La Pesca Mosca e Spinning Febbraio-Marzo 2020 anteprima

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FEBBRAIO-MARZO 2020 € 6,90

Poste Italiane SpA – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1, c. 1 C/SA/40/2016 - anno XX, n. 13 - Febbraio-Marzo 2020

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Torrente Ala Ali che passione Lombrichi e camole XVI Trofeo Bisenzio Compara Dun [10 pp.] Le correzioni del lancio

Maldive Apertura Microlipless L’ora dell’aspio Eging in quattro mari Spigola costiera dalla barca




FOTO PAOLO FORTUNATI - THE WANDERING ANGLER

Direttore responsabile Eugenio Ortali

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XVI TROFEO BISENZIO

L’ORA DELL’ASPIO

a cura della redazione

di Renzo Della Valle

Con la nuova edizione del Trofeo Bisenzio i soci del Prato Mosca Club, oltre a festeggiare il loro trentennale, hanno voluto ricordare i tre grandi maestri recentemente scomparsi, Piero Lumini, Roberto Pragliola, Francesco Palù, ai quali sono state ispirate le mosche da imitare.

Molti spinner pensano ancora oggi che, essendo l’aspio una sorta di ‘cugino’ del nostro cavedano, abbia un comportamento simile e si ostinano a pescarlo con gli stessi artificiali che da sempre indirizzano al ciprinide nostrano. Ma si sbagliano.

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redazione@lapescamoscaespinning.it www.lapescamoscaespinning.it www.facebook.com/MoscaeSpinning http://twitter.com/lapescaMeS www.flickr.com/photos/moscaespinning www.youtube.com/user/MoscaeSpinning

Hanno collaborato a questo numero Moreno Bartoli, Nicolò Catellani, Alberto Deidda, Stelio Di Manno, Renzo Della Valle, Fabio Federighi, Loris Ferrari, Paolo Fortunati, Massimo Ginanneschi, Francesco Li Bianchi, Massimo Magliocco, Simone Marchetti, Ivano Mongatti, Giorgio Montagna, Michele Moro, Federico Renzi, Marco Simonini

Amministrazione, pubblicità, abbonamenti e arretrati Zona Franca Edizioni srl Via V. Veneto 169 • 00187 Roma tel. 06/42.90.38.54 abbonamenti@lapescamoscaespinning.it

EGING IN QUATTRO MARI

LOMBRICHI E CAMOLE

di Francesco Li Bianchi

di Nicolò Catellani

L’eging raccontato da quattro esperti che provengono da quattro aree marine della penisola: Tirreno meridionale, Sardegna nord-occidentale, bassa Toscana e alto Adriatico: una panoramica che fa il punto sull’evoluzione e la diffusione della tecnica nel nostro mare.

Vermi e camole sono le esche naturali usate dai pescatori di trota in laghetto più facilmente replicabili per la pesca a mosca. Possono essere realizzati sia nella classica versione piombata, sia nella versione neutra, da impiegare nel caso di pesci maliziosi o inattivi.

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LE CORREZIONI DEL LANCIO CON LE CODE LEGGERE

di Paolo Fortunati

Pubbliche relazioni e pubblicità Renzo Della Valle, Giorgio Montagna renzo.dellavalle@gmail.com, jomontagna@tiscalinet.it

Pubblicazione periodica Disponibile anche in versione digitale su www.ezpress.it Tutti i diritti riservati LA PESCA MOSCA E SPINNING ZONA FRANCA EDIZIONI srl Iscrizione ROC n. 26695 del 22.9.2016 Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 225 del 29.9.2014 Direttore editoriale Giulio Fascetti

di Massimo Magliocco

Stampa: Tuccillo Arti Grafiche, Afragola Distribuzione: Press Di, Distributore stampa e multimedia srl - 20134 Milano

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MOSCA e SPINNING

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Ci sono quattro errori nell’effettuazione del lancio verticale: il piegamento del polso nel lancio indietro, la coda che viaggia su un asse diverso da quello disegnato dal vettino, le spinte non corrette, l’uso errato della sinistra.

MALDIVE. PESCA E VACANZA Circondati dal freddo a casa nostra, concediamoci un salto nelle acque turchine degli atolli delle Maldive, per scoprire le possibilità di pesca, a mosca e a spinning, offerte in modo costante da questi luoghi: Giant Trevally, Bluefin Trevally, Golden Spotted Trevally, Triggerfish.


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RUBRICHE 04 74 80 80

58 COMPARA DUN di Federico Renzi

Un articolo un po’ riflessivo sul significato odierno del fatidico giorno dell’apertura della pesca in acque libere alla trota, con un incoraggiamento alla ricerca di marmorate e lacustri in alcuni tratti fluviali e lacuali ben conosciuti da Giorgio e dai suoi amici.

«L’importanza che sta dietro il concetto costruttivo della Compara Dun è relativo anche all’assetto che la mosca assume in acqua: l’assenza di hackles fa stare l’artificiale tutto immerso entro la pellicola superficiale, imitando alla perfezione un’effimera all’inizio della schiusa».

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TORRENTE ALA. UN GIOIELLO DELLA VALLAGARINA

di Simone Marchetti

di Marco Simonini «L’Ala è l’ultimo affluente in sinistra orografica, di una certa consistenza, che entra in Adige prima del confine con il Veneto. Le sue acque cristalline nascono dai monti Lessini e precisamente dal monte Corno, a circa 1350 m di quota».

MICROLIPLESS PER IL CAVEDANO

Il microlipless presentato da Simone per l’autocostruzione di questo numero, semplice e funzionale, trova la sua peculiarità nella parte superiore della testa, lasciata volutamente piatta in modo da contribuire allo scodinzolio dell’esca nel recupero lineare.

SPEDIZIONE ENTRO IL 15.2.2020: MONTAGGIO DORSAL

fLY TYING CONTEST

IL FASCINO DELL’APERTURA OGGI di Giorgio Montagna

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MOSCA e SPINNING

SPEDIZIONE ENTRO IL 15.2.2020: CURLY TAIL PER IL LUCCIO

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LURE BUILDING CONTEST

Pescare la spigola lungo le coste con la barca anziché da terra comporta una sorta di ‘rivoluzione’ delle proprie abitudini e delle stesse interpretazioni del mare e delle sue condizioni, consentendo di sperimentare approcci nuovi, che prescindono dagli abituali limiti.

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Rispolverando un metodo lanciato qualche tempo fa da Renato Cellere, Stelio propone una serie di artificiali – effimere, tricotteri, plecotteri, ma anche un gamberetto – nei quali le ali sono realizzate con un foglio di cellophane carteggiato, sagomato, ‘graffiato’ e colorato.

NOTIZIE SHOW ROOM RECENSIONI MERCATINO

GUARDA I NUOVI PREMI PER IL 2020!

SPIGOLA COSTIERA DALLA BARCA di Alberto Deidda

partecipa ai nostri contest: puoi vincere su ogni numero

ALI CHE PASSIONE di Stelio Di Manno

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fish facts

a cura di Marco Sammicheli

nella Politica Comune della Pesca

SPECIE ICONICHE Gli organismi sovranazionali che si occupano specificamente di pesca nel Mediterraneo sono la Commissione Generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM, in inglese l’acronimo è GFCM), che rappresenta tutti gli stati costieri (UE ed extra-UE), e la Direzione Generale per gli Affari Marittimi e pesca della Unione Europea (DGMARE), che rappresenta gli stati costieri facenti parte dell’Unione. A queste istituzioni si aggiunge un organo consultivo, il MEDAC, in cui sono rappresentati tutti i portatori di interesse del bacino Mediterraneo UE. Compito del MEDAC è portare alle istituzioni la voce degli stakeholder e i loro suggerimenti. Contrariamente alle istituzioni, il MEDAC non ha alcun potere legislativo, ma i suoi pareri vengono talvolta tenuti in considerazione nella stesura di norme e regolamenti. La politica della pesca della UE è regolata dalla cosiddetta Politica Comune della Pesca che, nella versione attuale (che sarà presto rivista), considera la pesca ricreativa solo in rapporto a quella commerciale, come concorrente per la fruizione delle risorse. La pesca ricreativa viene quindi considerata solo quando abbia un impatto significativo sulle risorse, cosa che deve eventualmente essere accertata con ricerche appropriate riferite a determinate risorse ittiche in determinate zone. L’interesse evidentemente è solo di tipo commerciale, ovvero si considera un eventuale impatto ricreativo non nei confronti della popolazione ittica di una determinata specie, ma nei confronti della pesca commerciale di quella specie. Di fatto ad oggi non esistono dati su nessuna delle specie costiere di maggiore importanza per la pesca ricreativa e la previsione di introduzione di un regime di controlli sulla pesca ricreativa nel Mediterraneo è per adesso limitata ad una sola specie (l’Occhione, Pagellus bogaraveo) in una sola zona di riferimento (il mare tra la Spagna meridionale e il Marocco). Paradossalmente, dovremmo sperare che venga accertato un impatto significativo della pesca ricreativa perché si possa sperare di parlare di gestione delle diverse specie considerando tutti i tipi di fruizione. La buona notizia è che, finalmente, sia la CGPM che la DGMARE (e conseguentemente il MEDAC) stanno iniziando a occuparsi dell’argomento a partire dall’individuazione di una lista di specie ittiche ‘iconiche’ per la pesca ricreativa nel Mediterraneo e considerando il problema delle taglie minime, che nei mari italiani per molte specie continuano a essere fortemente inferiori a quelle di maturità riproduttiva, mentre per altre mancano completamente, permettendo ad esempio di trattenere e commerciare ricciole e dentici rispettando una tragicomica misura legale di soli 7 cm.

