Poste Italiane SpA – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1, c. 1 C/SA/40/2016 - anno XX, n. 16 - Giugno-Luglio 2020
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GIUGNO-LUGLIO 2020 € 6,90
La pesca a mosca in Italia FFI Women Connect Code: total quality Il temolo a secca Paraloop [10 pp.] La grande Perla
Native Fishing Big Striped Bass Ultralight di pianura 50° Bassmaster Classic Minnow per la marmorata Il branzino nei canali d’acqua salata
FOTO: MATTIA CLIGNON
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Direttore responsabile Eugenio Ortali
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IL TEMOLO A SECCA
BIG STRIPED BASS
di Massimo Magliocco
di Giorgio Montagna
«Lunghi raschi e profonde lame sono l’habitat che il temolo preferisce. Chi non lo conosce bene spesso non riesce a intravederlo nei chiari fondali dei fiumi del nord, ma il pesce sta proprio lì, pronto a ghermire ciò che la natura gli offre».
Tecniche e strategie, artificiali e attrezzature per catturare gli esemplari più grandi degli striped bass (ibridi), pesci immessi in diversi laghetti italiani a partire dagli anni Novanta e che in presenza di determinate circostanze possono raggiungere stazze ragguardevoli.
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redazione@lapescamoscaespinning.it www.lapescamoscaespinning.it www.facebook.com/MoscaeSpinning http://twitter.com/lapescaMeS www.flickr.com/photos/moscaespinning www.youtube.com/user/MoscaeSpinning
Hanno collaborato a questo numero Annamaria Amorosa, Moreno Bartoli, Gianfranco ‘Cuty’ Bidut, Mauro Borselli, Pietro Brunelli, Silvio Cerrato, Renzo Della Valle, Fabio Federighi, Loris Ferrari, Andrea Gasparini, Massimo Ginanneschi, Ivano Mongatti, Francesco Moni, Giorgio Montagna, Armando Quazzo, Federico Renzi, Emanuele Turato
Amministrazione, pubblicità, abbonamenti e arretrati Zona Franca Edizioni srl Via V. Veneto 169 • 00187 Roma tel. 06/42.90.38.54 abbonamenti@lapescamoscaespinning.it
50° BASSMASTER CLASSIC
FFI WOMEN CONNECT
di Emanuele Turato
di Annamaria Amorosa
Un viaggio attraverso la cinquantesima edizione dell’evento di pesca al black bass più importante del mondo, scandito alla luce del motto che meglio rappresenta la Bass Anglers Sportsman Society: «Big Bass, Big Stage, Big Dreams».
Una panoramica sulle attività previste dalla Fly Fishers International per il settore femminile, dal lancio alla costruzione, presentata dalla ambasciatrice italiana della FFI Women Connect. Un approccio al quale non siamo abituati e che ci si augura possa diffondersi presto anche da noi.
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LA GRANDE PERLA
IL BRANZINO NEI CANALI D’ACQUA SALATA
Pubbliche relazioni e pubblicità Renzo Della Valle, Giorgio Montagna renzo.dellavalle@gmail.com, jomontagna@tiscalinet.it
Pubblicazione periodica Disponibile anche in versione digitale su www.ezpress.it Tutti i diritti riservati LA PESCA MOSCA E SPINNING ZONA FRANCA EDIZIONI srl Iscrizione ROC n. 26695 del 22.9.2016 Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 225 del 29.9.2014
di Andrea Gasparini Direttore editoriale Giulio Fascetti Stampa: Tuccillo Arti Grafiche, Afragola Distribuzione: Press Di, Distributore stampa e multimedia srl - 20134 Milano
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MOSCA e SPINNING
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Un’imitazione di Perla grandis da impiegare come mosca da caccia nelle correnti dei fiumi ma anche nelle risorgive come boccone isolato. Il ricorso al pelo di camoscio dona una notevole impressione di movimento e vitalità sull’acqua. Con gli step di costruzione.
di Gianfranco ‘Cuty’ Bidut Rispetto alla ricerca in mare aperto, il canale, vista anche la difficoltà di accesso alle sponde, rende necessaria una preparazione puntuale dell’uscita, con lo studio delle postazioni accessibili, del fondale e del sottoriva.
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RUBRICHE
LA PESCA A MOSCA IN ITALIA IERI, OGGI, DOMANI seconda parte
NATIVE di Francesco Moni
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TOTAL QUALITY
MINNOW PER LA MARMORATA
di Armando Quazzo
di Silvio Cerrato
Interviste parallele sul tema della qualità delle code: rilevanza del peso corretto, ma anche qualità delle plastiche, robustezza e centratura dell’anima che conferisce robustezza alla lenza, solidità delle asole alle quali attaccare backing e finale ecc.
Alla ricerca di artificiali adatti agli ambienti frequentati, l’autore ha negli anni molto sperimentato sul tema dell’articolo e propone qui un minnow in resina poliuretanica di 11 cm, in grado di tenere bene la corrente e di mantenere il fondale.
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MOSCA e SPINNING
SPEDIZIONE ENTRO IL 20.6.2020: MONTAGGIO DEVAUX
SPEDIZIONE ENTRO IL 20.6.2020: ONDULANTE PER IL SILURO
«Semplice, funzionale e robusto: la grande importanza del Paraloop sta tutta in questi tre aggettivi. Il montaggio consiste in pratica in una hackle avvolta non sul gambo dell’amo ma su un supporto diverso, che verrà ribaltato in avanti dopo l’avvolgimento».
LURE BUILDING CONTEST
Il lancio ultraleggero ha permesso di riscoprire la pesca nei canali artificiali, anche cittadini, sotto l’aspetto della ‘finezza’ delle attrezzature e della ‘microleggerezza’ delle esche. Una tecnica che può consentire un buon numero di abboccate e garantire tanto sano divertimento.
INVIACI IL TUO ARTIfICIALE AUTOCOSTRUITO: POTRAI VINCERE UNA CANNA MOLIX SkIRMjAN MSk-PH-792MH
PARALOOP di Federico Renzi
fLY TYING CONTEST
ULTRALIGHT DI PIANURA di Renzo Della Valle
G U A R D A I P R E M I P E R I L 2 0 2 0 !
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partecipa ai nostri contest: puoi vincere su ogni numero
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INVIACI LA TUA MOSCA: POTRAI VINCERE UN kIT CON • MULTICLAMP SWISSCDC • AGO PER DUBBING AD ASOLA • 8 BUSTE SWISSCDC
A suffragare la propria concezione della pesca a mosca e della sua particolare evoluzione in Italia, l’autore richiama l’esperienza di alcuni grandi pescatori del passato recente e del presente.
Il Native Fishing sta coinvolgendo sempre più le nuove generazioni di pescatori, affascinati da ambienti incontaminati e da pesci che sembrano dipinti a mano. Approccio e spirito sono gli stessi della classica trota torrente, ma con una serie di attrezzature ed esche dedicate.
