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APRILE 2021
Periodico d’informazione locale - Anno XXVIII n.73
Regione p.31
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Vigili armati? Si infiamma il dibattito in città Dopo la richiesta di un sindacato le opposizioni attaccano il sindaco per non servizio a pag 6 aver ancora permesso le armi. Ma per Gaffeo “è la fine di un percorso”
LA STORIA
Una raccolta fondi per far tornare a camminare Samuele L’ORDINE DEI MEDICI
Vaccino, “adesione totale dei medici di base in Polesine” DOPO L’INNOVATION LAB
L’ex liceo Celio diventa sede universitaria ITALIA NOSTRA
“Per la sede del tribunale meglio l’ex Banca d’Italia” BOARA POLESINE§
“Si metta in sicurezza la strada” PIANO DI RIPRESA
Il Veneto alza la voce, Calzavara: “Rivendico il ruolo della Regione
La forza di rialzarsi Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
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ntere categorie produttive stanno vivendo la loro seconda primavera di restrizioni. Aziende, imprenditori e lavoratori che attendono solo di poter ripartire, molti dopo un anno di stop forzato. Ci sono i mondi della ristorazione, degli eventi, i lavoratori dello spettacolo e della moda, delle palestre e delle piscine. Una schiera alla quale sono stati chiesti sacrifici immani, a fronte di aiuti risicati. segue a pag 5
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Facciamo il punto
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La forza di rialzarsi Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
49mila euro per far camminare ancora Samuele S
ono più di 49mila gli euro raccolti, in 11 giorni, per dare a Samuele Bergantin la speranza di camminare ancora. 21 anni, studente di Antropologia all’Università di Bologna, vittima di un incidente mentre consegnava le pizze per pagarsi gli studi. Gli amici di Pontecchio, dov’è cresciuto, hanno organizzato una raccolta fondi online andata ben oltre i confini polesani. Più di 1700 persone hanno donato per l’intervento che potrebbe ridargli l’uso delle gambe. “E’ iniziato tutto la sera del 14 gennaio - racconta l’amico Leonardo Farinatti -, Samu stava consegnando le pizze per un’attività della zona. Aveva appena finito una consegna quando, tornando verso la pizzeria, ha avuto un incidente ed è andato fuori strada. E’ stato subito portato in ospedale a Rovigo, dove ha trascorso sei settimane, per poi essere trasferirlo al centro di riabilitazione di Montecatone (BO). Da una serie di analisi è emerso che la situazione è più grave del previsto: frattura della quinta vertebra cervicale e midollo lesionato. E’ necessario un intervento molto delicato, per sostituire la vertebra fratturata con una protesi, che verrà svolto all’ospedale privato ‘Eugenio Gruppioni’ di Bologna dal dottor Emanuele Gozzo. Purtroppo non c’è la certezza che l’operazione gli permetta di tornare a camminare come prima”. “Siamo amici di Samu da sempre - spiega Farinatti - e abbiamo quindi deciso di organizzare una raccolta fondi per aiutare lui e la sua famiglia. La mobilitazione ha preso una piega del tutto inaspettata: mai ci saremmo aspettati un supporto così grande e diffuso. Una buona parte dei donatori nemmeno conosce Samu, ma ha comunque scelto di sostenerlo. Si sono attivati in tanti, tra cui l’associazione podistica ‘Run It’ che ha organizzato una corsa di beneficenza. Siamo stati contattati anche da due pittori, che si sono offerti di mettere all’asta alcune loro opere per poi devolvere il ricavato per l’intervento”.
Una raccolta fondi organizzata dagli amici: “Vogliamo aiutarlo”
Mentre la campagna vaccinale prosegue a strattoni, tra continui stop and go, promesse e dubbi, allarmi e annunci, in questo primo quadrimestre del 2021 molti, moltissimi lavoratori e imprenditori sono stati costretti a rimanere alla finestra, a chiudere, a fermarsi ancora, oppure a non ripartire per nulla, come chi è bloccato ormai da più di un anno. Hanno dovuto misurarsi con i bilanci da far quadrare in ogni caso, con i posti di lavoro da salvaguardare, la necessità di programmare un futuro che ancora deve concretizzarsi ma che va comunque programmato. A loro è stato chiesto, per lunghi, lunghissimi mesi, di resistere. Di attende. Di sperare. Finora non hanno certezze, se non quella dei sacrifici affrontati dall’inizio della pandemia. Gli aiuti - chiamiamoli pure ristori o sostegni, poco cambia - si sono rivelati, fino a questo momento un debole rimedio, per molti una vera e propria delusione. C’è chi è sceso in piazza, chi ha aperto per protesta, chi ha chiesto a gran voce di non continuare ad essere dimenticato. Qualcuno ha dovuto anche gettare la spugna. “Fateci lavorare”, è il coro che si alza unanime nella certezza di poter avere tutte le carte in regola e le potenzialità per garantire una riapertura in sicurezza, nell’affrontare una stagione che ci porterà fuori dall’emergenza. Ciò che non è mai venuto meno, in questi mesi, è stata la forza d’animo, la tensione che precede lo scatto, accompagnata dalla creatività e dall’inventiva. Ci sono negozi e attività che anche durante il periodo di chiusura hanno trovato il modo di mantenere il contatto con i propri clienti attraverso incontri on line o eventi social, oppure palestre che hanno reinventato la loro programmazione all’aperto, realtà sportive che hanno trovato forme alternative di allenamento, promotori di eventi che non hanno mai spezzato il filo che li unisce al loro pubblico. Esempi, storie di tenacia e forza d’animo, di idee e di coraggio, che cerchiamo di raccontare anche da queste pagine e sui nostri canali web. Un ringraziamento è doveroso a chi continua a resistere ed è pronto a ripartire.
Giacomo Capovilla
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è un marchio proprietà di
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È un periodico formato da 20 edizioni locali mensilmente recapitato a 373.576 famiglie del Veneto. Questa edizione raggiunge la città di Rovigo per un numero complessivo di 10.119 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199
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Redazione: Direttore responsabile Nicola Stievano >direttore@givemotions.it< Ornella Jovane >redazione@givemotions.it<
Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin Centro Stampa: Rotopress International via Brecce · Loreto (An) Chiuso in redazione l’8 aprile 2021
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Sicurezza. Il dibattito in città innescato dalla richiesta del Sindacato Unitario Lavoratori
Armi alla polizia locale: “Ora è necessario tutelare il personale” I
l Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale chiede al Comune di Rovigo di assegnare le armi al personale. Le pistole, acquistate dalla precedente amministrazione, sono conservate da palazzo Nodari in quanto, a detta del sindaco Edoardo Gaffeo, è necessario che i poliziotti siano opportunamente formati. I capigruppo consiliari della Lega, Michele Aretusini, e della lista Gambardella, Antonio Rossini, si schierano al fianco del sindacato. “Anche realtà normalmente tranquille come il Polesine possono cambiare volto - secondo Mirco Gennari, coordinatore provinciale del Diccap Sulpl -. La pandemia ha generato una grande tensione sociale e le aggressioni alle forze dell’ordine aumentano di giorno in giorno. Per tutelare il personale, e garantire alla cittadinanza un servizio in linea con gli standard diffusi nel resto del Paese, chiediamo al Comune di Rovigo di assegnare le armi di cui il Corpo risulta dotato. I servizi esterni di vigilanza e di pronto intervento, quotidianamente effettuati, devono essere obbligatoriamente svolti con l’ausilio dell’arma di ordinanza”. Interviene a favore del sindacato Michele Aretusini, capogruppo della Lega in consiglio comunale: “Una condotta rispettosa della nostra polizia locale imporrebbe chiarezza: o si danno le armi, oppure si dice chiaramente a chi di dovere che la nostra polizia locale non venga considerata per determinati servizi, poiché non c’è alcuna intenzione di dotare il personale dei dispositivi necessari, che qualunque altra forza dell’ordine ha. Basterebbe questo coraggio,
ma le forze di maggioranza non ce l’hanno; giocano con i loro principi, tanto la pelle è quella degli altri”. “Non si può accettare questa impuntatura del sindaco - gli fa eco Antonio Rossini, capogruppo della lista Gambardella -, che dopo due anni del suo mandato continua a sorvolare sulla questione. Nemmeno si preoccupa di organizzare corsi per l’uso delle pistole da parte dei vigili, in modo da avere sempre il pretesto per dire che non sono formati per usarle”. “Non abbiamo nessuna preclusione ideologica, ma solo voglia di fare le cose bene - chiarisce dal canto suo il sindaco Edoardo Gaffeo -. Abbiamo intrapreso un percorso di valorizzazione del capitale
“La pandemia ha generato una grande tensione sociale e le aggressioni alle forze dell’ordine aumentano di giorno in giorno” umano. Siamo abbondantemente sotto organico, in quanto abbiamo 33 vigili anzichè 51, e quindi abbiamo fatto un piano di acquisizione tramite concorsi e di integrazione dei numeri. Numeri che al momento impediscono di avere il terzo turno, ovvero l’unico in cui per legge sono necessarie le armi”. E conclude: “Quindi prima si fa un ragionamento di aumento del personale, della dotazione tecnologica e di formazione…la questione armi è il naturale termine di un percorso di questo tipo. Non ne è certo l’inizio”. Giacomo Capovilla e Giorgia Gay
La prima laureata d’Italia in Scienze della Pace è Chiara Previato con la tesi “Scars to your future” Una rodigina è la prima in Italia a laurearsi in Scienze della Pace. Alla Pontificia Università Lateranense si è potuto assistere alla prima discussione di tesi di baccalaureato del corso di laurea voluto da Papa Francesco. Il nuovo ciclo di studi è stato istituito il 12 novembre 2018, sviluppando filosofia, teologia, scienze umane e materie giuridiche-economiche. Il corso di laurea ha visto la presenza di venti iscritti. La prima a laureata d’Italia è Chiara Previato di Rovigo, con la tesi “Scars to your future”, dalle cicatrici della memoria alla rinascita nel perdono. Un percorso tra memoria, oblio e perdono, tra aspetti psicologici e neuroscienze alla luce delle Sacre Scritture. Come relatore la rodigina ha scelto Pier Francesco Cocco, che ha studiato teologia all’istituto teologico di Assisi ed esegesi biblica al Pontificio istituto biblico di Roma, dove ha conseguito il
dottorato in Sacre Scritture. Nella commissione esaminatrice presenti anche la correlatrice Chiara Palazzini, docente all’istituto pastorale della Pontificia Università Lateranense, presidente della commissione Giulio Alfano Giulio, insegnante di filosofia, politica, storia delle dottrine politiche ed etica politica alla Pontifica Università Lateranense. (m.s.)
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L’Ordine dei medici. L’adesione della categoria in Polesine è stata totale: in 160 si sono attivati
Medici di base già operativi: possibile immunità di gregge in estate C
on un imponente arrivo di nuove dosi, il Polesine potrebbe raggiungere l’immunità di gregge già in estate. Lo afferma Francesco Noce, presidente provinciale e regionale dell’Ordine dei Medici. L’arrivo di Johnson&Johnson, previsto per fine mese, potrebbe dare un’ulteriore accelerata alla campagna, che prosegue anche grazie all’apertura di centri vaccinali di prossimità. È grande l’impegno dei 160 medici di famiglia della provincia, che si sono messi a disposizione per effettuare le inoculazioni. “I medici di base sono già operativi ad Adria - spiega Francesco Noce, presidente regionale dell’Ordine - e partiranno a breve anche in un altro comune del basso Polesine. L’adesione è stata massiccia, la maggior parte ha optato per somministrare le dosi nei centri vaccinali dell’azienda o in strutture messe a disposizione dai sindaci. Negli ambulatori è molto difficile garantire il distanziamento, bisognerebbe limitare significativamente il numero di vaccinazioni al giorno. La mole di lavoro è tanta, basta pensare che una medicina
di gruppo ha ricevuto 4mila telefonate in cinque giorni. La burocrazia sta aumentando, anche perché è necessario fare lo screening ai pazienti per verificare se rientrano nella categorie fragili che hanno la priorità per il vaccino. A volte il nuovo portale della Regione non funziona, quindi molti si presentano dal medico chiedendo assistenza per prenotare la vaccinazione, anche perché il numero verde è spesso occupato”. “Le dosi arrivano col contagocce - prosegue il presidente Noce -. I 160 medici di famiglia polesani sono pronti, attendono solo dosi e spazi idonei a somministarle. Da inizio aprile la campagna è aperta anche a over 70 e persone fragili. La medicina territoriale è vitale per il Polesine, dove la maggior parte della popolazione vive in piccoli comuni, distanti l’uno dall’altro. Il nuovo centro vaccinale di Occhiobello va in questa direzione: essere il più vicino possibile alle persone. Per fare una massiccia campagna occorrono grandi spazi, che dovranno essere opportunamente adeguati. Quando si passerà alla vaccina-
A fianco Francesco Noce
“Quando si passerà alla vaccinazione di massa sarà necessario aprire nuovi centri vaccinali”
zione di massa sarà necessario aprire nuovi centri vaccinali”. “Il 19 aprile - continua il presidente dell’Ordine dei Medici del Veneto - dovrebbe arrivare in Italia il vaccino di Johnson & Johnson. Considerando i tempi tecnici, è probabile che a fine mese inizi a essere somministrato in Polesine. Essendo necessaria una sola dose, quindi senza richiamo, J&J renderà più veloce la campagna. L’aspettativa è buona, ma siamo in balia del numero effettivo di dosi a disposizione. Per quanto riguarda medici e infermieri c’è tutta la forza vaccinale, anche senza dover coinvolgere farmacisti e dentisti. Viceversa sarà necessario personale per raccogliere i certificati anamnestici e monitorare chi va in sala d’attesa dopo l’inoculazione. Andrà potenziata tutta la macchina organizzativa. Con l’arrivo di tante nuove dosi, per l’estate il Polesine avrà già raggiunto l’immunità di gregge”. Giacomo Capovilla
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Nuova vita dell’immobile. Corso dell’Università di Padova in “Water and Geological Risk Engeneering”
L’ex liceo Celio sede universitaria L
’ex Celio sempre più al centro dell’innovazione culturale e all’avanguardia per i giovani. Sarà infatti, presto sede anche del corso di laurea magistrale in Water and Geological Risk Engineering, dell’Università di Padova. Iniziativa frutto di una consolidata sinergia tra amministrazione comunale e Fondazione Cariparo. Ad ospitare questo nuovo corso universitario saranno i locali del secondo piano dell’ex scuola, adeguatamente sistemati. Il progetto, approvato dall’amministrazione comunale, prevede la ristrutturazione degli spazi dell’ultimo piano per andare incontro alle esigenze didattiche della facoltà di Ingegneria di Padova. Questo sarà possibile grazie al contributo di 640mila euro da parte della Fondazione Cariparo. Nel dettaglio sono previsti: spazi studio per docenti/tutor; due aule per la didattica da remoto, una per l’informatica e una per la didattica frontale; aree comuni per lo studio e per l’aggregazione; l’aula magna e uno spazio deposito. L’edificio ospita già al piano terra e al primo piano l’Urban Rovigo Center Innovation Lab. “Siamo davvero orgogliosi – commenta il sindaco Edoardo Gaffeo -, di poter ampliare e completare questo importante contenitore del centro cittadino, con un progetto così prestigioso. Dopo la recente apertura dell’Innovation Lab, che già
L’edificio ospita già al piano terra e al primo piano l’Urban Rovigo Center Innovation Lab. Il sindaco Gaffeo: “Orgogliosi del progetto di riqualificazione che porterà un’importante ricaduta positiva a tutto il tessuto economico del centro cittadino”
L’ex liceo Celio
sta dando molte soddisfazioni, il corso universitario andrà a completare in maniera egregia il recupero di un palazzo che si colloca, così, a pieno titolo, nel panorama del futuro innovativo, con una riqualificazione che porterà un’importante ricaduta positiva a tutto il tessuto economico del centro cittadino”. Gilberto Muraro, presidente della Fondazione Cariparo, aggiunge: “L’iniziativa si colloca nella strategia della Fondazione di sostenere progetti di alta formazione che possano offrire nuove opportunità ai nostri giovani e, allo stesso tempo, contribuire al
processo di crescita della città di Rovigo.” “Aumentare l’offerta didattica è sempre un ottimo risultato per l’Università di Padova – afferma il rettore Rosario Rizzuto –. L’argomento, oltretutto, è molto importante: in un clima che cambia, i rischi causati dall’acqua continueranno a essere una delle sfide critiche per la nostra società e per la scienza e la pratica ingegneristica. E Rovigo, territorio storicamente molto sensibile al problema del rischio idraulico, è sede ideale per un corso di laurea del genere”. Giacomo Capovilla
Aretusini: “Dotiamo le principali aree verdi di attrezzature ginniche per sostenere personal trainer e palestre” Michele Aretusini, capogruppo della Lega in consiglio comunale, lancia una proposta per aiutare palestre, istruttori e personal trainer, particolarmente colpiti dalla pandemia, e nel contempo migliorare i parchi cittadini e il decoro urbano, ma anche la loro sicurezza, favorendone la frequentazione. “L’idea è molto semplice ed economica – spiega Aretusini – ma, se il Comune fosse disponibile, credo possa avere una grande efficacia: penso a dotare le principali aree verdi della città di attrezzature ginniche e da percorso – vita. Già di per sé un intervento di questo tipo avrebbe un enorme valore, ma in questa particolare situazione la sua efficacia sarebbe ulteriormente esaltata e avrebbe ricadute positive”.
