La Piazza di Padova dic2020

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Ecobonus p.41

Salute p.47

DICEMBRE 2020

Periodico d’informazione locale - Anno XXVII n.186

Regione p.37

Pronti a voltare pagina nell’anno che verrà

di Padova

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on-line:

Turismo p.53

SERGIO GIORDANI

“Sindaco bis? Ci sarà tempo per parlarne”

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

La pandemia e la necessità di proteggerci ci ha imposto una rivoluzione nelle abitudini, dal mondo del a quello della2020 famiglia e della DALlavoro 4 AL 13 DICEMBRE socialità. In questi mesi stiamo stati costretti a molte rinunce e a nuovi sacrifici, abbiamo dovuto guardare all’essenziale e saper fare delle scelte, per quanto ci sembrassero inaccettabili. Non dimentichiamo, però, particolari categorie di lavoratori. Da una parte ci sono operatori sanitari che lavorano in condizioni di perenne emergenza tra notevoli difficoltà, dall’altra imprenditori le cui attività sono state di nuovo chiuse o fortemente ridotte. Titolari di locali, bar, ristoranti, alberghi, gestori di palestre e piscine, solo per citarne alcuni, insieme a dipendenti costretti alla cassa integrazione che vedono a rischio il proprio futuro. E’ a tutti loro che rivolgiamo, in questo ultimo scorcio dell’anno dedicato a festività necessariamente più sobrie, un sincero augurio con la speranza che il 2021 permetta di voltare pagina e di affrontare una nuova fase, non per questo meno impegnativa. Nel frattempo a chi sta pagando il conto più alto dell’emergenza e delle restrizioni dovrebbero essere riservate le giuste attenzioni e i dovuti ristori da parte di chi ha la responsabilità di amministrare la cosa pubblica. Non solo a parole o a colpi di decreti, quindi, ma anche nei fatti, nella concretezza in cui vive chi, nonostante le limitazioni, si trova a dover garantire il pagamento di stipendi, affitti, spese, tasse e oneri vari. Imprenditori e lavoratori che vanno aiutati nel concreto e nell’immediato, attraverso provvedimenti efficaci che non siano vanificati dall’eccessiva burocrazia o da formule astruse che vanifichino la necessità di sostenere interi settori della nostra economia. Di sicuro la ripresa non sarà semplice né immediata ma, come abbiamo potuto sperimentare anche la scorsa estate, possiamo contare sulla capacità di reazione delle nostre realtà produttive e commerciali, delle nostre imprese e attività, pronte a scattare e a reagire anche alla crisi più dura.

UN NATALE NUOVO Diverso, attento, ma ricco di emozione e di speranza per l’anno che verrà

ROBERTO MARCATO

“Per Padova prima dei nomi il progetto per la città” DIEGO BONAVINA

“La lotta al degrado passa per la riqualificazione” PARROCCHIA SANTA RITA

Natale, la riflessione di don Romeo per i nostri lettori BRENTELLA VALSUGANA

Il presidente Sardena: “No spaccio davanti alla scuola”

Foto di Nicola Fossella

Pronti a voltare pagina nell’anno che verrà Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

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i ricorderemo a lungo questo 2020 che ci apprestiamo ad archiviare dopo mesi sulle montagne russe, vissuti in continua fibrillazione nella speranza di poter scorgere un segnale di miglioramento, un punto di svolta, la luce in fondo al tunnel. L’anno del Covid passerà alla storia anche per aver scardinato la nostra routine e messo in discussione molto di ciò che davamo per scontato. È un periodico formato da 18 edizioni locali mensilmente Direzione, Amministrazione e a pag 5 Redazione: segue

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La notizia del mese

DICEMBRE 2020

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La nostra proposta per sostenere le attività cittadine

La pandemia e la necessità di proteggerci ci ha imposto una rivoluzione nelle abitudini, dal mondo del lavoro a quello della famiglia e della socialità. In questi mesi stiamo stati costretti a molte rinunce e a nuovi sacrifici, abbiamo dovuto guardare all’essenziale e saper fare delle scelte, per quanto ci sembrassero inaccettabili. Non dimentichiamo, però, particolari categorie di lavoratori. Da una parte ci sono operatori sanitari che lavorano in condizioni di perenne emergenza tra notevoli difficoltà, dall’altra imprenditori le cui attività sono state di nuovo chiuse o fortemente ridotte. Titolari di locali, bar, ristoranti, alberghi, gestori di palestre e piscine, solo per citarne alcuni, insieme a dipendenti costretti alla cassa integrazione che vedono a rischio il proprio futuro. E’ a tutti loro che rivolgiamo, in questo ultimo scorcio dell’anno dedicato a festività necessariamente più sobrie, un sincero augurio con la speranza che il 2021 permetta di voltare pagina e di affrontare una nuova fase, non per questo meno impegnativa. Nel frattempo a chi sta pagando il conto più alto dell’emergenza e delle restrizioni dovrebbero essere riservate le giuste attenzioni e i dovuti ristori da parte di chi ha la responsabilità di amministrare la cosa pubblica. Non solo a parole o a colpi di decreti, quindi, ma anche nei fatti, nella concretezza in cui vive chi, nonostante le limitazioni, si trova a dover garantire il pagamento di stipendi, affitti, spese, tasse e oneri vari. Imprenditori e lavoratori che vanno aiutati nel concreto e nell’immediato, attraverso provvedimenti efficaci che non siano vanificati dall’eccessiva burocrazia o da formule astruse che vanifichino la necessità di sostenere interi settori della nostra economia. Di sicuro la ripresa non sarà semplice né immediata ma, come abbiamo potuto sperimentare anche la scorsa estate, possiamo contare sulla capacità di reazione delle nostre realtà produttive e commerciali, delle nostre imprese e attività, pronte a scattare e a reagire anche alla crisi più dura.

adova ci ha abituati in questi anni ad un Natale ricco. Di gente, di intrattenimento, di socialità, di addobbi. Tutto normale per la città veneta che da sempre ambisce ad essere la più importante del Veneto, anche a Natale. Tutto normale per noi cittadini, che da sempre ci riteniamo i migliori del Veneto, fin dal leggendario detto “padovani, gran dottori”. Tutto normale, fino a questo 2020. Improvvisamente la città, in un weekend di fine novembre, si è risvegliata dal torpore della pandemia e dall’assuefazione del “tanto” che ha sempre avuto. Padova e i padovani si sono meravigliati delle tante luci e del calore che gli addobbi di Natale in città hanno regalato. Sì, perché in questo 2020 nessuno di noi pensava alle luminarie, all’Albero di Natale, alle nostre piazze ed al nostro Prato illuminati a festa. E invece ecco che il Natale a Padova sta diventando un regalo per tutti noi, pur nella sua essenzialità. Lo riscontriamo dalle tantissime reazioni calorose dei cittadini nei nostri social e nel web, dagli sguardi rapiti ed emozionati dei padovani, dalla fierezza dell’amministrazione comunale. Un significato profondo questo, degno di riflessione. Tutti noi da settimane diciamo che questo sarà un Natale diverso. Io ora penso che questo sarà il vero Natale. Quello trascorso con gli affetti più cari ed intimi, con il calore delle luci, dell’Albero, del Presepe a compensare gli abbracci con pseudo sconosciuti. E Babbo Natale? Lui non mancherà, non deve mancare. Che arrivino dalla Lapponia per i più piccini, dal Liston e dalle attività dei nostri quartieri vestiti a festa, i regali non mancheranno e non devono mancare. E quest’anno i regali non saranno solo un segno di affetto nei confronti delle persone care, ma soprattutto un importante valore per il commercio e per le moltissime famiglie del settore, un segnale di rispetto per l’economia della nostra città e per i nostri negozi di prossimità. Ci credo tantissimo, ci crediamo tantissimo tutti noi de La Piazza. Per questo abbiamo lanciato una campagna che ricordi ai padovani ed ai veneti quanto sia importante acquistare nei propri luoghi. “A NataleNicola Stievano >direttore@givemotions.it< acquista locale” non è per noi solo uno slogan, ma è il nostro modo per Padova - Rubano · Tel. 049 650 005 i ricorderemo a lungo questo 2020 che ci apprefesteggiare il Natale con i nostri affetti più cari: i nostri lettori ed i nostri stiamo ad archiviare dopo mesi sulle montagne info@iofartigiana.it clienti. E’ il nostro modo per regalare concretezza, in questo momento russe, vissuti in continua fibrillazione nella speranza di distrazione e confusione. Nelle nostre pagine Facebook trovate le poter scorgere un segnale di miglioramento, un immagini della campagna, invitiamo tutti voi a condividerle e di a pubSEZIONE NECROLOGIE punto blicarle nei propri profili. È il nostro pensiero di riconoscenza per ildi svolta, la luce in fondo al tunnel. L’anno del Covid passerà alla storia anche per aver scardinato Valeria Marcato nostro primo Natale a Padova! Buone Feste! la nostra routine e messo in discussione molto di ciò che davamo per scontato. È un periodico formato da 18 edizioni locali mensilmente Direzione, Amministrazione e a pag 5 Redazione: Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin segue

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L’anno che verrà

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L’intervento Il sindaco afferma che il suo progetto è pronto, ma non è tempo di annunci

Giordani: “Lavoro tutti i giorni per vincere il virus, la crisi e la solitudine” A

nche in settimane, mesi, giorni così difficili la mia Padova ha dimostrato di potercela

fare. Non abbiamo mai mollato, non ci siamo mai divisi, anche nelle fasi più complesse ci siamo sempre comportati come una squadra. Il 2021 sarà un anno molto importante per ciascuno di noi. Sarà l’anno nel quale sconfiggeremo, finalmente, questo terribile virus. Ne sono certo. In questi giorni così difficili ho avvertito pienamente su di me la responsabilità di guidare la città anche in questa tempesta. Ho cercato di farlo, da uomo, da padovano normale prima ancora che da sindaco, senza polemiche, cercando la più ampia collaborazione istituzionale, tanto con il Governo quanto con la nostra Regione. Ho lavorato bene con il Presidente Zaia, lo dico senza alcuna difficoltà: nella mia cultura politica non mi interessano i “colori”, ma soltanto i risultati; e quelli conseguiti, anche insieme, sono per me un valore importante. Del resto l’anno che si sta chiudendo è quello dedicato al volontariato che ha avuto proprio Padova come sua capitale europea. Un anno, a mio avviso, che ci ha lasciato, anche nella tempesta del virus, due fondamentali insegnamenti: il primo è che bisogna superare ogni forma di odio ed esagerazione, anche e sopratutto nel linguaggio pubblico, il secondo è che non ci si può sempre voltare dall’altra parte, che in un mondo in cui già in troppi si chiamano fuori, è necessario scegliere di esserci e esserci sempre con gratuità e impegno. E insieme alla mia squadra di impegno, in questo tempo così difficile, ne abbiamo visto tanto: Padova è un esempio, in questo senso, come lo sono tutti i padovani che si mettono a disposizione, che rispettano le regole, che hanno rispetto degli altri. Adesso dobbiamo continuare e percorrere questo ultimo e faticoso miglio insieme. L’ho promesso quando mi sono candidato a Sindaco: lavorerò sempre per unire, mai per dividere e per far sentire ciascun padovano parte di una squadra vincente, attenta, dinamica e rispettosa, capace, cioè, di raggiungere, tutti insieme, anche gli obiettivi più difficili. E io questa padovanità, questo spirito di squadra, questa energia, questi ta-

lenti li vedo e li percepisco sino alla loro essenza. Ed è forte di questa convinzione che non ho timore di dire che il 2021 sarà un anno di rinascita, di ripresa, di capacità di fare impresa insieme. Dopo questa durissima fase che stiamo purtroppo ancora vivendo ci sono ad aspettarci progetti vecchi e nuovi che aspettano di essere completati o di vedere la luce. Sarà l’anno dell’Unesco, l’anno in cui partirà la progettualità del nuovo ospedale di Padova Est che, salvato definitivamente il Giustinianeo, è destinato a diventare il polo sanitario più efficiente e moderno del paese aggiungendo

“C’è ancora molto da fare e io non sono una persona che lascia le cose a metà”

ulteriore eccellenza all’eccellenza che abbiamo già visto in questo tempo così difficile. Ma sarà anche un anno di grandi progetti per l’ambiente: dobbiamo continuare a piantare nuovi alberi, a potenziare la raccolta dei rifiuti, a salvaguardare il nostro territorio che, oggi lo si vede con ancora maggiore chiarezza, è la nostra vera risorsa. Accanto a questo ci sarà la nuova via Anelli, dopo che abbiamo raso al suolo i vecchi edifici che erano simbolo di una Padova che non vogliamo esista mai più. E poi nuova luce in tutti i quartieri con la sostituzione pressoché totale e il potenziamento di tutto l’impianto di illuminazione pubblica con nuovi LED. Io ne sono convinto: Padova ha tutte le carte in regola per essere considerata la Capitale del Veneto. Se dovessi, però, scegliere una sola cosa da fare, la più importante di tutte, quella che, come sindaco, avverto come la reale emergenza del nostro tempo, non avrei dubbi. Io sceglierei di sconfiggere la solitudine. Sono troppi i giovani e soprattutto i meno giovani che si sentono soli, che pensano che per loro non ci sia nessuno, che sentono di non trovare il proprio spazio. Il mio ultimo pensiero di ogni giornata di lavoro è per queste persone per le quali, tutti insieme, dobbiamo riuscire a fare di più. Io amo Padova e non smetterò mai di farlo. Considero i padovani, tutti, parte di una sola e grande famiglia. La forza che ogni giorno mi trasmettono con la loro vicinanza, con i consigli e anche con qualche critica, è una cosa preziosa che mi da una grandissima energia. In ruoli diversi ho cercato di servire la mia comunità con umiltà. C’è ancora molto da fare e io non sono una persona che lascia le cose a metà. Fare il sindaco della Città che amo è un grandissimo onore e l’idea della candidatura ad un secondo mandato, mi affascina. L’ho, però, già detto e intendo ribadirlo: questo non è il momento giusto per discutere di queste cose. Abbiamo un progetto per il futuro di Padova: verrà il tempo per annunciarlo. Oggi sono concentrato nel garantire alla Città tutto l’aiuto possibile per uscire più forte di prima da questa emergenza sanitaria e economica senza precedenti. Sergio Giordani Sindaco della Città di Padova

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Politica

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Padova 2022 Sfida a Giordani, l’assessore regionale Roberto Marcato non esclude la sua candidatura

“Prima dei nomi il progetto per la città” “P

adova è oggi la vera capitale del Nordest. Lo è nei fatti, ma non a livello politico. L’inadeguatezza dell’attuale amministrazione rispetto alle sfide per il futuro non è una scoperta della Lega: è sotto gli occhi di tutti”. Non usa mezzi termini l’assessore regionale Roberto Marcato, big leader di preferenze (11.660, il più votato in Veneto) alle ultime elezioni, componente del direttorio della Lega Nord del Veneto insieme al vicesegretario Nicola Finco, alla senatrice Erika Stefani e al presidente della Regione, Luca Zaia. Una “piazza” politica che fa gola al Carroccio veneto: dopo la roccaforte Treviso potrebbe fare il bis tra le città capoluogo in quota Lega. ”Padova è già la capitale del Nordest. Lo è per qualità e quantità di imprese, per le tante eccellenze mondiali, tra tutte l’Università, per essere crocevia strategico a livello viario e non solo. Non è punto di riferimento, purtroppo, a livello politico a causa di un’amministrazione non all’altezza delle aspettative, incapace di una visione a medio e a lungo termine. Sono due ve-

locità che peseranno, e non poco, sulle prossime elezioni, ancor più sul futuro della città. Per noi della Lega c’è poi un elemento “affettivo”: a Padova fu firmato, il 16 gennaio 1980, lo Statuto fondativo della Liga e oggi si trova la sede regionale. Per varie ragioni, dunque, rappresenta uno straordinario laboratorio politico”. Cosa chiede Padova alla politica? “Quello che non sono stati in grado di fare gli attuali amministratori: una visione finalmente prospettica, uno slancio in avanti a segnare il passo e non a rincorrere. Del resto, non poteva essere diversamente per una compagine che ha unito le sue forze non per la città, ma solo per andare contro a un avversario, Bitonci e la Lega. Un collante, quest’ultimo, di poca presa, destinato a squagliarsi a breve. Tutto ciò che nasce da una contrapposizione, ancor più in politica, ha vita breve”. Giorgio Palù, Leopoldo Destro, Mario Bertolissi, Ludovico Mazzarolli e Massimo Bitonci sono alcuni dei nomi in pole position. “Tutti validi, tutti candidati di spessore, ma prima di qualsiasi nome è importante il progetto. Occorre risvegliare l’anima

Sopra Roberto Marcato

di una città sopita dal punto di vista politico. Alla guida di Padova dovrà esserci qualcuno capace di caricarsi sulle spalle la città e accompagnarla verso il futuro, qualcuno che sappia fare sintesi, tessendo insieme le sue varie anime civiche e dialogando con tutte. Sono tante, ma è proprio questa molteplicità a renderla grande. Non è necessario, poi, che il candidato ideale sia per forza un politico. Il vero problema è che non c’è più tempo, a dircelo sono i cittadini. Infine, ci vuole qualcuno che abbia il coraggio di

rimettere al centro, non solo fisico, la città. Penso all’Università grazie alla quale Padova è uno straordinario laboratorio, prima di tutto, di giovani. La vera rigenerazione sono loro: perché generano pensiero, l’unico davvero rivoluzionario, dirompente e innovativo. Io il candidato del centrodestra? “Se mi verrà chiesto, la risposta, come peraltro ho sempre fatto da buon soldato e con un nonno alpino, sarà solo una: “Obbedisco!”. Nicoletta Masetto


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La città che cambia

Assindustria Veneto Centro Eletti presidente e Consiglio per il prossimo quadriennio

Il presidente Destro: “Una squadra forte per affrontare l’ora più buia” A lato Leopoldo Destro

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l presidente di Assindustria Veneto Centro, Leopoldo Destro, ha ufficializzato la squadra che lo affiancherà alla guida dell’associazione industriali di Padova e Treviso. Un compito certamente difficile in un momento in cui la crisi, determinata dalla pandemia di Covid 19, ha morso con grande violenza anche l’imprenditoria locale. Un’ufficializzazione che giunge proprio all’indomani della riduzione delle stime di crescita per il 2021. “Costruiamo il nostro futuro – ha commentato al momento della propria elezione a presidente, Leopoldo Destro – è il mio programma di presidenza, unendo la capacità di reagire e di cambiare direzione del capitale umano, della digitalizzazione, della sostenibilità, del rafforzamento infrastrutturale del territorio, guardando sempre all’Europa”. “Sono molto soddisfatto del consenso ottenuto dalla squadra di presidenza che ho voluto proporre per i prossimi quattro anni - ha dichiarato il presidente Destro al momento della presentazione della squadra che lo affiancherà per il periodo 2020 – 2024 -. Si tratta di una compagine di assoluto livello, di grandi qualità imprenditoriali, professionali e soprattutto umane, al servizio di un grande progetto che renda il nostro territorio traino della ripartenza dopo la pandemia e interlocutore necessario delle profonde riforme che servono al Paese per liberare al meglio le proprie energie propulsive. È una squadra che opererà con grande spirito unitario, chiamando attorno a sé anche eventuali figure di supporto alle loro deleghe, in linea di piena continuità con i risultati ottenuti negli ultimi anni, che hanno visto AVC impegnata a offrire a tutte le istituzioni pubbliche, al mondo della ricerca e dell’Università, della cultura, alla società civile, un grande progetto comune pubblico-privato per accrescere le nostre eccellenze e la coesione sociale. In un momento così difficile, lo spirito del fare di Assindustria Venetocentro avrà nella nuova squadra scelta oggi, un motore progettuale e una passione per i risultati concreti e il bene comune. Solo facendo squadra, insieme, avremo la capacità di difendere e

rilanciare l’eccellenza delle nostre aziende e del nostro territorio e vincere le difficili sfide che ci aspettano”. Della squadra fanno parte quattro vicepresidenti elettivi: Alberto Zanatta, vicepresidente vicario con delega per il Territorio di Treviso, Relazioni Sindacali; Enrico Del Sole, con delega per il Territorio di Padova, Digitalizzazione; Marco Stevanato, con delega a Credito, Finanza e Fisco; Walter Bertin, con delega all’Ambiente e Sostenibilità; sono vicepresidenti di diritto il presidente del Gruppo Metalmeccanico, con delega alle Politiche Industriali; la presidente della sezione autonoma Ance Paola Carron, con delega all’Edilizia, Territorio e Infrastrutture. A norma di Statuto, il presidente Destro ha nominato ulteriori sei componenti il Consiglio di Presidenza: Denise Archiutti, con delega a Tesoreria e Cultura d’Impresa; Nicola Michelon, “Costruiamo con delega a Ri- il nostro futuro” cerca e Sviluppo; è il programma Francesco Nalini, con delega a Edu- del neo presidente: catione, Scuola; “Uniamo la capacità Alessandra Polin, con delega all’In- di reagire guardando ternazionalizza- sempre all’Europa” zione; Giovanni Taliana, con delega al Coordinamento Gruppi Merceologici e Filiere; Federico Zoppas, con delega al Centro Studi. Completano la composizione del Consiglio di Presidenza, che garantisce la rappresentanza paritetica dei due territori, quattro membri eletti dal Consiglio Generale: Federico de’ Stefani, Francesca Facco, Gian Nello Piccoli, Iris Letizia Rossetto. Nel corso del Consiglio Generale è stato eletto anche il nuovo rappresentante Piccola Impresa, Claudio De Nadai che con la sua nomina diventa membro del Consiglio di Presidenza. La squadra sarà completata dai nuovi Presidenti del Gruppo Metalmeccanico e del Gruppo Giovani Imprenditori, la cui elezione si terrà a breve.