di Mauro Borselli
NOTIZIE SHOW ROOM MERCATINO
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fish facts
a cura di Marco Sammicheli
chiusura e riaperture
PANDEMIA E PESCA Per un paio di mesi tutta la pesca ricreativa è stata chiusa per la pandemia e per le conseguenti norme di distanziamento sociale. A ritmo crescente durante la chiusura è stato uno stillicidio di commenti su come la pesca fosse una delle attività più adatte al distanziamento, eventualmente con qualche regola di comportamento in più, ma le autorità hanno certo a lungo avuto da pensare a una serie di problemi di maggiore urgenza. Insieme a quelli delle associazioni dei pescatori, particolarmente significativo è stato il contributo di fine aprile da parte del gruppo OIG (Other Interest Group) del MEDAC, che comprende associazioni ambientaliste e pesca ricreativa, in una lettera inviata alla DGMARE della UE dove si legge che «Per quanto riguarda la pesca ricreativa, riteniamo che debba essere autorizzata nel rispetto delle misure di distanziamento sociale raccomandate dalle autorità sanitarie. La pesca ricreativa aiuta i suoi praticanti a restare fisicamente attivi e a migliorare la loro salute mentale, il che contribuisce a rafforzare il sistema immunitario. Allo stesso modo, consente la fornitura di pesce come cibo in un contesto di sovranità alimentare. Il danno economico che sta subendo il settore della pesca ricreativa (attrezzature, negozi specializzati, ecc.) è molto serio, e se la situazione attuale dovesse continuare, l’impatto potrebbe essere insostenibile per il settore». Dal lato delle associazioni c’è stato un boom della comunicazione, con i pescatori accalcati sui social avidi di novità e festival delle dirette online con dirigenti, amministratori ed esperti, capaci di dare una visibilità e un consenso certamente superiore a quello realizzabile nel pantano comune delle politiche della pesca. Addetti, va detto benemeriti, super impegnati nei vari corridoi del potere amministrativo, unico aggancio dei pescatori disperati e alla fine, di fronte al coprifuoco alieutico, le differenze sono sembrate dileguarsi, tutti sulla stessa barca e tutto assimilato. Uno dei decreti nazionali emessi a fine aprile aveva sul momento fatto pensare a una particolare contraddizione, permettendo le attività sportive o motorie e vietando quelle ricreative o ludiche. L’interpretazione immediata era stata che fosse concesso pescare, in pratica per allenamento, solo in campi gara con tesseramento agonistico. Poi si è trovato che lo stesso Ministero competente definisce tutta la pesca non commerciale come attività sportiva: sollievo ma anche un certo residuo di dubbi in mancanza di qualche riga chiarificatrice nei vari decreti che mettesse nero su bianco le condizioni per la pesca non commerciale. Storia di pochi giorni, ma che sono sembrati sempre più pesanti vista la lunghezza della chiusura già subita e la crescente isteria da astinenza. Sono poi iniziate le aperture in ordine sparso dalle prime Regioni, a fine aprile la Liguria, il Veneto e la Puglia, poi altre, ma con qualche eccezione di governatori inflessibili per qualche giorno aggiuntivo di calvario. Sono quindi state emesse ordinanze locali comunque limitative: dove nel solo comune o in mare solo dalla barca o solo senza la barca. Ordinanze come matrioske: nazionali con e senza le famose FAQ e poi regionali e comunali e relative interpretazioni delle Capitanerie di Porto.
ADERISCI AD APR
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MOSCA e SPINNING
• 2/2016
.org reativa
escaric www.p
Nel momento in cui queste righe verranno lette, la situazione si sarà certo normalizzata per tutti e speriamo che non ci siano stati ritorni emergenziali. A inizio maggio, già da molto tempo costretti a non andare a pesca, tra l’altro in un momento dell’anno tra i migliori, si stava ancora immaginando come sarebbe andata la riapertura, se ci sarebbe stato un assalto in simultanea di tutti gli appassionati, che effetto avrebbe avuto sui pesci l’incredibile prolungata assenza dei pescatori, se si sarebbero trovati più pesci e pesci meno sospettosi. Speriamo che dopo la penitenza subita sia andata proprio così e speriamo anche che se un capitale è stato accantonato non ci si sia sbrigati a dissiparlo.
per la pesca ricreativa in mare
COMUNICAZIONE 2022 Per dieci anni la notizia dell’ennesima proroga di validità della Comunicazione obbligatoria per la pesca ricreativa in mare è stata importante e da dare tempestivamente. Una notizia poi diventata utile soprattutto a discutere di come lo Stato si occupa della pesca ricreativa. La Comunicazione non ha mai funzionato e ha via via perso il poco peso che ha avuto sin dall’inizio. Il sistema di rilevazione è stato da subito sbagliato e inefficace. I controlli sono stati inconsistenti, ci sono state molte eccezioni, proroghe di validità e dimenticanze da parte del Ministero, con conseguenti periodi di vacanza normativa. Poi ci sono stati i tentativi di trasformare la Comunicazione in una licenza a pagamento e con destinazione dei proventi alla pesca professionale. Quando la UE ha iniziato a occuparsi più seriamente di pesca ricreativa si è considerato forse che era opportuno aspettare per avere qualcosa di più solido e anche condiviso. Da poco tempo la stessa UE, dopo essersi concentrata esclusivamente sui mari della costa settentrionale del continente, ha iniziato a lavorare sul Mediterraneo: sono iniziate le prime ricerche sul campo anche lungo le nostre coste e sono uscite le prime proposte per la valutazione dell’attività. Tra queste ovviamente troviamo un sistema di registrazione dei pescatori, che per noi suona come necessità di un rinnovamento del meccanismo maldestramente adottato con l’attuale Comunicazione. Non sono cose che si fanno velocemente ed è verosimilmente un caso che, con più di due mesi di ritardo rispetto alla scadenza dell’ultima proroga, a inizio marzo le decisioni del Ministero corrispondano all’emergenza pandemica che ha imposto un completo divieto di pesca ricreativa. La proroga è quindi stata decisa non come di consueto su base annuale ma addirittura triennale. Siamo in molti ad avere ancora in tasca un foglietto di carta che autorizza alla pesca, ormai consunto anche se è restato sempre fermo nel portafogli. Forse questa è alla fine la proroga più sensata di tutte quelle che l’hanno preceduta, anche se non per merito di chi l’ha emessa, ma per l’occasione fornita dagli eventi. La nuova scadenza è quindi il 31 dicembre 2022 e viene da chiedersi se qualcosa accadrà prima o molto più probabilmente cosa accadrà a inizio 2023, se anche allora ci sarà un’ulteriore proroga. La data è lontana ma non così tanto, considerando che in tutto alla nuova scadenza saranno stati dodici gli anni di proroghe..
in omaggio un’esca Mommotti 180 di Seaspin
notizie agente/distributore esclusivo per i prodotti della pesca a mosca in Italia Roma • Italy info@theitalians.net • mkflynet@tin.it www.theitalians.net
evento posticipato al 4, 5 e 6 settembre; iscrizione fino al 31 luglio
BRANZINO THE CHALLENGE 2020 In conseguenza alle condizioni di sicurezza resesi necessarie per contrastare la diffusione del COVID-19, e secondo le restrizioni imposte dal Decreto Ministeriale, la manifestazione Branzino the Challenge è stata posticipata al 4, 5 e 6 settembre. Rimane invariato il programma operativo di questa quarta edizione, che vedrà presenziare partecipanti da varie nazioni; in conseguenza allo spostamento delle date in cui si terrà l’evento, è stata posticipata anche la scadenza per iscriversi alla manifestazione. Chi vorrà partecipare a questa avvincente competizione in kayak, che si terrà nella laguna di Orbetello, potrà farlo inviando la propria adesione entro il 31 luglio. Si ricorda che la specie target della manifestazione sarà la spigola, presente con una densa popolazione nelle due lagune dove gareggeranno i concorrenti. Novità di questa edizione è la possibilità, per chi non riuscirà a essere presente sul posto, di seguire nelle giornate dell’evento l’esclusiva diretta streaming «Branzino Live» direttamente sulla pagina Facebook di «Branzino the Challenge», una trasmissione creata per questa occasione con molti contributi in esterna, anche direttamente sul campo gara, interviste e testimonianze. «Branzino Live» sarà inoltre condiviso con questa rivista, media partner ufficiale, che ha scelto di affiancare la manifestazione fin dalla prima edizione aiutandola a crescere con risultati sorprendenti. Il 5 e 6 settembre, che rappresenteranno rispettivamente il primo e secondo giorno di competizione, si pescherà per ben sette ore consecutive: ogni concorrente potrà presentare i cinque pesci di maggiore dimensione catturati attraverso la misurazione diretta e l’invio della conferma fotografica all’organizzazione. I punteggi conseguiti nelle due sessioni di pesca, al termine della competizione, verranno sommati per determinare le classifiche finali strutturate sia con una lista individuale che per team. Per favorire la partecipazione anche di coloro che sono sprovvisti del kayak di proprietà, l’organizzazione ha previsto la possibilità di noleggiare direttamente in loco uno stock di scafi attrezzati per impegnare la laguna; sarà semplicemente necessario segnalarlo in fase di iscrizione, fino ad esaurimento della disponibilità. Grazie ai partner Tubertini, Garmin Italia, T3 Distribution, Galaxy Kayaks, Old Captain, Pure Fishing, BKK, NRS, Ozone Kayak, Fish Action, Birra Menabrea, Maccari Pesca e Master Fish, sarà implementato rispetto alla scorsa edizione anche il montepremi totale, che oltrepasserà abbondantemente i quindicimila euro in valore complessivo, di cui un’importante componente economica a beneficio del payout per i primi tre classificati. Per info e iscrizioni, poiché sarà possibile iscriversi alla manifestazione esclusivamente tramite registrazione on-line, consultare il sito www.branzinothechallenge.com.
