Padova nord febb2014 n27

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di Padova Nord

Periodico d’informazione locale. Anno XXI n.27 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD

Vigonza, il caso Don Bizzotto “basta con il cemento”

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Vigodarzere Predoni di rame devastano il cimitero

Cadoneghe Passerella chiusa disagi ma anche soluzioni

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EDITORIALE

codiverno chiede dossi anti velocità

Ad ogni pioggia intensa il nostro Veneto va in crisi di Nicola Stievano

I residenti a Codiverno di Vigonza chiedono Un paio di dossi stradali artificiali in mezzo ad alcune vie del paese, nonostante alcune di queste siano delle strade residenziali chiuse, con il fine di limitare e ridurre la velocità. pag. 6

lavagne multimediali per la scuola media

Un’azienda privata dona alla scuola media “Don Milani” di Cadoneghe due lavagne multimeriali che si andranno ad aggiungere alla dotazione tecnica dell’istituto. Da settembre cambia anche l’orario per le prime classi della media. pag. 10 10%

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Elezioni a Cadoneghe Schiavo si candida

L’assessore all’Ambiente vince le primarie punta alla staffetta con il sindaco uscente

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arà Michele Schiavo il candidato alle prossime elezioni amministrative comunali. Il nome di Schiavo è uscito domenica 23 febbraio nel corso delle consultazioni primarie del centrosinistra. Schiavo, 48 anni, impiegato, impegnato nel volontariato, è attuale assessore all’ambiente, vicino all’attuale sindaco Mirco Gastaldon. A sceglierlo ben il 67% dei 1.249 elettori di Cadoneghe che hanno espresso la loro preferenza alle primarie. L’altro candidato era Enrico Scacco, trent’anni, che di mestiere

fa l’amministratore condominiale. Scacco è laureato in Scienze della comunicazione e, inoltre, è membro del direttivo del Partito Democratico. Ha ottenuto il 33% delle preferenze che, come esordio, è certo un dato significativo. Le operazioni di voto si sono svolte regolarmente senza intoppi di alcun genere. I seggi sono stati chiusi alle 20, come previsto. E’ seguito lo spoglio delle schede che è durato poco più di un’ora. Nel corso della campagna in vista delle primarie i due contendenti non si erano

risparmiati colpi. Scacco si era presentato come grande novità alla chiusura di un ciclo amministrativo, guidato da Gastaldon, durato dieci anni; Schiavo, a sua volta, rappresentava la continuità con quanto fatto finora a Cadoneghe, Comune che vanta tra i migliori servizi della provincia e un piano idraulico che sarà la prima cosa cui metterà mano, se dovesse diventare sindaco. Oggetto della “querelle” tra i due il destino della Grosoli e della Breda. Intanto anche il cenpag. 9 trodestra si organizza.

L’Intervento

“Sulla difesa idrogeologica la Regione ha speso male e poco” di Lucio Tiozzo*

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ulla difesa idrogeologica del territorio, il Veneto si gioca il proprio futuro. L’errore politico, culturale, in ogni caso storico, compiuto puntualmente da chi ha governato e governa il Veneto da vent’anni, è stato quello di considerare questo capitolo di bilancio come un investimento ‘a fondo perduto’. *Capogruppo PD in Consiglio regionale

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rmai è un dato di fatto, una tendenza confermata anno dopo anno. Ogni pioggia intensa, in qualsiasi periodo dell’anno, si trasforma il “allerta meteo” con la concreta possibilità che il sistema dei nostri fiumi entri in crisi in più punti contemporaneamente, provocando allagamenti tanto nei centri urbani quanto in aperta campagna. L’ultimo episodio è la prova che ormai il nostro territorio non è più in grado di reggere l’urto delle precipitazioni sempre più concentrate e intense. Se fino a qualche anno fa in queste occasioni si parlava di “evento eccezionale”, ora siamo di fronte se non alla norma, a fenomeni che si ripetono cono una certa frequenza, almeno due - tre volte nel corso dell’anno. Un fatto del quale bisogna prendere atto, evitando di trincerarsi dietro all’ineluttabilità del clima. Del resto le responsabilità delle emergenze continue e dell’ormai evidente dissesto idrogeologico non possono essere scaricate esclusivamente sulle “avverse condizioni meteo”, ma vanno individuate sull’impatto di decenni di espansione urbanistica, per molti aspetti selvaggia o quantomeno poco controllata, di sviluppo di infrastrutture che non è andato di pari passo con gli interventi su una rete idraulica e di scolo rimasta ferma agli inizi del Novecento, quando non addirittura peggiorate. continua a pag. 3


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EDITORIALE

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Ad ogni pioggia intensa il nostro Veneto va in crisi

turismo in calo c’è preoccupazione

C’è preoccupazione negli alberghi di Montegrotto Terme, la cui diminuzione di presenze si sta aggravando di anno in anno di cinque punti percentuali, raggiungendo nel rapporto 2013/2012 un brusco -6,55%. Dato che viene lenito dalla situazione aponense, che dopo una serie di anni negativi dall’inizio del secondo decennio, registra una boccata d’ossigeno. Basti guardare la situazione degli ospiti stranieri che rispetto al 2012 a Montegrotto è diminuita del 9,12% nelle presenze e dell’11,73% negli arrivi, mentre ad Abano è aumentata rispettivamente dell’8,62% e dell’11,58%, quasi vi fosse stato un travaso di clientela.

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Terme Euganee, gli ultimi dati

Girando fra i centri invasi o minacciati dall’acqua si sente spesso dire, per lo più dagli anziani: “Quando ero giovane vedevo scavare lungo i fiumi, adesso da molti, troppi, anni non si fa più”. Un luogo comune? In parte può essere, ma è un dato di fatto che i nostri fiumi sono stati lasciati in balia di sé stessi e quelli più fragili, come il Bacchiglione, per fare un esempio, ne risentono parecchio. Per non parlare di altri corsi d’acqua, dal Muson dei Sassi al Fratta Gorzone, che presentano un regime quasi torrentizio. L’alluvione del novembre del 2010 ha insegnato qualcosa e ha spinto la Regione ad investire sulle opere di prevenzione del rischio, a monte come a valle, mettendo in cantiere, non senza difficoltà in questo periodo di grave crisi economica, lavori che dovrebbero portare a qualche beneficio. La strada però è ancora lunga e tutta in salita, come ha dimostrato l’ultima emergenza. Il nostro territorio, dalla pedemontana al litorale, dal Polesine ai Colli Euganei, martoriati dalle frane che inghiottono vigneti e strade, è costellato da decine di criticità che possono avere conseguenze drammatiche durante le ondate di maltempo. Così, ancora una volta, prima bisogna cercare i soldi per riparare i danni e magari riconoscere anche qualcosa a chi ha avuto l’acqua in casa o ha riportato gravi conseguenze nella propria azienda. Di nuovo il denaro serve per intervenire dopo l’emergenza, rendendo ancora più impegnativo trovare le risorse per tutte le opere che dovrebbero invece servire a prevenire e a ridurre le calamità. Siamo comunque di fronte ad una maggiore coscienza civica su questo tema, dopo un lungo periodo di sostanziale indifferenza, perché ormai nessuno può dirsi veramente tranquillo di fronte alle conseguenze del dissesto idrogeologico, nessuno può chiamarsi fuori dalla responsabilità di tutelare il nostro territorio. di Nicola Stievano

il Piacere del Gusto

di Giovanni Coppiello

Laboratorio innovazione sociale

tecnologia e ricerca per il terzo settore

Il Centro Culturale San Gaetano ha ospistao il Festival per l’Innovazione, la Ricerca, il Sociale e il Territorio che l’associazione L.I.S. – Laboratorio per l’Innovazione sociale ha proposto per riflettere sull’innovazione sociale, su quella nuova modalità di produrre beni e servizi per rispondere a bisogni sociali con le nuove tecnologie. Lenta inversione di tendenza

l’industria locale riprende fiato

La ripartenza dell’industria padovana è in carreggiata, ma è discontinua e incerta e affidata solo alla domanda estera. Il quarto trimestre 2013, informa Confindustria Padova, segna un punto di significativa inversione di tendenza per la produzione. Gli ordini tornano positivi, pur permanendo ridotta visibilità. Ancora in calo (più contenuto) la domanda interna. Accelera l’export, trainato dalle vendite extra-Ue. Si stabilizza l’occupazione. Migliorano le prospettive di inizio anno ma la dispersione è elevata.

NUOVI ORARI: dal lunedì a sabato

dal 1° Aprile aperto tutti i pomeriggi Mat. 08:00 •13:00 - Pom. 15:30 •19:30

Padova nord vigonza

commercio e imprese

Incontri per genitori ospite la vedova del commissario Calabresi pag. 6

premio letterario

C’è tempo fino al 31 marzo per partecipare alla competizione di poesia e narrativa pag.

cadoneghe

Provincia

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Arriva il press container per la raccolta differenziata della plastica pag. 9

La marcia dei mille padovani a Roma “siamo esasperati” pag. 16

ambiente

Piazzale Boschetti, Legambiente: “facciamone un grande parco” pag. 19

scienza a padova

Costruito in città il telescopio della sonda spaziale pag.

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Regione società

tangenziale sud messa in sicurezza “Metteremo in sicurezza il raccordo tra la tangenziale sud est e la A13, un tratto di strada che dal 2008 al 2013 ha visto 47 incidenti con 71 feriti e 2morti. Non possiamo certo stare a guardare”. Così Ivo Rossi vicesindaco reggente di Padova e Massimiliano Barison, sindaco di Albignasego, presentanto il progetto che dovrebbe essere realizzato entro l’estate. Sarà allargato un tratto dello svincolo, la carreggiata sarà separata da un guardrail e illuminata. Il progetto comporta una spesa di 563mila euro, di cui 433mila per la curva della tangenziale Sud. Collaborazione con l’Università

orto botanico star dell’expo 2015

L’Orto Botanico dell’Università di Padova pronto a sbarcare all’ Expo di Milano 2015. Un’appendice del giardino unico al mondo sarà infatti presente a Milano il prossimo anno. Un «matrimonio» molto importante, che porta vantaggi all’Expo, che potrà vedere ampliata la propria offerta dal richiamo dell’Orto Botanico, e a Padova e alla sua Università. River Film Festival a maggio

Cyberbullismo, i giovani e le insidie della rete pagg. 20-21-22

sicurezza

Povertà o racket? Lotta congiunta agli accattoni pag. 23

arte Al Museo Correr l’architettura di Léger pag.

Entro l’estate partono i lavori

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il grande cinema in riva al piovego

L’Associazione Culturale Researching Movie in collaborazione con il Comune di Padova - assessorato alla Cultura continua la sua attività in preparazione dell’ottava edizione del River Film Festival, che si terrà a Padova, a Porta Portello in riva al fiume Piovego, dal 28 maggio al 9 giugno. Al centro della scena ci sarà come sempre il grande schermo galleggiante sul quale ogni sera verranno proiettati i film. La novità? Un film in 100 secondi: nasce una nuova sezione dedicata alle opere girate con cellulari, tablet, I-pad, fotocamere che saranno visibili in streaming e che il pubblico potrà votare online.

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.

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Padova, via Lisbona 10 Tel. 049 8704884 Fax 049 6988054 direttore@lapiazzaweb.it Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Questa edizione raggiunge le zone di Cadoneghe, Vigodarzere, Vigonza per un numero complessivo di 12.500 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

Venezia Padova Rovigo Treviso

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

REDAZIONE:

Direttore responsabile

Mauro Gambin direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 27 febbraio 2014 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)

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4 Argomento del mese TERRITORIO Le zone colpite sono state tantissime: Veneto orientale, Bassa e Terme padovane, Pedemontana di Treviso e Vicenza, litorali veneziani e il bellunese a causa della neve. Pesanti i danni alle rete di infrastrutture viarie e di servizio (145 milioni) e alla rete idraulica principale e secondaria (213 milioni di euro concentrati nel Veneziano e nel Padovano). E’ piovuta molta più acqua che nel 2010. Non ci sono stati crolli arginali

Alluvioni, danni per oltre

di Alessandro Abbadir

Zaia: “Per la messa in sicurezza del territorio ci servono 2 miliardi 700 milioni”

L’Autorità di Bacino accusa: troppa cementificazione e un sistema di difesa idraulico fermo

A

lluvioni in Veneto, danni per centinaia di milioni di euro (oltre mezzo miliardo) con oltre 130 territori comunali coinvolti dall’ondata di maltempo. Questo il bilancio fatto nelle scorse settimane da comuni, protezioni civili e Regione a fronte di eventi che hanno messo in ginocchio tantissime aree della nostra regione, e che si sono sviluppati lungo un inverno nevoso in montagna e piovoso in pianura. Le zone colpite sono state tantissime: Veneto orientale, Bassa e Terme padovane, Pedemontana di Treviso e Vicenza, litorali veneziani e per il problema della neve la montagna bellunese. Ma ecco la conta dei danni nello specifico presentata dal governatore Luca Zaia al Governo e al capo della protezione civile Franco Gabrielli, costo che si aggira sul mezzo miliardo di euro ma che al conto consuntivo sarà superata di molto. Pesanti i danni alle rete di infrastrutture viarie e di servizio (145 milioni) e ancor più quelli alla rete idraulica principale e secondaria (213 milioni di euro concentrati nel Veneziano e nel Padovano); quindi le famiglie e le attività produttive colpite da nevicate ed esondazioni (73 milioni); i dissesti idrogeologici (37 milioni); la rimozione di neve, lo smaltimento di rifiuti, gli interventi igienico-sanitari (15); le sofferenze dell’agricoltura (10); le operazioni di soccorso pre-

nel padovano

Assegnati 2 milioni di euro al Genio Civile

E

’ arrivata quest’anno parte dei fondi per le alluvioni del padovano del 2010. A gennaio infatti quasi due milioni di euro sono stati assegnati al Genio Civile di Padova per interventi urgenti finalizzati al ripristino di situazioni di particolare criticità, conseguenti ai danni provocati dall’alluvione del 2010. L’assegnazione, disposta con un provvedimento della giunta regionale su relazione dell’assessore alla difesa del suolo Maurizio Conte, rientra nel piano di assegnazione delle risorse finanziarie ripartite con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 marzo 2013. Per il 2013 in tutta la Regione sono state destinate risorse per circa 10 milioni di euro “per realizzare interventi in conto capitale nei territori colpiti dagli eventi alluvionali in Veneto che hanno determinato l’esondazione di fiumi e torrenti, con conseguenti allagamenti di centri abitati e movimenti franosi, nonché gravi danni alle infrastrutture, agli edifici pubblici e privati e ai beni mobili, l’interruzione di collegamenti viari. Per il superamento dell’emergenza il governo aveva provveduto anche alla nomina di un Commissario delegato”. E’ stata rinviata a successivi provvedimenti la programmazione delle risorse relative alle annualità 2014 e 2015. A.A.

state dai vari corpi e dal personale civile (5). Tutto ciò senza tener conto dei contraccolpi alla stagione turistica invernale e dei disagi subìti dalla popolazione dell’area del bellunese a causa di nevicate di 4 metri. In ginocchio anche la rete turistica in pianura, basti pensare alle decine di alberghi nell’area di Montegrotto Terme, Terme Euganee e Tribano che sono stati messi direttamente fuori uso per settimane. E poi le alluvioni nel Portogruarese e le mareggiate sui litorali che hanno devastato chilometri di arenile a Jesolo e Sottomarina. Il governatore del Veneto sottolinea però che dal 2010 diverse cose sono state fatte. ”E’ piovuta molta più acqua che nel 2010 - spiega Luca Zaia - quando finirono allagati 150 km quadrati di territorio. Però i 925 interventi puntuali di ripristino, consolidamento e realizzazione di interventi di difesa idraulica attuati in questo triennio si sono per ora dimostrati decisivi. Non abbiamo avuto stavolta crolli arginali come allora. Ma i danni sono altissimi. “Gli allagamenti ci sono anche questa volta ma più limitati, con centinaia di famiglie evacuate e aziende in sofferenza. Ma il vero problema ogni volta è e sarà anche nel futuro, la tenuta degli argini. Con il piano straordinario successivo all’alluvione del 2010 la Regione ha erogato 24 milioni nel 2013 e ne

stanzierà ulteriori 100 milioni da qui al 2015. Noi abbiamo iniziato a lavorare sui primi bacini di espansione, ma per attuare integralmente un piano di messa in sicurezza ci servono 2 miliardi 700 milioni - spiega Zaia - a fronte dei quali come Regione riusciamo a reperire dai 50 ai 100 milioni l’anno: troppo poco. Lo Stato deve intervenire, il governo deve dimostrare coraggio e volontà di finanziare i grandi bacini di laminazione. Poi c’è anche un problema di burocrazia che è risolvibile, dando ai Presidenti di regione pieni poteri in tema di lavori pubblici”. ”I fenomeni atmosferici sono sempre più intensi e violenti per i cambiamenti climatici e a questo va aggiunta la trasformazione del territorio. La cementificazione del territorio produce che a parità di piogge le acque superficiali sono di più. Anche le piogge aumentano. E se questo è colpa del clima, la trasformazione del territorio è opera dell’uomo. C’è da sottolineare inoltre che la rete di difesa idraulica è quella del secolo scorso. Gli ultimi interventi sono stati fatti durante il fascismo e prevedevano difese per un territorio agricolo. Nel frattempo i campi sono diventati un’area metropolitana, capannoni, villette e cemento. Il sistema non regge più. Una rete più moderna aiuterebbe a ridurre l’emergenza”.


