La Piazza di Treviso ott2021

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Periodico d’informazione locale - Anno XXVIII n. 192

Salute p. 37 Salute

SETTEMBRE 2021 OTTOBRE 2021

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di Treviso

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ANZIANI 2.0? UN GIOCO DA RAGAZZI! Grazie agli studenti del Besta gli over 65 a scuola di digitale

SAN LIBERALE

Il progetto di riqualificazione del quartiere GREEN PASS

L’Ulss 2 amplia l’offerta dei tamponi ATS

L’ad Florian fa il punto sulla rete fognaria MOBILITA’ DI MARCA

Una nuova era tecnologica nei trasporti FRANCO ROSI

“Sicurezza e disagio sociale sono temi veri” EVENTI

4passi torna con una tre giorni in centro storico

Tra Testobbligo d’autunno e libertà, per sindaci l’ultima e partiti sfida Nicola Nicola Stievano Stievano >direttore@givemotions.it >direttore@givemotions.it < <

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d un primo sguardo potrebbe sembrare un apa più di un anno e mezzo un gruppo di studiosi puntamento elettorale di secondo piano, di cadell’Università di Padova si occupa di misurare rattere squisitamente locale. Invece le ormai immiil grado di “coesione sociale” nei confronti dell’enenti elezioni amministrative di inizio ottobre, per mergenza Covid e delle soluzioni messe in atto per quanto circoscritte, almeno in Veneto, saranno pur contrastare la pandemia. Nelle ultime settimane il sempre un piccolo test in itinere per la politica di casa barometro della tenuta sociale registra un sensibile nostra e quella nazionale, in vista delle consultazioni calo, dovuto per lo più alla reazione nei confronti del che ci attendono nel prossimo biennio, fino a chiudegreen pass e della campagna vaccinale. re il cerchio con le elezioni politiche. segue a pag 5 segue a pag 5 ALL’INTERNO DEL GIORNALE LO SPECIALE 4 PAGINE Al centro del giornale scopri l’insertoDIcon le nuove Padova offerte

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IMMAGINI, COMMENTI E INFORMAZIONI UTILI

servizio a pag 9


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Facciamo il punto

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Una città smart E la vita diventa più semplice

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uando la vita diventa complicata non si ha più voglia di ulteriori complicazioni. Si ha voglia di cose facili. La spinta alla digitalizzazione è una di quelle cose che vanno in questa direzione. La pandemia ce l’ha prima imposto e poi insegnato, il Recovery Plan ce l’ha chiesto e Treviso a quanto pare lo ha capito. Esattamente come per la lavatrice, nessuno si sognerebbe di rimettersi a fare il bucato con mastello e lisciva: indietro non si torna. Ecco perché molte delle notizie di questo mese sono non a caso focalizzate su progetti pensati per semplificare la vita ai cittadini e, perché no, per far crescere la conoscenza digitale qualunque età si abbia. Digitalizzare e smaterializzare, sono le parole chiave. Per fare prima, per farlo da casa, per evitare le code, spostamenti, traffico, smog, consumo di carta. Una Smart City è anche questo: il biglietto e l’abbonamento dell’autobus li abbiamo direttamente sullo smartphone, perché altrimenti siamo “boomer”; per sapere se c’è parcheggio basta aprire una app, dove pagare l’importo senza andare a caccia di monetine nelle tasche; l’audioguida per la visita al museo di Santa Caterina la scarichiamo sul telefono e, se proprio vogliamo, il Ciclo di Sant’Orsola ce lo riguardiamo all’infinito. La lista è lunga, visto che all’interno della Biblioteca comunale di Borgo Cavour, tra i libri di storia locale e il grande dizionario della lingua italiana, è stata inaugurata una palestra digitale aperta a chiunque. Al di là della strada c’è una scuola, il Besta, i cui studenti mentre erano in DAD hanno iniziato un progetto per l’alfabetizzazione digitale degli over 65 dei centri anziani. Lo hanno chiesto loro, gli anziani, quando è arrivato il Covid e si sono sentiti tagliati fuori dal mondo. L’ultima notizia in ordine di tempo è che il Comune non ha abbandonato l’idea di far costruire una super-app della città, una sorta di contenitore dei servizi già in essere (le icone ormai invadono le schermate dei nostri cellulari) che potrebbe renderci le cose più facili. Semplificando, appunto. L’auspicio dell’amministrazione è che il progetto – per il quale a maggio c’è stata una variazione di bilancio – possa rientrare almeno in parte tra i finanziamenti del Pnrr. Ma in ogni caso, fanno sapere, indietro non si torna. Come per la lavatrice. (s.s.)

di Treviso

è un marchio proprietà di

La strada della digitalizzazione è stata intrapresa e adesso Treviso sceglie di accelerare con progetti per ogni età e una nuova app in arrivo

È un locali mensilmente un periodico periodicoformato formatodada2121edizioni edizioni locali mensilmente recapitato recapitatoaa408.187 408.187famiglie famigliedel delVeneto. Veneto. Questa edizione raggiunge la città di Treviso per un numero complessivo di 32.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199

Srl

Chiuso in redazione il 15 ottobre 2021

5 Tra obbligo e libertà, l’ultima sfida Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Nei mesi più duri del lockdwon, invece, il grado di coesione sociale aveva raggiunto il suo apice: nonostante le chiusure, le incertezze e i timori per il futuro il fronte sociale della lotta contro il virus era compatto e motivato nel superare l’emergenza sanitaria e ripartire con determinazione. Anche le varie fasi di ripartenza avevano segnato una buona tenuta sociale, così come il tanto atteso avvio della campagna vaccinale. Ma nelle ultime settimane qualcosa è cambiato. L’estensione dell’obbligo del green pass nei luoghi di lavoro, l’intensificarsi delle iniziative di protesta, con intollerabili infiltrazioni violente, i dubbi e gli interrogativi che serpeggiano sui vaccini sono tutti fattori che stanno condizionando il dibattito sulla gestione della pandemia, paradossalmente nel momento in cui si registrano i risultati migliori sul fronte dei contagi, dei ricoveri, del numero di casi gravi. Da una parte gli esperti ci dicono che siamo sulla strada giusta e invitano a non abbassare la guardia se vogliamo mantenere gli spazi di libertà che ci siamo via via conquistati. Dall’altra però, nonostante l’alta percentuale di vaccinati, stanno conquistando terreno le perplessità e i timori, insieme all’insofferenza verso il green pass. Eppure se oggi tutte le attività sono aperte, si possono organizzare grandi eventi e fiere in presenza, sono cadute le restrizioni sulla capienza di cinema e teatri lo si deve proprio alla progressione della campagna vaccinale e all’uso del green pass come strumento di controllo, seppure con tutti i suoi limiti. Oggi ci troviamo di fronte alla sfida e alla fatica di conciliare obbligo e libertà, la necessità di arrivare ad una adeguata copertura vaccinale con il diritto ad esprimere il proprio pensiero ed esercitare la propria volontà, che può anche essere quella di dire no. La libertà individuale non deve essere messa in discussione, questo vale per tutti, ma allo stesso tempo abbiamo il dovere di non perdere di vista l’obiettivo finale e di non vanificare i sacrifici di questi mesi.

CENTRO STAMPA QUOTIDIANI S.p.A. Direzione, Amministrazione Direzione, Amministrazione e Redazione: e Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin Redazione: Centro Stampa: Concessionaria Concessionaria di Pubblicità di Locale: Pubblicità Locale: Direttore responsabile Via dell'Industria, 52 25030 Erbusco (BS) Rotopress International Direttore responsabile via Brecce · Loreto (An) via Lisbona,via 10 ·Lisbona, 35127 Padova 10 · 35127 Padova Nicola Stievano Tel: +39.030.7725594 Nicola Stievano tel. 049 8704884 tel. 049 · fax8704884 049 6988054 · fax 049 6988054 >direttore@givemotions.it< >direttore@givemotions.it< >redazione@givemotions.it< >redazione@givemotions.it< Ornella Jovane Chiuso in redazione Periodico fondato nel 1994 da il 15 ottobre 2021 Giuseppe Bergantin >www.lapiazzaweb.it< >www.lapiazzaweb.it< >redazione@givemotions.it< >redazione@givemotions.it<


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La Treviso di domani

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Linda Tassinari. L’assessora all’Urbanistica presenta il progetto di riqualificazione del quartiere

“Rivalorizzare San Liberale per ridare identità e benessere a un luogo storico della città” R

idare identità a quei luoghi che con il passare del tempo l’hanno persa, valorizzandone le potenzialità urbane, riconvertendo l’esistente e arrivando a creare un nuovo tassello di una città rigenerata e sostenibile. Sono questi gli obiettivi del progetto di riqualificazione di San Liberale, per il quale il Comune ha ottenuto dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile un finanziamento di 15 milioni di euro partecipando al Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (PINQuA) e piazzandosi ai primi posti della classifica italiana per il numero di progetti approvati e contributi ottenuti. “Il punto di partenza è una nuova visione urbanistica che nasce da uno studio dell’Università di Udine e che si focalizza su chi abita i luoghi, credendo nell’importanza della rivalorizzazione di quegli ambiti di città nei quali ci sono delle presenze storiche”, spiega Linda Tassinari, assessora all’Urbanistica, alla Rigenerazione urbana e alla riqualificazione dei quartieri. Nato come villaggio coordinato per ospitare i residenti della zona di San Nicolò rimasti senza tetto durante la Seconda Guerra Mondiale, San Liberale è a tutti gli effetti un patrimonio del Novecento. Soprattutto, è una parte identitaria di Treviso che sposa benissimo i pilasti di comunità, spazi, luoghi e sostenibilità sui quali poggia il progetto nazionale fatto proprio dall’amministrazione comunale. “Un’opportunità per il territorio per fornire strumenti utili a dare nuovi slanci e motivi di sviluppo al quartiere. Attraverso la progettazione di una mobilità lenta alternativa – afferma Tassinari – sarà possibile aumentare l’attrattività di

questa parte della città. Con nuove soluzioni abitative per le giovani coppie e attraverso il social housing si favorirà la crescita di vicinato con una nuova mixité sociale”. Al centro del progetto le aree di edilizia popolare e quelle del Novecento da riqualificare, l’edilizia scolastica (che, con la presenza dei maggiori istituti superiori della città, è un punto focale del quartiere), la connessione dei servizi ai cittadini, il verde pubblico e quello attrezzato, con progetti come l’orto Busnello, il parco Ali Dorate e il parco Uccio sui quali si è già iniziato a rimettere mano. Un lavoro a tutto tondo che inizierà nel 2022 con l’apertura dei cantieri e che vede la partecipazione diretta degli stakeholder: ATER, CERV, Israa, ATS, Polisportiva Indomita 21 e Cooperativa LaEsse saranno partner del piano “Treviso, San Liberale: il Parco Abitato”. “Vogliamo creare benessere in chi abita i quartieri. Lo stare bene è fondamentale, l’urbanizzazione è anche salute”, sottolinea Linda Tassinari, che spiega come la pandemia abbia dato impulso a una imprescindibile spinta igienista nell’individuazione di nuove centralità del territorio, “integrando le strategie di sostenibilità per creare un impatto positivo di benessere nei cittadini che abitano il quartiere”. Nello specifico, il progetto punta alla riqualificazione e all’incrementazione del 60 per cento del patrimonio di edilizia residenziale sociale esistente, con il passaggio dagli attuali 96 a 160 alloggi, tenendo presenti gli aspetti innovativi e di green economy. “Non ci sarà consumo di suolo, secondo i principi e gli indirizzi dell’Unione europea”, assicura l’assessora. Una decostruzione-ricostruzione che andrà a

Finanziamento di 15 milioni di euro dal Ministero delle Infrastrutture per la qualità dell’abitare “Nessun consumo di suolo e lavoro in sinergia con gli stakeholder”

Linda Tassinari

densificare la parte abitativa, mettendo in sicurezza sismica gli edifici e riqualificandoli energeticamente. Un’offerta residenziale che sarà diversificata dal punto di vista sociale, aprendo alle giovani coppie, ma anche potenziando i servizi con la valorizzazione delle testimonianze architettoniche significative della Treviso del Novecento presenti a San Liberale, primo fra tutti lo spazio centrale progettato dall’architetto Ridolfi. Fondamentale poi risulterà essere la realizzazione della “Rete dei 15 minuti a piedi”, mettendo a sistema le diverse forme di collegamento lento (la rete dei percorsi ciclopedonali) già esistenti e

quelle in programma con l’obiettivo di unire quartiere e centro storico in una modalità sempre più “green”. Il tutto senza dimenticare una nuova organizzazione degli spazi e degli edifici pubblici esistenti, per i quali il progetto prevede non solo il recupero in chiave di coesione sociale e di qualità della vita dei cittadini, ma anche interventi di innovazione per la riduzione delle emissioni (con il ricorso al bonus 110 per cento) e, aumentando le superfici di verde, arrivare a una rigenerazione complessiva di una zona che negli ultimi vent’anni ha subìto il declino. Sara Salin


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Sanità

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Le novità. Attivato un nuovo grande Centro per i test all’Hub vaccinale di Villorba

