Speciale Pesca n° 2/2018 supplemento alla pubblicazione bimestrale LA PESCA MOSCA E SPINNING
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EDITORIALE
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ccoci al secondo appuntamento con il nostro Speciale Estate. Anche quest’anno proponiamo ai lettori un numero monografico di articoli – senza rubriche – che presentano itinerari da sperimentare nei mesi di luglio e agosto, affiancandoli eventualmente a un periodo di vacanze da soli o con la famiglia. La lunga stagione di piogge e di freddo che ha caratterizzato la primavera ha reso in non pochi casi difficoltosa la realizzazione di tali articoli, anche perché quasi sempre è stato usato materiale fotografico ‘fresco’ se non ‘espresso’, come aggiornate sono naturalmente tutte le indicazioni relative ai regolamenti. Abbiamo cercato di offrire un ventaglio variegato di località, d’acqua dolce e salata, prevalentemente italiane e comunque europee (l’unica eccezione è costituita dalle Maldive), presentate da autori che le conoscono in modo approfondito per esservisi recati ripetutamente a pescare negli ultimi anni o addirittura per essere guide abituate ad accompagnare in zona molti pescatori sia a mosca che a spinning. Contattandoli ai riferimenti e-mail indicati, potranno integrare le indicazioni date negli articoli con tutte le informazioni delle quali avrete bisogno. Augurandoci che abbiate modo di riservare anche a questo Speciale l’apprezzamento che è stato tributato a quello dello scorso anno, vi diamo appuntamento fra un mese al prossimo numero ‘ordinario’ della nostra rivista, con gli approfondimenti tecnici, i contest di costruzione e autocostruzione, la presentazione delle novità più importanti delle aziende e, naturalmente, con altri itinerari.
Direttore responsabile Eugenio Ortali Direttore editoriale Giulio Fascetti Progetto grafico Danilo Persico LA PESCA MOSCA E SPINNING SUPPLEMENTO n. 2 /2018 al n. 3 redazione@lapescamoscaespinning.it www.lapescamoscaespinning.it www.facebook.com/MoscaeSpinning http://twitter.com/lapescaMeS www.flickr.com/photos/moscaespinning www.youtube.com/user/MoscaeSpinning Hanno collaborato a questo numero Pietro Brunelli, Renzo Della Valle, Enrico Fantasia, Paolo Fortunati, Alberto Galeazzo, Alberto Gargantini, Davide Mazzesi, Francesco Nassi, Paolo Pacchiarini, Francesco Paolini, Angelo Piller, Gianni Schergna, Marco Simonini, Riccardo Tamburini, Gabriele Zingaro. Amministrazione, pubblicità, abbonamenti e arretrati Zona Franca Edizioni srl Via V. Veneto 169 • 00187 Roma tel. 06/42.90.38.54 abbonamenti@lapescamoscaespinning.it segreteria@lapescamoscaespinning.it Pubbliche relazioni e pubblicità Renzo Della Valle renzo.dellavalle@gmail.com Disponibile anche in versione digitale su www.ezpress.it Tutti i diritti riservati LA PESCA MOSCA E SPINNING ZONA FRANCA EDIZIONI srl Iscrizione ROC n. 26695 del 22.9.2016 Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 225 del 29.9.2014 Stampa: Tuccillo Arti Grafiche, Afragola (NA) Distribuzione: Press Di, Distributore stampa e multimedia srl - 20134 Milano
Speciale Artificiali Speciale - Giugno Estate 2018 2017
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sommario Speciale / La Pesca Mosca e Spinning
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SARCA E BONDAI
di Marco Simonini e Gianni Schergna
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16 LOUGH SHEELIN di Enrico Fantasia
22 CALABRIA IONICA: LA COSTA D’ORO di Riccardo Tamburini
28 VELINO CITTADINO di Gabriele Zingaro
34 TREBBIA: UNA ‘TURISTICA’ MOLTO SPECIALE di Renzo Della Valle
40 SUMMER GAIL di Alberto Gargantini
46 IL BACCHIGLIONE A NORD DI VICENZA di Francesco Nassi
52 L’ALTO CORSO DELL’IDRIJCA di Paolo Fortunati
60 ISOLE CANARIE di Francesco Paolini
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66 SESIA: LA RISERVA DELLE PIODE di Paolo Pacchiarini
72 VAL CHISONE: TRE ITINERARI
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di Davide Mazzesi
78 SIEGSDORF E LA DEUTSCHE TRAUN di Pietro Brunelli
84 A CACCIA DI GT ALLE MALDIVE di Alberto Galeazzo
92 IL LAGO DI SANTA CROCE di Angelo Piller
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ITINERARIO MOSCA E SPINNING