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Sicurezza in città

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Un anno di Polizia Locale fra lotta al degrado e impegno nei controlli legati all’emergenza sanitaria Bonavina: “Massima attenzione per Arcella e piazze del centro, ma il nostro obiettivo rimane prevenire con azioni di riqualificazione”

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uello che salta subito all’occhio leggendo i dati di resoconto delle attività dell’ultimo anno della Polizia Locale è che l’emergenza sanitaria ha rivoluzionato anche i parametri della sicurezza. Meno multe agli automobilisti ma più trattamenti sanitari obbligatori. Meno degrado urbano ma più segnalazioni alla centrale operativa. “La gente è diventata meno tollerante come conseguenza dello stato d’animo in cui stiamo vivendo”, afferma Lorenzo Fontolan, comandante della Polizia Locale di Padova, che il 20 novembre a Palazzo Moroni ha festeggiato il 152° anniversario della sua fondazione. I dati restituiscono l’immagine di una città costantemente passata al setaccio dagli agenti in oltre 28mila ore di servizio di sicurezza urbana ,a cui se ne aggiungono più di 50mila a piedi. Da novembre 2019 alla fine di ottobre di quest’anno ci sono stati più di settemila controlli nei parchi cittadini e nelle aree verdi, 843 interventi nel comparto della stazione. Un contrasto al degrado pubblico che ha portato a 322 violazioni accertate per accattonaggio, 102 per persone che bivaccavano, 68 per consumo di sostanze stupefacenti in un’area pubblica e 44 per consumo di bevande alcoliche. Con il sequestro di più di tre chili di marijuana e quasi un chilo e mezzo di hashish.

Il quartiere più attenzionato rimane ancora l’Arcella. “Perché è il più popoloso, ma anche perché si trova al confine della città”, spiega l’assessore alla Polizia Locale e alla Sicurezza Urbana Diego Bonavina. Poi ci sono le piazze del centro storico, dove la movida esige controlli per le restrizioni in atto e non solo. “Gli interventi in questa o quella zona vanno a periodi e sono dettati anche dalle azioni di riqualificazione in atto. Se oggi riqualifico piazza De Gasperi, ecco che i problemi di spostano da un’altra parte. Per eliminare il problema alla radice – afferma l’assessore – è necessario fare prevenzione, riqualificando tutto un po’ alla volta. Questo è l’obiettivo dell’amministrazione, il resto si chiama repressione ed è nelle mani delle forze dell’ordine”. Altra curiosità dai dati delle azioni di controllo: nel 2020 sono state staccate 247.497 multe contro le 320mila dello scorso anno. Colpa del lockdown, che per mesi ha tenuto la gente fuori dalle strade. Curioso ma soprattutto sintomatico dei tempi che viviamo è capire perché chi circola è stato sanzionato: si scopre che, al di là del superamento dei limiti di velocità fotografati dall’autovelox (116.627), una grossa fetta dei multati aveva l’assicurazione scaduta o non aveva fatto la revisione. In 475 sono stati fermati mentre guidavano usando il telefono cellulare e in 135

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erano ubriachi al volante. Un’attività a tamburo battente che risponde alla volontà dell’amministrazione comunale di tenere alta la guardia in tema di sicurezza. “Abbiamo investito risorse per l’illuminazione e la videosorveglianza, ma il cittadino vuole la presenza”, dice Bonavina. Più presenza sul territorio significa più uomini. Così il 2021 si aprirà con un concorso per assumere nuovi agenti. E a Laki, il cane cinofilo, entro la primavera se ne uniranno altri tre. I parametri sono cambiati, si diceva. La pandemia ha infatti ridotto del trenta per cento l’attività ordinaria della Polizia Locale di Padova, che si è trovata a scendere nelle strade e nelle piazze per i controlli strettamente legati all’emergenza. Oltre 26mila le ore dedicate all’ordine pubblico legato al Covid, fra attività commerciali da controllare (9.289, sessanta delle quali sanzionate), autocertificazioni da verificare (5.221 fra marzo, aprile e

maggio), denunce e interventi straordinari disposti dal Questore. A tutto questo va aggiunta la preziosa collaborazione con i volontari della Protezione Civile, che nei giorni più difficili della prima ondata hanno supportato gli agenti distribuendo mascherine e guanti monouso, arrivando nelle case di riposo, nei supermercati, nelle farmacie, nelle edicole e prestando servizio nelle case alloggio e nelle case famiglia. In 130 hanno corso da una parte all’altra della città per 73 giorni per un totale di 8.013 ore di attività emergenziali. “Tutto quello che viene fatto dai nostri agenti, che - dichiara Bonavina – dovrebbero essere rispettati di più per l’attività che fanno, è nell’interesse della nostra cittadinanza. Sono per strada, cercano di fare tutto quanto è nelle loro possibilità per aumentare quella sicurezza che tutti giustamente vogliono in maniera sempre maggiore”. Sara Salin

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Obiettivo quartieri

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Natale La riflessione di don Romeo Sinigaglia, parroco di Santa Rita, per i nostri lettori

Natale, diamo spazio al “sentire” D

on Romeo Sinigaglia è il parroco di Santa Rita. È conosciuto per essere un prete motociclista ma, ancor di più, per le sue prediche 4.0 affidate al web, in particolare a YouTube, che spopolano raggiungendo ogni volta migliaia di visualizzazioni. Per questo Natale don Romeo ha fatto dono ai lettori de “La Piazza” delle sue parole. Parlano di fiducia, umanità e di “acqua della vita” che non dobbiamo mai smettere di alimentare. (n.m.)

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on sono un giornalista né tan- non solo quelli fisici perché una corona tomeno uno scrittore, ma amo di colli attorno copriva la vista, ma anche scrivere perché mi permette di espri- quelli culturali, perché molto “protetti” mere il bisogno di afferrare e persino dal resto del mondo. Il dialetto era l’unidi portare fuori di me quelle sensazio- ca lingua e una serie di proverbi e detti ni che colorano e costruiscono la mia che facevano riferimento a storie passate vita: mi permette di metterle in ordine, proprio di quel territorio ne facevano la molte volte di comprenderne la genesi sapienza. Papà invece era nato sul Mone le finalità, di farle ancora più mie tello, nel trevigiano. La sua mamma poi se sono belle e di allontanarle un po’ era misteriosamente capitata sui colli se sono spiacevoli. Ogni sensazione ci con i suoi due figli e senza marito, forse raccorda in qualche modo con la vita, per trovare rifugio. Lui era un trafficomette in atto la nostra presenza, la nostra ne: con la sua bicicletta faceva chilometri reazione. Le sensazioni, quindi, altro non e chilometri, impegnato con il mercato sono che informazioni, informazioni che, nero del sale. con tutto quello che siamo, raccattiamo Un giorno si incontrarono. Mamma in ogni istante. Se ci siamo fatti l’idea che mi diceva che gli faceva compassione, ma l’informazione sia qualcosa di astratto e papà invece mi raccontava che per la sua trasparente, ci sbagliamo di grosso: qual- bicicletta, la brillantina e la macchina siasi informazione impatta sulla nostra fotografica, in paese era un partito molvita modificandola, cambiandone rotta; to ambito. Io sono il frutto dell’incondi questo molte volte ci rendiamo consa- tro di queste due persone: un risultato pevoli, molte altre volte invece non ce ne inaspettato anche per loro. Li ho sorpresi accorgiamo. tante volte, come tante altre volte delusi. Tutto questo oggi ci appare con gran- Io sono l’incontro di queste due “inforde chiarezza visto mazioni”: non mi bache passeremo anche sterebbe un’encicloFesteggiare il Natale il Natale alle prese pedia per enunciare con l’epidemia, la cui significa ascoltare il cuore, tutto quello che papà causa è un virus: un e mamma mi hanno imparando a guardare frammento di filadato in eredità a livelcon altri occhi la realtà mento di RNA (cioè lo fisico e psicologico. di informazione) cuEppure non sono solo che ci sta intorno stodito da alcune prola loro somma, sono teine che sta mettendo a dura prova il diverso, sono altro e questo perché il loro millenario processo di evoluzione dell’e- DNA ha rinunciato a metà di se stesso quilibrio umano. Ancora più elaborata per farne uno di nuovo e perché ho visdiventa la questione se la guardiamo dal suto a modo mio quelle vicende che ci punto di vista dell’ampiezza dell’umano, hanno coinvolti tutti e ne ho avute molte fatto di chimica e biologia ma anche di altre di totalmente personali. In più molquel qualcosa in più che ci fa sospirare, te persone che ho avuto la possibilità di soffrire, ridere e gioire. Mamma è nata incontrare e il loro riflesso hanno creato tanti anni fa su un versane del monte in me combinazioni uniche Tutta la vita Venda. Gli orizzonti lì non erano ampi: è un fascio di informazioni e ciascuno di

noi ne è un particolare prodotto e, allo stesso tempo, una parte. Le informazioni sono la realtà: si sentono, ci vengono incontro, le produciamo e solo dopo vengono elaborate in pensieri, ragionamenti, calcoli, sapienze, conoscenze. Ma sono principalmente realtà, un’onda d’urto più o meno forte, come quella di un sasso buttato in uno stagno che si propaga, continuamente mutando, continuamente allargandosi; allo stesso modo papà e mamma sono ancora in fondo al mio muovere l’acqua della vita, anche se non ci sono più. Tutto questo sembra non c’entrare molto con il Natale, che è la memoria della nascita di Gesù, eppure già un evangelista, finito il primo secolo, aveva inteso che fosse un avvenimento che riguardava un’informazione nuova che aveva toccato la terra e l’umanità. In greco usò una parola che la filosofia ha ricoperto di innumerevoli significati, “logos”, che può essere tradotta con parola o verbo (dal latino verbum), ma lui sapeva che era prima di tutto concreta, un sasso nello stagno dell’universo che produceva sensazioni, che muoveva la realtà: insomma, un’informazione. Festeggiare il Natale significa dare spazio finalmente, oltre che alla mente e alle sue produzioni che tanto ci hanno affa-

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scinato nel corso di questi ultimi secoli, anche al sentire, primo interprete capace di percepire le informazioni che costruiscono la vita. Questo, del resto, è l’unico modo che chiunque di noi possiede per entrare e migliorare questo mondo in cui spesso ci smarriamo per l’angoscia della solitudine o naufraghiamo persi nel non senso. L’informazione che ci ha visitato, la sensazione che ha lasciato rimbalzare, è che la vita è grande e misteriosa, che si dipana in istanti finiti che però si possono vivere in una profondità infinita, inesauribile e stupefacente; persino i peggiori, come l’abbandono e il morire. Mi ritengo fortunato perché anche a distanza di molto tempo e di molto spazio questa informazione mi ha raggiunto e ogni giorno cerca di ispirarmi il coraggio per avanzare con fiducia, senza avere troppa paura per tutto quello che la mia mente non capisce o prevede. Scrivere è un modo, per me, di far rimbalzare questo sentire prima di tutto in me stesso e rinnovarlo e allargarlo; questo dovrebbe succedere ogni volta che tocco la vita, ma a differenza dello scrivere quella non sempre mi fornisce il tempo per curare bene le forme e soprattutto per correggerle quando sono sconnesse. don Romeo Sinigaglia

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Piazza Mazzini Già in bilancio 500 mila euro per la riqualificazione

“Solo chi vive la piazza può dirci come migliorarla” Il Comune incontra i cittadini. In una mappa condivisa le criticità e il patrimonio da valorizzare

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ta prendendo forma, in queste settimane, la Piazza Mazzini del futuro. A suggerire i primi interventi residenti, sono stati commercianti e associazioni che vivono, lavorano e operano nella zona. Il Comune, che ha già messo a bilancio 500 mila euro, è al lavoro sul progetto preliminare, proprio a partire dalle indicazioni dei cittadini. Tra le possibili sinergie viene ritenuta di particolare interesse quella che potrebbe crearsi con il polo universitario dell’ex Geriatrico in via Beato Pellegrino. Tra le indicazioni chiave, arrivate da più parti, la valorizzazione dell’area pedonale già esistente che verrebbe collegare la piazza ai vicini Giardini della Rotonda. Verrebbe, così, a delinearsi un percorso verde in una delle aree monumentali più belle della città. ”Solo chi la piazza la vive può darci i suggerimenti giusti per migliorarla – hanno spiegato, nel corso degli incontri, il vice sindaco Andrea Micalizzi e l’assessore al Commercio e Attività produttive, Antonio Bressa –. I momenti di confronto sono necessari per realizzare uno o due progetti preliminari che saranno, poi, la base per quello definitivo”. Le proposte, le opportunità di rilancio e i problemi sono stati raccolti in una mappa condivisa della Piazza Mazzini che verrà. Tra le criticità sollevate: le aree ecologiche, la viabilità e il degrado. Per contrastare i bivacchi, l’amministrazione potrebbe rivedere l’area verde e la posizione delle panchine. La volontà è, inoltre, quella di creare una forte sinergia con il polo universitario all’ex Geriatrico. “Sarebbe importante che gli studenti potessero sfruttare la nuova piazza – concludono Micalizzi e Bressa –. Il progetto, prendendo spunto, tra l’altro, da quanto sta avvenendo in piazza De Gasperi, dovrebbe ridare ossigeno alle attività commerciali in difficoltà e maggiore sicurezza ai residenti grazie a un potenziamento dell’illuminazione, ad esempio nella parte della piazza sul lato portici”. Nicoletta Masetto

Andrea Micalizzi e Segio Giordani

Faccia a faccia con residenti, commercianti e associazioni

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lateatici, magari condivisi, aree verdi, pedonalizzazione di alcuni spazi di particolare interesse storico e artistico, street art, maggiore visibilità per attività e negozi sul lato portici. Queste alcune delle proposte emerse nel corso degli incontri (in diretta Facebook) promossi dall’amministrazione comunale per ridisegnare la nuova piazza Mazzini. Protagonisti dei tre “faccia a faccia” sono stati residenti, commercianti e associazioni della zona tra piazza Mazzini e piazzetta Petrarca. Gli incontri, che hanno coinvolto Consulta del Quartiere Centro e tutti i vari Comitati dei cittadini, sono serviti, in questa fase preliminare, a raccogliere idee e proposte per redigere un progetto il più possibile condiviso. Residenti, commercianti, associazioni saranno i protagonisti di una stesura del progetto, poi definitivo, che sarà al centro di ulteriori confronti. Per ora, oltre alle numerose interazioni sui social, sono state raccolte decine di proposte di interventi concreti e segnalazioni di criticità. (n.m.)



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Urbanistica Alain Luciani, vicepresidente della Commissione per le politiche del territorio

“Recuperiamo luoghi, piazze, quartieri a partire dalle attività di prossimità” “B

en vengano rigenerazioni urbane come quella che interesserà Piazza Mazzini. L’importante è che qualsiasi progetto, pur blasonato e all’avanguardia, non finisca per trasformare i luoghi in “non luoghi”, sicuramente belli da vedere, ma non da vivere”. Ha le idee chiare Alain Luciani, consigliere comunale della Lega Nord, vice presidente della Commissione consiliare V che si occupa di politiche del territorio, dell’ambiente e delle infrastrutture, oltre a essere componente della Prima Commissione consiliare (politiche della qualità della vita, partecipazione e pari opportunità) e della VI (promozione dei servizi alla persona). Luciani era stato assessore nella giunta dell’ex sindaco Massimo Bitonci, con deleghe a Pronto intervento cittadino e manutenzioni. Sul progetto di recupero per il quale il Comune ha stanziato mezzo milione di euro, Luciani sottolinea che piazza Mazzini è uno dei luoghi storici più importanti di Padova. Per anni, purtroppo, ha pesato l’etichetta di un posto malfamato, caratterizzato soprattutto da prostituzione e spaccio, anche per la vicinanza alla stazione ferroviaria, tanto che, negli anni, molti residenti se ne sono andati e negozi e attività hanno chiuso i battenti. Un “marchio” che ha pesato a lungo, ma che questa piazza, parte importante della storia di Padova, è riuscita, a un certo punto, a scrollarsi di dosso con soluzioni minime, ma fattibili. Mi spiego: è bastata un’attività commerciale, non da sola ovviamente, per farle cambiare pelle, per ridare vita, movimento, luce a un luogo finito in degrado. L’attività era una gelateria, collocata proprio nel bel mezzo della piazza. Quand’ero piccolo ricordo che papà mi accompagnava lì dicendomi: “adesso andiamo in piazza Mazzini a mangiare il miglior gelato di Padova”. Mi piace raccontare questo aneddoto perché spiega, più di tanti altri esempi, la vera identità di un luogo. Se vogliamo davvero recuperare uno spazio pubblico dobbiamo dargli un’anima. Piazza Mazzini, e tutta l’area che vi ruota intorno, è un luogo impregnato di tradizioni, di vivacità e di cultura. Qualsiasi progetto dovrà, allora, rapportarsi nel concreto con chi ci vive, ci abita, ci lavora. Si dovrà tener conto del passato e del presente, dell’archi-

A sinistra Alain Luciani

tettura e delle persone, di ciò che dentro a questi luoghi si è fatto e si può fare meglio”. Tra le soluzioni Luciani indica le attività di prossimità. “Per riappropriarci davvero di una piazza o di un quartiere – afferma –, bisogna Padova è uno dare importandei luoghi storici za alle attività di prossimità, riqua- della città. Qualsiasi lificarle trovando progetto dovrà il modo di incentivarne lo sviluppo, farlo diventare la valorizzazione, un posto finalmente anche attraverso la disponibilità di bello da vivere spazi esterni ad e non solo da vedere uso pubblico. Allo stesso modo il patrimonio storico e artistico deve passare attraverso il concetto che è un bene da tutelare, salvaguardare e soprattutto far fruire. In caso contrario si corre il rischio di realizzare belle case, perfette e ordinate in cui nulla è fuori posto, ma semplicemente perché nessuno le abita e la vive”. Nicoletta Masetto


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A PADOVA I MOTOCICLISTI FERITI SONO 400 ALL’ANNO, 1 OGNI 20 ORE, LA MAGGIOR PARTE PER NON RISPETTO DELLE REGOLE DEL CODICE DELLA STRADA

