La Pesca Mosca e Spinning Giugno-Luglio 2022

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GIUGNO-LUGLIO 2022 € 6,90

Poste Italiane SpA – Spedizione in abbonamento postale – AUT/CENTRO/1291/04.2021 Periodico ROC - anno XXII, n. 32 - Giugno-Luglio 2022

www.lapescamoscaespinning.it

Ultralight trout Il lampo magico Swimbait per il luccio Milano a streetfishing Persico reale 1: gomma Obiettivo scorfano rosso

KIS Assassin Glacial waters L’Unec a ninfa Ritorno alle origini Italian Flytying Show Lago alpino, giugno [10 pp.]


Il mondo dello Spinning nel cuore della Lombardia

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Foto Alessandro Belluscio

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Direttore responsabile Eugenio Ortali

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ITALIAN FLYTYING SHOW

SPINNERBAIT: IL LAMPO MAGICO

a cura della redazione

di Renzo Della Valle

All’interno dell’EOS Show veronese tenutosi nel fine settimana a cavallo tra aprile e maggio, Fabio Federighi e Federico Renzi hanno organizzato uno splendido raduno di costruttori. Ognuno di loro ha realizzato una mosca per la rivista, per un totale di 18 imitazioni.

«Troppo voluminoso, poco ‘armato’, con quella paletta così distante dall’amo che distoglie l’attenzione del pesce facendolo abboccare male»: la maggior parte dei nostri appassionati ancora non ha compreso le reali potenzialità di cattura di cui è dotato lo spinnerbait.

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ULTRALIGHT TROUT

L’UNEC A NINFA

di Davide Bellosia

di Gianmarco Mondini

La pesca a spinning in torrenti di piccole o piccolissime dimensioni ha molti appassionati ed è in continua evoluzione, praticata con una vasta serie di artificiali. L’autore parla qui delle sue esperienze con alcuni recenti rotanti e piccoli minnow, del loro uso e dell’attrezzatura migliore.

Nessuno si sarebbe probabilmente immaginato un giorno di leggere un itinerario sull’Unec che non parlasse di dry fly. Ma la siccità e il calo delle schiuse sono giunte anche qui e i lettori troveranno di sicuro interesse questo articolo e le sue proposte.

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redazione@lapescamoscaespinning.it www.lapescamoscaespinning.it www.facebook.com/MoscaeSpinning www.instagram.com/moscaespinning http://twitter.com/lapescaMeS www.flickr.com/photos/moscaespinning

Hanno collaborato a questo numero Moreno Bartoli, Davide Bellosia, Alessandro Belluscio, Pietro Brunelli, Giacomo Capresi, Renzo Della Valle, Fabio Federighi, Loris Ferrari, Massimo Ginanneschi, Mauro Marzi, Gianmarco Mondini, Ivano Mongatti, Giorgio Montagna, Giancarlo Mori, Armando Quazzo, Federico Renzi, Marco Sammicheli

ZONA FRANCA EDITRICE SRL sede legale: Via P. Colagrande 1, 67100 L’Aquila abbonamenti@lapescamoscaespinning.it tel. 06/42.90.38.54 (lun.-ven. ore 9:30-14:30) Pubbliche relazioni e pubblicità Renzo Della Valle, Giorgio Montagna renzo.dellavalle@gmail.com, jomontagna@tiscalinet.it

Pubblicazione periodica Disponibile anche in versione digitale su www.ezpress.it Tutti i diritti riservati LA PESCA MOSCA E SPINNING ZONA FRANCA EDITRICE srl Iscrizione ROC n. 26695 del 22.9.2016 Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 225 del 29.9.2014 Direttore editoriale Giulio Fascetti Stampa: Tuccillo Arti Grafiche, Afragola Distribuzione: Pieroni Distribuzione srl Via Carlo Cazzaniga 19, 20132 Milano

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MOSCA e SPINNING

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GLACIAL WATERS

LO SCORFANO ROSSO A SPINNING

di Alessandro Belluscio

di Giacomo Capresi

Glacial Waters - also a fly fishing story è il titolo di un video che mostra come il riscaldamento globale abbia alterato il clima del pianeta. In tale contesto il fly fishing è il mezzo con il quale ci confrontiamo con la natura e che permette di constatarne i cambiamenti, le dissonanze e le anomalie.

Dopo molti incontri sporadici con il ‘cappone’, l’autore ha cominciato a raccogliere una serie di esperienze che gli hanno consentito di organizzare uscite mirate, basate soprattutto sulla conoscenza delle abitudini del pesce, specie in relazione agli ambienti più frequentati.


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RITORNO ALLE ORIGINI

STREETFISHING A MILANO

di Pietro Brunelli

di Mauro Marzi

L’attesa spasmodica dell’apertura con i suoi tanti riti, la ricerca affannosa di notizie su mete lontane, la condivisione appassionata delle esperienze in occasione dei ritrovi sul fiume. Molto del ‘fuoco’ che alimentava la pesca a mosca, e molta della sua eticità, sembrano oggi spazzati via.

I Navigli sono oggi popolati da una buona quantità di persici reali, lucci, cavedani, perca, siluretti e anche da qualche trota. Artificiali e attrezzature per avere successo nei tratti urbani e in quelli che escono dalla città, in compagnia dei tanti ragazzi che praticano questa pesca.

RUBRICHE

Pupe di tricottero, tricotteri adulti, formiche alate: questi gli artificiali impiegati per lo più nelle sue uscite sui laghi alpini in giugno dall’autore, che mostra le sue cinque proposte, di cui una con fasi costruttive. Sulle sedge si è orientata anche la maggior parte dei lettori per il contest.

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FLY TYING CONTEST

Gomme piombate e lipless affondanti consentono di realizzare da riva svariate catture divertenti di persici reali dai due etti al chilo. In questo primo articolo Giorgio presenta vari siliconici, illustrandone piombature e recuperi.

KIS ASSASSIN

SWIMBAIT PER IL LUCCIO

di Armando Quazzo

di Giancarlo Mori

Ideata a metà degli anni ’80 da Dale Lackey, l’Assassin è una variante del Woolly Worm in colori tenui, con una sparuta ala di krystal flash. In tonalità più gradite alle nostre trote e con una modifica che non ne altera l’estrema facilità costruttiva, ha dato buoni risultati anche nei nostri fiumi.

