Speciale Pesca n° 5/2019 supplemento alla pubblicazione bimestrale LA PESCA MOSCA E SPINNING
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Foto di Nicola Eccher
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EDITORIALE
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ensiamo sia inutile soffermarsi sull’eccezionalità del periodo meteorologico che abbiamo vissuto questa primavera, che ha comportato difficoltà e danni per vari settori compreso quello della pesca, con conseguenze che si riverberano anche sugli articoli presenti (e assenti) su questo nuovo Speciale Estate. Come sempre (questa è la terza uscita), il numero vuole dare qualche suggerimento per itinerari di pesca in zone che offrano possibilità di divertimento per i lettori e al contempo di svago per i familiari che li accompagnano nel periodo delle ferie (che notoriamente non è il migliore per la pesca, ma dà la possibilità di conoscere nuove mete). In alcuni casi l’alternativa alla pesca è esplicita, come nel caso dell’articolo su Trote, temoli e porcini nella vicina Austria, in altri proposta in un box, in altri facilmente ricavabile on line. Oltre alla citata Austria, l’unico altro itinerario straniero riguarda il Gacka, che si inserisce in una serie di tre articoli che lo analizzano su base stagionale. La maggior parte degli itinerari italiani riguarda quest’anno il nord e l’acqua dolce, ma non mancano mete al sud e al centro, nelle quali si è cercato di individuare destinazioni meno consuete in relazione alle nostre tecniche. Alcuni degli autori sono ben conosciuti dai nostri lettori, altri ritornano sullo Speciale dopo il numero dello scorso anno, altri sono new entry, per lo più guide di pesca e profondi conoscitori delle zone delle quali si sono occupati. Ove segnalato, sarà possibile contattarli direttamente alla mail o al telefono indicati per ulteriori informazioni. Buona lettura e buone vacanze a tutti!
Direttore responsabile Eugenio Ortali Direttore editoriale Giulio Fascetti Progetto grafico Danilo Persico LA PESCA MOSCA E SPINNING SUPPLEMENTO al n. 8 /2019 n°5 redazione@lapescamoscaespinning.it www.lapescamoscaespinning.it www.facebook.com/MoscaeSpinning http://twitter.com/lapescaMeS www.flickr.com/photos/moscaespinning www.youtube.com/user/MoscaeSpinning Hanno collaborato a questo numero Francesco Bonini, Pietro Brunelli, Alberto Deidda, Renzo Della Valle, Leonardo Fantini, Paolo Fortunati, Christian Gentile, Alessandro Hoban, Davide Lugato, Davide Mazzesi, Morgan Mazzon, Davide Muccino Zarlenga, Matteo Osele, Jacopo Piazzi, Armando Quazzo, Gianni Schergna, Marco Simonini, Alex Vallerotonda Amministrazione, pubblicità, abbonamenti e arretrati Zona Franca Edizioni srl Via V. Veneto 169 • 00187 Roma tel. 06/42.90.38.54 abbonamenti@lapescamoscaespinning.it Pubbliche relazioni e pubblicità Renzo Della Valle renzo.dellavalle@gmail.com Giorgio Montagna jomontagna@tiscalinet.it Disponibile anche in versione digitale su www.ezpress.it Tutti i diritti riservati LA PESCA MOSCA E SPINNING ZONA FRANCA EDIZIONI srl Iscrizione ROC n. 26695 del 22.9.2016 Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 225 del 29.9.2014 Stampa: Tuccillo Arti Grafiche, S.S. Sannitica 87 Km 11 80024 Cardito (Napoli) Distribuzione: Press Di, Distributore stampa e multimedia srl - 20134 Milano
Speciale Artificiali Speciale - Giugno Estate 2018 2017
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sommario Speciale / La Pesca Mosca e Spinning
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TROTE, TEMOLI E PORCINI di Paolo Fortunati
14 L’ISONZO A GORIZIA
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di Alessandro Hoban
20 NO KILL MELFA di Alex Vallerotonda
26 VAL PELLICE di Davide Mazzesi
32 L’AVISIO E LE SUE MARMORATE di Jacopo Piazzi e Matteo Osele
38 LO STAGNO DI IS BENAS di Alberto Deidda
44 UNA GIORNATA NELLA VAL DI CEMBRA
di Marco Simonini e Gianni Schergna
50 TRA LE LAME DEL FIUME SACRO di Davide Lugato
56 LA VALLE DI GRESSONEY di Morgan Mazzon
62 LA FOCE DEL MAGRA E LA SUA REGINA di Leonardo Fantini
68 SANGRO E VOLTURNO A TENKARA di Davide Muccino Zarlenga
74 MOSCA E SPINNING SULLO SFORZESCO
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di Renzo Della Valle