Green Pass, l’Ulss 2 amplia l’offerta dei tamponi Prenotazione online per i rapidi e orari più ampi

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’introduzione del Green Pass obbligatorio per recarsi nei luoghi di lavoro ha indotto l’Ulss 2 Marca trevigiana a rispondere alla grandissima richiesta di tamponi da parte dei cittadini, ampliando gli orari di apertura dei Covid point attivi e aprendo, dalla fine della scorsa settimana, un nuovo grande Centro tamponi all’Hub vaccinale di Villorba. Un incremento di oltre 5.000 tamponi al giorno, che va così a più che a raddoppiare l’offerta complessiva dei tamponi da parte dell’azienda sanitaria guidata dal direttore generale Francesco Benazzi. Una capacità erogativa a cui si aggiunge l’offerta delle farmacie e dei centri accreditati. Una delle novità riguarda i tamponi rapidi a pagamento, che possono essere effettuati solamente su prenotazione. L’appuntamento può essere fissato anche online, collegandosi al sito https://www.aulss2.veneto.it/ tamponi-a-pagamento o contattando il call center allo 0422.210701. Sul

sito si può scegliere la sede, il giorno e l’orario più comodo tra le disponibilità esistenti, oltre che effettuare direttamente il pagamento della prestazione; nella mail di conferma della prenotazione online del tampone il cittadino riceve infatti il link per il pagamento online o per la stampa del documento per pagare fisica-

Un incremento di oltre 5.000 test al giorno che va più che a raddoppiare l’offerta ai cittadini da parte dell’azienda sanitaria mente nei servizi autorizzati, come le ricevitorie. I costi dei tamponi sono invariati: 8 euro per i minori tra i 12 e i 17 anni con assistenza sanitaria in Italia, 15 euro per i maggiorenni con assistenza sanitaria in Italia, 22 euro per tutti gli altri, 64 euro per il tampone molecolare. I tamponi rapidi (antigenici) a

pagamento per l’ottenimento del Green Pass possono essere effettuati (con prenotazione online obbligatoria entro le ore 22 del giorno precedente al tampone) nella sede di Altivole ex Velo dal lunedì al sabato dalle 14 alle 19 e la domenica dalle 8.30 alle 13, alla Zoppas Arena di Conegliano dal lunedì al sabato dalle 14 alle 19 e la domenica dalle 8 alle 13, all’ex Maber di Villorba dal lunedì alla domenica dalle 8 alle 19. I tamponi rapidi a pagamento finalizzati all’emissione del Green Pass non prevedono l’emissione di un referto. I tamponi molecolari invece si effettuano a Treviso all’ex Dogana oppure ad Altivole telefonando per la prenotazione al call center 0422.210701 entro le 18 del giorno precedente. I tamponi richiesti per esigenze sanitarie – con impegnativa medica oppure richiesti dal dipartimento di Prevenzione o previsti dalla normativa – come pure quelli per i minori di 12 anni continuano a essere ad accesso libero e gratuiti. Possono es-

sere effettuati senza prenotazione ad Altivole ex Velo dal lunedì al sanato dalle 8 alle 14, alla Zoppas Arena di Conegliano dal lunedì al sabato dalle 8 alle 14, all’ex Foro Boario di Oderzi dal lunedì al sabato dalle 8 alle 13, all’ex Dogana di Treviso dal lunedì al sabato dalle 8 alle 20 e la domenica dalle 8 alle 13. Lucia Russo


Sociale

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Il progetto. Dopo la guida e il video per le nozioni di base, partiti i corsi in presenza nei centri comunali

Gli anziani di Treviso? Sono connessi e digitali Studenti del Besta “tutor” di inclusività L’assessora Tessarolo: “Iniziativa intergenerazione che aumenta lo stato di benessere degli over 65 e li fa sentire al passo con i tempi”

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anno cercato di capire attraverso un sondaggio cosa servisse agli anziani per potersi sentire maggiormente inclusi e attivi nella vita sociale. Lo hanno fatto come in un rapporto tra nonni e nipoti, ma sempre con professionalità. E hanno capito, dopo una mappatura dei risultati, che quando è arrivata la pandemia gli over 65 di Treviso che avevano intercettato con i loro questionari si sono sentiti esclusi: il blocco degli spostamenti e le relazioni trasferite quasi unicamente sulle piattaforme digitali hanno portato a galla la loro scarsa alfabetizzazione digitale. Un muro che hanno creduto insuperabile. Ma gli studenti dell’istituto professionale Besta non si sono spaventati e, nonostante la DAD, hanno dato vita a un progetto che guida gli anziani a essere autonomi con computer e app. Rispondendo a quella che per gli anziani di questi tempi è diventata la priorità. Tutto nasce alla fine del 2019, con Treviso (con il settore Servizi sociali e l’ufficio Politiche comunitarie) capofila di un progetto finanziato con quasi due milioni di euro all’interno del programma Interreg Spazio Alpino per l’implementazione delle politiche a misura di anziano, con la partecipazione (secondo il modello TAAFE dell’Organizzazione mondiale della sanità) di un consorzio formato da undici partner fra enti pubblici, fra cui Israa, e università francesi, austriaci, italiani e sloveni. “Abbiamo coinvolto tutti e dieci i nostri centri anziani della città, che hanno partecipanti con un’età media sopra i settant’anni. È stato creato un gruppo guida (il TRIO), con un portavoce dei centri an-

ziani che si occupasse del coinvolgimento e dell’ascolto oltre a un rappresentante dell’Israa, e un gruppo di supporto con la presenza di un rappresentante del consiglio comunale, uno del sindacato e uno dei media. C’era un fitto programma da sviluppare nell’inverno del 2020, ma al momento di partire è arrivato il Covid e qui è entrato strategicamente in gioco il Besta, istituto che ha l’indirizzo sociale ma che soprattutto è molto propositivo nei progetti. E da subito si sono messi anima e corpo a lavorare con gli anziani”, racconta l’assessora al Sociale Gloria Tessarolo. Come si utilizzano la tastiera e il mouse, come ci si registra nel portale dei medici di base per scaricare le ricette, come si fa a prenotare online una visita specialistica in libera professione? Un gioco da ragazzi, per i nativi digitali. Un ostacolo, per un anziano. Ma l’intergenerazionalità ha funzionato benissimo e gli studenti – che hanno messo sul tavolo le proprie competenze scolastiche, adeguandole alla richiesta arrivata – hanno realizzato guide pratiche e tutorial video che, come sottolinea Gloria Tessarolo, “anche gli ultra ottantenni sono riusciti a seguire senza troppa fatica, grazie a una grafica chiara, a una lettura facile attraverso l’utilizzo dei colori e alla traduzione di tutta la terminologia inglese tranne che della parola mouse”. Strumenti pratici, come il video che spiega come prenotare un appuntamento alle Poste così da evitare spiacevoli file e assembramenti. “Un’iniziativa che concorre ad aumentare lo stato di benessere dell’anziano e che lo fa sentire al passo con i tempi”, aggiunge l’assessora al

Sociale del Comune di Treviso. La settimana scorsa intanto è partita la seconda fase della sperimentazione (il progetto si chiuderà il prossimo giugno), con l’apertura degli “spazi di connessione digitale” nei primi tre centri anziani comunali: Villa Letizia, Oltrecagnan e FieraSelvana. Si partirà con due gruppi di studenti, adeguatamente formati, che per tre settimane si recheranno nei centri il lunedì e il venerdì dalle 15 alle 17.30, incontrando 6-7 anziani alla volta e dedicando a ciascuno il tempo necessario per insegnare a usare il computer. Una messa in pratica di quanto, già dal mese di agosto, è stato fornito con le guide cartacee. Basiche ma decisamente preziose. L’idea di Tessarolo è non fermarsi qui. Copie di questa guida sono già in distribuzione all’Inps e a breve sarà presente anche nei distretti socio-sanitari e negli ambulatori dei medici di medicina generale. “Ma stiamo ragionando su piccoli prodotti, con guide dedicate ai singoli servizi, come imparare a pagare un bollettino postale online, partendo sempre dall’esigenza degli anziani”. Sara Salin


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La città che cambia

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Ats. L’ad Pierpaolo Florian annuncia l’imminente costruzione del collettore per il centro storico

Fognature: vent’anni e 300 milioni di euro per completare la copertura di Treviso C

i vorranno vent’anni per completare la copertura fognaria della città. Lo sa bene Pierpaolo Florian mentre, in sella alla sua bicicletta, attraversa Treviso da un cantiere all’altro. Dovrebbe restare amministratore delegato di ATS per sempre per riuscire a seguire la fine dei lavori, ma si accontenta di aver fatto ripartire una macchina che era ferma chissà da che anno. “Quando sono arrivato, nel 2016, solo il trenta per cento della città era servito dalla fognatura. Lavori eseguiti dal Comune tantissimi anni fa”, racconta. La gran parte delle utenze, si sa, ha le vasche Imhoff sotto casa oppure, nel peggiore dei casi, le fogne tracimano e finiscono nei fossi. Florian ha deciso di prendere il toro per le corna e, grazie a quello che definisce “un ottimo lavoro di sinergia” con l’amministrazione comunale, Alto Trevigiano Servizi ha iniziato a mettere giù tubature a tamburo battente.

“Quando sono arrivato in ATS solo il 30% della città era servito dalla rete fognaria Cantieri aperti in parallelo con il lavori pubblici del Comune” Trecento milioni di euro, tanto è il conto che alla fine i cittadini – tutti quelli dei 52 comuni soci di ATS – pagheranno. “Sono tanti, ma bisogna renderci conto che Treviso ha un centro storico che comporterà degli interventi onerosissimi, se si conta che dentro le Mura i residenti sono pochi ma i cittadini che vivono questa parte di città sono molti”. Solo per il collettore la spesa ammonta a 10 milioni di euro: verrà utilizzata una particolare tecnica in micro tunnel, con lo scavo di alcuni pozzi per far lavorare la trivella in sotterranea per evitare interferenze con la viabilità. A fine mese sarà pronto il progetto esecutivo che a novembre sarà portato in conferenza dei servizi, seguiranno gara e aggiudicazione dei lavori, con l’ipotesi di avvio del cantiere nel 2022. “Il primo pozzo – spiega l’ad di ATS – sarà scavato all’altezza

dell’area sgambatura cani di viale Tasso, si passerà sotto il Sile e all’ex MOM per arrivare fino al depuratore di Sant’Antonino, all’interno del Parco regionale. Quando il collettore sarà ultimato si potrà iniziare a creare la rete nella parte a ridosso del centro storico”. Ma la programmazione dei lavori nel resto della città è già partita. “Abbiamo seguito criteri ben precisi, puntando ad allacciare per prime le zone più popolose. Non avrebbe avuto senso partire lì dove magari ci sono solo un paio di case. Inoltre ogni fase è strettamente connessa ai lavori pubblici programmati dall’amministrazione comunale. Lavoriamo in parallelo”. Il tratto di Noalese a San Giuseppe è già stato ultimato e si sta procedendo con le vie laterali. A Sant’Antonino i lavori sono in fase finale, mentre sono già aperti i cantieri tra viale Europa e via Cisole, a Fiera e Selvana oltre che a Santa Maria del Rovere dove, grazie al bando periferie, la nuova piazza sarà pronta per i mercatini di Natale. Lavori in corso anche in via Monterumici, poi toccherà a San Zeno (il cantiere partirà entro fine anno in tutto il quadrante tra via Dandolo e via Saccardo) e San Liberale, dove nel 2022 è prevista la riqualificazione del quartiere nell’ambito del Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare. (s.s.)

COS’È ATS Alto Trevigiano Servizi gestisce il servizio idrico integrato di 52 comuni soci, per un totale di circa 215mila utenze, servendo più di 500mila persone per un bacino territoriale di 1.376 km quadrati. 65 sorgenti, 197 serbatoi, 37 depuratori, 118 pozzi, 69 impianti di disinfezione dell’acqua, 260 dipendenti, ATS è presieduto da Fabio Vettori, amministratore delegato è Pierpaolo Florian e in consiglio di amministrazione siedono Anna Sozza, Duilio Vendramin e Tecla Lucia Zamuner.