Richiedete il catalogo THE ITALIANS/AIRFLO specializzato nei prodotti per la pesca a mosca
Troverete i nostri marchi e i nostri prodotti in vendita in Italia solo nei negozi autorizzati “PRO SHOP” THE ITALIANS. 2/2020 • MOSCA SPINNING • 5 Scaricate il catalogo completo Airflo/The Italians 2020 su www.theitalians.net o www.facebook.com/theitaliansflyfishing e
notizie a marzo record di partecipazioni al contest
LUNGO IL FIUME (FLY TYING & FISHING) Come molti sanno, il gruppo Facebook «Lungo il Fiume (Fly Tying & Fishing)» organizza ogni mese un contest on line di costruzione mosca, con una media di partecipazioni che, nei quasi tre anni trascorsi dall’inizio, si aggira sulle 40 imitazioni in gara, con punte di poco oltre le 50 partecipazioni. Nello scorso mese di marzo, con tema ‘Effimera dry da acque veloci’, la sorpresa: 93 dressing in lizza. L’improvvisa escalation è stata evidentemente causata dal periodo di emarginazione sociale causata dal Covid-19; è parso chiaro, nonostante i pregi e i difetti del contest, che l’iniziativa ha invogliato tanti pescatori a cimentarsi nella costruzione, permettendo di divagare dalle problematiche che il periodo costringeva ad affrontare. Sono state colte, come sempre, tante buone idee e diverse ottime realizzazioni, che hanno messo a dura prova i giudici Fabio Federighi, Loris Zecchinello e Stefano Ticchiati, ma anche gli amministratori del gruppo Stefano Orlandi, Fulvio Dori, Matteo Bandinelli e Fabio Matteuzzi, per i quali non è stato semplice districarsi tra tutte le imitazioni in gara da gestire e catalogare per arrivare a redigere la classifica finale. Sicuramente il contest diverte anche per il carattere puramente ludico che è stato deciso di mantenere; si partecipa per imparare e per confrontarsi, scambiarsi idee e capire il corretto utilizzo degli innumerevoli materiali in commercio che possono risultare utili allo scopo. Il gruppo è dunque fiero di aver contribuito, come altre iniziative del genere, ad alleviare la sofferenza psicologica che ci ha pervaso tutti. La vittoria è andata a Renzo Malizia, con i gradini più bassi del podio occupati da Andrea Pegorin, secondo, e Siro Vescarelli, terzo. Il mese di aprile ha visto in gara, per l’imitazione di Siphlonurus armatus spinner male, oltre 50 concorrenti, con vincitore Walter Luzi, Fabio Rinaldi secondo e Luigi Guerini terzo. Per il mese di maggio era in programma l’imitazione di ninfa emergente di Ephemera danica, mentre a giugno sarà la volta di Isoperla grammatica stadio adulto, a luglio di Perla grandis nello stadio ninfale. È dunque rinnovato a tutti l’invito alla partecipazione, sia come costruttori che come ‘spettatori’: https://www.facebook.com/groups/LUNGOILFIUME.
e le stesse tecniche impiegate sin dall’inizio. Si tratta di pescare nella sua forma più semplice e raffinata, ed è una tecnica dominata solo da chi Arturo Pugno definisce ‘pescatore completo’. Il nuovo film Patagonia, Il Pescatore Completo, disponibile alla visione dal 30 aprile su YouTube all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=GdXIHsGgIQM, punta sulla semplicità e sulla sostenibilità e introduce a questa tecnica di pesca senza tempo, alla sua tradizione duratura e ai luoghi speciali dove viene praticata con la stessa devozione e riverenza di secoli fa. Ciò che distingue Arturo Pugno è la conoscenza che ha raccolto nel corso di decenni, che gli consente di avere successo nonostante la sua semplicissima tecnica di pesca a mosca. «Arturo ha sostituito tutta l’attrezzatura moderna della pesca a mosca con la conoscenza nella sua mente» – afferma Yvon Chouinard, fondatore di Patagonia – «e penso che ci siano alcune cose che sta facendo che non sarò in grado di imparare. Semplificare la propria vita è così difficile, tutto sta diventando più complesso. E Arturo ha esattamente la vita che desidero avere».
nominato FFI Fly Fishing Ambassador per l’Italia
PIETRO BRUNELLI disponibile su YouTube il nuovo film di Patagonia
IL PESCATORE COMPLETO Una canna da pesca lunga 15 piedi fatta in casa, linee meticolosamente intrecciate tratte dalla coda di uno stallone, semplici mosche legate a mano senza l’aiuto di una morsa: questa è la pesca alla Valsesiana. Originario dei piccoli torrenti montani del nord Italia, questo semplice e bellissimo stile di pesca è in voga almeno dal XVI secolo. Guidato dalla leggenda della pesca Arturo Pugno, è ancora praticato da un piccolo numero di devoti su quegli stessi corsi d’acqua, utilizzando gli stessi materiali
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MOSCA e SPINNING
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Con notizia giunta a gennaio 2020, la Fly Fishers International ha nominato il nostro collaboratore Pietro Brunelli quale FFI Fly Fishing Ambassador in Italy. Pietro Brunelli, oltre a scrivere su questa rivista dal 2008, già istruttore certificato da alcune scuole italiane e istruttore della FFI dal 2008, è Master Casting Instructor e membro del programma di esaminazione della FFI, l’Examiners Development Pathway appunto. Pro member Patagonia, guida professionale di pesca a mosca AIGUPP e guida ambientale escursionistica di AIGAE, è anche titolare di azienda nel settore. È possibile contattarlo per eventuali informazioni su corsi, eventi e programmi/attività della FFI in Italia all’indirizzo pietrobrunelli @hotmail.it.