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l clima è mite e stiamo camminando sul sentiero che ci porterà alla nostra meta. Siamo allegri e pieni di quelle fantasie che tutti gli amici pescatori possono facilmente intuire. Non siamo proprio giovanissimi, ma quando possiamo farci una pescata insieme ci sentiamo come dei ragazzini in gita scolastica e l’entusiasmo va a mille, soprattutto nel ricercare ed esplorare nuovi spot di pesca. L’itinerario che vogliamo proporvi (sono io, Marco, a scrivere, ma Gianni è qui vicino alla tastiera) si trova in Trentino, nei pressi di San Lorenzo in Banale e Dorsino, due pittoreschi borghi contadini ai piedi delle Dolomiti di Brenta nell’omonimo Parco Naturale. Stretti androni, case addossate le une alle altre, la tipica architettura di pietra e legno: sono queste le caratteristiche grazie alle quali San Lorenzo in Banale è stato inserito tra i borghi più belli d’Italia. Da non perdere una passeggiata tra le strette vie delle frazioni di Senaso, Pergnano, Berghi, Prusa oppure lungo il sentiero del gusto dedicato alla Ciuìga, il caratteristico salume alle rape, oggi presidio Slow Food. Dal centro di San Lorenzo in Banale, prendiamo la strada che scende verso la frazione di Moline, un affascinante pugno di antiche case e mulini, sul rio Bondai. Poco prima dell’abitato, svoltiamo a destra verso una piccola centrale idroelettrica. Lasciata l’automobile, ci incamminiamo già equipaggiati con wader, boot chiodati e
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SARCA E BONDAI
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di Gianni Schergna e Marco Simonini giaske58@live.com - info@marcosimonini.it
Speciale ArtiďŹ ciali - Giugno 2018
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ITINERARIO MOSCA
LOUGH SHEELIN
Claret & Amber Bumbles
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e il Paradiso del pescatore a mosca è il luogo nel quale ogni bollata può essere il pesce di una vita, allora deve essere molto simile a Lough Sheelin, un lago dove la taglia media delle trote è superiore al chilo, esemplari di 2.5-3 kg non sono una rarità e dove tutte le tecniche, dalla secca allo streamer, senza dimenticare le sommerse, possono essere usate con successo. Situato nelle Nord Midlands, Lough Sheelin (dal celtico Loch Sileann, ‘la vasca delle fate’) è a nord-est di Dublino, immerso nelle verdi campagne al confine tra le contee di Meath e Cavan. Nonostante sia considerato uno dei grandi laghi irlandesi,
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Blae Sooty Olive
con una superficie di circa 1800 ettari è di dimensioni nettamente più modeste dei più conosciuti laghi Corrib e Mask, ma con questi ha in comune la composizione geologica del fondale, costituito per lo più da roccia calcarea, con conseguente pH elevato delle acque. Ciò, assieme a una profondità media di tre metri circa, crea un habitat incredibilmente favorevole per la trota fario.
IL LAGO Sheelin è un lago di facile navigazione; i fondali più bassi e le rocce sommerse più pericolose sono ben segnalate. Church Island è l’isolotto più grosso e segna in un certo senso la demarcazione
tra la il nord e il sud del lago. La parte sud è caratterizzata da fondali bassi che offrono possibilità di catture da aprile in poi, con i chironomi e le olive a farla da padrone. Orangfield, Sailors Garden e Bog Bay sono alcuni degli spot migliori e funzionano bene con ogni tipo di vento. Drift che possono rivelarsi interessanti in presenza di sedge e con venti da ovest e sud ovest sono tra Lynch’s Point e Derrysheridan, davanti alle baie di Goreport e Corru. Rusheen Bay, Church Island e Long Rock entrano in gioco da maggio in poi, quando appaiono le prime mayfly. Nella zona nord, che è quella con i fondali più profondi, Crover è il mio posto preferito a inizio stagione, ma solo
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di Enrico Fantasia grapecircusflies@gmail.com
con venti da est o da ovest. Captains Bay, Stony Island e Rabbit Point sono un lungo drift da nord a sud che durante i mesi più caldi e verso fine stagione danno grandi risultati. In ogni caso, grazie alla profondità media abbastanza bassa della quale si è detto, è possibile incontrare trote un pò ovunque e il livello del lago, le temperature esterne e la pressione di pesca contribuiscono molto alle migrazioni dei pesci nelle varie zone. Nonostante il lago sia facile da navigare, l’utilizzo di una guida locale, soprattutto se si hanno pochi giorni a disposizione, è assolutamente consigliabile: la conoscenza delle acque, delle condizioni e i consigli su tecniche e
attrezzature possono fare la differenza tra un cappotto e un fallimento totale.