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Mobilità

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L’accelerazione. La nuova era tecnologica del trasporto pubblico trevigiano

MOM, la rivoluzione smart viaggia sulla smaterializzazione del biglietto

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asta uno smartphone per salire su un autobus MOM. La rivoluzione della Mobilità di Marca è partita e viaggia sulla smaterializzazione del biglietto, che si acquista dal proprio telefono e si attiva toccando lo schermo una volta a bordo. La stessa cosa vale per gli abbonamenti, trasformati in una tessera con foto conservata nella app. Un’accelerazione sulla strada della digitalizzazione che conduce il trasporto pubblico locale trevigiano in una nuova era, all’avanguardia a livello nazionale. “L’obiettivo aziendale non è solo smaterializzare i titoli di viaggio, ma anche facilitare l’intera esperienza, dalla progettazione dell’itinerario all’acquisto, fino alle modalità con cui si sale in autobus e si controlla il titolo a bordo”, racconta Giacomo Colladon, presidente di MOM. “Nell’epoca pre-pandemia – spiega – avevamo circa 35mila abbonati. Nel 2020, con il lockdown e la DAD, l’accesso ai mezzi di trasporto pubblico è improvvisamente crollato. Oggi la ripresa è evidente, la nostra azienda guarda con fiducia al futuro, lavorando a un progressivo ritorno dei passeggeri, nella consapevolezza che la crisi attraversata ha accelerato la rivoluzione del trasporto collettivo verso sistemi più sostenibili e intelligenti che devono migliorare la qualità della vita e la mobilità delle città”. Una rivoluzione smart sostenuta da una campagna di comunicazione, soprattutto nei social network e con il coinvolgimento di local influencer come “Canal – Il Canal”, rivolta agli adolescenti (gli studenti rappresentano il 75

per cento dell’utenza) ma anche ai loro genitori, con un linguaggio che unisce – non senza un pizzico di ironia – le due generazioni. Non solo: MOM ha scelto di premiare i clienti che fino a dicembre di quest’anno rinnovano l’abbonamento viaggiando con la app, facendogli guadagnare cashbask (3,50 euro al mese per n mensile extraurbano e 2,50 euro per un mensile urbano), mentre chi passa al tesseramento digitale ha subito uno sconto di 12 euro in quanto non paga l’emissione della tessera plastificata. L’azienda ha messo a punto molteplici sistemi di pagamento online che vanno da PagoPa sul sito, alle carte, PostePay e ai sistemi SatisPay e PayPall sulla app. “Il processo di digitalizzazione – afferma Colladon – era già stato avviato da diversi anni, prima con la possibilità di rinnovo online e da sportello bancomat e poi, nel 2018, con la nascita della app aziendale, MOMUP, consentendo di viaggiare solo con lo smartphone. Ma se prima della pandemia il numero di biglietti e abbonamenti emessi attraverso i canali digitali si attestava al dieci per cento, già in questi primi due mesi di esercizio invernale è stato superato il trenta per cento e contiamo che la crescita continui”. L’emergenza sanitaria non ancora chiusa continua comunque a segnare il trasporto pubblico locale (negli orari di punta sono stati attivati servizi di rinforzo anche con il concorso di ditte private esterne e con un gruppo di cinquanta persone in campo per il controllo nelle autostazioni e nelle fermate principali) e la si-

Sopra, la campagna MOM rivolta a studenti e genitori

Misure antismog, bus gratuiti per gli over 60 con allerta “arancio” e “rossa”

tuazione di incertezza ha portato MOM a consigliare alle famiglie degli studenti di non acquistare abbonamenti annuali ma di scegliere i mensili. Uno “svantaggio” che però l’azienda ripaga regalando, con l’acquisto di nove mensilità consecutive, i tre mesi estivi.

Per facilitare gli spostamenti dei cittadini con più di sessant’anni nelle giornate di allerta smog livello “arancio” e “rosso” (in cui è previsto lo stop dei mezzi inquinanti) l’amministrazione comunale ha previsto la possibilità di usufruire gratuitamente dei mezzi di trasporto pubblici di MOM. Basta esibire il documento di identità per comprovare l’età e la residenza a Treviso. “Con questa iniziativa – spiega l’assessore alle Politiche ambientali Alessandro Manera – vogliamo promuovere e agevolare gli spostamenti dei cittadini ultrasessantenni che, anche in base alle statistiche, sono proprietari di veicoli costruiti più di dieci anni fa e che più facilmente rientrano nella categoria dei mezzi inquinanti”. Un servizio che l’assessore definisce “non solo una misura di agevolazione ma anche un modello dal punto di vista della sostenibilità ambientale”, per il quale Ca’ Sugana ha stanziato circa 30mila euro destinati a coprire i mancati introiti di MOM.


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Opposizione

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L’intervista. Parla l’ex presidente del Consiglio, capogruppo di Treviso Civica

Franco Rosi: “Conte scelga se essere il sindaco di tutti o il capo della Lega”

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uanto sta accadendo a Treviso è decisamente preoccupante e testimonia di un disagio sociale, in particolar modo giovanile, che non deve essere sottovalutato o, ancor peggio, derubricato e messo sotto il tappeto per ragioni di look partitico”. Non usa mezzi termini Franco Rosi - decano del Consiglio Comunale trevigiano, sugli scranni di Palazzo dei Trecento sino dal 1990 e candidato consigliere più votato nel corso dell’ultima tornata tra le fila di Treviso Civica al fianco dell’ex sindaco Giovanni Manildo del quale stato proprio il presidente del parlamentino cittadino – per raccontare il clima che si respira nel capoluogo della Marca da diversi mesi a questa parte. “Bisogna uscire dalla “partitica” e entrare nella politica. Ai tempi della nostra amministrazione – spiega Rosi – la Lega faceva le ronde e per un centesimo di quanto sta accadendo oggi urlava all’emergen-

“La sicurezza e il disagio sociale sono temi veri da non nascondere sotto il tappeto” za criminalità. Oggi, in un contesto estremamente più grave, il sindaco Conte fa il pompiere, parla di episodi isolati e non si preoccupa minimamente di quanto sta accadendo e neppure del fatto che per due giovani che fanno a cazzotti ce ne sono mille che corrono a vedere, a filmare e divulgare il tutto con il cellulare quasi a renderlo irreale”. Questo però non è l’unico problema che il consigliere Rosi evidenzia per il futuro di Treviso. “L’amministrazione – afferma – fino ad oggi non ha fatto altro se non completare i progetti avviati e già finanziati da Giovanni Manildo. Per il resto è il vuoto, anzi tanti annunci e sorrisi che rendono il sindaco Conte estremamente popolare ma decisamente poco concreto. Basti pensare al Piano Urbano della Mobilità: ormai sono tre anni che se ne parla, ma nessuno ha ancora visto nulla.

Non vorrei che il sindaco fosse uno di quei politici molto più vecchi di me che concentrano tutto il lavoro e i finanziamenti nell’ultimo anno prima delle elezioni ...” Insomma questo sindaco proprio non le piace… “Ma no! Il sindaco è simpatico, sta in mezzo alla gente ed è molto popolare. Del resto la politica al giorno d’oggi è fatta così e guarda a questo. Io sarò un nostalgico, ma non mi rassegno all’idea che sia tutto qui e che non ci sia una reale progettualità. La strategia di marketing politico per cui i problemi non esistono, non si può fare fronte comune per la città, si assumono dentro al Consiglio degli atteggiamenti arroganti da “capo politico”, ma fuori si dispensano annunci e pacche sulle spalle, non può durare molto perché alla fine i nodi arrivano sempre al pettine”. Quale progettualità, dunque, immagina come essenziale per Treviso? “Io mi sento di indicare due asset essenziali: l’Università e l’ambiente. Treviso deve diventate una città universitaria un concetto ampio che non si limita all’essere sede di corsi, ma divenire un centro di cultura e di ricerca, animato, ricco di giovani e nel quale aziende e istituzioni costruiscono, grazie a questo fermento, percorsi di crescita, sviluppo e buona occupazione. Accanto a questo c’è la grande sfida della rigenerazione ambientale: Treviso è già molto avanti da questo punto di vista, rappresentiamo, per esempio per il ciclo dei rifiuti, un’eccellenza nazionale. Ci sono tutte le condizioni, dunque, per poter fare ancora di più”. Da molte parti il Sindaco Conte viene indicato come il potenziale successore di Luca Zaia alla presidenza del Veneto... “È una voce che in effetti circola da tempo. Del resto è giovane e popolare. Personalmente, però, l’ho già detto: ad una politica che premia solo queste caratteristiche e non si preoccupa di avere una progettualità non mi rassegnerò mai”. Matteo Bellomo


Eventi

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La novità. Il sindaco Conte: “saranno il megafono delle meraviglie della nostra città”

Con Radio Company e Radio Wow la radio torna protagonista in centro a Treviso

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orna nel salotto di Treviso il Magic Box, lo studio mobile radiofonico del gruppo Sphera Holding. Il Magic Box è un vero e proprio hub radiofonico, da cui gli speaker di R. Company e R. Wow trasmetteranno tutti i giorni, dal martedì alla domenica (per circa quattro ore al giorno, mattino e pomeriggio). Nelle trasmissioni saranno ospiti i volti noti dello sport trevigiano, del web e della tv, rappresentanti delle istituzioni e categorie produttive nell’ambito della campagna di comunicazione voluta dall’Amministrazione comunale in collaborazione con il Distretto Urbecom. L’obiettivo è di sensibilizzare i consumatori a vivere, acquistare, ammirare e consumare a Treviso. “Abbiamo voluto fortemente la presenza della Magic Box nel cuore della nostra città perché Treviso merita di essere rac-

contata e ascoltata anche grazie all’intramontabile linguaggio della radio - spiega il sindaco di Treviso, Mario Conte -. Company e Wow saranno il megafono delle meraviglie di Treviso e di tutte le sue eccellenze, oltre che delle iniziative che accompagneranno cittadini, visitatori e turisti nelle

Le due emittenti di Sphera Holding, gruppo leader a Nordest, trasmetteranno in diretta fino a fine anno dal Magic Box in Piazza Aldo Moro vie e nelle piazze”. Sphera Holding con sede a Padova nasce dalla fusione di due storici gruppi radiofonici del Nord Italia. Oggi raggruppa sei emittenti leader in termini di ascolti in Veneto e Friuli Venezia Giulia (Radio Company, Radio Padova, Radio80, Radio Easy

Network, Radio WOW e Radio Valbelluna), una rete televisiva, 15 webradio verticali e differenti podcast dedicati ai professionisti e non solo. “Per noi è un onore poter essere la voce di questa città come media partner del progetto “a Treviso c’è” - dichiara Mattia Comin, editore del grup-

po Sphera Holding -. La radio da semplice elettrodomestico è diventata una piattaforma per la comunicazione a 360°, per le aziende che scelgono di utilizzarla nel loro media mix e per le Istituzioni che come il Comune di Treviso la scelgono per raccontare le meraviglie di questa

splendida città”. Con il Magix Box arrivano le radio che parleranno di Treviso e dei trevigiani: dallo sport al mondo produttivo, tutto made in Treviso. “La radio è un mezzo di promozione eccezionale: una Treviso tutta da “ascoltare” attraverso i suoi protagonisti che può diventare poi da “vivere” e da “gustare””, sottolinea il vicesindaco di Treviso, Andrea De Checchi. A coordinare l’iniziativa in centro a Treviso, assieme agli uffici del Comune, è stata la Trend comunicazione. E’ la concessionaria esclusiva del gruppo Sphera, specializzata nello sviluppo di piani media multimezzo (radio, out of home, digital, eventi). Si occupa inoltre della produzione di podcast: Gdo & Grocery news, Comunicazione & Media News, Economia a Nordest e presto partirà quello dedicato al mondo delle concessionarie di auto.


Cosa succede in città

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#INNOTV. Un progetto condiviso con Carbonera, Roncade, Silea e Villorba

Un laboratorio dedicato all’innovazione nella storica biblioteca di Borgo Cavour

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el cuore della storica biblioteca di Borgo Cavour (che, come è già stato annunciato, sarà intitolata a Giovanni Comisso) è stato inaugurato un laboratorio permanente di innovazione per lo sviluppo digitale. Si chiama #INNOTV – Innovation Lab Treviso, concepito come uno spazio dinamico e animato, punto di incontro e contaminazione fra diversi target, iniziative e attività. Finanziato dalla Regione del Veneto con 700mila euro (sono dieci i laboratori progettati e finanziati a livello regionale per un totale di 14 milioni di euro), il progetto ha Treviso come comune capofila in una collaborazione territoriale con i comuni di Carbonera, Roncade, Silea e Villorba che il sindaco Mario Conte elogia. “Oggi un’idea diventa vincente se è di comunità. Cancelliamo le barriere comunali e guardiamo al futuro per far crescere il Veneto”. Una palestra digitale nell’Ambasciata dell’Agenda Digitale, con una sala polifunzionale e di accoglienza, uno showroom e uno spazio co-working con otto postazioni prenotabili via web, una lavagna elettronica, un visore e una stampante 3D, oltre a uno Lego® Mindstorm, strumento per imparare a programmare. Oltre che negli spazi della biblioteca trevigiana, il progetto di sviluppa nelle sei palestre digitali dei comuni partner e nella BRaT di Treviso. “Tutto questo fra qualche anno sarà un vanto per la nostra regione. Spazi che devono essere aperti a tutti i cittadini per una crescita digitale trasversale”, ha dichiarato l’assessore veneto al Bilancio Francesco Calzavara. “Un progetto – ha spiegato Alessandro Manera, assessore alla Smart City – iniziato a maggio e ora pronto ad accelerare. Un’iniziativa che nasce nel bello e dimostra la vivibilità degli spazi urbani”. In primavera sono state raccolte le istanze del territorio e avviate le prime iniziative di coinvolgimento della cittadinanza: i Lab Talk, incontri di approfondimento sulle ultime frontiere del digitale; AI 4 Kids, workshop di in-

Misure antismog Fino al 17 dicembre resterà in vigore l’ordinanza antismog con le misure di contenimento delle polveri sottili. Sarà riattivata il 10 gennaio 2022, dopo la pausa natalizia, fino al 30 aprile. Le limitazioni del traffico variano a seconda della fascia di allerta (vedi tabella a fianco) e vengono comunicate ai cittadini attraverso il sito istituzionale e i social network ufficiali del Comune, TrevisoApp, i pannelli a messaggio variabile, tramite sms iscrivendosi al numero 345-7711855, via mail iscrivendosi alla newsletter sul sito del Comune o chiamando il numero verde 800732233. Tra le iniziative previste, tre domeniche ecologiche: dopo quella del 10 ottobre, anche il 31 ottobre e il 21 novembre tutta la zona dentro le Mura sarà pedonalizzata. In occasione della chiusura totale del traffico, il 31 ottobre si terranno le celebrazioni per 100° anniversario del Gruppo ANA Treviso e il 21 novembre ci saranno le rassegne natalizie.

