La Pesca Mosca e Spinning 3/2019 anteprima

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Poste Italiane SpA – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1, c. 1 C/SA/40/2016 - anno XIX, n. 9 - Giugno-Luglio 2019

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giugno-luglio 2019

€ 5,90

Ombre & livelli James Chalmers Carpa: il prefrega Gacka 1: primavera I no kill della Val Seriana Montaggio Palmer [12 pp.]

Il momento dei wtd Un italiano al Classic Caldo, topwater e jerk Autocostruzione: minnow Saltwater: nuovi traguardi Jerkbait: il nuoto impazzito Mataven: il paradiso del peacock




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UN ITALIANO AL CLASSIC

LE STAGIONI DEL GACKA prima parte

di Michele Fanfani

Direttore responsabile Eugenio Ortali

Per la prima volta dopo venti anni di tentativi, al Bassmaster Classic di quest’anno era presente un italiano: Jacopo Gallelli, da Firenze. Il resoconto della sua partecipazione nelle parole di uno che c’era, ovvero che lo ha accompagnato a vivere la grande esperienza.

di Pietro Brunelli

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«Sul Gacka tutti hanno opinioni, giuste o sbagliate che siano, ma la verità è che questo fiume è misterioso e ci porgerà i suoi doni solo se lo ascolteremo e lo osserveremo a dovere». Il primo di tre articoli su base stagionale.

redazione@lapescamoscaespinning.it www.lapescamoscaespinning.it www.facebook.com/MoscaeSpinning http://twitter.com/lapescaMeS www.flickr.com/photos/moscaespinning www.youtube.com/user/MoscaeSpinning

Hanno collaborato a questo numero Moreno Bartoli, Pietro Brunelli, Federico Casari, Angelo Celino, Renzo Della Valle, Michele Fanfani, Fabio Federighi, Loris Ferrari, Paolo Fortunati, Massimo Ginanneschi, Massimo Magliocco, Alessandro Massari, Gian Paolo Mingozzi, Ivano Mongatti, Giorgio Montagna, Michele Moro, Armando Quazzo, Federico Renzi, Gianluca Sulas

Amministrazione, pubblicità, abbonamenti e arretrati Zona Franca Edizioni srl Via V. Veneto 169 • 00187 Roma tel. 06/42.90.38.54 abbonamenti@lapescamoscaespinning.it

OMBRE & LIVELLI

JERKBAIT: IL NUOTO IMPAZZITO

di Massimo Magliocco

di Renzo Della Valle

Elementi molto rilevanti da considerare nella conoscenza dell’ambiente fluviale, ombre e livelli hanno un’importanza notevole sul comportamento dei pesci, per cui la loro valutazione è alla base in un corretto e consapevole approccio al fiume e alla pesca.

Nati per superare l’assuefazione che in certe situazioni i predatori presentano nei confronti dei minnow tradizionali, i jerkbait sono specializzati nel compiere scatti laterali e brusche variazioni di assetto – e traiettoria –, attraverso recuperi a strappi più o meno ritmati.

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Pubbliche relazioni e pubblicità Renzo Della Valle, Giorgio Montagna renzo.dellavalle@gmail.com, jomontagna@tiscalinet.it

Pubblicazione periodica Disponibile anche in versione digitale su www.ezpress.it Tutti i diritti riservati LA PESCA MOSCA E SPINNING ZONA FRANCA EDIZIONI srl Iscrizione ROC n. 26695 del 22.9.2016 Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 225 del 29.9.2014 Direttore editoriale Giulio Fascetti Stampa: Tuccillo Arti Grafiche, Afragola Distribuzione: Press Di, Distributore stampa e multimedia srl - 20134 Milano

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MOSCA e SPINNING

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CALDO, TOPWATER E JERK

I NO KILL DELLA VAL SERIANA

di Gianluca Sulas

di Paolo Fortunati

Con l’arrivo del caldo, ci si può finalmente permettere di raccogliere dalla rastrelliera portacanne l’artiglieria medio-pesante e recarsi in scogliera, con le giuste cautele, per mettere a bagno jerk, popper e wtd e tentare barracuda e serra, ma anche lecce e ricciole.

La descrizione dei no kill presenti sul fiume Serio: quello nel comune di Casnigo, quello situato fra i comuni di Albino e Cene, quello più noto nel comune di Ponte Nossa. Con indicazioni sui regolamenti e sull’attrezzatura più consona da impiegare.


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MATAVEN. IL PARADISO DEL PEACOCK

JAMES CHALMERS

MINNOW PER LA TROTA

di Armando Quazzo

di Michele Moro

In occasione del Memorial Stefano Candiani, organizzato dalla Spey Band Community, James Chalmers, scozzese e campione del mondo di lancio con canna a due mani nel 2014 a Blenhaim, ha stupito la folla con lanci favolosi e dispensato consigli e suggerimenti.

Per la pesca ultralight delle piccole trote selvatiche, e non solo, niente di meglio di questo minnow da 3,5 cm che tiene bene la corrente e sfoggia un movimento frenetico, dove wobbling e scodinzolio si sposano in un connubio ideale, capace di risvegliare anche le trote più smaliziate.

di Alessandro Massari Affluente incontaminato del più famoso Orinoco, il Mataven ospita tre specie di peacock: il Chicla ocellaris, divertentissimo sull’attrezzatura leggera, il Chicla orinocensis e il più ambito e grande Chicla temensis, il pavòn per antonomasia.

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CARPA: IL PREFREGA

SALTWATER: NUOVI TRAGUARDI

di Federico Casari e Gian Paolo Mingozzi

di Angelo Celino

Il periodo che precede la frega della carpa è molto proficuo per la sua pesca, perché il pesce è alla costante ricerca di una quantità di cibo che possa dargli proteine ed energie sufficienti per affrontare la riproduzione, che avviene proprio nel periodo di tarda primavera.

«Ciò che rappresentava il quadrinomio dello spinning inshore (spigola, serra, barracuda, leccia), completato dallo spinning offshore (tunnidi in mangianza), riesce oggi a spingersi oltre con gli sparidi (dentici, saraghi e occhiate), fino ai balistidi (pesce balestra)».

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IL MOMENTO DEI WTD

MONTAGGIO PALMER

di Giorgio Montagna

di Ivano Mongatti

I mesi tra giugno e tutto settembre rappresentano il momento migliore per cercare la chiassosa ed emozionante abboccata in superficie: le imitazioni con movimento walking the dog possono consentire catture di bass e persici reali di ottima taglia.

Il palmer è un montaggio con il quale una o più hackles (spesso di collo o di schiena di gallo) vengono montate lungo buona parte del corpo, sia per realizzare dry fly di tutte le tipologie, sia per conferire maggior volume e movimento alle sommerse o agli streamer.

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fish facts

a cura di Marco Sammicheli

considerazioni sul nuovo regolamento

DEROGA ALLOCTONI «Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte, ha approvato, in esame definitivo, un regolamento, da adottarsi mediante decreto del Presidente della Repubblica, che modifica la disciplina relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche (DPR 8 settembre 1997, n. 357). In particolare, il regolamento dispone che, in presenza di motivate ragioni di interesse pubblico, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare possa derogare al divieto di reintroduzione, introduzione e popolamento in natura di specie e popolazioni non autoctone nel territorio italiano, sulla base sia di studi che evidenzino l’assenza di effetti negativi sull’ambiente, sia di appositi criteri, che lo stesso dovrà adottare entro il termine di sei mesi dalla data di entrata in vigore del provvedimento. Il testo tiene conto dei pareri espressi dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e dal Consiglio di Stato.» La notizia è stata diffusa sui social network causando tra i pescatori una serie di reazioni nettamente polarizzate. A parte gli studi e i criteri annunciati come garanzia, a fare notizia è il principio e mentre sono fioccate le critiche e iniziate petizioni contrarie, i pescatori sembrano essersi divisi tra pochi entusiasti e molti arrabbiati. Il principio appunto dice che in un contesto di allarme per la diffusione delle specie alloctone, il gestore emette norme che permettono di immettere pesci non autoctoni. Lo scandalo che ne deriva è motivato e tocca un nervo scoperto. Da una parte il tema viene normalmente ignorato dai non pescatori visto che nonostante le normative vigenti l’immissione di pesci non autoctoni è diminuita, cambiata ma mai cessata, principalmente per quello che riguarda le trote. D’altra parte i pescatori hanno da sempre sostenuto le immissioni e continuano a farlo come testimonia il grande successo delle riserve di pesca che prosperano sulla base della immissione di pesci non autoctoni e vengono gradite e indicate come esempi virtuosi di gestione, visto che ci sono tanti pesci per tutti, basta pagare, e dove non si paga nessuno fa immissioni e la pesca è nettamente meno produttiva. Si sa che il nodo maggiore per la pesca ricreativa riguarda proprio la trota e si sa anche che molta della pesca alla trota come la si intende oggi, anche se non da oggi, dipende dalle immissioni. Il fatto è che in larga parte delle acque italiane gli interessi della pesca si basano soprattutto se non esclusivamente su trote non autoctone immesse e questo, tenuto per buono il modello di gestione attuale, dipende da un grave ritardo nel passaggio alla produzione di materiale ittico autoctono per le aree occupate naturalmente da diversi tipi di trota. Il problema vero sta però nel fatto che ci sia un inderogabile bisogno di ricorrere in modo costante e continuativo alle immissioni, creando una pesca sostenuta artificialmente e spesso diversa da quella dei laghetti a pagamento solo per-

ADERISCI AD APR

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MOSCA e SPINNING

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ché si usano corpi idrici in contesti ambientali di maggiore valore. Un sistema di gestione che ha fatto a lungo girare soldi e consensi e che ha continuato ad operare sostanzialmente inalterato anche oltre ai limiti stabiliti dalle norme restrittive. A lungo i proventi delle licenze di pesca hanno visto una delle destinazioni principali nell’immissione di pesci, stabilizzando una vera filiera che ha reso i corsi d’acqua semplici contenitori in cui riversare pesci. Sono stati gli stessi pescatori a chiederlo e pretenderlo, a lamentarne eventualmente l’insufficienza. Il sistema ha cominciato alla fine a barcollare e si sono dovute trovare motivazioni concrete, ad esempio che le trote non autoctone possono servire a diminuire la pressione di pesca per quelle autoctone, ma andrebbe precisato che avrebbe dovuto trattarsi di un metodo destinato ad esaurirsi in un determinato lasso di tempo, fino a che non fosse stabilizzata una gestione per le sole trote autoctone regolamentando la pesca in modo sostenibile, ovvero tale da garantire l’autosostentamento delle popolazioni ittiche autoctone. Trote a parte, se vale il principio della deroga, pur passando per un approfondito esame dei casi, questa potrebbe riguardare molte specie, dovunque si possa decidere che non si produce un danno. Le annunciate prescrizioni di salvaguardia dovranno quindi dare strumenti di valutazione che saranno certamente esposti a rischi di interpretazione. Ci sarà ad esempio da vedere se prevarrà la considerazione dello stato attuale delle popolazioni ittiche o quella delle autoctonie. In acque interessate da popolazioni ittiche non autoctone completamente stabilizzate si potrebbe ad esempio considerare come altre immissioni di alloctoni non danneggerebbero nessuna autoctonia visto che il danno è già stato fatto. In un caso del genere non si vede perché si dovrebbe vietare di poter immettere una qualsiasi specie, visto che quelle già presenti essendo alloctone non devono essere salvaguardate. Alla fine resterà solo da decidere la collocazione delle zone di pesca, dividendo le acque pubbliche in due grandi categorie: quella delle autoctonie difese e sostenute da immissioni e quella delle alloctonie garantite da perizie tecniche. Uno scenario pessimo, che però potrebbe risultare pienamente funzionale e gradito a molti pescatori che potrebbero avere la loro fetta della torta. Un tassello non trascurabile riguarda anche la specificamente citata ‘reintroduzione’ di specie alloctone, che si può interpretare come rilascio di pesci alloctoni dopo la loro cattura. Un problema già da tempo oggetto di attenzione, che il nuovo provvedimento potrebbe aggirare evitando la serie di problemi sollevati per alcune specie invasive dalla necessità di smaltimento di pesci non destinati al consumo. La questione genera un corto circuito in un contesto nel quale la scienza dichiara di non avere strumenti per l’eradicazione degli alloctoni e si affida a una politica di contenimento che trova nella pesca ricreativa un riferimento quanto mai aleatorio. La pesca ricreativa in acque interne ha a suo tempo instaurato un facile e redditizio metodo di gestione basato sul controllo della pescosità attraverso le immissioni. Un sistema del quale ha fatto parte l’introduzione di molte specie alloctone e invasive, operata per lo più scientemente ma senza nessuna coscienza degli effetti che avrebbe portato. Da allora