Artificiale in legno di dimensioni generose, con un nuoto sinuoso e snodato, ma senza paletta, la swimbait ha la sua forza nell’esatta distribuzione del peso e nel preciso assetto tra legno e piombatura, il che richiede una certa abilità e pazienza costruttiva.

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MOSCA e SPINNING

SPEDIZIONE ENTRO IL 20.6.2022: ANGUILLINA PER LA SPIGOLA

di Giorgio Montagna

LAGO ALPINO, GIUGNO

LURE BUILDING CONTEST

di Massimo Ginanneschi

Skirmjan Predator Hunter R MSR-PH-702L Length: 7’0” (213 cm) Lure: 1/16–1/4 oz (1,7–7 g) Line: 4 – 10 Lb Action: Fast

OBIETTIVO PERSICO REALE CAPITOLO 1: GOMMA

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SPEDIZIONE ENTRO IL 20.6.2022: LAGO DEL PIANO, BASS, FINE ESTATE

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fish facts

a cura di Marco Sammicheli

qualcosa comincia a muoversi, ma molto lentamente...

TEMPI BIBLICI Non è da tanto che per il mare, nelle sedi della gestione, si comincia a prendere seriamente in considerazione che esiste anche la pesca non commerciale. Per un certo verso ciò dipende dalla pesca commerciale, che considera quella ricreativa un concorrente per il prelievo delle risorse e per questo da tenere in considerazione (nel senso di limitare ovviamente). Nonostante l’evidenza, ci sono voluti decenni e una volta introdotto l’argomento ancora anni e anni solo per chiarirsi di cosa si parla. Una volta aperto il tema, si sviluppa una grande quantità di argomenti ed eccezioni. Ognuno ha la sua interpretazione e certo i suoi interessi e di solito ne sorgono contrasti difficili da superare. Alla fine gli addetti, impegnati a redigere una qualche regola, si trovano a limare le frasi facendo di ogni parola un problema di indirizzo, dove modifiche di lessico e grammatica a prima vista insignificanti prospettano esiti anche diametralmente opposti per la gestione della pesca. Da qui la difficoltà ad apportare cambiamenti rispetto allo stato attuale e il ruolo principale, di freno, è egregiamente svolto dal settore commerciale per aumentare il peso della pesca ricreativa ma solo nel senso di restringerne gli spazi. Quindi, in generale, il contrario di quello che vogliono i pescatori ricreativi. Lo status attuale della pesca è dato per buono fino al riscontro di problemi che deve essere basato su prove scientifiche. Il problema è che possono esserci, e realmente abbondano, evidenze sulle quali i gestori si ostinano non solo a non intervenire ma neanche ad indagare coinvolgendo la scienza. Ad ogni modo il dibattito sulla pesca ricreativa ha iniziato, forse per eccessivo carico di evidenza, a muoversi. Non proprio speditamente, ma è un grande passo avanti. Al momento ci sono ricerche sul campo in corso, incontri di addetti ad alto livello, qualche pubblicazione specialistica, un po’ di lobby trasversale ma, dal punto di vista del pescatore comune il piatto esce servito freddo, anzi proprio di frigorifero. Certo il pescatore, specialmente quello della domenica, è un facilone. Ovvio che la raccolta di dati, la loro analisi, la loro interpretazione e la conseguente azione politica non è cosa che si fa velocemente. Lo si capisce bene: ad esempio lo potrebbe capire bene un pescatore che non da qualche settimana ma da qualche decennio continua a lamentare lo stesso identico palese e scandaloso contesto di degrado, pesca illegale, inerzia delle sedi istituzionali e disinteresse dei corpi sociali. Decenni senza risposta, ad esempio, a un qualche fenomeno specifico e locale, conosciuto da tutti, facile da identificare e correggere; ma occorre aspettare e sperare, che magari si decida di farlo constatare da qualcuno autorevole e autorizzato per poi, nel caso davvero accadesse e certo

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con calma, discuterne e alla fine potrebbe anche verificarsi che si faccia qualcosa. A meno certo che non ci siano interessi prevalenti che consiglino altrimenti. Che sarebbe in perfetta continuità con quello che è accaduto fino a ora. Tra parentesi, non è cosa nuova il susseguirsi di proposte di legge di riforma delle normative nazionali sulla pesca marittima. Ce ne sono anche adesso in ballo e va detto che nel tempo i testi hanno visto netti miglioramenti. Indipendentemente dalla loro qualità il loro destino sembra continui comunque a essere quello di restare spiaggiati nel labirinto istituzionale. Insomma ci sono importanti novità rispetto al recente passato ma, dal punto di vista del pescatore, sono solo teoriche e con una prospettiva molto incerta sia per esiti che per tempi. Per esiti perché c’è il rischio concreto di esserne danneggiati per la prevalenza di altri interessi e per tempi perché tutto va così lentamente che se qualche effetto positivo riscontrabile in pesca ci potrà essere, forse non saranno le attuali generazioni a potersene accorgere. Una soluzione di mitigazione, forse l’unica immaginabile in tempi un po’ meno biblici, potrebbe esserci attraverso piani di gestione localizzati. Non sarebbe tecnicamente difficile se non fosse che proprio negli ambiti locali le organizzazioni della pesca commerciale sono dominanti e impermeabili al confronto e che i pescatori ricreativi nonostante possano essere molto attivi per iniziative legate alle loro attività, in genere non hanno forme di organizzazione politicamente utili e neanche spazi di partecipazione che non siamo meramente formali. Dato l’attuale modello di gestione della pesca marittima, le iniziative di gestione locale potrebbero quindi nascere solo a valle di accordi specifici da parte di rappresentanze nazionali di settore con presenza attiva nelle zone interessate. Se esiste nelle acque interne, con tutte le differenze del caso, qualcosa potrebbe essere fatto anche per il litorale marino, e questo sì che potrebbe favorire la partecipazione dei pescatori. A patto certo che non significhi farsi chiudere dentro un qualche recinto o, come già in qualche caso si vede, riproporre nel salmastro le riserve dove ci si diverte ma soprattutto quello che conta è che ci si ‘distrae’. Nel frattempo le energie locali migliori vengono reindirizzate su iniziative di tutela ambientale tipo pulizia delle spiagge o sindacali ad esempio per l’accesso alle banchine dei porti. Azioni encomiabili prima di tutto per il coinvolgimento attivo dei pescatori che, in tema di gestione, hanno solo la possibilità di delega associativa, peraltro quasi sempre mediata dalla fornitura di servizi. In assenza di migliori prospettive, possiamo solo sperare che lentamente, ma proprio molto lentamente, i dati scientifici e la loro elaborazione portino un carico di evidenza a nostro favore tale che il nostro maggiore o minore impegno non abbia nessuna importanza. Proprio come non ne ha adesso.


