La Pesca Mosca e Spinning Febbraio-Marzo 2022

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Poste Italiane SpA – Spedizione in abbonamento postale – AUT/CENTRO/1291/04.2021 Periodico ROC - anno XXII, n. 29 - Febbraio-Marzo 2022

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Con tre aghi Flash Flies Project Il controllo del loop Tube fly ‘Senza paura’ Torrente, marzo [10 pp.] Fly Tying Experience 2021 Obiettivo leccia Fantasmi in foce Trout Area: spoon Apertura sull’Adige Shad 4” per il lucioperca Il Taro a Piane di Carniglia

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FOTO DI SIMONE FERRI

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Direttore responsabile Eugenio Ortali

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FLY TYING EXPERIENCE 2021

APERTURA SULL’ADIGE

a cura della redazione

del Team Esosi

Uno dei principali poli di attrazione per il settore mosca dell’edizione 2021 del Pescare Show di Vicenza è stato il Fly Tying Experience, ai cui tavoli i numerosi costruttori hanno intrattenuto il pubblico con le loro creazioni e i loro consigli.

Quest’anno i tre componenti del Team Esosi faranno l’apertura sull’Adige, nella zona C dell’A.P.D.V., nel tratto dal confine col Veneto alla diga di Ala. Qualcuno andrà all’alba, qualcuno più tardi, con esche solo in parti coincidenti. Ecco un’anteprima delle loro strategie di pesca.

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redazione@lapescamoscaespinning.it www.lapescamoscaespinning.it www.facebook.com/MoscaeSpinning http://twitter.com/lapescaMeS www.flickr.com/photos/moscaespinning www.youtube.com/user/MoscaeSpinning

Hanno collaborato a questo numero Moreno Bartoli, Mauro Borselli, Giacomo Capresi, Guglielmo Ciregia, Renzo Della Valle, Fabio Federighi, Loris Ferrari, Fabio Franchini, Massimo Ginanneschi, Pierangelo Grillo, Davide Lugato, Massimo Magliocco, Ivano Mongatti, Giorgio Montagna, Paolo Pinzauti, Armando Quazzo, Federico Renzi, Marco Sammicheli, Team Esosi

ZONA FRANCA EDITRICE SRL sede legale: Via P. Colagrande 1, 67100 L’Aquila abbonamenti@lapescamoscaespinning.it tel. 06/42.90.38.54

SPOON

CON TRE AGHI

di Fabio Franchini

di Pierangelo Grillo

Nascita ed evoluzione del Trout Area sono legate alla famiglia degli spoon. In questo articolo, dopo averne esaminato le caratteristiche, se ne spiega l’utilizzo nelle tre fasi classiche di una competizione. Con il punto di vista di tre noti garisti.

Colpito dal montaggio parachute di alcune mosche di Angelo Rosorani e dopo avergliele viste costruire a un Trofeo Bisenzio, l’autore ha cercato di trovare un suo modo per realizzarle, facendo ricorso a uno strumento particolare e usando hackle miscelate di gallo pardo e capriolo.

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IL CONTROLLO DEL LOOP

OBIETTIVO LECCIA. FRA DESERTO E OCEANO

Pubbliche relazioni e pubblicità Renzo Della Valle, Giorgio Montagna renzo.dellavalle@gmail.com, jomontagna@tiscalinet.it

Pubblicazione periodica Disponibile anche in versione digitale su www.ezpress.it Tutti i diritti riservati LA PESCA MOSCA E SPINNING ZONA FRANCA EDITRICE srl Iscrizione ROC n. 26695 del 22.9.2016 Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 225 del 29.9.2014 Direttore editoriale Giulio Fascetti Stampa: Tuccillo Arti Grafiche, Afragola Distribuzione: Pieroni Distribuzione srl Via Carlo Cazzaniga 19, 20132 Milano

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di Massimo Magliocco «Si può definire un buon loop quello che unisce due porzioni di coda – quella superiore e quella inferiore – in modo parallelo, cercando di realizzare il disegno più stretto possibile. Tutto ciò ha come risultato la velocità e la precisione». Gli errori, le loro cause, le soluzioni.

di Giacomo Capresi e Guglielmo Ciregia Alla perenne ricerca di qualche luogo ove insidiare grosse lecce, Giacomo e Guglielmo sono approdati sulle sponde del Marocco, sulla costa atlantica del Sahara occidentale, nella zona di Dakhla, dove si trovano esemplari fantastici.


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TUBE FLY SENZA PAURA

IL TARO A PIANE DI CARNIGLIA

di Armando Quazzo

di Giorgio Montagna

L’autore propone uno streamer di dimensioni ridotte che ha dimostrato di essere efficace con le trote più diffidenti dei fiumi glaciali delle Alpi. Molto facile e rapido da costruire, elimina la paura di agganciarlo sul fondo, consentendo di usarlo nella maniera più audace...

Noto soprattutto per le cheppie, il Taro riserva molti altri motivi di interesse. Nel suo tratto alto, si trova una zona torrentizia nella quale è possibile insidiare belle trote fario e vaironi. Giorgio dà indicazioni sia per il periodo dell’apertura che per quello successivo.

RUBRICHE

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FLASH FLIES PROJECT

SHAD DA 4” PER IL LUCIOPERCA

di Mauro Borselli

di Paolo Pinzauti

Mauro racconta la genesi e l’evoluzione del progetto che lo ha portato, insieme all’azienda produttrice del materiale, a creare le sue Flash Flies, ideali per il luccio, il lucioperca, l’hucho, il siluro e altri pesci d’acqua dolce, ma anche per barracuda, tarpon e blue shark.

Lo shad presentato nell’articolo, essendo destinato al perca, utilizza una miscela siliconica più dura rispetto a quella tradizionale. Ha poi la coda suddivisa in dieci segmenti e finisce con il paddle inclinato all’esterno. Magra come previsto la risposta dei lettori...

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SPEDIZIONE ENTRO IL 20.2.2022: STICKBAIT PER LE MANGIANZE

La nuova serie dedicata alle ‘situazioni di pesca’ è inaugurata dal torrente appenninico nel periodo di marzo. Al racconto delle esperienze di Ivano e delle mosche che impiega, fanno riscontro le visioni degli altri costruttori della rivista e le versioni dei concorrenti del contest.

LURE BUILDING CONTEST

La ricerca della spigola nel magico ambiente della foce costituisce uno dei tipi di pesca più gratificanti. L’autore spiega le caratteristiche proprie di questo ambiente e chiarisce il ruolo delle ‘interruzioni’. Si parla anche approfonditamente di attrezzature e di artificiali specifici.

Skirmjan Predator Hunter R MSR-PH-702L Length: 7’0” (213 cm) Lure: 1/16–1/4 oz (1,7–7 g) Line: 4 – 10 Lb Action: Fast

TORRENTE, MARZO di Ivano Mongatti

FLY TYING CONTEST

FANTASMI IN FOCE di Davide Lugato

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SPEDIZIONE ENTRO IL 20.2.2022: RISORGIVA D’APRILE

