La Pesca Mosca e Spinning Febbraio-Marzo 2021

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Poste Italiane SpA – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1, c. 1 C/SA/40/2016 - anno XXI, n. 21 - Febbraio-Marzo 2021

www.lapescamoscaespinning.it

FEBBRAIO-MARZO 2021 € 6,90

La Peute Fish carving 2 Cavedani d’inverno Upside Down [10 pp.] La pupa e il secchione

Esche selettive I siluri dell’Adda Walking the dog Native Bait Finesse Spinning al dentice inshore Per la difesa delle specie autoctone


I tuoi laghetti da sogno...

Giorgio Montagna con una stupenda lacustre al Vaia 2

HAPPY per la pesca tradizionale VAIA2 per la pesca no kill di fario, marmorate e lacustri solo a mosca e a spinning

Laghi Happy & Vaia2

Via Belleguardello 29, loc. Montirone 25010 Borgosatollo (BS) Tel. 380 1464433 (Enzo) www.facebook.com/laghihappyvaia CHIUSI IN ESTATE

Una bella cattura al laghetto HAPPY



FOTO MATTIA NOCCIOLA www.mattianocciola.com

Direttore responsabile Eugenio Ortali

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NATIVE BAITFINESSE

LA PUPA E IL SECCHIONE

di Fabio Franchini

di Andrea Gasparini

Ecco una nuova tecnica, proveniente dal Giappone, basata sull’uso del mulinello a bobina rotante nella pesca a spinning della trota in torrente, con canne corte e lanci precisissimi. Il tutto è facilmente adattabile alle nostre acque, usando minnow, ma anche spoon e rotanti.

Con venti step per la realizzazione di una splendida ed efficace pupa di tricottero, e con una bella serie di imitazioni proprie e di Adriano Mineo, l’autore tenta di convincere i più tradizionalisti a far ricorso a queste mosche, che garantiscono grosse catture e forti emozioni.

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redazione@lapescamoscaespinning.it www.lapescamoscaespinning.it www.facebook.com/MoscaeSpinning http://twitter.com/lapescaMeS www.flickr.com/photos/moscaespinning www.youtube.com/user/MoscaeSpinning

Hanno collaborato a questo numero Fabrizio M. Aymone, Luca Barosselli, Moreno Bartoli, Giacomo Capresi, Renzo Della Valle, Fabio Federighi, Loris Ferrari, Fabio Franchini, Andrea Gasparini, Massimo Ginanneschi, Massimo Magliocco, Simone Marchetti, Ivano Mongatti, Giorgio Montagna, Raul Orvieto, Armando Quazzo, Federico Renzi

ZONA FRANCA EDITRICE SRL sede legale: Via P. Colagrande 1, 67100 L’Aquila

sede operativa: Via V. Veneto 169 • 00187 Roma tel. 06/42.90.38.54 abbonamenti@lapescamoscaespinning.it

CAVEDANI INVERNALI

SPINNING AL DENTICE INSHORE

di Massimo Magliocco

di Giacomo Capresi

Praticata abitualmente in inverno come ‘ripiego’, la pesca del cavedano può dare invece grandi soddisfazioni, specie se si è consapevoli di certe caratteristiche. Massimo illustra tre differenti ambienti, le tecniche del pattinamento e della battuta e alcune mosche specifiche.

Specie demersale, il dentice può essere catturato sotto costa in situazioni particolari, a patto di conoscerne a fondo le abitudini e il comportamento. L’autore mette qui a disposizione le proprie conoscenze ed esperienze, indicando strategie, tecniche e artificiali da utilizzare.

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Pubbliche relazioni e pubblicità Renzo Della Valle, Giorgio Montagna renzo.dellavalle@gmail.com, jomontagna@tiscalinet.it

Pubblicazione periodica Disponibile anche in versione digitale su www.ezpress.it Tutti i diritti riservati LA PESCA MOSCA E SPINNING ZONA FRANCA EDITRICE srl Iscrizione ROC n. 26695 del 22.9.2016 Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 225 del 29.9.2014 Direttore editoriale Giulio Fascetti Stampa: Tuccillo Arti Grafiche, Afragola Distribuzione: Pieroni Distribuzione srl Via Carlo Cazzaniga 19, 20132 Milano

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I SILURI DELL’ADDA

FISH CARVING

di Giorgio Montagna

di Raul Orvieto

Cercando di adattarsi alla nuova situazione creatasi sull’Adda con la rarefazione della marmorata e delle altre specie autoctone, Giorgio illustra le diverse possibilità di pesca del siluro nei vari periodi dell’anno, proponendo come sempre una ragionata e comprovata rassegna di artificiali.

Facendo seguito all’intervista apparsa sul numero di Ottobre-Novembre, e rispondendo all’interesse suscitato da quell’articolo, l’autore approfondisce alcuni aspetti del fish carving, in relazione a materiali e tecniche per la realizzazione dei trophy carving di catture memorabili.


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ESCHE SELETTIVE di Renzo Della Valle

PER LA DIFESA DELLE SPECIE AUTOCTONE

«Da sempre sogniamo il pesce della vita e discutiamo sulla possibilità di selezionare esche artificiali che permettano la cattura esclusiva di pesci di grande taglia. Migliorare i record personali è l’obiettivo ultimo del pescatore provetto». Swimbait, grossi rotanti, imitazioni di gambero.

L’articolo riporta gli esiti di un’indagine condotta da Street Fishing Italia, coadiuvata da un biologo e supportata da numerosi studi scientifici, volta a fare chiarezza sul tema della presenza delle specie alloctone nelle nostre acque.

di Fabrizio M. Aymone

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LA PEUTE

UPSIDE DOWN

di Armando Quazzo

di Federico Renzi

Suggerita a Henri Bresson da uno zingaro incontrato sulle rive del torrente Cusançin, la Peute è una mosca – basata sull’utilizzo della piuma del petto di anatra femmina – che imita un po’ di tutto e che ha uno straordinario, e leggendario, potere di cattura.

La tecnica di montaggio Upside Down ha finalità diverse al seconda del tipo di mosche: in quelle secche vuole nascondere l’amo agli occhi del pesce, in quelle sommerse serve a metterlo al riparo dall’incaglio sugli ostacoli sul fondo. Grandi classici e proposte più recenti.

68 WTD PER LA SPIGOLA di Simone Marchetti L’autore propone un modello di walking the dog da 9 cm per 9 g adatto in particolare all’uso nelle foci dei fiumi per la cattura della spigola – ma adatto a insidiare nelle stesse zone anche il pesce serra – che garantisce, come tipico di queste esche, battute di pesca sempre emozionanti.

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NOTIZIE SHOW ROOM RECENSIONI MERCATINO

