La Pesca Mosca e Spinning Speciale Artificiali 2022

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Poste Italiane SpA – Spedizione in abbonamento postale – AUT/CENTRO/1291/04.2021 Periodico ROC - anno XXII, n. 30 - Marzo-Aprile 2022

MARZO-APRILE 2022 € 6,90

MOSCA SPENT LA SOSTITUTA TERRESTRIALS IGNITA EMERGER GREEN PETER MUDDLER UN POPPER PER IL LUCCIO HEPTAGENIIDAE & PARACHUTE

SPINNING CRANK ONE EGING GAME PELAGUS SERIES EVOLUZIONE SHAD LARGO ALLA TECNOLOGIA ROTANTI E ONDULANTI IN LAGHETTO


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EDITORIALE

Direttore responsabile Eugenio Ortali

A

ncora una volta la pandemia, assieme ad alcuni cambiamenti intervenuti nel panorama delle fiere di pesca italiane, ha interrotto il legame della contemponeità fra questo numero speciale e una grande manifestazione di pesca di riferimento. Ma siamo ormai abituati a questi sovvertimenti e presentiamo il numero quasi come un’anteprima, di buon auspicio, per la fiera EOS - European Outdoor Show, che si terrà prossimamente a Verona. Gli articoli di costruzione mosca si devono così ad alcuni fra i protagonisti dei tavoli di costruzione organizzati ancora una volta dai nostri Fabio Federighi e Federico Renzi per la kermesse veronese: i lettori potranno così, magari dopo aver provato a realizzare questa o quella costruzione qui presente, chiedere lumi in quella sede ai suoi autori. Gli articoli di spinning, invece, testimoniano alcune importanti novità del settore, presentate quasi sempre direttamente da chi ne è stato in qualche modo artefice, cioè dalle persone che hanno materialmente partecipato alla progettazione, alla realizzazione o alle fasi di test dei vari prodotti, per ottimizzarli al meglio in vista del loro utilizzo nelle nostre acque. Auguriamo a tutti buona lettura, invitandovi a seguire i nostri autori anche sulle loro pagine Facebook e Instagram o a contattarli tramite le e-mail che trovate qui indicate.

Direttore editoriale Giulio Fascetti Progetto grafico Danilo Persico redazione@lapescamoscaespinning.it www.lapescamoscaespinning.it www.facebook.com/MoscaeSpinning www.instagram.com/moscaespinning http://twitter.com/lapescaMeS www.flickr.com/photos/moscaespinning Hanno collaborato a questo numero Ciro Aprea, Luca Barosselli Davide Bellosia, Simone Boesso Gianluca Capizzi, Emmanuel Crosa Renzo Della Valle, Enrico Fantasia Giorgio Montagna, Andrea Pegorin Lorenzo Rocchigiani, Team Esosi Stefano Ticchiati, Loris Zecchinello Amministrazione, pubblicità, abbonamenti e arretrati Zona Franca Editrice srl sede legale: Via P. Colagrande 1, L’Aquila tel. 06/42.90.38.54 abbonamenti@lapescamoscaespinning.it Pubbliche relazioni e pubblicità Renzo Della Valle renzo.dellavalle@gmail.com Giorgio Montagna jomontagna@tiscalinet.it Disponibile anche in versione digitale su www.ezpress.it Tutti i diritti riservati LA PESCA MOSCA E SPINNING ZONA FRANCA EDITRICE srl Iscrizione ROC n. 26695 del 22.9.2016 Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 225 del 29.9.2014 Stampa: Tuccillo Arti Grafiche, S.S. Sannitica 87 Km 11, 80024 Cardito (Napoli) Distribuzione: Pieroni Distribuzione srl Via Carlo Cazzaniga 19, 20132 Milano Speciale Artificiali Speciale - Giugno Estate 2018 2017

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sommario Speciale Artificiali / La Pesca Mosca e Spinning

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TERRESTRIALS di Stefano Ticchiati