Michele Aretusini
“Penso, per esempio – prosegue il capogruppo della Lega – alle palestre e ai personal trainer che, in questo momento, sono forzatamente fermi, spesso senza ristori. Tanti, da veri Veneti e da grandi lavoratori, si danno comunque da
fare, cercano di promuovere, con la primavera, allenamenti all’aperto. Ma, senza attrezzature, non è facile: la gamma di allenamenti possibili è ridotta. Perché, allora, non collaborare e aiutare queste persone, attrezzando parchi e aree verdi?”. “Da parte del Comune sarebbe una bellissima dimostrazione di solidarietà, a un prezzo che non ritengo proibitivo – spiega Aretusini – E, una volta che questo brutto periodo sarà finito, spero il prima possibile, questi attrezzi resterebbero un valore aggiunto e un patrimonio. Non solo: attirando, come è verosimile, frequentatori e sportivi, migliorerebbero la sicurezza di queste zone, perché il primo bastione contro degrado e delinquenza è la presenza”.
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Due opzioni in campo. Il commento di Italia Nostra sul futuro del Palazzo di Giustizia
“Per la sede del tribunale meglio l’ex Banca d’Italia” I
talia Nostra di Rovigo ha presentato alcune osservazioni in merito alle aree idonee a ospitare il nuovo tribunale. Il presidente Fabio Bellettato con la vice Fiorenza Ronsisvalle prende spunto dalle uniche due ipotesi, finora emerse, ma si rende disponibile a valutarne anche altre, qualora dovessero essercene. Dunque, si tratta dell’ex caserma della Questura di via Donatoni e dell’ex Banca d’Italia di via Piva. “L’ex caserma presenta il superamento del volume e dell’altezza massima consentita dalle norme tecniche del centro storico – sottolineano Bellettato e Rosinvalle -. Ha problematiche legate alla situazione del sottosuolo: in caso di scavi significativi è necessario verificare l’eventuale presenza di paleo alvei, con i loro cordoni sabbiosi considerando che in questo quadrante della città, lungo il tracciato di via Badaloni, scorreva la fossa Filistina e non si possono escludere altri rami
L’ipotesi dell’ex caserma è da scartare per l’associazione per problemi di sottosuolo, viabilità e scarsa accessibilità minori adduttori. Ci sono problemi di viabilità e mancanza di adeguata accessibilità dell’area. Inoltre da segnalare la presenza, sul lato opposto all’area interessata, dell’area ex vigili del fuoco, anch’essa abbandonata e in totale degrado”. Per quanto riguarda invece l’area dell’ex Banca d’Italia, posizionata nel quartiere della Commenda, in un comparto urbano regolato da un Piano particolareggiato degli anni Ottanta, che ha visto anche l’insediamento di funzioni direzionali quali palazzo della Regione e della Provincia, e altri, secondo Bellettato e Ronsisvalle, presenta come importante aspetto positivo il fatto di avere un fabbricato già esistente. “In linea di massima riteniamo che l’intervento sull’area ex Banca d’Italia, con le opportune integrazioni sopraindicate, sia accettabile per poter ospitare la nuova sede del tribunale”. Marco Scarazzatti
Fabio Bellettato
Atti vandalici e di bullismo all’ingresso della scuola Casalini, segnalazioni dai genitori esasperati Da sempre la bicicletta è oggetto di bravate di ogni tipo, spesso legate a furti (tanto da ispirare il celebre film “Ladri di biciclette” oltre che un gruppo musicale italiano, attivo a cavallo fra gli anni 1980 e 1990, con leader Paolo Belli), ma anche a manomissioni di vario tipo (dalla sella al manubrio). Il luogo principale per questo tipo di atti è da sempre la stazione dei treni, dove ci sono più biciclette e dove è più facile attuare certe pratiche, stante la mancanza di controlli, specialmente all’imbrunire del giorno. La scuola è invece un luogo dove di rado succedono questi episodi. A Rovigo, alcuni genitori hanno riferito di atti di vandalismi continui, in prossimità della scuola media di via Casalini, collegata al conservatorio “Francesco Venezze”. Le famiglie degli studenti lamentano il perdurare di una situazione che va avanti da diversi mesi e della quale tutti sono al corrente. In particolare, gli episodi si verificano poco prima del cancello di ingresso della scuola, dove solitamente i ragazzi lasciano le loro biciclette. Un fenomeno che pare sia collegato ad atti di bullismo, che hanno come scopo quello di rovinare le bici, sgonfiando le ruote quando va bene, mentre quando va male succede che ad una ragazzina di 11 anni sia stata rubata la bicicletta, nonostante questa l’avesse chiusa a chiave con il lucchetto. I fatti sono stati comunicati alla rappresentate scolastica, la quale ha così risposto ai genitori: “Con riferimento al problema della bici, la scuola ritiene utile precisare che le situazioni spiacevoli che si sono verificate all’inizio dell’anno, sono state affrontate e risolte. L’istituto non è invece responsabile di quanto eventualmente accade nelle ore extrascolastiche, quando dunque il plesso è frequentato solo per le lezioni del conservatorio”. Difatti, il furto della bici dell’undicenne è avvenuto proprio nel corso di un pomeriggio, durante una lezione di musica. Un fatto che ha lasciato molti genitori basiti, anche perché vicino allo spazio lasciato vuoto dalla bici portata via sono state trovate altre bici con le ruote a terra, dopo che le camere d’aria erano state aperte apposta, con l’evidente intento di fare un dispetto.(m.s.)
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Il progetto. Il gruppo Menon ha ampliato la proposta del collega leghista Rizzato, nata dalla Fiab
“Valorizziamo il porticciolo dell’interporto di Borsea” “I
l porticciolo dell’Interporto di Borsea, costato quasi 2 milioni di euro nel 2009, ma mai veramente reso turisticamente attivo ed attrattivo, potrebbe diventare punto di benvenuto per potenziali turisti che approdano dalla via d’acqua o semplicemente punto d’incontro dei cicloamatori, potrebbe fungere da meta finale all’interno di un quadro complessivo più ampio della ciclabilità turistica di Rovigo”. La proposta è rilanciata da Mattia Milan, consigliere comunale del gruppo civico Menon, che sposa la recente iniziativa del collega leghista Lorenzo Rizzato di portare all’attenzione dell’amministrazione comunale l’idea della FIAB con l’obbiettivo di connettere il percorso a nord del Canalbianco e l’area dell’Interporto di Borsea all’interno del quale è presente anche un porticciolo turistico. “Questo tipo di percorso ciclopedonale insiste sul tracciato Ciclovia RomeaTiberina, inserita a sua volta nel Sistema Ciclovia Adige-Po, che congiunge di fatto due vie d’acqua: l’Adigetto e il Canalbianco” ricorda Milan. “Come gruppo civico Menon abbiamo elaborato una planimetria un po’ più articolata riportante i percorsi e le vie ciclabili che possono coinvolgere il porticciolo turistiIl consigliere Milan: co, percorsi alterna“Potrebbe diventare punto tivi così come i punti di benvenuto per i turisti. della viabilità esistenCostato due milioni te, che richiedono la messa in sicurezza per di euro, non è mai stato il loro attraversamenreso attrattivo” to – sottolinea Milan -.Pensiamo che per restituire ai cittadini una città sempre più vivibile e pensata per la mobilità sostenibile, possa essere utile integrare la precedente proposta del consigliere Rizzato nella consapevolezza che giunta, sindaco o assessori competenti possano prenderne visione ed prenderne nota per la redazione del futur opiano della mobilità sostenibile”. “La ciclabilità nel nostro territorio deve essere pensata in un progetto che raggiunga le frazioni ed i comuni limitrofi e lungo l’asse Adige-Po – conclude Milan -. Vorremmo rendere la bici il mezzo più efficace ed efficiente per spostarsi, attraverso l’istituzione di un piano della ciclabilità che preveda la mappatura e la manutenzione dell’esistente, e una cartografia intelligente che pianifichi i collegamenti fra le piste ciclabili esistenti e i luoghi di interesse della città”. Giorgia Gay
Nella foto, il punto a ridosso del porticciolo da cui potrebbe collegarsi la ciclabile
Fino al 30 aprile lavori al viadotto stradale di Borsea-Rovigo Anas ha iniziato i lavori di ripristino dei giunti del viadotto di Borsea, frazione rodigina, lungo la strada statale 16 in territorio comunale di Rovigo. I lavori sono iniziati martedì 9 marzo e prevedono il ripristino dei giunti di dilatazione del viadotto Borsea. Dal chilometro 44,400 al chilometro 45,400, è stato istituito ilrestringimento di carreggiata, con chiusura delle due corsie (marcia esorpasso), in direzione Padova e il doppio senso di circolazione sulledue corsie in direzione Ferrara e viceversa, in base all’avanzamentodei lavori. La modifica alla circolazione sarà valida fino alla conclusione dei lavori, prevista per venerdì 30 aprile. Sono previstelimitazioni lungo la strada statale 16 Adriatica. Anas, società delGruppo Fs Italiane, ricorda che per avere una mobilità informata circa l’evoluzione della situazione del traffico in
tempo reale, è consultabile anche su tutti gli smartphone e i tablet, grazie all’applicazione Vai, disponibile gratuitamente in Appstore e in Playstore. Il servizio clienti Pronto Anas è invece raggiungibilechiamando il numero verde gratuito 800841148. (m.s.)
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Richiesta dei residenti di Boara Polesine. Spesso le auto viaggiano a velocità troppo elevate
“Si metta in sicurezza la strada”
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’ultimo incidente, in ordine di tempo, verificatosi a Boara Polesine, in via Curtatone, ha rimesso a nudo tutta la pericolosità di una via da tanto e troppo tempo considerata pericolosa dai residenti. “Io non ero presente quando è successo l’incidente tra le due auto, ma mi sono fatto comunque raccontare l’accaduto - precisa Emilio Mazzetto, presidente del comitato civico apartitico Boara Polesine - Però è quanto mai opportuno che anche nella nostra frazione si faccia qualcosa, per mettere in sicurezza questa strada che attraversa non solo le abitazioni, ma anche la scuola. Troppo spesso le auto sfrecciano a velocità elevate. Sarebbe opportuno che anche da noi venissero installati dei rilevatori di velocità”. Non è la prima volta che via Curtatone, strada principale della frazione rodigina, è oggetto di incidenti stradali. Proprio per questo, la situazione necessita di una soluzione immediata. Il sindaco Edoardo Gaffeo, a suo tempo, aveva ricevuto un’interpellanza, dove era stato messo a conoscenza che in questa strada si corre troppo, specie chi
“Frazione al centro dell’attenzione dell’amministrazione”
proviene dalla località Ca’ Bianca, e c’è un grosso rischio per l’incolumità pubblica. Era stato chiesto all’amministrazione comunale di mettere dei dissuasori. C’è chi dice che in via Curtatone ci vuole un dissuasore o un velox, per evitare che prima o poi qualche pedone venga investito. Gli automobilisti frenano all’ultimo istante, perché non si vede bene in qualche tratto stradale. C’è anche chi sottolinea come in tutte le altre frazioni del capoluogo, ma anche nei quartieri, il Comune ha installato più di un rilevatore della velocità, da collegare agli impianti semaforici. “L’unico posto a non averlo è Boara Polesine - conclude Emilio Mazzetto -. In questi
giorni mi sono nuovamente attivato per la questione dell’ufficio postale, che continua ad essere aperto a giorni alterni, generando più di qualche problema agli anziani del posto. Una vicenda che oramai si protrae da oltre un anno. Per questo ho scritto un’altra lettera a Poste Italiane, per vedere di riuscire a far tornare alla normalità l’apertura della sede postale. L’ufficio è aperto solo tre giorni alla settimana, contrariamente a quanto succede nelle altre sedi periferiche di Rovigo. Boara è l’unica frazione dove l’ufficio postale è aperto solo tre giorni alla settimana e solo al mattino: lunedì, mercoledì, venerdì”. Ruggero Principe
“La frazione di Boara Polesine al centro dell’attenzione e del confronto fra l’amministrazione comunale e i cittadini organizzati nei comitati per la difesa e valorizzazione del territorio”. Così l’amministrazione comunale fa il punto sulla situazione della frazione rodigina. Un primo incontro con gli assessori Merlo, Favaretto e Bernardinello e il Comitato Vivi Boara ha permesso di affrontare le problematiche di un’area golenale di proprietà demaniale e di Acque Venete. “Il Comune si impegnerà, infatti, per regolamentare la circolazione lungo l’argine, prevenire e controllare l’abbandono di rifiuti e, nei casi di violazione, intervenire con il Gestore per lo smaltimento, visto anche l’interesse di valorizzazione turistico ricreativa dell’area” si legge in una nota. Un secondo incontro si è svolto, invece, anche con il sindaco Gaffeo e ha riguardato gli insediamenti produttivi e le autorizzazioni ambientali in corso di rilascio e revisione. “L’Amministrazione già nei mesi scorsi aveva previsto l’istallazione di videocamere di sorveglianza per controllare il traffico, oltre alla sistemazione delle strade che si trovavano in pessimo stato di manutenzione” continua il Comune. Dal confronto sul Tavolo di coordinamento istituzionale sul problema odori si è aperta una verifica di Arpav sull’impianto Fri el, che ha portato alla richiesta di revisione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale. L’impegno del Comune ha, inoltre, determinato un controllo sul nuovo allevamento avicolo, soprattutto rispetto alle emissioni di polveri e alle eccessive concentrazioni di insetti nel periodo estivo. Il Comune, insomma, nonostante gli attacchi ricevuti, ha lavorato con responsabilità perché l’attività degli insediamenti produttivi avvenga nel rispetto delle norme, della salute e del benessere dei cittadini. Per questo, manterrà un dialogo costante, attraverso riunioni periodiche, con il Comitato Ambiente. (g.f.)