80 LE STAGIONI DEL GACKA: ESTATE di Pietro Brunelli
86 SELVAGGIO ARZINO
di Francesco Bonini e Christian Gentile
92 IL PO A CARMAGNOLA di Armando Quazzo
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MONDO
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ITINERARIO MOSCA
TROTE, TEMOLI E PORCINI
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idea di questa zingarata in terra austriaca è nata lo scorso anno durante il «Pescare Show» di Vicenza, quando, girovagando per gli stand con l’amico Alberto Galeazzo, al secolo Faina, incontrammo per caso Roberto Ripamonti, noto personaggio del mondo della pesca sportiva che non ha
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di Paolo Fortunati paolo@thewanderingangler.com - Foto di Paolo Fortunati, Alberto Galeazzo e Roberto Ripamonti
bisogno di presentazioni. Tra le varie disquisizioni, il discorso cadde sull’Austria e sulle splendide pescate che tutti avevamo fatto in passato nelle acque gestite dalla famiglia Gargantini, trasferitasi da anni in terra austriaca, nonché del clima familiare che si respira nel loro Aktiv Hotel. Improvvisamente l’idea: «Roberto, perché non organizziamo un’uscita di pesca a trote e temoli, combinandola con la ricerca
dei porcini, che in Austria sono sempre abbondanti?» In men che non si dica avevamo già contattato Adriano Gargantini per organizzare il tutto. Normalmente il periodo migliore per la raccolta dei porcini in Austria (come pure da molte altre parti) va dalla fine dell’estate a inizio autunno, mentre la chiusura della stagione di raccolta è fissata per il 30 di settembre; guarda caso è anche il periodo ideale
anche per la pesca a mosca di trote e temoli… Fu così che la sera del 28 settembre ci ritrovammo tutti presso l’Aktiv Hotel di Rosegg con le gambe sotto al tavolo davanti a un succulento stinco di maiale con patate e a un boccale di ottima birra austriaca. Durante la cena Adriano ci presentò la guida per i funghi, Stefano Mugnaioni detto Muflone, esperto micologo e profondo conoscitore del bosco Speciale Estate - Luglio-Agosto 2019
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ITINERARIO SPINNING
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escrivere il fiume ‘di casa’, il corso d’acqua che ha visto muovere i miei primi passi da pescatore e sul quale ho passato la maggior parte della mia vita, può apparentemente sembrare una faccenda semplice, quasi scontata. Ma la realtà è diversa, tanto più se si parla dell’Isonzo. La sua posizione geografica, la storia geologica, gli habitat, così come la sua rilevanza storico-sociale, lo rendono un vero e proprio concentrato di peculiarità. E poiché sono convinto che il pescatore non possa scindere la pesca stessa dal contesto territoriale, ritengo che una piccola premessa geografica sia quasi d’obbligo. Si può considerare l’Isonzo un fiume di confine a tutti gli effetti. Separato grazie alle Alpi Giulie dal
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bacino danubiano della Sava a nord, è allo stesso tempo ‘una porta verso i Balcani’ ad est. È un fiume ‘complesso’, modellato da antichi ghiacciai e da possenti forze tettoniche, ai quali si aggiunge la più recente pressione umana. Raccoglie e scarica l’acqua dal versante meridionale delle Alpi attraverso una sorgente carsica generata da una faglia a 1100 m di altitudine, in Val Trenta (Slovenia). Due terzi del suo corso (96 km su 136 km totali) si sviluppano in territorio sloveno, raccogliendo numerosi contributi da affluenti, molti dei quali noti ai pescatori a mosca. Corso d’acqua nel primo tratto sostanzialmente alpino, scorre con una buona pendenza, tra calcari e dolomie, in valli tipicamente modellate da fenomeni glaciali, anche
molto ampie, come la Conca di Bovec. Successivamente tende a incassarsi tra valli strette e canyon profondi scavati nella roccia calcarea. Procedendo verso valle, una serie di grandi dighe idroelettriche, ultima delle quali quella di Solkan, posta prima del confine con l’Italia, ne modifica profondamente la struttura naturale, influenzando direttamente le condizioni a valle delle strutture stesse. Il tratto oggetto di questo articolo è quello che a partire dal confine con la Slovenia attraversa l’area urbana di Gorizia, per poi proseguire in direzione sud fino al ponte dell’autostrada A4 in prossimità del centro abitato di Savogna d’Isonzo. La denominazione ufficiale di questa zona di pesca, secondo la suddivisione regolata