sulla crisi del settore

PESCA IN STALLO

ADERISCI AD APR

La Comunicazione obbligatoria per la pesca ricreativa in mare festeggia nove anni di vita e di assoluta inutilità e tutto lascia prevedere che potremo festeggiare le due cifre del decennale. Ormai parlarne è diventa-

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MOSCA e SPINNING

g tiva.or aricrea c s e .p www

to ripetizione di argomenti che le sedi amministrative conoscono bene e dei quali possono tranquillamente disinteressarsi. Nel dicembre 2018 il Ministero ha provveduto con inusuale tempestività ad emettere un decreto di proroga a tutto il 2019. Di sicuro avremo un proroga anche per il 2020 nonostante a inizio gennaio non se ne sappia ancora niente. Non c’è certo da preoccuparsi visto che negli anni scorsi ci sono stati lunghi periodi di incertezza e che l’obbligatorietà della Comunicazione è più formale che sostanziale e che lo stesso Ministero ha a suo tempo provveduto a precisare che nei periodi di vacanza normativa non sono previste sanzioni. Se l’unica cosa interessante della Comunicazione era la previsione di raccolta dati come base per una serie di ricerche scientifiche funzionali alle politiche di gestione, ormai tutti sanno che i dati raccolti con il sistema di registrazione ministeriale sono inattendibili e utili solo a poter citare dei numeri da una fonte istituzionale. Quello della proroga di validità della Comunicazione obbligatoria per la pesca ricreativa in mare è il caso di maggiore attualità a inizio 2020 e possiamo considerarlo emblematico del fatto che tutta la materia della pesca ricreativa sia in mare che in acque interne è e resta in pieno stallo. Le poche iniziative sia istituzionali che associative sono sempre marginali rispetto al cuore dei problemi. Si guarda al lento e faticoso sviluppo degli indirizzi europei e ci si chiede quale novità nel panorama del comparto potrebbe riuscire a smuovere le istituzioni nazionali visto che tutte le rappresentanze del settore ricreativo non riescono a raggiungere il carico utile per farlo. La scarsità di notizie forse tranquillizza la pancia del settore ricreativo, che naturalmente teme di perdere ancora spazi in un contesto già in grave crisi, ma dovrebbe anche preoccuparla, dal momento che la situazione di crisi attuale non è affatto statica ma continua inesorabilmente a peggiorare per la persistenza delle stesse cause che l’hanno fino ad oggi alimentata. Certamente la cultura della pesca ricreativa sta evolvendo positivamente con i cambi generazionali, ma ciò non toglie che tutti i maggiori elementi problematici restino al loro posto, talvolta allargandosi. È il caso dell’emergenza bracconaggio, unica che è riuscita a mobilitare il settore e le istituzioni sui contesti di maggiore spicco, quelli dove la pesca illegale è davvero arrivata al livello delle organizzazioni malavitose. Non altrettanto per il fenomeno diffuso che ci restituisce una chiara immagine di quanto la crisi del settore sia dovuta non solo alle cause esterne, ma anche e soprattutto a quelle interne, di cui peraltro mancano riscontri misurabili. Lo si vede chiaramente pensando a quale sia mediamente il livello di rispetto dei regolamenti più semplici e significativi, primo tra tutti quello del limite di carniere. E tutti sanno quanto per la pesca in mare sia diffusa la pratica di commercio illegale delle catture ricreative, tanto quelle del «quando capita», quanto quelle di chi semplicemente pesca per commercio senza avere una licenza di pesca commerciale e ovviamente al nero. La peggiore sconfitta per il settore in questa situazione sarebbe aspettare passivamente che siano i cambi generazionali a risolvere i problemi. Purtroppo capita di constatare come varie componenti del settore vadano oltre, rallentando e ostacolando attivamente l’evoluzione del settore per conservare pratiche, mercati e concezioni che sono pienamente integrati alle cause di crisi.

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in omaggio un’esca Mommotti 180 di Seaspin


un mare di esperienze alla nuova edizione

PESCARE SHOW 2020 Dal 21 al 23 febbraio 2020, appuntamento al quartiere fieristico di Vicenza con PESCARE SHOW, il Salone Internazionale della pesca sportiva e della nautica da diporto di Italian Exhibition Group SpA (IEG). La manifestazione di riferimento in Italia per il settore torna ampliando l’area dedicata al turismo alieutico (Hall 1) e arricchendo il vasto programma di eventi con incontri e convegni sul tema della salvaguardia delle acque, oltre alla campagna di sensibilizzazione «Pescare senza plastica» che si svilupperà tra la Hall 2 e la Hall 6, sul sito e nel contest social #PescaresenzaPlastica. Imperdibili il Fly Fishing World, con le prove di lancio nelle Casting Pool e le dimostrazioni di Fly Tying Experience con i venti migliori costruttori al mondo di esche artificiali, e lo spettacolare Acquademo (14 metri di lunghezza e una capacità di 22.400 litri d’acqua, teatro di stage di spinning con i Pro Staff dei grandi brand. Grande attesa per il calendario di eventi, tra cui gli incontri con ospiti internazionali, le premiazioni ufficiali della stagione e le attività proposte da FIPSAS. PESCARE SHOW è il Salone internazionale della pesca sportiva e della nautica da diporto organizzato da Italian Exhibition Group SpA. L’evento ha cadenza annuale ed è aperto agli operatori del settore e al grande pubblico. Quando: da venerdì 21 a domenica 23 febbraio 2020 (dalle 09.00 alle 18.00). Dove: Quartiere Fieristico IEG di Vicenza (Via dell’Oreficeria, 16 - 36100 Vicenza). Biglietti: intero 17 euro; ridotto 13 euro (acquisto on-line, possessori di regolare licenza di pesca e ragazzi dai 6 ai 12 anni); ridotto 8 euro per gruppi di almeno 20 persone maggiori di 5 anni; gratuito per bambini under 6, persone con disabilità e accompagnatori. Maggiori informazioni: www.pescareshow.it.


notizie si riapre la sfida per la conquista del titolo di campione

DAIWA CLASSIC 2020 Il 4 e 5 aprile 2020 torna il Daiwa Classic, l’evento agonistico di pesca a spinning nelle acque interne più ambito dai lanciatori; si svolgerà ancora nel comprensorio della Nuova Parco Laghi, in una magnifica location appenninica sul versante tosco-romagnolo in provincia di Forlì-Cesena. La popolarissima manifestazione tornerà a far parlare di sé con un’avvincente due giorni in cui centocinquanta pescatori provenienti da tutta Italia si contenderanno il titolo di campione. I campi gara della competizione, che si preannuncia essere ai massimi livelli, saranno il lago Pontini e il lago Lungo, in cui la diversità delle specie ittiche presenti si combina con un format che assegnerà un punteggio differenziato e un orientamento totalmente no kill. Il campo gara verrà inizialmente assegnato a ogni partecipante con un sistema a estrazione per attribuire il settore di partenza, mentre nella seconda giornata i due gruppi degli altrettanti laghi si scambieranno le zone di pesca. Si gareggerà sia per la classifica individuale che per quella a squadre e al termine della competizione i risultati delle due singole giornate verranno sommati per determinare la classifica finale e decretare i vincitori. Una particolare attenzione sarà riservata alla classifica a squadre, che per il suo format riscontra anno dopo anno un crescente interesse, soprattutto per l’affiatato spirito di gruppo con cui viene vissuta dai partecipanti. I lanciatori si affronteranno in due sessioni di pesca, entrambe con ben otto rotazioni di settori, insidiando tutti i pesci predatori presenti nelle acque di questi due bacini: trote iridee, fario, salmerini, lucci, black bass, persici reali e lucioperca. Per i soli salmonidi si disporranno due considerevoli semine, una il giorno antecedente la prima sessione di pesca, l’altra il sabato nel tardo pomeriggio, al termine della prima giornata di gara. La stesura della classifica finale sarà basata sull’assegnazione di un punteggio a capo differenziato sia per specie catturata che per turno di pesca. Per info e iscrizioni è possibile consultare il sito web dell’associazione Insidefishing (www.insidefishing.it), dove si può scaricare l’apposita modulistica.

buti in esterna, anche direttamente sul campo gara, interviste e testimonianze. Branzino Live sarà inoltre condiviso con questa rivista, media partner ufficiale, che ha scelto di affiancare la manifestazione fin dalla prima edizione aiutandola a crescere con risultati sorprendenti. Il 2 e 3 maggio, rispettivamente primo e secondo giorno di competizione, si andrà in pesca per sette ore consecutive di gara, nel corso delle quali ogni concorrente potrà presentare i cinque pesci di maggiore dimensione catturati attraverso la misurazione diretta e l’invio della conferma fotografica all’organizzazione. L’orientamento no kill della manifestazione imporrà il rilascio obbligatorio dei pesci, con la rimessa di acqua al termine della verifica della lunghezza; i punteggi conseguiti nelle due sessioni di pesca, al termine della competizione, verranno sommati per determinare le classifiche finali, strutturate sia con lista individuale che per team. Per favorire la partecipazione anche di coloro che sono sprovvisti del kayak di proprietà, l’organizzazione ha previsto la possibilità di noleggiare direttamente in loco uno stock di scafi attrezzati per impegnare la laguna – sarà semplicemente necessario segnalarlo in fase di iscrizione – fino ad esaurimento della disponibilità. Grazie ai partner Tubertini, Garmin Italia, T3 Distribution, Galaxy Kayaks, Old Captain, Pure Fishing, BKK, NRS, Ozone Kayak, Fish Action, Birra Menabrea, Maccari Pesca e Master Fish, sarà implementato rispetto alla scorsa edizione anche il montepremi totale, che oltrepasserà abbondantemente i quindicimila euro in valore complessivo, di cui un’importante componente economica a beneficio del payout per i primi tre classificati. Iscriversi alla manifestazione è molto semplice: è sufficiente compilare l’apposito form di registrazione on line con accesso diretto tramite la pagina www.branzinothechallenge.com, dove si possono anche consultare nel dettaglio tutte le informazioni inerenti l’evento.