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Plastic Free Rovigo. L’area esterna all’ospedale Santa Maria della Misericordia in stato di degrado
Rifiuti abbandonati: la piaga colpisce anche i parcheggi dell’ospedale I
Le foto scattate da alcuni utenti del nosocomio del capoluogo polesano hanno fatto il giro dei social, venendo pubblicate anche sul profilo Facebook del gruppo Plastic Free Rovigo
soliti incivili, quelli che nonostante il periodo di pandemia mondiale, in corso da oltre un anno, anziché tornare alle sane abitudini, continuano a sporcare piazze, vie, parcheggi, strade di città o di campagna, incuranti del fatto di poter incorrere in sanzioni. Vittima di questi gesti a dir poco riprovevoli sono anche i parcheggi dell’ospedale di Rovigo, sia quello situato all’ingresso della cosiddetta parte
Mascherine, guanti, bracciali in plastica, lattine, fazzoletti e persino due paia di zoccoli sanitari: le aiuole dei parcheggi come discariche a cielo aperto
Cestini vuoti e rifiuti abbandonati a terra nei parcheggi dell’ospedale di Rovigo
vecchia, sia quello davanti alla nuova entrata. Tra l’altro c’è stato un aumento di rifiuti, anche in considerazione del fatto che poco distante si trova anche il Covid-point, dove la gente si reca per effettuare i tamponi immediati. Il parcheggio dell’ospedale civile di Rovigo, Santa Maria della Misericordia, è stato oggetto dell’abbandono smisurato di mascherine, guanti, bracciali in plastica, lattine, fazzoletti e persino due paia di
zoccoli sanitari, chiusi in due sacchetti di nylon trasparente. Autori di questo gesto sono come detto i soliti incivili, che hanno finito con il trasformare in pochissimo tempo, le aree verdi (siepi e aiuole) poste vicine ai posti auto, in vere e proprie discariche a cielo aperto. Le foto scattate da alcuni utenti che si sono recati nel nosocomio del capoluogo polesano, hanno fatto il giro dei social, venendo pubblicate anche sul profilo Facebook del gruppo
Plastic Free Rovigo, nato di recente con lo scopo di raccogliere segnalazioni di questo genere, per poi inviare sul posto i volontari coinvolti nella pulizia di zone oggetto di abbandono indiscriminato di rifiuti. A rendere ancora più grave questo atto di inciviltà è il fatto che tutti i suddetti rifiuti, sono stati gettati a terra, nonostante ci sia la presenza di numerosi cestini, rimasti pressochè vuoti. Marco Scarazzatti
Al via il progetto “Compitiamo insieme...” a San Bortolo La parrocchia di San Bartolomeo Apostolo ha lanciato nuova iniziativa che rende il quartiere di San Bortolo sempre più attivo in questo delicato momento. “Si tratta di un’esperienza educativa dal nome ‘Compitiamo insieme’ - spiegano i parroci rodigini, don Andrea Varliero e don Cristian Malanchin -. Si tratta di un servizio educativo a favore di ragazzi e giovani, segnati più degli adulti da una crisi educativa e relazionale senza pari. Sono una quindicina i volontari che si sono resi disponibili a questo servizio, sostenuto dalla Fondazione Azimut”. L’associazione Aps “Il cortile degli Olivetani”, nata con atto costitutivo il 9 ottobre 2020, acco-
glie, sostiene e promuove il progetto “Compitiamo insieme… non solo doposcuola”, rivolto ad alunni della scuola primaria e a studenti della scuola secondaria di primo grado. L’iniziativa scaturisce dalla volontà di docenti, studenti universitari e operatori, inseriti, quest’ultimi, in contesti
diversi del sociale che, sensibili all’educazione dei giovani, intendono donare parte del loro tempo libero alla comunità. La presenza di un adulto garantirà il sereno svolgimento dell’attività didattica ed educativa. Nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza e in ottemperanza ai Dpcm, saranno garantiti: la misurazione della temperatura, l’igienizzazione delle mani, la sanificazione degli ambienti e il distanziamento sociale. A tale proposito, sono messe a disposizione tre aule e la relazione studente- adulto è pari a 1/2. La coordinatrice del gruppo di lavoro è ladottoressa Maura Bianco, che lavora con la psicologa-psicoterapeuta Silvana Perrone. (m.s.)
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Rovigo
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L’impresa. “Toccare i sette capoluoghi veneti in poche ore, un’esperienza da fare una volta nella vita”
Il giro del Veneto in un solo giorno: l’iniziativa di tre ragazzi rodigini T
re ragazzi rodigini hanno compiuto una vera e propria impresa. Andrea Rizzatello, Leonardo Padoan, Matteo Coltro, hanno fatto il giro del Veneto in 14 ore. “L’idea era quella di toccare i sette capoluoghi veneti, in una sola giornata, facendo tappa nelle sette città, con la nostra lanterna. Abbiamo scritto e plastificato una sorta di lettera aperta alla nostra regione, con concetti espressi da noi, rivolti alla gente che passava. Abbiamo ripreso le lettere della parola Veneto. Siamo partiti alle 6 del mattino da Rovigo, piazza Vittorio Emanuele II e fotografato piazza Merlin e piazza Matteotti, lasciando una piccola candela accesa e un palloncino. La seconda tappa è stata Padova: Prato della Valle, piazzetta delle Erbe, piazza Capitaniato. Poi Venezia: ponte di Rialto, piazza San Marco e basilica, ponte di Calatrava, Treviso loggia dei Cavalieri e piazza dei Signori, Belluno palazzo dei Rettori e porta Dojona, Vicenza teatro Olimpico e piazza dei Signori, Verona piazza Bra, Comune e Arena. Il rientro a casa è avvenuto alle 20.30. 520 chilometri percorsi in 14 ore”. I tre giovani sono stati fermati da diverse persone, che hanno chiesto loro il perchè di questa iniziativa. “Qualcuno ci ha dato dei folli vista l’impresa, gli anziani sono stati i più incuriositi. Abbiamo fatto leggere anche la poesia tipica veneta, a qualche passante. La prossima tappa sarebbe quella di percorrere l’Italia, in una settimana, toccando tutti e venti i capoluoghi di regione, magari cercando qualcuno che ci sponsorizzi, anche a livello di promozione turistica. Il nostro augurio è quello che si possa superare il momento difficile che stiamo vivendo. In estate potrebbero diventare delle ferie alternative e indimenticabili al contempo. Abbiamo deciso di fare solo una pausa, quella del pranzo: ci siamo fermati in un autogrill nella tratta Treviso - Belluno. Il momento più difficile è stato trovare il metano a Belluno, in quanto l’unico presente era chiuso. Abbiamo rischiato di restare a secco. Non l’abbiamo trovato e fino a Montebelluna abbiamo rischiato. E’ stata una vera e propria odissea. La parte più simpatica del viaggio a Venezia, anche solo per trovare
il parcheggio in piazzale Sant’Andrea. Persa la lettera in acqua a Venezia nella laguna, con tanto di palloncino scoppiato. Dunque il capoluogo veneto è stato l’unico a non avere la visione della nostra lettera. È incredibile che in un giorno solo si possa girare tutta la nostra regione. Questa esperienza una volta nella vita va provata”. Marco Scarazzatti
I frati cappuccini al servizio dei poveri Una donazione del tutto inattesa e al contempo molto gradita è arrivata al convento rodigino dei frati cappuccini. Il regalo porta la firma di Faedesfa. “Il nostro furgone è arrivato a Rovigo, con a bordo un carico di derrate alimentari, donate alla mensa dei poveri del convento del capoluogo polesano - racconta Andrea Pezzuolo, presidente della Onlus - Mensa che continua ad operare e aiutare i bisognosi, anche durante la pandemia da Covid-19. Nonostante le mascherine celassero il volto, gli sguardi dei nostri volontari erano carichi di emozione al momento della consegna a padre Mario, che ha accolto, al convento, la nostra delegazione. Per noi è stata la prima consegna benefica in presenza, dopo mesi di stop e limitazioni a causa del virus e la prima donazione del 2021 nella nostra provincia”. Il cibo sarà destinato alla mensa dei frati cappuccini, come ha tenuto a precisare padre Mario. “Prima dell’emergenza sanitaria davamo da mangiare a 50 persone.
Dopo la pandemia siamo scesi a 30 persone. Ogni 15 giorni facciamo la distribuzione della spesa, come la chiamiamo noi, e avremo modo di utilizzare anche quello che ci ha consegnato Faedesfa, ossia olio, zucchero, riso e altri prodotti alimentari”. L’idea di questa donazione è partita da un anonimo, che in occasione del progetto benefico “Natale con noi 2020”, ha effettuato una consegna a Faedesfa No Profit, chiedendo che fosse destinata al convento dei frati di Rovigo, un’istituzione degli aiuti e della solidarietà verso chi ha bisogno, da anni. “Abbiamo deciso di raddoppiare la cifra iniziale dell’azione benefica e, destinando una quota del ricavato del progetto natalizio, sono stati acquistati in gran quantità pasta, riso, olio, passata di pomodoro e altri generi alimentari a lunga scadenza - conclude Pezzuolo Alimenti che verranno utilizzati per nutrire chi si trova in condizioni di indigenza”. (m.s.)
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Rovigo
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Il personaggio. Docente al Celio-Roccati, traccia un bilancio degli ultimi anni trascorsi girando l’Italia
Bicicletta e macchina da scrivere: Walter è “Lo Scrittore per Strada” È
ripartito il tour del Polesine e dell’Italia di Walter Lazzarin, rigorosamente in bicicletta e con la sua inseparabile macchina da scrivere. Nato a Padova ma residente a Rovigo, dove insegna al liceo Celio-Roccati di Rovigo, quello che tutti conoscono oramai come Lo Scrittore per Strada, fa un primo bilancio di questi anni trascorsi a girare lo Stivale, facendosi conoscere, ma soprattutto mostrando alla gente come si utilizza una vecchia macchina da scrivere e anche come si può insegnare l’arte dello scrivere, specialmente ai bambini, che sono sempre i più incuriositi da questo originale scrittore itinerante. Walter Lazzarin ama immergersi nelle
“Dal 2015 rincorro un sogno: promuovo i miei libri girando per le strade d’Italia. Vorrei riavvicinare le persone alla narrativa” campagne, dove esiste ancora l’andamento lento, che è quello che da sempre ispira gli scrittori. Tra le cose da insegnare ai più piccoli, c’è anche quella del montaggio dei video, che poi vengono puntualmente pubblicati sul suo sito internet, ma c’è anche e soprattutto quella sul come fare a cambiare il nastro di una macchina da scrivere. “Sono nato a Padova nel 1982. Ho una laurea in Economia aziendale e una in Filosofia. Sono stato insegnante precario
di Filosofia e Storia, poi da ottobre 2015 ho deciso di rincorrere un sogno, un’utopia secondo alcuni: promuovo i miei libri girando per le strade d’Italia. L’idea non è solo di farmi conoscere come autore: vorrei riavvicinare le persone alla narrativa. In poco più di cinque anni, ossia da quando ho deciso di iniziare questo viaggio per l’Italia, ho utilizzato cinque modelli di macchine da scrivere, toccando più di 150 paesi e distribuito diverse migliaia tra libri e racconti”. Nel 2011 ha esordito con il romanzo “A volte un bacio”; l’anno dopo “21 Lettere d’amore”. Nel 2012 è giunto secondo al concorso internazionale “Lettera d’amore”. Nel 2013 è stato finalista del concorso “Storie fantastiche” e nel 2014 ha vinto il contest “Intervista con il padre”. Nel 2015 ha pubblicato il romanzo “Il drago non si droga” e ha iniziato a giocare nella nazionale di calcio Scrittori. Nel 2016 e nel 2017 ha lavorato alla trasmissione Dribbling, in onda su Rai 2. Nel 2017 ha pubblicato “Ventuno vicende vagamente vergognose”, raccolta di tautogrammi. Dal 2018 porta in scena uno spettacolo di teatro - canzone, ideato e interpretato insieme al cantautore Marcello Ubertone, dal titolo “Mitico! Da Omero a Homer Simpson”, un viaggio pop, tra canzoni e tautogrammi, dalla Grecia antica ai giorni nostri. Nel 2019 ha pubblicato “Animali all’avventura”, raccolta di tautogrammi per bambini e adulti. Marco Scarazzatti
Un protocollo d’intesa per contrastare le discriminazioni di genere sul posto di lavoro È stato firmato un protocollo d’intesa tra la consigliera di parità della Provincia di Rovigo, Loredana Rosato e il direttore dell’Ispettorato territoriale del Lavoro, Fabio Vernaglione, per una collaborazione sul tema delle discriminazioni di genere nel mondo del lavoro. Il protocollo, siglato presso l’Ispettorato del Lavoro di Ferrara-Rovigo, sede di Rovigo, prevede una serie di impegni a partire dalla tutela antidiscriminatoria in favore delle lavoratrici e dei lavoratori attraverso un reciproco scambio di informazioni volto a individuare potenziali fenomeni di discriminazione diretta edindiretta. Le parti firmatarie si impegnano a organizzare congiuntamente attività di informazione, sensibilizzazione e formazione per il personale ispettivo, le associazioni datoriali, le organizzazioni sindacali, gli enti bilaterali,
gli ordini professionali e le istituzioni presenti sul territorio sui temi dell’uguaglianza di genere e delle pari opportunità. Il protocolloprevede anche l’attivazione, presso la sede dell’Ispettorato di Rovigo, dello sportello “Donne e lavoro”, al quale potranno rivolgersi con immediatezza le lavoratrici che ritengono di essere vittime di discriminazioni in ambito lavorativo.