Uno spazio aperto a tutti i cittadini finanziato dalla Regione del Veneto con 700mila euro C’è anche uno spazio di co-working con 8 postazioni prenotabili online

troduzione all’intelligenza artificiale per i bambini delle elementari; incontri per gli studenti delle superiori sul cyberbullismo e sull’utilizzo consapevole delle tecnologie digitali. Già attivo lo sportello Digital Divide (aperto tutti i giovedì dalle 10 alle 12) per i cittadini che vogliono migliorarsi nell’uso di computer, telefono e tablet. Nei prossimi mesi saranno proposte attività per tutti, con l’obiettivo di diffondere la cultura digitale e una maggiore consapevolezza delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Fra tutte, Call4Ideas, concorso di idee per stimolare la nascita di nuove realtà imprenditoriali sul territorio, proponendo un’idea o una soluzione a un problema di interesse generale.

Misure di limitazione del traffico

dal 01/10/2021 al 17/12/2021 LIVELLO VERDE da lunedì a venerdì feriali 8:30 – 18:30 Euro 0

BENZINA Euro 0.1 DIESEL Euro 0.1.2.3

DIESEL Euro 0.1.2.3

LIVELLO 1 ARANCIO tutti i giorni 8:30 – 18:30 BENZINA Euro 0.1.2 DIESEL Euro 0.1.2.3.4.5

Euro 0.1

DIESEL Euro 0.1.2.3.4

LIVELLO 2 ROSSO tutti i giorni 8:30 – 18:30 Euro 0.1

QR Code

BENZINA Euro 0.1.2 DIESEL Euro 0.1.2.3.4.5

DIESEL Euro 0.1.2.3.4 Euro 5 da 12:30 a 18:30

eccetto autorizzati

http://www.arpa.veneto.it/inquinanti/bollettino_allerta_PM10.php ISCRIVITI AL SERVIZIO SMS GRATUITO AL N. 345 77 11 855

Info 800732233

Ordinanza n. 137628 del 23/09/2021


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Notizie di Marca

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L’intervento. Coinvolti nell’operazione, annunciata dal Presidente Marcon, 13 comuni trevigiani

La Provincia mette le mani su 11 ponti Un impegno che vale 13 milioni di euro P

onti più sicuri. Un intervento da quasi 13 milioni che andrà a mettere le mani su undici ponti di tutto il territorio provinciale in tredici diversi comuni (14 con quello di Meolo nel veneziano). “Ecco un altro risultato della Provincia, che c’è stata e c’è ancora – ha detto il presidente della Provincia, Stefano Marcon, nel presentare il progetto – Un risultato che vuole e fa il bene del territorio, di quella che è sempre pronta con i progetti in modo da intercettare i fondi quando si presenta l’occasione. Oggi le opere riguardano i ponti e ci sono opere importanti come i rifacimenti integrali a Motta di Livenza, Casale sul Sile e Susegana. Altre sono invece operazioni fondamentali per mettere i ponti in sicurezza. C’è un grande impegno anche su questo fronte che continua, senza dimenticare in ambito di viabilità i 2 milioni per gli interventi di somma urgenza 2020 e 2021, il bando per il cofinanziamento delle opere di viabilità che ci consentirà di far partire lavori, assieme ai comuni per oltre 13 milioni di euro, il milione messo per sistemare la dorsale del Grappa una volta per tutte, e la manutenzione straordinaria e ordinaria fatta”. I lavori sui ponti, che ammontano precisamente a 12.899.367 euro, sono finanziati grazie al Decreto Ponti dello scorso 7 maggio, che ha visto i tecnici provinciali impegnati in un importante lavoro di monitoraggio di tutti i collegamenti sopraelevati del territorio. Somma che sarà distribuita per rifare il ponte del fiume Soligo in località Sant’Anna nei comuni di Susegana e Sernaglia della Battaglia, quello di Monfumo sul torrente Muson e la demolizione con annessa ricostruzione di quello a Casale sul Sile e di Motta di Livenza sul fiume Monticano. Saranno rifatti parzialmente nei giunti i ponti di Maserada sul Piave sul ramo di Salettuol, Cimadolmo, e sarà fatto un adeguamento sismico sul passaggio sopra il fiume Teva a Vidor. Saranno invece verificate le capacità portanti e le vulnerabilità sismica dei ponti di Monastier e Roncade sopra il fiume Vallio, Mansuè sul Livenza, Monastier e Meolo. L’intervento più oneroso è quello che si farà sul ponte di Susegana e Sernaglia della Battaglia con il rifacimento completo del passaggio sul fiume

Soligo in località Sant’Anna vicino alla Strada Provinciale 34. Un’opera questa che, da sola, richiede una somma di oltre 2 milioni. “Un’opera importante – sottolinea il presidente della Provincia Marcon – Insieme a quello di Motta di Livenza e Casale sul Sile questo è un rifacimento completo del ponte che viene così messo definitivamente in sicurezza”. Lucia Russo

Ex Provveditorato agli Studi venduto a una ditta di Scorzè La Provincia di Treviso, proprietaria dell’immobile, il 13 ottobre ha venduto all’asta l’ex Provveditorato agli Studi. Ad aggiudicarsi l’edificio di San Pelajo, per 2.648.300 mila euro, la ditta R.P. Costruzioni Srl di Scorzè, nel veneziano, che aveva presentato la migliore e unica offerta su una base d’asta che ammontava a centomila euro in meno rispetto all’aggiudicazione finale. Un tesoretto sul quale il sindaco Conte e il consigliere Da Tos inviano un messaggio chiaro a Marcon: “I 2,6 milioni potranno sicuramente offrire un’opportunità di investimento per una riqualificazione a vantaggio dei ragazzi che frequentano l’istituto e dell’intero quadrante di via Santa Caterina e via Carlo Alberto”. L’imponente struttura, costruita nel 1976, era vuota dal 2011 e lo scorso gennaio. Un superficie catastale di 2.793 metri quadrati (oltre ai 2.127 metri quadrati di area scoperta) che ora l’aggiudicatario potrà decidere se demolire o ricostruire, oppure di modificarne la destinazione d’uso portando l’edificio da residenziale a commerciale o addirittura ricettivo. (l.r.)


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Cultura

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In libreria. “Le regole degli infami” sarà presentato domenica 24 ottobre alla Lovat

L’atteso ritorno di Fulvio Luna Romero Un noir feroce dalla scrittura chirurgica C

e l’aveva pronto da due anni, ma quando è arrivata la pandemia lo ha richiuso nel cassetto. Finalmente “Le regole degli infami” esce (in libreria dal 21 ottobre, edito da Marsilio) e a Fulvio Luna Romero non resta che limare la scaletta musicale con cui domenica 24 alla libreria Lovat di Villorba accompagnerà con la sua “Royal Acoustic Live” la prima presentazione del nuovo noir. Ancora Nordest, ancora infiltrazioni criminali. Proprio come in “Prosecco Connection”, che nel 2018 fece fare allo scrittore trevigiano il salto di qualità, vincendo il premio Nebbiagialla per il romanzo inedito. Lì c’erano le colline poi diventate Unesco, c’era la mafia economica, c’era il punto di partenza con gli arresti eccellenti legati all’inchiesta sul Mose. Qui c’è quella che Romero – musicista per diletto, fresco mezzo ironman 70.3 a Cervia e nella vita di tutti i giorni occupato nella gestione delle risorse umane – definisce a tutti gli effetti fiction. “Una storia e dei personaggi di fantasia ambientati su uno scenario reale”, spiega Romero, che confessa di essersi ispirato

Ambientato a Jesolo il libro è una fiction che richiama gli scenari reali della mafia a Nordest a “Corruzione” di Don Winslow. Messo (dice) definitivamente in archivio Carlo Caccia, l’egocentrico investigatore privato di Treviso attraverso i cui occhi dal 2004 ha raccontato con una serie molto amata la città e la provincia, Fulvio Luna Romero con “Le regole degli infami” esce dalla Marca trevigiana per approdare poco più in là, a Jesolo. “Un territorio che amo particolarmente. Soprattutto – spiega – volevo ampliare il giro e uscire dalla radicalizzazione locale”. Sul litorale, in estate affollato regno del divertimento notturno e del turismo vacanziero ma d’inverno poco più di un paese affacciato sulla città più bella del mondo, Romero costruisce una storia che, a guardarla col senno di poi, ricorda molto i fatti di cronaca nera di cui sono state protagoniste prima Caorle e più recentemente Bibione. Un ter-

ritorio controllato da una tentacolare organizzazione criminale, quella dell’azienda capeggiata da Andrea Salvi: droga, prostituzione, edilizia e sale da gioco sono il mercato in cui il protagonista del noir si muove e che di cui muove i fili. Un “capo” che vive in un famoso grattacielo di Cortellazzo (riconoscibilissimo il Merville) e per il quale lavorano un lombardo taciturno, un napoletano con la mano pesante e il bomber della squadra di calcio locale. Tutti al soldo di un calabrese che abita a San Donà di Piave. Fra un traffico illecito e l’altro, ovviamente qualcosa va storto e Jesolo viene messa a ferro e fuoco. Una scrittura chirurgica per un racconto violento e feroce con il quale Romero, pur nella cornice di fatti e personaggi inventati, mette nero su bianco una realtà sempre più presente nel territorio. “Una mafia molto diversa da quella che ci siamo sempre immaginati e che si muove con intelligenza soprattutto in ambito finanziario. E a Nordest – sottolinea lo scrittore – si muovono molto bene”. Sara Salin

Agnello Hornby e Marzano ospiti a fine mese della libreria Canova

Primi appuntamenti in presenza organizzati dalla Libreria Canova nella sua nuova identità di libreria indipendente della catena “Librerie d’autore”. Giovedì 28 ottobre alle 18.30 Simonetta Agnello Hornby presenterà il suo ultimo romanzo “Punto pieno”, edito da Feltrinelli, mentre venerdì 29 alle 18.30 l’ospite sarà la filosofa e scrittrice Michela Marzano con “Stirpe e vergogna”, edito da Rizzoli. Prenotazione, green pass e mascherina obbligatori.


Eventi & Cultura

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15a edizione. Dal 22 al 24 ottobre una tre giorni di incontri, convegni e spettacoli

4passi diventa Festival e approda in centro ruotando su città e comunità sostenibili

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iparte dalla città la 15esima edizione di 4passi, che si trasforma nell’edizione speciale 4passi Festival. Cambia il periodo, tre giorni dal 22 al 24 ottobre, e cambia la location, lasciando la storica cornice del Sant’Artemio per trasferirsi nel cuore di Treviso. Non è un caso, perché la manifestazione dell’economia solidale e sostenibile organizzata dalla cooperativa sociale Pace e Sviluppo per questa ripartenza dopo la pandemia ha come tema “Città e comunità sostenibili”. Ovvero l’obiettivo 11 dell’Agenda 2030. Loggia e Palazzo dei 300, ex chiesa di San Gregorio Magno, San Gaetano, Porta Santi Quaranta, Camera di Commercio, Loggia dei Cavalieri, Palazzo Rinaldi, Museo nazionale Collezione Salce, auditorium Stefanini: dentro la città per riscoprirla. Incontri, convegni, spettacoli, ma anche visite guidate e momenti di condivisione, patrocinata da Comune e IUSVE e con il sostegno della Regione del Veneto e della Camera di Commercio. È uno degli eventi più importanti a livello nazionale nel panorama dell’economia sostenibile e solidale, che anche nella sua nuova versione si preannuncia con calendario molto denso di eventi, alcuni organizzati con la collaborazione di CombinAzioni Festival. Dalla lectio del rettore dello IUAV Brenno Albrecht sulla sostenibilità in architettura agli spettacoli di Roberto Anglisani, dai dialoghi con il giornalista ambientale Emanuele Bompan all’incontro con la giovane attivista per i diritti umani Annachiara Sarto, dal ricordo dei fatti di Genova nell’anno del ventennale all’approfondimento sulla comunicazione etica post-pandemia con Luca Montanari. Ma 4passi è anche coinvolgimento degli studenti delle scuole superiori e dei bambini, con e laboratori a loro dedicati. Per tutte le tre giornate nella Sala d’Arme di Porta Santi Quaranta sarà visitabile la mostra 2Amazzonia, il polmone verde della terra”, che racconta l’esperienza nell’Amazzonia boliviana del reporter Aldo Pavan e di Giorgio Scandiuzzo della cooperativa Pace e Sviluppo. “La sostenibilità in cammino” è il tema scelto per i percorsi guidati in pro-

In programma la sfilata di moda etica e l’installazione site-specific di Varvara Grankova sotto la Loggia dei Cavalieri

gramma sabato e domenica: una scoperta di proposte sostenibili partendo da storia e cultura dei luoghi per arrivare a nuovi progetti che le comunità esprimono. Dalle passeggiate nel centro storico alla scoperta di antiche botteghe e affreschi, dagli itinerari naturalistici a quelli sulle tracce dei più fragili. Oltre venti le proposte in calendario, organizzate e curate dalle associazioni trevigiane. Infine, un focus sulla moda sostenibile. Nella sede della Camera di Commercio si potranno scoprire le più importanti realtà di questo settore del commercio equo-solidale, nuove start-up e progetti innovativi. Domenica sarà la volta di una sfilata di moda etica, con doppio appuntamento alle 15.30 e alle 17. Sullo stesso tema si inserisce la residenza d’artista di Varvara Grankova, sostenuta da Contarina in collaborazione con Arte Laguna Prize, che creerà un’installazione site-specific sotto uno dei luoghi simbolo del capoluogo, la Loggia dei Cavalieri, e che diventerà il vessillo della manifestazione. L’opera d’arte sarà inaugurata venerdì 22 ottobre alle ore 18. Tutti gli appuntamenti saranno a numero chiuso su prenotazione attraverso la piattaforma Eventbrite. Programma completo pubblicato su www.4passi.org.

