Poste Italiane SpA – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1, c. 1 C/SA/40/2016 - anno XX, n. 20 - Dicembre 2020 - Gennaio 2021
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DICEMBRE 2020 - GENNAIO 2021 € 6,90
Una diversa impugnatura Le trote di Lewis e Clark Ilaria Barbieri e il luccio Immediatamente sotto No hackle [10 pp.] ZRS a Tenkara
Spinnerbait Spigole sarde Salmerini a spinning Le opportunità dell’eging Lucci prima del grande freddo Trecciati: la nuova generazione
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Direttore responsabile Eugenio Ortali
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IMMEDIATAMENTE SOTTO
SALMERINI A SPINNING
di Massimo Magliocco
di Giorgio Montagna
Continuando il discorso iniziato sullo scorso numero a proposito delle bollate e dell’importanza del loro riconoscimento, Massimo si occupa ora del comportamento degli insetti acquatici e terrestri negli ultimi centimetri prima di raggiungere la superficie dell’acqua.
Salmerino alpino e salmerino di fonte, insidiati dagli appassionati per gli spettacolari colori delle loro livree, rispondono bene a spinning impiegando un’attrezzatura leggera. Giorgio illustra le differenze fra i due e gli artificiali impiegabili nei diversi ambienti.
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LE OPPORTUNITA DELL’EGING FRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE
LE TROTE DI LEWIS E CLARK
di Andrea Desiderio Oltre a essere molto divertente, pescare a eging consente di ampliare le capacità del pescatore a spinning: dal punto di vista della sua sensibilità e da quello di una più completa conoscenza dei vari spot.
La storia di un viaggio di esplorazione nell’Ovest degli Stati Uniti compiuto nel 1803 da Meriwether Lewis e William Clark, ai cui nomi sono dedicati quelli di due endemismi della Cutthroat Trout. Nei loro diari sono contenute le descizioni delle caratteristiche livree dei due pesci.
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LADY PIKE. ILARIA BARBIERI E IL LUCCIO
TRECCIATI. LA NUOVA GENERAZIONE
redazione@lapescamoscaespinning.it www.lapescamoscaespinning.it www.facebook.com/MoscaeSpinning http://twitter.com/lapescaMeS www.flickr.com/photos/moscaespinning www.youtube.com/user/MoscaeSpinning
Hanno collaborato a questo numero Moreno Bartoli, Luca Barosselli, Pietro Brunelli, Gigi Casella, Renzo Della Valle, Andrea Desiderio, Fabio Federighi, Loris Ferrari, Massimo Ginanneschi, Marco Maffioli, Massimo Magliocco, Matteo Malinverni, Ivano Mongatti, Giorgio Montagna, Armando Quazzo, Federico Renzi, Paolo Trabucchi, Mario Vizzoni
ZONA FRANCA EDITRICE SRL sede legale: Via P. Colagrande 1, 67100 L’Aquila
sede operativa: Via V. Veneto 169 • 00187 Roma tel. 06/42.90.38.54 abbonamenti@lapescamoscaespinning.it
di Pietro Brunelli
Pubbliche relazioni e pubblicità Renzo Della Valle, Giorgio Montagna renzo.dellavalle@gmail.com, jomontagna@tiscalinet.it
Pubblicazione periodica Disponibile anche in versione digitale su www.ezpress.it Tutti i diritti riservati LA PESCA MOSCA E SPINNING ZONA FRANCA EDITRICE srl Iscrizione ROC n. 26695 del 22.9.2016 Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 225 del 29.9.2014 Direttore editoriale Giulio Fascetti Stampa: Tuccillo Arti Grafiche, Afragola Distribuzione: Pieroni Distribuzione srl Via Carlo Cazzaniga 19, 20132 Milano
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MOSCA e SPINNING
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di Armando Quazzo
di Renzo Della Valle
Uno scambio di idee sulla pesca a mosca del luccio e sulla realizzazione degli artificiali ad esso dedicati fra l’autore e una costruttrice che porta in questo mondo la specificità della sua visione femminile, legata anche a precise esigenze tecniche.
L’evoluzione dei trecciati dai primi modelli apparsi sul nostro mercato all’ultima generazione, con le sue fantastiche caratteristiche e il superamento dei problemi iniziali. Con un’anteprima sulla prossima frontiera: la trasparenza.
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UNA DIVERSA IMPUGNATURA
SPIGOLE DELLA SARDEGNA NORDORIENTALE
di Matteo Malinverni
di Mario Vizzoni La proposta, maturata all’interno della SLM, di un’impugnatura nella quale si invertono i tradizionali ruoli delle dita, «passando dal sistema ‘pollice e indice leve primarie e medio e anulare fulcri’ al sistema ‘pollice e indice fulcri e medio, anulare e mignolo leve primarie’».
di Gigi Casella Il nord-est della Sardegna offre una notevole varietà di ambienti per la ricerca della spigola, dalle lagune (anche in ambito urbano) alle spiagge, dalle scogliere alle foci e ai tratti finali dei fiumi. Da affrontare con artificiali e tecniche diversi.
SPINNERBAIT PER IL LUCCIO Esca fortemente anti incaglio, lo spinnerbait ha molti impieghi possibili e offre conseguentemente diverse opportunità agli autocostruttori nella realizzazione di modelli che sfruttino il peso del corpo e le diverse caratteristiche delle palette, nonché dello skirt prescelto.
RUBRICHE
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ZRS: MOSCA, SPINNING O TENKARA?
NO HACKLE
di Paolo Trabucchi
di Ivano Mongatti
Qual è la migliore tecnica di pesca con gli artificiali da praticare all’interno di una zona a regolamento specifico? L’autore, dopo aver presentato vantaggi e svantaggi della mosca e dello spinning, illustra le caratteristiche specifiche della tenkara in questi ambienti.
Si definiscono no hackle, in via classica e tradizionale, le mosche che imitano lo stato subimmaginale, nelle effimere, nel momento in cui hanno o stanno aprendo le ali e quando queste sono in parte o in toto fuori dal film dell’acqua, mentre il corpo rimane semi immerso.
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MOSCA e SPINNING
SPEDIZIONE ENTRO IL 20.12.2020: WALKING THE DOG PER LA SPIGOLA
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LURE BUILDING CONTEST
Noto attore, pescatore a mosca e ambassador Patagonia, il finlandese Jasper Pääkkönen risponde ad alcune domande sul modo in cui ha vissuto la prima ondata della pandemia e su come vede cambiare la pesca a mosca e la comunità che la pratica nel suo paese.
Major Craft Basspara BPS-662UL
Il luccio, si sa, ha molti estimatori. Alcuni vi si dedicano in maniera esclusiva, altri approfittano della possibilità di pescarlo anche nei periodi in cui altre specie non sono insidiabili. L’autore dell’articolo presenta le sue esperienze con tre tipologie di artificiali.
Length: 6’6” Lure: 1/32-3/16 oz Line: 3-6 lb Action: Ex.Fast
JASPER PÄÄKKÖNEN a cura della redazione
FLY TYING CONTEST
LUCCI PRIMA DEL GRANDE FREDDO di Marco Maffioli
GUARDA I PREMI PER IL 2021!