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A PADOVA I CICLISTI FERITI SONO 310 ALL’ANNO, 1 OGNI 30 ORE, LA CAUSA PRINCIPALE CON IL BUIO È LA MANCATA VISIBILITÀ DEL CICLISTA

inseguendo che sia la Strada interromperlo

Comune di Padova Assessorato ai Lavori Pubblici

Progetto cofinanziato dal Piano Nazionale della Sicurezza Stradale


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Zona Cave Residenti preoccupati per l’escalation del fenomeno

Spaccio persino davanti alle scuole, ora basta! Stretta collaborazione tra Consulta, Comune e Forze dell’ordine per contrastare con ogni mezzo il traffico di stupefacenti

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a denuncia è partita dai residenti, tra cui molti genitori, preoccupati per la continua presenza di spacciatori, e relativi clienti, lungo tutta via Pelosa in zona Cave, una zona molto frequentata anche dai residenti. A farsi carico è stato il presidente della Consulta del Quartiere 6 Ovest, Luciano Sardena. “Il tratto segnalato va dalla passerella del Lungargine Brentella, all’incrocio di via 7 Martiri-via Pelosa sino al parcheggio di via Pelosa, accanto alla scuola dell’Infanzia a sud della chiesa di Cave e adiacente alla sede del Quartiere 6 – spiega Sardena –. Una via molto frequentata da persone di ogni età per raggiungere l’argine lungo il Canale Brentella, per accedere agli impianti del centro sportivo Brentella “Raciti” o per accompagnare i bimbi alla scuola dell’infanzia o per accedere alle strutture parrocchiali o della sede del Quartiere. Ci sono stati riportati episodi di spaccio anche durante l’uscita dei bimbi proprio dalla scuola dell’infanzia e questo in passato non era mai avvenuto”. Nonostante questo tratto di strada sia frequentato e vissuto dai residenti, aggiunge il consigliere comunale Gianni Berno “assistiamo ad un preoccupante trend di crescita dello spaccio h24 spesso alla luce del sole, con ragazzi in bici che si spostano e clienti che arrivano in auto, comprano e ripartono velocemente”. Il fenomeno è stato regolarmente segnalato alle istituzioni competenti, proseguono Sardena e Berno “siamo testimoni di uno sforzo costante delle Forze dell’ordine per contrastare queste presenze. Con il vicesindaco Andrea Micalizzi e l’assessore alla Sicurezza Diego Bonavina stiamo collaborando per mettere in campo alcune azioni finalizzate a contrastare con ogni mezzo possibile questo trend, in sinergia con la Polizia Municipale e con le Forze dell’ordine, aumentando il presidio del territorio, incrementando le telecamere, aumentando l’illuminazione, incentivando la collaborazione dei residenti e di tutte le realtà territoriali”. Nicoletta Masetto

Gianni Berno e Luciano Sardena

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Il parco piazza davanti alla chiesa di Cave

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roprio nel quadrante preso di mira dallo spaccio sta partendo un importante progetto di riqualificazione dello spazio verde posto davanti al sagrato della chiesa di Cave e della sede del Quartiere 6 Padova Ovest che interessa le vie Dal Piaz, Tartaglia e Dini. “È un intervento atteso almeno da vent’anni”, affermano il presidente del quartiere Sardena e il consigliere comunale Berno. Il progetto, finanziato nel 2018, vedrà realizzati un parco e una piazza “per dotare, finalmente, la zona di un punto di incontro bello, vissuto, pedonalizzato in “dialogo” sia con la struttura parrocchiale (anche il sagrato verrà riqualificato) e con le strutture civili del quartiere. Un luogo, oggi un po’ marginale, che potrà essere pienamente fruito dai cittadini, un intervento di rigenerazione e riqualificazione urbana di grande pregio”. Ci saranno uno spazio adibito a parco, una piastra polivalente che accoglierà il mercato settimanale di ortofrutta a km zero, possibilità di creare piccoli eventi all’aperto con il coinvolgimento delle associazioni del quartiere e della stessa parrocchia. L’area è già stata recintata, assegnati pure i lavori partiti in questi giorni. (n.m.)



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Csv, Diocesi e Comune “Per Padova noi ci siamo, ancora”

La territorialità è la cifra distintiva

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onsulte di quartiere, associazioni di volontariato, parrocchie sono i protagonisti della fase 2 del grande progetto “Per Padova noi ci siamo”. Una nuova pagina che sta vedendo, in queste settimane, un confronto serrato proprio con le realtà del territorio, in particolare i quartieri. Sei gli incontri, coordinati dal Csv, che hanno interessato il quartiere 1 (Centro) Consulta 1; quartiere 2 Nord (Arcella-S. CarloPontevigodarzere) Consulta 2; quartiere 3 - Est (Brenta-Venezia, Forcellini-Camin) Consulte 3A e 3B; quartiere 4 - Sud-Est (S. Croce-S. Osvaldo, Bassanello-Voltabarozzo) - Consulte 4A e 4B; quartiere 5 - SudOvest (Armistizio-Savonarola) - Consulte 5A e 5B;, Quartiere 6 - Ovest (BrentellaValsugana) - Consulte 6A e 6B. “Questa seconda fase del progetto vede impegnati nuovamente insieme il Centro di Servizio Volontariato di Padova, il Comune e la Diocesi con l’obiettivo di coordinare, rinforzare e supportare le reti che già esistono nei quartieri e di farne

nascere di nuove, fornendo un sostegno affinché la capacità di dare risposte sia organizzata ed efficace – spiegano al CSV –.Il ruolo delle associazioni di volontariato, in questa nuova fase, sarà fondamentale. Sono state censite, geolocalizzate e sono stati raccolti i primi loro spunti. Nei giorni scorsi abbiamo avviato un confronto più stretto con quelle che si sono rese disponibili, a partire dalle Consulte di quartiere fino a comitati e parrocchie. Si tratta di un percorso partecipato di condivisione dei bisogni e delle risorse a disposizione, da noi coordinato anche grazie al supporto di esperti di processi par-tecipativi”. L’emergenza legata alla pandemia è tornata in primo piano e il mondo del volontariato si è rimesso subito in moto. Nei mesi scorsi è stata pubblicata la ricerca “La città si attiva. Il volontariato e la fase 1 del Covid” curata dall’Università degli studi di Padova nella quale, tra le conclusioni, si legge: “Le persone, quindi, sembrano volersi impegnare per il bene comune, a

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prescindere dalle ragioni politiche e dalla fiducia che ripongono nelle istituzioni. Alla luce dei nostri risultati, il quartiere diventa una realtà, un soggetto da non sottovalutare. Risulterà, quindi, più probabile attivare forme di volontariato legate a problemi del quartiere”. Sulla scorta di queste considerazioni, e alla luce delle esperienze vissute con “Per Padova noi ci siamo”- avviato il 14 marzo, e proseguito in forme diverse fino a settembre -, per l’attuale fase di emergenza il progetto è ripartito con queste nuove modalità. “Il modello – conclude il Csv – si basa sulla possibilità di attivare un aiuto di prossimità che abbia al centro la capacità dei quartieri e dei rioni di autorganizzarsi e mobilitarsi. Il tessuto padovano è ricco di associazioni, parrocchie, comitati di base, ma anche di servizi ed istituzioni che fanno della territorialità un tratto distintivo. Questa è una grande risorsa: significa che sono radicati, conoscono la comunità locale e da questa ne sono attraversati ed arricchiti”. (ni.ma.)

Riparte da quartieri, associazioni di volontariato e parrocchie il progetto voluto da Csv, Comune e Diocesi

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Sguardo sulla città

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Radio Padova Dal provino di nascosto dai genitori a un successo che dura da 30 anni

Domy Grande, la voce sorridente che fa la differenza e dà la carica C

iao a tutti, sono Domenica Grande e il mio lavoro è parlare alla radio! Ho iniziato questo racconto esattamente con le stesse parole che spesso uso all’inizio di una diretta, con quel tono confidenziale e amichevole che la radio ti permette. Come ho iniziato? Molto presto a sedici anni e per un paio di validi motivi: l’amore per la musica, da sempre presente in casa grazie ad un mangiadischi portatile arancione, vero oggetto di culto, e per contrastare l’eccessiva timidezza. Anche se a togliermi la timidezza avevano già iniziato le mie maestre suore alle elementari, mettendomi regolarmente sul palco a presentare le recite di Natale e Pasqua, quando io, detto in confidenza, avrei solo voluto cantare nel coro con tutti gli altri bambini. Poi l’ho fatto un paio di volte con il coro dello Zecchino d’oro, ma quella è un’altra storia. Comunque, nei primi anni Ottanta ascoltavo le radio libere e affascinata da musica e libertà di linguaggio, di nascosto dai miei genitori, risposi ad un annuncio su un giornale locale, in cui dicevano di cercare “voci nuove”. Dopo il classico provino, quando mi dissero “brava ti prendiamo”, scattò il panico, perché eravamo in provincia di Vicenza, io sono padovana, ero lì di nascosto dai miei genitori e neanche maggiorenne. Ma ormai la radio mi era entrata sotto pelle non potevo rinunciare. Così nacque Domy Grande, con la vaga convinzione che camuffando il nome non mi avrebbero scoperta .... durò poco! Ovviamente a quell’esordio clandestino, seguirono anni di studio. Sono un architetto paesaggista mancato, corsi di dizione, comunicazione, e più di recente di specializzazione in ambiti più goderecci come cucina e sommelier, ma la radio è sempre stata li. Negli anni a seguire, parallelamente allo studio, ci sono state esperienze in alcune radio del Veneto dove ho potuto fare una certa esperienza non solo nella conduzione radiofonica, ma anche nella presentazione di feste ed eventi. Approdai a Radio Padova, una trentina di anni fa ed ebbi subito la consapevolezza di aver trovato l’ambiente giusto per me, dove tutto ciò che amavo si fondeva

Continua il nostro viaggio alla scoperta dell’emittente della città Protagonisti e voci che si raccontano

È ARRIVATO IL MOMENTO DI RISTRUTTURARE IL TUO BAGNO?

“Ho capito subito che questo era l’ambiente giusto per me: la musica, il dialogo con la gente, l’incontro faccia a faccia con gli artisti e ogni giorno nuovi progetti da sperimentare” perfettamente: musica, dialogare con la gente, incontrare gli artisti faccia a faccia e sperimentare nuovi progetti, qualità che la radio ha tutt’oggi. A dimostrazione della costante evoluzione, oggi Radio Padova è una splendida quarantacinquenne che porta con brio la sua età, e grazie a Sphera Holding, il gruppo editoriale che l’ha acquisita circa due anni fa, e al direttore Luca Lazzari, ha ingranato la quinta. Il nostro dna è fatto di musica contemporanea con qualche hit del passato qui e li, per rinfrescarci la memoria, intrattenimento leggero e divertente, uno sguardo attento sull’attualità e rubriche di servizio come meteo e viabilità re-

gionali. In questo momento mi ascoltate in diretta dal lunedì al venerdì dalle 12.00 alle 14.00 assieme a Maurizio Modica. Due ore in cui cerchiamo di raccontare agli ascoltatori quanto accade intorno a noi, con particolare attenzione al territorio regionale, e senza tralasciare alcune passioni personali, cinema, sport, viaggi, arte e buoni libri. Mentre il sabato mattina quando sono in diretta dalle 6.00 alle 9.00, l’unico pensiero è di far iniziare la giornata il più serenamente possibile, perché già a quell’ora è dura partire, se poi ci mettiamo anche questo difficilissimo 2020, una voce sorridente che ti parla alla radio fa davvero la differenza.

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Orientamento x scolastico

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Provincia Scuole superiori della città e del territorio

Una guida on line con “Liberi di scegliere” L

’orientamento scolastico non si ferma. “Liberi di scegliere”, la guida che la Provincia di Padova pubblica ogni anno per aiutare i ragazzi a decidere quale potrebbe essere la scuola più adatta alle proprie attitudini, entra in queste settimane direttamente nelle case degli studenti. Nell’impossibilità di organizzare per quest’anno il tradizionale appuntamento fieristico di “Exposcuola” l’amministrazione provinciale e gli Istituti superiori statali e non statali della città e del territorio, hanno infatti deciso di mettere a disposizione un ricco calendario di incontri online aperti ai ragazzi e alle famiglie. I vari appuntamenti sono tutti disponibili tramite un link diretto dal sito www.provincia. padova.it . “È sicuramente un periodo difficile che sta mettendo a dura prova proprio le scuole superiori e i ragazzi che dovranno iscriversi – spiega il presidente della Provincia di Padova, Fabio Bui –, ma bisogna avere speranza, guardare avanti e cercare di fare la scelta più giusta per il proprio futuro. Nell’impossibilità generale di poter accogliere famiglie

e studenti ad eventi aperti, i nostri uffici non si sono tirati indietro e insieme alle scuole hanno organizzato diversi appuntamenti online suddivisi per istituto. Invito quindi tutti i ragazzi a partecipare perché la formazione superiore è fondamentale per lo sviluppo delle proprie competenze e per iniziare un percorso di maturazione che li accompagnerà verso la realtà del mondo del lavoro”. Dal sito della Provincia è possibile accedere alle pagine “Liberi di scegliere – l’orientamento non si ferma” che, in pochi giorni, hanno già raggiunto un grande numero di visualizzazioni (oltre 8 mila visitatori complessivi nelle prime tre settimane). Un’occasione anche per le scuole di continuare a farsi conoscere e a mettersi in vetrina nonostante le restrizioni attuali. “Quest’anno bisogna adattarsi e usare la tecnologia per conoscere da vicino l’offerta scolastica provinciale – spiega il consigliere provinciale alla Pubblica Istruzione, Luigi Bisato – è stato creato un calendario degli incontri dove le scuole superiori presentano, in forma multimediale,

Sono 39 gli istituti di competenza provinciale, 22 a Padova e 17 nel territorio. Oltre 8 mila, in pochi giorni, le visualizzazioni per l’iniziativa della Provincia la propria offerta formativa dando così la possibilità agli alunni ed alle famiglie interessate di interagire direttamente con la scuola prescelta. Si sa che la scelta può essere a volte difficile, tuttavia abbiamo messo in campo tutti gli strumenti per poterla affrontare con serenità”. Nel Calendario Scuole Aperte online si possono trovare tutte le date in cui le scuole superiori, statali e paritarie, e le Scuole della Formazione Professionale del territorio provinciale presentano in diretta il loro istituto e la loro offerta formativa, e ogni altra utile informazione inerente l’orientamento per l’anno scolastico 2021/2022. Su http://www.

provincia.pd.it/liberi-di-scegliere2020-lorientamento-non-si-fermainiziative-scelta-della-scuola-superiore si possono poi trovare i vari i link per ciascun indirizzo e tipo di scuola con gli appuntamenti di dicembre e gennaio. Nicoletta Masetto


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Orientamento scolastico

Ciofs Don Bosco Scuola di formazione professionale e Centro accreditato dalla Regione

Diamo a ogni ragazzo gli strumenti per scoprire il proprio talento Nella formazione professionale è fondamentale il rapporto con le aziende per rispondere, in maniera adeguata, alle richieste del mercato del lavoro

CA SA P E N E L OP E

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icembre e gennaio, mesi dell’orientamento. Scuole aperte, fiere ed eventi, tutti on line. Ce ne parla Giovanna Bettin, referente Orientamento al CIOFS Don Bosco. A gennaio ci sarà la scelta della scuola secondaria di secondo grado e poi? Fatta la scelta, i riflettori sono, purtroppo, destinati a spegnersi e se ne riparlerà tra un anno. “Fare orientamento non è questo – spiega la professoressa Giovanna Bettin, referente Orientamento del CIOFS Don Bosco –. L’orientamento è un percorso che ha come obiettivo facilitare la conoscenza di sé, del contesto formativo, occupazionale, sociale, culturale ed economico di riferimento indicato nelle linee ISFOL 2012”. Coordinate a cui fa preciso riferimento il CIOFS Don Bosco di Padova, scuola della formazione professionale e centro accreditato dalla Regione per erogare servizi di orientamento. “L’orientamento è un percorso con il quale accompagniamo nei 3 anni i nostri studenti – prosegue Bettin -. 50 ore di orientamento il primo anno per lavorare sulla conoscenza di sé, delle proprie attitudini, dei propri punti di forza e di miglioramento, sul riconoscimento delle emozioni e quindi sulla capacità di gestirle, sulla conoscenza delle figure professionali previste dai nostri 4 percorsi: Operatore amministrativo segretariale, Operatore ai servizi di vendita, Operatore servizi di Accoglienza turistica e Operatore dei servizi logistici, per poter scegliere quello più adatto alle proprie caratteristiche e interessi”. E ancora: 35 ore per accompagnare i ragazzi nell’ esperienze di stage prevista sia il secondo anno (160 ore) che il terzo anno (240 ore), per aiutare i ragazzi a capitaliz-

ua ti T a s a C a a n e z i z i d P e r a g l n i i Fa tt n u t i c o n gl i i n 5 m io i Tu … che vu zare l’esperienza, per renderla occasione di formazione sia professionale che personale. Per i ragazzi del terzo anno l’orientamento diventa accompagnamento ad elaborare un proprio progetto professionale post qualifica perché possano decidere il meglio per ciascuno di loro: lavoro? diploma professionale (4° anno, al CIOFS abbiamo il Diploma di Tecnico dei servizi d’Impresa e di Tecnico commerciale delle vendite)? Passaggio all’istruzione per puntare ad un diploma di maturità? Orientativa è anche la didattica del CIOFS FP Don Bosco: “perché propone compiti di realtà, perché è nel progettare e realizzare che ogni ragazzo può scoprire i propri talenti, le proprie risorse personali e maturare delle soft skills fondamentali per il proprio futuro professionale”. Nella formazione professionale il rapporto con le aziende è molto forte. “Questo legame – conclude la referente per l’orientamento – rende la formazione coerente con le richieste del mercato del lavoro, aggiornata nei contenuti erogati e negli strumenti utilizzati. Nella formazione professionale i giovani intraprendenti, con una intelligenza concreta e voglia di fare possono davvero costruirsi un bagaglio di competenze personali e professionali che li mette nella condizione di progettare consapevolmente e concretamente il loro futuro”.

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City Life

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Giocare con il mondo in una poesia Vasco Mirandola – attore, musicista, danzatore e poeta – presenta il suo nuovo libro di versi

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Il libro dei giochi

ome si fa a rendere speciale una giornata? Si cercano delle parole /che stanno bene insieme / (tipo: cappuccino, sole, appuntamento) le si riempie di scintille /di nuvole di passaggio /di rondini sul filo di scarpe nuove /di profumo /del suono di un violino /di “che bella/o che sei oggi!” Si va.

Il libro è diviso in capitoli: GIOCHI del chi, GIOCHI per chi è stato bambino almeno una volta nella vita, GIOCHI per imparare qualcosa anche se non si sa bene cosa, GIOCHI del come si fa, GIOCHI in amore, GIOCHI di società, un GIOCO in punizione, ROMPICAPI che non fanno male, GIOCHI po/etici, GIOCHI per prendersi cura di sé, GIOCHI ORIENTA(BI)LI come diventare felici in tre mosse, GIOCA ANCHE TU CON LE PAROLE. Ci possono giocare tutti, adulti rimasti bambini o bambini

Una sosta sui dettagli Mi sono fermato, come tanti, come tutti. Il mio lavoro di attore, di contatto , di relazioni mi si è addormentato vicino, ne sento il calore e la richiesta di cura. Fin da adolescente ho chiesto aiuto alle parole, me le sono fatte amiche, e con loro e grazie a loro immagino, reinvento, disegno, scolpisco mondi immaginari, ma anche reinvento. Questo fermarsi, questo tempo dilatato, apre finestre sui dettagli, sulle piccole cose, ci chiede di dare valore a ogni gesto, a ogni sguardo. E così ho iniziato già da marzo a giocare con il cellulare, come fosse una finestra sul mondo piccolo, a farlo entrare in cucina, nel salotto, in bagno, facendo dei video poetici che raccontassero questo nuovo stare. È stato un gioco per me, per tenermi vivo, ma ho anche sentito che era una richiesta che molti facevano per rimanere “collegati” per parteciparci, sentirci, condividere, come nel prima. Poi c’è la leggerezza, la lievità, che caratterizzano il mio percorso artistico. Tutto questo per dire come è iniziata questa nuova avventura.

