di Chioggia
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Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 57
Imprese La Bcc di Piove mette a disposizione 8 milioni pag.
Falcone e Borsellino, vent’anni rimasti attualità
Popolazione Chioggia scende sotto quota 50 mila abitanti
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pag.
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EDITORIALE
Il tempo dei terremoti
LO NAZ/19/2010/CT
01 04 2010
LA GUIDA SUL TURISMO RELIGIOSO
di Mauro Gambin
P
Imu, quanta fatica per i sindaci metterci la faccia
La Fondazione Santi Felice e Fortunato ha realizzato il volume dal titolo: “Chiese storiche di Chioggia. Itinerario turistico religioso”, che consente a chi visita Chioggia di conoscere più da vicino le bellezze che la circondano e la rendono unica. Al turista infatti è indirizzata tale opera. pag. 17
Anche Giuseppe Casson alla trasmissione dell’Annunziata denuncia le difficoltà degli amministratori locali
PALIO DELLA MARCILIANA A COLPI DI FLASH
I
mu, “l’ex Ici” la definiscono alcuni. E’ l’“imposta municipale unica” che sostituisce la vecchia Ici e la componente immobiliare Irpef con le relative addizionali dovute per gli immobili non locati. Si applica a tutti gli immobili comprese le abitazioni principali. I “sindaci contro l’Imu” sono numerosi, le proteste dei primi cittadini delle grandi città ma non solo si sono fatte sentire anche attraverso l’Anci (Associazione nazionale comuni d’Italia). Azzerare l’Imu sulla prima casa, è pos-
Palio della Marciliana. Sono aperte le iscrizioni per la seconda edizione della Maratona fotografica. L’associazione Progetto Ossigeno, in collaborazione con il Comune di Chioggia, promuove un nuova “caccia al tesoro” a colpi di scatti aperta a tutti gli amanti della fotografia, professionisti e non. pag. 18
sibile? A chiederlo è Lucia Annunziata, su Rai tre, nel corso della trasmissione domenicale “in Mezz’ora” ai suoi interlocutori: Giuliano Pisapia (sindaco di Milano), Piero Fassino (sindaco di Torino), Luigi De Magistris (sindaco di Napoli), Giuseppe Casson (sindaco di Chioggia), Attilio Fontana (sindaco di Varese), Gianni Alemanno (sindaco di Roma). Facce perplesse e molti tentennamenti. “Come sindaci dobbiamo comportarci con molta concretezza, dobbiamo fare i
conti con le esigenze di bilancio” stigmatizza Giuseppe Casson “mi auguro che questo si possa fare”. Rimane quindi una speranza che dovrà scontrarsi contro il muro della realtà: i cittadini dovranno pagare l’imposta. La cosa importante ora è capire a quanto ammonterà perché, è vero che i Comuni hanno la possibilità di stabilire alcuni criteri che potrebbero far la differenza. pagg.
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ochi istanti da quando il letto ha iniziato a ballare, la mano a strisciare sul muro per cercare l’interruttore della luce e nella testa a coagularsi la certezza che in camera da letto c’era il terremoto. Uno, due, tre, quattro...arriverà a venti, secondi, sembrava non passare mai. Nel suo rombo di cingoli e squassi, incupito dal sinistro tintinnio di vetrerie fragili e dal bussare di sportelli, è parso a tutti inverosimile: “uno scrollone così...ma neanche ai tempi del Friuli!”. Giù in strada, dopo la breve sosta in un qualsiasi riparo scambiato per tale, la prima certezza condivisa è stata quella che: “se qui da noi si è sentito così forte, nell’epicentro - che di solito a botta sicura è nell’Appenino o nel Carso - è venuto giù tutto”. Tutto! E del resto chi l’avrebbe detto alle quattro di mattina, in mutande e ciabatte, intirizzito dal freddo e dallo spavento, che invece l’epicentro era al centro di una piana alluvionale nella quale a memoria d’uomo il terremoto non s’era fatto vivo mai. A Finale Emilia, a San Felice sul Panaro, a Bondeno i rischi sono sempre arrivati dall’acqua, mai dal sisma. E invece: chiese alto medioevali, palazzi, torri, bastioni capaci di resistere alla furia dei secoli sono stati atterrati da pochi secondi concitati, insieme a capannoni costruiti meno di dieci anni fa. continua a pag. 3
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L’appello al governatore Zaia: “Si rimetta in moto l’edilizia” di Ferruccio Lorenzutti
S
ignor Governatore, sono Ferruccio Lorenzutti, titolare di impresa artigiana di Chioggia del settore edile e impiantistico. Questa mia lettera vuole essere un pressante appello perché metta in moto da subito quei meccanismi legislativi atti a consentire nell’immediato la ripresa delle attività edilizie che oggi sono ai minimi termini. Sviluppo del Piano casa 2 e riqualificazione energetica degli edifici... continua a pag. 18
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EDITORIALE
segue da pag.
Il tempo dei terremoti
Veneto primo in Italia
A PELLESTRINA LA SEMINA DELL’ANGUILLA EUROPEA
Ha avuto luogo lo scorso 10 maggio, per la prima volta in Italia, nelle acque prospicienti il litorale di Pellestrina la semina di anguilla europea, specie ittica a rischio estinzione. Avvalendosi di risorse comunitarie a disposizione della Regione del Veneto e nell’ambito delle attività previste dal Piano Nazionale approvato dalla Commissione Europea nel luglio dello scorso anno per la ricostituzione degli stock di anguilla europea, a provvedere alla semina di circa 200 kg di anguille allo stadio di “argentine” è stato il Magistrato alle Acque, attraverso il suo concessionario Consorzio Venezia Nuova, con l’intervento operativo di Thetis e l’assistenza di un mezzo navale utilizzato ad hoc dalla Capitaneria di Porto di Chioggia per le operazioni di vigilanza sulla pesca. L’intento è di incrementare la migrazione delle anguille europee nel loro lungo viaggio fino al mar dei Sargassi.
“Ci sono i morti – hanno spiegato i primi commentatori – in futuro anche nella pianura Padana serviranno nuovi parametri per costruire le case, le scuole, i palazzi, gli immobili affinché rimangano tali. Oggi esiste la consapevolezza di un nuovo rischio che arriva dal profondo della terra”. Di imprevedibilità e della necessità di una nuova consapevolezza si è parlato anche a proposito del secondo terremoto, quello politico. La vittoria del Movimento cinque stelle a Parma, a Mira, a Sarego, un tempo rocche forti del Centrodestra, del Centrosinistra, della Lega, ha avuto lo stesso effetto, con i partiti nel ruolo dei calcinacci. “Sintomo dello scollamento dei cittadini alla politica” – è stato, in questo caso, il commento – ed è vero lo scollamento c’è ma più che altro lo si è visto dall’elevato astensionismo. Poco più della metà, il 51%, degli aventi diritto è andata a votare al secondo turno, appena superiore la percentuale al primo, 65%, mentre in passato l’affluenza al voto per le “comunali” è sempre stata massiccia superando non di rado e a volte abbondantemente l’80%. Questo significa che nemmeno il volto noto del paesano è più rassicurante per l’elettore, altro che sfiducia nei partiti e nella politica. “Tanto, sono tutti uguali” è il commento di chi fa di tutta l’erba un fascio perché, come è stato giustamente diagnosticato, stressato dal “magna-magna” e diventato elettoralmente apatico. E dunque pare obiettivo il commento del presidente Napolitano, rilasciato già al primo turno: non è stato il movimento di Beppe Grillo a fare “boom” o il terremoto. Infatti, chi si è dichiarato più nuovo degli altri, meno imparentato ai partiti degli altri, meno attaccato alla poltrona degli altri in questo Paese, in passato, ha già ottenuto in passato entusiasmo e consenso. Il vero terremoto è l’altissimo astensionismo, il partito che ha vinto queste amministrative è quello di coloro che sono rimasti a casa, quelli che non partecipano mai alle riunioni del circolo e non si riuniscono sotto ad un palco, quelli che non hanno tessere, non hanno un leader, un guru, un bel niente di niente, nemmeno la voglia di protestare. Ormai impermeabili a qualsiasi proposta che possa essere scritta su un programma elettorale hanno perso quella fiducia che è fondamentale per la democrazia. Sono un terremoto silenzioso ma non per questo meno pericoloso. Mauro Gambin
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Lo scorso 23 maggio il Comune di Chioggia ha celebrato il 20° anniversario della Strage di Capaci per ricordare l’assassinio del Giudice Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli uomini della scorta. Presso l’Isola dell’Unione, vicino alla targa del Ponte, che è intitolato proprio ai magistrati “Falcone-Borsellino” è stata depositata una corona d’alloro in memoria delle vittime della strage. “Giovanni Falcone - ha spiegato il sindaco Giuseppe Casson - in una delle sue frasi più significative diceva di come gli uomini passano ma le idee restano, così come le loro tensioni morali, che continuano a camminare sulle gambe di altri uomini. Proprio alla luce anche dei recenti fatti di cronaca di Brindisi, questa frase come meglio non mai chiarisce la volontà di tutti di guardare avanti, per consegnare ai nostri figli una società dove possano crescere liberamente”.
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Anniversari
CHIOGGIA HA RICORDATO LA STRAGE DI CAPACI
1
Chioggia A TORINO
ECONOMIA
Commemorazione speciale del grande Toro pag.
TURISMO
6
Nuove strategie di promozione sulle... “due ruote”
BEACH SOCCER
Provincia
pag.
Città di Chioggia ai Campionati nazionali pag.
8
SPAZI APERTI
In estate riaprono al pubblico le oasi pag. 29
SOCIALE
L’importanza della donazione del sangue del cordone ombelicale
26
pag.
30
L’Associazione Culturale Dolci Ricami in collaborazione con “La Fabbrica di Gulliver”, organizza una mostra di ricamo, merletto e modellismo sul tema delle imbarcazioni della laguna veneta e del bragozzo, tipica imbarcazione che ha solcato l’alto Adriatico dal 1700 ai primi anni del 1900. I colori e i paesaggi hanno ispirato le ricamatrici, le quali attraverso il ricamo ed il merletto hanno creato elaborati inediti. Per tale evento, l’artista-artigiano Stefano Polentarutti ha realizzato un modello di bragozzo in scala di notevoli dimensioni (mt. 1,80 lunghezza dello scafo) e Paola Cellini ha riprodotto fedelmente le tre vele seguendo i vecchi dettami per la loro armatura. La mostra si terrà presso le sale espositive del Museo civico, dal 24 giugno al 1° luglio prossimo. Rievocazioni storiche
Regione VITA VENETA
Le imprese tornano a cercare lavoratori pag. 28
Al Museo civico
MOSTRA DI RICAMO E MODELLISMO NAVALE
Aumenta la criminalità pagg.
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ECONOMIA Il “Patto del Veneto” promette la ripresa pag.
40
A Palazzo Grassi il mondo di Fischer pag.
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CULTURA
IL XXIII PALIO DELLA MARCILIANA Si svolgerà dal prossimo 15 giugno al 17 la XXIII edizione del Palio della Marciliana. La manifestazione trae ispirazione dalla storia clugiense del XIV secolo, culminante con la guerra di Chioggia. Ogni anno la terza settimana di giugno Chioggia ricorda quel periodo in una rievocazione storica unica nel suo genere. Chioggia si trasforma in un borgo medioevale con 600 figuranti: il corteo dei nobili, gli spadaccini, i tamburini, i musici, gli antichi mestieri, i balestrieri, le macchine da guerra, i trampolieri, i giochi, i balli, il fuoco. Una manifestazione che fa riecheggiare i tempi della Serenissima Repubblica, quando Chioggia, pari alla sorella Venezia, viveva nel massimo splendore.
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà della PROMOMEDIACOMMUNICATIONS Srl Edito da GIVE EMOTIONS Srl
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Questa edizione raggiunge le zone di Chioggia, Sottomarina, Sant’Anna per un numero complessivo di 15.248 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752
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REDAZIONE:
Direttore responsabile
MAURO GAMBIN direttore@lapiazzaweb.it ORNELLA JOVANE o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 24 maggio CENTRO STAMPA: ROTOPRESS INTERNATIONAL LORETO, VIA BRECCIA (AN)
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4 Argomento del mese L’IMPOSTA MUNICIPALE PROPRIA Il sindaco di Chioggia Giuseppe Casson ospite insieme a Fassino, Pisapia, Alemanno, De Magistris e Fontana alla trasmissione di Lucia Annunziata “in Mezz’ora” per contestare l’impostazione di una tassa che rappresenta un duro colpo all’autonomia degli enti locali. E come portavoce dell’Anci chiedono al Governo: lasciate l’Imu nelle casse dei Comuni, rinunciamo ai trasferimenti statali
Imu, quanta fatica per i s
di Francesca De Luca e Miriam Vianello
“Siamo uno schieramento di sindaci che chiede di cambiare il provvedimento”
Casson: “Azzerare l’Imu sulla prima casa, mi auguro che si possa fare”
I
mu, “l’ex Ici” la definiscono alcuni. E’ l’“imposta municipale unica” che sostituisce la vecchia Ici e la componente immobiliare Irpef con le relative addizionali dovute per gli immobili non locati. Si applica a tutti gli immobili comprese le abitazioni principali. I “sindaci contro l’Imu” sono numerosi, le proteste dei primi cittadini delle grandi città ma non solo si sono fatte sentire anche attraverso l’Anci (Associazione nazionale comuni d’Italia). Azzerare l’Imu sulla prima casa, è possibile? A chiederlo è Lucia Annunziata, su Rai tre, nel corso della trasmissione domenicale “in Mezz’ora” ai suoi interlocutori: Giuliano Pisapia (sindaco di Milano), Piero Fassino (sindaco di Torino), Luigi De Magistris (sindaco di Napoli), Giuseppe Casson (sindaco di Chioggia), Attilio Fontana (sindaco di Varese), Gianni Alemanno (sindaco di Roma). Facce perplesse e molti tentennamenti. “Come sindaci dobbiamo comportarci con molta concretezza, dobbiamo fare i conti con le esigenze di bilancio” stigmatizza Giuseppe Casson “mi auguro che questo si possa fare”.
Rimane quindi una speranza che dovrà scontrarsi contro il muro della realtà: i cittadini dovranno pagare l’imposta. La cosa importante ora è capire a quanto ammonterà perché, se è vero che la soluzione di Maroni (che propone semplicemente di non pagarla, commettendo un’azione illegale) forse non è la più praticabile, è anche vero che i Comuni hanno la possibilità di stabilire alcuni criteri che potrebbero far la differenza. L’aliquota principale da utilizzare per il calcolo è pari allo 0,76% modificabile dai Comuni in aumento o in diminuzione sino 0,3 punti percentuali, o fino allo 0,4% per immobili non produttivi di reddito fondiario, posseduti da soggetti passivi dell’imposta sul reddito della società o per gli immobili locati. Alle abitazioni principali e alle loro pertinenze si applica l’aliquota ridotta pari allo 0,4% modificabile dai Comuni in aumento o diminuzione sino a 0,2 punti percentuali. Sono poi previste detrazioni per l’abitazione principale, una fissa pari a 200 euro, ed una che dipende dal numero di figli conviventi di età non superiore a 26 anni nella misura di 50 euro per ciascun figlio, fino ad un massimo di
400 euro. TIOZZO: È UNA TASSA ODIOSA DA APPLICARE AL MEGLIO L’’Imu, un’imposta che desta non poche preoccupazioni, “tassa odiosa per le amministrazioni comunali a cui non resta che applicarla nel miglior modo possibile.- commenta il consigliere regionale Lucio Tiozzo (Pd)- E’ stata introdotta a causa di una cattiva gestione del governo Berlusconi” TESSERIN: UNA SCIAGURA PER IL MERCATO IMMOBILIARE “E’ una sciagura,- aggiunge il presidente della Commissione regionale Statuto Carlo Alberto Tesserin (Pdl) - non è stato possibile infatti gestire e comunicare il livello di incidenza di questa nuova imposta. Il clima di terrore che si è instaurato è frutto delle continue voci susseguitesi sui possibili aumenti o rateizzazioni dell’Imu. Tutto questo ha bloccato la crescita edilizia, perché la gente è disincentivata ad acquistare case”.
I SINDACI
“Imposta da riformulare, così com’è non ci piace”
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mu, sindaci di tutti gli schieramenti manifestano il loro dissenso che trova la massima espressione nell’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni italiani. Si tratta di un movimento politico contro il Governo?E’ la domanda di Lucia Annunziata ai primi cittadini ospiti della sua trasmissione. “No - è la risposta di Piero Fassino - i Comuni italiani fanno una loro proposta che non è di non pagare l’Imu, ma di cambiarla nelle impostazioni su due punti che - così come sono - sono inaccettabili. Il primo è che più del 50% dell’Imu che si fa pagare ai cittadini se lo prende lo Stato. Il secondo punto è che il saldo tra i tagli ai trasferimenti che i Comuni hanno subito e la quota Imu che trattengono è negativo. Sappiamo che i conti dello Stato devono essere risanati e allora facciamo la nostra proposta: siamo disposti ad accettare che sia ridotta la quota dei trasferimenti Statali, ma ai Comuni chiediamo sia lasciato l’Imu. Una proposta quasi a saldo zero che noi accompagnamo con la richiesta di poter governare la fiscalità dei nostri Comuni”. “I Comuni soffrono in maniera pesante - incalza Giuseppe Casson - chiediamo di rivedere e rimodulare l’Imu. Nessuno nega che la situazione nazionale sia complessa e che se si salva l’Italia di conseguenza si salvano anche i Comuni”. “La nostra - conclude Gianni Alemanno - è una posizione istituzionale e non politica. Il fatto è che il Governo non risponde alla nostra richesta di cambiare l’impostazione dell’Imu, peraltro già formulata lo scorso dicembre. Il Governo ci chiede di fare gli esattori delle tasse: noi prendiamo l’imposta che poi va al Governo. Insomma quello che i sindaci vogliono denunciare è il duro colpo al principio di autonomia degli enti locali”. O.J.
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Argomento del mese 5 Come fare
Da sinistra in alto Tiozzo, Tesserin. Nella foto grande il sindaco Casson ospite alla trasmissione di Lucia Annunziata “in Mezz’ora”
sindaci metterci la faccia Le proposte dei partiti di opposizione Rifondazione quasi come il Pdl
“Sulla prima casa si applichi l’aliquota minima” di Francesca De Luca
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e il sindaco spera ma non presenta, almeno al momento, alternative concrete, i partiti di opposizione avanzano le loro proposte. Il partito di Rifondazione comunista, per rendere concreta la propria opinione, erge ad esempio il Comune di Polistena (Reggio Calabria), dove il primo cittadino (del medesimo partito) ha “stabilito un principio di equità e giustizia sociale”. “Pur non potendo sottrarsi all’imposizione della legge, si è stabilito di considerare l’aliquota minima dello 0,2% sulla prima casa (portando al massimo le altre aliquote) escludendo, di fatto, il 90% delle abitazioni” continua Rifondazione. “Proprio in un momento drammatico per le famiglie” sottolinea Inessa Baldin, segretaria comunale del partito “il governo Monti avrebbe dovuto alleggerire la pressione fiscale sui cittadini”. Questo “non solo non è avvenuto, ma si sono introdotte misure (come l’Imu), che colpiscono uno dei diritti fondamentali del cittadino”. “Questa è una proposta che noi avevamo avanzato in tempi non sospetti, presentando un ordine del giorno in consiglio comunale” ricorda Beniamino Boscolo (Pdl). “In un momento così difficile per i cittadini italiani in generale e chioggiotti in particolare, i Comuni devono prendere posizione in modo deciso: non si può pensare di far gravare sui giovani, che già hanno dei mutui e pagano degli interessi per poter acquistare una casa, tra mille sacrifici, il peso di un’ennesima tassa”. Pdl come Rifondazione? Potrebbe sembrare. La differenza sostanziale sta nelle proposte successive: se rifondazione chiede l’applicazione dell’aliquota massima per le altre categorie (che non siano dunque la prima casa), il Pdl invece sulle seconde case non si esprime “sarebbe stato demagogico da parte nostra chiedere l’applicazione dell’aliquota minima estesa a tutte le categorie. È evidente che noi l’auspichiamo ma la responsabilità della scelta è dell’amministrazione comunale”.
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Novità, calcolo e scadenze
Le istruzioni per l’uso L
e principali novità. L’imposta si applica a tutti gli immobili iscritti a catasto: abitazione principale (prima casa), pertinenze, fabbricati rurali adibiti ad abitazione o strumentali all’attività agricola. Le pertinenze (categorie catastali C/2, C/6 e C/7 e cioè garage, cantine, tettoie) sono considerate nella misura massima di una unità pertinenziale per ciascuna categoria catastale: nel caso di due o più garage, quindi, il primo viene assimilato all’abitazione principale, gli altri vengono considerati “altro fabbricato”. Rispetto all’Ici non sono state variate le rendite catastali ma cambiano i moltiplicatori per il calcolo della base imponibile. Gli immobili concessi in uso gratuito ai familiari e quelli con usufrutto (in cui l’usufruttuario non vi abita) non sono più considerati assimilabili all’abitazione principale e pertanto vengono considerati altro fabbricato (cioè seconde case) e non godono dell’aliquota agevolata e delle relative detrazioni. Cambiano le regole anche per i fabbricati dichiarati inagibili e inabitabili per i quali non viene più prevista la riduzione al 50% dell’imposta. Per chi ha case in affitto invece è previsto un dimezzamento dell’aliquota ordinaria ma solo a partire dal 2015. Il gettito derivante dall’abitazione principale, pertinenze e fabbricati rurali strumentali, è interamente destinato al Comune mentre quello derivante dagli altri immobili spetta per metà allo Stato. Le detrazioni e riduzioni d’imposta deliberate dal Comune non sono applicabili alla quota riservata allo Stato. Quindi, se il Comune decide di intervenire a modificare l’aliquota, dovrà considerare che allo Stato spetta comunque lo 0,38% dell’imposta “teorica”. Il procedimento per il calcolo dell’Imu. 1. Individuazione della rendita catastale (per le aree fabbricabili si fa riferimento al valore catastale mentre per i terreni agricoli ci si basa sul reddito dominicale). 2. Rivalutazione della rendita del 5% (come per l’Ici) se si tratta di fabbricati, 25% del reddito dominicale per i terreni. 3. Calcolo del valore catastale: il risultato ottenuto viene quindi moltiplicato per i fattori moltiplicativi previsti dal Decreto. 4. Applicazione dell’aliquota base o modificata dal comune: il risultato è l’imposta lorda. 5. Applicazione delle detrazioni: 200 euro per la prima casa e relative pertinenze. Questa per il 2012 e 2013 è maggiorata di 50 euro per ciascun figlio di età non superiore a 26 anni. Questa detrazione non può superare i 400 euro. Il risultato è l’imposta netta. Moltiplicatori: immobili: classe A (ad eccezione A10) e C2, C6, C7 = 160; classe D (ad eccezione D5) = 60; classe C1 = 55; classe D5 e A10 = 80; classe B e C3, C4 e C5 = 140. Versamento. Tramite Modello F24. Può essere in un’unica soluzione a giugno, in due rate con scadenza 16 giugno (50% dell’imposta dovuta per l’intero anno) e 16 dicembre (si versa la parte rimanente dell’imposta). Per l’imposta Imu dell’abitazione principale può avvenire in tre tranche. Una prima rata il 16 giugno, pari a un terzo dell’importo. La seconda rata entro il 16 settembre, portando il totale al 66%, mentre la rata restante e il conguaglio in base alle aliquote deliberate dal Comune sarà versato entro il 16 dicembre. Il versamento dell’Imu è a carico del coniuge separato che vive in casa, anche se non è il proprietario dell’abitazione. Informazioni. Per eventuali chiarimenti l’Ufficio Tributi del Comune di Chioggia, in corso del Popolo 1193 è aperto al pubblico lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 10 alle 12, martedì e giovedì anche dalle 15.30 alle 16.30. Martina Maniero
6 Chioggia La Banca di Credito cooperativo di Piove A sostegno dell’economia locale
Otto milioni per il territorio
Tre milioni sono destinati a pescatori e allevatori ittici di Chioggia e Sottomarina, cinque ad altri settori produttivi
di Francesca De Luca
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ono otto i milioni messi a disposizione dalla Banca di Credito Cooperativo di Piove di Sacco per risanare la difficile situazione del territorio chioggiotto. 3 milioni sono stati stanziati per il solo comparto della pesca quello che, forse più di altri, risente della crisi e di misure europee da anni contestate che porterebbero, secondo i pescatori, il settore della piccola pesca (nel territorio clodiense) alla morte. Di fronte alla difficile situazione del settore la Bcc (presente a Chioggia e Sottomarina con due sportelli) ha deciso di varare un provvedimento straordinario proprio a sostegno del comparto ittico; con un plafond di 3 milioni di euro utilizzabile attraverso operazioni di breve e medio periodo; l’intervento è rivolto a pescatori e allevatori ittici di Chioggia e Sottomarina (non quindi ai “commercianti di pesce”), soci e clienti della Bcc di Piove di Sacco. Ma gli interventi riguardano anche gli altri settori produttivi: la Banca ha varato un’altra iniziativa a sostegno delle aziende
commerciali, artigianali ed agricole sempre del territorio chioggiotto, mettendo a disposizione un plafond di 5 milioni di euro destinato ad artigiani, agricoltori e piccoli e medi imprenditori, residenti nel comune di Chioggia (non rientrano i “commercianti di pesce”, né le società immobiliari) e prevede un finanziamento per interventi di innovazione tecnologica e strutturale; messa a norma di macchinari ed impianti; investi-
menti produttivi in genere. I finanziamenti avverranno attraverso mutuo chirografario/ ipotecario in funzione della solvibilità del richiedente; per un importo massimo di 150.000,00 euro (sostenuto da idonea documentazione di spesa); a tasso euribor 3 m. + 3,00% (soci) e 3,50% (non soci), spese istruttoria: 0,50% per tutti i richiedenti. L’operazione sarà possibile fino al 31 ottobre.
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NEWS I commenti dal mondo della finanza e della politica locale
TOSON: “NON SIAMO LATITANTI NELLA CRISI”, SALVAGNO: “QUESTA BANCA, LA PRIMA A RISPONDERE”
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presentare il progetto è il presidente della Bcc, Leonardo Toson. “Si tratta di un intervento” ha detto il presidente “che ha un unico obiettivo: sostenere l’economia locale in un momento di particolare difficoltà. E’ chiaro che con tale gesto vogliamo anche dare un concreto riscontro all’attenzione che la Banca riserva al territorio, oltre ad un importante segnale verso le associazioni di categoria, che spesso denunciano la generale latitanza delle banche, per contribuire al superamento della crisi che interessa ormai quasi tutti i settori”. “La nostra strategia è chiara” ha poi continuato il direttore generale della Bcc, Gianni Barison “e perfettamente in linea con quello che da sempre è il modo di operare del Credito Cooperativo: grande attenzione all’economia locale, soprattutto alla piccole imprese. Siamo espliciti: noi preferiamo dare 100.000 euro ciascuno a dieci artigiani che non 1 milione ad un unico cliente”. “Non possiamo che ritenere positivo il progetto finanziato dalla Banca di credito cooperativo di Piove di sacco” sostiene senza indugio il vicesindaco Maurizio
Da sinistra Leonardo Toson e Maurizio Salvagno Salvagno. “Da diverso tempo, in ogni occasione pubblica, come amministrazione lamentiamo la situazione di disagio vissuta sul territorio a causa di una crisi economica che ha provocato danni ingentissimi e che non accenna a fermarsi. Questa banca” continua “è stata la prima a rispondere al nostro grido di allarme”. “Ora confidiamo che i criteri non siano stringenti, pur nel rispetto delle leggi europee vigenti, e che l’accesso al credito sia consentito a quante più attività possibili, consentendo loro di riprendersi”. “La Bcc ha messo a disposizione 8 milioni di euro ma noi siamo fiduciosi e speriamo che altri istituti di credito vorranno rispondere e mettersi a disposizione perché se otto euro possono aiutare, cinquanta, o ottanta, possono cambiare sostanzialmente le cose”. F.D.L.
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na giornata in ricordo del Grande Torino caduto a Superga. Il sindaco Giuseppe Casson, l’assessore allo Sport, Narciso Girotto, e il consigliere regionale, Lucio Tiozzo, sono stati ospiti del sindaco Piero Fassino e del presidente del consiglio comunale, Giovanni Maria Ferraris, venerdì 4 maggio, per la giornata che la Città di Torino ha ufficialmente dedicato alla “memoria granata” in onore dei giocatori e tecnici del Grande Torino. Nell’occasione sono stati ricordati anche i fratelli chioggiotti Aldo e Dino Ballarin che persero tragicamente la vita assieme a tutta la squadra, nell’incidente aereo del 4 maggio 1949 sulla collina torinese. “Il calcio di allora ha lasciato un segno indelebile nei tifosi e nella nostra città che in questi anni si è prodigata per non dimenticare e far rivivere nei giovani i valori e l’impegno di questi uomini, campioni nello sport e nella vita. Nel calcio di allora
Trasferta istituzionale a Torino per ricordare la squadra di Aldo e Dino Ballarin era principalmente la passione a guidare gli atleti e il guadagno consisteva nella vittoria sul campo – spiega il sindaco Giuseppe Casson -. Alla squadra leggendaria del Grande Torino, ai fratelli Aldo e Dino Ballarin, il calcio chioggiotto deve i natali. E’ lo stesso colore granata della maglia della squadra cittadina a far memoria di queste origini”. Il sindaco e gli amministratori chioggiotti hanno partecipato alle celebrazioni presso il Palazzo Civico a Torino. Successivamente hanno fatto tappa a Superga dove hanno deposto un omaggio floreale della città di Chioggia sulla lapide dedicata al Grande Torino. G.G.
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Nuove strategie sulle... “due ruote”
Un convegno per promuovere proposte alternative fondate sulla mobilità sostenibile e destinate non solo ai residenti ma anche e soprattutto ai turisti
di Marta Boscolo
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n convegno, lo scorso 11 maggio in sala consiliare, ha illustrato le proposte cicloturistiche della Federazione italiana amici della bicicletta (Fiab), con la presenza del coordinatore regionale della federazione, Luciano Renier, accompagnato dal presidente nazionale Antonio Dalla Venezia. La mobilità sostenibile è un elemento fondamentale per la realtà urbana ma anche e soprattutto per una località turistica. L’iniziativa è stata infatti subito sposata dal consorzio Con Chioggia Si, che aveva già proposto di invitare la Fiab nel corso di un convegno sulle nuove strategie turistiche alla fine dell’inverno. Allora, anche l’assessore provinciale al turismo, Giorgia Andreuzza, aveva fatto presente la crescente richiesta di strutture adeguate e itinerari per il cicloturismo soprattutto nel mercato tedesco e nordeuropeo, durante la media e bassa stagione. “Ospitiamo con entusiasmo questa iniziativa -, commenta il presidente del Consorzio, Marco Boscolo Camiletto, - l’utiliz-
zo della bicicletta nel tessuto urbano non è solo uno stile di vita, ma anche un modo per rispettare e valorizzare il territorio”. Di recente anche l’associazione Slow Lagoon di Gruppo turismo Chioggia ha inoltrato formale richiesta all’amministrazione comunale per poter installare dei pontili a Vigo dedicati alle biciclette e agevolare così il collegamento con Pellestrina e Venezia sulle due ruote. La Regione Veneto intanto si sta muovendo nella stessa direzione, non solo con contributi, ma anche con la promozione dei percorsi adatti al cicloturismo con una segnaletica adeguata e un road-book con tutte le informazioni necessarie per chi viaggia su due ruote. Tra gli itinerari regionali spicca il numero 3, denominato “La via del mare”, che parte da Rovigo e arriva a Bibione passando per Chioggia. Per promuovere questo percorso a settembre sono in programma anche due iniziative della Fiab, una di carattere regionale l’altra nazionale.
L’assessore provinciale al Turismo Andreuzza ha più volte fatto riferimento alla crescente richiesta di questo tipo di turismo slow
La mobilità sostenibile, elemento fondamentale anche per le proposte turistiche
NEWS LA tariffa, una delle voci di spesa che indice di più
TIA, OPERATORI DEL TURISMO SI RIBELLANO DI FRONTE ALLA BOLLETTA
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i fronte a bollette che raggiungono anche i 100.000 euro all’anno, il Gruppo turismo Chioggia ha assunto una posizione di forte provocazione, suggerendo di mettere all’asta il servizio di igiene ambientale. Per gli operatori del turismo la Tia non è più sostenibile e rischia di mettere in ginocchio l’intera categoria. Dopo il rincaro del 17% dell’anno passato ora la tassa è aumentata del 20% e aumenterà ulteriormente del 20% nel 2013. La tariffa diventa così una delle voci di spesa che incide in maniera più significativa nel bilancio delle attività turistiche, mettendone in discussione l’esistenza stessa. “Abbiamo sempre contestato il peso della Tia sin dalla sua introduzione nel 2003 -, spiega Fabrizio Boscolo a nome del gruppo, - abbiamo cercato un con-
fronto con le amministrazioni e con Veritas per tentare di calmierare la tariffa dalla sua introduzione, ma senza risultati. Per tutto l’inverno abbiamo sollecitato una soluzione e proposto delle alternative ma Veritas è rimasta ferma nelle sue posizioni. Le nostre aziende pagano anche 100.000 euro di Tia per lavorare da maggio a settembre, nonostante si siano impegnate negli anni a sostenere la raccolta differenziata”. A questo punto, a detta degli operatori, il contratto con Veritas appare insostenibile e gli aderenti al gruppo turismo hanno proposto due possibili soluzioni: o modificare il regolamento comunale dove sono indicate le tariffe o individuare un soggetto diverso da Veritas per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti e per la pulizia della battigia. Gli operatori si erano anche resi disponibili ad ef-
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IL REGOLAMENTO DELLA DISCIPLINA DELLE ATTIVITÀ BALNEARI
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l 16 maggio scorso è stato approvato dal Consiglio comunale il “Regolamento della disciplina delle attività balneari” che disciplina le modalità di gestione delle aree del Demanio Marittimo a finalità turistico-ricreativa. “Il provvedimento - si legge nel comunicato stampa - nasce dalla volontà dell’Amministrazione di improntare la gestione del demanio ai principi di buon andamento e di pubblicità ed alla tutela degli interessi pubblici per lo sviluppo socio-economico della collettività. Con questo strumento, gli operatori ed i gestori di stabilimenti balneari, campeggi, aree a sport e ricreative saranno in grado di saper sin da subito ciò che è compatibile e ciò che non lo è con l’attività da loro svolta”. “L’aspetto che ritengo utile sottolineare - spiega il sindaco Giuseppe Casson - è che tale provvedimento vede una particolare sensibilità, verso tutte le persone diversamente abili. I concessionari delle aree demaniali devono, infatti, garantire e facilitare la fruibilità dei servizi, anche da parte di tutte le persone con disabilità”. Novità importante è la più attenta interpretazione ed applicazione di quanto previsto dalla Legge Regionale n. 33 del 2002, dove nell’allegato S/3 al punto e) viene prevista la possibilità di allungare le concessioni ai titolari, qualora vengano fatti investimenti che valorizzino le aree in utilizzo. “La direttiva Bolkestein 2006/123/CE, che prevede l’apertura di un bando con procedura di evidenza pubblica alla scadenza temporale di ogni concessione, per garantire la concorrenza, attraverso una durata appropriata della concessione, - si legge - ha fatto sì che gli operatori del territorio, che hanno investito in un settore così strategico ed importante qual è il comparto turistico/balneare, vivano quotidianamente la preoccupazione di poter perdere nel 2015 quanto sin ora realizzato. Con questo Regolamento si è cercato di fissare dei criteri di valutazione delle istanze prodotte per ottenere la concessione per l’utilizzo dei beni rientranti nel Demanio Marittimo, ponendo maggiore attenzione a quelle domande che prevedono interventi importanti qualitativamente, nella promozione del nostro territorio, cercando di salvaguardare, laddove la legge lo consenta, le imprese balneari già esistenti”. “Ritengo - conclude il primo cittadino - dopo gli incontri con le categorie interessate che le stesse si possano considerare soddisfatte di quanto stabilito nel Regolamento. Auspicando che questo sia solo il punto di partenza per la valorizzazione di quanto il G.G. nostro territorio sa offrire”.
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10 Chioggia Il calo demografico Popolazione in calo nel primo quadrimestre 2012
Chioggia sotto quota 50mila Molti giovani si spostano nei comuni limitrofi dove le case costano meno. Chiudono anche le attività lavorative di Miriam Vianello
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oco rassicuranti sono i dati emersi recentemente, che evidenziano un netto calo demografico della popolazione chioggiotta. Infatti al 31 dicembre 2001 il saldo demografico era di 51.785 abitanti, al 31 dicembre 2011 invece si attestava attorno ai 50.607 e nel primo quadrimestre dell’anno corrente invece si è scesi sotto le 50.000 unità. A maggior ragione hanno chiuso i battenti molte attività commerciali in seguito alla mancanza di lavoro e di prospettive certe di guadagno. La città quindi si trova sempre più impoverita di risorse essenziali per muovere l’economia locale; impoverimento e mancanza di crescita perciò mettono in allarme il mondo politico che sta affrontando un difficile momento. “Siamo in presenza di una grande crisi che attraversa l’intera nazione in forte calo demografico.– afferma il presidente della commissione Statuto della Regione del Veneto Carlo Alberto Tesserin – Per alcuni aspetti seguiamo l’ambito veneziano, infat-
Impoverimento e mancanza di crescita mettono in allarme il mondo politico L’isolamento strutturale di Chioggia, una delle cause del calo demografico ti anche Venezia, come Chioggia, ha visto una diminuzione della popolazione che è emigrata nei paesi limitrofi a causa dei costi eccessivi delle abitazioni. Molte sono le cause che hanno portato a tale situazione come l’isolamento strutturale di Chioggia, la perdita di occupazione; basti pensare ai pendolari che quotidianamente lavorano nella vicina Marghera e il relativo indotto derivante da essa”. “La nostra realtà economica - aggiunge il consigliere regionale Tiozzo Lucio - non sta crescendo. Un dato rilevante è la mancanza di immigrati nel nostro paese, dal
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momento che non esiste alcuna opportunità lavorativa, soprattutto per i giovani. Sono essi infatti che in mancanza di case a prezzi calmierati decidono di emigrare a Codevigo, Conche, Civè, Rosolina”. Una città che purtroppo, vista la recente chiusura di sedi distaccate, come quelle della Camera di Commercio di Venezia o peggio ancora del Tribunale di Venezia, deve unire le proprie risorse per recuperare, attraverso una politica attenta ai bisogni del cittadino, quanti hanno dovuto lasciare la propria amata città.
NEWS La proposta Ascom dopo il successo di DiGusto
MARANGON: “MERCATINO ENOGASTRONOMICO PER VALORIZZARE I CENTRI COMMERCIALI”
V
alorizzare i centri commerciali di Chioggia e Sottomarina, attraverso un mercatino enogastronomico gestito anche dagli operatori locali. E’ la nuova proposta di Ascom di Chioggia a seguito del successo di DIGusto, l’iniziativa che si è svolta nel centro storico cittadino a fine aprile. “L’indubbio successo di DIGusto commenta il direttore Ascom, Mariagrazia Marangon, - ci convince ancora una volta che i due centri commerciali naturali di Chioggia e di Sottomarina meriterebbero ogni fine settimana un’occasione di spettacolo e di incontro. Ripeteremo senz’altro l’iniziativa in futuro, con qualche accorgimento per smussare anche quei piccoli difetti di cui ci siamo accorti”. L’idea è quella di unire in connubio commercio, turismo e enogastronomia per valorizzare la città e i suoi prodotti tipici. L’iniziativa di un nuovo mercatino enogastronomico darebbe la possibilità ai commercianti locali di aprire un secondo punto vendita e darebbe maggiore vitalità e attrattiva al centro cittadino per i turisti e i visitatori, proponendo e promuovendo le specialità del territorio.
Mariagrazia Marangon “Chiameremo a raccolta i nostri commercianti -, precisa il direttore, - per creare un mercatino che sarà gestito anche dagli operatori locali che magari per i tre giorni apriranno un secondo punto vendita uscendo dai lori abituali spazi. L’idea è di spostare il mercatino a Sottomarina durante l’estate e ripeterlo a Chioggia a ottobre. DIGusto sarà il logo che caratterizzerà la gastronomia e la produzione di qualità futura”. Il mercatino DIGusto di fine aprile ha avuto anche un risvolto solidale. Grazie alle donazioni per sostenere il progetto “600 mattoni per una città senza mura” dell’associazione MuraLess, in 3 giorni sono stati raccolti 500 euro che serviranno a comprare 10 mattoni per la nuova casa di accoglienza per minori allontanati dalle famiglie. Giovanna Bellemo
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12 Chioggia Fotografia La prima edizione
Chioggia capitale del radicchio Il concorso fotografico è organizzato da Chioggia ortomercato del Veneto insieme con Rce-Foto di Chioggia sul prodotto principe dell’orticoltura locale
La locandina del concorso
di Giovanna Bellemo
A
l via il primo concorso fotografico “Chioggia Capitale del radicchio”, organizzato da Chioggia ortomercato del Veneto in collaborazione con Rce-Foto di Chioggia. Appassionati, fotoamatori e professionisti attrezzati di macchine digitali, obiettivi e cavalletti sono chiamati in gara per fissare sulla pellicola lo scatto più significativo nelle due categorie proposte. Due i temi del concorso: uno fisso, “Il Radicchio di Chioggia”, quale principe dell’orticoltura locale ripreso nella molteplicità dei momenti colturali, di lavorazione e commercializzazione; l’altro libero, “I prodotti agroalimentari e il territorio dei 10 Comuni del Radicchio Igp di Chioggia”, nel quale i fotoamatori potranno sbizzarrirsi nel ritrarre immagini della gente, dei vari paesaggi e diversi ambienti, dei mestieri e delle tradizioni caratterizzanti le aspetti ed espressioni rurali nei Comuni di Chioggia, Cavarzere, Cona, Codevigo, Correzzola, Rosolina, Ariano Polesine, Taglio di Po, Porto Viro, Loreo, quelli, appunto, che costitui-
Due i temi del concorso sul radicchio e i suoi prodotti agroalimentari scono l’area di coltivazione del Radicchio di Chioggia Igp. Gli scatti possono essere inviati entro il prossimo 15 settembre all’Ortomercato di Chioggia, o consegnati presso i negozi Rce-Foto del Veneto. Ogni partecipante potrà inviare al massimo tre foto per ciascun tema. Le stampe su carta fotografica dovranno avere il lato lungo compreso tra i 30 e 40 cm. Gli scatti digitali potranno essere presentati anche su supporto elettronico anche su Cd o chiavetta Usb con risoluzione 300 dpi. Le premiazioni si terranno in ottobre, nell’ambito delle manifestazioni del mese dedicato alla Zucca Marina di Chioggia, con allestimento di una mostra fotografica delle immagini selezionate. Tutte le opere ammesse all’esposizione verranno inoltre digitalizzate per la loro pubblicazione su apposita sezione del sito web. I premi per entrambe le sezioni consi-
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a sesta Festa della riconoscenza del gruppo Insieme Arte Amare Chioggia e il suo territorio suona come un’ode al mare e alle risorse che esso offre. In piazza Vigo, ingresso cittadino per chi arriva dalla laguna, le componenti del gruppo, domenica 20 maggio, hanno creato un allestimento con i materiali che il mare porta a riva. Ciò che un tempo apparteneva alla terra ritorna trasformato e nuovo. Così la performance del gruppo ha ulteriormente trasfigurato i materiali attraverso la creatività. Recuperando sulla spiaggia tronchi, radici e rami contorti, consumati dalla salsedine e dall’incessante attività delle onde, sono state realizzate opere che sono state racchiuse nel cerchio di un mare-mandala, simbolo di sacralità. La direzione artistica è stata affidata a Mirella Tonellotto, la colonna sonora dell’evento, su testo di Sergia Sambo, è stata realizzata dal compositore Andrea Camporese. Ai laboratori creativi, che stanno alla base dell’evento finale e che si sono svolti presso il Monte di Pietà, ha partecipato anche l’associazione Uildm (Unione italiana lotta alla distrofia muscolare). Ma.Bo.
