e fine schiusa.
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RENZO DELLA VALLE [renzo.dellavalle@gmail.com]
l cambio climatico tipico dell’autunno porta nuove e irripetibili opportunità di pesca per chi insidia i pesci predatori nelle acque di pianura. Dopo un’estate a dir poco torrida, che ha messo a dura prova i nostri ecosistemi acquatici e i pesci che li popolano, l’abbassamento graduale delle temperature riporta in attività un carnivoro di importazione che oggi popola gran parte di fiumi, canali, laghi grandi e piccoli. Il perca, o lucioperca (Stizostedion lucioperca), riconoscibile per i quattro canini che lo rendono simile a un piccolo vampiro con le pinne, in autunno torna ad essere il grande protagonista delle nostre catture. Dopo un’estate passata a cacciare di notte, comportamento che lo ha reso elusivo nei confronti delle esche artificiali, con l’accorciarsi delle giornate e l’abbassamento della temperatura il vampiro pinnato esce infatti allo scoperto anche di giorno. Anzi, più l’acqua si raffredda più il perca diventa aggressivo negli orari centrali, ricordando in questo atteggiamento il luccio nostrano. E, pro-
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prio come l’esocide, le sue finestre di attività si moltiplicano sia nelle acque correnti dei fiumi, sia in quelle ferme dei laghi. Sorprenderemo i soggetti di taglia medio-piccola, qualche etto o poco più, aggirarsi famelici attorno a gardon e alborelle, mentre gli esemplari oltre i tre chili porteranno attacchi in solitaria a pesci di taglia, includendo nella dieta anche i persici, dei quali diventano temibili antagonisti. In autunno il perca di ogni taglia bada al sodo: cerca pesce, e solo quello, e quindi le nostre insidie dovranno imitare le prede dominanti in quel determinato ambiente. Quasi sempre dovremo scegliere imitazioni di pesce bianco (cavedanelli, gardoncini, alborelle) ma anche piccoli persici, soprattutto nei bacini lacustri. Una caratteristica che rende il perca unico per la sua specie è il senso della vista sviluppato per recepire molto bene i colori dello spettro luminoso tendenti al giallo, arancio, verde fluo, chartreuse (giallo fluorescente). Ricordiamocene, quando sceglieremo gli artificiali, soprattutto se troveremo acque velate o torbide.
hardbait deep
Il perca ha un comportamento molto simile al luccio nelle fasi di caccia. Se ne sta quasi sempre acquattato tra gli ostacoli del fondo, che sfrutta per tendere agguati e dai quali parte con guizzi veloci. Nonostante le pinne ben sviluppate, questo predatore non ha doti di inseguitore e le sue cacciate si limitano a brevi e fulminei scatti. Raramente si porta a mezz’acqua, e ancor meno in superficie, a meno che non vi sia grande abbondanza di pesce foraggio che staziona in branco. Va da sé che lo dovremo cercare sul fondo, per cui le esche che selezioneremo dovranno avere questa principale caratteristica, ossia scendere velocemente e rimanervi il più possibile. Tra le hardbait che simulano pesci preda di taglia medio-piccola daremo quindi la precedenza a quelle munite di paletta-timone sviluppato, che le fanno viaggiare in profondità, a esplorare per bene tutti gli anfratti che possono celare perca in caccia. Il mondo delle hardbait palettate è in continua crescita e oggi non c’è che l’imbarazzo della scelta. Possiamo fare una cernita in base al livello di caccia del perca o del tipo di fondo sul quale staziona. I crankbait, ad esempio, sono stati sviluppati per il bassfishing, ma in virtù della loro caratteristica anti incaglio e dell’azione di nuoto vivace anche su basse trazioni di recupero, possono risultare letali anche con il perca. Sceglieremo quelli maggiormente palettati, che possono raggiungere i due-tre metri restandovi per la maggior del recupero. Alcuni modelli hanno paletta e corpo strutturati per deflettere il crank (e le ancorette) in caso di urto sull’ostacolo, evitando pericolosi incagli. Costano un po’ di più, ma valgono senz’altro la spesa.
Le hardbait munite di timone di nuoto sono un valido alleato nella ricerca autunnale del perca. Ecco tre esempi della Rapala, con differenti azioni di nuoto che si adattano alle diverse situazioni che troveremo in pesca e ai diversi livelli di aggressività del perca. In alto il Deep Tail Dancer da 9 cm, deep diver per la pesca in corrente e profondità. Raggiunge i 6 m di fondo. Al centro lo Shadow Rap Deep da 11 cm, jerkbait da recuperare in acque ferme con scatti e brevi rilasci. Ad azione suspending, raggiunge 2,4 m. Sotto il DT da 6 cm, crankbait per la pesca nel sottoriva delle acque ferme o a lenta corrente. Raggiunge 1,8 m.