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La prova di forza Si va in un campo /si sceglie un bel ciuffo d’erba /lo si impugna per bene si puntano i piedi /e si tira con tutte le forze. /Non è così facile strapparlo,/ bisogna tener conto che /c’è tutto il mondo /che tira dall’altra parte

• Chi è Vasco Mirandola

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Il gioco come i bambini Il gioco, il giocare con i pensieri, con le parole, mi ha sempre affascinato fin dal primo approccio con la scrittura. I bambini hanno un rapporto magico con il mondo, lo rendono allegro, pieno di sorprese, di meraviglie, fanno parlare gli alberi, una roccia è una montagna da scalare, una cassetta diventa una nave, tante cose così. Questo sguardo attento e pulito sul mondo è un atto di coraggio, per noi adulti è uno scrollarsi di dosso idee, preconcetti, definizioni e mettersi a disposizione della meraviglia e degli strani collegamenti che ci sono tra le cose.

diventati adulti, si imparano un sacco di parole nuove, si può leggere da soli, con il patner, con i figli, con gli amici, ci si diverte, si pensa. Si fanno delle riflessioni su di sé e sul mondo, con quello che ci stà a cuore, con tutto quello che ci sta dentro il cuore. È un libro da usare, riusare, completare, e soprattutto regalare. Le presentazioni saranno rese pubbliche sulla Pagina Facebook. Per chi fosse interessato ad acquistarlo basta andare sul sito della Casa editrice https://campimagnetici.it/ e fare l’ordinazione online.

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ive a Padova. Attore, musicista, danzatore e poeta, ha debuttato nel 1974 come cantante e musicista in azioni di strada. Con Roberto Citran fonda il duo “Punto e Virgola”, che nel 1984 vince il primo premio al concorso nazionale “La zanzara d’oro”. Negli anni Ottanta partecipa a varie trasmissioni televisive di successo. Nel cinema ha partecipato ai film di Carlo Mazzacurati “Vagabondi”, “Notte italiana”, “Il prete bello”, “Il toro”, a “Mediterraneo” di Gabriele Salvatores, a “Dietro la pianura” di Fontana e Girelli, a “Colpo di luna” di Alberto Simone ed è stato coprotagonista nel cortometraggio di Fabio Mollo “Quello che sento”, presentato al Festival di Venezia nel 2004. Autore di aforismi e poesie, ha collaborato anche come umorista con “Comix”. Nel 2002 ha debuttato come cantautore nello spettacolo concerto “Prima che siano parole”. Ha collaborato in qualità di attore-autore con la compagnia di danza contemporanea “Sosta Palmizi”.


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Un angolo di mare in centro città Storico ristorante di pesce appena dentro le mura, il Sant’Agnese racchiude nelle sue piccole dimensioni la filosofia dello chef Massimo Pontarolo: eleganza, semplicità, attenzione ai dettagli. In occasione delle feste, lo chef vi propone qui due sue ricette con cui stupire i vostri ospiti. Insalata di calamaretti e radicchio Buttate in acqua fredda i calamaretti e cuocete per tre minuti dal bollore. Scolate e uniteli al radicchio a pezzi, uva sultanina, pinoli, sale, aceto balsamico e olio. Pacchero caramellato con coda di rospo, scampi e pecorino Cuocete in forno la zucca tagliata a fettine e poi schiacciatela. Spadellate la coda di rospo tagliata a pezzetti con un filo di olio e a fine cottura aggiungete le code di scampi, la zucca e un cucchiaino di miele. Mantecate con una grattugiata di pecorino. In questo periodo così particolare, lo chef augura a tutti i lettori un sereno Natale, pieno di rinnovata speranza e fiducia nel futuro.

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Pasticceria Bistrot Wiennese

Dolce o salato? Wiennese! Se si passeggia per il centro città, è impossibile non fermarsi per un momento dolce o salato alla Pasticceria Wiennese. Nata dalla mente di Luciano Sguoto dopo la sua gavetta tra i migliori hotel a Lugano e Ginevra, la Wiennese si sviluppa come progetto di vita a partire dal 1969 quando Luciano assieme alla moglie Natalina dal piccolo laboratorio in via Beato Pellegrino arriva ad aprire quello che ora è una perfetta fusione di prodotti dolciari dall’animo nordico, arredamento francese e filosofia patavina. Sempre al passo con i tempi, la Wiennese si è recentemente rinnovata come bistrot grazie alla gestione di Ermanno Sguoto, figlio della coppia e imprenditore della ristorazione, appassionato di vini e attento alle tendenze del momento. Con un piede nel futuro, la famiglia Sguoto rimane comunque salda alle sue tradizioni del passato, come la produzione propria di panettoni, ideali per accompagnare i vostri pomeriggi a casa durante queste festività. Da tutto lo staff della Wiennese vi arrivino i migliori auguri per un sereno Natale e un prospero 2021.


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Cultura

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In libreria Il nuovo saggio di Silvia Gorgi dedicato alla storia e ai segreti della Città del Santo

Alla scoperta della Padova che nessuno conosce S

i intitola “La Padova che nessuno conosce” il nuovo saggio della scrittrice e giornalista padovana Silvia Gorgi, diventata ormai il punto di riferimento per la storia e le tradizioni della Città del Santo. Anche questo volume, come i precedenti, è pubblicato da Newton Compton e rappresenta un intrigante viaggio tra le pieghe della storia per scoprire l’incanto nascosto di una città che troppo spesso ha scelto un low profile per raccontarsi. Ho approfittato dell’uscita del libro per fare due chiacchiere con Silvia, per cercare di capire insieme a lei se sia possibile ancora raccontare una “Padova segreta”. Il tuo ultimo libro si apre con una domanda: “Qual è la Padova che nessuno conosce?”. Tu rispondi dicendo che provare a raccontare una città senza ricadere nei luoghi comuni e nei topoi turistici è stata una vera sfida. “Sono arrivata al quinto volume dedicato a Padova, quindi è diventato sempre più difficile scoprire curiosità e aneddoti sulla storia della nostra città. In realtà poi sono stata stupefatta ancora una volta dalla straordinaria vitalità di Padova, città che riserva sempre grandissime sorprese”. “Padova che nessuno conosce” è strutturato in due parti, con un intermezzo al centro (come a teatro!). Direi di partire dalla prima, quella in cui racconti la Padova capitale del pre-Umanesimo mondiale. “Sì, la prima parte è proprio dedicata alla cultura umanistica tra il 1200 e il 1300. Troppo spesso infatti si dimentica che in quegli anni a Padova vennero scritti e pubblicati libri che ebbero poi un impatto mondiale, libri che furono capaci davvero di cambiare il corso della storia. Innanzitutto la “Chronica in factis et circa facta Marchiae Trivixane” di Rolandino da Padova, testo che racconta la storia di Padova e della Marca Trevigiana e che venne considerato un capolavoro

vazione della realtà in medicina (cosa che per noi è scontata, ma in passato non era affatto così!). Ma anche a scienziati e artisti come Antonio Della Torre o Rolandino da Padova, che furono di enorme aiuto a Leonardo e a MichelanUn viaggio intrigante gelo per i loro studi tra le pieghe della e i loro disegni sul corpo umano. E poi, storia per scoprire un aneddoto che in l’incanto nascosto. pochi conoscono: il primo profilattico Curiosità e aneddoti moderno venne inche lasciano stupefatti ventato a Padova da Gabriele Falloppio, altro uomo di scienza che lasciò un segno indelebile nella storia dell’umanità, tanto che quasi nessuno lo conosce per questa piccola curiosità ma per tutte le sue altre scoperte”. Giacomo Brunoro

assoluto per tutto il Medioevo. Quello di Rolandino è un testo rivoluzionario perché non solo inizia a parlare di un nuovo ordine regionale e non più comunale, anticipando quindi la rivoluzione che nel Rinascimento investirà l’Italia che diventerà l’Italia delle Signorie e non più dei comuni; e poi perché per la prima volta si esce dalla dinamica degli Annales: Rolandino racconta anche i cosiddetti fatti minori, particolari che finora non erano considerati degni di finire in un testo storico. Nel 1314 poi Albertino da Mussato scrive “Eccerinis”, la prima tragedia in latino di epoca moderna. Parliamo di un’opera talmente famosa che influenzò anche Dante e la sua Divina Commedia”. L’intermezzo del libro è invece dedicato all’arte e alla danza. E anche qui sono rimasto letteralmente di stucco le leggere che a Padova è nata un forma di danza che esiste ancora oggi… “La danza pavana diventa un must nel

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‘500 tanto che verrà eseguita in tutte le corti d’Europa. E si tratta di un particolare tipo di danza nato proprio a Padova. Peraltro anche la marcia nuziale come la conosciamo oggi è un passo della danza pavana… ma ti dirò di più: Koge Donbo, autrice giapponese di manga, ha intitolato “Pavane for a dead girl” uno dei suoi manga! Ma a Padova viene pubblicato anche il primo trattato d’arte scritto in Italia, solo per fare un altro esempio”. La seconda parte del libro parla invece di una caratteristica di Padova che continua ancora oggi, ovvero l’eccellenza nel mondo scientifico. “Questo è un fil rouge che lega tutti i miei saggi su Padova. Del resto non potrebbe essere altrimenti visto il ruolo giocato dall’Università nella storia della nostra città. Per questo ho voluto dare risalto all’importanza di personaggi troppo spesso poco conosciuti, come l’anatomista Alessandro Benedetti, che per primo capì l’importanza dell’osser-

• Chi è Giacomo Brunoro

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ato e cresciuto a Padova, dopo la laurea si trasferisce a Milano. Lavora a Radio Deejay, Radio Italia Network, Radio Kiss Kiss, Sky TG24, collaborando con Andrea & Michele, Alex Cattelan, Camila Raznovich, Ivan Zazzaroni, Marco Montemagno, Gene Gnocchi e tanti altri. Torna in Veneto nel 2009 e dal 2010 è Editor in Chief di LA CASE Books, casa editrice digitale californiana. È presidente di Sugarpulp con cui organizza festival ed eventi culturali. Da gennaio 2019 è uno dei consiglieri della Veneto Film Commission. Up the irons!

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Music & music

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L’anno (musicale) che verrà Viaggio nel panorama artistico veneto tra l’emergenza di oggi e la ripartenza di domani Già da febbraio gli appuntamenti padovani con i live sono in calendario

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aro amico ti scrivo, così mi distraggo un po’”. È uno degli incipit più celebri della storia della musica italiana. Era il 1979 quando Lucio Dalla scrisse, in musica, una lettera ad un amico lontano immaginando l’anno che verrà. Dicembre 2020, l’anno volge al termine e le parole del grande cantautore risuonano ancora attuali: le sue paure, le sue speranze e le sue parole sono le nostre. Questo è senza dubbio il momento più difficile per la musica dal vivo e dei grandi eventi. Da oltre nove mesi la pandemia ha ridisegnato concetti come aggregazione, socialità e divertimento, determinando l’arresto di manifestazioni e concerti. L’estate, seppur con tutte le limitazioni e gli accorgimenti, è stata rallegrata dalla ripartenza di piccoli concerti all’aperto. Archiviata questa stagione calda un po’ anomala, l’autunno è arrivato e ha portato una nuova emergenza sanitaria costringendoci ad un nuovo arresto. Ma gli occhi e la mente degli operatori culturali sono già rivolti all’inverno e all’anno che verrà, perché recuperare un’intera stagione di concerti persa non è un’ impresa semplice. La sfida di questi lunghi mesi è stata trovare soluzioni per tamponare la situazione del mondo della musica. Alcune realtà culturali hanno investito in tecnologia, sperimentando nuove piattaforme; altre hanno proposto online contenuti di qualità che superano la performance trasmessa sui social. Il digitale in questi mesi sicuramente ha ricoperto un ruolo importante nella fruizione culturale, ha aggiunto nuove modalità di ricezione, colmato un vuoto e ampliato il pubblico, ma non ha compensato la mancanza della componente esperienziale e del coinvolgimento dato dal “rapporto” in presenza con l’artista. Come conciliare quindi le nuove esigenze di distanziamento sociale con la musica dal vivo? Una domanda che tutti gli addetti ai lavori in questo momento si stanno ponendo. Sicuramente sarà necessario ripensare gli spazi dei concerti, luoghi più ampi per garantire la sicurezza dei presenti; la durata dell’esperienza musicale dovrà essere ridotta, completata e arricchita da altri contenuti digitali. Non sappiamo quando e come i concerti dal vivo ripartiranno e nemmeno quale sarà la reazione dei fan alla nuova apertura di palazzetti dello sport, di teatri e piazze. Se da un lato ci sarà una grande voglia di socialità e di tutte le esperienze che non sono state possibili in questi mesi, dall’altro - come emerge da alcuni sondaggi di società di ricerca demoscopica specializzata nei consumi culturali – le persone continueranno a preferire i piccoli e medi eventi all’aperto.

Vincerà la paura e la diffidenza verso i luoghi affollati o il desiderio di socialità? Sicuramente in questi mesi, in assenza di momenti di aggregazione, il regalo più bello da trovare sotto l’albero di Natale sarebbe senza dubbio un biglietto – da poter utilizzare – per un concerto del proprio cantante preferito. Ritornare a quella normalità non scontata di ascoltare, assaporando la magia di un concerto dal vivo. In questi giorni uno spiraglio è dato dalla riprogrammazione delle nuove date in vista della fine dell’emergenza. Alcuni appuntamenti sono già pianificati per febbraio come per Le Vibrazioni in Orchestra di Beppe Vessicchio o i Pinguini Tattici Nucleari presso Kione Arena di Padova; Morgan e Voltalacarta al Gran Teatro Geox; da marzo alcuni tour vengono recuperati nei club italiani come per Anastasio all’ Hall di Padova. E c’è chi pensa già alla stagione estiva... Cosa succederà alla musica dal vivo nel nuovo anno? Solo il tempo lo potrà dire, ma dobbiamo essere pronti a (ri)ascoltare. E nonostante tutte le sfumature di grigio di quest’anno che si sta per concludere, il desiderio di continuare a sperare, di esser presenti è ancora vivo. Un po’ come ha fatto Dalla che di fronte alle paure e alle incertezze, non si lascia prendere dal pessimismo anzi Vedi caro amico cosa si deve inventare per poter riderci sopra e continuare a sperare, basta essere preparati L’anno che sta arrivando tra un anno passerà …è questa la novità. Il 2021 sarà l’anno della nascita di una nuova forma di partecipazione sociale che vive contemporaneamente nell’ambiente reale e in quello digitale, che unisce passato e futuro in un nuovo presente. Si assisterà a un cambiamento epocale che abbraccerà tutti. Anche la musica dal vivo. Sara Busato

• Chi è Sara Busato

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a sempre ha coltivato una forte passione per la comunicazione e l’organizzazione di eventi culturali. Nel corso degli anni la sua passione si è trasformata in professione. Molto curiosa del mondo, ama le avventure e le sfide. Quando ha un momento libero passa le giornate in cerca di una montagna da raggiungere o di percorsi ciclabili da esplorare con la musica a fare da colonna sonora.

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Cinema

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L’intervista Il regista di Videocracy è uno dei documentaristi più talentuosi d’Europa

Gandini sceglie il Veneto per il suo nuovo progetto E

sterno. Campagna veneta. Giorno. Un uomo alto, slanciato, in mezzo a un prato regge un’asta microfonica, le cuffie sono coperte da un berretto di lana nero, rubato al figlio adolescente. Accanto a lui, alla macchina da presa, opera Daniel, un cineoperatore che coi capelli sciolti sembra la reincarnazione di Gesù. Si sente “cut”e poi, l’uomo col berretto, si volta di scatto verso di me e sorride gioioso facendo su è giù col pollice. O meglio, causa mascherina, a sorridere sono i fari celesti che la madre svedese gli ha donato in eredità. Due occhi blu ipnotizzanti. In questo preciso momento ha appena finito di girare una sequenza del suo nuovo documentario. Quest’uomo “bravo, intelligente e furbo”, così lo definì Fabrizio Corona dopo la prima uscita di Videocracy nel 2009, è il regista Erik Gandini, uno dei documentaristi più in talentuosi d’Europa. In questi giorni è passato in Veneto a girare il suo nuovo progetto, che sarà pronto per la fine del 2021. Erik sei reduce da una settimana di riprese in periodo di pandemia, in uno Stato che, a differenza della Svezia, prevede regole rigide. Che effetto ti ha fatto? “In Svezia c’è stato un lockdown molto diverso, perché non c’è l’obbligo di portare la mascherina, non c’è il divieto di uscire di casa dopo le dieci di sera. Viviamo sotto consigli, piuttosto che sotto regole dure. Qui invece si avverte molto forte questa imposizione delle regole, questo cambiamento nello stile di vita delle persone. Guarda, se volessimo parlare di Svezia, il discorso sarebbe molto lungo. Forse c’è stata la consapevolezza da subito che eravamo di fronte a una pandemia prolungata e che si doveva trovare un modello che funzionasse con la sopportazione delle persone. Per cui le scuole sono rimaste aperte, i ristoranti sono aperti. Abbiamo ricevuto tanti consigli sul mantenere il distanziamento e la gente ha cambiato il proprio stile di vita. Penso che la Svezia abbia fatto auto isolamento da 50 anni, per cui c’è uno stile di vita diverso. Le persone vivono molto lontano le une dalle altre. Gli anziani vivono inesorabilmente per conto loro. Nel 2015 esce il tuo film La teoria svedese dell’amore, che parla

“Se c’è qualcosa di piacevole di questa sensazione che siamo tutti un po’ fermi è che stiamo riflettendo su come fare il prossimo passo in avanti ed è un momento di riflessione che ci sta ogni tanto nell’umanità”

della costruzione di quel modello di indipendenza progressiva. Perché gli italiani lo stanno scoprendo ora, con la pandemia? “È interessante. Ho trascorso la mia esistenza tra questi due Paesi perché sono di fatto il prodotto di un incontro tra una donna svedese e un uomo italiano negli anni Sessanta e crescendo ho visto rimpicciolirsi i confini d’Europa. Quando ero piccolo andare dall’Italia alla Svezia era un passaggio di molte frontiere, di mondi diversi. Adesso in due ore sei qua, i canali sono gli stessi, indossiamo le stesse marche di vestiti, eppure siamo un po’ agli antipodi. Prima c’era il mito della Svezia che era un po’ il riferimento della perfezione e forse c’è ancora. È anche per quello che nasce un bisogno di trovare le crepe nella facciata. C’era ovviamente il mito delle donne, della sessualità libera, di questo mondo… ma alla fine sono dei cliché. Come il cliché dei suicidi che non è forse nemmeno mai stato vero leggendo attentamente i dati.” Pensi che la pandemia avrà un impatto nel tuo modo di pensare, di concepire e sviluppare i temi dei prossimi documentari? “Sono un gran consumatore di notizie, ma non voglio mai attaccarmi all’attualità perché vorrei che i miei documentari siano attuali anche tra dieci anni. Per cui non voglio pensare di raccontare una pandemia perché magari, speriamo, tra un anno non ne potremo più di questa cosa. Credo tuttavia che questi grandi stravolgimenti siano i momenti in cui avvengono dei cambi profondi nelle ideologie. Questa pandemia ha schiacciato il tasto pausa per tutti. Siamo consapevoli che abbiamo dovuto collettivamente smettere di lavorare. Smettere di comprare. Smettere anche di dover subire un confronto con gli altri perché c’è l’idea che tutti gli altri si divertano mentre noi no. Se c’è qualcosa di piacevole di questa sensazione che siamo tutti un po’ fermi è che stiamo riflettendo su come fare il prossimo passo in avanti ed è un momento di riflessione che ci sta ogni tanto nell’umanità. Purtroppo è violento, comporta per tante persone la morte, la malattia o la disoccupazione. Io, ad esempi, sono convinto che porterà qualcosa di positivo per quanto riguarda il lavoro”. Christian Cinetto










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#Regione

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L’intervista Francesco Calzavara debutta nella giunta Zaia

“In dirittura d’arrivo il bilancio tax free un miliardo di euro nelle tasche dei veneti” Le nuove risorse andranno a finanziare in via prioritaria investimenti per le Olimpiadi 2026, la messa in sicurezza del tratto ferroviario Adria Mestre ed il completamento della circonvallazione di Vicenza Assessore Francesco Calzavara, come descrive il suo debutto nella nuova giunta Zaia? “Direi frenetico, visto che sono stato nominato solo qualche giorno dall’approvazione della manovra di bilancio e da lì sono partite tutte le procedure per poter arrivare in Consiglio regionale in tempo, scongiurando l’esercizio provvisorio che rallenterebbe la capacità di spesa della regione. Oggi questa è la mia priorità, assieme a tutta una serie di incontri per conoscere le singole direzioni a cui fanno riferimento le molte deleghe che il Presidente Zaia ha ritenuto di affidarmi”. Ci può fare qualche anticipazione? “Sarà un bilancio in continuità con la precedente legislatura e quindi, ancora una volta, tax-free. Ricordo che il Veneto è l’unica regione in Italia che non applica addizionale Irpef, lasciando nelle tasche dei cittadini veneti ben oltre un miliardo di euro. Siamo riusciti a riconfermare tutte le poste di bilancio fino ad oggi finanziate, mentre si aumentano gli stanziamenti per i temi ambientali, con la messa in sicurezza di discariche, il finanziamento di interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico ed iniziative atte a contrastare l’inquinamento dell’aria da PM10. Grazie a buoni dati di bilancio abbiamo la possibilità di assumere nuovi mutui, che andranno a finanziare in via prioritaria investimenti per le Olimpiadi 2026, la messa in sicurezza del tratto ferroviario Adria Mestre ed il completamento della circonvallazione di Vicenza”. Quali le priorità della Regione in questo periodo di emergenza?