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partecipa ai nostri contest: puoi vincere su ogni numero
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NOTIZIE SHOW ROOM RECENSIONI MERCATINO
SPEDIZIONE ENTRO IL 20.12.2020: MONTAGGIO REVERSE (UPSIDE DOWN)
04 72 80 80
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fish facts
a cura di Marco Sammicheli
con riferimento a un elenco di tredici specie
OPINIONE MEDAC SULLA PESCA RICREATIVA Il Consiglio Consultivo del Mediterraneo MEDAC, che è composto da rappresentanze di tutti i portatori di interessi del comparto pesca nei vari stati membri della UE, ha il compito di fornire pareri non vincolanti sulla pesca nel Mediterraneo alla Commissione Europea e si occupa anche di pesca ricreativa con un gruppo di lavoro specifico. Dopo l’individuazione di una lista di specie di riferimento e maggiormente significative per la pesca non commerciale – https://tinyurl.com/y6j37uta – il MEDAC ha emesso un parere sulle misure utili alla loro gestione. Le specie sono dentice, spigola, sarago, cernia, leccia, polpo, pagello, serra, corvina, seppia, ricciola, orata, ombrina. La scelta è evidentemente riferita a vari parametri che vanno dalla popolarità al valore ricreativo, dalla necessità di tutela alla concorrenza con la pesca commerciale. Le indicazioni date dal MEDAC sintetizzano una serie di richieste più volte discusse a livello di comparto che restano in attesa di un’azione normativa, parte integrante della necessità di revisione di tutte le leggi e i regolamenti che riguardano il settore della pesca ricreativa. Constatando l’insufficienza di dati scientifici per la valutazione dello stato degli stock ittici delle specie indicate, viene confermata la necessità di una valutazione dell’impatto della pesca ricreativa. Sono state anche individuate le sovrapposizioni di interesse da parte della pesca ricreativa e di quella commerciale e la conseguente possibile concorrenza tra le due, che sembra essere il principale filo conduttore della politica di comparto. In breve, la pesca commerciale, che ha un forte impatto sulle risorse costiere, accusa quella ricreativa di farle concorrenza, argomento pretestuoso sorretto dal peso politico della filiera ittica, al quale non si può rispondere che con un’altra opinione di parte senza che nessuna delle due posizioni sia ad oggi in grado di portare sufficienti dati scientifici attendibili a suo supporto. L’impegno per la valutazione della pesca ricreativa è in questo senso molto importante, perché promette di fornirci riferimenti solidi per sostenere posizioni e indirizzi di gestione. La linea di avanzamento delle politiche di livello sia nazionale che europeo è infatti ormai impostata sulla necessità di sottoporre la pesca non commerciale a una serie di valutazioni che permettano di misurarne il peso in termini sia di impatto sulle risorse che di ritorno economico, sociale e individuale. La lista delle azioni suggerite per le specie indicate ne comprende varie di carattere generale che danno indicazioni sia sulle tecniche di pesca che sull’organizzazione del settore. Il parere elenca le seguenti indicazioni: – divieto per la pesca ricreativa di uso di attrezzi passivi (palangari, nasse) e mulinelli elettrici; – introduzione di una misura minima (fissata alla maturità riproduttiva secondo i più recenti dati scientifici) per le specie indicate; – riconoscendo la mancanza di dati utili a indicare un limite di carniere, si
ADERISCI AD APR
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MOSCA e SPINNING
• 2/2016
.org reativa
escaric www.p
chiede di fissarne uno giornaliero in numero di capi per ognuna delle specie indicate, conservando il limite di carniere giornaliero complessivo; – introduzione di un’autorizzazione europea per la pesca ricreativa nel Mediterraneo; – introduzione di strumenti legislativi ed economici per il contrasto al commercio illegale di pesci da parte di pescatori senza licenza commerciale; – valutazione dell’impatto delle catture della pesca ricreativa e del ritorno economico e sociale in ogni stato membro; – introduzione di strumenti elettronici obbligatori (app per smartphone) per la registrazione delle catture e per comunicare le uscite in mare con imbarcazione; – estensione del divieto di pesca nelle Fisheries Restricted Areas (FRAs) alla pesca ricreativa; – prescrizione del taglio della parte inferiore della pinna caudale dei pesci catturati per l’identificazione delle catture ricreative. Il fatto positivo è che siamo certi che maggiori conoscenze non potranno che confermare le buone ragioni della pesca ricreativa e favorirne le istanze. Quello negativo è che per smuovere qualcosa resta necessario far buon viso a un impianto evidentemente condizionato più dalla pesca commerciale che da quella ricreativa.
le ONG chiedono alla UE di non sostenere più la realizzazione di nuovi impianti idroelettrici
STOP AL NUOVO IDROELETTRICO A seguito della Giornata Mondiale della Migrazione dei Pesci tenutasi lo scorso 24 ottobre (www.worldfishmigrationday.com), 150 organizzazioni si sono unite per chiedere alle istituzioni europee di interrompere il finanziamento pubblico di nuovi progetti di idroelettrico in Europa. Costruire altro idroelettrico contraddice gli obiettivi di biodiversità del Green Deal europeo visto il piccolo contributo che nuovi impianti porterebbero alla transizione energetica a fronte del danno ambientale che causerebbero. Le associazioni chiedono che gli investimenti pubblici vengano reindirizzati al migliorameno degli impianti esistenti, a misure di efficienza energetica, ad alternative energetiche di minore impatto come il solare e l’eolico. La mobilitazione viene pochi mesi dopo che una nuova ricerca ha mostrato che dal 1970 l’Europa ha perso il 93% dei pesci migratori di acque dolci, in parte a causa dell’idroelettrico. Il 91% degli impianti esistenti e programmati sono considerati ‘piccoli’ – ovvero con capacità inferiore a 10MW – e contribuiscono poco al bilancio energetico, mentre il loro impatto ambientale è drammatico. Costruire nuovi impianti idroelettrici significherebbe distruggere gli ultimi fiumi europei che scorrono liberi e degradare ulteriormente i sempre più vulnerabili ecosistemi delle acque dolci. Testo del manifesto tradotto in italiano: http://www.pescaricreativa.org/item/495-stop-a-nuovo-idroelettrico-in-europa-un-manifesto.html. Originale in inglese con l’elenco dei firmatari: https://tinyurl.com/y26xe4b3
in omaggio un’esca Mommotti 180 di Seaspin
notizie storia di un club
QUELLI DEL RED SPIDER «Buongiorno. Scusi, se non disturbo potrebbe consigliarmi dieci mosche? Ho appena iniziato e non saprei cosa scegliere, se non le chiedo troppo». «Certo, non preoccuparti, piano piano imparerai a conoscerle tutte e a costruirle, se vuoi mi dici dove abiti, che una sera di questa settimana vengo a trovarti e ti insegno a costruirle». Così nacque la mia amicizia con Maurizio, soprannominato ‘Trottolino’ perché una volta, durante un guado in zona Faule sull’alto Po, per il suo peso leggero e per la forte corrente iniziò a saltare come una trottola… per fortuna il suo amico Ermanno, ben stazzato, lo prese per un braccio fermando la sua pericolosa e non voluta discesa. Quella sera Trottolino arrivò a casa mia e iniziò a insegnarmi i dressing. Proprio in quella occasione cominciammo insieme a ipotizzare la fondazione di un club di fly fishing. Vi lascio immaginare i discorsi e i ragionamenti che scaturirono da questa idea. Tra le ipotesi più o meno realizzabili si voleva soprattutto divulgare la pesca con la mosca, a quei tempi ancora ritenuta una disciplina per pochi eletti. Era il 1992 e, dopo due anni di belle chiacchierate, nel febbraio del ’94, dopo la prima riunione ufficiosa nel mio garage, battezzammo il primo consiglio del club nella taverna di casa mia. Pensammo di chiamare il sodalizio Red Spider, dalla omonima mosca sommersa di colore rosso, rigata oro e zampe in pernice che, nella sua semplicità, è letteralmente micidiale. Ben lo sapeva Trottolino, che ha sempre insegnato a usarla, dando a tutti noi la possibilità di fare bellissime catture. I soci fondatori del Red Spider ebbero grande importanza: a loro si deve la fondazione di un sodalizio che si avvia a festeggiare i trent’anni di vita, una vita fatta di grandi amicizie oltre che di pescate memorabili nelle acque di mezza Italia. Nel tempo abbiamo cambiato tre sedi e abbiamo imparato sempre di più da Maurizio, diventando a nostra volta divulgatori di questa bella disciplina e insegnando umilmente a tutti ciò che
avevamo assimilato. Con l’obiettivo di dare a tutti la possibilità di mettere a frutto gli insegnamenti del Red Spider, abbiamo gestito per tre anni una riserva di pesca situata in un ramo del Ticino a Trecate, facente parte delle acque dell’Associazione sportiva trecatese, con la quale abbiamo da sempre avuto collaborazione e rispetto reciproco. In quegli anni stupendi, quando in Ticino c’era ancora pesce di tutte le specie, ci siamo divertiti in tanti, dando vita a strepitose amicizie che vanno avanti ancora oggi. Maurizio è stato per più di venti anni un grande presidente, con lui abbiamo insegnato a ragazzini di dieci anni e a pescatori over 80, cercando di infondere a tutti i principi di rispetto dell’ambiente e di difesa dei pesci, non soltanto quelli più rari e pregiati. Nel 2001 prendemmo un’importante decisione: avevamo voglia di iniziare a esistere giuridicamente e la sede di San Vittore Olona, che per lunghi anni ci aveva ospitato in un locale sotto un circolo con bar e ristorante annesso, lasciò il posto all’odierna sede legale di Nerviano in piazza Santo Stefano, slegandoci dagli orari di chiusura dei locali. Abbiamo fatto grossi sforzi per rendere la nostra sede privata perfettamente attrezzata e per favorire le attività dei soci con tanto di computer, schermo, televisione, archivio per le enciclopedie, le riviste, il materiale da costruzione e l’attrezzatura, ma soprattutto un grande tavolo progettato dal nostro socio Stefano Prada con lampade e porta morsetti per la costruzione.