Una variante dei crankbait, che funziona molto bene per il perca, soprattutto in corrente, è tutta la famiglia dei cosiddetti ‘deep diver’. Si tratta di crankbait con la silhouette da pesce foraggio affusolato, che li rende molto simili a un’alborella, un cavedano o un ciprinide di fiume. I deep diver hanno tutti l’importante prerogativa di scendere a grandi profondità e di contrastare meglio la corrente, opponendo una minore resi-
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L’AUTUNNO DELL’ADDA ALESSANDRO BELLUSCIO [alessandro belluscio.com - aloflyfishing@gmail.com]
Fabio Guerini in una fredda mattina di dicembre sull’Adda.
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i domandassero quale periodo preferisco, in Adda, risponderei sicuramente l’autunno. Sono infatti d’autunno i miei ricordi più belli, le prime fresche mattinate di fine settembre, quelle mattine in cui ringrazi di avere una bella barba folta che ti protegge dall’aria pungente, quando scendendo dall’auto speri di non esserti dimenticato una maglia in più, quelle giornate nelle quali non sai se metterti il cappellino di lana o permetterti ancora un leggero trucker estivo, quando le giornate iniziano ad accorciarsi, la vegetazione arrossisce e la luce filtra timida tra i rami di quel che rimane dell’estate. Sono di questa stagione il profumo di mele lungo il fiume di giorno, l’aroma pungente di sigaro di qualche secchista nascosto in silenzio più in là, intento a osservare una grossa trota, ma anche i pizzoccheri fumanti la sera irrorati da qualche bicchiere di Nebbiolo. Si tratta di un periodo magico: le temperature si abbassano e l’acqua del fiume perde quella velatura biancastra e fastidiosa da scioglimento che accompagna le afose giornate estive e distrae dall’azione di pesca. Si torna a pescare come si deve, nei posti dove si scorge il fondo, come piace a me, in modo tecnico, alternando streamer, sommersa e secca, trovando il pesce a varie profondità durante tutto l’arco della giornata, con gli insetti che tornano a schiudere a orari piacevoli. E poi, è la stagione dei temoli! Si comincia mediamente da fine settembre con l’acqua che torna stabile, qualche pioggia autunnale e schiuse alternate di sedge e effimere, per arrivare alle brevi giornate di fine novembre, con il freddo, il ghiaccio e poche ore di attività disponibili per insidiare qualche pesce e godere delle bellezze del fiume. Mi è anche capitato di pescare sotto una fitta nevicata, ed è stata una delle pescate più belle di sempre!
Ci sono giornate epiche, di quelle che segni sul calendario con una grossa x rossa, con schiuse e attività in superficie che ti fanno tremare le mani e le gambe. Ci sono giornate di acqua perfetta e schiusa, ma assenza di attività in superficie e difficoltà a pescare in profondità: le giornate in cui anche in deriva, se non trovi l’assetto perfetto, puoi sederti e stare a guardare gli altri che prendono pesci – e tu no. Ci sono giornate senza schiuse visibili e pesci che salgono in caccia su grosse esche presentate in maniera corretta, oppure pattinate. E poi ovviamente ci sono le giornate no, ma in quel caso due fette di salame, un po’ di slinzega e un bicchiere di rosso in compagnia fanno passare il malumore e ci ricordano l’altro motivo per il quale andiamo a pescare. Chi sostiene che in autunno in Adda sia scontato catturare non c’è mai stato, mente o parla per sentito dire. La natura è imprevedibile e se già interpretare un corso d’acqua non è semplice e scontato, in un fiume di fondovalle di origine glaciale come l’Adda è anche peggio. Se aggiungiamo gli sbalzi di livello ai quali è soggetto il corso d’acqua a causa di dighe e centrali sparse per tutto l’asse, le poche garanzie svaniscono del tutto. È capitato spesso che in alcuni tratti si assistesse alla più epica delle schiuse, con attività incredibile, temoli importanti che ti bollano sotto il naso e, qualche chilometro più a valle o a monte, l’apatia più totale. Il fattore C (la C di fondoschiena…) in questi casi partecipa alla riuscita di una bella giornata in fiume, ma tranne in casi rarissimi lo si deve ‘cercare’ accettando anche di muoversi in auto o a piedi in diversi posti durante l’arco della stessa giornata. L’autunno per l’Adda, rispetto ad altri fiumi, è atipico: la stagione ordinaria della trota termina sempre la seconda domenica di ottobre, ma UPS - Unione Pesca Sondrio, che ha in concessione le acque della Valtellina e della Valchiavenna, ottiene dalla Provincia di Sondrio ogni anno l’estensione di stagione fino (di solito) a metà dicembre. In modalità rigorosa-