Provincia
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Lavori stradali. Lungo la statale Rovigo - Verona
Nuovo investimento da 15 milioni di euro per la Transpolesana Anas ha avviato una nuova fase di interventi di risanamento del piano viabile, sulla superstrada lunga oltre 90 chilometri, che negli ultimi anni sta conoscendo tutta una serie di migliorie
Lavori stradali lungo la statale Transpolesana Rovigo - Verona
N
uovo importante investimento da parte di Anas, nella tratta di Transpolesana, che da Rovigo conduce a Verona. E’ stato infatti programmato l’avanzamento dei lavori di ripristino, lungo la strada statale numero 434. Il nuovo ciclo di lavori prevede l’appalto di circa 15 milioni di euro. L’accordo fa parte di una firma siglata ancora nel mese di ottobre 2020. Anas ha avviato una nuova fase di interventi di risanamento del piano viabile, sulla superstrada lunga oltre 90 chilometri, che negli ultimi anni anni sta conoscendo tutta una serie di migliorie. Il nuovo ciclo di interventi è attivato grazie all’appalto stipulato lo scorso 12 ot-
tobre 2020, per un valore di 15 milioni di euro e sviluppato tramite accordo quadro suddiviso in tre stralci. Questa nuova fase di lavorazioni prevede il restringimento
Dieci i comuni in provincia di Rovigo che saranno interessati dai lavori della carreggiata, consentendo la transitabilità alternata della corsia di marcia o di sorpasso, a seconda dell’avanzamento dei lavori. Sono state avviate le operazioni, in tratti saltuari, dal chilometro 14 al chilometro
35,2, in direzione Rovigo, e dal chilometro 29,6 al chilometro 20,9, in direzione Verona. La modifica alla circolazione sarà attiva fino al termine dei lavori. Saranno poi interessati tratti saltuari, dal chilometro 60,6 al chilometro 53,7, in direzione Verona. I Comuni interessati dai lavori di risanamento del piano viabile, saranno 10 nella provincia di Verona e 10 nella provincia di Rovigo. Un volta terminata questa fase di interventi, compatibilmente con le condizioni meteorologiche, si procederà alla programmazione dei lavori di completamento dell’impermeabilizzazione delle solette di alcuni impalcati. Marco Scarazzatti
L’Ulss 5 Polesana chiude due Punti Sanità per mancanza di personale Chiusi due Punti Sanità. La decisione è stata presa dall’Ulss 5 Polesana ed è dovuta alla carenza di personale. Un disagio non da poco per la numerosa utenza che utilizzava le strutture mediche medio polesane. Sono infatti quasi 20mila gli utenti che gravitano attorno ai due Punti Sanità chiusi di Ceregnano e Arquà. Nel caso del primo Punto Sanità chiuso si parla di una popolazione complessiva servita, superiore alle 9mila unità (9.100 per la precisione). Nei Punto Sanità venivano erogati i seguenti servizi: gestione anagrafe sanitaria per scelte/revoche medico medicina generale e pediatra libera scelta ai cittadini italiani e stranieri residenti o domiciliati aventi diritto; rilascio certificati esenzione per patologia, invalidità e condizione economica agli utenti aventi diritto; prenotazione Cup (non telefonica); rilascio modelli espatrio per Pae-
si esteri convenzionati non rientranti nell’Unione Europea per i quali è previsto l’utilizzo della tessera europea assistenza malattie - team; rilascio tessera sanitaria ai cittadini iscritti all’Aire; prelievi ematici. Per quello che riguarda l’altro Punto Sanità, va detto che serve una popolazione complessiva di 9.780 persone. La decisione è stata maturata con l’inizio del nuovo anno e non si sa per quanto durerà, visto che è anche collegata all’emergenza sanitaria in corso. Il personale manca anche perché viene utilizzato in aree più critiche, dove sono stati attivati i Covid Point o dove comunque si è iniziata la campagna di vaccinazione. In ogni caso l’Ulss 5 Polesana, avendo altri Punti Sanità sparsi per il territorio polesano, è comunque riuscita a tamponare in qualche modo il disagio occorso alle persone, specialmente quelle anziane. (m.s.)
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Provincia
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L’intervista. Michele Ghezzo, presidente del Consorzio Promozione Sviluppo Delta del Po
“Al lavoro per un’estate sicura” M
ichele Ghezzo, presidente del Consorzio Promozione Sviluppo Delta del Po, racconta quelle che sono le speranze, in ottica estiva, quando ancora tutta l’Italia si trova a dover fare i conti con numerose ristrettezze dovute alla pandemia in atto. Presidente, quali sono le prospettive per l’imminente stagione estiva? “In un periodo così particolare è difficile fare previsioni. Gli ospiti veneti stanno apprezzando ogni anno di più la nostra località, e anche per questa estate le prenotazioni continuano ad arrivare, soprattutto per i mesi di luglio e agosto. Per quello che riguarda giugno molto dipenderà dalle limitazioni e restrizioni. Una vera e grande sorpresa è rappresentata dal mese di settembre, che è sempre stata appannaggio del mercato tedesco, ma che negli ultimi anni ha avuto un mag-
“Anche per questa estate le prenotazioni continuano ad arrivare, soprattutto per i mesi di luglio e agosto” giore apprezzamento anche per il mercato italiano”. Come stanno preparandosi gli operatori balneari delle spiagge del Delta del Po? “Tutte le attività stanno facendo del loro meglio per poter accogliere gli ospiti nel modo migliore per la prossima estate, forti degli insegnamenti avuti l’estate scorsa. Posso dire con certezza che saremo in grado di garantire misure e condizioni adeguate alle necessità di tutti i turisti”. Al riguardo, come vi state attrezzando? “Siamo impegnati in percorsi di formazione e abbiamo attivato una rete di collaborazione tra gli operatori, per poter creare una filiera che possa garantire un servizio migliore, con standard condivisi in tutte le località marittime deltizie. Inoltre, stiamo facendo un percorso con i portatori di interesse e le amministrazioni comunali, che ci porterà ad avere una reale percezione di un’unica destinazione, da poter fare su tutto il vasto territorio del Delta del Po”.
Che cosa vi aspettate di diverso, rispetto all’anno scorso? “Ci aspettiamo più consapevolezza, da parte degli operatori e degli ospiti, circa il difficile momento che stiamo vivendo. Siamo consapevoli di svolgere il lavoro più bello del mondo, ossia l’accoglienza, che sia sotto l’ombrellone, o nel servire un piatto al ristorante oppure nell’ospitare un cliente in hotel. Per questo, tutti quanti, ci stiamo impegnando per offrire una vacanza serena e in totale sicurezza”. Nell’immagina Michele Ghezzo (foto di repertorio pre emergenza Covid)
Uisp e Csi celebrano i 35 anni della grande nevicata
Marco Scarazzatti
Il Csi e la Uisp hanno celebrato una particolare ricorrenza, i 35 anni della grande nevicata a Rovigo, con uno speciale ricordo legato a quando si giocava a calcio anche con i campi ghiacciati. A raccontarlo è stato Giancarlo Andriotto, che negli anni Ottanta del secolo scorso era capitano della squadra di calcio che dominava i campionati amatoriali, riuscendo a coniugare alla perfezione la sua professione di infermiere, prima di quella di consigliere comunale, e formatore degli arbitri. “La mia squadra si chiamava Sapori d’Italia, ed era iscritta al campionato amatoriale provinciale del Csi – ricorda Andriotto - . Noi e le altre formazioni non avevamo certo paura, nemmeno della tanta neve che era caduta a quel tempo. Era infatti la passione per il calcio, che ci faceva andare avanti”. Sapori d’Italia era presieduta da Ciro Liotto e aveva come allenatore e capitano
proprio Giancarlo Andriotto, ora formatore e arbitro Uisp. Facevano parte di quella squadra: Francesco Orlando, Ciro Trabanelli, Claudio Andriotto, Renato Trabanelli, Sergio Mercuriati, Flavio Cominato, Tommaso Marsilio, Michele Folessa, Ermanno Tamassia, Luca Roncon, Aveglio Greggio, Michele Lideo, Carlo Milan, Ornoldo Cipriani, Vincenzo Vella, Renato Campanile, Stefano Previato, Luigi Cortese. (m.s.)
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Con il suo pittogramma Michela Baraldi vince il concorso di Art Flood
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’associazione Art Flood di Rovigo ha trovato la sua identità anche dal punto di vista grafico, grazie al concorso online “Un logo per Art Flood”. Art Flood significa letteralmente “inondazione artistica”, dato che dal 2016 opera nel territorio compreso tra i due fiumi Adige e Po, promuovendo l’arte e la creatività giovanile. E proprio in linea con la ricerca di nuovi stimoli, ha voluto rifarsi il look e a gennaio ha indetto un concorso sul web per trovare il logo più rappresentativo. Nella call l’associazione ha chiesto che il logo fosse in grado di evocare la sua mission, evidenziando il ruolo di mediatore culturale nel territorio, e che fosse espressione di originalità. La deadline era stata fissata per il 12 marzo, ma è stata successivamente prorogata al 19 marzo, a grande richiesta degli interessati. Art Flood ha raccolto ben 60 proposte da tutta Italia, ma anche dall’estero come dalla Svizzera e dalla Francia. La giuria, formata dallo staff operativo dell’associazione, si è trovato di fronte ad un tripudio di idee. C’è chi ha riassunto l’immagine con elementi della natura e i caratteri tipici del territorio di riferimento; chi ha utilizzato simboli inerenti l’arte, come la tavolozza e la bomboletta spray; chi ha usato una grafica accattivante ed efficace, al passo con i tempi; chi ha puntato su scelte di colore avanguardistiche. Non è stata una scelta facile. Ed ecco i primi 6 finalisti: Flavia Ciglia della provincia di Varese, ha presentato un logo in cui le icone diventano parte del lettering e si conclude con un sorriso ben augurante. Alvise Maniero di Venezia ha colto nella forza delle onde l’essenza dell’associazione; Elisa Poletti (di Pisa) ha saputo rielaborare le parole con il dinamismo dell’acqua a e attraverso elementi dell’arte; Michela Baraldi di Adria (RO) ha colto nella scintilla e nell’onda la creatività che caratterizza l’associazione. Sara Paolicchi (di Pisa) ha raccontato i tramonti e le albe del Polesine. Cristina Mutti (della provincia di Brescia) ha proposto un’entità liquida
Alla vincitrice è stata riconosciuta l’efficacia e l’immediatezza delle forme del logo e la pertinenza della proposta, dal processo di elaborazione in cui ha svolto l’analisi delle parole chiave dell’associazione
Michela Baraldi.
che si fonde, colorando la realtà. Tutti candidati davvero speciali, anche se uno soltanto è stato decretato il logo vincitore: primo posto al pittogramma ideato dalla giovane polesana Michela Baraldi (26 anni) che studia grafica pubblicitaria presso la scuola Internazionale di Comics a Padova. Premio speciale della giuria a Tera pixel (Tiziana Terrana), residente a Rovigo della quale è stato molto apprezzato il lavoro e che si è fatta notare per temperamento e stile. Alla vincitrice è stata riconosciuta l’efficacia e l’immediatezza delle forme del logo e la pertinenza della proposta, dal processo di elaborazione in cui ha svolto l’analisi delle parole chiave dell’associazione, che letteralmente significa “piena o alluvione d’arte”, fino allo sviluppo della sua funzione, espressa con semplicità e originalità. Michela Baraldi vince una collaborazione retribuita con l’associazione. L’associazione segnala infine che è sempre alla ricerca di nuove idee e di giovani volontari, con la passione per l’arte e il territorio. Melania Ruggini
Torna la rassegna “Libri Infiniti”: la sedicesima edizione sarà on line con un focus dedicato a Gianni Rodari Fino al 18 maggio si terrà la 16° edizione degli incontri con autori elaboratori per avvicinare i giovani alla lettura, “Libri infiniti”, promossa da Provincia di Rovigo e organizzata con la collaborazione di biblioteche e Comuni aderenti alla rete del Sistema bibliotecario provinciale. L’appuntamento è rivolto a scuole dell’infanzia, primarie, fino alle secondarie di primo grado. La programmazione è articolata in tre sezioni, per un’offerta mirata a soddisfare età e interessi diversificati, con la possibilità di scegliere tra incontri con l’autore e laboratori-letture animate. Quest’anno verrà realizzata in modalità online e vedrà la presenza degli autori Simone Dini Gandini con il libro “L’ibis di Palmira e il merlo ribelle” e Michelangelo Rossato con “Marco Polo: il viaggio delle meraviglie” e “Il cuore di Giovanna d’Arco”. La sezione “Laboratori e letture animate” e la sezione “Nati per leggere” vedono la presenza di
animatori/attori professionisti del Teatro Stabile di Verona e Fondazione Aida: Pino Costalunga, attore, regista e autore; Anna Chiara Zanoli, attrice e doppiatrice; Rachele Faccini, attrice e scenografa; Maria Selene Farinelli, attrice e regista. A queste sezioni si aggiunge anche una parte speciale su Gianni Rodari: “Rodari100” con “Alice Cascherina”, “Tante storie per giocare” e “Gianni Rodari. L’inventore di storie e rime”. (m.s.)
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Sport
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Rovigo Calcio. “I requisiti per l’ammissione li abbiamo. Poi per storia e blasone credo che la città lo meriti”
“Siamo pronti per giocare nel campionato di Promozione” I
l calcio, giocato, è fermo, ma la programmazione in casa Rovigo prosegue spedita. Lo stop, definitivo, ai campionati di Promozione, Prima, Seconda e Terza, è stato sancito con un comunicato della Figc, ma i biancazzurri presieduti da Monica Nale, guardano alla prossima stagione. Così, l’azionista di maggioranza, Roberto Benasciutti, la presidente Monica Nale e il vice Massimiliano Vissoli hanno annunciato che la società farà richiesta agli organi sportivi di poter partecipare al prossimo campionato di Promozione. “I requisiti per l’ammissione li abbiamo - ha detto Benasciutti, - poi per storia e blasone credo che la città di Rovigo lo meriti. La società ha un assetto economico idoneo, abbiamo chiuso tutte le pendenze che c’erano nella precedente gestione, vin-
cendo un paio di cause che erano state fatte e questo è un dato da non sottovalutare. Perciò guardiamo con molta fiducia all’imminente futuro”. Una società sana, come ha ribadito la presidente Monica Nale. “Il primo ringraziamento vorrei farlo agli sponsor che anche in questo periodo non
Da sinistra la presidente Monica Nale, Roberto Benasciutti e Massimiliano Vissoli
Il settore giovanile si sta organizzando sempre più e ha ricevuto il riconoscimento di scuola calcio Elite facile per la pandemia ci sono stati vicini e vorrei ringraziare anche le persone che, prima di questo nuovo stop, si sono impegnate nell’organizzazione e nella gestione degli allenamenti del settore giovanile che ab-
biamo fatto prima di entrare in zona rossa. Lo abbiamo fatto, rispettando tutte le regole di distanziamento e seguendo tutti i protocolli previsti, ma volevamo che i nostri ragazzi, potessero in qualche maniera ripren-
dere un minimo di attività”. Un settore giovanile che si sta organizzando sempre più e che ha che ha ricevuto il riconoscimento di scuola calcio Elite. “Come abbiamo sempre affermato da quando ci siamo
insediati con la nuova dirigenza, continua la Nale, il settore giovanile resta per noi la base fondante della nostra società. Vogliamo essere per la nostra città una società solida ma che abbia le propria fondamenta costruite sui giovani. I bambini si divertono e crescono, i ragazzi imparano il senso di appartenenza al gruppo, si impegnano e si confrontano, giocano, vincono e perdono, questa è la loro parte. La nostra parte è garantire loro la professionalità e il rispetto di chi con loro trascorre tante ore, la correttezza e la competenza di chi organizza e disciplina la loro attività sportiva.”