Una app per il Museo di Santa Caterina Audioguida e tour multimediale Un’offerta di accoglienza per i visitatori ma anche per chi da casa vuole immergersi nelle bellezze artistiche e storiche del Museo di Santa Caterina. È la nuova app realizzata da D’Uva per il Comune di Treviso e scaricabile da Google Play e App Store. Un software grazie al quale si potrà fruire dei contenuti anche in assenza di connessione e che darà accesso a tutte le informazioni e ai tour multimediali completi. Un’audioguida in italiano e in inglese fornisce ai visitatori tutte le indicazioni, rac-

contando i luoghi e le opere, illustrandone le vicende e la storia. Tre i percorsi: la chiesa di Santa Caterina, il Museo archeologico e la Pinacoteca. “Il bello della creazione di una app è la piena fruibilità, anche da casa e non solo al museo. Il visitatore – spiega l’assessore ai Beni culturali e turismo Lavinia Colonna Preti – è libero di scegliere il percorso che preferisce e le opere che vuole vedere a seconda del tempo che ha a disposizione”. Prossimo progetto, la app dedicata ai bambini.


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Food

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Piaceri del palato. Un’esperienza gastronomica e culturale unica nel suo genere

Gellius, la creatura dello chef Breda tra i reperti archeologici di Oderzo U

intrecciati a radici lontane che hanno il sapore di n’duja o miso o wasabi, mentre il pesce gioca con la frutta e la carne con fieno e camomilla.

n ristorante stellato nato tra i reperti archeologici della città romana di Opitergium. È il Gellius, la creatura di Alessandro Breda che assieme ad esperienze enogastronomiche da una stella Michelin offre l’esperienza esclusiva di cenare (o pranzare) circondati dagli ambienti di un’antica abitazione patrizia, un tratto di mura dove si apriva una delle porte minori della città e il relativo cardines lastricato, tutti rinvenimenti di età augustea (tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio del I secolo d.C.). GLI SCAVI Dopo un breve utilizzo come necropoli, in età bizantina l’area viene fortificata con una cinta muraria affiancata da un torrione, entrambi realizzati con elementi lapidei di recupero provenienti dai reperti romani. Tra questi c’è anche un’urna funeraria che reca il nome di Caius Gellius, che pare fosse un personaggio di spicco ai tempi dell’antica Opitergium e che ha dato il nome al ristorante. I lavori di ristrutturazione dei primi anni duemila hanno permesso di riscoprire resti romani, bizantini, medievali e rinascimentali che si sono stratificati per secoli in questo luogo, per questo il progetto è stato modificato mano a mano che venivano portati alla luce nuovi reperti. L’architetto è Alessandro Isola, che ha curato anche il bistrot Nyù nel 2009 e il rinnovo degli ambienti del ristorante Gellius a fine 2019. Gli scavi archeologici sono oggi patrimonio dei Beni Culturali, ma sono anche il valore aggiunto di Gellius e del Nyù Bistrot.

Con una stella Michelin dal 2005 il ristorante propone una cucina equilibrata e ragionata dove il piacere è in ogni piatto

“La nostra identità camaleontica porta con sé i nomi, la dedizione e il genio creativo dei suoi componenti – dicono da Oderzo - ristorante, bistrot, bar, tre differenti sfacettature di un unico volto, incorniciato dalla bellezza senza tempo di antichi reperti archeologici romani2. SAPORI E PIACERI Lo chef Alessandro Breda definisce “piacevole” la cucina del suo Gellius, aperto nel 2001 a Oderzo e 1 stella Michelin dal 2005. Il ristorante incarna questa filosofia di Breda: una cucina equilibrata e ragionata, nella quale il piacere è il minimo comune denominatore di ogni piatto. E in effetti gli accostamenti di sapori e le preparazioni talvolta sofisticate sintetizzano in un boccone che genera godimento, portando un sorriso in tavola. Ingredienti territoriali come vongole, quaglia, funghi o lumache si trovano

CHEF IN VIAGGIO Classe 1968, made in Conegliano, Alessandro Breda cresce con l’idea di diventare un pilota dell’aviazione, ma durante l’adolescenza scopre la cucina e studia all’alberghiera di Falcade. Dopo esperienze nel territorio e a Parigi, durante la leva militare incontra nelle cucine del campo Giancarlo Perbellini, con cui lavora al Desco. Passa per Mantova, trascorre due anni e mezzo nella cucina di Gualtiero Marchesi diventando Chef de partie, si sposta al Tantris di Monaco fino al 1992, quando torna in Italia per una breve esperienza all’Enoteca Pinchiorri (assieme a Cracco, Berton e Lopriore). Ultimo passaggio all’estero - al Four Seasons di Londra – prima di aprire con l’amico maître Adriano Fumis Il Capitello, un piccolo ristorante a Corbanese di Tarzo (Treviso). Lo gestiscono dal 1994 per sei anni e poi, dall’incontro con l’imprenditore opitergino Genesio Setten, ecco partire l’avventura di Gellius. Giambattista Marchetto










Padova

Urbs picta

NUMERI DA RECORD PER IL PATRIMONIO UNESCO I CICLI AFFRESCATI ATTRAGGONO IL TURISMO

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i sono grande entusiasmo e altrettanto fermento attorno all’eccezionale valore artistico e storico dei capolavori della “Padova Urbs picta”, sui quali il 24 luglio scorso l’UNESCO ha posto il proprio sigillo, riconoscendoli alla fine di un percorso lunghissimo e corale, durato venticinque anni, Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Entusiasmo confermato dai numeri dei visitatori, mai così elevati in nessuno degli otto luoghi che compongono il “sito seriale”. Nei mesi di giugno, luglio e agosto la Cappella degli Scrovegni (dove nel periodo di Ferragosto c’era il tutto esaurito) ha registrato circa 27.000 ingressi, una media di novemila al mese. Quattromila visite al mese per il Palazzo della Ragione. Un successo, se si considera che gli ingressi sono sottoposti alle rigide regole dell’emergenza sanitaria. Moltissimi gli stranieri, tanti dei quali soggiornano in città. “Ma il nostro grande obiettivo è di rafforzare l’offerta e di arrivare a 35mila ingressi all’anno per ogni luogo”, dichiara l’assessore alle Cultura del Comune di Padova Andrea Colasio. Piani di implementazione che, subito dopo l’iscrizione, sono diventati il nuovo obiettivo del Comitato di Candidatura, tramutato in Comitato di Pilotaggio del sito. Alla fine di agosto la giunta del Comune di Padova ha approvato un articolato progetto del valore di un milione di euro per il Museo degli Eremitani, che sarà presentato al Ministero dei Beni Culturali per concorrere all’assegnazione dei Fondi Cultura stanziati per la tutela, la conservazione, il restauro, la valorizzazione e la digitalizzazione del patrimonio culturale. L’obiettivo è valorizzare il complesso artistico, raggiungendo un’offerta culturale e complessiva, con strumenti sempre aggiornati ed efficaci di monitoraggio, finalizzati alla conservazione preventiva. Ma anche con nuovi strumenti di comunicazione e valorizzazione tecnologicamente avanzati. Proprio a questo scopo è in preparazione il bando di gara per l’assegnazione della campagna

di comunicazione e promozione turistica di “Padova Urbs picta”, i cui costi saranno coperti con una tranche del finanziamento da due milioni di euro concesso dal Ministero dei Beni Culturali al Comune di Padova. Il Comitato di Pilotaggio, inoltre, ha aperto dei tavoli di lavoro con l’Orto Botanico – sito UNESCO dal 1997 – per avviare, così come richiesto dal Ministero e dal Centro del Patrimonio Mondiale, una stretta collaborazione per la costruzione di azioni sinergiche di promozione e comunicazione a livello locale e non solo. Altro obiettivo è la creazione di un dialogo con la cittadinanza sul tema della cultura e dell’arte padovana che possa essere declinato nelle diverse forme di benessere della comunità. Una delle prime attività – legate ai tavoli delle Idee, costituiti durante l’iter di candidatura e fulcro del dialogo fra Comitato, associazioni del territorio e cittadini – è “Padova Urbs picta – ROADMAP nei Quartieri”: un ciclo di incontri dedicati al racconto del sito UNESCO nelle varie sale civiche della città. Essere Patrimonio Mondiale significa anche saper creare nuove connessioni con enti e luoghi omologhi, che comunque abbiano una simile vocazione culturale e turistica. Ecco allora che il Comune di Padova è pronto alla firma di un protocollo di intesa fra la Regione del Veneto, l’Ufficio scolastico regionale per il Veneto e gli enti che rappresentano i siti e gli elementi UNESCO, allo scopo di favorire la diffusione della conoscenza e la valorizzazione del Patrimonio presente nel territorio in tutte le scuole. Anche l’attività di conservazione prosegue, con i lavori di restauro in corso alla Cappella di Santa Caterina – conosciuta anche come Cappella delle Benedizioni – nella Basilica del Santo. I lavori, voluti dalla Pontificia Basilica Antoniana, sono diretti dalla professoressa Giovanna Valenzano, prorettore al patrimonio artistico, musei e biblioteche dell’Università degli Studi di Padova e sono resi possibili da un co-finanziamento di CariPaRo e Comune di Padova.


Padova Urbs picta

UN RISULTATO STORICO FRUTTO DI UN’ALLEANZA VIRTUOSA FRA ENTI PUBBLICI, PRIVATI E RELIGIOSI A SOSTEGNO DI UN PROGETTO PER LA CITTÁ IL VESCOVO "CAPOLAVORI DI VITA E DI FEDE"

F U I L C O M I TAT O PER LA C A N D I D AT U R A A DECIDERE CHE GLI OTTO SITI DOVESSERO ESSERE C O N S I D E R AT I UN UNICUM INSCINDIBILE

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ulla nasce per caso. L’inserimento della “Padova Urbs picta” nella World Heritage List ha avuto nel Comitato per la Candidatura UNESCO un sostegno fondamentale e prezioso. Costituito formalmente nel 2016, il Comitato ha alle spalle una collaborazione fra i partner già avviata da alcuni anni. Capofila, il Comune di Padova. Membri, gli enti proprietari degli edifici e dei complessi monumentali che conservano i cicli affrescati: l’Accademia Galileiana di Scienze Lettere e Arti, la Basilica e il Convento di Sant’Antonio, la Delegazione Pontificia e Veneranda Arca del Santo, la Diocesi di Padova. A cui vanno aggiunte la Regione del Veneto e la consulenza scientifica del Ministero della Cultura attraverso l’Ufficio UNESCO, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia, le province di Belluno Padova e Treviso, oltre naturalmente all’Università degli Studi di Padova. Il 19 aprile 2018 nel corso di una cerimonia a Palazzo della Ragione gli enti pubblici, privati e religiosi protagonisti di questa

alleanza virtuosa sottoscrissero un protocollo di intesa per la definizione del piano di gestione degli otto luoghi. Proprio perché sono considerati un unicum inscindibile per la stretta relazione che c’è fra le opere realizzate, la decisione fu che i siti dovessero essere gestiti unitariamente e in modo coordinato e sinergico fra i vari attori. Dopo anni di collaborazione con il Comune di Padova – che è proprietario della Cappella degli Scrovegni, di Palazzo della Ragione e dell’Oratorio di San Michele – e con il Ministero della Cultura per definire nel modo migliore il documento di candidatura, la soddisfazione del risultato storico raggiunto è stata immensa da parte di tutti.