notizie zioni teoriche e pratiche. Il corso si articolerà con una serata introduttiva di presentazione, al quale seguiranno cinque lezioni a cadenza settimanale che daranno largo spazio ai dressing, partendo dalle realizzazioni più semplici per arrivare a quelle più complesse. Si passerà poi a trattare le tecniche di lancio, anche qui partendo da quelle basilari (lanci a una mano). Terminate le lezioni teoriche sarà la volta di quelle sul campo, con l’appoggio di istruttori qualificati. Per maggiori informazioni è possibile contattare il segretario, Alessandro Dadda (cell. 336.912939 alessandro.dadda.66@icloud.com) oppure seguire la pagina Facebook Redspider Club.
le novità per il bimestre
PESCA (SKY CANALE 236)
Gli anni passano e se Maurizio resterà sempre in carica come ‘presidente’ ad honorem, la sua carica è stata sostituita da Carlo, grandissimo amico, grande persona e grande presidente. Carlo spesso ci ricorda che prima di essere pescatori dobbiamo essere uomini. Pietra miliare e vicepresidente ad honorem è il nostro Angelo Beretta, 95 anni, che con la sua saggezza e capacità di crearsi tutto con il suo tornio si è costruito morsetti spaziali che mai nessuno riuscirà a imitare. Ha lasciato il posto come vice ad Alessandro Bertolio, altro grande personaggio che da zero ha imparato a costruire ninfe che paiono vive, tanto sono ben dressate. E come non dimenticare Claudio Crivelli, cacciatore coi fiocchi, esperienza enorme di pescatore di altre tecniche ma infallibile anche nella pesca a mosca. Mitiche persone che hanno scritto una storia nel club, come Alessandro conosciuto come ‘il Lavatrice’ o Alessandro ‘il Savonetta’, hanno dato veramente tanto senza mai chiedere niente in cambio se non l’amicizia. Una grande persona Alberto Ongaro, un secondo padre per me e secondo mio maestro: grazie a lui 24 anni fa quando la tecnica della grande frusta (canna a due mani) nei nostri fiumi era sconosciuta, ho potuto apprezzare questa tecnica che ha stregato la mia filosofia di vita. Alberto soprannominato ‘Lo Svedese’ mi ha permesso di insegnare a mia volta la grande frusta ai soci del club, quando veramente nessuno nei nostri fiumi la praticava, oltre che insegnarmi questa tecnica sui grandi fiumi della Lombardia. Si tratta di una pesca dedicata sui pesci autoctoni e ancora oggi, a 80 anni, reputo Alberto il migliore per l’istinto nel capire prima e catturare poi. Da due anni a questa parte, e da un anno già in Consiglio Direttivo, è entrato Pierangelo Ripoldi, che con la sua passione, conoscenza e umiltà, essendo istruttore qualificato con attestati tra i più importanti nel settore mosca, ha portato ai soci una grande opportunità di insegnamento. È sempre affascinante ascoltarlo quando racconta delle sue pescate anche fuori Italia e vederlo ogni volta lanciare scrivendo poesie nell’aria e sull’acqua. Grazie a lui è entrato nel nostro club Daniele, ragazzino di 12 anni, la nostra mascotte e la sua mamma Viviana, che ad ogni nostro ritrovo sociale realizza filmati e ogni volta ci prepara merende da chef. Questa è la storia del mio, anzi del nostro Red Spider, 28 anni di amicizie vere, fatta di tanti cuori che battono ogni volta che si trovano assieme in riva al fiume o più semplicemente per fare quattro chiacchere su quella grande passione che è la pesca a mosca. (Alessandro Dadda) Nei mesi di gennaio e febbraio 2021, pandemia permettendo, il Red Spider Club organizzerà un corso di pesca a mosca con le-
A partire da giovedì 10 dicembre alle ore 22.30 Pesca (Sky canale 236) presenta Il diario di Pescavventura 4. Arriva con gli episodi in prima visione la quarta stagione del programma che racconta agli spettatori entusiasmanti e divertenti memorie di pesca. Viaggi, luoghi, incontri e avventure, in forma di scanzonato ‘diario visivo’. Ad accompagnarci ci saranno Marica Cicoria e Alberto Salvini, che riverseranno in ogni episodio tutta la loro infinita esperienza e capacità. In questa edizione, i nostri amici si fermano in Francia, nell’incantevole scenario multicolore della Provenza e delle Alpi Marittime. Tra torrenti di montagna, fiumi sinuosi e laghi profondi, vivremo indimenticabili avventure di pesca praticando sia la tenkara che la pesca a mosca classica. Venerdì 11 dicembre alle ore 22.30 è la volta di Storie di pescatori 2: arriva alla seconda stagione la serie che si propone di far rivivere sullo schermo la pesca non tanto, o non solo, nelle sue dimensioni di tecnica e stile, ma anche nella sua dinamica emozionale. Per chi ama la pesca è importante non solo l’aspetto sportivo, infatti, ma anche quello che concerne il senso di libertà, di abbandono e di emozione che il pescatore prova quando è immerso nella natura e a tu per tu con la sua passione. Un vero e proprio viaggio attraverso luoghi e stagioni vissuti come diverse e sempre nuove emozioni. Costiere frastagliate, golfi, lagune, isole per raccontare storie di persone che escono a pesca con l’obiettivo di inseguire la libertà che la vita di tutti i giorni obbliga a sacrificare. A partire da domenica 13 dicembre alle ore 21.30 inizia Storione Academy, una nuova serie interamente dedicata a una pesca antica come il mondo, la pesca allo storione, ma particolarmente rivolta ai giovani che vogliono cimentarsi in questa pratica per come è stata reinventata in questi ultimi anni. Una sfida quindi al futuro della pesca sportiva, che affonda naturalmente le sue radici nel passato. La pesca allo storione trascina da sempre chi la pratica in una sorta di mondo parallelo, fatto di prede enormi che possono arrivare a pesare anche cento chili, per cui il pescatore deve dotarsi di attrezzature estreme. Fili con carichi di rottura più adatti al ‘big game’ che alla pesca in un lago, ami in grado di sopportare trazioni enormi e canne letteralmente a prova di bomba. Una tecnica di pesca in cui nulla può essere lasciato al caso, dove la gestione delle catture deve passare attraverso attenzione, tecnica e capacità, non dimenticando mai il rispetto che si deve ad animali così unici e incredibili. Mercoledì 23 dicembre alle ore 21.00 inizia Fly Tying, una nuova serie che Riccardo Sensidoni, pescatore, costruttore e rodmaker noto agli appassionati del canale, dedica interamente alla costruzione di esche per la pesca a mosca. Dodici episodi, trentanove dressing per realizzare una fly box utile per affrontare praticamente ogni possibile situazione di pesca: ecco l’ardito obiettivo che si pone questo nuovo appassionante progetto. Lo spettatore imparerà la meccanica della costruzione passando attraverso tutti gli stadi di preparazione, seguendoli prima nel laboratorio di Sensidoni, poi durante le azioni di pesca, in cui si evidenzia come, per avere successo, sono indispensabili l’osservazione, il ragionamento, l’intuito che portano alla perfetta imitazione di ciò che avviene in natura. Sabato 5 dicembre alle ore 22.00, infine, Pesca presenta Diario di una guida di pesca sportiva: nuovi episodi inediti e in prima visione assoluta per la quarta stagione del programma di Andrea Iacovizzi, un vero e proprio diario di bordo in cui ogni appuntamento è una pagina dedicata alla pesca ricreativa in mare aperto.