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in omaggio un’esca Mommotti 180 di Seaspin


il settore ha costantemente operato prima per potenziare e poi per difendere questo modello, finendo per continuare ad applicarlo anche quando era diventato in contrasto con nuove normative orientate alla tutela delle risorse autoctone. Le nuove norme di tutela hanno avuto una storia abbastanza travagliata da indicare chiaramente la necessità di un’evoluzione, quanto meno per evitare il rischio di crisi improvvise del settore. L’attuale notizia sembra invece dare seguito al problema con un correttivo che non appare destinato a fare da ammortizzatore per un cambiamento morbido ma a tenere insieme la filiera scongiurando rischi di crollo come anche la necessità di investimenti in scienza, gestione, produzione e soprattutto informazione e cultura. Tralasciando quello che è attualmente l’immaginario della pesca in acque interne, per le trote il problema tecnico principale che grava sulla filiera della pesca ricreativa sembra quindi essere soprattutto di tempistica. È mancato e continua a mancare un programma di medio periodo che permetta una transizione morbida senza la quale una grande fetta di pesca ricreativa si troverebbe da un giorno all’altro privata dei suoi standard, sostenuti da tutta la filiera sia sul lato delle aziende che da quello delle associazioni dei pescatori. Riprendendo invece proprio l’immaginario della pesca in acque interne, è evidente che c’è un grande lavoro da fare per tornare a valori di qualità e al legame vero con i territori e con le loro risorse naturali, restringendo la pratica delle immissioni alle sole necessità di reale ripopolamento dovute a cause contingenti.

pesci e PFAs

L’INQUINAMENTO DEL PO E DEI SUOI PESCI Tra nuovi dati scientifici e sporadiche misure di restrizione della pesca, sta diventando sempre più evidente quanto le acque del maggiore fiume italiano, il Po, siano inquinate e di quanto possano esserlo anche i pesci che le popolano. La novità non è certamente che ci sia inquinamento, perché questo era evidente e del resto inevitabile visto il modello di sviluppo del territorio interessato. La sveglia sembra che però sia suonata più forte con la misurazione della presenza di alcune sostanze pericolose e in particolare di quelle perfluoroalchiliche, conosciute come Pfas. Se il Veneto già a inizio anno ha vietato fino al 30 giugno 2019 il consumo di pesce pescato in 30 comuni delle province di Vicenza, Verona e Padova, giunge notizia di nuovi allarmanti dati riguardanti le acque padane. Il riscontro di forti concentrazioni di inquinanti pericolosi per la salute avverrebbe verosimilmente in moltissimi casi analizzando le acque di molti dei nostri fiumi. Certo tra i pescatori dilettanti non saranno molti quelli che osano mangiare pesci catturati in certe acque del fondovalle, ma sappiamo che c’è chi lo fa, la legge lo permette e anzi c’è la pesca commerciale che immette sul mercato in modo regolare e con i dovuti controlli sanitari pesci delle acque padane del piano. I controlli sanitari ci sono sempre stati ma è improbabile che l’inquinamento a cui si deve il divieto del Veneto si sia verificato improvvisamente, per cui, evidentemente, prima di quest’anno, controlli sanitari e regolamenti di pesca non erano riusciti a intervenire per contrastare il rischio e c’è appunto da chiedersi in quanti altri casi non ci siano ancora riusciti. Dal punto di vista dei pescatori, se gli inquinanti sono pericolosi per la salute e si accumulano nei pesci, sarebbe logico vietare il consumo delle catture, quindi tutta la pesca finalizzata al consumo. Per le specie autoctone dovrebbe significare permettere solo la pesca catch and release mentre per gli alloctoni, in una logica di contenimento della loro diffusione, si potrebbe passare dal problema di dover smaltire un rifiuto speciale a doverne smaltire uno tossico. Per inciso, tutto il problema del bracconaggio assumerebbe altri contorni assommando alle varie fattispecie di illecito anche quella non tanto di mancato controllo sanitario di pesci che potrebbero anche essere idonei al consumo, quanto della commercializzazione di pesci che si è stabilito essere a priori vietati al commercio e al consumo per necessità di tutela della salute pubblica.


notizie

Andrea Pegorin ed Emiliano Bartolini allo stand di La Pesca Mosca e Spinning.

ai francesi individuale e team, gli italiani secondi e terzi

BRANZINO THE CHALLENGE Vola in Francia l’ambito trofeo della terza edizione della competizione internazionale di pesca sportiva alla spigola ‘Branzino The Challenge’: ad aggiudicarselo Kevin Andrieux, sponsorizzato da Savager’s, con 364 cm al meglio delle cinque migliori catture di ognuna delle due giornate. Ha mantenuto la promessa Andrieux, che lo scorso anno aveva perso il gradino più alto del podio per una manciata di centimetri. Secondo classificato, con 323,5 punti, l’italiano Luca Giusti e al terzo posto con 309 punti, sponsorizzato da Fly Fishing Guide Italy, Francesco Marchi. Vincitore del Big Fish, con una preda di 63 cm, Davide Sartori, che però nella classifica generale si è piazzato al 6° posto con 249,5 punti totali. Fuori dal podio gli spagnoli, che nella classifica parziale erano al terzo posto. Due i tipi di premiazione previsti: una per la performance individuale, l’altra per i team. Al terzo posto, con 451 punti complessivi al meglio delle cinque catture individuali, il T3 Distribution Team, dove ritroviamo Davide Sartori con Simone Bredariol. Il secondo posto se lo è aggiudicato il Sampei 1 Team, cioè Marco Lapini e Massimiliano Birelli, che hanno totalizzato complessivamente 465 punti. Al primo posto, con 501 punti totali, i francesi del Propulsekayak Lauguedoc Fishing Club Team, al secolo Kevin Andrieux e Francois Schmitt. Prima volta a Orbetello per Schmitt, che è rimasto incantato dalla laguna e con la sua squadra già pensa al prossimo anno. Particolarmente complicata la mattinata dell’ultima sezione di gara: l’appuntamento con i kayakers che hanno iniziato a prepararsi alle 6.30 era sempre alla piattaforma del circolo canottieri, lato laguna di Levante, poi, dopo le ispezioni di rito e gli ultimi ragguagli, sono scesi tutti in acqua per raggiungere il terreno di gara, attraverso il canale che li ha

portati al largo nella laguna di ponente. Alle 8.00, il fischio d’inizio ha dato il via alla gara, che fin da subito ha cominciato a far registrare le prime catture, favorite dalle condizioni meteo ideali. Dopo circa un’ora, il vento è cambiato, soffiando a circa 70 km/h. «Abbiamo dovuto sospendere la gara e mettere in sicurezza tutti i pescatori; speravamo in un miglioramento che purtroppo non c’è stato e alle 12.00 abbiamo chiuso ufficialmente la gara», ha detto Silvio Smania, presidente di Insidefishing, organizzatore della competizione. «Momenti intensi hanno messo a dura prova la collaudata macchina organizzativa, per cui mi sento di ringraziare Irene Lizzulli, Marco Aldi, Marco Franci, Daniele Francioli, lo staff dei giudici di gara, dei collaboratori esterni e tutto lo staff di Insidefishing per la professionalità e la risolutezza nel gestire l’emergenza». La classifica finale, quindi, è stata realizzata prevalentemente tenendo conto del pescato della prima giornata di gara. Organizzata da Insidefishing e Galaxy Kayaks e patrocinata dal comune di Orbetello, ‘Branzino The Challenge’ ha visto la collaborazione di diverse realtà del territorio: la Cooperativa dei Pescatori, i Canottieri di Orbetello e il Consorzio Welcome Maremma. Oltre all’Official Global Partner della manifestazione Galaxy Kayaks, sponsor ufficiali le società Tubertini, Old Captain, T3 Distribution, Pure Fishing, Daiwa, Garmin Italia e Ozone Kayak. Media Partner: La Pesca Mosca e Spinning, Italian Fishing Tv e Tv 9 Italia, Lazio Tv; WebMedia Partner: La Pesca in Mare. «Un grazie speciale va a Pierluigi Piro, presidente della società Orbetello Pesca Lagunare, che ha sempre creduto nelle manifestazioni legate alla pesca sportiva e alla valorizzazione del territorio e in modo particolare a ‘Branzino The Challenge’», ha detto ancora Silvio Smania; «la laguna è uno straordinario patrimonio e i nostri concorrenti lo hanno capito e apprezzato e ce lo hanno dimostrato, il che ci dà la giusta carica per cominciare a pensare al prossimo anno». Per tentare di riportare in Italia il prestigioso trofeo, realizzato artigianalmente, bisognerà aspettare il primo weekend del prossimo maggio 2020.

giornata di pulizia del tratto umbro del no kill sul Tevere

BIONDO TEVERE 2019 Domenica 7 aprile si è svolta la manifestazione ‘Biondo Tevere’ 2019. L’obiettivo del Fly club Alto Tevere umbro, organizzatore di questa giornata di pulizia del tratto di fiume Tevere gestito dallo stesso, era quello di sensibilizzare tutti coloro che frequentano e amano il fiume sulla protezione dell’ambiente e di un ecosistema delicato. Il motto della giornata era «per un giorno si può pulire ciò che amiamo invece di pescare». Si trattava della quarta edizione della manifestazione, che è riuscita a coinvolgere davvero molte persone, dai pescatori con le rispettive famiglie a coloro che frequentano il percorso pedonale che costeggia il tratto del Tevere. La giornata è partita con il ritrovo al mattino nel paese di Piosina, dove sono stati creati i gruppi di raccolta cui sono stati forniti i sacchi per i rifiuti. Tutti i gruppi sono stati poi affiancati da mezzi moto-

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rizzati, per il conferimento dei rifiuti nei punti di raccolta concordati con l’ente preposto allo smaltimento. La manifestazione è stata un successo e ci si augura che nel futuro sempre meno persone pensino di poter fare del fiume la propria discarica e che tale giornata possa essere dedicata ad altro, perché i rifiuti sono stati portati in discarica da chi li ha prodotti. La raccolta si è conclusa con un pranzo per tutti i partecipanti presso la sede della Pro loco del paese. Gli organizzatori ringraziano tutti i partecipanti, compresi donne e bambini, il Mosca club Arezzo, il club il Bombo e Claudio Carrara, che alla fine della giornata ha offerto una dimostrazione di lancio.

al lago di Centro Cadore

III FLYFISHDOLOMITI/LOOP PIKE TROPHY Come annunciato nello scorso numero, ricordiamo che sabato 22 giugno si svolgerà la terza edizione del Flyfishdolomiti/Loop Pike Trophy presso il lago di Centro Cadore (BL). La manifestazione è aperta a tutti coloro che pescano il luccio a mosca con il belly boat. La particolarità del trofeo risiede nella ‘caccia’ al luccio di almeno un metro di lunghezza, sfida resa possibile grazie alle caratteristiche del lago di Centro Cadore, che, unite a una gestione all’avanguardia di totale catch and release dell’esocide, consentono lo svolgimento di un evento unico in Italia. Più che un trofeo vero e proprio, si tratta di un raduno che riunisce gli appassionati della pesca al luccio con la coda di topo. Numerosi i premi che verranno quasi tutti estratti a sorte. Sponsor della manifestazione sono Flyfishdolomiti e Loop. Per le iscrizioni e il regolamento, è possibile contattare Angelo Piller al numero di telefono cellulare 328/9682924 o mandando una mail a infoflyfishdolomiti@yahoo.it.


le novità per il bimestre

PESCA (SKY CANALE 236) A partire da sabato 1 giugno alle ore 22.00 Pesca (Sky canale 236) presenta «Seabasshunter 4». Si tratta degli episodi inediti e in prima visione della quarta stagione del programma dedicato alla pesca alla spigola, che quest’anno inizia i suoi viaggi alla ricerca della regina delle rocce granitiche delle scogliere di Capospartivento e Chia, in Sardegna. In uno dei luoghi più incantevoli dell’isola, gli spigolari pescheranno principalmente con esche top water e jerk. Negli altri episodi in onda a giugno si parlerà di jig metallici ed esche in silicone, si andrà a pescare nelle acque dello stagno di San Teodoro col biologo e guida di pesca Francesco Curreli, si scoprirà come si pesca la spigola sulle secche di posidonia isolate su fondali profondi dai 5 ai 10 metri. Scenari mozzafiato, emozioni di pesca e informazioni sulle varie tecniche rendono anche questa stagione di Seabasshunters un appuntamento davvero da non perdere per i moltissimi appassionati di pesca alla spigola.

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No kill Melfa Il Gacka in estate Piave, fiume sacro Il Po a Carmagnola Naviglio sforzesco L’Isonzo a spinning La laguna di Isbenas Trekking in Val Pellice Arzino a mosca e spinning Serra e spigole sul Magra Möll & Gail: trote & porcini Sangro e Volturno a Tenkara L’Avisio e il suo comprensorio La Dora Baltea e i suoi affluenti



notizie

Lunedì 3 giugno alle ore 21.30 inizia «Reality Fishing Explorer 3», ovvero la terza stagione inedita e in prima visione del programma in cui Antonio Varcasia e il team di Reality Fishing portano lo spettatore alla ricerca dei gamefish più affascinanti. Con il consueto ritmo veloce, con lo stile di ripresa curato e attraverso eccezionali riprese aeree e subacquee, il programma ci porta a conoscere alcune splendide realtà di pesca, come alcune inedite mete per la pesca a freshwater in Sardegna, diversi spot eccezionali nello Stretto di Gibilterra dove si possono insidiare praticamente tutti i predatori dal lato mediterraneo, e dove si potranno provare con grande successo le tecniche verticali nella parte atlantica.