prende il via una nuova, avvincente edizione

nell’inconsueta data del 10 novembre

BRANZINO THE CHALLENGE 2020

XX TROFEO VILLA GUIDINI

La quarta edizione di Branzino the Challenge, l’evento di kayak fishing più atteso dell’anno, affermatosi a pieno diritto anche a livello europeo, si svolgerà dal 1 al 3 maggio 2020 con una serie di novità introdotte sia a livello organizzativo che di regolamentazione. Ancora una volta, sarà la laguna di Orbetello a far da cornice alla manifestazione che richiama moltissimi partecipanti dall’Italia ma anche dall’estero, coinvolgendo agonisti della Spagna, Francia, Isole Canarie, Germania, Romania e Slovenia. La specie target della manifestazione sarà la spigola, pesce fortemente presente nelle due lagune dove gareggeranno i concorrenti; grazie anche alle taglie che possono superare abbondantemente i cinque chili, non mancheranno le sorprese per chi avrà la bravura e fortuna di incappare nel big fish. Mai come in questa edizione, grazie alle novità introdotte nel regolamento, sarà la strategia a fare da padrona, con l’obiettivo di rendere ancora più avvincente questo tournament di grande coinvolgimento e sportività. La base logistica dell’evento si troverà presso il Circolo Canottieri di Orbetello dove, grazie anche a una struttura dedicata, si svolgeranno tutte le attività operative con l’allestimento di un’area espositiva per partner e sponsor che organizzeranno vari momenti dimostrativi. In programma durante il pomeriggio di venerdì 1 maggio la suggestiva parata dei partecipanti che sfileranno per il corso principale del centro cittadino di Orbetello, giungendo davanti agli edifici comunali dove le autorità della Giunta locale daranno il benvenuto ai concorrenti e decreteranno ufficialmente aperta la quarta edizione di Branzino the Challenge. Il pubblico che non riuscirà a essere presente sul posto potrà seguire nelle giornate dell’evento la diretta streaming Branzino Live, attraverso la pagina Facebook di Branzino the Challenge, una trasmissione creata appositamente per l’occasione con molti contri-

Il 10 novembre scorso, nello splendido contesto della Villa Guidini di Zero Branco, organizzata dal Mosca Club Treviso e con il contributo della Regione Veneto, si è svolta la XX edizione del Trofeo Villa Guidini. La manifestazione, che ha avuto luogo in novembre a causa dei lavori di restauro della villa e per il mantenimento della biennalità, è stata baciata dal sole nonostante abbia piovuto a dirotto quattro giorni prima e tre giorni dopo. Buona la partecipazione dei soci per l’organizzazione dell’ evento, buona l’affluenza di visitatori che, sparsi tra i saloni della villa, il foyer, il parco e la vasca nel prato secolare, hanno trovato un ambiente amichevole nel quale scambiare quattro chiacchere e vedere le proposte delle numerose aziende del settore e dei tanti altri amici espositori. Buona anche la presenza alla gara di costruzione e di lancio, anche se con una minor presenza rispetto alle altre edizioni, dovuta probabilmente al periodo non particolarmente sentito dai pescatori (le prossime edizioni saranno organizzate, come di consueto, in febbraio). Tra le due mosche secche e le due ninfe, sono state sorteggiate per la costruzione l’imago maschio della Serratella ignita e la ninfa dell’Ecdyonurus torrentis. I giudici della gara di costruzione – Alberto Calzolari, Matteo de Falco e Renato Cellere – hanno assegnato il XX Trofeo Villa Guidini ad Andrea Pegorin del Prato Mosca Club. Miglior club classificato è stato il Mosca Club Treviso. La gara di lancio è stata vinta da Claudio Zanon.

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notizie

a cura dello Spinning C

le novità per il bimestre

per un bilancio delle attività del 2019

PESCA (SKY CANALE 236)

UN ALTRO ANNO INSIEME

A partire da sabato 1 febbraio alle ore 22, Pesca (Sky canale 236) presenta Racconti di pesca 4. Torna il programma che racconta la pesca dal punto di vista della telecamera di Marcello Adamo, regista di professione e pescatore per passione. Storie vere di successi, insuccessi, avventure e difficoltà raccontate con il classico stile del reportage. Una miscela sapiente di avventure in acque dolci e acque salate, tante catture per altrettante tecniche, dal drifting al tonno al bolentino di alto fondale, dalle trote a enormi totani insidiati negli abissi. Un mondo favoloso di racconti alieutici, per chi non ne ha mai abbastanza di storie di pesca. Da martedì 11 febbraio alle ore 22 torna con i nuovi episodi un classico del canale, Passione artificiale, una delle trasmissioni più longeve e amate dagli appassionati, dedicata alla pesca con le esche artificiali. Come sempre Matteo De Falco, accompagnato dai più affermati esperti del settore, guida lo spettatore negli itinerari più interessanti per chi utilizza esclusivamente gli artificiali. Dettagli delle varie tecniche, scenari affascinanti, storie interessanti e immagini spettacolari caratterizzeranno anche questa edizione dell’imperdibile e storico appuntamento di pesca. A partire da venerdì 28 febbraio alle ore 22, infine, Pesca presenta Artifishal, l’importante e anche controverso film prodotto dal fondatore del brand Patagonia, Yvon Chouinard, che parla dell’effetto devastante degli allevamenti ittici sull’ambiente. Il documentario esplora l’elevato costo ecologico, ma anche economico e culturale, di un’industria che di fatto ostacola il recupero dei pesci selvatici e inquina i fiumi, contribuendo al problema che pensa di poter risolvere. Vedremo dunque la storia di una vera campagna pubblica a sostegno dell’ambiente in cui i cittadini chiedono ai governi di vietare la pratica dell’allevamento dei pesci in mare aperto, per fermare il danno arrecato alle acque pubbliche e alle ultime specie di salmone e trote di mare selvagge. Attivisti ed esperti mostrano in questo documento straordinario la situazione in California, Oregon e Idaho negli USA e poi Islanda, Norvegia, Scozia, tutti paesi in cui gli allevamenti di salmoni hanno devastato i sistemi costieri e contribuito in modo consistente alla drammatica estinzione del salmone selvaggio dell’Atlantico.

Il consiglio direttivo dello Spinning Club Italia, costituito da Mario Narducci, Vainer Mazzoni, Ettore Ghezzi, Enzo De Carlo, Guglielmo Brizio, Simone Carsetti, Simone Cordani, Fabrizio Dallera, Renzo Della Valle, Lorenzo Lombardi, Matteo Malinverni, Francesco Pratesi, Enzo Venturini, ha stilato un comunicato diretto a tutti i soci quale documento riassuntivo delle tante attività che hanno segnato il 2019. Eccone il testo. La fine di ogni anno rappresenta l’occasione più propizia per stilare il bilancio del cammino comune compiuto ed è importante farlo per crescere nella condivisione delle finalità perseguite insieme e conoscere quali risultati concreti si siano poi in effetti raggiunti. In primo luogo, vale la pena gettare uno sguardo all’interno del nostro sodalizio. Il 2019 si chiude con 23 sedi provinciali presenti in nove regioni e un numero di soci in aumento per il terzo anno consecutivo. In ogni territorio in cui siano presenti nostre Sedi abbiamo offerto a tutti la possibilità di condividere la pesca che ci scalda il cuore, lo spinning, realizzando un numero complessivo imponente di ritrovi, serate divulgative non solo tecniche ma anche scientifiche, uscite di pesca pratica a cui ognuno ha potuto partecipare. Di queste attività, senza le quali il Club semplicemente non esisterebbe, dobbiamo tutti riconoscenza in primo luogo ai responsabili di sede e ai loro collaboratori che si sono presi e continuano a prendersi la responsabilità di tutelare e sviluppare l’amicizia, che in fondo è la sostanza dell’unità del nostro sodalizio. In particolare quest’anno abbiamo mirato ad allargarla impegnandoci nell’organizzazione di eventi comuni a più sedi anche distanti. L’iniziativa ha goduto del favore dei soci (cito fra gli altri i ritrovi sul fiume Adda a Lecco, Po a Isola Serafini, lago di Osiglia) e sarà confermata nel 2020 con qualche variazione migliorativa. Stiamo allestendo infatti il calendario delle prossime manifestazioni, che comprenderà due gare di street fishing in Lombardia e in Veneto, un’uscita a cheppie sul Po piacentino, una gara in belly boat alla lanca di Soltarico e due ritrovi al luccio sul lago di Endine (BG) e Osiglia (SV) e soprattutto una imperdibile manifestazione di due giorni in Toscana, correndo nel 2020 il quarantennale di fondazione del Club. Per realizza-