Ridimensionato per attirare una più ampia varietà di predatori e per risolvere le giornate apatiche, quando le esche più grandi semplicemente non funzionano. La versione più piccola del Super Shadow Rap® entrerà a far parte delle tackle box di ogni pescatore. I predatori opportunisti non potranno resistergli, perché sbanda forte di lato e poi lentamente svanisce nelle profondità come un pesce morente. Il suo corpo alto imita perfettamente la sagoma di un pesce foraggio corposo, mentre la famosa azione Shadow Rap® lo fa danzare quasi sul posto, come un pasto facile. Muovete delicatamente il vostro Super Shadow Rap® per un’azione lenta o strappatelo con forza per farlo scivolare nella bocca di un grosso pesce.
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MOSCA e SPINNING
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21,90 € • acquistabile senza spese di spedizione su www.lapescamoscaespinning.it/component/k2/i-libri-di-la-pesca-mosca-e-spinning
notizie
a cura dello Spinning Club Italia • www.spinningclubitalia.it degna di nota portata a termine. In ogni caso, grande divertimento e una sana uscita di pesca immersi in una splendida cornice naturale. Presso il lago di Osiglia vige un regolamento che prevede il no kill assoluto del luccio, ottenuto anche grazie all’assidua attività della sede di Savona dello Spinning Club Italia, regolamento che si auspica venga applicato in linea generale per la tutela di questo splendido predatore, le cui popolazioni sono sempre più in rarefazione.
sedi di Lodi e Cremona
INIZIATIVE PER L’ANNO 2021
presso il lago di Osiglia
USCITA DI PESCA AL LUCCIO Quello che si sta chiudendo è stato un anno complicato, che ha visto ridurre drasticamente o del tutto annullare i consueti raduni dello Spinning Club Italia; ciò nonostante un gruppo di soci delle sedi di Savona, Cuneo e Torino non hanno rinunciato a un ritrovo in sicurezza a metà ottobre per la ormai classica pescata presso il Lago di Osiglia (SV) alla ricerca dei grossi lucci che popolano questo stupendo bacino. Le condizioni ideali di partenza, con livelli del lago molto bassi e temperature rigide al mattino non sono stati tuttavia sufficienti, al pari del meteo molto soleggiato: si è avuta una scarsa attività dei pesci, con un’unica cattura
Domenica 14 febbraio 2021: 5° raduno di pesca alla trota in laghetto. Si pesca al mattino, a seguire pranzo e premiazione. Domenica 18 aprile 2021: 1° raduno nazionale al luccio sul lago di Endine. Domenica 16 maggio 2021: Street Fishing organizzato dalla sede di Pavia. Sabato 5 giugno 2021: raduno notturno al siluro, a seguire premiazione e cena. Domenica 4 luglio 2021: raduno nazionale alla cheppia a Piacenza. Agosto 2021: 26° vacanza di pesca al lago Aviolo: trote a 2000 m, ai piedi del ghiacciaio Baitone nel parco dell’Adamello. Sabato e domenica 25 e 26 settembre 2021: raduno nazionale al Lago del Calcione (AR). Si festeggia il 40° anniversario. Domenica 10 ottobre 2021: 1° raduno di pesca all’Idroscalo. Domenica 7 novembre: 23° raduno di pesca al luccio a coppie. Si pesca al mattino, a seguire pranzo e premiazione.
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MOSCA e SPINNING
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notizie
Ricapitoliamo le principali novità comparse su PIPAM negli ultimi periodi, invitandovi a leggere gli approfondimenti e novità direttamente online sul sito www.pipam.it. Se volete partecipare alla nostra comunità nativa non dovete far altro che iscrivervi al FORUM e partecipare attivamente alle discussioni. Ma PIPAM è anche altro... troverete articoli di tecnica, di flytying, recensioni, test, filmati, ... fatti da pescatori a mosca per i pescatori a mosca e con il quarto di secolo online ormai nel mirino crediamo che di materiale ce ne sia per molto e per tutti i gusti. Siamo presenti anche su vari social come Facebook (https://www.facebook.com /groups/41688482011), Vimeo (https:// www.youtube.com/user/wwwpipam/videos) e Instagram (https://www.instagram.com/ pipam.it) per cui, anche in questo caso, l’invito è quello di iscrivervi e partecipare numerosi!
Dry fly fishing #arstronto 3 A cura di Antonio Napolitano (Flyaenne) Coloratissima fario presa a secca con una piccola Arpo. Anche in questo il finale lungo ha permesso una buona presentazione della mosca riducendone il dragaggio. Lo scenario è ancora una volta il ‘tratto 1’ della riserva no kill Ars Tronto ad Ascoli Piceno.
tori di mosche artificiali. Mi è capitato raramente di veder costruire un artificiale senza che venga usato. Sì lo so, esistono anche quei ‘pazzi’ che costruiscono le mosche usando sole le mani. Ma ‘fortunatamente’ sono rare eccezioni! Non conosco perfettamente il periodo in cui è comparso sul tavolo da costruzione, ma già agli inizi del XIX secolo ci sono riferimenti certi del suo uso. Il bobinatore è uno strumento dalla struttura molto semplice anche se estremante funzionale.