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14 Chioggia Salute Ulss 14, riveduta competamente l’assistenza e la presa in carico del paziente diabetico
Diabete, il medico di famiglia s’incarica dell’assistenza Meno accessi al servizio di Diabetologia: funziona il protocollo tra medici di famiglia e servizio ospedaliero
di Giovanni Giovetti
M
eno accessi al Servizio di Diabeto- in carico del paziente diabetico: se il Servizio logia dell’ospedale di Chioggia e, di Diabetologia continua a occuparsi del pacontemporaneamente, aumento dei ziente diabetico di tipo 1 (un paziente più complesso per la terapia con insulina e del pazienti seguiti sul territorio. Comincia a maturare i suoi primi frutti il diabete tipo 2 con complicanze), diventa inprotocollo tra medici di famiglia e Servizio di vece compito del medico di famiglia prendersi Diabetologia siglato nel 2010 per migliorare cura del paziente con diabete di tipo 2 meno complesso, per cui è prevista una visita dallo l’assistenza del paziente diabetico. specialista solo una volL’Ulss 14 si è allita ogni due anni. neata due anni fa alla Nel 2011 “Circa il 5% dei direttiva regionale (de- il Servizio ospedaliero chioggiotti – dice il prilibera n° 3485 del 17 contava già l’8% novembre 2009) sulla degli accessi in meno mario di Medicina Angelo Boscolo Bariga diabetologia, secondo rispetto al 2010 – è diabetico. La perla quale doveva emergere la figura del medico di medicina gene- centuale sale con l’aumentare dell’età fino a rale. I risultati sono incoraggianti: nel 2010 il diventare un 20% per gli over 80. Purtroppo, Servizio ospedaliero contava 2.314 accessi, c’è una fetta di popolazione che è ammalata, già l’anno seguente erano 2.139, cioè 175 ma non sa di esserlo: circa un terzo. E’ proaccessi in meno rispetto all’anno precedente prio su questo fronte che cerchiamo di puntare maggiormente le nostre risorse grazie (-8%). In pratica il nuovo accordo prevede di all’insostituibile strumento dello screening”. Le persone cosiddette “a rischio” (iperrivedere completamente l’assistenza e presa
tesi, obesi, con problemi cardiovascolari, con policistosi ovarica, soggetti con familiarità diabetica, ecc.) dovrebbero controllarsi la glicemia annualmente rivolgendosi al proprio medico curante. “Nella gestione integrata – aggiunge Bariga - un ruolo attivo lo conquista anche il paziente diabetico con l’autogestione della patologia, dove anche lui sta facendo la sua parte per migliorare la sua salute, ad esempio, imparando a monitorare in maniera costante la sua glicemia”. Il Servizio ospedaliero ha in cura circa duemila pazienti. Nel 2010, quando è iniziata la collaborazione coi medici di base, la gestione integrata era di 300 pazienti, che sono saliti a 800 l’anno seguente. La prevalenza del diabete è quella di tipo 2 (96%), mentre il diabete di tipo 1 (3%) rimane più circoscritto. Oltre alla routine, Andrea Nogara del Servizio Diabetico dell’ospedale clodiense assieme agli infermieri e ai Volontari della Fand ha attivato una serie di iniziative volte alla sensibilizzazione della popolazione verso
Dal Ben: “La lotta al diabete deve essere congiunta tra sanitari e pazienti” questa malattia: corso di camminata con il metodo del Fitwalking, corso sul piede diabetico e sul diabete in generale, corso sull’alimentazione e su come autogestire la propria malattia. “La lotta al diabete – dice il direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben – deve essere una lotta congiunta tra sanitari e
L’équipe del servizio di Diabetologia di Chioggia pazienti. Anche questi ultimi, infatti, possono e devono fare la loro parte in termini di stili di vita corretti: vale a dire movimento e sana alimentazione. Un’operazione che deve tramutarsi in una filosofia di vita da infondere anche e soprattutto ai più piccoli, oggi più a rischio”.
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ASL 14, DA FINE APRILE I REFERTI SONO ON-LINE
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ome promesso dal direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben, l’Azienda sanitaria clodiense ha cominciato ad aprile a “dematerializzarsi”. Ha sposato cioè la nuova filosofia di lavoro, promossa dalla Regione Veneto, che prevede la messa al bando della carta. Una novità che va a cambiare anche il modo di refertare gli esami e, di conseguenza, anche la loro modalità di ricezione. Solo vantaggi per il cittadino di Chioggia che potrà ricevere l’esito del suo esame direttamente sul proprio computer o, nel caso lo preferisca, di quello del proprio medico curante. Il nuovo servizio è partito inizialmente in via sperimentale per gli utenti che afferiscono all’Utap di Sottomarina (circa 10.000 cittadini). Dal 30 aprile è disponibile per tutti grazie al nuovo sito internet aziendale: www.asl14chioggia.veneto.it <http:// www.asl14chioggia.veneto.it> “I primi referti disponibili on-line saranno quelli del Laboratorio analisi (basta code per ritirare l’esame del sangue!) – dice il responsabile dei sistemi informativi dell’Azienda Antonio Baccan – e poi sarà la volta di quelli di Radiologia, di Anatomia patologica, del Centro trasfusionale, di Cardiologia, fino a interessare tutti gli ambulatori e i servizi”. Ma come funziona il nuovo servizio on-line? Al momento dell’accettazione, al cittadino verrà chiesto se preferisce scaricare da casa il referto on-line o con l’aiuto del medico di famiglia. Nel caso scelga la prima opzione, gli verrà consegnata una password con cui potrà accedere al servizio direttamente dal sito internet dell’Ulss (c’è un apposito link sulla home page “Ritiro referti”); nel caso, invece scegliesse la seconda ipotesi, sarà l’Azienda a preoccuparsi di inviare il referto al medico curante del cittadino. “Lavoriamo per dare risposte certe ai cittadini – sottolinea il Dg Giuseppe Dal Ben – per garantire servizi efficaci ed efficienti. Questa iniziativa dei referti on-line ne è una prova: in questo modo il cittadino non perde tempo ritornando in ospedale né deve fare code per ritirare il proprio referto”. G.G.
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In questi ultimi anni, sembra prendere forma e consolidarsi una nuova identità per una città, come Sottomarina, che si sta espandendo dal punto di vista edilizio. Molti sono i nuovi edifici che sorgono, ma soltanto uno emerge per eleganza e disegner architettonico: al civico 4, di via Perseo, è stato consegnato alla città l’ “OVERSEA BUILDING”, che segna l’inizio di un nuovo modo di concepire lo spazio abitativo. La Ghirardon Group, attraverso il suo amministratore delegato Manuel Ghirardon, ha scelto di realizzare quest’opera grazie al valido apporto del noto architetto Simone Micheli, che si è contraddistinto nel panorama internazionale per le sue opere. Un team di professionisti locali ha coordinato le operazioni per la costruzione di un’opera unica di riqualificazione del territorio dalla forte carica innovativa. Costruito in classe A+ e antisismico, il nuovo edificio coniuga l’energia solare e geotermica grazie all’installazione sella facciata verticale di pannelli fotovoltaici, il primo esempio sul territorio. Luci a led usate in modo intelligente grazie al mix di colori che si susseguono, la materia trattata in modo diverso per creare un’alternanza di spazi geometrici e il sistema touch screen per la gestione dell’impianto domotico, sono alcuni tra gli accorgimenti utilizzati da Ghirardon Group.
OVERSEA BUILDING
Il Sindaco
Chioggia 17 Il libro Una pubblicazione realizzata dalla Fondazione Santi Felice e Fortunato
Una guida per promuovere il turismo religioso di Miriam Vianello
Pensata per il settore turistico, la guida mira ad arricchire anche sul piano spirituale e culturale ad arrivare alla chiesa di San Domenico, nota come la chiesa del Cristo per la celebre scultura lignea sopra l’altare maggiore. Non manca anche la descrizione della chiesa di San Martino in Sottomarina più conosciuta da chi privilegia la spiaggia e risiede nelle vicinanze durante i mesi estivi. “E’ un itinerario che riflette la diversa anima delle chiese di Chioggia - sostiene il direttore del Museo Diocesano Monsignor Giuliano Marangon - da un lato quella monastica delle chiese di San Francesco, Santa Caterina e San Domenico, dall’altro quella più legata all’ambiente parrocchiale, come la chiesa di Sant’Andrea con il battistero collocato subito all’ingresso”. Un lavoro prezioso quindi è stato fatto per informare non solo i turisti, ma anche chi risiede a Chioggia così da renderlo consapevole della bellezza che caratterizza la propria città.
Il volume propone uno straordinario e inconsueto itinerario costruito sulle chiese storiche del territorio NEWS
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a Fondazione Santi Felice e Fortunato ha realizzato il volume dal titolo: “Chiese storiche di Chioggia. Itinerario turistico religioso”, che consente a chi visita Chioggia di conoscere più da vicino le bellezze che la circondano e la rendono unica. Al turista infatti è indirizzata tale opera, la prima che, in forma così sintetica e precisa sotto forma di fascicolo, accompagna e suggerisce l’itinerario da percorrere. L’unica nel suo genere, dal momento che tratta in modo completo un ambito troppo spesso trascurato nelle guide diffuse tramite posta. Pensata infatti per il settore turistico, soprattutto nel periodo estivo, la guida mira a “concorrere a un soggiorno arricchente - come sostiene nell’introduzione il vescovo Adriano Tessarollo - pure sotto il profilo culturale e spirituale… può divenire occasione per qualche momento di sosta e preghiera”. Il percorso, corredato da splendide fotografie, prende inizio dal Piazzale Poliuto Penzo di recente inaugurazione per arrivare al Museo Diocesano d’Arte Sacra suddiviso in quattro sezioni: storica, iconografica, argenteria e della pietà popolare. Il chiostro al suo interno è sede di eventi culturali cittadini di grande richiamo per i turisti. Dal Sagraeto, che conserva la splendida statua della Madonna denominata “Refugium Peccatorum”, si arriva al Palazzo vescovile. La Cattedrale di Santa Maria Assunta è la prima chiesa descritta, che racchiude l’urna dei santi patroni Felice e Fortunato. A seguire vengono descritte le altre chiese fino
Il volume “Chiese storiche di Chioggia. Itinerario turistico religioso”
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’11 giugno Chioggia celebra i santi Felice e Fortunato. La diocesi e la comunità clodiense si accingono a far memoria e a festeggiare la ricorrenza dei Santi Patroni . L’appuntamento per le autorità e i fedeli è alle 18 muoverà in piazzetta Vigo da cui si muoverà la processione con le statue dei santi martiri. La processione si snoderà lungo tutto il corso del popolo per arrivare in Cattedrale, dove il vescovo monsignor Adriano Tessarollo celebrerà il solenne pontificale, con l’ordinazione di un nuovo sacerdote. “Chioggia, nei secoli, ha sempre riservato, ai nostri santi Protettori, un culto specialissimo, raffigurandoli, di norma, nei santini e nelle statue con abiti militari romani, anche se non mancano esempi di raffigurazioni con abiti civili o come cavalieri – spiega Giorgio Aldrighetti, storico e araldista -. Valga, per tutti, il caso di Cologna Veneta, nel veronese, dove vengono raffigurati come soldati romani a cavallo nei vari dipinti e in numerosi stemmi civici”. I santi patroni Felice e Fortunato vennero martirizzati, all’inizio del quarto secolo, durante la violenta persecuzione contro i cristiani, decretata dagli imperatori Diocleziano e Massimiano. Trovati in preghiera in un bosco vicino alla città, per l’imperversare della persecuzione di Diocleziano (303-305), furono torturati e decapitati. I loro corpi, raccolti dai cristiani, furono conservati uno a Vicenza e l’altro ad Aquileia. In seguito alle invasioni barbariche, le reliquie conservate in quest’ultima città furono trasportate a Malamocco, dove si era stabilita una sede vescovile. Questa sede si trasferì nel 1100 a Chioggia, e con essa, per volontà del vescovo Enrico Grancarolo e col consenso del Doge, anche le insigni reliquie. Attualmente sono conservate nella Cattedrale, in una pregiata urna di squisita fattura, eseguita nel 1905 su disegno del chioggiotto G.B. Aristide Naccari.
18 Chioggia Eventi Aperte le iscrizioni per la seconda Maratona fotografica
Palio della Marciliana a colpi di flash L’associazione Progetto ossigeno promuove una nuova “caccia al tesoro” a colpi di scatti per immortalare la famosa kermesse storica di metà giugno di Giovanni Giovetti
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ono aperte le iscrizioni per la seconda edizione della Maratona fotografica. L’associazione Progetto Ossigeno, in collaborazione con il Comune di Chioggia, promuove un nuova “caccia al tesoro” a colpi di scatti aperta a tutti gli amanti della fotografia, professionisti e non, domenica 17 giugno 2012, in occasione del Palio della Marciliana, che calerà il Centro Storico nel 1381 all’epoca della Guerra di Chioggia. Ogni partecipante avrà a disposizione otto ore, dalle ore 10.00 alle 18.00, per realizzare otto foto per otto temi assegnati. Novità assoluta sarà lo svolgimento di un tema facoltativo in video, registrato in presa diretta. La Maratona coinvolgerà anche la località turistica di Sottomarina, dove si concentrerà la seconda parte della gara. “La Maratona fotografica diventa un modo interessante, coinvolgente e artistico per far apprezzare e conoscere la nostra città e il nostro territorio, in occasione di un appuntamento importante e di richiamo, qual è il Palio della Marciliana – commenta il sindaco Giuseppe Casson – .Un apprezzamento particolare va a questi giovani, appassionati di arti grafiche e di fotografica, che attraverso questa nuova associazione stanno creando un movimento culturale positivo per la nostra città”. “Partecipare ad
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una Maratona Fotografica nella propria città permette di esplorarla come mai si ha avuto l’opportunità di fare – spiega Terry Manfrin, presidente di Progetto Ossigeno -. Mi sento in dovere di ringraziare chi si sta adoperando per la realizzazione di questo evento, in particolare Alessandra Fidelfatti, Valeria Mantovan, Riccardo Ciriello e Andrea Boscolo e tutti gli associati per l’importante contributo nella pubblicizzazione dell’evento, oltre al Comune di Chioggia, la Confesercenti e a tutti i sostenitori”. L’itinerario a tappe, nel quale sarà suddivisa la gara, verrà reso pubblico solo il giorno dell’evento, così come i temi. Ogni partecipante potrà interpretarli personalmente, con l’uso di qualsiasi tipo di macchina fotografica, ma non potrà ritoccare in alcun modo le foto scattate. La premiazione avrà luogo durante la Sagra del Pesce, sabato 21 Luglio 2012. Info ed iscrizioni su www.progettossigeno.it.
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L’Intervento
L’appello al governatore Zaia: “Si rimetta in moto l’edilizia di Ferruccio Lorenzutti*
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...argomento che molti esperti del settore sostengono come priorità assoluta e che io condivido pienamente, è la formula vincente che può dare un grande impulso alle nostre attività economiche, soprattutto nel campo in cui ruota la maggior parte delle imprese artigiane. Ampliamenti, ristrutturazioni di case esistenti, isolamenti termici a cappotto delle pareti esterne, del tetto, serramenti; l’impiantistica fotovoltaica, del solare termico, della geotermia e di tutta l’impiantistica termica, elettrica all’interno delle case che riducono drasticamente i consumi di energia, punti fermi per far risparmiare denaro alle famiglie. Riqualificare tutto il patrimonio edilizio esistente vuol dire lavoro assicurato per decenni. E’ un fatto paragonabile alla ripresa economica degli anni ’50 – ’60. La Regione pubblicizzi il grande vantaggio economico che tali investimenti producono, sia nel settore privato che pubblico, nell’immediato e per sempre. Nel contempo studi le modalità più efficaci per incentivare lo stimolo ad effettuare i lavori. Questo meccanismo è la chiave di volta per risalire la china nella quale siamo scivolati e non perché manchino leggi appropriate per far decollare il settore, (e questo testimonia la validità di scelte politiche avvedute fatte nel recente passato) ma perché non sempre amministratori bravi e onesti riescono ad andare al di là del solito amministrare. Oggi la nave sulla quale noi tutti siamo imbarcati, è investita da un uragano che dura da troppo tempo; la gente è sfinita e il pericolo di naufragare è concreto. Ma a bordo oltre ai passeggeri c’è l’equipaggio e ufficiali in comando. Dunque il Comando deve adottare, senza perdere un minuto, misure straordinarie e di emergenza che ci permettano di mantenere una rotta adeguata, tale da metterci al sicuro dal mare in burrasca. La prego di tenere in mente che non è il mare a doversi adeguare alle nostre esigenze, ma il contrario. Esso non ha burocrazie ne tantomeno uomini potenti a cui rispondere. Lei si è assunto un compito gravoso che ha cercato e che i Veneti le hanno conferito. E’ una enorme responsabilità che grava sulle sue spalle, alla quale deve saper adempiere facendo ogni sforzo per il bene comune che ora è messo in serio pericolo. Un fatto significativo è quello di Chioggia, ma che può estendersi a tanti altri Comuni, in cui ci sono tante domande per l’ottenimento del permesso di costruire e restano ferme per mesi e anni, talvolta per chiarimenti su dettagli poco importanti. Può essere comprensibile, in tempi normali, l’accuratezza nel seguire le procedure richieste dalle norme, ma oggi non viviamo tempi normali, dobbiamo prenderne atto. Questo è il tempo di agire con competenza e con rapidità! Un decreto regionale può sbloccare le istanze di permesso di costruire già pervenute a tutti i Comuni della Regione, dando la possibilità ai cittadini di offrire lavoro alle imprese che languono. Nel prosieguo, tutti i cittadini che vogliono svolgere lavori nelle proprie case, dovranno limitarsi perentoriamente, nei confronti del proprio Comune alla sola comunicazione di inizio lavori, supportata dal professionista di fiducia. Un decreto del genere, con la durata di un anno, prorogabile, è la salvezza delle imprese e dei lavoratori, recuperando al lavoro anche quelli licenziati e possibilità concreta di ricreare un nuovo apprendistato. In questi momenti bui che stiamo vivendo, ognuno di noi per le proprie responsabilità e competenze deve offrire il meglio di sé alla collettività. Tutti gli investimenti di cui sopra porteranno linfa vitale a tutta l’economia veneta, utilizzando la capacità tecnologica interna, creando domanda al sistema industriale e commerciale del nostro territorio. Se prende la giusta rotta siamo salvi.
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Chioggia 19 Il caso Alla scuola media Silvio Pellico
NEWS
La pubblicità sotto la lente d’ingrandimento
Istituto “G. Marchetti”
BRAVO BRAGOSSO, L’ANIMAZIONE A SCUOLA
di Eugenio Ferrarese
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er alcuni mesi gli alunni di due classi terze della scuola media “Silvio Pellico” di Chioggia sono stati impegnati a riflettere sui messaggi pubblicitari nell’ambito del progetto “Che genere di cultura”, promosso dalla Commissione Pari Opportunità della Provincia di Venezia. Il percorso, guidato da due formatrici – la dottoressa Julia di Campo dell’Ateneo di Padova, esperta di processi formativi, e Daniela Rossi, ex docente dell’Università di Venezia e autrice di numerose pubblicazioni su pubblicità e comunicazione – ha coinvolto i ragazzi che hanno studiato i messaggi pubblicitari e le tecniche adoperate in questo campo, analizzando dettagliatamente tutti i contenuti dei messaggi che ogni giorno giungono a noi attraverso i vari mass media per individuarvi gli stereotipi presenti. Gli alunni dovevano inoltre inventare una campagna pubblicitaria senza l’impiego dei consueti modelli per riscrivere la pubblicità di un famoso smacchiatore. Il risultato di tutta questa attività è stato presentato giovedì 3 maggio 2012 all’Auditorium provinciale di Mestre alla presenza degli allievi delle scuole ammesse al progetto e di varie personalità, tra cui la dottoressa Maria Elena Tomat, presidente della Commissione Pari Opportunità, la dottoressa Tiziana Agostini, assessore alla Cultura della Provincia di Venezia, e la dottoressa Marina Nostran dell’Ufficio Scolasti-
“La scuola ha il compito di far riflettere sui contenuti dei saperi che vengono dall’esterno” co Territoriale di Venezia. La ricchezza di una società sta nella pluralità dei modelli – è stato sottolineato nel corso della presentazione delle varie attività all’Auditorium di Mestre– e la scuola ha il compito di far riflettere sui contenuti dei saperi e sui messaggi che provengono dall’esterno. Gli alunni della “Pellico” di Chioggia hanno proposto poi le cinque immagini pubblicitarie su cui hanno lavorato durante l’anno scolastico, alcune molto originali e simpatiche; i testi si richiamavano ad alcune celebri frasi di Leopardi e Pascoli. Il pubblico ha apprezzato i lavori e i ragazzi sono stati premiati con un sostanzioso bagaglio di libri per la biblioteca scolastica e con un buono per l’acquisto di ulteriori testi a loro scelta. La manifestazione, abilmente condotta dall’attrice Paola Brolati, si è infine conclusa con la consegna dell’attestato di partecipazione al progetto
Il progetto promosso dalla Commissione Pari opportunità della Provincia di Venezia “Che genere di cultura”
L’attività alla “Pellico”
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La presentazione del “corto” nella sala Mpx di Padova
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a classe 2a B a tempo pieno del plesso “G. Marchetti” dell’Istituto Comprensivo Chioggia 1 con gli insegnanti Anna Ferrarese e Lodovico Zodiaco hanno partecipato martedì 8 maggio 2012 nella multisala MPX di Padova alla presentazione del corto “Bravo bragosso!” prodotto con la tecnica della stop-motion animation. La breve animazione è stata realizzata nell’ambito del progetto per la Sperimentazione Didattica dei Linguaggi Mediali e Multimediali, svolto con la collaborazione della dott.ssa Anna Maso dell’Università di Padova. Gli allievi sono stati impegnati durante le ore di scuola in tutte le fasi creative del lavoro: sceneggiatura, disegno e ripresa, durante le quali hanno potuto giocare con le immagini, interagendo con esse a più livelli. Il fatto di poter disporre nella classe di una Lim (Lavagna Interattiva Multimediale) ha certamente facilitato la realizzazione di questo interessante lavoro che ha coinvolto a più livelli studenti e docenti. Il tema del progetto, “Il paesaggio del Veneto: promozione e tutela,” ha dato modo di avvicinare in maniera divertente i bambini alla problematica della salvaguardia di Chioggia e del suo ambiente: “Il mare è vita, difendilo!” è il messaggio finale da loro lanciato. L’attività è stata realizzata grazie al contributo dell’Assessorato alla Cultura della Regione del Veneto e alla collaborazione dell’Università di Padova. Al progetto hanno aderito 12 scuole (primarie e secondarie di I grado) delle province di Venezia, Padova, Treviso e Belluno. Tutte le scuole hanno presentato i corti da loro prodotti che sono stati poi raccolti in un DVD. Gli alunni della classe 2a B della scuola Marchetti erano i più piccoli tra tutti i bambini delle varie scuole del Veneto che hanno parMa.Bo. tecipato al progetto.
20 Sottomarina Istituto Cavanis Il 13 maggio scorso
La festa della famiglia e degli allievi Il Centro di fomazione professionale ha festeggiato e premiato i ragazzi che hanno ottenuto i migliori risultati durante l’anno scolastico di Miriam Vianello
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a tanto attesa festa dell’Istituto Cavanis si è svolta la domenica mattina del 13 maggio scorso e ha visto la partecipazione dei genitori dei ragazzi che frequentano il Centro di formazione professionale. L’offerta formativa è variegata grazie al rilascio di qualifiche professionali di operatore meccanico, elettrico e del benessere, che comprende i profili di acconciatore ed estetista. All’inizio della festa è stata celebrata la messa; successivamente le autorità locali sono intervenute per congratularsi con gli allievi dell’Istituto. Il direttore della Fondazione Cavanis Gimmy Fabris ha ringraziato la classe insegnante, che con grande sforzo ha permesso di realizzare la festa così bella e partecipata. L’assessore alla Pubblica istruzione Silvia Vianello nel saluto ai convenuti ha sottolineato che le famiglie hanno bisogno di qualcuno che sia loro vicino e la scuola è di grande aiuto per la crescita delle nuove generazioni.
“La passione e la dedizione di questi ragazzi sono da stimolo per tutti noi” ha ricordato il presidente regionale della commissione Statuto Carlo Alberto Tesserin”. Un messaggio di speranza per guardare al domani, certi che è possibile il cambiamento. I riconoscimenti che sono stati consegnati hanno visto salire sul podio Miriana Finotto, premiata come migliore allieva del triennio 2009-2012. Per quanto riguarda il corso di operatore del benessere con profilo acconciatore sono state assegnate le menzioni a Tamara Stankovic, Mattia Cappellato, Maddalena Marangon, Ilenia Ghezzo, Denize Favaro, Martina Bello. Per quello di estetista Erika Simoni, Silvia Agujari, Alessia Pozzato; per gli operatori elettrici Simone Romano, Marco Meneghin, Kevin Ruzza, Gianluca Tommaso Destro, Caludio Marmi; per i meccanici Stefano Veronese, Andrei Cretu e Davide Friso. Riconoscimenti speciali per il corso di acconciatura a Silvia Morello e per quello di estetista a Elena Ruzzon.
La cerimonia di premiazione
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IN BREVE La proposta del GtC
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n tocco floreale per rendere più attraente la sede dell’Apt di Sottomarina. Aiuole e fiori per abbellire l’esterno della sede del Lungomare, principale biglietto da visita e luogo di accoglienza per gli ospiti della città balneare. Il Gruppo Turismo Chioggia ha dato la propria disponibilità ad occuparsi della manutenzione del verde esterno dell’ufficio turistico che al momento rischia di non offrire un’immagine ordinata. La proposta è stata illustrata dal Gruppo al presidente Apt di ambito territoriale, Lucio Carisi, che l’ha accolta con favore riservandosi di rispondere entro qualche giorno. “Il luogo che per eccellenza deve accogliere i turisti -, osserva Luciano Serafini a nome di GtC, - deve presentarsi in modo decoroso. L’area esterna al momento lascia alquanto a desiderare. Lo sfalcio dell’erba e qualche pianta fiorita cambierebbero subito uno scenario diverso. Ci siamo proposti per farlo a nostre spese e se la risposta sarà positiva interverremo al più presto”. Giovanna Bellemo
NEWS Elementare Todaro
DIECI NUOVI ALBERI PER IL GIARDINO DELLA SCUOLA GRAZIE AL LIONS CLUB
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ieci nuovi alberi sono stati piantati lo scorso 26 aprile nel giardino della scuola elementare Todaro a Sottomarina. Il Lions club ha donato le nuove piante autoctone per sostituire gli alberi del giardino abbattuti lo scorso marzo perché malati e pericolosi. L’iniziativa dei Lions Club, che ha trovato terreno fertile – è il caso di dirlo – nella circostanza della sistemazione del giardino scolastico, parte da lontano, da un’idea del presidente mondiale, Wing-Kun-Tam, che ha suggerito di porre a dimora almeno un milione di alberi da parte dei Club Lions di tutto il mondo. Ad oggi sono circa 9 milioni gi alberi piantati a livello internazionale e 1900 a livello distrettuale. Presenti alla consegna il sindaco Giuseppe Casson e l’assessore alla Pubblica istruzione Silvia Vianello, il dirigente scolastico Luigi De Perini, il presidente del Lions club Gianpaolo Parolini con il presidente di circoscrizione distrettuale dei Lions, Renzo Zatterin, e l’officer distrettuale Lions del tema internazionale, Sandro Scarpa. “Ogni bambino e bambina ha il diritto di crescere in un ambiente migliore – ha dichiarato il sindaco Giuseppe Casson – Queste iniziative lodevoli vogliono aiutare le giovani generazioni a scoprire la bellezza della natura e il rispetto per l’ambiente”. L’iniziativa si inscrive nel percorso legato alle attività della festa dell’albero organizzate dal Comune in collaborazione con il Ministero dell’ambiente e gli istituti del territorio. Lo scopo principale è quello di infondere una coscienza ecologista e far capire l’importanza che riveste il patrimonio arboreo per la salute e la vita dell’uomo. Marta Boscolo
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IMPIANTATO UN DEFIBRILLATORE COMPATIBILE CON LA RISONANZA MAGNETICA: LA CARDIOLOGIA DI CHIOGGIA È LA PRIMA NEL TRIVENETO
Dg Giuseppe Dal Ben: “Una conquista per la nostra Azienda, che punta all’ammodernamento delle strutture,all’uso di nuove tecnologie e alla formazione del personale” Prima nel Triveneto (e seconda in Italia) l’équipe della Cardiologia dell’ospedale di Chioggia, diretta da Roberto Valle, ha eseguito nei giorni scorsi un impianto di un defibrillatore per la terapia di resincronizzazione cardiaca, compatibile con la risonanza magnetica, su un paziente sessantenne, chioggiotto, ricoverato per un’importante cardiopatia. “L’intervento è stato un successo – ha commentato il primario Valle – il paziente sta bene, il suo rientro a casa è previsto entro due giorni”. Il defibrillatore è un dispositivo salvavita, che si impianta sotto la pelle del torace e, tramite alcuni fili inseriti nelle vene, arriva fino al cuore, dove in caso di aritmie (come avvenuto nel calciatore di recente assurto agli onori della cronaca nazionale) fa ripartire il cuore, senza bisogno di un medico. Il tipo di defibrillatore impiantato a Chioggia, grazie ad un’attività detta di resincronizzazione, aiuta anche il cuore malato a contrarsi meglio e consente così di migliorare la qualità di vita dei
pazienti affetti da scompenso cardiaco. L’intervento è stato eseguito da Gabriele Boscolo, responsabile della Cardiologia invasiva, in collaborazione coi colleghi Luca Oselladore e Michela Bevilacqua (affiancati dall’équipe infermieristica, diretta dal coordinatore Antonio Boscolo). “E’ nota oramai – ha ricordato Gabriele Boscolo - l’importanza diagnostica degli esami di risonanza magnetica per la tomografia dei tessuti molli. Sono essenziali per la diagnosi e la terapia di patologie gravi (ad esempio i tumori). Fino ad oggi tuttavia, ai pazienti portatori di defibrillatori non era consentito sottoporsi alla risonanza magnetica, perché questo tipo di esame interferisce con l’apparecchiatura. Situazione che da oggi, grazie al nuovo dispositivo (prima disponibile solo come sperimentazione, oggi accessibile a tutte le strutture sanitarie), è cambiata favorevolmente per quel 75% di pazienti con defibrillatori che necessitano di sottoporsi a questo esame”. “Anche dopo il ricovero, come del
resto tutti gli altri pazienti sottoposti ad impianto di defibrillatore o pace maker – ha aggiunto il primario Roberto Valle - il paziente sarà monitorato a distanza mediante un sistema di monitoraggio remoto wireless, che permette di verificare, le sue condizioni cliniche ed eventuali aritmie, con aggiornamenti quotidiani, via web”. Soddisfazione della direzione generale dell’Ulss 14. “Si tratta - spiega il direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben - di una importante conquista per la nostra azien-
da. L’ammodernamento dell’Ulss di Chioggia procede infatti su più binari. Il primo è quello degli spazi e delle strutture, che devono essere sempre al passo con i tempi e rispondere alle esigenze dei pazienti e agli standard di legge. Un secondo è quello dell’innovazione tecnologica e funzionale, per poter offrire sempre servizi all’avanguardia. Il terzo, infine, è quello della presenza di personale formato e preparato a rispondere alla domanda di salute della nostra gente”.
Il Dg Dal Ben ha nominato il nuovo primario di Urologia all’ospedale di Chioggia: è Giuseppe Tuccitto
La nomina arriva dopo tre mesi dall’assegnazione degli incarichi di primario a Chirurgia, Anestesia e Rianimazione e Cardiologia Dopo la nomina dei primari di Chirurgia, Anestesia e Rianimazione e Cardiologia, all’ospedale di Chioggia arriva anche il primario di Urologia. Si chiama Giuseppe Tuccitto, ha 53 anni, è siciliano di nascita e trevigiano di adozione. Tuccitto è stato tra i primi urologi in Italia, alla fine degli anni Novanta, a impiantare un pacemaker vescicale (che blocca l’incontinenza urinaria e permette, a chi non riesce, di urinare). Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia all’Università di Padova ha conseguito due specializzazioni: la prima in Urologia a Padova, la seconda in Ostetricia e Ginecologia a Trieste. Nell’89, subito dopo aver terminato gli studi, ha cominciato a lavorare, inizialmente come borsista, all’ospedale
di Treviso. Poi, l’anno dopo, è stato assunto dalla struttura ospedaliera e, da quel momento, ha cominciato la sua carriera. Prima come assistente urologo, poi come aiuto e, infine, come responsabile della struttura semplice di Urodinamica e Urologia funzionale. Tuccitto ha preso servizio a Chioggia lunedì 16 aprile ed ha già iniziato la sua attività operatoria chirurgica. Il neo primario ha già le idee chiare sulle necessità che riguardano la popolazione clodiense. “In prima battuta – ha detto – mi preoccuperò di abbattere le liste di attesa per la popolazione oncologica e, in secondo luogo, cercherò di fare di questo ospedale un centro di riferimento per la patologia funzionale del basso apparato urinario femminile e
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le Specia le a i c e p S
Ulss 14
maschile (incontinenza urinaria, prolasso), un problema che colpisce una persona su dieci dopo i 5060 anni”. Soddisfazione della Direzione Generale, che sta puntando molto sulla riqualificazione dell’ospedale, sia migliorando il confort alberghiero che potenziando i servizi con strumentazioni tecnologiche e risorse umane di grande professionalità. “Al dottor Tuccitto auguro un buon lavoro – ha dichiarato il direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben – certo che la sua esperienza e professionalità non potranno che essere una garanzia per i cittadini di Chioggia”. Dopo Urologia, sarà la volta di Ortopedia per cui l’Azienda ha pubblicato l’avviso per il nuovo primario.
Il dottor Giuseppe Tuccitto
Maggio 2012
Bollettino di informazione locale e amministrativa dell’Ulss 14
MENO ACCESSI AL SERVIZIO DI DIABETOLOGIA: FUNZIONA IL PROTOCOLLO TRA MEDICI DI FAMIGLIA E SERVIZIO OSPEDALIERO Dg Giuseppe Dal Ben: “Anche i bambini devono partecipare alla lotta contro il diabete” Meno accessi al Servizio di Diabetologia dell’ospedale di Chioggia e, contemporaneamente, aumento dei pazienti seguiti sul territorio. Comincia a maturare i suoi primi frutti il protocollo tra medici di famiglia e Servizio di Diabetologia siglato nel 2010 per migliorare l’assistenza del paziente diabetico. L’Ulss 14 si è allineata due anni fa alla direttiva regionale (delibera n° 3485 del 17 novembre 2009) sulla diabetologia, secondo la quale doveva emergere la figura del medico di medicina generale. I risultati sono incoraggianti: nel 2010, il Servizio ospedaliero contava 2.314 accessi, già l’anno seguente erano 2.139, cioè 175 accessi in meno rispetto all’anno precedente (-8%). In pratica il nuovo accordo prevede di rivedere completamente l’assistenza e presa in carico del paziente diabetico: se il Servizio di Diabetologia continua a occuparsi del paziente diabetico di tipo 1 (un paziente più complesso per la terapia con insulina e del diabete tipo 2 con complicanze), diventa invece compito del medico di famiglia prendersi cura del paziente con diabete di tipo 2 meno complesso, per cui è prevista una visita dallo specialista solo una volta ogni due anni. “Circa il 5% dei chioggiotti – dice il primario di Medici-
na Angelo Boscolo Bariga – è diabetico. La percentuale sale con l’aumentare dell’età fino a diventare un 20% per gli over 80. Purtroppo, c’è una fetta di popolazione che è ammalata, ma non sa di esserlo: circa un terzo. E’ proprio su questo fronte che cerchiamo di puntare maggiormente le nostre risorse grazie all’insostituibile strumento dello screening”. Le persone cosiddette “a rischio” (ipertesi, obesi, con problemi cardiovascolari, con policistosi ovarica, soggetti con familiarità diabetica, ecc.) dovrebbero controllarsi la glicemia annualmente rivolgendosi al proprio medico curante. “Nella gestione integrata – aggiunge Bariga un ruolo attivo lo conquista anche il paziente diabetico
con l’autogestione della patologia, dove anche lui sta facendo la sua parte per migliorare la sua salute, ad esempio, imparando a monitorare in maniera costante la sua glicemia”. Il Servizio ospedaliero ha in cura circa duemila pazienti. Nel 2010, quando è iniziata la collaborazione coi medici di base, la gestione integrata era di 300 pazienti, che sono saliti a 800 l’anno seguente. La prevalenza del diabete è quella di tipo 2 (96%), mentre il diabete di tipo 1 (3%) rimane più circoscritto. Oltre alla routine, Andrea Nogara del Servizio Diabetico dell’ospedale clodiense assieme agli infermieri e ai Volontari della FAND ha attivato una serie di iniziative volte alla
sensibilizzazione della popolazione verso questa malattia: corso di camminata con il metodo del Fitwalking, corso sul piede diabetico e sul diabete in generale, corso sull’alimentazione e su come autogestire la propria malattia. “La lotta al diabete – dice il direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben – deve essere una lotta congiunta tra sanitari e pazienti. Anche questi ultimi, infatti, possono e devono fare la loro parte in termini di stili di vita corretti: vale a dire movimento e sana alimentazione. Un’operazione che deve tramutarsi in una filosofia di vita da infondere anche e soprattutto ai più piccoli, oggi più a rischio”.
Per approfondimenti è possibile consultare le pagine dedicate ai servizi sul sito aziendale dell’A.Ulss 14: ww.asl14chioggia.veneto.it
Ulss 14 informa
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24 Cultura locale Teatro La rassegna delle scuole
Un palco per la scuola-vitamine creative
La tragedia greca
IL PROMETEO INCATENATO DEGLI STUDENTI DEL VERONESE
Un progetto che ha coinvolto 8 istituti scolastici, tredici gruppi di ragazzi hanno allestito altrettanti spettacoli teatrali di Marta Boscolo
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en tredici gruppi di studenti e scolari hanno aderito con entusiasmo al progetto promosso da Arteven “Un palco per la scuola – Vitamine creative 2012”. Si tratta di un’iniziativa sostenuta dalla Città di Chioggia, dalla Provincia e dalla Regione insieme a Despar per il sociale, che punta alla diffusione della cultura del teatro nelle scuole, rendendo protagonisti prima di tutto i ragazzi che, insieme ai loro insegnanti, hanno allestito tredici diversi spettacoli, in scena nei mesi di maggio e giugno. Dove richiesto sono stati affiancati anche da professionisti in campo educativo-teatrale e supportati dalla fornitura di un allestimento illuminoscenico per il giorno dello spettacolo. Il progetto ha coinvolto 8 istituti scolastici: cinque scuole primarie, due scuole secondarie di primo grado e il liceo classico, per un totale di 800 ragazzi e 50 insegnanti. La rassegna delle rappresentazioni si è aperta il 15 maggio scorso con uno spettacolo rivolto alle scuole primarie dal titolo “Le Buone abitudini”, realizzato e promosso da Despar per il sociale, che da tempo lavora per promuovere una cultura del rispetto ambientale e della corretta alimentazione con diversi progetti nelle scuole del Trentino, Friuli, Veneto ed Emilia Romagna, come l’introduzione della frutta al posto del junk food durante
Dalle elementari al liceo, 800 ragazzi e 50 insegnanti impegnati nel progetto che ha anche una finalità educativa e sociale I dirigenti scolastici Zennaro e Ferroli alla conferenza stampa di presentazione del progetto le ricreazioni. “Il nostro marchio crede ai valori ecologico ambientali – ha spiegato Marco Marchetto di Despar per il sociale – e cerchiamo di svilupparli in quattro marcoaree: la salute, l’alimentazione, il movimento e l’ambiente. Nelle provincie di Padova e Ferrara abbiamo coinvolto oltre 14.000 bambini, che a loro volta potranno educare le loro famiglie. A Chioggia le buone abitudini alimentari sono diventate un progetto teatrale”. La rassegna continuerà con gli spettacoli della Gregorutti, che ha portato in scena “Hercules”, con 150 bambini e il supporto di Franca Rossi per la drammaturgia e Francesca Serafini per le coreografie. La sezione musica-
le della Silvio Pellico ha puntato su “Giulietta e Romeo”, nella versione a lieto fine di Roberto Piumini, il liceo classico sulla tragedia classica (“Il Prometeo incatenato”) e su “Macbeth”, la scuola Todaro sulla prevenzione contro il melanoma attraverso lo spettacolo “Amici per la pelle”, e sulla storia, con “Viaggio nel Medioevo”. La scuola Don Milani ha scelto gli insegnamenti morali della “Spada nella Roccia” e della “Fabbrica di cioccolato”, la media Olivi il testo di Ian Mc Ewan “L’inventore dei sogni”. La elementare Venturini metterà in scena lo spettacolo “E Dio disse: Ok cominciamo”, mentre la Marchetti ha nel cassetto due diverse rappresentazioni: “Pinocchio sono io” e “La rondine dell’anima”.