notizie le novità per il bimestre
PESCA (SKY CANALE 236) A partire da lunedì 1 giugno alle ore 21.00 Pesca (Sky canale 236) presenta A pesca con Walter 6. Torna per la sesta stagione inedita e in prima visione assoluta il programma dedicato alla pesca dalla barca in cui Walter Ferraro conduce lo spettatore in giro per tutti i mari d’Italia. Nei suoi nuovi viaggi Walter, volto noto del canale e protagonista del mondo della pesca ricreativa, affronta le diverse tecniche di pesca dalla barca per andare alla ricerca di alcune delle prede più ambite dagli appassionati come dentici, ricciole e tonni. Un massiccio uso di nuove tecnologie permetterà allo spettatore di immergersi nell’azione di pesca ed ascoltare tutte le indicazioni tecniche che, di volta in volta, vengono raccontate con chiarezza e semplicità. Mercoledì 3 giugno alle ore 21.30 è la volta di Close Up 4. Torna con gli episodi inediti la serie in cui Antonio Varcasia, ricercatore universitario e pescatore, approfondisce la conoscenza del mondo ittico. La biologia e il mondo dei pesci sono analizzati con rigore scientifico, e le conoscenze vengono poi applicate alle varie discipline della pesca ricreativa. In questa quarta stagione Antonio, insieme a numerosi ospiti, approfondirà alcuni argomenti in puntate monografiche. Tanti i pesci protagonisti, come la spigola e l’orata, ma tante anche le tematiche affrontate, come per esempio gli effetti delle microplastiche sui pesci, oppure le caratteristiche e l’impatto dell’acquacoltura sull’ambiente (vedi foto a lato). A partire da giovedì 4 giugno alle ore 22.30 Pesca presenta Diario di una guida di pesca sportiva 4. Torna con la quarta stagione inedita e in prima visione il programma di Andrea Iacovizzi, un vero e proprio diario di bordo in cui ogni episodio è una pagina dedicata alla pesca dalla barca. A giugno vedremo tre esperienze diverse. Si inizia con una sessione a calamari, a tataki. Un tempo questa tecnica era vista semplicemente come un modo per procurarsi delle esche efficaci. Oggi le cose sono cambiate e Andrea racconterà trucchi e malizie che ci garantiranno grandi soddisfazioni. A seguire, scopriremo come praticare con successo
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MOSCA e SPINNING
• 3/2020
la traina costiera d’inverno, una tecnica facile, divertente, ma che ha bisogno di conoscenze precise per essere praticata al meglio. Un’altra sfida superata sarà quella di una splendida sessione notturna al chiaro di luna, in cui l’obiettivo sarà effettuare un metodo molto efficace per insidiare i cefalopodi: la traina. Tecnica, abilità, emozione per l’incontro col mare aperto saranno come sempre le protagoniste di questa serie così amata. Sabato 6 giugno alle ore 22.00, infine, inizia I signori della pesca a mosca. Ci sono pescatori che, più di altri, hanno regalato idee ed evoluzioni al mondo della pesca a mosca. Uomini che hanno deciso di dedicare la loro vita esclusivamente alla propria passione sacrificando tempo, famiglia e affetti proprio in nome dell’amore per questa tecnica di pesca. Incontreremo alcuni di questi ‘mammasantissima’ del fly fishing che ci racconteranno curiosità, aneddoti, tecniche e il loro modo di rapportarsi con l’acqua e i suoi abitanti.
notizie
a cura dello Spinning Club Italia • www.spinningclubitalia.it
attività rimandate, effettuate, in programma
LO SPINNING CLUB ITALIA AL TEMPO DEL COVID 19 Come noto, la recente epidemia di Coronavirus, oltre a confinare ognuno nella propria abitazione, ha costretto le associazioni ad abolire ogni attività comunitaria. Il fatto ha comportato la sospensione anche delle normali attività di club dello Spinning Club Italia. Sono state dunque rimandate le manifestazioni pubbliche (in particolare la gara al luccio da belly boat programmata ad aprile sul lago di Masserano e i raduni di street fishing programmati a maggio e giugno a Pavia e Jesolo) e interrotte le regolari riunioni delle varie sedi locali sul territorio. Per compensare in parte il fermo obbligato del consueto ritrovarsi, sono state incrementate le iniziative sul web, specie nella pagina Facebook e Instagram. Diverse sedi locali si sono poi cimentate nell’organizzazione di riunioni virtuali fra soci, per vincere l’isolamento e il blocco forzato delle attività di pesca di questi tempi. Rimane per il momento ancora confermato il raduno di Arezzo per il quarantennale di fondazione dello Spinning Club Italia programmato per i giorni 26 e 27 settembre. Si è comunque riusciti a procedere alle campagne di ripopolamento con luccio in Veneto e Lombardia e di persico reale in Veneto. Tutti i soci sono invitati a continuare a prestare attenzione alla pagina Facebook del club, dove saranno segnalati cambiamenti e novità compatibili con la prossima ripresa progressiva della pesca.
va alla comune disciplina di pesca e a quanti la praticano anche mantenendosi al di fuori dei vari contesti associativi. Due in particolare gli ambiti di possibile collaborazione: un’attività coordinata per il mantenimento degli ecosistemi acquatici e degli stock ittici presenti, con particolare riferimento alle specie di maggior valore biologico, e una valorizzazione della presenza del persico trota nelle acque dove la sua presenza storica ha dimostrato la propria condizione ecosostenibile. Tutto questo per la maggiore tutela qualitativa dello spinning in generale e della moderna branca del bass fishing in particolare, continua fonte di affinamento tecnico e rispetto per il pescato.
in provincia di Lodi portato a termine il progetto nonostante le difficoltà
TAVOLO BLU REGIONE VENETO Sabato 18 e venerdì 24 aprile, nelle acque di alcuni fiumi del Veneto, si è proceduto con la parte finale del progetto 2019 dello Spinning Club Italia per la rifaunazione di luccio italico, approvati nella Consulta sulla Pesca ricreativa denominata Tavolo Blu di Regione Veneto. Il tutto nonostante le grandi difficoltà dovute al periodo, le quali non hanno consentito un grande dispiegamento di forze come lo Spinning Club Italia è solito fare. Il ringraziamento come sempre va alla Regione del Veneto nella persona di Giuseppe Pan, assessore Agricoltura Veneto e a tutta la direzione regionale della struttura Caccia e Pesca, come a tutti i dirigenti territoriali, la dott. ssa Busatta di Venezia, la dott. ssa Grava di Treviso e il dott. Fasolato di Padova per l’importante collaborazione. Il più sentito ringraziamento va anche agli uomini della Polizia provinciale e alla Piscicoltura Menozzi nella persona di Davide Menozzi per il lavoro svolto e la disponibilità a effettuare le semine. Come spiegato dal responsabile della sede SCI di Rovigo Emilio Destefani: «Abbiamo coinvolto i cinque più pregiati corsi d’acqua della provincia, in regime di pesca no kill. In tutti sono già presenti areali di frega di persico reale e luccio, per cui queste aggiunte sono linfa vitale. Non è importante solo effettuare semine nel rispetto degli obblighi ittiogenici ma lo è anche posizionarli nei punti giusti. Grazie a queste semine degli ultimi anni e alle successive ricatture abbiamo riportato in carta ittica il persico reale e il luccio in posti dove non esisteva più da decenni!»
LIBERATI 80.000 AVANNOTTI DI LUCCIO Una bella iniziativa a tema ambientale, quella realizzata dall’associazione grazie all’impianto ‘Incubatoio di valle’ che il Consorzio Irrigazioni Cremonesi ospita e cura nell’area dove hanno sede le opere di derivazione dal fiume Adda del canale ‘Pietro Vacchelli’, in comune di Merlino, in provincia di Lodi. Sfruttando una nuova struttura – recentemente realizzata dal Consorzio come una sorta di piccolo specchio d’acqua alimentato dalle acque dell’Adda – i volontari dello Spinning Club Italia hanno raccolto le uova di alcune femmine di luccio italico – specie unica del fiume, a rischio di estinzione – che in questo laghetto trovano ideale ospitalità, per portarle alla schiusa in ambiente protetto da predatori e alterazioni ambientali. Dopo la schiusa, circa 80.000 avannotti, esaurito il sacco vitellino, sono stati liberati nel fiume, nelle sue lanche vive e nei fontanili ricchi di acque, dove è alta la probabilità che una parte significativa di essi giunga alla maturità. Quest’anno, purtroppo, a causa della piena del fiume di novembre, l’analoga operazione sulle uova di trota marmorata dell’Adda non è stata possibile, non potendo così vantare un altro ‘salvataggio’ di alcune decine di migliaia di esemplari, che si sarebbero aggiunti alle centinaia di migliaia già rilasciati dal 2014, tra i quali, nella ‘campagna 2018-2019’, una trentina trattenuti nell’impianto per formare una popolazione di riproduttori, oggi in fase di crescita.