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fish facts

a cura di Marco Sammicheli

qualche considerazione su un caso di cronaca

IL BRACCONAGGIO DEI CAMPIONI Nell’ultimo scorcio dell’anno orribile che ci siamo da poco lasciati alle spalle augurandoci che resti un caso isolato, ha fatto notizia un caso di bracconaggio. Un caso per niente isolato ma viralizzato rapidamente per il coinvolgimento di un nome importante nel circuito agonistico e commerciale. Un caso che ha permesso tra l’altro alla pesca commerciale di ribadire che la pesca ricreativa in mare è piena di illegalità. Tutti ne hanno in qualche modo discusso con opinioni che vanno dalla condanna netta a varie forme di solidarietà. Proprio questa solidarietà merita attenzione e mostra abbastanza chiaramente la persistenza di un problema, di una specie di peccato originale della pesca ricreativa. Talmente tanto ne è stato detto che non serve ripetere la trafila del pesce da mangiare, dei cappotti e delle giornate che ripagano, della frenesia del momento e compagnia bella. Si sa che i controlli sulla pesca sono molto scarsi e che esiste un fenomeno diffuso di bracconaggio in mare. Si sa inoltre che nelle comunità locali le cose si vengono a sapere, che spesso tutti sanno, eppure i bracconieri raramente vengono scoperti, come se in qualche modo per quanto possano essere criticati vengano in sostanza tollerati. A quanto pare, per chi ha competenza, per chi sa dove come e quando sfruttare le risorse, può diventare una tentazione farlo e alla fine non sono pochi quelli che considerano inevitabile che il fenomeno esista in tante forme. Un’infrazione da decine di chili di orate può anche far sentire meno colpevole chi occasionalmente, ovvero quando riesce a prendere abbastanza, infrange il regolamento; se poi lo fa un personaggio pubblico osannato per anni al quale si deve riconoscere una bravura fuori dal comune, il senso di colpa può svanire del tutto, alla faccia di chi i pesci li rilascia davvero, anche di misura, anche se ne prende pochi. Le orate, quelle grosse, si radunano per la riproduzione e se sei bravo ne fai una dietro all’altra. Il fatto di cronaca parlava di 48 kg in due pescatori, pare fossero una ventina di pesci. Tutto da dimostrare, ma sarebbero in pochi a mettere la mano sul fuoco che le pescate strabordanti non portino al commercio illegale del pescato, in special modo quando ci sono pescatori a cui capita frequentemente. Fino a qui c’è il lato oscuro, quello del bracconaggio vero e proprio e dello scandalo. Sull’altro lato ci sono i pescatori per così dire normali. Tra questi ce ne sono certamente sempre di più che non solo rispettano i regolamenti ma se ne fanno di propri, maggiormente restrittivi. Se la legge permette di portare a casa cinque chili di spigole di 25 cm la nostra etica ci suggerisce facilmente che si tratta di una regola assurda. Ma non solo, perché siamo anche sempre di più a capire l’importanza del ridurre l’impatto, ad esempio rilasciando non solo le comuni spigolette di misura ma anche qualche raro grande riproduttore. C’è evidentemente chi, invece, i grandi riproduttori li va a cercare per il valore commerciale e il problema, checché ne dicano i pescatori commerciali che mettono le reti davanti alle foci, è a danno dei ricreativi, tutti. E, va detto, c’è anche chi la legge la rispetta facendo ugualmente danno, ad esempio con i carnieri di spigole e orate appena di misura legale, e la rispetta essenzialmente perché non cattura abbastanza da avere occasioni per violarla. Chi porta via una decina di spigo-

le legali, da una spanna, cosa farebbe se fossero tutte da un paio di chili? Oltre a farci fare figuracce, tutta l’illegalità collegabile alla pesca ricreativa il danno, oltre e più che alla pesca commerciale, lo fa a tutti i pescatori ricreativi.

l’esempio spagnolo

APERS In giro per l’Europa e per il mondo i pescatori si organizzano. L’ultima notizia viene dalla Spagna, dove si è costituita con intenzioni bellicose l’Alleanza spagnola della pesca ricreativa sostenibile APERS (Alianza de Pesca Española Recreativa Sostenible), un’importante novità dalla quale ci si aspetta sorga un rinnovato impulso per le politiche della pesca ricreativa in ambito mediterraneo. La domanda che viene da porsi è: perché da noi no? Da noi come sappiamo ci sono molte sigle associative, delle più grandi a quelle locali e alla fine quello che vediamo è un panorama vario e ricco ma diviso e di norma animato più da conflitti che da collaborazioni. La stabilità del consenso e della rappresentanza associativa proviene principalmente dalla difesa dei diritti acquisiti, mentre i valori dei variegati e disorientati panorami delle nuove tendenze e delle nuove esigenze sono un salto nel buio. Quindi le forze maggiori si sforzano ancora e con ostinazione di sostenere uno scenario consumato dal tempo e dagli eventi, provando a creare nuove illusioni e contando sulla mancanza di memoria, di confronto ragionato sia con il passato che con altre realtà geografiche. Per tanti aspetti sembra di essere restati ingessati sugli anni Settanta e che aspirazioni e richieste di spazi restino gli stessi di mezzo secolo fa. Certo in tanti casi, solo per fare un esempio, non si immettono trote alla cieca come si faceva una volta, ma la domanda di pesca non è cambiata molto e infatti alla fine si sente proporre di fare immissioni finalizzate alla pesca ricreativa anche in mare. L’esempio spagnolo ci mostra per l’ennesima volta che un ambito di interesse così specifico come quello della pesca richiede collaborazione effettiva, confronto, sintesi, condivisione, e questo si ottiene solo unendo le forze intorno a obiettivi comuni di facile comprensione. Ci riuscirà mai qualcosa del genere? Certo non si può dire che la Spagna sia un altrove lontano come si continua a ritenere che siano tanti paesi di cultura anglosassone o scandinava. Non è neanche che in Spagna ci siano condizioni di acque troppo diverse dalle nostre, non ci sono lande desolate dove si va a pesca con l’elicottero. Eppure mentre loro ci provano e sembra anche che ci riescano, da noi il settore rimane non solo frammentato ma in perenne conflitto interno, talvolta palese, il più delle volte silente e dissimulato. Chi mantiene questo approccio lo fa per interesse di parte e per cambiare le cose occorrerebbe che fossero i pescatori a prendere un’altra strada. Peccato che non si possa contare su una partecipazione di base davvero estesa e orientata a un’evoluzione del settore per interrompere la crisi, che rischia di ridimensionarlo drasticamente. Quello su cui possiamo contare è solo una rappresentanza illuminata e dotata di mezzi, con obiettivi chiari di rinnovamento, che operi per adeguare la gestione a un contesto molto cambiato: chiunque abbia modo di incoraggiarla fa opera di bene.

ADERISCI AD APR

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MOSCA e SPINNING

iva.org ricreat a c s e www.p • 2/2016

in omaggio un’esca Mommotti 180 di Seaspin


notizie Giornata Mondiale della Pesca a Mosca

WORLD FLY FISHING DAY There is no greater sport to honor (Joan Wulff) Negli ultimi decenni la pesca a mosca ha registrato una continua espansione, diventando un punto di arrivo di tutti i pescatori che dopo aver praticato altre tecniche hanno scoperto il fascino e la bellezza della pesca a mosca e dei suoi principi etici. La pesca a mosca non è soltanto una tecnica di pesca che consente di catturare pesci di varie specie in qualsiasi ambiente (torrente, fiume, lago e mare), ma è soprattutto un’espressione di arte che inizia dalla conoscenza dell’ambiente acquatico e degli insetti che lo popolano, delle abitudini alimentari dei pesci; attraverso la costruzione delle imitazioni degli insetti, si passa poi alla parte più tecnica, che è rappresentata dal lancio del nostro artificiale, che va ‘guidato’ sul nostro obiettivo nel modo più naturale in modo da ingannare il pesce. Il magico mondo della pesca a mosca va portato fuori dal ristretto circuito degli addetti ai lavori, portato a conoscenza del vasto pubblico in modo da valorizzare i suoi principi etici, culturali e ambientali che tale disciplina esprime, rendendola ecologicamente sostenibile e integrata con le finalità di tutela e rispetto degli ambienti acquatici e volano di sviluppo delle attività economiche delle zone interne e dei territori montani, rendendola così praticabile anche in aree protette con il catch & release. La Scuola Italiana di pesca a Mosca - SIM propone l’istituzione della giornata mondiale della pesca a mosca, per celebrarla in una specifica giornata dedicata a questa attività sportiva e per valorizzarne i principi etici e culturali oltre che tecnici e di promozione di un turismo sostenibile e rispettoso degli ambienti acquatici e della fauna bentonica e ittica. La pesca a mosca potrà costituire un volano di sviluppo delle attività economiche nel rispetto della tutela e salvaguardia degli ambienti acquatici, per consentire alle popolazioni locali di restare sui propri territori e proseguire le loro attività di protezione e tutela nonché promuovere le attività artigianali e com-