NEWS Un palco per la scuola. I commenti
DONIN: “PIÙ SOGGETTI IMPEGNATI PER INVESTIRE IN CULTURA E NEI GIOVANI”
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razie al sostegno del Ministero per i Beni e le attività culturali, la Regione del Veneto, la Provincia di Venezia, il Comune di Chioggia, la Biblioteca civica Cristoforo Sabbadino, Arteven e Despar per il sociale è partita la nuova edizione del progetto denominato: “Un palco per la scuola. Vitamine Creative 2012” diretto ai ragazzi appartenenti alle scuole del territorio. “E’ un’iniziativa unica - sostiene l’assessore alla Cultura Pierluca Donin - per mettere insieme più soggetti senza pensare all’oggi, ma per migliorare la città”. Nonostante il difficile momento di scarsa disponibilità di risorse economiche da destinare alla cultura, si è cercato di portare avanti un progetto, consapevoli che la sua mancata attuazione può solo essere una grave perdita per tutti. “I ragazzi hanno l’esigenza di essere valorizzati
attraverso stimoli nuovi e importanti - afferma l’assessore alla Pubblica istruzione Silvia Vianello - per educare il loro modo di essere, migliorandone le carenze e mettendo a frutto le doti innate”. Il teatro quindi come mezzo d’espressione privilegiato per chi sta crescendo e riesce anche grazie ad esso a far emergere aspetti del carattere spesso nascosti. Inoltre è stato possibile anche per i ragazzi diversamente abili, mettersi in gioco ed integrarsi maggiormente con i propri compagni. Un valore che ritiene importante anche il gruppo Despar, che investe da anni su temi come la salute, l’alimentazione, il movimento e l’ambiente. I dirigenti scolastici presenti alla conferenza hanno ribadito l’importanza dell’apporto degli insegnanti e di quanti hanno contribuito a rendere possibile tale evento. D’altro canto la classe insegnante ha testimoniato di quanto i bambini si siano
In primo piano gli assessori Donin e Vianello immedesimati nelle storie rappresentate, facendo emergere il desiderio innato di crescita. A conclusione dell’intera rassegna è stata programmata la festa finale per il 21 giugno in Piazzale Europa, nel corso della quale verranno consegnate targhe e riconoscimenti per i ragazzi e le scuole più meritevoli. Miriam Vianello
La messa in scena dello scorso 4 maggio al teatro Don Bosco
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l teatro classico: storie che mai accadono, ma che sono sempre. Ancora una volta gli studenti della sezione classica del liceo “Veronese” di Chioggia si sono cimentati nell’impegnativa messa in scena di una famosa tragedia greca, il “Prometeo incatenato” di Eschilo (nella traduzione e adattamento di Giannino Crocco), presentata il 4 maggio 2012 al teatro don Bosco, proposta successivamente il 14 maggio a Padova nel chiostro dei musei civici Eremitani nell’ambito della XXVI edizione della prestigiosa rassegna internazionale di teatro classico antico “Città di Padova” e che sarà riproposta il 1 giugno nel chiostro del Museo diocesano di Chioggia. Tra vecchi e nuovi dei, il titano Prometeo dona il fuoco agli uomini per liberarli dall’angoscia della loro mortalità. Il dio Zeus lo incatenerà per tutta l’eternità ad una rupe e costretto a subire atroci sofferenze. Anche la vicenda della giovane folle Io, vittima anche lei del potere di Zeus, si incrocia con quella dello sfortunato eroe poiché dalla sua discendenza nascerà il liberatore di Prometeo. Il curatore del progetto il professor Roberto Vianello, avvalendosi della collaborazione della regista dello spettacolo Franca Ardizzon, è ancora una volta riuscito a far interpretare ai suoi giovanissimi attori un testo così complesso arricchito dai movimenti coreografici curati dalla professoressa Patrizia Aricò, dalle musiche dal vivo dirette da Stefano Bullo e dalle essenziali scenografie di Paolo Doria. Giovanni Penzo (Prometeo), Cecilia Rossetti (la fanciulla Io), Maurizio Boscolo Cegion (Kratos), Luca Roncato (Efesto), Marco Cordioli (Oceano), Michele Zennaro (Hermes) ed il coro delle Oceanine (Maria Giulia Boscolo Chio Bisto (corifea), Roberta Angellotto, Alessandra Comparato, Irene Filippo, Federica Rossetti, Gaia Scarpa, Giorgia Tiozzo Brasiola, Margherita Vianello, Valentina Zaninello) hanno saputo catturare l’attenzione del pubblico coinvolgendolo in questa vicenda dal forte impatto emotivo per riflettere sulle sorti della nostra umanità. Eugenio Ferrarese
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Cultura locale 25 Pittura Il Quaderno
Gondola d’oro per Elena Zampieri
La selezione per la biennale internazionale d’arte di Asolo
SANDRO VARAGNOLO RACCOGLIE OLTRE 5000 VOTI ON-LINE PER LE SUE OPERE Sandro Varagnolo esporrà le sue opere ad Asolo fino al 24 giugno prossimo
Con “Veduta a Venezia” l’artista di origini cavarzerane conquista la giuria e l’ambito premio di Nicla Sguotti
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n nuovo prestigioso riconoscimento è stato consegnato ai primi di maggio alla pittrice di origine cavarzerana Elena Zampieri, la quale si è più volte meritata premi e citazioni da parte della critica per le sue opere. Questa volta a scegliere di conferirle un riconoscimento è stata la commissione del Premio biennale “Gondola d’oro”, attribuito a pittori, scultori e artisti di arti visive su segnalazione della critica. Nello specifico la giuria, composta da Mariarosaria Belgiovine, Costantin Stan Neacsu, Maurizio Gnali, Francesco Chetta, Roberto Bilingeri, Renato Chiesa e Charlotte Ritzow, ha deciso di riconoscere all’artista, oggi residente a Chioggia, la grande professionalità e l’impegno creativo dimostrato durante gli ultimi anni, nonché l’originalità delle sue singole produzioni. Elena Zampieri è stata premiata nel corso di una cerimonia presso la sala congressi Mozart dell’Hotel Amadeus di Venezia, in tale occasione la giuria ha confermato il pro-
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Elena Zampieri tra Mariarosaria Belgiovine e Francesco Chetta (componenti della giuria) prio apprezzamento per l’arte della pittrice. L’opera di Elena sottoposta al giudizio della commissione si intitola “Veduta a Venezia”, nella quale i critici hanno riscontrato una “armonia creativa delle suggestive visioni paesaggistiche e una gestualità dalle ottime
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cadenze impressionistiche”. Tanta l’emozione e la gioia della pittrice che non mancherà di certo di mettere a frutto gli interessanti spunti creativi che questa bella esperienza ha contribuito a darle.
ltre 5000 voti on-line hanno decretato la partecipazione alla seconda biennale internazionale d’arte di Asolo di Sandro Varagnolo. L’artista è stato selezionato dai voti del pubblico per le quattro opere presentate in rete. Si tratta di quattro dipinti a olio su tela realizzati nell’arco di due anni. Tra i quattro, il più cliccato è stato “Ciò che resta di un popolo”, ispirato ai modi del pittore romano Alberto Abate, fondatore del movimento del “ritorno alla pittura”, recentemente scomparso. Si tratta di una tendenza artistica basata sull’idea del recupero delle ragioni della pittura, del valore della manualità e del quadro. Quella di Varagnolo è un’adesione piena al figurativo, privilegiando
tematiche mitologiche ma senza mai perdere la leggerezza quasi decorativa e il colorismo tipicamente veneto che caratterizza la sua poetica. La sua pittura rivisita la storia e i miti, in chiave archetipica, simbolica e psichica, nonché esperienza dell’immaginazione e della memoria. “Sono felice per il segno di solidarietà ricevuto dai miei concittadini – ha dichiarato Varagnolo - ma in particolare da numerosi amici dei social network, che hanno concretizzato con il loro voto il sostegno alla mia passione”. Le opere saranno esposte ad Asolo dal 12 maggio fino al 24 giugno nella sezione pittura, in ambienti di grande suggestione nel centro storico di Asolo. Marta Boscolo
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LO ARTI MARZIALI
SPORT in PRIMO PIANO Coppa Italia
PIOGGIA DI MEDAGLIE D’ORO
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uccesso alla Coppa Italia per gli atleti della Yamato Dojo. Domenica 19 febbraio si è svolta a Carpi in provincia di Modena “La 25esima Coppa Italia e Campionato Italiano a Squadre”, importante manifestazione di arti marziali organizzata dalla federazione Fekda (Federazione europea karate discipline associate). Alla competizione ha partecipato anche la società sportiva clodiense Yamato Dojo, che è riuscita a fare bottino pieno di medaglie e piazzamenti. Gli atleti, ottimamente preparati dal maestro Dario Veronese, sono stati all’altezza della situazione, molti dei quali sono riusciti a salire Il baby campione Davide Lanza 1° classificato kumite, 3° classificato sul podio: per la categoria Kata: Davide Lanza 3° classificato kata categoria pulcini con il Maestro Dario Veronese categoria pulcini cintura bianca e Daniel Zennaro 4° classificato categoria seniores cintura verde; nel Kumite Davide Lanza 1° classificato categoria pulcini cintura bianca, Marco Nordio 2° classificato categoria giovani cintura verde, Daniel Zennaro 1° classificato categoria seniores cintura verde. S.B.
Beach soccer Il via il prossimo 16 Giugno a Viareggio
Chioggia al Campionato nazionale di Marco Lanza
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hioggia sportiva avrà la propria formazione partecipante al campionato nazionale di serie A 2012 di beach soccer. Questo è il frutto di un intenso lavoro svolto durante la stagione invernale dalla componente sportiva dell’amministrazione comunale, dalla società locale della Clodiense calcio a 11, i Lions calcio a 5 e la collaborazione della Figc del Veneto orgogliosa di avere una rappresentante regionale partecipante al massimo campionato di serie A Enel. La squadra è stata chiamata “Città di Chioggia“ ed è stata inserita per motivi logistici nel girone A dove avrà come avversarie il Colosseum Beach Soccer di Roma, il Mare di Roma, la Sambenedettese Beach Soccer, il Viareggio Beach Soccer, la Polisportiva Alma Juventus di Fano, il Friuli Beach Soccer di Pordenone. La prima partita è fissata per il 16 giugno a Viareggio. I selezionatori-allenatori della squadra
CKC Ad aprile Alessandro Boscolo Chio primo al Meeting internazionale di Rovigo, a maggio “Porte aperte”
PRESENTAZIONE
Campionato Italiano
SerieAEnel
2012
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STORIA TRADIZIONE
NATURA NAUTICA
ARTE
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PESCA ORTICOLUTURA MUSICA EVENTI
VITA
La locandina di presentazione sono Stefano Bernardi e Daniele Miotto che, in poche settimane, hanno formato un gruppo competitivo che dovrà mantenere alto il
valore delle capacità lagunari nel gioco-sport più popolare delle spiaggie nazionali. Lo scopo dell’iniziativa è anche quello di porre la propria candidatura in qualità di società ospitante di una tappa della stagione 2013, vista la grande valenza di promozione turistica della seria A Enel seguita dai mezzi di comunicazione nazionali. Ci piace pensare che voglia rappresentare anche una rinascita, una ripartenza dell’affetto unitario del mondo del calcio locale verso le compagini che sono rappresentanti e rappresentative della nostra identità, di una città di indole spontanea e orgogliosa delle proprie caratteristiche di accoglienza verso ogni forma di turismo e di attività aggregativa. Trattandosi però di manifestazione sportiva competitiva l’obiettivo massimo è quello di arrivare alla finalissima di Catania fissata per il 12 agosto... sogno o realtà per chi, come noi, è cresciuto in spiaggia con il pallone tra i piedi.
La canoa conquista primati e... persone D A
Karate e kickboxing
GLI ATLETI DI CHIOGGIA PRIMEGGIANO PER NUMERO DI MEDAGLIE E QUALITÀ DELLE PERFORMANCE
lessandro Boscolo Chio primo assoluto al Meeting Internazionale di canoa Kayak di Rovigo svoltosi il 7 aprile scorso sulle acque del Canalbianco. Presso l’interporto di Rovigo si è disputato il XXIII Meeting Internazionale di Canoa Kayak, organizzato dal Gruppo Canoe Polesine. La manifestazione ha coinvolto più di 500 atleti, arrivati dalle diverse parti dell’Europa. Il Ckc si è presentato all’appuntamento con 10 atleti suddivisi nelle varie categorie, riuscendo a conquistare una medaglia d’oro nella categoria K1 Allievi B grazie ad Alessandro Boscolo Chio: sulla distanza di 2000 metri ha tagliato il traguardo con un tempo strepitoso di 10,58 minuti. Il veterano Vanni Bertotto, ha vinto la medaglia d’argento nella categoria K1 Master nella distanza di 5000 metri, riuscendo a salire sul podio con il tempo di 25,45 minuti. Bertotto, per pochi secondi, non è riuscito a salire sul gradino più alto del podio, ma è rimasto soddisfatto per l’ottimo piazzamento in una gara internazionale di tale spessore. Il Ckc conquista così altre due medaglie che vanno ad incrementare il palmares della società. Carlo Scuttari, preparatore atletico dei giovani canoisti, ha elogiato tutti i gli atleti che hanno ben figurato in una gara di livello internazionale come l’appuntamento di Rovigo. Altra attività di successo tenuta dal Ckc il primo maggio è stata la manifestazione
Porte aperte, l’iniziativa del primo maggio denominata “Porte aperte”, organizzata per far conoscere a tutti la canoa ed il Dragon boat in modo gratuito. Si sono presentate, alle prime ore del mattino molte persone e famiglie per provare le imbarcazioni messe a disposizione dal club. Ottimo il lavoro di coordinamento di tutti i soci del Ckc, che si sono preoccupati di accompagnare e assistere tutte le persone che avessero voluto provare sia la canoa che il dragone. Prove effettuate nella massima sicurezza, con istruttori federali e con il supporto di soci preparati a questo tipo di manifestazioni; il
tutto nella stupenda cornice del Lusenzo. Il presidente Doriano Nordio, alla fine della mattinata, ha dichiarato: “Da qualche anno non si verificava un’affluenza in massa come quella di oggi e mi congratulo con voi per il supporto prestato a terra e in acqua. Un ringraziamento particolare mi sento in dovere di esprimere agli istruttori e tecnici di base che hanno accompagnato gli ospiti in kayak, al timoniere ed al tamburino, nonché capo voga, del Dragon Boat”. Stefano Bellemo
ue ori con Alberto Cavallarin di Chioggia, nella specialità Freestyle armi, e con Sara Gavagnin di Pellestrina nella specialità freestyle a corpo libero. La forte squadra chioggiotta dell’Agkai ha partecipato sabato 5 maggio 2012 ai campionati Italiani di Kata Freestyle editi dalla Wako svoltisi a Rovigo conquistando questi due lodevoli risultati. E non solo. Il 6 maggio, questa volta a Montegrotto Terme, anche l’Agkai Chioggia era presente ai Campionati Italiani di Arti Marziali editi dalla Wku per le specialità del Karate (Kata e Kumite) e della Kickboxing (Semi e light contact). Oltre 600 atleti provenienti da tutta Italia hanno impegnato un consistente corpo arbitrale su ben otto quadrati di gara per tutta la giornata. Se si calcola che quasi tutti gli atleti hanno partecipato a più specialità, il computo totale sfiora le 1200 presenze sui tatami di gara. La competizione, ultima del circuito di qualificazione itinerante che ha impegnato gli atleti per tutto l’anno, ha confermato il successo della scuola diretta dal M° Walter Meneghini che ha conquistato 11 ori, 12 argenti e 4 bronzi. Grande impressione le performance dei più piccoli e tra questi con i loro soli 10 anni, Paolo Ferraris, Thomas Signoretto, Alessandro Carisi, Nicola Salvagno, Alberto Schiavuta, Matteo Boscolo e Nicola Carisi. Tra i più grandi successo per Angelo Eismontas e Gianluca Vianelli.
I senior saliti sul podio dell’Agkai di Chioggia con il maestro Meneghini Nelle categorie senior podio Viktor Dormidontov, Cristian Belfiori, Alberto Papili, Michele Bellemo e Fabio Scarpa; lodevoli risultati anche per le donne con Lara Berto, Giorgia Cester e Daniela Costa. Fuori dal podio invece una degli elementi più prestigiosi della scuola chioggiotta, la già campionessa mondiale Elisa De Antoni che saprà sicuramente rifarsi alla prima nuova occasione. L’attenzione passa ora alla preparazione della formazione azzurra in vista dei prossimi campionati del mondo ad Orlando in Florida (Usa) a fine settembre 2012. L’impegno, molto oneroso, vede già impegnato tutto il direttivo alla ricerca dei fondi necessari per la trasferta; nonostante i tempi non siano i più favorevoli, nell’ambiente sportivo c’è grande fiducia e determinazione: la partecipazione ad un Campionato mondiale è certamente uno dei momenti più significativi della vita sportiva di un atleta. Eugenio Ferrarese
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bilocale
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coppiettante inizio di stagione per il velista chioggiotto Enrico Zennaro. Al timone di Little Wing ha chiuso al secondo posto la prima tappa della Volvo Cup Melges 24 2012. Il timoniere chioggiotto, in equipaggio con il tattico Branko Brcin, il trimmer Stefano Orlandi, l’armatore drizzista Maurizio Loberto e il prodiere Flavia Tomiselli, è stato tra i protagonisti indiscussi della frazione che si è svolta a Cagliari il penultimo week-end di marzo. L’assenza di alcuni tra i pretendenti al successo finale, e il numero di iscritti non in linea con le potenzialità della classe, non ha tolto pathos alla manifestazione, rimasta incerta sino alla conclusione grazie al duello tra Altea e Little Wing e alla variabilità della situazione meteo che ha interessato il Golfo degli Angeli. Secondo al termine della prima giornata a una sola lunghezza dall’equipaggio di un solido Andrea Racchelli, Little Wing si è presentato alla vigilia della settima e ultima prova a pari punti con il diretto avversario. Agli uomini di Enrico Zennaro non è però bastato condurre la regata decisiva sino alla seconda boa di bolina: nel corso del lato conclusivo, infatti, Altea ha trovato il salto di vento favorevole ed ha sopravanzato Little Wing, facendo suo un meritato successo di tappa. Sul podio con i due equipaggi italiani sono saliti gli svizzeri di Eg Bank, guidati dell’olimpionico Chris Rast. Soddisfazione è stata comunque espressa da Enrico Zennaro, che con Little Wing ha chiuso la scorsa edizione della Volvo Cup Melges 24 vincendo la tappa di Riva del Garda assieme allo stesso equipaggio. “Torniamo dalla Sardegna con un risultato assolutamente positivo, - racconta Zennaro - che ci mette in una posizione di vantaggio in vista della lotta per il successo assoluto nel circuito. Certo, la vittoria ha un altro sapore, ma contro un’Altea così in palla c’è stato poco da fare. Racchelli e i suoi hanno lasciato davvero poco per strada, ottenendo una meritata vittoria”. Una serie, quella disputata nelle acque cagliaritane battute dal Maestrale prima e dalla Scirocco poi, che Zennaro ritiene particolarmente utile in vista della tappa di Lerici. “Dopo il Maestrale che ha caratterizzato le giornate di allenamento, - racconta - a Cagliari abbiamo regatato con condizioni di vento leggero. Credo che l’esperienza maturata in questi giorni possa tornarci utile in quel di Lerici, dove la brezza è tendenzialmente debole e dove a complicare ulteriormente le cose sarà l’esordio del vari Blu Moon, Saetta e Audi Eberhard”. Gli impegni per la stagione velistica di Enrico sono davvero intensi: tra i vari impegni il giova-
ne atleta di Chioggia parteciperà anche al Campionato Mondiale di specialità che si svolgerà a Torbole sul Lago di Garda dal 26 luglio al 4 agosto. Un’importante novità riguarda anche le regate Orc dove Enrico si alternerà al timone del Grand Soleil 42 Race Cronos e al timone del Grand Soleil 42 race Bohemia Express e parteciperà, con obiettivi ambiziosi, al Campionato Italiano di Riva di Traiano, al Campionato Europeo di Punta Ala ed al campionato Mondiale di Helsinky dal 5 all’11 agosto. Dopo 4 anni al timone di Man, Enrico ha deciso di interrompere la collaborazione con l’amico armatore Pescarese. Non è stato un addio ma un semplice arrivederci al 2013. A bordo con Enrico anche il tattico Tommaso Chieffi, il randista Paolo Semeraro, il tailer Lorenzo Mazza ed il navigatore Giuseppe Montella. Anche per questa stagione Enrico Zennaro è sostenuto da Chioggia Yacht Group, Darsena Sporting Club le Saline e Aspo (Azienda Speciale per il Porto di Chioggia) che si sono affiancate alla nuova collaborazione con il Comune di Chioggia ed il nuovo assessore allo Sport Narciso Girotto. Anche nel 2012 Enrico Zennaro gareggerà per i colori del Circolo Nautico Chioggia, circolo per il quale è socio onorario.
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edaglia d’oro a Serena Pagan alla quindicesima edizione del campionato promosso dall’associazione sportiva polizia municipale italiana (Aspmi). L’agente della Polizia municipale di Chioggia, ha conquistato l’oro nei 100 m a farfalla con il miglior tempo assoluto (1.42) e l’argento nei 100 m stile libero (1,29) a Reggio Emilia, nella piscina Ober Ferrari, il 14 e 15 aprile 2012. La manifestazione ha visto una partecipazione rilevante con quasi 200 atleti in rappresentanza di 21 Comandi di Polizia Municipale provenienti da tutta Italia. Venerdì 13 gli atleti sono stati ricevuti dall’assessore allo sport on. Mauro Del Bue, mentre durante il sabato e la domenica ci sono state le gare. Serena Pagan ha avuto una vittoria con pieno merito nei 100 a farfalla la gara decisamente “più faticosa” della competizione . Nel corso delle gare vi è stata anche la commemorazione di Niccolò Savarino, ucciso il 12 febbraio a Milano, investito brutalmente da un Suv in fuga. In sua memoria è stato organizzato un 4x50 stile libero partecipato da tutti, con team casuali formati per sorteggio senza ordine di età ne sesso. Ne è venuta fuori una competizione con 33 staffette e vincitori più commossi che contenti. La premiazione, toccante e sentita, presenti il fratello e la cognata di Savarino, è stata accompagnata da un minuto di silenzio. Ma.Bo.
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VIAGGIO IN
PROVINCIA
Occupazione I dati veneziani dell’indagine Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro
VENEZIA
Le imprese tornano a cercare lavoratori
Il 32,6% sono assunzioni non stagionali, il 67,4% stagionali, legate all’avvio della stagione turistica Le imprese prevedono fino a giugno di riservare ai giovani al di sotto dei 29 anni il 40,4% delle assunzioni non stagionali
Nel secondo trimestre 2012 si prevedono 7660 assunzioni, più del doppio del primo trimestre
di Giovanni Giovetti
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ono 7.660 le assunzioni che le im- mentre le costruzioni raggiungeranno il 4% prese private appartenenti ai settori del totale. Nei tre mesi in questione, il turidell’industria e dei servizi in provincia smo e la ristorazione assorbiranno il 53% di Venezia prevedono di fare nel secondo tri- delle nuove assunzioni preventivate in promestre 2012, fino al prossimo giugno, con- vincia, i servizi alle persone il 13% e le altre tro le 3.110 dei primi tre mesi dell’anno. industrie (escluse quelle metalmeccaniche E’ quanto emerge dai risultati della quarta ed elettroniche) il 9%. edizione dell’Indagine Excelsior a cadenza trimestrale realizzata da Unioncamere in IL TIPO DI CONTRATTO accordo con il Ministero del Lavoro e che Alle assunzioni a tempo indeterminato, presenta il quadro dei fabbisogni di mano- che costituiscono solo l’11,4% del totale, si dopera a cadenza trimestrale anche a livello contrappongono, quelle a tempo determinaprovinciale. A livello provinciale, i dati sono to, la cui quota sul totale delle entrate assustati rielaborati dal Servizio Studi e Statisti- me in questo trimestre un’incidenza sempre ca della Camera di Commercio di Venezia. più rilevante. Quelle a termine assorbono, In un contesto economico provinciale infatti, l’85,8% delle assunzioni, un valore caratterizzato da anmolto elevato e magcora evidenti criticità Le imprese giore sia al Veneto sia sul fronte del mercato assumeranno solo all’Italia. Su tale forma del lavoro, risulta che l’8,2% di laureati, contrattuale incide la le imprese del Vene- cresce la richiesta richiesta di personale ziano, nel secondo di diplomati stagionale, che nel trimestre di quest’antrimestre considerato no, hanno programmato di effettuare, in rappresenta il 78,6% delle assunzioni a tutto, circa 7.660 assunzioni, il 32,6% non tempo determinato, mentre solo il 10,2% stagionali e il 67,4% a carattere stagionale, dei contratti è finalizzata a coprire picchi di collegate all’imminente avvio della stagio- attività e il 9,6% alla sostituzione temporane turistica estiva. Questa percentuale è nea di personale. superiore sia al dato regionale sia a quello ASSUNZIONI NON STAGIONALI nazionale, ma è giustificata dalla particolare Le nuove assunzioni di lavoratori dipenstruttura produttiva locale dove il turismo e attività collegate hanno un peso rilevante. denti non stagionali previste sono 2.490, il La maggioranza delle assunzioni program- 32,6% del totale delle entrate, in aumento mate (il 60% del totale) è concentrata nelle quasi del 12% rispetto al trimestre precedente: si concentrano in prevalenza nel imprese con meno di 50 dipendenti. terziario (78,3%), meno nell’industria in I SETTORI La percentuale più consistente di as- senso stretto (15,3%) e nelle costruzioni sunzioni - l’86% - continua a riguardare il (6,8%). Le imprese cercano, soprattutto, professettore dei servizi, circa l’11% l’industria,
sionalità qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (950 assunzioni pari al 38,2% del totale), a cui fa seguito la richiesta per professioni non qualificate (14,9%) e di operai specializzati (12%). Una quota significativa di assunzioni è assorbita anche da professionalità tecniche (10,8%) e impiegati (10%). Si segnala l’azzeramento delle richieste di figure dirigenziali. Tra le professioni più richieste: in testa alla classifica troviamo i cuochi, camerieri e professioni simili (550 assunzioni pari al 22,1%); segue il personale generico (370 unità, pari al 14,9%), gli operai metalmeccanici ed elettromeccanici (230 assunzioni, pari al 9,2%) e i conduttori di mezzi di trasporto e di macchinari mobili (200 assunzioni, pari all’8%). La quota di assunzioni per le quali è richiesta un’esperienza specifica di lavoro pregressa risulta pari al 42,3%, ed è ovviamente maggiore per le professioni specialistiche e per gli operai specializzati. Le imprese veneziane intendono assumere solamente l’8,2% di laureati, valore inferiore di circa 5,5 punti percentuali rispetto alla media regionale e di 6,7 punti rispetto a quella nazionale e in diminuzione a confronto con il trimestre precedente; continua invece a crescere la quota richiesta di diplomati, che si attesta al 58%, ben superiore al valore veneto (45%) e italiano (46%). Si segnala una più limitata domanda di lavoratori con una qualifica professionale (15%), mentre cala al 19% la quota di assunzioni per cui non viene richiesta alcuna formazione specifica. Le assunzioni previste di personale immigrato incidono per l’11% sul totale delle assunzioni non stagionali programmate nel
Veneziano, con una notevole riduzione rispetto al trimestre precedente. Tra le assunzioni non stagionali, le imprese della provincia prevedono di incontrare difficoltà di reperimento del personale nel 27,5% dei casi. Analizzando i gruppi professionali, le difficoltà più marcate riguarderanno le professioni commerciali e dei servizi (49,1%) e, stranamente, le professioni non qualificate (20,4%). Seguono le professioni tecniche (18,1% dei casi) e gli impiegati (17,1%). Quanto all’età, le imprese veneziane “riserveranno” ai giovani al di sotto dei 29 anni il 40,4% delle assunzioni non stagionali . Per una quota del 47,7%, invece, l’età non è ritenuta determinate. ASSUNZIONI STAGIONALI Le imprese del Veneziano prevedono di assumere per il trimestre in oggetto circa 5.170 unità stagionali, il 67,4% del totale delle entrate. In generale, le assunzioni di lavoratori stagionali sono più facili da reperire rispetto a quelle non stagionali: solo per il 12,5% delle figure da assumere, infatti, le imprese segnalano difficoltà di reperimento (contro il 27,5% per quelle non stagionali). A livello settoriale, le assunzioni stagionali si concentrano soprattutto nel comparto del turismo e della ristorazione e nelle “altre industrie”, con percentuali sul totale delle assunzioni rispettivamente pari al 86,3% e al 64,3%. La richiesta di stagionali, poi, è finalizzata soprattutto a ricoprire la professione impiegatizia, commerciale e nel terziario (71% dei casi). Agli stagionali, comunque, sono destinate anche professioni di tipo non qualificato, nel 22% del totale dei casi.
A Padova -26% di domande
CASSA INTEGRAZIONE FINALMENTE IN CALO
Roberto Crosta
Crosta: “Il turismo può essere una chiave di rilancio per tutto il sistema economico provinciale”
“I
dati relativi al secono trimestre, oltre ad essere decisamente più incoraggianti rispetto al trimestre precedente, ferme restando le ben note criticità sul fronte del mercato del lavoro, confermano soprattutto la forte vocazione turistica della provincia di Venezia – commenta il segretario generale della Camera di Commercio, Roberto Crosta -, in cui non solo la città storica per eccellenza, Venezia, ma anche il litorale con le sue spiagge possono rappresentare una chiave di rilancio fondamentale per tutto il sistema economico provinciale in questo momento di profonda difficoltà”. G.G.
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Spazi aperti 29 3 Ambiente e turismo Tanti luoghi da visitare, iniziative in tutta la Provincia
Estate, alla scoperta delle oasi Valle Averto, aperta ogni giorno su prenotazione. Altre mete: Oasi Lycaena a Salzano, Cave di Noale, Gaggio e Marcon di Alessandro Abbadir
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rriva l’estate e con la bella stagione riaprono in tutta la provincia le varie oasi naturalistiche presenti sul territorio. Prima fra tutte l’oasi di Valle Averto a Lughetto di Campagna Lupia che si trova nell’area della Laguna sud di Venezia. Qui si possono ammirare rare specie di uccelli, anatre di tutti i tipi, civette, bufali maremmani. Famiglie e scolaresche possono trascorrere una giornata immersi nella natura. “Le visite guidate partiranno fino a settembre - spiegano gli organizzatori del Wwf di Valle Averto - dal Centro Visite della Riserva ogni domenica e festivo alle ore 10 e alle 16. Con l’occasione, ricordiamo inoltre che le scolaresche ed i gruppi organizzati possono accedere alla Riserva tutti i giorni, concordando tempi e modalità della visita con la segreteria dell’oasi al momento della prenotazione”. Ulteriori informazioni e prenotazioni chiamando il 345.4524609 (lun-sab, 9-13) o scrivendo a oasivalleaverto@wwf.it. Ma ci sono anche altre oasi che riaprono. Ad esempio l’oasi Lycaena che si trova in via Villetta a Salzano.
Valle Averto a Lughetto di Campagna Lupia Per l’estate ci sarà la possibilità di visitarla ogni terza domenica del mese dalle 10 alle 18. Visite aperte fino ad ottobre. Parte del percorso attrezzato dell’oasi Lycaena, si sviluppa lungo l’argine del Marzenego, mentre all’interno c’è un’importante biodiversità legata alla fauna. Numerose, infatti, sono le specie animali presenti e osservabili direttamente dai visitatori. Nelle aree boschive sono sempre presenti il picchio, la poiana, la gazza, le cince, il fringuello. Le zone
ADOTTAMI Max. Il tempo passa ed è ancora ospite Apa. La sua dolcezza, la sua bontà non hanno toccato il cuore di nessuno. Max è uno dei pochissimi pelosi che interagisce bene con i suoi simili maschi. I volontari vi invitano a venire in rifugio per conoscerlo. Maschio, taglia media, colore marrone focato. Carattere adatto a qualsiasi contesto familiare. Ha solo 2 anni ed è già passato in molte situazioni diverse. Max è stato adottato l’anno scorso. Ma poi è tornato in rifugio. Max è veramente buono e cerca un po’ d’affetto.
Tre maschietti e due femminuccie. Futura taglia grande. Hanno 2-3 mesi e sono bellissimi. Non hanno il sangue blu, sono “comuni mortali”. Cercano famiglie disposte ad amarli anche dopo la fase del cucciolo. Loassociazione cerca volontari. Fare volontariato non è impossibile, basta avere un po’ di buona volontà. Il volontario coccola i cani, li porta a spasso, li pettina, li pulisce, li alimenta. Provate prima di rinunciare: noi e loro abbiamo bisogno di voi. Loretta, associazione protezione animali di Chioggia Onlus 3289620233
umide ospitano invece il germano reale, la folaga, la gallinella d’acqua, la garzetta, l’airone cinerino e il raro airone bianco maggiore. Tra i mammiferi: il riccio, la donnola, la lepre e la volpe. Per informazioni ci si può rivolgere al Comune di Salzano 041 5709720. Fra le altre aree visitabili su richiesta con visite guidate ci sono poi il bosco del Parauro di Mirano, le Cave di Noale, e le cave di Gaggio di Marcon. In tutti i casi i visitatori dovranno informarsi per le visite su richiesta ai comuni di riferimento. Alcune belle iniziative che riguardano queste aree naturalistiche a dire il vero si sono già svolte. Ad esempio “Oasi sotto le Stelle “ e la “Notte della Civetta” a Valle Averto, mostre fotografiche dedicate alle “zone umide“ organizzate dalla Provincia a Mirano. Per informazioni sulle visite e per conoscere le iniziative dei prossimi mesi, si può contattare Provincia di Venezia, Servizio Parchi Boschi e Riserve, tel. 041.2501201/08. Via email: retiecologiche@provincia.venezia.it oppure LIPU – sezione Venezia, tel. 339.2378105 www.oasigaggio. com.
NEWS Sant’Anna di Chioggia
LA RISERVA NATURALE INTEGRALE DI BOSCO NORDIO
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a riserva naturale integrale Bosco Nordio è situata sul sistema di dune più antico del litorale veneto compreso tra Chioggia e il fiume Po che probabilmente risale ad almeno 2 millenni fa. L’apparato dunale del bosco e del tratto di Rosolina mare sono la risultante dell’opera costruttiva dei fiumi Po e Adige durante questi ultimi 4000 anni. Bosco Nordio, che un tempo veniva chiamato Fosson o Cerreto, sembra avere origine preromana. Fu prima di proprietà della città di Chioggia, fu poi dato alla famiglia Nordio nel 1565. Nel 1959 fu venduto all’ex Azienda di Stato per le Foreste Demaniali e venne istituita la Riserva Naturale Integrale con D.M. 26/7/1971. Oggi è gestito da Veneto Agricoltura. Il Bosco Nordio è un residuo dell’ampia fascia boscata che caratterizzava, in passato, gran parte del litorale veneto. Caratterizzata dalla presenza dell’orno-lecceta, formazione rara che rappresenta un importante relitto delle foreste ampiamente diffuse in passato nel litorale alto adriatico. La particolare collocazione geografica di Bosco Nordio, unitamente alla molteplice diversità dei biotopi esistenti, determinano interessanti presenze faunistiche. Fino a qualche anno fa, l’aspetto più appariscente della fauna era senza dubbio la presenza di un rilevante numero di daini (Dama dama), introdotti nella riserva nel 1964. Diffusa era anche la presenza del tasso (Meles meles). Tra i mammiferi, da sempre presenti, la lepre, il riccio e la donnola. Per le visite su prenotazione ci si deve rivolgere a CEA di Chioggia, HYLA Società Cooperativa – Sottomarina. Tel. 3398389925 - E-mail: hyla_coop@libero.it. Sito ufficiale: http://www.parks. G.G. it/riserva.bosco.nordio
30 Noi e gli altri
Noi e gli altri 5
Chioggia Il convegno informativo dei Lions Club
Il sangue del cordone ombelicale: una risorsa per l’umanità Le azioni terapeutiche delle cellule staminali contenute sono molteplici nella cura di sempre più numerose patologie
di Miriam Vianello
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ella magnifica cornice della Chiesa della Santissima Trinità a Chioggia si è svolta la conferenza a carattere divulgativoscientifico per illustrare un tema, come la donazione del sangue del cordone ombelicale, ancora poco conosciuto. L’incontro, organizzato dal Lions Club Chioggia-Sottomarina e reso possibile grazie alla collaborazione del Reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale di Padova, con i patrocini del Comune di Chioggia e dell’Ulss 14 di Chioggia, ha affrontato la questione del trapianto
NEWS
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di cellule staminali ematopoietiche da sangue cordonale. Il trapianto infatti è una procedura alquanto complessa che salva la vita del malato spesso colpito da malattie come la leucemia. Ad introdurre l’incontro è stato il direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben. Il presidente del Lions Club Gianpaolo Parolini ha sottolineato che donare il sangue del cordone ombelicale significa acconsentire la raccolta di sangu ombelicale destinato altrimenti ad essere gettato. Questo sangue è ricco di preziose
cellule staminali in grado di riparare organi o tessuti danneggiati. Successivamente ci sono stati gli interventi della professoressa Chiara Messina e della dottoressa Roberta Destro, rispettivamente responsabile e collega del reparto di Oncoematologia pediatrica. Dalle relazioni è emerso che una donna in stato interessante può donare il sangue cordonale, al momento del parto, e offrire così concrete possibilità, a chi è affetto da malattie ematologiche, di guarigione. Grazie infatti
La procedura è semplice
TUTTE LE FUTURE MAMME POSSONO DONARE
e azioni terapeutiche delle cellule sono staminali molteplici nella possibilità di cura di pazienti affetti da leucemia, tumori, talassemia. Le prospettive future stanno coinvolgendo i campi di rigenerazione o ricostruzione di tessuto coinvolto in patologie quali il diabete, l’infarto, il danno per trauma del midollo spinale, il morbo di Parkinson, il mordo di Alzheimer, le degenerazioni o
atrofie muscolari. Qualsiasi futura mamma può chiedere di donare il sangue cordonale che viene facilmente raccolto dall’ostetrica durante il parto. La procedura non modifica in alcun modo l’assistenza della mamma e del neonato. La mamma che desidera donare il sangue cordonale dovrà sottoscrivere un consenso informato e sottoporsi
I relatori del Convegno al trapianto di cellule staminali, identiche a quelle contenute nel midollo osseo, capaci di rigenerare globuli rossi, bianchi e piastrine, vengono curate molte malattie ematologiche. La donazione è indolore, le coppie vengono informate di questa possibilità durante i corsi preparto e naturalmente vengono poi effettuati tutti i relativi esami, così da valutare fino all’ultimo lo stato di salute della donatrice.
ad esami del sangue (gratuiti) al parto e dopo sei mesi per escludere la presenza di malattie che possono essere trasmesse al paziente. Solo il 30% circa delle unità raccolte risultano valide per la conservazione e un possibile utilizzo. Le cellule staminali cordonali conservate si possono mantenere intatte e funzionali per circa 15 anni dal loro congelamento, mentre non si conosce ancora la vitalità a lungo termine. La possibilità di effettuare trapianti con sangue
Successivamente viene poi inviata la sacca con il sangue cordonale alla Banca del Sangue Cordonale, da dove poi si smostano le donazioni in base alle esigenze richieste. Sono ancora molte le persone da sensibilizzare per incentivare le future mamme ad una cultura del dono in grado di rigenerare la vita, grazie ad un semplice, ma grande e encomiabile gesto.
cordonale ha indotto la costituzione di vere e proprie “banche”, dove vengono conservate le unità di sangue cordonale raccolte.
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Arti grafiche Un fumettista di Dolo al lavoro per la Marvel Comics
Checchetto, il disegnatore di Spider-Man
Al lato fumetti dell’autore, sotto Marco Checchetto
Dal 2007 realizza storie per Deadpool, Squadron Supreme, X-Men e The Amazing Spider-Man di Alessandro Abbadir
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l primo italiano a disegnare l’Uomo Ragno per la Marvel Comics America. E’ Marco Checchetto 36 anni nato a Dolo considerato da tutti fra i più importanti disegnatori italiani. Checchetto abita a Pianiga e nel suo lavoro è apprezzato a livello internazionale. A raccontarci la sua storia è direttamente lui stesso che ci spiega come un sogno di bambino sia diventato realtà. ”Spider-Man – spiega Checchetto – è il fumetto che mi ha fatto conoscere questo mondo. Non ho iniziato con Topolino o con il Corriere dei Piccoli come sarebbe naturale pensare. Quand’ero bambino, mi è stato regalato un volume di SuperGulp dove comparivano storie di Thor, Fantastici 4, Asterix, Tex, Tnt e Nick Carter, ma è stato l’Uomo Ragno a farmi sognare ad occhi aperti. Non so cosa mi abbia colpito in particolare, si è creata un’alchimia fin da quel momento.
Quando mi hanno proposto di disegnare The Amazing Spider-Man ho pianto. Il bambino che ripeteva fino alla nausea che un giorno avrebbe disegnato Spider-Man alla fine aveva ragione.” Ma come è iniziata la carriera di Checchetto? “Ho cominciato – dice – come tutti, con la gavetta: fanzine, piccoli progetti, e delusioni. Diciamo che il mio primo lavoro importante è stato come copertinista per la rivista di videogiochi Psm Playstation Magazine. Per quanto riguarda i fumetti veri e propri il mio esordio è avvenuto contemporaneamente sulle serie italiane L’Insonne e Jonathan Steele. L’anno successivo approdo al Giornalino dove disegno la serie Teenage Mutant Ninja Turtles con cui vinco il premio Coccobill come miglior nuovo autore”. Con il Giornalino comincia anche l’avventura con Spider-Man. “Insieme ai miei soci del Voc studio – dice Checchetto
– invento e realizzo delle storie create appositamente per il mercato italiano. La Marvel comics dopo aver visto una sola pagina del mio lavoro mi ha contattato per iniziare a disegnare i suoi personaggi direttamente per il mercato americano”. Dal 2007 realizza storie per Deadpool, Squadron Supreme, X-Men fino ad arrivare a The Amazing Spider-Man, diventando il primo italiano a disegnare la storica serie del personaggio creato da Stan Lee e Steve Ditko. “Ho firmato – continua – un contratto di esclusiva con la casa editrice. Negli anni successivi ho realizzato storie sia di Spider-Man che di Daredevil. Nel 2011 insieme a Greg Rucka Checchetto dà vita alla nuova serie di The Punisher considerata dalla critica una delle migliori serie del 2011. Cosa pensa succederà per il futuro? “Oltre a continuare il mio lavoro su The Punisher e sui personaggi della
Marvel – dice Checchetto – lavoro anche come character designer per la serie di giocattoli Dinofroz della Giochi Preziosi e su una mia serie a fumetti. Il mio lavoro non è una passeggiata, arrivo a lavorare anche per 18 ore al giorno, festività comprese. Sono molto pratico nonostante poi vada a realizzare storie di fantasia con personaggi incredibili. Sto legando sempre di più la mia carriera all’estero dove il fumetto è riconosciuto come forma d’arte e d’intrattenimento ed ha lo stesso peso degli altri media“. Su questo arriva anche una amara constatazione. ”In Francia – dice Checchetto – ad esempio i fumetti sono venduti in libreria e hanno la stessa importanza dell’ultimo romanzo usci-
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to. In Italia si è ancora legati alla concezione che il fumetto sia una cosa per bambini o un passatempo di poco conto, il nostro media è trattato con un pressapochismo imbarazzante. E’ una cosa molto triste, visto che i disegnatori italiani sono apprezzati all’estero, come lo sono tutti i professionisti in genere che decidono di lavorare (loro malgrado) fuori dall’Italia”.