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16 EGING GAME di Ciro Aprea

22 SPENT di Emmanuel Crosa

26 LARGO ALLA TECNOLOGIA di Davide Bellosia

32 HEPTAGENIIDAE & PARACHUTE 2.0 di Andrea Pegorin

38 EVOLUZIONE SHAD di Renzo Della Valle

44 GREEN PETER MUDDLER di Enrico Fantasia

50 ROTANTI E ONDULANTI IN LAGHETTO di Giorgio Montagna

56 LA SOSTITUTA di Luca Barosselli

32 50

60 PELAGUS SERIES di Simone Boesso e Lorenzo Rocchigiani

66 UN POPPER PER IL LUCCIO di Loris Zecchinello

72 CRANK ONE del Team Esosi

78 IGNITA EMERGER di Gianluca Capizzi

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L’

ARTIFICIALI SPINNING

eging, come è noto, è una filosofia di pesca nata nel paese del sol levante e dedicata alla cattura dei cefalopodi, tanto che parlare di eging, per certi versi, è come parlare del Giappone e del fascino enigmatico che lo contraddistingue. Una filosofia di pesca che si fonda sulla ritualità dei gesti e sulla costante ricerca della perfezione, secondo un modo di intendere la pesca ai cefalopodi che negli ultimi anni sta conquistando nel nostro paese sempre più appassionati. Per cominciare a parlare di eging bisogna partire da quelle che comunemente chiamiamo totanare, gli egi, la cui pronuncia corretta è eghi, da cui deriva il nome della tecnica, eging (eghing). Gli egi sono esche artificiali dalla silhouette che ricorda, nella maggioranza dei casi, un gambero; sono caratterizzate da un corpo cavo generalmente ricoperto di tessuto e bilanciato da una deriva in metallo. Il compito di agganciare e trattenere la preda è affidato a una o due corone di spilli posti all’estremità posteriore dell’esca. Gli egi si classificano principalmente in base alla taglia, indicata per mezzo di un numero che ne definisce le dimensioni. In origine l’offerta del mercato era abbastanza limitata: si era fortunati quando si riuscivano a trovare egi di taglia 3.0, 3.5 e 4. Oggi la sempre maggiore specializzazione dei pescatori ha spinto le aziende a differenziare maggiormente l’offerta, producendo esche più piccole. Trovare nei negozi specializzai totanare di taglia 1.8, pertanto, non è più tanto raro. Il

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di Ciro Aprea ciroinox@gmail.com

EGING GAME

Speciale Artificiali - Marzo-Aprile 2022

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ARTIFICIALI SPINNING

LARGO ALLA TECNOLOGIA

FOTO FRANCESCO LI BIANCHI

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C

onfesso di amare in maniera spudorata gli artificiali della DUO International: ogni qualvolta viene annunciata una novità di questa grande azienda nipponica non vedo l’ora di vederla, toccarla, comprenderne appieno la filosofia e le potenzialità, testarla infine sul campo. È quindi

di Davide Bellosia davide.bellosia@libero.it

con enorme piacere che accolgo la proposta di parlare ai lettori di questa rivista dei nuovi artificiali – Lance e Sprat – dei quali si è recentemente arricchita la famiglia dei Tide Minnow, una già vasta e consolidata gamma di esche che ha segnato la storia dello spinning di tutti i mari. Si tratta di due modelli concepiti per far fronte alla continua evoluzione

della tecnica e alla conseguente esigenza di servirsi di prodotti sempre più specifici e performanti e con i quali DUO è riuscita ad ampliare le performance alle quali da anni ci ha abituati, aumentandole in termini di gittata grazie a un nuovo sistema di pesi e in termini di attrattività grazie ai sofisticati test condotti all’interno dei suoi laboratori.