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Da venerdì 14 giugno alle 22 andrà in onda «Doctor Trout», una serie nella quale il veterinario ittiologo Pier Paolo Gibertoni ci accompagna nel mondo dell’ittiologia e dell’idrobiologia applicata alla conservazione e gestione delle acque pubbliche. Approfondiremo le attività ittiogeniche, i monitoraggi ecologici, le operazioni di ripopolamento delle acque e gli studi etologici. Faremo poi un passo nel mondo dei salmonidi nativi italiani e in quello vivace dell’associazionismo alieutico. Un programma teso a trovare una nuova chiave di lettura del mondo acquatico, che stimoli le conoscenze e soddisfi le curiosità dei tanti che amano la pesca, ma che ancora poco sanno delle tantissime e importanti attività di gestione delle nostre acque, dai torrenti ai laghi, dai fiumi alle acque marine.


notizie

a cura dello Spinning Club Italia • www.spinningclubitalia.it

resoconti dalle varie sedi SCI

SEMINE DI LUCCI Vercelli. Il 13 aprile scorso i ragazzi della giovanissima sede di Vercelli hanno contribuito come forza di volontariato per la semina di luccetti organizzata dalla Fipsas territoriale, entusiasti all’opera nelle sorgive scelte come nursery per i piccoli avannotti. Il lavoro del gruppo di Andrea Bedello non si è tuttavia limitato a questo: partecipando durante il periodo invernale al recupero di diversi quintali di ciprinidi, persici e trote da alcuni canali messi in asciutta, aveva già dimostrato la buona volontà dei vercellesi ad occuparsi delle proprie acque. Piacenza. Lunedì 15 aprile è stata la volta del territorio piacentino, organizzata da Vainer Mazzoni tramite Fipsas Piacenza e l’ufficio Agricoltura caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna. La semina dopo diversi anni ha toccato nuovamente vari punti della provincia. Parafrasando un pensiero di Gianluca Finetti, sono piccoli gesti con un valore enorme, è la differenza tra un pescatore ‘acchiappapesci’ e uno che torna a casa orgoglioso di queste azioni. Veneto. In occasione della Delibera Regionale n. 91 del 26 gennaio 2018, che valorizzava il ‘Bando per il sostegno regionale a favore delle progettualità espresse dal mondo dell’associazionismo dei pescatori sportivo-amatoriali’, Spinning Club Italia ha presentato un progetto finalizzato alla reintroduzione del persico reale e del luccio nei più importanti corsi d’acqua delle province di Rovigo, Padova, Venezia e Treviso. L’intento è stato promosso dalla volontà di rafforzare la presenza di queste specie, in particolar modo del luccio sempre più rarefatto a causa dei fattori antropici che impattano sui nostri fiumi. Sabato 20 aprile, con grande entusiasmo e la partecipazione di oltre 50 ragazzi delle sedi interessate, è stata conclusa la seconda fase del progetto; grazie anche all’aiuto degli amici Lanciatori Bassa Trevisana, Beba Spinning Club e Lanciatori del Polesine, altri 16000 avannotti sono stati seminati nei luoghi prescelti delle quattro province coinvolte. Menzione particolare per i ragazzi della sede di Rovigo guidati da Emilio Destefani, che insieme a Lanciatori del Polesine hanno parallelamente finalizzato il progetto ‘Luccio italico’ nella propria provincia, coprendo in questo modo oltre 100 km di fiume dall’Alto al Basso Polesine. Un sentito ringraziamento va a tutti i volontari che hanno partecipato a questo grande lavoro, ai tecnici degli uffici pesca

provinciali, all’Ufficio Pesca della Regione Veneto, all’assessorato regionale nella persona dell’assessore Giuseppe Pan, a Fabio e Piero Boscolo del negozio Boscolo Sport, che hanno contribuito con una donazione a favore del progetto. Un ringraziamento va anche naturalmente a Mario Narducci, presidente Spinning Club Italia, e a Luca Passarella, coordinatore Veneto Spinning Club Italia: senza il loro impegno in prima persona non sarebbe stato possibile raggiungere questo obiettivo. Lodi. Non è stato semplice trovare i riproduttori puri con cui cominciare: sono stati percorsi chilometri di fiume alla ricerca di quegli esemplari che per maturità e produttività potessero garantire la continuità della specie. I volontari della sede di Lodi hanno così trovato alcune femmine in ottima salute, idonee alla spremitura e avviare così la stabulazione delle uova fecondate presso l’incubatoio gestito dall’associazione. È stato un passo importantissimo, perché con la prossima disponibilità di una zona umida apposita annessa alla struttura avremo il primo parco riproduttori di exos cisalpinus dell’Adda sub-lacuale, a riprova che il lavoro dei volontari Spinning Club Italia concorre nell’essere fondamentale per la salvezza di questa specie autoctona a rischio estinzione. Gli avannotti ottenuti da questo primo ciclo sono stati immessi in zone pertinenti, effettuando anche una semina simbolica nella Lanca di Soltarico/Cà del Conte come iniziativa verso una maggior tutela del luogo, in collaborazione con Fipsas Milano-Lodi.

il 7 luglio in provincia di Arezzo

RADUNO DIGA DEL CALCIONE Lo Spinning Club Italia, in occasione della riapertura della pesca al bass in Toscana, domenica 7 luglio organizza un raduno alla diga del Calcione in provincia di Arezzo. Tanto ci si è dedicati alla tutela della fauna di questo bacino e altrettanto si è stati ricompensati: dopo anni di degrado ambientale e dopo la definitiva scomparsa della maggior parte di bass e lucci, nel 2008 lo SCI si è preso carico della riqualificazione delle acque istituendo una ZRS con un proprio regolamento e garantendo una costante sorveglianza da parte dei propri soci, divenuti per questo guardie ittiche volontarie. Qualche anno più tardi, i risultati non hanno tardato ad arrivare: sono ritornati i pesci, il foraggio è divenuto abbondante e le freghe dei predatori hanno cominciato ad andare tutte a buon fine, assicurando numerose catture e di qualità negli anni a venire. Oggi, dopo più di dieci anni di ZRS, i pesci del Calcione godono di ottima salute come l’habitat che li accoglie, salvaguardato e ripulito molte volte nel corso degli anni dai soci. L’appuntamento è dunque per domenica 7 luglio, per far toccare con mano la meraviglia di questo posto e la generosità delle sue acque. Per chi viene, da fuori il ritrovo è in piazza Vittorio Veneto a Monte San Savino alle ore 6,30; chi invece già pratico del posto può essere alla pompa della diga alle 7. Il raduno, che avrà come unico scopo quello di stare a pesca insieme, sarà aperto solo ai soci, quindi non verrà assegnato nessun premio a fine evento. Nel bacino è consentita la pesca da natante (si consiglia però l’uso del belly boat, data la difficoltosa accessibilità alle sponde con una barca) e vige un regolamento di tutela per il luccio che prevede l’utilizzo di un cavetto di acciaio su tutte le esche artificiali eccetto le esche siliconiche di lunghezza inferiore ai 5 cm.

l’ultima domenica di giugno

RADUNO ALLA CHEPPIA È previsto per l’ultima domenica di giugno il tradizionale raduno alla cheppia. Come sempre, la manifestazione sarà aperta a tutti e ci sarà la possibilità di vedere gli iscritti dislocarsi in più zone del Po piacentino e non. Il ritrovo è previsto a Caorso, davanti all’uscita dell’autostrada alle ore 7,30; a seguire l’assegnazione delle zone ai vari gruppi, per poi ritrovarsi al punto di ristoro tassativamente entro le ore 12,30: per chi vorrà, infatti, sarà possibile pranzare alla buona direttamente in loco. Dopo pranzo, liberi di tornare sulle sponde del nostro grande fiume o di rientrare per chi arriva da più lontano.

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notizie

Ricapitoliamo le principali novità comparse su PIPAM negli ultimi periodi, invitandovi a leggere gli approfondimenti e novità direttamente online sul sito www.pipam.it. Se volete partecipare alla nostra comunità nativa non dovete far altro che iscrivervi al FORUM e partecipare attivamente alle discussioni. Ma PIPAM è anche altro... troverete articoli di tecnica, di flytying, recensioni, test, filmati, ... fatti da pescatori a mosca per i pescatori a mosca e con il quarto di secolo online ormai nel mirino crediamo che di materiale ce ne sia per molto e per tutti i gusti. Siamo presenti anche su vari social come Facebook (https://www.facebook.com /groups/41688482011), Vimeo (https:// www.youtube.com/user/wwwpipam/videos) e Instagram (https://www.instagram.com/ pipam.it) per cui, anche in questo caso, l’invito è quello di iscrivervi e partecipare numerosi!

attività legate alla riserva (cura e pulizia del fiume, ripopolamenti, manutenzione dei sentieri, tabellazione, controlli ecc..). Negli anni si sono riscontrati moltissimi frequentatori provenienti da diverse regioni, confermando Ascoli Piceno come una città che offre (oltre alla pesca ricreativa) una proposta turistica di alto livello grazie al contenuto storico-culturale, alla larga offerta ricettiva, e a un’offerta enogastronomica da non sottovalutare.

PIPAM NEWSLETTER

Val di Cembra Pesca a mosca nei torrenti Avisio e Noce

Abbiamo riattivato la NewsLetter di PIPAM così che anche i PAM un po’ più distratti possano essere avvisati delle novità pubblicate sul sito. Chi non fosse ancora iscritto può tranquillamente farlo sulla homepage di PIPAM. Con cadenza mensile verrete informati sulle novità del mondo della pesca mosca.

A cura di Alberto Galeazzo (Faina) e Antonio Napolitano (Flyaenne) Ai primi di maggio dell’anno scorso vengo a sapere che tra le varie mete di scouting organizzate da PIPAM, in collaborazione con Trentino Fishing, saremmo dovuti andare a pescare nei torrenti Avisio e Noce. Non stavo più nella pelle, visto che fino ad allora avevo sempre sentito parlare bene di questi due torrenti ma non ci avevo mai pescato. Queste due zone sono conosciute per la natura selvaggia e incontaminata che le circonda e per la presenza massiccia delle trote marmorate (la trota più ricercata che nuoti nelle nostre acque).

FLY FISHING MAGAZINE

ARS Tronto - Il nuovo tratto A cura di Antonio Napolitano (Flyaenne) Dopo circa dodici anni dalla sua nascita, la riserva no kill ARS TRONTO di Ascoli Piceno presenta importanti novità, a partire dalla stagione in corso. La gestione della riserva rimane partecipata con la regione Marche ed è affidata ancora al Fly Fisherman Club, associazione che vanta 31 anni di storia e che, fin dall’inizio, porta avanti le numerose

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mico statunitense. In quel periodo, durante la seconda guerra mondiale, stava cercando di produrre una pellicola trasparente e protettiva per i sistemi di puntamento, ma il prodotto non si rivelò adatto e fu accantonato. Successivamente, nel 1951, quando Coover andò a lavorare per la Eastman-Kodak, riprese il in mano il progetto e si rese conto, anche se in realtà fu un suo allievo a farlo, che come collanti potevano avere un impiego utile. Oggi il termine cianoacrilati o anche ‘super colla’ si riferisce a un’ampia gamma di adesivi che incollano praticamente di tutto: plastica (tranne PE, PP e PTFE), metallo, gomma, legno, cartone, ceramica, cuoio, pelle.

Heavy Zonker A cura di Antonio Napolitano (Flyaenne) Heavy Zonker è un ottimo streamer per insidiare trote fario e marmorate. Grazie al peso importante della testa (dato dalla combinazione della bead in tungsteno da 4,5 mm e della conehead da 6 mm) entra immediatamente in pesca con un movimento assolutamente micidiale. È uno streamer di semplice realizzazione composto da pochi materiali: amo: Fulling millfm 22-20 #4 testa: conehead 6 mm + bead 4,5 mm sottocorpo: Wapsi sparkle braid corpo: zonker nero + magic carpet light brown lateral: flashabou silver

I THREAD PIÙ SEGUITI Buche profonde con acqua lenta Due info sui cianocrilati A cura di Andrea Cuccaro (WM) I cianoacrilati furono sintetizzati per la prima volta nel 1942 da Harry Coover, un chi-

A cura di Andrea Cuccaro (WM) Le buche profonde con acqua lenta sono sempre state un mio tallone d’Achille. Spesso facevo qualche lancio, ma i risultati erano sempre abbastanza scarsi, per cui spes-


fare qualche bel viaggio, anche se ne ho sognati veramente tanti che non sono ancora riuscito a fare. Non potrò però mai scordare quello che per me è stato fino ad ora il viaggio della vita, che mi ha segnato profondamente e che mi ha fatto capire e apprezzare ancor di più le acque di casa! Quali sono le vostre esperienze? so le snobbavo. Fin quando, parlandone con un amico, mi ha detto di provare a fare una cosa semplicissima a cui non avevo mai pensato. Voi come le affrontate? Setting the hook!

L’università del lancio

I CERCHI PIÙ INTERESSANTI Accessori quasi scomparsi

Il viaggio della vita A cura di Paolo Fortunati (Pablo) Nella mia esperienza quasi trentennale di pescatore a mosca ho avuto la fortuna di

a cura di Angelo Piller (Angelo) Tempi duri per l’annoccatore, decisamente fuori moda, anche se ogni tanto appare qua e là. Pure il cestino in vimini è in piena crisi, mentre resiste quello di plastica verde pisello che però solitamente appartiene ad altre categorie di pescatori. Purtroppo è sempre presente il sacchetto di plastica, anche se chi ne fa uso (per me) è tutto tranne che un pescatore...