“Garantire le risorse agli assessorati più esposti alla crisi pandemica, in primis alla Sanità e al sociale. I contributi che continuano a pervenire da benefattori, sommati alle risorse proprie della Regione, garantiscono la tenuta del nostro sistema sanitario. Credo che nei prossimi mesi sarà necessario sostenere le famiglie in difficoltà che pagheranno il calo occupazionale in molti settori, primo fra tutti quello del turismo, che in Veneto è la prima “industria” per fatturato. Naturalmente la Regione farà la sua parte, nella speranza che le varie iniziative promesse dal Governo di Roma abbiano una reale ricaduta sui nostri territori”. Lei si occupa anche di rapporti con il credito, alle banche cosa chiedete in questo momento? “Gli istituti di credito hanno dimostrato in questa fase di essere al fianco delle imprese e delle famiglie. La sospensione del pagamento di mutui e finanziamenti è stato sicuramente un salvagente importante, ora si tratta di capire quale sarà il sostegno reale all’economia, nel momento della ripartenza”. Un’altra sua competenza riguarda gli enti locali, i quali spesso invocano più risorse e maggiore attenzione dalla Regione, quali risposte date? “Il ruolo della Regione in questa fase, dove lo smart working ha dimostrato tutte le sue potenzialità e criticità, potrà essere quello di promotore di una progressiva digitalizzazione della pubblica amministrazione sostenendo, e questo vale soprattutto per i piccoli comuni, l’approvvigionamento di dotazioni tecnologiche e piattaforme gestionali. Strumenti che possano favorire una sempre maggiore tra-

“La Regione del Veneto ha presentato 150 schede progetto per complessivi 24 miliardi di euro di iniziative, le quali sarebbero un sensazionale acceleratore verso quella ripresa che tutti auspichiamo possa partire dal secondo semestre 2021”

sparenza e rapidità nei rapporti tra la pubblica amministrazione e i suoi cittadini”. Cosa servirà al Veneto una volta uscito dalla pandemia? “I Veneti hanno dimostrato anche nelle recenti crisi economiche di avere una straordinaria capacità reattiva, sapendosi riprendere prima e meglio di altri. Da persone pragmatiche, quali siamo, abbiamo bisogno di una cornice normativa chiara entro la quale muoversi. Vedo purtroppo ancora molta confusione, soprattutto sulle opportunità che i Recovery Fund potranno dare alle nostre future generazioni. La Regione del Veneto ha presentato 150 schede progetto per complessivi 24 miliardi di euro di iniziative, le quali sarebbero un sensazionale acceleratore verso quella ripresa che tutti auspichiamo possa partire dal secondo semestre 2021. L’auspicio è che il Governo ripartisca questi fondi con una logica e che premi quei

progetti che abbiano un immediato ritorno sul territorio. Contributi a pioggia di certo non cambierebbero in maniera sostanziale le sorti di imprese, cittadini e istituzioni pubbliche”. E’ chiamato ad occuparsi di anticorruzione in una Regione che si è trovata a fare i conti con l’illegalità e l’infiltrazione della criminalità, come agire? “Ricordo che la Regione del Veneto, nel precedente mandato, si è dotata di una normativa che prevede la costituzione di Parte civile in caso di delitti di stampo mafioso che si verificano nel territorio regionale. Infatti, a garanzia e tutela della legalità nel proprio territorio e nell’impegno al contrasto a fenomeni di criminalità organizzata, cito il maxi processo contro il clan dei Casalesi di Eraclea dove la Regione ha incaricato l’avvocato Fabio Pinelli del Foro di Padova per la Costituzione di Parte Civile dell’Ente”. (n.s.)


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Regione

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Fratelli d’Italia Raffaele Speranzon, capogruppo in Consiglio Regionale

“A caccia di risorse per l’economia veneta”

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l veneziano Raffaele Speranzon guida il gruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Regionale. E’ stato il più votato del suo partito e ora, dopo l’attività in consiglio comunale e in Provincia, insieme alla presidenza dell’Ater, affronta il nuovo incarico nel parlamentino veneto. In questo inizio di legislatura quale vuole essere il vostro apporto? “Non possiamo nascondere il fatto che siamo stati eletti in un periodo particolarmente critico e ci rendiamo conto della situazione che ci circonda, siamo tutti espressioni di territori che stanno subendo gli effetti devastanti della pandemia. Dal turismo al commercio, dalla produzione ai servizi, il nostro impegno dovrà essere orientato a queste realtà perché sappiamo che le misure messe in campo dal governo dal punto di vista dei ristori copriranno solo in parte le perdite subite. Si tratta di difendere i veneti che stanno combattendo con ogni mezzo per evitare di fallire, non possiamo tirarci indietro. La nostra azione perciò sarà volta a difendere gli interessi del nostro mondo produttivo, che altrimenti rischia davvero di crollare. Non possiamo sottrarci a questa responsabilità”. Cosa c’è da fare subito? “Buona parte del Pil veneto è generato dal turismo, ma in questo momento di difficoltà il nostro patrimonio rischia di diventare appetibile per la malavita organizzata o aziende straniere che possono piombare sui nostri asset e sulle nostre imprese. La nostra azione sarà quella di individuare all’interno del bilancio dei capitoli per finanziare gli interventi a favore delle imprese. L’indirizzo che avremo come consiglieri sarà quello di recuperare più risorse possibili da destinare al ristoro di aziende che rischiano di chiudere. Non possiamo permetterci di perdere aziende e innescare un effetto domino terribile, questo deve avere la priorità”. Oltre all’emergenza, quali altri progetti avete in serbo? “Riteniamo che la Regione debba svolgere un ruolo importante nella definizione delle strategie per il Porto di Venezia, che insieme a Marghera e Chioggia

rappresenta il nostro sistema portuale, uno degli aspetti identitari del Veneto legato alla tradizione marinara, cantieristica e dei commerci. Questi ultimi in futuro si sposteranno ancora più ad oriente e vedranno pertanto Venezia in una posizione strategica. Dobbiamo promuovere una forte politica per rivendicare questo ruolo”. Un’altra proposta a cui tenere? “Sicuramente il sostegno alle famiglie è per noi una priorità, specie per quelle fragili e più esposte. Abbiamo la necessità di mettere sotto protezione i nuclei familiari, così importanti in termini di valori ed esperienza, dai genitori che lavorano ai figli, fino agli anziani. Anche per le attività extradidattiche svolte da gruppi e associazioni sportive è fondamentale il contributo e il sostegno della regione. Queste realtà associative in ambito sportivo, culturale e ricreativo sono alleati preziosi per le famiglie”. Come giudica il rapporto all’interno della compagine di maggioranza? “Con la maggioranza il rapporto è ottimo nei contenuti. Il nostro compito nel corso di questa legislatura sarà anche quello di garantire dignità ai veneti, quasi il 10 per cento, che hanno espresso la loro preferenza a Fratelli d’Italia. Su ogni ambito faremo valere il ruolo che ci è stato affidato”. Sarà la volta buona per centrare l’obiettivo dell’autonomia? “Con questo governo in carica ci sono ancora degli ostacoli da superare, auspico quindi un deciso cambio di colore con le prossime elezioni in modo da cambiare passo e realizzare l’obiettivo che la compagine di centrodestra si è posta sottoscrivendo il patto dell’estate scorsa fra Meloni, Salvini e Berlusconi. Un accordo chiaro che mette tra le priorità proprio la realizzazione dell’autonomia, la chiarezza su alleanze di governo che siano diretta espressione del voto e non di inciuci fra partiti e una riforma in senso presidenzialista dell’elezione del Capo dello Stato. Un deciso cambio di rotta che finalmente completerà anche il progetto dell’autonomia e imprimerà quella svolta che gli elettori invocano da tempo”.

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L’intervento Giacomo Possamai (Pd)

“Sanità più vicina ai cittadini”

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uella che ci viene imposta dalla pandemia è una sfida storica, collettiva. Una prova molto dura che ci richiama alla responsabilità comune e all’impegno solidale per uscire al più presto da questa dolorosa emergenza. Lo sforzo straordinario che in questi mesi è stato messo in campo dagli operatori sanitari, dalle tante professionalità preziose e dalle istituzioni è stato indispensabile per mettere un argine al dilagare distruttivo del virus. Se dobbiamo confidare nel fatto che la nostra sfida collettiva alla fine verrà vinta, non possiamo però dimenticare che nei lunghi anni di ‘normalità’ sanitaria non sono stati compiuti quei passi essenziali che ci avrebbero consentito di essere oggi ben più forti di fronte alla pandemia. Nel tempo abbiamo infatti smarrito quell’impronta, quel modello di sanità pubblica che aveva come principio irrinunciabile l’accesso universale, diffuso, dei servizi a beneficio dei cittadini. E’ inutile soffermarsi sull’attribuzione delle responsabilità, perché la retromarcia rispetto a quanto di buono era stato impostato nel passato è stata fatta in modo trasversale e ad ogni livello istituzionale. Altrettanto fuorviante è la gara tra i primi della classe perché in gioco non c’è la salvezza di singoli territori bensì di un intero Paese. Il Veneto può andare orgoglioso di essere la terra di una grande politica, Tina Anselmi. Fu lei, da ministra, la madre del sistema sanitario nazionale istituito nel 1978. Una riforma epocale che garantì pieno diritto alla salute e coesione nazionale, eliminando disuguaglianze che vanno considerate ancor più inaccettabili quando si parla di sanità. Oggi, lo stesso Veneto, è chiamato a ripristinare, a ricollegarsi a queste radici del passato. Lo deve fare riportando il complessivo sistema sanitario regionale ad una dimensione più vicina ai cittadini, attraverso il ripristino ed il potenziamento dei servizi sul territorio così come attraverso il rafforzamento degli investimenti per la medicina di base e per le borse di studio, per le strutture di sostegno alle persone disabili e per gli anziani, il cui unico approdo non può essere quello delle case di riposo. L’altra emergenza da affrontare nel quotidiano è quella della carenza di assunzioni del personale sanitario, oggi insufficiente per colmare i pensionamenti notevolmente in crescita. Diventa insomma doveroso tornare ad investire e programmare la sanità pubblica con una visione collettiva. L’occasione dell’utilizzo delle risorse che l’Europa mette a disposizione con il Recovery Fund è irrinunciabile. Si tratta di una mole di stanziamenti che vanno utilizzati in primo luogo nell’ambito della sanità, con progetti mirati e con un lavoro istituzionale minuzioso, di cura e di attenzione profonda al bene comune. Il curarsi non può tornare ad essere un privilegio di chi ha più mezzi e possibilità. Ripristinare la ‘democrazia della salute’ è un orizzonte che il Veneto, attraverso il ridisegno socio-sanitario, deve riconquistare. Tornando al passato, facendo tesoro della dura lezione del presente, garantendo a tutti un futuro migliore. Giacomo Possamai

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Regione

Forza Italia La padovana Elisa Venturini è capogruppo in Consiglio Regionale

“In Regione da portavoce delle necessità dei territori” E

ntrata in Consiglio Regionale con oltre 6.500 preferenze personali, la padovana Elisa Venturini, da oltre due decenni è in prima linea e protagonista sulla scena politica: sindaco di Casalserugo per due mandati, consigliere provinciale, nonché vice presidente di Anci Veneto, ora è alla guida del gruppo consigliare di Forza Italia, nella compagine di maggioranza. Come si è svolta in queste prime settimane l’attività del Consiglio? “Stiamo partecipando in presenza alle sedute del Consiglio e ai lavori delle commissioni, distribuiti nelle varie aule, con tutte le precauzioni del caso: la presenza è un rischio ma in questo ambito è una necessità per poter lavorare, discutere e confrontarci. Abbiamo partecipato all’insediamento delle commissioni di cui facciamo parte. Nel mio caso, nella prima commissione bilancio ho la possibilità di conoscere e approfondire nel dettaglio tutti i progetti di legge regionale e i documenti che prevedono impegno di spesa, quindi la quasi totalità dei provvedimenti regionali”. Ad esempio? “In questo periodo ovviamente l’attenzione è rivolta all’ambito sanitario: abbiamo

previsto l’assegnazione di un beneficio economico agli specializzandi del quarto e quinto anno, ai ricercatori e docenti universitari che stanno presentando servizio sul fronte Codiv e in questo periodo svolgono un’attività intensa. Si tratta di professionisti non sono inseriti nel servizio sanitario nazionale, ai quali non veniva riconosciuto alcun beneficio economico. Un altro provvedimento riguarda la copertura a livello legislativo della spesa per la piattaforma informatica regionale Zero Covid Veneto per il monitoraggio e sorveglianza della persona. Si tratta di un sistema che va ad implementare Immuni. Mentre l’applicazione nazionale è un alter che avvisa quando entriamo in contatto con persone che sono state positive, Zero Covid Veneto invece è un sistema di biosorveglianza dove la persona segnala se presenta sintomi sospetti o si trova in quarantena. In questi giorni stiamo prendendo in mano la legge di bilancio, con i relativi collegati alla finanziaria: i tempi sono abbastanza ristretti, l’approvazione prevista entro la fine dell’anno e comporterà una presenza costante a Venezia”. Quali le urgenze e le priorità? “Un po’ tutta l’attività è incentrata sulla

gestione dell’emergenza Covid e le conseguenze economiche della pandemia, a partire dalle necessità in ambito sanitario, per individuare le adeguate strategie sul fronte economico per sostenere le attività produttive e l’occupazione. Il mondo dell’impresa e del lavoro non può vivere solo di sussidi, ma richiede ad esempio maggiore formazione. Il segnale positivo arrivato di recente dalle borse alla notizia del vaccino da’ l’idea di come il mercato è in grado di reagire e riprendersi anche di fronte a queste crisi. Altra questione sarà come lo Stato italiano userà i fondi che arrivano dall’Europa e che saranno destinati anche alla Regioni. Dovremo pianificare nuove progettualità e tutta la parte legata agli investimenti. La vera partita sarà questa. Sicuramente queste risorse hanno delle ricadute sull’economia locale, sta a noi orientarle al meglio”. Com’è il rapporto con la maggioranza e la Lega in particolare? “La Lega ha numeri importanti, noi ci poniamo come degli alleati leali, con la dignità di chi proviene dal territorio e può portare tutta la propria esperienza. Più che avanzare rivendicazioni legate a dei semplici numeri abbiamo dei territori da rappresentare, al di

Elisa Venturini

là della collocazione politica”. Da sindaco e consigliere provinciale al Consiglio Regionale, come sta vivendo questa nuova esperienza? “E’ una delle domande che mi viene rivolta più spesso. Ho lavorato per 17 anni in Comune, di cui 10 da sindaco, 15 in Anci, e 6 anni anni in Provincia. Da amministratore locale hai un ruolo operativo, pensi ad un progetto, ad un intervento e poi passi all’azione. Il ruolo del consigliere regionale prima di tutto è legislativo, intervieni a livello normativo, devi studiare i progetti di legge, i regolamenti, approfondire i temi. I risultati immediati di questo lavoro non si vedono subito, spesso ci vogliono anche degli anni. Affronto questo nuovo impegno con il mio bagaglio di esperienza sul campo e di conoscenza del territorio, mi faccio portavoce delle esigenze, delle necessità dei cittadini. Portiamo e discutiamo a livello regionale delle istanze del territorio, sapendo che ognuna delle sette provincie ha le sue esigenze e particolariNicola Stievano tà”.


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QUANTO VALE IL IN VENETO? Le stime a livello territoriale, effettuate sulla base delle risorse stanziate dal Decreto Rilancio, consentono di dimensionare in quasi 1,7 MILIARDI DI EURO l’importo delle sole detrazioni fiscali in Veneto. A dirlo è la ricerca condotta da CNA Veneto con il supporto di Centro Studi Sintesi di Mestre. In cinque anni, dal 2021 al 2026, il Superbonus muoverebbe circa 1 miliardo 652milioni di euro così ripartiti: 148 nel 2021, 379 nel 2022, 337 nel 2023, 316 nel 2024 e nel 2025, 156 nel 2026. La stima a livello territoriale è stata effettuata sulla base della quota degli investimenti attivati dagli ecobonus negli ultimi cinque anni (fonte: ENEA); tale valore è stato poi parzialmente corretto tenendo conto della quota di edifici residenziali con almeno 15 anni (fonte: Istat). Il provvedimento dovrebbe consentire di innalzare il valore degli incentivi fiscali per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica in media del 41%,

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riqualificazione energetica in media

con effetti positivi sugli investimenti del sistema casa fortemente provato nell’ultimo decennio. Con il Superbonus in Veneto gli incentivi fiscali passerebbero dai 665 milioni medi annui del periodo 2014-2019 a 941 milioni medi annui dei prossimi anni. Se al valore economico delle sole detrazioni fiscali (1,7 miliardi di euro) generate direttamente dalla misura sommiamo l’impatto dei bonus edilizi tradizionali, rinvigoriti dalla possibilità di cessione del credito e dal Superbonus stesso, arriviamo a un totale di circa 5,6 miliardi di incentivi fiscali per l’edilizia nei prossimi 6 anni, con un potenziale in termini di investimenti di almeno 14 miliardi di euro (per rimanere prudenti). “Il ricorso al meccanismo delle detrazioni fiscali, applicato agli interventi di efficienza energetica e agli interventi antisismici, va nella direzione auspicata da tempo da CNA Veneto, – dichiara il Presidente Alessandro Conte – ora però è necessario che il Governo si impegni ad inserire nella Legge di Bilancio il prolungamento del Superbonus 110% per il prossimo triennio. Consideriamo questa misura un volano straordinariamente importante per l’intera filiera delle costruzioni e ne sollecitiamo

l’estensione anche ai capannoni, per migliorarne le condizioni di sicurezza. Non si capisce infatti perché questa tipologia di immobili non sia ricompresa tra i possibili beneficiari. Peraltro, per le sue specifiche caratteristiche, il Superbonus 110% potrà beneficiare delle risorse destinate dal Recovery Fund alla transizione energetica. In prospettiva questo strumento potrebbe quindi essere finanziato perlomeno fino al 2026, favorendo l’accelerazione degli interventi di riqualificazione edilizia, con un’attenzione particolare alle questioni ambientali e alla necessità di lasciare in eredità alle prossime generazioni un mondo più sostenibile. Infine – chiude il Presidente – per rendere la misura davvero efficace è necessario prevedere un alleggerimento della burocrazia che risultando eccessiva rischia di scoraggiare molte attività”. “Da un’indagine condotta dal Centro Studi di CNA che ha coinvolto oltre 2mila imprese a livello nazionale e circa un centinaio a livello veneto – dichiara il Segretario di CNA Veneto Matteo Ribon – il 70% ritiene che il provvedimento potrà dare nuovo impulso alla filiera dell’edilizia.”