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MOSCA e SPINNING

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© pixaby - Direttiva acque

lub Italia • www.spinningclubitalia.it re le nostre iniziative ci siamo giovati nel 2019 del sostegno di alcuni sponsor, in particolare le aziende Normark Italia, Flumen e Model Resine, nonché del tour di pesca Lapland Outdoor Events di Aldo Silva. Per la diffusione dello spinning, oltre all’attività sociale consueta, abbiamo tenuto a Firenze, Piacenza e Lodi tre corsi per neofiti, riconosciuti da Fipsas grazie alla presenza dei nostri Istruttori federali. Abbiamo organizzato anche una minore attività garistica vera e propria, con la partecipazione di alcuni nostri atleti ai campionati Fipsas di belly boat e trota, oltre alla competizione in belly boat presso il lancone di Soltarico a Lodi. L’abbiamo fatto però col nostro stile, ossia – come deciso da anni – devolvendo il ricavato dell’evento al progetto di reintroduzione del luccio in quei territori, opera che noi stessi stiamo realizzando in collaborazione con i locali enti gestori della pesca. In effetti, accanto all’attività sociale ricreativa in senso stretto, che si conferma ricca e prioritaria, il Club ha sempre cercato di dare rappresentanza nelle opportune sedi istituzionali agli interessi comuni della nostra tecnica, che si giova moltissimo quando viene esercitata in ambienti acquatici sani e in buon equilibrio. Diverse nostre sedi, come Torino, Vercelli e Pavia, hanno collaborato in recuperi ittici e si sono impegnate in progetti di tutela come quello a favore del luccio presso la lanca del Lido a Pavia. Le sedi venete di Treviso, Venezia, Padova e Rovigo, in sinergia con la società ‘sorella’ Lanciatori del Polesine e grazie all’intensa attività del nostro rappresentante presso la consulta regionale della pesca ‘Tavolo Blu’, Luca Passarella, hanno continuato in un’attività di sostegno attivo delle popolazioni di luccio e persico reale nelle acque venete, oltre ad avere numerosi membri impegnati nei servizi di vigilanza come guardie ittiche volontarie. Il grande impegno di Luca è stato coronato quest’anno da un risultato inedito e encomiabile: su proposta di Spinning Club Italia le associazioni rappresentate al ‘Tavolo Blu’ hanno sostenuto l’adozione di un regime di no kill totale per luccio, marmorata e relativi ibridi per l’intero territorio regionale, proposta poi accettata dall’Assessorato regionale e introdotta, insieme al divieto di pesca col vivo, nel nuovo regolamento della pesca. Anche in Piemonte l’accettazione della nostra proposta alla Consulta della Pesca di Torino, seguita dall’amico Guglielmo Brizio, ha permesso di introdurre un progetto sperimentale di tre anni di no kill assoluto per il luccio. Sempre a Torino due nostri soci, dopo il prescritto iter formativo, hanno conseguito il decreto di guardie ittiche volontarie e ora prestano servizio di vigilanza. A Lodi, grazie alla costante attività del gruppo di volontari del Club coordinati da Maurizio Lozzi e Benso Perini, abbiamo sviluppato una collaborazione stabile col Consorzio Irrigazioni Cremonesi che ha permesso di affinare l’attività dello storico incubatoio dedicato al Progetto Marmorata, allargandola al luccio di ceppo italiano con la costruzione di un laghetto artificiale dedicato alla sua riproduzione. Ultimo ma non ultimo, il Club ha proseguito nella collaborazione con il WWF nazionale, col quale dal 2011 abbiamo firmato un comune protocollo d’intesa. In tale ambito abbiamo partecipato alla coalizione Free Rivers Italia con cui abbiamo ottenuto un primo blocco degli incentivi al mini-idroelettrico, incentivi che, stravolgendo logiche economiche basilari, rendono appetibili molte distruttive opere sui torrenti. Più ancora, siamo stati uno dei pochi sodalizi di pescatori italiani che hanno attivamente partecipato dal settembre 2018 al marzo 2019 alla consultazione dell’Unione Europea circa il mantenimento della Direttiva Acque e

della sua scadenza al 2027. Ricordiamo che la Direttiva obbliga gli Stati dell’U.E. a mettere in buono stato ecologico i propri ecosistemi acquatici utilizzando come indice le popolazioni ittiche presenti. Da più parti si sta premendo per allentare i vincoli della Direttiva e posticiparne l’applicazione al 2053. Insieme a tante altre associazioni nazionali e internazionali (fra cui ci piace ricordare l’Alleanza Pescatori Tedeschi, che ha raccolto migliaia di adesioni), coordinate dal WWF europeo, abbiamo contribuito a raccogliere oltre 370.000 firme di cittadini europei che si sono pronunciati a favore dell’attuale scadenza, ottenendo uno dei risultati maggiori di sempre in tali consultazioni. In questi giorni la commissione tecnica chiamata a pronunciarsi sulle eventuali modifiche da introdurre ha confermato la validità della Direttiva per come è stata scritta. Spetterà infine alla Commissione Europea nel prossimo autunno 2020 la decisione definitiva sull’argomento, ma senza l’impegno di tanti, e anche di noi, non avremmo avuto speranze. Insomma un anno ricco di eventi che ci vede come sempre impegnati nella condivisione della nostra comune passione per la pesca, senza però saltare l’impegno – nella misura del voluto e del possibile – indirizzato alla conservazione e al miglioramento delle acque nazionali. Per questo speriamo che tu voglia rinnovare ancora una volta l’iscrizione a Spinning Club Italia e magari convincere un amico a fare altrettanto.

programma anno 2020

SEDI DI LODI E CREMONA Giovedì 9 gennaio: festa del tesseramento. presso la sede di via Callisto Piazza n°10 a Lodi Domenica 16 febbraio: 4° raduno di pesca alla trota in laghetto. Si pesca al mattino segue pranzo e premiazione. Domenica 3 maggio: 1° raduno di pesca al lago idroscalo. Si pesca al mattino, segue premiazione e pranzo. Sabato 13 giugno: 13° raduno «Notturna di pesca al siluro». A Lodi seguirà premiazione e grigliata. Agosto: 25a vacanza di pesca al lago Aviolo trote a 2000 m. Ai piedi del ghiacciaio Baitone nel parco dell’Adamello. Modi e tempi da concordare. Domenica 11 ottobre: 13° raduno di pesca a coppie al persico trota. Luogo da destinarsi, seguirà premiazione e pranzo. Domenica 8 novembre: 22° raduno di pesca al luccio. Si pesca al mattino, segue pranzo e premiazione. Per ulteriori informazioni potete contattare il responsabile di sede, Benso Perini, al n. 391 33.75.229.

by REAL WINNER

www.realwinner.it 1/2020

MOSCA e SPINNING

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notizie

Ricapitoliamo le principali novità comparse su PIPAM negli ultimi periodi, invitandovi a leggere gli approfondimenti e novità direttamente online sul sito www.pipam.it. Se volete partecipare alla nostra comunità nativa non dovete far altro che iscrivervi al FORUM e partecipare attivamente alle discussioni. Ma PIPAM è anche altro... troverete articoli di tecnica, di flytying, recensioni, test, filmati, ... fatti da pescatori a mosca per i pescatori a mosca e con il quarto di secolo online ormai nel mirino crediamo che di materiale ce ne sia per molto e per tutti i gusti. Siamo presenti anche su vari social come Facebook (https://www.facebook.com /groups/41688482011), Vimeo (https:// www.youtube.com/user/wwwpipam/videos) e Instagram (https://www.instagram.com/ pipam.it) per cui, anche in questo caso, l’invito è quello di iscrivervi e partecipare numerosi!

PIPAM NEWSLETTER

Abbiamo riattivato la NewsLetter di PIPAM così che anche i PAM un po’ più distratti possano essere avvisati delle novità pubblicate sul sito. Chi non fosse ancora iscritto può tranquillamente farlo sulla homepage di PIPAM. Con cadenza mensile verrete informati sulle novità del mondo della pesca mosca.

FLY FISHING MAGAZINE

Fly tying tools. Lo spillo

Nei mesi di marzo e aprile c’è la frega dei timallidi: direi che non è assolutamente ‘etico’ pescare in acque frequentate da temoli. Mi hanno detto poi che cammino come un elefante e calpesto tutti i letti di frega, perché non li riconosco! Per non parlare di avannotti di marmorata e fario che stanno ancora sotto la ghiaia per cui si rischia di disturbarli o addirittura di calpestarli. Tra metà-fine aprile e metà giugno fregano cavedano, barbo, sanguinerola, scazzone. Pesci essenziali per le nostre marmorate, come quelle del Brenta, ad esempio. E se poi vogliamo essere precisi, questi due ultimi pesci hanno forse più problemi di habitat e sopravvivenza del temolo stesso. Per la par condicio anche questi due pescetti andrebbero tutelati e pure le loro freghe, o vuoi distinguere pesci di seria A e di serie B? Forse di serie C… Quindi non pescare!

a cura di Andrea Cuccaro Eccoci nuovamente a parlare di strumenti per la costruzione degli artificiali. Oggi vorrei dire quattro parole sullo spillo da costruzione, a mio avviso uno degli strumenti basilari nel kit del costruttore. Non importa tanto che spillo sia, ma vi consiglio di averlo sempre presente sul tavolo da lavoro, fin dal primo tentativo di costruire un artificiale. Il sottoscritto, novello tyer, alle prime difficoltà, ha rubato un ago da lana dal ‘cesto del cucito’ della moglie. Che soddisfazione riportare alla ragione quella malefica barbula che si era incastrata, ridare volume a una piuma un po’ troppo schiacciata, estrarre quei ‘due peli’ per realizzare delle zampette, sistemare quel loop di tinsel non proprio preciso, dividere la pelliccia per realizzare uno zonker… e potrei continuare per molto tempo.