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fLY TYINg cONTEST SPEDIZIONE ENTRO IL 20.10.2021: MONTAggIO DEcEIvER
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DECEIVER Spedizione entro il 20 ottobre 2021 a La Pesca Mosca e Spinning, via Musignana 7, 50022 San Polo in Chianti. Dressing e note di commento in un file di testo a redazione@lapescamoscaespinning.it
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ROTANTE PER LA TROTA Spedizione entro il 20 ottobre 2021 a La Pesca Mosca e Spinning, via Musignana 7, 50022 San Polo in Chianti. Dressing e note di commento in un file di testo a redazione@lapescamoscaespinning.it
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Major Craft Basspara BPS-662UL Length: 6’6” Lure: 1/32-3/16 oz Line: 3-6 lb Action: Ex.Fast
PREMIO PER IL VINCITORE SU OGNI NUMERO La Major Craft Basspara BPS-662UL è una canna in due pezzi dedicata allo spinning leggero, indicata per la pesca con la gomma spiombata o microtestine. Può essere utilizzata anche per la pesca di ricerca alla trota eoSPINNING per le tecniche • MOSCA • 4/2019ultralight in mare e acque interne. Lunga 198 cm, monta portamulinello Fuji e anelli Fuji alconite; il manico è splitatto ed è composto metà in eva, metà in sughero.
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FRANCESCO GIORDANO • INTERPRETAZIONI SONORE SOFT
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Lasciati tentare dai nostri gadget... Molix Water Slash + Molix Jugulo FS Fast Sinking oppure Stonfo Command Grip MOLIX WATER SLASH Favorito dal design compatto, il Water Slash è indicato in zone con elevata pressione di pesca, dove l’utilizzo di spinnerbait finesse è spesso l’unica soluzione per aver ragione di pesci scaltri o intimoriti. La forma leggermente schiacciata della testa risponde alla necessità di ottenere un bilanciamento perfetto a ogni velocità di recupero e una corretta posizione di nuoto. Il peso delle palette è calibrato per evitare il sovraccarico dello spinnerbait e far sì che non appena tocchi l’acqua sia già in azione. Il filo in lega di acciaio con cui è costruito presenta conicità e diametro variabili e favorisce l’emissione di forti vibrazioni; l’alta resistenza di questa lega speciale lo rende indicato anche per impieghi gravosi in zone ricche di ostacoli. L’occhiello di congiunzione del braccio con la paletta principale presenta una speciale saldatura che minimizza il rischio di perdere la pala. Lo skirt in silicone ‘fine cut’ (taglio fine) è cucito a mano e aggiunge naturalezza al nuoto dell’artificiale. Per maggiori informazioni: www.molix.com.
MOLIX JUGULO FS FAST SINKING • 9 cm • 52 g Questo artificiale entra in pesca velocemente e staziona a lungo nella strike zone di tonni e pelagici. La particolare distribuzione del peso rispetto al Jugulo classico, qui decentrato nella parte posteriore dell’esca, ne fa un metal jig immediatamente efficace, pronto anche per recuperi ad alta velocità appena al di sotto della superficie dell’acqua, oltre a migliorare le distanze raggiungibili nel lancio, anche in condizioni di vento contrario, migliorando di conseguenza l’approccio nella pesca sulle mangianze a distanza, quando bisogna essere il meno invasivi possibile per non disturbare l’attività dei predatori. A parità di peso, Jugulo FS è di dimensioni più piccole, aumentando così il potere catturante dell’esca quando i predatori sono molto selettivi e abituati a cacciare su foraggio di piccola taglia. Per maggiori informazioni: www.molix.com.