Un nuovo defibrillatore per il Nuovo Basket Rovigo per le attività da fare all’aperto. E intanto la società continua a crescere Il Cipriani Nuovo Basket Rovigo non smette di aggiornarsi ed investire sulla sicurezza dei propri tesserati. Dopo il corso Blsd Dan organizzato dall’Associazione Rescue Guardian, cui hanno partecipato diversi componenti della dirigenza e dello staff rossoblù, il Nuovo Basket Rovigo ha acquistato un nuovissimo defibrillatore portatile che sarà presente in tutte le attività all’aperto organizzate dal club delle Pantere. Oltre a questo, ovviamente, in ogni palestra in cui opera Nbr è presente un defibrillatore fisso, incluso quello del palasport di Villadose, regalato proprio dalla società
rossoblù e dallo sponsor “Cipriani” al Comune di Villadose qualche stagione fa. Sul fronte prima squadra, da segnalare l’intervento (artroscopia all’anca) di Alberto Grignolo, classe ’98, che è stato operato nell’ospedale di Suzzara. Operazione andata bene e ora, la Pantera rossoblù, è attesa da un lungo recupero. Stephane Manyaka, intanto, vista la continua incertezza della ripartenza del campionato di serie D, si sta allenando con la C Gold del Basket Ferrara 2018. Il giovane camerunense sarà comunque disponibile con le Pantere non appena si ripartirà.
Quali sono i numeri attuali della società di basket rodigina? Quando, nel luglio 2018, Gionata Morello è diventato il nuovo presidente del Cipriani Nuovo Basket Rovigo, non c’erano formazioni giovanili. I numeri, al suo arrivo, erano: una squadra in Promozione, 15 tesserati, un tecnico con qualifica di base e cinque dirigenti. Dopo nemmeno tre anni di lavoro, l’ultimo dei quali frenato dalla pandemia, i numeri sono decisamente cambiati: una serie D, una Under 18, una Under 13, tre formazioni Minibasket, 150 tesserati, 9 tecnici alcuni dei quali con le più alte qualifiche Fip, più di 20 dirigenti. (c.a.)
Cristiano Aggio
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#Regione
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Le prospettive. Il Consiglio Regionale ha votato anche due risoluzioni sul tema
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza “Ora il Veneto vuole poter dire la sua” “V
ogliamo dire la nostra sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, porteremo a Roma le proposte del Veneto e le necessità del nostro territorio”: Francesco Calzavara, assessore regionale al bilancio, rivendica il ruolo delle regioni nei giorni in cui il confronto si fa più intenso in vista del 30 aprile, data entro la quale il Piano dovrà essere presentato alla Commissione Europea. Il Consiglio Regionale del Veneto ha dibattuto a lungo e votato due risoluzioni. “In questo piano, - osserva Calzavara - le Regioni non sono state coinvolte. Nell’ambito della leale collaborazione istituzionale è stata completamente dimenticata la fase ascendente; l’impostazione centralistica finora seguita è destinata a portare pochi frutti e non tiene conto dei reali bisogni espressi dai territori. Le Regioni, invece, devono essere parte attiva nell’utilizzo delle risorse europee, che vedono quali priorità la digitalizzazione, l’innovazione, la transizione verde ed ecologica, l’inclusione sociale e la salute”. L’assessore aggiunge che il Veneto ha comunque cercato di raccogliere le principali priorità facendo sintesi di una serie di progetti necessari per la crescita del nostro territorio, confezionando un Piano regionale per la ripresa e la resilienza che si articola in 13 macro- progetti (crescita e valorizzazione del capitale umano; energia sostenibile; inclusione sociale; infrastrutture per la competitività e per l’attrattività turistica e culturale; innovazione; mitigazione del rischio idrogeologico; olimpiadi invernali Milano Cortina 2026; rafforzamento, innovazione e digitalizzazione delle istituzioni pubbliche; recupero e risanamento ambientale; resilienza sanitaria; gestione delle risorse
idriche; conversione eco-sostenibile del sistema della mobilità), in 155 schedeprogetto, per un valore complessivo di 25 miliardi. “Un piano, peraltro, coerente con il programma di governo illustrato dal Presidente della Regione Luca Zaia, per un Veneto più sicuro, più equo, che cresce sotto l’aspetto della digitalizzazione, creando vere e proprie autostrade digitali per le nostre imprese e famiglie. Investiremo molto anche sulle infrastrutture viarie. Auspico quindi una nuova stesura del Piano – conclude Francesco Calzavara - che dovrà per forza essere arricchito dai contributi che provengono dalle Regioni. E desidero ricordare il grande lavoro svolto nelle ultime settimane dalle diverse commissioni consiliari, nelle materie di rispettiva competenza, e il numero dei soggetti portatori di interesse ascoltati e coinvolti”. Due le risoluzioni approvate dal Consiglio su questo tema. La prima, proposta da Alberto Villanova e Giuseppe Pan chiede di coinvolgere maggiormente le Regioni e le Autonomie Locali per consentire una governance efficace dei processi decisionali, una maggiore attenzione e un puntuale monitoraggio di tutte le azioni a sostegno della ripresa e della lotta alla pandemia. “Dobbiamo utilizzare la transizione ecologica per far ripartire la nostra economia- spiega Alberto Villanova – Le Regioni devono contare di più ed essere pienamente coinvolte nell’utilizzo dei più importanti Fondi europei. dare una mano alle nostre aziende in difficoltà, ai nostri artigiani e liberi professionisti, in modo da distribuire la ricchezza sul territorio. La transizione ecologica rappresenta infatti un fondamentale pilastro, ma non va ridotta a una
Francesco Calzavara
plastic tax, ovvero non deve bloccare la crescita, bensì rappresentare una concreta possibilità di sviluppo per i nostri territori”. Elisa Venturini (Forza Italia) sottolinea che ora il vero problema è il coordinamento delle diverse azioni e il rispetto delle tempistiche indicate per l’impiego delle risorse”. Approvata anche la risoluzione sottoscritta dal Capogruppo Dem Giacomo Possamai, e da Vanessa Camani, Anna Maria Bigon, Andrea Zanoni e Francesca Zottis. “Il Veneto del futuro dovrà essere più digitale, più green, più inclusivo. Siamo di fronte a una straordinaria opportunità per progettare un futuro diverso per la nostra regione, in linea con quanto prevede il Recovery Fund e nel rispetto
L’assessore Calzavara: “Facciamo sentire la nostra voce a Roma, presentando i nostri progetti, le Regioni non sono state coinvolte eppure esprimono i reali bisogni dei nostri territori” delle sue linee portanti: transizione ambientale, digitalizzazione, innovazione e inclusione sociale. Va sfruttata la filiera dell’idrogeno”. La Risoluzione “impegna il Presidente e la Giunta regionale, in particolare, a promuovere e sottoscrivere un “Patto per il Veneto del 2030”.
Venturini e Bozza: “Bene i vaccini nelle farmacie, ora diventino centri di stoccaggio per i medici di base” “Raggiunta l’intesa con le farmacie come Hub vaccinali, occorre organizzarsi e farsi trovare pronti sul piano operativo a livello regionale e territoriale. Auspichiamo si possa procedere in maniera univoca nei Distretti sanitari provinciali, perché più si agirà uniti in tutta la Regione, prima si riuscirà a debellare questo virus”. Lo affermano i consiglieri regionali di Forza Italia, Elisa Venturi-
ni e Alberto Bozza, i quali ricordano di aver posto il problema come gruppo consiliare di Forza Italia: “fin dall’inizio del nostro mandato ci siamo spesi per il coinvolgimento anche delle Strutture private e delle farmacie per sostenere e integrare il Sistema Sanitario pubblico, dapprima nei tamponi e poi nella campagna vaccinale”. Ora, aggiungono, le farmacie possono diventare anche cen-
tri di stoccaggio e fornitura dei vaccini per i Medici di base, compatibilmente con le modalità di somministrazione e le caratteristiche del vaccino medici di base e farmacie, infatti, possono collaborare nella gestione degli aspetti logicisti e pratici della campagna vaccinale. “Ribadiamo come sia prioritario, - continuano Venturini e Bozza - che gli stessi farmacisti vengano inseriti tra
le categorie prioritarie per ricevere la profilassi, al pari di quanto è stato giustamente fatto per medici e operatori sanitari. Ma ciò che più conta è che sul piano politico finalmente si sia riuscito a raggiungere un’intesa tra Governo e farmacie, che possono fungere anche da presidio territoriale dove prenotare le vaccinazioni attraverso il portale di Azienda Zero”.
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Regione
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L’intervista. L’analisi di Giacomo Possamai, capogruppo PD in Consiglio Regionale
Recovery Fund, occasione da non perdere: investire per un Veneto digitale, green e inclusivo “L
e risorse del Recovery Fund sono un’occasione straordinaria da mettere al servizio di un progetto di rilancio e sviluppo del Veneto, per una Regione digitale, green e inclusiva, i tre indirizzi dati dalla Commissione Europea per il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza”. Così Giacomo Possamai, Capogruppo per il PD in Consiglio regionale, evidenzia il contenuto della proposta presentata al Consiglio, il ‘Patto per il Veneto 2030’. “Chiediamo alla Giunta di promuovere fin da adesso questo patto, coinvolgendo tutti i soggetti protagonisti di questa partita: enti locali, associazioni di categoria, e ambientaliste, sindacati, Camere di commercio, Università, Ufficio scolastico regionale, realtà del Terzo settore e del volontariato e banche. Il Patto deve contenere obiettivi chiari, come la neutralità carbonica entro il 2050, e l’uso esclusivo di rinnovabili entro il 2035, come ha messo nero su bianco già l’Emilia Romagna”. Ad esempio, secondo Possamai è importante puntare sulla filiera dell’idrogeno: “Gli ultimi due Governi vogliono investire fortemente su questa fonte rinnovabile per eccellenza. Il Veneto ha tutto per ospitare hub per ricerca e produzione, mettendo in rete atenei, categorie economiche e mondo dell’impresa. Ma finora dalla Regione nessuno detto niente. Sulla digitalizzazione le direttrici sono soprattutto due, pubblica amministrazione e scuola. Per quanto riguarda la prima, servono investimenti finalizzati a semplificare i rapporti con le imprese,
A fianco Giacomo Possamai, capogruppo Pd in Consiglio Regionale
“Chiediamo alla Giunta di promuovere fin da adesso il Patto per il Veneto 2030, coinvolgendo tutti i soggetti protagonisti di questa partita, fissando obiettivi chiari, come la neutralità carbonica entro il 2050, l’uso esclusivo di rinnovabili entro il 2035, le infrastrutture digitali, la sanità, la sicurezza del territorio”
aiutandole ad essere competitive. Se per sbrigare una pratica impiego lo stesso tempo online o recandomi di persona in ufficio non serve a niente. Per la scuola, invece, siamo di fronte ad una grande sfida: le chiusure rigettano nell’angoscia le famiglie venete. Con la didattica a distanza abbiamo sperimentato come la scuola non in presenza acuisca le diseguaglianze. Ciò che serve, al contrario, è un grande progetto di innovazione digitale in cui le famiglie costrette alla Dad abbiano una possibilità in più, e non una penalizzazione”. In questo contesto rientra anche la necessità di potenziare la banda larga e le infrastrutture digitali anche
nelle zone periferiche della regione, come quelle montane, che vanno preservate da un possibile spopolamento derivante proprio dalla difficoltà ad accedere ai servizi essenziali, come il medico di base o l’ufficio postale. “Sul fronte della sanità pubblica dobbiamo avere degli obiettivi per il futuro – prosegue Possamai -. Bisogna investire non solo per ristrutturare gli ospedali, ma anche per ammodernarli, realizzando camere singole che permettano l’isolamento per la riduzione dei rischi da infezione. E potenziare in tutta la regione la medicina di territorio e la strumentazione tecnologica per i distretti, in modo che la sani-
tà pubblica faccia ciò che deve fare: diagnosi precoce, screening gratuiti e vaccinazioni. Anche in questo campo va rafforzata la digitalizzazione, così da assicurare la connessione con i sistemi di assistenza medica, infermieristica e terapeutica ambulatoriale per garantire ai pazienti un’assistenza coordinata e continuativa”. Da associazioni di categoria, consorzi e non solo, emerge forte la necessità di mettere in sicurezza il territorio e di avviare con urgenza il Piano invasi con opere che, finalmente, dopo anni di progettazione, vengano realizzate. “Sono interventi strategici che permettono, da un lato, un risparmio della risorsa idrica favorendo la competitività delle imprese agricole e, dall’altro, di ridurre il rischio di alluvioni e frane: abbiamo visto negli ultimi anni le conseguenze dei cambiamenti climatici, con eventi non più sporadici – conclude Giacomo Possamai -. Crediamo, inoltre, che il sistema agricolo dovrebbe essere maggiormente valorizzato, specialmente per quanto riguarda ricerca e sviluppo, e le numerose aziende giovani che non riescono a trovare dalla Regione sufficiente supporto alle loro progettualità. Si tratta di sostenere le piccole realtà con produzioni locali, che hanno bisogno di essere messe in rete per riuscire a competere con il sistema della grande distribuzione”. Eva Franceschini
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Regione
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Il caso. Il dibattito dal Polesine si estende a tutta la regione
Corazzari: “Presto una legge sugli impianti fotovoltaici a terra”
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er non trovarci in futuro ancora con le mani legate, ci stiamo dotando di una legge che contempli per i futuri impianti le necessarie valutazioni anche di natura ambientale, paesaggistica, economica e sociale, escludendo la possibilità di realizzare mega impianti fotovoltaici sul suolo agricolo”. Ad affermarlo è l’assessore al territorio, ai parchi e alle aree protette della Regione del Veneto, Cristiano Corazzari, che risponde così alla polemica esplosa dopo il parere positivo espresso dalla Conferenza dei servizi all’impianto fotovoltaico a terra di Loreo, nei pressi del Delta del Po. “La Conferenza dei servizi è un organismo autonomo e indipendente – ricorda Corrazzari - e ogni suo parere deriva essenzialmente da valutazioni di carattere tecnico, nel rispetto dell’attuale normativa regionale, nazionale ed europea. Oggi come oggi non esiste ha la possibilità di stravolgere l’iter che ha portato al via libera con pre-
scrizioni dato dalla Conferenza al progetto di Loreo, ma il nostro obbiettivo è quello di contemperare lo sviluppo delle fonti rinnovabili con la salvaguardia degli ecosistemi naturali, della qualità della vita dei cittadini, della produzione agricola intesa anche come presidio e tutela dei territori”. Corazzari ricorda infatti che è già stato avviato dalla Seconda Commissione del Consiglio Regionale l’iter per l’approvazione del progetto di legge n. 41 relativo alla “Individuazione delle aree inidonee e idonee alla realizzazione di impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra”, su iniziativa del capogruppo di “Zaia Presidente” Alberto Villanova. Oltre a individuare nelle zone industriali e in quelle già compromesse dal punto di vista ambientale i luoghi nei quali preferibilmente installare gli impianti, il progetto di legge intende assicurare un grado di tutela particolarmente elevato a tutte quelle aree in cui la presenza dell’attività agricola
è significativa da un punto di vista dell’economia locale, rendendole esenti da impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra non funzionali all’attività agricola. “In poche parole, - conclude l’assessore - ben venga lo sviluppo delle fonti rinnovabili purché tale sviluppo non sia a detrimento dell’attività agricola e non confligga con gli irrinunciabili principi di salvaguardia dell’ambiente, del suolo agricolo e del paesaggio”. “I procedimenti in corso seguono l’iter legislativo già esistente, ma è chiaro - aggiunge Villanova - che le
linee guida dettate dal buonsenso sono quelle che abbiamo presentato nel Pdl: è fondamentale salvaguardare i terreni agricoli incentivando i pannelli fotovoltaici in aree ben precise e soprattutto sui tetti, non a terra”. Il dibattito si allarga anche al Consiglio Regionale. “Il valore del Delta sta nel contesto ambientale unico: se l’obiettivo è puntare sul turismo, dubitiamo di veder arrivare frotte di persone attratte dalla luce del sole riflessa su decine di ettari di moduli fotovoltaici. Non è così che si valorizza e promuove
un territorio”, affermano Francesca Zottis e Andrea Zanoni, consiglieri regionali del Partito Democratico, per poi aggiungere: “L’obiettivo della legge di riforma dei Parchi è rilanciare le aree protette, scrigno di biodiversità, per fare da volano anche per il territorio circostante. Non basta trincerarsi dietro a una norma: occorre far di tutto perché non venga stravolto, sollecitando e collaborando con la Regione per legiferare in fretta in questo senso, mettendo determinati paletti”. Esprime “in modo chiaro la posizione contraria alla sottrazione di terreno agricolo e forestale per la sistemazione a terra di pannelli fotovoltaici” anche il consigliere Tommaso Razzolini di Fratelli d’Italia. “Si investa ancora di più sul fotovoltaico sui tetti, oppure sui capannoni dismessi nelle aree industriali. Le energie rinnovabili devono essere incentivate e sostenute, ma è inaccettabile consumare centinaia di ettari di suolo agricolo”.