GUIDA AL SUPERBONUS

GUIDA AL SUPERBONUS

Il Ministro dello Sviluppo Il Ministro Economico delloil Sviluppo 24 novembre Economi conferma la proroga del conferma Superbonus la proroga 110% del Superbon O PR

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Il Ministro Stefano Patuanelli, in audizione alla Camera Il Ministro di fronte Stefano alla Patuanelli, in audizione alla Camera di fronte alla commissione di vigilanza sull’Anagrafe tributaria, è commissione molto chiaro adiri-vigilanza sull’Anagrafe tributaria, è molto chiaro a riguardo, anche se nel documento di Bilancio 2021 al vaglio guardo, non anche c’è tracse nel documento di Bilancio 2021 al vaglio non c’è traccia di questa misura. cia di questa misura. «È impensabile che il superbonus si fermi al 31 dicembre 2021. L’intenzione del Governo e del Parlamento è sicuramente di dare una prospettiva più AC I M A I E C H ampia diR contemperando U I Rprevista F quella U S U R E P la proroga G I le esigenze del bilancio TAGcon N A V I D E e dell’utilizzo U SRecovery fund. Cito B O N del O C E ’ D E LLtutti e due perché non è detto che la 110% proroga debba essere finanziata solo con uno o con l’altro. Potrebbe essere finanziata in parte con fondi propri di bilancio e in parte con fondi del Recovery. Ma è impensabile che una misura così importante si fermi al 31 dicembre 2021».

Sulla questione «È della impensabile prorogachesiil superbonus si concentrano anche gli fermi agenti al 31immobiliari dicembre 2021. L’intenzione professionali della del Fiaip. Governo «Riteniamo e del Parlamento è che il Superbonus 110% sicuramente sia unadimisura dare una prospettiva più particolarmente strategica ampia diper quella il rilancio prevista contemperando di tutto il settore la immobiliare, proroga con ma le esigenze in del bilancio particolare dell’usato e dell’utilizzo che racchiude del Recovery il fund. Cito 75% delle transazioni tuttiimmobiliari», e due perché ha non è detto che la detto il presidente nazionale proroga Gian debba Battista essere finanziata solo Baccarini, in audizione con nella unocommissione o con l’altro. Potrebbe essere Ambiente della Camera finanziatasulla in parte leggecon fondi propri di Bilancio 2021. La di Fiaip bilancio propone e in parte di con fondi del estendere la durata del Recovery. Superbonus Ma è impensabile «ad che una almeno tre anni, almeno misura fino così a fiimportante ne 2024 si fermi al 31 (riteniamo molto importante dicembre 2021». che sia fatto ora, nella legge di Bilancio proprio Il Ministro fornisce anche i primi dati per dare un reale Ile fattivo Ministrocontributo fornisce nel anche i primi dati sull’applicazione del beneficio. «In poco riuscire a porre in sull’applicazione essere questedel opere beneficio. «In poco più di 20 giorni di monitoraggio dell’Enea così importanti)».più di 20 giorni di monitoraggio dell’Enea sulle richieste per il Superbonus 110%, sulle richieste per il Superbonus 110%, sono stati 193 gli interventi presentati sono stati 193 gli interventi presentati e autorizzati, con un’ammissione a E chiede anche di «ampliare e autorizzati, gli interventi con un’ammissione a detrazione di circa 14 e 700 mila che ricadono in questa detrazione misura di circa a tutto 14 milioni il e 700 mila milioni IMPIANTI euro e con crediti per 16 IDRAULICI milioni e 200 mila patrimonio immobiliare, euro e con non crediti soloper a una 16 milioni e 200 mila RISCALDAMENTO circa. Sono numeri  ancora molto piccoli parte, seppur cospicua, circa. Sono del residenziale, numeri ancora molto piccoli  CLIMATIZZATORI perché stiamo parlando di 20 giorni, in un ma all’intero patrimonio perché stiamo residenziale parlandoedi 20 giorni, in un  PANNELLI SOLARI quadro che comunque è operativo e c’è anche al non residenziale quadro che (quindi comunque negozi,è operativo e c’è  ARREDO BAGNO attesa per eventuali elementi di proroga», uffici, capannoni,attesa laboratori per eventuali artigianali), elementi di proroga»,  CAMINETTI ha concluso Patuanelli, ribadendo infine con una particolare ha concluso attenzione Patuanelli, per gli ribadendo infine  PISCINE che la legge delega per il testo unico sugli interventi di abbattimento che la legge delle delega barriere per il testo unico sugli incentivi per l’edilizia ci sarà, ma non nel architettoniche (oltre incentivi il 50% per dei l’edilizia palazzi ci sarà, ma non nel INSTALLAZIONE · RIPARAZIONE · VENDITA via Padova, 260di· bilancio. 35025 CARTUR A (Pd) collegato della legge nei centri storici non collegato ha l’ascensore)» della legge di bilancio. tel 049 9555 132 cell 338 9611 754 - 347 0747 740

Sulla questione della proroga si concentrano anche gli agenti immobiliari professionali della Fiaip. «Riteniamo che il Superbonus 110% sia una misura particolarmente strategica per il rilancio di tutto il settore immobiliare, ma in particolare dell’usato che racchiude il 75% delle transazioni immobiliari», ha detto il presidente nazionale Gian Battista Baccarini, in audizione nella commissione Ambiente della Camera sulla legge di Bilancio 2021. La Fiaip propone di estendere la durata del Superbonus «ad almeno tre anni, almeno fino a fine 2024 (riteniamo molto importante che sia fatto ora, nella legge di Bilancio proprio per dare un reale e fattivo contributo nel riuscire a porre in essere queste opere così importanti)».

E chiede anche di «ampliare gli interventi che ricadono in questa misura a tutto il patrimonio immobiliare, non solo a una parte, seppur cospicua, del residenziale, ma all’intero patrimonio residenziale e anche al non residenziale (quindi negozi, uffici, capannoni, laboratori artigianali), con una particolare attenzione per gli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche (oltre il 50% dei palazzi nei centri storici non ha l’ascensore)»


GUIDA AL SUPERBONUS

FAQ DOMANDE E RISPOSTE

Per cercare di migliorare la comprensione e dunque l’adesione al SuperBonus 110%, cerchiamo di rispondere attraverso le domande più frequenti poste dai cittadini ad Enea, ente pubblico di ricerca italiano che opera nei settori dell’energia, dell’ambiente e delle nuove tecnologie a supporto delle politiche di competitività e di sviluppo sostenibile, vigilato dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Le spese sostenute a partire dal 1° luglio 2020 per gli interventi che iniziati prima di tale data a quali condizioni sono ammissibili alle detrazioni del 110%? Quali documenti bisogna produrre in questi casi? Il primo periodo del comma 1 dell’art. 119 del “decreto rilancio” prevede che “La detrazione di cui all’articolo 14 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3

ENEA RISPONDE AI QUESITI PIU’ FREQUENTI agosto 2013, n. 90, si applica nella misura del 110 per cento per le spese documentate e rimaste a carico del contribuente, sostenute dal 1° luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021, da ripartire tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo, nei seguenti casi:” La norma, in sostanza, non fa riferimento alla data di inizio dei lavori ma pone soltanto la condizione che la detrazione del 110% si applica alle spese sostenute a partire dal 1° luglio 2020. Il comma 1 specifica, inoltre, gli interventi “trainanti” ammessi alla detrazione del 110% e pone alcuni vincoli e requisiti, cioè stabilisce: a) i limiti di spesa differenziandoli per edifici di tipo unifamiliari e condominiali e per questi ultimi tenendo conto del numero di unità immobiliari presenti; b) il requisito che i materiali isolanti rispettino i criteri ambientali minimi di cui al decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 11 ottobre 2017, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 259 del 6 novembre 2017; c) quando è agevolabile l’allaccio alla rete di teleriscaldamento; d) quando è agevolabile installare le caldaie a biomassa.

Il comma 3 aggiunge il requisito che, ai fini dell’applicazione della detrazione del 110%, bisogna conseguire il miglioramento di due classi energetiche ovvero, se non possibile, il conseguimento della classe energetica più alta. Da quanto sopra si conclude che, per tutti gli interventi “trainanti” la fruizione dell’aliquota del 110% è subordinata al rispetto di quanto previsto ai commi 1 e 3, sia per i requisiti tecnici che per la spesa massima ammissibile, a prescindere dalla data di inizio dei lavori. Ciò comporta, inoltre, che la documentazione da produrre in questi casi sia quella richiesta per gli interventi con data di inizio lavori a partire dal 1° luglio 2020.

È possibile realizzare più interventi trainanti contemporaneamente? Si. Come chiarito nella circolare dell’Agenzia delle entrate 8 agosto 2020, n. 24/E (cfr. paragrafo 4) “Nel caso in cui sul medesimo immobile siano effettuati più interventi agevolabili, il limite massimo di spesa detraibile sarà costituito dalla somma degli importi previsti per ciascuno degli interventi realizzati.”

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FAQ DOMANDE E

ENEA RISPONDE AI QUESITI PIU’ FREQUENTI

RISPOSTE

Per usufruire delle detrazioni fiscali previste dall’ecobonus (ex legge 296/2006 e D.L. 63/2013 e successive modificazioni) e dal Superbonus (detrazioni fiscali del 110% ex D.L. 34/2020 come convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020 n. 77) è richiesta, tranne qualche eccezione, la presenza dell’impianto di climatizzazione invernale.

Cosa si intende per impianto di climatizzazione invernale? Per la fruizione dell’ecobonus, l’immobile oggetto dell’intervento deve essere già dotato di impianto di climatizzazione invernale (vedi circolare

dell’Agenzia dell’entrate n. 36 del 31/05/2007). Si desume che, ai fini della verifica della condizione richiesta per l’ecobonus e il Superbonus, l’impianto di climatizzazione invernale deve essere fisso, può essere alimentato con qualsiasi vettore energetico e non ha limiti sulla potenza minima inferiore. Ai medesimi fini, inoltre, l’impianto deve essere funzionante o riattivabile con un intervento di manutenzione, anche straordinaria. Nella circolare 24/E del 2020 è stato precisato, al riguardo, che gli interventi sono agevolabili a condizione che gli edifici oggetto degli interventi siano dotati di impianti di riscaldamento presenti negli ambienti in cui si realizza l’intervento agevolabile. Ciò implica, pertanto, che anche ai fini del Superbonus è necessario che l’impianto di riscaldamento, funzionante o riattivabile, sia presente nell’immobile oggetto di intervento.

SuperEcobonus 110% e Asseverazioni Il decreto legge 34/2020 “Decreto Rilancio” convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020 n.77, prevede l’innalzamento al 110% dell’aliquota di detrazione fiscale per le spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021 per gli interventi di efficienza energetica che soddisfano i requisiti di cui al decreto 06/08/2020 e per gli interventi antisismici di cui ai commi da 1 -bis a 1 -septies dell’articolo 16 del decretolegge 4 giugno 2013, n. 63. Tramite il sito www.detrazionifiscali.enea.it è possibile creare e protocollare le asseverazioni obbligatorie alla fine dei lavori e quando si opta per la cessione del credito e lo sconto in fattura per gli stati di avanzamento lavori al 30% e al 60%.

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Plasma iperimmune

La Banca del Plasma della Regione Veneto contro il Coronavirus

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L’appello a chi è guarito: “Donate il plasma” Curare il Covid da casa, indicazioni per i medici di famiglia a pag 48

Linfedema: Sabi Curare Work, il Covid una da casa, dal patologia indicazioni 2002 organizza sottovalutata per i medici ediaccredita ed famiglia emarginata congressi

a sanità della Regione del Veneto ha sperimentato e confermato che i pazienti che hanno avuto la malattia sviluppano anticorpi che sono in grado di inibire l’infezione causata dal Coronavirus. L’efficacia del risultato dipende dal quadro clinico generale. La persona per donare il plasma deve aver contratto la malattia e avere un’età compresa tra i 18 e i 60 anni. Se ha avuto solo il tampone positivo ma senza sintomi oppure se ha avuto sintomi ma non è sicuro di aver avuto il coronavirus non è idonea a donare il plasma. Negli asintomatici la quantità di anticorpi non è sempre sufficiente per curare il malato. Per ogni Ulss sono stati individuati dei centri di riferimento dove il volontario può rivolgersi per la raccolta del plasma iperimmune. “La Regione del Veneto invita gli ex pazienti covid oggi guariti che desiderano dare il proprio contributo, donando il plasma, a contattare telefonicamente il centro trasfusionale più vicino e aiutare concretamente alla guarigione di altri malati”. Prosegue alla pag. seguente

Tumore alla prostata, Sabi Work, l’efficacia dei farmaci dal 2002 organizza senolitici e accredita congressi

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Curare il Covid da casa, indicazioni per i medici di famiglia

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urare le persone con infezione da Sars-CoV-2 non ospedalizzate, un vademecum è stato messo a punto dalla Federazione degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri della Lombardia, con la partecipazione della Clinica di Malattie Infettive, Dipartimento di scienze Biomediche e Cliniche Sacco dell’Università di Milano, diretto dal professor Massimo Galli, indirizzato ai medici di famiglia. Un protocollo di cure domiciliari nei pazienti con sintomi per evitare o contenere l’evoluzione della malattia e quindi l’ospedalizzazione. Si distingue in primo luogo, nella classificazione dei pazienti, tra i casi accertati e quelli sospetti. Rappresenta un caso accertato – si legge – il soggetto con tampone nasofaringeo o antigenico positivo. Il caso sospetto invece è quello del paziente con sintomatologia compatibile con infezione da Sars-CoV-2, che non ha non ancora effettuato il tampone o chi ha un esito negativo ma con elevata probabilità pre-test di infezione (contatto di soggetto con infezione accertata). Nei sintomatici a domicilio è consigliato utilizzare il paracetamolo nel trattamento della febbre; un’abbondante idratazione per via orale se non controindicata; sedativi per la tosse al bisogno; in caso di diarrea evitare trattamenti che riducano la motilità intestinale e supportare con idratazione orale; si ribadisce l’importanza di una corretta alimentazione Per quanto riguarda i trattamenti specifici, nel documento si evidenzia che “al momento nessun trattamento ha dimostrato un chiaro beneficio in pazienti la cui severità imponga l’ospedalizzazione. Vi sono in ogni caso alcune terapie che sono controindicate poiché non hanno dimostrato nessun tipo di efficacia in nessun setting (né ospedaliero né territoriale) ed espongono il paziente a potenziali rischi ingiustificati se somministrate senza adeguato monitoraggio: tra questi sono da citare l’antiretrovirale lopinavir/ritonavir, l’antibiotico azitromicina e l’antimicrobico/immunomodulante idrossiclorochina”. “È in particolare fortemente sconsigliato – si precisa - l’utilizzo di azitromicina, fatti salvi quei casi in cui vi sia il fondato sospetto di contestuale infezione batterica”. Viene invece ribadita l’importanza della vaccinazione antinfluenzale e antipneumococcica che è fortemente raccoman-

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Le linee guida della Federazione dei medici Lombardi e il documento dei colleghi dell’Istituto Mario Negri e dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo data in tutti i soggetti di età superiore ai 60 anni o appartamenti a categorie inserite nel piano nazionale di vaccinazione antinfluenzale 2020/21. Le linee guida dei medici della Lombardia pubblicate sul sito della Omceo di Bergamo, anticipano quelle del ministero che dovrebbero uscire a breve. Nel frattempo i medici dell’Istituto Mario Negri e dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Giuseppe Remuzzi, Norberto Perico, Monica Cortinovis e il professor Fredy Suter, hanno preparato un documento sulle cure domiciliari da somministrare non appena si manifestano i sintomi che possono essere riconducibili all’infezione da Sars-CoV-2, ancora prima di sottoporsi al tampone (a differenza del vademecum dei medici Lombardi da cui sembrerebbe discostarsi anche nelle indicazioni di alcuni trattamenti). Il protocollo al momento è stato sperimentato su circa 50 pazienti, con tampone positivo e lievi sintomi, che sono guariti senza la necessità di essere ricoverati in ospedale. Il documento sarà a breve pubblicato sulla rivista Clinical and Medical Investigation.

Regione Veneto

La Banca del Plasma della Regione Veneto contro il Coronavirus e l’appello alla donazione a chi è guarito

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’ questo il contenuto del video che la Regione Veneto ha diffuso per sensibilizzare la popolazione alla donazione del plasma iperimmune. Un appello ai pazienti già guariti da Coronavirus per consentire gli studi clinici sperimentali per una terapia innovativa e che si è rivelata efficace in molti casi. La donazione “prevede il prelievo del plasma da persone guarite dal Covid-19, per poi somministrarlo a pazienti malati, affetti dallo stesso virus, per “rifornirli” degli anticorpi che erano già stati sviluppati, nel proprio sangue, dai pazienti guariti” spiega Giuseppe dal Ben, il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima nella sua pagina Facebook, nell’introduzione al video diffuso dalla Regione Veneto. Appello alla donazione della Regione che l’Ulss 9 Scaligera ha fatto suo rilanciando la campagna “# dona il tuo plasma” anche attraverso volti noti del mondo dello sport, dello spettacolo, della vita economica, dell’informazione e del territorio, tra questi Red Canzian, Paola Pessot, Piero Fanna, Gian Antonio Stella, Giobbe Covatta, Marina Salamon, Jerry Calà, sara Simeoni … “Coloro che hanno avuto la fortuna di guarire dal Coronavirus, - sono le parole dei vip - se donano il sangue con il loro plasma posIl plasma iperimmune serve sono salvare molte vite per consentire gli studi clinici perché aiuterà a guarire quelli che a oggi sono in sperimentali per una terapia mezzo al guado. In queinnovativa e che si è rivelata sto momento difficile e particolare che stiamo efficace in molti casi vivendo facciamo squadra. Dobbiamo cercare di fare il possibile. La donazione del sangue è più che mai urgente e utile. Il nostro sangue è prezioso ma donare il plasma può salvare delle vite. Usciamo dal tunnel del Covid 19 per vedere la luce della vita, tutti insieme”. Chi può donare e come si fa L’appello alla donazione è rivolto a tutti i soggetti che sono expazienti Covid: il paziente che intende donare il proprio sangue deve possedere i seguenti requisiti, da valutare in via preliminare con contatto telefonico: - deve avere un’età compresa tra 18 e 60 anni - il soggetto di sesso maschile non deve essere mai stato trasfuso - il soggetto di sesso femminile non deve mai essere stato trasfuso e non deve aver avuto gravidanze - l’infezione da SARS-Cov-2 deve essere stata sintomatica - l’infezione da SARS-Cov-2 deve essere stata documentata microbiologicamente (tampone rino-faringeo positivo) - la guarigione da infezione da SARS-Cov-2 deve essere stata documentata microbiologicamente mediante due tamponi negativi consecutivi - criteri di idoneità generale alla donazione (anamnesi fisiologica, patologica, farmacologica).