34 Cultura provinciale
Cultura provinciale 7
Letteratura Presentato il 50esimo Premio promosso da Confindustria Veneto
Campiello, sobria e colta l’edizione del mezzo secolo Sarà un’edizione dedicata alla valorizzazione delle radici veneziane e all’enfatizzazione del carattere culturale del Premio
di Ornella Jovane
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l premio letterario Campiello si appresta a festeggiare i suoi primi 50 anni sfoggiando una verve e una vitalità davvero invidiabili. Il famoso premio letterario degli industriali veneti, che di anno in anno ha saputo presentarsi con formule sempre nuove e attuali, porrà al centro della 50esima edizione, un’ampia riflessione sulla cultura, quale straordinaria opportunità di rinascita, ricostruzione e rilancio in una fase di stagnazione e difficoltà diffusa, non solo sul piano economico ma più in generale sul piano sociale e morale. Così come i tempi impongono, sarà un’edizione all’insegna della sobrietà, lo preannuncia il presidente di Confindustria Veneto e della Fondazione Il Campiello Andrea Tomat alla conferenza stampa di presentazione, lo scorso 4 maggio a palazzo Balbi, alla quale hanno preso parte anche il nuovo presidente del Comitato di gestione del premio, Piero Luxardo, e il vicepresindete della Regione Veneto e assessore alla Cultura, Marino Zorzato. “Oggi parlare di cultura - ha sostenuto
Zorzato - vuol dire anche parlare di economia, e l’invito alla lettura, principio fondante della manifestazione, sono state programmate di sviluppo, del nostro stesso futuro”. “Il mutamento del panorama socio- numerose iniziative che si svolgono in proeconomico in un momento così delicato per il spettiva dell’appuntamento conclusivo di fine nostro Paese - ha ribadito Tomat - deve indur- estate. Da citare la presenza, per la prima volta, re tutti a riflettere, ma non bisogna rinunciare del Premio Campiello al Salone del Libro di ad investire in cultura”. “La cultura - ha sottolineato il rappre- Torino, lo scorso 13 maggio con un convegno sentante degli imprenditori veneti - è l’in- cui hanno preso parte alcuni degli scrittori vincitori delle passate grediente base da cui edizioni. Il 25 maggio ricostruire, sviluppare e A Dacia Maraini progredire: senza cultu- il Premio Fondazione poi l’assegnazione del Il Campiello, omaggio premio Campiello Opera non c’è futuro”. ra prima e la scelta dei L’edizione del mez- a una delle scrittrici zo secolo si proietta per- italiane più conosciute cinque romanzi finalisti selezionati dalla Giuria, ciò in avanti partendo però dalle radici venete del Premio, dalle or- che oltre a Cacciari, è composta da nomi pregini veneziane, che quest’anno saranno cele- stigiosi del mondo della cultura italiana. brate e valorizzate anche con la presenza di Tra giugno e luglio gli autori finalisti saillustri rappresentanti della città lagunare, fra i ranno impegnati in un ciclo di incontri che quali l’umanista e filosofo, Massimo Cacciari, si terranno a Venezia, Castelfranco, Milano, chiamato a presiedere la Giuria dei letterati. Vicenza, Roma e Assisi, oltre che a Punta Ala, Nell’intento di diffondere e sostenere la Asiago e Cortina. narrativa italiana, attraverso la promozione Ampio spazio è dedicato pure alle nuove
Archeologia Da giugno ad ottobre alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista
Antico Egitto, una mostra sul sito di Abydos
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a giugno a ottobre, alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista di Venezia, il fotografo Paolo Renier e l’Associazione Friends Of Abydos presentano una grande mostra sull’area archeologica di Abydos: i misteri del tempio di Osiride: reperti e segreti dell’antico Egitto. Un percorso espositivo che attraversa i millenni, e si trasforma in un viaggio alla scoperta di una delle civiltà più misteriose della storia: è dedicata al mondo dei faraoni: “Il Tempio di Osiride svelato - L’Antico Egitto nell’Osireion di Abydos”. La mostra espone le foto originali e 23 reperti provenienti dal museo egizio di Firenze (molti dei quali mai esposti prima d’ora), l’antica storia egizia dalle prime dinastie dei faraoni fino agli splendori dell’epoca di Ramses II. Per la prima volta inoltre sarà esposto al pubblico il Sarcofago della Dea Nut, che è stato anche completamente restaurato per l’occasione. Il percorso si dipana tra gigantografie e pannelli che ricostruiscono il fascino e gli ambienti dei templi di Abydos: un sito archeologico, tra i più importanti anche se meno noti, situato nell’Egitto meridionale, a circa 500 chilometri dal Cairo. La mostra ospiterà anche incontri, conferenze e seminari con studiosi ed egittologi di fama internazionale che si daranno appuntamento a Venezia da tutto il mondo per dare il loro contributo alla mostra. Il Progetto Abydos è un’iniziativa cultu-
La presentazione del Premio Campiello a palazzo Balbi generazioni. Dopo la selezione dei cinque finalisti, lo scorso 20 aprile, il concorso giunto alla 17esima edizione proseguirà nei mesi estivi con vari appuntamenti, in attesa dell’annuncio del vincitore che sarà scelto dalla Giuria dei letterati nel corso della cerimonia conclusiva. “Abbiamo cercato di enfatizzare soprattutto il carattere culturale del Premio” ha spiegato Piero Luxardo che ha annunciato con orgoglio la pubblicazione di un volume celebrativo “firmato per la parte letteraria da un illustre decano della Giuria dei leterati, il professor Lorenzo Mondo, e per la parte storico-iconografica e di cronaca dal giornalista Antonio Di Lorenzo”. “Accanto alla storia e
alle immagini - ha illustrato Luxardo - abbiamo voluto inserire un saggio letterario intriduttivo e un’antologia con i brani dei libri più importanti che hanno caratterizzato il Premio in questi primi cinquant’anni”. In attesa del verdetto finale nella serata del primo settembre condotta al Gran Teatro La Fenice di Venezia da Bruno Vespa, c’è già il nome di un vincitore ufficiale. E’ quello di Dacia Maraini che riceverà il Premio Fondazione Il Campiello. “Il nostro è un omaggio ad una scrittrice italiana tra le più conosciute - è il commento del presidente Tomat - Già vincitrice del Premio Campiello nel 1990, è diventata un riferimento della cultura italiana”.
STORIA E CULTURA Ottocento anni di storia e culCAMALDOLESI A VENEZIA
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Il fotografo Paolo Renier che, insieme all’Associazione Friends of Abydos, ha realizzato la mostra rale nata dalla volontà di Paolo Renier di far conoscere il sito archeologico di Abydos, “ in passato, questo sito, ha avuto una notevole importanza e ancora oggi è altamente considerato dal punto di vista prettamente artistico - spiega Ezz El-Din Kamel, ex vicedirettore dell’Accademia d’Egitto di Roma. I suoi muri sono ricchi di sapienti e incredibili disegni rappresentanti situazioni e riti della vita di un tempo. L’insieme di tutti questi elementi ha spinto studiosi e appassionati dell’Egitto a guardare ad Abydos con ammirazione”. Il lavoro di documentazione fotografica di Renier ha suscitato molteplici interessi, tra cui quella dell’ex Ministro della Cultura egiziano S.E. Farouk Honsy e dell’Accademia d’Egitto di Roma, che ha definito il fotografo: il più appassionato e determinato divulgatore che Abydos abbia mai conosciuto.
“Abydos era un luogo di notevole importanza religiosa e politica nella storia dell’Antico Egitto - spiega Paolo Renier con le sue montagne, le tombe delle prime dinastie, le grandi mura di Sun el Zebib, il tempio di Osiride, quello di Ramesse II e quello di Sethi I - che ospita al suo interno bassorilievi tra i più belli di tutto l’Egitto, fino all’incredibile e misterioso Osireion. Alla base di questa mostra e di tutto il progetto ci sono tre fondamentali principi: la conoscenza dell’antichità egizia, il suo rispetto e l’apprezzamento del suo valore storico immutato nel tempo”. La mostra è aperta tutti i giorni: il lunedì dalle 14:30 alle18:30 e, da martedì a domenica, dalle 10:30 alle 18:30; il costo del biglietto è 10 euro. Roberta Pasqualetto
a secolare presenza camaldolese a Venezia rivissuta attraverso una mostra. E’ stata inaugurata lo scorso 12 maggio e si protrarrà fino al prossimo 2 settembre la mostra ideata e allestita per celebrare gli ottocento anni dalla fondazione del cenobio camaldolese veneziano di San Michele in Isola, proprio nell’anno in cui ricorre il millenario della fondazione dell’Ordine dei Camaldolesi. Il Monastero veneziano fu un centro di fervida vita religiosa e d’intensa attività culturale che ha esercitato una forte influenza e svolto un ruolo di primo piano nell’ambito della cultura umanistica della città lagunare. E vuole celebrare proprio questo ruolo la mostra ospitata presso il Museo Correr, il Museo archeologico nazionale e le sale monumentali della Biblioteca nazionale marciana, come si evince fin dal titolo “San Michele in Isola. Isola della conoscenza. Ottocento anni di storia e cultura camaldolesi nella laguna di Venezia”. Un allestimento che nasce dalla stretta collaborazione tra Fondazione musei civici di Venezia, Biblioteca nazionale marciana e Soprintendenza speciale per il patrimonio artistico ed etnoantropologico e per il polo museale della città di Venezia e dei comuni della Gronda lagunare, con il contributo della Regione Veneto. A cura di Marcello Brusegan, Matteo Ceriana e Camillo Tonini e con la direzione
Mappamondo di Fra’ Mauro scientifica di Paolo Eleuteri, Gianfranco Fiaccadori e Maria Letizia Sebastiani, la mostra consente di ammirare materiale storico, artistico e documentario di grandissimo pregio e per lo più inedito, in parte conservato a Venezia e in parte presso l’Eremo di Camaldoli (Arezzo), dove fu raccolto per salvarlo dalle dispersioni ottocentesche. Tra le opere esposte di maggior pregio e interesse vi è lo straordinario Mappamondo di fra’ Mauro, “monumento” geografico prodotto a San Michele nella metà del sec. XV, e ora nella Biblioteca nazionale marciana, restituito per l’occasione al pubblico dopo un recente intervento di restauro. Il Comune di Venezia ha organizzato alcune iniziative a latere, tra le quali in collaborazione con l’Associazione Guide Turistiche di Venezia un servizio di visite guidate gratuite alla Chiesa, alla Cappella Emiliana e ai Chiostri dell’Isola di San Michele. La prossima, su prenotazione, è in programma il 9 giugno, con partenza alle 15.30. Info e prenotazioni correr.visitmuve.it; info@fmcvenezia.it; call center G.G. 848082000. G.G.
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IL VENETO
in PRIMO PIANO Crisi, la criminalità aumenta
Allarme sicurezza. Assalti a negozi e abitazioni, pericolo infiltrazioni mafiose di Alessandro Abbadir
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urti in abitazione, rapine nei supermercati, nelle banche, borseggi, truffe porta a porta. Ma anche allarme mafia. Con la crisi la criminalità spicciola aumenta insieme con le infiltrazioni di quella organizzata Partiamo dalla prima, che i cittadini vedono più da vicino. Si tratta di una criminalità spesso alimentata da quel sottobosco composto da immigrati arrivati alla ricerca di un lavoro che oggi non c’è più. Allora c’è chi si arrangia con lavori in nero ma anche chi si organizza per delinquere. Dalle prime stime delle questure e dei comandi Compagnia dei carabinieri in tutto il Veneto, sono in aumento rilevante (anche del 40 % in alcune aree) dagli inizi del 2012, ad esempio, i furti di gasolio e benzina, da mezzi in sosta. Un materiale considerato prezioso visto il prezzo dei carburanti alla pompa. Ora i ladri che un tempo colpivano villette di benestanti, fanno razzia in semplici garage, portando via attrezzi da giardino, biciclette, materiale da poche decine di euro. Razzie di sono registrate nel veneziano, ma anche nel padovano e nel rodigino, per non parlare delle provincie “più ricche” come Vicenza, Verona e Treviso dove gli assalti sono spessissimo anche ai capannoni delle aree industriali.
La crisi però sembra aver provocato anche un altro feLe reazioni a questo fatto in tutto il Veneto sono nomeno, che è quello della reazione anche armata dei state amplissime e spesso di condivisione della reazione proprietari derubati. del tabaccaio. Tabaccherie e negozi di abbigliamento sono i primi Resta il fatto che sempre più persone difendono obiettivi di una criminalità che con la crisi però diven- con denti quello che hanno costruito a prezzo di tanti ta sempre meno sopportabile. Un caso limite è stato sacrifici e che la crisi, sta già colpendo duramente. Se quello che ha riguardato un tabaccaio di Correzzola nel poi arrivano anche i ladri... padovano che a fine aprile ad un Ma accanto alla criminalità furto al suo negozio ha reagito “Aumenti del 40 ordinaria fatta di bande di predoni bloccando i ladri e uccidendone % per furti più o meno organizzate, ma spesdi carburante, uno a colpi di pistola. so improvvisate, le forze dell’ordine stanno registrando in Veneto un Autore dei fatti è stato Franco nei garage, Birolo 47 anni, che gestisce la sua nei supermercati” inquietante fenomeno: quello della pesante infiltrazione della crimitabaccheria con rivendita di giornali nel centro del paese. Quando ha sentito che è scat- nalità organizzata (mafia camorra e n’drangheta) nei tato l’allarme Birolo ha urlato alla moglie di chiamare gangli economici della regione. A fare il punto della situazione è stato il presidente il 112 e poi si è precipitato giù, nel suo negozio, per cercare di salvarlo dalla razzia. Sotto c’erano quattro della Commissione parlamentare antimafia Giuseppe giovani malviventi stranieri che non si aspettavano una Pisanu, dopo la due giorni di audizioni di prefetti e reazione così decisa. Il tabaccaio ha preso la sua pistola magistrati veneziani e padovani che si è tenuta nelle che detiene regolarmente, una Glock semiautomatica scorse settimane. Da quanto verificato dai responsabili delle forze calibro 9 e raggiunti i ladri in negozio ha sparato ad uno di loro uccidendolo, un altro lo ha catturato. dell’ordine e dalla Commissione Antimafia “La regione
è considerata dalle consorterie criminali come un luogo nel quale poter operare, soprattutto nel settore economico, senza dover rispettare vincoli gerarchici dovuti ad una presenza egemone sul territorio di un’organizzazione capace di imporre i propri voleri”. E gli esempi delle infiltrazioni mafiose ci sono già stati. Con l’operazione “Serpe”, sono finiti in manette 27 mafiosi, tutti legati ai clan dei casalesi: prestavano denaro a imprenditori in crisi e così hanno strozzato una sessantina di piccole imprese tra Padova e Treviso. Di queste solo due hanno avuto il coraggio di denunciare i fatti. Poi c’è stata l’operazione “Adria docks”: di fatto il tentativo di uno dei difensori palermitani dei Lo Piccolo di riciclare il denaro della famiglia investendolo in un complesso industriale ai Saloni di Sottomarina per otto milioni di euro. Oltre al legale palermitano sono rimasti coinvolti un noto imprenditore edile padovano, un maresciallo della Guardia di finanza in servizio a Chioggia e un giocatore della squadra di calcio di Piove di Sacco. Per non parlare dell’ultimo caso del calcio San Donà, in cui è stata coinvolta la camorra.
IL GOVERNATORE ZAIA “L’ITALIA SIA INACESSIBILE PER CHI VIENE A DELINQUERE”
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opo il gravissimo episodio di Correzzola, interviene il governatore del Veneto Luca Zaia. Per Zaia “l’episodio conferma l’esistenza di un’emergenza sicurezza nei nostri territori. La situazione non è certamente più drammatica di quella di altre Regioni d’Italia, ma è evidente che le forze dell’ordine hanno bisogno di essere messe nelle condizioni di far fronte con maggior efficacia all’espandersi della criminalità, che mina le nostre comunità, indifferentemente
nei grandi come nei piccoli centri urbani”. Per Zaia insomma è difficile non collegare questi tragici fatti con l’incancrenirsi della crisi economica che sta travolgendo giorno dopo giorno un numero sempre maggiore di cittadini e famiglie venete. “Lo dico, sia ben chiaro - chiarisce Zaia - non per giustificare le azioni esecrabili dei delinquenti, bensì per interpretare la crescente angoscia e frustrazione di chi difende il proprio lavoro, i propri risparmi, le proprie risorse che, mai come in questo periodo, risultano preziose per condurre una
vita dignitosa se non addirittura per sopravvivere. E’ evidente che questi stati d’animo, a cui si deve aggiungere l’esasperazione nel sentirsi costantemente minacciati, induca a una reazione come quella del commerciante di Correzzola, che a mio avviso è a tutti gli effetti legittima difesa”. Per Zaia insomma ora più che mai c’è la necessità di impedire l’accesso in Italia a quelle persone che arrivano qui senza alcuna prospettiva e solo per delinquere e che poi generano tensioni sociali. A.A.
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Luca Zaia
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Il Veneto in primo piano 37 7 Sicurezza sociale Centinaia gli spacciatori arrestati nei primi mesi del 2012
Il mercato della droga va a gonfie vele L
a crisi per il mercato della droga in Veneto non c’è. Anzi gli affari sembrano andare a gonfie vele per i mercanti di morte e gli spacciatori al dettaglio, che sempre più numerosi infestano città e paesi di provincia. E sempre più numerosi vengono arrestati. La diffusione del fenomeno crea ansia soprattutto nei genitori di ragazzi che sono i principali consumatori, e che a volte hanno come unica possibilità di risalita l’entrata in qualche comunità di recupero. Ma vediamo i dati per capire il fenomeno. Nei primi quattro mesi del 2012. Rispetto al 2011 in Veneto si assiste c’è un aumento del 20 % (il più alto fra le droghe) del commercio per la cannabis se confrontato con lo stesso periodo. Vedia-
CONVEGNO con il patrocinio della Provincia di Venezia
con il patrocinio del comune di San Donà di Piave
Sabato 19 Maggio 2012 ore 10.00
Centro Culturale Leonardo Da Vinci Piazza Indipendenza, San Donà di Piave
Cemento - Corruzione - Ecomafie
Veneto Orientale: concreti strumenti per cambiare rotta Che cosa significa l'infiltrazione delle mafie nell'economia? Quali strumenti abbiamo, oltre all'azione giudiziaria di magistratura e polizia, per governare in modo efficace e giusto l'economia dei nostri territori? Legambiente Veneto, in collaborazione con l'Osservatorio "Ambiente e Legalità" di Venezia, promuove un momento pubblico di riflessione su questi problemi con particolare riguardo alla questione dei circuiti finanziari e dello sviluppo urbanistico ed edilizio.
Programma: Introduce Giulia Baldissera, Presidente Legambiente Veneto Orientale Saluti e riflessioni di: Francesca Zaccariotto, Presidente Provincia di Venezia Gianfranco Bettin, Assessore all'Ambiente e alla città sostenibile del Comune di Venezia
mo ora nel dettaglio le province di Padova, e spaccio (285 nel 2011), di cui 189 in Venezia e Treviso di fatto le più coinvolte stato di arresto, 65 in stato di libertà e 13 dal fenomeno dai dati forniti dalle forze di irreperibilità. Passiamo a Venezia e prodi polizia. A Padova sono state sequestrati vincia. Nel capoluogo Veneto si è registrato oltre 70 kg. di stupefacenti (poco più di il boom dei sequestri 25 kg nello stesso pedi hashish. Di questa riodo del 2011), con il A Padova sostanza ne sono “picco” di oltre 12 kg nel 2012 stati sequestrati 100 di eroina (circa 7 kg sono stati già nel 2011) e oltre 38 sequestrati 70kg kg contro gli 11,7 kg dello stesso periodo kg di cocaina (4,2 kg di stupefacenti del 2011. E poi la nell’analogo periodo del 2011). Sono stati sequestrati anche 18 marjiuana: 233,8 kg contri 90 del 2011. Di kg di hashish. Molti di più dei 4,7 kg del eroina però se ne è trovata meno, solo pochi 2011. Tanti sono finiti in galera o avranno grammi mentre erano 2,6 kg nel 2011 e dei seri guai con la giustizia: 267 le persone poco più di un chilogrammo cocaina rispetto segnalate all’autorità giudiziaria per traffico ai 6,3 kg del 2011. Le persone segnalate
per spaccio sono 94 di cui 75 in stato di arresto e 19 “a piede libero”. Cinquantadue gli stranieri coinvolti nello spaccio, sei i minorenni. Dati meno consistenti infine per la provincia di Treviso, in controtendenza per dire la verità riaspetto a Padova e Venezia. Qui è stato sequestrato un etto di eroina mente erano 19,7 kg nell’analogo periodo del 2011, otto etti di cocaina, 7 kg di hashish (13 kg nel 2011). A Treviso aumenta il sequestro di marjuana con 2,1 kg In questa provincia sono 57 persone denunciate per spaccio, di cui 45 arrestate e 12 in stato di libertà. Venticinque gli stranieri coinvolti e due i minorenni.
A SAN DONÀ. ECOMAFIE È ALLARME REGIONALE
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comafie è allarme in Veneto orientale sul litorale turistico e per questo al Centro Culturale Leonardo Da Vinci di San Donà di Piave, si è svolto il convegno su “Cemento - Corruzione –Ecomafie: concreti strumenti per cambiare rotta” organizzato da Legambiente, con il patrocinio della Provincia di Venezia. Sono intervenuti, Giampietro Pizzo, economista, Lorenzo Segato direttore dell’associazione no profit Risscc, Ricerche e Studi su Sicurezza e Criminalità, Luigi Lazzaro, presidente Legambiente Veneto. Gianni Belloni, coordinatore Osservatorio Ambiente e Legalità –Venezia. ”La Provincia di Venezia - ha spiegato l’assessore provinciale Paolo Dalla Vecchia - è molto attenta al fenomeno delle infiltrazioni della crimi-
nalità organizzata nel settore delle politiche ambientali e quindi nel ciclo integrato dei rifiuti e nella cosiddetta partita del cemento anche nel Veneto orientale. Abbiamo avviato tavoli tecnici con la sottoscrizione di protocolli con Polizia, Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato, Capitaneria di Porto, Polizia ferroviaria e Guardia di Finanza, per consentire uno scambio di dati per il monitoraggio costante e puntuale del fenomeno. Stiamo lavorando per fare in modo che non ci siano più alibi per il mancato rispetto delle regole, dovuto alle obiezioni sulla farraginosità delle normative. Allo stesso tempo i controlli effettuati devono essere rigorosi”. A.A.
interventi di: Giampietro Pizzo, Economista esperto in microfinanza Serena Righini, Urbanista Luigi Lazzaro, Presidente Legambiente Veneto Modera: Gianni Belloni, coordinatore Osservatorio Ambiente e Legalità – Venezia
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Festival Beer
LUGLIO 2012 VENERDÌ 13
APERTURA AL PUBBLICO ORE 18.00
VENICE’S RING ORE 19,00 LOVERDRIVE ORE 20,00 DEPTFORD SOUND TRIBUTE BAND DIRE STRAITS
ORE 22.00
THE GIFT ELISA TRIBUTE BAND
TUTTE LE SERE STAND GASTRONOMICO e alla domenica GIOCHI GONFIABILI INFO: andrea 333.6506899 Parte dell’incasso della manifestazione sarà devoluto in beneficenza all’Associazione “Augusto per la vita” DOMENICA 15: BIGLIETTO INGRESSO € 7,00 (BAMBINI INGRESSO GRATUITO)
C. SPORTIVO VIA SPALATO CAVARZERE (VE)
SABATO
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APERTURA AL PUBBLICO ORE 18.00
SPETTACOLO DI DANZA ORIENTALE con LAURA ANDREOTTI
ORE 22.00
VELVET DRESS
U2 TRIBUTE BAND
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DOMENICA
APERTURA AL PUBBLICO ORE 12.00
AUGUSTO DAY
GIORNATA IN MEMORIA DI AUGUSTO E DANTE PRESIEDERÀ LA MANIFESTAZIONE
ROSANNA FANTUZZI www.augustoperlavita.it
ORE 17.30
ORADARIA ORE 18.30
MERCANTI E SERVI ORE 19.30
SEGNALI CAOTICI ORE 21.00
OSPITE DELL’EVENTO
SALVATORE RANIERI
IL CANTANTE DELLA SOLIDARIETÀ
AIRONI NERI & STATUS SYMBOL
38 8 Il Veneto in primo piano Assegnato ametà maggio il prestigioso riconoscimento Il Veneto conferma le sue punte di diamante
Sventolano sei bandiere blu nelle spiagge venete Premiate Bibione, Caorle, Eraclea, Jesolo, Cavallino Treporti e Lido di Venezia. Chioggia-Sottomarina rimane ancora a bocca asciutta di Ornella Jovane
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o avevano preannunciato i risultati delle analisi dell’Arpav consacrando il mare veneto - ma anche i laghi e tutte le acque di balneazione - fra le eccellenze dell’offerta turistica regionale anche per il 2012. Più del 91% infatti risultava di qualità superiore. Lo confermano da metà maggio le 6 bandiere blu che sventolano lungo il nostro litorale, un riconoscimento della Foudation for Environmental Education che premia oltre 100 chilometri di spiagge del Veneto, che del resto già lo scorso anno avevano ottenuto lo stesso brillante risultato. Le punte di diamante del litorale nostrano sono ancora Bibione, Caorle, Eraclea, Jesolo, Cavallino Treporti e Lido di Venezia. Riname a bocca asciutta ancora una volta Chioggia-Sottomarina che, pur nutrendo notevoli aspettative quest’anno, non è riuscita ad ottenere l’ambito riconoscimento. La città lagunare del resto continua a
pagare lo scotto della vicinanza della sua spiaggia alla foce dei fiumi. Bibione invece conferma in Veneto il proprio primato, quanto a numero di bandiere blu, con 21 vessilli conquistati dal 1987, anno dell’istituzione del riconoscimento internazionale che certifica la qualità delle acque di balneazione. A livello nazionale le bandiere assegnate a Roma dalla Fondazione per l’educazione ambientale sono ben 246, in crescita rispetto allo scorso anno con 13 spiagge in più. Si valuta la qualità delle acque, ma anche la depurazione delle acque reflue, le
attività di informazione ed educazione ambientale, la raccolta differenziata dei rifiuti in spiaggia, la cura e il decoro dell’arredo urbano. “L’incremento delle bandiere Blu - ha osservato il presidente Fee Italia Claudio Mazza - indica l’efficacia di un percorso virtuoso delle località rivierasche. Si tratta di piccoli passi che insieme costituiscono la prova di un grande impegno. La situazione economica internazionale euna domanda turistica sempre più attenta all’ambiente impongono senza più ritardi alle amministrazioni locali delle scelte concrete in fatto di sostenibilità e qualità”. Il primato nazionale spetta alla Liguria che ha ottenuto 18 bandiere blu, a seguire Marche e Toscana con 16. Cresce il numero di vessilli assegnati al sud (alla Campania 13, alla Puglia 10 e 6 alla Calabria. Fra le spiagge escluse fa scalpore quest’anno Rimini.
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Interventi a tutela e difesa dei litorali
LA GIUNTA REGIONALE INCREMENTA L’IMPORTO: 2 MILIONI E 500MILA EURO
L’assessore Maurizio Conte
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el bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2012 era disponibile un milione di euro per gli interventi di tutela e difesa dei litorali e delle aree limitrofe alla fascia costiera regionale. Ma l’importo non avrebbe consentito l’avvio dei normali interventi di manutenzione dei litorali in erosione. E così la Giunta regionale ha incrementato l’importo. “La lunghezza del litorale veneto spiega l’assessore regionale all’Ambiente Maurizio Conte - è di circa 210 km, dei quali quasi 120 interessati da strutture turistiche di particolare importanza e valenza per l’economia regionale. Al fine di poter dar corso a una serie di interventi di manutenzione e ripascimento annuale dei litorali che maggiormente presentano problematiche di erosione, si è ritenuto quindi di integrare le risorse con una parte (un milione e 500mila euro) delle risorse disponibili nel bilancio regionale per interventi di riduzione del rischio idrogeologi-
co”.
Il riparto approvato dalla giunta veneta prevede l’assegnazione di 800mila euro all’Ufficio del Genio Civile di Venezia per interventi di manutenzione e ripristino della linea di costa nel tratto di litorale compreso tra la foce del fiume Tagliamento e la foce del fiume Piave. All’Ufficio del Genio Civile di Rovigo vanno 700mila euro per interventi nel tratto di litorale compreso tra la foce del fiume Adige e la foce del fiume Po di Goro. Un milione di euro è stato assegnato al Magistrato alle Acque di Venezia che, sulla base di un accordo di programma con la Regione del Veneto, utilizzerà 500mila euro per interventi di manutenzione e ripristino della linea di costa del litorale nei Comuni di Jesolo e Cavallino-Treporti e altrettanti per il litorale nel Comune di Chioggia. Il Magistrato alle Acque comparteciperà alla spesa per la realzzazione degli interventi anche con risorse proprie. O.J.
Sottomarina e Isola Verde
TIOZZO ALLA REGIONE: “I LAVORI PER IL RIPASCIENTO DEGLI ARENILI DEVONO ANCORA COMINCIARE
U Venerdì 1 Giugno 2012
“Degustazione formaggi”
VENERDÌ JAZZ • Venerdì 8 Giugno “Jazz Session uan” • Venerdì 15 Giugno “Jazz Session tu” • Venerdì 22 Giugno “Jazz Session tri” • Venerdì 29 Giugno “Jazz Session for” CAMPONGARA (VE) Via Arzerini, 48/1 Tel. 041 462140 info@al-fogher.it - www.al-fogher.it
n “pessimo biglietto di visita” per le spiagge di Sottomarina e Isola Verde alla vigilia dell’apertura della stagione balneare: i lavori di risistemazione degli arenili devono ancora cominciare. La denuncia arriva dal consigliere regionale Lucio Tiozzo (Pd) che, a metà maggio, critica il governo regionale per il mancato rispetto dei tempi previsti per i lavori di ripascimento finanziati per il 2012. “Nel bilancio regionale per l’anno in corso sono stati stanziati, su nostra richiesta - ricorda Tiozzo - 2 milioni di euro aggiuntivi alle risorse ordinarie per i ripascimenti degli arenili, di cui 500 mila euro per Isola Verde e Sottomarina. Un risultato fortemente atteso dalle amministrazioni locali e dalle categorie economiche”. Invece, osserva amareggiato Tiozzo, a maggio inoltrato le spiagge della costa sud veneziana mostrano ancora i segni evidenti di mareggiate ed erosioni. Difficile per gli stabilimenti predisporre chioschi, ombrelloni e i servizi vari di ac-
Il consigliere regionale Lucio Tiozzo coglienza ai turisti. “Il dovere del governo regionale non è solo di stanziare adeguati fondi - incalza - ma anche di vigilare sulla corretta tempistica sulle modalità di realizzazione dei lavori”. Il consigliere regionale del Pd chiede quindi che la Giunta Zaia “faccia pressing” in primo luogo sul Magistrato alle Acque, che in base ad un accordo di programma ha la responsabilità di effettuare i lavori, per non affossare l’ormai imminente stagione balneare, che in Veneto vale il 50 per cento dei flussi turistici.
Il Veneto in primo piano 39 9 Tagli al bilancio Nella nostra regione 63 milioni e mezzo di pernottamenti per il 62 per cento da parte di ospiti stranieri
Solo le briciole al turismo, “industria” da 15 miliardi Proteste da opposizione e maggioranza, intanto gli uffici di accoglienza locali rischiano di scomparire
di Nicola Stievano
I DATI Nel territorio
IL VENETO PIACE IN EUROPA E ASIA
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l turismo Veneto cresce ma le risorse si fanno sempre più esigue. Mentre si ingrossano le fila di viaggiatori, sia italiani che stranieri, che scelgono la nostra regione per le città d’arte o il mare, le terme o la montagna, la vacanza fuori porta o la settimana al lago, nonostante la crisi continui a picchiare duro, gli stanziamenti per il settore ormai sono ridotti al lumicino. Nella regione che conta oltre 62 milioni e mezzo di pernottamenti l’anno, di cui il 62 per cento da parte di ospiti stranieri, i fondi destinati al settore sono ormai ridotti al lumicino. Ormai gli stanziamenti della Regione sono ridotti all’osso: il bilancio destina le briciole e tutti protestano. Non solo le opposizioni ma anche gli stessi amministratori regionali che puntano il dito contro lo stato centrale sempre più avaro nei confronti di una regione come il Veneto, dove l’industria turistica continua ad essere un formidabile traino del terziario nazionale. Claudio Sinigaglia, consi- quanto riguarda il primo settore siamo passati dai gliere regionale del Partito Democratico, ha fatto 41,6 milioni, registrati con il rendiconto 2010, ai quattro conti e il quadro che ne ricava è desolante. 9,5 milioni che la Giunta ha proposto per il bilancio “Per quest’anno la Regione di previsione 2012. Un crollo preventiva una riduzione di Oltre due terzi verticale dunque, pari al -77%. risorse del 94% nell’arco delle risorse Non meno impressionante di due anni. Tutto scaricato in meno, a Venezia l’andamento della cultura: nel allegramente su Comuni e se la prendono 2010 al comparto sono stati Province. Ai primi si dice: ar- con il Governo assegnati 40,5 milioni, nel rangiatevi con gli introiti della 2012 la previsione è di 16,1, tassa di soggiorno. Alle seconde si “restituisce” il con una diminuzione del 60,2%”. Dal canto suo personale: peccato che l’ipotetica riassunzione dei l’assessore regionale al turismo Marino Finozzi redipendenti Iat equivale a rompere il patto di stabi- plica che, nonostante le ristrettezze e le imposizioni lità”. Critico anche Lucio Tiozzo, vicecapogruppo da Roma, la Regione cercherà di fare del suo medel Partito Democratico in Regione. “Negli ultimi glio. Lo ha ribadito commentando l’approvazione due anni, i bilanci regionali sono i migliori testimoni unanime da parte del Consiglio veneto del Piano del precipizio nel quale sono sprofondati i finan- esecutivo annuale 2012 di promozione turistica. ziamenti a favore del turismo e della cultura. Per “E’ paradossale che la Regione che ha la miglio-
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re economia turistica d’Italia e il maggior numero di ospiti e di pernottamenti, abbia a disposizione risorse sempre più ridotte nonostante il settore generi un fatturato annuo che si aggira sui 15 miliardi di euro e benché questo comparto economico crei lavoro, non sia delocalizzabile ed è anzi elemento di valorizzazione complessiva del territorio. Questa è però la situazione in cui si trova una Regione a statuto ordinario come la nostra, nonostante i nostri cittadini siano tra i primi contribuenti del Paese e benché non sia mai stato prodotto alcun ‘buco’ nel bilancio regionale. Vorrà dire che opereremo con ancora maggiore concretezza e oculatezza possibile”. Il Piano Esecutivo Annuale prevede per il 2012 di proseguire le iniziative, rivolte alla promozione e all’informazione turistica, che coinvolgono tutte le principali filiere promozionali regionali, esaltandone la complementarietà d’intenti e di finalità.
ei primi due mesi del 2012 la crescita sia degli arrivi sia delle presenze è determinata principalmente dagli ospiti provenienti da Paesi esteri. Questi sono infatti aumentati dell’11,3 per cento quanto ad arrivi rispetto ai primi due mesi dell’anno passato e del 13,1 per cento per numero dei pernottamenti, mentre i turisti italiani hanno fatto diminuire gli arrivi del 3,5 per cento e le presenze del 3,3 per cento. In testa alle presenze straniere si collocano in questi due primi mesi i francesi, cresciuti del 25,2 per cento, seguiti da tedeschi, aumentati del 7,2 per cento, inglesi e statunitensi, mentre i russi guadagnano il quinto posto con un aumento dei pernottamenti del 37 per cento. Il segmento di offerta che ha registrato i risultati migliori è risultato, paradossalmente, quello balneare, con una crescita del 37,8 per cento degli arrivi e del 42 per cento delle presenze, seguito dalla città d’arte che proseguono nella loro crescita con + 5,3 per cento di arrivi e + 7,4 per cento di presenze. La montagna ha invece pagato piuttosto cara la mancanza di neve, con un – 5,4 per cento di presenze e un – 3,6 di arrivi. “Sono numeri certamente significativi, specie se si tiene conto dell’attuale momento di crisi – ha commentato l’assessore Finozzi – anche se ritengo non corretto fare pronostici certi per la stagione ormai iniziata. Gli esperti hanno in ogni caso ricavato buoni auspici, sia per il 2012 sia per l’anno prossimo. Io mi limito a dire che siamo in controtendenza rispetto al resto d’Italia e che il Veneto conferma il suo straordinario appeal, fattore che riguarda soprattutto i turisti stranieri”. I dati confermano tra l’altro l’attenzione per la qualità dei turisti che scelgono il Veneto, dove la frequentazione di alberghi a quattro stelle aumenta del 6,7 per cento in termini di arrivi e del 7,7 per cento in termini di pernottamenti.
Convegno Coldiretti-Swg L’agriturismo in crescita esponenziale
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’è un settore che va in Veneto a dispetto della crisi, ed è quello dell’agriturismo. Questo è emerso convegno dal titolo chiarissimo “L’agriturismo con la A maiuscola”. Un evento organizzato da Coldiretti Veneto in villa Foscarini Rossi a Stra (Venezia) nelle scorse settimane a cui hanno partecipato 600 aziende di agriturismo da tutta la regione iscritte alla rete Terranostra su un totale di 1200. E’ così emerso che il 2011 è stato caratterizzato dal successo dell’eco vacanza in Veneto, risultato della vasta offerta di una campagna
curata e attrezzata, con percorsi alternativi, organizzati in pacchetti ma anche bellezze artistiche sconosciute ma preservate dagli agricoltori. Con l’11 per cento in più degli arrivi e oltre l’otto per cento delle presenze registrate negli alloggi, l’agriturismo dimostra percentuali raddoppiate rispetto alla media. Al tavolo dei relatori Roberto Weber direttore del centro studi Swg di Trieste ha incoraggiato gli operatori a codificare le numerose attività svolte spontaneamente in azienda affinchè il turista le interpreti come possibilità di svago, Sabrina Meneghello
ricercatore Ciset (centro internazionale studi del turismo) ha elencato gli sforzi del settore turistico che in Veneto traina l’economia con un contributo sul Pil che sfiora il 5%. Vediamo altri dati nel dettaglio. Secondo la ricerca di Swg-Coldiretti, la presenza di attrazioni naturalistiche e paesaggistiche incide per il 55% nella scelta di una meta turistica, a seguire la storia (49%), il relax e tranquillita’ (33%) e divertimento (22%).L’agriturismo piace ad un pubblico giovane anche se il “core business” rimane la famiglia. Non ci sono solo le tipicità da degu-
stare ma anche attività sportive. Le novità proposte dagli imprenditori agricoli interessano la sfera sociale: lezioni di cucina per non vedenti, la cura e benessere del corpo, i centri estivi, ma anche quel quid che nella ristorazione di città non si trova. Da non sottovalutare che in una fattoria trovano ospitalità anche gli amici a quattro zampe: quasi un terzo degli operatori accoglie con simpatia l’amico “fido” a volte anche in appositi spazi per non creare disagi agli ospiti a tavola. A.A.