Dialogo tra il pam etico e la sua coscienza a cura di Valerio Santgostino (Balboa) Solitamente la stagione di pesca va da fine febbraio alla prima domenica di ottobre. A dire la verità potrebbe essere da gennaio, visto che in questo mese aprono alcuni fiumi, però non ci sembra ‘etico’ pescarci con le trote ancora in frega e quindi lo saltiamo. Allora, facendo due calcoli, stando al calendario ufficiale, dovrebbero essere sette mesi pieni. Se consideriamo un paio di uscite alla settimana, ne dovremmo avere a disposizione circa una sessantina. Non male, ma… A febbraio apre la Rienza, però le trote sono deboli perché hanno appena finito il periodo della riproduzione e poi inizia il prefrega dei temoli. Ti sembra ‘etico’ pescarci!

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Ephemera Dun a cura di Luca Santoro Materiali utilizzati: Amo: Tiemco 103bl n. 18 Sottocorpo: Danville Spiderweb Code: Select Hair Wing Addome: filo 8/0 Light Olive Rib: filo 8/0 Rusty Brown Torace: SLF Dubbing Olive Testa: filo 8/0 orange

A pesca di lampughe a cura di Alberto Galeazzo (Faina) La lampuga (nome scientifico Coryphaenna hippurus), chiamata anche pesce capone o corifena cavallina, è una specie pelagica che vive nelle acque sia tropicali che subtropicali degli oceani Atlantico, Pacifico, Indiano ed è presente anche nel Mar Mediterraneo. Gli esemplari sono già maturi per la riproduzione intorno ai 4-5 mesi di età e so-


litamente in Mediterraneo si riproducono a fine inverno - inizio primavera, deponendo le uova in superficie (ne producono almeno 80.000). Le lampughe possono vivere sino a 5-6 anni e possono raggiungere i 15 Kg di peso (qualche cattura occasionale può addirittura arrivare ai 18-20 Kg e ai due metri di lunghezza). Hanno un accrescimento pazzesco e sembra addirittura che nel primo anno di età possano aumentare la loro massa fino a 100 g al giorno.

I THREAD PIÙ SEGUITI

Nel frattempo in un luogo molto lontano a cura di Antonio Napolitano (Flyaenne) Angelo Piller e Antonio Napolitano condividono, in tempo reale, la loro avventura di pesca direttamente dalla Nuova Zelanda. Tra le varie sfide, c’è quella di riuscire a catturare le trote con l’imitazione di topo: ci sa-

ranno riusciti? Per saperlo seguite il thread dedicato.

ni. Ormai non si può più parlare di semplice ‘moda del momento’: le canne in fibra di vetro si vedono sempre più spesso persino nella pesca a mosca in mare. Il limite della fibra di vetro, ovvero il fatto di essere più pesante rispetto a una canna in grafite, viene compensato da una maggiore piacevolezza in pesca – aspetto che viene comunemente definito fun to fish – e da una maggiore resistenza della fibra rispetto al carbonio.

Le migliori catture del 2019 Digitalizzare vecchie foto a cura di Paolo Fortunati (Pablo) Eccomi qui a fare il resoconto dell’anno di pesca appena trascorso. Quest’anno ho fatto meno uscite del solito, ma con i tre viaggi da me effettuati ho mantenuto la mia solita media annuale! È stato un grande anno, soprattutto perché sono riuscito a catturare diverse nuove specie mai prese prima, alcune in luoghi meravigliosi! Le elencherò per itinerario di pesca...

I CERCHI PIÙ INTERESSANTI Fibra di vetro

a cura di Angelo Piller (Angelo) «Glass is not dead!» è lo slogan che si legge un po’ dappertutto in molti siti america-

a cura di Beppe Saglia (Beppe S.) Il piacere di sfogliare un vecchio album c’è e ci sarà sempre. Ma nell’’era della condivisione diventa quasi scontato procedere alla noiosissima operazione di digitalizzazione del cartaceo. Per non parlare delle diapositive. E con risultati spesso deludenti. Esperienze? Consigli? Riorganizzare le flybox a cura di Antonio Napolitano (Flyaenne) È ormai abitudine, a fine stagione, riorganizzare le scatole delle mosche. L’occasione è buona per selezionare quelle che nel corso dell’anno hanno dato maggiori soddisfazioni.

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50 chilometri di riserve private dedicate alla pesca a mosca e allo spinning In Austria, a pochi chilometri dal confine italiano, l’Aktiv Hotel vi offre: • un prezzo uguale tutto l’anno • una struttura completamente al servizio del pescatore • un servizio di accompagnamento gratuito, possibilità di uscite guidate e corsi PAM • un filo diretto sulle condizioni delle acque Affrettatevi a prenotare: le nostre riserve sono a numero chiuso! Per maggiori info:

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TECNICA EGING

EGING IN 4 MARI

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FRANCESCO LI BIANCHI [francesco.libianchi@libero.it]

CON LA COLLABORAZIONE DI ANTONINO PALAZZOLO, ALESSANDRO PUGGIONI, ALESSANDRA GARBIN, FEDERICO PLET

e dovessi rispondere alla domanda «Qual è la tecnica che accomuna maggiormente i pescatori ricreativi in mare in Italia?» avrei una risposta certa: l’eging. Esiste in fatti un variegato mondo di praticanti di discipline di pesca di ogni tipo, sia dalla barca che dalla costa, che amano infinitamente il magico mondo della pesca dei cefalopodi con gli artificiali. Ne è testimonianza il proliferare di eventi, raduni e gare a cui partecipano contemporaneamente anche duecento pescatori, attrezzati di tutto punto. C’è chi proviene dal surf casting, chi dallo spinning, chi dalla pesca con il galleggiante o dalla barca… insomma, di tutto di più, oltre naturalmente ai ‘puristi’ della tecnica. L’eging, inoltre, è oggi molto amato anche dal gentil sesso e dai più giovani, il che non può fare altro che piacere. È una tecnica che si pratica nei più disparati ambienti, molti dei quali anche di facile accesso, come spiagge e zone portuali (dove è consentita la pe-

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sca), e che rappresenta un modo di rapportarsi al mare ‘semplice’: basta un minimo di attrezzatura e si è pronti a vivere un’avventura affascinante, che oltretutto consente di godere della pace dei paesaggi marini, essendo per lo più una pesca dai ritmi lenti. In questo articolo mi piace far raccontare l’eging da quattro esperti della tecnica che provengono da quattro aree marine diverse della penisola; dai loro racconti traspare la comune emozione nel vivere l’esperienza, accompagnata da diverse informazioni utili per i lettori su come affrontare nel miglior modo possibile la ricerca dei cefalopodi nei vari contesti, condizioni e periodi. Niente di esaustivo, naturalmente, perché lo spazio a disposizione non basta mai, ma chi non si è ancora avvicinato al mondo dell’eging troverà utili indicazioni, mentre i più esperti, spero, qualche spunto. Si tratta, allo stesso tempo, di una panoramica che fa il punto sull’evoluzione e la diffusione di questa splendida tecnica nel nostro mare.


Tirreno meridionale

Pesco nella mia amata Sicilia, in particolare a Palermo, da quando avevo sei anni; mi sono infatti sempre bastati uno specchio di acqua salata e una canna da pesca per stare bene. Pratico con passione diverse tecniche, ma da circa otto anni mi dedico assiduamente ai cefalopodi. Vivendo su un’isola, ho la possibilità di spostarmi in diversi spot e mi muovo tra le coste palermitane e trapanesi, che per quanto vicine hanno peculiarità diverse. In Sicilia la pesca dei cefalopodi si effettua per lo più nel periodo invernale, quando la temperatura dell’acqua si abbassa e i nostri amici iniziano le loro scorribande nel sottocosta. Nel Palermitano frequento spesso le scogliere esterne dei moli, dove anche in bassi fondali non è raro l’incontro con calamari di ottima taglia, ma dove quella delle seppie spesso non è rilevante a causa dell’eccessivo ‘sfruttamento’ del mare: per cercare qualche esemplare di taglia occorre allora andare in spiaggia (qui poco profonda), dove nel periodo che va da novembre a gennaio si possono effettuare belle catture. Nel Trapanese, invece, vado in scogliera, dove i fondali importanti favoriscono la presenza di calamari già a inizio stagione; qui le seppie accostano tardivamente: nel periodo successivo a febbraio iniziano ad essere presenti in gran numero e con taglie di tutto rispetto. Negli spot citati la presenza dei polpi non è rara, ma con l’eging la loro cattura non è proprio una regola ed è preferibile impiegare attrezzature diverse. All’inizio utilizzavo una canna da spinning, ma col passare degli anni ho sentito la necessità di cercare un attrezzo che rispondesse ad alcune precise esigenze: sensibilità e morbidezza, soprattutto per le fughe dei ‘big squid’. Da due anni, così, possiedo una canna da eging dedicata che risponde a pieno alle mie esigenze. Alla canna abbino un mulinello di taglia 3000 di buona fattura, in quanto la tecnica prevede l’utilizzo del trecciato, per cui, al fine di evitare le fastidiose parrucche è bene avere qualcosa di affidabile. Il trecciato è di fondamentale aiuto: grazie all’assenza di elasticità permette di sentire le minime tocche, che specialmente per le seppie sono a volte impercettibili; mi sento di consigliare un otto capi dello 0.8 PE, al quale va unito uno spezzone di circa 60 cm di fluorcarbon (io utilizzo un buon 0.23), che termina con uno snap al quale agganciare gli egi. Il capitolo delle esche è ampio e vario, dal momento che in commercio ne esistono davvero tante, dalle più blasonate alle più economiche. Posso dire con sicurezza che hanno tutte la loro efficacia, perché anche i modelli meno cari permettono di fare catture e sono molto utili quando ci si trova a testare nuovi spot per verificare la presenza o meno di incagli. È indiscutibile comunque che gli egi più costosi hanno qualcosa in più: si