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NOTIZIE SHOW ROOM MERCATINO

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fish facts

a cura di Marco Sammicheli

ancora su pesca ricreativa e pesca commerciale

DESERTIFICAZIONE DELLA FASCIA COSTIERA È cosa nota che i pescatori ricreativi e quelli commerciali si lanciano accuse reciproche per il degrado della pesca. In genere le accuse sono tutte fondate, anche se non lo sono sempre e dovunque. I commerciali fanno distinzione tra diversi approcci alla pesca ricreativa, ma quello che interessa loro è il prelievo, ovvero la concorrenza per le risorse. Dove si stima un rapporto di 1 a 10 nell’estrazione di risorse ittiche tra ricreativo e commerciale, sembra che quel dieci per cento di pescato non destinato alla filiera sia un’enormità. Ovviamente alla base di tutto questo c’è la concezione alla rovescia di una prelazione dello sfruttamento commerciale sul diritto naturale individuale, tanto che con il novanta per cento di sbarchi gli sembra anche di starci stretti. Certo il diritto naturale individuale decade se il pescato non commerciale viene venduto o se si infrangono i regolamenti e proprio qui sta il punto, visto che la cosa accade spesso, dal che è evidente che i commerciali di ragioni un po’ ne hanno. E un po’ ne hanno anche riguardo alla filastrocca secondo la quale la pesca ricreativa non incide sulle risorse; bisogna infatti vedere quali risorse, pescate come e dove, e considerare lo sforzo realmente applicato da un certo numero di fruitori in una determinata zona di pesca. Tutto vero, se non che i commerciali che ce lo fanno notare evitano di aggiungere all’equazione la loro parte, quella ad esempio delle reti onnipresenti davanti alle foci o della circuizione, sulle ricciole imbrancate, delle ricciolette e delle leccette da un palmo nella cassette di polistirolo, delle orate in frega e così via. In un recente articolo pubblicato su pesceinrete.com a firma S. Ragonese – Stiamo facendo il deserto nella fascia costiera italiana e l’abbiamo chiamato ‘Pesca ricreativa’ – una lunga disamina prende particolarmente in considerazione la pesca subacquea e la zona grigia del commercio illegale di pesci ‘non commerciali’. Per noi è abbastanza facile capire come la prospettiva di un pescatore commerciale possa essere parziale e condizionata, come del resto sicuramente un po’ lo sarà anche la nostra, ma alla fine, se non fosse per lo scaricabarile, ci sarebbe molto da condividere, a partire proprio dalla concezione stessa della pesca ricreativa. Ad esempio, si potrebbero fare delle distinzioni per applicare gestioni specifiche e separate che tengano conto del tipo di pesca, e su questa base realizzare una pianificazione spaziale della gestione, che in pratica significa fare distinzioni a seconda degli ambienti, delle tecniche e dello stato delle risorse nei diversi contesti. Subacquea e attrezzi passivi sono i migliori esempi. La parola importante che identifica la pesca non commerciale è comunque ‘ricreativa’, con la quale sembra che ci venga dato un diritto culturale a divertirci con i pesci, quando invece il senso vero dell’accesso non commerciale alle risorse della pesca, non restituito dalla definizione, è che ci viene riconosciuto il diritto naturale di accesso (regolamentato) alle risorse ittiche per il proprio consumo alimentare. La differenza è netta perché, se anche il motore delle uscite di pesca può essere il solo divertimento, la prelazione delle risorse pubbliche della pesca è e deve restare pubblica per tutti i cittadini, certamente entro determinati limiti di regolamento e con tutte le belle e solite finalità che tutti vogliono perseguire. L’allarme sulla desertificazione della fascia costiera è certamente condivisibile, anche se in netto ritardo rispetto a quanto viene denunciato ormai da decenni da almeno una parte dei pescatori ricreativi. D’altra parte, non ci si può nascondere che negli stessi decenni un’altra parte degli stessi pescatori ricreativi ha contribuito in modo significativo all’impoverimento di vari stock ittici costieri. Sembra evidente che non possa essere accaduto per il prelievo legale da parte dei pescatori con la lenza. Potrà forse esserlo stato per la pesca subacquea in certi contesti ambientali, ma il grosso è più che verosimilmente attribuibile alla pesca illegale, al commercio illegale, alla cultura del portare a casa tutto quello che può essere catturato, indipendentemente dalla tecnica di pesca; e in mare sappiamo che quando gira bene è un attimo infrangere i regolamenti e pochissimo di più per danneggiare le risorse. Anzi le risorse le si può facilmente danneggiare anche stando nelle norme, ad esempio prelevando legalmente fino a 5 kg di spigole di 25 cm, come permesso da

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regolamento. Una cosa che ci dovrebbero spiegare i commerciali, quindi, è perché non sostengono la necessità di modificare i regolamenti, le misure minime e i limiti di carniere. Per fare sintesi, ci dovrebbe essere chiaro che i commerciali, oltre ad avere torto marcio, hanno anche un bel po’ di ragione dalla loro parte. La cosa giusta sarebbe sfruttare questa ragione per fare qualche distinzione e per sostenere un impegno comune per la gestione delle risorse della fascia costiera. È probabile che chi ci legge qui sia un caso particolare, perché va in foce a mosca o a spinning, rilascia (speriamo) i pesci, rilascia quelli piccoli, rilascia i grandi riproduttori, rilascia quello che non sta nel carniere giornaliero. Èd è da sperare che per i commerciali questo faccia la differenza rispetto a chi sbarca e vende illegalmente. Viceversa, però, lì sulla foce, i commerciali devono tenere le reti lontano, ma proprio molto lontano, al largo, altrimenti ci stanno prendendo in giro. Nel concreto, sembra sempre che la pesca commerciale chieda senza contraddittorio, da fuori e autoritariamente, una regolamentazione più restrittiva per la pesca ricreativa e giustamente la pesca ricreativa reagisce in modo negativo. Allo stesso tempo, anche la pesca ricreativa chiede una revisione dei regolamenti e anche lei in senso restrittivo, caso nel quale la pesca commerciale neanche considera la possibilità di cercare una posizione comune sostenibile di fronte al gestore pubblico. È da dubitare che a breve ci siano progressi in questo senso, se non eventualmente qualche inutile tavolo tecnico alternativamente con addetti che si guardano in cagnesco o che si adulano ipocritamente col coltello dietro alla schiena.

ripartenza della campagna contro gli sbarramenti idrici

WORLD FISH MIGRATION DAY 2022 Stiamo assistendo a una forte accelerazione sui temi della tutela ambientale e di questo risentono le diverse campagne di sensibilizzazione e di coinvolgimento nei più diversi contesti. Tra quelli di maggiore importanza per la pesca c’è la restituzione della continuità ai corpi idrici con la rimozione di dighe e sbarramenti che hanno effetti devastanti non solo sula fauna ittica migratoria, ma su tutto l’ecosistema dei bacini idrici. In Italia, nonostante qualche esempio virtuoso, molto inchiostro versato e numerose dichiarazioni di intenti, in un gran numero di bacini esiste ancora un numero incalcolabile di briglie e sbarramenti, quasi sempre obsoleti e pericolosi oltre che dannosi, di cui nessuno si occupa. In molti casi vige la regola del muro di gomma su qualsiasi proposta di intervento per non innescare una serie di problemi e incombenze, che gli uffici competenti evitano accuratamente, diventando in questo modo corresponsabili del degrado ambientale che dovrebbero contribuire ad eliminare. I pescatori ricreativi finiscono nel nostro contesto per essere i primi e spesso gli unici a sostenere iniziative per restituire continuità ai corpi idrici, forse perché sono loro a vedere davvero il problema e a capirne l’importanza, che va ben oltre i benefici per la pesca. Dopo i problemi organizzativi del periodo pandemico 2020-21, si programma un ritorno in gran forma dell’iniziativa internazionale della Giornata Mondiale della Migrazione dei Pesci (World Fish Migration Day WFMD) in coordinamento con Dam Removal Europe (Rimozione delle dighe in Europa - damremoval.eu) che sta espandendo a livello continentale la consapevolezza sul problema e la promozione di un numero sempre maggiore di interventi di rimozione di sbarramenti. Il 21 maggio 2022 si celebra una Giornata Mondiale della Migrazione dei Pesci davvero speciale, con la nuova campagna «Break Free» per la riapertura dei fiumi e il recupero della popolazioni di pesci migratori. In supporto alla Giornata è stata anche organizzata una petizione globale in cui tutte le organizzazioni sono incoraggiate a sostenere l’iniziativa con la loro firma. Associazioni, club, gruppi di pescatori e singoli cittadini: tutti sono invitati a registrare un evento nel nuovo sito WFMD worldfishmigrationday.com, facendo rete con le numerose altre iniziative in tutti i continenti. La speranza è che, seppure a rilento rispetto a quello che sta accadendo in molti paesi europei, anche in Italia cresca la sensibilità e possano iniziare e moltiplicarsi le iniziative per la rimozione delle barriere che impediscono alla nostra rete idrica di svolgere la sua funzione ecologica, vitale per il territorio e per tutti i servizi ecosistemici.