IL SUPPORTO SCIENTIFICO DELL’UNIVERSITÁ Nella lunga fase di messa a punto della candidatura, il Comitato è stato affiancato per la parte scientifica dall’Università di Padova. “Gioisco come cittadino”, ha dichiarato il rettore Rosario Rizzuto quando ha appreso la notizia della proclamazione UNESCO, lo scorso 24 luglio. “Vedere inserita la Padova Urbs picta nella World Heritage List è una soddisfazione anche per l’ateneo e per tutto il mondo accademico che con entusiasmo ha dato il suo contributo al successo della proposta. L’idea, innovativa nel suo campo, di proporre un sito seriale per la candidatura si è rivelata vincente e – spiega il rettore – restituisce al meglio l’idea di una città, qual è Padova, nella quale arte e cultura sono diffuse capillarmente, capaci di innervare tutto il territorio”. Per Rizzuto “l’Urbs Picta si affianca, nei patrimoni UNESCO della città, all’Orto Botanico dell’Università di Padova, in un’efficace sinergia con l’obiettivo di valorizzare sempre più la nostra splendida città”. L’Orto Botanico di Padova, il più antico orto botanico del mondo, venne istituito nel 1545 per la coltivazione delle piante medicinali, che allora costituivano la grande maggioranza dei “semplici”, medicamenti che provenivano direttamente dalla natura. Nei secoli è stato al centro di una fitta rete di relazioni internazionali, esercitando una profonda influenza nell’ambiente della ricerca e svolgendo un ruolo preminente nello scambio di idee, di conoscenze, di piante e di materiale scientifico. Per questo nel 1997 è diventato Patrimonio Mondiale UNESCO come bene culturale, testimoniando uno scambio di influenze considerevoli nelle scienze botaniche e costituendo una testimonianza eccezionale di tradizione culturale.

“Siamo molto felici di questo importante riconoscimento che porta la città e una parte significativa del suo patrimonio artistico, culturale ma anche religioso a un’appartenenza mondiale dell’umanità, riconoscendone il valore universale. Essere patrimonio – dichiara monsignor Claudio Cipolla, vescovo di Padova – indica non solo la preziosità del bene ma anche il suo grande essere generativo di altri beni per l’oggi e per il futuro, qualcosa da tutelare, custodire e tramandare”. La Diocesi di Padova è proprietaria di due dei complessi monumentali del “sito seriale”: lo splendido Battistero del Duomo, capolavoro di Giusto de’ Menabuoi, e la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo agli Eremitani, a due passi dalla Cappella degli Scrovegni. “Beni che danno lustro alla città, ma che rendono merito anche alla sua storia e alla sua cultura, così pregne di testimonianze di fede. Tutti i siti del circuito – afferma il vescovo – raccontano una Padova del Trecento in cui vita e fede, concretezza e spiritualità, ambito civile e religioso si intrecciano fortemente. Se pensiamo al Battistero, siamo di fronte all’intera storia della salvezza, un gioiello artistico che ancora oggi è aperto al culto per vivere in particolare il sacramento del battesimo, punto d’inizio della vita cristiana. Altro luogo di culto è la Chiesa degli Eremitani, che porta il segno e la memoria di ulteriori storie: la ferita dei bombardamenti e l’impegno del recupero. Chi visiterà questi ambienti potrà ammirare la bellezza artistica nel contesto di una vita religiosa tutt’ora presente e praticata. C’è l’augurio che queste realtà siano colte dal visitatore anche nel loro valore di testimonianza di fede”.


Padova Urbs picta

I LUOGHI DELLA PADOVA DEL TRECENTO DALLA BASILICA E DAL CONVENTO DEL SANTO AGLI SPLENDORI DELLA REGGIA CARRARESE LA PROCLAMAZIONE A PAT R I M O N I O U N E S C O È U N R I N N O VAT O IMPEGNO A CUSTODIRE E DIFFONDERE U N PAT R I M O N I O D ’A RT E UN I C O A L M O N D O

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no degli straordinari complessi monumentali del sito seriale dei cicli affrescati del Trecento patavino è rappresentato dalla Basilica e dal Convento di Sant’Antonio, con il limitrofo Oratorio di San Giorgio. Per padre Oliviero Svanera, da pochi giorni ex rettore della Basilica, essere in prima fila con i propri tre siti nella proclamazione UNESCO “diventa motivo non solo di un rinnovato impegno nel custodire e diffondere un patrimonio d’arte unico al mondo”. È di più. “Per noi Chiesa – spiega – diventa un’opportunità per rinnovare una proposta di incontro con la fede che ha originato queste opere”. Attraverso gli affreschi presenti nella Basilica, infatti, “va ricordato anche l’immenso patrimonio d’arte rappresentato dalle sculture della tomba del Santo, piuttosto che del Donatello del presbiterio. Vogliamo far emergere – afferma padre Svanera – oltre agli aspetti turistici o tecnici o culturali di sguardo sulla bellezza di queste opere, la possibilità di incontro con colui che in queste opere è significato, Cristo Salvatore. È la via del Vangelo, della evangelizzazione attraverso la via pulchritudinis di cui parla papa Francesco in ‘Evangelii gaudium’. La via della bellezza che, a partire dall’esperienza dell’incontro con l’arte che suscita stupore, può aprire la strada della ricerca di Dio e disporre il cuore e la mente all’incontro col Cristo, bellezza incarnata offerta da Dio agli uomini per la loro salvezza”. Altro luogo straordinario, la Reggia Carrarese

con la splendida Cappella affrescata da Guariento. Reggia che è di proprietà dell’Accademia Galileiana di Scienze Lettere e Arti e che, come spiega il suo presidente Antonio Daniele, ha condiviso attivamente il progetto di candidatura e sviluppato la collaborazione con gli altri soggetti coinvolti. “Ci auguriamo – afferma Daniele – che ci siano nuove simpatie e solidarietà, interesse dei pubblici poteri e mecenatismo attivo tali da metterci nella condizione di rafforzare l’opera di conservazione, tutela e valorizzazione del complesso monumentale della Reggia Carrarese. L’Accademia, grazie al contributo e alla competenza dei suoi soci, non mancherà di offrire il suo apporto costante in termini di approfondimenti scientifici e ampie occasioni divulgative, tali da far progredire la consapevolezza collettiva e specialistica rispetto a un bene architettonico e pittorico che merita senz’altro la definizione di patrimonio universale dell’umanità”.

APP E BIGLIETTO UNICO PER I VISITATORI “Padova Urbs picta” è l’applicazione ufficiale per smartphone per immergersi nella città del Trecento: interazione di immagini, testi, mappe, racconti e musica, uno strumento di arricchimento e guida, con la possibilità di visualizzare e ascoltare la narrazione dei contenuti di approfondimento sui vari siti. La app è stata creata per il Comune di Padova dalla startup Meeple dell’ateneo patavino con il contributo della Regione del Veneto e di DoIT Viaggi. Con la “Padova Urbs picta Card” i visitatori avranno a disposizione un biglietto unico per tutti i luoghi del sito. Per i turisti la card potrà avere validità 48 o 72 ore – al costo rispettivamente di 28 e 35 euro – e include nel prezzo l’utilizzo dei mezzi pubblici. Per i residenti della provincia di Padova è disponibile una card della durata di 6 mesi al costo di 25 euro (l’utilizzo dei mezzi pubblici non è compreso). Questo biglietto unico può essere acquistato sia in formato fisico che digitale e viene venduto alla biglietteria dei Musei Civici, attraverso il sito web della Cappella degli Scrovegni www.cappelladegliscrovegni.it, tramite il Contact Center +39 049 2010020 e ai punti IAT della città.


Padova Urbs picta

CURIOSITÁ DEL “SITO SERIALE” UNESCO IL SITO IN CIFRE 4 componenti – Scrovegni ed Eremitani; Cittadella antoniana; Palazzo della Ragione, Reggia, Battistero e le loro piazze; San Michele. 8 luoghi – Cappella degli Scrovegni; Chiesa dei santi Filippo e Giacomo agli Eremitani; Palazzo della Ragione; Battistero della Cattedrale; Cappella della Reggia Carrarese; Basilica e Convento del Santo; Oratorio di San Giorgio; Oratorio di San Michele. 19,96 – sono gli ettari di zona dei siti. 530 – sono gli ettari di zona di protezione dei siti. 3.694 – sono i metri quadrati di pareti affrescate. 6 artisti – Giotto, Guariento, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero da Zevio, Jacopo Avanzi, Jacopo da Verona. 9 partner del progetto – Comune di Padova, Accademia Galileiana di Scienze Lettere e Arti, Basilica e Convento di Sant’Antonio – Delegazione Pontificia, Veneranda Arca del Santo, Diocesi di Padova, Università degli Studi di Padova, Soprintendenza, Ministero della Cultura, Regione del Veneto. 100 – le associazioni e i privati cittadini coinvolti nel percorso di partecipazione “Tavoli delle idee”. 95 – gli anni di storia dell’arte condensati in un unico percorso.

IL REALISMO E LA SCIENZA C’è un’immagine che stride con l’immaginario iconografico del Medioevo nella narrazione dell’Adorazione dei Magi nella Cappella degli Scrovegni. È la stella cometa che accompagna i tre saggi verso la capanna in cui è nato Gesù, rappresentata da Giotto come una palla infuocata che illumina il cielo notturno. Contravvenendo alla tradizione della stella a più punte, secondo gli storici Giotto avrebbe infatti rappresentato la stella cometa di Halley, che nel 1301 aveva solcato i cieli di Padova. L’artista avrebbe assistito a quel passaggio e deciso di rappresentare la cometa in maniera realistica, proprio così come l’aveva vista.

Giotto, "Adorazione dei Magi" Cappella degli Scrovegni

GIOTTO, LA RESA DELLE EMOZIONI

Giotto, "Le madri" Cappella degli Scrovegni

La ricerca dell’espressività dei personaggi rappresentati costituisce uno degli elementi della “rivoluzione giottesca”, proseguita dai suoi seguaci. Sono tante le figure della vita laica e della tradizione religiosa nella narrativa di Giotto che nel sito dei cicli affrescati della Padova del Trecento esprimono emozioni, sofferenze, gioie e paure attraverso espressioni dei volti, posizioni dei corpi, gestualità rappresentate. C’è un particolare venuto alla luce nella Cappella degli Scrovegni solo nel corso della campagna di restauri del 2000: nella scena che rappresenta la Strage degli Innocenti, caratterizzata da un’atmosfera di grande dolore, si vedono le lacrime delle madri disperate per l’uccisione dei loro piccoli.

LA PROSPETTIVA PRIMA DELLA PROSPETTIVA A rendere unici al mondo gli affreschi inseriti nella World Heritage List dell’UNESCO c’è l’uso della prospettiva prima della prospettiva. Nella storia dell’arte questa tecnica di rappresentazione dello spazio viene teorizzata da Leon Battista Alberti nel Quattrocento, ma si riscontra in tutta la pittura giottesca. La ricerca innovativa e all’avanguardia intuita da Giotto trova la sua massima espressione nei due affreschi ai lati dell’arco trionfale della Cappella degli Scrovegni: due finti spazi architettonici che costituiscono una novità assoluta, mai dipinta in precedenza. Sono i cosiddetti “coretti”, due stanze vuote e senza figure che consentono al maestro toscano di dimostrare la propria abilità nella resa dello spazio, con una prospettiva ancora empirica e intuitiva, che Giotto concepisce pienamente solo a Padova.

Giotto, "Coretto" Cappella degli Scrovegni

IL PRIMO BACIO DELLA STORIA DELL’ARTE Giotto, "Incontro di Gioacchino ed Anna alla Por ta Aurea" Cappella degli Scrovegni

Fra le scene della Vita di Maria e della Vita di Cristo dipinte da Giotto nella Cappella degli Scrovegni c’è un episodio che meraviglia e illanguidisce l’occhio attento: è la rappresentazione del bacio tra Anna e Gioacchino, genitori di Maria e nonni di Gesù. In un Vangelo apocrifo si racconta che Gioacchino fosse stato mandato in esilio perché incapace di generare figli. Lontano dalla sua amata sposa, vive un’esistenza di solitudine ma, grazie all’intervento divino, giunge un angelo a dargli la lieta novella: Anna aspetta un figlio e lui può essere riammesso alla vita della comunità. Giotto dipinge la scena del ricongiungimento dei sue sposi, che suggellano la ritrovata unione con un bacio di vero amore.

LA COMMITTENZA FEMMINILE Una delle caratteristiche peculiari del sito è che una buona parte delle committenze agli artisti erano fornite da cittadini e personaggi laici della comunità patavina. Spiccano i nomi di due personaggi femminili, potenti e noti all’epoca. Agli Eremitani si distingue la committenza femminile della nobildonna Traversina Cortellieri a Giusto de’ Menabuoi per la decorazione della cappella dedicata al figlio Tebaldo. Nel Battistero della Cattedrale è palese quella di Fina Buzzaccarini, che incaricò lo stesso de’ Menabuoi, che rese sentimenti ed espressività secondo una sensibilità femminile pur mantenendo sempre vivo l’intento celebrativo delle pitture. Nella “Storia della Salvezza” risalta il nuovo interesse rivolto alle donne: oltre a Fina, presente in diverse scene nel suo abito rosso, sono raffigurate le sue tre figlie e la sorella suor Anna accanto a personalità della corte dei Carraresi, come il Petrarca.