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di Alessandro Hoban hoban.ale@gmail.com - Foto di Nomad By Fate e Alessandro Galletti
L’ISONZO A GORIZIA
dal nuovo Ente Tutela Patrimonio Ittico (ex Ente Tutela Pesca FVG) è RPS (Regime Particolare Salmonicolo) e copre la metà dell’estensione totale del Collegio 1 in cui ricade. Questo storico collegio, nei suoi venti chilometri di lunghezza, è caratterizzato da buona variabilità nella morfologia dell’alveo, fattore che si traduce in un’analoga diversità negli approcci agli spot disponibili. È un tratto a vocazione prettamente salmonicola e le regole di gestione tengono ampiamente conto di tale aspetto. L’insieme di tali norme sono la sintesi di quasi venti anni di osservazioni e sperimentazioni, in alcuni casi controcorrente rispetto alle politiche comuni, che hanno permesso con successo e non poca fatica di recuperare un fiume destinato a un
declino irreversibile. È bene pertanto ricordare che mentre in tutto il Collegio 1 è vietato l’uso dell’ancoretta a prescindere dalla tecnica usata, nel RPS le regole sono ulteriormente conservative: la pesca dei salmonidi è permessa esclusivamente con esche artificiali, mosca o spinning (escluse le siliconiche), munite di amo singolo senza ardiglione. La prima zona di pesca che incontriamo subito dopo il confine è forse la meglio conservata dal punto di vista naturalistico e indubbiamente una delle più belle dal punto di vista paesaggistico. Sorprendente è la similitudine con i fiumi d’oltreconfine e della penisola balcanica in particolar modo a fine estate, quando la vegetazione comincia ad assumere i toni caldi e rossastri dell’autunno e le prime
nebbioline si formano sulle larghe lame d’acqua scura. Nel suo tratto iniziale italiano mantiene ancora la caratteristica ‘slovena’ del fiume che scorre incassato, apparentemente placido, tra o calcari e le marne del Collio goriziano dominante la sponda destra del fiume. Qui l’acqua rallenta e si fa fonda, mentre enormi blocchi di conglomerato erosi dalle correnti e residui di grandi frane staccatesi dalle pareti della valle offrono molteplici ripari in forma di tane sommerse. È il regno della marmorata, figlia delle acque dei ghiacciai e dominatrice incontrastata delle profondità. È un tratto caratterizzato da una certa difficoltà tecnica, sia nell’approccio ai vari punti di lancio sia nella gestione degli eventuali pesci, in Speciale Estate - Luglio-Agosto 2019
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ITINERARIO MOSCA
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di Alex Vallerotonda avallerotonda@virgilio.it
NO KILL MELFA L
e sorgenti del Melfa si trovano nella Val Canneto, immediatamente sotto la chiesa del santuario eretto in onore della Vergine Bruna di Canneto, nel territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo-Lazio-Molise. Si tratta di montagne davvero ricche d’acqua, se si pensa che questo gruppo calcareo appenninico, denominato Monti della Meta, dà vita anche, nell’estensione meridionale chiamata Monti Mainarde, al fiume Rapido e, dal versante molisano, al Volturno. Purtroppo questa grande risorsa idrica, gelida e cristallina, è eccessivamente sfruttata e il Melfa in estate non arriva alla foce con il Liri, il che è davvero un grande peccato, perché questo fiume nasce in luoghi incantati e attraversa paesaggi di una bellezza unica, assolutamente da visitare. Per maggiori informazioni sul Melfa e i luoghi fiabeschi che lo vedono protagonista consiglio di visitare la pagina contenuta nel sito della provincia di Frosinone dedicata al fiume (http://www.provincia.fr.it/showcontent.asp x?l1=14&l2=335&l3=778), nella quale un appassionato amante di questi luoghi del cuore ha redatto un bel profilo storicogeografico, corredato da numerose foto. Abbandonato il preappennino, il Melfa attraversa la Valcomino incontrando l’abitato di Atina. È questo il tratto più urbanizzato, connotato da due muri di contenimento che ne seguono il corso per qualche chilometro. All’interno di questi muri, il fiume mantiene un alveo naturale con rive ciottolose, alberi e vegetazione riparia sotto la quale è sempre facile trovare una trota appostata. Nel tratto che inizia da Ponte Melfa nel comune di Atina, per 1,9 km, fino al ponte della SSV Sora-Cassino,