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FLY FISHING MAGAZINE
Autunno/Inverno pesca al cavedano
Dry Wet Sakasa Kebari - Terrestrial
Val Susa A cura di Valerio Santagostino (Balboa) Quando Francesco I re di Francia passò le Alpi per venire in Italia nel 1515, attraversò il passo dell’Argentera, appena scoperto dal suo maresciallo Gian Giacomo Trivulzio, da poco passato al soldo dei francesi e per questo motivo odiato da tutti i suoi compatrioti. Sarà rimasto affascinato da questa magnifica valle, che gli si parò davanti in tutta la sua bellezza: voglio sperare che abbia fermato il cavallo, almeno qualche minuto, per ammirarla e sorseggiare le fresche acque della Ripa. Chissà che fuggi fuggi di marmotte, i simpatici roditori di cui la valle è piena, alla vista di 40.000 soldatacci sudati e sguaiatamente rumorosi!
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MOSCA e SPINNING
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a cura di Walter Luzi (WMangusta) Materiali utilizzati: Amo: Fasna f-150 #10 Filo: arancione Corpo: filo bamboo tinto rosso Torace : fibra occhio di pavone Hackles: piuma dorso di pavone
Thread aperto da Top Temolo Apro con ferocia! Primi frescolini e scatta la voglia di ritornare alla ricerca di questo meraviglioso pinnuto. Mattinata in canalone ma solo due bellocci. Pomeriggio cambio meta ma mi ritrovo il canale con una spanna d’acqua. Dubbioso. Va beh, sarà dura ma almeno i pesci li vedo! La limpidezza dell’acqua e il sole a picco non aiutano, però con un poco di mimetismo il primo sale...
Fly tying tools, il bobinatore
Autocostruzione canna telescopica/teleregolabile
A cura di Andrea Cuccaro (WM) Eccolo finalmente il più importante tra gli strumenti del fly tying: il bobinatore. Sicuramente è lo strumento più usato dai costrut-
Thread aperto dall’utente ‘rsavli’ Ho questo grezzo in fiberglass da almeno una quindicina di anni e volevo usarlo per costruirmi una canna. Da mosca natural-
mente! Però... il peso di 215 g, lunghezza 3.60 m, sei sezioni, diametro della sezione più grande 23.5 mm mi ha fatto pensare ancora una volta... Con queste caratteristiche forse una canna a due mani sarebbe ok, ma per usarla single hand?! No! A questo punto chiedo agli esperti delle canne telescopiche: dov’è possibile reperire grezzi in fiberglass o grafite più esili e leggeri, adatti per costruire la canna da mosca?
proprio comune non scorre nemmeno un fosso pescabile... non resta che mettersi al morsetto...
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Pescare con la neve
La pesca a colori A cura di Beppe Saglia (Beppe S.) Da domani, con l’istituzione delle zone colorate, la pesca non sarà più per tutti uguale. Se ho capito bene, posto che la pesca si configuri come attività sportiva, potrà essere esercitata, nelle zone rosse, solo nell’ambito del proprio comune... Se poi nel
A cura di Angelo Piller (Angelo) Può capitare soprattutto a inizio o a fine stagione. La presenza della neve rende la giornata di pesca speciale. Se poi vi trovate a 1800 m di altitudine, circondati dalle montagne più belle del mondo, la pesca passa in secondo piano... OFS - Quei 5 minuti che ti riconciliano con la pesca a mosca A cura di Beppe Saglia (Beppe S.) Weekend in Valtellina, tradizionale uscita autunnale del Langhe & Roero. Amici, bre-
saola, sciatt, pizzoccheri, funghi e braulio… e il bilancio è già salvo. E pazienza se l’Adda è di nuovo grosso, velato e instabile. La mattina ci si arrabatta con ciò che ci piace di meno, ninfa, streamer, e qualche bel pesce salta comunque fuori. Il pomeriggio si smaltiscono le libagioni a valle dove c’è meno acqua e qualche pesce bolla, anche se per la più parte son temolotti di una spanna.
TECNICA EGING
LE OPPORTUNITÀ DELL’EGING
fra tradizione e innovazione 16 •
MOSCA e SPINNING
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ANDREA DESIDERIO [andreades-93@hotmail.it]
egli ultimi anni sto vivendo la pesca in modo molto più critico e attento, cercando un giusto equilibrio tra la visione contemporanea e frenetica di questa splendida passione e la tradizione, che rappresenta una delle ricchezze del luogo in cui vivo, Capri. Sto così cercando di scavare tra i vecchi detti, i trucchi e le abitudini radicate nei pescatori locali dal momento che nessuno meglio di chi prima di te ha visto, provato, sentito e vissuto il mare, può spiegarti come è cambiato e come è possibile provare a migliorarlo. Capri, isola di origine carsica, è un luogo magico, ricco di tradizione, che va a completare il già ricco e variegato scenario storico e naturalistico del Golfo di Napoli. Nel versante meridionale le alte scogliere a picco sul mare sprofondano in un blu intenso, in zone caratterizzate da batimetriche importanti, forti correnti e acqua ossigenata; i forti venti che spirano da terra rendono questo versante ostico, soprattutto nel periodo invernale, quando la tramontana e il libeccio danno vita a suggestive mareggiate. Il versante settentrionale è caratterizzato invece da calette e spiagge con fondali misti tra sabbia, posidonia e ciottoli; il dolce degradare dei fondali è la conseguenza di batimetriche meno fonde e di condizioni climatiche più miti anche nei lunghi mesi invernali: le vaste praterie di posidonia durante i mesi di frega diventano un luogo sicuro per molti avannotti, rendendo questo luogo una vera e propria nursery, un complesso ecosistema ricco di vita e biodiversità. La fortuna di avere luoghi con caratteristiche così diverse apre a molte possibilità di pesca e di approcci e approfondire le conoscenze di tali caratteristiche in stagioni e con condizioni climatiche diverse prima di impostare la pescata consente di sfruttare tali potenzialità al meglio.
Tutto ciò ha grande rilevanza nell’eging, che è diventato uno di quegli ‘appuntamenti’ ciclici che aspetto con maggior impazienza da quando, nel 2009, ho cominciato a praticarlo con attrezzature dedicate, che consentono di pescare in modo più bilanciato, limitando le possibilità di slamare la preda e avendo un quasi totale contatto con l’esca durante l’azione di pesca, apprezzando appieno il combattimento con i cefalopodi. Fondamentale prima di iniziare a pescare è osservare e percepire il luogo dove ci troviamo, ma soprattutto notare i possibili collegamenti tra esche e luoghi di pesca. Talvolta mi capita di spostarmi dalla mia isola e di provare a pescare in posti nuovi: una cosa che mi aiuta molto è osservare le similitudini dei luoghi in cui mi trovo con quelli dove sono solito pescare, facendo attenzione a tutti quegli elementi che mi sono abituato a valutare con attenzione: la trasparenza dell’acqua, il versante sul quale si affaccia lo spot e quindi le correnti e i venti che possono attivarlo/stopparlo dal punto di vista dell’attività dei pesci, la presenza della luna e lo stadio in cui si trova, la conformazione dei fondali, per capire cosa proporre come esca con riguardo alla grandezza e alla colorazione, in modo da avvicinarmi il più possibile al pesce foraggio del luogo.