notizie differito al week-end del 1° maggio il salone veronese

EOS SHOW 2022 Considerata l’ondata dei contagi delle ultime settimane e la situazione generale, l’organizzazione dell’European Outdoor Show – la manifestazione di riferimento in Italia per la caccia, il tiro sportivo, l’outdoor, la pesca e la nautica – ha disposto il differimento della manifestazione al weekend del 1° maggio. È stata una decisione necessaria per la sicurezza sanitaria di visitatori ed espositori. Appena 75 giorni di attesa per la nuova data, da sabato 30 aprile a lunedì 2 maggio, concordata con il Consorzio degli armaioli italiani (patrocinatore della manifestazione) e con le principali aziende espositrici del comparto Caccia e Pesca. L’obiettivo del rinvio è quello di garantire un’adeguata presenza di tutto il pubblico e di tutti gli operatori specializzati, senza le limitazioni oggi previste. Il tutto grazie ai protocolli di prevenzione validati dal CTS e continuamente aggiornati e in ottemperanza con quanto previsto dal ‘Protocollo Covid 19’ della associazione di categoria AEFI (Associazione esposizioni e fiere italiane), per garantire a tutti i partecipanti la massima sicurezza. Veronafiere, che ha ripreso la propria attività in presenza e nella massima sicurezza già da giugno 2021, con la special edition di Motor Bike Expo, ha già modificato il proprio calendario in accordo con le filiere produttive e in linea con le scelte adottate anche dagli altri principali organizzatori fieristici europei di fronte all’aumento dei contagi a livello globale. Veronafiere attua varie misure per prevenire il coronavirus secondo il protocollo Safetybusiness: un sistema che ha dimostrato la propria

validità anche in occasione di rassegne consumer di grande pubblico, come l’ultima edizione di Fieracavalli. L’organizzazione di EOS sta lavorando alacremente affinché il salone risponda alle aspettative di tutti nel miglior modo possibile e che finalmente il settore e gli appassionati si possano incontrare in tutta tranquillità, senza patemi né limitazioni di alcun tipo, anche se un po’ più tardi del previsto 12-14 febbraio. Nel frattempo, per tenere ‘in caldo’ l’interesse comprensibilmente montante dei visitatori e degli appassionati di caccia e pesca, il sito www.eosshow.com continuerà a fornire anteprime e aggiornamenti. EOS ospiterà anche il Fly Tying Show, grande manifestazione di costruzione mosca organizzata da Fabio Federighi e Federico Renzi, che ha già avuto conferma della partecipazione di Luca Barosselli, Emiliano Bartolini, Giampiero Bartolini, Gianluca Capizzi, Alessandro Casiglia, Marco Clari, Emmanuel Crosa, Stelio Di Manno, Branko Gasparin, Andrea Gasparini, Fabio Gasperoni, Matteo Ghizzo, Manuela Lello, Andrea Nuti, Andrea Pegorin, Enrico Puglisi, Dimitri Repele, Stefano Ticchiati, Bane Todorovic, Eros Tommasi, Hans van Klinken, Loris Zecchinello. Altri prestigiosi nomi sono in arrivo. Organizzazione: E.O.S. S.r.l., Via Misurina 4, 35035 Mestrino (PD), tel. 049/9004444.

tre interviste realizzate da Alvaro Masseini

LA REINTRODUZIONE DELLA TROTA MEDITERRANEA NELLA VALNERINA Le nuove direttive europee in merito alla preservazione e alla reintroduzione delle specie autoctone in ogni ambito del vivente, recepite con decreti legislativi anche dal nostro paese, hanno prodotto una vera rivoluzione nel modo di fare cui siamo stati abituati fino ad oggi. Nel caso specifico delle acque e nella nicchia delle acque da salmonidi, da molti anni si è proceduto all’immissione massiccia di due specie di trote: quel-


la scomparsa di Aldo Morellato

CIAO ALDO

la che chiamavamo la fario europea di ceppo atlantico e la trota iridea, un pesce originario delle Montagne Rocciose (USA) che cresce velocemente, ha una voracità maggiore delle trote europee e normalmente non si riproduce nelle nostre acque. A seguito dell’aumento crescente della domanda di trote, dovuto sia alla pesca sportiva in tutti i suoi ambiti (dai no kill al garismo) e a quella per il mercato ittico, lungo l’asta di moltissimi fiumi sono nati centinaia di allevamenti intensivi per rispondere a queste richieste, contribuendo in tal modo a un ulteriore peggioramento della qualità delle acque. Oggi, alla luce delle nuove direttive, tutto questo mondo dovrebbe, nella migliore delle ipotesi, quantomeno ridursi di molto, perché nel fiume dovrebbero andarci solo trote di specie mediterranea, dopo, beninteso, essere state di nuovo individuate, mappate geneticamente, riprodotte ecc. Ciò ha come conseguenza immediata la fine dei classici ripopolamenti rituali e la seppur momentanea diminuzione drastica di pesci nei fiumi, perché i tempi per rintracciare i superstiti di trota nativa e creare un numero di riproduttori significativo per poter iniziare di nuovo le immissioni con la nuova specie non sono certo brevi. A questo proposito anche le abitudini dei pescatori, compresi quelli a mosca, dovranno cambiare: non più abbuffate di catture, ma lunghe passeggiate in fiumi e torrenti non avendo più la predazione come fine, bensì il volteggio elegante della lenza, l’osservazione naturalistica, una buona ossigenazione e la perdita di un po’ di sovrappeso... Se poi, alla fine, qualche trota (piccola per ora) salirà sulla nostra mosca sarà tutto di guadagnato. Saremo capaci di tutto questo? Il condizionale è d’obbligo, visto che il nostro è il paese delle deroghe, delle proroghe e via di seguito, ma intanto alcune Regioni hanno iniziato il progetto e non da ora. Una di queste è la Regione Umbria che, una fra le prime nel 2016, ha recepito il DPR e messo mano ai lavori. Il fiume da salmonidi più importante della Regione è il Nera, che ha anche un’altra particolarità: da molto tempo, seppur in modo intermittente, è gestito da un’associazione ambientalista: Lega Ambiente. Per cercare di avere un quadro di come stanno procedendo i lavori, per avere le idee più chiare sullo stato dell’arte in Valnerina e capire quale potrebbe essere il futuro prossimo del mondo della pesca, in particolare a mosca, abbiamo intervistato (in presenza, nel novembre 2021) tre persone che da un punto di vista diverso conoscono bene e da molto tempo il fiume avendolo frequentato nella veste di pescatore a mosca e guida di pesca (Luca Castellani), di ittiologo responsabile per molti anni del Centro Ittiogenico regionale di Borgo Cerreto (Mauro Natali) e di ecologista e pescatore a mosca che rappresenta Lega Ambiente dentro il progetto di gestione del fiume che si pone all’interno del programma più vasto di reintroduzione della trota mediterranea (Marco Pippi). I tre testi (visionati, corretti e autorizzati dagli intervistati) sono visibili on line sul nostro sito e su quello di Pipam, affinché i pescatori possano farsi un’opinione propria ed essere informati e partecipi di ciò che potranno aspettarsi nelle prossime stagioni. (Alvaro Masseini)