Argomento del mese 5 In provincia

e mezzo miliardo di euro Consorzi di bonifica Il presidente Giuseppe Romano indica quali sono le opere indispensabili

“Sicurezza idraulica, piano quinquennale da 1,3 miliardi per il Veneto” di Nicola Stievano

U

spalla pag 5 per padova

n piano di investimenti da un miliardo e 350 milioni, con centinaia di cantieri lungo i corsi dei fiumi per i prossimi cinque anni, per la sicurezza idraulica in Veneto. Lo chiedono i consorzi di bonifica, ricordando che i progetti ci sono già, ma è necessario recuperare le risorse. “Già dal 2010 - ricorda Giuseppe Romano, presidente dell’Unione Veneta Bonifiche - per garantire la difesa idraulica veneta i consorzi hanno presentato 629 progetti del valore di 1 miliardo e 350 milioni euro. E’ il più grande piano di difesa idraulica della Regione, prevede opere infrastrutturali necessarie come il potenziamento e l’ammodernamento degli impianti idrovori, la realizzazione di casse di espansione per contenere le ondate di piena e di canali scolmatori o collettori, consolidamenti arginali e sistemazioni idrauliche; tutti interventi necessari la maggior sicurezza del nostro territorio”. Il sistema idraulico veneto è complesso e delicato, e oltre ai grandi fiumi comprende una rete di canali e corsi d’acqua minori che solcano l’intera pianura. Durante le allerte meteo sono almeno cinquecento uomini della bonifica impegnati a sorvegliare, 24 ore su 24, il livello dei fiumi, il funzionamento degli impianti e manufatti con l’impiego di circa un migliaio di mezzi e macchine operatrici (trattori, escavatori, pompe idrovore mobili), lungo le reti idrauliche. Inoltre, 400 impianti idrovori, grazie alle loro 1000 pompe, muovono 1milione e mezzo di litri d’acqua al secondo, continuando l’incessante attività di pompaggio per evitare la sommersione di ampie distese di territorio e per ripristinare le situazioni più critiche. I consorzi, dopo l’ultima emergenza maltempo, ribadiscono la necessità di destinare risorse al settore della difesa idraulica per la realizzazione di un grande piano, che preveda la concretizzazione delle grandi opere e delle infrastrutture necessarie.

Padova dopo l’emergenza

“L’Idrovia va completata” C

ompletare e collegare il Bacchiglione al Brenta, sfruttando l’Idrovia di Padova: questa la ricetta invocata ormai con un coro quasi unanime per mettere in sicurezza buona parte della provincia dall’emergenza fiumi. Il Bacchiglione infatti si ingrossa facilmente ad ogni perturbazione intensa e raggiunge piene sempre più difficili da gestire. Completando l’Idrovia in zona industriale sarebbe possibile, osservano comitati, esperti e amministratori, trovare una via di sfogo per l’acqua in eccesso. Bisogna però trovare i soldi e in fretta, così come servono altri milioni di euro per avviare un serio intervento di scavo dell’alveo del Bacchiglione, anche se resta il problema di dove portare il terreno estratto dal fondo del fiume, visto che dall’attuale legislazione è considerato un rifiuto. Altre opere idrauliche vanno poi programmate nella Bassa Padovana, in particolare lungo l’asta del Fratta - Gorzone e del Frassine. Ma nel territorio padovano non sono solo i fiumi a fare paura. La Provincia di Padova ha avviato le indagini necessarie a individuare gli interventi per ripristinare le Strade provinciali colpite dalle frane nei Colli Euganei. “Da una prima quantificazione – ha spiegato la presidente della Provincia di Padova Barbara Degani – abbiamo stimato in circa 4 milioni di euro i danni causati dall’alluvione lungo le nostre Strade provinciali, in particolare a causa delle frane. Sono interventi ingenti, per questo proprio nei giorni scorsi ho chiesto e ottenuto la disponibilità della Regione di prevedere un fondo per realizzare le Altro fronte opere necessarie. È arrivato il momen- critico sui Colli to di affrontare il problema del rischio Euganei tra frane, idraulico alla radice anche insieme al smottamenti Genio civile e ai Consorzi di bonifica e allagamenti affinché si adottino tutte le buone pratiche necessarie. In particolare, abbiamo invitato i consiglieri e la giunta regionale ad attivarsi quanto prima per creare un fondo apposito in vista del bilancio previsionale della Regione Veneto”. In particolare, lungo la strada provinciale 77 di Rovolon è emersa la particolare importanza del movimento franoso che ha origine a monte della strada e prosegue verso valle per un’estensione totale di circa un ettaro di terreno. La frana è in movimento e, dopo la relazione dei geologi, sarà necessario avviare specifiche indagini geotecniche per capirne le origini e poter ipotizzare gli interventi. Intanto la Provincia cercherà di predisporre nei tempi più rapidi possibili, un primo intervento provvisorio in modo da incanalare le acque a monte e, mediante degli attraversamenti, scaricarle verso valle oltre la strada. Sono in corso di studio anche delle soluzioni relative alla strada 63 “del Cataio” a Battaglia Terme. A seguito dell’alluvione e dell’allagamento della strada, si è verificato un cedimento delle sponde dello scolo consortile che ha interessato parte della carreggiata stradale. Inoltre le mura di recinzione del complesso del Cataio si presentano in uno stato precario tanto che potrebbero collassare coinvolgendo la strada. La Provincia sta quindi analizzando delle ipotesi di intervento tra cui la posa di un guard rail a protezione del manufatto e un risanamento con la riasfaltatura della carreggiata in modo da riaprire la strada il più presto possibile. Finora la Provincia ha stanziato circa 380 mila euro per i primi interventi urgenti alla viabilità. N.S.


6 Vigonza Il caso La richiesta all’amministrazione da parte di alcuni residenti preoccupati

“Servono dossi anti velocità”

Chi abita a Codiverno osserva che gli autovelox ormai non fanno più paura e le auto corrono di Manuel Glauco Matetich

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a qualità della vita, in un paese come in una città, si misura anche dalla tranquillità e dalla sicurezza dei cittadini. Che dipendono, in primis, dall’eliminazione dei pericoli che possono venire dalle strade urbane. E’ questa la richiesta che un gruppo di cittadini della frazione di Codiverno di Vigonza ha intenzione di fare nuovamente al Comune, e che consiste principalmente nell’apposizione di un paio di dossi stradali artificiali in mezzo ad alcune vie del paese, nonostante alcune di queste siano delle strade residenziali chiuse, con il fine di limitare e ridurre la folle velocità con la quale gli automobilisti, anche se molti di questi sono residenti negli stessi quartieri, imboccano le strade sia in un senso di marcia che nell’altro. Una delle motivazioni portata avanti da parte dei residenti riguardo il posizionamento dei dissuasori di velocità è la preoccupazione di non poter camminare tranquillamente ai cigli delle strade, non provviste il più delle volte di marciapiedi o aree pedonali in ambo

Uno degli autovelox installati a Vigonza le parti, per la paura di prestare attenzione alle macchine che sfrecciano velocissime e che non mostrano alcun interesse nel valutare la benché minima possibilità che ci possa essere qualche pedone in transito in mezzo alla via o che qualcuno stia attraversando la strada.“Purtroppo il posizionamento di alcuni limitatori di velocità, i famosi autovelox – ci racconta un residente – non sono riusciti ad avere un effetto a lungo termine. Infatti gli automobilisti si sono accorti nel giro di poco tempo che quelle installazioni mobili, soprattutto in strade come via Bosco, erano

solo dei meri tubi di plastica colorata, e quindi finti e non funzionanti”. Continua il cittadino: “Non è la prima volta che chiediamo un dosso rallentatore, o tutt’al più un cuscino berlinese, al Comune di Vigonza, ma ad oggi non siamo riusciti purtroppo ancora a risolvere questa situazione. Siamo solo dei genitori preoccupati dell’incolumità fisica dei nostri figli e crediamo che dei rallentatori di velocità possano essere usati per controllare meglio il traffico di automobili che ogni giorno percorre le vie residenziali del paese”.

EVENTO Un successo il carnevale 2014

TUTTE LE SETTE FRAZIONI SCENDONO IN CAMPO

“A

Carnevale ogni scherzo vale!” E’ questa la frase d’apertura della prima domenica di marzo che ha visto impegnate tutte e 7 le frazioni vigontine nei festeggiamenti della celebre festa di Carnevale. Piazza Zanella a Vigonza si è riempita di colori, luci, canzoni, carri mascherati, sfilate, tanti bambini accompagnati dai propri genitori e tante persone, tutte pronte a festeggiare il tanto desiderato e finalmente arrivato Carnevale. Anche quest’anno l’assessorato al turismo e al tempo libero ha organizzato una fantastica festa di Carnevale con la preziosa collaborazione della Pro Loco di Vigonza. Particolare sostegno all’organizzazione e La locandina del Carnevale all’allestimento di questa tradizionale festa è arrivato dal Club Auto Storiche di Vigonza, coadiuvato dai Volontari Vigontini. A partire dalle prime ore del pomeriggio, piazza Zanella e le altre vie adiacenti a questa sono state il centro della sfilata dei carri mascherati e di tutte le attrazioni preparate per l’occasione. Sono partiti da Via Molino con molte maschere e una ricca scenografia, corredata da dimostranti che hanno intrattenuto il pubblico con diversi balli di gruppo. Con la sfilata dei carri è seguita anche la distribuzione di caramelle, galani, frittelle, cioccolatini e bevande, che hanno riempito le tasche dei bimbi presenti. L’iniziativa ha rappresentato per tutta la cittadinanza, e in particolare per le famiglie con bambini, un’importante occasione di aggregazione e sviluppo culturale e sociale legato alle tradizioni della cultura locale, ed è stata organizzata proprio con lo scopo di intrattenere la cittadinanza di Vigonza attraverso l’esecuzione di giochi, scherzi, canti popolari organizzati dai volontari delle associazioni comunali coinvolte. M.G.M.

“io voglio educare” gli incontri

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ontinua a riscuotere un buon esito, soprattutto in termini di presenze, il ciclo di incontri promosso dall’istituto scolastico padovano “Romano Bruni”, con il patrocinio dell’assessorato alla pubblica Istruzione del comune di Vigonza, riguardante l’educazione verso i ragazzi e gli adolescenti. Come ci spiega uno degli organizzatori delle serate: “Io voglio educare non è solo il titolo di questa rassegna di incontri tematici, ma è realmente il nostro intento. Queste serate si rivolgono principalmente a genitori e docenti, che ad oggi si trovano sempre più in difficoltà a trasmettere e comunicare valori nel complesso mondo della gioventù odierna. Vorremmo riuscire ad insegnare come educare a far diventare adulti le giovani generazioni, con l’intenzione di proporre esempi concreti di tali azioni in atto. Dobbiamo tornare ad essere adulti, non avere paura di esserlo, non avere paura di educare. Per questo motivo noi dell’associazione genitori Romano Bruni abbiamo ideato un ciclo di incontri per genitori e docenti con testimoni di eccezione che ci dicono che educare è ancora possibile”. I prossimi appuntamenti sono venerdì 21 marzo, alle ore 21, presso il teatro “Quirino de Giorgio” in piazza Zanella a Vigonza, ove è previsto l’incontro con lo psicanalista Luigi Campagner, specialista nel settore e da anni a stretto contatto con realtà che si occupano di adolescenti con disagi e problematiche serie, e Rosario Mazzeo, rettore

All’istituto Bruni l’11 aprile sarà ospite Gemma Capra, vedova di Calabresi dell’istituto Aurora Bachelet di Cernusco sul Naviglio e scrittore di libri scolastici. Venerdì 11 aprile ore 21 sempre al teatro vigontino, ci sarà un importante incontro con Gemma Capra, vedova del commissario Luigi Calabresi, ucciso il 17 maggio del 1972 da esponenti delle Brigate Rosse, che ci racconterà l’esperienza e il coraggio di aver cresciuto dei figli con sentimenti di positività rispetto alla vita, anche se l’ambiente intorno a noi non sembra essere M.G.M. certamente dei migliori.



8 Vigonza L’Intervento

L’incontro Sfruttamento del suolo Ricco di spunti il dibattito organizzato da Giuseppe Zanon (Pd)

Don Albino: basta cemento di Manuel Glauco Matetich

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a cementificazione sta mangiando una quota sempre maggiore di superficie agricola anche in Europa. A lanciare l’allarme è l’European Enviroment Agency (Eea) che recentemente ha pubblicato un’analisi del cambiamento della destinazione d’uso del suolo nel gli ultimi anni. La prima tendenza che emerge dal rapporto è la crescita della superficie artificiale europea, composta prevalentemente da aree residenziali, commerciali e ricreative, a scapito dei terreni agricoli del Vecchio Continente. Ed è per questo motivo che anche nel comune di Vigonza torna alta l’attenzione verso la cura del territorio e soprattutto la salvaguardia delle aree rurali circostanti. Promotore della campagna anti-cementificazione in prima linea il Partito Democratico di Vigonza, guidato dal ex candidato sindaco Giuseppe Zanon, che di recente è stato organizzatore di una serata-incontro con Don Albino Bizzotto, sacerdote fondatore di “Beati i costruttori di pace” riguardante il tema della tutela del territorio vigontino, ed in particolare dello spreco e della cementificazione avvenuta nella regione Veneto negli ultimi anni. Durante la serata si è voluto portare l’attenzione soprattutto verso il progetto che l’attuale amministrazione comunale, con sindaco Nunzio Tacchetto, sta portando avanti e cioè di costruire un nuovo centro commerciale in località Peraga, zona adiacente al Comune di Cadoneghe. Si tratta di una proposta arrivata direttamente dall’azienda di supermercati Lando, che vorrebbe trasferire l’attuale supermercato e portarlo in questa nuova località occupando un’area di circa 40.000 mq. Il secco no da parte del Pd vigontino scaturisce dal fatto che il comune di Vigonza ha una delle più alte concentrazioni di supermercati d’Italia, tralasciando il livello di cementificazione che ad oggi è pressoché stabile, dovuto ovviamente ad uno stop economico da parte del settore dell’edilizia.

NEWS

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A Vigonza fa discutere il progetto di un nuovo centro commerciale a Peraga in un’area di 40 mila mq Don Albino Bizzotto ha discusso a Vigonza sul progressivo consumo di suolo che impoverisce l’ambiente e distrugge il paesaggio rurale

Come ci spiega Don Albino: “L’ambiente e il territorio sono diventati i luoghi di maggiore speculazione finanziaria: la Terra, che ci ha generato, è ormai considerata una cosa e non un organismo vivente. Ma la situazione è fuori controllo. Solo in Veneto dal 1990 al 2000 la superficie agricola è diminuita di 279.830 ettari, cioè del 21,5%; mentre il consumo del suolo per urbanizzazione e infrastrutture varie è di 1382 ettari l’anno, pari cioè a 3,8 ettari al giorno. Siamo sopra a un vulcano, e nessuno se ne vuole accorgere”. Continua il sacerdote: “Il consumo di suolo rappresenta, anche a livello europeo, una delle minacce piu’ preoccupanti per la biodiversita’ e per l’accesso

alla terra. Per contrastare e fermare la crescente cementificazione delle superfici agricole europee dovrebbe intervenire in modo deciso la Politica Agricola Comunitaria (Pac). In particolare la Pac dovrebbe dare nuovo impulso alle aree agricole delle zone cosiddette svantaggiate, o ad alto valore naturale, come le nostre montagne e le nostre aree collinari, aumentando i finanziamenti destinati a queste aree. Oltre all’intervento della Pac sarebbero necessarie anche politiche nazionali di ricomposizione fondiaria e tutela del territorio, soprattutto a livello comunale. Noi vogliamo dire “no” alle opere che distruggono il nostro territorio”.