dimensioni e peso
Dimensioni e peso dell’Egi giocano un ruolo fondamentale: il pesce foraggio non è uguale da tutte le parti, ma soprattutto non è lo stesso tutti gli anni ed è fondamentale rendersi conto di cosa si nutrono i calamari in un certo momento. Qui da me è capitato che alcuni anni si cibassero prevalentemente di boghe e menole di dimensioni medio-grandi, altri anni invece che il foraggio fosse composto da pesciame più piccolo, come
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ITINERARIO MOSCA
LE TROTE DI LEWIS E CLARK
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PIETRO BRUNELLI [pietrobrunelli@hotmail.it]
tati Uniti d’America, 18 gennaio 1803: Thomas Jefferson, terzo Presidente della giovane nazione, eletto alle presidenziali del 1800 e insediato a marzo del 1801 – a nemmeno un quarto di secolo dalla Dichiarazione d’Indipendenza – invia al Congresso un messaggio segreto, che in alcuni passaggi recita quanto segue: «... intelligent officer with ten or twelve chosen men [...] might explore the whole line, even to the Western Ocean» (… ufficiale intelligente con dieci o dodici uomini scelti [...] potrebbero esplorare l’intera linea di frontiera fino all’oceano occidentale). Era l’atto fondativo del progetto di esplorazione dell’Ovest, sia in chiave anti-britannica, sia soprattutto per l’espansione commerciale interna del paese, per l’apertura e il controllo delle rotte commerciali col nord, da realizzarsi tramite l’impiego di alleanze e tregue strategiche coi nativi (definiti letteralmente far western indians). Il Congresso approvò la richiesta del Presidente e stanziò la modica (per oggi) cifra di dollari duemilacinquecento per approntare la spedizione. La missione costituiva una grandissima opportunità, che avrebbe configurato importanti scenari e implicato risvolti scientifici non indifferenti: dallo studio della botanica e della fauna alla definizione paesaggistica e geografica di aree e spazi pressoché sconosciuti, se non per nome: una spedizione geografico-naturalistica a tutti gli effetti. Fu lo stesso Jefferson a prevedere e pianificare molti dettagli specifici di questa esplorazione a lungo raggio che si sarebbe
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snodata attraverso 7.000 miglia, ovvero circa 11.265 Km. Jefferson scelse anche il leader della spedizione: il suo segretario personale Meriwether Lewis, «6 feet tall with a quiet, serious personality» (alto un metro e ottanta con una personalità tranquilla e seria), figlio di una guaritrice (con le erbe), che aveva passato al figlio tutto il suo sapere. Era inoltre ‘uomo di bosco’ e cacciatore, ed è prevedibile come un tale background facesse di lui un candidato ideale per il ruolo di ‘capo spedizione’ (appena trentenne all’epoca della partenza). Ad affiancarlo troviamo William Clark (espressamente invitato da Lewis a partecipare con una lettera del 19 giugno 1803), di quattro anni più giovane. Entrambi provenivano da famiglie di coltivatori di piantagioni della Virginia: erano quindi dei giovani figli d’America, che potremmo definire come facenti parte della prima generazione di trentenni dei neo-nati Stati Uniti d’America. I due si erano conosciuti in occasione della Whiskey Rebellion del 1794, che vide protagonisti i coltivatori della Pennsylvania occidentale in rivolta contro una tassa sul whisky; in quella occasione Lewis fu assegnato a una compagnia di fucilieri e Clark era un suo superiore. Nei lunghi mesi di preparazione che precedettero la partenza, Jefferson stette molto addosso a Lewis, soprattutto per incitarlo a utilizzare la sua biblioteca personale al fine di accrescere la propria preparazione in botanica, medicina, navigazione, cartografia, astronomia e geologia. Tutto era quasi pronto, ma andava ancora delineato esattamente cosa portarsi dietro: l’attrezzatura specifica per l’enor-
William Clark
Meriwether Lewis
me avventura. Un piccolo inciso meritano infatti le attrezzature specifiche utilizzate e soprattutto trasportate allora per quelli che si sarebbero chiamati i Corps of Discovery. Oggi, viviamo una stagione di vantaggi inenarrabili dal punto di vista dei materiali a nostra disposizione e non di rado ci ritroviamo a disquisire di ‘mezza oncia in più o in meno’. Questo aspetto viene posto spesso anche sotto forma di critica in chiave anti-consumistica, che per certi aspetti, va detto, è assolutamente realistica. Comunque sia, quando affrontiamo missioni ‘difficili’ o ‘estreme’, la scienza dei materiali ci dà oggi vantaggi inimmaginabili rispetto anche solo a trent’anni orsono. Ebbene i duemilacinquecento dollari stanziati inizialmente per la spedizione portarono Lewis e Clark alla creazione di una vasta e complessa lista di attrezzature, che partiva dal disegno di carte geografiche specifiche e proseguiva verso regali per i nativi, armi, attrezzature da campeggio, bussole, telescopi, cronometri, 125 metri quadri di tessuto per approntare tende e accampamenti di fortuna, reti antizanzara, sapone, utensili da cucina e, badate bene, ami e lenze per la pesca (a mosca), con lo scopo di scoprire e catalogare le specie presenti, oltre che per procacciarsi cene a base di pesce, in eventuale mancanza d’altro. Fu così che, alle 04:00 del mattino del 21 maggio 1804, dal piccolo porto fluviale della cittadina di St. Charles, sul Missouri River, la missione partì. I soli testimoni alla partenza dello sparuto e definitivo gruppo di quaranta uomini furono alcuni cittadini accorsi per l’evento, nel silenzio e nel mistero quasi generale per la cosa. Col suo incedere avventuroso e a tratti travagliato, la spedizione giunse alle Great Falls del Missouri River. Gli stessi appunti dei due capi spedizione descrivono i territori e le magiche atmosfere del selvaggio west come fossero disegnate dai più celebri e maestosi pittori della natura conosciuti all’epoca. I diari appuntano per il 13 giugno 1805 quanto segue: «... Goodrich had caught half a douzen very fine trout [...] these trout are from sixteen to twenty three inches in lenght, precisely resemble our mountain or speckled trout in form and the position of their fins, but the specks on these are of a deep black instead of the red or goald colour of those common to the U. States. These are furnished long sharp teeth on the pallet and tongue and have generally a small dash of red on each side behind the front ventral fins, the flesh is of a pale yellowish red or when in good order, of a rose red ...» Era la prima descrizione generale e di sempre che riguardasse una varietà specifica e autoctona – vedremo poi addirittura endemica – di trota delle Montagne Rocciose, quella che oggi comunemente definiamo la Cutthroat Trout, in arte iridea golarossa, o trota dalla gola tagliata: la Oncorhyncus clarkii, così
definita e denominata dal naturalista Richardson proprio in omaggio a Clark intorno al 1836. Il quadro non era tuttavia completo, perché le osservazioni posteriori e gli approfondimenti scientifici dei decenni successivi portarono a una sua ulteriore definizione. Il versante occidentale (Westslope) e quindi pacifico delle Rocky Mountains e il territorio a nord-ovest del Montana, ove si trovano anche i fiumi denominati Lewis River e Clark Fork, fino su, all’Alberta nell’attuale Canada, mostrarono delle specie leggermente diverse di Cutthroat Trout, decisamente più estese della precedente, poc’anzi descritta. L’endemismo riguardava infatti proprio la trota denominata Oncorhyncus clarkii (nome generico della Cutthroat Trout), oggi ulteriormente conosciuta e classificata come Yellowstone Cutthroat, specifica abitante dei fiumi Yellowstone, Madison, Firehole, Lamar, Boulder, e in generale dell’areale dell’attuale area dello Yellowstone National Park, ma anche di alcune zone del Wyoming, dell’Idaho e dello Utah. In particolare le zone originarie di questo endemismo furono la meravigliosa Hayden Valley e lo Yellowstone Lake con i vari micro-torrenti alpini. Un vero spettacolo della natura e del suo saper mettere insieme i colori e la vita. La Yellowstone Cutthroat prese quindi il nome di Oncorhyncus clarkii bouvieri, la Westslope Cutthroat fu dedicata a entrambi i capi spedizione e definita Oncorhyncus clarkii lewisi, mentre la specie generica di Cutthroat rimase dedicata a Clark col nome di Oncorhyncus clarkii.