notizie i risultati della due giorni di Orbetello

BRANZINO THE CHALLENGE 2022 Resta in Italia l’ambito trofeo della quinta edizione della competizione sportiva Internazionale dedicata alla spigola «Branzino The Challenge»: ad aggiudicarselo, dopo un estenuante testa a testa fra i primi quattro in classifica, Andrea Cavallini con 534 punti. Al secondo posto Massimo Leone, con 531 punti, al terzo Andrieux Kevin con 526 punti. Vincitore del Big Seabass, con una preda di 62 cm, Morris Maldini, che nella classifica generale si è piazzato al 40° posto con 308 punti totali. Due i tipi di premiazione previsti, una per la performance individuale, l’altra per i team. Al terzo posto, sul gradino più basso del podio, con 864 punti complessivi al meglio delle cinque catture individuali, i francesi del team 2KZO, ovvero Jean-Francois e Lucas De Caso; il secondo posto se lo è aggiudicato il Team Bolsena Yachting 1, cioè Andrea Cavallini e Marco Pasquini, che hanno totalizzato complessivamente 880 punti, mentre al primo posto, con 932 punti totali, si è piazzato il Team Old Captain Favorite, al secolo Gian Marco Verdiani e Matteo Paoletti. Vincitore del gioco La Pesatura, in collaborazione con la pagina Facebook «La Pesca in Mare», Alberto Viva, che ha indovinato in pieno il pronostico. Dopo il sabato, la seconda giornata è iniziata con un moderato vento di maestrale che ha leggermente agitato le acque della laguna. Condizioni climatiche favorevoli fino alle 13,00, quando una bomba d’acqua si è abbattuta in laguna; qualcuno ha chiuso la gara in modo repentino, altri, i più temerari, hanno perseguito, capovolgendo le posizioni in classifica. La gara si è chiusa regolarmente alle 15,00. «È stata una gara entusiasmante: in due giorni abbiamo registrato 437 esemplari, ma i pescati sono sempre molti di più; anche quest’anno la laguna non ha deluso i tanti appassionati regalandoci momenti davvero intensi – ha detto Silvio Smania, presidente di Insidefishing, organizzatore della competizione – momenti che sono stati trasmessi in diretta streaming e ripresi dalla stampa nazionale e internazionale. A tal proposito mi sento di ringraziare i media

partner della manifestazione e i prestigiosi brand del settore che, con la loro presenza, ci hanno permesso quasi di triplicare il montepremi iniziale e di raggiungere, complessivamente, quarantamila euro». Organizzata da Insidefishing e patrocinata dal comune di Orbetello, «Branzino The Challenge» ha visto la partecipazione di società internazionali in veste di partner e sponsor ufficiali: Tubertini, Trabucco, Bolsena Yachting, Ozone Kayak, Galaxy Kayaks, T3 Distribution, NRS, Garmin Italia, Old Captain, Cogitech-BKK, Aquamap. Media Partner: Scale Magazine, Albatros Magazine, Pescare online, TV9, Lazio Tv, Radio Show Italia103e5, Radio Star Grosseto, Sardinianlife, La Pesca Mosca e Spinning. Grande seguito anche per le trasmissioni in diretta streaming di Branzino Live sulla pagina Facebook di Branzino The Challenge. Ospite fisso del salotto in laguna di Fabio Marotta, l’esperto internazionale di pesca sportiva Roberto Ripamonti, attento commentatore delle suggestive immagini provenienti dai campi di gara. A premiare i vincitori, oltre a Silvio Smania sul palco Pierluigi Piro, presidente della società Orbetello Pesca Lagunare, Andrea Ciampana, presidente del consorzio Welcome Maremma, Silvia Magi, assessore alle politiche giovanili e sanità del comune di Orbetello. «Un grazie speciale va a Pierluigi Piro, da sempre vicino a “Branzino The Challenge” e alle manifestazioni legate alla pesca sportiva: con lui abbiamo in programma un’accademia della pesca e una speciale manifestazione dedicata ai team. Grazie ad Andrea Ciampana, che allestendo uno stand con le eccellenze enogastronomiche del territorio ci ha dato la possibilità di conoscere meglio le prelibatezze locali – ha proseguito Silvio Smania. Per la buona riuscita della manifestazione un grazie va anche a Giada Mura, Andrea Ghirardi, Lorenzo Freschi, Matteo Morigi, Leonardo, Francesco ed Andrea Feroci, Roberto Granone, Andrea De Nigris, Cesare Donati, Roberto Centra, Giampaolo Rosi, Marco Aldi, Andrea Casetta e Marco Franci, che hanno lavorato instancabilmente per la riuscita di questa indimenticabile manifestazione». Un ringraziamento speciale alle testate giornalistiche web, della carta stampata, alle radio e alle tv che aiutano a diffondere la manifestazione. L’organizzazione di Insidefishing sarà ancora in laguna a inizio estate con un’accademia dedicata alla pesca sportiva da kayak rivolta ai giovanissimi: «questi ragazzi si ritroveranno per un fine


settimana lungo, nella laguna di Orbetello, con esperti pescatori che impartiranno i primi rudimenti per la pesca in kayak, partendo da vere e proprie lezioni teoriche fino a prove pratiche in acqua focalizzate sia nella parte tecnica che in quella della salvaguardia ambientale, ma soprattutto nell’utilizzo delle attrezzature necessarie per pescare in sicurezza da Kayak» ha concluso Silvio Smania.