STONFO COMMAND GRIP • 14 cm • 70 g • art. 617 Pinze salpa pesci indispensabili per chi pratica il catch and release in quanto aiutano durante l’operazione di slamatura. Le caratteristiche speciali di queste pinze permettono di afferrare saldamente il pesce per la bocca senza arrecargli danno. Le loro ganasce perfettamente arrotondate e ricoperte in gomma hanno un’ampia superfice di contatto. La forza di chiusura della pinza viene controllata dal pescatore ed è indipendente dal peso del pesce. Leggerissime, compatte ma estremamente robuste, queste pinze lavorano bene sia con pesci di piccola che di grossa taglia. Dotate di impugnatura ergonomica in gomma antiscivolo e di laccetto regolabile, sono adatte sia per la pesca in acqua dolce che in mare. Ideali per mosca, spinning, rock fishing, jigging ecc. Per non ferire il pesce si consiglia comunque di sostenerne il peso con l’altra mano o se possibile di lasciare il pesce in acqua e utilizzare la pinza come ausilio alla slamatura.Per maggiori informazioni: www.stonfo.com
Puoi pagare con o con bonifico sul c/c bancario intestato a Zona Franca Editrice srl presso la Cassa di Risparmio di Fermo, IBAN IT74J0615003200CC0370104278, oppure con versamento sul c/c postale n. 1023658204 intestato a Zona Franca Edizioni srl. Per informazioni: tel. 06/42.90.38.54 - abbonamenti@lapescamoscaespinning.it abbonamento on line su www.lapescamoscaespinning.it/abbonamento
show room mercatino CANNE, MULINELLI, ARTIFICIALI, ACCESSORI ECC. Cerco G. Loomis crank bait series, in particolare la CBR 905C7'6 "1/2 - 1 oz. (la vecchia serie quella con il grezzo rosso bordeaux). Canna tenuta bene, no botte no graffi. Gianandrea, gbbasshunter@hotmail.com, 349/5453960. (E) Causa età avanzata, vendo Canna Affinty CTS 7' 6" per coda 4 (coda 3) tre pezzi 200 €, canna Julia rod by Zanin 7'6" coda 2 (coda 3) due pezzi pezzi 150 €, canna Zimaski per coda 3/4 8'/8,2' due pezzi, due vette 150€, canna Palù Tornado 7' coda 4 (coda 3) due pezzi 320€, canna Pezon&Michel bamboo serie PPP 7' 6" coda 4, Bretonwillers due vette 490€, canna Sharp bamboo made in England 7' per coda 4 (coda 3 due pezzi 270€, stivali Simms a vita misura X-Large in goretex 220€. Spese di spedizione a parte. Contatto: rudy.tlt@gmail.com. (D) Il nuovo nayat XL targato Bauer è acquistabile presso il negozio Flyfishdolomiti di Angelo Piller in Via Manzago 27 a Tai di Cadore (BL), tel. 328/ 9682924 o direttamente nello shop on line: www.flyfishdolomiti.com.
disponibile in tre colori
ANTI-ALGA STONFO Questo anti-alga prodotto da Stonfo (art. 633) è un componente molto utile da impiegare su artificiali quali popper, streamer, zonker ecc. Prodotto in materiale plastico elastico e resistente, si applica all’amo legandone un’estremità allo stelo in modo che l’estremità opposta, munita di speciale nicchia a V, vada a proteggere la punta dell’amo, impedendone l’incaglio durante l’azione di pesca. È adatto ad ami della dimensione massima 2-3/0. Disponibile in tre colori, che consentono di incrementare l’efficacia dell’artificiale. Per ulteriori informazioni: Stonfo, tel. 055/8739615, www.stonfo.com, stonfo@stonfo.com.
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Questa pinza girahackles, stata studiata in collaborazione con Edy Donà, garantisce la massima tenuta ed elevatissime prestazioni. È composta per il 90 % in acciaio inox con il fine di evitare fastidiose ossidazioni e conseguente degradamento del tool. L’impugnatura è in alluminio anodizzato e prodotta in tre colori differenti: nero, verde, blu. Tre molle appaiate garantiscono la massima chiusura e un grip elevatissimo. Eventuali pressioni involontarie che potrebbero danneggiare gli artificiali in fase di costruzione vengono compensate da una molla a spirale, anch’essa in acciaio inossidabile, che ammortizza e accompagna tutti i movimenti. Un lungo processo di progettazione e di collaudo del prodotto ha permesso di ottenere risultati veramente ottimali. Massima tenuta, dimensioni e peso ridotti, qualità made in Italy al 100%. Il costo è di 39,00 euro. La pinza è commercializzata da Alpiflyfishing, via Amendola 10, Cossato (BI), tel. 015/7011133, www.alpiflyfishing.it, info@alpiflyfishing.com
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