È mancato ai suoi cari e agli amici tutti Aldo Morellato, genuina scorza di milanese, da sempre ligure acquisito. Ne ricordiamo in particolare la grande simpatia, che gli ha portato molti amici e la sua cordialità, che ha alimentato la collaborazione e la coesione all’interno della redazione di PIPAM. Sempre disponibile, misurato, dai modi gentili, un gran galantuomo. Fin dai suoi inizi ha ‘lavorato’ senza protagonismi nella redazione di PIPAM, trasformando il sito nella memoria storica della pesca a mosca in Italia. Indimenticabili, gustose e molto ironiche le sue vignette e le animazioni nel forum, che strappavano sempre un sorriso al lettore. Adesso siamo un po’ più soli, ma il ricordo dell’amico rimane vivissimo. Caro Aldo, sarai sempre presente nei nostri cuori! (Andrea Cuccaro)

numerosi gli eventi e le attività promosse dalla FIPSAS

PESCARE SHOW 2021 Si è chiusa domenica 28 novembre la 22ª edizione di Pescare Show, il Salone di Italian Exhibition Group che ha ospitato nel quartiere fieristico di Vicenza la community di appassionati nella prima occasione di incontro del settore dopo quasi due anni di stop forzato. L’edizione 2021 di Pescare Show ha visto l’alternarsi di dimostrazioni e prove pratiche di lancio e di costruzione di esche artificiali, mini-corsi gratuiti per i principianti e per i pescatori più giovani, tutorial tecnici con i campioni e gli ambassador dei marchi espositori, ma anche dibattiti e convegni con focus su temi importanti per il settore alieutico: dalla carta ittica regionale alla legge sulla pesca sportiva in mare, dalle strategie per contrastare il bracconaggio ittico alla problematica delle immissioni di specie alloctone. L’impegno verso la sostenibilità e la pulizia dei mari è stato riassunto nei progetti presentati nell’area speciale #PescarePlasticFree, mentre le ultime innovazioni tecnologiche del settore sono state protagoniste dell’area Innovation Ideas, tra elettronica, cleantech, green mobility, economia del mare, nanotecnologie, nuovi materiali e processi industriali. Gli eventi sono stati organizzati in collaborazione con aziende, associazioni, scuole di pesca, con il partner della manifestazione, FIPSAS, e con la Regione Veneto. «A Pescare Show FIPSAS è riuscita a raggiungere con soddisfazione gli obiettivi di coinvolgimento prefissati» commenta il presidente Ugo Claudio Matteoli. «Da un lato con un’importante attività convegnistica sui temi più decisivi per il settore, dall’altro con le attività sportive, come le presentazioni dei calendari e le premiazioni dei campionati, e con i progetti esperienziali e didattici che hanno saputo coinvolgere anche il pubblico più giovane.» «La manifestazione Pescare Show è stata un’occasione importante per l’intero settore della pesca sportiva, nonché per la Regione Veneto, che ha dimostrato la sua vicinanza a un settore rilevante per l’indotto che genera: in Veneto, infatti, sono circa 70mila i pescatori sportivi. Il mondo della pesca e la Regione anche quest’anno hanno fatto lavoro di squadra, portando in fiera importanti tematiche, come la Carta Ittica regionale e pratiche che hanno come obiettivo la salvaguardia ambientale» ha sottolineato l’Assessore Regionale alla Pesca Cristiano Corazzari, relatore al convegno sulla Carta Ittica Regionale. «Particolarmente lieta di aver visitato per la prima volta Pescare Show, dove ho incontrato il mondo della pesca sportiva per il quale ci sarà sicuramente il mio impegno in ambito europeo, laddove necessario» è la sintesi del commento dell’Europarlamentare On. Rosanna Conte, presente in fiera assieme al Consigliere Regionale Giuseppe Pan e all’On. Senatore Simone Bossi, quest’ultimo intervenuto al convegno FIPSAS


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notizie sul bracconaggio ittico. Il Salone dedicato alla pesca sportiva e alla nautica da diporto di IEG fissa in calendario l’appuntamento della prossima edizione a novembre 2022, sempre nel quartiere fieristico di Vicenza.

il programma della primavera 2022

PESCA CLUB ALTO MUTINO CARPEGNA Pubblichiamo di seguito il programma per la prossima primavera predisposto dal Pesca Club Alto Mutino Carpegna. 1. Incontri di pesca nel lago e nel torrente Domenica 16 gennaio: La tecnica dello spinning in lago, con Rodolfo Mancinelli e Valerio Medici [Laghi dell’Airone, Lunano-PU] Domenica 20 febbraio: La pesca a mosca in lago: tecniche e strategie, con Goffredo Taddei [Laghi dell’Airone, Lunano-PU] Domenica 13 marzo: Loch style: la pesca a mosca in lago, con Marco Gentili [Laghi dell’Airone, Lunano-PU] Sabato 9 aprile: La magia della pesca a mosca, con Enrico Tiberi [Torrente Mutino] 2. Serate di costruzione [in streaming]: gli artificiali per la pesca a mosca nel lago e nel torrente Venerdì 28 gennaio: Le mosche per il torrente, con Alfeo Busilacchio e Angelo Rosorani Venerdì 25 febbraio: Le mosche di Walter, con Walter Luzi Sabato 12 marzo: Le mie mosche per il lago, con Marco Gentili Mercoledì 20 aprile: Mosche da nord a sud, con Andrea Malzanini 3. Passeggiate ed escursioni: i luoghi del Parco del Sasso Simone e Simoncello Domenica 1° maggio: tradizionale ‘Passeggiata sul Mutino’ [Carpegna, PU] 4. Corsi a distanza per il rilascio della licenza di pesca in acque interne a cura del PCAM-Carpegna Per iscrizioni e informazioni: 339/2995655 (Presidente), 338/3124496 (Segretario) o sulla pagina Facebook. Il calendario delle serate di costruzione Autunno 2022 verrà pubblicato a settembre. I link per lo streaming e i programmi dettagliati degli eventi saranno resi noti attraverso Facebook e Whatsapp. Il calendario è suscettibile di variazioni.

le novità per il bimestre

PESCA (SKY CANALE 236) A partire da giovedì 10 febbraio alle ore 22.00 Pesca (Sky canale 236) presenta A pesca con Walter 8. Walter Ferraro torna con l’ottava edizione della sua conosciutissima serie: uscite di pesca in mare alla ricerca dei più begli spot del bacino del Mediterraneo. Spaziando fra tecniche e prede diverse, ci svelerà i trucchi di traina, drifting e bolentino andando alla ricerca di alcuni fra i più bei predatori che si possano incontrare nelle nostre acque. In ogni episodio, come nella tradizione della serie, tante immagini mozzafiato corredate da spiegazioni e illustrazioni sempre utili anche per i pescatori più esperti. Domenica 6 febbraio alle ore 21.00 inizia Close Up 5 - Nuovi Episodi. Si tratta della seconda parte della stagione 5 per il programma condotto da Antonio Varcasia con la collaborazione del professor Marco Casu. Come sempre il programma approfondisce la conoscenza della biologia e dell’ecologia dei pesci: in questi nuovi episodi il protagonista supremo sarà il tonno rosso. Varcasia e Casu, coadiuvati da esperti, scrittori e antropologi, indagheranno l’anatomia, la migrazione, la riproduzione e anche il rapporto che l’uomo ha con questo straordinario pesce, che da secoli accompagna la nostra cultura alimentare. Martedì 15 febbraio alle ore 22.00, infine, è la volta di Passione artificiale 2022. È arrivata alla diciassettesima stagione la serie in cui Matteo De Falco accompagna lo spettatore in giro per l’Italia alla ricerca degli spot migliori per praticare la pesca con gli artificiali. Pesca a mosca, spinning, pesca alla traina: scopriamo anche quest’anno quali sono gli approcci più efficaci per insidiare i predatori negli spot italiani più belli. A condividere l’esperienza con De Falco ci saranno durante gli episodi alcuni tra i pescatori più esperti della nostra penisola, una vera miniera di informazioni e segreti per affrontare le diverse tecniche di pesca con gli artificiali.