40 Voci da palazzo
Voci da palazzo 11
Economia La risposta alla crisi nell’intesa tra Regione e associazioni di categoria
Il “Patto del Veneto” promette la ripresa Da qui alla prima metà del 2013 la Regione metterà a disposizione 1,2 miliardi di euro. Per l’opposizione: “E’ fumo negli occhi” di Fortunato Marinata
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a crisi in Veneto ha toccato livelli drammatici. La situazione economica, infatti, non è delle più rassicuranti, la disoccupazione colpisce un giovane su quattro e la lista con i nomi di coloro che si sono tolta la vita, a causa della perdita del lavoro, continua ad allungarsi di settimana in settimana. Iniziano a mancare i soldi ma più di tutto si avverte la carenza di prospettive. Non ci sono “ricette” per uscire dalla crisi e il solo “resistere” potrebbe non essere sufficiente per vedere la fine di questo lungo periodo di “empasse”. Il “Patto del Veneto”: annunciato, sottoscritto da Regione forze economiche e sindacali (senza Cgil e Uil) ma fortemente contestato dalle opposizioni è stato presentato come lo strumento adatto a colmare buona parte di questo vuoto. Infatti si tratta di un documento programmatico sottoscritto dall’Anci, dall’Urpv, dagli industriali, dalle associazioni agricole, da quelle del commercio, dagli artigiani, e dai sindacati che impegna, da qui alla prima metà del 2013, circa 1,2 miliardi di euro per il rilancio e la crescita economica del Veneto. Secondo le opposizioni di Palazzo Ferro Fini, si tratterebbe di puro fumo negli occhi perché le somme stanziate sarebbero sempre quelle del bilancio di previsione ma secondo il governatore Luca Zaia il risultato importante è quello di essere riusciti a mettere attorno ad un progetto parti sociali ed economiche dell’intera regione. “E’ la grande occasione per dire che in Veneto, per la prima volta, tutti si stringono attorno a un Patto il che significa aver individuato i problemi, le risorse e le soluzioni – ha infatti spiegato il governatore, lamentando che non altrettanto sta facendo il Governo – il tavolo tra Regione Veneto e parti sociali ha avuto il coraggio di riorganizzare tutte le linee di investimento: migliorando la sinergia, limitando gli sprechi e facendo economia di scala. E’ un modo
Nella foto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia per individuare degli obiettivi e perseguirli congiuntamente. Se per tutti l’emergenza è nell’occupazione giovanile allora per tutti deve essere prioritario l’investimento rivolto al sostegno del lavoro per le nuove generazioni”. Zaia ha ricordato che questo atto è il terzo grande provvedimento dell’Amministrazione regionale per lo sviluppo del Veneto. “Dopo l’insediamento della Giunta – ha detto - abbiamo subito parlato della necessità dell’accesso al credito e abbiamo messo in piedi il fondo di 1,9 miliardi di euro che dopo gli opportuni aggiustamenti di spread, di procedure e anche dopo l’intesa con Confidi, oggi è operativo; sono già arrivate decine di richieste alla finanziaria regionale. C’è stata poi la proroga dei fondi di rotazione, nuovo carburante per l’occupazione, per le imprese, per la crescita. E ora c’è la firma del Patto”. Ma che cosa prevede nello specifico? Nel protocollo esiste una prima fase nella quele verranno stanziati finanziamenti a sostegno di progetti per la creazione di nuovi posti di lavoro. Si tratta di 400 milioni dei quali 160 milioni saranno destinati a favore delle imprese (un plafond ancora da quantificato sarà specifico per pmi e confidi), 40 milioni saranno destinati al lavoro, 140 per favorire l’occupazione giovanile e 60 milioni per
Pietrangelo Pettenò, Federazione della Sinistra
“SOLO PROPAGANDA, ESTROMESSO IL CONSIGLIO”
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olo “vuota propaganda”. Pagine di “poesia” che non trovano traduzione in “misure concrete e in risorse finanziarie determinate”. Ma, soprattutto, un piano partorito senza coinvolgere il Consiglio regionale e le maggiori organizzazioni sindacali del Veneto. Così Pietrangelo Pettenò, consigliere della Sinistra veneta nell’assemblea legislativa regionale, definisce il piano di sviluppo per il Veneto firmato dal presidente Zaia con i rappresentanti di categoria e di una parte del sindacato. Pettenò intende impegnare la giunta Zaia - attraverso la mozione depositata in Consiglio - a Pietrangelo riaprire il confronto con le organizzazioni sindacali che non hanno sottoscritPettenò to il piano (Cgil e Uil) e a ridiscuterne contenuti e indirizzi con il Consiglio regionale. “Il Piano per lo Sviluppo presentato da Zaia - spiega Pettenò nella mozione - risulta essere un documento propagandistico, che all’inconsistenza delle misure indicate, alla esiguità e indeterminatezza delle risorse finanziarie destinate, somma una procedura nella sua definizione che determina la rottura con le organizzazioni sindacali che rappresentano la grande maggioranza dei lavoratori del Veneto”. Per Pettenò il piano è privo di un disegno strategico per il rilancio dell’occupazione e di proposte per sostenere la green economy, l’edilizia rivolta al recupero del territorio, il rilancio dell’area strategica di Porto Marghera, il reddito dei lavoratori precari, in cassa integrazione e in mobilità. Inoltre non contiene alcuna misura per favorire il rispetto della legalità, il contrasto dell’evasione fiscale, della contraffazione e dell’economia criminale e per scoraggiare fenomeni come la delocalizzazione. Né contiene indicazioni su tempi e contenuti per l’approvazione del piano energetico regionale. “Ritengo grave e inaccettabile - conclude Pettenò - che il Presidente della Giunta regionale abbia ritenuto di non dover esporre il piano in Consiglio regionale, rifiutandosi di aprire una doverosa discussione e un serio confronto politico nel merito delle scelte e degli indirizzi assunti”.
interventi sul territorio. Altre voci del documento riguardano il Turismo con un impegno di 10 milioni di euro, altri 16 andranno a ricerca e innovazione, al reinserimento dei lavoratori in cassa integrazione invece sono stati destinati 30 milioni di euro e al sostegno dell’imprenditoria giovanile e femminile sono preventivati 11 milioni di euro. Altre somme sono state destinate alle infrastrutture compreso il sistema ferroviario metropolitano, con capitoli di spesa che parlano di 50 milioni di euro nel primo caso e 14,5 milioni per la Sfmr. Tra i beneficiari manca l’area di Porto Maghera e proprio questa omissione è la causa che ha fatto rimanere lontana dal tavolo della firma la Cgil. “Se uno pensa di parlare di industrializzazione in una regione come il Veneto – ha speigato il segretario nazionale della Cgil Susanna Camusso – e salta Porto Marghera, sta parlando di farfalle. Non sta parlando di cosa fare concretamente”. Pronta la risposta del presidente Zaia rivolta proprio a chi non ha firmato il patto: “La porta è sempre aperta come la nostra disponibilità a fare questo percorso assieme; si fa per fasi: questa è stata la prima, la seconda è pronta per essere scritta”.
Laura Puppato, Partito Democratico
GRANDE RISULTATO O SQUILLO DI TROMBA?
Ipse dixit Clodovaldo Ruffato, Popolo della Libertà
“FINALMENTE RISPOSTE STRUTTURALI ANTI CRISI”
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on il patto per lo sviluppo del Veneto, finalmente si potrà passare dalla fase difensiva fin qui tenuta Clodovaldo per parare i colpi della Ruffato crisi, soprattutto con gli ammortizzatori sociali, ad una fase attiva mettendo in campo politiche concrete (si calcola 1,2 miliardi di euro fino al primo trimestre del 2013) e, soprattutto, non episodiche per cercare di dare risposte ai problemi strutturali arrivando all’origine delle difficoltà che colpiscono aziende, lavoratori, famiglie, insomma tuta la società veneta, con durezza finora mai vista dall’ultimo dopoguerra”. Lo ha affermato, il presidente del Consiglio regionale del Veneto Clodovaldo Ruffato il quale sottolineando soprattutto l’importanza del nuovo ruolo che il patto affida ad importanti enti regionali come “Veneto sviluppo” e Veneto promozione” e della radicale riforma, all’insegna di “più sinergie e meno sprechi”, nel campo della ricerca tecnologica finalizzata all’innovazione che verrà concentrata su pochi centri specializzati al posto degli attuali 88. “Veneto Sviluppo in particolare - aggiunge Ruffato - potrà affrontare uno dei nodi centrali della crisi, la stretta creditizia, selezionando i suoi interventi puntando in modo particolare sulla green economy e alle imprese in fase di avviamento (start up)”. “Non meno importante - afferma ancora il presidente dell’assemblea regionale - la riforma delle politiche del lavoro e del welfare stabilita dal patto trasferite dalle Province a “Veneto lavoro” creando, tra l’altro, le premesse alla regionalizzazione dell’ispettorato del lavoro”. “Quanto all’adesione finora parziale delle organizzazioni sindacali - conclude Ruffato - mi auguro che, quando le politiche previste dal patto cominceranno ad essere applicate, essa possa estendersi a tutte le componenti in modo da rappresentare nella sua interezza il mondo del lavoro veneto”. Azzalin e Tiozzo, Partito Democratico
UN PACCO VUOTO DI CONTENUTI
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rima di vendere come grande risultato questo patto per il Veneto, Zaia faccia luce su una serie di questioni ancora tutte da chiarire”. Ad affermarlo, è stata la capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Laura Puppato e la segretaria regionale democratica, Rosanna Filippin. “Fino a prova contraria, diciamo intanto, che quelle snocciolate sono cifre già messe a bilancio o che fanno riferimento a stanzia- Laura Puppato menti europei (Fers, Fas) e dunque non si vedono all’orizzonte novità di rilievo. Ci chiediamo poi dove sono e come sono stati investiti questi miliardi a favore del mondo del lavoro citati da Zaia. Ma soprattutto qualcuno dovrebbe informare il presidente che i bilanci si fanno a dicembre, nel caso del Veneto purtroppo a marzo inoltrato, ed è lì che si determinano le somme disponibili ed i vari capitoli. Tutto il resto appartiene alla categoria degli squilli di tromba. “Dal punto di vista della concertazione - concludono le due esponenti del Pd - questo patto esclude di fatto il Consiglio regionale e due dei tre maggiori sindacati, ovvero Cgil e Uil che non hanno messo la loro firma all’accordo. Può considerarsi un successo questa divergenza tra le organizzazioni sindacali? C’è il dubbio che si tratti dell’ennesima operazione di marketing politico ma senza nuovi soldi veri”.
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n pacco povero di contenuti, lo definiscono così i consiglieri regionali del Pd Graziano Azzalin e Lucio Tiozzo, il Patto dello sviluppo presentato dal presidente Luca Zaia. I due esponenti democratici sostengono che in realtà i contenuti sono molto poveri. “Visto anche che dal punto di vista dei fondi a disposizione - precisano - non si aggiunge nulla di nuovo rispetto ai finanziamenti europei ed a quanto stanziato in Bilancio. Certo, le intenzioni sono buone e da condividere, un po’ meno l’uso strumentale e il dare più importanza al contenitore che al contenuto che, tanto per aggiungere un dettaglio, dribbla molte delle questioni concrete sul tappeto, come sottolineato anche dalla segretaria della Cgil Susanna Camusso”.
10 Intorno a noi
Intorno a noi 41
Fiori d’arancio In Veneto le nozze sono in calo, ma crescono le cerimonie low cost
Sposarsi in tempo di crisi purché, sia il giorno più bello di Nicola Stievano
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i si sposa di meno, le convivenze si fanno più lunghe e continuano a crescere i matrimoni civili. Nel giro di pochi anni il Veneto ha cambiato pelle e i “fiori d’arancio” diventano merce rara, soprattutto nel bel mezzo di una crisi di cui nessuno riesce ancora a cogliere la portata. In Veneto il numero di matrimoni scende, ormai siamo sotto quota 16 mila l’anno, mentre appena tre anni fa sfioravano i 19 mila. Nella nostra regione si contano 3,4 matrimoni ogni mille abitanti, al di sotto della media nazionale del 3,8 per mille e le motivazioni sono le stesse degli anni precedenti: allungamento delle convivenze, molte delle quali si consolidano come tali, incertezza sul lavoro, difficoltà economiche hanno il loro peso. Eppure, nonostante tutto, chi arriva al matrimonio è più convinto e determinato che mai, ed è anche disposto a mettere in preventivo un bel po’ di sacrifici e rinunce affinché il giorno più bello sia effettivamente ricordato come tale. In fondo oggi le cosiddette “convenzioni sociali”, osservano gli addetti ai lavori, sono meno stringenti del passato e ci si può sposare anche con un budget ridotto all’osso, tagliando su lista degli invitati, ristorante, partecipazioni, bomboniere, allestimenti e viaggio di nozze. Se i matrimoni “low cost” sono in crescita, soprattutto fra le coppie più giovani e anticonformiste, chi sceglie la formula “classica” è ancora più determinato e sempre più spesso si fa aiutare da esperti del settore, i “wedding planner”, una professione che è cresciuta in maniera inversamente proporzionale rispetto al numero dei matrimoni. “Si rivolgono a noi soprattutto
La wedding planner “Cerchiamo insieme la formula ideale, ottimizzando costi e calendario” giovani e professionisti che non hanno molto tempo a disposizione oppure chi ha intenzione di sposarsi a breve. - spiega Antonia Macrì, wedding planner padovana di “Chicchi d’arancio” - E non si tratta solamente di coppie che vogliono spendere cifre importanti, perché ci sono soluzioni per tutte le tasche e il nostro compito è proprio quello di trovare la formula migliore, in tutti i sensi, compreso quello economico. Negli ultimi tempi abbiamo notato un calo di richieste, a causa della crisi. Personalmente mi sono trovata con futuri sposi che hanno perso il lavoro prima delle nozze. A quel punto abbiamo rivisto il budget senza compromettere l’eleganza e l’unicità di un giorno così importante”. Ma quanto costa, in media, sposarsi in Veneto oggi? Difficile ottenere una risposta precisa, ma la fascia di prezzo più frequente va dai 18 ai 25 mila euro, a seconda delle richieste della
Coniugare budget ed eleganza è ancora possibile, anche chi perde il lavoro non rinuncia a salire all’altare
Sopra Antonia Macrì, wedding planner, e una sua creazione
PAVIMENTI
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ARREDO GIARDINO STUFE E CAMINETTI
coppia. “Riusciamo ad organizzare eventi anche con budget ridotti, senza per questo incidere sulla qualità. - continua Antonia - Anzi è qui che si vede il nostro lavoro perché in breve tempo riusciamo a dare i consigli giusti e trovare le soluzioni ideali affinché tutto funzioni per il meglio. Chi poi vuole un matrimonio sfarzoso arriva a spendere anche 50 mila euro. Chi invece vuole risparmiare sceglie di ridurre il numero degli invitati, ad esempio, e risparmiare su altri costi”. Fa parte del lavoro anche tranquillizzare le coppie spaventate da costi e incombenze, perché il matrimonio sia il loro giorno più bello, al di là del budget.
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I dati della Fondazione Nordest
CHIESA E COMUNE ALLA PARI
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n Veneto i matrimoni civili quasi più numerosi di quelli religiosi. A Nordest ormai una persona su due sceglie di sposarsi in Comune. Un cambiamento forte, questo, che ha investito il Veneto negli ultimi anni (si è passati dal 37.9% dei matrimoni civili nel 2004 al 45,4% nel 2009) e che ha visto il superamento del 50% in Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia (55,4% in Trentino, 54,5% in Friuli), mentre in Italia il dato rimane fermo al 37,2%. Ancora più rilevante, poi, il riferimento al tasso di nuzialità (annuo). “Le tre regioni del Nordest anticipano l’andamento calante di tutta Italia posizionandosi tutte al di sotto del valore medio nazionale”, ha spiegato Daniele Marin, direttore scientifico della Fondazione Nordest. I dati sono stati presentati al convegno ecclesiale del Nordest di Aquileia: “Ci sono stati grandi cambiamenti di stili di vita in questi anni – spiega monsignor Antonio Mattiazzo, vescovo di Padova – quelli che vediamo intorno a noi sono cittadini smarriti, senza speranze per il futuro, a volte anche da giovanissimi. Vogliamo contribuire a ridare un’anima al Nordest, a sostenerne gli abitanti, che in questo momento difficile sembrano persi e senza appigli concreti”.
42 12 Cultura veneta Palazzo Grassi fino al 15 luglio Più di trenta opere dell’artista newyorkese
Il mondo interpretato da Urs Fischer
CÀ FOSCARI Le Venezie di Congdom
Scultura, pittura, installazione e il suo studio, riprodotto nei minimi particolari per far rivivere il suo processo creativo di Alain Chivilò
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ell’alternanza tra artisti contemporanei e collettive che partono dalla ricca Collezione Francois Pinault, è di scena a Palazzo Grassi a Venezia fino al 15 luglio Urs Fischer (Zurigo 1973) con la mostra “Madame Fisscher”. Già dalla data la fugacità. Si parte proprio dall’opera “Madi nascita si evince che è il primo artista dame Fisscher” che riproduce il suo studio vivente ad essere esposto in una personale nei minimi particolari facendo rivivere il a Palazzo Grassi, in una delle sue più impor- processo creativo del Maestro, per passare tanti esposizioni tra quelle fatte in Europa. a “untitled” del 2012 con un ritratto in L’atrio centrale e il primo piano c’introduco- cera di se stesso e dell’amico artista Rudolf no nel mondo dell’artista, che vive a New Stingel in cui i lumini consumano le stesse York, con più di trenta opere. Una sapiente evidenziando la trasformazione e i limiti del guida gratuita aiuta il visitatore a capire corpo e dell’opera d’arte, arrivando a “Necrophonia” del 2011 la logica e la chimica con la ricostruzione dei lavori di Fischer E’ il primo non sempre di facile artista vivente di un atelier dove e immediata compren- al quale il centro una modella vivente sione. Scultura, pittura espositivo dedica professionista, dell’Ace installazione sono le una personale cademia di Belle Arti, tecniche espressive, posa tra le opere in un mentre i materiali vanno dal bronzo e cera passaggio tra vivente e artificiale. Altri temi ad apparecchi meccanici e specchi. Una sono la banalità del quotidiano, il gioco creatività dell’artista logica e assurda, in un dell’oggetto con la sua ombra, l’idea del equilibrio di diversi elementi quali l’humour, movimento, la messa in ridicolo di vizi e la realtà, l’eternità, l’illusione, la violenza e dipendenze e il teatro dell’assurdo. Palazzo Bomben, Treviso IL PREMIO INTERNAZIONALE CARLO SCARPA
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Treviso, fino al primo luglio, nelle tre principali sale espositive di Palazzo Bomben, sede della Fondazione Benetton Studi e Ricerche, è di scena la XXIII edizione del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino 2012. Nelle finalità del Premio c’è il focus di contribuire a elevare e diffondere la cultura di “governo del paesaggio”, proponendosi come occasione e strumento per fare conoscere il lavoro intellettuale e manuale, al fine di governare le modificazioni dei luoghi per salvaguardare e valorizzare i patrimoni autentici di natura e memoria. Una giuria sceglie annualmente un luogo e per l’edizione del 2012 il premio è andato, con voto unanime, al Bosco di Sant’Antonio situato nelle montagne d’Abruzzo e precisamente nel comune di Pescocostanzo. L’area ha una dimensione di circa 500 ettari ed è situata nel Parco della Maiella. La composizione boschiva consta di alcune migliaia di grandi alberi, tra i quali cinquecento sono rappresentati da faggi secolari. Questo bosco è definito da Elena Croce come “un santuario della natura e della civiltà pastorale”. In quest’ambito, l’interessante percorso espositivo testimonia il luogo prescelto in tre sezioni: la prima illustra materiali fotografici e cartografici per inquadrare il luogo, la seconda tratta aspetti naturalistici del bosco e del patrimonio vegetale all’interno dei paesaggi abruzzesi, l’ultima invece è video con il film documentario del 1994 di Ermanno Olmi “Mille anni”, che inquadra il Bosco di Sant’Antonio tra natura e civiltà. Al.Ch.
IN BREVE
L’opera “Necrophonia” del 2011 con la ricostruzione di un atelier dove una modella vivente professionista, dell’Accademia di Belle Arti, posa tra le opere in un passaggio tra vivente e artificiale
enezia è così esageratamente raffinata. Le percezioni degli altri e di lei stessa non ti lasciano mai in pace. Persino la luce, proiettata dal campanile sulla piazza, acquista una qualità architettonica e il pesante campanile vi diventa leggero”. Così Venezia è pensata dal pittore William Congdon (Providence 1912 – Milano 1998) che tra il ’48 e ’60 vi soggiorna. Nel centenario della nascita, fino al 8 luglio nel piano nobile dell’università Cà Foscari Esposizioni, “William Congdon a Venezia. Uno sguardo americano” è la prima mostra del Maestro a Venezia con opere riguardanti la città Serenissima. Una quarantina di opere unite a lettere, schizzi, video e gigantografie di opere non disponibili per l’esibizione. Con New York la città lagunare ha un ruolo fondamentale per la sua ricerca e l’agire pittorico. Partendo dalla scuola dell’action painting americana e dalle opere di Dubuffet viste a Parigi durante la guerra, interpreta soggetti tradizionali quali Piazza San Marco, palazzo Dario, i tetti e Canal Grande incidendo nell’olio e nell’acrilico con un punteruolo. Con questa tecnica rende una Venezia fuggente, in movimento che appare magicamente da una sorta di foschia tendente a colori scuri e nel contempo spaziale all’interno di contrasti di luce. L’oro, che proviene dalla tradizione bizantina, è utilizzato da Congdom per dare vivacità e risalto all’edificio come un’illuminazione artificiale. Una mostra dunque da visitare per comprendere un punto di vista di Venezia non consueto, perché figlio di una pittura d’azione che si presentava al mondo.
Canaletto a Palazzo Grimani
“SCHIZZI D’AUTORE”
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pittori vedutisti avevano la caratteristica di possedere schizzi, studi di luoghi che visitavano o vivevano per riprodurli in opere anche a distanza di anni. I riferimenti presi permettevano di lavorare in studio proponendo soggetti di un luogo anche trovandosi altrove. In quest’ambito a Venezia, presso Palazzo Grimani, fino al 1 luglio la mostra “Canaletto. Il Quaderno veneziano” permette di apprezzare il taccuino, raramente visibile al pubblico, di schizzi del pittore vedutista che come pochi ha saputo dare un taglio internazionale al Vedutismo. Un volume non di grandi dimensioni (mm 175 X 235), composto da sette fascicoli sciolti rilegati successivamente nell’Ottocento, che riporta commenti e schizzi dai materiali ai luoghi ritratti, dalle annotazioni sui colori, dalle correzioni e abrasioni, all’impiego della punta metallica, ai cambi d’inchiostro. Ulteriori fogli sono proposti come i sette dalla Galleria Nazionale d’Arte Antica di Trieste, i sette dalla collezione Corniani-Algarotti, lo “scarabotto” con il Canal Grande di fronte alla Salute e il Traghetto di San Moisè e i due fogli rispettiva-
mente dalla Fondazione Cini e dal Museo Correr. A completamento dipinti a olio provenienti da collezioni pubbliche e private segnano il passaggio dallo schizzo alla vera realizzazione. Supporti audiovisivi e digitali, uniti a un modello funzionante di camera ottica che fa vedere le vedute come le osservava Canaletto, permettono al visitatore di conoscere quest’aspetto fondamentale del Maestro poco approfondito nelle grandi esibizioni.
Palazzo Franchetti a Venezia
L’abilità incisoria di Picasso
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egli spazi dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti di Palazzo Franchetti a Venezia fino all’8 luglio, “Picasso e Vollard. Il genio e il mercante” è la mostra che per la prima volta in Italia disamina il rapporto tra il mercante d’arte Ambroise Vollard e Pablo Picasso. Un’intersezione tra il gallerista scopritore di artisti sconosciuti o “secondari”, d’intuito sopraffino e forti doti commerciali, con il pittore inventore del Cubismo che con la sua tecnica ha stregato future generazioni d’artisti, critici e amanti dell’arte. Ambroise Vollard (1866 – 1939) oltre a organizzare la prima monografia su Paul Cezanne nel 1895, offrì al giovane Picasso (1881 – 1973) la possibilità di esporre nel 1901 all’interno della sua galleria. Da qui fino alla morte di Vollard tra i due si
sviluppa una relazione d’amicizia, d’affari e di stima reciproca. Il critico Félicien Fagus scrive “ecco: ho appena visto da Vollard la mostra del giovane pittore (spagnolo si capisce) con un temperamento meraviglioso”. Tecniche incisorie quali l’acquaforte, la puntasecca e l’acquatinta sono rappresentate da oltre 150 opere, con la serie completa delle 100 incisioni della “Suite Vollard”, a cui Picasso lavorò dal 1927 al 1937, la “Minotauromachia” una delle sue principali opere grafiche, “l’Histoire Naturelle” con gli animali di Buffon e i “Saltimbanchi” con la celebre acquaforte “Le repas frugal al chefs d’oeuvre inconnue” di Balzac. Una tecnica incisoria ricca e di classe per un Picasso intramontabile nelle sue decadi “Le repas frugal al chefs artistiche d’oro. Al.Ch. d’oeuvre inconnue”
44 Cultura veneta
Cultura veneta 13
Editoria Presentati a villa Contarini 17 volumi sulla storia dell’arte
PalaBassano dal 31 luglio
“La pittura nel Veneto”
MOMIX CON LO SPETTACOLO “BOTANICA”
Daverio: “Alle fasi di decadenza politica sono coincise stagioni artistiche di qualità insuperabile” di Vesna Maria Brocca
N
ella splendida cornice di Villa Contarini a Piazzola sul Brenta (Padova) sono stati recentemente presentati i 17 volumi di cui è composta la collana dal titolo “La pittura nel Veneto”, realizzata in un percorso più che ventennale che ha visto impegnati la Regione del Veneto in collaborazione con la casa editrice Electa. “Nel creare questi volumi non abbiamo avuto in mente un tipo di pubblico rigidamente determinato - spiega in una nota l’Editore; abbiamo cercato che fossero storiograficamente solidi, pieni di cose, di dati, di opinioni, nella convinzione che simili caratteristiche per loro conto ne allargherebbero il pubblico, da quello degli addetti ai lavori che vi si attendono il punto aggiornato della ricerca e possibilmente gli ultimi progressi e novità degli studi, a quello dei dilettanti, nel senso filologico (e dunque migliore) del termine, che vogliono una lettura piacevole di dati affidabili”. Il comitato scientifico de “La pittura nel Veneto” è formato da Enrico Castelnuovo, Michel Laclotte, Michael Levey, David Rosand e Federico Zeri. Nell’ambito della giornata di studio in Villa Contarini il piano dell’opera è
Nelle due foto la copertina delle pubblicazioni e il vicepresidente della regione Marino Zorzato (a destra) in compagnia del critico Philippe Daverio
stato poi illustrato dal responsabile editoriale della collana, Carlo Pirovano, mentre il critico d’arte Philippe Daverio, nella sua brillante “lectio magistralis” sulle caratteristiche del tessuto sociale e della pittura veneta, ha evidenziato il paradosso di una realtà che più perde potere sul piano politico e commerciale (a partire da Cambrai nel 1508) e più assume qualità estetica. “Una decadenza formidabile – ha detto Daverio – con momenti artistici di qualità insuperabile”. L’arte diventa sostegno anche dell’attività economica, com’è avvenuto con le ville venete. Il
critico ha poi concluso esortando i veneti di oggi a riappropriarsi dell’antica energia e a difendere con forza questa eccezionale eredità culturale, imparando soprattutto a comunicarla anche per tornare ad essere competitivi. “Si continua a dire che la cultura sarà il motore dello sviluppo futuro – ha sottolineato invece il vicepresidente della giunta regionale e assessore alla cultura Marino Zorzato – ma servono atti concreti. Noi dobbiamo quindi riscoprire il nostro grandissimo patrimonio culturale, promuovendolo insieme al territorio, al paesaggio e al turismo”.
M
omix, la compagnia capeggiata dal geniale danzatore e coreografo statunitense Moses Pendleton, sarà al PalaBassano - dal 31 luglio alle 21 - per tre serate di magia, tra danza e illusione. Il cartellone di Operaestate torna ad ospitare una delle più prestigiose compagnie teatrali al mondo di ballerini-illusionisti ch sin dalla fondazione (1980) ha acquisito grande notorietà per la sua capacità di evocare un mondo di immagini surreali utilizzando il corpo, costumi, attrezzi, luci e giochi d’ombra. I Momix saranno a Bassano con lo spettacolo “Botanica”, già definito il loro cavallo di battaglia, che presenta un viaggio all’interno di una natura meravigliosa ed affascinante, fortemente minacciata dalle costanti e irragionevoli incursioni da parte dell’uomo, dove i corpi dei Momix evocano il movimento leggero che sta dietro la vita segreta degli alberi, il ronzio delle api, il tepore di una certa ora del giorno, i manti erbosi ricoperti di fiori e mossi dai canti degli uccelli, mentre rane gracidanti sembrano accogliere con il loro canto la sinfonia di un temporale d’agosto. Prevendite on line già attive al sito http://www.vivaticket.it Informazioni: ufficio V.M.B. Operaestate tel. 0424.519819
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di Chioggia www.lapiazzaweb.it www.lapiazzaweb.it
Periodico d’informazione locale. Anno XIX n.57
Il cibo buono, pulito, gusto dei locali, una vera rivoluzione
prodotti
Rendez vous
Prandstraller: “Racconto ciò che la Tv non mostra” pagg.
8-9
Arte
Il graffio giovanile di Giorgio Celiberti pag.
10-11
Luoghi da scoprire
C’è chi li chiama orti urbani e chi giardini famigliari, altri presidi gentili. Un modo diverso di intendere la terra
Lessinia, un territorio da vivere
alle pagg. 5-6-7
pag.
14
Sì, viaggiare Peppone e Don Camillo forever
P
apa Benedetto XVI ha confessato di guardare spesso i film di Peppone e Don Camillo...Sono quelli che lo divertono di più. Il mito dei personaggi di Nino Guareschi è intramontabile, anzi sembra rinnovarsi nel tempo. Tanto che Brescello, il piccolo paesino della campagna reggiana affacciato sul Po, è diventato meta di un “pellegrinaggio” incessante di appassionati delle avventure del prete combattivo e dispettoso interpretato da Fernandel e del sindaco comunista, burbero ma buono, interpretato da Gino Cervi. continua a pag. 16-18-19
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Il cibo buono, pulito, gusto dei prodotti locali, una vera rivoluzione
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C’è chi li chiama orti urbani e chi giardini famigliari, altri presidi gentili. Sono sempre più richiesti e diffusi. Anche questo è un modo di cambiare il presente partendo dal basso grazie alla partecipazione diretta dei cittadini di Germana Urbani
E
’ da non credere, eppure è vero: l’ultima moda in fatto di corsi serali è una serie di incontri su “Come fare l’orto”. Ed è così sia in città che in campagna dove, a ben vedere, sono tantissime le persone che sanno fare l’orto eppure… “Mi hanno chiamato per una serie di serate sull’orticultura – racconta Giorgio Rigoni Candida, ex insegnante all’Istituto agrario di Bassano – in un comune di campagna. Io ho provato a dissuaderli pensando che non sarebbe venuto nessuno… Un conto è fare i corsi in un quartiere cittadino dove stanno per assegnare i cosiddetti orti urbani a gente che non ha mai avuto un fazzoletto di terra, un conto è proporli a chi è cresciuto tra frutteti e orti. Invece chi mi ha contattato ha insistito e mi ha convinto a provare almeno una sera. Capirete la mia sorpresa quando mi sono trovato davanti oltre 80 corsisti! E la cosa si è ripetuta per il resto degli incontri e la richiesta è venuta poi anche dai comuni limitrofi e così andando…” Sarà la crisi che spinge la gente a riprendere in mano vanga e zappa per coltivare le proprie verdure? In parte forse sì ma dietro a questo trend fortemente in crescita c’è anche molto altro se si pensa che più o meno tutte le città venete stanno incrementando le aree adibite ad orti urbani. Negli ultimi due mesi la sola Padova ha assegnato 205 orti da trenta metri quadrati ciascuno e disposti in una zona recintata e dotata di appositi rubinetti per l’irrigazione. L’obiettivo dell’amministrazione è quello di consegnarne altri 350 nel giro di pochi mesi. Ne hanno fatto richiesta famiglie, associazioni, pensionati ma anche liberi professionisti single, segno che il ritorno alla terra è davvero un richiamo che colpisce tutti al cuore. Il fenomeno si spiega in molti modi. Certamente per qualche famiglia e per qualche pensionato può es-
sere interessante il risparmio sugli acquisti che deriva dal coltivarsi da sé frutta e verdura. Tuttavia, rispetto alla richiesta di qualità organolettica del cibo, connessa alla possibilità di consumo entro tempi molto brevi dal raccolto, la proposta dell’orto urbano è assolutamente gratificante. Non mancano però i cultori della vita a contatto della natura, amanti del chiacchiericcio pomeridiano, appassionati di barbecue, gruppi di giovani che fingono di zappare e volentieri bevono insieme qualche birra seduti sull’erba fino a tarda ora, svolgendo in questo modo anche una funzione civica non da poco: si allontanano dalla zona eventuali presenze indesiderate. L’orto in città, in altre parole, ha una funzione sociale: coltivando la terra si coltivano rapporti umani e si presidia il territorio. Lo storico dell’urbanistica statunitense Richard Ingersoll ha definito il fenomeno agricivismo sottolineando come la partecipazione attiva dei cittadini renda più “urbano” ogni spazio perché crea legami so-
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Attualità
>> L’orto di casa mia
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’ da non credere, eppure è vero: l’ultima moda in fatto di corsi serali è una serie di incontri su “Come fare l’orto”. Ed è così sia in città che in campagna dove, a ben vedere, sono tantissime le persone che sanno fare l’orto eppure… sull’or“Mi hanno chiamato per una serie di serate sull’or ticultura – racconta Giorgio Rigoni Candida, ex insegnante all’Istituto agrario di Bassano – in un comune di campagna. Io ho provato a dissuaderli pensando che non sarebbe venuto nessuno… Un conto è fare i corsi in un quartiere cittadino dove stanno per assegnare i cosiddetti orti urbani a gente che non ha mai avuto un fazzoletto di terra, un conto è proporli a chi è cresciuto tra frutteti e orti. Invece chi mi ha contattato ha insistito e mi ha convinto a provare almeno una sera. Capirete la mia sorpresa quando mi sono trovato davanti oltre 80 corsisti! E la cosa si è ripetuta per il resto degli incontri e la richiesta è venuta poi anche dai comuni limitrofi e così andando…” Sarà la crisi che spinge la gente a riprendere in mano vanga e zappa per coltivare le proprie verdure? In parte forse sì ma dietro a questo trend fortemente in crescita c’è anche molto altro se si pensa che più o meno tutte le città venete stanno incrementando le aree adibite ad orti urbani. Negli ultimi due mesi la sola Padova ha assegnato 205 orti da trenta metri quadrati ciascuno e disposti in una zona recintata e dotata di appositi rubinetti per l’irrigazione. L’obiettivo dell’amministrazione è quello di consegnarne altri 350 nel giro di pochi mesi.
La terra ha un v diventare luogo d
sere interessante il risparmio sugli acquisti che deriva dal coltivarsi da sé frutta e verdura. Tuttavia, rispetto alla richiesta di qualità organolettica del cibo, connessa alla possibilità di consumo entro tempi molto brevi dal raccolto, la proposta dell’orto urbano è assolutamente gratificante. Non mancano però i cultori della vita a contatto della natura, amanti del chiacchiericcio pomeridiano, appassionati di barbecue, gruppi di giovani che fingono di zappare e volentieri bevono insieme qualche birra sese duti sull’erba fino a tarda ora, svolgendo in questo modo anche una funzione civica non da poco: si allontanano dalla zona eventuali presenze indesiderate.
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ciali e può rispondere a un fabbisogno locale, può coinvolgere le parti più deboli delle società. E può insegnare ai bambini, che hanno un’idea industriale del cibo, da dove vengono le cose che si mangiano. A questo proposito vanno ricordate le centinaia di progetti didattici attivati dalle scuole dell’infanzia e primarie del Veneto che vedono i bambini protagonisti attivi di orti scolastici realizzati grazie allo zelo di qualche nonno esperto e alla buona volontà di insegnanti sensibili al tema. L’esperienza della coltivazione degli orti urbani, inoltre, ha interessato anche le carceri. Alla Giudecca, a Venezia, si è sperimentata con buoni risultati l’esperienza della coltivazione e i detenuti ne hanno tratto un notevole beneficio riappropriandosi dello scorrere del
tempo e delle stagioni e riscoprendo il valore mirati al recupero globale della persona. Così dell’attesa. Ora la stessa opportunità verrà noi pensiamo ad istituire una borsa lavoro per data anche ad alcuni detenuti del carcere di i detenuti, elargita attraverso enti o fondazioPadova visto che ni, che garantisca una La tutela dell’ambiente sei orti urbani delpiccola gratificazione la città carrarese non si può delegare solo per il lavoro svolto così sono stati assegnati che i detenuti possano alla politica e coltivare all’Associazione Il riassaporare il piacere aiuta il portafoglio granello di senape della vita quotidiana”. che li utilizzerà per Certo non tutti un progetto dedicato ai detenuti del carcere possono farsi l’orto ma l’attenzione a qualità Due Palazzi che possono lavorare fuori dalla e prezzo sta mutando le scelte di moltissimi struttura. “Il carcere diventa rieducativo – ha acquirenti che sempre più spesso per l’acquisto spiegato Paola Marchetti, responsabile per gli continua alla pag. seguente orti dell’associazione – se si attuano interventi
CARLO PETRINI “SCELGO I PRODOTTI DEL MIO CONTADINO”
C
’è qualche ritorno dei giovani all’agricoltura, ma cosa bisognerebbe fare perché questo settore diventasse attrattivo? “Tutti dobbiamo contribuire a sostenere l’agricoltura di qualità e di prossimità. Le scelte che noi facciamo quotidianamente nei nostri consumi alimentari possono aiutare la tendenza del ritorno alla terra. Bisogna implementare i mercati contadini, le comunità di supporto, l’organizzazione che dia a questi giovani non solo la gratificazione finanziaria ma quella culturale, come progetto di vita. Per fare questo è necessario che tutta la comunità sia a fianco ai giovani. Aggiungo, siccome l’agricoltura deve essere sostenuta anche dalle comunità locali, nazionale, europee, bisogna che cambi la politica. E mi spiego. E’un gatto che si morde la coda. Se io pago poco i prodotti agricoli, i contadini sono incentivati a concedere la terra per la cementificazione, per il fotovoltaico intensivo, per produrre biomasse da bruciare per fare energia. questo non va bene. O si ridà valore al cibo, non solo il prezzo basso ma il valore, il significato che ha il cibo locale, oppure la situazione diventerà sempre più problematica e i giovani non avranno occasioni in agricoltura semplicemente perché la terra non ci sarà più”. Le tipicità hanno un valore aggiunto, è un messaggio culturale ma può diventare fortemente economico? “Si. Mantenere le tradizioni e i prodotti locali è uno dei patrimoni più importanti che possiamo con-segnare alle prossime generazioni, Ragion per cui il perdere questa biodiversità fatta di un patrimonio straordinario che l’Italia ha e di cui deve essere orgogliosa è una forma di autolesionismo. Non importa se quel prodotto o quel particolare fagiolo o quel formaggio non è iperproduttivo, ha un valore in più perché è nato lì e lì lo dobbiamo difendere e sostenere con la stessa passione con cui sosteniamo una cattedrale gotica e un castello, perché è frutto di generazioni di contadini o di casa-ri. E noi abbiamo il dovere di consegnare questa ricchezza alle prossime generazioni”.
Attualità
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>> L’orto di casa mia
valore sociale. L’orto può o d’incontro e confronto di frutta e verdura si rivolgono al contadino produttore. In Italia sono in continua crescita gli acquisti di generi alimentari direttamente dal produttore, con un + 53% registrato nell’arco di un anno. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sui dati relativi al commercio al dettaglio di febbraio divulgati dall’Istat. Nei paesi e nei mercati rionali delle città si assiste a un vero e proprio boom di bancarelle che mettono in vendita alimenti dal produttore al consumatore, garantendo un risparmio nella spesa e una maggiore qualità del cibo. “Nell’arco di un anno - spiega la Coldiretti – 9.2 milioni di consumatori hanno fatto acquisti nei mercati degli agricoltori dove si trovano esclusivamente prodotti locali del territorio messi in vendita
Si torna alla terra per la qualità del cibo, del tempo libero, del rapporto con la natura direttamente dall’agricoltore che offrono il miglior rapporto qualità-prezzo. L’apertura delle botteghe e dei mercati degli agricoltori di Campagna Amica nelle città è importante – conclude l’associazione - anche per contrastare lo spopolamento dei centri urbani dovuto alla chiusura dei piccoli negozi che determina un indebolimento del sistema relazionale, dell’intelaiatura sociale e spesso anche della stessa sicurezza sociale”.
OLMI “CAMBIAMO IL MONDO CON I FATTI”
“S
e vi dimenticherete che la terra è di nessuno e i frutti sono di tutti, voi perirete, scrisse J.J. Rousseau, e credo che sempre più, oggi, dobbiamo fare patrimonio di questa saggezza e tradurla in comportamenti. Se non lo facciamo, siamo colpevoli. E siamo più colpevoli di quelli che ci inducono in errore, perché noi accettando quell’errore lo confermiamo. Diceva Camus: “Se vuoi che un pensiero cambi il mondo, devi prima cambiare te stesso, cambiare testimoniando nei fatti il tuo cambiamento”. E’ per questo che Slow food e le sue proposte sono importanti oggi, ha detto: “Signori, vogliamo che il nostro pensiero cambi il mondo. E quindi dimostriamolo, cambiamo noi, e subito lo mettiamo nei nostri atti quotidiani”. Scegliere oggi è importante per prepararsi al domani. Pensavo a come la seconda guerra mondiale ridusse i terreni del nostro Veneto. Non cresceva più una vigna e gli americani ci mandarono il Clintòn. Oggi le guerre sono cambiate, non sono più le guerre di scontro frontale tra eserciti. Sono guerre subdole, invadono il territorio non più con i carri armati... lo vanno a comprare! Spendono meno, diventano padroni e si danno anche le arie di fare del bene all’umanità. Allora dobbiamo stare accorti, perché se costoro hanno il primato del capitale danaro, noi abbiamo il capitale morale della civiltà. Perciò scegliere è importante. Specialmente in fatto di cibo di qualità”!
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Rendez vous
>> Cinema civile
Prandstraller: “Racconto ciò che in Italia la tv non fa vedere” I
di Germana Urbani
ncontro Andrea Prandstraller in un pomeriggio di sole, all’aperto. Mi sembra una persona molto sulle sue e mi chiedo se il suo nome, che fatico a pronunciare bene, non sia un indizio del suo essere personaggio. Così, quando mi dice che è padovano, gli chiedo da dove gli arriva il suo cognome. “La mia famiglia è di lontana origine altoatesina, della Val Gardena. Poi sono scesi in pianura alla fine del Settecento e io sono nato a Padova. Mi sono laureato in storia del cinema a Bologna al Dams e quindi mi sono trasferito a Roma dove ho lavorato come assistente alla regia in vari film, e poi come primo aiuto regista per 12 anni in cui ho lavorato con Franco Taviani, Emilio Greco, Francesco Rosi e molti altri”. Poi ha cominciato a girare delle pellicole per conto suo: documentari d’arte, industriali ma soprattutto cortometraggi e film documentari. “Sì. Nel 2005 usciva Anatomia di un massacro, un lungo documentario sulla strage di Pedescala, nel vicentino. L’idea mi era venuta dal fatto che nel 1999 era stato scoperto per caso a Roma un armadio dove erano stati imboscati e insabbiati tutti i fascicoli sulle stragi naziste in Italia. L’opinione pubblica ebbe molto a discutere perché le indagini e i processi relativi a quei fatti non furono mai avviati. Mi interessai di questa strage perché aveva dei risvolti particolari, c’era una polemica in corso ancora dopo 60 anni con gli abitanti del paese che accusavano i partigiani di avere provocato la reazione dei tedeschi. Era un film abbastanza problematico, come tutti quelli che faccio io”. Come ha trattato la vicenda? “Posso dire, in generale, che il taglio che cerco di dare ai miei lavori è di tipo sociale e politico. Dico politico per distinguerlo però da ideologico, nel senso che io non amo quelli che si chiamano film a tesi, in cui il regista ha una tesi precostituita fin dall’inizio e il film serve solo a dimostrarla, come fa Michael Moore. Io pur affrontando tematiche controverse, molto politiche e sociali, cerco sempre di raccontare la storia e offrire un punto di vista sfaccettato. E poi è lo spettatore a decidere quale tesi vuole abbracciare o quello che gli rimane del film”.