“Sulla difesa idrogeologica la Regione ha speso male e poco” di Lucio Tiozzo*

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Un errore fatale per due motivi. Da un lato perché l’incuria e la scarsa manutenzione hanno trasformato anche gli eventi atmosferici di media portata in una spada di Damocle calamitosa. Dall’altro perché si è rivelata tremendamente miope la visione di chi non ha mai considerato la tutela ambientale come risorsa, come garanzia di una tenuta economica e produttiva di un intero territorio: basti pensare a quante famiglie e aziende sono state irrimediabilmente messe in ginocchio a causa di un’alluvione. Cambiare passo significa spostare le logiche di gigantismo che, fisicamente, hanno intasato fino all’inverosimile la terra veneta in direzione dell’unica, vera, grande opera che doverosamente deve essere ora compiuta, rendendo sicure, compatibili con l’ambiente ed ugualmente produttive le nostre terre. Questo lo si può fare approvando una nuova legge regionale contro il consumo del suolo, proposta che il PD ha presentato da mesi. Ma anche puntando su norme urbanistiche, anche importanti per l’economia locale, come il Piano Casa, che non privino comunque le amministrazioni locali del loro compito di vigilare su ogni forma di speculazione dannosa per il territorio stesso. Di sicuro è indispensabile mettere a disposizione le risorse: per la voce ‘Tutela del territorio’ la Giunta Zaia aveva previsto per il 2014 uno stanziamento di 166,8 milioni. Praticamente gli stessi soldi del 2013 (165,9 milioni) e addirittura meno di quelli stanziati nel 2012 (175,6 milioni). E’ evidente che così non va e che si debba fare uno sforzo straordinario per aumentare di molto questa cifra. Il PD ha proposto un piano di investimenti decennale: 100 milioni in più, rispetto alla proposta della Giunta, nel 2014 e 50 milioni per ognuno dei successivi nove anni, da destinare esclusivamente ad opere infrastrutturali straordinarie di difesa permanente, che esulano dall’ordinaria manutenzione. Basti pensare ai bacini di laminazione, piuttosto che alle barriere subacquee per la tutela degli arenili, per i quali ormai la periodica attività di ripascimento si rivela dispendiosa ed insufficiente. Il presidente Zaia non si limiti ad invocare finanziamenti statali, gli stessi che peraltro hanno consentito di realizzare una parte di interventi negli ultimi anni: decida di fare la propria parte e di investire per il futuro del Veneto. * Capogruppo PD in Consiglio regionale

Iniziativa di Comune e Pro Loco, i lavori vanno inviati entro il 31 marzo

torna il premio alle migliori opere di poesia e narrativa

ncora pochi giorni per partecipare al bando di presentazione per il premio di poesia e di narrativa indetto dall’assessorato alla Cultura, con il sostegno della Pro Loco, nel comune di Vigonza. I lavori per partecipare al concorso dovranno essere inviate alla Pro Loco di Vigonza, Casella Postale n.29 – 35010 Vigonza (PD), entro il 31 marzo. Le sezioni del premio anche per l’edizione del 2014, giunta ormai alla XIV, vedranno in gara la categoria

della poesia in lingua italiana, la poesia dialettale con traduzione e il testo di narrativa breve in lingua italiana. Verranno premiati i primi tre classificati appartenenti alle diverse categorie e la giuria assegnerà, a giudizio insindacabile, la medaglia del Presidente della Repubblica, ad un lavoro ritenuto collegialmente meritevole, senza distinzione di sezione o di provenienza geografica. Gli autori premiati e i segnalati riceveranno una comunicazione al termine

dell’esame degli elaborati, verso la metà di maggio. La premiazione avrà luogo durante una pubblica cerimonia che si terrà a Vigonza nell’antica barchessa del Castello dei Da Peraga, sabato 21 giugno alle 16.30. Per informazioni www.comune.vigonza.pd.it, www.prolocovigonza.it. tel. 049-8933429 o scrivere un’e-mail a: mvscaramuzza@libero.it. M.G.M. La Barchessa di Villa Bettanini

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Cadoneghe 9 Elezioni amministrative Il centrosinistra sceglie il candidato sindaco

Le primarie a Schiavo L’attuale assessore all’Ambiente si è imposto su Scacco con il 67 per cento delle preferenze di Nicoletta Masetto

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arà Michele Schiavo il candidato alle prossime elezioni amministrative comunali. Il nome di Schiavo è uscito domenica 23 febbraio nel corso delle consultazioni primarie del centrosinistra. Schiavo, 48 anni, impiegato, impegnato nel volontariato, è attuale assessore all’Ambiente, vicino all’attuale sindaco Mirco Gastaldon. A sceglierlo ben il 67% dei 1.249 elettori di Cadoneghe che hanno espresso la loro preferenza alle primarie. L’altro candidato era Enrico Scacco, trent’anni, che di mestiere fa l’amministratore condominiale. Scacco è laure-

News

ato in Scienze della comunicazione e, inoltre, è membro del direttivo del Partito Democratico. Ha ottenuto il 33% delle preferenze che, come esordio, è certo un dato significativo. Le operazioni di voto si sono svolte regolarmente senza intoppi di alcun genere. I seggi sono stati chiusi alle 20, come previsto. E’ seguito lo spoglio delle schede che è durato poco più di un’ora. Nel corso della campagna in vista delle primarie i due contendenti non si erano risparmiati colpi. Scacco si era presentato come grande novità alla chiusura di un ciclo

amministrativo, guidato da Gastaldon, durato dieci anni; Schiavo, a sua volta, rappresentava la continuità con quanto fatto finora a Cadoneghe, Comune che vanta tra i migliori servizi della provincia e un piano idraulico che sarà la prima cosa cui metterà mano, se dovesse diventare sindaco. Oggetto della “querelle” tra i due il destino della Grosoli e della Breda. Scacco ha rimproverato agli amministratori di aver gestito la vicenda Grosoli senza confrontarsi con i cittadini e prevedendo addirittura un centro commerciale al quale, tra l’altro, si erano

Scacco e Schiavo si stringono la mano dopo le primarie sempre detti contrari. Per restaurare la Breda e farla diventare un teatro, ad esempio, era stato lanciato, perché non usare i 4 milioni di euro che arriveranno in oneri dalla Grosoli? Schiavo ha replicato che erano già stati spesi per altrettanti interventi. E ancora, questione giovani: per Schiavo sono annoiati e occorre scendere in strada a incontrarli per Scacco bisogna far dialogare tra loro le associazioni giovanili, of-

frendo loro un centro ricreativo comunale. I due non hanno voluto etichette di appartenenza a questa o a quella corrente. Però Scacco ha sostenuto Civati alle primarie nazionali, mentre Schiavo stava con Cuperlo. Archiviata la parentesi primarie, ora il gruppo fa quadrato intorno alla candidatura di Schiavo per conservare la poltrona di sindaco anche per i prossimi cinque anni.

Il coordinatore Pierantonio Maschi: “manteniamo un atteggiamento coerente” Il centrodestra unito lavora alla squadra e ai candidati PER RICONQUISTARE IL MUNICIPIO

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entre il centrosinistra ha scelto il suo candidato a sindaco, sono iniziate le consultazioni anche all’interno del centrodestra. Ma quale centrodestra? Domanda legittima visto le recenti scissioni all’interno della coalizione tra Forza Italia che fa riferimento a Silvio Berlusconi e il Nuovo Centro Destra che fa capo ad Angelino Alfano. “Alle ultime elezioni ci siamo presentati uniti. E così faremo il 25 maggio. – afferma

Pierantonio Maschi, coordinatore del centrodestra e capogruppo in consiglio comunale della lista “Cadoneghe per la libertà –Lega Nord – a Liga Veneta”. Ci è sembrato, e ci pare tuttora, un atteggiamento di coerenza e rispetto verso quanti ci hanno votato. Ho avuto, tra l’altro, il mandato di coordinamento tra queste due anime, proprio nel segno dell’unitarietà. Stiamo facendo consultazioni varie e, a breve, usciremo con indicazioni e nomi.

Ma a oggi è prematuro e, mi ripeto, azzardato e irrispettoso nei confronti dell’elettorato”. Ma qual è l’identikit del candidato ideale? “Dovranno essere svolte una serie di valutazioni, ma non è matematico che il candidato perfetto sia quello che, per esempio, ha assunto vari incarichi all’interno del gruppo politico. Ci vogliono capacità organizzative, ma anche di mediazione e, prima di tutto, un dialogo costante con la gente”. N.M.

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10 Cadoneghe Istruzione Dal prossimo anno scolastico entra in vigore il tempo prolungato

Nuovi orari e lavagne hi-tech

Donate alla scuola media “Don Milani” due postazioni multimediali da settembre l’indirizzo musicale di Nicoletta Masetto

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uovi orari e lavagne multimediali. Queste alcune delle novità sui banchi di scuola. Le lavagne sono già arrivate, mentre i nuovi orari saranno a partire dal prossimo anno scolastico. Partendo dall’orario a Cadoneghe, ma anche a Limena, alla scuola media Don Milani sarà possibile iscrivere i propri figli

Introdotto anche il registro elettronico grazie al quale sarà possibile seguire le attività all’orario a tempo prolungato con il sabato libero. Questo sarà valido solo per le prime medie. L’orario cerca di andare incontro alla domande di alcune famiglie ed è in linea con quanto avviene, ad esempio, in Europa. Come sarà articolato il nuovo orario? A fianco delle classi a tempo normale (con 30 ore di scuola spalmate su 6 giorni a settimana) saranno introdotte (se le iscrizioni saranno

sufficienti) classi a tempo prolungato, a settimana corta, con quattro rientri fino alle 15.35, il servizio mensa e il venerdì fino alle 13. Il sabato quindi sarà libero. Questo l’orario già stabilito a Cadoneghe. Ci sono poi altre tre novità previste alla media di Cadoneghe. Due saranno a partire da settembre: gli alunni avranno la possibilità di richiedere un corso a indirizzo musicale; sarà attivo anche il registro elettronico, grazie al quale i genitori potranno, con il servizio on-line, seguire le attività scolastiche dei propri figli. La terza novità riguarda due lavagne interattive multimediali regalate, nei giorni scorsi, alla scuola media. A donarle il centro fisioterapico GVDR e Bernardinello Spa (leader mondiale nella potabilizzazione delle acque). Le due lavagne multimediali si andranno ad aggiungere alla dotazione tecnica dell’istituto. I rappresentanti delle due aziende, il dottor Nicolazzi per Bernardinello (primo a sinistra nella foto) e il dott. Caraccio per GVDR, si sono incontrati con il sindaco Mirco Gastaldon,

L’incontro a scuola per la consegna delle lavagne l’assessore alle Attività produttive Michele Schiavo e la preside Annelise Squizzato. Nei prossimi giorni le due lavagne multimediali saranno installate nella scuola. “Ancora una volta il mondo delle aziende partecipa alle attività di promozione sociale e culturale del Comune – ha detto il sindaco –. Un segno particolarmente apprezzabile in questi tempi di ristrettezze

economiche, che dimostra grande sensibilità e attaccamento ai valori di appartenenza al territorio”. Restando in tema l’Unione dei Comuni del Medio Brenta emana un bando per l’assegnazione di contributi straordinari alle famiglie di bambini frequentanti scuole dell’infanzia paritarie. Ne beneficeranno i nuclei con reddito familiare basso, tutte le informazioni vengono date in Municipio.

NEWS Finalmente apre il cantiere

isolamento finito per via cavalieri

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inalmente una via d’uscita per una strada bloccata da quindici anni. Ha infatti aperto i battenti il cantiere che consentirà a via Cavalieri di Vittorio Veneto di collegarsi con via Silvestri, passando sotto la tangenziale. Il cartello di inizio lavori è stato affisso nei giorni scorsi. L’opera è rimasta bloccata almeno per tre lustri. Motivo? Il demanio non aveva mai concesso di passare sotto la SR308. I lavori dovrebbero durare tre mesi. Il costo previsto è di 280 mila euro. “L’obiettivo principale è quello di riuscire a dare una risposta concreta ai problemi di viabilità e sicurezza ambientale del quartiere Sauro – ha sottolineato l’assessore ai Lavori pubblici, Silvio Cecchinato–. Tale opera, poi, potrebbe tradursi in una risposta urbanistica più ampia, in passato auspicata e anche delineata, ma che poi non è mai stata di fatto concretizzata”. L’assessore si riferisce al prolungamento di via Colombo e via Conche, all’attraversamento di via Augusta, fino a congiungersi con via Palladio e, da qui, a via Cavalieri di Vittorio Veneto. In questo modo potrebbe diventare l’asse alternativo alle congestionate vie Gramsci, Matteotti e Garibaldi. N.M.

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a sempre a Cadoneghe le percentuali di raccolta differenziata da avviare a riciclo sono ottime. Addirittura tra le più alte com’è capitato più volte. I cittadini si sono dimostrati talmente sensibili, attenti e puntuali da far meritare anche il primo posto nella classifica dei Comuni ricicloni. I residenti hanno dimostrato, inoltre, di gradire, e dunque utilizzare, anche alcune delle novità introdotte negli ultimi mesi. Tra queste il maggior numero di campane per la carta voluto proprio per venire incontro alal differenziazione che parte già entro le mura di casa. Quindi, l’avvio sperimentale di un press container per la plastica, che, schiacciata, riempie meno i bidoni, con conseguente minor numero di svuotamenti e di costi. Non tutti i cittadini, però, sono rispettosi e virtuoso. Più volte è capitato agli operatori, ma non solo, di verificare che non si è ancora estinta l’abitudine di abbandonare i rifiuti fuori dai bidoni, dalle piazzole o dagli ecocentri, gettandoli più spesso lungo le strade, i fossati, le aree abbandonate. Così come sono ancora molti quanti conferiscono i rifiuti nei bidoni sbagliati. Ci sono poi famiglie che non hanno mai utilizzato, ad esempio, l’ecocard, che apre i press container del secco. L’amministrazione è costantemente impegnata per verificare dove viene gettato, a questo punto. “Ormai per tradizione il fatto che il nostro Comune ha le percentuali di differenziata fra le più alte del Veneto. Una percentuale si è stabilmente consolidata al 75 per cento” ha più volte sottolineato l’assessore

Si arrichisce il servizio di raccolta differenziata all’Ambiente, Michele Schiavo. Ma ciò evidentemente non basta. Anche negli ultimi mesi si è riscontrato un certo aumento del rifiuto abbandonato e questo finisce con il penalizzare la qualità della differenziata. “Certamente si tratta di un comportamento di pochi (e fra l’altro, come riscontrato in passato, si tratta talvolta di non residenti) e, come da regolamento d’igiene ambientale, spetta alla polizia locale effettuare i controlli. Ciò non significa ovviamente che le pattuglie di vigili siano stabilmente e regolarmente destinate a tale controllo. Siccome non tutte le isole ecologiche sono controllate da telecamere, nel corso dell’anno prossimo abbiamo già stabilito di installarne altre”. N.M.


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12 Vigodarzere Il caso Il passaggio pedonale viene usato ogni giorno da centinaia di persone

Chiude la passerella sul Brenta

I servizi durante la chiurusa

bus navetta e tariffe urbane tra le soluzioni

La struttura mostra segni di cedimento, non sono mancate lamentele per l’interruzione che provoca disagi alle famiglie

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di Nicoletta Masetto

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al 3 marzo è chiusa la passerella ciclopedonale “Benetti”. La passerella collega Cadoneghe con Torre, passando sopra al il fiume Brenta. Si tratta di una scorciatoia utilizzata tutti i giorni da centinaia di persone a piedi, in bici e in motorino. L’anno scorso era stato realizzato un piccolo intervento. A maggio, infatti, venne chiusa un paio di giorni perché si verificò un cedimento, al quale si tamponò con la sostituzione dei giunti che si erano usurati. Quest’anno, finalmente, i lavori potranno renderla sicura, del tutto e in maniera definitiva. La decisione ha suscitato polemiche, in particolare sui social network. La lamentela ricorrente è: “perché non pensare all’esecuzione dei lavori magari dopo la chiusura delle scuole?”. E ancora: “possibile che la procedura di progettazione e assegnazione del lavoro di revisione e riaggiornamento del piano di calpestio, da maggio 2013, si sia protratta per ulteriori novi mesi?”. Inoltre chi osserva che: “nel mese di luglio le scuole sono terminate e molti, anziché prendere l’auto, usano scooter o bicicletta per andare al lavoro. Tutti quelli che ora non potranno attraversare la passerella, si dovranno recare in città con i mezzi propri o con i mezzi pubblici, già pieni e non proprio frequentissimi. Questo si traduce in un notevole aumento di traffico”. La passerella si è usurata sia a causa delle intemperie che del transito incessante. A disposizione ci sono 52 mila euro

La passerella sul Brenta che collega Cadoneghe a Torre, in territorio padovano che serviranno a rifare il piano pedonale, dopo aver rimosso la vecchia copertura in gomma danneggiata che favoriva il ristagno d’acqua piovana, rendendola scivolosa. Sarà costituito con un grigliato zincato a caldo, antitacco, antiscivolo, antipanico e antigelo. Interamente rimessa a nuovo anche la carpenteria metallica di supporto. Per consentire l’esecuzione dei lavori la passerella dovrà rimanere chiusa per quattro settimane. Com’è ovvio i disagi andranno inevitabilmente a ricadere sui pendolari che la attraversano nelle due direzioni. In particolare, sono numerosi gli alunni di Torre che vanno a scuola a Cadoneghe e dovranno modificare completamente il percorso per arrivare a scuola in auto facendo il giro da

Pontevigodarzere e Castagnara, intasati di traffico soprattutto nelle ore di punta. Oltre agli alunni, tra i pendolari sono numerosi quanti abitano, ad esempio, in un Comune e lavorano nell’altro; altri pendolari si recano al di là del Brenta per prendere l’autobus 22 e, in questo modo, arrivare in città senza dover cambiare dal bus al tram. Non sarà facile per tante persone dover cambiare non solo riguardo alla sveglia, ma anche al mezzo di spostamento visto che sono in tanti quelli che percorrono la passerella a piedi, in bici o in moto. Alla fine, se tutto va bene, ci vorrà almeno una mezz’ora, dovuta al transito a Castagnara, anziché gli abituali cinque minuti.

er venire incontro alle esigenze dei pendolari che ogni giorno la attraversano nelle due direzioni, il Comune di Cadoneghe ha raggiunto un accordo con Aps in base al quale per tutto il periodo dei lavori sarà possibile equiparare l’abbonamento suburbano con quello urbano. Ciò significa che chi fra gli abbonati sarà costretto dalla chiusura della passerella a utilizzare la linea 4 da Cadoneghe per “aggirare” l’assenza del collegamento ciclopedonale potrà farlo senza spendere nulla in più rispetto al normale abbonamento urbano vigente da Torre. Il Comune ha pensato anche a chi non dispone di abbonamenti per i mezzi pubblici. “Grazie all’intervento di alcuni privati, che l’amministrazione comunale ringrazia, – spiega il sindaco Mirco Gastaldon – verrà istituito un bus navetta gratuito che ogni mattina farà servizio da piazza S. Andrea (di fronte alla chiesa) verso la Castagnara e il capolinea del tram, per poi raggiungere, per chi ne ha necessità, la prima fermata del bus 22 in via Guido Reni. Le corse quotidiane della navetta – che sarà in servizio dal lunedì al venerdì – saranno due, la prima alle 7 e la seconda alle 7,35. Ogni bus navetta dispone di 20 posti. Per il sabato e la domenica, giornate di minor traffico, resterà valida l’opzione del bus numero 4”. N.M.