a cura dello Spinning Club Italia • www.spinningclubitalia.it

le varie attività del 2021

UNA LENTA RIPRESA NELLA CONTINUITÀ Così potremmo definire le attività sociali di Spinning Club Italia nel corso del 2021. Da un lato infatti le manifestazioni e i raduni di pesca sono potuti riprendere solo negli ultimi mesi dell’anno, complice l’attenuarsi dell’epidemia Covid, ma dall’altro sono proseguite per l’intero periodo e senza interruzioni tutte le attività indirizzate alla maggiore tutela degli ecosistemi acquatici. Nel dettaglio: nei giorni 25 e 26 settembre si è tenuta la prevista manifestazione celebrativa del quarantennale di fondazione del Club, rimandata lo scorso anno. È stato così possibile godere della perfetta organizzazione della sede di Arezzo coordinata da Lorenzo Lombardi e Francesco Pratesi, usufruendo di una prima giornata di pesca dal piede sul lago di Montedoglio (obiettivo il luccio) e sul tratto no kill di Città di Castello nell’alto Tevere umbro (cavedani e trote), seguita da una cena sociale nel magnifico contesto della cittadina di Monte San Savino e una seconda giornata di pesca al lago del Calcione (bass e luccio) affrontata da belly boat e da barca. Il 24 ottobre si è svolta una manifestazione di streetfishing sul Naviglio Pavese estesa al tratto cittadino del Ticino, organizzata dalla sede di Pavia e il 7 novembre un raduno al luccio tenuto dalla sede di Lodi. La sede di Firenze ha organizzato, in collaborazione con la locale sezione Fipsas, due corsi di avviamento allo spinning per bambini nei giorni 5 giugno e 12 dicembre. Stanno infine pian piano riprendendo le varie attività di molte sedi locali come i ritrovi serali e le uscite di pesca conviviali. Per quel che riguarda le attività di salvaguardia, grazie al coordinamento dell’amico Passarella, responsabile SCI della regione Veneto, e al volontariato dei soci delle diverse sedi locali, sono stati realizzati tre progetti di ripopolamento dei corsi di pianura regionali con luccio, persico reale e tinca, approvati nel corso dei lavori della Consulta Regionale della Pesca «Tavolo Blu». Un analogo lavoro è stato posto in essere dalla società ‘sorella’ Lanciatori del Polesine in provincia di Rovigo. In Lombardia, grazie alle sedi di Lodi, Cremona e Bergamo, sul fiume Adda è proseguito il lavoro dello storico Progetto Marmorata che si è esteso alle acque del tratto terminale del fiume Brembo, lavoro che fa perno sull’incubatoio di Merlino gestito da SCI in collaborazione col Consorzio Irrigazioni Cremonesi e il coordinamento dell’amico Maurizio Lozzi. È inoltre proseguito l’affiancato progetto di recupero del popolamento di luccio di ceppo italiano, con la produzione di oltre 100.000 avannotti da riproduttori certificati geneticamente dalla Fondazione Stach di San Michele all’Adige. Sta infine muovendo i primi passi un analogo progetto sostenuto dalla sede di Pavia coordinata da Matteo Malinverni. In Piemonte si è ottenuta la presenza di una rappresentanza nella Consulta Regionale per la Pesca e in quella della Città Metropolitana di Torino. Prosegue poi la collaborazione con le altre associazioni di pesca nel contrasto ai danni ambientali su fiumi e torrenti (svasi di dighe, captazioni idriche, inquinamenti ecc.) e l’introduzione di tutele (tratto no kill sul torrente Gesso da parte della sede di Cuneo, recuperi ittici della sede di Vercelli ecc.). È stato mantenuto il sostegno degli sponsor Normark Italia (marchi Rapala, Blue Fox ecc.) ed Extra Fishing Gear (Flumen, Hoil ecc.) e le convenzioni rinvenibili sul sito www.spinningclubitalia.it, anch’esso sottoposto a restyling. Sono state rilanciate le attività delle pagine sociali Facebook e Instagram a cui si invita a inviare contributi e immagini. È stata poi sviluppata una collaborazione con l’associazione Street Fishing Italia (SFI) che trova riscontro anche in alcune dirette web che saranno programmando a breve. È proseguita la collaborazione con WWF Italia, portando a termine, insieme alla Federazione Italiana Canoa e Kayak, la Campagna «LiberiAmo i Fiumi» contro gli sbarramenti che ne interrompono la continuità, ostacolandone la vita biologica, anche grazie all’opera di censimento delle interruzioni tramite la app Barrier


Tracker, opera che invitiamo a proseguire nel tempo (basta una foto per inserire nuove informazioni nel data base). Ancora un anno, dunque, che vede come sempre impegnato il Club nella condivisione della comune passione per la pesca, senza però saltare l’impegno – nella misura del voluto e del possibile – indirizzato alla conservazione e al miglioramento delle acque nazionali. Ci si augura quindi che tutti i soci vogliano rinnovare ancora una volta l’iscrizione a Spinning Club Italia e magari convincere un amico a fare altrettanto.

il 7 novembre nella sede di Lodi

RADUNO AL LUCCIO Domenica 7 novembre si è tenuto il tradizionale raduno al luccio della sede SCI di Lodi. Il luccio è da sempre un pesce simbolo del territorio lodigiano, ricco non solo di fiumi ma di molte acque di risorgiva, ambienti di

acqua pura molto vocati a ospitare la specie. Anche qui, però, al pari di tanti altri ecosistemi, negli ultimi lustri si è assistito a una forte rarefazione degli esocidi, fatto documentato anche dal progressivo ridursi delle catture e delle taglie nel corso di questo evento ricorrente negli anni. La gradita attuale novità è consistita in un’inversione di tendenza, col ritorno a catture nettamente più numerose rispetto al recente passato, sia pure di dimensioni contenute, segno degli effetti positivi dell’opera di recupero della specie posta in essere tramite l’attività dell’incubatoio SCI di Merlino. Si è trattato di esemplari dai 40 ai 65 cm, segnale comunque di una iniziale ripresa che fa ben sperare per il futuro. Complimenti quindi ai soci Dario Giovanetti, Stefano Deligios e Francesco Barba che con le loro catture hanno occupato il podio della manifestazione.

sul torrente Gesso in provincia di Cuneo

NO KILL A MARMORATA E IBRIDI Grazie all’intervento e al contributo delle associazioni Spinning Club Italia, Langhe e Roero Fly Club, Legambiente, ATAAI e ANLC, è stato proposto e istituito un tratto no kill a trota marmorata e ibridi in provincia di Cuneo con lo scopo di tutelare la residua presenza di questa importante specie endemica in un tratto del torrente Gesso storicamente soggetto a fortissimo prelievo piscatorio e danneggiato da passati eventi alluvionali che hanno contribuito ad incrementare la minaccia alla sopravvivenza della popolazione ittica presente. Nel fine settimana alcuni volontari della sede SCI di Cuneo, e delle altre associazioni, hanno provveduto alla palinatura del tratto, una importantissima attività di collaborazione e sinergia tra associazioni con lo scopo comune di contribuire alla salvaguardia delle meravigliose popolazioni ittiche endemiche del nostro territorio.

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notizie

Ricapitoliamo le principali novità comparse su PIPAM negli ultimi periodi, invitandovi a leggere gli approfondimenti e novità direttamente online sul sito www.pipam.it. Se volete partecipare alla nostra comunità nativa non dovete far altro che iscrivervi al FORUM e partecipare attivamente alle discussioni. Ma PIPAM è anche altro... troverete articoli di tecnica, di flytying, recensioni, test, filmati, ... fatti da pescatori a mosca per i pescatori a mosca e con il quarto di secolo online ormai nel mirino crediamo che di materiale ce ne sia per molto e per tutti i gusti. Siamo presenti anche su vari social come Facebook (https://www.facebook.com /groups/41688482011), Vimeo (https:// www.youtube.com/user/wwwpipam/videos) e Instagram (https://www.instagram.com/ pipam.it) per cui, anche in questo caso, l’invito è quello di iscrivervi e partecipare numerosi!