Cutthroat Trout
(Oncorhynchus clarkii)
Yellowstone Cutthroat Trout (Oncorhynchus clarkii bouvieri)
Westlope Cutthroat Trout (Oncorhynchus clarkii lewisii)
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TECNICA MOSCA
UNA DIVERSA IMPUGNATURA
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MARIO VIZZONI [ vima.vizzoni@alice.it]
el volteggio della coda di topo una corretta impugnatura concorre al raggiungimento di un buon risultato in termini di pulizia di esecuzione, velocità di proiezione ed ergonomia del movimento. Visivamente, un loop stretto e veloce, che non abbia la minima tendenza al tailing e sia quasi del tutto privo di ondulazioni secondarie dovute ad eccessi di spinta e alle conseguenti oscillazioni dell’attrezzo rappresenta un classico parametro di giudizio dell’abilità del lanciatore. Eccetto la scuola austriaca, che sostiene tradizionalmente come debba essere l’indice il dito di spinta per il lancio in avanti, in ragione di una presunta migliore precisione, tutte le altre scuole e filosofie di lancio, più o meno precisamente codificate, sono concordi nel considerare il pollice il dito dominante nell’esecuzione del front cast. Il pollice infatti, per posizione anatomica e caratteristiche muscolari, è il dito più forte della mano e, unitamente al corretto utilizzo di polso e articolazioni del braccio, veicola con efficacia una significativa quantità di energia alla canna. Nel gergo comunemente in uso tra i lanciatori i termini ‘spinta’ e ‘spingere’ sono messi in relazione con i ruoli di pollice e indice, le due dita che concorrono maggiormente a fornire velocità e direzione alla coda e alle quali sono delegati i due decisivi ‘momenti spinta’ del volteggio.
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Tornando all’impugnatura, questa, sia tradizionalmente intesa che nella versione ‘avvolgente’, prevede pollice e indice come leve primarie a contatto col manico della canna, mentre medio, anulare e mignolo sono semplici fulcri le cui pressioni sul manico della canna durante il lancio cambiano solo in minima parte. L’errore in cui incappano molti principianti è quello di utilizzare con troppa forza il pollice, vanificando la progressione; in questi casi il problema più deleterio è la formazione del tailing loop, piccola maledizione in grado di compromettere irrimediabilmente il lancio e con la quale abbiamo tutti avuto a che fare... Se il pollice interviene con eccessiva forza, espressa senza una progressiva accelerazione, l’esubero di flessione dell’attrezzo restituisce alla coda il surplus di energia incamerato, si verifica un meccanismo di ‘rimbalzo’ della vetta, con conseguente chiusura ad anello delle due porzioni di coda costituenti, inferiore e superiore, e la qualità del lancio viene compromessa. In questo articolo vorrei illustrare i risultati di una personale sperimentazione che porto avanti da tempo e che ho avuto modo di condividere con i colleghi della Commissione Tecnica della S.L.M. nonché con il Direttivo, trovando da parte di tutti interesse e desiderio di approfondimento; lo stesso Direttore Tecnico Fosco Torrini ha come suo solito accolto positivamente la nuova istanza proveniente dal corpo istruttori della Scuola e ne ha incentivato una fase di sperimentazione.
Con l’impugnatura tradizionale, nel lancio indietro la muscolatura della mano è completamente contratta e il dito indice imprime la massima spinta (a lato); alla fine del movimento spinta avanti la muscolatura della mano è ancora completamente contratta e il dito pollice ha già spinto al massimo (sopra).
Preciso subito che si tratta di considerazioni lontane dal voler rivoluzionare il comune modo di intendere l’impugnatura: rappresentano la testimonianza di esperimenti maturati in anni di prove sul campo, che mi auguro possano incuriosire gli appassionati di lancio e costituire spunto di riflessione. Se si invertono i ruoli delle dita così come tradizionalmente intesi, vale a dire passando dal sistema ‘pollice e indice leve primarie e medio e anulare fulcri’ al sistema ‘pollice e indice fulcri e medio, anulare e mignolo leve primarie’, si attua una piccola rivoluzione meccanica in grado di minimizzare la possibilità di produrre tailing e di massimizzare la velocità
del volteggio. Se pollice e indice ‘rinunciano’ alle proprie fasi attive di spinta e si limitano a rimanere, uno opposto all’altro, a contatto del sughero col solo intento di far basculare l’impugnatura e contestualmente le altre tre dita si aprono e si chiudono con calibrata energia sul sughero della canna, si registrano una serie di evidenti vantaggi. Il lancio all’indietro genererà un loop leggermente più ampio e tondeggiante rispetto ai comuni standard, formato semplicemente dall’allentamento della pressione delle tre dita sul sughero della canna e dal naturale indietreggiamento all’indietro della canna. Si tratta di una manovra voluta: i loop alle spalle troppo stretti e veloci costringono spesso a movimenti eccessivamente bruschi e repentini nel ritorno in avanti al fine di evitare che la canna si scarichi e che si verifichi una perdita di tensione... In basso, a lato: nel lancio indietro indice e pollice contrapposti, palmo della mano aperto e muscolatura rilassata nella impugnatura qui proposta. Medio, anulare e indice si predispongono alla successiva ‘stretta’. Sotto: Alla fine del lancio in avanti, medio, anulare e mignolo hanno terminato di stringere il sughero sul palmo della mano fino a far battere il calciolo sullo stesso. Dopo la rapida stretta, la mano è completamente rilassata.
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TECNICA SPINNING
LUCCI
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MARCO MAFFIOLI [www.m2bassfishing.com ]
utto nasce, sempre, dalla voglia di pescare il più a lungo possibile, anche nei periodi più freddi, e uno dei pesci che si attiva maggiormente in inverno è il luccio. Negli ultimi anni novembre e dicembre sono stati caratterizzati da temperature piuttosto miti, come in una sorta di autunno prolungato, ed è proprio in queste situazioni che i lucci sono molto attivi, avvicinandosi alle cover e alle sponde per alimentarsi in previsione dei mesi più freddi. Cominciano inoltre a manifestarsi acquazzoni improvvisi, con il conseguente innalzamento dei livelli idrici, che contribuiscono all’aumento di attività del pesce. Al proposito, mi preme ricordare che i lucci, ma i predatori in generale, si attivano maggiormente nel momento in cui il lago sta tornando ai livelli normali, quindi in curva discendente. In questo periodo i lucci non sono ancora a stretto contatto con il fondo e si possono insidiare tranquillamente negli strati intermedi o superficiali della colonna. Personalmente prediligo spot con acqua dai 4 ai 15 metri e con uno scalino con un importante sbalzo di profondità rispetto a zone di acqua bassa. Per affrontare il luccio raccomando di adottare attrezzature potenti, che permettano sia di portare il pesce a guadino il più in fretta possibile per non stressarlo troppo, sia di evitare rot-
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prima del grande freddo
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ture di trecciato e di terminale lasciando in bocca al pesce esche costose e condannandolo a sofferenza e a volte a morte. Canne potenti e mulinelli robusti sono dunque necessari per allamare e gestire nel migliore dei modi le mangiate e le fughe di questi splendidi predatori. Per le canne consiglio libraggi dalle 2 alle 5 once per esche di taglia medio-piccola come jerk, siliconici di media taglia e topi di buone dimensioni, mentre per esche più generose, come trote da 20-25 cm e altre grosse esche, servono canne dalle 5 alle 9 once. Per quanto riguarda i mulinelli, ho maturato una preferenza per i recuperi veloci: ho notato che slamo meno pesci e mantengo un miglior contatto con l’esca durante il recupero e con il pesce una volta allamato. È vero che le esche utilizzate sono molto grosse, ma in acqua hanno un’ottima idrodinamicità, per cui offrono poca resistenza e un mulinello veloce non ha nessun problema a gestirle. Come trecciato raccomando un 50 lb, che oltre a essere di ottime dimensioni aiuta nel lancio di esche pesanti, evitando che la treccia affondi nella bobina provocando rotture sul lancio e immancabili parrucche; come terminale cavetti di fluorocarbon da 0.75 o 0.90 mm, lunghi 70-80 cm in base alle esche. Per facilitare il lancio di esche grosse ed evitare problemi, conviene lasciare più filo fuori dal cimino della canna per accompagnare il lancio in maniera più progressiva.