disponibili pacchetti di pesca con pernotto in strutture alternative

AkTIv HOTEL GARGANTINI I titolari dell’Aktiv Hotel Gargantini desiderano far sapere a tutti i cari amici e clienti frequentatori che in conseguenza delle difficoltà geopolitiche che stiamo vivendo il Governo austriaco ha scelto per qualche mese il loro hotel quale postazione militare al fine di ottenere un controllo capillare dei confini con la Slovenia. Una sola certezza: le acque, al ritorno alla normalità, saranno inevitabilmente ancora più pescose! Per chi non volesse comunque rinunciare alla pesca nelle splendide acque gestite dall’Aktiv Hotel Gargantini, sono disponibili pacchetti con pernottamento in strutture alternative, rivolgendosi a www.aktivhotelaustria.com oppure al cell. 00436641736341. Un caro saluto da Erika, Adriano, Alberto e Francesco.

a Castel di Sangro dal 25 al 26 giugno

19° SIM FLy FESTIvAL Con grande orgoglio e soddisfazione la SIM annuncia il ritorno del SIM Fly Festival, finalmente in presenza, per celebrare il 35° anniversario di attività. Il festival sarà uno degli eventi principali del World Fly Fishing Day — June, 2022 , giornata scelta per celebrare a livello mondiale la pesca a mosca, organizzato da SIM insieme all’associazione inglese Game Angling Instructors’ Association e a Fly Fishing USA Marketing. L’evento si svolgerà il 25 e 26 giugno 2022 come al solito nella splendida cornice del Convento della Maddalena a Castel di Sangro (AQ), Abruzzo, Italia. L’elenco degli eventi è molto ricco ed è in continuo aggiornamento. Si rimanda in tal senso alla pagina Facebook della SIM - Scuola Italiana di Pesca a Mosca. Citiamo anzitutto la manifestazione di costruzione mosca, ospitata come al solito nelle stanze del Convento della Maddalena, che vedrà nei due giorni 25-26 giugno la partecipazione di un ricchissimo numero di fly tier provenienti da varie parti del mondo, Europa e oltreoceano, oltre naturalmente che da varie regioni del nostro paese. Se ne veda l’elenco nel riquadro a p. 4 in basso. Ricordiamo poi: • Cooking Show «la trota sul palco»: serata enogastronomica con gli chef Ivano Pallotta e Patrizia D’Andrea, in collaborazione con le aziende Cantina Miglianico, troticoltura “Eredi Rossi”, pastificio Rustichella d’Abruzzo (venerdì 24 giugno, ore 20,30, ingresso riservato agli invitati). • 21a Mostra internazionale di arte contemporanea «l’arte della pesca… la pesca nell’arte», curata quest’anno dall’artista americano Stephen DiCerbo e per la quale è stata restaurata una nuova stanza del convento. Oltre al catalogo fisico sarà presente un catalogo digitale dell’intera mostra; saranno inoltre previsti dei vincitori (inaugurazione mostra 25 giugno, ore 10,00; esposizione fino al 17 luglio). • Premio internazionale «Claudio D’Angelo Award 2022», nel corso del quale saranno premiati il migliore fly tier italiano e straniero dell’anno con una scultura del maestro Alberto Coppini (sabato 25 giugno, ore 21,00) • Tavola rotonda su «Reintroduzione della trota del ceppo mediterraneo, tra problematiche normative e applicative» (domenica 26 giugno, ore 10,30) • Laboratorio di costruzione canne in bamboo - mini corsi di apprendimento alla costruzione di canne a cura di IBRA • Laboratori di pesca a mosca – mini corsi di apprendimento della tecnica di lancio e costruzione artificiali • Dimostrazioni di lancio tecnica SIM da parte degli istruttori SIM • Dimostrazioni di pesca a mosca con la tecnica giapponese Tenkara a cura di Alberto Salvini e Davide Zarlenga • Dimostrazioni di lancio con tecnica anglosassone canna a due mani a cura di Alberto Laidlaw, Tracy Thomas e James Evans • Lotteria per la raccolta fondi per il Museo della pesca a mosca (estrazione 26 giugno, ore 13,00) La partecipazione ai minicorsi di apprendimento è gratuita ma è obbligatoria la prenotazione al sito internet www.simfly.it o allo stand SIM.



notizie

a cura dello Spinning Club Italia • www.spinningclubitalia.it

le attività dello Spinning Club Italia

WORLd FISH MIGRATION dAy Una delle maggiori cause di rarefazione di alcune specie ittiche autoctone è la discontinuità fluviale: si pensi alle migrazioni per scopi riproduttivi effettuate dagli storioni, dalle cheppie o dalla trota marmorata, specie sempre più a rischio a causa di centraline, sbarramenti e artificializzazione dei nostri corsi d’acqua; non solo perché sbarrano il corso del fiume rendendo difficoltosa la risalita delle specie, ma spesso perché le derivazioni di questi impianti riducono sensibilmente le portate dei corsi d’acqua diminuendo in maniera significativa gli habitat che permettono la vita stessa delle specie ittiche. Si pensa spesso al mini idroelettrico come a una fonte di energia ‘pulita’ ma troppo spesso la resa troppo esigua di questi impianti è trascurabile rispetto all’enorme danno ambientale generato. Lo Spinning Club Italia è attivo da sempre per la salvaguardia degli ambienti acquatici e delle specie ittiche autoctone e quest’ anno il 21 maggio, in occasione della «Giornata mondiale della migrazione dei pesci» (www.worldfishmigrationday.com) alcune sedi dell’associazione hanno organizzato eventi ufficiali di ‘Citizen Science’ per sensibilizzare al problema della discontinuità fluviale attraverso il monitoraggio e la registrazione su una apposita app (Amber Barrier Tracker) degli sbarramenti di alcuni corsi d’acqua particolarmente afflitti da artificializzazioni e sbarramenti. In definitiva, una ‘presenza’ dei pescatori sul fiume un po’ inconsueta, magari coniugando anche qualche lancio alla ricerca di qualche predatore presente, ma con cellulare alla mano con lo scopo di documentare quanto sia messa a dura prova la sopravvivenza della nostra fauna ittica autoctona.