TECNICHE E ATTREZZATURE La pesca si effettua solo dalla barca (in questo caso le tipiche lake boat irlandesi di 5-6 metri), sopratutto con il sistema tradizionale ‘loch style’. La spiegazione di questo metodo meriterebbe da sola un articolo, ma in pratica la tecnica è fondamentalmente questa: si pesca lasciando andare la barca alla deriva, lanciando sottovento, con un finale lungo tra i 4 e i 6 metri e con tre mosche equidistanti. Il tipo di recupero varia in base alla velocità della barca e alla forza del vento, nonché alla densità
della coda usata. Alla fine del recupero si deve trattenere la prima mosca (la ‘bob fly’) intrappolata in superficie il più a lungo possibile. Canne single handed di 10,6-11 piedi sarebbero perfette, ma sono ormai introvabili perché sostituite dalle switch. La canna più utile è quindi la 10 piedi per coda 6, che può essere usata per tutta la stagione e più o meno per ogni tipo di pesca. Un attrezzo coda 5 della stessa lunghezza può tornar utile pescando a secca, mentre una coda 7 trova il suo utilizzo per code affondanti e grossi streamer. Le code più usate, a parte ovviamente la galleggiante per la secca, sono la midge tip e l’affondante tipo Speciale Artificiali - Giugno 2018
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ITINERARIO SPINNING
CALABRIA IONICA: LA COSTA D’ORO
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Italia è probabilmente il paese europeo che offre la maggior variabilità di ecosistemi, che per il pescatore può essere tradotto come un’enorme possibilità di praticare la propria passione, in acqua dolce come in mare; in questo caso, grazie alla conformazione geografica del nostro paese, dovuta ai 7456 km di coste che la perimetrano, le situazioni che la Natura offre all’appassionato di pesca sono impressionanti; questa incredibile distanza che va da Nord a Sud e da Est ad Ovest offre infatti una grande varietà di luoghi e situazioni per praticare la pesca
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sportiva, oggi molto più interessante grazie alla proliferazione di specie non presenti in passato come serra e barracuda, senza dimenticare il prepotente ritorno della leccia, un pelagico che pescato da terra è garanzia di emozioni ad altissimo tasso di adrenalina. Girando spesso l’Italia, proprio per la pesca, che per me è anche un lavoro, uno degli itinerari a cui sono affezionato di più e che mi ha regalato sicuramente piacevoli ore di svago e relax, è rappresentato dalla costa ionica calabrese che va da Soverato fino a oltre Crotone, passando per Catanzaro. È un tratto di mare vastissimo, per certi versi selvaggio, che consente agli amanti dello spinning in
mare svariate possibilità di cattura; oltretutto, a differenza di quanto succede nel resto d’Italia, da queste parti le lecce accostano massicciamente a terra non in primavera o in estate, ma in inverno, probabilmente a causa del gioco di correnti che il Mar Adriatico innesca con maggiore prepotenza nel periodo più freddo dell’anno, e i cui effetti si sentono anche ben oltre la costa pugliese. Per questo motivo, proprio per la totale assenza di turismo vacanziero, lo spinner, unico frequentatore delle spiagge in inverno, si ritrova solo, con a disposizione chilometri e chilometri di spiagge selvagge e spesso incontaminate. I più pigri, per la verità, hanno a disposizione
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di Riccardo Tamburini r.tamburini@fassa.it
anche coste di città importanti, come ad esempio Catanzaro, lungo tutta la zona del lungomare, soprattutto nelle zone in cui i corsi d’acqua dolce si riversano in mare: vicinissimi alla città ce ne sono addirittura due, dove spesso si può fare l’incontro con la spigola, vera regina dello spinning saltwater. Sempre nella zona di Catanzaro Lido, dall’approssimarsi dell’autunno, è possibile insidiare con grandissimo successo anche cefalopodi come seppie e calamari, che accostano numerosissimi assieme alla minutaglia. Spesso e volentieri poi, gli ‘eginger’ catturano anche grossi polpi, che ormai rappresentano una costante, sebbene presi con attrezzatura sicuramente dedicata ad Speciale Artificiali - Giugno 2018
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ITINERARIO MOSCA
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di Alberto Gargantini albertogargantini@libero.it
SUMMER GAIL
L
a maggior parte delle persone ‘normali’ associa la parola estate a spiaggia, mare, cocktail, belle donne ecc., ma noi malati di pesca no, noi abbiamo sempre il chiodo fisso per la pesca sempre e comunque, in ogni stagione dell’anno: anche nel periodo estivo, nonostante le condizioni a volte non siano il massimo per il fly fishing, abbiamo sempre uno spot speciale, una valvola di sfogo, un fiume, un torrente, un lago, magari per scappare un paio d’ore la sera dopo la giornata di lavoro. Tra i tanti spot che conosco e che ho a disposizione nel raggio di pochi chilometri, il mio posto preferito per la pesca a mosca in estate è sicuramente il fiume Gail.