14 Vigodarzere L’allarme Il Comune intende installare delle telecamere di videosorveglianza

I predoni del rame frugano fra le tombe di Nicoletta Masetto

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rima nei cantieri edili e, ora, dovunque capiti, persino in cimitero. Il rame è uno degli oggetti di furto che, purtroppo, continua ancora a far gola ai malviventi. Tanto che non hanno esitato, com’è accaduto nei giorni scorsi, a prendere di mira addirittura un camposanto, in questo caso quello della frazione di Tavo di Vigodarzere. I ladri sono saliti sul tetto e hanno spostato il rame presente sulla copertura. Non contenti se la son presa con le tombe: hanno scoperchiato e divelto lapidi prelevando tutti gli oggetti o le finiture in rame presenti. Sarà la Guardia di Finanza a fare le indagini per identificare i responsabili e accertare dov’è finito il rame portato via dalle tombe. I carabinieri stanno attendendo i risultati della ricerca di tracce, impronte e dna sui reperti trovati sopra il tetto del cimitero di Tavo di Vigodarzere. I ladri che hanno asportato 45 metri quadrati di copertura di rame, probabilmente disturbati dal passaggio di qualcuno, hanno infatti abbandonato alla rinfusa sul tetto alcuni attrezzi da lavoro, poi recuperati dal Reparto scientifico.

L’assessore Demetrio Zattarin “al posto del rame materiale meno appetibile” I malviventi hanno, inoltre, distrutto alcune lapidi e hanno aperto una bara e una cassettina-ossario. Mentre proseguono le indagini, sono rimasti comunque il danno oltre all’esigenza di ripristinare le tombe e riparare le lapidi danneggiate. Per affrontare la questione la giunta comunale si è riunita in seduta straordinaria. “Abbiamo fatto anche una prima stima: – affermano gli amministratori – i danni ammontano a circa 12 mila euro”. A interessarsi, in prima persona, alla vicenda l’assessore ai Lavori pubblici, Demetrio Zattarin. Nella frazione di Tavo ci è nato e in quel cimitero ci sono sepolti anche alcuni suoi congiunti. “I ladri hanno asportato oltre 40 metri quadrati di copertura in rame che ci siamo trovati costretti a sostituire con materiale meno costoso – ha dichiarato Zattarin - tra questi alluminio colaminato o lamiera preverniciata. Occorrerà poi aggiustare il cancello laterale, anch’esso preso di mira dai ladri e manomesso”. Sul tavolo, anche la questione del ripristino dei loculi. In molti casi sono stati staccati portafotografie, vasi e lanterne votive, quando non sono andati interamente distrutti, dopo che è stata divelta e spezzata la lapide in marmo. “La polizza assicurativa del Comune copre le lastre di marmo che, saranno ricollocate. Ѐ E’ stato fatto poi il punto con i parenti dei defunti

Ingenti i danni al cimitero di Tavo, i familiari dei defunti dovranno affrontare spese

L’ingresso al cimitero di Tavo, preso di mira dai ladri di rame, notevoli i danni provocati alle tombe, ora l’amministrazione rafforza la sorveglianza e i controlli

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per affrontare, nello specifico, l’altra questione, quella del ripristino di foto, vasi, lanterne e scritte. Sono stati recuperati e possono essere riutilizzati, a meno che le famiglie non decidano diversamente. Ѐ Ovvio che questo intervento sarà a carico dei famigliari. In ogni caso, se ci dovessero essere segnalate difficoltà economiche, il Comune si farà compartecipe delle spese. Se infatti una lastra può costare 50 euro, i decori arrivano a costare dieci volte di più”. L’amministrazione chiederà all’Unione del Medio Brenta un preventivo per installare delle telecamere di sorveglianza attorno ai quattro cimiteri del paese: si valuteranno poi costi e benefici. Nell’immediato è stato chiesto alla Polizia locale di concludere i turni serali con dei giri di pattugliamento in prossimità dei cimiteri.

FOCUS Interviene anche il Prefetto

“Collaborazione per i controlli”

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ulla vicenda dei furti di rame e sulla profanazione delle tombe nel cimitero di Tavo di Vigodarzere, è intervento anche il nuovo Prefetto, Patrizia Impresa, nel corso di uno degli ultimi incontri con i sindaci. “Per quanto riguarda i raid finalizzati a rubare il rame - ha commentato il prefetto Impresa - è chiaro che si tratta di eventi che hanno una connotazione a livello europeo perché siamo di fronte a una vera e propria filiera di questo metallo che è diventato prezioso. È deplorevole che i furti avvengano nei cimiteri, luoghi che meritano rispetto”. “La questione – ha proseguito il Prefetto – non si risolve costringendo le bande a spostarsi di una via o di un Comune, ma con soluzioni per l’intero territorio padovano. Finora servizi mirati in città e in provincia hanno dato buoni risultati, ma adesso è necessario creare anche una sorta di “cintura di sicurezza”, nell’area che circonda il capoluogo. Tutte le forze dell’ordine verranno schierate e lavoreranno coordinate da me a stretto contatto fra loro, e d’intesa anche con gli amministratori”. N.M.


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PROVINCIA PADOVA

La manifestazione nella capitale Folta la delegazione dei padovani

A Roma mille imprese “così dobbiamo chiudere” Oltre 60 mila imprenditori sono scesi in piazza per ribadire che tasse e burocrazia li soffocano di Martina Celegato

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iù di mille sono state le imprese venete che hanno preso parte alla manifestazione a Roma per far sentire la propria voce nella capitale. Una voce straziata dalla crisi che negli ultimi mesi e settimane non ha mancato di scene disperate che ancora di più hanno dimostrano la profondità della crisi che, a poco a poco, sta distruggendo le realtà imprenditoriali del nord est. Una manifestazione, quella dello scorso febbraio, organizzata da Confartigianato UPA, Ascom Confcommercio, Cna, Confesercenti e Casartigiani le grandi associazioni di rappresentanza nazionale che meglio si sono insediate nella realtà padovana dimostrandone la forza e l’importanza a livello non solo italiano ma anche internazionale. Al grido di “Senza impresa non c’è Italia” i piccoli imprenditori, artigiani e commercianti sono andati a portare la loro voce fra le vie di Roma ribadendo la loro importanza per la crescita del Paese che si trova ad affrontare, come affermano i portavoce, una sorta di forzatura da parte delle istituzioni che, invece di facilitare i processi di crescita ed investimenti, si accaniscono rendendo troppo difficoltose le procedure per la creazione di nuove imprese, e quindi posti di lavoro, e bersagliando con tasse ed imposte le attività commerciali, già sofferenti. Ma non solo tematiche legate alla crisi sono state quelle portate all’attenzione nazionale dal folto gruppo di rappre-

sentanti di Padova. Sulla questione della sicurezza, sia dei Ascom anch’essi riconoscibili dai caschi blu e dalla casacca cittadini che dei lavoratori, si è concentrata l’attenzione dei anti tasse e dalla tenuta di gladiatori. A guidare il folto commercianti del centro storico di Padova che, nell’ultimo gruppo, Fernando Zilio, attuale presidente della Camera di periodo, si trovano ad affrontare situazioni a dir poco rischio- Commercio di Padova, il vice presidente Patrizio Bertin, il se dovute a rapine e spaccate nelle storiche vie patavine da presidente e il direttore del Centro Grossisti Alberto Ferro e sempre ricche di piccole botteghe e negozi artigianali che a Federico Barberiato. Una manifestazione, definita dagli poco a poco, causa crisi e frequenti irrustessi organizzatori come “una rivolta zioni di malviventi, stanno chiudendo i Rivolta pacifica pacifica delle imprese”, che ha raccolto battenti impoverendo non solo l’offerta con la presenza a Roma all’incirca 60 mila commercommerciale ma soprattutto il cuore del numero uno cianti e imprenditori guidata dal Nord pulsante della città. A portare a Roma della Camera di Italia (9 mila le partecipazioni registraquesta tematica è stata l’Associazione Commercio Zilio te) ma con rappresentanze di tutto il commercianti centro di Padova, già promotrice delle passeggiate solidali, che ha portato anche un bel paese, che, da Piazza del Popolo, ha chiesto a gran voce primato alla manifestazione essendo la prima associazione meno tasse e burocrazia con rispetto e compostezza che non di categoria a partecipare ad un corteo di portata na- hanno ribadito la posizione dei commercianti nei confronti zionale organizzata da Rete Imprese Italia. Una questione, del Governo e dei cambiamenti che negli ultimi anni hanno quella legata alla sicurezza, che l’associazione ha voluto messo a dura prova tutto il settore. Non sono mancati mesportare all’attenzione delle autorità per la gravità che sta saggi rivolti al nuovo premier Matteo Renzi che comunque raggiungendo nell’ultimo periodo e che sta causando danni non hanno portato tafferugli o scontri con le forze dell’ordiequiparabili alla crisi economica. ne accorse come di consueto. Una manifestazione tranquilla e civile che ha visto i Richieste concrete che non possono non arrivare all’atcommercianti del centro, riconoscibili da bandiere e cappel- tenzione delle autorità preposte che, necessariamente, non lini realizzati a tre mesi dalla fondazione dell’associazio- possono più ignorare la condizione del motore economico ne, affiancati ai navigati rappresentanti di Confesercenti e dell’Italia.

Triste primato dei suicidi

un numero verde per un primo aiuto

U

n triste primato, quello detenuto dalla provincia di Padova, che conta il maggior numero di suicidi da quando la crisi ha cominciato a mettere a dura prova l’economia locale e le piccole medie imprese, che ne sono le fondamenta. I recenti suicidi hanno portato alla luce una situazione ancora drammatica per l’economica locale che non cessa di dimostrarsi in tutta la sua tragicità.Una situazione che ha portato ad istituire un numero verde anti suicidi che, a conferma del dato precedente, riceve il maggior numero di chiamate provenienti dalle provincie di Padova e Vicenza. All’800 33434 in 19 mesi sono arrivate 1.137 chiamate frutto della disperazione di imprenditori soprattutto veneti (poco più di un centinaio le chiamate da fuori regione) che hanno ricevuto supporto e sono stati accompagnati in un percorso verso la serenità. M.C.

LA DINAMICA DELLE IMPRESE NONOSTANTE TUTTO C’E’ CHI CI CREDE

L

a situazione di crisi è senza dubbio drammatica come dimostrano molti casi di cronaca locale che negli ultimi mesi hanno popolato le pagine di giornali la situazione economica padovana sembra essere in ripresa come dimostrano i dati dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Padova. Numeri alla mano la provincia con 13.431 unità, di cui 9.836 sono sedi legali e 3.595 unità locali (sedi secondarie, negozi, depositi) si posiziona al 22 esimo posto in Italia per numero di imprese del settore e al secondo in Veneto solo dopo Venezia. A seguire si posizionano Verona, Treviso e Vicenza. I segnali di ripresa sono evidenti se si confrontano con quelli degli anni precedenti. Ben 162 attività commerciali in più rispetto al 2011 con un aumento del 1,2% percentuale ben superiore a quella nazionale e veneta pari

a +0,1%. Una crescita dovuta anche all’aumento di imprese che investono nel commercio elettronico, +9,4%, dimostrando ancora una volta quanto sia fondamentale puntare in tale direzione non solo per prodotti tecnologici ma anche per tutte le altre categorie merceologiche. Oggetto dell’e-commerce infatti non solo prodotti tecnologici ma anche abbigliamento, alimentari regionali tipici, prodotti informatici e relativi alle telecomunicazioni. Tra il 2012 e 2013 è aumentata anche la presenza di imprese a maggioranza extracomunitaria, passate da 7 a 77, che vedono la loro attività concentrarsi in particolari tipologie commerciali come distributori automatici, abbigliamento, ambulanti alimentali e ambulanti della moda. Un quadro che lascia ben sperare in una ripresa ancor più notevole nel 2014. M.C.

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Spazi Spazi Aperti aperti 19 13 La proposta di Legambiente Secondo Lorenzo Cabrelle del direttivo la soluzione è quella di modificare la destinazione d’uso

“Piazzale Boschetti nuova area verde” L’ex stazione delle corriere di Padova potrebbe essere punto di collegamento con l’area monumentale degli Scrovegni

Trasferito il progetto dell’auditorium l’associazione punta all’ambiente

di Emanuele Masiero

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a prossima sfida di Legambiente? Rendere Padova una città sostenibile. A partire dagli spazi verdi, ma in generale stando molto più attenti alla gestione del tessuto urbano e visto il periodo elettorale il primo appello è andato ai candidati sindaci. Con una cartolina molto eloquente, Legambiente ha esortato gli sfidanti in lizza per la poltrona di primo cittadino, ad avere cura di Padova con uno slogan che non lascia spazio a dubbi: “Via le mani dalla città, salviamo il paesaggio”. Proprio in questi giorni, si sta consumando un dibattito acceso sulle sorti dell’ex stazione delle corriere di Padova. Un’area di grandi dimensioni situata nel cuore di Padova a ridosso del principale corso d’acqua e dei giardini dell’Arena. La proposta di Legambiente è chiaramente quella di trasformare piazzale Boschetti in un’area verde. “Le ultime esternazioni del presidente della Provincia Barbara Degani parlano della volontà di contestare il contratto di permuta, stipulato nel 2007 – ha commentato Lorenzo Cabrelle del Direttivo Legambiente Padova - in ragione di questo contratto la Provincia ha ceduto al Comune l’area di piazzale Boschetti ricevendo in cambio, senza alcun conguaglio, una potenzialità edificatoria di

40.000 metri cubi all’interno del PP1 (piano di trasformazione urbanistica dell’area dell’ex gasometro tra via Valeri e via Trieste)”. Le prime ipotesi, già tramontate a causa di una serie di imprevisti, prevedevano una torre di oltre cento metri e una doppia schiera di ville urbane oppure un auditorium. Ma le proposte non hanno preso vita e Provincia e Comune si sono ritrovati con due aree edificabili da riprogettare. “Tra i rappresentanti delle due amministrazioni sono iniziate delle accuse reciproche, attraverso esternazioni che tradiscono più la volontà di alimentare la competizione politica che non quella di ricercare assieme una soluzione che garantisca il migliore assetto urbanistico delle due aree, nell’interesse della città e dei suoi abitanti – ha continuato Cabrelle - La proposta della Degani di rientrare in possesso dell’area Boschetti per destinarla a parco è senza dubbio interessante. Peraltro anche il sindaco reggente Ivo Rossi, quando ha deciso di trasferire altrove l’Auditorium, aveva indicato nella sistemazione a parco la futura destinazione dell’area, pur non rinunciando a realizzare una certa volumetria a ridosso dei due edifici esistenti”.

UN LAvORO PER 135 DISOCCUPATI

1

35 disoccupati avranno di nuovo un lavoro, coinvolgendo 48 Comuni della bassa padovana, Regione Veneto, Fondo Straordinario di Solidarietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Padova Tre, Confcooperative e Consorzio Padova Sud, per un finanziamento complessivo che si avvicina al milione di euro. Un progetto importante che ha preso forma grazie alla scelta di elaborare una proposta unitaria per reperire i fondi necessari e inserire il maggior numero di persone. Una scelta attuata con la cabina di regia del Consorzio Padova Sud, un ente che si occupa principalmente di gestione rifiuti e tematiche ambientali. La Regione Veneto ha stanziato 5 milioni di euro per finanziare un’iniziativa finalizzata a dare una risposta lavorativa alle persone senza occupazione e senza la tutela degli ammortizzatori sociali, dando la possibilità a gli over 35 disoccupati di beneficiare di questi finanziamenti. Sono molteplici le figure che hanno permesso la realizzazione di questo progetto: la Regione Veneto che ha finanziato il progetto con 296.125 euro per i Comuni sopra i 5.000 abitanti, la Fondazione Cariparo che con il contributo di 250.000 euro ha permesso anche ai piccoli comuni di partecipare al progetto, Padova Tre che ha contribuito per 200.000 euro ed infine il contributo importante dei Comuni pari a 191.228 euro per un ammontare finale complessivo di 937.353 euro. “Grazie a questi finanziamenti sarà possibile assumere nel corso del 2014, nel-

La vasta zona di piazzale Boschetti, ora si parla di una sua riconversione da zona urbanistca a parco cittadino

Il problema sembra essere proprio la capacità edificatoria delle due aree di proprietà del Comune e della Provincia. La soluzione non può essere la revoca del contratto di permuta perchè il presidente della Provincia si troverebbe nella stessa situazione del sindaco reggente di dover giustificare la rinuncia al valore immobiliare dell’area qualora decidesse di attrezzarla a parco. Ma mentre il Comune può decidere di spostare la capacità edificatoria di piazzale Boschetti altrove, risolvendo così l’aspetto economico della diversa destinazione d’uso, ciò non è possibile per la Provincia, che rischia di essere imputata di danno patrimoniale qualora dovesse rinunciare al proprio volume edificabile. Per Legambiente la soluzione più logica va in di-

rezione del rispetto per l’ambiente. “Proponiamo una variante urbanistica che preveda la destinazione a verde pubblico dell’area di piazzale Boschetti – ha spiegato Cabrelle – in questo modo si risolvono, per entrambe le amministrazioni, gli aspetti patrimoniali relativi alle volumetrie soppresse. Un punto fermo deve rimanere la vocazione culturale di questo brano della città, dove l’area a verde di piazzale Boschetti deve essere collegata ai giardini dell’arena e rappresentare la porta verde di accesso all’area monumentale della cappella degli Scrovegni e del complesso degli Eremitani, nonché del percorso culturale che si sviluppa verso il centro Altinate S. Gaetano e verso le basiliche del Santo e di Santa Giustina”.

RISTORANTE•PIZZERIA•BAR

Nuova apertura a Vigodarzere

le varie cooperative presenti nel territorio, 135 persone disoccupate, per un periodo di 6 mesi per 16 ore settimanali – ha spiegato Stefano Tromboni, Direttore del Consorzio Padova Sud - Questo reinserimento nel mondo lavorativo darà a queste persone la possibilità di confrontarsi con un modo di lavorare differente dal loro, relazionandosi con soggetti diversi per rimettersi in gioco. I 48 comuni coinvolti avranno a disposizione nuova forza lavoro che potrà essere impiegata nelle biblioteche o nei musei, svolgere attività amministrative, di assistenza ai convegni, di supporto scolastico e assistenza agli anziani o saranno coinvolti in altri servizi a beneficio del cittadino come interventi di igiene urbana, pulizia del territorio o giardinaggio di aree pubbliche”. E.M.