con provvedimento del 14 febbraio 2019 la Regione Lazio ha istituito, dietro decisa e ufficiale richiesta del Mosca Club Basso Lazio, un tratto no kill nel quale è consentito pescare solo a mosca con coda di topo. Affrontare questo tratto a mosca è molto divertente; esso fra l’altro si presta bene anche all’apprendimento dei neofiti, alternando spot molto tecnici con altri più comodi. Per di più, le trote non sembrano andare molto per il sottile. Si pesca in caccia sia nelle correnti (non troppo forti in questo tratto) che nelle piccole piane, utilizzando per queste ultime imitazioni poco vestite, tipo Attila Killer; nelle correnti è sufficiente usare questa stessa mosca, ma montata col metodo escogitato da Ivano Mongatti che le conferisce una maggiore stabilità in acque più mosse. Si possono utilizzare anche modelli di caddis o plecotteri non troppo vestiti. Il fiume è ricco di varietà bentonica, per cui anche a ninfa ci
si può sbizzarrire tra ninfe arrampicatrici, nuotatrici, larve con o senza astuccio e plecotteri di dimensioni medio-piccole, tenendo conto che in genere non servono grandi pesi per arrivare sul fondo. È inutile, credo, confermare la possibilità di pesca ‘in schiusa’, utilizzando dun ed emergenti di taglia e silhouette adatta al momento. In queste pagine trovate alcuni dei dressing che uso maggiormente sul Melfa. Ad essi occorre aggiungere la Fast Dry Caddis full cdc e la Fast Dry Caddis ssrf variant che ho presentato nel recente Speciale Artificiali 2019 di questa rivista e al Fly Tying Experience di Vicenza dello scorso febbraio. Le trote presenti sono tutte fario mediterranee locali, di rara bellezza, caratterizzate da livrea grigiastra con pochi punti neri e rossi se confrontate con altre trote selvatiche del sud, di forma più regolare. Queste fario presentano anche altre caratteristiche note, come la macchia Speciale Estate - Luglio-Agosto 2019
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ITINERARIO SPINNING
VAL PELLICE
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a Val Pellice si trova pressappoco al centro delle Alpi Cozie, quell’imponente schieramento di montagne che articolo dopo articolo sto cercando di farvi scoprire. Siamo sempre in provincia di Torino, ai confini con il cuneese a sud e con la Francia a ovest. Le vette di maggior rilievo sono il monte Granero (m. 3170), il monte Manzol (m. 2935), il monte Palavas (m. 2929) e punta Cialancia (m. 2832), che con le loro quote elevate garantiscono (o garantivano...) risorse idriche importanti per la valle e per le città di pianura. Nonché, ovviamente, per la pesca. Per quanto riguarda la tutela e la valorizzazione del territorio, la Val Pellice rappresenta, almeno per le Alpi Cozie, un buon modello di gestione: in primis è capillare la diffusione di aziende agricole, di cui molte dotate di alpeggi, che producono formaggi tipici alta qualità. Se venite da queste parti non mancate di assaggiare i
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vari tipi di toma vaccina, i caprini e soprattutto il seirass dal fen, una sorta di ricotta maturata nel fieno. In secondo luogo, ottima è la rete sentieristica, ampia e ben tenuta, merito delle locali sezioni del Club Alpino Italiano; anche le strutture ricettive montane sono assolutamente in linea con i migliori standard europei. Ciò che rende ancor più appetibile questa valle per noi pescatori è la presenza di un attivo incubatoio ittico gestito localmente: i continui ripopolamenti con avannotti di trote fario e in parte marmorate garantiscono una diffusione assai capillare del pesce e un costante rinfoltimento. Anche perché da queste parti, va detto, il prelievo del pescato è un comportamento ancora diffuso, anche tra chi si attiva in prima persona nei ripopolamenti. Un’altra tipicità di questa valle, forse il fattore che più muove il territorio, è la forte presenza della Chiesa Valdese:
questa confessione nacque nell’epoca del Protestantesimo, 1532 a.C., e fu l’unica a sopravvivere alla Controriforma. Dopo una lunga lotta contro il Regno Sabaudo, dopo un’emigrazione in Svizzera e un rientro di guerriglia, fu concesso ai valdesi solo nel 1848 di professare liberamente il proprio credo. Oggi la comunità valdese è una realtà che permea ancora diversi settori della società civile, creando spesso fruttuose sinergie nell’ambito dell’istruzione, dell’accoglienza e della tutela dell’ambiente. Purtroppo tutto questo non basta a salvaguardare le acque montane: negli ultimi dieci anni in Val Pellice c’è stata una terribile diffusione di centraline idroelettriche avviate da aziende private, con acque date in concessione dalla Provincia prima e dalla Città Metropolitana dopo. Il risultato, ovviamente, è quello di un impoverimento dei torrenti, ancor più accentuato negli ultimi anni dal grave
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di Davide Mazzesi davidemazzesi@hotmail.com
Lago Lungo
cambiamento climatico in atto sulle Alpi. Gli abitanti della valle per la maggior parte hanno reagito con proteste, che però sono state ascoltate solo in casi limitati. Nonostante ciò la natura resiste e può ancora offrire scenari degni di nota. Data la vastità delle acque presenti in questa valle, ho diviso l’esposizione in due parti, riguardanti la prima la parte bassa della valle, dove i torrenti scorrono con una pendenza modesta e rimangono assai accessibili e agevoli da pescare, la seconda la parte alta, in cui sperimentarsi nel Trek ’n’ Trout.
LA BASSA VALLE
La parte bassa della Val Pellice è sicuramente la più indicata a inizio stagione: da marzo a giugno, a seconda dell’andamento del meteo, potrete qui trovare scenari di pesca differenti e assolutamente interessanti. Anzitutto il Pellice, che dopo esser giunto al piano e aver ricevuto i molti affluenti presenta
A pesca sul Pellice
una buona portata nei mesi indicati e livelli idrici discreti anche nel resto dell’anno. Nel tratto compreso tra i Comuni di Luserna, San Giovanni e Bobbio Pellice la pendenza è scarsa, il letto è abbastanza largo e sono presenti anche spiagge e ghiareti che creano lunghe lame. Essendo un tratto di fondovalle, la popolazione ittica è quanto mai composita: trote fario, marmorate e iridee sopravvissute a gare e ripopolamenti. Sicuramente in questo tratto di pianeggiante la nostra preda più ambita sarà la marmorata: è del mese di marzo l’esemplare della foto, over 50, catturata e rilasciata a monte del ponte dell’Albertenga. Nel tratto compreso tra il ponte di Luserna e il ponte Blancio, invece, è stata istituita una zona no kill riservata alla pesca a mosca proprio al fine di tutelare il salmonide padano. Volgendo lo sguardo agli affluenti laterali, la scelta è quantomai ampia; sul versante orografico sinistro incontriamo il torrente
Chiamogna e quindi l’Angrogna. Il primo è un piccolo torrente che scende dal Bric delle Bule e passa all’altezza di Luserna per poi proseguire la sua corsa in piano e immettersi nel Pellice assai più avanti. Ottimo a inizio stagione per gli amanti dell’ultralight. Il secondo è un affluente assai più importante che abbiamo già incontrato in un altro reportage (Una traversata di pesca, sul n. 4/2015 di questa rivista): il torrente Angrogna scende da punta Cialancia e dal lago Laus, per poi immettersi nel Pellice. Presenta un’ottima portata durante la stagione alieutica, è a carattere torrentizio ma non presenta una forte pendenza ed è assai accessibile, dal momento che fino a Pra del Torno è costeggiato dalla strada. È un po’ più battuto, ma comodo per chi si avvicina per la prima volta a queste zone. Sul lato orografico sinistro la situazione si fa ancor più interessante: troviamo infatti, all’altezza di Luserna San Giovanni, il vallone di Rorà, in cui scorre il torrente Speciale Estate - Luglio-Agosto 2019
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ITINERARIO MOSCA
L’AVISIO E LE SUE MARMORATE
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escare in Trentino è sempre emozionante: i fiumi non mancano, ma la nostra passione ci porta spesso, per bellezza dell’ambiente e la qualità dei pesci, sulle sponde di uno dei più spettacolari fiumi trentini, l’Avisio. Il fiume nasce dal ghiacciaio della Marmolada, la regina delle Dolomiti, per poi attraversare le tre valli di Fassa, Fiemme e Cembra, per sfociare infine nell’Adige nei pressi dell’abitato di Lavis. Sul suo corso si trovano due dighe: una nell’abitato di Soraga e una più grande, il bacino di Stramentizzo, che si può dire divida la val di Fiemme dalla val di