Tide Minnow Sprat 120SF

Speciale Artificiali - Marzo-Aprile 2022

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COSTRUZIONE MOSCA

HEPTAGENIIDAE & PARACHUTE 2.0

I

mmaginate di essere su un torrente appenninico, in un pomeriggio assolato, agli inizi di maggio. Il rumore dell’acqua che scorre tra i grossi massi vi rivela una buona portata ancor prima di arrivare sul greto del torrente, vi arricciate le maniche della camicia e osservate intorno a voi. La natura ha risvegliato fiori e piante dal torpore dell’inverno, i colori del bosco son diventati magicamente accessi e l’aria è intrisa degli inconfondibili odori della primavera. Alzate gli occhi al cielo e scorgete il volo elegante dei primi giganti della famiglia Heptageniidae: Epeorus assimilis ed Ecdyonurus venosus. È uno dei migliori pe-

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riodi dell’anno per la pesca a mosca in caccia, soprattutto se siete alla ricerca degli esemplari di trota più vecchi e scaltri. Entrambe le specie di effimere sono reofile, vivono cioè in ambienti caratterizzati da corrente veloce e fondali rocciosi o pietrosi, dalla collina fino ai 2000 metri di altitudine. Si sviluppano in una sola generazione all’anno e schiudono normalmente dalla fine di aprile agli inizi di settembre. La loro presenza è considerata come un indicatore di buona qualità dell’acqua: soprattutto Epeorus ha necessità di acque particolarmente fredde e ben ossigenate. Le ninfe di queste grosse effimere sono un po’ lo stereotipo delle ‘ninfe

piatte’, vivendo attaccate alle rocce del fondo e riuscendo a resistere anche alle correnti più impetuose grazie alla loro forma idrodinamica e alle potenti zampe. Dopo aver vissuto gran parte della loro vita come ninfa, quasi un anno nel caso della venosus, si apprestano a mutare allo stadio successivo, quello di subimmagine, in un modo alquanto particolare rispetto alla stragrande maggioranza delle altre effimere. La ninfa matura di Ecdyonurus venosus esce dall’acqua arrampicandosi sui sassi e, una volta fuori dall’elemento liquido, si trasforma in subimago. Per quanto riguarda Epeorus assimilis, il comportamento è leggermente diverso: si trasforma in subim-


di Andrea Pegorin a.pegorin77@gmail.com

Ninfa di Ecdyonurus venosus.

magine direttamente sul fondo, per poi emergere, arrampicandosi su qualche rametto o qualche sasso; sembra che, in alcuni casi, possa schiudere anche trasportata dalla corrente, con le ali ripiegate all’indietro. Quello che accomuna le due grandi effimere, e che ci deve essere utile come pescatori con la mosca, è il fatto che non derivano sulla superficie, come le altre effimere, allo stadio di emergente e di subimmagine. Pertanto, non vedremo mai i pesci in piena attività durante la schiusa di queste Heptageniidae. Dopo aver trascorso circa 24 ore nei pressi della vegetazione riparia, queste effimere compiono l’ultima trasformazione nello stadio finale di imago e sono

pronte per l’accoppiamento. Assistiamo così alla loro spettacolare danza nuziale: con il tipico movimento a saliscendi, si accoppiano in volo. Subito dopo le femmine si abbassano sino a toccare l’acqua per liberarsi della sacca ovigera; l’ultima fatica, poi si abbandonano, morenti, alla corrente. Le nostre amiche trote conoscono molto bene le dinamiche di questi insetti e, viste le dimensioni e il relativo contenuto energetico, non si lasciano certo sfuggire l’occasione di un bel boccone caduto in acqua. Infatti, sia nella fase subimmaginale, ma soprattutto nella fase di spinner, queste effimere si trovano sempre nei pressi del torrente e una caduta dovuta al vento o al volo

difficoltoso durante l’accoppiamento è cosa molto frequente. Importante per la pesca è ovviamente anche la fase di spent. Le particolari caratteristiche che abbiamo ricordato permettono di utilizzare le relative imitazioni durante tutto l’arco della giornata: i livelli ancora abbastanza alti costringono le trote a dover essere decise, e meno selettive, su un boccone ben presentato. L’imitazione che voglio proporvi in questo articolo è una delle mie preferite per la pesca in torrente e mi ha regalato moltissime soddisfazioni, talvolta anche con esemplari di taglia inaspettata. Si tratta di un montaggio parachute, con qualche variazione rispetto a quello classico, che ne migliora a mio avSpeciale Artificiali - Marzo-Aprile 2022