artificiali
Una delle mie esche preferite per insidiare il luccio è il jerkbait di grandi proporzioni, come i Mommotti 180 e 190 di Seaspin, che utilizzo facendo molte pause e molti cambi di direzione, o come l’Eja 130 SF della Geko, nuovo marchio realizzato da Utopia Tackle e specifico per il fresh water, molto valido quando il pesce è un po’ più apatico, date le ottime caratteristiche di presentazione e dimensione. Utilizzo i jerk su pesci attivi: la maggior parte delle volte la mangiata avviene dopo la pausa con una potenza incredibile, da strappare la canna di mano! Vengono poi i topi, sempre di dimensioni generose, come Miuras Mouse e Rat and Roll by Manuel in versione M2 7 g. Preferisco esche leggere che poi appesantisco in base alle esigenze con piombi a vite da attaccare alla girella: in questo modo con una sola esca è possibile sondare più strati cambiando solo il piombo. Come trailer uso grub single o double tail su recuperi alternati a pause o lineari, mentre su recuperi lineari ricorro a shad di gomma con coda paddle. Ottime anche le esche siliconiche da recuperare molto lente, come per esempio Savage Gear 4D Trout da 20-25 cm e Pig Shad 20-23 da cm, da armare con doppia ancoretta e innesco a vite, e da piombare in base alla parte della colonna d’acqua da battere. I lucci hanno denti appuntiti che si ancorano alla gomma durante l’attacco, per cui raccomando l’uso di canne potenti, che in ferrata lacerino la gomma dando modo alle ancorette di ferrare il pesce. Molti usano canne troppo morbide, per cui i pesci risultano ferrati
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show room recensioni cm) e può contenere al suo interno tutta l’attrezzatura convenzionalmente usata dall’appassionato di spinning, pur in uno spazio ridotto grazie a un’attenta progettazione dei vani interni. Realizzata con tessuto impermeabile stampato con disegno camouflage, ha il fondo in EVA rigido, modellato e anch’esso impermeabile. Al suo interno possono essere alloggiate quattro scatole per accessori tipo Plano 3700; un’ulteriore scatola trova spazio nel coperchio per un rapido accesso. Una tasca frontale è stata congegnata per accedere velocemente agli utensili pronti all’uso: pinze, bilancia digitale, boca grip, slamatore ecc. Una tasca trasparente e con cerniera è disposta anche all’interno del coperchio. Sulle tasche laterali sono presenti pannelli in neoprene per una maggiore capacità. La tracolla, molto comoda, è imbottita e regolabile. Robuste cerniere YKK. Il marchio Rapala è distribuito da Normark Italia srl, Bologna, tel. 339/8323605, www.rapala.com, info@normarkitalia.it.
Pino Messina, Spey stile, con la collaborazione di Ugo Benassi, fotografie di Marco Viganò, premessa di Maurizio Bellinaso, 30x21 cm, 128 pp. a colori, autopubblicato 2020, 38,00 euro. Questo volume di Pino Messina sullo stile Spey rappresenta un supporto ideale per chi inizia a praticare la tecnica a due mani, ma anche per chi ne è già padrone. È sicuramente un libro prezioso per tutti gli appassionati dell’argomento, perché è molto ben fatto, grazie alle foto di Marco Viganò, al progetto editoriale di Omar Gade e Valentina Scarabelli e naturalmente alla tangibile competenza dell’autore, che affronta in modo chiaro e lineare tutte le tematiche implicate, che riassumiamo qui traendole dal sommario: origini della tecnica a due mani, canne a due mani, mulinelli, macro tipologie tecniche, tecnica spey classica, tecnica scandinava, tecnica skagit, code e classificazioni, impugnature e posture, overhead cast, principi dei lanci spey, posizione chiave, destro e sinistro, lanci aerei e lanci sostenuti, roll cast, switch cast, single spey, double spey, snake roll, snap T, perry poke, lanci combinati, sponde e direzione del vento, errori da evitare, sostanza/ stile. Per chi non conoscesse Pino Messina, ricordiamo che, nato a Viareggio nel 1976, è consigliere U.M.Pe.M., istruttore di lancio per canna a una mano e master a due mani della S.L.N. (la Scuola Nazionale di Lancio fondata dal grande Mario Riccardi), istruttore Double Handed GAIA (Game Angling Instructors Association, primo istruttore italiano). Il volume è disponibile nei migliori negozi specializzati di pesca a mosca, in diverse librerie on line, oppure contattando direttamente l’autore all’indirizzo speystilebook@gmail.com. È disponibile anche in formato kindle su Amazon, a 18,00 euro. (Massimo Ginanneschi)
mercatino CANNE, MULINELLI, ARTIFICIALI, ACCESSORI Causa età avanzata, vendo canna da mosca Pezon et Michel in bamboo Parabolic Royale, 7.9 piedi, coda 5, 129 g, con portacanna in alluminio, come nuova. Andrea, cell. 340/2848423. (F) Vendo due canne da spinning pezzo unico G.Loomis: 1. SHR821s, 6’10” Mag-Light Ex-Fast action, 6-10 lb, 1/16-1/4 oz; 2. DSR82S, 6’10”, 1/83/8 oz, 4-8 lb Ex-Fast drop shot. Perfette, non un graffio, pari al nuovo. Euro 150 cadauna. Giorgio, cell. 338/6286533. (F) Cerco G. Loomis swimbait rod, in particolare la SWBR 956 7'11"3-8 oz (vecchia serie). Canna in buone condizioni no botte no graffi. Gianandrea 349/5453960. (E) Vendo bobine di ricambio in metallo per mulinelli Crak contact 400, ABU 506. Vendo vari mulinelli come Crack 100, Luxor e vari Abu Cardinal. Per qualsiasi informazione contattatemi pure. Carmine, 328/2974161. (E) Vendo ponton Fish Cat Panther, usato pochissime volte, completo di remi, borse e tutti gli accessori. Disponibile a inviare foto. Carmine, 328/2974161. (E) Vendo canna da mosca in bambou refendu esagonale marca Allcocks originale inglese, lunghezza m 2,70. Prezzo 540,00 euro. Telefonare 338/7345088. (D)
Alvaro Masseini, Controcorrente. Schegge biografiche di un pescatore a mosca, Perugia 2020, 448 pp., 20,00 € Morlacchi Editore, tel. 075.5725297, ufficiostampa@morlacchilibri.com
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MOSCA e SPINNING
• 6/2020
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