merciali e delle loro tradizioni culturali ed enogastronomiche. La pesca a mosca potrà così contribuire a creare le condizioni socio-economiche che consentiranno di preservare i delicati ecosistemi acquatici che sono essenziali per il benessere dell’uomo. La proposta della SIM di dedicare una giornata alla pesca a mosca non intende qualificarsi come esclusivamente nostra, ma vorrebbe incontrare l’adesione di tutti gli amici e delle associazioni di appassionati di pesca a mosca, come fosse iniziativa loro propria, ed esprimersi in libere forme, congeniale all’indole di quanti avvertono quanto importante sia la consonanza d’ogni voce nel mondo per l’esaltazione di questa splendida disciplina sportiva, che coniuga sia gli aspetti tecnici che quelli di conoscenza, rispetto e tutela degli ambienti acquatici, oltre che culturali e artistici. La SIM, con la consueta intenzione di servizio e di esempio, vuole semplicemente ‘lanciare l’idea’, nella speranza ch’essa raccolga non solo il più largo consenso nel mondo della pesca a mosca, ma che tale idea trovi nelle associazioni e nei singoli pescatori a mosca i testimonial e i promotori dei principi etici e culturali della pesca a mosca per far crescere la coscienza e la consapevolezza dell’importanza degli ambienti acquatici e la necessità della loro tutela e salvaguardia attraverso una fruizione sostenibile che può rappresentare anche una risorsa economica per le popolazioni locali. La SIM ha pensato di istituire questa giornata dedicata alla pesca a mosca nel più bel giorno dell’anno e cioè il solstizio d’estate il 21 giugno di ogni anno. È il giorno più lungo dell’anno e questo rappresenta un auspicio a dedicare alla pesca a mosca il più tempo possibile e la prima edizione verrà organizzata nel 2021. La SIM auspica che questa iniziativa venga raccolta e fatta propria da tutte le organizzazioni e associazioni di pesca a mosca per festeggiare tutti insieme e in tutto il mondo la pesca a mosca in una giornata dedicata, organizzando eventi e iniziative per far conoscere a tutti la bellezza e i principi etici, culturali e artistici della pesca a mosca.


notizie 1° cl. Giuseppe Finardi Big Wave Wulff

1° cl. Giuseppe Finardi MayFly Wet

1° cl. Giuseppe Finardi Muddler Minnow

2° cl. Diego Torresan Big Wave Wulff

2° cl. Diego Torresan MayFly Wet

2° cl. Diego Torresan Muddler Minnow

3° cl. Ivan Tomaselli Big Wave Wulff

3° cl. Ivan Tomaselli MayFly Wet

Mosca migliore

3° cl. Ivan Tomaselli Muddler Minnow

Giuseppe Finardi, Diego Torresan e Ivan Tomaselli sul podio

CONTEST ONLINE ASD LA MOSCA Sembrerà pure retorico ripetere questa frase che oramai è il mantra dell’anno appena passato, ma è così: la pandemia con il relativo lockdown ci ha costretto a considerare modi alternativi per affrontare le nostre vecchie abitudini e le nostre passioni. Adesso come mai le iniziative sul web legate al Fly Tying si sono moltiplicate. È in questo particolare momento che Simone Badalucco e Maurizio Di Michele, insieme ai soci dell’ASD La Mosca, hanno dato il via a un concorso di costruzione totalmente online che ha assunto da subito un profilo internazionale con la giuria a dir poco stellare composta da Davie McPhail, Barry Ord Clarke e Pat Cohen. I partecipanti si sono cimentati nella costruzione di tre artificiali classici: Big Wave Wulff (dry fly), Mayfly Wet (wet fly) e Muddler Minnow (streamer). Hanno poi inviato tutto all’associazione La Mosca, che ha curato l’effettuazione delle fotografie, lasciando quindi ai giudici l’arduo compito. L’adesione è stata ottima per una manifestazione al suo primo appuntamento: 41 partecipanti da tutto lo stivale e non solo, tra i quali ha vinto di misura Giuseppe Finardi, seguito da Diego Torresan e, al terzo posto, da Ivan Tomaselli, che però porta a casa anche il premio per la migliore esecuzione, un Muddler minnow con pesi e palette intercambiabili. I premi sono stati offerti dai numerosi sponsor che hanno reso possibile un contest senza iscrizione a pagamento: Alps, 54DeanStreet, ErrepiUdine, La Vallata Fly Shop, Like a river, Garue, The Fly, The Butcher, Alpi Fly Fishing. Gli organizzatori vi invitano a visitare la pagina Facebook della ASD La Mosca per rimanere aggiornati su iniziative e prossimi contest.

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Ecco la classifica dei primi dieci concorrenti: 1. Giuseppe Finardi, 2. Diego Torresan, 3. Ivan Tomaselli, 4. Alessandro Belluscio, 5. Luca Nanni, 6. Andrea Malzanini, 7. Luca Testa, 8. Michal Wierzbicki, 9. Eros Tommasi, 10. Stelio Di Manno.

le novità per il bimestre

PESCA (SKY CANALE 236) A partire da giovedì 4 febbraio alle ore 22.30 Pesca (Sky canale 236) presenta Storie di pescatori 3. Torna con la terza stagione il programma che racconta la pesca dal punto di vista delle emozioni che prova chi la vive. Libertà, natura, unione con l’ambiente che ci circonda: la pesca è fatta di queste sensazioni, oltre che di tecnica, talento e allenamento, e proprio queste sensazioni sono le protagoniste di questa serie. Nei nuovi episodi vedremo esperienze molto diverse tra loro, in luoghi differenti e alla ricerca di molteplici prede. Acque costiere, golfi, lagune, gli spettacolari atolli delle Maldive: questi sono gli scenari, accomunati da un unico, grande obiettivo, quello di trovare la libertà e le emozioni spesso sacrificate nel vivere quotidiano. Sabato 13 febbraio alle ore 22 è la volta di Vita da nomadi 5. Arriva alla sua quinta edizione il programma che segue avventure di pesca on the road. Quest’anno le esperienze sono state complicate dalla necessaria cautela richiesta dalla pandemia da Covid-19, ma fortunatamente, seguendo le molte regole, i pescatori hanno potuto comunque vivere le loro avventure di pesca in totale sicurezza. Autunno, inverno e primavera: le stagioni della pesca sono state vissute dai nostri ‘nomadi’ sempre in giro, alla ricerca di prede che stavolta non sono state solo le leggendarie



notizie carpe, ma anche altri predatori. In diversi spot, con diverse tecniche, e affrontando le tante complicazioni della situazione attuale: è così che i nostri amici hanno vissuto anche quest’anno la loro vita da nomadi. Martedì 9 febbraio alle ore 22.00 inizia River to the Rivers, un programma dedicato a un personaggio unico nel suo genere, Yannick Rivière: un nome, un destino visto che la traduzione del suo cognome dal francese è “fiume”! Seguiamo questo appassionato pescatore mentre viaggia dalla Francia al Belgio, dove parteciperà a un’amichevole competizione di fly fishing sui fiumi Lomme e Lesse. Gli episodi sono la cronaca della settimana in cui Yannick attraversa la Francia da sud a nord, pescando e fermandosi nei luoghi più suggestivi. Segnalando le sue esperienze e gli spostamenti tramite Facebook, Yannick scoprirà nuovi amici, nuovi luoghi di pesca e si renderà conto della generosità che hanno le persone che condividono la passione per la pesca. Martedì 16 febbraio alle ore 22 Pesca presenta Carpfishing with Gaetan. In questo documentario scopriamo un altro personaggio interessante del mondo della pesca, Gaetan, e capiremo il perché questo pescatore viene soprannominato ‘il furetto’. Gaetan ha una vera e propria ossessione per le carpe: la carpa è la sua preda d’elezione e il carpfishing la sua missione. Però non c’è niente di più lontano da lui che l’immagine tradizionale del pescatore di carpe sedentario e quieto. Gaetan, nella sua continua ricerca di emozioni e adrenalina, propone un modo rivoluzionario di dare la caccia alle carpe. Scopriremo dunque modi nuovi e tecniche alternative di carpfishing, uno stile del tutto originale e quasi ‘poetico’ di insidiare le regine delle acque del piano. A partire da martedì 23 febbraio alle ore 22, infine, ecco Passione artificiale 2021: torna con i nuovi episodi in prima visione una delle serie più seguite del canale, interamente dedicata alla pesca con le esche artificiali. Anche in questa nuova edizione sarà Matteo De Falco, direttore del canale ed esperto pescatore, a guidare gli appassionati alla scoperta delle tecniche di pesca più adatte e più efficaci per avere la meglio sui predatori delle nostre acque. Ad accompagnare Matteo, alcuni tra i più preparati esperti del panorama italiano, che lo aiuteranno a svelare e illustrare sempre meglio le tecniche e i segreti dei metodi di pesca più efficaci.

curato da Alberto Gargantini

THE GRAYLING FISHERMAN Oltre a essere l'unico negozio al mondo dedicato alla pesca del temolo, The grayling fisherman (www.thegraylingfisherman.com) è un punto d'incontro virtuale per gli amanti della pesca a mosca al temolo, essendo legato alla community «Grayling trophy club», che conta già quasi 3000 iscritti e che quotidianamente pubblica sulle pagine Facebook e Instagram scatti, video, articoli, recensioni, pillole di costruzione mosche ma soprattutto raccoglie emozioni di pescatori e amanti della natura provenienti dai cinque continenti. Oltre alla vendità di articoli selezionati per la pesca al temolo, il negozio offre merchandising dedicato allo stesso, nozioni tecniche sia sulla pesca che sulle varie biodiversità della famiglia dei timallidi, uscite di pesca guidate, corsi di pesca e costruzione ma soprattutto ama divulgare la propria filosofia di pesca e il rispetto per la natura ai più giovani pescatori e non.