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sabato 26 marzo 2022

PERCA NIGHT Sabato 26 marzo 2022 la sede Monza e Brianza dello Spinning Club Italia ha organizzato un’uscita di pesca mirata alla ricerca del perca prima del periodo di chiusura dovuto alla frega della specie e al conseguente divieto di pesca notturna. Il programma era semplice: pescata tutti assieme e poi cena in compagnia, con ritrovo sullo spot nel tardo pomeriggio. Per l’occasione, oltre a dodici soci della sede di Monza e alcuni soci della sede di Milano, partecipavano all’evento il presidente Mario e il tesoriere Enzo. Ma ecco subito un primo intoppo: giunti sullo spot, questo si rivela inaccessibile, transennato da polizia e pompieri. Cosa non si fa per tenerci alla larga dai pesci! Ma i nostri soci non si sono scoraggiati e dopo uno scambio di battute decidono per un leggero spostamento a piedi. Ed ecco che, dopo qualche mangiata persa, esce il primo pesciotto. Dopo un po’ di tempo finalmente lo spot principale è tornato accessibile e si è deciso di riportarsi dove originariamente programmato, pescando fino quando la fame ha iniziato a farsi sentire. Perciò tutti a tavola a discutere di pesca, tra battute e risate. Perché anche questo è il bello dello SCI: condividere momenti e fare gruppo. Quindi alla fine come è andata? Beh, la parte più importante è stato lo stare assieme e il divertirsi, ma non sono mancate le catture. Nove in totale, di cui tre molto belle. Qualcuno ha anche battuto il proprio record personale. Almeno fino alla prossima uscita di sede!



notizie

Ricapitoliamo le principali novità comparse su PIPAM negli ultimi periodi, invitandovi a leggere gli approfondimenti e novità direttamente online sul sito www.pipam.it. Se volete partecipare alla nostra comunità nativa non dovete far altro che iscrivervi al FORUM e partecipare attivamente alle discussioni. Ma PIPAM è anche altro... troverete articoli di tecnica, di flytying, recensioni, test, filmati, ... fatti da pescatori a mosca per i pescatori a mosca e con il quarto di secolo online ormai nel mirino crediamo che di materiale ce ne sia per molto e per tutti i gusti. Siamo presenti anche su vari social come Facebook (https://www.facebook.com /groups/41688482011), Vimeo (https:// www.youtube.com/user/wwwpipam/videos) e Instagram (https://www.instagram.com/ pipam.it) per cui, anche in questo caso, l’invito è quello di iscrivervi e partecipare numerosi!

FLY FISHING MAGAZINE

Pesca e temperatura dell’acqua a cura di Valerio Santagostino (Balboa) Anni fa ho cominciato a trascrivere meticolosamente in un taccuino le mie uscite di pesca, sia in acque ferme che in quelle correnti, annotando la data, il fiume, le tecniche utilizzate durante la giornata, la temperatura dell’acqua e ovviamente i pesci in guadino. I tre dati che mi sono serviti per scrivere questo articolo e che sono strettamente correlati tra loro sono quelli riguardanti la temperatura dell’acqua, la tecnica usata e le catture del giorno. Volevo però avere un campione molto vasto di dati, per fare delle statistiche il più accurate possibili, e così ho aspettato undici anni (20112021), continuando nel frattempo a prendere nota di tutto. Probabilmente ci saranno nel web altre ricerche simili, oppure scritti sull’argomento, ma ho voluto appun-

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tare questi dati dalle ‘mie’ di pescate e con la tecnica che più si addiceva in quel momento. Un’esperienza assolutamente ‘personale’ insomma.

Squirrel Time a cura di Beppe Saglia (Beppe S.) Ho recentemente acquistato da Troutline due pellicce di scoiattolo, una rossastra e una grigia (che sono poi i due colori naturali più diffusi tra gli scoiattoli (n.d.r. Esistono più di 267 specie anche se cinque sono quelle più importanti). Estremamente ben conciate, risultano morbidissime, folte di pelo ben direzionato e pertanto facilmente sezionabili in strip. Lo scoiattolo è un roditore diffuso in quasi tutto il mondo. In Italia risulta autoctona la specie vulgaris ovvero lo scoiattolo rosso. Specie che è in diminuzione a causa dell’introduzione, a partire dal secolo scorso, della specie alloctona carolinensis, ovvero dello scoiattolo grigio, più adattabile al territorio e più prolifico. Lo scoiattolo è un buon materiale per tanti tipi di mosche, e nel prosieguo si vedrà come utilizzarlo al meglio.

fare si deve tener conto di quali sono i bisogni basilari di una trota per vivere in un torrente, bisogni che ci indicheranno la sua posizione nel corso d’acqua. I primi due bisogni sono basilari. Ossigeno: senza respirare la trota muore. Si tratta anche di un animale con una necessità d’ossigeno non indifferente, per cui predilige le zone del fiume più ricche di ossigeno, che tipicamente sono quelle vicino alle correnti o ai salti d’acqua. Di conseguenza non ama le grandi distese d’acqua stagnante. Cibo: la trota ha bisogno di mangiare, per cui tende a stazionare dove il cibo è più abbondante. Individuare le zone del fiume dove c’è più deriva di cibo è un altro ottimo indicatore.

Welcome to Iceland a cura della redazione PIPAM Video Selection - Web selection Brothers in the fly, durata: 20’14” I due fratelli si sono recati in Islanda per scoprire lo stato di conservazione in un paese dove i pesci e i fiumi a flusso libero sono ancora abbondanti, e lungo la strada hanno incontrato persone interessanti.

I THREAD PIÙ SEGUITI

OFS - Leggere l’acqua a cura di Andrea Cuccaro (WM) Saper leggere l’acqua è una necessità base per qualsiasi pescatore. È vero che una certa predisposizione naturale è molto utile, come lo sono gli occhiali polarizzati, ma è utile anche sapere cosa cercare. Per poterlo

Valerio Balboa Campione Spey-O-Rama thread aperto da Angelo Piller (Angelo) Zampatona è dire poco... Superzampatona del nostro Valerio negli USA! Balboa: Eccomi qua, cari amici, a raccontarvi questa magni-


fica avventura. Vi avviso subito che il testo sarà leggermente più lungo dei miei soliti report sulle gare. D’altronde è stata un’esperienza molto complessa, emozionale, intensa. Permettetemi innanzitutto di ringraziare gli artefici di questo bel evento: Libby Wolfensperger e Stephen Starke. Li ringrazio di cuore per il grande lavoro organizzativo e per avermi fatto sentire in famiglia, una grande famiglia di amici. Al contempo ringrazio il Presidente del GGACC (Golden Gate Angling & Casting Club) Xavier Carbonnet e Joe Swiiny per avermi accolto ogni mattina con una buona tazza di caffè caldo.

eccome... occorre un po’ di esperienza e soprattutto un approccio corretto in acqua. Per il 90% sono pesci veri e selvatici... che alzano il livello dell’asticella. Ci sono giornate in cui il Piave alto regala molto. L’altro giorno, insieme ad Antonio, è andata bene!