due i possibili ambiti di cooperazione e sinergia
ITALY BASS NATION E SPINNING CLUB ITALIA Si prospetta un’interessante, inedita novità nel panorama associativo dello spinning nazionale. Spinning Club Italia e Italy Bass Nation, recentemente riorganizzatosi per opera del nuovo Consiglio Direttivo coordinato dal presidente Emanuele Turato, si stanno mobilitando per sviluppare concrete sinergie che portino a dare maggiore forza rappresentati-
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MOSCA e SPINNING
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notizie
Ricapitoliamo le principali novità comparse su PIPAM negli ultimi periodi, invitandovi a leggere gli approfondimenti e novità direttamente online sul sito www.pipam.it. Se volete partecipare alla nostra comunità nativa non dovete far altro che iscrivervi al FORUM e partecipare attivamente alle discussioni. Ma PIPAM è anche altro... troverete articoli di tecnica, di flytying, recensioni, test, filmati, ... fatti da pescatori a mosca per i pescatori a mosca e con il quarto di secolo online ormai nel mirino crediamo che di materiale ce ne sia per molto e per tutti i gusti. Siamo presenti anche su vari social come Facebook (https://www.facebook.com /groups/41688482011), Vimeo (https:// www.youtube.com/user/wwwpipam/videos) e Instagram (https://www.instagram.com/ pipam.it) per cui, anche in questo caso, l’invito è quello di iscrivervi e partecipare numerosi!
PIPAM NEWSLETTER
Abbiamo riattivato la NewsLetter di PIPAM così che anche i PAM un po’ più distratti possano essere avvisati delle novità pubblicate sul sito. Chi non fosse ancora iscritto può tranquillamente farlo sulla homepage di PIPAM. Con cadenza mensile verrete informati sulle novità del mondo della pesca mosca.
FLY FISHING MAGAZINE
un approccio diretto Nord-Sud ad altissima valenza ambientale. Questo tratto di strada merita da solo un giorno di vacanza (anche se poi la pescatina ci scappa comunque sempre...). In particolare gli oltre 40 km di sterrato sono affascinanti. Guidati con prudenza consentono di cogliere l’essenza di una delle aree più selvagge del Colorado. Il panorama muta costantemente, così come la vegetazione, regalando specificità uniche, senza il minimo disturbo antropico.
le è l’assistenza che la guida, in questo caso il compagno di pesca, può offrire essendo posizionata proprio dall’alto. Il tutto si svolge in pochissimo tempo, in cui serve la giusta concentrazione, una buona tecnica e ovviamente la mosca giusta.
Snowshoe Rabbit Baetis
Araneare Sakasa a cura di Walter Luzi Materiali utilizzati Amo: Hanak H 530 BL n. 12 Filo: marrone Addome: dubbing cappotto Rigaggio: piuma marrone di gallina tagliata a raschietto Torace: dubbing cappotto Hackles: piuma di gallina verde barrata Testa: filo di montaggio marrone
a cura di Marco Scleri Clari Materiali utilizzati Amo: Hanak h 53 BL n. 12 Corpo: cappotto in asola rasato Addome: cappotto in asola rasato Hackles: cappotto in asola rasato Testa: filo di montaggio marrone
I THREAD PIÙ SEGUITI
Nodo sull’amo per dropper
Dreaming New Zealand Teaser n. 01 Usa - Colorado 2a parte Gunnison Area a cura di Beppe Saglia (Beppe) Lasciato Basalt e soprattutto dato un ultimo melanconico sguardo allo stupendo Fryingpan, ci siamo avviati alla volta di Gunnison. Che è raggiungibile in circa 4 ore o da una comoda strada che però fa un anello assurdo e decisamente poco scenico, o con
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MOSCA e SPINNING
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a cura di Angelo Piller e Antonio Napolitano In attesa di tornare alla ‘normalità’, godiamoci questa splendida fario neozelandese NZ avvistata da me e Angelo Piller, da un punto rialzato, mentre camminavamo lungo il fiume. in questi casi, una volta individuato il pesce, bisogna decidere in pochi secondi la tecnica d’approccio (osservando il modo in cui la trota si nutre in quel momento e adattandosi di conseguenza). Fondamenta-
thread aperto da ‘Gibo Tango’ Prendo spunto dal cerchio di oggi; io amo molto pescare in dropper, la considero dove è possibile una delle tecniche più efficaci. Invece che legare però la ‘ninfa all’amo, uso un bracciolo molto corto per legare la secca.... anche perché sono imbranato a fare il nodo sull’amo della secca. Quali sono i vantaggi/svantaggi del legare direttamente all’amo rispetto al bracciolo, se ci sono? Ho il timore che con il nodo direttamente sull’amo della secca, la stessa risulti meno appetibile... probabilmente menata mia... Grazie a tutti!
I CERCHI PIÙ INTERESSANTI
Astinenza Sono ancora un pescatore a mosca ?
Pike time, l’ora del luccio!
a cura di Valerio Santagostino (Balboa) Fiume: salotto di casa. Compagni di pesca: cronometro in mano e occhio vigile e implacabile, mio figlio (nuotatore serio e che, per far lavorare quel mammiferone di suo padre, ha ottenuto un congruo aumento della paghetta). Tre avvenenti fanciulle… fortunatamente… seppur virtuali: Alexis Ren, Pamela Reif e Maddie Lymburner (meno appariscente delle prime due, ma la mia preferita). Le odio!! Non si stancano mai e manco sudano… ma danno un’atmosfera stimolante e mostrano qualche nuova tortura-:) Tanta fatica… accidenti!! Unica consolazione: non uscendo e quindi non ‘pasticciando’ in giro, ma mangiando i cibi ‘basic’ che la Sassone mi propina, il peso sta calando… e questo vecchio corpaccione comincia a slegarsi. Che fate voi altri pigroni?! -:)
a cura di Angelo Piller (Angelo) Corona virus a parte, tra poco in molte regioni inizierà la stagione del luccio! Unica accortezza: assicuratevi che abbia finito di fregare! Per il resto ‘in bocca al pike’ per quella che è una tra le pesche più divertenti ed emozionanti nel vasto panorama della pesca a mosca. COVID-19 time a cura di Andrea Cuccaro (WM) Finite le mosche, sistemati i finali, riassettato il giubbotto, puliti e sistemati i mulinelli, ... e ora?! Beh, se proprio avete sistemato tutto potete darvi al Diamond Painting, in pratica la realizzazione di un mosaico molto facile, pulito e veloce. Naturalmente a soggetto PAM!
a cura di Antonio Napolitano (Flyaenne) Tra le tante restrizioni che questa brutta situazione ci impone, c’è anche la pesca. Molti si dedicano alla costruzione di mosche, altri alla manutenzione delle attrezzature e altri ancora iniziano a vedere il proprio gatto/cane come possibile obiettivo da catturare e ovviamente rilasciare in quello che è ormai diventato il miglior hot spot, il salotto.