A cura di Beppe Saglia (Beppe S.) L’infrascato è il luogo in cui, più di ogni altro, si riesce a fondersi con la natura in maniera totale. Si avanza a fatica, tra rovi e fronde cadenti. A volte chini, a volte in ginocchio, seguendo quel filo d’acqua sepolto dalla vegetazione nella speranza che ci regali una buca o anche solo una possibile tana. Perché lì, se c’è la condizione… c’è la trota. Troppo duro bracconarlo, troppo difficile spopolarlo. È evidente che il primo requisito per avere una possibilità di successo in questo ambiente è costituito dalla modalità di avanzamento e di attacco. Infatti si dovrà trovare il giusto compromesso tra la necessità di avvicinarsi il più possibile al pesce, stante l’impossibilita di lanciare lungo, e il rispetto della distanza minima di spavento dello stesso, che è parametro da tarare sul posto e con l’esperienza.

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50 chilometri di riserve private dedicate alla pesca a mosca e allo spinning In Austria, a pochi chilometri dal confine italiano, l’Aktiv Hotel vi offre: • un prezzo uguale tutto l’anno • una struttura completamente al servizio del pescatore • un servizio di accompagnamento gratuito, possibilità di uscite guidate e corsi PAM • un filo diretto sulle condizioni delle acque Affrettatevi a prenotare: le nostre riserve sono a numero chiuso! Per maggiori info:

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CALDO, TOPWATER e JERK

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GIANLUCA SULAS [gianluca.sulas@email.it]

l freddo e la pioggia si stanno per arrendere al caldo. E quest’anno le previsioni meteo promettono caldo torrido… Il cambio di stagione influisce sul comportamento dei pesci: alcune specie ritornano in costa alla ricerca di cibo e di temperature più confortevoli. Con il variare delle temperature, variano anche i comportamenti di caccia di molti predatori mediterranei. È il momento di tentare la fortuna con esche più voluminose alla ricerca delle prede da copertina, che possono farsi vive in qualsiasi momento, è il momento di raccogliere dalla rastrelliera portacanne l’artiglieria medio-pesante e di recarci in scogliera per mettere a bagno i nostri jerk, popper e wtd.

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Il sogno di ogni pescatore che pratica la pesca a spinning in mare è quello di combattere la preda della vita: vedere il suo artificiale che si muove in superficie sparire dietro lo scenico attacco a galla di un potente predatore marino è la sua massima aspirazione. Ma è un momento che costa tanta fatica e la massima dedizione. Si passa dalla scelta dei luoghi alla giusta condizione meteomarina, sperimentando artificiali, movimenti, fili e canne da pesca, fino a quando tutti gli elementi raggiungono l’equilibrio e il conseguente traguardo. E tutto, ammettiamolo, deve essere condito da una certa dose di fortuna... Le scogliere sono ambienti ostici per i pescatori. Spesso per raggiungere gli spot di pesca buoni si devono fare lunghe


In pesca con una canna St. Croix Avid Inshore e un Duo Tide Flyer 175.

camminate, ci si deve arrampicare sulle rocce, si devono guadare canali. Tutto questo prevede una certa dose di rischi che, per la nostra incolumità, devono essere sempre calcolati con molta attenzione. La passione non deve mai e poi mai offuscare la ragione quando si calpestano le rocce di fronte al mare in scaduta. Non basta che uno spot di pesca sia frequentato da predatori da sogno: deve anche permetterci di pescare in sicurezza e deve dare varie opzioni di lancio per contrastare il vento; non ultimo, deve offrire una zona agevole per salpare il pesce e per il successivo rilascio dello stesso. Le moderne tecnologie multimediali consentono di usufruire di immagini satellitari che aiutano nella cernita degli spot, ma non bastano. È necessario, sempre e comunque, recarsi di persona sullo spot per capire se sia possibile esercitare la nostra attività di pesca nel luogo prescelto e nel modo più sicuro.

Al fine di valutare le zone nelle quali con maggiore probabilità è possibile incontrare le varie specie di predatori mediterranei, occorre anzitutto prendere in considerazione la profondità e la conformazione del fondale. Nella maggior parte dei casi ciò che troveranno le nostre esche sotto la superficie è la diretta prosecuzione di quel che vediamo nella parte emersa. Osservare la conformazione della costa dalla quale peschiamo aiuta pertanto a comprendere il fondale che andremo a ispezionare e ad abbinare ad esso le esche e le varianti delle tecniche di pesca al lancio con gli artificiali. Le punte rocciose che si spingono verso largo delimitate da baie e zone sabbiose offrono varie possibilità di pesca. Sulle punte con fondali che degradano repentinamente, di solito, si incontrano barracuda e tunnidi. Le baie, spesso, sono battute dai pesci serra, che chiudono qui i banchi di pesce spingendoli verso terra, per poi sferrare i loro micidiali attacchi. Non è poi raro, in questo periodo, imbattersi in esemplari di grosse spigole solitarie che approfittano dell’attività di caccia dei serra per procurarsi un facile pasto. Con l’innalzarsi delle temperature, i barracuda si spostano in caccia nella parte superficiale alla ricerca di piccoli banchi di pesce. Mentre nei periodi freddi si ottengono maggiori risultati con jerk ed esche in silicone recuperate molto lentamente, nella tarda primavera e in autunno questi predatori si interessano anche alle esche di superficie, quali wtd e popper. L’arrivo del caldo ne stimola l’attività e i recuperi dei jerk devono essere più allegri e intramezzati da forti strattoni che imprimano all’esca un vistoso sbandamento laterale, seguito da un brevissimo stop e dalla ripartenza. Con mare calmo sono perfetti per lo scopo artificiali come i Duo Tide 175, mentre con mare mosso e vento si possono utilizzare i Tide 175 Flyer. Quest’ultima esca è infatti dotata di una paletta più ampia e 3/2019

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le stagioni del GACKA prima parte

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PIETRO BRUNELLI [pietrobrunelli@hotmail.it ] FOTO DI ALVARO MASSEINI E PIETRO BRUNELLI

iugno 1991: avevo solo 12 anni quando nei villaggi vicini a Vukovar, nell’estremo sud orientale della Croazia, già si sparava e si consumavano i primi ‘ammazzamenti’, come un noto autore italiano li definì. Attorno al 28 giugno dello stesso anno, alla cosiddetta ‘Casa Rossa’ in Slovenia, proprio a ridosso del confine italiano, esplosero conflitti a fuoco con pezzi di artiglieria e carri armati. Fra terrore e sgomento generali, ci si ritrovava uno scenario da post guerra fredda proprio a un passo dai luoghi di svago preferiti per milioni di italiani. Da questa parte, avevamo un’opinione pubblica diffusamente ignara della realtà quando non complice, una vita che scorreva più o meno normalmente e lì a poche centinaia di chilometri, sul litorale adriatico croato, si sorseggiavano aperitivi. I turisti di mezza Europa bramavano trascorrere le ferie annuali in quel luogo non troppo ben conosciuto, ma certamente famoso per essere economico, vagamente italiano sulle coste, mentre del tutto misterioso e confuso nell’interno: i ‘lontanissimi’ Balcani erano proprio lì a un passo. La ‘porta più aperta d’Europa’ si era, d’un tratto, chiusa bruscamente. Il conflitto dilagò rapidamente e per molti anni, spostandosi a più riprese sempre più a sud e interessando sempre più popolazioni e ‘nazionalità’.

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In questa drammatica fase, nella quale ogni civiltà e ogni dignità umana vennero sospese, alcuni fra noi pescatori a mosca, i più veterani oggi, frequentavano quelle terre da molti anni. In questi territori aspri e verdeggianti scorrono infatti da millenni alcuni dei più bei corsi d’acqua ancora liberi e senza dighe dell’intero continente e, forse, dell’intero pianeta. Ho sentito molti racconti provenire ‘dai Balcani del moschista’, certamente epici, a tratti veritieri, talvolta fantasiosi, un po’ parziali o totalizzanti, ma comunque preziose testimonianze di vita vissuta in prima persona. Ho iniziato abbastanza presto quindi a frequentare quelle zone. Se la Slovenia è certamente splendida e ricca di montagne e foreste, la Croazia appare anche più misteriosa, poiché più lontana forse e, si sa, un luogo remoto e a tratti dimenticato da Dio suscita emozioni forti, ma forse è solo tutta una grande illusione. Una cosa è certa: pochi altri fiumi al mondo hanno un impatto energetico ed emotivo sul pescatore a mosca come quello che regala il Gacka. Un fiume ‘di gesso’, che sta lì in mezzo a un altopiano verdeggiante ricco di allevamenti, di attività semplici e povere, macinazione del grano con antichi mulini ad acqua, pastorizia e produzione del latte, raccolta. Non ho avuto la fortuna di vivere in prima persona le antiche ere di questo fiume meraviglioso, e non è certo questo un ar-


ticolo definibile come ‘un itinerario’. Su un fiume come il Gacka non si insegna nulla a nessuno. Certo, si può consigliare un approccio al fiume, si può migliorare il proprio controllo di coda per meglio dominare la posa a venti metri o più, si possono apprendere lanci specifici, ma ripeto, questo è apparato preparatorio, è tecnica: una volta sul fiume si deve tutto a lui, e siamo noi gli ospiti che devono prestare attenzione. Frequento comunque il Gacka da una ventina d’anni e in tutte le stagioni; rappresenta per me una delle destinazioni nelle quali mi reco più volentieri, sempre con energia nuova e voglia di capire, sempre più affascinato e sempre proteso a cercare la prossima intuizione. Lo sento come un luogo unico ove passare il mio tempo con gli amici o i compagi di pesca. Vi ho organizzato anche corsi di pesca a mosca sul campo, ritenendolo un luogo dal potenziale altamente formativo, vista

la biodiversità e la presenza di attività ancora in buona parte regolare da parte del pesce sia in superficie che sotto il pelo dell’acqua. Sul Gacka tutti hanno opinioni, giuste o sbagliate che siano, ma la verità è che questo fiume è misterioso e ci porgerà i suoi doni solo se lo ascolteremo e lo osserveremo a dovere. Mi pare che il capitolo intitolato «Tre pescatori, quattro teorie» del noto libro (scritto in croato e poi tradotto in italiano) di Milan Stefanac renda bene l’idea, soprattutto quando l’au-

tore esordisce dicendo che si appresta ad aggiungere la quinta teoria alle quattro già esistenti… Nel 2018 ho notato, soprattutto sui social, un intensificarsi della presenza di foto, notizie di uscite o di esperienze passate sul Gacka. Mi è parso si sia trattato soprattutto di un rimarcare la tradizione di questo fiume, ribadendo da parte di molti di averlo frequentato ‘dalle origini’ in avanti. Non so esattamente quanto passato o presente vi fosse in quella abbondanza, ma una cosa è certa: per poter parlare del Gacka è quantomeno necessario andarci in momenti dell’anno diversi, lasciandosi trasportare da ciò che vediamo, senza imporre al fiume una teoria. Cogliere anche le eventuali modificazioni da un anno all’altro nei livelli, nelle temperature, nelle conseguenti schiuse e nel comportamento delle diverse trote, come noto molto differente fra fario e iridee, è un altro elemento importante. Dalla prima immissione di temoli nel Gacka, nel lontano 1962, ad oggi, possiamo immaginare quanti cambiamenti siano intercorsi? Cambiamenti nella popolazione ittica certamente, poiché si sa, gli anni delle guerre hanno pesato molto su questo aspetto, ma anche modificazioni ambientali e più prettamente ecologiche, che hanno alterato o semplicemente modificato alcune presenze di insetti, in termini di quantità e tipologia. Un aspetto a mio avviso molto importante, che mi è letteralmente saltato agli occhi studiando le vecchie imitazioni presentate da Milan Stefanac, è che anche e proprio la tecnica costruttiva delle mosche richiede uno sforzo di decifrazione notevole: quello che una volta si imitava rappresentandolo in


ITINERARIO MOSCA

I no kill della VAL SERIANA

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PAOLO FORTUNATI [paolo@thewanderingangler.com] FOTO DI PAOLO FORTUNATI E VALERIO SANTAGOSTINO

l fiume Serio nasce nelle Alpi Orobie bergamasche dando vita alla Val Seriana, che percorre interamente fino a fare ingresso nella pianura padana dove, da splendido torrente dalle acque trasparenti, si trasforma in placido fiume del piano. Attraversa vari paesi tra le provincie di Bergamo e di Cremona passando anche per Crema, la mia città, per poi gettarsi dopo qualche chilometro nel fiume Adda. Ho vividi ricordi d’infanzia delle sue acque azzurre quando, da bambini, andavamo a giocare sulle sue sponde iniziando a creare quel rapporto tra uomo e fiume che, una volta scoperta la nostra indole di pescatori, sarebbe diventato fondamentale per la nostra passione. Ricordo anche le fotografie che mi mostrava mia madre di grosse trote, probabilmente marmorate, catturate da mio nonno, stimato medico condotto della città dalla folle e fortunata passione per la pesca (lo chiamavano infatti ‘manina d’oro’), che appena poteva si ritagliava una pausa dai suoi pazienti per correre a pescare nell’amato fiume. Oggi il Serio in pianura non è più come una volta, ma per ritrovare le forti emozioni di un tempo ogni tanto salgo in valle per farmi una bella pescata. Abitando a Crema, in poco più di un’ora sono in grado di fare anche brevi battute di pesca oppure dei coup du soir estivi senza dovermi sobbarcare centi-