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Spinning Club Italia: un bilancio delle attività 2020

UN ANNO DIFFICIILE Non è semplice tirare le fila di un anno terribile come quello appena trascorso. L’epidemia di Covid ha messo duramente alla prova tutta la nostra nazione e nel piccolo anche la nostra associazione. La consueta vita sociale è stata sconvolta: abbiamo dovuto rinunciare a quasi tutte le manifestazioni pubbliche programmate (in particolare quella relativa al quarantennale di vita del Club) e anche le riunioni periodiche delle tante sedi si sono in gran parte interrotte. Nonostante questo, il 2020 si chiude con la conferma di 23 sedi provinciali presenti in nove regioni e un numero di soci all’incirca mantenuto. Proviamo allora a elencare quanto siamo riusciti comunque a realizzare. Grazie alla proseguita attività dei responsabili delle varie sedi, cui va la riconoscenza e il ringraziamento di tutti, in ogni territorio in cui siano presenti abbiamo offerto la possibilità di condividere fra soci per quanto possibile le uscite in pesca libera, anche come piccolo ma concreto contributo a superare lo scoglio che il faticoso periodo attuale ci obbliga ad affrontare. Un periodo di forzata inattività sociale in fondo ci costringe a riflettere su come l’amicizia reciproca fondata sul condividere la stessa passione rappresenti al fondo la sostanza dell’unità del nostro sodalizio. Non abbiamo potuto organizzare le due previste gare di street fishing in Lombardia e in Veneto, l’uscita a cheppie sul Po piacentino, il raduno in belly boat al lago di Masserano e la manifestazione di due giorni in Toscana per il quarantennale di fondazione del Club. Abbiamo invece potuto svolgere in ottobre il ritrovo al luccio sul lago di Osiglia (SV). Abbiamo comunque mantenuto il sostegno degli sponsor, in particolare le aziende Normark Italia, Extra Fishing Gear e Model Resine, nonché del tour di pesca Lapland Outdoor Events di Aldo Silva e le convenzioni a favore dei soci in essere rinvenibili sul nostro sito. Se da un lato l’attività sociale ricreativa in senso stretto ha subito una pesante battuta d’arresto, altrettanto non si può dire per le attività di tutela e miglioramento degli ecosistemi acquatici, che abbiamo perseguito nonostante le oggettive difficoltà. Le sedi venete di Treviso, Venezia, Padova e Rovigo, in sinergia con la società ‘sorella’ Lanciatori del Polesine, grazie all’efficace attività di Luca Passarella, nostro rappresentante al Tavolo Blu regionale, hanno completato l’attività di sostegno delle popolazioni di luccio nelle acque venete, oltre ad avere numerosi membri impegnati nei servizi di vigilanza come Guardie Ittiche Volontarie. È stato inoltre mantenuto il no kill a trota marmorata e luccio sull’intero territorio regionale. In Piemonte la creazione delle sedi di Alessandria e Cuneo, sommata alla storica presenza di Torino e Vercelli, ci ha permesso di ottenere rappresentanza nella Consulta Regionale della Pesca, ingresso al quale consegue un’analoga possibilità in quelle delle province in cui siamo presenti. Tutto ciò ci ha già permesso di intervenire in occasione dei danni provocati dallo svaso di una diga sul torrente Gesso. A Lodi, grazie alla costante attività del gruppo di volontari del Club coordinati da Maurizio Lozzi e alla collaborazione col Consorzio Irrigazioni Cremonesi, oltre alla prosecuzione del lavoro sulla trota marmorata, abbiamo potuto effettuare un massiccio ripopolamento del bacino del fiume Adda con oltre 80.000 avannotti di luccio di ceppo italiano, di cui abbiamo ottenuto la certificazione genetica presso l’I. Spallanzani di Rivolta d’Adda. In questi giorni stiamo avendo conferma dell’efficacia dell’intervento nel riscontro di una rinata presenza di giovani esemplari della specie nelle zone interessate dall’azione. Il Club ha proseguito nella collaborazione con il WWF nazionale, col quale dal 2011 abbiamo firmato un comune protocollo d’intesa. Insieme alla Federazione Italiana Canoa e Kayak avremmo dovuto intraprendere una nuova Campagna Fiumi contro la loro cattiva gestione, campagna rimandata per ovvi motivi a data da destinarsi. Abbiamo anche partecipato alla coalizione Free Rivers Italia con cui stiamo contrastando gli incentivi al mini-idroelettrico, incentivi che, stravolgendo logiche economiche basilari, rendono appetibili molte distruttive opere sui torrenti. Stiamo procedendo al restyling del sito www.spinningclubitalia.it, inserendo anche una sezione riservata ai soci dove rendere disponibile la documentazione della gestione amministrativa del Club,

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21,90 € • acquistabile senza spese di spedizione su www.lapescamoscaespinning.it/component/k2/i-libri-di-la-pesca-mosca-e-spinning


a cura dello Spinning Club Italia • www.spinningclubitalia.it

con il supporto della sezione SCI di Bergamo

SEMINA DI 12000 AVANNOTTI DI MARMORATA SUL BREMBO oltre alla possibilità di iscrizione diretta on line. Inoltre, grazie alla convenzione col portale Hooking, nel 2021 sarà possibile iscriversi on line anche per questo tramite. Per compensare in parte la mancanza di vita sociale verranno organizzate nuove iniziative sulla pagina Facebook del Club e in particolare alcune dirette su tematiche inerenti la pesca e gli ambienti acquatici. Ancora quindi un anno che ci vede come sempre impegnati nella condivisione della nostra comune passione per la pesca, senza però saltare l’impegno – nella misura del voluto e del possibile – indirizzato alla conservazione e al miglioramento delle acque nazionali. Sono questi i motivi per cui ci sentiamo di invitare chi desideri fare qualcosa di concreto in tal senso, a iscriversi al nostro sodalizio. (Il Consiglio Direttivo)

Nel maggio scorso i ragazzi della Spinning Club Italia della sezione di Bergamo hanno supportato l’Associazione Pescatori Bergamo convenzionati FIPSAS Bergamo nella semina di 12.000 avannotti di trota marmorata in alcuni tratti strategici del fiume Brembo. Gli avannotti si sono ambientati da subito, dimostrando una spiccata rusticità. Si è trattato di un grande aiuto al fiume e a questa specie endemica che risulta essere in forte sofferenza. In precedenza, nel mese di marzo, sempre i ragazzi della Spinning Club Italia della sezione di Bergamo avevano contribuito al recupero di materiale ittico pregiato su uno dei canali di derivazione con maggior portata d’acqua del territorio bergamasco. Il recupero si è dimostrato molto difficoltoso visti i circa 10 km di canale da battere. La fatica è stata tanta, ma premiata con il recupero di circa 300 salmonidi tra fario, ibridi e marmorate. Tutti i pesci sono stati reintrodotti nel fiume limitrofo.

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notizie

Ricapitoliamo le principali novità comparse su PIPAM negli ultimi periodi, invitandovi a leggere gli approfondimenti e novità direttamente online sul sito www.pipam.it. Se volete partecipare alla nostra comunità nativa non dovete far altro che iscrivervi al FORUM e partecipare attivamente alle discussioni. Ma PIPAM è anche altro... troverete articoli di tecnica, di flytying, recensioni, test, filmati, ... fatti da pescatori a mosca per i pescatori a mosca e con il quarto di secolo online ormai nel mirino crediamo che di materiale ce ne sia per molto e per tutti i gusti. Siamo presenti anche su vari social come Facebook (https://www.facebook.com /groups/41688482011), Vimeo (https:// www.youtube.com/user/wwwpipam/videos) e Instagram (https://www.instagram.com/ pipam.it) per cui, anche in questo caso, l’invito è quello di iscrivervi e partecipare numerosi!