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on-line:
APRILE 2021
Salute Vaccinarsi in gravidanza
Il messaggio di speranza di due mamme
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Anna e Valentina, le bambine nate già con gli anticorpi contro il Covid Io mi vaccino, la campagna di informazione della Regione Veneto a pag 36
Lo studio che “scagiona” la scuola in presenza a pag 37
osso fare il vaccino contro il Covid 19 in gravidanza? E’ una delle domande che in modo ricorrente si sono poste molte donne in attesa. E fra queste anche Anna Parolo, 36 anni, e Valeria Bernardi, 37 anni, due professioniste sanitarie, la prima immunologa dell’Ulss 6 Euganea, la seconda ginecologa, che lo scorso dicembre, quando è partita la campagna vaccinale, si sono trovate di fronte a questa scelta, anche perché rientravano fra le categorie a rischio, essendo entrambe professioniste sanitarie. E loro hanno deciso, fra le prime donne in gravidanza, di sottoporsi alla vaccinazione. Anna e Valeria hanno discusso con gli esperti dell’équipe del servizio di Medicina Prenatale dell’Ulss 6, fra cui il dottor Gianfranco Juric Jorizzo, responsabile dell’équipe e la dottoressa Kimta Ngaradoumbe Nanhornguè, sull’opportunità della vaccinazione in relazione al loro rischio lavorativo, personale e della salute fetale. Prosegue alla pag. seguente
Malattia genetica neurologica. A Padova il primo screening neonatale a pag 38
Salute
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Consulenza scientifica
Io mi vaccino, la campagna di informazione della Regione Veneto Uno strumento a disposizione dei cittadini per chiarire dubbi e avere informazioni sicure da fonti autorevoli
Io mi vaccino, la campagna di informazione della Regione Veneto
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e domande sui vaccini sono molte e non sempre le risposte sono chiare o attendibili. Per andare incontro all’esigenza di informazioni autorevoli e chiarificatrici la Regione Veneto ha dato il via lo scorso 26 marzo alla campagna informativa “Io mi vaccino”. Una campagna a sostegno della lotta al Covid 19 tramite il vaccino, con l’obiettivo di supportare il cittadino nella scelta, con informazioni che provengono da fonti sicure e pere domande vaccini sono molmunque fare il vaccino? sone autorevoli, sui cercando di chiarire dubbi esupportare perplessità. l’iniziativa. te e non sempre le risposte sono Il primo protagonista, interpella“Sì, basta una sola dose come diUn Supereroe, un gigante buono è il “testimonial” della chiare o attendibili. Per andare into per fare luce su dubbi e timori, mostrano studi molto recenti”. campagna di vaccinazione contro il Covid19. contro all’esigenza informazioni è eil protettivo professorche Palù, presidente Aifa, Si può contrarre il virus tra prima Raffigura il vaccino, didall’aspetto benevolo autorevoli e chiarificatrici la RegioAgenzia spiega e protegge, che si destreggia attraverso le tanteItaliana e spes- del farmaco, che e seconda dose? ne Veneto ha dato il via lo scorso risponde a delle “E’ possibile perché la copertuso confuse informazioni, mettendo in risalto quelle corrette per semplici domande. 26 marzo alla campagna informatiDi seguito le più frequenti. ra immunitaria, cioè gli anticorpi allontanare dubbi e comunicare in modo semplice, lineare e va “Io mi vaccino”. Una campagna Che garanzia di efficacia offrono neutralizzanti, si forma nel tempo, sintetico l’importanza di un atto così semplice e protettivo. E’ anato sostegno della lotta al Covid 19 i vaccini? quindi c’è una finestra in cui siamo dalla matita di Maria Gianola, disegnatrice veneziana che tramite il vaccino, con l’obiettivo di “I vaccini – è la risposta del proancora infettabili”. ha messo a disposizione la sua creatività per supportare l’inisupportare il cittadino nella scelta, fessor Palù - sono molto efficaci, Quando comunicare malattie o ziativa. con informazioni cheinterpellato provengono fino pere cento, quindi non allergie? Il primo protagonista, per fare lucealsu95 dubbi da fonti e persone autorevoli, abbiamo maidelavuto “Sì, vaccini cosìsola dose “Nelcome momento in cuistudi ci simolto vaccina timori, è ilsicure professor Palù, presidente Aifa, Agenzia Italiana basta una dimostrano recercando di chiarire dubbi e perplesefficaci. L’efficacia si misura sulla c’è un medico che fa un’anamnesi. farmaco, che risponde a delle semplici domande. Di seguito le centi”. sità. prevenzione della malattia, sappia- il virus Quello il momento cui si indipiù frequenti. Si può contrarre traèprima e secondaindose? Un Supereroe, un gigante buono mo che vaccini così efficaci possono cano tutte le condizioni patologiche Che garanzia di efficacia offrono i vaccini? “E’ possibile perché la copertura immunitaria, cioè gli antiè il“I“testimonial” della campagna di Palù prevenire anche le allergie altro” vaccini – è la risposta del professor - sono molto ef- l’infezione”. corpi neutralizzanti, si pregresse, forma nel tempo, quindiec’è una finestra vaccinazione contro il Covid19. Dopo quanto tempo il vaccino ha Quali sono gli effetti collaterali ficaci, fino al 95 per cento, quindi non abbiamo mai avuto vac- in cui siamo ancora infettabili”. Raffigura il vaccino, dall’aspetto effetto? dei vaccini? cini così efficaci. L’efficacia si misura sulla prevenzione della Quando comunicare malattie o allergie? benevolo e protettivo che spiega e possono “Solitamente un’im-in cui ci“Gli effettic’ècollaterali malattia, sappiamo che vaccini così efficaci prevenire per indurre “Nel momento si vaccina un medicosono che faquelli un’aprotegge, che si destreggia attravermunità protettiva in grado di neudi tutti i vaccini. I primi nella sede anche l’infezione”. namnesi. Quello è il momento in cui si indicano tutte le condisoDopo le tante e spesso inforpassarepregresse, locale:ledolore, arrosquanto tempo ilconfuse vaccino ha effetto?tralizzare il virus devono zioni patologiche allergie rigonfiamento, e altro” mazioni, mettendo in risalto quelle almeno 21 giorni. C’è, per quasi tutti samento, nel giro di poche ore o al “Solitamente per indurre un’immunità protettiva in grado di Quali sono gli effetti collaterali dei vaccini? corrette per allontanare dubbi e coi vaccini, bisogno di una seconda massimo nell’arco di una giornata. neutralizzare il virus devono passare almeno 21 giorni. C’è, per “Gli effetti collaterali sono quelli di tutti i vaccini. I primi nelmunicare modo bisogno semplice, lineare di solito, possono essere nel 30, nel 40 giro forse quasi tutti iinvaccini, di una secondadose doseche che sisi fa fa aa distanza, la sede locale: dolore, Ci rigonfiamento, arrossamento, di edistanza, sintetico l’importanza di un atto di tre o quattro settimane e, quindi, anche 50 per cento dei segni sistedi solito, di tre o quattro settimane e, quindi, bisogna poche ore o al massimo nell’arco di una giornata. Ci possono così semplice protettivo. 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Il messaggio di speranza di due mamme
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sostenerle in questa scelta anche i loro compagni, entrambi professionisti sanitari. Preziosa anche la collaborazione con il dottor Roberto Rigoli, direttore della Microbiologia dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso, e del professor Fausto Baldanti, direttore della Virologia molecolare del Policlinico San Matteo di Pavia. E quindi entrambe le professioniste sanitarie, che non erano mai state contagiate dal virus, si sono sottoposte, nel corso del terzo trimestre di gravidanza, volontariamente a inizio gennaio alla prima dose di vaccino e, a distanza di tre settimane, alla seconda. Il decorso è stato regolare per entrambe le gravidanze: le due donne non hanno segnalato effetti collaterali dopo l’inoculazione del vaccino. Anna (la figlia di Valeria) è nata il 9 marzo scorso e Valentina (la bimba di Anna) il 16 marzo; entrambe alla nascita pesavano circa 3 chili, entrambe stanno bene e sono state allattate al seno. Ma c’è di più: le bambine presentano gli anticorpi contro il Covid 19. “Con la vaccinazione è stata protetta l’ultima parte della mia gravidanza – racconta l’immunologa Anna Parolo – che è quella più rischiosa in caso di infezione da Covid. Sono doppiamente contenta di sapere che anche la mia bambina ha gli anticorpi perché mi fa sperare che sia ben protetta. Consiglio di approcciarsi molto serenamente alla vaccinazione”. “Un’infezione alle vie respiratorie a termine della gravidanza potrebbe rivelarsi anche molto grave – sostiene la ginecologa Valeria Bernardi – Gli studi sottolineano come l’infezione da Coronavirus nei bambini molto Mamme in attesa piccoli possa essere molto seria e professioniste e avere conseguenze importanti. Sono questi i motivi che mi hanno sanitarie, hanno spinto a vaccinarmi, tenendo conto deciso di vaccinarsi del fatto che i rischi di un vaccino sono sicuramente minimi. La mia nell’ultimo trimestre esperienza è stata positiva”. della gravidanza “Le due bambine sono le prime in Italia nelle quali sono stati isolati gli anticorpi su sangue neonatale alla nascita – sottolinea il dottor Gianfranco Juric Jorizzo, responsabile dell’équipe del servizio di Medicina Prenatale dell’Ulss 6 – infatti gli studi internazionali, ad oggi, si sono basati solamente sugli anticorpi del cordone ombelicale”. “Gli studi sono limitati – rileva ancora il dottor Jorizzo – ma concordi nel suggerire che non ci sono effetti collaterali sulla mamma e sul feto. La vaccinazione quindi potrebbe essere indicata, anche in gravidanza, nelle situazioni con fattori di rischio, come suggerito dalle Società di Ginecologia Italiane”. “L’esperienza di queste mamme è rassicurante perché sono riuscite a sottoporsi ad entrambe le dosi e a partorire a 5,6 settimane dall’ultima dose di vaccino, l’allattamento non è stato compromesso. Il messaggio che vogliamo trasmettere è di fiducia” aggiunge la dottoressa Kimta Ngaradoumbe Nanhornguè. “Sarà interessante in futuro capire – sostiene - se il passaggio di questi anticorpi a seguito della vaccinazione materna contro il Sars-CoV-2 possa proteggere il neonato come avviene in seguito alla vaccinazioni contro difterite, tetano e pertosse. In tal caso bisognerebbe definire se esiste una fase ideale della gravidanza per la vaccinazione”. E’ quindi importante offrire anche alle future mamme e alle mamme in allattamento il vaccino anti Covid, - concludono Jorizzo e Ngaradoumbe - se appartengono a categorie a rischio.