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naia di chilometri di strada. Uno dei tratti che frequento è il no kill nel comune di Casnigo, una zona riservata alla sola pesca a mosca della lunghezza di circa 1200 metri. Qui vige l’obbligo di utilizzare tutti gli accorgimenti utili al fine di rilasciare il pesce catturato nelle migliori condizioni possibili, come avere il guadino sempre con sé e utilizzarlo per ogni cattura, bagnarsi le mani prima di maneggiare (il meno possibile) il pesce e slamarlo possibilmente in acqua per un rilascio con tutte le cure. Si può pescare esclusivamente con canna singola con o senza mulinello, con tecnica a mosca con coda di topo, Valsesiana e assimilabili, amo singolo senza ardiglione (o con ardiglione schiacciato) e con un massimo di tre mosche artificiali. In questo tratto lo scorso anno sono riuscito a fare qualche bella uscita, trovandomi quasi sempre da solo e in almeno un paio di occasioni con una buona portata d’acqua. Qui il fiume ha una conformazione abbastanza varia, con qualche bella piana dove spesso, se non disturbate, si riescono a scorgere bellissime trote che salgono a ghermire le effimere di stagione, invitanti correntine dalla varia profondità, raschi e zone con massi dove le ‘nonne’ se ne stanno al riparo facendosi spesso gioco di noi pescatori… Il tratto è abbastanza difficile e a una prima pescata potrebbe sembrare poco popolato, ma se riuscirete ad entrare in modalità ‘stealth’ vedre-


te che le cose cominceranno a cambiare: le splendide e colorate fario, gli ibridi e le marmorate inizieranno a mostrare le loro meravigliose livree e il loro perfetto pinnaggio, temprato dalle potenti correnti del fiume. Un altro bel tratto di fiume poco frequentato e sempre classificato come No Kill è quello della zona riservata a «Esche Artificiali e Naturali» situata tra i comuni di Albino e Cene. Anche in questo tratto, lungo circa 900 metri, vige l’obbligo di utilizzare tutti gli accorgimenti utili al fine di rilasciare il pesce catturato nelle migliori condizioni possibili. L’unica differenza è che la pesca qui è permessa con attrezzatura sia da mosca che da spinning (o casting), con artificiali dotati di un solo amo senza ardiglione, e anche con esche naturali (esclusivamente con il lombrico) da innescare sempre su amo singolo senza ardiglione. All’inizio della scorsa stagione ho fatto una bellissima pescata in solitario in questo tratto, risalendolo tutto e pescando principalmente a ninfa dalla tarda mattinata fino a pomeriggio inoltrato. Non essendoci nessuno in giro, ho potuto battere per bene e senza fretta ogni sua correntina, ogni piana

Ultimo tratto No Kill della Val Seriana è la zona sempre riservata a «Esche Artificiali e Naturali» situata nel comune di Ponte Nossa. Il tratto, lungo circa 2400 metri, è abbastanza conosciuto in quanto istituito da parecchi anni ed è famoso per essere abitato da esemplari di trote veramente eclatanti. Con questo non voglio assolutamente dire che si tratta di pesci facili: al contrario sono in grado di far sudare a tutti le famose sette camicie! È un tratto cittadino e, soprattutto nelle zone vicino ai ponti, frequentato nella bella stagione da passanti e curiosi che si fermano a osservare i volteggi dei pescatori che spesso tentano invano la cattura delle bellissime e grosse trote che lo abitano. Ma se come me non siete amanti della pesca ‘gomito a gomito’, si possono trovare anche zone dove poter pescare ‘quasi’ da soli, dove c’è anche un po’ di vegetazione che arricchisce di poesia alieutica la nostra azione di pesca. Questa è la zona dove negli anni sono venuto più spesso, dove anch’io ho pagato il mio obolo durante le schiuse serali ferrando su continui rifiuti, ma dove ogni tanto sono anche riuscito a ingannare qualche bella trota.

e anche una meravigliosa zona con lastroni di roccia dove il Serio si insinua creando tane per le ‘Big Mamas’. Io purtroppo non ho visto nessuna big, ad esclusione di una grossa coda sporgente da un roccione, ma devo dire che mi sono veramente divertito. Ho catturato solo poche trote, ibridi principalmente, ma dai meravigliosi colori quasi metallizzati sempre tendenti allo scuro con accentuate macchie mimetiche, segno dell’estrema rusticità dei pinnuti del luogo. Durante la bella stagione in questo tratto ci sono sempre due o tre piane dove, al mattino ma soprattutto verso sera, le trote sfidano gli audaci pescatori bollando a ripetizione sull’unica imitazione ovviamente non presente nelle nostre scatole.

5 agosto 2017: mi telefona l’amico Valerio Santagostino, che mi dice: «Dai Paolo, visto il caldo pazzesco che c’è in pianura perché non andiamo a fare quattro lanci al fresco in Val Seriana? Partiamo presto, però, così ci facciamo una pescata come si deve, non mi va di andar su solo per il coup du soir». La mia risposta è ovviamente affermativa e, nel pieno della canicola estiva della Val Padana, ci mettiamo in marcia verso il tanto agognato ‘fresco’ delle Alpi Orobie. Parcheggio di Ponte Nossa: il termometro segna 36 gradi! Ci vestiamo e scendiamo comunque in acqua, se non altro per rinfrescarci gli arti inferiori. Abbastanza sfiduciati, scendiamo verso la parte a valle della riserva con l’intenzione di pe3/2019

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il momento dei WTD


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GIORGIO MONTAGNA [ jomontagna@tiscalinet.it ]

escare con gli artificiali ascrivibili al vasto gruppo degli stickbait, che nel richiamo compiono un movimento a galla che simula una piccola serpe che fugge come impaurita dall’inseguimento di qualche predatore, equivale a provare nello strike un’emozione unica, garantita dall’esplosione più o meno violenta dell’acqua dovuta all’attacco fragoroso di un grosso carnivoro. Occorre essere ben concentrati in pesca sin dal primo momento, perché soprattutto nei primi lanci, appena selezionata la sponda da battere con tali imitazioni, è possibile godere in canna di un combattimento divertente e spettacolare, magari con un bel centrarchide che, avvertita la puntura dell’ancoretta, si esibisce immediatamente in qualche salto fuori dall’elemento liquido nell’intento di liberarsi del nostro wtd. Questo articolo è dedicato principalmente alla pesca estiva del big bass nelle nostre acque, che seppur bistrattate godono oggi sempre più spesso della filosofia del catch and release, soprattutto da parte dei più giovani: proprio per questo anche ai nostri tempi catture di boccaloni oltre i due chili non sono un’utopia. Negli anni Ottanta e Novanta l’uso degli artificiali walking the dog iniziava a stuzzicare i bassmen per la fama che aveva negli States, dove la Heddon ne produceva parecchi (il modello più noto era lo Zara Spook, in differenti misure): quel fantastico movimento a zig e zag in superficie, che ricordava appunto un serpentello o un pescetto ferito che cercava disperatamente riparo muovendosi a galla, scatenava l’aggressività di molti predatori, non solo bass ma anche lucci,

grossi persici reali ecc. Le acque dei nostri canali padani, comprese lanche e cave di periferia sono infatti sempre state popolate anche da bisce d’acqua e quando queste si spostavano da una riva all’altra non era impossibile osservare cacciate di probabili lucci o grossi bass; i wtd, soprattutto quelli a forma di sigaro allungato, imitano tali serpi di campagna e divengono un succulento boccone per i predatori di buona stazza. Ricordo un episodio di una giornata primaverile negli anni Novanta in barca sul lago di Annone, in provincia di Lecco: l’amico Gianni Cozzi iniziò a lanciare proprio una biscia di gomma sulle cover intricate di un’ansa tranquilla del lago e il particolare movimento di quell’esca (oggi imitato appunto dai walking the dog) gli conferì in meno di un paio d’ore diverse abboccate di bei lucci nostrani che rompevano la quiete delle acque con esplosioni indimenticabili. Da lì ci venne l’idea di provare a impiegare i famosi sigari di casa Heddon, il che ci portò, in successive uscite nel medesimo lago, ad allamare anche dei bass che ricordiamo con non poca nostalgia…

tecnica di pesca

In acque generalmente ‘poco martellate’ e dove è accertata la presenza di una buona colonia di bass di varia pezzatura, nei mesi da giugno a tutto settembre avremo, oltre che alte probabilità di ottenere numerosi strike in una sola giornata, la possibilità di optare per una tecnica divertente, fatta di richiami leggermente allegri, alternati a brevi pause e ripartenze rabbiose per scatenare la competizione tra i pesci, con abboccate nette e fragorose (ad alcuni di voi sarà certo capitato

Classica azione di pesca a filo di sponda con un wtd.

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www.lapescamoscaespinning.it Premio su oGNi Numero: Kit mArC PetitJeAN (magic tool regular + magic tools stacker + set Fili di montaggio + Busta Cul del canard) offerto da Flyfishdolomiti.com di Angelo Piller • Il Magic Tool Regular è un kit specifico per la costruzione di mosche con il metodo ‘in asola’, secondo il sistema del tutto innovativo creato da Marc Petitjean. L’attrezzo consente di utilizzare in modo semplice e veloce entrambi i capi delle barbe delle piume (cdc e altre) escludendone il calamo, oppure, nella fase di dubbing, escludendone la spessa anima centrale per un dubbing più esile, folto e naturale. Il Magic Tool consente di mescolare fibre di tutti i tipi e di realizzare artificiali estremamente leggeri, galleggianti e soprattutto catturanti. • Il Magic Tools Stacker, che comprende pettinino e raggruppatore, è stato studiato per raggruppare le fibre di cdc all’interno del Magic Tool, ma consente molti usi diversi. Rispetto ad altri stacker in commercio, ha la particolarità di poter essere usato sia con le fibre naturali (peli e piume, perfetto per il cdc) che con quelle sintetiche, in qualunque quantità. •Il Set Fili di montaggio è composto da quattro bobine di filo specifico per la costruzione in asola ideata da Marc Petitjean nei quattro colori fondamentali nella costruzione delle mosche: beige, grigio, oliva e nero. Ogni bobina contiene circa 200 m di filo di montaggio. • La Busta Cul de canard selezionato da Marc Petitjean è un materiale di ottima qualità, che si presta al meglio per effettuare i suoi montaggi ad asola. La busta contiene 1 g, colore beige o blue dun.

Premio FiNALe ANNuALe: morsetto stoNFo eLite

Versatile, in grado di affrontare montaggi di ogni tipo, il morsetto Elite consente il montaggio in linea aggiustando l’allineamento dell’amo grazie allo snodo del braccio portapinza. Agendo sul pomello della frizione si può ottenere la rotazione libera dell’albero portapinza oppure il blocco secondo angolazioni volute. L’insieme portapinza è montato su cuscinetti e può ruotare liberamente aiutato da una piccola manovella, oppure rimanere bloccato o ruotare frizionato, agendo sulla vite di registro posta frontalmente sul corpo centrale. La pinza di serraggio dell’amo è realizzata in acciaio speciale temperato. Una piccola vite posta nella parte anteriore ha lo scopo di adattare l’apertura della pinza allo spessore dell’amo, mentre un ingegnoso sistema di levetta posteriore permette un agevole e inamovibile serraggio dello stesso, da un amo del 28 a uno del 5/0 da mare. La stessa testina può essere facilmente sostituita svitando la vite che la fissa al relativo supporto. Può essere utilizzato sia da destri che da mancini senza dover smontare alcunché (basta svitare e riavvitare la vite della frizione dalla parte opposta). Il morsetto è fornito completo di chiavette brugole di servizio, molletta fermamateriali, perno filettato di servizio, accessorio per i montaggi parachute e in linea e istruzioni per l’uso. Maggiori informazioni su www.stonfo.com.

Lure BuiLding Contest spediZione entro iL 15.6.2019: soft Big Bait per iL LuCCio

Al primo classificato su ogni numero una canna MOLIX SKIRMJAN MSK-SW-68S

inviaCi iL tuo artifiCiaLe autoCostruito: potrai vinCere una Canna MoLix skirMjan

L’artificiale del prossimo numero è

Premio finale

SOFT BIG BAIT PER IL LUCCIO

Al primo classificato dell’anno 2019, sulla base dei risultati delle prove in acqua dei sei artificiali vincitori sui singoli numeri dell’anno, oltre alla canna Molix Skirmjan andrà in premio

Spedizione entro il 15 giugno 2019 a La Pesca Mosca e Spinning, via Musignana 7, 50022 San Polo in Chianti. Dressing e note di commento in un file di testo a redazione@lapescamoscaespinning.it

un kit per la costruzione di esche siliconiche di Loris Lures.

Regolamento completo su

www.lapescamoscaespinning.it Skirmjan MSK-SW-68S Length: 6’8’’ (203 cm) Lure 3/16>3/4 oz (5>21 g) PE Line: 0.8>1.5 (10>16 lb) Action: Extra Fast

La Skirmjan MSK-SW-68S è un attrezzo specifico per la pesca con le soft bait e i piccoli jerk. L’azione è rapidissima e la canna garantisce ferrate efficaci e precise, mantenendo una buona sensibilità sulla vetta, per sondare al meglio i fondali quando la si utilizza nella ricerca della spigola o del bass pescando con piccoli shad. È versatile anche con l’utilizzo di jerk bait, quando c’è la necessità di muovere al meglio l’esca con l’azione di jerking o pescando offshore su mangianze di tombarelli o piccoli pelagici.