UN FIUME DALLE MILLE SORPRESE Questo corso d’acqua austriaco, lungo circa 120 km, è il più grande affluente di destra della Drava. Nasce al confine tra il Tirolo e la Carinzia e sfocia in Drava nei pressi di Villach; per buona parte del suo corso scorre praticamente parallelo al confine italiano, verso il Friuli Venezia Giulia. Il Gail era conosciuto a numerosi pescatori a mosca italiani già decenni addietro, poi ha avuto un periodo di crisi e di calo del pesce, dovuto a differenti concause, finché nell’ultimo decennio ha visto un netto aumento sia della fauna bentonica, sia della fauna ittica: specialmente il temolo sta Speciale Artificiali - Giugno 2018
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ITINERARIO MOSCA E SPINNING
IL BACCHIGLIONE A NORD DI VICENZA
L’
itinerario che descriverò in questo articolo riguarda un interessante tratto del fiume Bacchiglione, ricompreso tra i comuni di Vicenza, Caldogno e Dueville, particolarmente vocato alla pesca a mosca, dato che parliamo di un corso d’acqua essenzialmente di risorgiva, a fondo ghiaioso e con basse profondità. L’origine orografica del Bacchiglione è infatti
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identificata un chilometro a monte del confine della zona no kill, situato in località Vivaro, nel cuore della cosiddetta ‘fascia delle risorgive’. Il punto preciso si trova alla confluenza tra i torrenti TimonchioIgna e il Bacchiglioncello (toponimo locale Lagrimaro), alimentato a sua volta da una miriade di risorgive e fontanili presenti nella zona del ‘Bosco di Dueville’, pregiata area naturalistica protetta a livello comunitario, ricca di biodiversità e di specie arboree particolari. L’intero tratto
oggetto dell’articolo è infatti all’interno di un SIC (sito d’interesse comunitario), tutelato proprio per la presenza di una falda acquifera sotterranea tra le più vaste d’Europa, da cui partono gli acquedotti che riforniscono molti comuni della provincia di Vicenza e una parte della confinante provincia di Padova. Per quanto riguarda la fauna ittica d’interesse prettamente alieutico, nel Bacchiglione sono presenti trote fario di elevata rusticità, temoli, cavedani di grossa
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di Francesco Nassi francnassi@gmail.com - foto di Roberto Marin
Veloce briefing tra l’autore, Roberto Furlan e Francesco Gastaldi.
taglia in quantità industriale, una ricchissima popolazione di barbi comuni, abbondanti branchi di simpatici vaironi e anguille di tutte le misure. Troviamo poi una lunga rassegna di specie minori, purtroppo oramai scomparse in molti altri corsi d’acqua e probabilmente sconosciute ai pescatori più giovani, come per esempio sanguinerole, ghiozzi, panzaroli, scazzoni, lasche e spinarelli. In alcune risorgive limitrofe possiamo ancora trovare qualche lampreda e i rarissimi gamberi di fiume.
Le zone descritte sono in gestione all’Associazione PABAT, Pescatori Associati Bacchiglione Astichello Tesina, con sede a Vicenza in via Montebello della Battaglia 11/A. La sede è aperta il martedì dalle 17 alle 19, con telefono cellulare 333/5486888, www.pabat.it, info@pabat.it, Facebook: Pabat Pescatori Associati Bacchiglione Astichello Tesina. La PABAT è la più antica concessione del Veneto, essendo stata fondata nel lontano 1958, conta attualmente circa 400 soci e lo sviluppo delle sue acque è attorno ai 200 km complessivi. In tutte le acque della concessione è vietato il prelievo del temolo. Le aste principali sono quelle dei fiumi che danno la denominazione al Bacino, a cui si aggiungono una serie infinita di rogge, canali e risorgive localizzate in diversi comuni, tutti situati a nord del capoluogo. Tutta la concessione ricomprende acque di categoria ‘A’, quindi acque salmonicole. Per diventare soci è necessario inoltrare apposita domanda scritta al presidente del Comitato di Gestione.