Giusto de' Menabuoi, "La rinascita di san Giovanni Battista" Battistero del Duomo


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#Regione

Partito Democratico. Entro l’anno la scelta del nuovo segretario veneto

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Lega. L’analisi del voto alle amministrative

Bisato pronto a passare Stefani guarda al 2022: il testimone: “Necessario “La Lega è una e salda, un percorso di rigenerazione” conquisteremo le grandi città”

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rchiviate le elezioni amministrative di ottobre, il Partito Democratico veneto si interroga sul futuro e si prepara al congresso che entro la fine dell’anno poterà all’elezione del nuovo segretario regionale. Luigi Alessandro Bisato, dopo quattro anni alla guida del partito, è pronto per il passaggio delle consegne dopo un mandato impegnativo e tutt’altro che facile. Partiamo dall’attualità, che messaggio viene dal voto di ottobre? “Ancora una volta emerge come il Partito Democratico tiene nelle grandi città, dove in questa tornata non si è votato, mentre nelle realtà medio piccole il risultato non è certo favorevole. Poi, dove il centrodestra si presenta unito, in Veneto non c’è partita. La Lega conferma il suo successo e occupa tutti gli spazi grazie alla convivenza fra le due anime, quella salviniana di lotta e di protesta con quella moderata e di governo di Zaia. Il Partito Democratico deve lavorare per trovare il proprio spazio, lembo per lembo, e imporsi come una valida alternativa senza lasciarsi scoraggiare”. Quanto possono essere utili le esperienze di buona amministrazione in alcune realtà locali? “I risultati positivi ci vengono riconosciuti ma bisogna dire che non sempre il buon amministratore riesce ad avere un ampio seguito. Da tempo il vento soffia da un’altra parte ma questo non ci deve scoraggiare. Dobbiamo lavorare per rappresentare pezzi della società che oggi si sentono esclusi e raggiungere anche chi guarda altrove. Dobbiamo fare delle riflessioni profonde”. Un’occasione sarà il congresso regionale?

“Certo, dovermo analizzare non solo la storia più recente ma tutto l’ultimo ventennio e in particolare il periodo in cui ha governato Zaia, riuscendo a tenere insieme tutto e il contrario di tutto. Dobbiamo partire dai nostri punti di forza, mettere a frutto il nostro successo nel cuore delle città per radicarci nelle periferie urbane e nel Veneto diffuso nei tanti poli che caratterizzano il nostro territorio. Questi ambiti urbani che rappresentano una grande città diffusa vanno messi in connessione. Dobbiamo ritornare a stare dentro il vissuto della gente, parlare ai giovani ma anche al Veneto che produce che sta guardando ad un futuro di transizione ecologica. In una regione iper cementificata come la nostra dobbiamo saper proporre un modello di sviluppo sostenibile e proiettato al futuro e alle nuove opportunità offerte proprio dalle risorse che ci arrivano dall’Europa. Per fare tutto questo il Pd deve affrontare un percorso di rigenerazione a medio lungo termine anche della propria classe dirigente. Possiamo vincere quando lo schema è largo e il Pd svolge una funzione di perno e di locomotiva intorno ad una candidatura, tenendo insieme anche pezzi della società civile che in ambito amministrativo sono disposti a sostenere le nostre proposte”. Ma non è la Lega che in questi anni è riuscita a far coesistere realtà diverse sotto la stessa bandiera? “Infatti, sarebbe la vocazione del Pd invece per paradosso lo ha fatto la Lega. Ma ormai penso che in quel partito sia imminente la frattura, come una faglia sotterranea che prima o poi sprigiona la sua energia. Arriverà il punto di rottura tra chi strizza l’occhio alle destre sovraniste e la parte più moderata che ha un approccio più pragmatico”. Intanto il gruppo consiliare del Pd ha inserito il leone marciano nel proprio logo. Che ne pensa? “E’ una scelta che approvo, perché il nostro statuto prevede che ogni ambito territoriale si determini con le sue specificità. Il leone marciano non è di una parte politica ma di tutti, anche se da solo il simbolo non basta. Dobbiamo fare una riflessione su come deve essere il Pd in Veneto, oggi chiamato a rappresentare chi decide di essere riformista, democratico e solidale, con uno sguardo all’Europa e al mondo. Il primo passo è avere una rappresentanza glocal, che sappia ragionare globalmente e agire localmente”. Nicola Stievano

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entuno nuovi sindaci, quasi un centinaio di nuovi amministratori, otto primi cittadini su otto riconfermati dalle urne il 3 e 4 ottobre scorsi. È un bilancio decisamente positivo quello tracciato dall’onorevole Alberto Stefani, coordinatore della Lega del Veneto all’indomani dell’ultima tornata elettorale. Un partito che sta già scaldando i motori in vista dei prossimi appuntamenti tra cui le elezioni amministrative che, nel 2022, vedranno al voto grandi città tra cui Padova e Verona. Il Veneto è una delle regioni in cui la Lega, alle ultime amministrative, ha registrato risultati importanti e lusinghieri a partire dai numeri. “Abbiamo vinto in tutti i Comuni – afferma con soddisfazione il coordinatore Stefani –. Siamo risultati primi in tutti i Comuni piccoli e grandi con risultati storici, toccando l’80 per cento a Cittadella, superando abbondantemente il 65 per cento a Montebelluna, conquistando Oderzo al primo turno. Storica la vittoria di Chioggia, dove per la prima volta ha vinto il candidato sindaco della Lega e con la Lega saldamente primo partito. È stato il frutto di un grande lavoro, condotto a testa bassa sul territorio con i nostri militanti, ascoltando la gente”. A quanti attaccano sottolineando le divisioni interne al partito, Stefani replica senza mezzi termini: “La Lega è una. E questi risultati elettorali sono stati raggiunti isolando alcuni polemisti, che peraltro hanno dimostrato scarso peso elettorale decidendo di correre contro il partito”. Il coordinatore interviene sulle scadenze elettorali più attese: Padova e Verona “Abbiamo avviato i primi tavoli a più voci proprio perché è nostra intenzione mettere in campo i programmi e le candidature migliori. A Padova è al lavoro il Tavolo del Centrodestra: la città ha bisogno di voltare pagina e avere, finalmente dopo anni, una visione a lungo termine. L’amministrazione Giordani si è distinta per una forte caratterizzazione ideologica, pochi i progetti realizzati, tanti, invece, quelli fermi a riprova dell’immobilismo e di una visione pressoché assente riguardo al futuro della città. La Lega vuole per Padova la miglior squadra possibile, fatta di professionisti, persone capaci di mettere a disposizione competenze e specializzazioni, anche differenti, di altissimo livello. La città merita amministratori in grado di governare bene e, prima ancora, di pensare in grande, di

avere una prospettiva di grande e alto respiro almeno per i prossimi trent’anni, ciò che finora è mancato. Francesco Peghin è una figura civica di indiscusso spessore, un ottimo candidato ma, a oggi, non ha ancora sciolto la riserva”. Tra i temi sul tappeto la Lega ne ha già individuati alcuni da tempo all’ordine del giorno. “Accanto alle battaglie “storiche” della Lega su sicurezza, lotta al degrado e allo spaccio, ce ne saranno molte altre sulle quali sono gli stessi cittadini a sollecitarci, a fermarci per strada chiedendo soluzioni e non promesse. Ripartiremo dai quartieri, ascolteremo la voce di chi vive in zone troppo a lungo considerate, e trattate, come periferie. I quartieri rappresentano, invece, il cuore pulsante della città, sono tra le aree più densamente popolate dove riscontriamo ogni giorno la maggiore necessità di ascolto”. Stefani interviene, poi, sulla partita Verona, in vista del test elettorale per il quale si rincorrono i nomi dell’attuale sindaco Federico Sboarina e dell’ex Flavio Tosi, ma in corsa ci sarebbero anche altri nomi. “Nella città scaligera la competizione elettorale è come un rigore da calciare a porta vuota – afferma il coordinatore regionale –: siamo al lavoro per un centrodestra unito e, ancor più, per un centrodestra vincente già al primo turno. Forti di questa convinzione, stiamo operando per coagulare, intorno a figure di spicco, questa larga coesione e convergenza”. La forza della Lega? “La concretezza, i fatti più delle parole, l’ascolto, lo stare tra la gente più che nei palazzi”. Nicoletta Masetto


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Regione

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Economia. Da un primo bilancio del 2021 alle dinamiche dei prezzi: parla il direttore Emanuele Mazzaro

Ripartenza al Mercato Ittico di Chioggia “Il nostro pescato apprezzato per qualità” I

l Mercato Ittico all’ingrosso di Chioggia non ha bisogno di grandi presentazioni. Già molto conosciuto in tutto il Veneto, è infatti in questo luogo che transita una buona parte del pesce che finisce nelle tavole dei consumatori del nord Italia. La città, forte di una marineria tra le più consistenti e attrezzate dell’Alto Adriatico, è intimamente legata a questa eccellenza che, oltre ad essere un vanto per i cittadini, “fa da traino” per l’economia locale. Abbiamo intervistato il suo direttore, l’avvocato Emanuele Mazzaro. Anche se siamo un po’ in anticipo, è possibile fare un sommario bilancio di come è perseverare nella promozione della pesca di andato l’anno 2021 per il Mercato Ittico? Chioggia e più in generale in Veneto”. “Il 2021 è stato sicuramente un anno difficile Ci può spiegare quali sono le dinamiche per tutto il settore ittico e per la pesca in gene- che legano il prezzo del pesce all’ingrosso con rale. La progressiva uscita dalla pandemia sta quello del mercato al minuto? facendo registrare dati positivi sul consumo “I meccanismi di definizione del prezzo del e la vendita di pesce su scala europea, ma i prodotto ittico sono legati ad alcune variabiproblemi da risolvere sono ancora numerosi e li che dipendono solo marginalmente dalla complessi. In generale, però, il clima è positivo catena di produzione. Ci spaventa molto in e la marineria di Chioggia – dopo il tradizionale questo momento lo scenario di aumenti genefermo pesca biologico – è ritornata in piena ralizzati e spropositati del costo dell’energia. I attività, offrendo un prodotto eccezionale che pescherecci utilizzano ancora il gasolio e solo in molti, anche all’estero, ci inper un’uscita di pesca (che vidiano”. non sempre va a buon fine) un “Riforniamo mercati Esiste qualche progetto o armatore può spendere anche ittici come quello aspetto specifico sul quale c’è 1500/2000 euro. Poi c’è la quel’intenzione di puntare per all’ingrosso di Milano, stione relativa alla domanda migliorare ulteriormente l’ofche pur essendo in crescita, è ma anche in Spagna, ferta? sempre soggetta alla mutazioGermania ed Europa “Abbiamo in cantiere un venne di mode, abitudini alimendell’Est. Ai nostri taglio di progetti ambiziosi retari e quantità di prodotto sul lativi al nostro brand che si sta mercato. I pescatori non sono pescatori sta a cuore affermando non solo su scala come gli agricoltori che semila salute del mare” nazionale. Il pescato dell’alto nano un campo a fagioli e racAdriatico viene percepito dal colgono fagioli, nella rete un consumatore e da tutta la filiera ho.re.ca. come giorno puoi trovare sgombri, un altro sardine, un prodotto di primissima qualità e la nostra un altro chissà”. persistente attività di comunicazione digitale Dove arriva prevalentemente il pescato noe mediatica sta svolgendo la funzione di cata- strano? lizzatore d’interessi anche della Gdo grande “Il nostro pescato fa anche dei viaggi moldistribuzione. Sulla scia delle nostre campa- to lunghi. Noi riforniamo anche altri mercati gne di comunicazione sono nate iniziative di ittici come quello all’ingrosso di Milano, che promozione del nostro pescato nei reparti del pur essendo dimensionalmente più grande del fresco o freschissimo di più catene di ipermer- nostro, tratta anche fiori, carni, verdure e non cati. Da questo punto di vista è fondamentale ha ovviamente una flotta di pescherecci. Quo-

Maestro artigiano e botteghe scuola

Emanuele Mazzaro

tidianamente arrivano tir da Spagna e spesso anche da Germania ed Est Europa a fare il pieno di pesce azzurro sulle nostre banchine”. Il settore tutto è sicuramente in fermento. Cosa non piace ai pescatori locali delle norme europee di settore? “Il mondo della pesca nella sua globalità sta subendo un attacco manifesto e non solo dal punto di vista delle norme restrittive messe in campo dalle istituzioni comunitarie, ma, da un punto di vista quasi esclusivamente ideologico. Sta crescendo una sorta di moda da parte di alcuni creatori di contenuti a livello mondiale (a partire dall’uscita di Seaspiracy il discusso docufilm di Netflix) di mettere alla berlina e criminalizzare un intero comparto economico che poi è anche strategico dal punto di vista sociale, storico e simbolico. La riduzione dello sforzo della pesca nei nostri mari così com’è stato prospettato a stretto giro comporterebbe una vera catastrofe sociale con migliaia di posti di lavoro persi e una catena di effetti negativi a cascata nei nostri territori. Solo il distretto ittico di Rovigo e Chioggia fattura quasi 1 miliardo di euro per capirci… Quando si parla di pesca sostenibile deve essere tenuta in debito conto tutte le variabili, non solo quelle che fanno comodo per partito preso. I nostri pescatori poi assolvono ogni giorno un ruolo fondamentale per gli ecosistemi marini: per noi sono i veri e propri Custodi dell’Adriatico. Se ci sono persone a cui sta a cuore sinceramente la salute del mare sono di certo i pescatori”. Luca Rapacciuolo

Da un lato le azioni di promozione della figura del “Maestro artigiano”, dall’altra l’istituzione delle “Botteghe scuola” rivolte sia ad artigiani che aspirano al titolo di Maestro artigiano, sia agli aspiranti artigiani che potranno beneficiare di un’esperienza di tirocinio finalizzata a favorire il loro inserimento nel settore. Prende il via così il progetto a valenza regionale che punta a definire, come prima sperimentazione, le modalità di svolgimento di percorsi formativi, finalizzati all’acquisizione dei requisiti minimi per l’attribuzione del titolo di Maestro artigiano e a realizzare esperienze di tirocinio presso le Botteghe scuola. “L’artigianato è uno dei settori che dimostrano maggiore necessità di figure professionali qualificate – commenta l’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan -. I maestri artigiani saranno formati per diventare perni dell’evoluzione di un settore essenziale per l’economia regionale, anche in chiave turistica e di valorizzazione delle tipicità”. “Questa iniziativa rientra tra quelle previste dalla Legge regionale sull’artigianato – aggiunge Roberto Marcato, assessore allo sviluppo economico -. Solo attraverso la valorizzazione delle professioni che rappresentano le radici del nostro modello economico veneto possiamo offrire al sistema dell’artigianato regionale la via per rinnovarsi ed evolvere in un mercato sempre più orientato alla qualità dei prodotti e dei servizi”.