Salute
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Covid 19 e diffusione tra i banchi
Lo studio che “scagiona” la scuola in presenza
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siste realmente una relazione tra diffusione del Covid 19 e la scuola in presenza? La scuola può essere un potenziale luogo che amplifica il contagio? L’argomento è delicato e complesso e se n’è dibattuto a lungo, con le due posizioni, e relative scuole di pensiero, - chi sostiene che vi sia un rischio concreto e chi invece ritiene che non sia così – a confronto quotidiano sulla questione. Un recente studio, tuttavia, nel fare un po’ di chiarezza sul ruolo di bambini e ragazzi in età scolare e delle scuole nella diffusione di SARS-CoV-2, “scagiona” la scuola e i bambini dall’ “accusa” di essere “amplificatori” della pandemia. Lo studio è stato coordinato dal professor Luca Scorrano del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova e dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare e dalla professoressa Sara Gandini, epidemiologa dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, in collaborazione con l’Aulss 9 Scaligera di Verona, il Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tor Vergata e AbaNovus di Sanremo. Questo studio, “A cross-selectional and prospective color study of the role of schools in the SARS-CoV-2 second wave in Italy”pubblicato sulla prestigiosa rivista “The Lancet Regional Health – Europe”, indica che l’impennata dell’epidemia osservata tra ottobre e novembre 2020 non può essere imputata all’apertura delle scuole e come la loro chiusura totale o parziale, in particolare in due regioni italiane, non abbia influito sulla diminuzione dell’indice Rt. “Abbiamo pertanto confrontato l’incidenza del Covid 19 tra gli studenti e tra il personale scolastico (docente e non) con quella popolazione generale, dello stesso range di età nel caso del personale scolastico - spiega il professor Scorrano - Abbiamo valutato se in concomitanza con l’apertura della scuola l’incidenza del Covid19 aumentasse prima tra le persone in età scolare che nella popolazione generale, se gli studenti o il personale scolastico positivi al Covid-19 provocassero focolai nelle scuole, se i focolai in contesti scolastici fossero causati principalmente da
Da una ricerca pubblicata su “The Lancelot Regional Health – Europa” sull’impennata della pandemia in Italia tra ottobre e novembre 2020 emerge che gli studenti non sarebbero “amplificatori” delle infezioni da SARS-CoV-2
Ragazzi “influencer” per promuovere una sana alimentazione
Da sinistra: il professor Luca Scorrano e di seguito l’epidemiologa Sara Gandini
studenti, e infine se a livello delle diverse regioni italiane l’aumento dell’indice Rt seguisse le date di apertura della scuola (diverse da regione a regione) a un intervallo di tempo costante. Un intervallo di tempo costante tra apertura delle scuole e aumento dell’indice Rt sarebbe infatti un importante indicatore di correlazione tra scuole in presenza e circolazione virale nella popolazione generale”. Il nostro studio mostra come l’incidenza di Covid 19 tra gli studenti sia stata inferiore rispetto alla popolazione generale – dice la professoressa Sara Gandini. - Le infezioni secondarie a scuola erano Le infezioni secondarie a scuola erano inferiori all’1% e i focolai si sono verificati nel 5-7% delle scuole analizzate. L’incidenza tra gli insegnanti era paragonabile a quella registra tata nella popolazione di età comparabile a quella degli insegnanti. Le infezioni secondarie tra gli insegnanti erano rare e si verificavano più frequentemente quando il caso indice era un insegnante rispetto a uno studente. Nel periodo che ha di poco preceduto l’apertura delle scuole in Veneto e in concomitanza con l’apertura stessa, l’incidenza di Covid 19 è cresciuta massimamente non
tra gli studenti ma negli individui di 2029 e 45-49 anni. Lo sfasamento tra le diverse date di apertura delle scuole nelle regioni italiane e l’aumento dell’indice Rt regionale non è stato uniforme. Infine le chiusure in due regioni dove sono state attuate prima di altre misure restrittive non hanno influenzato la diminuzione di Rt che era già in atto”. “Nel loro complesso, queste evidenze non supportano un ruolo degli individui in età scolare e delle aperture scolastiche come “motore” della seconda ondata di Covid-19” osserva il professor Scorrano. “Il nostro lavoro si aggiunge alle molteplici evidenze accumulate nel corso di quest’ultimo anno che nel loro complesso hanno “scagionato” la scuola in presenza. In salute pubblica – conclude la professoressa Gandini dobbiamo sempre bilanciare rischi e benefici. Alla luce della mancanza di solide evidenze che la scuola in presenza contribuisca significativamente alla diffusione della pandemia, ci sembra che il beneficio non sia chiaro e che il rischio qui sia soprattutto quello delle gravi ripercussioni causate della chiusura delle scuole sulla salute di bambini ed adolescenti”.
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ragazzi e 13 istituti alberghieri coinvolti nel progetto “La salute nel Piatto” Ragazzi “influencer” per promuovere una corretta e sana alimentazione, perché la salute si trova anche nel piatto. E proprio “La salute nel piatto” è il nome del progetto che ha il patrocinio della Regione Veneto e dell’Istituto Oncologico Veneto e che vede coinvolti gli studenti e le studentesse di 13 istituti alberghieri di tutto il territorio regionale. In tutto 375 ragazzi chiamati a realizzare delle ricette seguendo le indicazioni dei nutrizionisti della Lilt; potranno scegliere al massimo due ingredienti tra quelli indicati dall’équipe di nutrizionisti e creare una ricetta sul tema della corretta alimentazione, specificandone le proprietà nutrizionali e le accortezze da adottare in cottura per ridurre al minimo le alterazioni di tali proprietà e la formazione di possibili composti dannosi. In questo contesto i ragazzi sono chiamati a parlare ai loro coetanei, con un linguaggio vicino alla loro sensibilità, svolgendo un ruolo attivo di “influencer” nel diffondere questo messaggio attraverso i social più praticati dai giovani. L’iniziativa è stata presentata in occasione della Settimana nazionale per la Prevenzione Oncologica dal Coordinamento Lilt del Veneto e che ha visto la partecipazione di Dino Tabacci, coordinatore Lilt Veneto e Presidente Lilt di Pado-
va, che ha fatto gli onori di casa, il Consigliere e membro della Giunta dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio, Orio Mocellin – simbolo della sana alimentazione è stato individuato l’olio extra vergine di oliva, principe della dieta mediterranea e considerato elisir di lunga vita - l’astrochef ed esperto in sana alimentazione, nonché testimonial del progetto, Stefano Polato. Il progetto ha riscosso grandi manifestazioni di approvazione anche da paerte dell’assessore regionale alla Scuola Elena Donazzan. “Trovo particolarmente apprezzabile ed efficace – ha osservato in occasione della presentazione - che si sia scelto di puntare sul linguaggio e sulle piattaforme social preferite dai più giovani: la consapevolezza deve partire infatti dalla scuola, perché i nostri ragazzi saranno presto chiamati ad essere i professionisti della ristorazione, un mondo che spazia dal bar sotto casa al ristorante stellato, magari puntando a quella vetta rappresentata dal testimonial di questa iniziativa, l’astrochef Stefano Polato”. I 375 ragazzi si sono divisi in 37 gruppi e si sfideranno nella realizzazione di Piatti della salute, sani, replicabili a casa, in grado di valorizzare ingredienti del territorio e di ottenere una buona visibilità sui social. A fine maggio il miglior piatto della salute verrà premiato dalla Commissione di esperti Lilt.
Salute
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Malattia genetica neurologica. A Padova “nasce” il primo screening neonatale A fianco il dottor Alberto Burlina, direttore dell’Unit Operativa Complessa Malattie Metaboliche ed Ereditarie dell’Azienda Ospedale/ Università di Padova
Cometa A.S.M.M.E: dal 1992 al fianco di chi lotta contro le Malattie Metaboliche Ereditarie
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n Italia un neonato su 2000 è affetto da malattie metaboliche ereditarie: a causa di un’alterazione del DNA il metabolsmo non funziona in modo corretto e le sostanze assunte come cibo, anziché trasformarsi in nutrimento, diventano tossiche e producono gravi danni all’organismo. Per sconfiggere le malattie metaboliche ereditarie, nel 1992 un gruppo di famiglie fonda Cometa A.S.M.M.E, che oggi conta più di 3000 tra soci e sostenitori in tutta Italia. L’Associazione, che ha la sua sede a Ponte San Nicolò in provincia di Padova, da quasi 30 anni è al fianco di malati metabolici ereditari, bambini e adulti, per sostenerli e accompagnarli nelle cure quotidiane. Grazie alla tenacia della Presidente Annamaria Marzenta, all’impegno dei volontari e alla generosità delle famiglie, Cometa A.S.M.M.E ha già investito più di due milioni di euro in progetti di ricerca, prevenzione ed assistenza, tra cui l’acquisto della strumentazione “Tandem Mass Spettrometria” necessaria per lo screening neonatale metabolico allargato, e altri due spettrometri per la ricerca sulle malattie neurodegenerative e sulle malattie lisosomiali. L’associazione ha contribuito a realizzare il nuovo Laboratorio di 1 livello per le MME a Padova al Campus Biomedico Pietro d’Abano, in grado di effettuare ogni anno 40.000 analisi su campioni biologici provenienti da 4 provincie del Veneto (Padova, Venezia, Treviso e Belluno), dal Friuli e dalla provincia autonoma di Trento. L’associazione sostiene costantemente anche borse e progetti di studio per medici specializzati, organizza conferenze e convegni medici e momenti di sensibilizzazione per promuovere la conoscenza e la ricerca sulle MME.
adova si conferma ancora una volta un’eccellenza mondiale nella ricerca scientifica, questa volta grazie al team diretto dal dottor Alberto Burlina, direttore dell’Unità Operativa Complessa Malattie Metaboliche ed Ereditarie dell’Azienda Ospedale/ Università di Padova. Nelle scorse settimane l’equipe ha proposto per la prima volta al mondo un nuovo screening neonatale per una malattia genetica neurologica, chiamata AADC o deficit delle decarbossilasi degli aminoacidi aromatici, che determina una grave disabilità motoria con capacità intellettive normali. Per questa malattia è stata recentemente trovata una terapia genica molto efficace ma le possibilità terapeutiche sono strettamente legate alla diagnosi precoce: la malattia, infatti, è molto difficile da diagnosticare e spesso i pazienti vengono riconosciuti solo dopo anni, quando non c’è più molto da fare. I clinici di Padova diretti dal dottor Alberto Burlina sono riusciti a rilevare nella goccia di sangue con cui vengono eseguiti gli screening di legge, una molecola, la cosiddetta “3 metildopa”, che presenta una struttura simile alla “tirosina”, già presente nei kit diagnostici utilizzati in tutto il mondo per lo screening neonatale esteso (per legge italiana attivo dal 2016). La novità interessante è che non ci sarà bisogno di ulteriori reagenti né di processi diagnostici lunghi e complessi per la diagnosi, ma sarà sufficiente aggiungere la struttura molecolare del composto alla strumentazione in uso per lo screening: la Tandem Mass Spettrometria, un macchinario ad hoc acquistato nel 2015 dall’associazione Cometa A.S.M.M.E e donato al Laboratorio MME di Padova per eseguire gli screening neonatali. Pubblicata dalla rivista americana “Molecular Genetics and Metabolism”, una delle più importanti riviste nel campo genetico metabolico e organo della Società Americana di Malattie Metaboliche Ereditarie, la ricerca è frutto dell’esperienza maturata nel campo diagnostico dalla Divisione diretta dal dottor Burlina, diventata negli anni uno dei modelli
più avanzati al mondo nel campo delle prevenzione delle malattie metaboliche ereditarie. “Sono molto orgoglioso del lavoro svolto da tutto il team, che si conferma ancora una volta un’eccellenza mondiale nel suo campo - afferma il Dottor Alberto Burlina - Grazie alla nostra scoperta la diagnosi precoce di questa malattia sarà possibile senza dover sostenere ulteriori costi di strumentazioni o reagenti. Siamo contenti che una rivista prestigiosa come “Molecular Genetics and Metabolism” abbia immediatamente accolto la nostra ricerca”. Molto soddisfatta anche Annamaria Marzenta, Presidente di Cometa A.S.M.M.E. che nel 2015 ha acquistato e donato lo spettrometro Tandem Mass Spettrometria: “Siamo davvero felici di aver dato il nostro piccolo, grande, contributo a questa ricerca - afferma Marzenta - Da quanViene proposto do è nata la per la prima volta al mondo nostra associazione nel per l’AADC, deficit delle 1992, non decarbossilasi degli aminoacidi abbiamo mai smesso aromatici che determina una di investire grave disabilità motoria ma con in progetti di ricerca, capacità intellettive normali prevenzione e cura, acquistando questo ed altri macchinari indispensabili per lo screening neonatale, ma anche sostenendo borse e progetti di studio per medici specializzandi. Questa scoperta ripaga il contributo e l’impegno delle nostre famiglie e dei nostri volontari. Grazie al dottor Burlina e alla sua equipe per il loro lavoro quotidiano”. Congratulazioni al team di lavoro arrivano anche da Giuseppe Dal Ben, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera, che si è complimentato con tutti i professionisti coinvolti per aver raggiunto questo ambito traguardo.
on-line:
APRILE 2021
Garden
I colori ed i profumi dei fiori primaverili Ecco le varietà ideali per la stagione e per arricchire terrazzi, balconi e giardini
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assato il grigiore invernale ed il freddo pungente, anche il pollice verde di ciascuno di noi può uscire dal letargo! Con l’arrivo della primavera e delle giornate maggiormente soleggiate è davvero istintivo pensare ai colori ed ai profumi del terrazzo, balcone o giardino. Parliamo di fiori, simbolo inevitabile del risveglio della natura e, diciamolo, grandi alleati del nostro benessere, per due motivi principalmente. Perché veder sbocciare i fiori ed ammirarne i colori ed i profumi di certo migliora il buonumore, così come l’autostima se li abbiamo piantati noi! Senza dimenticare che l’attività fisica derivante dal giardinaggio contribuisce notevolmente alla “remise en forme” propedeutica alla prova costume. Vediamo allora qualche esempio fiorito per la primavera che sboccia. LA PRIMULA Il classico fiore da piantare in primavera, esiste in oltre 500 varianti e con un’ampia scelta di colori: fucsia, giallo, rosso, blu, arancione e moltissimi altri. Le primule si possono piantare all’inizio della primavera in vasi da mettere in giardino o sul balcone: hanno bisogno di uno spazio a mezza ombra per restare sane e robuste. Il terreno deve sempre essere tenuto umido, ma l’ac-
qua non deve mai ristagnare. LA STERLITZIA La strelitzia è originaria dell’Africa e rispecchia davvero la natura rigogliosa, per la forma inusuale e per l’esplosione di colori che dona durante la fioritura, che avviene verso la fine della primavera. La strelitzia ama il sole, spesso viene coltivata in serre (per la vendita come fiore reciso), teme il gelo, vuole innaffiature regolari e un’attenta concimazione. Può essere piantata in giardino ma anche in vaso ed è facile da coltivare. IL CICLAMINO Il ciclamino appartiene alla famiglia delle primulacee e ha circa una quindicina di specie di piante perenni. Si può coltivare in vaso e tenere in casa, oppure in giardino o anche sui balconi, purchè nella brutta stagione sia messo al riparo. Il ciclamino ha bisogno di luce, senza tuttavia essere esposto direttamente al sole. Due le caratteristiche principali, le foglie a forma di cuore ed il profumo che emanano i fiori, sempre molto carichi di colore.
da giardino. I bellissimi narcisi, che a dispetto della delicatezza del loro aspetto sono piante robuste, stanno bene in un terreno a mezz’ombra e vanno annaffiati con molta frequenza. I colori classici di questo fiore sono il giallo e il bianco, ma esistono molti ibridi con altre varianti cromatiche.
IL NARCISO Il narciso è una pianta da terrazzo e
IL RODODENDRO Il rododendro appartiene alla famiglia
delle ericaceae; il suo nome deriva dalle parole greche rhodon (rosa) e dendron (albero). È arrivato in Europa dall’Asia soltanto nell’ottocento. Sono piante sempreverdi da esterno, l’ideale è piantarle in giardino in una zona luminosa ma ombreggiata, dal momento che temono il sole diretto. Anche il rododendro annuncia l’arrivo della primavera, con i suoi fiori coloratissimi dalla forma a campanula.