LA ZONA TROFEO La zona Trofeo del Bacchiglione ha inizio a monte della briglia denominata Livellon in comune di Vicenza e termina alla passerella pedonale in località Cresole in comune di Caldogno, con uno sviluppo totale di circa 1200 metri. Per i soci la pesca nella zona Trofeo è consentita due mezze giornate la
settimana; in alternativa si possono utilizzare i due permessi previsti e pescare per tutta la giornata. In questa zona sono consentite solo le esche artificiali (mosche, ondulanti, rotanti e rapala), tutte munite di un solo amo, con un solo dardo privo di ardiglione o opportunamente schiacciato. Sono vietate le esche siliconiche. La misura minima dei salmonidi è di 45 cm. Il prelievo massimo consentito è di un capo settimanale; una volta trattenuto il capo si deve necessariamente cessare l’attività di pesca. L’opzione che indica la volontà di effettuare il prelievo deve essere preventivamente espressa attraverso l’annotazione sul permesso della casella ‘kill’. In tal caso il socio in quella giornata non potrà spostarsi in altre zone della concessione. In caso contrario, se opta per la ‘scelta no kill’, indipendentemente dal fatto che pratichi la pesca a mosca o a spinning, per quel giorno potrà spostarsi in tutte le acque della concessione, ad eccezione delle zone pronta cattura, utilizzando esclusivamente artificiali monoamo sprovvisti d’ardiglione, come descritto.
LA ZONA NO KILL La zona No kill del Bacchiglione inizia dalla passerella pedonale in località Cresole e termina al Ponte di Vivaro (frazione del comune di Dueville) situato a monte, con uno sviluppo di circa 1500 metri. Nella zona si può pescare esclusivamente a Speciale Artificiali - Giugno 2018
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ITINERARIO MOSCA
L’ALTO CORSO DELL’IDRIJCA
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Idrijca nasce da una polla risorgiva presso Mrzla Rupa, nel territorio del comune di Idrija nella Slovenia occidentale. La storica cittadina è ‘Patrimonio Modiale dell’UNESCO’ grazie alle seconda più grande miniera di mercurio al mondo, scoperta nel 1490 e ormai chiusa da anni, che le ha dato lustro per molto tempo in diversi ambiti, dalla tecnica alla scienza, dal commercio
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all’artigianato (molto conosciuta la produzione di merletti) alla cultura (www.visit-idrija.si). L’Idrijca è il principale affluente del fiume Soča (il nostro Isonzo in terra slovena), nel quale si getta nei pressi dell’abitato di Most na Soči, dopo aver percorso circa sessanta chilometri. Il tratto che descriverò è quello della parte alta del fiume, gestito dalla Ribiška Družina Idrija (Famiglia Pescatori di Idrija) ed è diviso sostanzialmente in due zone: A e B
(www.rd-idrija.si). La zona A, lunga circa 6 km, si trova a monte della città di Idrija e presenta una conformazione più torrentizia, con meno portata d’acqua. È popolata di conseguenza da salmonidi di minori dimensioni rispetto a tutto il resto della riserva, anche se qualche profonda buca può sempre riservare sorprese. L’apertura della stagione di pesca in questa zona è fissata per il 1° di maggio, mentre la chiusura è al 30 di settembre. All’interno della città di Idrija
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di Paolo Fortunati paolo@thewanderingangler.com
Scurissima fario catturata con la ninfa a vista in un tratto selvaggio della zona No kill.
termina a fine riserva al ponte dell’abitato di Stopnik. La stagione di pesca in zona B apre il primo di aprile (un bello scherzetto per i pinnuti), per terminare il 31 di ottobre. Unica eccezione è la zona di protezione timallidi che apre invece il 16 maggio. Notizia molto interessante, nella zona Take è permesso pescare anche tutto il mese di novembre, ma solo praticando il catch and release e con costo del permesso ridotto. Tratto medio alto della zona Trofeo, molto ben popolato.