Il kit Loris Lures comprende: 1 litro di Plastisol da colata, 500 ml di plastificante (softener), 500 g di Compound indurente (hardener), 100 ml di stabilizzante termico, 5 confezioni da 30 ml cadauna di colori da Plastisol (bianco, nero, verde, giallo, rosso), 20 ml di scent concentrato al gambero di fiume + feromoni


FRANCESCO GIORDANO • INTERPRETAZIONI SONORE SOFT

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Lasciati tentare dai nostri gadget... MOLIX SJM100 + MOLIX PIPER oppure ROD HOLDER STONFO moLiX sJm100 • 17 g • 10 cm • suspending Esca che si caratterizza per la forma compatta e sinuosa, ma soprattutto per i grandi occhi in rilievo. Il profilo aerodinamico consente lanci lunghi e precisi e la paletta sovradimensionata garantisce un’ottima tenuta anche in situazioni di forte corrente e turbolenza. L’esca ha un nuoto molto particolare, caratterizzato da ampie sbandate durante l’azione in jerking e un wobbling associato a un’azione di rolling molto pronunciati sul recupero lineare. Sia la scocca che la paletta sono molto resistenti, realizzati in ABS di altissima qualità. Il trattamento della superficie dell’esca, con la texture 3D, rende le colorazioni piùresistenti e ne migliora l’aspetto. L’SJM100 èun’esca raccomandata per tutti i predatori di acqua dolce e salata. moLiX PiPer • 9 g • 6,5 cm • sinking Piccola esca, compatta, per tutte le situazioni e gli ambienti con alta pressione di pesca. Questo piccolo lipless ha una ripartizione interna dei pesi che gli conferisce ottima lanciabilità e un singolare movimento oscillante in fase di caduta, che lo rende ‘attivo’ in ogni circostanza. Durante il recupero il movimento è personalizzabile variando la velocità dello stesso; lento e ampio, veloce e stretto o con leggere jerkate per un movimento irregolare. Dedicato ai predatori d’acqua dolce e salata, la gamma colori riprende in modo realistico il pesce foraggio.

roD HoLDer stoNFo • art. 679

Piccolo e leggero, il Rod Holder di Stonfo permette di assicurare la canna da pesca al proprio gilet per avere le mani libere durante le operazioni di cambio dell’artificiale, sostituzione del finale, slamatura del pesce ecc. Realizzato in gomma ad alta elasticità, si fissa al gilet grazie a una speciale clip a cursore. Ideale per ogni tipo di canna dai 7 ai 10 mm di diametro, è un piccolo accessorio estremamente utile.

Puoi pagare con o con bonifico sul c/c bancario intestato a Zona Franca Edizioni srl presso la Banca Popolare dell’Emilia Romagna, agenzia S, Roma, IBAN IT87Q05387032222000002222167 oppure con versamento sul c/c postale n. 1023658204 intestato a Zona Franca Edizioni srl. Per informazioni: tel. 06/42.90.38.54 - abbonamenti@lapescamoscaespinning.it abbonamento on line su www.lapescamoscaespinning.it/abbonamento


show room

per la massima sensibilità di pesca nei nostri mari

SEASPIN LABRAX 10° ANNIVERSARIO Sono passati dieci anni dalla prima e ormai mitica Labrax: una canna progettata e via via ottimizzata per consentire al pescatore marino mediterraneo di sentirsi sempre a suo agio e di avere le migliori sensazioni in pesca a spinning. Il successo maturato negli anni e le continue richieste degli spinner hanno ora convinto Seaspin a realizzare un modello speciale, la ‘Labrax 10° Anniversario’, che riassume e condensa tutte le esperienze delle serie passate. Seguendo un percorso preciso, fatto di esperienza reale in mare, testando le proprie attrezzature nelle condizioni più difficili, l’azienda è riuscita a realizzare un fusto altamente performante, leggero e reattivo. La quarta serie della Labrax, così, raccoglie e migliora tutte le caratteristiche presenti nelle precedenti versioni, offrendo al pescatore un’esperienza davvero unica. Ciò che stupisce maggiormente è l’estrema versatilità di prodotto, che mantiene sempre, in tutte le sue applicazioni, performance di altissimo livello. Lo spinner moderno, sempre più ‘tecnico’, dinamico e preparato, ha insomma chiesto a Seaspin una Labrax speciale, una canna che riuscisse a

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esaltare al massimo la percezione dell’esca e la personalizzazione del suo movimento e da tali esigenze lo staff è partito per realizzare alcuni importanti aggiornamenti. Il primo, e forse più importante, è stato quella di ridisegnare la ‘conicità’ del grezzo: la nuova canna presenta così un ‘butt’ leggermente più largo e un ‘tip’ più sfilato e sensibile, col risultato di un fusto altamente percettivo alle vibrazioni, preciso sul lancio e nella conduzione dell’esca. D’altra parte, alzare la ‘schiena’ della canna rischiava di portare a una perdita di potenza ed elasticità del fusto, caratteristica che ha sempre contraddistinto le canne da mare di Seaspin. Con questa idea progettuale, e non senza molto lavoro, l’azienda è riuscita a rispettare questa specifica esigenza, creando un profilo più fast dei precedenti ma nello stesso tempo potente e dinamico, con una curva che va ad assorbire in maniera proporzionale il lavoro a cui è sottoposta la canna in fase di combattimento. La Labrax 10° Anniversario, assemblata con componentistica Fuji di alta qualità ed EVA grip ad alta densità, sarà commercializzata nelle seguenti due versioni: • modello Titanium, con anelli Fuji Titanium/Sic serie K, con scalatura 7+1 (partendo dalla misura 30 e chiudendo con la 7), placca Fuji TVS-TS 17 verniciata color dark Gunsmoke, con controdado per serraggio saldo del piede del mulinello e anellini metallici gunsmoke. • modello Gun, con anelli Fuji Gunsmoke/Sic serie K, con scalatura 7+1 (partendo con la misura 30 e chiudendo con la 7), placca Fuji TVS-TS 17 graphite, non verniciata, con controdado per serraggio saldo del piede del mulinello e anellini con finitura silver. La nuovissima placca TVS Fuji, grazie alle due aperture laterali, che espongono il blank tramite un tubetto di carbonio di rifinitura (inner carbon), appoggiato direttamente sul fusto, ha permesso di mantenere inalterata la ricerca della massima sensibilità adottata sulla precedente serie. In pratica, con questa placca, si ha il palmo direttamente a contatto con l’anima della canna, per esaltare al massimo e trasmettere alla mano del pescatore tutto ciò che il fusto riesce a percepire in mare. Le applicazioni di questa canna, grazie all’ampia gamma di artificiali lanciabili e gestibili, sono davvero molteplici: dalla pesca in scogliera ai predatori del sottocosta, anche con mare formato, alla pesca dalla barca alla ricerca di pesci di branco come palamite, lampughe, tombarelli e alletterati. Caratteristiche tecniche: sezioni: monopezzo lunghezza: 7’ (2,13 m) lure weight: 1/4 - 1 1/4 oz. line: 10-20 lb Per ulteriori informazioni: Utopia Tackle s.r.l., Via Lenin 216/e, loc. San Martino Ulmiano, 56017 San Giuliano Terme (PI), tel. 347/8519369, info@seaspin.com, www.seaspin.com.


nuova colorazione Teal per Sage X e Spectrum LT

NEWS SAGE MIDSEASON 2019 Per potersi rinnovare e avere un aspetto più innovativo, la Sage ha deciso di colorarsi d’estate con la serie di mulinelli Spectrum LT e le fantastiche canne Sage X nella nuova colorazione Teal, fresca, giovane e accattivante.

La canna Sage X è dotata di un’azione veloce intuitiva ma soprattutto potente: è lo strumento ideale per pescare a qualsiasi distanza e permettere di mantenere precisione e delicatezza a ogni lancio effettuato. Costruita completamente in Bainbridge Island, USA, è dotata di KonneticHD Technology®. Stripping guide in ceramica Fuji e passanti a serpentine in cromo duro compreso tip. Disponibile dalla lenza 4 alla lenza 8 in 9’, tutte in 4 pezzi.

Gli Spectrum LT offrono una frizione sofisticata ad alte prestazioni, affiancata a una struttura ultraleggera e resistente. Sono dotati di un rivoluzionario pomello per un rapido e preciso aggiustamento della frizione, con la potenza e la precisione che ti aspetteresti da una grande frizione tradizionale senza percepirne né peso né volume. Interamente composto da alluminio aerospaziale 6161-T6, è stato forgiato e temperato per ottenere una maggiore forza e rigidità e anodizzato per aumentarne protezione superficiale e resistenza alla corrosione. Caratteristiche: • frizione SCS; • rivoluzionario pomello della frizione numerata con settaggio a scatti; • bobina large arbour per un recupero veloce della coda; • bobina concava per una miglior resistenza e capacità; • impugnatura ergonomica; • facile convertibilità per il recupero a destra e a sinistra; • custodia in neoprene e nylon balistico. Disponibile dal modello 3/4 al 9/10 e, novità appena introdotta, nella versione per code 4/5. Sempre come novità è stata lanciata la colorazione Ember, molto aggressiva e moderna. Per ulteriori informazioni: Garue, via del Torchio 14, Milano, tel. 02/ 86453590, www.garueshop.com, info@garue.it, facebook.com/garue shop, www.instagram.com/garue_milano.

per le tecniche di pesca ultraleggere

MOLIX SKIRMJAN MSE-SW-732S Questa nuova Skirmjan è un attrezzo specifico ideato e realizzato per le tecniche di pesca ultraleggere, light rockfishing e street fishing in fresh e salt water. Leggera e sensibile grazie al vettino solid tip, la Skirmjan MSESW-732S è in grado di trasmettere al pescatore anche la più piccola vibrazione. Il grezzo rapido e potente aiuta nella gestione delle prede inaspettate. Equipaggiata con componentistica e anelli di qualità garantiti ben dieci anni, si presta all’utilizzo sia di fluorocarbon che di PE line. Lunghezza: 220 cm • Lure: 0,5–7 g • PE line: 0.3-0.8 • Azione: Regular Fast Per ulteriori informazioni: Pro Tackles, tel. 051/887919, www.molix. com, info@protackles.com.

lo storico marchio sta per tornare ai fasti del passato

LEW’S REELS Lew’s è un marchio storico americano, che dal 1973 produce anche mulinelli da casting. È stato il pioniere dei mulinelli a profilo basso: un tempo i mulinelli da casting erano tutti a profilo rotondo Round. Oltre a pronuovere questa innovazione, Lew’s fu un pioniere nell’aggiunta di cuscinetti a sfera e di altri particolari tecnici che sono alla base dei prodotti moderni. Dopo un periodo difficile, Lew’s ha cessato la produzione, ma oggi il marchio è di proprietà, insieme a molto altri, di Peak Rock Capital e della famiglia di Lynre Reeves, che ha promesso di far tornare Lew’s a essere un punto di riferimento del settore, basandosi sugli stessi principi con cui Lew’s Childre originariamente aveva fondato l’azienda, costruendo prodotti innovativi che sono più leggeri, più veloci e più forti. Attualmente tra le mani di molti professionisti americani, Lew’s reels è distribuito in Italia da T3 Distribution. Per ulteriori informazioni: t3distribution srl, sede legale via Campolongo 4/E, Padova, sede operativa viale Combattenti Alleati d’Europa 9, Rovigo, tel. 345/1406423, www.t3distribution.it, info@t3distribution.it.


show room massimo delle nostre possibilità ogni situazione di pesca. Per ulteriori informazioni: www.megafly.it, info@megafly.it, tel. 049/7358498.

un nuovo super PE a 8 microfilamenti

DAIWA J-BRAID X8 GRAND

disponibili in Italia vari fili di altissimo livello tecnico

Daiwa presenta un nuovo super PE, prodotto in Giappone. Il J-BRAID X8 GRAND è filato con IZANAS, un materiale all’avanguardia che utilizza 8 microfilamenti. Grazie alle fibre IZANAS e a un processo costruttivo evoluto, questo PE possiede un carico di rottura incredibilmente elevato, è altamente resistente all’abrasione, ha un profilo tondo e non assorbe acqua. Caratteristiche: • prodotto in Giappone; • X8 - microfibre IZANAS; • morbido con superficie extraliscia; • superiore resistenza all’abrasione; • diametro extrasottile a parità di carico di rottura; • allungamento prossimo allo zero; • profilo rotondo.