COSTRUZIONE MOSCA
LA GRANDE PERLA
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ANDREA GASPARINI [arred.gasparini@libero.it ]
plecotteri, ordine di insetti molto antico, hanno generalmente dimensioni medie e grandi (da 7-8 a 4050 mm ad ali chiuse). Allo stadio adulto hanno quattro ali membranose lunghe e strette, che in posizione di riposo vengono tenute intrecciate a forbice. Le ninfe possono condurre una vita acquatica della durata anche di due o tre anni, mentre la vita aerea allo stadio adulto può variare da pochi giorni a un mese circa. Molto particolare è il loro volo, molto goffo e fatto di brevi spostamenti. Presenti dalla primavera inoltrata all’autunno, sono noti con il nome anglosassone di ‘Stone Fly’, ovvero mosca della pietra per l’abitudine di fuoriuscire dall’acqua per l’ultima metamorfosi attaccandosi alle pietre affioranti. Prediligono le acque correnti dei torrenti di montagna e di fondovalle ma anche le acque risorgive. Le grandi perle, Perla marginata e Perla grandis, sono presenti in tutta l’Europa centrale e meridionale. Ricordo gli inizi della mia avventura di pescatore con la mosca, quando da ragazzino mi recavo a pescare sul fiume Ledra di Buja, allora meravigliosa risorgiva che si trova a nord di Udine. Nelle calde serate estive, poco prima del tramonto, ap-
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parivano sulla superficie dell’acqua le grosse perle che sbattevano goffamente sull’acqua scatenando l’istinto predatorio delle trote e dei grossi temoli che si esibivano in rumorose bollate e vistosi salti. Nonostante il gran numero di pesci presenti, le belle catture erano poche, in quanto la mia esperienza era limitata e non disponendo di artificiali specifici mi arrangiavo con grossolane imitazioni del tipo ‘Sedge’ che ogni tanto convincevano qualche pesce all’abboccata. Purtroppo il fiume non mi aspettò: le condizioni mutarono talmente in fretta che non ebbi il tempo di migliorare la tecnica e gli artificiali per affrontare quelle situazioni. Anche il Ledra, come la maggior parte delle risorgive friulane, si inchinò al progresso e alle mutate condizioni ambientali. Sparirono i plecotteri così come le mosche di maggio e anche i pesci, le trote e temoli non sono più così numerosi come un tempo. Una gestione della pesca discutibile se non inesistente ha fatto il resto. In seguito ho avuto modo di osservare questi grossi insetti in altri fiumi, in particolare all’estero, ad esempio sui fiumi Sava Bohinjka e Idrija in Slovenia e in un mio breve viaggio in Bosnia sul fiume Ribnik di una decina di anni fa, dove addirittura le stone fly si posavano ovunque sui muri e sulle finestre del lodge.
L’artificiale che vi propongo nasce in circostanze molto particolari e casuali. Anni addietro mi stavo preparando alla gara di costruzione ‘Villa Guidini’, organizzata dagli amici del Mosca Club Treviso, che in quell’edizione aveva come tema di gara proprio la grande perla. Realizzai diversi artificiali di prova costruiti con questo dressing e feci altrettanto in gara, dove mi aggiudicai la prima posizione nella categoria dell’insetto adulto. Naturalmente tutte le mosche di prova finirono nella scatola degli artificiali da pesca e rimasero inutilizzate per un po’ di tempo. Alcuni anni fa decisi, in compagnia di altri amici, di trascorrere le vacanze di ferragosto all’Aktiv Hotel della famiglia Gargantini in Austria. Un giorno ci recammo a pescare sul fiume Gail nei pressi di Villach, dove i livelli erano bassi e il caldo opprimente. La mattina trascorse con poche catture e verso mezzogiorno, assieme all’amico Marco, ci rifugiammo all’ombra del ponte di Maria Gail in attesa de-
gli altri due compagni di pesca che si trovavano più a monte con l’intento di andare a mangiare un boccone e rinfrescarci con qualche birra per poi riprendere la pesca nel pomeriggio dopo l’assedio dei bagnanti. Sotto il ponte il Gail formava una corrente piuttosto veloce e grossi massi sul fondale conferivano alla superficie il caratteristico andamento a ‘cavalloni’. Visto che gli amici non arrivavano, decisi di provare quella corrente per ingannare l’attesa. Aprii la scatola degli artificiali e legai al finale proprio l’imitazione della grande perla, presente in quel fiume ma che non avevo visto quel giorno sull’acqua. Con grande sorpresa mia e dell’amico che mi osservava seduto sulla riva, feci salire e portai al guadino, in pochi minuti, diverse fario che erano salite senza indugi sulla mosca. Da quel momento ho iniziato ad usare questa imitazione in tutte le altre acque, impiegandola come mosca da caccia nelle correnti dei fiumi ma anche nelle risorgive come boccone isolato. Il particolare utilizzo del magico pelo di camoscio in fase di costruzione dona alla mosca una notevole impressione di movimento e vitalità sull’acqua, tanto che risulta efficace anche laddove il naturale non è presente. Costruisco la grande perla in due varianti, con corpo verde oliva chiaro e arancio, sempre anellato in giallo, in misure che variano dall’amo n. 6 al n. 10. 3/2020
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TECNICA MOSCA
LA PESCA A MOSCA IN ITALIA seconda parte
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ieri, oggi, domani MAURO BORSELLI [borselli.mauro@gmail.com]
erminavamo l’articolo sullo scorso numero accennando ad alcuni grandi pescatori a mosca del passato che praticavano forme di pesca non tradizionale. Si trattava di prime esperienze storiche di Alternative Fly Fishing che ho potuto apprendere da ragazzo leggendo gli articoli di Piero Lumini, divenuto poi un caro amico, che nei suoi scritti introduceva le basi della pesca a mosca del persico trota con popper, frog, dragon fly, streamer e tutta una serie di nuove imitazioni provenienti dall’estero, le cui foto erano contenute anche nei cataloghi della RP dell’omonimo negozio, nei quali si parlava già di pesca a mosca del luccio, descrivendola come la ‘nuova frontiera’ cui si stava indirizzando l’espansione di questa tecnica, in ossequio a quanto accadeva in America. Negli stessi libri di Piero, pubblicati in quegli anni, accanto alle immancabili imitazioni di mosche secche e sommerse c’erano quelle delle ninfe piombate (le beads all’epoca non esistevano ancora) e dei terrestrial, ma anche di classici streamer di origine americana, a cui si aggiungevano i dressing dei popper e anche quelli innovativi delle libellule realizzate in balsa (il foam avrebbe fatto la sua massiccia comparsa solo negli anni Novanta). In quell’epoca, anche grazie all’attività di divulgazione posta in essere da altri grandi moschisti, come ad
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esempio Fosco Torrini, si cominciava ad approfondire non solo la tecnica di pesca al black bass dalla barca e dai primi rudimentali belly boat, ma anche quella del luccio (di cui ricordo un interessante articolo ambientato nel fiume Merse di Fosco e un altro di Piero sull’impiego degli zonker piombati per insidiare gli esocidi), che richiedeva specifiche imitazioni di bait fish e attrezzature sovradimensionate che dovevano essere maggiormente rapportate alle dimensioni e all’apparato boccale di questo predatore. Insomma, in quegli anni pionieristici nulla veniva tralasciato, neppure i grossi ciprinidi come le carpe o i pesci gatto che vivevano nell’Arno, tanto che gli stessi manuali redatti da Lumini contenevano interi capitoli dedicati ai ‘pesci minori’, dei quali era descritta la morfologia e la tecnica di pesca idonea per insidiarli a mosca con specifiche imitazioni nei corsi d’acqua del piano situati a pochi chilometri da casa. Nell’impossibilità di potersi recare costantemente nelle acque pregiate da salmonidi e timallidi, dunque, i pescatori più in vista del tempo avevano ben pensato di espandere il fly fishing anche in quelle del piano che, per vicinanza e ubicazione, potevano rappresentare un’ottima palestra quotidiana per sviluppare nuove tecniche e approcci su specie atipiche che in quegli anni non riscuotevano di certo il grande interesse che, invece, suscitano oggi tra molti fly fishermen.
In apertura: Piero Lumini e Fosco Torrini in un’uscita in ciambella testimoniata da un articolo uscito su Pescare» nel 1984 (liberamente scaricabile con gli altri di Lumini sul sito di Roberto Daveri). A lato: ancora Fosco Torrini in un’uscita di pesca alternativa in una foto tratta dal volume di Lumini, p. 58, citato nell’articolo. In basso: dallo stesso volume, p. 83, un’immagine di Massimo Gigli.