FLY FISHING MAGAZINE

Dreaming New Zealand a cura di Antonio Napolitano e Angelo Piller Spring Creek o risorgiva significa una sola cosa: dragaggio! Per riuscire a pescare in modo efficace in questi ambienti è necessario saper gestire il mending della coda di topo. Questo vale sia pescando a secca, sia pescando a ninfa (a vista o utilizzando uno strike indicator). Bisogna anche considerare che l’utilizzo di un finale lungo sarà da preferire rispetto a uno di lunghezza media.

dente e grande sostenitore dell’I.F.T.A., si sta tuttora dedicando all’espansione di quest’associazione e alla divulgazione della costruzione di mosche artificiali. Si diletta nella creazione di mosche da acqua dolce, ma non disdegna gli artificiali per la pesca in mare. La passione per la meccanica gli ha fatto conoscere Franco Cottarelli ottimo costruttore di morsetti made in Italy e titolare della CTA, per la quale Massimo è diventato tester e pro team. È pro team della Partridge, GVS pro staff, collabora come consulente con Alpiflyfishing.

V-Style Minnow

Una rookie per la nuova stagione a cura di Andrea Cuccaro (WM) Era un po’ di tempo che avevo alcune bustine di “South America Fur” della SwissCDC che mi giravano sulla scrivania ... bei colori, quelli giusti, ma non sapevo proprio cosa farci. Per chi non lo sapesse, si tratta di bustine di pelo da 1 g realizzate con un blend segreto di peli. I Fur si dividono in North America e South America in base alla provenienza del pelo. I primi, in quattro diverse tonalità di colore, si presentano con una struttura lano-pelosa tipica degli animali esposti a inverni rigidi. I SouthAF, invece, sono un mix di peli lunghi e abbastanza rigidi, pensati più per la realizzazione di corpi e zampe, proposti in sei diverse tonalità… continua su www.pipam.it

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Profilo Costruttori: Massimo Ginanneschi a cura della redazione di Pipam Di origini toscane, nato nel 1964, vive e lavora in provincia di Torino. Inizia a pescare da giovanissimo, nel 1970, e dopo pochi anni approda al mondo dell’agonismo al quale si dedica per molti anni, praticando trota torrente e trota lago. È stato fondatore e presidente dell’associazione Team Lago Gioia per sette anni. Grazie a un amico, si avvicina alla pesca a mosca, della quale resta da subito affascinato. Inizia a costruire e quest’arte per lui diventa una malattia. Con un gruppo di amici ha fondato la sezione del CIPM Valli Di Lanzo; è stato per 5 anni redattore per PIPAM, è socio dell’Old River Fly Club Torino, Pro Team Alpi Flyfishing. Presi-

a cura di Pier Canton Materiali utilizzati Hook: Partridge Attitude Extra n. 1/0 Thread: Semperfli Nano Silk 18/0 orange Tail: Yellow bucktail, light ginger (6x) and grizzly (2x) saddle hackles, Hedron Wing n’Flash gold Body: H20 Sculpin Flash Fibres rusty olive and fluo chartreuse Eyes: 3D eyes In questo video viene mostrato uno streamer costruito con la tecnica di montaggio delle fibre a ‘V’, tecnica perfezionata e resa nota dal costruttore americano Jonny King nel suo celebre Kinky Muddler Minnow. Come indica il nome, questa tecnica prevede il montaggio delle fibre sintetiche sul gambo dell’amo con forma di ‘V’ anziché parallele (montaggio Puglisi). Ciò si ottiene fissando un ciuffo di fibre nel suo punto medio con un’angolazione di circa 45° rispetto al gambo dell’amo e, successivamente, ribaltandole all’indietro specularmente con la stessa angolazione. Realizzando questa operazione sia sulla parte superiore, sia su quella inferiore dell’amo, si ottiene una distribuzione perfetta delle fibre a 360°, che si potrà poi modellare a forbice in base alle necessità.


I THREAD PIÙ SEGUITI Piccole e semplici Thread aperto di Andrea Cuccaro (WM) Avevo già catturato una trota con un artificiale simile in una piana d’acqua. L’artificiale lo avevo costruito come ‘sample’, per cui in una solo copia. Dopo quella cattura mi ero ripromesso di costruirne un po’ ma... fino ad oggi la mia promessa era stata disattesa. SI tratta di un artificiale di semplice e veloce realizzazione; l’unica accortezza è quella di montare il cervo con un cordoncino di dubbing. Usando quest’accortezza si limitano le possibilità di tagliare i peli nel montaggio. Sono imitazioni molto piccole, io non andrei sopra il #16. Mop Fly a cura di MAUROSPIN1949 La carta vincente delle top fly è la facilità di costruzione e l`innegabile apprezzamento da parte dei pesci catturandi. Ho scoperto questa tecnica di costruzione su internet e sin dal primo esperimento con un raccogli polvere di colore viola flou ho apprezzato la possibilità di mettermi al morsetto con un

semilavorato valido già preconfezionato e pronto ad adattarsi alle mie esigenze. A causa dell’età, mi tremano le mani e incontro difficoltà nella più banale costruzione. Mi è quindi di grande aiuto disporre di ‘corpi’ già pronti per l’uso. Aspetto non ininfluente è il basso costo del materiale e la vasta gamma di misure e colori. Voglio, da ultimo, segnalare che i singoli filamenti sono trattabili con la varechina per ottenere sfumature più tenui e colorabili a piacere con le tinte per capelli.

I CERCHI PIÙ INTERESSANTI

Zona Parco a cura di Angelo Piller Non capisco perché in quasi tutte le ‘Zone Parco’ la pesca debba essere vietata. Sareb-

be a mio avviso cosa saggia trasformarle in zone catch&release! In questo modo si ridurrebbe il danno provocato da bracconieri e pennuti. La follia del pescatore a mosca A cura di Valerio Santagostino (balboa) L’epoca d’oro della follia fu sicuramente il Rinascimento che le attribuì un significato di grande importanza. Fra i più noti pittori che presero la pazzia come soggetto di alcuni loro lavori, oltre ai tedeschi Dürer e Bruegel, ci fu il fiammingo Hieronymus Bosch, che nel 1494 dipinse La nave dei folli, ora esposta presso il Louvre di Parigi. (...) In letteratura, oltre all’Ariosto che impiegò più di un quarto di secolo per rifinire il suo Orlando Furioso (...), chi ad essa dedicò addirittura un ‘Elogio’ fu il famoso Erasmo da Rotterdam, una fra le menti più geniali e acute dell’intero Rinascimento europeo. (…) Uno scambio epistolare con il sempre propositivo Nino mi ha fatto pensare a un TRD che parlasse delle ‘follie del pescatore a mosca’. Non quelle riguardanti il portafoglio, che molto probabilmente abbiamo fatto tutti, ma piuttosto mosche, lanci, pesci, canne, code ecc. A voi!