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Linfedema: una2002 patologia Sabi Work, dal organizza sottovalutata ed emarginata e accredita congressi

mo tecniche innovative di compressione CHE COS’È? con esercizi in acqua termale (studi eseguiIl linfedema è il gonfiore degli arti supen’insegnante di lettere che, ad un certo punto del suo La storia di un’azienda tutta al femminile, ti e pubblicati in letteratura mondiale per riori e/o inferiori causato dall’accumulo papercorso professionale, si rimette in gioco e tenta una la prima volta dal fondatore del centro e tologico di liquido ricchissimo di proteine specializzata nell’aggiornamento strada tutta nuova, l’organizzazione di corsi di formazione chirurgo vascolare di fama mondiale, Dott. tra il derma e il sottocute, per un malfundel personale sanitario e di congressi soprattutto nell’amdel personale sanitario che nell’ultimo anno, Dimitrios Kontothanassis). zionamento del sistema linfatico. Si riconobito medico, settore che aveva conosciuto e per cui aveva Infine, è di fondamentale importanza sce un linfedema congenito che colpisce con la pandemia, ha saputo cogliere provato un significativo interresse per trascorsi universitari. la continuità terapeutica a domicilio per il entrambi gli arti inferiori (1% dei casi toE con un semplice fax e un computer, nel 2001, avvia la prola sfida della formazione amantenimento distanzadel risultato ottenuto attratali) e un linfedema secondario a interventi pria attività. verso l’utilizzo di calze su misura a trama chirurgici di tipo oncologico che necessiIl primo congresso va bene a tal punto che poi ne seguono “Endocrinologia per la Festa della Donna” è stato un Congresso piatta abbinate ad indumenti indossabili tano della rimozione dei linfonodi, oppure altri; soprattutto grazie al passaparola, l’azienda ha modo di organizzato per alcuni anni sempre a marzo in occasione della Festa tipo “leggings” che trasmettono le mida radioterapia o malattie infettive come la farsi conoscere e crescere fino a diventare, da attività svolta della Donna, in cui si sono sviluppate tematiche specifiche cro-correnti polarizzate così come i controlfilaria. Si tratta di una malattia sottovalucon particolare riguardo alla tiroide e all’osso in casa, una strutturata realtà che oggi realizza decine di li clinici periodici del paziente. tata con pochissima offerta di cura a livello eventi l’anno, lavorando in diversi contesti nazionali – PaL’alta Specialità dell’Istituto Flebologinazionale e internazionale perché mancadova, Trieste, Roma, Firenze, Trapani - ed internazionali, in co Italiano offre al paziente il miglior iter di studio e cura del paziente, strutturato un trattamento per tutta la vita del paziente. postura dei piedi ed esercizi riabilitativi no centri dedicati per la diagnosi e cura. particolar modo nell’ambito della congressistica medica e diagnostico terapeutico-riabilitativo per in maniera rigorosa e scientifica grazie La compressione è il gesto più importante mirati. Molto spesso la cura è affidata in maniedella formazione sanitaria. A questo approccio tradizionale, all’Istiuna patologia cronica e invalidante come all’esperienza maturata con gli anni in que- nella fase iniziale della cura per decongera empirica a fisioterapisti specializzati in E’ la storia di Luciana Bilotti, titolare insieme alla figlia il linfedema. sto settore. La diagnosi iniziale è affidata stionare l’arto e nel lungo termine per poter tuto Flebologico Italiano di Padova abbinialinfodrenaggio che non eseguono un vero di Sabi Work, con sede in via Ospedale a Padova, un’imal chirurgo vascolare che esegue la visita mantenere il risultato ottenuto. Un’équipe inquadramento medico cosa invece altapresa tutta al femminile che da quasi 20 anni è sul merspecialistica, la valutazione clinica del pro- di fisioterapisti e infermieri professionali mente raccomandata per poter curare in cato, specializzata nella gestione di congressi ed eventi, blema e la diagnosi strumentale non inva- altamente specializzati nella cura del linmaniera scientifica questa patologia. con particolare attenzione all’aggiornamento del personasiva mediante un ecocolordoppler venoso fedema e coordinati con l’équipe medica, La progressione della malattia per la sua le sanitario attraverso corsi di formazione approvati da un ed un’ecografia dei tessuti molli e dei vasi esegue linfodrenaggio, Manutech terapia non curanza porta non solo a problemi fisiComitato scientifico secondo i dettami del Ministero della linfatici. Sulla base della prima visita viene (trattamento con micro-correnti polarizzate ci (elefantiasi dell’arto) ma anche a disagi Dott.ssa Sara Oberto - Specialista in Chirurgia Vascolare Salute e grazie alla collaborazione con docenti altamente richiesto un esame linfoscintigrafico per abbinate ad un massaggio linfodrenante), psicologici che molte volte spingono il paMaster in Linfologia Clinica - Presidente dell’Italian Society qualificati, conosciuti a livello nazionale e internazionale. analizzare la presenza Epatologia o meno di2018 vasi(XXVII lin- Congresso bendaggiInternazionale elastocompressivi correttamente ziente all’isolamento sociale. of Young Phlebologists attualità e prospettive Solo per citare alcuni dati: nel 2017 Sabi Work ha organizfatici e valutare la loroinfunzionalità, una confezionati per non a danneggiaCOSA FARE? Epatologia) èeun Congresso Internazionale cheincorrere si svolge in due Via Niccolò Tommaseo, 50 - 35131 - Padova (Italy) zato 88 eventi Ecm e formato 2832 partecipanti (sanitari), giornate e che viene organizzato da molti anni valutazione cardiologica. mento del patrimonio linfatico del paziente, L’Istituto Flebologico Italiano, centro di segreteria@istitutoflebologico.it - www.istitutoflebologico.it nel 2018 gli eventi sono stati 69 con la formazione di 2315 COME SI CURA? calze elastiche su misura a trama piatta, eccellenza per la cura delle malattie veTel.: +39 049 2271355 partecipanti, e lo scorso anno 74 con 2427 partecipanti. A Il linfedema è una patologia che richiede plantari personalizzati per correggere la nose e linfatiche, propone un protocollo questi si aggiungono altri eventi organizzati per esempio per l’Università di Padova, per il Comune di Parma e la Regione Veneto. “La realizzazione di questi numeri è stata resa possibile soprattutto dall’impegno e dalla professionalità delle collaboratrici, la mia socia Mara e Sara”. Nell’ultimo anno, con l’emergenza sanitaria, Sabi Work ha saputo cogliere una nuova sfida, quella della formazione a distanza. “A seguito della situazione che si è venuta a creare con la pandemia – racconta Luciana Bilotti – tutti i Dpcm, a parte una breve finestra durante l’estate, hanno individuato la Fad come mezzo per la formazione del personale Simposio “Lymphocyte Migrating From The Lung To The Bone Marrow: Past, Present And Future” in onore del Prof. Gianpietro Semenzato, sanitario. Allora abbiamo deciso di dotarci, nel rispetto della Presso il Park Hotel è possibile effettuare visite specialistiche, quali: Responsabile del Reparto di Ematologia e immunologia clinica e normativa vigente sugli eventi, di una valida piattaforma DR.in quanto S. BORDIN - Otorinolaringoiatra DR. A. IACONA - Ginecologo Direttore Scientifico del VIMM. L’evento è stato organizzato multimediale, adottando lo stesso modello utilizzato dalle dal 1° ottobre il Professore è andato in pensione università, con l’obiettivo di avere un dispositivo all’altezza Audiometria; Otomicroscopia per asporta- Visita ginecologica completa di: colzione cerume; Laringoscopia con fibrosco- poscopia, pap test, ecodoppler, ecodei convegni che avevamo in programma di organizzare”. pio; Insufflazioni tubariche per la cura del- grafia tiroidea e addominale, visita Abbandonata quindi l’ipotesi di programmare in presenla sordità rinogena; Trattamento laser dei senologica completa di ecografia za, in autunno la Sabi Work ha già messo in cantiere 5 apturbinati; Asportazione semplice dei polipi mammaria, ecografia ginecologica ILpuntamenti CICLOa distanza, DI FANGOBALNEOIL CICLO DI CURE con sonda transvaginale con la modalità online, ai quali vanno nasali TERAPIA PREVEDE: INALATORIE PREVEDE: ad aggiungersi quelli di dicembre. E poi? “Il prossimo anno rappresenta anche per noi una FIBROMIALGIA - VENE VARICOSE - ARTRITE - PSORIASI - DETOX 12 fanghi 12 inalazioni grande incognita – osserva Luciana Bilotti – perché non sap12 bagni termali 12 aerosol SynthéXer è un sistema elettromagnetico di ultima generazione piamo quando potremo tornare ad organizzare congressi e visita medica per accedere visita medica per accedere per i trattamenti della Medicina Fisica e Riabilitativa, certificato attività formative in presenza. A settembre abbiamo lavorato dispositivo medico di classe IIa. alle cure alle cure alla realizzazione di due prestigiosi convegni che si sono teIl metodo SynthéXer, grazie ad effetti combinati di rilassamento Venezia 2019( 1st EF-CLIF VENICE MEETING - THE ACUTE-ONmuscolare, antinfiammatori, antidolorifici e sui gonfiori articolari, nuti all’Auditorium S. Gaetano a Padova. Poi, con il diffonCHRONIC LIVER FAILURE SYNDROME IN CIRRHOSIS) BASTA L’IMPEGNATIVA DELabbiamo PROPRIO DI BASE pone la persona al centro di un trattamento personalizzato che è stato unMEDICO Convegno Internazionale che si svolto in due giornate presso dersi del contagio e con le nuove misure restrittive, ne riequilibra le disfunzioni patologiche. Richiedici maggiori la Fondazione Cini nell’Isola di San Giorgio (Venezia). In quell’occasione ripreso a lavorare esclusivamente da remoto. C’è anche da Il ticket varia da € 3,10 ad € 55 ed in alcuni casisi è prevista totale: sono confrontatil’esenzione 130 esperti provenienti da tutto il mondo. 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no ad aggiungersi quelli di dicembre. E poi? “Il prossimo anno rappresenta anche per noi una grande incognita – osserva Luciana Bilotti – perché non sappiamo quando potremo tornare ad organizzare congressi e attività formative in presenza. A settembre abbiamo lavorato alla realizzazione di due prestigiosi convegni che si sono tenuti all’Auditorium S. Gaetano a Padova. Poi, con il diffondersi del contagio e con le nuove misure restrittive, abbiamo ripreso a lavorare esclusivamente da remoto. C’è anche da dire che in questo periodo gli operatori sanitari, i medici di medicina generale e gli ospedalieri sono tutti talmente impegnati che sarebbe difficile pensare di organizzare

l’attività formativa in presenza. Questa soluzione della piattaforma è, decisamente, più snella e comoda, in questo contesto”. “Abbiamo cambiato strategia, modificato le modalità organizzative, l’approccio per valorizzare la piattaforma multimediale, - conclude - uno strumento che anche dopo questa fase di emergenza sanitaria sicuramente avrà sempre più ampio utilizzo, anche se gli eventi in presenza sono decisamente più efficaci, suggestivi e ricchi di spunti”. L’augurio dunque è di ritornare a lavorare in presenza, con strumenti e modalità di lavoro ancora più innovative e all’avanguardia per fornire un servizio sempre più qualificato.


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Le matite del Barbera, Land Art da bere Nel Monferrato Astigiano un originale fil rouge, legato al celebre vino cantato da Giorgio Gaber porta alla scoperta di borghi, cantine e audaci installazioni. L’idea a colori di Mombaruzzo indica la rotta di Renato Malaman

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randi matite dai colori squillanti svettano fra le viti. Land Art che sfuma nella Pop Art. Giganti dallo spirito giocoso che, in una coreografia da favola lunga chilometri, fanno da maggiordomo ai filari dei generosi vigneti di Pico Maccario a Mombaruzzo, il paese dei campanari. Matite che fanno il verso ad altre installazioni scanzonate e dai colori vivaci: chiocciole e rane di dimensioni extra size. Un bel modo di presentare vini d’autore e il loro territorio. Poco lontano, sulle colline intorno a Vinchio, un’ immensa panchina rosso Barbera, firmata da Chris Bangle (visionario designer californiano che ha firmato anche alcuni fortunati modelli Bmw), troneggia ironica e fa da totem alla pregiata zona di produzione dei Viticoltori Associati di Vinchio Vaglio Serra, patrocinatori dell’installazione. L’opera d’arte, che fa parte del Big Bench Community Project, percorso ideato dallo stesso artista americano, offre uno sguardo privilegiato sulla riserva naturale speciale della Sarmassa e sulle distese di vigneti. Ancora pochi chilometri più in là (e siamo già nell’Alessandrino), sul punto più alto del pittoresco borgo di Alice Bel Colle (curioso: si pronuncia con l’accento sulla A), c’è un piccolo rifugio per accoliti di Bacco dove si stappano in compagnia (e si scoprono) i piacevoli vini dei cento produttori della Cantina Alice Bel Colle. Proiettando poi lo sguardo a 360 gradi su un paesaggio così bello, fatto di borghi e di orizzonti alpini, che sembra uscito dalla scenografia in cartapesta di un film. Ma la Cinecittà, il museo d’arte all’aperto e regno della fantasia, in questo caso, sono le ondulate terre astigiane del Barbera. Gioielli pittorici dalle linee geometriche. Luoghi dove l’immaginario annuncia il reale e fa pregustare in particolare il profumo di questo vino generoso e fiero, la

sua gioiosa esuberanza, la sua forza semplice, ‘educata’ in cantina ma dopo il decisivo apporto di luce e calore catturati dalle uve durante la maturazione nelle spalliere di collina. Il Monferrato astigiano, costola del patrimonio Unesco piemontese (con Langhe e Roero) e mosaico prezioso di terre che da secoli regalano buon vino e buonumore. Terre di cui si era perdutamente innamorato Gino Veronelli, poeta prima ancora che profeta del vino. E prima di lui Mario Soldati, che con i suoi racconti nel secondo dopoguerra portò a galla un’Italia di provincia fatta di gente umile che in paesi dimenticati ha salvato la tradizione. Fu proprio Veronelli a vaticinare un futuro da principessa alla ‘cenerentola’ Barbera, vino povero e legato al quotidiano dell’osteria che non ci ha messo poi molto - una volta sdoganate le sue virtù - a convincere gi increduli. ‘Barbera e Champagne, stasera beviam…’ cantava incrociando note e calici Giorgio Gaber e l’accostamento non era irriverente. Tutt’altro. I numerosi premi conquistati - dagli immancabili Tre Bicchieri a cui il vino piemontese è abbonato da anni - sono solo una conferma di quanto i produttori dell’Astigiano hanno saputo costruire negli anni, conferendo al Barbera la dignità e il valore che merita. In un calice di Superiore, la tipologia più celebrata che nasce da un lungo affinamento, c’è tutto il vigore di un vino fatto con uve che resistono al gelo, ai venti e alle nebbie. Ne sono stati versati fiumi di calici da quando, al tramonto del XVIII secolo, il conte Giuseppe Nuvolone ha codificato l’abc di questo vino per troppi anni considerato ingiustamente ‘da taglio’. La Barbera, fonte di freschezza e di acidità sempre viva, frutto di grappoli compatti e color notte, che in Pie-

Lungo le strade del Barbera d’Asti DOCG. Nella foto principale le maxi matite realizzate con legno di castagno tra i filari dell’azienda Pico Maccario di Mombaruzzo. A destra la grande panchina di Vinchio, firmata da Chris Bangle, che fa parte del percorso Big Bench Community Project. Più sotto: paesaggio sulle colline del Barbera, la cantina di Pico Maccario, il Barbera e altre installazioni. A sinistra: uno scorcio di Alice Bel Colle

monte è declinato in tante denominazioni, è l’anima del Consorzio del Barbera d’Asti e vini del Monferrato Docg. E in questo contesto è in buona compagnia: quella di altri 12 vini di spiccata identità come il Nizza Docg, vanto di Nizza Monferrato, o il Ruché di Castagnole Monferrato, nicchia enologica oggi pure Docg che nacque grazie alla passione di un parroco di paese. E poi si svelano anche varie Doc che danno spessore al concetto di biodiversità in questo riservato e discreto angolo di Piemonte: il Cortese dell’Alto Monferrato, il Grignolino d’Asti, la Freisa, l’Albugnano, il Dolcetto d’Asti, tutti capaci di narrare i propri territori - quelli compresi fra il Tanaro e il Belbo -

PRIMA

le storiche cantine, gli eclettici personaggi. Come in una canzone di Paolo Conte, lo chansonnier astigiano che ha dato nuova vita ai miti popolari, quelli ruvidi da osteria di cui la Barbera è uno dei simboli. Seguendo il fil rouge di questo vino, ormai nel cuore dei consumatori italiani, quanti borghi e quante feste si rivelano al visitatore a caccia di stupore. Quanti personaggi con storie da raccontare. Da Asti a Canelli, da Costigliole a Rocchetta Tanaro, da Castelnuovo Don Bosco a Roccaverano, patria della Robiola Dop. Un itinerario che si allarga a dismisura, seguendo le rotte dell’arte e del gusto. Con un soffio di poesia.

DOPO

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HOTEL MILLEPINI, IL FANGO È SERVITO! L’unico prodotto termale protetto da brevetto europeo e da marchio D.O.C. è ad un passo da casa

FANGO: UN FARMACO NATURALE RICONOSCIUTO DAL SERVIZIO SANITARIO

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icordare un panificio, la scena che apre la giornata all’Hotel Terme Millepini 4* di Montegrotto Terme. Come all’alba il fornaio estrae il pane lievitato dal forno fumante, allo stesso orario il fangoterapista dell’hotel stende sul lettino il fango caldo, maturato per oltre due mesi nelle vasche ai piedi dei Colli Euganei consentendo la formazione di microalghe uniche al mondo per i loro princìpi antinfiammatori. Sono proprio questi ad essere stati riconosciuti ufficialmente per le loro qualità curative e preventive sulle patologie osteoarticolari, effigiando nel 2013 il Fango Termale Euganeo del 1° Brevetto Europeo ad

un prodotto termale, come già riconosciuto nel 2005 dall’Istituto Mario Negri di Milano, e del marchio di Denominazione di Origine Collettiva dalla Regione Veneto. E se il pane raggiunge ogni casa allietando i momenti di convivio, il fango accoglie l’ospite nella sua di casa, l’elegante camerino del centro termale che tra piscine e grotte scalda la mattinata grazie alle sapienti mani del fangoterapista. www.millepini.it Via Cataio 42, Montegrotto Terme (PD) +39 049 8911766 – info@millepini.it

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Attualità

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L’intervista Elisabetta Ruzzon guida la Onlus impegnata in tutto il Veneto

Un “Pulcino” a fianco dei bambini prematuri E

L’inaugurazione del nuovo reparto di Patologia Neonatale a Padova: da sinistra il Prof. Eugenio Baraldi, Martina Bruscagnin Associata Pulcino e Presidente del Coordinamento Nazionale Vivere Onlus, Silvia Toffano Associata Pulcino, Elisabetta Ruzzon Presidente Associazione Pulcino

“Ogni giorno nel Veneto nascono circa 96 neonati, il 6% di questi bimbi nasce prematuro. Le percentuali di una vita normale dopo nascite premature sono in aumento con buoni successi anche per i piccoli nati al 5° mese di gravidanza. Gli ottimi risultati delle cure intensive neonatali che hanno ottenuto in questi ultimi anni, hanno permesso la sopravvivenza anche a bambini nati solo alla 23ma settimana di gestazione. Ben l’1% viene alla luce al di sotto della 32ma settimana e viene accolto in una

“Pretermine il 6% dei neonati della regione, le terapie intensive neonati sono sempre più avanzate ma serve un sostegno”

culla altamente tecnologica e sofisticata che provvede al mantenimento delle funzioni vitali portandolo fino alla completa maturità. Ma esistono vari gradi di prematurità che non sono solo semplici numeri e la specializzazione dei Reparti di Terapia Intensiva Neonatale, il follow up, l’intervento precoce e la profilassi, risultano determinanti per il futuro di questi piccoli”. In questi 24 anni quali vostri più importanti traguardi raggiunti? “Nel corso degli anni le collaborazioni

con i reparti di neonatologia si sono ampliate e siamo in grado di supportare famiglie e reparti di Padova, Camposampiero e Cittadella (PD), Vicenza, Santorso e Bassano (VI), Treviso, Dolo e Mirano (VE) con molteplici servizi gratuiti tra i quali l’Home Visit che prevede la visita domiciliare da parte di un’equipe di professionisti o il supporto burocratico per congedi parentali e legge 104, o percorsi specifici per bambini con disabilità”. Fanny Xhajanka