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IL VENETO

in PRIMO PIANO

Inchiesta Lino Busato, psicologo e psicoterapeuta, Tommaso Palumbo, dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto, ne illustrano le caratteristiche

Cyberbullismo, i giovani e le insidie della rete

di Ornella Jovane

“G

li atti di prepotenza e le forme di comporta- proprio dall’anonimato, si trasformino e diano il peggio mento aggressivo che si esercitano nel web di sè”. possono creare danni enormi sugli adolescenti Ma, forse, il peggiore dei connotati che si possono che le subiscono perché si sentono fragili, soli e indifesi attribuire al cyberbullismo è la disumanizzazione dell’atto proprio in quel mondo virtuale nel quale si erano rifugiati. stesso. Incapaci di affrontare la minaccia o, nei casi più gravi la “Se nella realtà - esemplifica lo psicoterapeuta - fra persecuzione, vivono con disperazione l’umiliazione della gli spettatori che assistono ad un atto di prepotenza o di vessazione che si traduce in pensieri tormentati, difficoltà violenza ad un certo punto c’è chi interviene per fermare esistenziale ed incapacità di trovare una via di uscita”. lo scempio, nella rete manca il ritorno empatico, si assiste Il bullismo informatico e le nefaste conseguenze “passivi” come se si stesse vedendo un film, senza che che può avere sulla vita dei ragazzi è un tema di gran- nessuno intervenga”. de attualità che la cronaca ha recentemente richiamato “I social network - commenta Busato - sono una inteall’attenzione dei media con il caso della ragazza di Cit- ressante forma di partecipazione e di comunicazione che tadella che si è tolta la vita lanciandosi dall’ultimo piano tuttavia va utilizzata con responsabilità. Fondamentale da di un albergo, spinta a suicidarsi dalle offese di probabili questo punto di vista è il ruolo degli adulti che devono, sencoetanei sul sito web Ask.fm. Quali sono le caratteristiche za remore e con autorevolezza, lavorare sull’educazione del bullismo informatico, quali le degli adolescenti”. In che modo? conseguenze e come difendersi dagli Un atteggiamento “Rendendo - risponde concluimbarazzante attacchi on-line? dendo Busato - i giovani consape“Il cyberbullismo - risponde Lino si può trasformare voli di rischi e pericoli della rete, Busato, psicologo e psicoterapeuta in video che sviluppando nei nostri ragazzi il - ha delle specifiche caratteristiche si ricorderà all’infinito senso critico per attrezzarli a saper che rendono, rispetto al bullismo distinguere tra il bene e il male. nella vita reale, ancora più disastrose le conseguenze. Non è un compito facile nè circoscritto alle occasioni ma un Innanzitutto è sufficiente un singolo episodio per procurare lavoro che si deve svolgere nei tempi lunghi, sin dalla scuodanni enormi nei confronti della vittima. Un atteggiamento la primaria. E’ fondamentale il passaggio dell’educazione imbarazzante, colto magari occasionalmente durante una socioaffettiva, insegnare cioè ai bambini a stare insieme, festa, si può trasformare in un video scomodo o umiliante educarli all’accettazione dell’altro, al rispetto dell’altro e a che postato, sui social network, apre ad una vetrina ster- vedere e sentire le sofferenze e le emozioni di chi ci sta minata di testimoni. L’umiliazione sarà dilagante anche nel di fronte”. tempo. Il fatto in sè non è circoscritto al momento in cui “Comportamenti basati su forme di prepotenza eserciaccade, ma disponibile 24 ore su 24 nel web. La vittima tate da uno o più soggetti su un minore, ovvero i cosiddetti dell’aggressione subisce l’umiliazione e, nei casi più gravi, atti di bullismo legati all’età, ci sono sempre stati. Ciò che la persecuzione senza tregua, che si dilata all’infinito nello è cambiato, nella rete, non è tanto l’impatto in termini spazio e nel tempo”. quantitativi del fenomeno quanto, piuttosto, il grado di “L’anonimato dietro cui si può tranquillamente na- percezione dello stesso e soprattutto la gravità dell’effetto scondere il “carnefice” è un’altra delle caratteristiche del provocato su chi lo subisce”. Tommaso Palumbo, primo cyberbullismo - prosegue Busato - che spiazza e inquieta la dirigente della Polizia di Stato, dirigente del Compartimenvittima. Accade che ragazzi che nella vita reale non avreb- to Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto, è bero mai comportamenti discutibili, nel web, incoraggiati impegnato in iniziative di sensibilizzazione ed informazio-

In alto Lino Busato, psicologo e psicoterapeuta, sotto Tommaso Palumbo, dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto

ne rivolte ai giovani e agli adulti, genitori ed educatori, sul ficazione della vittima”. tema dei social network, della navigazione sicura e sui “Nei nostri uffici – racconta – giungono genitori che pericoli, più o meno nascosti, della rete. richiedono di oscurare video o rimuovere foto e messag“Un tempo – spiega – ci si muoveva in modo sponta- gi mortificanti per i propri figli. Va precisato tuttavia che neo, oggi l’attività in chiave di prevenzione è strutturata e l’operazione richiede il necessario intervento dell’Autorità progettata. La Polizia Postale e la Polizia di Stato si muove giudiziaria e non sempre è agevole e scontata. Senza conin team con il Dipartimento di Pubblica sicurezza del Mi- tare il fatto che, nel tempo di permanenza in rete, video, nistero dell’Interno, col Miur e in partnership con le stesse foto e messaggi possono essere scaricati e i fruitori si molaziende che offrono servizi per la navigazione in internet”. tiplicano a dismisura”. Rivolge l’attenzione in modo specifico al mondo dei Ci sono poi da tener presente le conseguenze legali e social network il progetto itinerante “Una vita da social” penali causate dalla richiesta di rimozione o oscuramento che la Polizia Postale e la Polizia di Stato stanno portando di materiali da internet, dal momento in cui si decide di sul territorio. “Ci muoviamo con un trak attrezzato con fare ricorso alle autorità giudiziarie. aula multimediale – spiega il primo dirigente – nel quale Insomma quella che nella vita reale può essere conorganizziamo incontri con gli studenti e la cittadinanza. siderata una ragazzata, legata alle intemperanze dell’età La presenza di testimonial, personaggi famosi del mon- e catalogata come un comportamento tipico adolescendo dello sport, della cultura e dello ziale, da punire ma nell’ambito spettacolo vicini ai giovani, aiutano Quello che nella vita ristretto della famiglia o comunque a veicolare in modo ancora più reale è una del contesto nel quale si consuma, efficace i messaggi “educativi e “ragazzata” nella rete e tuttavia con una buona dose di informativi” che andiamo portando può diventare un tolleranza, nella rete può diventare reato perseguibile in giro per le città”. facilmente un reato perseguibile. Le tappe venete del percorso “Le nuove tecnologie – fa ositinerante sono programmate per il prossimo 14 aprile a servare il dirigente di Polizia postale - che hanno potenPadova e il 15 a Venezia. zialità enormi, possono perciò diventare insidiose in caso Ed è proprio la tematica dei social network che richia- di comportamenti “insani”, come appunto gli atti di bullima la maggiore attenzione e soprattutto invita a tenere smo, che, se nella vita reale abbiamo imparato ad arginaalta la guardia nell’ambito degli incontri a rischio cyber re, non siamo ancora in grado di gestire con padronanza bullismo. nel web, soprattutto perché non abbiamo ancora fatto gli “La maggiore differenza tra un atto di bullismo nella anticorpi per tenere sotto controllo le conseguenze, che a vita reale e uno subito nella rete – spiega Palumbo – è volte possono essere davvero dolorose”. l’enorme risonanza che quello informatico riesce ad avere, L’unico fronte sul quale si può lavorare con profitto per la possibilità, che offre il web, di moltiplicare all’in- rimane dunque quello della prevenzione. finito i testimoni e l’atto stesso. Una scena di violenza “I figli – conclude Tommaso Palumbo - vanno seguiti, ripresa dallo smartphone – non necessariamente da un ancora prima che nella rete, nella vita reale: vanno responamico o conoscente della vittima che subisce ma anche da sabilizzati ed educati ai valori e al rispetto dell’altro. Vanno una persona sconosciuta che si trova per caso ad assistere sensibilizzati e va insegnato loro che ogni azione che comall’atto di bullismo – una volta postata su Facebook o piono nei confronti degli altri ha delle conseguenze delle su WhatsApp avrà una platea sterminata di visitatori. E quali sono essi stessi responsabili e di cui sono chiamati a questo con la conseguenza di aumentare lo stato di morti- rispondere”.

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Il Veneto in primo piano 11 21 Il saggio”Il profumo dei limoni Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” di don Jonah Lynch

Dall’illusione di essere ovunque al rischio di distacco dal mondo reale di Ornella Jovane

I

l profumo intenso dei limoni, il ruvido della buccia gialla, il loro sapore asprigno. Tatto, olfatto e gusto: sono i tre sensi stimolati dalla vista delle piante che si affacciano nel giardino, verso il quale casualmente lo sguardo si rivolge. La realtà in tutta la sua pienezza non può essere vissuta nella rete: tre quinti di essa, tre dei cinque sensi, non viene percepita. E’ questa la premessa che ha ispirato “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” il saggio pubblicato da don Jonah Lynch nel 2011 e che tutt’ora ispira il vicerettore del seminario della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo a Roma negli incontri con i genitori e docenti sul tema in questione. Recente, al riguardo, il suo intervento a fine febbraio a Vigonza (nel Padovano) sul tema “Io voglio educare”, un ciclo di incontri per non lasciare soli i figli (e anche i genitori) nel mondo virtuale. Nel suo libro “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” lei analizza l’orizzonte delle nuove tecnologie, ne rileva le utilità e i vantaggi ma mette in guardia anche dai limiti e dai disagi. Ci aiuta don Lynch a capire? “È bellissimo poter comunicare in tempo reale con chiunque, in qualunque parte del mondo, raggiungere agevolmente informazioni un tempo quasi introvabili. Al tempo stesso, questa quasi “onnipotenza” del web e della tecnologia in ge-

nerale è anche il suo lato insidioso: l’illusione di poter essere ovunque, poter sapere tutto e contattare chiunque. La vita digitale presenta questa illusione di illimitatezza, che può generare un distacco dal mondo in cui possiamo agire, toccare, sentire i profumi…”. La tecnologia ha avuto un impatto significativo nella vita di tutti, ma imponente in quella dei giovani, tant’è che noi adulti definiamo le nuove generazioni come “nativi digitali”. Non è che in nome di questa definizione accettiamo - noi adulti - in modo incondizionato e talvolta acritico la massiccia invadenza della dimensione virtuale nella vita dei nostri ragazzi? “Secondo lei, i nostri figli appartengono alla nostra stessa specie? Cioè, chi è nato dopo la rivoluzione tecnologica, che ha prodotto Facebook, Google e gli altri, ha la stessa natura di me e di lei? A mio parere, la natura umana più perfetta è quella di Maria, madre di Gesù. E il Concilio Vaticano II ha detto che Cristo svela l’uomo all’uomo. In Lui, cioè, impariamo chi siamo. Certamente Cristo non è stato un passo intermedio nell’evoluzione verso l’”uomo digitale”. Educare ai tempi di Facebook non è poi così semplice: gli adulti hanno gli strumenti e le conoscenze adeguate per dare ai ragazzi un’educazione idonea a sapersi gestire con autonomia e senza farsi male nella vita che sgorga in “rete”, nelle relazioni che si creano con i social

network? “Educare non è mai stato semplice. La realtà tutta mette sempre alla prova la nostra libertà. Siamo sempre liberi di scegliere di allontanarci dalla verità, da ciò che è bello e vero, ma portiamo anche le conseguenze di quelle scelte. Partecipare alla vita dei ragazzi significa partecipare alla loro giornata, interessarsi a loro, ascoltarli. Educarli vuol dire anche proporre le cose più belle che conosciamo. Se siamo convinti di ciò che diciamo, saremo credibili. In particolare, nell’educazione all’uso delle tecnologie, della rete, vale come sempre dare l’esempio. Quanti di noi adulti sanno rinunciare alle notizie sul telefonino o all’ultimo video su Facebook? Ai ragazzi che educo ho proposto il “digiuno digitale”, il fare a meno, per gran parte della giornata, degli strumenti tecnologici. Domandiamoci: utilizziamo i nostri mezzi di comunicazione, o ne siamo schiavi? Impariamo noi adulti a decidere: ora spengo il cellulare, mi concentro interamente sulla persona che è qui, davanti a me. Questa riscoperta può darci la forza di accompagnare anche i nostri ragazzi”. Si possono creare relazioni di qualità attraverso i social network? O una società iperconnessa in realtà rivela solo delle enormi solitudini, o quanto meno delle relazioni superficiali? “Senza dubbio l’”iperconnessione” può assottigliare lo spessore dei nostri rapporti, può renderli fugaci, veloci come

A lato Don Jonah Lynch sotto il suo volume “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook”

un tweet o un sms. D’altra parte, però, il web e tutto ciò che offre fa parte della realtà, il web stesso è parte della realtà. Nell’esperienza di una grande amicizia, l’altra persona diventa parte di me, in maniera così profonda che sentiamo la ristrettezza del canale digitale, che è, per sua natura, selettivo, che lascia da parte, inevitabilmente, tante sfumature della realtà”.


22 12 Il Veneto in primo piano Il docente e le nuove tecnologie. Consigli del professor Pietro Gavagnin agli educatori

“Anche gli adulti devono esserci in rete, senza paura” “Una delle vie maestre per la promozione della sicurezza on line è una combinazione equilibrata di protezione e responsabilizzazione” di Ornella Jovane

“I

l cielo in una stanza: opportunità e pericoli della rete” è il titolo emblematico di un ciclo di tre appuntamenti che iniziati il 14 marzo a Mestre, presso la scuola media “Don Milani”, proseguiranno il 27 del mese a San Donà di Piave, all’istituto “Ippolito Nievo”, e il prossimo 11 aprile a Chioggia al Galileo Galilei. Agli incontri, organizzati dal Forum provinciale associazione genitori scuola di Venezia, prenderà parte il professor Pietro Gavagnin, docente al Liceo Morin di Mestre, vincitore con il suo progetto pgava.net della sezione “docente dell’anno” al premio nazionale 2013 “Anp per l’innovazione”. Una iniziativa, giunta alla quinta edizione, che si pone come obiettivo quello di diffondere l’uso delle tecnologie informatiche nell’insegnamento. E’ lui, insegnante ed esperto di informatica, che spiega agli adulti, genitori ed educatori, come gestire il confronto con la wireless generation. Quali sono le opportunità e i pericoli della Rete per gli adolescenti?

“Di pericoli ce ne sono. Ma sono sostanzialmente gli stessi pericoli che incontriamo nella vita: quando usciamo, quando ci rapportiamo agli altri, quando manipoliano i nostri dati. L’importante è non farsi prendere dal panico perché altrimenti non lasceremo più uscire i nostri figli neppure per strada o dagli amici. Un innocuo coltello da cucina può servire per spezzettare alcuni semplici rametti di prezzemolo ma può essere anche un’arma pericolosissima! Opportunità ce ne sono molte ed anzi, oggi quando non possiamo connetterci tutti noi sentiamo come una sensazione di mancanza. Internet non solo è serbatoio quantitativamente sconfinato di conoscenza ma può essere il motore o l’occasione per instaurare nuove relazioni (pur con le dovute cautele). Se si usa con acutezza. Se si usa con competenza. Se si usa con coscienza. Se si usa con conoscenza”. Come possono i genitori “prevenire” i pericoli? “Non credo servano proibizioni (che

hanno un effetto spesso contrario). Con i giovani le figure di “mediazione” (genitori, insegnanti) devono convincersi che sia importante “esserci”, nonostante noi genitori sappiamo bene che a volte è difficile: i nostri figli devono sapere che ci siamo. Per aiutarli, per consigliarli, per indirizzarli, per proteggerli. Una delle vie maestre per la promozione della sicurezza on line è una combinazione equilibrata di protezione e responsabilizzazione”. Cosa dire ai ragazzi perché si proteggano dalle violazioni del web? “Quello che ci si sente dire quotidianamente: non “distribuire” a cuor leggero dati personali. Non accettare facilmente “amicizie” da persone che non si conoscono. Non aprire allegati o compilare e spedire form senza la consapevolezza di ciò che si sta facendo. Purtroppo però uno dei pericoli della rete che purtroppo sta diventando sempre più una moda è il Sexting (sex+texting = autoscatti in pose sexy). E qui ritorniamo al discorso di prima. Per noi adulti è necessario esserci. Ma non passivamente. Ciò a cui

Il professor Pietro Gavagnin dobbiamo tendere è una educazione, una formazione complessiva della personalità del ragazzo che serva sempre, online e offline”. Come possono gli adulti inserirsi con autorevolezza e tutelare i ragazzi dalle insidie che il web nasconde se ne sanno meno e sono meno attrezzati di loro? “Devono attrezzarsi. Ovvio. Scusi se mi ripeto ma in quell’”esserci” di cui ho parlato in precedenza ci sta dentro tutto! Lo so, può essere difficile. Ma può risultare anche divertente e…utile! Per quanto riguarda gli insegnanti ad esempio è assolutamente necessario saper usare il web, e per questo è necessario praticarlo. E’ lo stesso motivo per il quale nelle scuole professionali insegnano docenti che praticano un certo mestiere. Quando mi riferisco alla necessità di un aggiornamento serio da parte degli insegnanti non voglio sottolineare l’importanza di “contenuti” (e qui si spiega l’inutilità dei

vari corsi e progetti che l’amministrazione negli anni ha organizzato) quanto l’importanza di pratiche, di “buone” pratiche. E’ fondamentale non avere paura del mezzo, è fondamentale saperlo dominare”. E’ vero che i ragazzi temono il bullismo virtuale? In che misura? “Il bullismo è molto più diffuso offline che online ma esser vittima di cyberbullismo è un’esperienza dolorosa per la maggior parte dei ragazzi intervistati nelle indagini scientifiche che si fanno periodicamente. Per questo motivo, dati alla mano, posso confermare che il bullismo virtuale faccia male (l’85% dei giovani che l’hanno provato si sono dichiarati infastiditi o turbati) credo anche per una sensazione di solitudine e di impotenza che la vittima sente e che viene moltiplicata e amplificata dalla “solitudine” tipica del mezzo: usiamo la rete standocene da soli”.