lanciano meglio, affondano sempre in assetto (45°), hanno una qualità dei componenti superiore, presentano infine un fattore per me fondamentale, che definisco ‘la precisione dei cestelli’, ovvero la qualità degli aghi in relazione all’aggancio nelle morbide carni dei cefalopodi. Gli aghi devono infatti penetrare delicatamente, ma assicurare una presa ben salda, che eviti lo sganciarsi della preda. Da alcuni mesi sto testando gli Egista Tsuriken, totanare di ottima qualità e reperibili in una gamma di tipologie e colori notevole. Esistono infatti egi normal, slow (affondamento lento), deep (affondamento rapido), rattle (con sfere interne che favoriscono il suono di una lunghezza d’onda molto attirante) e glow (dotati di luminiscenza, quando vengono attivati con lampade adatte allo scopo sprigionano una luce utile ad evidenziare l’artificiale). Per quanto riguarda i colori, non esiste una regola che dica quali siano i migliori in assoluto, anche perché ciò varia da zona in zona e in base alle condizioni che possono presentarsi. In linea di massima, quando l’acqua è pulita si utilizzano colori naturali, mentre quando è scura sono da preferire tinte cangianti e di contrasto. L’azione di pesca prevede, dopo aver lanciato, di far scendere l’artificiale all’altezza voluta con jerkate lente e prossime al fondo per le seppie che stazionano negli strati più bassi della colonna d’acqua (ottimi gli egi deep in questi casi), mentre è preferibile effettuare jerkate ampie e ripetute per sondare i diversi strati alla ricerca dei calamari (vengono utili allora gli egi slow), che a seconda della luna e della corrente si staccano dal fondo, consentendo di ottenere attacchi anche negli strati superficiali. Il recupero va sempre effettuato in modo costante e senza forzare per evitare di ‘strappare’ i cefalopodi; è fondamentale l’utilizzo di un buon guadino per salpare le prede. L’eging è una tecnica apparentemente semplice, ma che dà risultati soltanto dopo averla capita fino in fondo e averla praticata per molto tempo. Con l’esperienza, come sempre, si imparano trucchi e si elaborano strategie personali. Una cosa che mi sento di consigliare, per esempio, è quella di utilizzare colorazioni scure (anche di notte), che danno spesso ottimi risultati: personalmente utilizzo con fiducia egi neri o marroni, con risultati soddisfacenti nelle più disparate situazioni. Consiglio a tutti di provare la tecnica dell’eging per la sensazione di calma interiore e concentrazione che si vive durante i momenti di pesca… e per l’adrenalina improvvisa che nasce dall’incontro con gli esemplari di taglia. Antonino Palazzolo 1/2020

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TECNICA MOSCA

LE CORREZIONI DEL LANCIO con le code leggere

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MASSIMO MAGLIOCCO [max@massimomagliocco.it]

e la nostra mosca non va dove vogliamo noi, i motivi vanno ricercati in una cattiva impostazione del lancio. Parlare di argomenti tecnici è sempre arduo sulle pagine di una rivista, ma anche la lettura di spiegazioni teoriche può dare una mano a iniziare a comprendere i propri errori, specie quando si è agli inizi. Gli errori dei quali parleremo in questo articolo sono riferiti a quello che di solito viene chiamato ‘lancio verticale’, non ai lanci finalizzati a combattere il dragaggio oppure a mettere la mosca sotto la vegetazione e così via. Per arrivare a gestire al meglio la coda in tutte le situazioni, usando svariati lanci, occorre infatti imparare a ‘domarla’ con il lancio verticale (non parlo di angolato, altrimenti le cose si complicano). Una volta che la coda è appunto doma e fa quello che vogliamo noi e non quello che vuole lei, allora è possibile passare oltre, al fine di imparare altre dinamiche che in pesca, specie in acque mosse, sono estremamente importanti se non basilari al fine di pescare a secca.

gli errori

Di solito gli errori più comuni che si commettono nel lancio base, quello cosiddetto verticale, derivano da piccoli ma importanti dettagli che a prima vista non vengono nemmeno notati. Sommati a un’impostazione non corretta, ovvero a

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quel minimo di stile che tutti dovremmo avere, danno vita ad alcuni risultati negativi che si traducono nell’impossibilità per il pescatore di mettere la mosca dove vuole. Per poter lanciare dignitosamente, è necessario correggere quattro diversi tipi di errore, che si possono sintetizzare in: 1. piegamento del polso nel lancio indietro; 2. coda che viaggia su un asse diverso da quello disegnato dal vettino della canna; 3. spinte non corrette; 4. uso errato della sinistra. Se commessi tutti quanti insieme, questi errori impediscono qualsiasi tipo di lancio che si possa definire ‘decente’. Fortunatamente la maggior parte di coloro che hanno deciso di migliorare la propria tecnica ne possiedono solo alcuni.

Il piegamento indietro del polso costituisce spesso un’eredità di precedenti tecniche, specie in chi viene dallo spinning. All’inizio, tutti hanno l’impressione che, nel lancio indietro, piegando il polso si riesca a imprimere alla canna più spinta. L’inconveniente, tuttavia, fa cadere la coda all’indietro sull’acqua, con tutte le problematiche che nascono nel rilanciarla in avanti. Per piegamento del polso intendo l’attimo esatto della spinta nel lancio indietro, che verrà eseguita proprio dal piegamento del polso verso il basso, che di solito è preceduta da un caricamento della canna estremamente ‘violento’, nel senso che sarà eseguito senza nessuna progressione. Nel rilanciare in avanti si dovrà rialzare la coda che era andata ver-


Errore nel piegamento del polso nel lancio indietro. A sinistra: l’errato piegamento; a destra: la corretta posizione del polso.

so terra alle spalle del pescatore, ottenendo il risultato, nel lancio in avanti, della formazione di un loop molto ampio a causa di un forzato riallineamento della coda con la vetta della canna, dovuto a una rotazione di tutta l’attrezzatura. Se la coda fa quello che la canna comanda, è chiaro che partendo con una canna quasi parallela alle nostre spalle, quasi sicuramente nel lancio in avanti la rotazione, tipo lancetta dell’orologio, produrrà un loop enorme, che a sua volta produrrà una coda che collasserà in acqua, spesso ammucchiandosi. Nella spinta all’indietro, quando la canna sta all’altezza della testa e in posizione verticale, anziché imprimere la forza verso il basso occorre sforzarsi di spingere verso l’alto. Solo dopo aver dato la spinta potremo flettere (non piegare) il polso e assecondare per un po’ la coda, anche perché il loop sarà già stato prodotto e quindi la coda seguirà la traiettoria, questa volta giusta, che questo ha determinato. Sarà la flessibilità della canna a fare il resto, avendo come risultato una coda che viaggerà veloce verso l’alto alle nostre spalle. Questo primo errore è facilmente eliminabile con un po’ di allenamento.

Il secondo errore, quello della coda disassata rispetto al vettino della canna, è invece più difficile da eliminare. Mi sto sempre riferendo alle code leggere, quelle per intenderci che arrivano alla 4, sia DT che WF, che per poter essere lanciate correttamente richiedono una grande tensione. Se a ciò sommiamo un finale piuttosto lungo, diciamo di 5 m, le cose si complicano ed è facile capire perché. Una coda leggera non tesa equivale a disegnare in aria forme geometriche, estremamente brutte da vedere, che non generano nessun risultato valido ai fini della pesca. Con le code pesanti il discorso cambia, in quanto la massa della coda va a tappare i buchi lasciati dall’eventuale

scarsa tensione. Una coda lanciata non in asse, sia indietro che in avanti, perde tensione e di conseguenza velocità. La causa di tale errore sta nella spinta all’indietro o in avanti data ‘aprendo’ o ‘chiudendo’, cioè con la canna che esce o rientra rispetto a un ipotetico asse, agendo quindi su traiettorie diverse. La coda deve assolutamente seguire la stessa retta disegnata dalla vetta della canna e viaggiare quindi sullo stesso asse qualunque sia l’inclinazione della canna, sia nel lancio in avanti che in quello indietro. Stare in asse contribuisce quindi a non far perdere alla coda di topo la tensione necessaria che serve per lanciare in velocità, ma è la precisione quella che se ne gioverà di più. Pensate, ad esempio, di aver mirato in un punto ben preciso; se la coda non sta in asse con il vettino della canna, che in questo caso funge da ‘mirino’, farà sicuramente un tragitto diverso, vanificando ogni risultato prefissato. Eliminare questo difetto, come accennato, non è facile, dal momento che i riferimenti non sono molti, specie nel lancio all’indietro, senza considerare che anche piccoli fuori asse, che all’altezza del mulinello sono sì e no percettibili, a oltre due metri più in su, e cioè all’altezza della vetta, sono sicuramente più ampi. Per eliminare il difetto occorre anzitutto rendersi conto del fatto che lo si sta commettendo. A meno che non sia eclatante, infatti, la rotazione all’esterno del mulinello (l’unica spia che il pescatore può avere per verificare la rotazione) spesso non viene affatto ravvisata dal lanciatore. Per potersene accorgere, o ci si fa seguire da qualcuno, che anche se non lanciatore sarà sicuramente in grado si valutare il fuori-asse, o si fa la cosiddetta prova del ‘muro’, che consiste, trovata una parete possibilmente liscia e senza ostacoli, nel simulare il lancio senza canna, facendo toccare la punta delle dita sul muro in tutto il tragitto avanti e indietro. Chi va in fuori asse si accorgerà che in un determinato punto del lancio, di solito nelle spinte in avanti e indietro, le dita si discostano dal muro. Lì e solo lì bisogna concentrare tutti gli sforzi. Errore nell’apertura verso l'esterno nel lancio indietro che causerà un fuori asse. A sinistra: il movimento errato, con il mulinello aperto; a destra: giusto asse nel lancio indietro: si noti il mulinello in asse con la canna.