NEWS TORAY T3 ha l’onore di presentare il ritorno sul mercato italiano di uno storico marchio giapponese produttore di fili ad altissimo livello tecnico. Alla fine del 2018 è stata importata una serie di fili studiata appositamente per il Trout Area da Toray ‘Real Fighter’, formata da Nylon Super Soft in bobine da 100 metri, Nylon Super Hard in bobine da 100 metri, Polyester in bobine da 200 metri, PE in bobine da 100 metri, Fluoro in bobine da 100 metri. Si tratta di ben cinque differenti fili con libraggi che oscillano da 1 lb a max 4 lb, fili estremamente specifici per gli amanti del Trout Area per sfruttare al meglio tutte le combinazioni specifiche tra esca e canna. Sono ora sul mercato anche due fili specifici per il big bass fishing: Big Bass Nylon, disponibile in Italia nelle misure da 12, 14, 16 e 20 lb in bobine da 100 metri, e Big Bass Fluoro, disponibile in Italia nelle misure da 10, 12, 14, 16 lb, in bobine da 100 metri. È disponibile anche un altro fluorocarbon di alta qualità, il Lanbattle, studiato per la pesca a spinning e casting finesse da 4, 5, 6 e 8 lb ad altissima resistenza di abrasione, in bobine da 100 metri. Si segnala infine un PE (treccia) da 4 capi specifica per la spigola, la Sea Bass F4, disponibile nelle misura da 12, 15 e 18 lb, in bobine da 150 metri. Per ulteriori informazioni: t3distribution srl, sede legale via Campolongo 4/E, Padova, sede operativa viale Combattenti Alleati d’Europa 9, Rovigo, tel. 345/1406423, www.t3distribution.it, info@t3distribution.it.

Per ulteriori informazioni: Daiwa Italy, www.daiwaitaly.it, info@daiwa italy.it.

in fresh e saltwater dedicata alla pesca del luccio

AIRFLO PIKE STREAMER Airflo Pike Streamer è la coda espressamente dedicata alla pesca del luccio, studiata come evoluzione della Sniper: dotata di un profilo in grado di sostenere anche gli artificiali più voluminosi, permette di lanciare in condizioni estreme con una facilità di volteggio che non ha paragoni. Proposta dalla #8 alla #10 in quattro diverse densità, è galleggiante, intermedia, S3 e S7 per affrontare al

MOLIX JUGULO CASTING JIG Jugulo è lo storico e famoso metal jig di casa Molix, che da oltre dieci anni si è costruito una reputazione incredibile, diventando uno dei casting jig più apprezzati nel mondo. È costruito con materiali e vernici di elevate qualità e molto resistenti alle sollecitazioni a cui sono sottoposti gli artificiali dedicati agli impieghi in acqua salata. Il corpo aerodinamico permette lanci lunghi e precisi, la forma ha una disposizione dei pesi decentrata che conferisce in pesca un movimento molto simile al comportamento di un pesce foraggio. Jugulo Casting Jig è disponibile in diverse misure, dal più piccolo 5 g, destinato alle tecniche ultra light in fresh e


salt water, fino alla versione ‘heavy’ da 80 g. Si può utilizzare agevolmente da riva e da natante, sia con la classica treble hook con cui è fornito, sia con assist hook. Se ne intuiscono facilmente le modalità d’uso, che lo rendono appropriato anche per ottenere rapidamente ottimi risultati pescando su mangianze di tunnidi o pelagici come tonni, lampughe, palamite, alletterati, serra ecc. Per ulteriori informazioni: Pro Tackles, tel. 051/887919, www.molix. com, info@protackles.com.

nuove misure per Fat Swing Impact e Easy Shiner

NEWS KEITECH Lo storico marchio giapponese produttore di soft baits di altissima qualità presenta due nuove esche, o meglio due nuove taglie di esca.

suono che emette durante l’azione di popping, ottenuto grazie all’innovativo design della bocca e alla forma affusolata del corpo. Armatura passante in acciaio inox, corpo in ABS, coating, vernici extra resistenti e ancorette di alta qualità ne consentono un utilizzo sicuro anche su grandi predatori, sia in fresh che salt water. Lunghezza: 8,5 cm • Peso: 11,5 g Per ulteriori informazioni: Pro Tackles, tel. 051/887919, www.molix. com, info@protackles.com.

un’azione di nuoto irresistibile

SHADOW RAP 7 E 11 CM

Fat Swing Impact 4,3” quasi 11 cm, una nuova taglia tra la 3,8 e la 4,8 già presenti in commercio. Inutile descrivere l’esca più imitata al mondo! Easy Shiner 4,5”, 11,4 cm, un’esca più giovane, che sta suscitando un forte interesse, tanto che negli ultimi dodici mesi Keitech ha inserito due nuove misure.

Per ulteriori informazioni: t3distribution srl, sede legale via Campolongo 4/E, Padova, sede operativa viale Combattenti Alleati d’Europa 9, Rovigo, tel. 345/1406423, www.t3distribution.it, info@t3distribution.it.

con un particolare, innovativo suono

Un concentrato di tecnologia è racchiuso nel Rapala Shadow Rap, tra gli ultimi nati della casa finlandese che da quest’anno è distribuita sul nostro territorio da Normark Italia. Si tratta di un jerkbait, la sottofamiglia dei minnow caratterizzata da una particolarissima azione di nuoto volta a imitare un piccolo pesce che fugge impazzito in ogni direzione. E in effetti la dying action che caratterizza tutta la serie degli Shadow Rap imita alla perfezione gli attimi finali di un pesce foraggio in fin di vita, con scarti laterali imprevedibili e la posizione del corpo con la testa lievemente inclinata verso il basso. Recuperato con jerkate molto lievi, Shadow Rap scarta lateralmente avanzando di poco, consentendo di restare sulla posizione per un tempo maggiore, fino a convincere il preda-

tore ad attaccare. Nel contempo, nelle pause di recupero il corpo tende a inclinarsi e ad affondare molto lentamente. Questo insieme di posizioni e di movimenti impazziti si è dimostrato letale per scatenare la furia latente di predatori quali bass, lucci, persici reali e lucioperca. Le finiture esterne e interne di tutta la serie sono certamente all’altezza dello storico marchio finlandese: il trattamento metallico dei fianchi aggiunge grande naturalezza ed è perfettamente visibile attraverso il robusto materiale plastico del corpo, sul quale sono stati ricavati particolari anatomici importanti quali squame e branchie perfettamente visibili in trasparenza. Le colorazioni, perfette nei particolari e molte imitative di gran parte del pesce foraggio, sono ovviamente numerose come per tutta la produzione Rapala. Rapala è distribuita da Normark Italia, via Rodolfo Audinot 4, 40134 Bologna, tel. 366/1675522, info@normarkitalia.it, www.rapala.com.

MOLIX POPPER 85T TARPON nuovi ami per il bassfishing Il Popper 85T, sviluppato con Jack Fin, arricchisce la collezione Molix denominata Tarpon. È un piccolo popper molto versatile, che con diverse tipologie di recupero si adatta facilmente a svariate situazioni. Per una pesca di ricerca, e per stimolare i predatori più apatici, le jerkate più potenti creano intensi ‘pop’ in superficie; con jerkate più morbide e lineari produce dei tunnel di bolle, che sono in grado di richiamare i predatori da notevole distanza. La caratteristica principale che lo distingue è il

VANFOOK VANFOOK è un marchio giapponese specializzato nella produzione di ami di altissima qualità, molto noto nel Trout Area in quanto i suoi ami vengono montati negli spoon e nei crank dei più noti produttori giapponesi. Presentiamo qui alcune serie di ami studiati per la pesca al bass.

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show room • la serie Mystic 7329DD (Drop Dead Weighted), munita di molletta per l’innesco nella gomma e di peso decentrato sul gambo, perfetta per l’innesco di shad siliconici in acqua ferma o lievemente corrente;

• la serie Mystic7346SB (Heavy Duty Swimbait), caratterizzata da ami rinforzati destinati a shad gommosi di misura maggiorata; rifiniti al nickel nero, sono disponibili nelle misure maggiori dal 3/0 al 13/0; Magic Beak presenta una particolare curvatura splittata sull’occhiello per mantenere l’esca siliconica in perfetto assetto sull’amo. È disponibile nella versione strong dall’1 al 5/0 per il pitching e nella versione Finewire dal 3 all’1/0 per le tecniche light. Worm 55 e Worm 55B Flat sono ami dal profilo wide gap, adatti a tutte le soft bait; si differenziano nel diametro e quindi nella robustezza: il 55 è adatto a pesca in cover e viene prodotto dall’1/0 al 6/0, mentre il Flat è adatto alle lunghe distanze e viene prodotto dall’1 al 3/0. Oltre a questi ami, Vanfook produce un catalogo amplissimo, che riesce a soddisfare tutte le esigenze dei pescatori con esche artificiali. Citiamo per esempio treble hook di tutte le misure per tutti i predatori, ami da light fishing e versioni senza ardiglioni. Consigliamo di scaricare il catalogo su www. t3distribution.it per capire il grande potenziale dell’azienda nipponica. Per ulteriori informazioni: t3distribution srl, sede legale via Campolongo 4/E, Padova, sede operativa viale Combattenti Alleati d’Europa 9, Rovigo, tel. 345/1406423, www.t3distribution.it, info@t3distribution.it.

• i Mystic Predator della serie 7348 (Specimen Wide Gap) con l’amo rinforzato per la pesca di grandi predatori quali lucci XL e siluri, disponibili nelle misure dal 7/0 al 12/0. VMC è distribuito da Normark Italia, via Rodolfo Audinot 4, 40134 Bologna, tel. 366/1675522, info@normarkitalia.it.

specialisti nello spinning ai predatori

specifico per la tecnica del punching

AMI MYSTIC PER ESCHE DI GOMMA

OMTD OH3300

Da anni il marchio francese VMC è sinonimo di elevata qualità. La sua produzione, iniziata nel 1910, spazia in qualsiasi campo di applicazione e le migliori aziende specializzate nella produzione di esche artificiali (è il caso di Rapala, Blue Fox e Storm) ricorrono ai suoi ami e alle sue ancorette per armare i propri artificiali. Chi pratica lo spinning a un certo livello avrà sicuramente notato che anche in questo campo si è arrivati ad una notevole specializzazione: gli ami, in particolare, si sono differenziati per diventare sempre più performanti, con strutture in acciaio diversificate, sistemi di affilatura e punte realizzate con procedimenti dedicati, rivestimenti superficiali con livelli ottimali di resistenza, differenti forme degli occhielli, delle curvature e delle dimensioni per ottenere il massimo della penetrazione. Da un paio di anni la nuova serie VMC dei Mystic Predator è diventata un vero e proprio must per chi vuole armare le proprie softbait con la certezza di non fallire un colpo, alla ricerca di lucci, bass, persici, lucioperca. Questa serie di ami di fascia alta è stata studiata in collaborazione con le migliori guide di pesca professionale e comprende numerosi modelli per l’innesco specialistico di ogni genere di esca in gomma. In pratica ogni modello Mystic Predator si abbina in maniera ottimale alle swimbait, ai worm di ogni tipo o alle imitazioni di gambero e di rana più differenti. Molte serie sono inoltre realizzate per ottenere l’innesco più efficace, come nel caso del flipping, del wacky rig, del neko rig, del Texas rig o del drop shot. Il sistema di affilatura comune a tutta la serie è il ‘needle sharp’ (affilatura ad ago), risultato di un processo di lavorazione unico, seguito da una affilatura chimica per ottenere una maggiore penetrazione. Nelle foto si vedono solo alcuni dei numerosi modelli Mystic Predator attualmente disponibili:

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OH3300 è un nuovo amo OMTD progettato per la tecnica del punching all’interno delle cover più intricate. L’originale worm keeper di dimensioni generose garantisce notevole stabilità all’esca, mentre l’occhiello saldato permette di effettuare in tutta sicurezza lo Snell Knot utilizzato in questa tecnica. Disponibile nelle misure 3/0 - 4/0 - 5/0. Per ulteriori informazioni: Pro Tackles, tel. 051/887919, www.molix. com, info@protackles.com.

un brush con filamenti elastici

LIVELY LEGS STREAMER BRUSH Il Lively Legs Streamer Brush è il famoso brush H2O con l’aggiunta di sottili filamenti elastici. In pesca è noto che l’uso di elastici può fare la differenza proprio grazie all’aggiunta di ‘vita’ che sono in grado di dona-


passaggio agevole dagli anelli della canna. Disponibile in cinque diversi colori. Per ulteriori informazioni: Stonfo, tel. 055/8739615, www.stonfo.com, stonfo@ stonfo.com.

importate tre tipologie di lenti

NEWS BIG FISH 1983 Big Fish 1983 è un marchio francese che produce occhiali polarizzati con un design da tutti i giorni e una lente di buona qualità. Sappiamo quanto importante sia un occhiale polarizzato durante la pesca. In questo caso il rapporto qualità/prezzo è davvero buono e permette di avere a disposizione più occhiali per coprire le differenti giornate di pesca. In Italia T3 Distribution ha importato tre diverse lenti:

re all’artificiale. L’elastico, inoltre, crea delle microvibrazioni che stimolano l’attacco del pesce, anche in acque particolarmente velate. La confezione contiene due brush di circa 30 cm di lunghezza, dotati di elastici di circa 6 cm di lunghezza per lato. Si tratta di brush perfetti per la costruzione di artificiali per grandi predatori, in particolare per streamer da lucci. Sono disponibili in un’ampia scelta di colori e tonalità. Prezzo della confezione: 6,50 euro. I Lively Legs Streamer Brush sono disponibili presso Flyfishdolomiti di Angelo Piller, via Manzago 27, Tai di Cadore (BL), tel. 328/9682924, www.flyfishdolomiti.com.