“Mi interesso a tematiche che siano di tipo sociale e politico, evitando ciò che è ideologico”
Può ancora l’arte mettersi a servizio della collettività per una denuncia civile di quanto nella nostra storia viene tenuto sotto traccia, nascosto, perché non crei dissenso? Questo regista crede di sì
Alcune foto di scena del film documentario “Polvere - il grande processo dell’amianto” Di fondo un messaggio viene sempre fuori… “Sì, ma non necessariamente quello che io ho deciso fin dall’inizio. Viene fuori un racconto vero, con personaggi veri, in cui ovviamente io alle volte prendo anche delle posizioni ma cerco sempre di offrire un contraddittorio perché mi piacciono le cose che hanno più risvolti, controverse, problematiche”. Di recente è uscito Polvere, un film documentario candidato nella cinquina dei film finalisti al David di Donatello 2012. Un racconto denuncia sui danni provocati dall’amianto, uscito proprio nei giorni della sentenza sull’Eternit. Come è nata l’idea?
“E’ un film che ho realizzato assieme a Nicolò Bruna, un regista di Torino con il quale già nel 2006 abbiamo deciso che volevamo fare un film sulla responsabilità sociale delle aziende, specie delle multinazionali. Quello di Casale era un caso emblematico. Ci siamo avvicinati alla comunità, ai comitati delle vittime, in un momento in cui il processo era ancora di là da venire e moltissimi dicevano che non si sarebbe mai fatto. Noi per quattro anni circa abbiamo seguito la storia, con una lunghissima fase di preparazione. Poi quando il processo si è fatto, abbiamo cominciato a girare. Nel frattempo aveva-
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mo trovato una produttrice che a sua volta aveva messo in piedi una produzione internazionale con tre televisioni europee (Artè, la tv culturale franco-tedesca, Rtdf, tv belga di lingua francese, TSI, svizzera di lingua italiana) che hanno deciso di finanziare il film e quindi abbiamo potuto girare per circa un anno, poi 4 mesi di montaggio e alla fine è venuto fuori questo lungometraggio di 85 minuti che attraverso le immagini del processo racconta la storia di Casale, dell’amianto, della Eternit. Un film che è andato molto bene all’estero e sta tutt’ora andando molto bene perché oltre a queste televisioni che lo hanno anche trasmesso siamo stati in moltissimi festival
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Prandstraller: “Racconto ciò che in Italia la tv non fa vedere” I
di Germana Urbani
ncontro Andrea Prandstraller in un pomeriggio di sole, all’aperto. Mi sembra una persona molto sulle sue e mi chiedo se il suo nome, che fatico a pronunciare bene, non sia un indizio del suo essere personaggio. Così, quando mi dice che è padovano, gli chiedo da dove gli arriva il suo cognome. “La mia famiglia è di lontana origine altoatesina, della Val Gardena. Poi sono scesi in pianura alla fine del Settecento e io sono nato a Padova. Mi sono laureato in storia del cinema a Bologna al Dams e quindi mi sono trasferito a Roma dove ho lavorato come assistente alla regia in vari film, e poi come primo aiuto regista per 12 anni in cui ho lavorato con Franco Taviani, Emilio Greco, Francesco Rosi e molti altri”. Poi ha cominciato a girare delle pellicole per conto suo: documentari d’arte, industriali ma soprattutto cortometraggi e film documentari. “Sì. Nel 2005 usciva Anatomia di un massacro, un lungo documentario sulla strage di Pedescala, nel vicentino. L’idea mi era venuta dal fatto che nel 1999 era stato scoperto per caso a Roma un armadio dove erano stati imboscati e insabbiati tutti i fascicoli sulle stragi naziste in Italia. L’opinione pubblica ebbe molto a discutere perché le indagini e i processi relativi a quei fatti non furono mai avviati. Mi interessai di questa strage perché aveva dei risvolti particolari, c’era una polemica in corso ancora dopo 60 anni con gli abitanti del paese che accusavano i partigiani di avere provocato la reazione dei tedeschi. Era un film abbastanza problematico, come tutti quelli che faccio io”.
Può ancora l’arte mettersi a servizio della collettività per una denuncia civile di quanto nella nostra storia viene tenuto sotto traccia, nascosto, perché non crei dissenso? Questo regista crede di sì
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Qui quando si sente la parola cultura, la gente mette mano alla pistola
all’estero (Brasile, Nordamerica, Europa). Nessun finanziamento italiano? “Ci ha dato un contributo il fondo di sviluppo per i documentari della Regione Piemonte ma dalle reti televisive italiane non è venuto neppure un centesimo. Né è stato acquistato e messo in onda da nessuna rete italiana, neppure quando è uscita la sentenza che ha fatto un certo clamore visto che era uno dei processi più importanti a livello europeo. Visto che non ci hanno voluti, io e Nicolò facciamo una specie di porta a porta e andiamo a presentare il film nelle scuole, nei circoli culturali e nelle rassegne, in modo che almeno una piccola parte del suo pubblico potenziale possa vederlo”. Il suo metodo di costruzione di un documentario prevede sempre una lunghissima fase di preparazione? “Questa è una caratteristica dei film documentari che in questo si differenziano in modo molto netto dal reportage giornalistico. Bisogna entrare in una storia, in cui ci sono dei protagonisti, delle persone che vivono o hanno vissuto questa storia. E questo molto spesso partendo da zero, non sapendo quasi nulla della vicenda. Serve un processo di conoscenza, di fiducia, che ti deve essere concessa da chi poi questa storia ti racconterà o ne sarà protagonista. Poi bisogna studiare (tutti i testi sull’amianto). Alla fine siamo diventati parte della comunità di Casale conoscendo le persone, i leader delle associazioni di familiari delle vittime e siamo diventati amici. Questo è un lavoro che un documentarista serio fa, prima di girare”. I protagonisti sono le persone che hanno vissuto sulla propria pelle l’evento. Quelli che accettano di raccontare… “Sì, ci permettono di filmarli in situazioni reali in cui si trovano coinvolti e che hanno un legame con la storia. Per esempio in questo caso noi oltre al processo e una parte internazionale girata in Brasile e India, dove usano ancora l’amianto, lo estraggono e lo lavorano… abbiamo seguito la storia di una donna con cui siamo stati in contatto “Io ho sempre voluto fare il cinema, ho studiato e l’abbiamo filmata per circa 3 anni. Lei era ammalata di mesotelioma pleurico, il cancro da amianto, e poi nel e lavorato per raccontare storie attraverso immagini. Poi negli anni mi sono reso conto che soprattutto il 2010 è morta”. cinema documentario è il mio piccolissimo modo per Come mai la scelta di questo tema? “Perché era un argomento molto importante, che al- fare politica, quello che mi è rimasto visto che la polilora forse non andava molto di moda ma oggi che si rico- tica con la P maiuscola oggi è piuttosto difficile farla. mincia a parlare di lavoro, che siamo nel bel mezzo della Io cerco di impegnarmi quel poco che riesco con i film, crisi, oggi la domanda è se è possibile che una multinazio- dico la mia, presento degli argomenti, li racconto, poi ovviamente la gente pennale arrivi in un territorio, lo Vajont fu premiato sa quello che vuole”. devasti, ammazzi un sacco di Perché è importante gente e poi se ne vada senza con lo Sky awards 2008, “dire” al giorno d’oggi? pagare i danni. E a parte le come miglior documentario “In Italia, in modo altre Eternit del mondo, dal Sky dell’anno particolare, è importante Brasile alla Francia al Belgio, affrontare certe tematiche ci sono molti altri casi, vedi perché il nostro sistema di Bhopal. E questo è un argomento secondo noi importante da sviscerare e raccontare. informazione è un sistema chiuso, viziato, e in molti Si possono trattare molti temi nel documentario: dal ca- casi reticente, che non parla di certe cose. Della postoro alle Br, ognuno sceglie l’argomento più affine alla vertà o della condizione operaia, senza voler fare del marxismo di ritorno, in televisione non si sente quasi sua sensibilità”. Chi fa politica è impegnato civilmente e pare nor- mai parlare. Adesso di più perché è diventato di moda male. Chi cerca di impegnarsi civilmente con l’arte è parlare dei suicidi, ma fino a poco tempo fa sembrava spesso esposto, invece, a un giudizio che non è sempre che gli operai in questo paese non esistessero più, mentre ci sono milioni di operai in Italia, che sono positivo. Lei come vive tutto ciò?
SERVIREBBE PIÙ CULTURA
del tutto inesistenti per il nostro sistema dell’informazione”. E anche della politica. Infatti gli operai hanno perso un riferimento… “Perché non se ne è più occupata, come dei contadini, come di classi sociali intere. E siccome l’informazione italiana è in gran parte fortemente condizionata dalla politica, anche per il suo assetto proprietario, questo implica che gli spazi dell’informazione per parlare di certe cose spariscono, con la scusa che alla gente non interessa e che non si fa ascolti”. Il suo ultimo lavoro è ambientato a Marghera. Uscirà presto? “Non lo so. Lo stiamo finendo. Poi essendo una piccola produzione indipendente cercheremo di vedere se qualche festival ci vuole, poi si deciderà. Nasce nel 2006 quando io e Marco Pettenello, altro sceneggiatore padovano, abbiamo scritto la sceneggiatura che ha vinto il premio Franco Solinas, che è il premio più importante in Italia per le sceneggiature inedite. Poi da lì il film ha avuto un iter produttivo molto complesso, l’anno scorso con pochissimi soldi siamo riusciti finalmente a girarlo.
Perché è così difficile finanziare un film? “Mancano tante cose in Italia. La figura del produttore classico non esiste più da vent’anni in Italia. Ponti, De Laurentis, quelle figure si sono estinte. Erano quelli che mettevano i soldi per fare i film. Ora non funziona più così fatta eccezione per De Laurentis che finanzia Vacanze di Natale. Per il resto ci sono moltissimi produttori che sono dei procacciatori di denaro, non mettono il proprio ma trovano soldi. E qui torniamo al sistema televisivo, perché è lì che oggi si trovano i soldi per i film, il cinema non è più in grado di pagarsi. E va da sé che avendo noi solo due televisioni, Rai e Mediaset, più La7 che è piccola e Sky che produce pochissimo, è evidente che quando uno riceve tre rifiuti non sa più a chi rivolgersi. Ci sono i finanziamenti del Ministero per i film cosiddetti culturali ma sono sempre meno. La verità è che quando per qualsiasi ragione un regista non ha ottenuto denaro, può anche mettersi la sceneggiatura nel cassetto e finisce lì. Noi abbiamo deciso di produrre Nudi alla meta, il film su Marghera, con un piccolo finanziamento della Regione Veneto e una serie di amici professionisti che hanno dato una mano, ma è un caso del tutto particolare e abbiamo speso pochissimo. Poi c’è il problema della distribuzione, che è ancora più grave. Perché se pure uno riesce a fare il film, poi distribuirlo è una tragedia. Il mio parere personale è che in Italia sia per la fiction che per i documentari abbiamo ottimi scrittori, bravissimi registi, tecnici eccellenti, fra i migliori al mondo e una generazione di bravi attori giovani. Quel che non abbiamo è una classe imprenditoriale seria e una classe politica che sia in grado di elaborare una legislazione di protezione della nostra cultura cinematografica come quella che c’è in Francia, dove invece i loro prodotti culturali li curano molto bene”. Invece ci sarebbe bisogno di più cultura… “Moltissimo, e credo che da questo punto di vista il Veneto sia un esempio abbastanza eclatante. Si è costruita una enorme ricchezza senza cultura, ma ricchezze di questo tipo sono destinate a crollare, perché cultura vuol dire anche sapersi rinnovare, saper sperimentare, dare spazio alla ricerca, non significa solo libri e spettacoli. E quando uno non ce l’ha, può avere avuto una buona idea ed essere diventato ricco, ma poi non va da nessuna parte. Qui non so se per retaggio storico o altro, la gente normalmente quando sente la parola cultura mette mano alla pistola! Peccato”.
10 L’intervista >> Arte
Il graffio giovanile d di Alain Chivilò
G
iorgio Celiberti, classe 1929 della città di Udine, è un’artista giovane e attivo tanto che i suoi ultimi lavori da un lato emanano freschezza e dall’altro serenità e gioia di una persona che avrebbe l’energia d’iniziare da capo. L’agire artistico di Celiberti è scindibile in due fasi, dove l’anno 1965 segna il passaggio da una pittura figurativa tendente all’espressionismo astratto e al cubismo, a un ciclo che parte con la durezza e tragicità di Terenzin per poi stemperarsi nel tempo, dando spazio alla luce e al cuore. Un linguaggio che inizia dalle incisioni dei muri, da parte dei bimbi del campo di concentramento nazista di Terenzin nell’attuale Repubblica Ceca, che
interpretate e personalizzate dal Maestro forniscono in questi ultimi cinquant’anni un codice interpretativo dell’esistenza umana arrivando così nel XXI secolo. Gli inizi con la frequentazione dello studio di Emilio Vedova. Quali segreti ha carpito e quale ritratto di Vedova ha impresso? “Il segreto fondamentale appreso è quello di lavorare molto. Lavorare, lavorare e lavorare. Emilio Vedova è uno dei personaggi più affascinanti che abbia conosciuto nella mia vita. Da lui ho imparato una grande disciplina e un grande desiderio di rimanere nello studio per approfondire le idee e i concetti. Vedova mi ha regalato una sua
La materia, un campo da ind con la curiosità di un bambin “fresche” sospese tra pittur fotografia, che ho anche pubblicato in un catalogo, con una dedica: “a Giorgio perché lavori accanito”. Credo di aver seguito questo consiglio tanto che sono in studio quasi 365 giorni l’anno. E’ un’oasi dove sono sereno e accetto le battaglie che nascono dal lavoro”. Generalmente si tende a dividere la sua pittura in due fasi pre e ante 1965. Focalizzandosi sulla prima figurativa me ne può parlare? “Ricordo che in quegli anni ero a Roma, dove avevo un grande studio in via del Vantaggio che poi cedetti a Renato Guttuso. In sintesi dipingevo una pittura cubista-espressionista di base figurativa. Facevo anche dei quadri molto scuri tanto che Marcello Venturoli presentandomi in una mostra parlava della pittura “nera” di Celiberti. Fu un critico che mi aiutò molto perché mi diceva come stavano effettivamente le cose. Nello studio voleva vedere tutto e poi mi evidenziava il suo pensiero che trovavo sempre calzante. Lui sapeva leggere bene il mio lavoro indirizzandomi sul lato giusto. Ricevevo una carica per le mie successive opere”. 1965 Terenzin: un forte impatto emotivo tradotto poi nelle sue opere. “Mi ha segnato molto. Ricevetti in regalo un piccolo libro di poesie dei bambini di Terenzin. Questo mi sconvolse tanto da sentire la necessità di visitare quel campo di concentramento, per rendermi conto dal vivo di questa tragedia e di questo lungo dramma che sembrava non aver fine. Esseri umani messi in condizioni terribili per poi essere uccisi. Una sofferenza perpetuata di lunga gittata che mi ha fatto ribollire il sangue. Da qui ho deciso di dedicare anni del
mio lavoro a questa serie. Avevo il timore di possedere uno sguardo duro per questo sconvolgimento, che prima di tornare a casa telefonavo a mia moglie chiedendo se mio figlio fosse già a letto. Spiegavo con la pittura il mio stato d’animo, raccontando il dramma di Terenzin. Fui molto preso da questo. A questa fase poi è subentrato il periodo del perdono con quadri meno drammatici, meno scuri come per esempio i fiori fossili, le farfalle, i muri fino ad arrivare all’amore con i cuori, le storie a lieto fine, gli innamoramenti segreti, la felicità. Gli affreschi diventano così chiari e poetici”. Lettere, simboli, manipolazione della materia quale equilibrio in fase compositiva assumono? “Nascono dal profondo e dalla mia anima. Per esempio tra i lavori che amo di più menziono sempre le “finestre”, ossia il prolungamento dei primi lavori che facevo da bambino. Mia madre, quando mio padre era in Africa, mi regalò una stanza abbastanza grande dove potevo fare quello che volevo. Ricordo che con un cacciavite e martello facevo dei buchi profondi nella parete, inserendo all’interno materiali vari come legni fossili, vetri colorati, smalti. Oggetti che mi davano un senso d’unicità da conservare. Successivamente mettevo sul buco un vetro che fissavo nella parete con dello stucco preso dalle finestre di casa. A distanza di sessant’anni sono ritornato a fare queste cose di bambino, partendo da oggetti comuni che trovo tuttora. Da un amico costruttore ho reperito delle vecchie finestre che decisi così di salvare. Nel mio studio, poi tra un vetro e l’altro inserisco dei pensieri, degli elementi ottenendo le “finecontinua alla pag. seguente
L’intervista 11
di Giorgio Celiberti
indagare bino. Gli esiti: opere tura e scultura
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stre” che a mio avviso sono tra le opere più affascinanti che abbia fatto. Le accarezzo molto volentieri con gli occhi e l’anima”. Molti suoi lavori sono rappresentati da sculture. Sono anche una prosecuzione della pittura? “Non so dividere la pittura dalla scultura. Arrivo in studio e quando non ho una presa diretta con una tematica da svolgere, posso fare indistintamente entrambe le cose. Sono un uomo fortunato e conscio di esserlo per questo grande amore che dedico all’arte”. Spesso si dà per scontato che l’artista non riveda l’opera eseguita. Invece nel suo caso è ripresa anche due o tre volte tanto che una sua frase è “per me un quadro in studio è sempre un pericolo perché si sa quando inizia ma non quando finisce”.
Può spiegare questo suo approccio nell’esecuzione dell’opera? “Lo dico sempre: i miei lavori finché sono in studio sono sempre in pericolo. E’ vero e lo affermo ancora adesso. Potrei dipingere sopra un quadro già pubblicato. Ricordo che quando mio figlio era nel mio studio ad aiutarmi si lamentava perché non riusciva a catalogare i lavori in quanto ci lavoravo sopra. Guardo, riguardo un lavoro e poi inevitabilmente ci vado sopra. Non so esattamente quale sia la molla: delle volte non trovo il lavoro abbastanza completo, in altre mi vengono dei suggerimenti diversi. Vede, questi disegni sono datati 1987/2011, quindi non un giorno ma 24 anni di distanza. Lavori del 1987 che nel 2011 ho deciso di ridipingere e ridisegnare. Effettivamente ripensandoci è
una cosa incredibile”. Giorgio Celiberti attuale e futuro: quali confini da esplorare? “Sono un uomo curioso e vorrei proprio sapere dove va a finire questo grande bambino. Ho un dualismo in me: da un lato penso di essermi meritato la morte e l’aspetto con serenità e dolcezza, tanto che vorrei morire “vivo” senza finire lungamente negli ospedali, dall’altro mi sento ancora un bambino disponibile a ricominciare tutto da capo. La mia anima è disponibile a ricevere, a creare e a nuove idee. Come vede eseguo delle opere fresche, pulite che potrebbero fare pensare a un artista più giovane. Sono disponibile a mettermi in gioco senza confini”.
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12 Moda >> Moda
Matteo Marzotto, la sfida di far rivivere Vionnet: “Il lusso al tempo della crisi” “Abbiamo cercato di raccogliere l’eredità storica del marchio reinterpretandola in funzione della donna di oggi, con un rapporto di prezzo, qualità e di conseguenza creatività molto elevato e dunque vantaggioso”
C
di Laura Organte
orolle variopinte, api e farfalle; orli arrotondati come petali e colletti che diventato una stola avvolgente; fiori ricamati di jais, perline e canottiglia; micro-stelle di cristalli; inserzioni di nastri; georgette bianca, chiffon con stampe floreali e creponne blu; intarsi, nodi, drappeggi e asimmetrie. Ma non sono solo i dettagli e la grande raffinatezza della manifattura: è la storia che ogni vestito di Vionnet racchiude, facendo rivivere lo stile della leggendaria maison francese, a renderlo così unico. La scommessa di risvegliare questa “bella addormentata della moda francese”, lanciata da Matteo Marzotto, imprenditore ed ex presidente di Valentino, un anno fa, sembra davvero già vinta a scorrere con lo sguardo la collezione primavera/ estate, che Padova si è aggiudicata, in esclusiva per il Veneto, con un corner dedicato al Duca D’Aosta. Madeleine Vionnet, protagonista insieme a Coco Chanel del rinnovamento che, a partire dagli anni Dieci, modernizzò l’abbigliamento femminile, fondò la sua maison nel 1912, per chiudere soltanto nel 1937, a causa del secondo conflitto mondiale. La sfida di raccontare, anzi, di far rivivere lo straordinario passato di questo marchio, significa, per Marzotto, anche ripensare il concetto di lusso in tempo di crisi: “Ci sono state alcune fasi degli scorsi vent’anni – spiega – che hanno visto nuovi consumatori molto entusiasti e di conseguenza si tendeva a posizionare il lusso molto in alto. Oggi i tempi sono cambiati, il lusso non è soltanto una questione di prezzo, è una questione di qualità, di manufacturing. Credo che oggi alle signore, anche alle più facoltose, faccia piacere mettere le cose più volte, avere degli armadi con abiti che durano nel tempo, che possono lasciare alle proprie figlie. In tanti anni di esperienza a Valentino ho potuto vedere come per definizione gli abiti di alta moda si lasciano alle proprie figlie, come oggetti preziosi e senza tempo”. Qual è allora, la formula magica ha usato Marzotto per risvegliare Vionnet? Abbiamo cercato di raccogliere l’eredità storica del marchio reinterpretandola in funzione della donna di oggi, con un rapporto di prezzo, qualità e di conseguenza creatività molto elevato e dunque vantaggioso. E la crisi? Anche Madame Vionnet è partita in un momento di grande difficoltà, ha prosperato a cavallo di due guerre, con il crack del ’29, eppure, nonostante la Grande depressione lei ha continuato a vendere! I corsi e ricorsi storici ci sono, noi speriamo di onorare la sua storia credendo in questo marchio anche in una congiuntura poco favorevole alle iniziative imprenditoriali come questa. L’incontro tra Vionnet e Marzotto è anche l’incontro
“Anche lei era partita in un momento di crisi, ha prosperato a cavallo di due guerre tra la Francia e l’Italia. Quali sono i vantaggi di questa unione? Sicuramente sono molti, Francia e Italia sono i due più importanti paesi al mondo per la creatività nella moda. Ad ogni modo Vionnet è una casa internazionale, e vogliamo che cresca internazionalmente. Esperienza, entusiasmo, intuito. Con Marzotto alla guida, il futuro della maison francese si prospetta sicuramente vincente. Che consiglio darebbe ai giovani di oggi per guardare oltre gli scoraggianti scenari della crisi? I giovani di oggi non sono bamboccioni, come qualcuno ha detto, ma devono mantenere alta la motivazione, devono avere voglia di sporcarsi le mani, di lavorare sodo. Credo che oggi, per chi vuole riuscire nella vita ci siano più doveri che diritti.
14 Luoghi da scoprire >> Parco naturale
Lessinia, un territorio da vivere con curiosità e passione Ricco di storia e cultura cimbra, il Parco naturale della Lessinia è un gioiello poco conosciuto del nostro Veneto che nasconde ad ogni angolo ricchezze inestimabili Testi e foto di Germana Urbani
U
n palcoscenico di dolcissimi pascoli punteggiati da malghe di pietra, di morbidi dossi, di faggete e di boschi profumati. Questa è la Lessinia, il Parco naturale veronese, una montagna che si affaccia sulla pianura veneta e che apre lo spazio delle Alpi. Una montagna che presenta a chi percorre i suoi sentieri paesaggi sempre nuovi e diversi, spesso dolci e ondulati saliscendi entro i quali si nascondono, baciati dal sole, piccoli e piccolissimi grappoli di case in pietra rosata, un pozzo al centro e, immancabile, un’immagine sacra scolpita nell’antichità a proteggere la minuscola borgata. Sono le testimonianze di una sapienza antichissima che proprio su queste montagne si è mantenuta intatta fino a pochissimi anni fa. Basta visitare il museo di Giazza, una piccola frazione dove permane viva la tradizione linguistica dei Cimbri, e in cinque piccole stanze si percepisce il tesoro custodito tra queste valli. Ljetzan-Giazza, si trova al centro degli
I fossili di Bolca sono la cosa più conosciuta, ma basta una passeggiata e ci si innamora otto comuni risalenti alle 13 antiche comunità della zona: Erbezzo, Bosco Chiesanuova, Cerro Veronese, Velo Veronese, Roverè Veronese, San Mauro di Saline, Badia Calavena e Selva di Progno. Posti incantati le cui contrade sembrano sospese in un altro tempo per effetto di uno strano incantesimo. Affascinante, a questo proposito, tutto quanto è legato ancor oggi all’immaginario popolare: la vasta documentazione sulle storie delle streghe, degli orchi, delle fade di tutti quegli esseri fantastici che popolarono i racconti della gente semplice del luogo. Forse per proteggersi proprio dai brutti incontri gli abitanti della zona hanno disseminato lungo sentieri e crocicchi delle bellissime steli di pietra con figure sacre a bassorilievo. Si tratta di composizioni di una semplicità e di una intensità elevatissime. Tra le più belle la famosa Madonna della Lobbia, la Pietà dei Lessini, il più straordinario monumento religioso della montagna veronese. Personalmente l’ho incontrata per caso, percorrendo un sentiero che mi portava a valle, verso una
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LA FESTA DEL FORMAGGIO MONTE VERONESE
A
d Erbezzo, legata al bestiame, si svolge la festa del formaggio Monte Veronese Doc per la valorizzazione della produzione locale di latte e di formaggio. Per l’occasione è stata ripristinata l’ “Antica Confraternita dell’Arte dei Formaggeri”, che ha preso origine da un decreto di Cangrande della Scala, Signore di Verona, nel XIV sec. mandria di bovine al pascolo. E così è per tutte queste sculture nascoste in una borgata o svettanti a segnare un confine. Ma l’arte e la cultura non si fermano a queste che sono le manifestazioni più emblematiche. La Lessinia accoglie un’architettura civile come le malghe e gli edifici delle contrade che manifestano una capacità costruttiva elevata, da parte degli antichi abitanti. Sono moltissime le attività che la Comunità montana e l’associazione Cimbri della Lessinia mettono in campo per valorizzare il territorio. Da interessanti calendari di escursioni lungo le antiche vie e attraverso le borgate, a serate culturali e festival. Segnaliamo tra tutti la rassegna musicale Voci e Luci in Lessinia, che quest’anno giunge alla sesta edizione e che si svolge nei luoghi più suggestivi del Parco naturale. I pascoli alti, i monumenti naturali di pietra, le faggete, le malghe di pietra ospiteranno artisti di fama e spettatori. Basta sfogliare le foto che illustrano le edizioni passate per desiderare di partecipare almeno una volta di tanta bellezza. Il programma dell’edizione 2012 sarà disponibile a partire da fine maggio sul sito dedicato: http://www.vocieluciinlessinia.net/.
G.A.L. Antico Dogado AMBITO TERRITORIALE DI APPLICAZIONE
COMuNI DI ARZERgRANDE (PD), BOvOLENTA (PD), CAMPAgNA LuPIA (vE), CAMPOLONgO MAggIORE (vE), MIRA (vE), CANDIANA (PD), CAvARZERE (vE), ChIOggIA (vE), CODEvIgO (PD), CONA (vE), CORREZZOLA (PD), PONTELONgO (PD), TERRAssA PADOvANA (PD)
Al via i progetti di cooperazione Il GAL Antico Dogado ha presentato alla Regione del Veneto per la sua approvazione, una serie di progetti utili al rilancio dell’economia rurale. Si tratta di due progetti di cooperazione interterritoriale e un progetto di cooperazione transnazionale previsti nel proprio Programma di Sviluppo Locale. Va spiegato però che la Cooperazione prevista dall’Asse 4 Leader, consiste nella realizzazione di progetti su temi comuni a territori rurali diversi. Sono progetti che si sviluppano attraverso l’incontro e il confronto tra le rispettive culture e realtà. Oltre al raggiungimento degli obiettivi prefissati dai progetti, ne derivano benefici indiretti per i territori, indotti dalla nascita di competenze, reti e relazioni, che divengono patrimonio comune dei partner. I progetti di cooperazione possono essere interterritoriali (con partner nazionali) o transnazionali (con partner di altri stati dell’Unione Europea). Tutti puntano a rilanciare e valorizzare l’economia agricola, come volano della ripresa in questo momento di crisi economica. Vediamo però nel dettaglio i vari progetti: Turismo rurale tra i grandi fiumi. Promozione del turismo rurale nei
territori di pianura attraversati dai grandi fiumi - Tur Rivers
L’obiettivo del progetto è promuovere il turismo rurale nei territori di pianura ancora poco fruibili, compresi nel “triangolo” della Pianura Padana orientale, interessata dalla presenza dei due più grandi fiumi d’Italia, il Po e l’Adige, delimitato dalle grandi mete turistiche come le città d’arte (Venezia, Mantova, Padova, Verona, Ferrara e Ravenna), le zone del turismo balneare del mare Adriatico o del lago di Garda. Si tratta quindi di “captare” e indirizzare il turismo “classico”, attraverso lo sviluppo e la valorizzazione degli itinerari “interGAL o interprovinciali” di mobilità lenta: ciclabili, fluviali, ippovie, ecc. In particolare, si qualificheranno alcuni degli itinerari esistenti nel nostro territorio e ritenuti particolarmente strategici nel completamento della rete esistente. Questo anche in considerazione dell’intervento a regia avviato dal nostro GAL con le Province di Padova e Venezia attraverso la Misura 313 Azione 1 “Itinerari e certificazione”. I soggetti attuatori saranno i Comuni di Campolongo Maggiore, Pontelongo, Bovolenta e Chioggia. La tipologia del progetto è di tipo interterritoriale. Il GAL capofila è il Polesine-Adige. Fra i partner: GAL Polesine Delta Po, GAL Antico Dogado, GAL Patavino, GAL Bassa Padovana, GAL della CONFERENZA STAMPA PROGETTO TUR RIVERS Archivio GAL Polesine Adige da sinistra: Pier Luigi Parisotto (Presidente GAL Antico Dogado), Eugenio Zaggia (Presidente GAL Patavino), Daniele Toniolo (Presidente GAL Bassa Padovana), Lorenzo Marchesini (Presidente GAL Delta 2000), Alberto Faccioli (Presidente GAL Polesine Adige), Valentino Girlanda (Presidente GAL della Pianura Veronese)
Pianura Veronese, GAL Delta 2000. Il contributo pubblico richiesto dal GAL Antico Dogado è di 233.966,30 euro. Città storiche, mercati rionali e contadini tra piazze e barchesse Open market
L’obiettivo generale del progetto è di sostenere l’offerta turistica rurale dei territori partner, attraverso la calendarizzazione dei mercati rionali e contadini e degli eventi correlati. In tal modo i mercati rionali e contadini diventeranno eventi e l’insieme di essi costituirà l’itinerario attraverso il quale gli abitanti, ma soprattutto i visitatori/turisti, potranno scoprire i tesori dei territori interessati dal progetto. Tra gli interventi previsti, vi è la riqualificazione di una piazza nel Comune di Correzzola che ospiterà il mercato rionale. La tipologia è di tipo interterritoriale. Il capofila è il GAL Bassa Padovana. I GAL partner sono: il GAL Antico Dogado, GAL Patavino, GAL della Pianura Veronese, GAL Carso. Il contributo pubblico richiesto dal GAL Antico Dogado è di 200.000 euro.
Rural Emotion - R.EM L’obiettivo generale del progetto è promuovere una serie di itinerari/mete culturali, che diventeranno una volta messi in rete, “una storia di scoperta del territorio”. Il valore aggiunto del progetto sarà per ciascun territorio quello di collegarsi ad altri territori rurali attraverso strumenti innovativi di comunicazione, come i fumetti, contribuendo a creare un circuito utile a scoprire ed arricchire l’offerta turistica e culturale delle aree aderenti al progetto. Il territorio del GAL Antico Dogado è famoso anche per aver ospitato e dato i natali a personaggi della storia del teatro come Carlo Goldoni ed Eleonora Duse. Questi artisti, vissuti in epoche diverse ma entrambi di fama internazionale, accompagneranno il protagonista del fumetto alla scoperta del territorio del GAL tra ville, barchesse e siti archeologici. Si tratta di un progetto di tipo transnazionale. Il capofila è il GAL Patavino. I GAL partner sono: GAL Antico Dogado, GAL Bassa Padovana, GAL della Pianura Veronese, GAL Montagna Vicentina, GAL Terra Berica, GAL AktiivinenPohjois-Satakunta (Finlandia). Il contributo pubblico richiesto dal GAL Antico Dogado è di 170 mila euro.
Novità Fattorie plurifunzionali e agriturismi Sono stati emanati due nuovi bandi per la diversificazione di attività quali le fattorie plurifunzionali e gli agriturismi. Si tratta della Misura 311 “Diversificazione in attività non agricole” Azione 1 “Creazione e consolidamento di fattorie plurifunzionali”. Con questo strumento si punta alla creazione di fattorie plurifunzionali (sociali, didattiche, creative, ecofattorie) mediante la ristrutturazione, l’adeguamento di fabbricati esistenti, già in uso all’impresa agricola, l’acquisto di attrezzature e beni durevoli, la realizzazione di percorsi didattici e la sistemazione delle aree esterne. L’importo complessivo messo a bando è di euro 264.825,82. Il livello d’aiuto è del 40% della spesa ammissibile per gli investimenti fissi, del 35% per gli altri investimenti. C’è poi la Misura 311 “Diversificazione in attività non agricole” Azione 2 “Sviluppo dell’ospitalità agrituristica”. Gli imprenditori agricoli possono realizzare investimenti strutturali e dotazionali finalizzati a: ospitalità in stanze o alloggi o agricampeggi. E poi: adeguamento di locali per attività di presentazione, degustazione e offerta di prodotti, attività ricreative, escursionistiche e culturali da parte degli ospiti. Non da ultima l’implementazione dei sistemi di qualità certificata. L’importo complessivo messo a bando è di euro 158.342,11. Il livello d’aiuto è del 30% della spesa ammissibile per gli investimenti fissi, del 25% per gli altri investimenti. Per presentare domanda c’è tempo fino al 9 agosto 2012. Per informazioni, contattare il GAL. L’attività di sportello informativo viene fornita dal lunedì al venerdì dalle 8 alle ore 12 previo appuntamento telefonico.
G.A.L. Antico Dogado Via C. Colombo, 4 - 30010 Lova di Campagna Lupia (VE) | Tel. 041 461157 | Fax 041 5184086 mail: info@galdogado.it | PEC: galdogado@pec.it | www.galdogado.it
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Iniziativa finanziata dal Programma di Sviluppo Rurale per il Veneto 2007- 2013, Asse 4 – Leader Organismo responsabile dell’informazione: G.A.L. Antico Dogado Autorità di gestione: Regione del Veneto – Direzione Piani e Programmi del Settore Primario
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16 Sì, viaggiare EMILIA ROMAGNA
Peppone e Don Camillo
forever
LA PICCOLA BRESCELLO VIVE ANCORA NEL MITO DEI DUE CELEBRI PERSONAGGI CREATI DAL GRANDE NINO GUARESCHI E PROTAGONISTI DI UN’INDIMENTICATA SERIE DI FILM GIRATI NELLA ZONA CON GINO CERVI E FERNANDEL DUE MUSEI, UN ITINERAIO TURISTICO (CON NAVIGAZIONE SUL PO) E UNA TRATTORIA TIPICA EVOCANO GLI ANNI IN CUI IL PAESE ERA STATO TRASFORMATO IN UN SET CINEMATOGRAFICO E UNA TRATTORIA TIPICA EVOCANO GLI ANNI IN CUI IL PAESE DEL REGGIANO ERA STATO QUI A LATO BRESCELLO VISTA DALL’ALTO. SOPRA: UNA RIEVOCAZIONE STORICA DEDICATA A PEPPONE E DON CAMILLO E ALCUNE IMMAGINI CHE RICORDANO IL LORO MITO CINEMATOGRAFICO NEL PAESINO DEL REGGIANO.
P
apa Benedetto XVI ha confessato di guardare spesso i film di Peppone e Don Camillo...Sono quelli che lo divertono di più. Il mito dei personaggi di Nino Guareschi è intramontabile, anzi sembra rinnovarsi nel tempo. Tanto che Brescello, il piccolo paesino della campagna reggiana affacciato sul Po, è diventato meta di un “pellegrinaggio” incessante di appassionati delle avventure del prete combattivo e dispettoso interpretato da Fernandel e del sindaco comunista, burbero ma buono, interpretato da Gino Cervi. A Brescello tutto parla ancora di loro. Sono sorti persino due musei (che vale proprio la pena di vedere: “Peppone e Don Camillo” e “Brescello e
Guareschi, il territorio e il cinema”), ma persino la chiesa richiama visitatori, curiosi di vedere da vicino il famoso “crocefisso parlante”, che in realtà è di cartapesta, costruito a Cinecittà apposta per il primo film della serie e poi chiesto con insistenza, e ottenuto in dono, dai cittadini di Brescello. In piazza campeggiano le statue dei due amatissimi personaggi guareschiani, vicini alle loro “roccaforti”: il municipio e la chiesa. E dietro l’angolo c’è pure il vecchio carro armato americano utilizzato in uno dei film di Peppone e Don Camillo. Tutto, insomma, a Brescello parla dei due contendenti che seppero rappresentare l’acerrimo scontro della guerra fredda, in atto CONTINUA ALLA PAGINA SEGUENTE
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I personaggi di Guareschi abitano Bresc
segue dalla pagina precedente
allora, con levità e ironia. Per far capire alla gente che l’amicizia può andare oltre ogni diversità d’opinione. Messaggio importante e difficile da lanciare in quegli anni. Basti pensare che nessun regista italiano accettò la proposta di portare sul set il romanzo di Guareschi. Tema troppo delicato. Lo scontro epocale fra russi e americani e, in Italia, fra Dci e Pci, aveva toccato nel 1948 punte di ostilità tali da portare il paese sull’orlo di una guerra civile... Quindi meglio lasciare al francese Julien Duvillier il compito di portare Peppone e Don Camillo sul set cinematografico. “In quegli anni - raccontano il sindaco Giuseppe Vezzani (Giuseppe anche lui come Peppone...) e il suo vice Andrea Setti - Brescello fu catapultata in un’avventura straordinaria. L’arrivo della troupe e degli attori sconvolse l’atmosfera sonnolenta e tranquilla del paese, fu quasi uno choc. Parte del personale, in mancanza di alberghi, venne ospitato dalle famiglie del posto. Gino Cervi viveva in albergo,
ma la sera si confondeva fra la gente in osteria per giocare a carte. Fernandel no, lui era molto riservato. Allora era già una stella del varietà e mantenne le distanze. Raramente usciva dall’albergo...”. In paese c’è pure la famosa campana, anche quella di cartapesta. Tutti ricordano che il figlio di Peppone, mostrato con orgoglio dal balcone del municipio, in realtà era una neonata femmina, del paese e di nome Alda: nel corso della scena fece la popò in braccio a Gino Cervi. Di aneddoti in paese se ne raccontano moltissimi sui quindici anni di avventura cinematografica.
E’ stato allestito persino un percorso di visita a più tappe per vedere tutti i luoghi immortalati nei film. Si chiama “Ciak: Brescello e navigazione sul Po” ed è proposto dalla Fondazione “Paese di Don Camillo e Peppone”. Prevede anche la suggestiva navigazione sul Po con la motonave Padus, nel tratto in cui il fiume è più largo, con spuntino di prodotti tipici reggiani a bordo. Parte da Boretto. Brescello e la vicina Boretto fecero da sfondo per una quindicina d’anni ai film di Peppone e Don Camillo, cinque in tutto,
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scello insieme ai suoi cittadini IN QUESTE PAGINE: IL PO, LA MOTONAVE PADUS, LA STAZIONE DI BRESCELLO, FERNANDEL E, INFINE CRISTIANO E MARISA DELLA “BOTTEGA DI DON CAMILLO”
fatti da tre registi diversi. Il sesto (“Don Camillo e i giovani”), che aveva come soggetto il clima sessantottino della rivoluzione giovanile, rimase incompiuto per l’improvvisa morte di Fernandel. Dicono che la pellicola del girato sia stata pretesa dal Lloyd (l’assicurazione che risarcì la casa produttrice delle spese fino a quel momento sostenute) per essere poi distrutta. Ma qualcuno, maliziosamente, insinua che in realtà gli spezzoni di film inedito siano ancora in cassaforte nella sede del Lloyd... Oggi avrebbero un valore ragguardevole. A Peppone e Don Camillo è dedicata anche
la trattoria più importante di Brescello, “La Bottega del paese di Don Camillo”, dove Cristano Ferrari e la moglie Marisa Codelupi hanno raccolto ogni sorta di cimelio sui celebri film, trasformando il locale in un piccolo e delizioso museo. Delizioso come le cose buone che propongono, a partire dalle tagliatelle con il culatello e al guanciale brasato. Per concludere con la dolce e tipica “spongata” che ricorda vagamente il panforte di Siena. Info: www.visitbrescello.it o ufficioturismo@comune.brescello.re.it Tel. 0522 482564.
LA CASA DEI FRATELLI CERVI PER NON DIMENTICARE L’ideale completamento di un week end a Brescello è la visita al Museo Cervi di Gattatico. E’ stato allestito nella casa dei sette fratelli Cervi, eroi della resistenza fucilati dai fascisti nel 1943 agli albori della lotta partigiana. L’Istituto “Alcide Cervi”, che prende il nome dal padre dei sette fratelli, una delle icone della Resistenza che nel corso della sua lunga vita ha testimoniato sempre il valore della libertà e della democrazia (valori per cui sono morti i suoi sette figli maschi), gestisce l’interessante e toccante museo, ricco di cimeli, testimonianze e documenti multimediali. L’istituto gestisce pure la Biblioteca Archivio “Emilio Sereni” e propone anche molte attività, fra cui laboratori didattici per le scuole e la visita guida al nuovo Parco agroambientale. Un itinerario guidato nell’ambiente naturale e culturale della media pianura padana. Il museo è aperto tutto l’anno, a parte i lunedì non festivi. E’ dotato di punto di ristoro. Info: museo@fratellicervi.it www.fratellicervi.it Tel. 0522 678356.