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Anche in Italia si ricorre al ritocco estetico per apparire più giovani nella foto di Facebook

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i solito è l’impietosa videocamera del telefono o del computer, oppure è una fotografia scattata da amici e condivisa in rete. Capita di rivedersi da un’ottica diversa e, spesso, si scopre un’immagine di sé che non ci si aspetta. Doppio mento, occhiaie e qualche ruga che erano sfuggite, magari, davanti allo specchio, vengono invece alla luce con i nuovi social network e i nuovi media. E la bellezza nell’era 2.0 non fa sconti a nessuno. “Oggi si scattano foto o si girano video con maggiore frequenza rispetto al passato e ci sono quindi anche più occasione per confrontarsi con la propria immagine e con i segni del tempo - osserva Patrizia Gilardino, chirurgo plastico di Milano -. Si notano più facilmente i cambiamenti: una piccola ruga, l’occhiaia più marcata o la palpebra leggermente cadente che attribuisce un’aria stanca ci fanno vedere come effettivamente ci vedono gli altri”. Negli Stati Uniti hanno già ribattezzato la tendenza “facebook-lift”. Pur essendo difficile misurare il fenomeno, qualche segnale del diverso approccio dei pazienti c’è anche in Italia: innanzitutto “i pazienti quando

si presentano in studio hanno ben chiaro dove vogliono intervenire e cosa attenuare. Inoltre i modelli di riferimento non sono più tanto i divi del cinema o delle passerelle, come poteva essere fino a qualche tempo fa, quanto loro stessi, solamente qualche anno prima”, continua il chirurgo estetico. I social stanno diventando quindi lo specchio del tempo che passa. Cambiando così l’approccio alla chirurgia estetica. “In effetti prima ci si rivolgeva dal medico estetico in occasioni di importanti cambiamenti nella propria vita: un matrimonio o una separazione, una gravidanza o un nuovo lavoro, erano questi i principali motivi che spingevano i pazienti, indistintamente uomini e donne, in studio -, ricorda Gilardino. - Oggi la tendenza è diversa. Chi era diffidente anche davanti ad una iniezione di filler, chiede di poter migliorare il proprio aspetto attenuando qualche segno del tempo dal proprio viso”. Le richieste si concentrano prevalentemente nella zona del volto. “Nella maggior parte dei casi si tratta di attenuare qualche ruga del contorno occhi oppure restituire volume a delle labbra che si sono assottigliate troppo”.


Il Veneto in primo piano 13 23 Sicurezza Troppi mendicanti professionisti che, spesso, molestano i cittadini

Povertà o racket? Lotta congiunta agli accattoni Le tre provincie Padova, Treviso e Venezia stringono un patto per combattere l’accattonaggio crescente mettendo insieme le forze di polizia

Mendicanti violenti Le donne hanno paura

di Germana Urbani

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iro di vite per arginare un fenomeno crescente dietro al quale, però, non c’è solo la miseria. Probabilmente c’è anche la malavita organizzata. Da marzo polizie locali, questure e prefetture dei tre capoluoghi Padova, Treviso e Venezia si riuniranno per fare il punto della situazione e definire strategie per affrontare il problema come un’unica realtà urbana: la città metropolitana. Al vertice saranno invitati anche i funzionari delle rispettive Questure. La giunta di Treviso ha dato il via a quest’azione congiunta sicura che ci voglia una visione ampia del problema per provare a risolverlo, in quanto esisterebbe una struttura organizzata che usa alternativamente le tre città facendo leva su persone disperate che finiscono in questa rete. Le prime voci di denuncia di questo fenomeno sono venute da chi i poveri li conosce bene. Tra loro il direttore della Caritas veneziana, monsignor Dino Pistolato, che ha accolto la decisione con un plauso. “L’elemosina è un atto di misericordia – ha detto – ma più volte abbiamo denunciato che l’accattonaggio sta diventando un business per qualcuno. Furboni che chiedono il pizzo per mendicare in un angolo di strada, con percosse e minacce, che sfruttano e ricattano gente in situazione d’indigenza. Quindi bene se si riesce a fare una barriera comune in un territorio vasto e che chi se ne occuperà colpisca davvero il racket e non i veri poveri”. Contro l’accattonaggio i primi cittadini e la polizia locale non possono quasi nulla, solo elevare delle sanzioni che dovrebbero servire almeno come deterrente ma che in realtà non risolvono granché. A Padova nel 2013 sono state elevate 619 sanzioni per accattonaggio molesto. “Siamo arrivati a oltre 50 a carico di una singola persona - precisa Ivo Rossi -. Questa attività

ha già portato la polizia locale a fare richiesta alla questura di allontanamento di 8 persone”. A Treviso nello stesso anno sono state 250 le sanzioni e dall’inizio del 2014 sono già una settantina. Non serve a nulla neanche sequestrare il denaro che il mendicante ha raccolto sino al momento della sanzione. Questi torna comunque a fare il suo “mestiere” il giorno dopo. “Quando le sanzioni non hanno più effetto – ha detto il vicesindaco e assessore alla sicurezza di Treviso Roberto Grigoletto – occorre trovare rimedi efficaci. Gli accattoni molesti legati al racket verranno riconosciuti dalla polizia locale, saranno identificati dagli agenti e accompagnati in questura. Verrà loro notificato un provvedimento di pubblica sicurezza, il foglio di via. Se torneranno a Treviso nei tre anni di allontanamento, verranno definitivamente allontanati con un decreto penale”. “Sono contrario all’introduzione del divieto di accattonaggio” aveva detto l’estate scorsa il sindaco di Venezia Orsoni, dichiarando in anticipo che non aveva intenzione di replicare Cacciari che, per risolvere la questione del centro storico, fece un’ordinanza apposita tra mille polemiche. Certo con la prefettura si è valutata l’applicazione del foglio di via con rientro coatto, e ora questa convenzione PaTreVe dà una ulteriore spinta verso la regolamentazione di un fenomeno che a Mestre e Venezia è davvero pesante. I tre sindaci solleciteranno anche interventi su scala nazionale per colpire le organizzazioni criminali che molto spesso stanno dietro a questi mendicanti: “Chiederemo - conferma il primo cittadino di Treviso l’introduzione di un reato che punisca lo sfruttamento in forma associativa dell’accattonaggio”.

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In alto a sinistra il sindaco di Padova Ivo Rossi, di seguito Giorgio Orsoni sindaco di Venezia e sotto Giovanni Manildo, sindaco di Treviso

veva alzato un vero e proprio polverone la scelta del parroco di San Lorenzo a Mestre che, nei giorni della messa aveva deciso di impiegare dei giovani come “guardie parrocchiali” allo scopo di allontanare i mendicanti rom che, appostati sul sagrato o, peggio, durante le unzioni all’interno della chiesa, chiedevano ai fedeli l’elemosina. Quindi don Fausto Bonini, un uomo mite, aveva deciso di blindare le messe. “Se anche don Fausto Bonini – aveva commentato il sindaco Orsoni -, che è una persona di grande equilibrio e dedito alla carità, è arrivato a prendere questi provvedimenti è chiaro che il problema il problema ha raggiunto un grado limite”. Orsoni ci tiene però a sottolineare come occorra stare attenti a non fare di tutta l’erba un fascio. “Confondere l’accattonaggio riconducibile al racket con chi mendica per necessità sarebbe un errore. E anche sul fronte del racket – ha proseguito Orsoni - serve una netta distinzione tra sfruttati e sfruttatori. Ma di questo se ne devono occupare le forze dell’ordine”. Ma il problema sicurezza c’è e lo sentono soprattutto le donne che, mentre fanno le loro spese in centro si vedono improvvisamente avvicinare da uomini che insistentemente chiedono un euro o di più. “Mendicare è possibile – afferma Leda Cossu, anima del volontariato mestrino – ma la violenza è un’altra cosa. Tra gli accattoni violenti c’è chi alza anche minaccioso il bastone verso le donne, fingendo di zoppicare, controllandole a distanza. Una violenza che fa paura”. E certo di questa situazione non sono felici i commercianti che conoscono bene il problema che, a detta loro è stato tollerato o sottovalutato troppo a lungo. “ In molte zone della città – ha detto Dario Corradi, dell’Ascom - si è abbassato il livello di vivibilità. E quando sento che i turisti di un bus vengono circondati e viene loro impedito di scendere perché non sganciano l’euro, allora dico che non è accattonaggio, ma criminalità, che va combattuta e che danneggia l’immagine della città. Noi commercianti però vediamo i vigili solo quando si tratta di controllare se lo spazio del plateatico è stato sforato di cinquanta centimetri. È giusto che lo facciano, non voglio dire di no, ma ci piacerebbe venderli in azione anche per prevenire episodi come questi”.


24 Cultura provinciale

Cultura provinciale 17

Scienza ed esplorazione L’Università di Padova partecipa all’ambiziosa missione di respiro europeo

Padovani gli “occhi” sullo spazio

fino al 2015

Al via la progettazione del sistema di telescopi che sarà installato sui satelliti alla ricerca di pianeti di Laura Organte

Q

uattrocento anni dopo Galileo, che con il suo cannocchiale spinse l’occhio umano dove mai nessuno aveva potuto guardare, Padova torna ad essere al centro di una grande impresa scientifica, sui passi del grande scienziato. Sarà qui infatti che verrà progettato il cuore – costituito da un sistema di telescopi – di uno dei due satelliti che avranno il compito di scovare i gemelli della terra. Il compito di Cheops e Plato, questi i nomi delle due sonde spaziali, sarà quello di comprendere la struttura di altri sistemi solari, scoprire la composizione e la struttura dei loro esopianeti e trovare la collocazione, nelle vicinanze del Sistema Solare, di quelli che hanno le medesime caratteristiche della Terra. Cheops volerà nel 2017 in orbita attorno alla Terra, mentre Plato salirà in rampa di lancio nel 2024 per immettersi in orbita attorno al Sole. I telescopi montati sui due satelliti, veri e propri osservatori astronomici specializzati in queste ricerche, saranno molto diversi fra loro. Su Cheops uno uni-

eventi e mostre

Il Sottopasso della Stua co scruterà una stella alla volta, mentre il rivoluzionario Plato avrà ben 34 obbiettivi grandangolari che scandaglieranno per 8 anni il cielo. Sembra l’inizio di un romanzo di fantascienza, ma si tratta di una svolta epocale per la storia dell’astronomia: “Verrà prodotto un inventario di pianeti che sarà oggetto di ricerche per decenni a venire – spiega il professor Giampaolo Piotto dell’Università di Padova – una rivoluzione culturale comparabile a quella dei primi cataloghi stellari”. Il gruppo padovano che lavorerà alla costruzione dei due satelliti e allo sfruttamento scientifico dei dati comprende ricercatori dell’Osservatorio Astronomico di Padova dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e del Dipartimento di Fisica e Astronomia “Galileo Galilei” dell’Università di Padova ed è finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana. “Gli occhi di Plato - spiega Roberto Ragazzoni dell’Istituto Nazionale di Astrofisica - sono costati lo sforzo di un gruppo a cura di Laura Organte

“EXCALIBU” AL TEATRO GEOX Il 30 marzo al Gran Teatro Geox approda “Excalibur”, un musical scritto e diretto da Mario Restagno con musiche di Giovanni Maria Lori, prodotto da Teatro dei Sogni. Excalibur porta in scena una delle storie più fantastiche e avvincenti di tutti i tempi: Maghi e Streghe, innamoramenti e filtri magici, eroici cavalieri, belle dame e insidiosi tradimenti. Lo spettacolo stupisce il pubblico con potenti colpi di scena ma chiede di usare memoria e intelligenza per entrare nel profondo della storia, dove si celano tematiche forti che interrogano l’esistenza umana. Per maggiori informazioni consultare il sito internet dedicato allo spettacolo.

MUSICA E SAPORI D’IRLANDA Nuove tensostrutture, aree all’aperto, ma soprattutto 100 bands da tutto il mondo che avranno a disposizione ben tre palchi. Si annuncia così l’evento dedicato all’Irlanda in scena anche quest’anno al Gran Teatro Geox di Padova dal 12 al 17 marzo. Non mancheranno il mercatino, ristoranti a tema e un vero pub irlandese per entrare nell’atmosfera. E per bambini e famiglie, animazioni, giochi e spazi per il divertimento, per tutti gli amanti dell’Irlanda, della sua musica, dei suoi sapori e dell’allegria contagiosa che distingue questo Paese.

GALÀ DELLA LIRICA CON BATTISTINI Dopo il successo del 2013, torna il 6 aprile al Gran Teatro Geox il Gran Galà della Lirica. Nel 2013 fu Verdi il riferimento, quest’anno saranno invece le più belle arie del ’900 ad essere protagoniste, tra Puccini e Verdi, con alcune sorprese come Saint Saens o Arrigo Boito. Sul palco quattro importanti nomi della lirica internazionale, come la soprano Raffaella Battistini, il tenore Ernesto Grisales, la mezzo soprano Anna Maria Chiuri e il baritono Alberto Gazale. Ad accompagnarli la prestigiosa Orchestra Sinfolario, diretta dal Maestro Roberto Gianola. Il coro sarà quello della Città di Rimini, diretto da Gaetano Salvemini.

Sottopasso della Stua, nuovo modo di fare cultura

R Il satellite “Plato” sarà costruito in parte anche a Padova di giovani scienziati padovani che per alcuni anni hanno concepito, disegnato, realizzato un prototipo che è stato testato nelle condizioni estreme del vuoto cosmico, convincendo l’Agenzia Spaziale Europea che i tempi erano maturi per questo epocale progetto”. E l’approvazione è arrivata proprio lo scorso 20 febbraio. “Con un contributo italiano di rilievo anche nel campo dell’elettronica di bordo – osserva la prof.ssa Isabella Pagano, dell’INAF-Osservatorio di Catania –, la

costruzione degli strumenti di Plato è una straordinaria opportunità non solo per i ricercatori italiani (oltre un centinaio quelli coinvolti) ma anche per la nostra industria che vanta competenze di punta proprio nei settori dell’ottica e dell’elettronica spaziali”. Entrambe le missioni godono di un respiro europeo e sono giunte alla selezione dopo una dura sfida che ha visto in competizione le migliori proposte spaziali di tutto il vecchio continente.

iqualificare il Sottopasso della Stua attraverso proposte culturali innovative. Con questo obiettivo l’assessorato alla cultura ha dato in gestione questo spazio fino a tutto il 2015 alle associazioni Kinima e Sugarpulp, selezionate tramite avviso pubblico. Il Sottopasso della Stua, con la sua nuova forma creata e curata da Kinima e Sugarpulp, offrirà dei nuovi servizi ai cittadini, che potranno consultare e usufruire del servizio prestito libri e fumetti, utilizzare l’accogliente ambiente per consultare internet attraverso il servizio hotspot wifi e, soprattutto, trovare nella nuova sede operativa delle due associazioni un luogo di discussione, di confronto e di condivisione. Il Sottopasso della Stua sarà aperto al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. L.O.