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TECNICA SPINNING

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L’ORA DELL’ASPIO RENZO DELLA VALLE [renzodellavalle@gmail.com ]

FOTO DI RENZO DELLA VALLE, MARIO NARDUCCI E SIMONE CARSETTI

ra i pesci predatori introdotti nei fiumi italiani agli inizi di questo secolo, l’aspio è senza dubbio il più elusivo nei confronti dei nostri artificiali. Molti spinner pensano ancora oggi che, essendo un ‘cugino’ del nostro cavedano, abbia un comportamento simile e si ostinano a pescarlo con gli stessi artificiali che da sempre indirizzano al ciprinide nostrano. Ma si sbagliano. A partire dal fatto che l’aspio è un predatore puro e che, anche se i soggetti più piccoli si lasciano prendere con esche naturali quali il bigattino, gli esemplari medio-grandi si comportano da carnivori spietati, ai danni di tutto il pesce foraggio del circondario. Non è un caso se, nei fiumi di pianura dove l’aspio

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si è stabilmente insediato, il nostro cavedano sia notevolmente calato nel numero: gli aspi hanno fatto strage dei piccoli cavedani, per i quali hanno una particolare predilezione. Possiamo affermare che l’aspio è più simile, nel comportamento, alla grossa trota di fiume o al persico reale, visto che caccia in particolari orari della giornata e con finestre di attività limitate e che preferisce inseguire il pesce foraggio in piccoli gruppi bene organizzati. Ma c’è un altro aspetto che rende l’aspio molto differente dagli altri pesci carnivori e persino dai ciprinidi suoi parenti: il periodo della riproduzione è decisamente anticipato e, per quanto riguarda i fiumi della pianura padana (che poi sono quelli dove l’aspio si è diffuso maggiormente), avviene alla fine dell’inverno.


in anticipo su tutti

L’anticipo della frega è un’autentica stranezza nel mondo dei ciprinidi nostrani e di importazione. Mentre il cavedano frega nei fiumi tra maggio e giugno, l’aspio inizia a riprodursi già a febbraio, sviluppando dapprima i ‘tubercoli nuziali’, una punteggiatura sempre più marcata e localizzata del corpo, facilmente visibile e percepibile passando i polpastrelli su capo e dorso del pesce. Questa particolarità anatomica ci aiuta nel prevedere quando avverrà la fase riproduttiva, che si esaurirà poi in una decina di giorni. Ed è questo momento clou che coincide con le maggiori probabilità di cattura, proprio come avverrà, con qualche mese di ritardo, per il cavedano nostrano. Il richiamo della riproduzione è sentito dapprima dagli aspi più grandi, quasi sempre femmine cariche di uova che attirano sui letti di frega i maschietti più piccoli. In breve si formano gruppi di aspi tutti di taglia interessante, molto nervosi e reattivi, pronti a scacciare qualsiasi piccolo pesce che entri nel loro territorio di frega. I letti di frega sono costituiti da fondali medio-bassi, con almeno due metri d’acqua, su correnti uniformi, costituiti da un mix di sabbia e ghiaietto. Di norma vengono scelte le correnti vicino a rive piatte e sabbiose che si trovano di fronte alle massicciate profonde dove gli aspi si radunano con l’arrivo dell’inverno, cercando di mantenere il contatto col pesce foraggio. La fase riproduttiva vera e propria può partire decisa e durare, come si è detto, una decina di giorni, ma possono esserci dei periodi di

stasi e di ripresa che si verificano se sopraggiungono piene anomale o se il livello del fiume cala improvvisamente. Trovare questi spot non è comunque facile, e occorre sempre una buona conoscenza del fiume. Ad aiutarci intervengono gli aspi che, dopo essersi concentrati sui fondali per la frega, ogni tanto si mostrano saltando o compiendo rumorosi gorghi in superficie.


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ALI che passione STELIO DI MANNO [steliodima@gmail.com] FOTO DI RUGGERO DI MANNO

uello delle ali è uno degli eterni dilemmi della costruzione. Come realizzarle: in piuma, in fibre, in pelo? Rispolverando un metodo lanciato qualche tempo fa da Renato Cellere, ho preso un foglio di cellophane, ho ritagliato un quadrato e ho cominciato a fare delle ali… Occorre anzitutto carteggiare bene il cellophan con una carta abrasiva da carrozziere per togliere il lucido, quindi sagomarle con le forbici a seconda delle esigenze. Ciò fatto, ci si deve passare sopra con uno spillo per realizzare le venature, colorarle con dei pantoni e applicarle. Come sempre, trovato un metodo ho provato ad applicarlo nella costruzione di diversi insetti, dalle effimere ai tricotteri, ai plecotteri. Mi sono avventurato anche nel mondo dei gamberetti, facendo il carapace. In pesca hanno dimostrato un buon approccio all’acqua: non frullano e sono abbastanza resistenti, per cui ho pensato fosse interessante proporne qui alcuni.

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1. Effimera

• amo: n. 16 • corpo: quill oliva • cerci: gallo grigio • ali: cellophane sagomato tinto grigio • zampette: camoscio in asola

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Da usare durante la schiusa di piccole effimere in primavera.

2. May fly

• amo: n. 8 • cerci: fibre • coda: fagiano maschio • corpo: dubbing di maschera di lepre chiara • ribbing: coda di fagiano • ali: cellophane sagomato e tinto con pantoni • collarino: camoscio

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Da usare in presenza di grosse effimere nella tarda primavera.

3. Leutra fusca

• amo: n. 18 • corpo: airone grigio • ali: sezioni di cellophane sagomate e tinte grigio • collarino: cul de canard e gallo pardo in asola Mosca indispensabile a inizio e fine stagione di pesca; da usare in caccia.

4. Grey sedge

• amo: n. 12 • corpo: dubbing di foca grigio con lepre artica naturale • ali: due sezioni di cellophane sagomato e pantonato, montate sovrapposte • collarino: mix di capriolo e lepre artica • antenne: alce Da usare in caccia, nei pomeriggi estivi.

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fLY tYing Contest

spediZione entro iL 15.2.2020: Montaggio dorsaL (piero Lumini)

inviaCi La tua MosCa: potrai vinCere un kit Con • MuLtiCLaMp sWissCdC • ago per duBBing ad asoLa • 8 Buste sWissCdC

Il sistema di montaggio del contest del prossimo numero è

MONTAGGIO DORSAL (Piero Lumini) Spedizione entro il 15 febbraio 2020 a La Pesca Mosca e Spinning, via Musignana 7, 50022 San Polo in Chianti. Dressing e note di commento in un file di testo a redazione@lapescamoscaespinning.it

Regolamento completo su

www.lapescamoscaespinning.it Premio Su oGni numero: KIT ACCESSORI E MATERIALI PER LA COSTRUZIONE offerti da Flyfishdolomiti.com di angelo Piller e da CdCSWiSS www.cdcswiss.com. il kit è costituito da: • SwissCDC Multiclamp Una pinza moderna, realizzata interamente in acciaio inox ad alta resistenza, con superficie satinata. L’area interna aperta serve per raggruppare o spostare il materiale senza l’aggiunta di altri strumenti. La forma appuntita fa sì che la pinza scivoli nelle varie pelli, sintetiche o naturali. Tale versatilità le consente di non essere usata solo per il cdc o per hackles di gallo, ma anche per tutti i materiali che si desidera inserire nell’asola. Il materiale da utilizzare può essere prelevato direttamente dalla pelliccia; il righello sulle ganasce consente di mantenere sempre uguale la quantità di materiale. • Ago per dubbing ad asola Daniel Wilmers Un accessorio che semplifica al massimo la realizzazione del dubbing ad asola. Grazie a questo ago, dotato di microardiglione, dividere in due il filo di montaggio è infatti facile e immediato. La curvatura dell’ago, oltre ad agevolare l’intero processo, è in grado di fornire il punto preciso in cui è situato il microardiglione. • 8 buste di materiale selezionato CDCSwiss Special Edition Capriolo CH (2x), Special Edition Camoscio CH (2x), SwissCDC South America Fur (2x), SwisscCDC Edition (2x)

Premio FinaLe annuaLe: kiT da ViaGGio offerto da Stonfo. il kit è costituito da: • Morsetto Stonfo Airone (art. 699) Morsetto da viaggio per la costruzione di mosche artificiali. Grazie al design particolare e a una serie di snodi, può essere richiuso e riposto in un’apposita scatola di cm 15x10x2. La lavorazione accurata e la scelta dei materiali consentono a questo piccolo morsetto di avere prestazioni eccezionali. L’Airone utilizza la stessa efficiente pinza intercambiabile del morsetto Elite. La testa è inclinabile, rotante a 360° e regolabile in altezza. Munito di frizione sul movimento di rotazione con bloccaggio in qualsiasi posizione. Ulteriori informazioni su www.stonfo.com.