FLY FISHING MAGAZINE

May Fly di Guido Scala

I lucci di Rugen

a cura della redazione Materiali utilizzati addome + code: piuma di gallina faraona + resina UV gialla torace + hackles: pelo di lepre + peli di marmotta + cdc ali: 2 piume di germano testa: filo di montaggio Dressing by Guido Scala

a cura di Valerio Santagostino (Balboa) Una piccola isola (che poi tanto piccola non lo è neppure), che emerge dal nulla, tra vento e silenzio, un mare senza onde, delle camminate in wading verso una striscia di alberi o sabbia, fitti canneti lungo le rive, stormi di uccelli in continuo passaggio… Questa è Rugen, nel Nord della Germania, un tempo appartenente alla famigerata DDR, gettata nel Baltico, tra Danimarca, Polonia e Svezia. Si pesca in una natura aspra, dura, ma di grande fascino e di una bellezza irreale. Della Patagonia e altri sogni a cura della redazione Siamo felici di poter comunicare che abbiamo intrapreso una collaborazione con Alvaro Masseini che porterà alla pubblicazione,

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su PIPAM, di alcuni dei suoi libri. I libri sono in formato .pdf, gratuiti, leggibili e scaricabili con un click.

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Profilo costruttori: Marco Naldi a cura di Andrea Cuccaro (WM) Mi chiamo Marco Naldi, sono nato e abito nella provincia di Bologna. La pesca ha sempre fatto parte della mia vita fin dall’infanzia ma da ormai dodici anni pratico esclusivamente la pesca a mosca. Mi piace costruire un po’ di tutto, dalle mosche secche alle

sommerse, dalle ninfe agli streamer e il mio montaggio preferito è quello in asola, ispirandomi ai grandi costruttori che prima di me hanno inventato e collaudato questo metodo di costruzione. Amo pescare a mosca secca e in particolar modo prediligo la pesca a vista nei chalk stream. Pratico il no kill e non ricerco più la quantità ma la qualità nelle mie catture. Riuscire a ingannare una trota con un mio artificiale mi dà una sensazione incredibile. Nel 2020 ho partecipato a vari contest della rivista «La Pesca Mosca e Spinning», aggiudicandomi due primi posti e altri piazzamenti a podio. Quest’anno inoltre ho raggiunto la settima posizione allo Slovenian Open Fly Tyng Championship e mi sono classificato al primo posto alla gara di costruzione del Grayling Trophy disputato in Austria. Nel periodo invernale, approfittando della chiusura della pesca in fiume, mi dedico al rod making, ovvero la costruzione di canne in bamboo, con le quali amo trascorrere piacevoli momenti di pesca.

Le interviste Reintroduzione della trota mediterranea nelle acque del fiume Nera

a cura di Alvaro Masseini Pubblichiamo una serie di interviste dedicate alla «Reintroduzione della trota mediterranea nelle acque del fiume Nera», curate da Alvaro Masseini, per fare un po’ di chiarezza su cosa è successo e sta succedendo sul Nera. Le pubblichiamo anche per far capire quale sarà il futuro delle acque italiane, vista l’attuale legislatura (direttiva Habitat 92/43 CEE - DPR n. 357/1997 stabilente il divieto d’immissione, in ambienti naturali, di specie altoctone). Introduzione. Le nuove direttive europee recepite con decreti legislativi anche dal nostro paese, in merito alla preservazione e reintroduzione delle specie autoctone in ogni ambito del vivente ...


I THREAD PIÙ SEGUITI

I CERCHI PIÙ INTERESSANTI Materiali che fanno la differenza

della Consulta Provinciale Pesca, ha emanato il decreto di divieto di trattenere le marmorate sul Po e sul Basso Pellice. Ora speriamo di riuscire a fare altrettanto nelle altre provincie limitrofe!

Pulizia Vivarelli thread aperto da Valerio Santagostino (Balboa) Un po’ fiaccato da Moderna, mi sono dedicato alla pulizia dei Vivarelli. Di sicuro non metterò mai più dentro agli ingranaggi del grasso... Scelta streamer luccio Ragionamenti

a cura di Antonio Napolitano (Flyaenne) Sto iniziando a costruire streamer per la prossima stagione di pesca al luccio; ovviamente la scelta dei modelli si basa sugli artificiali che hanno reso maggiormente e i materiali con i quali sono stati realizzati. thread aperto da vibesman Ciao ragazzi, ho fatto vari cappotti quest’anno ma non mollo! Volevo chiedervi qual è il vostro approccio nella scelta dello streamer. Gli anni scorsi avevo un solo modello colore chartreuse con cui ho fatto varie catture: lo streamer era piombato e usato con coda dalla punta intermedia e running line galleggiante, tanto che ero arrivato al punto di costruirmi sempre lo stesso. Quest’anno però nemmeno un attacco! Volevo dunque virare su colori più scuri. Voi come vi regolate nella scelta colore dimensione e profondità?

Era ora!

a cura di Angelo Piller (Angelo) Se in Nuova Zelanda ragionassero come in Italia... non avrebbero più una sola trota! Ma i neozelandesi non sono stupidi. Trovo quest’illusoria ricerca italiana di una fantomatica razza ‘pura’ un’assurdità, spiegabile solo con tanta ignoranza e con probabili interessi nascosti. Rimango dell’idea che sia mille volte meglio un’iridea nata e cresciuta nei nostri fiumi, piuttosto che cento marmorate immesse.

a cura di Beppe Saglia (Beppe S.) La città metropolitana di Torino, su spinta

...il graphene ai massimi livelli

Ghibli 7’6” #3 by Massimo Magliocco info 335 6482202 • www.casadellapesca.com


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SPOON

FABIO FRANCHINI [fabio.franchini.176@gmail.com]

a nascita e l’evoluzione del Trout area sono legate a una famiglia di artificiali che rappresenta un vero e proprio marchio di fabbrica di questa pesca e che insieme al catch and release integrale e al concetto di ultralight fonda uno dei dogmi del Trout area: gli spoon. Si tratta di piccolissimi ondulanti, molto semplici nella costruzione e nel nuoto quanto tecnici e complessi nello studio, nella comprensione e nell’applicazione sul campo. Esistono spoon di peso e forma molto diversi, da quelli da più di 3 g fino ai piccolissimi microspoon dal peso esiguo di 0,5 g, modelli con foglie differenti, da quelle ampie a quelle strette, allungate o arrotondate, e con colori che possono andare dai più sgargianti a quelli più naturali possibili. Per capire quale spoon è meglio scegliere in un determinato momento, occorre mettere sulla carta i punti a favore di questo artificiale in relazione a forma, movimento in acqua, peso e impatto sia visivo che di vibrazione, che scateneranno nelle trote l’istinto predatorio o territoriale.

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caratteristiche degli spoon

Il movimento dello spoon è un movimento ondulante-oscillatorio che prende il termine tecnico di wobblig; a seconda della conformazione strutturale dell’ondulante, tale oscillazione è più o meno pronunciata; in relazione a fattori quali il rapporto peso/superfice della foglia, gli angoli e le concavità più o meno pronunciate e la posizione dell’occhiello rispetto al punto di massima ondulazione, si hanno esche caratterizzate da un’oscillazione rapida e frenetica oppure da un nuoto lento e armonioso molto semplice. Basta sapere che in linea di massima, estremamente teorica, le trote più attive e propense ad attaccare gli artificiali ricercano movimenti con wobblig accentuati e veloci, mentre invece prediligono movimenti lenti e sinuosi quelle in fasi di apatia, quando un movimento frenetico e repentino le disturberebbe. Il peso gioca un ruolo e una variabile molto importante sul nuoto dell’artificiale: più lo spoon è pesante, maggiore sarà il