L’esposizione Fino al 31 marzo le suggestive incisioni di Miyayama Hiroaki

“Splendori dal Giappone” viaggio ai Musei Civici U

na mostra tra arte e letteratura porta il visitatore nel cuore dell’affascinante cultura giapponese. Fino al 31 marzo i Musei Civici (ingresso da Piazza Eremitani), ospitano l’esposizione “Splendori dal Giappone. Le storie del principe Genji nella tradizione Edo e nelle incisioni di Miyayama Hiroaki”. Protagonista è la suggestione visiva del Genji Monogatari, un romanzo giapponese di 54 capitoli scritto dalla dama di corte Murasaki Shikubu nel periodo Heian (XI secolo), considerata il più importante romanzo dell’epoca e il primo romanzo psicologico o moderno della letteratura giapponese. Nel testo sono raccontati gli amori e le avventure del Principe Genji, noto come il Principe Splendente, fascinoso esempio di cultura e di eleganza di vita. La storia del principe fu illustrata fin dai tempi della sua redazione in rotoli orizzontali risalenti alla fine del periodo Heian e continuò a richiamare l’attenzione degli artisti fino al periodo Edo e ancora nella versione manga, molto popolare in Giappone. Anche la grafica contemporanea si è dedicata ad evocare le ambientazioni raffinate e le vicende di questa storia affascinante. All’interno di quest’ultima spiccano per straordinaria qualità le 55 tavole

Una delle opere esposte

dell’artista di Tokyo Miyayama Hiroaki, che costituiscono il nucleo centrale della mostra. Si tratta di raffinatissime stampe calcografiche, il cui incredibile risalto, del tutto innaturalistico, comporta una tecnica vertiginosa, che prevede l’ottenimento di ogni singolo colore mediante il passaggio di cinque diverse lastre. Il fondo oro su carta preparata a colla è eseguito in un secondo momento, in qualche modo “ritagliando” con contorni impercettibili le immagini già presenti sul foglio. Nelle tavole di Miyayama particolare risalto è dato ai soggetti floreali, che costantemente contornano le storie evocate. Queste presenze sono ben più che un divertissement naturalistico, cosa di cui ci avverte già la loro resa iperrealistica, ma si configurano come un’allusione alla teoria buddista sulla dignità e potenzialità di ogni forma di vita. La documentazione grafica e documentaria della fortuna dell’illustrazione del Genji Monogatari costituisce però solo il secondo nucleo della mostra. In apposite vetrine sono infatti esposte copie della documentazione più antica, esemplari di tavole d’epoca, conservate al Museo Orientale di Venezia ed edizioni del romanzo, che danno conto della sua fortuna e della sua ricezione. Laura Organte


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14 Cultura veneta 26 Grandi mostre Fino al 2 giugno al il Museo Correr di Venezia

L’architettura di Léger Oltre 100 opere tracciano la vita artistica di un pittore che ha riflettuto e indagato i mutamenti sociali e tecnologici avvenuti nel corso del Novecento di Alain Chivilò

L

’opera “La ville” (La città) di Fernand Léger eseguita nel 1919, proveniente dal The Philadelphia Museum of Art, rappresenta un valido motivo per visitare la mostra, “Léger. La visione della città contemporanea” che, fino al 2 giugno, il Museo Correr di Venezia propone ai visitatori italiani e non solo. Oltre 100 opere tracciano la vita artistica di un pittore che ha riflettuto e indagato i mutamenti sociali e tecnologici avvenuti nel corso del Novecento, evidenziando anche aspetti meno conosciuti, lungo un percorso di cinque sezioni che caratterizzano l’esposizione: la metropoli prima della Grande Guerra, il pittore della città, la pubblicità, lo spettacolo e lo spazio. Léger, nato in Normandia ad Argentan nel 1881 e deceduto a Gif-sur Yvette ad agosto 1955, elabora uno stile personale che trae le basi dal movimento cubista, passando per una scomposizione astratta e futurista, quest’ultima in una versione statica. La sua pittura è un’ideazione architettonica all’interno della quale gli scenari e le persone vivono di vita propria in equilibri di forme geometriche e colori. A un occhio contemporaneo le forme umane richiamano mondi cibernetici molto più vicini a una visione fantascientifica dei nostri giorni. Lo stesso maestro nel 1914 scrisse un interessante pensiero basilare per il suo proseguo artistico: “Se l’espressione pittorica è cambiata, è perché la vita moderna l’ha richiesto… La vista dal

finestrino della carrozza ferroviaria e dell’automobile, unita alla velocità, ha alterato l’aspetto abituale delle cose. Un uomo moderno registra cento volte più impressioni sensoriali rispetto a un artista del diciottesimo secolo… La compressione del quadro moderno, la sua varietà, la sua scomposizione delle forme, sono il risultato di tutto questo”. Ecco dunque la chiave di lettura per un’arte d’avanguardia all’interno di un mutare continuo di cent’anni fa. Nel percorso espositivo si possono ammirare dipinti quali il “Fumo sui tetti” datato 1911, “Il tipografo” del 1919, “L’uomo con un bastone” (1920), “Elemento meccanico” (1925) fino al cortometraggio “Ballet mécanique” (1924) e al film, caratterizzato da oggetti d’uso comune che interagiscono attraverso differenti prospettive, “L’inhumaine” che vide la presenza di Man Ray a livello artistico e Dudley Murphy alla regia. Nell’ambito della rappresentazione urbana, vero filo rosso del Correr, sono presenti opere di artisti che hanno condiviso una sperimentazione innovatrice come Robert Delaunay, Francis Picabia, Marcel Duchamp, Charles-Edouard Jeanneret-Gris conosciuto come Le Corbusier, Piet Mondrian e Lazar’ Markovic Lisickij con pseudonimo El Lissitzky. Dunque una mostra imperdibile, per la qualità delle opere, per un Légier che come definiva Le Corbusier è “l’unico i cui dipinti richiedano una nuova architettura”.

Oltre 130 fotografie sono ospitate all’Istituto veneto di Scienze, Lettere e Arti di venezia

IL COLORE DI FONTANA

Cà Pesaro, “Dialoghi americani” fino al 4 giugno

Giuseppe Panza di Biumo, un collezionista d’annata

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otografare è un atto di conoscenza: è possedere. Quello che si fotografa non sono immagini ma è una riproduzione di noi stessi. La creatività non illustra, non imita, ma interpreta diventando la ricerca della verità ideale. La fotografia creativa non deve riprodurre ma interpretare rendendo visibile l’invisibile”. Così il fotografo modenese Franco Fontana, classe 1933, introduce il suo concetto per click impressi partendo da un’inquadratura della realtà. In Italia è stato uno dei primi a intendere il colore non come elemento che ponga troppa evidenza ai dettagli di un ritratto o di uno scenario, ma come un attore protagonista ricco di messaggi. Fu proprio una sua foto, scattata nel 1978 a Baia delle Zagare in Puglia caratterizzata da essenziali fasce cromatiche, ad assumere il manifesto per il suo modo d’intendere l’arte fotografica. Tutto questo viene riunito all’interno della prima retrospettiva che la città di Venezia dedica a Fontana. Oltre 130 fotografie sono ospitate all’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti per un’ampia panoramica della sua carriera. Gli esordi partono dagli anni ’60 partendo da elementi tipici del Neorealismo per porre successivamente il suo focus a componenti estetici ed esiti visivi. Dopo viaggi all’estero, tra cui New York, dal 1984 dedica la sua attenzione al ciclo Piscine nel quale porzioni di corpi, maggiormente di donna, sono esaltati da colori veraci. Nel 2000 con i Paesaggi Immaginari, attraverso anche l’elaborazione digitale, unisce alla realtà una buona visione d’immaginazione. La sua forza rimane comunque in paesaggi reali che nella sua personale scelta di rappresentazione vivono in costanti ritmi dimensionali sospesi in un equilibrio tra irreale e reale vera sua connotazione artistica. Suggestioni naturali che diventano quasi introspettive, nelle quali l’assenza dell’uomo traccia quasi la sua presenza, mentre gialli vivi si evidenziano in scenari d’effetto. Una mostra di Franco Fontana che, dopo Gianni Berengo Gardin, Maurizio Galimberti e Sebastião Salgado, pone Venezia capitale della fotografia. Al.Ch.

iuseppe Panza di Biumo è stato un collezionista e appassionato d’arte che ha dedicato una vita a scovare e comprare opere di artisti che si sono affermati successivamente o che lo erano già. Di famiglia possidente, nacque a Milano nel 1923 lasciando definitivamente la sua collezione nel 2010 sempre nella città della Madonnina. La sua passione per l’arte iniziò dalla metà degli anni cinquanta, trovandosi nel pieno fiore dell’arte che stava passando da moderna a contemporanea. Lo sviluppo della pittura d’azione, dell’informale, della pop art, dell’arte concettuale e di altri movimenti lo videro presente nel periodo cruciale dell’arte mondiale. Di estrema sensibilità scoprì nuovi artisti ponendosi come mecenate degli stessi, perché il collezionare era una vera e propria filosofia di vita che doveva attribuire alla sua vita un’etica e un’estetica. Proprio per questo successe che non comprò le opere di Lucio Fontana in quanto all’epoca non gli diede un sentimento artistico positivo. Valutazioni che fece anche per altri artisti, ma nessuna delle sue scelte inficiò l’abnegazione encomiabile che negli anni fu avvalorata da donazioni ai più importanti musei mondiali. Nel 2014 Venezia, nelle sale di Cà Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, dedica un omaggio a Giuseppe Panza di Biumo con la mostra “Dialoghi americani” fino al 4 giugno. Una quarantina di lavori provenienti dalla stessa collezione Panza, dal Moca di Los Angeles e dal Guggenheim di New York testimoniano il percorso artistico attraverso 27 artisti. Una piccola parte di una collezione vastissima suddivisa in tre periodi: 1955 – 1965 dall’informale europeo alla pop art, 1966 – 1976 arte minimale, concettuale e ambientale, 1987 – 2010 arte organica, arte dei piccoli oggetti e arte monocroma. Si potranno vedere Franz Kline con Buttress acquistato nel 1956, Claes Oldenburg, Robert Rauschenberg, Walter De Maria, Roy Lichtenstein, Mark Rothko, Richard Serra, Donald Judd, Joseph Kosuth, Hanne Darboven e Al.Ch. altri sempre di alto contenuto artistico.

musica i remorse festeggiano 20 anni

È

un anno importante per i Remorse, la band veneziana che festeggia i suoi primi 20 anni di carriera, con una storia di spessore alle spalle e un’altra, almeno guardando i presupposti, altrettanto interessante davanti. È l’occasione per Daniele Zabeo, Riccardo Cavicchiolo e Samuele Favaro, per guardarsi indietro e tracciare un bilancio del loro percorso, mentre esce in questi giorni il loro quinto disco, su etichetta Hot Steel Records, anticipato dal singolo “Evasore sociale”. La band nasce come quartetto punk-hardcore nel febbraio 1994, per uscire con il primo demo-tape “Cracker” un anno dopo, subito scritturata dalla Nobrain Records. Il debutto su cd arriva alla fine del 1998 quando esce “Handle with care”, con ottimi riscontri di vendite e buone recensioni nazionali. A supporto del disco, i Remorse partono per un tour di spalla ai francesi Burning Heads, toccando tutta la penisola, da Palermo a Treviso. Nel 2000 il gruppo effettua due tour italiani di una trentina di date di spalla ai Raw Power. A settembre 2001 i Remorse girano l’Europa, ancora con i Raw Power e a novembre esce “Balance of visions” su Nobrain Rec, ospite Mauro “Mp” Codeluppi dei Raw Power. I responsi della critica ufficiale sono lusinghieri. All’inizio del 2002 ecco anche il primo video, “Face scored with scars”. Durante tutto l’anno la band suona moltissimo e comincia a scrivere i nuovi pezzi: agli inizi del 2004 esce il nuovo album dal titolo “A clown smile” su Sana Records che porta la band a firmare un contratto con la canadese Sudden Death Records. Il disco contiene “Eleven: changed”, scritto dal poeta Gongales Jr., che all’indomani dell’11 settembre 2001 aveva scritto un articolo-poesia su un giornale della Florida che poi ha concesso alla band. Il disco porta i Remorse ad una notevole considerazione a livello nazionale e non solo, con importanti riscontri in campo hardcore-crossover-metal. A metà del 2005 la band decide di bloccare i live per scrivere i nuovi pezzi e intraprende un nuovo percorso. Nel marzo 2009 esce Commutarte, il disco del cambiamento. La band volta pagina, allontanandosi dalle influenze musicali hardcore, cantando un disco interamente in italiano e con sonorità più vicine al funk-alternative-rock. Qualcosa di nuovo, destinato a un vasto pubblico, dagli amanti dei Primus a quelli dei Verdena, passando per i Pearl Jam, Metallica, Red Hot Chili Peppers, Afterhours ed Angeli. Il gruppo è di nuovo spalla, stavolta di Meganoidi, Pino Scotto, Sick Tamburo. Nel 2012 i Remorse hanno eseguito tre date esclusive per il diciottesimo anno di attività che poi li ha portati a settembre a suonare al prestigioso Home F.D.G. Festival di Treviso con Il Teatro Degli Orrori, Afterhours e altri.


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CICLISMO. Al via la nuova stagione tra buoni auspici

anno 58 per la cartura nalin, dolorosa la rinuncia al settore degli allievi

asterebbero i numeri a decretare il successo del “Join the Game”, il torneo di pallacanestro giovanile che lo scorso 24 febbraio si è tenuto in tutta Italia e che nella nostra provincia è stato ospitato dagli impianti di Abano Terme. I numeri parlano chiaro: oltre 700 atleti da tutta la provincia (e ovviamente decine di genitori), 170 squadre e una serie infinita di canestri che hanno infiammato il tifo nei palazzetti di via Vittorino da Feltre e via Pillon. Cifre a parte, è l’entusiasmo dei giovani atleti ad aver vinto: quest’anno l’evento era riservato alle categoria Under13 e Under14, maschili e femminili. Il torneo è stato dominato dalle squadre cittadine. Per la categoria Under14 maschile ha trionfato la Virtus Verde, che in una finale mozzafiato ha avuto la meglio sulla Virtus Bianco. In semifinale erano state eliminate Red Este e Petrarca 4. In campoo femminile il titolo è andato al Rhodigium 1 a spese del Fila San Martino e di Thermal e Padova 2, eliminate in semifinale. L’Under13 femminile ha premiato

Un momento delle competizioni ad Abano il Thermal Giallo che in finale ha domato il Dolcital San Martino. Le due formazioni avevano eliminato Thermal Rosso e Rhodigium 2. Nel maschile, vittoria del Petrarca 4 sulla Virtus Verde. Terzo posto della Virtus Giallo sulla Virtus Bianco. Non sono mancate le soddisfazioni per le formazioni della Bassa Padovana. Oltre al buon piazzamento del Redentore Este nell’Under14, spicca l’ottimo risultato degli Under13 del Monselice: la squadra della Rocca è arrivata fino agli ottavi di finale (dove è stata battuta dalla Virtus Padova) e ha quindi ottenuto il pass per le finali regionali. Buono anche il piazzamento degli Under13 del Mon-

tagnana (Cesaro, Rizzo e Ferrarato), secondi su otto nel girone di qualificazione, dove il passaggio al turno successivo è mancato solamente per la differenza canestri. Non è mancato nemmeno il momento del cordoglio: prima della gara d’apertura del torneo, gli atleti hanno osservato un minuto di raccoglimento per commemorare la tragica scomparsa della giovane atleta Benedetta Moroni, giocatrice di 12 anni di Ancona morta dopo una partita di basket a Pesaro. Il “Join the Game” continua il prossimo 6 aprile a Treviso con la fase regionale, che mette in palio il pass per l’ultimo atto previsto a Fano per il 17 e 18 maggio.

OGGI BAMBINA... DOMANI INFERMIERA CICLISMO. Al via la nuova stagione tra buoni auspici

anno 58 per la cartura nalin, dolorosa la rinuncia al settore degli allievi

Investire nei bambini di oggi è il miglior modo per costruire un domani di giustizia e benessere condiviso.

Gli atleti della Cartura Nalin schierati per l’inizio della stagione

“I

nauguriamo il nostro 58mo anno consecutivo di attività al servizio dei giovani e del ciclismo, siamo una delle società più longeve e blasonate dell’intero panorama del ciclismo nostrano con all’attivo 19 titoli nazionali, 3 allori mondiali con tanti atleti “accompagnati” al dilettantismo e al professionismo”. Con queste parole, intrise d’orgoglio, ha esordito Flavio Milani ex vice presidente vicario della Fci Italiana e socio fondatore, nel lontano 1956, della Cartura Nalin alla presentazione del programma 2014. Cerimoniale nel solco della tradizione, dopo la messa al duomo di Cartura foto ufficiale innanzi alla banca Annia credito cooperativo di Cartura e del Polesine, uno degli sponsor della società, quindi convivio al ristorante Distillerie Clandesine di Cagnola da anni “covo” biancorosso, dove il presidente Enzo Rango ha illustrato la programmazione dell’imminente stagione, denunciando purtroppo un

ridimensionamento dell’attività a causa della crisi economica sempre più stringente che limita le risorse: “saremo in campo con un buon numero di giovanissimi, per confermare gli oltre 30 podi della scorsa stagione, tra gli esordienti puntiamo forte sull’astro nascente Giovanni Sergiano, talento purissimo con all’attivo 11 vittorie nella stagione scorsa”. Fin qui le note positive poi il presidente biancorosso annuncia la dolorosa scelta della rinuncia alla categoria allievi: “il mancato sostegno finanziario ci ha costretti a rivedere le nostre programmazioni , con il trasferimento “pro-tempore” dei nostri ottimi allievi Ivan Berto ed Emanuele Barison alla Beni di Monselice, vogliamo sperare e ci impegneremo perché ogni difficoltà venga presto superata e dalla prossima stagione tutto ritorni come da nostra tradizione”. Poi il doveroso ringraziamento agli sponsor che contribuiscono al mantenimento societario. Walter Lotto

Sostieni a distanza una bambina del Sud del mondo attraverso i progetti del Cesvitem: bastano 20 euro al mese per Gli atleti della Cartura Nalin schierati per l’inizio della stagione regalare un futuro migliore, nauguriamo il nostro 58mo anno ridimensionamento dell’attività a causa a lei e al suo popolo. consecutivo di attività al servizio della crisi economica sempre più stringente