I CERCHI PIÙ INTERESSANTI

mutate. Come fosse la prima volta. Capita solo con i posti che ti sono entrati nel cuore da subito, e lì son rimasti! Acquisti a cura di Valerio Santagostino (Balboa) Aitor Coteron scriveva: «Non pensiate che comprare una nuova canna e coda possa risolvere i problemi legati alla vostra tecnica di lancio. Spendete piuttosto quei soldi con persone che vi aiutino veramente a migliorare». Ma appena dopo aggiungeva: «Io stesso ho più volte però infranto le mie convinzioni e suggerimenti…». Grande Aitor!

Mimetismo

Piave, Bacino 4 thread aperto da Angelo Piller Ciao a tutti, il Piave a Perarolo ha il tipico livello di inizio stagione: medio basso. Le temperature ancora piuttosto rigide contribuiscono a ridurre l’attività dei pinnuti. Ciò nonostante qualche bella trota è uscita. Chiaro, rispetto a prima di Vaia è molto più dura... soprattutto per quanto riguarda i temoli che sono piuttosto rari. Però le trote belle ci sono

a cura di Antonio Napolitano (Flyaenne) Mentre stavo fotografando questo pesce, la cosa che mi ha colpito di più è stato il suo incredibile mimetismo nei colori, nei contrasti cromatici e nel modo in cui era posizionato. Perfettamente incastonato nel suo ambiente, davvero uno spettacolo. Come fosse la prima volta a cura di Beppe Saglia (Beppe S.) La prossima settimana dovrei essere per qualche giorno in Unec. Credo sia la cinquantesima volta che ci vado. Ma la voglia, la sana agitazione della vigilia, la curiosità di scoprire una situazione nuova sono im-

Pesce che bolla nella nostra direzione a cura di Antonio Napolitano (Flyaenne) In determinate situazioni, può capitare di avere a che fare con un pesce che bolla rivolto verso di noi, magari in un particolare giro d’acqua che lo porta a girovagare e bollare in varie direzioni. Facciamo prima noi a scegliere, montare e lanciare la nostra mosca o lui ad accorgersi della nostra presenza? Bella sfida!

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ATTUALTÀ MOSCA

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Italian Flytying Show A CURA DELLA REDAZIONE [ redazione@lapescamoscaespinning.it ]

ll’interno della prima edizione dell’EOS Show di Verona, tenutasi dal 30 aprile al 2 maggio, è stato organizzato nei giorni di sabato e di domenica – nel padiglione 10, proprio di fronte allo stand di questa rivista – l’Italian Flytying Show, al quale hanno partecipato alcuni dei migliori costruttori italiani. Unico rimasto dei diversi stranieri che avrebbero dovuto essere presenti, il bulgaro Konstantin Karagyozov si è amalgamato al meglio al festoso clima conviviale del raduno, vero centro attrattivo di tutti gli addetti al settore presenti e al quale ha partecipato anche, come guest star, Riccardo Sensidoni. Il comparto pesca non era purtroppo presente come sperato a questa prima edizione dell’EOS

Show, complice fra l’altro una data, rimandata causa Covid rispetto all’originale, alla quale né le aziende né il pubblico degli appassionati erano abituati. La seconda edizione è stata infatti regolarmente programmata per i giorni 11-12-14 febbraio 2023. Come per ogni grande raduno di costruzione al quale siamo presenti, abbiamo chiesto a ogni partecipante di realizzare una mosca per questo articolo e di descriverla brevemente insieme alle altre presentate. Ne emerge ancora una volta un quadro aggiornato delle più interessanti tendenze del mondo italiano della costruzione. Durante i due giorni trascorsi a Verona, Luca Barosselli ha presentato mosche voluminose quali tricotteri, plecotteri, terrestrial da impiegarsi nei prossimi mesi, che le vedranno protagoniste sul fiume. Ha mostrato diversi montaggi impiegando Gianluca Capizzi

Luca Barosselli Alessandro Casiglia

Giampiero Bartolini Marco Scleri Clari

Emmanuel Crosa


Luca Barosselli

Gianluca Capizzi

Giampiero Bartolini

Emmanuel Crosa

Alessandro Casiglia

Marco Scleri Clari

materiali più galleggianti e voluminosi per sostenere le mosche nelle correnti, materiali più esili e meno voluminosi da utilizzare in acque più calme. Per alternare un po’ e dare seguito al suo articolo apparso su questa rivista ha poi deciso di costruire alcune semplici imitazioni di effimera dun da utilizzare durante le schiuse. Modificando semplicemente il colore del corpo e la dimensione dell’amo è possibile imitare la stragrande maggioranza di effimere presenti nei nostri corsi d’acqua. La mosca in foto imita effimere di colore verdastro-giallognolo imprigionate nel film superficiale e che attendono la muta per spiccare il volo. Si tratta di un dressing molto veloce da realizzare e molto efficace, con amo Fulling Mill 5055 n. 16, code in gallopardo, corpo in Textreme Power Thread 50 den pantonato con color golden olive, torace in Swiss cdc arctic fur, ali in Swiss cdc cdc dk brown. Filo Textreme Power Thread 50 den. Giampiero Bartolini ha presentato una selezione delle sue ‘scapigliate’, una ventina di modelli dall’amo 10 al 18 caratterizzate da visibilità, leggerezza, galleggiabilità e polimorfismo, ovvero dalla capacità di cambiare forma fra un lancio e l’altro; molto si gioca sulla disposizione delle hackle con avvolgimento asimmetrico, con una torsione che fa disporre le fibre in posizioni particolari. Nella foto una pupa di sedge ‘scapigliata’. Gianluca Capizzi, al di là delle diverse imitazioni realizzate (una dun di mosca di maggio, una spent e un’emergente di Baetis, una sedge in pelo di cervo rasato e una in cdc, una ninfa di fantasia), ha costruito per la foto sulla rivista una ninfa di superficie di May Fly che usa a inizio schiusa, quando si iniziano a vedere le ninfe che salgono in superficie. I materiali impiegati fanno in modo da far lavorare la mosca intrappolata nella pellicola superficiale: per le code tre fibre di fagiano, per il corpo Semperfli Dirty Bug Yarn twistato che beve ma rimane comunque leggero e morbido, mix di SwissCDC cdc Edition colore naturale mixato con SwissCDC long Fabio Federighi