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20 Giardinaggio >> Le grasse da giardino
Grasso è bello! Specie se si tratta di piante Un piccolo deserto da costruire in un angolo del vostro giardino vi renderà orgogliosi e saprà stupire chi vi farà visita
I
di Germana Urbani
dejavu.it
n giardino o sui davanzali le piante grasse sono sempre più apprezzate anche perché ce ne sono davvero di tutti i tipi. Alcune, specie tra maggio e giugno, sanno stupire con dei fiori meravigliosi, altre, invece, svettano verdi e minacciose con i loro pungiglioni acuminati. C’è chi le colleziona in piccoli vasi e ne possiede a centinaia, chi regala talee e le diffonde di casa in casa, chi ama vederle crescere il più possibile e vantarsene con parenti e vicini. Meglio piantarle in vaso o per terra? Dipende. Tutte possono essere piantate a terra ma d’inverno il nostro clima scende anche al di sotto dei 5° e solo nei limiti di questa temperatura loro resistono. Quindi la soluzione migliore potrebbe essere quella di piantarle in vaso e disporle in un bell’angolo del giardino a loro dedicato. L’idea giusta sarebbe predisporre un’aiuola con dei sassolini bianchi o color ardesia, e ordinarle lì, quasi a creare un piccolo ambiente simile al deserto da cui tante di loro hanno origine. Oppure, utilizzando delle vecchie assi, magari color indaco, potreste realizzare una costruzione piramidale dove esporle con ordine e vanto. Perché crescano in buona salute necessario tener conto di poche cose ma importantissime. Anzitutto ricordatevi sempre che dopo l’acquisto la vostra piantina va rinvasata in un vaso un po’ più grande che le consentirà di radicarsi meglio e di conseguenza crescere di più. Alcuni esperti consigliano, contrariamen-
L’IMPORTANZA DELLA LUCE
Q
ueste piante arrivano da luoghi intensamente soleggiati dunque non sono per nulla naturalmente predisposte ai giorni bui che d’inverno caratterizzano gli inverni veneti. Se le tenete in casa, perciò, posizionatele accanto alle finestre a sud-est della casa oppure dotatevi di piccole serre in vetro o in plastica da posizionare su terrazzi e balconi. D’estate stanno benissimo in pieno sole.
te a quanto si crede, di scegliere un vaso in plastica che consente di trattenere maggiormente l’acqua e le sostanze concimanti. Il vaso di coccio, proprio per la sua peculiarità traspirante, tende a rilasciare maggiormente gli elementi. Importantissimo poi il terriccio il terreno con il quale riempiamo il contenitore: deve essere ben drenante e questo significa aggiungere alla terra degli elementi che lo rendano tale. Gli elementi aggiunti, che possono essere la pomice, la pozzolana o la sabbia a grani grossi, creano degli spazi vuoti che rendono il terreno drenante. Ricordate di mischiare i vari elementi non di dividerli a strati nel vaso. Ovviamente se la pianta è delicata, andrà creato un apposito terriccio. Alcune piante, come quelle di origine desertica, hanno bisogno di più sabbia; oppure le piante di origine tropicale avranno bisogno di maggiore quantità di terra con l’aggiunta di torba. Anche la concimazione è importante e va fatta con fertilizzanti ricchi in fosforo e potassio. L’azoto è bene che sia presente in quantità limitata, perché stimola la pianta a crescere, inflaccidendo i tessuti ed aumentandone la traspirazione. Per rispettare il ritmo di accrescimento e vitale, le concimazioni devono essere ottimali senza eccedere, da fine inverno al periodo primaverile per stimolare la crescita e la fioritura. Agli elementi di base è bene abbinare un equilibrato apporto di micronutrienti, fra cui ferro, boro, zinco, rame, manganese e molibdeno.
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on sono piante amanti dell’acqua, non dimenticatelo mai. Troppa acqua le farà annegare e marcire in pochi gironi. Dunque d’inverno le irrigazione dovranno essere contenute mentre d’estate più abbondanti. E’ importante tener conto della specie perché alcune, come le caudiciformi, hanno la caratteristica di riposare vegetativamente in estate, per cui il comportamento da tenere sarà l’inverso del precedente
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24 Benessere >> Nuove tendenze: l’Eremo
Quando l’anima ha bisogno di cure per ritrovare senso e luce
Sempre di più oggi le persone sentono il bisogno di dare risposte alle grandi domande che investono la vita e il suo valore, il bisogno di spiritualità e di serenità interiore
di Germana Urbani
Eremo di Gamogna
Una monaca di Gamogna
L
’anima ritrova benessere quando il corpo e la mente si tacciono nella contemplazione della bellezza. E come scrive Alda Merini, che conosceva bene il turbamento della mente e dello spirito, “la bellezza non è che il disvelamento di una tenebra caduta e della luce che ne è venuta fuori”. La ricerca della “luce” è oggi un fenomeno in continua crescita e alimenta anche diversi mercati, come quello dei libri new age o gli esercizi di meditazione scaricabili dai siti di santoni indiani o discepoli di quella o quell’altra disciplina. Per ritrovare il benessere interiore negli ultimi anni si è fatto di tutto: lo yoga, principalmente, ma anche massaggi ayurveda e riflessologia plantare. La guarigione dell’anima, promette Edward Bach, si ritrova anche curandosi con i fiori di Bach, appunto, preparati naturali a base di fiori. In pochi oggi curano l’anima come si faceva una volta: risalendo la strada all’ombra del campanile e cercando il proprio parroco tra le fresche navate della chiesa. Ma sono moltissime, invece, le persone che, soprattutto d’estate, scelgono di trascorrere qualche giorno o intere settimane in monasteri, eremi e conventi, affascinati dall’idea della solitudine, della pace e di un tempo sospeso da tutto e da tutti, dove ritrovare ciò che si è perduto o che non si è mai posseduto. Alcuni di questi luoghi sono isolati dal mondo, sulla cima di un monte o dispersi in laguna, altri sono in paesi tranquilli o in mezzo al verde e favoriscono la meditazione, la ricerca di senso e la ricerca di se’. Sempre di più oggi le persone sentono il bisogno di dare risposte alle grandi domande che investono la vita e il suo valore, il bisogno di spiritualità, che non per tutti significa fede, e di serenità interiore. Pressoché tutti i monasteri italiani aprono le loro porte a questi “pellegrini” del mondo rispondendo ad una domanda importante che pone l’uomo odierno e ad un obbligo morale di ospitalità. Scriveva San Benetto, ad esempio: “Tutti gli ospiti che giungono in monastero siano ricevuti come Cristo, poiché un giorno Egli dirà: Sono stato ospite
L’abbazia di Praglia
e mi avete accolto”. in monastero l’ambiente più adatto per farlo. La vita monaLe modalità con cui questi luoghi aprono le loro fore- stica favorisce il raccoglimento, la riflessione, e consente, sterie sono diverse: ci sono le comunità religiose che ospi- a quanti lo stanno cercando, di compiere anzitutto un camtano anche i turisti, ossia chi vuole fare vacanza nel senso mino alla riscoperta di se stessi, del sé più profondo. Per chi tradizionale del termine e desidera soggiornare, a prezzi ha fede, questo cammino diventa anche un cammino verso contenuti, in una struttura accogliente e confortevole, in una maggiore comunione e intimità con Dio. Così moltisun clima familiare dove è possibile continuare a mantenere simi conventi offrono ospitalità a chi desidera trascorrere viva la dimensione spirituale accostandosi ai sacramenti. giornate di riflessione, meditazione e preghiera. Pur nel riCiò che distingue questi monasteri spetto degli orari della comunità, gli Platone: “Non bisogna ospiti sono liberi di organizzare le dai tradizionali alberghi è soprattutto (anche se non solo) la presenza proprie giornate come preferiscono: cercare di guarire della comunità: i religiosi o le relipossono partecipare alla vita liturgiil corpo senza cercare ca quotidiana, pregare in solitudine, giose i quali sono capaci di far percepire la gratuità della loro vita, che riposare, lavorare, pensare, leggedi guarire l’anima” si esprime in attenzioni e premure re, passeggiare, avere momenti di quotidiane verso gli ospiti e nella capacità di ascoltare e dialogo e di confronto. Alcune comunità religiose, invece, cogliere i loro bisogni, da quelli più semplici fino a quelli nei mesi estivi organizzano per i loro ospiti una serie di attipiù profondi. vità: corsi di spiritualità e biblici a vari livelli, esercizi spirituaLe persone che invece sentono il bisogno di riprendere li, convegni, itinerari spirituali per fidanzati e per famiglie, in mano la propria vita e fermarsi a riflettere su di essa, lectio divina, incontri vocazionali, ma anche, ad esempio, nella pace, nel silenzio, senza l’assillo dell’orologio, trova corsi di ebraico e di greco biblico, canto gregoriano, cetra,
Praglia, biblioteca
scrittura di icone. Molte comunità, inoltre, propongono ai ragazzi campi-lavoro, campi-studio, corsi di spiritualità ed esercizi spirituali. Sono tantissimi in tutta Italia i Monasteri dove è possibile ritirarsi: uno dei più suggestivi è sicuramente Camaldoli, immerso in una foresta verde dove i monaci vivono in piccole casine con orto che essi coltivano. Ma se è il mare a calmare maggiormente i vostri moti dell’anima allora è il monastero di Santa Croce del Corvo (La Spezia), a fare per voi, visto che è situato direttamente su una distesa azzurra. Molto suggestivo e poco conosciuto è anche l’eremo di Gamogna che si trova nell’Alpe di San Benedetto, ai piedi del Monte Gamogna. Il suo fascino sta nel fatto che si raggiunge solo a piedi attraverso un sentiero nel bosco che parte da Ponte della Valle in località Lutirano (Marradi). Quando si esce dal bosco, se è già l’ora delle lodi, si sentono i canti delle suore e di chi vi soggiorna alzarsi nel vento. I viandanti si avvicinano alla porta della chiesa spalancata e gustano qualche attimo di intensa spiritualità. continua alla pag. seguente
26 Benessere >> Nuove tendenze: l’Eremo >> Nuove tendenze: l’Eremo
Quando l’anima ha bisogno di cure per ritrovare senso e luce
Sempre di più oggi le persone sentono il bisogno di dare risposte alle grandi domande che investono la vita e il suo valore, il bisogno di spiritualità e di serenità interiore
di Germana Urbani
Eremodi Gamogna
Una monaca di Gamogna
L
’anima ritrova benessere quando il corpo e la mente si tacciono nella contemplazione della bellezza. E come scrive Alda Merini, che conosceva bene il turbamento della mente e dello spirito, “la bellezza non è che il disvelamento di una tenebra caduta e della luce che ne è venuta fuori”. La ricerca della “luce” è oggi un fenomeno in continua crescita e alimenta anche diversi mercati, come quello dei libri new age o gli esercizi di meditazione scaricabili dai siti di santoni indiani o discepoli di quella o quell’altra disciplina. Per ritrovare il benessere interiore negli ultimi anni si è fatto di tutto: lo yoga, principalmente, ma anche massaggi ayurveda e riflessologia plantare. La guarigione dell’anima, promette Edward Bach, si ritrova anche curandosi con i fiori di Bach, appunto, preparati naturali a base di fiori. In pochi oggi curano l’anima come si faceva una volta: risalendo la strada all’ombra del campanile e cercando il proprio parroco tra le fresche navate della chiesa. Ma sono moltissime, invece, le persone che, soprat soprattutto d’estate, scelgono di trascorrere qualche giorno o intere settimane in monasteri, eremi e conventi, affascinati dall’idea della solitudine, della pace e di un tempo sospeso da tutto e da tutti, dove ritrovare ciò che si è perduto o che non si è mai posseduto. Alcuni di questi luoghi sono isolati dal mondo, sulla cima di un monte o dispersi in laguna, altri sono in paesi tranquilli o in mezzo al verde e favoriscono la meditazione, la ricerca di senso e la ricerca di se’. Sempre di più oggi le persone sentono il bisogno di dare risposte alle grandi
L’abbazia di Praglia
Praglia, biblioteca
mi avete accolto”. in monastero l’ambiente più adatto per farlo. La vita monaLe modalità con cui questi luoghi aprono le loro fore- stica favorisce il raccoglimento, la riflessione, e consente, sterie sono diverse: ci sono le comunità religiose che ospi- a quanti lo stanno cercando, di compiere anzitutto un camtano anche i turisti, ossia chi vuole fare vacanza nel senso mino alla riscoperta di se stessi, del sé più profondo. Per chi tradizionale del termine e desidera soggiornare, a prezzi ha fede, questo cammino diventa anche un cammino verso contenuti, in una struttura accogliente e confortevole, in una maggiore comunione e intimità con Dio. Così moltisun clima familiare dove è possibile continuare a mantenere simi conventi offrono ospitalità a chi desidera trascorrere viva la dimensione spirituale accostandosi ai sacramenti. giornate di riflessione, meditazione e preghiera. Pur nel riCiò che distingue questi monasteri spetto degli orari della comunità, gli Platone: “Non bisogna ospiti sono liberi di organizzare le dai tradizionali alberghi è soprattut soprattutto (anche se non solo) la presenza proprie giornate come preferiscono: cercare di guarire della comunità: i religiosi o le relipossono partecipare alla vita liturgi-
il corpo senza cercare
scrittura di icone. Molte comunità, inoltre, propongono ai ragazzi campi-lavoro, campi-studio, corsi di spiritualità ed esercizi spirituali. Sono tantissimi in tutta Italia i Monasteri dove è pos sibile ritirarsi: uno dei più suggestivi è sicuramente Camal doli, immerso in una foresta verde dove i monaci vivono in piccole casine con orto che essi coltivano. Ma se è il mare a calmare maggiormente i vostri moti dell’anima allora è il monastero di Santa Croce del Corvo (La Spezia), a fare per voi, visto che è situato direttamente su una distesa azzurra. Molto suggestivo e poco conosciuto è anche l’eremo di Gamogna che si trova nell’Alpe di San Benedetto, ai
continua dalla pagina precedente
Quando l’anima ha bisogno di cure per ritrovare senso e luce GUIDA AI MONASTERI
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Il bosco di Camaldoli L’entrata al convento di Camado
li
IL VENETO CHE CURA L’ANIMA Anche nella nostra regione sono tantissimi i luoghi in cui si può cercare rifugio e conforto in un momento difficile per la propria vita o semplicemente quando si sente il bisogno di pace e silenzio interiore. Sono tutti luoghi dal fascino intenso ma mai severo, ricchi di storia e di sapienza. Tra questi l’Abbazia di Praglia, a Teolo, è sorta ai piedi dei colli Euganei a circa 12 chilometri da Padova, e a 4 da Abano Terme, lungo l’antichissima strada che conduceva ad Este. La fondazione dell’Abbazia risale agli anni tra l’XI e il XII secolo. La biblioteca preziosissima che conserva antichissimi manoscritti è oggi un centro di studi prestigioso a cui si aggiunge un laboratorio di restauro del libro di alta maestria. Quest’anno l’Abbazia offre ospitalità a giovani tra i 18 e i 35 anni dal 6 al 12 agosto per condividere con la comunità monastica Benedettina l’ “ora et labora”: silenzio, preghiera, lavoro. Ancora nel Padovano, l’Eremo del Monte Rua, è un tipico eremo Camaldolese, composto da una chiesetta attorniata da 14 celle a forma di casette e la cui fondazione risale al 1530. Ogni cella è costituita da una cameretta per il riposo, uno studiolo, una cappella con altare, un bagno e una legnaia. All’esterno ogni cella è fornita di un piccolo l’orto recintato da un muro. Molto suggestiva è la passeggiata attorno alle sue mura. E’ possibile soggiornarvi in quanto i monaci accettano chi desidera soffermarsi a contemplare la serenità di questo luogo. Inoltre qui è possibile trovare alcuni prodotti tipici ed esclusivi che i monaci riescono a confezionare con la cura e la sapienza tramandata nei secoli. Tra i conventi di clausura che accettano ragazze al proprio interno per periodi di riposo e riflessione è molto bello quello francescano abitato delle Clarisse in pieno centro storico a Montagnana. Sempre Francescano ma con il fascino della lontananza è il Convento di San Francesco nel Deserto di Venezia dove vive una comunità di frati Francescani minori. Sorge su una piccola isola che si raggiunge solo telefonando ai frati, e il cui ambiente naturale è tra i più pittoreschi della laguna. Gli alti cipressi che ne orlano le sponde sembrano proteggere la mistica pace di chi vi soggiorna. Tradizione vuole che nel 1220 san Francesco d’Assisi, di ritorno dall’Oriente, facesse tappa proprio su quest’isola allora chiamata “delle due Vigne”, dove fu accolto da un prodigioso coro di rondini. Paco dopo, nel 1228, il nobile Jacopo Michiel, che era proprietario dell’isola, decise di farvi erigere una chiesa in onore del grande visitatore, la prima a lui dedicata nell’Italia settentrionale. Cinque anni più tardi il tutto venne donato ai Frati Francescani Minori che provvidero a costruire un cenobio in cui si insediarono.
ezia
San Francesco del Deserto, Ven
erto
L’entrata a San Francesco del des
Villaregia-casa Rovigo
Eremo di monte Rua
Santuario Madonna del Frassiono Peschiera
roprio perché sempre più gente cerca la via verso la luce interiore e la pace dei sensi in luoghi di culto di forte intensità spirituale, sono state pubblicate una serie di guide. In Bed & Blessings. Guida all’ospitalità in monasteri e conventi d’Italia, sono censiti e fotografati 130 conventi e monasteri che offrono accoglienza. (Le Lettere Ed., euro12,40). Abbazie, monasteri e luoghi dello spirito (TCI Ed., euro 18,00), presenta, invece, 140 strutture religiose che danno ospitalità e 100 case d’accoglienza nelle principali città italiane. Una breve scheda informativa per ogni monastero in Guida ai monasteri d’Italia. Oltre 500 luoghi di antica spiritualità (Edizioni Piemme, euro 6,90). Ma se vi piace l’idea di approfondire la vita di monaci ed eremiti vi consigliamo Nella dimensione del tempo dei monaci. Come vivere il tempo (Queriniana Ed., euro 14,00) scritto dal monaco benedettino Anselm Grün, convinto che “l’esperienza del tempo fatta dai monaci abbia qualcosa da insegnare anche alle persone che non vivono in convento e sono immerse nel mondo di oggi”. E per gustarsi una bella testimonianza di una donna che ha scelto di essere un’eremita dei giorni nostri non perdevi l’ultimo libro di Adriana Zarri, Un eremo non è un guscio di lumaca, (Einaudi, euro 19.50) Nel rodigino, invece, è bellissima la storia, la missione e l’esperienza comunitaria che si vive a Villaregia, non un monastero ma una comunità missionaria. La culla in cui è nata e maturata l’esperienza della Comunità è una piccola frazione alle foci del fiume Po, in provincia di Rovigo. Il suo nome molto promettente, Villaregia, non corrisponde all’entità geografica e storica di questo pugno di case disperse nel cuore della campagna polesana. Ma Villaregia è per questi missionari che negli anni hanno testimoniato in parole e opere in tutto il mondo, la “Casa del Re”, il luogo in cui il Signore ha posto la dimora ed è diventato il Re della loro vita. Il minuscolo villaggio, che non compare nelle carte geografiche nazionali, è la sede della Casa Madre che ospita giovani, famiglie, fidanzati e parrocchie che vogliano fare l’esperienza della formazione e del raccoglimento spirituale o prepararsi per un’esperienza di fede in missione all’estero. Sulle sponde del lago di Garda sorge, invece, il Convento- Santuario della Madonna del Frassino, affidato ai frati Francescani minori. A un paio di chilometri da Peschiera, su una bella altura che affaccia sul lago, si trova questo luogo di secolare devozione e imperturbata serenità. Incastonato in un paesaggio di grande bellezza, reso ancor più pittoresco dalla presenza di un laghetto d’origine glaciale, il complesso risale al primo Cinquecento. Se riuscissimo a far nostra la saggezza di Platone quando sentenziava che “non bisogna cercare di guarire il corpo senza cercare di guarire l’anima” forse sapremmo cogliere l’importanza di regalarci un periodo di silenzio in un luogo dove è l’anima il centro d’interesse principale e non il corpo. Forse saremmo tutti più sereni, meno in collera con il mondo, meno frustrati e adagiati sull’oggi, più aperti all’altro e finalmente in pace.
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28 Consigli di bellezza >> Abbronzatissima
Prevenzione: uno stile da indossare sotto il sole di Germana Urbani
G
ià si sono fatte le prime passeggiate sulla spiaggia e molti di noi non stanno nella pelle attendendo il momento di stendersi sul bagnasciuga a rosolare. Presto il sole si farà caldo ma, non dimenticatelo mai, sarà anche pericoloso per la nostra pelle. Perciò, per essere perfetti in ogni occasione, nel beauty case estivo non devono mai mancare il deodorante, meglio se privo di profumazione e che assicuri una buona traspirazione (inserite anche quello specifico per i piedi), la protezione solare e la crema idratante. Infatti nella nostra beauty routine estiva la protezione dai raggi UV e quella dai cattivi odori che si accentuano con il caldo e con la sudorazione, sono sicuramente tra le cose più importanti a cui va aggiunta una buona crema idratante che ridona vitalità e nutrimenti alla pelle dopo che si è arrossata sotto il sole. Ma certamente la cosa più importante da portare sempre con sé è la crema protettiva, visto che ormai sono noti i danni dei raggi solari sulla pelle e da anni c’è una forte sensibilizzazione sulla fotoprotezione con consigli utili sull’esposizione al sole e sui prodotti da usare per proteggersi dai raggi UVA e UVB che sono le cause principali dell’insorgenza di melanoma, cioè di tumore della pelle. Inoltre è sempre più diffusa anche la consapevolezza che i raggi solari provocano un odioso processo di fotoinvecchiamento cutaneo che facilita la comparsa precoce delle rughe. Sarà per questa consapevolezza acquisita che, solo lo
La salute della nostra pelle è importantissima e studi recenti hanno dimostrato che esporla al sole senza protezione la fa invecchiare prima Nel beauty: crema protettiva con sostanze antietà, anti radicali liberi e nutrienti
scorso anno, gli italiani hanno speso 279 milioni di euro in lozioni per il sole, per la maggior parte con un fattore protettivo superiore a 10. A quanto pare, inoltre, sono sempre più diffusi i solari con benefici aggiuntivi, arricchiti con sostanze antietà, anti radicali liberi e nutrienti. Segno che alle donne interessa
ormai di più mantenere una pelle giovane piuttosto che abbronzata. L’esposizione al sole, infatti, scatena i radicali liberi che creano danni al collagene e all’elastina, per questo molti laboratori inseriscono nelle creme, oltre ai filtri Uv, anche componenti antiossidanti.
Le migliori case cosmetiche propongono prodotti che uniscono un innovativo complesso filtrante ad alto spettro e componenti antiossidanti di origine naturale, atti a prevenire i fastidiosi processi di invecchiamento precoce della pelle e per protegge al “100% il DNA cellulare. Ma se a preservare la pelle del corpo pensiamo solo quando andiamo in spiaggia, il viso ha bisogno di un altro trattamento, in quanto è sempre esposto al sole. Sono molte in commercio le creme solari viso antietà formulate per le prime esposizioni al sole e per quelle estreme, tipo ad esempio un’escursione in barca o in alta montagna. Un trattamento con fattori protettivi alti che garantisce un’abbronzatura protetta al massimo formando uno scudo contro gli effetti nocivi dei raggi solari, proteggendo al 100% il DNA cellulare e la pelle dalle rughe. Continua alla pag. seguente
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Consigli di bellezza 29 >> Abbronzatissima >> Abbronzatissima
Prevenzione: uno stile da indossare sotto il sole di Germana Urbani
segue dalla pagina precedente
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ià si sono fatte le prime passeggiate sulla spiaggia e molti di noi non stanno nella pelle attendendo il momento di stendersi sul bagnasciuga a rosolare. Presto il sole si farà caldo ma, non dimenticatelo mai, sarà anche pericoloso per la nostra pelle. Perciò, per essere perfetti in ogni occasione, nel beauty case estivo non devono mai mancare il deodorante, meglio se privo di profumazione e che assicuri una buona traspirazione (inserite anche quello specifico per i piedi), la protezione solare e la crema idratante. Infatti nella nostra beauty routine estiva la protezione dai raggi UV e quella dai cattivi odori che si accentuano con il caldo e con la sudorazione, sono sicuramente tra le cose più importanti a cui va aggiunta una buona crema idratante che ridona vitalità e nutrimenti alla pelle dopo che si è arrossata sotto il sole. Ma certamente la cosa più importante da portare sempre con sé è la crema protettiva, visto che ormai sono noti i danni dei raggi solari sulla pelle e da anni c’è una forte sensibilizzazione sulla fotoprotezione con consigli utili sull’esposizione al sole e sui prodotti da usare per proteggersi dai raggi UVA e UVB che sono le cause principali dell’insorgenza di melanoma, cioè di tumore della pelle. Inoltre è sempre più diffusa anche la consapevolezza che i raggi solari provocano un odioso processo di fotoinvecchiamento cutaneo che facilita la comparsa precoce delle rughe. Sarà per questa consapevolezza acquisita che, solo lo
La salute della nostra pelle è importantissima e studi recenti hanno dimostrato che esporla al sole senza protezione la fa invecchiare prima Nel beauty: crema protettiva con sostanze antietà, anti radicali liberi e nutrienti
scorso anno, gli italiani hanno speso 279 milioni di euro in lozioni per il sole, per la maggior parte con un fattore protettivo superiore a 10. A quanto pare, inoltre, sono sempre più diffusi i solari con benefici aggiuntivi, arricchiti con sostanze antietà, anti radicali liberi e nutrienti. Segno che alle donne interessa
ormai di più mantenere una pelle giovane piuttosto che abbronzata. L’esposizione al sole, infatti, scatena i radicali liberi che creano danni al collagene e all’elastina, per questo molti laboratori inseriscono nelle creme, oltre ai filtri Uv, anche componenti antiossidanti.
Le migliori case cosmetiche propongono prodotti che uniscono un innovativo complesso filtrante ad alto spettro e componenti antiossidanti di origine naturale, atti a pre venire i fastidiosi processi di invecchiamento precoce della pelle e per protegge al “100% il DNA cellulare. Ma se a preservare la pelle del corpo pensiamo solo quando andiamo in spiaggia, il viso ha bisogno di un altro trattamento, in quanto è sempre esposto al sole. Sono molte in commercio le creme solari viso antietà formulate per le prime esposizioni al sole e per quelle estreme, tipo ad esempio un’escursione in barca o in alta montagna. Un trattamento con fattori protettivi alti che garantisce un’abbronzatura protetta al massimo formando uno scudo contro gli effetti nocivi dei raggi solari, proteg gendo al 100% il DNA cellulare e la pelle dalle rughe. Continua alla pag. seguente
Prevenzione: uno stile da indossare sotto il sole
Collistar Crema Viso Abbronzante Protezione Attiva Pelli Ipersensibili SPF, protezione 50+, previene rughe e macchie solari
Uriage stick Extra-Large, Ideato per le zone fragili del volto come contorno occhi e naso
Cosa fare se mi scotto al sole
S
e si tornate a casa dalla spiaggia scottati, è importante stare in un ambiente fresco, in modo da dare la possibilità alla pelle e all’organismo di ripristinare al più presto la normale temperatura corporea. Bagnante la pelle interessata con acqua fredda, magari facendo una doccia o un bagno freddo. Questo allevierà solo momentaneamente gli effetti della bruciatura. Per aumentare l’efficacia aggiungete all’acqua del bagno un pentolino di tè alla menta o verde. Dopo la doccia usate l’aloe vera, un toccasana per le scottature
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provocate dal sole. La cosa migliore sarebbe avere in giardino una pianta di aloe, tagliarne un pezzo, spellarlo e strofinarlo sulla parte interessata. Se non ne avete correte in erboristeria o in farmacia ad acquistare una crema o meglio un gel a base di aloe vera. L’importante, per evitare di spellare, è idratare il più spesso possibile la pelle, ed evitare il bagnoschiuma neutro durante la doccia, preferendo una bagnocrema idratante ed una crema corpo lenitiva.
Anthelios XL Psf 50 di La Roche-Posay, senza profumo né parabeni è water resistant
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Silk Milk Spf 15 di Lancaster, formula viso e corpo con protezione Uvr
30 Crucilibro
Il desiderio di perdersi è sempre desiderio di ritrovarsi La vita, in fondo, è solo “una discutibile vicenda”, sottolinea Onetti, e ogni finale “vano, grottesco, senza senso”, a meno che non ci si sbagli…
Alberto
Elsa
Juan Carlo
Margot
Fuguet
Lewin
Onetti
Stedman
Carlos, un figlio difficile
Anna, cinquantenne divorziata
Un “tipo” ricoverato in un sanatorio
Isabel che ama la luce del faro
Alter Ego
Alberto, il nipote di Carlos
Il bisogno di contare e l’angoscia di chi non ha identità
Un anonimo negoziante di paese
Tom, il marito di Isabel
Location
L’immensità del Nord America
La New York interprete di molti drammi urbani
Una periferia senza nome
Un’isola remota tra due oceani dove vivono solo marito e moglie
Eroe - Eroina
Co-Protagonisti
Intrigo
Finale
Cosa dire del libro
Leggere… Leggere
I migranti al tempo della globalizzazione
Bernie, ispettore di polizia Due donne - una per la primavera, malinconico e in crisi con la moglie una per l’estate - scrivono al “tipo”
Abbandonata dal marito Anna, Carlos, la pecora nera della In un piccolo paese all’ombra di un garbata, colta e disperata donna famiglia, un giorno parte e sanatorio arriva un “tipo” distinto di mezza età, frequenta party per scompare dalla faccia della terra. per curarsi. Scrive due lettere al single dove una sera segue George. Trent’anni dopo, suo nipote Alberto giorno a due donne, il negoziante Quando lascia il suo appartamento decide di cercarlo immagina la sua vita lui è morto
I lunghi silenzi e il rumore assordante del mare
Isabel trova una bambina a bordo di una barca naufragata sugli scogli, insieme al cadavere di uno sconosciuto. È la figlia che ha sempre voluto ma Tom non deve segnalare l’accaduto
Alberto rimettere assieme i tasselli della sua vita intraprendendo un viaggio fisico e psicologico che lo porterà a Santiago del Cile e nel mondo
Su quel che è successo Anna ha Decidono di chiamarla Lucy, è la Il “tipo” non si curerà e alla fine un blackout totale ma sull’omicidio luce della loro vita. Ma ogni luce avrà la meglio su di lui la sua indaga l’investigatore Bernie che crea delle ombre. E quell’ombra ostinata indolenza, l’incredula resa si innamora di lei. Poi lei inizia a nasconde un segreto pesante come di fronte ai malintesi della sorte ricordare… un macigno
Un viaggio audace, costruito secondo il ritmo investigativo ma con la forza di un alto grado emotivo capace di catturare il lettore e portarlo con se’
Un thriller newyorchese strepitoso, Un romanzo breve e perfetto, Un romanzo che sembra destinato dolente e disperato come la costruito senza confessioni, un a diventare la rivelazione letteraria protagonista ma con il fascino registro di gesti e di passi di gente dell’anno, dove ciò che è vero dei segreti che solo la mente sa che se ne sta a guardare, con i suoi incontra ciò che è giusto in un abile nascondere visi “scarni, tristi, immorali” intreccio
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i nostri Esperti AFFARI DI FAMIGLIA
A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS del Foro di Rovigo
Adozione del figlio minore da parte del coniuge del genitore biologico
Gent.li Lettrici e Lettori, è stata sottoposta alla mia attenzione la richiesta, avanzata da parte di alcuni di Voi, circa la possibilità, da parte del coniuge, di adottare il figlio/figlia dell’altro coniuge. Questa esigenza, trae la propria origine dal fatto che negli ultimi anni vi è stato un netto aumento di nuove famiglie, cosi dette allargate, in cui ai figli avuti dalla precedente relazione-unione familiare si sono aggiunti i figli nati dalla nuova coppia di coniugi. Quindi una nuova realtà familiare in cui interviene, così come logico che sia, la necessità di disciplinare giuridicamente il rapporto affettivo intercorrente tra il coniuge ed il figlio/a dell’altro coniuge. A questo proposito corre in aiuto l’istituto dell’adozione del figlio del coniuge (caso particolare di adozione) che viene disciplinato dall’art. 44 comma I lett. B) della legge 184/1983, successivamente modificata dalla l. 149/2001. Ma quali sono le condizioni necessarie per l’adozione?
Innanzitutto che vi sia, al momento dell’instaurazione del procedimento, il rapporto di coniugio fra chi deve adottare e il genitore del minore, nonché un forte legame affettivo e uno stabile rapporto di convivenza tra il minore e il genitore presso cui è collocato e il coniuge di questi. L’art. 45 della L. 184/1983, prevede inoltre, anche a seguito della modifica di cui alla legge 149/2001, l’ascolto del minore che abbia compiuto i dodici anni o se di età inferiore purché in grado di comprendere, e il consenso da parte dell’adottando, manifestato direttamente ed esclusivamente al Giudice, che abbia compiuto i quattordici anni. E’ inoltre necessario il consenso da parte del genitore dell’adottando. Ma quali sono gli effetti dell’adozione? Questo tipo di adozione non ha effetti legittimanti, ciò essenzialmente vuol dire che il minore adottato non acquista lo status di figlio legittimo, ma solo di figlio adottivo, non acquista legami di parentela
con la famiglia dell’adottante e mantiene lo status di figlio legittimo o naturale rispetto ai genitori biologici nei confronti dei quali permangono reciprocamente diritti e doveri. L’adottante, però assume su di sé la titolarità e l’esercizio della potestà sul minore adottato nonché l’obbligo di mantenerlo, istruirlo ed educarlo. Quale cognome assume l’adottato? Il minore adottato avrà il diritto ad anteporre al proprio cognome di origine, che viene mantenuto quale tratto essenziale della sua personalità, quello del coniuge del genitore che l’ha adottato. Qual’è l’Autorità che deve essere adita? La competenza spetta al Tribunale per i Minorenni del distretto in cui si trova il minore. Il Tribunale, previa verifica della sussistenza delle circostanze di cui all’art. 44 L. 184/1983 ed ascolto dei genitori del minore dispone a che vengano effettuate, tramite i servizi sociali e gli organi di P.S., sul
coniuge adottante, sulla di lui famiglia e sul minore onde accertare in concreto sussista quel preminente interesse di quest’ultimo all’adozione richiesta. Verrà dunque eseguita un’indagine tesa verificare: 1) idoneità effettiva all’adozione intesa anche come capacità di istruire, educare e mantenere il minore; 2) l’ambiente familiare; 3) la situazione economica; 4) la salute; 5) le motivazioni concrete che hanno spinto a presentare la domanda di adozione. Il Tribunale deciderà poi in Camera di Consiglio, sentito il Pubblico Ministero, pronunciando sentenza di far luogo o non far luogo all’adozione. Contro detta sentenza può essere proposta impugnazione avanti la Corte di Appello. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.
L’ARCHITETTO
“Casa passiva” e risparmio energetico
Dott. Massimo Cavazzana Architetto Tel. 049-9585333
Ormai per qualsiasi intervento edilizio si richiede la rispondenza ai requisiti minimi di risparmio energetico previsti dalla D.P.R. 59 del 2009, (ex L. 10/91). Ciò si ottiene con l’installazione del cosiddetto “cappotto termico” e con l’installazione di serramenti ad alta tenuta termica. Sempre più italiani preferiscono investire i propri risparmi nella costruzione di una casa volta al risparmio energetico e che dia un risparmio economico dei consumi, invece di vedere i propri guadagni sparire in bollette salate. In base alla qualità degli interventi la casa potrà essere classificata con una lettera dalla “A” alla “G”, dove A rappresenta il livello migliore, ossia il fabbricato che necessita di meno energia, e “G” quello peggiore. In classe “A” i consumi sono inferiori a 35 kWh/mq annuo (3,5 litri di gasolio/mq annuo) mentre in classe “G” sono maggiori a 175 kWh/mq annuo (17,5 di gasolio /mq annuo). Una appartamento di 100 mq in classe “A” consuma 3.400 kWh all’anno mentre in classe “G” consuma 18.000 kWh all’anno. Ora per ottenere la spesa energetica annua basta moltiplicare il consumo per il costo di un kilowattora. Così per l’appartamento in classe “A” si ottiene kWh 3.400 x 0,20 euro/kWh = 680 euro di spesa, contro i 3.600 euro dell’appartamento in classe “G”! In Italia sta prendendo piede anche la così detta “Casa passiva”:
nata in Svezia e diffusa nei paesi nord-europei. “Passiva” perché si riscalda quasi senza consumi ma con la somma degli apporti passivi di calore. Molti ritengono che debba per forza essere costruita in legno, invece sono realizzate anche in mattone o in cemento armato! Ma come funziona? Durante la stagione invernale, sfrutta il calore passivo interno prodotto da elettrodomestici, irraggiamento solare, illuminazione interna e dagli stessi abitanti. Il calore è conservato all’interno grazie all’isolamento termico dell’involucro edilizio. Nel periodo estivo invece il confort è raggiunto grazie all’inerzia termica dell’involucro ed alla schermatura delle vetrate. Si può dire che una casa passiva è economicamente vantaggiosa dato che il risparmio di energia può arrivare al 90%. La restante parte dell’ energia necessaria a pareggiare il bilancio termico è fornita da sistemi non convenzionali, quali: pannelli solari, caldaia pellet con collettore d’acqua, pompa di calore per il riscaldamento dell’aria dell’impianto di ventilazione controllata a recupero energetico, ecc. Il fabbisogno energetico massimo per il riscaldamento ed il raffrescamento annuo così non supera i 15 kWh/mq annuo. La distribuzione del calore può avvenire invece attraverso un sistema di ventilazione controllata che recupera l’ 80% del calore dell’aria in uscita. Ossia L’aria
calda in uscita entra in uno scambiatore dove l’aria fredda in ingresso ricaverà dall’ 80% del calore, per rientrare all’interno della casa. L’impianto di ventilazione è indispensabile perché se si utilizzasse l’areazione attraverso le finestre il risparmio energetico insieme con la qualità dell’aria non sarebbe possibile. Quindi è indispensabile che tutte le parti della costruzione siano anche ermetiche a tutti i livelli. Il costo? Dipende dai sistemi di costruzione e dalla zona climatica in cui si trova la casa, può variare dal 10% al 30% in più, ma in pochi anni è ammortizzabile grazie ai risparmi energetici ottenuti. In proposito si segnala un interessante incontro di tenuto dal “LIONS CLUB DI CONSELVE” dal titolo “CASACLIMA - EDIFICI PER IL RISPARMIO ENERGETICO ED ENERGIE RINNOVABILI”, che si terrà venerdì 15 giugno alle ore 20,45 presso la “Sala Dante” di Conselve (PD). Aprirà l’incontro il sottoscritto Arch. Massimo Cavazzana ed interverranno l’Arch. Carlo Dario (Vice Presidente Network CasaClima Padova e Rovigo) e l’Arch. Renzo Carturan (Consulente CasaClima) e con la partecipazione del geom. Leonardo Ragazzo (Presidente Network CasaClima Padova e Rovigo). Una interessante occasione per saperne di più sul tema del risparmio energetico, ormai caro a tutti.
Sarò lieto di rispondere alle vostre domande inerenti gli articoli pubblicati od altri argomenti inerenti l’architettura e l’ urbanistica all’indirizzo mail: cavazzana@tin.it
I nostri esperti 33
Sarò lieta di rispondere alle vostre domande all’indirizzo e-mail: lara.tasso@libero.it
IL NOTAIO
A cura di: Giannenrico Cocito, Notaio
Certificazione energetica degli edifici
Come noto, oramai da qualche tempo, in sede di vendita di un immobile è, nella maggior parte casi, necessario consegnare all’acquirente un certificato detto di “certificazione energetica”. La fonte normativa è di matrice comunitaria ed è stata recepita nel nostro ordinamento a fini attuativi con il dlgs 192/2005 poi modificato con il dlgs 311/2006. Tale certificato mira a fornire all’acquirente un efficace strumento di informazione circa il dispendio energetico proprio dell’immobile, catalogandolo, come per gli elettrodomestici, in diverse classi di “merito”da A+ (più efficiente) fino a G (più scadente). La normativa nazionale è però concorrente, per materia, con quella regionale e pertanto si applica in coordinamento ed essendone integrata da quest’ultima. La Regione Veneto in linea di massima ha recepito la normativa nazionale con qualche integrazione. In buona sostanza devono obbligatoriamente essere dotati di certificazione energetica FIN DALL’INIZIO - i “nuovi edifici”: ossia gli edifici costruiti in forza di permesso di costruire o di denuncia
di inizio attività rispettivamente richiesto o presentata dopo l’8 ottobre 2005 - gli edifici radicalmente ristrutturati: ossia gli edifici di superficie utile superiore a 1000 mq. che siano stati oggetto di interventi di ristrutturazione radicale in forza di permesso di costruire o di denuncia di inizio attività rispettivamente richiesto o presentata dopo l’8 ottobre 2005 - gli edifici “agevolati”: ossia degli edifici sui quali siano stati eseguiti, successivamente al 1° gennaio 2007, interventi finalizzati al miglioramento delle prestazioni energetiche per i quali si intenda accedere agli incentivi ed alle agevolazioni di qualsiasi natura, sia come sgravi fiscali o contributi a carico di fondi pubblici o della generalità degli utenti - gli edifici “pubblici”: ossia gli edifici pubblici o detenuti da soggetti pubblici per i quali dopo il 1° luglio 2007 siano stati rinnovati ovvero stipulati nuovi contratti relativi alla gestione degli impianti termici o di climatizzazione. IN OCCASIONE DEL TRASFERIMENTO - gli edifici preesistenti: ossia tutti gli edifici (a prescindere dall’epoca di costruzione) che comportino un “consumo energetico” e che non siano riconducibili a quelli di cui sopra
Sono perciò esclusi da tale obbligo: - i fabbricati isolati della superficie inferiore a 50 mq - i fabbricati industriali, artigianali e agricoli - i fabbricati culturali nei casi cui si darebbe luogo ad una alterazione del carattere o dell’aspetto di essi - i box, le cantine, le autorimesse, i parcheggi, i depositi, le strutture stagionali a protezione di impianti sportivi - gli edifici inagibili - i fabbricati “al grezzo” Vi è però una semplificazione per - i fabbricati costruiti in forza di titolo abilitativo antecedente all’8 ottobre 2005 e della superficie utile non superiore a 1000 mq: per essi il certificato può essere sostituito da un’ AUTODICHIARAZIONE con cui si attesta che il bene rientra nella classe più dispendiosa ovvero la classe G. In tutti i casi detto certificato,ovvero l’autodichiarazione, oltre che consegnati all’acquirente, dovevano essere inviati alla Regione Veneto entro 15 gg. dalla sua consegna. A partire dal 2 maggio scorso, a seguito della esecutività della delibera della Giunta
regionale n. 659 del 17 aprile 2012, la certificazione energetica, ferma la consegna all’acquirente, può essere però inviata a mezzo dei tecnici abilitati e accreditati solo in via telematica attraverso l’applicativo Ve.Net. energia_edifici. Non solo, sempre dal 2 maggio u.s. non è più richiesto l’invio in Regione Veneto dell’autodichiarazione di classe “G” la cui consegna però all’acquirente è lecito supporre sia ancora dovuta. Da ultimo si ricorda che l’art. 13 del D.Lgs. 3 marzo 2011, n. 28 (in Suppl. ord. alla G.U. n. 71 del 28.3.2011),recante norme di attuazione della Direttiva 2009/28/CE, ha introdotto il nuovo comma 2-quater nell’art. 6 del D.Lgs. 19 agosto 2005 n. 192, a norma del quale “nel caso di offerta di trasferimento a titolo oneroso di edifici o di singole unità immobiliari, a decorrere dal 1° gennaio 2012 gli annunci commerciali di vendita riportano l’indice di prestazione energetica contenuto nell’attestato di certificazione energetica”. Obbligo la cui inosservanza, a quanto risulta, ad oggi è rimasta però priva di sanzione.