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dei giovani e del ciclismo, siamo

che limita le risorse: “saremo in campo con

una delle società più longeve e blasonate Per informazioni visita il sitoun buon numero di giovanissimi, per conferdell’intero panorama del ciclismo nostrano www.cesvitem.org mare gli oltre 30 podi della scorsa stagione, con all’attivo 19 titoli nazionali, 3 allori tra gli esordienti puntiamo forte sull’astro o chiama lo 0415700843 mondiali con tanti atleti “accompagnati” nascente Giovanni Sergiano, talento purissi-

al dilettantismo e al professionismo”. Con queste parole, intrise d’orgoglio, ha esordito Ce.Svi.Te.M. Onlus Flavio Milani ex vice presidente vicario delvia Mariutto 68 - Mirano (VE) la Fci Italiana e socio fondatore, nel lontano tel. 0415700843  info@cesvitem.it 1956, della Cartura Nalin alla presentaziowww.cesvitem.org ne del programma 2014. Cerimoniale nel c/c postale 10008308 solco della tradizione, dopo la messa al Codice fiscale duomo di Cartura foto ufficiale innanzi alla 90022130273 banca Annia credito cooperativo di Cartura e del Polesine, uno degli sponsor della società, quindi convivio al ristorante Distillerie Clandesine di Cagnola da anni “covo” biancorosso, dove il presidente Enzo Rango ha illustrato la programmazione dell’imminente stagione, denunciando purtroppo un

mo con all’attivo 11 vittorie nella stagione scorsa”. Fin qui le note positive poi il presidente biancorosso annuncia la dolorosa scelta della rinuncia alla categoria allievi: “il mancato sostegno finanziario ci ha costretti a rivedere le nostre programmazioni , con il trasferimento “pro-tempore” dei nostri ottimi allievi Ivan Berto ed Emanuele Barison alla Beni di Monselice, vogliamo sperare e ci impegneremo perché ogni difficoltà venga presto superata e dalla prossima stagione tutto ritorni come da nostra tradizione”. Poi il doveroso ringraziamento agli sponsor che contribuiscono al mantenimento societario. Walter Lotto


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L’altra Tenerife

un Eden barocco LONTANO DALLE AFFOLLATE SPIAGGE E DAL CEMENTO DELLA PARTE SUD LA PIÙ GRANDE ISOLA DELLE CANARIE OFFRE I SUOI ASPETTI PIÙ INTIMI: UNA NATURA STRAORDINARIA FATTA DI COSTE SELVAGGE UNA VEGETAZIONE DI SPECIE RARE E I PAESAGGI LUNARI DEL VULCANO TEIDE OLTRE ALLE CITTÀ BAROCCHE DI LA OROTAVA E GARACHICO DA SCOPRIRE FRA CANDELARIA E LA CAPITALE SANTA CRUZ DE TENERIFE LA STORIA TRISTE DEI GUANCI IL POPOLO AUTOCTONO ANNIENTATO NEL XV SECOLO DAI COLONIZZATORI NORMANNI E SPAGNOLI

“Y

o ante soy canario, y despues español”. Il benzinaio di Icod de los Vinos non ha dubbi sulla sua identità e parla della Spagna definendola “peninsula”, come i sardi parlano dell’Italia chiamandola “continente”. Un’altra cosa, insomma. C’è un’identità forte alle Isole Canarie, una specificità locale, un carattere ben definito fra i suoi abitanti, ovvero i “canarios”. Essere una Comunità Autonoma della Spagna (con due province: Las Palmas e Santa Cruz de Tenerife) può anche far comodo per via di quel 7% di Iva che rende la vita decisamente meno cara, ma è soprattutto un modo per demarcare una diversità. Cinque secoli di antropizzazione delle sette isole dell’arcipelago da parte spagnola hanno mutato radicalmente il profilo etnico di questa regione insulare che galleggia sull’Atlantico a un centinaio di chilometri dal Marocco e dall’ex Sahara Spagnolo (ora Western Sahara). Alle Canarie ci si sente come in Spagna, perchè tutto ne ricorda il modo di vivere, ma è una Spagna diversa. E non solo nel clima, che qui è mite tutto l’anno. E’ differente anche l’approccio alla vita, ispirato ad una maggiore leggerezza e a ritmi un po’ meno tirati. Non è però solo un eden: la crisi si fa sentire anche qui. E lo si scopre quando l’accesso a Santa Cruz de Tenerife, la capitale, nell’ora di punta è bloccato da una manifestazione sindacale inscenata dai dipendenti dello stabilimento della Coca Cola che, per protesta contro la chiusura dell’attività decisa dalla multinazionale, hanno bloccato l’autostrada. Fra le sette isole Tenerife è decisamente la più grande (2.034 kmq) ed è lì il baricentro dell’arcipelago, checchè ne dicano a Gran Canaria, l’isola dirimpettaia che a Madrid ha

IN COPERTINA LA SPIAGGIA DI SAN MARCOS NEI PRESSI ICOD DE LOS VINOS; IN ALTO IL VULCANO TEIDE (3718 METRI) E LA CITTADINA BAROCCA DI GARACHICO. PIÙ SOTTO: IL GAZEBO NELLA PIAZZA DI LA OROTAVA E LA BASILICA DI NOSTRA SIGNORA A CANDELARIA. NELLA COLONNA SI DESTRA, DA IN ALTO: PAESAGGIO DELLA COSTA NORD DI TENERIFE, L’OCEANO “ARRABBIATO” E LA CHIESA DI LA OROTAVA. NELLA STRISCIA IN FONDO PAGINA: MUMMIA GUANCI AL MUSEO DI SANTA CRUZ DE TENERIFE, LA SPIAGGIA DI LOS CRISTIANOS, SCORCIO DI PUERTO DE SANTA CRUZ, IL “DRAGO” MILLENARIO (UNA DELLE PIANTE PIÙ ANTICHE DEL MONDO), GARACHICO E IL BARRANCO DI MASCA

strappato la concessione che le capitali dell’arcipelago fossero due: non solo Santa Cruz de Tenerife, ma pure Las Palmas. Navigando, Tenerife si scorge da lontano, dominata com’è dal cono del Teide, il grande vulcano “dormiente” dal 1909. Con i suoi 3718 metri è la montagna più alta di Spagna e la sua vetta è perennemente coperta di neve. Si trova al centro della più grande area protetta dell’arcipelago, un parco che in alta quota è fatto di paesaggi spettacolari disegnati dalle colate laviche. Distese brune dalle tonalità diverse che assomigliano ad orizzonti lunari. E più sotto c’è la rivincita della vegetazione, estremamente varia, un giardino di biodiversità. A Icod de los Vinos sopravvive il “Drago”, una splendida pianta millenaria, esemplare di una specie botanica presente solo nell’isola. Ma Tenerife sorprende anche per i suoi paesaggi marini. Se la maggior parte dei turisti del “tutto compreso” si limita a portare a casa le immagini stereotipate delle spiagge di Los Cristianos e di Playa Las Americas, belle ma sempre affollatissime e soprattutto circondate dal cemento dei tanti, troppi, complessi turistici, c’è altresì chi, viaggiatore a caccia di ben altre emozioni, scopre la bellezza selvaggia delle coste del nord dell’isola. Frastagliate come quelle scandinave o irlandesi, dove le alte onde dell’oceano vanno ad infrangersi fragorosamente sulle rocce. E più in alto, sulle montagne modellate dalle varie eruzioni del Teide, lo sguardo di questi viaggiatori sensibili al fascino naturale si posa su un ambiente unico, dove la palma divide il territorio con il pino marittimo e con le tante altre varietà presenti su questo versante dell’isola. Più su i “barrancos”, spettacolari fratture (da non perdere quella di Masca, percorsa

da una stradina da brivido) che si aprono al mare lungo ripide pareti. Ma Tenerife sorprende anche per le sue cittadine di stile coloniale. Come La Orotava, elegante e sobria, aristocratica e semplice. Prendere un caffè all’arancio nella piazza, vicino al gazebo liberty, circondati da palazzi e chiese barocchi, specie sul far della sera, è un’emozione da provare. Anche Garachico conserva le atmosfere tipiche del “siglo de oro”, tangibili soprattutto nelle architetture. Ma anche il cuore storico di città più grandi, come Puerto de la Cruz, conservano tracce di questo passato splendente. Candelaria, sulla costa sud, merita una riflessione: nella grande piazza dominata dalla basilica di Nostra Signora de Candelaria, spalle al mare, si ergono nove grandi statue. Raffigurano nove valorosi guerrieri Guanci, gli ultimi ad arrendersi ai Normanni e agli Spagnoli prima che il loro popolo, nel XV secolo venisse annientato o ridotto in schiavitù. La loro presenza è un omaggio tardivo alla loro memoria. Al loro ingiusto sacrificio. Chi è appassionato alla loro storia e alla loro civiltà trova nel museo dell’Hombre y de la Naturaleza (dell’uomo e della natura) a Santa Cruz de Tenerife una documentazione straordinaria. Oltre a tanti oggetti creati dai Guanci, frutto di scoperte archeologiche, a ricostruzioni e ad altre informazioni, spiccano numerose mummie, tutte ben conservate. Nelle loro espressioni forti sembra di cogliere ancora il loro grido di dolore per la scomparsa della loro civiltà. Spazzata via senza pietà dai colonizzatori. Le Canarie erano la terra dei Guanci, per un momento è giusto ricordarlo. Come è giusto non perdere la memoria del loro genocidio.


I nostri esperti 31 33 SALUTE

Attenti al Melanoma, un nemico subdolo che può dimostrarsi letale I fanatici dell’abbronzatura naturale o artificiale devono farsene una ragione: vuoi per l’abuso di esposizione al sole, vuoi per il ridotto spessore della fascia di ozono, i raggi del sole - da sempre amici della vita e della salute - oggi possono essere pericolosi per la pelle e addirittura per la vita umana. Infatti i nei, o nevi, da banali anomalie cutanee composti di cellule iperpigmentate possono trasformarsi, in particolari condizioni, in pericolosi melanomi, o tumori della pelle, la cui incidenza sulla popolazione è in aumento. Ma quali sono le condizioni che concorrono a tale rischio? Innanzitutto sicuramente la familiarità, ovvero una predisposizione genetica che ha prodotto il melanoma tra gli ascendenti (genitori, nonni o altri consanguinei). In attesa del test genetico per il melanoma, non ancora disponibile ma in fase avanzata di studio, questi soggetti dovranno sottoporsi a controlli periodici scrupolosi. In seconda istanza il fototipo: le pelli chiare, sensibili, che al sole si arrossano ma non si abbronzano hanno pochi melanociti – le cellule che producono la melanina – e quindi mancano di una fondamentale difesa naturale. Anche agli altri è necessario raccomandare però

l’utilizzo della crema con adeguato fattore di protezione solare, dal momento che l’azione distruttiva dei raggi solari (UVA e UVB, ma soprattutto gli UVC che colpiscono in profondità il derma) sono certamente responsabili dell’invecchiamento precoce della pelle. Per quanto riguarda il melanoma, una mappatura dei nei effettuata dal dermatologo con uno strumento denominato dermatoscopio, capace sia di ingrandire che di evidenziare la struttura tridimensionale del nevo, consente di “mettere sotto osservazione” i nei più sospetti per forma, colore, dimensione etc… per identificarne eventuali modificazioni, campanello d’allarme da non sottostimare in nessun caso. In particolare, il nevo melanocitico comune è una lesione pigmentaria benigna, molto comune, localizzata prevalentemente sul tronco e sugli arti, completamente piatta o rilevata al centro. Il diametro è di solito inferiore a 1 cm, il colore è marrone nelle varie tonalità, non sempre distribuito uniformemente. La forma è tondeggiante od ovale, prevalentemente simmetrica e i bordi appaiono mal definiti, sfumati. La superficie è liscia con disegno cutaneo lievemente accentuato. Compare nell’adolescenza o più

tardi; può essere unico o multiplo, in media dai 15 ai 30 elementi. Il nevo melanocitico atipico è una lesione pigmentaria che presenta un diametro di solito maggiore di 6 mm; ha forma asimmetrica, bordi irregolari con pigmentazione disomogenea. Si parla di ‘sindrome del nevo displastico’ per quei soggetti i quali presentano numerosi nevi che clinicamente e istologicamente hanno caratteristiche di atipia. La sindrome ha spesso un’incidenza familiare e i soggetti affetti devono essere sottoposti a scrupolosi controlli periodici per il rischio di insorgenza di un melanoma. In generale tutti i nevi atipici devono essere strettamente monitorati, se non addirittura asportati per motivi preventivi. Il nevo melanocitico congenito è una lesione pigmentaria di colore brunastro scuro o chiaro, spesso disomogeneo per la presenza di aree bluastre o nerastre. È già presente alla nascita o compare nei primi mesi di vita. Le dimensioni sono variabili: piccoli (diametro inferiore a 1,5 cm) , medi (diametro tra 1,5 cm e 20 cm ), grandi (con diametro maggiore di 20 cm). Quando sono molto piccoli, difficilmente si distinguono dai nevi acquisiti. Solo le lesioni maggiori hanno un rischio ele-

Dottor Diego Lorusso, Specialista in Dermatologia

vato di trasformazione in melanoma (circa il 60%). Lesioni pigmentarie congenite con diametri inferiori a 10 cm si devono considerare a basso rischio e possono essere attentamente e costantemente controllate procrastinando l’eventuale escissione. I nei che il dermatologo individua come “dubbi” potranno essere asportati ambulatoriamente dal chirurgo plastico e sottoposti ad esame istologico, per escludere che si tratti di melanoma.

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Eredità e minorenni

Non è per niente raro che ad un’eredità venga chiamato un minorenne; in questo caso le procedure cui si va incontro sono piuttosto complesse ed i tempi rischiano di allungarsi notevolmente. Il minore d’età, infatti, non può accettare l’eredità se non con beneficio di inventario, il che vuol dire che serve non solo un atto pubblico in cui si dichiari di accettare l’eredità, bensì anche un inventario, cioè un elenco preciso e puntuale di tutti i beni di cui il defunto era titolare. Ma questo sarebbe il minimo se non occorresse, prima di tutto, un’autorizzazione del Giudice Tutelare; ciò sta a significare che bisogna effettuare un ricorso al tribunale competente per farsi autorizzare al compimento

di tale atto; stante la lentezza dei nostri tribunali, doversi munire di tale autorizzazione significa far passare (almeno) tra i due e i cinque mesi (salvo inconvenienti...). Non miglior sorte se il defunto aveva conti correnti bancari o postali; nel caso in cui non si sia riusciti a chiudere anzitempo detti conti, il prelievo del denaro dai medesimi viene solitamente autorizzato soltanto dietro presentazione di copia della dichiarazione di successione ovvero di un’apposita certificazione rilasciata dal competente Ufficio dell’Agenzia delle Entrate (cosiddetto modello 240). Ma ancora una volta se il denaro (o parte di esso) deve essere versato ad un minore tutto si blocca; almeno fino a

quando non si presenta copia della prescritta autorizzazione del Giudice. Lo stesso accade qualora si voglia ritirare il contenuto di una cassetta di sicurezza; e pure il versamento del TFR non può essere effettuato senza che venga presentata al datore di lavoro il citato provvedimento. Da ricordare, poi, che di tutto quanto di spettanza del minore non si potrà disporre se non con ulteriori autorizzazioni da richiedere di volta in volta (per es. non si potrà vendere la quota dell’immobile ricevuto dal minore in eredità se non autorizzati; non si potrà prelevare il denaro ricevuto in eredità se non autorizzati e solo per l’ammontare previsto ecc.).

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Relax e svaghi primaverili a Kranjska Gora Kranjska Gora che giace nella parte sud-occidentale della Slovenia, al confine fra Italia e Austria, è rinomata come il miglior centro sportivo, di ricreazione, intrattenimento e congressuale di tutte le Alpi Giulie. D´inverno si copre di un candido mantello che si riflette in una cornice romantica, d´estate invece la parola d´ordine è la frescura. Durante tutto l´anno la località ospita ospiti desiderosi di relax e di rigenerarsi per essere sempre pronti per nuove avventurose sfide. I nostri ospiti sono escursionisti, atleti professionisti, giovani famiglie, manager che creano progetti futuri e tutti coloro che si lasciano coccolare presso i nostri centri wellness. Alcuni desiderano fare shopping nei centri commerciali dei paesi limitrofi (Italia, Austria) altri invece decidono di sfidare la dea bendata ai tavoli da gioco o alle slot machine dei centri del gioco ed intrattenimento. A Kranjska Gora ogni staggione si veste di un proprio colore con cui attrae gli ospiti, vicini e lontani che siano. Foto: archivio LTO Kranjska Gora

Grazie al clima mite e fresco, Kranjska Gora d’estate diventa una piacevole valle verde dove agli ospiti vengono offerte innumerevoli possibilità di svago con ottimi punti di partenza per le diverse attività sportive, sport estremi o anche soltanto per un tranquillo break in compagnia. È un ottimo punto di partenza per escursioni in un ambiente naturale di rara bellezza e per trascorrere del tempo in mezzo alla natura ancora incontaminata. Lasciati viziare e concedici il piacere di coccolarti e farti sentire bene... Nei centri benessere degli Hotel Hit Holidays Kranjska Gora provvederemo al totale relax del vostro corpo. Il centro acquatico Larix comprende piscine, il mondo delle saune e il centro Vita, dove potrete concedervi trattamenti di bellezza e massaggi. Il centro relax dell’Hotel Kompas si addice a coloro che desiderano rilassarsi e farsi coccolare in un’atmosfera un po’ più intima. Nel Sauna - centro Viridis dell’albergo Alpina, avvolto dall’atmosfera romantica dei boschi alpini, potrete lasciarvi viziare nei diversi tipi di bagno e rilassarvi completamente nelle saune. Il mondo dei piaceri acquatici Špik con le sue piscine si estende su una superficie di 250 m2 e vi mette a disposizione una piscina per rilassarvi, piscina con controcorrente e piscina per bambini. Il mondo delle saune è il paradiso del relax. Comprende la sauna finlandese, la sauna alle erbe e il bagno turco, grotta ghiacciata e piscina rinfrescante in cui si svolgono quotidianamente diversi programmi. Nel Centro benessere Alpino Špik si nasconde l’inimitabile offerta del nostro centro benessere. L’ambiente alpino e il mondo di colori, aromi e suoni nelle cinque stanze a tema vi aiuteranno a dimenticare le preoccupazioni della vita quotidiana e a dedicarvi a voi stessi. Il Centro estetico Špik vi offre una gamma di massaggi e servizi estetici, pedicure, manicure e depilazione. Tutti i servizi hanno un forte legame con l’ambiente alpino.

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