due misure più grandi per il gommino coprinodo

STONFO COPRINODO MAXI

coda

• Blue Iridium, la lente più coprente per le giornate con tanta luce; • Green, la lente comune che può soddisfare in molte situazioni e che è ideale con luce media; • Light Brown, la lente per le giornate con luce scarsa o brutto tempo. Per ulteriori informazioni: t3distribution srl, sede legale via Campolongo 4/E, Padova, sede operativa viale Combattenti Alleati d’Europa 9, Rovigo, tel. 345/1406423, www.t3distribution.it, info@t3distribution.it.

per la pesca estiva nei piccoli torrenti e in mare

FITWELL WADING BOOTS

finale conico

Il Coprinodo Maxi, art. 706 del catalogo Stonfo, è un gommino coprinodo prodotto in due misure più grandi, ideale per l’utilizzo con monofili, elastici e code di dimensioni maggiori. La sua forma biconica permette un

Nel panorama un po’ asfittico delle attrezzature per la pesca a mosca degli ultimi anni, ecco una novità interessante e interamente made in Italy. Le scarpe Fitwell coprono infatti un segmento di mercato cui nessuno finora aveva pensato, potendo essere indossate sia sopra gli stivali, come una normale scarpa da wading, sia da sole o con una calza in neoprene, per la pesca estiva nei piccoli torrenti di montagna oppure in mare. La prima cosa che salta agli occhi è l’innovativa concezione della calzatura: si tratta in pratica di una scarpa in neoprene dotata di un sistema speed lacing per allacciarla, il tutto ricoperto da una parte esterna in robusta cordura con inserti in tessuto di carbonio. La parte esterna in pratica chiude con una zip i lacci, rendendo impossibile qualsiasi scioglimento dell’allacciatura; inoltre, essendo piuttosto alta, permette l’utilizzo delle scarpe da sole. Il tutto è completato da una suola in Vibram, che ormai è la suola scelta per tutte le migliori scarpe da wading e non solo, prodotte in tutto il mondo, costituendo un’altra eccellenza del made in Italy. Indossare le scarpe Fitwell è un’operazione semplice e velo-

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ce: l’interno in neoprene è facile da calzare, poi basta tirare un fermo per stringete i lacci e bloccarli con un’unica operazione, prima di racchiudere il tutto tirando la zip sulla parte esterna in cordura. Le scarpe Fitwell, per di più, offrono una buona protezione del piede e della caviglia, anche pensando a un loro utilizzo in mare, dove scogli appuntiti nel Mediterraneo e coralli taglienti nei mari caldi, oltre a vermi di fuoco e altri animali fastidiosi, possono veramente rovinare un viaggio di pesca. La suola in Vibram, poi, assicura una tenuta ottimale anche sulle rocce più scivolose. Le Fitwell sono vendute/distribuite da Alps, Via Levata 26, 24068 Seriate (Bergamo), 035/4520056, www.alps.community.

vengono utilizzati in acqua salata; il cuoio può inoltre essere ripristinato in caso di necessità. Gli inserti in robusto nylon 1000 denari offrono un’eccellente resistenza alle abrasioni. La tomaia è cucita direttamente all’intersuola in gomma da 5 mm per stabilizzare la pianta del piede; una seconda intersuola, posizionata sotto la prima, è realizzata in poliuretano di polietere resistente all’acqua per comfort e sostegno aggiuntivi. Il sistema di allacciatura regolabile ha occhielli tradizionali sul dorso del piede e pratici ganci sulla caviglia, che consentono di regolare rapidamente e con facilità la chiusura dello scarpone, di sostenere la caviglia e di aiutare il tallone a restare al proprio posto. I fori su entrambi i lati della tomaia consentono un rapido drenaggio dell’acqua; per velocizzare i tempi di asciugatura, il design della tomaia è privo di cuscinetti in schiuma o di fodere extra non necessarie. La struttura con tomaia cucita direttamente alla suola crea una superficie di appoggio più ampia per offrire una maggiore stabilità, aiutare a proteggere i lati dello scarpone e consentire a Danner la completa risuolatura. La mescola Vibram® Idrogrip della suola è appositamente realizzata per offrire la massima aderenza sulle superfici bagnate; il battistrada offre un’ottima trazione integrale, perfetta per i lunghi percorsi di avvicinamento e per le superfici di appoggio miste dei ruscelli come roccia, ghiaia e fango. Sono stati realizzati per durare una vita e sono gli unici a offrire una copertura assicurativa di due anni su difetti di fabbricazione e servizio di risuolatura. Per ulteriori informazioni: Garue, via del Torchio 14, Milano, tel. 02/ 86453590, www.garueshop.com, info@garue.it, facebook.com/garue shop, www.instagram.com/garue_milano.

per indossare le scarpe da wading senza wader realizzati interamente in USA in cuoio pieno fiore

PATAGONIA DANNER’S FOOT TRACTOR Nati per offrire protezione e supporto di categoria superiore nelle più impegnative condizioni di pesca, i Foot Tractor sono i più robusti scarponi da pesca ad alta performance disponibili sul mercato. Interamente realizzati negli Stati Uniti in collaborazione con Danner, impiegano cuoio pieno fiore e suole esclusive come la Vibram® Idrogripe e feltro di poliestere da 9,53 mm. Il cuoio pieno fiore è impermeabile ed è trattato durante la concia con una soluzione salina priva di PVC che ne aumenta la resistenza al degrado, anche se gli scarponi

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PATAGONIA FLY FISHING NEOPRENE SOCKS Ci sono situazioni nelle quali vorremmo indossare le nostre scarpe da wading ma, perché fa troppo caldo o perché dobbiamo fare lunghe camminate senza quasi entrare in acqua, come capita in montagna, i wader sono pressoché inutili. Indossare le scarpe da wader senza wader, d’altronde, è praticamente impossibile, perché vengono acquistati sempre uno o due numeri più grandi a causa dei piedi in neoprene. Ecco allora che un paio di calzari, come questi prodotti da Patagonia, sostituiscono egregiamente gli stivali. La qualità del prodotto in questo caso, come sempre con Patagonia è estrema: sono facili da indossare e da togliere, senza costringerci a trasformarsi in contorsionisti in riva al fiume, sono costruiti in neoprene di 3 mm di spessore, la parte superiore può essere indossata alta, pro-


teggendo in pratica tutto il polpaccio, oppure può ripiegata, diventando un paraghiaia da fermare alle stringhe con l’apposito gancetto. I Patagonia Fly Fishing neoprene socks sono reperibili anche presso il negozio Alps, Via Levata 26, 24068 Seriate (Bergamo), 035/4520056, www.alps.community.

resistentissime, in svariate combinazioni

UMPQUA LT Sottili e con una capienza straordinaria, le scatole Umpqua LT sono il massimo per chi ama avere tutto sotto controllo. Realizzate nel materiale plastico più resistente attualmente sul mercato delle fly box, con inserti in TPE (elastomero termoplastico), sono dotate di un innovativo sistema di organizzazione delle mosche per innalzarne esponenzialmente le capacità. Sono disponibili in diverse colorazioni, misure e organizzazioni interne, dalle più piccole per sistemare piccole secche o emergenti a scatole più capienti per streamer o grossi terrestrial, fino ad arrivare alle due facciate completamente diverse, perfette per sistemare comodamente ogni tipo di artificiale, tutte dotate di chiusura magnetica. I pannelli hanno nomi specifici in base alle loro funzionalità: Magneto: la più semplice, dotata di slot magnetici per conservare e trasportare un numero esagerato di artificiali; Midge: dotata di slot a taglio continuo, per poter maggiormente avvicinare i propri piccoli artificiali senza limitazioni di sorta, e di una sezione magnetica; Hybrid: tutti i tipi di configurazione in un solo pannello, adatto a conservare dalle piccolissime midge ai terrestrial; Bug: slot continui per non avere limitazioni e poter organizzare i propri grandi artificiali; Standard: slot predisposti per la disposizione ordinata delle mosche. Le configurazioni possibili sono tantissime, come le possibilità offerte da queste scatole: troverete sicuramente quella più adatta alle vostre esigenze! Per ulteriori informazioni: Garue, via del Torchio 14, Milano, tel. 02/ 86453590, www.garueshop.com, info@garue.it, facebook.com/garue shop, www.instagram.com/garue_milano.

impermeabili in classe 3

UMPQUA HD Dotate di una capienza straordinaria, realizzate nello stesso materiale plastico ultraresistente delle precedenti, le scatole Umpqua HD hanno coperture trasparenti per controllare il contenuto ancor prima di aprire la scatola, oltre a inserti in TPE e magneti. Dotate di due o quattro facciate completamente diverse, perfette per sistemare comodamente ogni tipo di secca (anche voluminosa) o ninfa, perché le differenti facciate hanno grip specificatamente dedicati al sistemare piccoli, piccolissimi artificiali (lato Midge con magnete) e artificiali di medio-grandi dimensioni (lato Hybrid). Le scatole sono dotate di chiusura magnetica di sicurezza e clip. Sono inoltre scatole impermeabili di classe 3: la chiusura è così stagna da permettere al prodotto di galleggiare, resistendo a pioggia e a getti d’acqua, nonché a immersioni fino a circa un metro. Per ulteriori informazioni: Garue, via del Torchio 14, Milano, tel. 02/ 86453590, www.garueshop.com, info@garue.it, facebook.com/garue shop, www.instagram.com/garue_milano.


mercatino CANNE, MULINELLI, ARTIFICIALI, ACCESSORI Causa inutilizzo vendo le seguenti canne: Sage grafite III rplx 900 -9’ coda 9 in due pezzi, Sage XP grafite III -476-7’6” coda 4 in due pezzi, GLoomis IMX FR1089 9’ coda 9 in tre pezzi, GLoomis GLX FR904 7’6” coda 4 in due pezzi, GLoomis Italianstyle 7’6” coda 3 in tre pezzi, CTS Affinity 7’6” coda 4 in tre pezzi. Rodolfo, rudy.tlt@gmail.com (C) Cerco le canne di Giandomenico Bocchi e gli Abu Cardinal 44, specialmente la prima e la terza serie. Mimmo, mimmosort@gmail.com. (F) Vendo canna da mosca Loop Xact 960 4 pezzi con custodia originale in cordura, mulinello mosca Shimano Biocraft LA56 con scatola e libretti entrambi come nuovi più una coda nuova Cortland WF6 giallo fluo, una bobina nuova di baking 10 Lb Scientific Anglers giallo fluo e 15 esche varie nuove. Euro 230. Possibilità di spedizione o ritiro a Ferrara. Marcello, 339/6138755, spidermax1@alice.it. (E) Vendo Abu Cardinal 44 in ottime condizioni di vernice e meccanica, molto silenzioso, scorrimento del 1976 ultimi modelli prodotti per il Giappone ma svedesi al 100/100 con bobina di scorta proveniente da mia collezione privata. Possibilità di spedizione o ritiro al mio domicilio. Euro 130 trattabili. Marcello, 339/6138755, spidermax1@alice.it. (E) Vendo canna Hardy 9’ #6 4pc, praticamente nuova, modello 2012, € 350. Roberto, Vigevano (PV). 347/7842148r.guggiola@virgilio.it. (C) Vendo canna da mosca Sage XP 9’ #5 travel 4 pezzi, originale, con tubo e fodera, ottime condizioni, euro 280. Foto su richiesta. Giuseppe, 366/4006060, bnassi@libero.it. (B) Vendo canna Loomis GLX - TLT 7.6 #3, 3 pezzi, by Roberto Pragliola. Introvabile, condizioni perfette, il top per la tecnica TLT, solo se seriamente interessati. Foto WhatsApp e prezzo su richiesta. Giuseppe, bnassi@ libero.it, 366/4006060. (B)

Vendo canna da mosca Orvis Elios 2 9’ #5 mid-flex in 4 pezzi, nuova mai usata, a euro 550. Garanzia Orvis 25 anni. Aldo, aangle@libero.it. (B) Vendo canna da mosca in carbonio ‘Julia Rod’ by Pierluigi Zanin 8’6” #5, condizioni ottime. A richiesta fornisco fotografie esplicative. Alfred, freddifly@alice.it. (B) Vendo canna da pesca Cabela’s Fish Eagle II. Canna in carbonio da viaggio, 4 sezioni, montata 2.13 m, chiusa 58 cm, monta un mulinello a bobina rotante (baitcasting). Usata pochissimo, condizioni ottime, praticamente nuova. Alfred, freddifly@alice.it. (B)

LIBRI E RIVISTE Cerco annate rivista «La Pesca a Mosca e Spinning» dal primo numero del 1990 al 1997. Gianandrea, gbbasshunter@hotmail.com, 349/5453960. (B) Vendo riviste «La Pesca Mosca & Spinning» dal n. 1 del 1990 a tutto il 2010 annate complete e perfette. Marco, tel. 338/6504431, marco.cavicchi@alice.it (A) «La Pesca Mosca e Spinning» (39 fascicoli) e altre, per un totale di 89 riviste di pesca mensili o bimestrali, anche annate complete, perfettamente conservate e senza alcun difetto, anni 2006 /2016. Alfred, freddi fly@alice.it. (B)

Se desiderate vedere pubblicato gratuitamente sulla rivista il vostro annuncio, potete effettuare l’inserzione online collegandovi al nostro sito www.lapescamoscaespinning.it. Il testo viene ripetuto per non più di due numeri consecutivi. Gli annunci sono riservati ai privati.




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