Giochiamo con Sofia L’associazione in prima linea per sostenere e completare un parco giochi inclusivo

NAVIGHIAMO IL MUSEO DIFFUSO DELL’ACQUA”, ABBINATA S BIKE AND BOAT ALLA SCOPERTA DEL “FIUME DI MEZZO”

ilvia Salvalajo, presidente dell’Associazione Onlus “Giochiamo con Sofia” racconta il significato del Parco Inclusivo inaugurato a Camposampiero, in provincia di Padova. Come nasce e di cosa si occupa la vostra AsROVIGO - Un modo sicuro e conveniente di viagsociazione? giare alla scoperta bellezze sconosciute “Giochiamo condiSofia nascespesso in memoria di noe appena fuori porta. In Polesine è possibile e per stra figlia Sofia Zella che purtroppo ci ha lasciati a promuovere il turismo di prossimità la nuova proposolichiama tre anni“Navighiamo a causa di unail rara malattia genetica. sta si museo diffuso dell’acL’obiettivo è quello di qua”: questo ildella nomenostra di un Associazione progetto di forte intereso appoggiare eventi benefici il cui ed ricavato se dicreare Assonautica Acque Interne Veneto Emilia che sarà si sta sviluppando con la regia destinato al completamento deldella ParcoProvincia Giochi di Rovigo e la collaborazione di Fiab Rovigo Inclusivo che è già nato a Camposampiero”.e CPSSAE (Centro Polesano Studi Storici, Archeologici ed Ci descrive Sofia? Etnografici) e che punta a incentivare la fruizione “Sofia era una bambina bellissima: a soli otto “lenta” di vie d’acqua interne in abbinata a percorsi mesi ciclabili. dalla nascita però le è stata diagnosticata

Un’idea ambiziosa che ha interessato anche partner privati sul territorio e importanti sostenitori, prima tra tutti la Camera di Commercio di Venezia-Rovigo, oltre a diverse amministrazioni comunali: filo conduttore di questo viaggio alla scoperta di eccellenze naturalistiche, artistiche e culturali in genere (inclusi percorsi enogastronomici) e il “fiume di mezzo”, nome attribuito per ragioni storiche al Canalbianco dallo studioso rodigino Raffaele Peretto. Acqua - e non poteva essere altrimenti, trovandoci in una fascia delimitata dalle foci dei due principali fiumi italiani - ma non solo: nell’ottica slow e green alla base del progetto, anche la bicicletta gioca infatti un ruolo fondamentale, essendo il mezzo migliore per godere appieno dei paesaggi e delle atmosfere di questa zona del basso Veneto in cui tra le altre cose troviamo chilometri di golene e l’area umida del Delta, da anni Parco regionale e anche riserva Mab Unesco. Nel concreto, grazie al coraggio di imprenditori locali che hanno accettato la scommessa, in un momento non facile per l’economia e ancor meno per il comparto turistico, sono

la leucodistrofia di Krabbe, una rara malattia sponsor, abbiamo inaugurato il “Parco Giochi Sogenetica neurodegenerativa che poco alla volta fia” all’interno del Parco San Francesco di Caml’ha privata delle poche abilità acquisite durante i posampiero. L’area offre delle strutture gioco primi mesi di vita”. studiate e progettate appositamente per favorire In che cosa consiste il Parco Inclusivo? l’inclusione nel momento ludico. E’ assolutamen“Il Parco Inclusivo è un’area attrezzata con te accessibile a tutti in quanto dotato di una pavidelle strutture gioco adatte sia a bambini normomentazione con apposita gomma antitrauma che dotati che a bambini con disabilità fisiche o mopermette di raggiungere tutti i punti principali del torie. Nasce con lo scopo di favorire l’inclusione Parco”. delle famiglie che purtroppo vivono la disabilità e I vostri sogni futuri? a causa di quest’ultima molto spesso non hanno “Ci piacerebbe completare il Parco Giochi con la possibilità di socializzare con il resto della coaltre strutture gioco e dotarlo di un sistema di munità”. sorveglianza ed illuminazione. Non sottovalutiaQuali i traguardi raggiungi? mo l’idea di poter “esportare” questo progetto stati sperimentati tre tra i molti percorsi possibili: Fratta ha tanto altro da offrire da Villa Avezzù-Mol“Il primo maggio 2019, dopo quattro anni anche in qualche Comune limitrofo che abbia uno la Via dell’Archeologia, Tra ville e castelli e la Via in, nota per i moti carbonari (in novembre si tiene didell’acqua. raccolta fondi e donazioni ricevute da alcuni spazio da mettere a disposizione”. (f.x.) un’importante rievocazione storica in costume) alla La prima opzione prevede la partenza dal museo dei Grandi Fiumi, che ha sede nell’ex Monastero degli Olivetani con i suoi splendidi chiostri, e l’arrivo ad Adria, già insediamento etrusco e poi Municipio in epoca romana ed in seguito sede vescovile, antecedente addirittura alla nascita dello stesso capoluogo: è del 920, infatti, l’autorizzazione del Pontefice all’allora vescovo Paolo per costruire un castello alcuni chilometri più a monte, in una zona maggiormente protetta da alluvioni e attacchi dei barbari, attorno al quale nel tempo sarebbe sorta poi Rovigo. Tappa d’obbligo e posto a poche centinaia di metri dall’attracco, il Museo Archeologico Nazionale, testimonianza dei fasti di Adria antica che tra l’altro ha dato il nome al mare Adriatico che un tempo la bagnava. Tra ville e castelli, invece, ha come focus le bellezze architettoniche della zona centrale del territorio: partendo dal castello di Arquà Polesine si raggiunge in bici Bosaro da cui ci si imbarca direzione l’attracco di Molino Pizzon, nei pressi di Fratta Polesine. Di qui in bici si raggiunge Villa Badoer, meraviglia cinquecentesca del Palladio e patrimonio Unesco anche se

casa Natale di Giacomo Matteotti, deputato socialista assassinato dai fascisti e oggi museo, senza dimenticare il sito archeologico di Frattesina. Il rientro in barca è da Pincara (località Ca’ Bernarda) dopo una sosta d’obbligo alle antiche Distillerie Mantovani, eccellenza dove degustare prodotti tipici del territorio. La Via dell’acqua, infine, porta alla scoperta della porzione più occidentale del Canalbianco: sempre con partenza da Fratta Polesine, passando da San Bellino e Castelguglielmo, si raggiunge in bici Canda, nota per Villa Nani Mocenigo, e Bagnolo Po, dove a Parco Vallata, perfettamente attrezzato, si può sostare per ristorarsi. Trecenta, a pochi chilometri, presenta un Sito di Interesse Comunitario (SIC) come i “gorghi”, residui di antichi alvei fluviali e area umida protetta: i laghetti sono sei anche se il più celebre e visitato è il gorgo “della sposa”, legato ad antichi misteri e leggende locali. Da Trecenta, lungo sponde in cui prosperano flora e fauna e da dove in ogni stagione si può godere di una natura meravigliosa, con ambienti incontamiinati e tramonti moz-

L’inaugurazione del parco giochi inclusivo a vicino a zafiato, si rientra a Molino Pizzon, attracco Camposampiero Fratta, ecomuseo e sito di archeologia industriale (Pd) perfettamente recuperato con annesso ristorante.

Destra Adige, Sinistra Po (che per un tratto coincide con il percorso della celebre Ven.To.) e ancora ciclovia del Masetti, ciclovia del Garofolo, ciclovia di San Beda: nel territorio polesano le soluzioni per gli amanti delle due ruote sono davvero molte e tutte facilmente raggiungibili dai diversi attacchi dell’asta navigabile del Canalbianco. La mission del progetto è infatti questa: puntare a valorizzare i diversi itinerari con l’obiettivo di metterli a sistema facendo rete e arrivando a un’interconnessione dei vari percorsi, scoprendo per strada siti di interesse ambientale, artistico, religioso e culturale.

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lisabetta Ruzzon è presidente del “Pulcino”, l’Associazione di volontariato delle famiglie dei bambini nati pretermine e a termine e ricoverati in una unità di Terapia Intensiva Neonatale del Veneto. Come nasce e quali sono gli obiettivi primari della vostra Associazione? “L’Associazione Pulcino è stata fondata nel 1996 a Padova da genitori di bambini nati pretermine e a termine e ricoverati nei Reparti di Terapia Intensiva Neonatale del Veneto. Fin da subito i fondatori hanno perseguito gli obiettivi di essere un valido punto di riferimento per i genitori, sia durante la permanenza in Terapia Intensiva, che in seguito alla dimissione, durante la crescita del bambino fino all’inserimento scolastico e oltre. Nel corso degli anni l’Associazione Pulcino ha sempre perseguito gli obiettivi di favorire l’aggiornamento professionale degli operatori sanitari, sociali e scolastici con l’organizzazione di corsi di formazione, il finanziamento della partecipazione a congressi e master scientifici di neonatologia. Inoltre promuove la ricerca scientifica, l’informazione per cittadinanza, la sensibilizzazione di istituzioni, enti pubblici e privati e diffonde la conoscenza delle problematiche relative al neonato a rischio”. Quanti sono i bambini nati prematuri al giorno in Veneto? Quali sono i dati dei neonati ricoverati in terapia intensiva neonatale?


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Comitato Paralimpico Ad inizio anno il rinnovo della federazione veneta

Sport oltre ogni barriera e paura Ruggero Vilnai punta al tris

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ra i primi appuntamenti del 2021 anche il rinnovo del Comitato Italiano Paralimpico del Veneto, previsto tra gennaio e febbraio. Una realtà che, nel 2020, ha tagliato il traguardo dei 40 anni di attività. Risale, infatti, al 1980 la nascita della prima federazione in Italia che si occupa di promozione dell’attività sportiva per le persone disabili. Alla guida del Comitato Italiano Paralimpico-CR Veneto, Ruggero Vilnai, anima e motore instancabile dello sport paralimpico della nostra regione proprio da allora. Vilnai, padovano di Villa del Conte, è alla guida del Comitato da da due mandati e si prepara a fare il tris. “Mi piacerebbe davvero poter guidare il Comitato per altri quattro anni – afferma Vilnai –, sarebbe un bel traguardo. Mi sono reso disponibile. C’è davvero tanto da fare e, nonostante palestre e piscine chiuse, c’è ancor più da lavorare e inventare nuovi strumenti e modalità per arrivare soprattutto a tanti giovani. Mi spiego meglio: se guardiamo alle giornali e tv, che pure dedicano grande attenzione allo sport paralimpico, pare che gli atleti paralimpici siano tantissimi. Non è vero: sono una piccola parte. Molti di più sono ragazzi e ragazze disabili che non fanno sport e che vorremmo invece avvicinare”. Vilnai ricorda che in 40 anni di attività lo sport paralimpico in Veneto ha avuto una crescita costante in termini di atleti, società e discipline. “A oggi ci sono 256 società e quasi 1800 atleti impegnati in 46 discipline. Questo è il frutto di un grande e quotidiano lavoro fatto da tantissime persone, dirigenti, tecnici, volontari, aziende, sponsor – aggiunge il presidente Vilnai – , purtroppo in tanti anni nessuno aveva mai visto un’emergenza come questa. Lo stop alla pratica della disciplina sportiva è un grave disagio soprattutto per i non agonisti. I nostri atleti, in questo, periodo riescono ancora ad allenarsi, anche in piscina, ma per quanto? Pensiamo anche ai costi nel tenere aperto un impianto per pochissime persone. In questo tempo di pandemia abbia-

“Nonostante le palestre e le piscine chiuse c’è tanto da fare, dobbiamo inventare nuove modalità per raggiungere i giovani” mo cercato di avviare tante iniziative come, anche in Veneto, un corso per insegnanti di educazione fisica rivolto alle scuole per avvicinare alla pratica sportiva gli studenti con disabilità. Tra gli altri progetti avviati, ma per ora, in stand by, la campagna che vede come testimonial la nostra Bebe Vio sull’importanza dell’attività sportiva dal titolo “In-forma!”. La campagna, realizzata con la Regione, che ha dato un contributo iniziale di 15 mila euro, e in particolare grazie all’assessore alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin, prevede la distribuzione di poster e altro materiale, di cui appunto è nostra testimone Bebe, in ogni reparto, distretto, ufficio delle Usl venete”. Il Comitato paralimpico sta programmando anche altre attività, semplici e utili come “allenamenti” a distanza, attività motorie da fare a casa con la guida a distanza di un esperto. E non smette di mantenersi in forma nemmeno lo stesso Vilnai. Dopo anni di pratica sportiva in varie discipline, in particolare nel basket, da qualche anno si è avvicinato, e pure con ottimi risultati a livello nazionale, a quella che è sempre stata la sua grande passione: le bocce. “Ho iniziato quattro anni fa – spiega – .Pratico la “raffa”, e sono un puntista, mi alleno all’Antenore Padova. Avevamo in programma alcuni tornei a carattere regionale e nazionale che contiamo di fare un primavera”. Nicoletta Masetto


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Attualità

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La storia Un ottimo consiglio ha lanciato il giovane campione

Il prof talent scout scopre la promessa dell’atletica

Emanuele Cecere, 17 anni, ha conquistato la medaglia d’oro nel salto con l’asta

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settembre ha partecipato ai Campionati Italiani di Atletica a Rieti conquistando la medaglia d’ oro nel salto con l’asta categoria Allievi (15-16 anni) portando il proprio personale a 4,70 metri. Emanuele Cecere, classe 2003, 17 anni il 17 dicembre, è una giovane promessa dell’atletica non solo locale. E pensare che ha iniziato quasi per caso grazie al professore di Scienze motorie delle medie che in lui ha intuito del talento, ma soprattutto che era sprecato a …non far proprio nulla. “Ho iniziato a fare atletica quattro anni fa – racconta Emanuele che vive a Reschigliano con mamma Cristina e papà Paolo -. È iniziato davvero tutto per caso. Prima di allora non avevo praticato alcuno sport e non mi interessava nemmeno farlo, non ci avevo mai pensato. La mia passione era ed è la moto. Poi Daniele Rubini, il mio professore di Scienze motorie, mi disse che era il momento che mi dessi una mossa, che ero sprecato a non far nulla. Mi mise in contatto con un suo amico di Assindustria, Marco Chiarello. Andai da lui, da quel giorno è il mio allenatore”. Il giovane campione ricorda la vittoria conseguita il 13 settembre scorso che lo ha decretato campione italiano. “Sono andato a Rieti deciso a far bene, ma di sicuro non mi aspettavo un risultato così importante. È stata una grandissima emozione”. Studente del terzo anno al Liceo scientifico sportivo Newton-Pertini di Camposampiero, Emanuele si allena tutti i giorni. “Mi alleno al Palaindoor

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“Datti una mossa, sei sprecato a non far nulla!”, alle medie il consiglio rivelazione che ha inaugurato una carriera ricca di soddisfazioni di Padova tutti i pomeriggi, dal lunedì al venerdì, per circa due ore e mezza ogni giorno – spiega Emanuele -. Non è, però, un allenamento intenso. Mi piace e mi diverto. Quattro anni fa sono partito subito nel salto con l’asta; in seguito, mi sono cimentato un po’ in tutte le discipline. A breve, se non ci saranno restrizioni legate al covid, dovrei gareggiare in alcune multiple, vale a dire competizioni che mettono insieme varie specialità, dal giavellotto ai 60 metri piani ai 60 ostacoli, per citarne solo alcune”. In programma a gennaio i campionati regionali di categoria e a febbraio quelli italiani sperando che non debbano slittare. “Nel frattempo non smetterò un giorno di allenarmi, voglio arrivare pronto – prosegue Emanuele –, e poi, ovviamente, studio. A scuola diciamo che mi arrangio. Il voto più alto? Un 9, almeno per ora, in educazione fisica. Il mio sogno? Lo sto già vivendo: sto facendo quello che mi piace e voglio dare il meglio” conclude il giovane campione italiano outdoor 2020 di Assindustria Sport. Nicoletta Masetto


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Ragù di lenticchie Ingredienti per 3-4 persone: 1 vaso di lenticchie lessate Bio DelSanto da 300g 1 vaso di passata di pomodoro Bio DelSanto da 300g 1 cipolla 1 costa di sedano 2 carote 1 rametto di rosmarino Olio extravergine di oliva QB Sale QB Pepe nero macinato QB A piacere: pancetta cubettata. Preparazione Per preparare il ragù di lenticchie iniziate a mondare carota sedano e cipolla, poi tritateli finemente utilizzando un coltello. Tritate anche il rosmarino e tenetelo da parte. Versate l’olio in un tegame, unite carota, sedano e cipolla e lasciate dorare a fuoco moderato per circa 10 minuti. Nel frattempo aprite il vaso di lenticchie e aggiungetele al soffritto. Mescolate il tutto e unite prima il rosmarino e poi la polpa di pomodoro. Sciacquate il vaso della passata con po’ d’acqua e aggiungetelo in pentola. Coprite con un coperchio e lasciate cuocere per altri 5 minuti a fuoco medio mescolando di tanto in tanto. Solo quando il ragù sarà cotto regolate di sale e unite il pepe. Mescolate il tutto e il vostro ragù di lenticchie sarà pronto. Potete usarlo per condire la pasta, gli gnocchi, con la polenta o su crostini di pane.

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a cura di G.

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LA SALUTE VIEN MANGIANDO Mangiare solo finché si ha fame, è un buon consiglio ma non sempre così ovvio! Soprattutto oggi che abbiamo tavole imbandite di golosità di ogni tipo, fermarci può essere molto difficile. Tuttavia questo è il segreto per tenere sotto controllo il peso, il colesterolo e tutti quegli effetti che il mangiare troppo comporta. Perciò, a partire dal prossimo pasto, provate ad ascoltare di più i segnali del vostro corpo, e quando sentite che state bene, fermatevi. Se non ci riuscite, alzatevi da tavola e iniziate a sistemare la cucina, per scacciare ogni ulteriore tentazione. ESERCIZI PER RILASSARTI Quando la tensione sale e i tuoi problemi cominciano a demoralizzarti, molla tutto e mettiti a camminare. In fretta. IL DETTO La pentola guardata non bolle mai.

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Dicembre, è tempo di bilanci e di programmazione

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Gemelli

Sagittario

Non fatevi affascinare da venditori di fumo ma condividete con chi lo merita davvero i vostri successi e le vostre aspirazioni

Siete tentati di creare nel vostro immaginario una realtà che spesso non è tale. Cercate di vedere il buono anche laddove non c’è. Il vostro ottimismo tuttavia vi aiuta sempre

Cancro

Capricorno

Dopo tanto impegno siete alla ricerca di un meritato riconoscimento per il lavoro svolto con passione e serietà, che arriverà. Abbiate fiducia: riceverete le giuste soddisfazioni

Sarete il punto di riferimento per le persone che vi stanno a cuore, qualcuno su cui poter contare in ogni momento. La vostra presenza è una certezza per chi vi ama.

Leone

Acquario

Sarete messi alla prova ancora una volta e, ancora una volta, riuscirete ad uscirne vincitori. Superate lo stress e difendete la vostra serenità.

Non potete rinunciare alla vostra libertà e ai vostri spazi. Dovrà capirlo chi vi è vicino ma saprete essere molto chiari e schietti

Vergine Saprete distinguere tra l’essenziale e il superfluo per ottenere, comunque, il necessario. E questo è ciò che conta

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Pesci Cercate negli affetti quelle certezze che vi mancano un po’ nella vita. Troverete dentro di voi la forza per affrontare e superare i vostri dubbi


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