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COSTRUZIONE MOSCA

UN POPPER

PER IL LUCCIO 66

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I

l luccio è il predatore per eccellenza, con i suoi 700 denti che tagliano come coltelli affilatissimi: quando una preda viene attaccata da un luccio, non ha praticamente scampo. Ricordo ancora quando ero ragazzo e aspettavo con trepidazione il tramonto del sole per prendere il motorino e in men che non si dica fiondarmi nel canale vicino a casa per pescare il luccio con la canna in fibra di vetro e il mitico Martin da 20-28 grammi. Di lucci ne ho presi davvero tanti, anche se mai di veramente grossi. Nei canali vicino a casa, infatti, la presenza di esocidi era veramente numerosa, ma la taglia andava dai 30 fino agli 80-90 cm. Quando iniziai con la pesca a mosca, per molti anni mi dedicai in maniera quasi esclusiva a trote e temoli, senza prendere nemmeno in considerazione le varie e numerose sfumature che questa tecnica offre. Le acque limpide dei grossi fiumi di fondovalle o talvolta quelle più tumultuose dei torrenti di montagna che fino a qualche anno prima avevo frequentato con le competizioni mi vedevano trascorrere intere giornate alla ricerca del pesce più grosso da ingannare con la mosca artificiale. Ri-

di Loris Zecchinello loris.zecchi@gmail.com

cordo ancora però quella sera, durante l’ennesimo coup de soir in una delle risorgive poco lontano da casa, il momento esatto nel quale accadde qualcosa di particolare che distolse la mia attenzione dalle trote che bollavano a pochi metri di distanza. Era il mese di giugno e come facevo di consueto quando avevo qualche ora libera, mi ero recato in uno dei mei soliti spot dove avevo qualche conto in sospeso con alcune trote di taglia che conoscevano più libri di imitazioni di quelli che avessi letto io. Bollavano infatti come macchine infernali, ghermendo una moltitudine di insetti, tra i quali però non c’erano le mie imitazioni. Quella sera, mentre ero intento nel legare al tip l’ennesimo inganno, intravvidi qualcosa di grosso uscire, con la massima tranquillità, dall’erbaio che avevo praticamente sotto ai miei piedi per scomparire nella profondità delle acque in pochi secondi. L’episodio si replicò per un paio di volte nelle serate a seguire: era un luccio di buona taglia che usciva dalla sua tana per andare con molta probabilità a banchettare. In quel weekend il meteo non era dei migliori e decisi così di mettermi al morsetto per legare il mio primo streamer da luccio. Non sapendo esatta-

mente cosa fare, ripiegai su quello che per qualsiasi tipo di pesce è considerato una garanzia, realizzando un clouser su amo 5/0; per il dorso avevo utilizzato del bucktail giallo, per il ventre bucktail bianco e nel mezzo avevo inserito alcune fibre di flashabou holografico. Appena il meteo fu clemente, eccomi poco a monte dell’erbaio con la 9’ coda 8 che utilizzavo per pescare le cheppie in Piave, al cui tip avevo legato il mio streamer. Due soli falsi lanci e il clouser toccò acqua qualche metro a valle dell’erbaio in centro alla risorgiva; la macchia di erbe in superficie era infatti molto ampia e raggiungeva quasi la metà dell’alveo. Dopo le due prime strippate, mi accorsi che dalla riva opposta qualcosa si era mosso gonfiando la superficie dell’acqua; strippata dopo strippata, lo streamer si avvicinava verso di me e quando mi fu vicino, riuscii a scrutare l’esocide che inseguiva il clouser, senza tuttavia attaccarlo come mi sarei aspettato. Appena tolsi l’artificiale dall’acqua, il papero (così viene denominato in gergo il luccio dai pescatori a mosca) andò a nascondersi dove lo avevo sempre visto, sotto l’erbaio. Aspettai qualche minuto e rilanciai appena fuori l’erbaio e alla seconda

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