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FABIO FRANCHINI [fabio.franchini.176@gmail.com]

ensiamo anche solo per un istante di abban‐ donare una delle poche certezze che esistono nella pesca a spinning alla trota in torrente, quella cioè di utilizzare una tradizionale can‐ na con un mulinello a bobina fissa, e di sosti‐ tuire quest’ultimo con un modello a bobina rotante: arriveremo a parlare di una delle tec‐ niche più discusse dell’ultimo periodo, che sta raccogliendo tantissimi appassionati e praticanti, il Native baitfinesse. Per tanti pescatori è solo un modo di ‘complicarsi la vita’, per al‐ tri è fare una cosa inutile. Altri ancora lo ritengono una cosa da fighetti, invasati, ‘nerd della pesca’. È proprio utilizzando una citazione nerd che vi parlerò del ‘lato oscuro’ della pesca in torrente. La tecnica nasce in Giappone e arriva a noi principalmente grazie al web, con video di ragazzi giapponesi che fanno vola‐ re minnow nei torrenti dell’Hokkaido con lanci tecnici tanto belli quanto complessi, ottenendo una precisione sensaziona‐ le, entrando in piccoli buchi delle rocce, oppure schivando piante in maniera meticolosa e con una grazia sopraffina, ri‐ petendo lo stesso lancio più e più volte e appoggiando il min‐ now sempre in quel preciso punto, all’interno del buco o sot‐ to alla pianta. Ed è proprio guardando con attenzione tali vi‐ deo che si riescono a capire i vantaggi che si possono ottenere da questo differente approccio al torrente: la precisione di lancio primo tra tutti, in secondo luogo la qualità della posa, ma anche la possibilità di eseguire lanci di polso sotto vetta che portano a un bassissimo impatto del pescatore sullo spot, rendendo così utile e performante il nostro primo lancio, che si rivela quasi sempre il più redditizio in termine di catture. Si tratta di una pesca che diventa quasi filosofia, dove la sfida con se stessi nell’eseguire la presentazione perfetta sullo spot diventa alle volte più importante della semplice cattura, cir‐ condati sempre da scenari incantevoli, boschi e montagne in‐ contaminate dove concentrarsi sulla nostra pesca e sulla bel‐ lezza della natura: sperando di ottenere nel lancio successivo

la cattura di un pesce piccolo ma nativo di quel pezzo di tor‐ rente, caratterizzato sempre da colori e livree indimenticabi‐ li, che renderanno quella giornata sicuramente speciale, per‐ ché passata nel coltivare questa grande passione.

canne In genere, per quel che riguarda la pesca in piccoli torrenti si prediligono canne corte, con lunghezze variabili dai 4.6 fino a 6 piedi, che risultano estremamente utili per intrufolarsi in ambienti puri e incontaminati, dove la vegetazione la fa da padrona, dove quindi non serve fare lanci lunghi e la precisio‐ ne nel lancio e nella gestione del pesce giocano un ruolo fon‐ damentale. Lo stesso vale per le canne da baitfinesse, che si differenziano dalle normali canne principalmente per la plac‐ ca portamulinello che presenta il grilletto, strumento indi‐

La St.Croix Panfish PFC56LF, con il mulinello Daiwa Presso da casting, circondata da artificiali Ryuki in varie colorazioni.

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MASSIMO MAGLIOCCO [max@massimomagliocco.it]

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MOSCHE DI LUCA BAROSSELLI

a prima domenica di ottobre ha coinciso in quasi tutta Italia con la chiusura della pesca alla trota, il che per molti è sinonimo di ar‐ chiviazione della stagione alieutica. Ma se si è chiuso il periodo della trota, se ne è aperto un altro, forse meno eccitante e meno tecni‐ co, ma pur sempre degno di essere vissuto con impegno: il periodo della pesca al cavedano. Non che il ciprinide si peschi solo in autunno o in inverno, ma è nor‐ male che durante le stagioni dei salmonidi in genere nessu‐ no pensi di insidiarlo, mentre nei mesi freddi la sua pesca sia più praticata. Anche se molti la considerano solo un’al‐ ternativa per evitare di trovarsi di fronte a un periodo di ‘astinenza’ alieutica, tuttavia, la pesca al cavedano ha le sue regole, che occorre conoscere e applicare bene, specialmen‐ te insidiandolo nei mesi freddi. Durante questo periodo, in‐ fatti, il pesce riesce sempre a regalare delle soddisfazioni: l’importante è riuscire a essere sulla lunghezza d’onda del suo istinto, che è molto lontano da quello della trota. Nei mesi caldi, e anche nella primavera inoltrata, la battuta è stata, insieme al pattinamento della mosca, il metodo mi‐ gliore per vincere la grande diffidenza che questo pesce possiede. Battere la mosca in acqua significa far arrivare

FOTO MATTIA NOCCIOLA

TECNICA MOSCA

CAVEDANI D’INVERNO

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molto vicino alla testa del cavedano la mosca, e solo questa, in modo che picchi sulla superficie dell’acqua e che vada in tal modo a incuriosire il ciprinide, il quale reagirà a questa ‘intrusione’, che può essere scambiata dal pesce come un insetto caduto accidentalmente in acqua o qualcos’altro che va a invadere il suo territorio, in maniera veloce e aggressi‐ va. La battuta avrà più successo là dove ci sono più pesci, ovvero dove la competizione alimentare è maggiore. Spesso su una battuta si vedono avventarsi sulla mosca più caveda‐ ni insieme o addirittura arrivare per primo sull’artificiale un esemplare che vi si lancia contro da lontano. Con l’autunno, ha inizio un’attività di superficie intensa ma di breve durata. Esiste infatti un lasso di tempo intorno al mese di novembre in cui le piogge creano grossi problemi, generando livelli alti e acque decisamente sporche. In questo periodo la pesca è difficile ed è bene non perdere tempo sui fiumi, ma quando le acque si schiariscono e i livelli tornano negli standard normali, arriva il freddo, che crea inevitabil‐ mente un nuovo periodo di stop legato appunto al cambia‐ mento di temperatura dell’acqua. Quando la temperatura si sarà stabilizzata, dando inizio a un nuovo momento stagio‐ nale, anche il cavedano tornerà ad avere un comportamento tale da poterlo nuovamente insidiare in modo costante.


tre tipologie di corsi d’acqua In questo periodo le zone del fiume da scegliere per portare i nostri attacchi sono, in relazione alle tipologie dei corsi, diverse tra di loro. In un corso a carattere torrentizio di tipo collinare, i cavedani vanno cercati nelle zone in cui il volu‐ me dell’acqua non sia mai scarso, con una delle sponde do‐ tata di vegetazione e dove il fondo, possibilmente ciottolo‐ so, aumenti verso la sponda in cui la vegetazione è più co‐ spicua, con una profondità che arrivi anche ai due metri. Se invece si insidia il ciprinide nei grandi fiumi del piano, le caratteristiche migliori che il corso dovrebbe avere sono quelle di un fiume in cui l’acqua sia abbastanza limpida, con fondo sassoso e profondità che vari da mezzo metro sotto sponda a due metri e più al centro del fiume. È chiaro che in questa tipologia di fiume la tattica e di conseguenza la tecnica da utilizzare sono del tutto diverse rispetto alle acque torrentizie collinari. Nelle prime la mosca secca, se utilizzata a dovere, e più avanti vedremo come, può dare buoni risultati, mentre nella seconda tipologia di acque, tranne qualche rara occasione, sarà la ninfa e ancor più lo streamer a regalare prede di assoluto rispetto.

Nei torrenti collinari, specialmente in quelli appenninici, il cavedano assume un comportamento assai diverso da quello che abita i lenti corsi del piano. Occorre infatti considerare l’habitat che i torrenti collinari possiedono e che inevitabil‐ mente condiziona i loro abitanti. Non è assolutamente diffi‐ cile, anzi, incontrare in questi corsi trote e cavedani che divi‐ dono tranquillamente le aree di caccia e che hanno imparato a convivere. È chiaro quindi che il ciprinide che abita il tor‐ rente ha inevitabilmente del tutto o quasi il carattere e il comportamento della trota. Pescare il cavedano in questi luoghi comporta dunque un assoluto impegno nel confronto con un pesce che rispetto alla trota ha in più, come elemento di difesa, la grande diffidenza che lo ha reso famoso. La pe‐ sca nel torrente appenninico, pertanto, richiede un accorgi‐ mento in più, nel senso che, come per la trota, andranno considerate le reazioni legate a una certa razionalità nei con‐ fronti della mosca. In altre parole, un cavedano del piano mangia ora una ninfa o qualcos’altro sotto l’acqua, ora bolla su un insetto a galla per poi spostarsi chissà dove a cercare altro da mangiare, possedendo quindi un carattere ‘poco metodico’, mentre quello che vive in torrente, per tutta una serie di motivi, ha un comportamento più schematico nei confronti di ciò che è il ‘suo’ cibo, cioè più abitudinario, mol‐

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I SILURI DELL’ADDA GIORGIO MONTAGNA [ jomontagna@tiscalinet.it ]