nostro recupero per mantenere un determinato assetto in acqua, mentre in caso di spoon leggeri necessiteremo di recuperi più lenti per ottenere un determinato assetto di pesca. Sempre in linea estremamente teorica, si può affermare che più il pesce è attivo e propenso ad attaccare gli artificiali, più il recupero potrà essere rapido, mentre in caso di apatia un recupero più lento permetterà di mantenere maggiormente la strike zone e renderà la ‘preda’ più semplice da inseguire per le nostre amiche trote. Il connubio tra forma e peso rende ogni ondulante diverso e propenso a un utilizzo rispetto a un altro. Gli ondulanti allungati sono spesso caratterizzati da affondamenti abbastanza lenti, che li porta a essere indicati per pesche lente e di superficie, mentre gli spoon molto compatti hanno caratteristiche di nuoto e di affondamento opposte, rendendoli indicati per la pesca a contatto con il fondale. Le foglie più ampie a parità di peso tenderanno ad affondare in maniera più lenta, mentre si potrà utilizzare un ondulante più leggero ma più compatto per avere lo stesso risultato, ottenendo effetti in pesca sempre nuovi e diversi. Purtroppo non esistono regole semplici (non vorrei addentrarmi in leggi fisiche da ingegneri…) che possano dare un valore tecnico di quanto e come un artificiale oscilla in acqua: occorre provare e testare sul campo come nuota un determinato spoon per poterlo scegliere a seconda del contesto utilizzato. Stesse considerazioni vanno fatte in relazione alla colorazione dell’ondulante, raggruppando i colori degli spoon in tre grandi categorie. Colori brillanti e fluorescenti. Sono i colori più forti e facili da vedere, estremamente di fantasia, quelli più indicati in situazione di pesce molto frenetico e di scarsa visibilità dovuta all’acqua e alla luce; sono di solito i primi che vengono scelti e che si utilizzano in maniera abbastanza continuativa. Il capostipite di questa famiglia è il connubio tra arancione fluorescente e oro, un vero e proprio must scelto dalla maggior parte degli agonisti come esca di partenza nelle competizioni. Colori pastello. Chiamati anche ‘intermedi’ degli agonisti, sono colori dall’impatto visivo meno forte ma che mantengono comunque una marcata fantasia e un senso di artificioso. II connubio di diverse tinte di colori pastello associate spesso a bianco o nero, i toni di rosa, azzurro, senape e tanti varianti

meno accese di quelle citate in precedenza possono essere un’arma da utilizzare a 360° in situazioni di pesce parzialmente attivo ma disturbato dai colori forti, in situazioni di scarsa luminosità in contesti di acqua molto pulita o comunque in tutti quei casi nei quali occorre uno stimolo di colore che non sia né troppo forte né troppo leggero. Colori naturali. Sono sfumature semplici di toni naturali come il verde o il marrone, associati a venature grigie o antracite: vanno spesso a richiamare le condizioni del fondale o della natura che circonda il lago. Sono estremamente utili per stimolare tutti i pesci che conoscono benissimo gli spoon e non si fanno fregare da tutto quello che ha anche una minima parvenza di artificiale. Nelle competizioni sono utilizzati molto spesso nelle fasi di ricerca e quando i pesci sono stati martellati ormai da diverso tempo da esche di ogni forma e colore. Prendiamo ora l’esempio di una normalissima sessione di pesca primaverile o autunnale in un contesto standard, con un buon quantitativo di pesce stanziale e pesce fresco di nuova immissione, e vediamo passo dopo passo quale dovrebbe essere il comportamento delle trote e quale stimolo di vibrazione e movimento è più indicato nell’arco della giornata.

fase 1: pesce fresco

Il mattino e i giorni di riapertura di un Pond dopo un evento o un periodo di chiusura sono quelli più divertenti e quelli nei quali questa fase risulta più corposa e ricca di catture; il tutto viene maggiormente accentuato dalla presenza o meno di pesce di nuova immissione che non ha mai visto nuotare uno spoon. Le prime domande da fare saranno quindi le seguenti: Da quanto tempo nessuno sta pescando in questo lago? C’è immissione di pesce nuovo? Quanto ne viene immesso? Una volta raccolte le informazioni, potremo avere un’indicazione teorica del quantitativo di pesce che tecnicamente viene chiamato ‘fresco’ e impostare il setup di pesca proprio su questo dato, scegliendo un ondulante di peso abbastanza sostenuto. In genere si utilizzano esche che vanno da 2 fino a 3 g, associati a colorazioni molto sgargianti come il citato arancio/ oro, per ottenere il massimo della reazione di tutto quel pesce

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CON TRE AGHI

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PIERANGELO GRILLO [pgrillop56@gmail.com]

pesso mi metto al morsetto con l’intenzione di trovare soluzioni nuove, aggiungendo o togliendo, oppure cambiando i vari materiali delle mie imitazioni. Certo è che nessuno inventa nulla, ma al massimo modifica quello che ha visto o sperimentato, come certo è che la verifica in pesca rimane il test finale, quello senza appello: la mosca funziona, galleggia, si posa in maniera adeguata in acqua… La prova culminante, poi, è sempre quella della cattura. Pescando prevalentemente a mosca secca, e frequentando per lo più i torrenti alpini, la realizzazione dei miei artificiali è basata soprattutto sulla visibilità e sulla galleggiabilità, caratteristiche che le mosche ‘da caccia’ devono possedere al fine di una buona performance in pesca. Il metodo di montaggio più

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indicato per ottenere mosche adatte a questi ambienti è a mio avviso il parachute, nel quale la superficie di appoggio della mosca sulla tensione superficiale è più esteso e nel quale si ha la possibilità di mettere al di sopra dell’amo alcuni i materiali che permettono di seguire visivamente meglio la mosca. Negli anni Ottanta ebbi l’opportunità di avere tra le mani alcune mosche costruite da Angelo Rosorani, che personalmente ritengo uno dei migliori costruttori italiani, e ne rimasi stupefatto. Quelle mosche, oltre ad avere le caratteristiche ideali per la pesca in torrente, avevano un pregio ancora maggiore: erano molto resistenti. Erano realizzate con le hackle di gallo montate in asola, mentre il supporto di avvolgimento era rappresentato da un mazzetto di peli prelevati dalla coda di vitello, il che rendeva la mosca alquanto visibile e allo stesso tempo molto galleggiante.


May Fly • amo: Tiemco 200R n. 12/10 • filo di montaggio: 8/0 • filo per asola: Power Tread 50 den • code: alcune fibre di gallo pardo e fibre di coda di fagiano • corpo: microflos 140 den Textreme colore light Brown • anellatura: Body Fly Textreme Brown • torace: polipropilene marrone • ali: due punte di hackle di gallina grizly e due piume di c.d.c. • hackle: capriolo, mallard yellow, gallo pardo tinto giallo montate in asola

EPEoRus • amo: Tiemco 100sP n. 12/10 • filo di montaggio: 8/0 • filo per asola: Power Tread 50 den • code: alcune fibre di gallo pardo • corpo: microflos 140 Den Textreme colore Brown • anellatura: Body Fly Textreme colore Brown • torace: polipropilene marrone • ali: due punte di piume di cdc colore naturale • hackle: capriolo e fibre di gallo rossiccio montate in asola Nota. In entrambe le imitazioni, appena costruito il corpo inserire una strisciolina di polipropilene per dividere le ali.

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TECNICA SPINNING MARE

OBIETTIVO

LECCIA

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fra deserto e oceano GIACOMO CAPRESI [giacomocapresi2@gmail.com] e GUGLIELMO CIREGIA [guglielmociregia@gmail.com]

a leccia amia incarna il sogno di ogni spinner costiero: predatore del sottocosta per eccellenza, è un pesce ‘preistorico’ dotato di una forza e di una resistenza incredibili, il carangide più imponente del Mediterraneo insieme alla ricciola. Sulle nostre coste è possibile insidiare lecce di grossa taglia solo con le giuste condizioni: si tratta di catture difficili, spesso rare, tanto che ci si può ritenere fortunati se si riescono ad avvistare due o tre lecce in caccia durante tutte le proprie pescate nel corso di un anno, anche perché gli esemplari di taglia maggiore prediligo-

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no uno stile di caccia solitario. La ricerca della leccia ci ha così portato a scoprire un posto nel quale le cose sono diverse. Sulle sponde del Marocco, nella costa atlantica del Sahara occidentale, poco più a sud delle isole Canarie, si trova una zona desertica che costituisce una regione autonoma, popolata per lo più da beduini e nomadi, che ha per capoluogo la città di Dakhla. Qui, dove l’arido deserto del Sahara incontra l’oceano Atlantico, una lingua di sabbia spazzata dagli alisei ospita uno degli spot di pesca alla leccia più incredibili del pianeta, non molto noto ai pescatori ma ben conosciuto dai kitesurfer di tutto il mondo, dato che la striscia di terra crea una grande


sporta in mare insieme ai suoi nutrienti. Abituati alla pesca della leccia sulle coste italiane si è spaesati dinanzi a spiagge chilometriche apparentemente tutte uguali. Nonostante l’incredibile numero di lecce presenti, tuttavia, non è scontato allamarne una. Trovandosi in un contesto molto diverso dal Mediterraneo, è fondamentale tenere in considerazione fattori meteomarini decisivi per la riuscita della pescata. Nel nostro viaggio abbiamo riscontrato l’attività più accentuata delle grosse lecce nelle prime tre ore circa di risalita della marea, quando la grande massa d’acqua proveniente dall’oceano en-