il fiume fa un po’ da polmone di ripopolamento e la pesca è rigorosamente vietata. La zona B, invece, è suddivisa in ‘Trofeo’, ‘No Kill’ e ‘Take’ e si estende per circa 22 km fino al ponte dell’abitato di Stopnik. La zona Trofeo inizia dal collettore/sbarramento che crea un’ampia buca a valle della città e i primi 800 m circa, fino a un ponte con le arcate in cemento, sono classificati come zona a protezione timallidi. La zona prosegue a valle per oltre 3 km fino al ponte dell’abitato di
Spodnija Idrija, proprio dove l’Idrijca riceve il suo primo importante affluente, la Kanomlijca, anch’essa inserita in zona Trofeo, lunga 6 km e ricca di trote marmorate. La zona sottostante No Kill inizia dal ponte di Spodnija Idrija per oltre 3 km a valle fino a un piccolo ponte sospeso in legno. La zona comprende anche il corso della Cerknica, altro affluente dell’Idrijca, che si trova però molto più a valle. La zona Take, invece, lunga oltre 15 km, inizia dal succitato ponte sospeso in legno e
A PESCA
Frequento la parte alta di questo splendido fiume da quasi venti anni: me lo fecero scoprire per la prima volta Paolo Bolognini (divenuto poi mio carissimo amico) e la sua combriccola di simpaticissimi anconetani, conosciuti grazie al compianto Franko Gorjan durante una serata memorabile ad altissima gradazione alcolica. L’Idrijca mi stregò subito per il suo deciso fluire tra rocce e ghiareti all’interno di una stretta e rigogliosa valle, per il colore trasparente delle sue acque e i mille toni pastello dei ciottoli del fondo, Speciale Artificiali - Giugno 2018
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ITINERARIO SPINNING
ISOLE CANARIE
V
ulcani, sole, vento, surf, bella vita... queste sono in genere le prime cose che vengono in mente quando si parla delle Canarie, terre che nell’antichità ebbero un ruolo fondamentale per le conquiste coloniali degli spagnoli: basti pensare che nel 1492 proprio da qui salparono verso il nuovo mondo le tre caravelle di Cristoforo
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Colombo. Noi, semplici pescatori ‘malati’ di spinning, quando ne sentiamo parlare pensiamo subito alla ricca fauna ittica insidiabile nell’oceano Atlantico che bagna le coste, prevalentemente rocciose, di queste splendide isole. Negli ultimi anni, per una mia predilezione specifica per la pesca in questi ambienti, ho organizzato diversi viaggi con lo scopo di testare alcune attrezzature di Seaspin. Le ‘dure’
condizioni meteo, infatti, rappresentano un severo banco di prova per canne e artificiali che, messi al limite delle loro funzionalità, fanno capire l’affidabilità e la bontà del progetto che si sta valutando. Facevo cenno a una costa prevalentemente rocciosa: l’orogenesi di queste isole vulcaniche, infatti, ha disegnato nei millenni un ambiente aspro, frastagliato e nello stesso tempo molto vario a causa del
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di Francesco Paolini francesco@utopiatackle.com
Un bel dentice catturato da Marcello
susseguirsi di eruzioni che hanno trasportato verso il mare materiali di diversa conformazione. Punte, golfi, frangenze e scogli affioranti offrono spot perfetti per praticare la pesca a spinning e la fauna ittica presente, composta da predatori di taglia medio-grande, è tale da permetterci di affrontare la battuta di pesca con le attrezzature ‘pesanti’ che generalmente utilizziamo a casa nostra. Lo
stesso vale per le esche artificiali, con l’unica attenzione di rivedere e/o sostituire ami, ancorine e split ring in modo da non trovarsi a rimpiangere la perdita di un grosso serra o di una potente palamita che ci ha raddrizzato una punta o aperto lo split proprio all’ultimo istante prima del salpaggio o durante una partenza. Le prede più comuni sono, appunto, il pesce serra, che i locali chiamano pejerrey,
la palamita (sierra), il barracuda (bicua), la spigola (lubina) e le grosse aguglie (aguja); non è rarissimo, poi, anche da terra, catturare un bel dentice (sama), una cernia (mero), o un bellissimo e potente carangide, il white trevally (jurel), pesce che si nutre prevalentemente sul fondo, da cui la sua bizzarra bocca, priva di denti, che ricorda quella di un barbo o di una carpa. È presente anche la ‘nostra’ ricciola Speciale Artificiali - Giugno 2018
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UFO NEWS
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UFO International Magazine
MONDO
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