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doro recarmi sull’Adda, fiume del quale ho molto parlato nel mio libro di una ventina d’anni fa sulla trota marmorata, nel quale ri‐ portavo eloquenti foto di trote dal manto variegato catturate sul fiume lombardo. Og‐ gi vi incontro nuove leve di pescatori e ho modo di ascoltare e confrontarmi con le lo‐ ro opinioni, rendendomi conto di come gli equilibri di un tempo siano mutati. Non è difficile, così, che l’appassionato lanciatore, anziché una bella trota autoctona, si trovi oggi in canna un robusto barbo iberico affamato, oppure debba lot‐ tare vivacemente con un siluro, ben presente anche in tratti dell’Adda popolati, nei tempi d’oro, per lo più da bei temoli e grosse marmorate. Succede anche tuttavia, per ironia della sorte, che chi oggi effettua un’uscita mirata al baffone dell’E‐ st, innescando magari una voluminosa gomma piombata, in‐ cappi nella trota sospirata a lungo e mai incontrata prima… Questa è la realtà dello spinning sull’Adda al giorno d’oggi. Mi preme in particolare far presente la situazione di alcuni tratti dell’Adda – dalla località di Cassano d’Adda a scendere, verso i comuni di Rivolta e altre località, come ad esempio

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Boffalora – che si incontrano dirigendosi verso Lodi, dove si‐ no agli inizi del 2000, erano i cavedani e i persici reali a inse‐ guire, al pari delle mitiche marmorate, i molti vaironi e le estinte lasche (le ‘strisce’), che popolavano le acque limpide del fiume. Oggi molte cose sono cambiate e diminuendo il principale pesciame foraggio anche le trote rimaste risentono della carenza di cibo: le catture della primavera scorsa evi‐ denziavano salmonidi dalla tipica testa grossa rispetto al cor‐ po poco pasciuto, segno evidente di scarsa alimentazione. L’invasione di carnivori alloctoni (non solo i siluri, ma anche i lucioperca, attualmente presenti in Adda in folti branchi), inoltre, contribuisce a una rarefazione degli avannotti di trota che non è di auspicio per il futuro. È acceso da anni il dibattito fra chi è favorevole a trattenere il siluro di turno tirato a riva, rispetto a chi invece lo difende li‐ berandolo, dal momento che gli ha procurato una soddisfazio‐ ne piscatoria. Non ho paura a esprimere il mio parere a riguar‐ do: in tratti di acque ritenute da sempre ‘pregiate’ per la pre‐ senza di vari salmonidi (marmorate, ma anche fario selvatiche e temoli) la presenza del siluro comporta un grosso problema. Se non si interviene in modo esemplare nella gestione di que‐


ste acque, qualcuno prenderà il sopravvento a discapito delle specie più deboli. E non dimentichiamo che la marmorata rappresenta per noi italiani un patrimonio da tutelare che altri paesi ci invidiano, per cui va ancor più protetta. L’Adda, per buoni tratti del suo corso, è un fiume ideale per i salmonidi e per la portata d’acqua che possiede ha sempre ospitato anche trote di svariati chili. Alcuni lanciatori incontrati sul fiume mi dicono che potrebbero coabitare sia gli alloctoni che i nostri pesci di sempre: basterebbe una gestione migliore e ripopola‐ menti seri e costanti. Conoscendo la proverbiale fame di uova e di pesci che hanno in serbo sia i siluri che i perca, ho grossi dubbi su tali affermazioni (senza contare il problema dei cor‐ morani e quello non ancora estinto dei vari bracconieri orga‐ nizzati) e mi piacerebbe assistere a controlli più ferrei da parte di chi deve sorvegliarci e sorvegliare il fiume… Proprio in que‐ sto numero c’è un articolo specifico sull’argomento, al quale rimando per tutti gli approfondimenti. Fatta questa premessa, e appurata l’odierna presenza, non certo occasionale, dei siluri in Adda (le foto a corredo del te‐ sto lo evidenziano…) indico di seguito le principali accortezze per ottenere strike costanti nei confronti di questi pesci, che sono particolarmente lunatici, opportunisti e aggressivi nei confronti delle nostre esche solo in determinate circostanze. Anche per tali motivi non si deve pensare che nelle acque co‐

lor verde bottiglia della Adda sia semplice fregarli con l’ingan‐ no finto, seppure ben presentato, perché le cose sono diverse rispetto a quanto accade in Po, con le sue acque perennemen‐ te velate. D’altronde, anche nello spinning al siluro occorre imparare a leggere le acque: le migliori giornate, per esperien‐ za, sono quelle subito successive a qualche piena dovuta a for‐ ti temporali e piogge avvenute a nord, che creano un improv‐ viso innalzamento dei livelli e della portata del fiume, renden‐ dolo opalescente, con un colore tendente al marroncino tipo caffellatte. Ebbene, in tali momenti di pesca, come d’incanto, il siluro esce allo scoperto e diviene vulnerabile perché colto da frenesia alimentare: con la minutaglia confusa può incoc‐ ciare più facilmente nel nostro artificiale, arrivando addirittu‐ ra a cacciare sotto i nostri piedi oppure in strati d’acqua vicino alla superficie. I minnow di varia tipologia (compresi i model‐ li galleggianti) la fanno allora da padrone. Nel medesimo pun‐ to della nostra postazione sulla riva, che magari il giorno pri‐ ma avevamo ‘martellato’ con ripetuti lanci e diversificando i modelli di artificiali di differente dimensione e colore senza ottenere alcuno strike, il giorno seguente, sfruttando appunto una ‘pienetta’ che per poche ore ha intorpidito le acque, ecco che i siluri, staccandosi dalle loro tane del fondale, si muovo‐ no attivamente, venendo spavaldamente a predare anche po‐ che spanne sotto la superficie! Le imitazioni proposte, lunghe 1/2021

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COSTRUZIONE MOSCA

ANDREA GASPARINI

LA PUPA E IL SECCHIONE ANDREA GASPARINI [arred.gasparini@libero.it ]

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l titolo fa riferimento al noto show televisivo che mette a confronto donne molto avvenenti, ma che solitamente non curano la propria cultura, con sec‐ chioni, ovvero uomini con interessi prevalentemente intellettuali, ma poco portati per la vita sociale, nel tentativo di spingerli a condividere le proprie cono‐ scenze e i propri stili di vita. Nel nostro caso la ‘pupa’ non è la biondona con misure mozzafiato, ma l’imitazione dell’ultimo stadio della vita acquatica dei tricotteri, artificiale dalla sorprendente efficacia, in particolar modo nelle acque risorgive e nei chalk stream. Tali artificiali, allo stesso modo delle altre imitazioni piombate in genere, sono visti ancora con sospetto e diffidenza dai cosiddetti ‘secchioni’, alieutica‐ mente parlando, ovvero da coloro che restano fedeli alle can‐ ne corte e alla mosca secca e mai e poi mai cederebbero alla tentazione di legare al finale un artificiale sommerso, negan‐ dosi le grosse catture e le conseguenti emozioni che esse po‐ trebbero regalare. I tricotteri, com’è noto e come ho ricordato in precedenti ar‐ ticoli, sono conosciuti allo stadio larvale con l’appellativo di ‘portasassi’ o ‘portalegna’ per la loro abitudine di costruirsi un