Tra tutti c’era anche un altro grande personaggio toscano che faceva costantemente capolino nelle foto degli articoli e dei manuali di Piero Lumini pubblicati in quegli anni, il quale veniva immortalato con carpe, cat fish, cefali e altri pinnuti atipici rigorosamente catturati pescando con l’attrezzatura da mosca: un pescatore totale, appassionato e schivo, che da sempre si era totalmente dedicato a insidiare tutte le specie possibili che vivevano nelle acque del piano situate dietro casa (Arno, Sieve ecc.), un soggetto concreto, tecnicamente completo, capace di passare dalla pesca a secca a quella a ninfa o a streamer senza patemi d’animo, in grado di maneggiare una canna di 7 piedi e mezzo alternandola senza sforzo a una double hand di 15 piedi lasciandosi alle spalle scrupoli pseudoetici, spinto solo dalla necessità di razionalizzare l’approccio migliore per interagire con i pesci e i vari ecosistemi acquatici di volta in volta affrontati, in poche parole un soggetto che incarnava in tutto e per tutto le origini del vero Italian Alternative Fly Fishing: Massimo Gigli. Gigli è in primo luogo un creativo puro, un vero artista a tutto campo, disegnatore e scultore di grande pregio, che collaborò attivamente con le sue splendide illustrazioni al primo libro di Roberto Pragliola e a quelli più rappresentativi di Piero Lumini (suoi sono i disegni contenuti in Imitazioni di Effimere, ad esempio). Lo conoscevo di nome proprio per tali capacità e per nulla come pescatore, in quanto, per una precisa scelta personale, Massimo non ha mai voluto far parte attiva dell’élite della pesca a mosca italiana, evitando accuratamente di partecipare agli eventi, alle fiere del settore e quant’altro legate a questo mondo. Grazie a un capitolo (pp. 79-83) contenuto nell’ultimo libro di Piero, Della Pesca ed altre storie (liberamente scaricabile sul sito di questa rivista), tutto dedicato a Gigli, finalmente ho potuto focalizzare con maggiore attenzione la sua figura come fly fisherman, visto che appariva in un foto con un grosso siluro catturato in Arno a mosca con la canna a due mani. In particolare, oltre alle varie foto con carpe e cat fish minori, una frase mi aveva fortemente colpito: «Massimo ha sempre l’attrezzatura in macchina, pronto a sfruttare ogni occasione utile per pescare»; ecco, mi sono detto, questo personaggio rispecchia l’essenza stessa della pesca a mosca alternativa, visto che da tempi non sospetti si confronta con tutti i pesci che incontra senza precostituirsi limiti di sorta, pensando semplicemente a divertirsi in qualsiasi momento con ciò che trova a sua disposizione, anche dietro casa. Gigli rappresenta insomma per me un’icona che ha sempre agito in controtendenza con l’orientamento della pesca a mosca sviluppatosi in seguito, poiché si è subito smarcato dai dogmi, dalle ortodossie e da tutte le limitazioni, spinto dall’o-
biettivo di pescare a mosca nel modo che riteneva più congeniale alle sue esigenze, elaborando una serie di approcci inediti e vincenti che gli hanno permesso di raggiungere i target alieutici che si era prefissato, restando totalmente immune da critiche e invidie che nulla avevano a che fare con la pesca pescata, una condotta che nel corso degli anni lo ha portato a isolarsi volontariamente da un settore nel quale non si riconosceva affatto, in quanto non rispecchiava la sua personalissima filosofia di pesca a mosca a 360°.
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ULTRALIGHT di pianura
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RENZO DELLA VALLE [renzodellavalle@gmail.com ] FOTO DI RENZO DELLA VALLE E MARIO NARDUCCI
ra tutte le discipline di pesca che riguardano le esche artificiali, lo spinning continua a sorprendere per la sua evoluzione tecnica molto ‘spinta’, che stimola generazioni vecchie e nuove di pescatori a praticarlo con rinnovato interesse. Se ne è avvantaggiato soprattutto lo spinning ultralight, la branca ultraleggera dello spinning che permette di lanciare esche artificiali sempre più piccole e dal peso quasi insignificante. Lo spinning ultralight ha potuto evolversi grazie alle sinergie apportate da tre tecniche di pesca molto innovative e ultra specialistiche di derivazione italiana e giapponese: il fly style spinning, lo spinfly e la trout area. Per quei pochi che ancora non le conoscono, diciamo che l’italianissimo fly style spinning (ideato dal grande Mauro Marsano) ha creato un ponte tra il mon-
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do della mosca e quello dello spinning, fondendo nella progettazione delle attrezzature parti rilevanti di queste due discipline. Lo spinfly, anch’esso italiano (ideatore il mitico Roberto Cazzola), ha reso possibile il lancio a ultralight delle mosche classiche da fly fishing, siano esse secche, ninfe o streamer. La trout area, made in Japan, ha invece approfondito le peculiarità della pesca alla trota in laghetto con le più piccole e infinitesimali hardbait, in particolare i microspoon e i mini crankbait. Assumendo e fondendo il meglio di queste tre tecniche, lo spinning ultralight ha potuto evolversi ed esprimersi in tutte le acque di montagna e di pianura, allargando le sue potenzialità di cattura a tutti i pesci predatori. In montagna, per esempio, ha permesso di pescare le trote dei laghetti alpini con le mosche secche; nei torrenti, di insidiare salmonidi di varie specie con ninfe e streamer. In pia-
abboccate e garantire tanto sano divertimento. Tra l’altro, molti canali attraversano i centri cittadini e non richiedono molto tempo né lunghi spostamenti; d’estate, possono essere affrontati anche la sera, finiti gli impegni lavorativi, orario tra l’altro ottimo poiché foriero di schiuse di insetti e quindi di attività dei ciprinidi che cacciano a galla. Si tratta di una pesca dinamica, lungo le strade o le ciclo-pedonali che costeggiano questi corsi d’acqua, che non ha limiti di spazio poiché si può camminare anche per chilometri, risalendo o scendendo il canale, fino a trovare i tratti dove i pesci sono più attivi e disponibili nei confronti dei nostri artificiali.
quattro artificiali... e via
Lo spinning ultraleggero nelle acque domestiche di pianura è divertente anche perché la dotazione degli artificiali è minima: poco ingombro e massima agilità nel percorrere il nostro canale preferito. Prima di affrontare la sessione di pesca, faremo una rapida selezione delle esche, che possono essere tenute in uno scatolino nella tasca dello zainetto. Nel periodo caldo e nel primo autunno, se le nostre mire vanno a persici e lucioperca, basta portarsi appresso qualche piccolo cucchiaino rotante, fino a tre grammi, o qualche minicrank (quelli ideati per la trout area in laghetto) di pari peso, e il gioco è fatto. Con questi artificiali è preferibile pescare a scendere il corso d’acqua, ossia recuperare controcorrente. Si è obbligati
nura, lo spinning ultralight ha fatto suoi determinati ambienti popolati da ciprinidi vari (soprattutto cavedani, scardole e barbi) ma anche persici reali, lucioperca e trote. In alcune situazioni, come lo spinning nei canali che andremo a vedere in questa occasione, l’ultralight spinning ha permesso di migliorare non poco le potenzialità di cattura ricorrendo a esche innovative e consentendo di ottenere numerose catture col massimo del divertimento.