Una bella leccia catturata con il ProQ 145 colore JCK, a destra: un’altra bella cattura, questa volta con il Mommotti 190 colore GLWR.

baia lunga circa 30 km completamente riparata dalle onde dell’oceano ma non dal forte e costante vento proveniente da nord. Nelle giornate meno proficue non è difficile incappare in questa zona in due o tre attacchi di grosse lecce, spesso con conseguente allamata, mentre nei giorni migliori è facile avvistare questi pesci in caccia e avere opportunità di allamarne più di tre o quattro in poche ore. La pesca si svolge prevalentemente in top water, ma funzionano molto bene anche grosse stickbait; l’importante è che gli artificiali permettano di raggiungere lunghe distanze, in quanto le grosse lecce stazionano fuori dallo scalino, che si trova a circa 150 metri da riva. Arrivati sullo spot ci si trova davanti uno spettacolo mozzafiato: il Sahara incontra l’oceano in un quadro di rara bellezza, nel quale la danza del vento alza la fine sabbia e la tra1/2022

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TECNICA MOSCA

FLASH FLIES PROJECT

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Piero Ometto con un bel luccio catturato in un fiume veneto con una Flash Fly color oro.

MAURO BORSELLI [borselli.mauro@gmail.com]

n questo articolo vorrei proporvi la storia del progetto Flash Flies per la creazione di streamer flashanti, che all’interno delle creazioni degli ultimi anni mi ha coinvolto in modo particolare per più aspetti. Si tratta di un progetto nato nel 2016-17 in collaborazione con l’italiana Textreme, in base alla consapevolezza che rapportarsi con un’azienda di fama consolidata per un costruttore significa essere in grado di progredire nello studio e nella progettazione di materiali finalizzati alla pesca dotati di caratteristiche strutturali inedite, sia per volume e movimento, sia per resistenza, elemento questo troppo spesso sottovalutato nel fly fishing. Nell’arco degli ultimi trent’anni ho collaborato con diverse società del settore, notando che se da

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un lato erano tecnicamente capaci di realizzare o commercializzare materiali interessanti, dall’altro erano carenti nel campo d’impiego cui gli stessi dovevano essere indirizzati, lasciando ai vari pro staff e pro team il compito di trovare un’idonea collocazione di costruzione e, soprattutto, di pesca. Con Textreme, invece, abbiamo agito in modo opposto, in quanto vi è stata un’intensa attività preliminare di progettazione e sviluppo alla quale è seguita una fase produttiva in senso stretto, per apportare le modifiche tecniche che, di volta in volta, risultavano indispensabili per raggiungere il target richiesto e che erano possibili da realizzare solo con macchinari industriali che permettessero di assemblare un’enorme quantità di filamenti in pochissimo spazio e con la massima precisione.


Ho cominciato a lavorare su un materiale che all’epoca veniva già prodotto da questa azienda, una frangia-gonnellino dotato di filamenti perlacei lunghi 5-7 cm, realizzando diversi streamer che avevo denominato TX Predator Flies, che si erano dimostrati incredibilmente performanti in fase di lancio e molto vitali in acqua, tanto da permettermi di registrare parecchie catture di lucci. Si trattava di imitazioni di bait fish piuttosto compatte, di taglia media e della lunghezza di 20 cm circa, che rendevano bene nei canali di media portata, ma risultavano troppo piccole e poco appariscenti nei fiumi e nei laghi del piano, ove occorrevano artificiali di 28-30 cm che permettessero di battere più acqua possibile in blind cast, risultando ben visibili e percepibili dagli esocidi di mole, anche nel tentativo di fare una congrua selezione. Nel momento in cui ho aumentato le dimensioni delle TX Predator Flies, tuttavia, sono incorso in una serie di limitazioni determinate dalle caratteristiche tecniche di quel primo materiale, che cominciò a risultare più pesante, non semplice da gestire in fase di recupero e rilancio, finendo poi per impastarsi facilmente, aggrovigliandosi attorno alla curvatura dell’amo, col risultato di formare nodi difficili da districare. Esistevano comunque palesi positività che mi indussero a proseguire nel progetto, in quanto l’artificiale, nonostante tali criticità, era comunque in grado di registrare numerose catture di lucci sia in Italia che all’estero, risultando estremamente mobile e resistente. Creare un materiale con caratteriste inedite non è facile, soprattutto in un mondo, come quello del fly tying nel quale, a torto, si pensa che sia stato già inventato tutto. In questo caso, con Textreme, dovevamo progettare ex novo la struttura di quel gonnellino eliminandone difetti e limiti tecnici e cercando di produrne uno capace di rispecchiare i parametri che mi ero prefisso in termini di riflettenza flashante, densità, aerodinamica, idrodinamica, pulsazione e resistenza. Trattandosi di materiali per la pesca a mosca, infatti, elementi come l’attrito in aria e l’idrodinamicità sott’acqua sono fondamentali per rendere un grosso streamer lanciabile alle massime distanze con buona precisione in shooting e anche gestibile in modo vitale a varie velocità di recupero: più l’artificiale è grande e voluminoso, maggiori sono gli eventuali difetti di progettazione dei materiali che lo compongono, i quali, pur gestibili nelle misure ridotte, si amplificano in quelli di mole. Vale aggiungere che stiamo parlando di esche destinate all’insidia di predatori muniti di denti acuminati e taglienti come quelli dei lucci (e non solo), per cui il requisito della robustezza è primario nella creazione di un materiale specifico per

big streamer, elemento spesso sottovalutato nel campo del fly tying, nel quale in genere si focalizza l’attenzione sull’aspetto estetico e manieristico delle imitazioni, perdendo di vista l’obiettivo principale della successiva cattura dei pesci, capace di danneggiare irrimediabilmente i materiali naturali e sintetici che li compongono. Obiettivo dichiarato era anche quello di produrre un materiale realmente flashante e riflettente e non solo perlaceo tingibile in varie colorazioni, come di fatto avveniva con quello che era già commercializzato dalla Textreme, che serviva per un impiego integrativo ad altre fibre o peli di supporto, ma non per l’uso esclusivo che ci interessava, perché volevamo raggiungere una uniformità cromatica d’insieme che investisse l’intera silhouette delle future Flash Flies e non solo di una parte delle esse, come la testa o la coda ad esempio. A tal fine il titolare della Textreme Gilberto Alberti aveva trovato una serie di filamenti sia lineari, sia ritorti, che apparivano idonei allo scopo, che sarebbero stati poi assemblati insieme ad altri fili di supporto, compresi quelli olografici. Il nostro obiettiUn altro luccio, ingannato con una Flash Fly bianca da Matteo Macchione.


flY tYInG contest speDIZIone entro Il 20.2.2022: rIsorGIva D’aprIle

InvIacI la tua Mosca: potraI vIncere un KIt con • pInZe per HacKles cottarellI • WHItInG BraHMa Hen • forBIcI Kopter flIes precIsIon

La situazione di pesca del contest del prossimo numero è

Risorgiva nord Italia, inizio aprile, livelli medi, giornata coperta, leggero vento freddo dai monti. Schiuse di effimere di media dimensione in atto. Spedizione entro il 20 febbraio 2022 a La Pesca Mosca e Spinning, via Musignana 7, 50022 San Polo in Chianti. Dressing e note di commento in un file di testo a redazione@lapescamoscaespinning.it Regolamento completo su www.lapescamoscaespinning.it

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