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Cembra. Vivere in questi luoghi crea uno stretto legame con il territorio e la passione per la pesca porta ad avere una grande confidenza con i fiumi e i loro pesci. L’Avisio è popolato principalmente da trote marmorate e ibridi, pesci selvatici cresciuti e in buona parte nati nel fiume, poco abituati alla presenza del pescatore e molto sensibili alle condizioni sia dell’acqua sia meteorologiche che ne influenzano l’attività. Proprio per la tutela di questi magnifici pesci sono state istituite dall’Associazione Pescatori Valle di Fiemme delle zone tutela marmorata e dall’Associazione Pescatori Dilettanti Trentini una zona no kill in cui questi
pesci raggiungono taglie davvero interessanti per i pescatori a mosca. La pesca a ninfa permette di incontrare esemplari di tutte le taglie, ma richiedendo terminali più sottili e ami piccoli è facile perdere i pesci di taglia maggiore. La pesca con lo streamer, soprattutto in condizioni di acqua più velata, permette, se tutto viene fatto con cura, l’incontro con pesci di taglia. A inizio stagione e fine stagione, quando i livelli sono bassi, le probabilità di prendere grossi pesci sono più alte, durante l’estate il pesce rimane comunque attivo durante tutto l’arco della giornata salvo temperature eccessive che, vista
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di Jacopo Piazzi e Matteo Osele jacopo.piazzi@gmail.com - matteo.osele@gmail.com
l’altitudine, non sono molto frequenti. La scelta della mosca va fatta in base alle condizioni del fiume, ma normalmente risulta molto più importante l’approccio e l’azione di pesca. La situazione delle acque gioca quindi un ruolo centrale, per cui è sempre consigliabile contattare una guida o qualcuno del luogo per conoscere le condizioni meteo e del fiume prima di organizzare l’uscita di pesca. L’Avisio si presenta come un torrente di fondovalle ricco di pietre e massi che creano buche e raschi, permettendo un’azione di pesca molto dinamica e varia. L’accesso al fiume può essere più o meno facile, ma soprattutto per la val di
Cembra e alcuni spot in Fiemme è necessario conoscere i sentieri per raggiungere il fiume, che essendo scarsamente segnati sono difficili da trovare. Proprio per questa necessità di camminare consigliamo l’utilizzo di scarponcini da wading con suola in gomma, giusto compromesso tra comodità e tenuta in fiume. Il permesso di pesca è acquistabile sia online sul sito trentinofishing.it, sia nei rivenditori elencanti sul sito dell’Associazione Pescatori Val di Fiemme e dell’Associazione Pescatori Dilettanti Trentini. La cattura di una marmorata di taglia non è mai scontata: sono pesci che
hanno poche finestre di attività nell’arco della giornata, che non è detto combacino con le schiuse, perché spesso i grossi esemplari predano scazzoni e altre trote. Nel combattimento è necessario mantenere il pesce lontano dai sassi e dagli ostacoli sommersi nei quali cercherà di rifugiarsi, tenendo il contatto con il fondo il più a lungo possibile, per cui occorre utilizzare sempre terminali di qualità e con buona resistenza all’abrasione. La tipica abitudine delle marmorate a rotolare su se stesse quando aggallano, inoltre, rende frequenti le slamature, soprattutto se si pesca con ami grossi. Guadini di dimensioni generose o Speciale Estate - Luglio-Agosto 2019
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ITINERARIO SPINNING
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di Alberto Deidda deidda2321@gmail.com
LO STAGNO DI IS BENAS
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o stagno di Is Benas, situato nel comune di San Vero Milis lungo la costa centrooccidentale della Sardegna, è un vero e proprio paradiso per la pesca sportiva: immerso nel verde e con acque cristalline, ospita svariate specie ittiche tra cui spigole, orate, cefali e saraghi. Grazie alla sua vicinanza al mare, l’afflusso di tutte le specie all’interno dello stagno avviene in modo naturale, cosicché i pescatori possono insidiare pesci completamente selvatici tra sponde nelle quali la tranquillità e il silenzio regnano sovrane. Gestito dalla