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involucro utilizzando i detriti trasportati dal fiume. Dopo un periodo di tempo che può aggirarsi intorno all’anno, le larve chiudono le aperture dei loro abitacoli e si impupano. In se‐ guito a tale trasformazione, in poco tempo, le pupe si libera‐ no dell’astuccio e, nuotando con le lunghe zampe, raggiungo‐ no la superficie dell’acqua per compiere l’ultima trasforma‐ zione in insetto alato. Proprio in questa fase di risalita diven‐ gono facile preda dei pesci ed è proprio questa la situazione che intendiamo imitare con i nostri artificiali specifici. Ricordo un torrido pomeriggio di tanti anni fa sul fiume Var‐ mo in Friuli. Intravedevo sconsolato le grosse trote tra gli er‐ bai della risorgiva, ma non riuscivo a trovare un’imitazione capace di attirarne l’attenzione. La mia esperienza era ancora limitata in questa particolare tecnica ed ero da poco uscito dalla categoria dei ‘secchioni’. Di lì a poco incontrai l’amico Adriano Mineo, dotato di un grande spirito di osservazione che riesce a trasferire ai suoi artificiali, sempre bellissimi ed efficaci, frutto di meticolose prove al morsetto e sul fiume: non le frequenti ‘scopiazzature’ realizzate da personaggi di tante parole e poca esperienza, molto di moda di questi tem‐ pi, soprattutto dopo l’avvento dei social network. Adriano mi


allungò un’imitazione di pupa di tricottero con addome in la‐ tex che mi impressionò per il suo realismo e che di conse‐ guenza non esitai a legare immediatamente al finale. Con mia grande sorpresa, catturai due belle trote in pochi minuti sotto lo sguardo divertito e sghignazzante dell’amico. Inutile dire che lo ripagai al termine della giornata di pesca offrendogli una grigliata in un chiosco della zona, accompagnata da nu‐ merose birre, gli effetti delle quali lo spinsero a estremi gesti di generosità… Prima di salutarci, Adriano mi regalò altri arti‐ ficiali, alcuni dei quali conservo ancora adesso. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, i materiali si so‐ no evoluti, ne sono comparsi di nuovi insieme a vari tipi di re‐ sine. Ciò ha portato a un ulteriore miglioramento di queste imitazioni, mantenendone comunque inalterata l’efficacia. Da allora la pupa di tricottero in lattice non è mai mancata nella mia scatola portamosche e negli anni ne ho ricavato nu‐ merose e grandi soddisfazioni. L’azione di pesca nelle risorgi‐ ve si svolge prevalentemente a vista sul pesce, inducendolo all’abboccata con leggere trattenute atte a far risalire l’artifi‐ ciale imitando il suo movimento naturale. È ovviamente pos‐ sibile pescare anche dove non si vede il pesce, facendo deriva‐ re con lievi movimenti a saliscendi la ninfa tra gli erbai o nei punti in cui si presume possano stazionare le trote. Nelle ta‐

glie più piccole risulta ottima anche per il temolo se presente. Di seguito presento le fasi di montaggio con relativa descri‐ zione dei passaggi, nonché le immagini di alcuni modelli miei e di Adriano Mineo.

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FRANCESCO GIORDANO • INTERPRETAZIONI SONORE SOFT

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Lasciati tentare dai nostri gadget... Molix Water Slash + Molix Jugulo FS Fast Sinking oppure Stonfo Command Grip MOLIX WATER SLASH Favorito dal design compatto, il Water Slash è indicato in zone con elevata pressione di pesca, dove l’utilizzo di spinnerbait finesse è spesso l’unica soluzione per aver ragione di pesci scaltri o intimoriti. La forma leggermente schiacciata della testa risponde alla necessità di ottenere un bilanciamento perfetto a ogni velocità di recupero e una corretta posizione di nuoto. Il peso delle palette è calibrato per evitare il sovraccarico dello spinnerbait e far sì che non appena tocchi l’acqua sia già in azione. Il filo in lega di acciaio con cui è costruito presenta conicità e diametro variabili e favorisce l’emissione di forti vibrazioni; l’alta resistenza di questa lega speciale lo rende indicato anche per impieghi gravosi in zone ricche di ostacoli. L’occhiello di congiunzione del braccio con la paletta principale presenta una speciale saldatura che minimizza il rischio di perdere la pala. Lo skirt in silicone ‘fine cut’ (taglio fine) è cucito a mano e aggiunge naturalezza al nuoto dell’artificiale. Per maggiori informazioni: www.molix.com.

MOLIX JUGULO FS FAST SINKING • 9 cm • 52 g Questo artificiale entra in pesca velocemente e staziona a lungo nella strike zone di tonni e pelagici. La particolare distribuzione del peso rispetto al Jugulo classico, qui decentrato nella parte posteriore dell’esca, ne fa un metal jig immediatamente efficace, pronto anche per recuperi ad alta velocità appena al di sotto della superficie dell’acqua, oltre a migliorare le distanze raggiungibili nel lancio, anche in condizioni di vento contrario, migliorando di conseguenza l’approccio nella pesca sulle mangianze a distanza, quando bisogna essere il meno invasivi possibile per non disturbare l’attività dei predatori. A parità di peso, Jugulo FS è di dimensioni più piccole, aumentando così il potere catturante dell’esca quando i predatori sono molto selettivi e abituati a cacciare su foraggio di piccola taglia. Per maggiori informazioni: www.molix.com.

STONFO COMMAND GRIP • 14 cm • 70 g • art. 617 Pinze salpa pesci indispensabili per chi pratica il catch and release in quanto aiutano durante l’operazione di slamatura. Le caratteristiche speciali di queste pinze permettono di afferrare saldamente il pesce per la bocca senza arrecargli danno. Le loro ganasce perfettamente arrotondate e ricoperte in gomma hanno un’ampia superfice di contatto. La forza di chiusura della pinza viene controllata dal pescatore ed è indipendente dal peso del pesce. Leggerissime, compatte ma estremamente robuste, queste pinze lavorano bene sia con pesci di piccola che di grossa taglia. Dotate di impugnatura ergonomica in gomma antiscivolo e di laccetto regolabile, sono adatte sia per la pesca in acqua dolce che in mare. Ideali per mosca, spinning, rock fishing, jigging ecc. Per non ferire il pesce si consiglia comunque di sostenerne il peso con l’altra mano o se possibile di lasciare il pesce in acqua e utilizzare la pinza come ausilio alla slamatura.Per maggiori informazioni: www.stonfo.com

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recensioni Alvaro Masseini, Controcorrente. Schegge biografiche di un pescatore a mosca, Morlacchi Editore, Perugia 2020, 448 pp., 20,00 € «Dopo qualche tentativo, ne allamai uno che subito si piantò nel mezzo del fiume e poi, lentamente, raggiunse l’altra sponda: avevo già fuori del mulinello tutta la coda e alcuni metri di backing rosso. A questo punto il salmone scattò come una locomotiva in una risalita senza freni e, siccome il fiume non era profondo, il filo tagliava la corrente e alzava spruzzi da tutte le parti [...] Posammo le canne e fotografammo questo spettacolo unico. L’indomani si ripartiva». Questo breve estratto da un’avvincente descrizione ambientata in Canada, e più precisamente sull’Adams River (BC), è contenuta nell’ultimo libro di Alvaro Masseini, che questa volta ci stupisce con un vero racconto di vita e di pesca a mosca insieme. In questo anno nel quale la libertà di movimento e la possibilità di raggiungere le nostre mete del cuore è stata drasticamente ridotta se non cancellata, potrete, grazie a questo libro, fare un viaggio lunghissimo attraverso i continenti, sognare e godere delle pagine stesse, così ricche di descrizioni, emozioni, vita vissuta e stimoli per il futuro prossimo: vicino e lontano. Morlacchi Editore, tel. 075.5725297, ufficiostampa@morlacchilibri.com (Pietro Brunelli)

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CANNE, MULINELLI, ARTIFICIALI, ACCESSORI Causa età avanzata, vendo canna da mosca Pezon et Michel in bamboo Parabolic Royale, 7.9 piedi, coda 5, 129 g, con portacanna in alluminio, come nuova. Andrea, cell. 340/2848423. (F) Vendo due canne da spinning pezzo unico G.Loomis: 1. SHR821s, 6’10” Mag-Light Ex-Fast action, 6-10 lb, 1/16-1/4 oz; 2. DSR82S, 6’10”, 1/83/8 oz, 4-8 lb Ex-Fast drop shot. Perfette, non un graffio, pari al nuovo. Euro 150 cadauna. Giorgio, cell. 338/6286533. (F) Cerco G. Loomis swimbait rod, in particolare la SWBR 956 7'11"3-8 oz (vecchia serie). Canna in buone condizioni no botte no graffi. Gianandrea 349/5453960. (E) Vendo bobine di ricambio in metallo per mulinelli Crak contact 400, ABU 506. Vendo vari mulinelli come Crack 100, Luxor e vari Abu Cardinal. Per qualsiasi informazione contattatemi pure. Carmine, 328/2974161. (E) Vendo ponton Fish Cat Panther, usato pochissime volte, completo di remi, borse e tutti gli accessori. Disponibile a inviare foto. Carmine, 328/2974161. (E) Vendo canna da mosca in bambou refendu esagonale marca Allcocks originale inglese, lunghezza m 2,70. Prezzo 540,00 euro. Telefonare 338/7345088. (D)

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MOSCA e SPINNING

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