Giannenrico Cocito Notaio - Sarò lieto di rispondere ai quesiti dei lettori da inviarmi al seguente indirizzo:gcocito@notariato.it
V. Petrarca 11 - Battaglia Terme (PD) Tel. 049 525680 Fax. 049 9101344 termelacontea@virgilio.it www.termelacontea.com
Lo Stabilimento La Contea apre la stagione termale da APRILE a NOVEMBRE. Convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale consente a tutti di fruire di un ciclo convenzionato di terapia termale all’anno presentando la ricetta del Medico di Famiglia o del Pediatra. Il nostro centro termale sito nella bellissima località dei Colli Euganei in provincia di Padova, sfrutta le fonti naturali di acqua ipertermale a 72° supermineralizzata del gruppo salso-bromoiodico, consente a tutti coloro che ne necessitano di accedervi assistiti da Medici specialisti anche SENZA OBBLIGO DI SOGGIORNO.
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34 I nostri esperti L’OTTICO
L’OCULISTA
Occhio al polline DOTT. VALERIO CREPALDI Ospedale S.Antonio Padova v.crepaldi@libero.it
Con l’ avvicinarsi della primavera, per chi soffre di allergia, comincia la stagione del naso che gocciola e degli occhi gonfi. Si tratta di una risposta esagerata del sistema immunitario ad una sostanza innocua ma riconosciuta come dannosa detta “allergene”. Si parla genericamente di congiuntivite allergica ma, in realtà, si tratta di forme cliniche ben distinte, spesso non diagnosticate correttamente, essenzialmente a causa di due fattori: • il primo perché nella maggior parte dei casi le congiuntiviti allergiche si associano ad altra patologia importante (quale asma o rinite) più grave di pertinenza dell’allergologo; • il secondo si basa sulla considerazione che le allergie congiuntivali non costituiscono mai un problema invalidante ai fini della funzione visiva, per cui c’è spesso l’autoprescrizione di colliri a volte inutili o dannosi . E’ necessario quindi, porre una diagnosi precisa perché ogni forma clinica richiede un trattamento specifico. Cercherò di semplificare al massimo per riuscire ad aiutare i pazienti a districarsi su questa patologia che un po’ tutti sintetizziamo con l’espressione “occhio rosso”che tutto include. RINOCONGIUNTIVITE ALLERGICA: è la più diffusa, detta anche pollinosi. I primi pollini sono quelli degli alberi (nocciolo, olmo, pioppo, betulla, cipresso e altri), dell’erba invisibile all’occhio ma percepita dal naso allergico, delle graminacee, delle muffe o delle polveri di casa. Inizia a maggio e ha il suo apice a luglio. Questa forma ha andamento stagionale e c’è sempre sintomatologia nasale, il prurito oculare è lieve. In tali casi è utile la consulenza dell’allergologo che, attraverso esami mirati, potrà porre la giusta diagnosi. Va ricordato che nel 94% dei casi (non è poco) si associa in ordine di frequenza oltre alla rinite, asma, orticaria e dermatite. Non bisogna inoltre dimenticare l’importanza del fattore “familiarità”. La prognosi è buona ai fini della funzione visiva, i sintomi tendono a diminuire, sino a scomparire spontaneamente in età avanzata. COGIUNTIVITE PRIMAVERILE: rispetto alla precedente ha andamento cronico, con peggioramenti stagionali nel periodo primaverile. Sono generalmente colpiti i bambini ed è rara sopra i 30 anni. L’associazione con altre patologie già menzionate scende al 60%, può comparire senza antecedenti familiari. I sintomi sono più forti in primavera ed il principale è un prurito forte, intenso, continuo, a volte esasperante che costringe i pazienti a stropicciare continuamente gli occhi nel tentativo di ottenere giovamento peggiorando il quadro con comparsa di fotofobia e “fili di muco” che sono dovuti alla spremitura meccanica causata dallo strofinamento degli occhi. L’oculista fa diagnosi certa semplicemente con il rovesciamento della palpebra superiore che evidenzierà “papille” giganti, che nel nostro gergo definiamo a “ciottolato romano”, le quali, a contatto della cornea producono abrasioni a volte molto gravi e difficili da curare per la
scarsa collaborazione dei piccoli pazienti. Si può avere calo della vista e grave compromissione della cornea .In questa forma clinica, l’oculista deve sempre essere molto vigile per improntare immediata e potente terapia antinfiammatoria. CONGIUNTIVITE ATOPICA: con questo termine s’intende una congiuntivite allergica, spesso cronica, associata ad eczema cutaneo, con forte familiarità. Le manifestazioni cliniche ci sono già nel primo anno di vita, ma possono presentarsi anche successivamente. Si hanno principalmente aree di eczema al viso, dietro le orecchie, sulle mani. A livello oculare non vi è stagionalità ed i sintomi sono: bruciore, lacrimazione, prurito, ma la complicazione più grave è l’interessamento corneale che porta ad opacità cicatriziali permanenti con conseguente perdita della capacità visiva. Spesso si riscontra cheratocono ed elevata incidenza di cataratta. E’ la forma più difficile da trattare, la più grave per le citate complicazioni.
Valentino Micaglio
Astenopia
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Per astenopia in campo medico, si intende una condizione di debolezza anomala degli occhi, un disturbo visivo dovuto spesso all’eccessivo sforzo della vista.Tale disturbo è frequente nei ragazzi ed è statisticamente associato con miopia. I lavoratori più a rischio sono gli operatori addetti ai videoterminali che utilizzano tali apparecchiature per più di 20 ore a settimana, ma ancora più a rischio i soggetti che iniziano tale attività in età giovanile ,tra i sintomi e i segni clinici ritroviamo: cefalea, ( La cefalea di tipo tensivo è la più frequente (90%) tra le cefalee. È caratterizzata da dolore di qualità gravativo-costrittiva al capo, soventemente associato all’aumento del tono dei muscoli del capo e/o della nuca. L’attuale denominazione, cefalea di tipo tensivo (acronimo italiano CT o inglese TTH tension-type headache), sostituisce le precedenti cefalea essenziale, cefalea idiopatica, cefalea muscolo-tensiva, cefalea tensiva, cefalea da stress, cefalea psicogena, cefalea psicomiogena. Il termine tensivo deriva da osservazioni ormai superate che facevano risalire il dolore alla contrazione dei muscoli del capo o del collo. Attualmente si ritiene che la cefalea di tipo tensivo non abbia un’unica causa definita ). Offuscamento della vista, Nausea Perdita del senso di equilibrio Occhio secco L’ occhio secco è una patologia oculare che consiste in una riduzione quantitativa e/o in un’alterazione qualitativa del film lacrimale, che principalmente ha una funzione umettante della superficie oculare. Tale patologia può essere dannosa perché può provocare lesioni alle strutture esterne dell’occhio: il film lacrimale tende a ‘frammentarsi’, con conseguente esposizione alla disidratazione dell’epitelio corneale anteriore e della congiuntiva palpebrale, tale debolezza viene causata da un’anomalia muscolare a livello oculare o ciliare. Ai primi segni bisognerebbe staccare la visuale dai videoterminali o da qualunque attività che si stava compiendo al momento e riposarsi per qualche decina di minuti. Lenti di riposo possono dare sollievo.
Bibliografia Wikipedia OTTICA MICAGLIO NOALE >noale@micagliogroup.it<
I nostri esperti 35 DA CHE PARTE GIRA L’ECONOMIA
A cura di Lorenzo Sartiè
In Italia un turismo d'improvvisazione Pochi giorni or sono, da fonte più che autorevole, è stata resa nota la classifica mondiale delle strutture alberghiere. Quelle italiane? Una catastrofe. Non ci sono altre parole per descrivere la situazione in cui versa questo settore. Su una classifica di 118 paesi siamo al posto nr. 103. Siamo messi molto peggio di paesi che disprezziamo e che consideriamo del “terzo mondo”. Sicuramente la crisi che stiamo attraversando ha la sua parte di responsabilità, ma la realtà ci dice in modo brutale che non solo non siamo in grado di sfruttare l’immenso patrimonio artistico e culturale che abbiamo, ma anche che non siamo in grado di gestire in modo lontanamente imprenditoriale le strutture che dovrebbero accogliere l’enorme potenziale turistico. Spesso i nostri alberghi non sono solo modesti…sono più propriamente delle stamberghe. Un sistema ricettivo vecchio, non solo dal punto di vista immobiliare, ma anche nella mentalità dell’accoglienza. Struttura vecchia, imprenditoria ferma a 40 anni fa. Una buona metà della riviera romagnola è in vendita, tantissimi alberghi, ristoranti e bar sono chiusi… in attesa di un gestore che faccia investimenti al posto di una proprietà che non solo non ha adeguato le strutture, ma neppure la testa e che pretende pure di vivere di rendita. Ed in molte zone del nostro paese la situazione è la stessa.
Ovviamente ci sono le eccezioni, fatte di realtà piccole e grandi, ma il quadro generale è sconsolante…per non dire depressivo. Il mercato è cambiato, il modo di fare turismo è cambiato, le pretese dei clienti sono cambiate. Non basta più essere cordiali, simpatici all’italiana e cucinare bene. Il turista attuale (e sarà così per molto tempo) vuole due cose che non diamo: servizi e strutture accoglienti. Per servizi non intende la bicicletta, intende reti wi fi, nursery per i bambini, baby club e animazioni per i più piccoli che durino tutto il giorno, strutture kinder friendly, piscine degne di questo nome, Spa, centri wellness, orari flessibili, all inclusive di tutti i tipi, pulizia, organizzazione e qualità. Assieme ai parcheggi e la sicurezza, vuole trasporti locali efficienti, percorsi di tutti i tipi calibrati su tutte le misure, economici, per età e per interesse. Troppo spesso (quasi sempre) offriamo invece una viabilità pazzesca, pochissimi parcheggi, biglietti riduzione per i parchi divertimenti, qualche evento importante non dappertutto e non sempre, ed un sistema ricettivo in generale che lascia molto a desiderare. Le pro loco con i pochi stanziamenti a disposizione fanno quello che possono, le amministrazioni locali anche, ma i loro interventi oltre ad essere insufficienti talvolta sono inefficienti e gravemente inefficaci. Non adeguati alla richiesta turistica
attuale, che non si accontenta più dell’artista di strada, della sagra della salsiccia e delle feste del mare. Forse sarebbe il caso che anche loro si adeguassero ai tempi. E le associazioni di categoria in tutto questo annaspano. Il folklore va bene, ma non basta più. Non lo si vuole capire e siamo diventati anacronistici a perseguire quella strada. In realtà il motore del rilancio sarebbero proprio gli albergatori e tutte le strutture locali, collegate in ambiti interregionali. Come? Non è difficile, o meglio non lo sarebbe stato così tanto come ora fino ad una decina di anni fa. Reti, consorzi, reti di marketing collegate tra loro, tra strutture ricettive, artistiche e culturali. Costerebbe poco (se partecipassero in tanti) e darebbe risultati stratosferici. Poche poltrone, niente politica e compensi per obiettivi. Molta informatica gestionale, investimenti sulle strutture per adeguarle ai tempi e marketing. Utopia? No. Semplice organizzazione aziendale moderna. Ma, quando si viene a sapere che tante strutture sono ferme ancora al fax, che non hanno un Pos per pagare, che non accettano un pagamento con internet banking perché non sanno cos’è, che hanno acquistato le camere di terza mano, che hanno bagni da meno di due metri quadrati e poi scrivono “totalmente rinnovato” per aver tinteggiato la sala da pranzo, viene da piangere.
Niente cucina a vista, che costa pure meno della cucina tradizionale se correttamente usata con il servizio di sala, frigobar in camera… ma c’è il dondolo nel terrazzo… Non voglio sembrare inutilmente polemico e sterilmente distruttivo. Sono più che sicuro che l’imprenditore moderno ha capito benissimo, così come ha capito benissimo quello fermo a quarant’anni fa che non può più sottrarsi alle proprie manchevolezze. Non si può più vivere negli allori degli anni passati, che il nostro paese è il più bello del mondo (e lo è), che si mangia bene e ci sono tante cose da vedere. Oggi con un semplice clik sul computer il turista che poteva venire qui se ne va da un’altra parte spendendo meno ed avendo molto, ma molto di più, grazie all’arretratezza tecnologica, ad una tassazione troppo forte e nessun tipo di incentivo sugli investimenti degli imprenditori per migliorare l’offerta. Gli indicatori non sono affatto positivi per il settore. Vacanze sempre più corte e sempre più last minute. Clientela non fidelizzata e catturata grazie solo all’iniziativa del singolo. Della serie avanti in ordine sparso. E adesso? Molti imprenditori e tanti amministratori dovranno recitare il mea culpa…
Sarò lieto di rispondere alle vostre domande inviate all’indirizzo presidente@consorziovenetocostruttori.it
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xxxxxx Se hai voglia di crescere professionalmente, con un lavoro stimolante, diventa Pochi giorni or sono, da fonte più che in molte zone del nostro paese la situazione è la Agente Promomedia! autorevole, è stata resa nota la classifica stessa. Ovviamente ci sono le eccezioni, fatte di Lorenzo Sartiè
talvolta sono inefficienti e gravemente inefficaci. quadrati e poi scrivono “totalmente rinnovato” Non adeguati alla richiesta turistica attuale, che per aver tinteggiato la sala da pranzo, viene da mondiale delle strutture alberghiere. Quelle realtà piccole e grandi, ma il quadro generale è non si accontenta più dell’artista di strada, della piangere. Niente cucina a vista, che costa pure italiane? Una catastrofe. Non ci sono altre sconsolante…per non dire depressivo. Il mercato sagra della salsiccia e delle feste del mare. Forse meno della cucina tradizionale se correttamente parole per descrivere la situazione in cui versa è cambiato, il modo di fare turismo è cambiato, sarebbe il caso che anche loro si adeguassero usata con il servizio di sala, frigobar in questo settore. Su una classifica di 118 paesi le pretese dei clienti sono cambiate. Non basta ai tempi. E le associazioni di categoria in tutto camera… ma c’è il dondolo nel terrazzo… siamo al posto nr. 103. Siamo messi molto più essere cordiali, simpatici all’italiana e questo annaspano. Il folklore va bene, ma Non voglio sembrare inutilmente polemico e peggio di paesi che disprezziamo e che cucinare bene. Il turista attuale (e sarà così per non basta più. Non lo si vuole capire e siamo sterilmente distruttivo. Sono più che sicuro che consideriamo del “terzo mondo”. Sicuramente molto tempo) vuole due cose che non diamo: diventati anacronistici a perseguire quella l’imprenditore moderno ha capito benissimo, la crisi che stiamo attraversando ha la sua parte, servizi e strutture accoglienti. Per servizi non strada. In realtà il motore del rilancio sarebbero così come ha capito benissimo quello fermo a ma la realtà ci dice in modo brutale che non intende la bicicletta, intende reti wi fi, nursery proprio gli albergatori e tutte le strutture locali, quarant’anni fa che non può più sottrarsi alle solo non siamo in grado di sfruttare l’immenso per i bambini, baby club e animazioni per i più collegate in ambiti interregionali. Come? Non proprie manchevolezze. Non si può più vivere patrimonio artistico e culturale che abbiamo, piccoli che durino tutto il giorno, strutture kinder è difficile, o meglio non lo sarebbe stato così negli allori degli anni passati, che il nostro ma anche che non siamo in grado di gestire friendly, piscine degne di questo nome, Spa, tanto come ora fino ad una decina di anni fa. paese è il più bello del mondo (e lo è), che si in modo lontanamente imprenditoriale le strutture centri wellness, orari flessibili, all inclusive di tutti Reti, consorzi, reti di marketing collegate tra mangia bene e ci sono tante cose da vedere. che dovrebbero accogliere l’enorme potenziale i tipi, pulizia, organizzazione e qualità. Assieme loro, tra strutture ricettive, artistiche e culturali. Oggi con un semplice clik sul computer il turista turistico. 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No. incentivo sugli investimenti degli imprenditori vecchia, imprenditoria ferma a 40 anni fa. biglietti riduzione per i parchi divertimenti, Semplice organizzazione moderna. per migliorare l’offerta.diGli indicatori non sono I nostri mezzi diaziendale comunicazione, insieme o singolarmente, permettono scegliere i destinatari da raggiungere, di mirare le campagne pubblicitarie ad un target ben definito e di differenziare il messaggio. UnaL’informazione buona metà della riviera romagnola è qualche evento importante non dappertutto e Ma, quando si viene a sapere che tante strutture affatto positivi per il settore. Vacanze sempre più locale Il free magazine di Il magazine La TV del trasporto in vendita, ristoranti e bar nondeisempre, ed un sistema ricettivo in generale sono ferme ancora al fax, cheLa non hanno Look, un PosMobyTV: corte eimpossibile sempre più passare last minute. Clientela non a casa tuatantissimi alberghi, moda e tendenza grandi eventi pubblico Piazza, inosservati! sono chiusi…in attesa di un gestore che faccia che lascia molto a desiderare. Le pro loco con i per pagare, che non accettano un pagamento fidelizzata e catturata grazie solo all’iniziativa investimenti al posto di una proprietà che non pochi stanziamenti a disposizione fanno quello con internet banking perché non sanno cos’è, del singolo. Della serie avanti in ordine sparso. E solo non ha adeguato le strutture, ma neppure la che possono, le amministrazioni locali anche, che hanno acquistato le camere di terza adesso? Molti imprenditori e tanti amministratori testa e che pretende pure di vivere di rendita. Ed ma i loro interventi oltre ad essere insufficienti mano, che hanno bagni da meno di due metri dovranno recitare il mea culpa…
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LE OMBRE Trova l’ombra corretta
A
SOPRA E SOTTO
B
Risolvendo entrambi i giochi otterrete, rispettivamente, il nome e il cognome dell’attore in foto
AUTISTA - DALLAS - DOUG ESAMI - MANSIONI OKLAHOMA - OSCAR SEVEN - SOAPOPERA SOGNO - SUCCESSO Chiave (4) - Il nome.............................
C
D
Inserite all’interno dello schema inferiore le parole elencate in modo da completare il cruciverba. A schema ultimato, nelle caselle grigie, apparirà il cognome.
ALIDA - AN - ANCOR ARANCIERA - AROMATICA ATRII - ATTO - CA - ETANI GIARA - ISA - LAIDO - MAR ODA - ODOR - OLA - ORA SIA - SIR - STALAG - TEA TOSE - UP - USA Fruits & Vegetables (frutta e verdura) Impariamo l’inglese
CHIAVE (10) - Un frutto........................................................................................................... Aforismi divertenti
Soluzioni:
• Non sono vegetariano perché amo gli animali. Il fatto è che odio le piante. • Mia moglie ed io siamo stati felici per vent’anni. Poi ci siamo incontrati. • Cercare il pelo nell’uovo è come dire che i polli si fanno la barba.
trova l’ombra LE OMBRE:
• Un vecchio dice ad una papera: “Dove abiti?” E la papera: “Qua!” • Due topi vanno davanti ad un cinema: “Entriamo?” Dice uno. “No, ci sono solo quattro gatti.” • Che cosa fa un maiale che cade dal quinto piano? Speck. • Una funga dice a un fungo: “Non fare il porcino!” • Un signore che deve andare a lavorare esce di fretta da casa e si avvia verso la macchina. Dopo qualche metro si rende conto di un uccellino che svolazzando è finito contro il vetro davanti dell’auto. Allora scende, lo raccoglie e lo porta a casa. Lo mette in una gabbietta con pane, acqua e una copertina e poi va a lavorare. Dopo un’ora l’uccellino si sveglia. Vede le sbarre e le guarda sorpreso. Vede il pane e lo guarda sorpreso. Vede l’acqua e la guarda sorpreso. Vede la coperta e la guarda sorpreso. Poi dice: “Cavolo, devo averlo mandato proprio fuori strada per esser stato mandato in prigione.” • Che cosa è una zebra? Un cavallo evaso dal carcere. • Cosa fa un cane del deserto? Bobby solo. • Perché gli elefanti non vanno mai in bicicletta? Perché non hanno il pollice per suonare il
campanello. • Perché i gatti hanno imparato a vedere al buio? Perché non arrivano all’interruttore. • Che cosa fa un pesce in un contenitore per farina? La settimana bianca. • Cosa fanno due squali in una gara? Vengono squalificati. • “Noi quando usciamo, affidiamo i bambini al nostro cucciolo.” “Ma è sicuro?” “Certo! E’ un baby-setter.” • E’ la vigilia di Natale e Babbo Natale entra nella stalla per vedere come stanno le renne. Quando apre la porta vede tutte le renne con le zampe per aria. Babbo Natale, preoccupatissimo, chiama il veterinario: “Pronto, pronto veterinario!” E il veterinario: “Mi dica!” “Sono Babbo Natale e ho un grave problema: entrando nella stalla mi sono accorto che le mie renne avevano tutte le zampe per aria, mi aiuti la prego!” “Non si preoccupi, arrivo subito!” Poco dopo il veterinario arriva nella stalla delle renne di Babbo Natale, tira fuori dalla tasca delle compresse e ne da una a ciascuna renna. Dopo 5 secondi le renne tornano in piedi come fossero pronte a partire, allora Babbo Natale, sbalordito, chiede al veterinario: “Ma come ha fatto?” “Semplice! Ho dato loro il Voltaren.”
corretta: C
Gli animali
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A tavola 37 CUCINA
VINO
Denis Meneghini
IL SAUVIGNON BLANC ORAMAI L’ESTATE
È FINITA E A GRANDI PASSI CI STIAMO
INOLTRANDO NELL’AUTUNNO: LA STAGIONE DEI FRUTTI, DEI PROFUMI INTENSI E A MIO AVVISO DEL
SOUVIGNON. MA DIETRO AI VINI NON SI SONO SOLO SAPORI E ODORI: SPESSO PARLANDO DI VINO È FACILE PARLARE DI STORIA, DI GEOGRAFIA DI CLIMI, PERCHÉ SERVE TUTTO QUESTO PER FARE UN BUON
“CENTESIMINO”, VINO TIPICO DI FAENZA E DINTORNI, CHIAMATO FINO ALLA METÀ NOVECENTO SAUVIGNON ROSSO, PER LE SUE PARTICOLARI CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE RICONDUCIBILI ALLA FORZA PROROMPENTE DEL SAUVIGNON BLANC, PUR NON AVENDO NIENTE A CHE VEDERE CON QUESTO VITIGNO. IL VITIGNO SAUVIGNON, INFATTI, È ORIGINARIO DELLA GIRONDA E TROVA LA SUA MASSIMA ESPRESSIONE NELLA COMPOSIZIONE DEL FAMOSISSIMO SAUTERNES, ASSIEME AL “SEMILLON” E AL “MUSCADET”, VINO TENDENZIALMENTE RICCO E DOLCE E QUINDI BEN SI PRESTA PER LA PRODUZIONE DI VINI PROFUMATI. VIENE COLTIVATO ANCHE NELLA REGIONE DELLA LOIRA, IN PARTICOLARE NELLE ZONE VINICOLE DEL “SANCERRE”E NEL “PUILLY”, NELLE QUALI SI PRODUCE UN VINO PIÙ SECCO E CON UN’ ACIDITÀ PIÙ FORTE. COME QUASI TUTTI I VITIGNI PROVENIENTI DALLA FRANCIA IL SAUVIGNON È STATO ADOTTATO DA MOLTISSIMI ALTRI PAESI, TRA I QUALI STATI UNITI, SUD AFRICA, CILE, MA È SICURAMENTE IN AUSTRALIA ED IN NUOVA ZELANDA CHE I VITICOLTORI HANNO SAPUTO COLTIVARE E VALORIZZARE AL MEGLIO QUESTO NOBILE VITIGNO, GRAZIE ANCHE ALLA PRESENZA DI UN CLIMA PIÙ CHE FAVOREVOLE. IN ITALIA LA COLTIVAZIONE DEL SAUVIGNON È PRESENTE IN MANIERA MOLTO VASTA IN VENETO, IN FRIULI VENEZIA GIULIA ED IN TRENTINO ALTO ADIGE DOVE, GRAZIE ALLA PRESENZA DI UN CLIMA RIGIDO IN INVERNO E CALDO E SECCO IN ESTATE, SI PRODUCONO VINI DAVVERO FORMIDABILI. IL SAUVIGNON BLANC, IN CUCINA, ACCOMPAGNA MOLTO BENE I PIATTI DELLA TRADIZIONE CONTADINA MA ANCHE PREPARAZIONI ELABORATE, E COME LA MAGGIOR PARTE DEI VINI LO SI PUÒ BERE FUORI DAI PASTI, MAGARI IN UNA DI QUESTE ULTIME GIORNATE DI SOLE. BICCHIERE COME IL
RISOTTO CON I PISELLI AL PROFUMO DI MENTA E LIMONE DA VENETE NON POTEVAMO CHE INIZIARE LA STAGIONE DEI PISELLI CON IL RISOTTO. BUONISSIMO IL CLASSICO RISI E BISI, MA NEL NOSTRO CASO ABBIAMO APPORTATO ALCUNE VARIANTI. UN PRIMO ESPERIMENTO CON I PISELLI SECCHI ANZICHÉ FRESCHI: RICHIEDONO UNA COTTURA UN PÒ PIÙ LUNGA ED IL SAPORE È RICERCATO, QUASI “STAGIONATO”. PROPRIO PER QUESTO MOTIVO, ABBIAMO PENSATO DI RENDERE LA PREPARAZIONE PIÙ FRESCA CON FOGLIE DI MENTA FRESCA E L’AROMA, IN QUESTO CASO DOLCE, DEL LIMONE. IL NOSTRO RISOTTO HA SPIGIONATO TANTISSIMO PROFUMO, IL SAPORE POI È RIMASTO SIMILE AL CLASSICO RISOTTO AI PISELLI, MA CON UN RETROGUSTO CHE HA FATTO LA DIFFERENZA.
DEL
DENISMENEGHINI@ALICE.IT
INGREDIENTI PER 5 PERSONE: 380G RISO ROMA 130G PISELLI SECCHI 15G CIPOLLA ROSATA 3 BACCHE DI CARDAMOMO 26G FETTINE DI FORMAGGIO AL LATTE LIGHT 4ML AROMA AL LIMONE 4 FOGLIE MENTA 2 DADI VEGETALI OLIO EVO SALE
PROCEDIMENTO
CUOCERE I PISELLI IN ABBONDATE ACQUA SALATA, AGGIUNGENDO LE BACCHE DI CARDAMOMO PER PROFUMARE. TENERE SUL FUOCO FINCHÉ I PISELLI NON SI AMMORBIDISCONO (CIRCA UN’ORA), FACENDO ASCIUGARE L’ACQUA. TOGLIERE IL CARDAMOMO. AFFETTARE LA CIPOLLA E SOFFRIGGERLA IN POCO OLIO, UNIRE PRIMA I PISELLI, POI IL RISO FACENDOLO TOSTARE QUALCHE MINUTO. PORTARE A COTTURA CON ACQUA E DADI. A METÀ INSAPORIRE CON L’AROMA AL LIMONE E, POCO DOPO, UNIRE LE FOGLIE DI MENTA SMINUZZATE; SE NECESSARIO REGOLARE DI SALE. MANTECARE IL RISOTTO CON IL FORMAGGIO AL LATTE E SERVIRE. MANUELA E SILVIA BIZZO
SPIZZICHI E BOCCONI B
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RINFRESCHI FESTE PRIVATE CERIMONIE
BACHETTI MEETING D’AFFARI
38 Oroscopo ARIETE 21/03 AL 20/04
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FASCINO APPROFONDITE UN HOBBY O UN INTERESSE, LÌ POTRESTE INCONTRARE IL GRANDE AMORE. SERENITÀ E PIACEVOLEZZA GARANTITE · S ALUTE VI SENTIRETE SCATTANTI, IL CORPO REAGISCE CON ELASTICITÀ E LEGGEREZZA, PERCIÒ PREFERIRETE SPORT ALL’ARIA APERTA
TORO
DAL 21/04 AL 20/05
FASCINO
E’
OPPORTUNO FREQUENTARE AMBIENTI DOVE POSSANO CIRCOLARE NUOVE IDEE, CERCANDO DI MOSTRARVI MENO DIFFIDENTI · S ALUTE INSERITE NELLE ATTIVITÀ QUOTIDIANE IL TEMPO PER FARE LE SCALE A PIEDI O FARE DEGLI ESERCIZI DI STRETCHING, VI FARÀ BENE
Oroscopo GODETEVI L’ESTATE IN ESPLOSIONE E ANIMATE LA VOSTRA NATURA FESTAIOLA, LIBERATE IL CORPO IN UN MODO CREATIVO E PIACEVOLE: BALLATE!
GEMELLI DAL 21/05 AL 21/06
BILANCIA DAL 2 3/09 AL 22/10
FASCINO IL MESE PROMETTE BENE PER GLI AFFARI DI CUORE, POTRETE GODERE DELLA POSSIBILITÀ DI FARE PROGETTI CON CHI AMATE · S ALUTE LASCIATE CHE LE GAMBE CORRANO: MUOVETEVI, A PASSEGGIO O DI CORSA LA SALUTE DEL VOSTRO CORPO AVRÀ I SUOI BENEFICI
SCORPIONE DAL 23/10 AL 22/11
FASCINO ANCHE SE LA PASSIONE È IL VOSTRO TERRENO PREFERENZIALE, CONQUISTERETE CHI AMATE CON SEDUZIONI DI TIPO MENTALE · SALUTE E’ IL PERIODO GIUSTO PER EVENTUALI SCREENING O ESAMI APPROFONDITI. ATTENZIONE AI PICCOLI SEGNALI TRASCURATI IN PRECEDENZA
SAGITTARIO DAL 23/11 AL 21/12
FASCINO I FLIRT NON MANCANO GRAZIE ANCHE AL FATTO CHE SIETE VIVACISSIMI. AVETE SOLO L’IMBARAZZO DELLA SCELTA. GODETEVELA · S ALUTE SIETE IN GRANDE FORMA MA FATE ATTENZIONE ALL’ALIMENTAZIONE ED EVITATE DI SOVRACCARICARVI DI PESI IN PALESTRA O ALTRO
FASCINO IN
VISTA MOMENTI DI INCERTEZZA, INTOPPI O MALINTESI. ATTENTI: IL PARTNER SENTE IL BISOGNO DI MAGGIORE LEGGEREZZA · S ALUTE DEDICATEVI UN PERIODO DI RIPOSO, QUALCHE COCCOLA RIGENERANTE IN UNA SPA, O UN RITIRO IN UN LUOGO DI ATMOSFERE CONTEMPLATIVE
CANCRO
CAPRICORNO DAL 22/12 AL 20/01
DAL 22/06 AL 22/07
FASCINO SFODERATE UN NOTEVOLE SENSO DELL’UMORISMO E UNA DECISA ATTITUDINE A UNA SCANZONATA LEGGEREZZA, SORPRENDERETE! · SALUTE IL BENESSERE VI ARRIVA DA TERAPIE CHE SFRUTTANO E UTILIZZINO L’ACQUA COME PRINCIPIO BASE, PERFETTE LE CURE TERMALI
FASCINO SIATE PRESENTI E ABBIATE ATTENZIONE ALLA COSTRUZIONE DI UN RAPPORTO AMOROSO CHE SI BASI SU FONDAMENTA SOLIDE · S ALUTE LA FORMA FISICA SI ATTESTA SU UN BUON LIVELLO GENERALE, CONTINUATE AD IMPEGNARVI CON LO SPORT E TUTTO ANDRÀ BENE
LEONE DAL 23/07 AL 23/08
ACQUARIO DAL 21/01 AL 19/02
POTRESTE CONOSCERE PERSONE CON PERSONALITÀ CURIOSE E STRAVAGANTI. UN’AMICIZIA POTREBBE TRASFORMARSI IN AMORE · S ALUTE CHI COMBATTE CON QUALCHE CRONICITÀ AVRÀ CORPO E MENTE CHE RISPONDERANNO IN MANIERA PERFETTA A EVENTUALI TERAPIE FASCINO
IL CAMPO DELL’EROS E DELLA SEDUZIONE PIÙ DIVERTENTE, A TRATTI QUASI ADOLESCENZIALE, VI TRAVOLGERÀ. OCCHIO ALLE SCOTTATURE · SALUTE SFRUTTATE OGNI POSSIBILE MOMENTO DELLA GIORNATA PER FARE IL PIENO DI ENERGIE E DI OSSIGENO SENTENDO IL CORPO VIVO FASCINO
L’INTERVENTO
Grandi opere, i veneti chiedono partecipazione di Alessandro Abbadir
*dottore oculista
L
Campolongo
VERGINE DAL 24/08 AL 22/09
FASCINO SIETE
PIÙ INSOFFERENTI CHE TOLLERANTI E CIÒ PROVOCA CONFLITTI IN AMORE. CERCATE LA SERENITÀ NEL VOLTO DI CHI AMATE· S ALUTE L’APPARATO DIGESTIVO POTREBBE ESSERE IL BERSAGLIO DI QUALCHE CONFLITTO INTERIORE: CURATE LO SPIRITO E CURERETE IL CORPO
L’ECOMOBILE PER RIFIUTI INGOMBRANTI
e devastanti alluvioni nel vicentino e nel padovano dello scorso novembre, però, hanno cambiato le carte in tavola. L’idrovia Padova – Venezia è diventata di nuovo un’opera utile. Da degli studi idraulici fatti, infatti, appare chiara la sua funzione di valvola di sfogo delle acque del padovano e del vicentino, senza perdere poi la caratteristica di infrastruttura di comunicazione commerciale (su acqua con chiatte fra Padova e Venezia), che tra l’altro ha un impatto inquinante minore della cosidetta “camionabile”. Il problema però, come nel caso della Romea Commerciale, è che spesso le valutazioni su cosa realizzare, non seguono le priorità che emergono dal territorio. Queste opere progettate da tempo, sono viste per lo più come grandi affari, operazioni che una volta avviate sono difficili da cambiare e da adattare alle nuove priorità. Questo perché hanno già mosso ed impegnato gruppi imprenditoriali, fiumi di denaro potenziale o già stanziato che punta più su strade, su nuovo cemento, su ferrovie o idrovie. I cittadini però cominciano a svegliarsi e con loro anche tante forze politiche locali che “disubbidiscono” platealmente agli input che arrivano dai vertici dei partiti e si dimostrano più moderni degli imprenditori nel campo degli interventi sostenibili. Non si accettano più decisioni calate dall’alto che qualche ente locale finge di contrastare per poi accettare supinamente. Nascono comitati e fronti trasversali, che vogliono assemblee partecipazione, referendum. Sul futuro del territorio la gente vuole decidere non subire le scelte dei potentati d’affari. Xdci^cjV YV eV\# 1
professionalità risultati
E’ in funzione da gennaio a Campolongo Maggiore (In Riviera del Brenta) un nuovo servizio chiamato ecomobile. Potranno essere conferiti rifiuti ingombranti come mobili ed elettrodomestici. Sarà possibile conferire i rifiuti ingombranti: Boion ogni 2° sabato del mese dalle 8 alle 12 in Via Pasolini (parcheggio ad ovest della piazza della chiesa). Campolongo Maggiore ogni 4° sabato del mese dalle ore 8 alle 12 in Via Majorana (parcheggio del campo sportivo). Sanità
TORNA A COLPIRE L’INFLUENZA SUINA L’influenza A (H1N1) torna a colpire anche in Veneto, all’inizio del mese di gennaio si registravano 9 ricoverati e un decesso. Si tratta per lo più di persone già debilitate da malattie o convalescenti. Il virus quest’anno si presenta con caratteristiche meno aggressive ma può avere delle complicazioni. Nel Veneziano si è registrato anche il caso di un uomo di San Donà. Nel Miranese il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss 13, Fabio Livieri, sollecita maggiori controlli nelle scuole del territorio considerato il picco atteso per fine mese.
cortesia
relax
Economia
LA PROVINCIA VENDE QUOTE AUTOSTRADE
La Provincia di Venezia vende il 7 per cento delle quote possedute nell’autostrada Spa Venezia-Padova, pari a 171.173 azioni per un valore complessivo di 9.120.319,96 euro e lo 0,71 per cento delle azioni di Interporto di Venezia spa per un valore di 191.427,64 euro. I bandi di avviso sono pubblicati all’albo pretorio e sono disponibili sul sito www.provincia. venezia.it sezione bandi e concorsi. Il termine ultimo per la presentazione delle offerte è il 7 febbraio 2011
igiene
PESCI DAL 20/02 AL 20/03
Territorio
AMBIENTE: MENO CO2, PIÙ QUALITÀ
Chioggia
Provincia
CONRIBUTO AFFITTI
Regione
POLITICA
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PRIMO PIANO
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SOLIDARIETÀ
INTORNO A NOI
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Sanità eV\# 30 Ulss 14 e osped VELA CULTURA ale, quale destin8^cV Z 8]^d\\^V/ >a W^aVcX^d o Y^ :cg^Xd OZccVgd ^cXdcigd Y^ YjZ per Chioggia? XjaijgZ eV\# 16
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10-14
di Chioggia
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SCUOLA
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Il caso Intoppi per la riscossione dei bonus gas
MOSTRE A PADOVA
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Si sono riuniti lo scorso 14 gennaio a Ca’ Corner per una riunione operativa il presidente della Provincia di Venezia Francesca Zaccariotto e il collega della Spezia, Marino Fiasella, insieme con gli assessori all’Ambiente Paolo Dalla Vecchia, al Trasporto Giacomo Gandolfo e alla Viabilità Emanuele Prataviera, con il direttore generale di Tecla (l’associazione che dal 2001 supporta la collaborazione fra le Province e l’Unione europea) Mario Battello. Due gli obiettivi. In primo luogo individuare un percorso comune tra le due Province per l’attuazione del Patto dei sindaci, il protocollo promosso dalla Direzione generale energia dell’Unione europea, per favorire la riduzione delle emissioni di Co2 siglato dalla Provincia di Venezia lo scorso 25 settembre. Sono inoltre state valutate le prospettive di finanziamento europeo su nuovi progetti imprenditoriali finalizzati all’utilizzazione di fonti energetiche alternative.
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Il viaggio Da Chioggia alla Mongolia in moto
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“TOLÉLE” IN MOSTRA DI CHIOGGIA A CATTOL ICA
EDITORIALE
Grandi opere, i veneti chiedono partecip azione
Gli ex voto fanno patrimonio di Fede parte di quel e di cultura che comunemente si chiama devozione pietà popolare. o La “pietà può essere ignorata, popolare non ne trattata con indifferenza o disprezzo” scriveva il papa Giovanni Paolo II.
di Alessand
G
ro Abbadir
randi opere, il Veneto e i veneti, interrogano e si chiedono più partecipazione alle scelte infrastrutturali determineranno che il futuro del loro territorio. Sul tavolo di interventi e progetti sono molti. ce ne Alcuni già conclusi come la Pedemontan o da completare, a e il Passante Mestre (con le di opere Parentopoli, dopo sistema Metropolitan complementari), il Roma anche Veo Ferroviario di nezia, anche se ficie (appena avviato), Superle possibili proporzioni di un eventuale altri da definire alcuni addirittura scandalo, non sembrano e solo abbozzati. certamente quelle alla Romea Commerciale Si pensi emerse nella capitale. A lanciare le accuse , alla camionabile Padova – all’amministrazione Venezia, al completamen comunale e alle dell’Idrovia Padova municipalizzate Venezia, all’elettrodotto veneziane era stato to Dolo-Camin, a campagna elettorale il sindacato Usb. al Polo logistico portuale di Mira, Veneto City, te e le consultazioni è ormai alle por- l’impegno l’alta Velocità nel e la compattezza tra i diversi partiti orientale. i gruppi politici Veneto del partito nella e passata esperienza eV\# 28 sono iniziate da 2007, rendendosi amministrativa. tempo. Il partito più corteggiato Sono opere che disponibile come All’interno del Pdl le candidato possibi- come insistono e hanno al momento si attende l’esito sembra l’Udc, quasi terminale ultimo, delle centrodestra. sindaco per una coalizione conteso tra centrodestra consultazioni per capire di le province attraversando e centrosinistra nella passata amministrazise i consiglieri che . Ma i tempi non di Padova Si tratta, a detta sono maturi per una della Commerciale e Rovigo (nel caso one erano rimasti www.lapiazzawe decisione e l’Udc ancora fino alla fine fedeli ), il territorio della po politico coeso, di Tiozzo, “di un grup- vincia al mandato, siano b.it ha imparato cittadino procon idee ben di Venezia. Ma ra parte del partito. l’arte anco- si appresta le ricadute sono Il gruppo smentisce puntare su un’alleanzadella mediazione. A ora ad iniziare a testa chiare, che tutti i veneti. su la creazione di Si pensi per scheletri alta e senza una lista civica negli armadi l’imminente sia il Pd, che prende con l’Udc sarebbero e attende pletamento dell’Idrovia ad esempio al com:cigV ^c GZiZ X separata alcune risposte campa- L’opera Padova – Venezia. veneziana di Orsoni, a modello l’esperienza dai vertici del Pdl. gna elettorale”. dc cd^ cominciata negli Certa è invece in coalizione con anni 60 è stata la discesa in campo titi di centro, sia realizzata solo i par- Romano il Pdl, che ha nella parte iniziale di Tiozzo con apprezzato a ridosso della laguna di rata, esattamente una lista civica sepaVenezia, ed è sempre come aveva fatto considerata un’opera stata nel mastodontica inutile costosissima da eV\\# 4-8 e finire. 8dci^cjV V eV \# 3 eV\# 21
PARENTOPOLI NEL VENEZIA NO
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