Lure BuiLding Contest

• Stonfo Travel Tool Set (art. 711) Set da viaggio completo di otto utensili per la costruzione di mosche artificiali e streamer. Fornito in una robusta ed elegante scatolina il cui interno in gomma è sagomato per dare a ogni utensile un preciso alloggiamento, il set comprende: forbicine, bobinatore Bobtec1 con tensionamento del filo regolabile, passafilo, annodatore-annodatore conico, spillo di montaggio, pinza per hackles, rotodubbing mini, pettine comb. Ulteriori informazioni su www.stonfo.com.

spediZione entro iL 15.2.2020: CurLY taiL per iL LuCCio

inviaCi iL tuo artifiCiaLe autoCostruito: potrai vinCere una Canna MoLix skirMjan Msk-pH-792MH

L’artificiale del prossimo numero è

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CURLY TAIL PER IL LUCCIO Spedizione entro il 15 febbraio 2020 a La Pesca Mosca e Spinning, via Musignana 7, 50022 San Polo in Chianti. Dressing e note di commento in un file di testo a redazione@lapescamoscaespinning.it Skirmjan MSK-PH-792MH Length: 7’9” (236 cm) Lure: 3/8 – 1 oz (10–28 g) Line: 10–20 lb Action: Fast

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Skirmjan rodS

La Skirmjan MSK-PH-792MH è una canna in due sezioni adatta alla ricerca di tutti i predatori, in acque sia dolci che salate. Ottima con minnow e jerk oppure esche in gomma e testa piombata, è molto conica e dunque estremamente sensibile per trasmettere efficacemente il contatto col fondale e le più timide abboccate, MOSCA e a SPINNING 4/2019 fondali e nelle grosse correnti. Non teme le forti sollecitazioni con peanche nei• recuperi balzi, su•profondi sci di taglia importante.

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Potenti, leggere ed estremamente bilanciate, grazie alla tecnica costruttiva che riesce a combinare due differenti tipi di carbonio ad alto modulo HHC (Hyper Hard) e FC (Flexible) con una nuova resina ad alta densità, le canne Skirmjan sono disegnate e progettate per la moderna pesca con le esche artificiali. Ogni modello ha caratteristiche specifiche per tecnica e tipo di artificiale.


FRANCESCO GIORDANO • INTERPRETAZIONI SONORE SOFT

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Lasciati tentare dai nostri gadget... Molix Jubar Smart + Molix Jugulo Casting oppure Slamatore Stonfo Tubetech moLiX juBar SmarT • 8,5 cm (3.3/8 in) • 9 g (5/16 oz) • Suspending

Perfetta combinazione tra performance di lancio, movimento ed efficacia, questo artificiale ha un interno che è stato disegnato con una nuova partizione dei pesi, che lo bilancia in ogni condizione di pesca. I numerosi test effettuati hanno dimostrato che reagisce in scioltezza a ogni categoria di recupero, sia regolare e costante che ritmato da jerkate lunghe e decise. Per offrire le migliori performance nel lancio, si è reso necessario l’utilizzo di una resina base e di una rifinitura completamente innovative. Il risultato è un artificiale suspending eccellente sino a un metro e mezzo di profondità, dove sosta la maggior parte dei pesci foraggio. Deep range: da 100 a 150 cm (3.2 to 5 feet). Per maggiori informazioni: www.molix.com.

moLiX juGuLo CaSTinG • 6,5 cm (2.1/2 in) • 15 g (1/2 oz) • Sinking

Il Jugulo Casting è costruito con materiali e vernici di elevate qualità e molto resistenti alle sollecitazioni cui sono sottoposti gli artificiali dedicati agli impieghi in acqua salata. Il corpo, molto aerodinamico, ha una disposizione dei pesi decentrata che gli dona un movimento molto simile al comportamento di un pesce foraggio in mezzo al suo branco. Grazie alla sua forma, si lancia in modo efficacissimo e ha un’azione di nuoto unica. Si può utilizzare agevolmente da riva e da natante. Se ne intuiscono facilmente le modalità d’uso, che lo rendono appropriato anche per ottenere rapidamente ottimi risultati su tonno, serra, palamita, alletterato, lampuga, spigola e ricciola, che sono alcuni dei predatori che potrà insidiare, ai quali vanno aggiunte molte specie tropicali.

SLamaTore STonFo TuBeTeCH

Lo slamatore Stonfo Tubetech con testina sagomata tubolare (art. 615) è un prodotto di alta qualità studiato per una rapida estrazione dell’amo senza danneggiare né il pesce, né la mosca. Prodotto con materiale molto resistente e con impugnatura anatomica in gomma, è ottimo per ogni tipo di pesca e indispensabile quando si pratica il catch and release. È munito di foro per l’aggancio al gilet. Per maggiori informazioni: www.stonfo.com

Puoi pagare con o con bonifico sul c/c bancario intestato a Zona Franca Edizioni srl presso la Banca Popolare dell’Emilia Romagna, agenzia S, Roma, IBAN IT87Q05387032222000002222167 oppure con versamento sul c/c postale n. 1023658204 intestato a Zona Franca Edizioni srl. Per informazioni: tel. 06/42.90.38.54 - abbonamenti@lapescamoscaespinning.it abbonamento on line su www.lapescamoscaespinning.it/abbonamento


recensioni mercatino CANNE, MULINELLI, ARTIFICIALI, ACCESSORI Vendo due canne da spinning St. Croix premium grafite in due pezzi: una 2401-ML-6'6" Lure wt. 1/8 oz Line wt. 6 -10 lb e una 2401-UL-5'6" Lure 1/32 - 3/16 oz Line wt. 1-4 lb, 50 euro l'una. Gianpiero, giampy_fly@alice.it, 340/6885646. (A) Vendo canna da spinning Sage modello GSP 470-3 lunghezza 7’0”, 3/85/8. Canna in tre pezzi da viaggio che non ha bisogno di presentazioni, tenuta benissimo, completa di fodero e tubo per il trasporto. Prezzo: 200€ trattabili più trasporto. Carmine, 328/2974161. (F) Vendo mulinelli antichi tipo Abu Cardinal e Luxor vari modelli, tutti in perfette condizioni. Disponibile a inviare foto. Carmine, 328/2974161. (F) Vendo canna bamboo Leonard 50DF (replica) nuova, mai usata. Tel. 338/1365571, procaccirenzo61@gmail.com. (F) Vendo Bamboo Cattanach «sir D» 7’ coda 4 (replica), mai usata. Prezzo 200 euro. Contattare Renzo, cell. 338/1365571. (E) Cedo canne in refendu Hardy, Milword. Pezon et Michel Parabolic e BB Spinnig, tutte con fodero o tubo originale, più Hardy serie Yet. Alessandro, 377/5204853, alessandro.pagani1954@gmail.com. (E) Giorgio Fattori, Beppe Saglia, Valerio Santagostino, Manuale di pesca a mosca. Tecniche, tattiche e materiali per pescare in Italia e all’estero, Prefazione di Angelo Piller, Postfazione di Maurizio Vedovati, Editore Ulrico Hoepli, Milano 2019, seconda edizione, 23,5x22 cm, pp. x+390 completamente illustrate a colori, ISBN 978-88-2039138-6, € 39,90, disponibile in e-book, www. hoeplieditore.it. Esaurita la prima edizione del 2007, esce ora arricchita di 64 pagine, nonché di coperta cartonata e sovracoperta a colori (ma allo stesso prezzo di allora), la seconda edizione di questo importante manuale, che prende in esame tutti gli aspetti della pesca a mosca, senza trascurarne nessuno ma soffermandosi in particolare sul lancio (ben 150 pagine) e sulle tecniche da adottare nei vari ambienti e nei confronti dei pesci che li abitano (altre 120 pagine). Le novità e gli aggiornamenti del volume riguardano la tecnica della Tenkara, che tanto sviluppo ha avuto in Italia negli ultimi anni, a cura di Giorgio Fattori (con la collaborazione di Ryuta Okano e Uberto Calligarich), i lanci con canna a due mani (Spey, Scandi e Skagit), a cura di Valerio Santagostino, e la pesca all’estero, con la descrizione dei relativi pesci, a cura di Beppe Saglia. Tutte le parti del volume sono riccamente e ben illustrate, cosa della quale si giovano in particolare le pagine sul lancio, per la migliore comprensione di argomenti tecnicamente più complessi. Il risultato complessivo è quello di uno strumento prezioso, ideale nel dare risposte corrette, precise e spesso esaustive – con uno stile pratico e ben comprensibile – alle varie domande che si possono affacciare alla mente di chi vuole intraprendere la pratica di questa meravigliosa tecnica di pesca o vuole approfondirne aspetti nuovi o meno noti. È una gioia che la scarsa bibliografia italiana in materia si arricchisca della seconda edizione di questo volume, tornato così a rappresentare una sicura fonte di partenza, ma anche di consultazione, per il moderno pescatore a mosca. (e.o.)

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MOSCA e SPINNING

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Vendo le seguenti canne da spinning: Rapture X RAY 6'8, 3/16-5/8, azione Fast monopezzo portata una sola volta in pesca, praticamente nuova, vendo per sfoltimento attrezzatura € 80; Savage Gear Bushwhacker 8' 10-40 g, due pezzi: vinta in una gara, ha ancora i cartellini e il nylon sul sughero € 80. Gran canna da luccio/serra. Spedizione a carico dell'acquirente, consegna a mano Pistoia Lucca Firenze Pisa Prato. Juri, juripike@outlook.it, 338/22.69.704. (D)

LIBRI E RIVISTE Cerco annate rivista «La Pesca a Mosca e Spinning» dal primo numero del 1990 al 1997. Gianandrea, gbbasshunter@hotmail.com, 349/5453960. (B) Vendo riviste «La Pesca Mosca & Spinning» dal n. 1 del 1990 a tutto il 2010 annate complete e perfette. Marco, tel. 338/6504431, marco.cavicchi@alice.it (A) «La Pesca Mosca e Spinning» (39 fascicoli) e altre, per un totale di 89 riviste di pesca mensili o bimestrali, anche annate complete, perfettamente conservate e senza alcun difetto, anni 2006 /2016. Alfred, freddi fly@alice.it. (B)

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