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L’orto fai da te con i consigli dei tutor Silvia Girotto e Marco Facchin
Coldiretti incontra i consumatori con il pollice verde O
ltre alla spesa a kmzero i cittadini hanno potuto conoscere i segreti della cura di piante e fiori guidati dai tutor dell’orto di Coldiretti che hanno verificato il pollice verde dei consumatori mentre facevano acquisti tra i banchi dei produttori. Una delle tante proposte offerte dagli operatori agricoli per assecondare la passione di giovani e anziani per la coltivazione della terra e la raccolta dei frutti che proprio a causa degli effetti della pandemia registra un boom determinato quest’anno dall’ esigenza di svago nel lungo lockdown in zona rossa ma anche in molti casi per aiutare i bilanci familiari provati dalla crescente crisi, proprio come avveniva in tempo di guerra. Il 33% degli italiani – spiega Coldiretti – ha deciso di esprimere la sua passione per l’agricoltura nel proprio giardino di casa, in terreni di famiglia ma anche in spazi pubblici o negli orti urbani messi a disposizione dalle pubbliche amministrazioni o a titolo gratuito o con affitti simbolici. Esiste poi una quota del 12% che sfoga l’amore per le piante su balconi e terrazzi, verande e davanzali con una vera e propria esplosione di piante e fiori che iniziano a punteggiare di verde e colori il grigio delle città. Il movimento degli hobby farmers, dai balconi ai terreni familiari rappresenta uno spaccato sociale importante che trova nella cura delle piante del verde un importante momento di sfogo contro ansia e stress generati dalla pandemia e dalle limitazioni agli spostamenti fuori casa. Il ritorno degli italiani in orti e
Il 33% degli italianiha deciso di esprimere la sua passione per l’agricoltura nel proprio giardino di casa, in terreni di famiglia ma anche in spazi pubblici o negli orti urbani
Il decalogo per un orto (quasi) perfetto
giardini ha un alto valore sociale ed economico in uno dei momenti più difficili per il Paese con una passione che non richiede per forza grossi investimenti o grandi spazi con diverse opportunità e investimenti: dall’orto portatile da tenere con sé anche in ufficio a quello verticale per risparmiare spazio nelle case, dall’orto “ecologico” per riciclare materiali e non inquinare a quello rialzato per chi ha maggiori difficoltà a piegarsi. L’investimento per realizzare un orto tradizionale in giardino si può stimare – continua la Coldiretti – intorno ai 250 euro per 20 metri quadrati “chiavi in mano” per acquistare terriccio, vasi, concime, attrezzi, reti per delimitare le coltivazioni, sostegni vari, sementi e piantine. Individuare lo spazio giusto e, la stagionalità, conoscere la terra di cui si dispone, scegliere attentamente semi e piantine a seconda del ciclo e garantire la disponibilità di acqua sono – conclude la Coldiretti - alcune delle
regole fondamentali per ottenere buoni risultati. L’erba gatta si può coltivare in terrazza ed è utile per il micio di casa, la menta e l’origano abbelliscono i davanzali e servono anche in cucina, primule e pansè colorano di primavera vasi ornamentali e giardini. L’atteso equinozio del 21 marzo è stato festeggiato nei mercati di Campagna Amica con lezioni di giardinaggio e consigli utili per il green “fai da te”. Nel padovano le clip di Silvia Girotto dell’azienda Sle di Anguillara sono anche on line e seguite da molti followers coinvolti nei suggerimenti della giovane florovivaista che svela i segreti nascosti dei bouquet, il linguaggio e la stagione ideale di tanti fiori Made in Italy. Come lei anche Marco Facchin dell’azienda bio “Piccolo ortolano” di Saccolongo impegnato ad intrattenere il pubblico in azienda e nelle piazze istruendo le famiglie sulle fasi lunari e i misteri della semina dall’insalata alle piante aromatiche.
1. Spazio giusto: è necessario individuarlo. L’orto in piena terra è la soluzione migliore. Per chi non ha il giardino, il balcone o il terrazzo sono una buona alternativa. L’importante è che siano soleggiati e ventilati. 2. Stagionalità: occorre conoscerla. A ogni periodo dell’anno il suo prodotto. Per sapere quando e cosa coltivare è utile dotarsi di un calendario delle semine con indicate le fasi lunari. 3. Giusto tempo: gli orti, anche quelli di piccole dimensioni, necessitano di cure quotidiane. Se si ha poco tempo il consiglio della Coldiretti è di comprare le piantine già sviluppate e trapiantarle. 4. Buona terra: è garanzia di risultati. Per mantenere un buon livello di fertilità è meglio scegliere compost vegetale biologico o terriccio universale. 5. Semi e piantine: ci sono selezioni da fare e regole da rispettare a seconda che si lavorino ortaggi a ciclo lungo (fagioli, piselli, fave) o a ciclo corto (ravanelli, rucola o carota). 6. Trapianto: si realizza quando le dimensioni della piantina superano quelle del recipiente. E’ possibile cambiare più volte il vaso aumentandone man mano la grandezza. 7. Acqua: per un’adeguata crescita alle colture il terreno deve essere sempre umido, ma mai bagnato, secondo la Coldiretti. Le innaffiature vanno regolate a seconda della temperatura e dello sviluppo delle piante. 8. Temperatura: è importante fare attenzione all’andamento del tempo. A marzo e ad aprile il rischio di gelate notturne è ancora alto: è bene quindi proteggere le piantine con dei teli isolanti; 9. Parassiti: formiche, mosca degli orti, ragnetti rossi e bruchi sono i principali insetti che possono arrivare a creare seri problemi alla produzione. Per limitare questi attacchi, oltre a usare prodotti specifici, è bene scegliere ortaggi che si adattano meglio al clima e al territorio dove si vive. 10. Costi: realizzare un orto in giardino, secondo Coldiretti, ha una spesa contenuta. Tra terra, piantine o semi, concime e strumenti di lavoro, l’investimento si può stimare intorno ai 250 euro per uno spazio di 20 metri quadrati “chiavi in mano”.
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Complementi d’arredo. Gettonati i colori vivaci, dal limone al cobalto , dal pistacchio al fucsia
Quali sono le nuove tendenze per l’arredo giardino 2021? Vasi da pavimento, tavolini da caffè, vasi da fiori, tele di tende da sole, ombrelloni: ognuno di questi elementi può aggiungere atmosfera all’esterno della casa e donare la sensazione di relax
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nnanzitutto, va specificato che non intendiamo solamente i giardini delle ville, ma anche balconi, logge, verande, terrazze e patio. Iniziamo dai colori, che devono essere vivaci. I colori neutri hanno dominato le tendenze degli ultimi anni, nel 2021 continueranno ad arredare gli eleganti spazi esterni. Ma per il 2021 è in arrivo un’ondata color limone. Ma tra i colori di tendenza del 2021 ci sono il cobalto, il rosso, il pistacchio, il fucsia. Si tratta di toni rilevanti non solo per i mobili per verande e cortili, ma anche per gli accessori. Nella progettazione di cortili e verande, l’armonia con la natura è di fondamentale importanza. Per questo motivo non si può fare a meno dei materiali che la stessa ha creato. Quest’anno vale la pena scommettere sulla diversità utilizzando complementi d’arredo realizzati con i tessuti di juta e cotone naturale, che creano un’atmosfera naturale e aggiungono compatibilità ambientale. I tappeti di iuta sono uno degli accessori più di tendenza nel 2021. La trama naturale sembra incredibilmente elegante e la combinazione con pavimenti in pietra o legno conferisce all’ambiente un tocco esotico. Che si abbia un giardino, un patio o un terrazzo non importa. Nel 2021 è categorico avere uno spazio nel quale concedersi momenti di piacevole riposo all’aria aperta. Può essere un comodo divano o una bellissima chaise longue in vimini. Oppure un dondolo o addirittura una struttura a baldacchino. L’importante è potersi ricavare uno spazio consacrato al relax ed immerso nella natura. E la modularità è il vero re-
quisito del 2021. I divani possono essere facilmente trasformati in due o tre poltrone, le poltrone possono essere unite in un divano o smontate in pouf, i tavoli, se necessario, fungono da bracieri. Se il tempo non permette di concedersi una giornata in pieno relax in giardino, questi elementi possono essere facilmente spostati da qualche parte in un garage o sotto una tettoia. Vasi da pavimento, tavolini da caffè, vasi da fiori, tele di tende da sole, ombrelloni: ognuno di questi elementi può diventare un complemento d’arredo espressivo in grado di aggiungere atmosfera all’esterno della casa e donare la sensazione di relax. Il nostro spazio esterno verrà sfruttato in particolar modo nel periodo estivo, ma si deve pensare ad un sistema di illuminazione ad hoc per il salotto esterno. Le lampade da terra rendono l’ambiente molto piacevole e creano zone di illuminazione dal sapore romantico, perfetto per le calde serate estive. In alternativa si possono scegliere delle candele da posizionare in bocce di vetro oppure delle lanterne. Il “giardino commestibile” è l’ultima tendenza dell’architettura del paesaggio in voga durante quest’anno. Quando si organizza l’arredo di un giardino, le piante, non possono mancare assolutamente. Fiori, erbe aromatiche e piccoli arbusti, piantati nel terreno o collocati in vasche e vasi da fiori, diventano una decorazione dello spazio esterno. Questa tendenza implica la progettazione di giardini e prati non solo con piante ornamentali ma anche con colture utili.
GUIDA AL SUPERBONUS
“SUPERBONUS SUPERA IL MILIARDO DI EURO: CANTIERI A +44% E VALORE DEI LAVORI A +49% NELLE ULTIME DUE SETTIMANE DI MARZO 2021” Sono molto incoraggianti e positivi i dati che sottolinea l’ex sottosegretario Riccardo Fraccaro, promotore e sostenitore di tutta la filiera dei bonus edilizi, in un post nella sua pagina Facebook “Nelle ultime due settimane di marzo è stato raggiunto un primo traguardo importante: il superbonus supera il suo primo miliardo di euro di lavori eseguiti e asseverati. Secondo i dati forniti da ENEA, infatti, si sono registrati: +44% di nuovi cantieri, passando da un totale di 6959 a 10051; +49% del valore dei lavori eseguiti, passando da 733,2 milioni a 1089,6. E dall’inizio dell’anno: +514% di nuovi cantieri, passando da 1636 a 10051; +477% del valore dei lavori, passando da 189 milioni di euro a 1089,6 milioni di euro Sul fronte energetico, il risparmio stimato acquisito ad oggi è pari 206.435 MWh/anno.” Fraccaro cita anche il rinomato studio IHS MARKIT PMI® SETTORE EDILIZIO ITALIANO, che ha raccolto i dati del settore tra il 12 ed il 31 marzo 2021. Secondo gli ultimi dati PMI®, il settore edile italiano ha osservato a fine del primo trimestre una crescita della produzione che è stata elevata e la maggiore in oltre 14 anni, a causa dell’incremento più veloce dei nuovi ordini in quasi venti anni. Le attuali interruzioni sulla catena di distribuzione hanno però provocato l’espansione maggiore dei costi mai osservata finora. L’indice principale dell’indagine è l’IHS Markit PMI sul settore edilizio italiano, un indice di diffusione destagionalizzato che monitora i cambiamenti del volume totale delle attività edili rispetto al mese precedente.
A marzo, l’indice principale è cresciuto ulteriormente al di sopra della soglia di non cambiamento di 50.0, salendo da 54.8 di febbraio sino a raggiungere 56.3. Le aziende campione hanno attribuito l’ultimo incremento alle migliori condizioni di domanda e ai bonus gover-
nativi. L’ultimo valore inoltre mostra come l’attività edile in Italia sia aumentata al livello più veloce da gennaio 2007. Un’espansione è stata osservata a marzo in tutti e tre i sottosettori monitorati, con quello dell’edilizia residenziale che ha riporta-
to l’incremento più veloce, con un aumento della produzione al tasso maggiore mai registrato dall’inizio di questa indagine nel 1999, seguito dal sottosettore dell’edilizia non residenziale. Il sottosettore dell’ingegneria civile, dopo i precedenti due mesi di declino,
ha registrato un ritorno di crescita dell’attività anche se ad un livello solo marginale. A marzo, l’ennesima crescita della domanda ha sostenuto la forte ripresa dell’attività edile. I nuovi ordini ricevuti sono aumentati per il secondo mese consecutivo e al tasso maggiore da maggio 2001 in parte grazie all’ecobonus e al superbonus. I dati di marzo hanno inoltre evidenziato una ulteriore creazione occupazionale nel settore edile italiano. I livelli del personale sono aumentati notevolmente e al tasso più veloce in quasi due anni. Guardando al futuro, a marzo le imprese edili italiane sono rimaste ottimiste in riguardo all’attività del prossimo anno. L’ottimismo è stato attribuito alle agevolazioni fiscali governative, alla migliore domanda da parte dei clienti e alla speranza di una forte ripresa non appena le restrizioni anti Covid-19 verranno allentate. L’ottimismo è diminuito dal recente record di febbraio ma è rimasto storicamente elevato. “Mi sembra evidente – conclude Fraccaro - che questi dati confermino la bontà del Superbonus e che portino ulteriore evidenza della necessità di prorogarne la sua durata il più possibile. Il governo precedente ha fatto la sua parte, le imprese, le banche e i professionisti coinvolti stanno dimostrando che la direzione intrapresa è quella giusta. Diventa oggi imperativo dargli più tempo possibile per continuare a lavorare per trasformare in chiave sempre più sostenibile il nostro grande Paese.”
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Oroscopo
Ariete Avete bisogno di dedicarvi un po’ più a voi stessi e alle vostre passioni. Rallentate il ritmo e ascoltate di più voi stessi.
Toro Toro: E’ un periodo di grande inventiva e di buoni propositi. Mettetevi in gioco, il momento è propizio.
Aprile Il sole torna ad illuminare le nostre giornate e restituisce nuove energie e speranze
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Bilancia Siete determinati verso il vostro obiettivo: ci avete lavorato tanto, è tempo di concretizzare gli sforzi fatti fin qui.
Scorpione Avete bisogno di aria nuova ma per ora dovrete desistere da nuove avventure per rimanere con i piedi ben saldi a terra.
Gemelli
Sagittario
E’ il tempo dei colori e della creatività. Non arrendetevi: siate fantasiosi e tenaci, nella vita e nelle relazioni.
Avete voglia di riscatto. Il momento è buono per tentare di realizzare i vostri desideri, anche se non tutti.
Cancro
Capricorno
Novità in vista che toglieranno un po’ di “polvere” alla vostra vita e vi rimetteranno in moto.
Il vostro proverbiale autocontrollo vacillerà. Inizia un periodo di grande romanticismo, sarete distratti e sognatori.
Leone
Acquario
Vivete alla giornata e continuate con il vostro entusiasmo ad affrontare le sfide di ogni giorno. Avrete le giuste soddisfazioni.
La vostra curiosità vi porterà a conoscere persone nuove. Siete ben disposti verso gli altri. Periodo favorevole.
Vergine
Pesci
Alla fine gli affetti sicuri e il vostro giro di amicizie si rivelano essere indispensabili, non cercate altrove ciò che già avete.
Siete alla ricerca di nuovi stimoli e ritmi nuovi. Lasciatevi andare al cambiamento: il nuovo orizzonte vi stupirà