Andrea Gasparini

argentinian hare colore naples ochre per il torace, una piuma di cdc color crema chiaro per le tracheobranchie, foam marrone per il dorso. Nella due giorni veronese Alessandro Casiglia ha presentato varie ninfe con testa in tungsteno e corpi in lepre, turkey biot quills, jungle cock, colla uv. La mosca della foto è realizzata su amo Daiichi 1130 del 14, con corpo in turkey biot quills colore sulphur orange, addome in pelo di lepre montato in asola, testa ring tungsten con colla uv pink. Marco Scleri Clari ha costruito imitazioni di vario genere, dalla classica ninfa di tricottero, comunemente detta portasassi, alle dun di effimera, fino a molte emergenti di effimera da regalare agli amici che sono venuti a trovarlo e ai ‘colleghi’. Quella che appare nella foto è molto veloce da realizzare ma allo stesso tempo efficace, costruita su amo a gambo lungo curvo (Fulling Mill 31270 n. 12) con biot di tacchino olive per il torace, arctic fur naturale ad asola per il torace, una piuma di cdc brown per la sacca alare e il ciuffo per renderla visibile ai nostri occhi. Fra le varie mosche mostrate a Verona, Emmanuel Crosa ha scelto per la rivista questa imitazione di emergente che in tante situazioni gli ha risolto la giornata di pesca. La sua particolarità consiste nell’opossum in sostituzione del cdc per le ali. Corpo in quill naturale, code sintetiche, torace in SwissCDC arctic fur naples ochre. Fabio Federighi ha coordinato assieme a Federico Renzi l’intero gruppo dei costruttori. Durante l’Italian Fly Tying Show, ha realizzato fra l’altro uno spinner di ecdyonuro che Trabucco gli ha chiesto per pescare in acque non particolarmente rapide. Quella della foto è appunto la mosca che ha creato per lui: un’imitazione da usare durante la caduta degli spinner di ecdyonuro che rimane discretamente intrappolata nella tensione superficiale, creando quel momento di difficoltà dell’insetto; le ali rimangono leggermente alzate rispetto alla superficie. Amo Ahrex Fw 503, filo Nano silk, code in moose, addoFabio Gasperoni


TECNICA SPINNING

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RENZO DELLA VALLE [renzo.dellavalle@gmail.com]

o spinnerbait è senza dubbio tra le esche più sottovalutate nel panorama degli artificiali per lo spinning. Snobbato dalla massa dei lanciatori, è spesso considerato troppo fantascientifico persino dagli appassionati italiani di pesca al bass, per il quale questa hardbait è stata ideata, che lo usano poco e con scarsa fiducia. Eppure negli USA, loro patria di origine, gli spinnerbait entrano nella top five delle esche più catturanti. E lo sarebbero anche da noi, se non fosse che gli spin-

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ner nazionali considerano questa categoria di esche troppo strana, poco realistica, per nulla naturale. Non arrivando a capire che sta proprio in questa ‘stranezza’ il suo potere catturante, che lo fa uscire dagli schemi tradizionali che caratterizzano gran parte degli artificiali da spinning. Se aggiungiamo, poi, che gli spinnerbait sono giunti da noi in tempi relativamente recenti rispetto alle altre tipologie di artificiali, si capisce bene il motivo per il quale, da noi, non hanno mai catturato l’interesse dei lanciatori. Si era infatti agli inizi degli anni ’80 quando i primi spinnerbait fecero la loro timi-


da comparsa nei negozi italiani. Con un ritardo di una ventina di anni anche gli appassionati di spinning nostrani potevano finalmente contare su un autentico fuoriclasse tra le esche finte. Ma la maggior parte di essi non arrivarono mai ad apprezzarne le impareggiabili doti di catturabilità e questo gap si è dilatato nel tempo. Troppo voluminoso, poco ‘armato’, con quella paletta così distante dall’amo che distoglie l’attenzione del pesce facendolo abboccare male. Così dicevano, e dicono ancora oggi, tanti pescatori molto teorici, poco pratici, che inorridiscono solo a vederli. La realtà della pesca a spinning ha tuttavia smentito queste convinzioni: se vogliamo pescare bass, lucci, persici reali e persino siluri oggi lo spinnerbait non dovrebbe mancare nella nostra dotazione.

esca di reazione

Lo spinnerbait entra di diritto nella categoria delle cosiddette esche di reazione, cioè di quegli artificiali che sanno indurre una reazione aggressiva nel pesce predatore, proprio in virtù della loro strana composizione costruttiva. Non a caso lo spinnerbait richiama nella componentistica i cucchiaini rotanti, altro grande gruppo di esche di reazione. La parte che si muove e che produce le onde sonore attiranti, capaci di scatenare l’aggressività del pesce carnivoro, è infatti costituita dalle stesse palette dei rotanti che girano attorno a un filo di acciaio oppure su sé stesse. Negli spinnerbait, tuttavia, il filo di 3/2022

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TECNICA MOSCA

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GIANMARCO MONDINI [mondiniflyfishing@gmail.com] FOTO DI DAVID GHIRIMOLDI