cooperativa Sant’Andrea di Riola Sardo, è una delle prime strutture organizzate da pescatori di professione che hanno aperto le porte alla pesca sportiva in Sardegna e c’è da sperare che ciò che hanno fatto possa fare da apripista ad altre realtà simili, senza rimanere un caso isolato. In Italia sono infatti presenti zone note e meno note nelle quali praticare la pesca sportiva a pagamento, la maggior parte delle quali però sono in acqua dolce: nel mondo della pesca in acqua salata non è semplice attualmente trovare località di questo tipo, ma le strutture organizzate per svolgere attività del genere in un Speciale Estate - Luglio-Agosto 2019
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ITINERARIO MOSCA E SPINNING
UNA GIORNATA NELLA VAL DI CEMBRA
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di Marco Simonini e Gianni Schergna info@marcosimonini.it - giaske58@live.com - foto di Marco Simonini e Nicola Eccher
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icordate, l’anno scorso, il nostro racconto sul Limarò del Sarca? Ebbene siamo ancora noi, Marco e Gianni, le due Guide Trentino Fishing che stavolta vogliono condividere con voi una giornata sull’Avisio nella valle di Cembra. Questa volta sono io, Marco, a ‘guidare’ l’amico Gianni nei miei luoghi di pesca di quand’ero ragazzino. Frequento l’Avisio della valle di Cembra fin da quando avevo circa dieci anni, anche se ai tempi, in estate, preferivo andarci a giocare e fare il bagno con gli amici. Le cose sono radicalmente cambiate quando ho comprato la mia prima automobile, una mitica A112 di seconda mano dal colore indefinito, chiamiamolo nocciola, che ha reso autonoma la mia mobilità: finalmente potevo andarmene da solo sul mio fiume preferito. A quei tempi, mi riferisco alla fine degli anni Ottanta, il Speciale Estate - Luglio-Agosto 2019
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ITINERARIO SPINNING
LA FOCE DEL MAGRA E LA SUA REGINA
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l fiume Magra, lungo 62 km, nasce in Toscana dal monte Borgognone, a 1401 metri d’altezza e sfocia nel mar Tirreno a Bocca di Magra, in Liguria. Si può dividere sostanzialmente in tre settori molto differenti tra loro: nella parte più alta è caratterizzato da un regime torrentizio che arriva fino a Pontremoli, dove è assolutamente privo di inquinamento, costeggiato da ontani neri e salici di ripa e
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caratterizzato da piccoli canyon e salti d’acqua, con cascate che arrivano anche a trenta metri. Nel suo tratto medio, tra Pontremoli e Aulla, rallenta la corsa per la forte diminuzione di dislivello; il letto è molto più largo e la riva è popolata da saliceti arbustivi, mentre le terrazze alluvionali dall’ontano nero, dal pioppo nero e dalla robinia. In territorio ligure, infine, è molto diverso rispetto alla parte alta del suo corso: riceve le acque del
principale affluente, il Vara, all’altezza di Bolano e Santo Stefano Magra, scorrendo poi fino al mare lentamente per cinque km e disegnando ampi meandri. Qui, oltre a una grande varietà di pesci, ci sono numerose specie di volatili, come il martin pescatore, il balestruccio, la rondine, il gruccione, il torcicollo e il picchio rosso maggiore, l’airone cenerino, l’airone rosso, la garzetta, il tarabuso e molte altre specie che non è difficile poter
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di Leonardo Fantini info@punkyfishing.it
ammirare durante una sessione di pesca. Le rive sono ricche di salici, ripaiolo e rosso, e pioppi, con l’euforbia dolce, il lamiastro, il geranio nodoso e il biancospino, mentre dove l’acqua scorre più lenta si sviluppano piante acquatiche e palustri come il millefoglio d’acqua, il coltellaccio, la lisca maggiore e la lisca a foglie strette. Si tratta quindi di un ambiente assolutamente suggestivo e vario, caratterizzato per la maggior parte Speciale Estate - Luglio-Agosto 2019
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