a due passi da casa
Il lancio ultraleggero ha insomma permesso di riscoprire una pesca, quella dei canali artificiali, sotto l’aspetto della ‘finezza’ delle attrezzature e della ‘microleggerezza’ delle esche. L’ultralight in questi ambienti, popolati molto spesso da pesci diffidenti come il cavedano, è diventata una vera e propria arte che, se ben praticata, può consentire un buon numero di
TECNICA SPINNING
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FRANCESCO MONI [francesco.moni@outlook.com ]
e, a un certo punto, ti rendi conto che la pesca è solo un pretesto per staccare la spina, se senti la necessità di immergerti totalmente nella natura incontaminata, se il potere del rumore bianco dell’acqua che scorre ti rilassa, se gli odori e i colori del bosco ti scandiscono lo scorrere del tempo, probabilmente sei un appassionato di Native Fishing, o più semplicemente un pescatore di trota torrente. In questo articolo vorrei raccontare come vivo questa tecnica di pesca che mi accompagna da sempre: da quando in tenera età mio padre mi portava con lo storico lancino ‘tuttofare’ e quattro cucchiaini rotanti, ad oggi, che aspetto con ansia il momento giusto per portare mio figlio a scoprire il torrente e i suoi abitanti. Ne sono passati di anni dal lancino tuttofare, oggi sono in commercio attrezzature studiate appositamente per questa tipologia di pesca, ma l’approccio e soprattutto lo spirito sono sempre gli stessi. L’attrezzatura è ridotta al minimo: canna, mulinello e un astuccio con una manciata di esche, uno zaino di pazienza e tanti chilometri nei piedi. Sicuramente i nostri torrenti ospitano meno pesci rispetto a venti anni fa, oppure è la memoria che mi inganna (non credo!), ma questo modo selvaggio di vivere la pesca sta appassionando sempre più le nuove generazioni di pescatori, affascinati da ambienti così incontaminati e da pesci che sembrano dipinti a mano. La prima regola nella pesca in torrente è arrivare nello spot nel modo meno invasivo possibile. Ricordati che questa è la vera pesca wild e non è da escludere che lancerai la propria esca verso un pesce che non ha mai incontrato un artificiale prima; qui le trote, soprattutto quelle di taglia, al primo rumore sospetto, alla prima ombra in acqua, sfrecciano come saette, si rintanano e non escono più. Con la massima cautela, quindi, devi avvicinarti allo spot, cercando di essere il più preciso possibile nei tuoi lanci; non credere di avere tante possibilità: dopo il terzo lancio puoi tranquillamente avanzare verso la buca o la corrente successiva.
NATIVE
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fLY tYing Contest spediZione entro iL 20.6.2020: Montaggio devaux
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L’artificiale del prossimo numero è
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ONDULANTE PER IL SILURO Spedizione entro il 20 giugno 2020 a La Pesca Mosca e Spinning, via Musignana 7, 50022 San Polo in Chianti. Dressing e note di commento in un file di testo a redazione@lapescamoscaespinning.it Skirmjan MSK-PH-792MH Length: 7’9” (236 cm) Lure: 3/8 – 1 oz (10–28 g) Line: 10–20 lb Action: Fast
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Lo slamatore Stonfo Tubetech con testina sagomata tubolare (art. 615) è un prodotto di alta qualità studiato per una rapida estrazione dell’amo senza danneggiare né il pesce, né la mosca. Prodotto con materiale molto resistente e con impugnatura anatomica in gomma, è ottimo per ogni tipo di pesca e indispensabile quando si pratica il catch and release. È munito di foro per l’aggancio al gilet. Per maggiori informazioni: www.stonfo.com
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LENTE A VENTOSA STONFO Seduti al morsetto da costruzione, si ha spesso la necessità di osservare con particolare attenzione i dettagli della propria realizzazione nel suo divenire. La lente d’ingrandimento realizzata da Stonfo (art. 642) è di alta qualità e consente di vedere chiaramente, senza distorsioni, tutti i più piccoli particolari. Il braccio flessibile ha una potente base a ventosa con azionamento a leva per garantire un rapido e sicuro bloccaggio. Rimuovendo la ventosa, la lente si incastra perfettamente nel porta-utensili integrato della base TRR della stessa azienda (art. 657). Dati tecnici: ingrandimento 2x, dimensioni lente 80 mm, lunghezza braccio flessibile 350 mm, peso 165 g. Per ulteriori informazioni: Stonfo, tel. 055/8739615, www.stonfo.com, stonfo@stonfo.com.
2020 e Flou
COLLE UV RAIDAZAP Raidazap 2020 è la colla UV di ultima generazione, per il momento l’unica con certificazione europea sull’atossicità degli ingredienti di cui è composta. Sviluppata da un costruttore per i costruttori, viene definita come • la meno tossica; • la meno unta e appiccicosa; • la più trasparente: Crystal Clear; • la colla UV di qualità che non ingiallisce. Tre le densità disponibili. Thin: per operazioni più delicate da effettuare su artificiali di medie/piccole dimensioni: sacche alari, testine, addomi, occhietti. Meno densa rispetto alla Medium, ma comunque non liquida. Medium: per testine e corpi. Densa al punto giusto, è praticamente ‘universale’. Thick: adatta a streamer, testine e corpi che richiedono una maggiore consistenza. 15ml • 17,90€ Raidzap Flou è invece l’UV perfetta per creare hot spot su ninfe e streamer. In questo caso si tratta di una colla flex, ideale su tutte le costruzioni che richiedono una certa elasticità. Il contenuto del colore flou
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è stato triplicato, in modo da ottenere una colorazione decisamente risaltante. Disponibili le due colorazioni FL.Red e FL.Green. 15ml • 17,90€ È possibile acquistare le due colle Raidzap presso il negozio di Angelo Piller in Via Manzago 27 a Tai di Cadore (BL), tel. 328/9682924, o visitando direttamente lo shop on line www.flyfishdolomiti.com.
con batteria ricaricabile
TORCIA UV APOLLO 365 NM Una lampada UV con lunghezza d’onda di 365 nm è in molti casi la migliore scelta per la polimerizzazione UV delle resine indurenti impiegate nel campo del fly tying; lunghezze d’onda diverse (395-405 nm) spesso non forniscono la luminosità giusta per attivare la resina. La lampada a LED della torcia ricaricabile Apollo è generata inoltre con una lunghezza d’onda di 365 nm effettiva, mentre su lampade standard e a basso prezzo il wattaggio e le lunghezze d'onda specificate possono variare in modo significativo. Prezzo: 38,00€, caricabatteria incluso. È possibile acquistare la torcia Apollo presso il negozio di Angelo Piller in Via Manzago 27 a Tai di Cadore (BL), tel. 328/9682924, o direttamente nello shop on line www.flyfishdolomiti.com.
mercatino CANNE, MULINELLI, ARTIFICIALI, ACCESSORI Cerco St. Croix Legend Tournament Musky Lipstik 7'9"-2-6oz. Canna se non in ottimo almeno in buono stato, no botte no graffi. Gianandrea, 349/5453960, gbbasshunter@hotmail.com. (C) Vendo giacca softshell della Loomis, nuova mai usata ancora con cartellino, la giacca è di taglia L, è dotata di cappuccio tasca interna, due tascce laterali ed una frontale porta telefonino o documenti. Il prezzo richiesto è di 100,00 euro oltre alla spedizione. Carmine, 328/2974161, bass1966@virgilio.it. (B) Vendo due canne da spinning St. Croix premium grafite in due pezzi: una 2401-ML-6'6" Lure wt. 1/8 oz Line wt. 6 -10 lb e una 2401-UL-5'6" Lure 1/32 - 3/16 oz Line wt. 1-4 lb, 50 euro l'una. Gianpiero, giampy_fly@alice.it, 340/6885646. (A) Vendo canna da spinning Sage modello GSP 470-3 lunghezza 7’0”, 3/85/8. Canna in tre pezzi da viaggio che non ha bisogno di presentazioni, tenuta benissimo, completa di fodero e tubo per il trasporto. Prezzo: 200€ trattabili più trasporto. Carmine, 328/2974161. (F) Vendo mulinelli antichi tipo Abu Cardinal e Luxor vari modelli, tutti in perfette condizioni. Disponibile a inviare foto. Carmine, 328/2974161. (F) Vendo canna bamboo Leonard 50DF (replica) nuova, mai usata. Tel. 338/1365571, procaccirenzo61@gmail.com. (F)
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