i tutte le risorgive, una è probabilmente il Monte Olimpo dei temoli: il fiume Unec, in Slovenia. Una valle vulcanica circondata da boschi, convessa per natura, al cui centro letteralmente «scorre il fiume»: nulla di più poetico per un pescatore a mosca, ma anche per chi indossi abiti ‘civili’. Negli anni si è parlato e scritto tanto di questo blasonato corso d’acqua, che deve la sua fama a pescatori e giornalisti, pionieri della pesca in Est Europa, tanto devoti al suo scorrere imperturbabile. La gestione e la tutela delle acque hanno portato l’Unec a essere, almeno fino a qualche tempo fa, uno dei tratti d’acqua più popolati di temoli (pinna rossa, beninteso). La vicinanza al Bel Paese, la ricca fauna bentonica e, naturalmente, la taglia e la quantità del pesce hanno fatto sì che la Slovenia e la sua preziosa risorgiva divenissero meta ambitissima per i moschisti d’Europa, che nonostante i permessi non proprio a buon mercato fanno tutt’oggi centinaia di chilometri per poterci pescare. Se nel tempo tanto si è dibattuto sul ponte di Hasberg e sulle curve della risorgiva (che ormai sono tutte battezzate), nessuno si sarebbe immaginato di apprestarsi dopo decenni di only dry fly a una battuta di pesca interamente a ninfa sull’Unec. Le condizioni climatiche, la siccità e il (ahimè) graduale calo di schiuse sono arrivati però anche nella piana di Planina e la pesca, che sempre segue le mosse di Madre Natura, si adatta e cede il passo di conseguenza. Mentre i più arditi continuano quindi un’ambiziosa lotta all’ultimo sangue in cerca di effimere e tricotteri con 25 cm di acqua, qualcun altro si sposta sotto il livello della superficie e, scendendo con più o meno piombo, tenta – pur con frequente insuccesso – di insediare qualche timallide. La duttilità della pesca a mosca prevede infatti per definizione – secca, ninfa e streamer – la possibilità di adattarsi alle richieste del fiume e dei suoi ospiti, cambiando da una tecnica all’altra per ottenere sempre il meglio a seconda della situazione e divertirsi con diverse alternative.

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L’UNEC

A NINFA

La ninfa in risorgiva, a differenza di quanto si possa credere, non è cosa semplice: le acque limpide, la corrente lenta e la malizia dei pesci (ormai tutti laureati in fly tying) sono fattori di grande rilievo e il fiume, pur concedendo catture di grande pregio, non si lascia ingannare senza sforzo. Ogni esca dovrà essere scelta con attenta considerazione e i nostri tippet dovranno essere adeguati, oltre che alla taglia del pesce, alla trasparenza delle acque. La canna da utilizzare è senza dubbio estremamente sensibile, nella misura che più gradiamo ma generalmente compresa tra i 9’ e gli 11’. La mia scelta ricade su una 9’ coda 3-4 per le ‘taglie forti’ e una 10’6” coda 3 per i temoli più difficili. L’azione di pesca, rapportata

alla canna, passerà rapidamente dalla long nymph all’high sticking, con variazioni di terminali e finali: in questo modo non cattureremo più pesci, ma andremo a insidiare tutti quelli che, per predisposizione alimentare, non potremmo ingannare in altro modo. La ninfa a filo è la tecnica da preferire in caso di pesca a vista, mentre uno strike indicator – a chi piace – è d’aiuto nei frequenti lanci lunghi, anche vicino alla riva opposta. I frequenti cambi di luce spesso nascondono il nostro bicolor e l’aiuto perfetto risulta essere la cera neon da applicare direttamente sul filo, in tonalità opache o lucide e in varie colorazioni per coprire ogni tipo di esigenza e mutazione. 3/2022

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TECNICA SPINNING


LO SCORFANO ROSSO

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A SPINNING GIACOMO CAPRESI [giacomocapresi2@gmail.com]

o scorfano rosso, Scorpaena scrofa, detto anche (specialmente in Toscana e Liguria) ‘cappone’, è lo scorfano che raggiunge le dimensioni maggiori nei nostri mari, intorno ai 3-4 kg di peso. Dotato di una grossa testa, sulla quale spicca la grande bocca che lo identifica appieno come predatore, trascorre la sua intera vita a stretto contatto con il fondale, dove si mimetizza perfettamente con l’ambiente che lo circonda, tendendo agguati alle prede che gli passano a tiro. Si ciba di ogni sorta di cefalopode, gambero o pesce che riesce a inghiottire, ma non essendo proprio il paradigma del velocista, attacca solo le prede che gli transitano molto vicine, effettuando un rapido scatto in avanti e aspirando acqua e preda con la grande bocca. Questa tipologia di caccia lo rende poco intercettabile dai pescatori inshore, per cui la sua cattura avviene spesso in maniera accidentale. Ed è proprio in questo modo che ho fatto i miei primi incontri con questo variopinto pesce. Negli anni poi, uscita dopo uscita, con l’accumularsi delle esperienze i contatti, inizialmente sporadici, hanno cominciato a farsi più frequenti e le uscite di pesca mirate hanno cominciato ad andare sempre più a buon fine. Lo scorfano rosso vive in fondali che variano dai 20 fino ai 200 metri, per cui nella maggior parte dell’anno occorre andarlo a cercare su batimetriche importanti, cosa che in qualche modo mi favorisce dal momento che in Argentario, dove mi trovo molto spesso a pescare, gli alti fondali a poca distan-

za dalla scogliera certo non mancano. Essendo un pesce stanziale e molto abitudinario, quando una tipologia di spot gli va a genio vi si trattiene, per cui le catture spesso si susseguono in maniera più o meno regolare nelle varie battute di pesca. Dopo diverse catture, in diversi spot, mi sono dunque messo a ragionare su quali fossero state le modalità con le quali erano avvenuti gli incontri e con quali tipi di approccio. Le catture si erano verificate tutte in fondali compresi tra i 30 e i 40 m, con franate di roccia pronunciate, che ho individuato incaglio dopo incaglio. Per trovare uno scalino o una cresta perpendicolare o semiperpendicolare alla costa, prima di cominciare a lanciare artificiali facilmente incagliabili, aggancio al mio moschettone un pesante artificiale siliconico montato su amo offset, che mi consente di farmi un’immagine 3d mentale del fondale, diminuendo poi considerevolmente il numero di incagli. Lo scorfano rosso è sempre posizionato sul costone della parete ed è lì che va cercato, dove le rocce e le alghe che vi crescono garantiscono una perfetta mimetizzazione al pesce, rendendolo invisibile a prede e predatori. Altri luoghi nei quali ho avuto catture frequenti sono i profondi salti batimetrici paralleli alla costa, dove il fondale degrada in maniera molto veloce e spacchi e articolazioni varie della struttura rocciosa offrono un ambiente e un riparo ideali. Le strutture rocciose, comunque, non devono essere necessariamente articolate, dal momento che lo stazionamento del pesce avviene anche su superfici piatte e prive di ripari, dove ama posizionarsi alle prime luci dell’alba e alle 3/2022

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