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. Regione

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Il dibattito. Proposta di legge del gruppo consiliare regionale di Forza Italia

“Un garante per i diritti delle persone anziane” Venturini: “Un veneto su quattro ha più di 65 anni, dobbiamo affrontare la questione” Zuin: “Necessaria una figura che si interessi e possa coordinare le azioni per la terza età”

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on una proposta di legge già depositata in consiglio, il gruppo Regionale di Forza Italia ha posto all’attenzione del dibattito il tema della presenza delle persone anziane all’interno della società e del Veneto in particolare, proponendo l’istituzione di una figura che ne tuteli i diritti. “Attualmente in Veneto circa il 25% della popolazione ha più di 65 anni vale a dire oltre un milione di persone – spiega la capogruppo Elisa Venturini – Oggi l’aspettativa di vita è di 81 anni per gli uomini e 85 per le donne: la percentuale di over 80 è pari al 7% della popolazione. Le proiezioni al 2.050 vedono un aumento di questi dati: l’aspettativa di vita passerà per le donne a 90 anni e per gli uomini a 85, la proiezione è di avere il 14% dei veneti con almeno 80 anni. A questo punto è indispensabile affrontare la questione perché c’è un grande lavoro da fare sotto il profilo sociale, sanitario ed economico, anche contando che le esigenze degli anziani del 2.021 sono diverse da quelle degli anziani del 1.980 e di conseguenza anche gli strumenti per soddisfare le esigenze delle persone devono essere diverse. Il suo compito sarà quello di vigilare sull’attuazione delle politiche regionali dirette agli anziani e di intervenire in caso di eventuali abusi”. Forza Italia, anche accogliendo le indicazioni dell’organizzazione Mondiale della Sanità che ha raccomandato di mettere al centro dell’azione politica la figura dell’anziano con un ruolo attivo, ha quindi deciso di proporre l’istituzione del garante. “Le persone anziane sono le colonne della nostra società – ha aggiunto il coordinatore regionale Michele Zuin - sono quelle che hanno costruito il mondo di oggi, che hanno fondato la nostra società e le nostre città. Tra loro ci sono persone che possono ancora essere molto utili, con la loro esperienza e con le loro competenze, e altre che invece sono in difficoltà ed hanno bisogno di aiuto.

Elisa Venturini

In entrambi i casi, una figura che si interessi di questo mondo e sappia coordinare le attività rivolte alla popolazione anziana è assolutamente decisivo e direi anche lungimirante per programmare il futuro nel miglior modo possibile”.

“Subito risorse a favore di chi si prende cura di persone con disabilità” “La Regione Veneto prenda esempio dalla Lombardia e stanzi risorse proprie a favore di interventi di supporto per i caregiver familiari che si mettono a disposizione di persone con disabilità grave o gravissima”. Il portavoce dell’Opposizione in Consiglio regionale, Arturo Lorenzoni, e i consiglieri regionali Erika Baldin, Anna Maria Bigon, Cristina Guarda e Elena Ostanel hanno depositato una mozione denominata “La Giunta regionale si attivi a sostegno dei caregiver familiari”. Ancora a marzo scorso, spiegano, la stessa Lombardia ha messo a bilancio oltre 10 milioni di euro a favore di questo particolare capitolo, così delicato soprattutto durante la pandemia. Tali risorse verranno erogate “una tantum” ai caregiver familiari, prioritariamente di persone con gravissima disabilità (70%) e disabilità grave (30%). “Si tratta di una buona pratica da imitare

– spiegano i consiglieri – In tutto il Veneto sono interessati più di 100mila cittadini: ogni giorno, nel silenzio e nel nascondimento, si prendono cura dei loro famigliari arrivando a sollevare, almeno in parte, il Servizio Sanitario Nazionale da molte incombenze pratiche”. Motivo per cui, puntualizzano, “serve subito un segnale forte a loro sostegno da parte dell’amministrazione regionale. Non le tradizionali pacche sulle spalle, ma fondi concreti che aiutino queste persone nello svolgimento delle diverse mansioni”.


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OTTOBRE 2021

on-line:

Diagnosi precoce, il primo gesto per difendersi dal tumore al seno

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Salute Ottobre rosa

Le strategie migliori contro il tumore al seno

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ul tumore al seno non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Solo nel 2021 si stimano oltre 55.000 nuove diagnosi, un numero impressionante che l’emergenza Covid non ha fatto che aggravare: troppi gli screening saltati, le terapie, gli interventi e i controlli rimandati. Per questo, come Lilt, oggi più che mai siamo attivi sul territorio attraverso le nostre associazioni provinciali per supportare concretamente le donne, garantendo informazione, servizi ambulatoriali, assistenza tanto a chi sta lottando contro la malattia, quanto a chi mette in pratica i principi della prevenzione e della diagnosi precoce: la prima arma per difendere la nostra salute”. Sono le parole con cui Francesco Schiuttulli, presidente Lilt Nazionale, ha presentato la campagna Nastro Rosa Lilt for Women” a fine settembre, in occasione dell’avvio dell’edizione 2021 di Ottobre rosa. Prosegue alla pag. seguente

Medici fisiatri e strutture riabilitative, verso una rete Ospedale-Territorio a pag 38

L’importanza della vaccinazione anti Covid in gravidanza a pag 39

Ambienti chiusi, con mascherine e ricambio d’aria il rischio di trasmissione è basso a pag 40


Salute

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Medici fisiatri e strutture riabilitative, verso una rete Ospedale-Territorio

Riabilitazione, la pressione del Long Covid porta a ridisegnare le risposte del pubblico e del privato

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azienti diversi, da affrontare ciascuno con modalità pertinenti, mettendo a sistema tutte le competenze a disposizione e tutte i servizi che possono favorire la riabilitazione. E questo va fatto in un momento storico in cui la carenza di medici e di personale specializzato pesa fortemente anche nell’ambito della riabilitazione. “L’obiettivo è la migliore organizzazione del Dipartimento di Riabilitazione Ospedale-Territorio. Significa che siamo impegnati a costruire la più piena efficienza della rete che mette insieme i medici, infermieri, fisioterapisti, logopedisti, terapisti occupazionali, ma anche gli Ospedali pubblici e quelli privati accreditati, e gli ambulatori sul territorio, e le strutture ambulatoriali private accreditate. Portiamo nel territorio dell’Ulss 3 Serenissima i principi ispiratori del Piano Nazionale di Indirizzo della Riabilitazione che nella regione Veneto sta dando vita ad un potente sistema di percorsi di diagnosi, di cura e, appunto, di riabilitazione”. L’organizzazione in una rete di tutte le risorse a disposizione è il compito che il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima Edgardo Contato ha affidato a Stefano Bargellesi, “Specialista fisiatra di grande esperienza – lo presenta Massimo Zuin, direttore generale dei Servizi sociosanitari – E’ stato direttore della Medicina Fisica e Riabilitativa all’Ospedale di Treviso, e prima ancora a Motta di Livenza”. Anche il Covid-19, con le conseguenze che i pazienti gravi portano con loro a lungo dopo il ricovero nei reparti per acuti, impegna a fondo i medici fisiatri e le strutture riabilitative. “E’ diventata molto impegnativa, per chi opera nell’ambito della riabilitazione - sottolinea lo stesso Bargellesi - la gestione dei pazienti che colpiti dal virus. Quelli che sono stati malati in forme gravi, in particolare, portano con loro tutta una serie di menomazioni, che sono sì respiratorie, ma anche cardiologiche, neuro-

L’Ulss 3 Serenissima affida allo specialista Stefano Bargellesi la riorganizzazione nel Veneziano

Anche il Covid 19, con le conseguenze che i pazienti gravi portano con loro a lungo dopo il ricovero nei reparti per acuti, ha impegnato ulteriormente medici e strutture motorie, neurocognitive. Il paziente che ha subìto in forma grave la malattia del momento diventa un nuovo soggetto a cui occorre dedicarsi. Nell’Ulss 3 Serenissima lo stiamo facendo attraverso gli ambulatori Long Covid, realtà che operano con successo sia nell’Ospedale di Dolo che nell’Ospedale HUB dell’Angelo. Questi ambulatori, che continuano a seguire pazienti dimessi da mesi ma che portano ancora appunto le conseguenze della malattia acuta, pongono la nostra Ulss in prima linea nella gestione di questo ambito particolare della riabilitazione, e sono un esempio della più corretta interazione tra Ospedali e territorio”. Nominato Direttore della Fisiatria per tutto il territorio del Veneziano e del Miranese, al centro dell’attenzione del Primario Bargellesi ci sono i pazienti che vivono una condizione di disabilità spesso temporanea, ol-

tre ai pazienti post-Covid, anche la persona che ha avuto un ictus e che ha superato la fase acuta, chi porta le conseguenze di un grave trauma midollare, o di una patologia cardiaca, o di un importante intervento ortopedico, per fare alcuni esempi. “Sono affidati a noi persone che hanno prospettive di miglioramento della loro menomazione, ma anche quelle che vivono una situazione di disabilità inemendabile, destinata quindi a non essere mai superata, sulle quali il nostro lavoro tende a ridurre per quanto possibile le conseguenze di questa disabilità. Ancora, vengono affidati a noi sia i pazienti che sono degenti nei reparti per acuti delle varie strutture ospedaliere, sia quelli che sul territorio, usufruiscono di cure riabilitative negli ambulatori, nei centri servizi per anziani e per disabili, nei centri extraospedalieri di riabilitazione intensiva e anche al loro domicilio”.

Ottobre rosa

Le strategie migliori contro il tumore al seno

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il primo gesto per difendersi, fin da giovani, dal tumore al seno è la diagnosi precoce. E quindi, quando si tratta di prevenire il cancro al seno, conoscere il proprio corpo, i segnali che manda (e anche quelli che non manda) è fondamentale per la diagnosi precoce. È bene cominciare sin da giovani: c’è una prevenzione giusta per ogni età. La prevenzione dà un vantaggio fondamentale sul cancro: lo anticipa sul tempo. Perché questo accada bisogna essere previdenti, consapevoli, attente e, soprattutto, serene. Anche osservare poche buone abitudini di vita può essere utile per proteggersi: mangiare in maniera equilibrata, evitare il fumo e l’alcol, fare attività fisica, sottoporsi agli esami per la diagnosi precoce, eseguire frequentemente l’autovalutazione del seno. Con la pandemia, la prevenzione oncologica è stata messa in secondo piano: è importante che ritrovi il suo ruolo da protagonista. L’impegno per rendere guaribile il cancro al seno, attualmente intorno all’80% a cinque anni dal trattamento, deve proseguire con ancora maggiore energia. Sono diversi i fattori che incidono sullo sviluppo del cancro al seno: alcuni si possiamo tenere sotto controllo, altri non dipendono da noi. E comunque la prevenzione è un grande alleato, in ogni caso. PREVENZIONE PRIMARIA Con la prevenzione primaria possiamo individuare e, quando possibile, rimuovere le cause che possono contribuire allo sviluppo di un tumore, quelli che vengono di solito chiamati “fattori di rischio”. I principali fattori di rischio non modificabili sono l’età, la storia riproduttiva della donna, la familiarità per tumore al seno e/o ovaio, neoplasie e trattamenti pregressi, mutazioni di specifici geni. La buona notizia è che ci sono altri fattori di rischio che sono modificabili: se vengono rimossi dalla nostra vita, possono nettamente ridurre il rischio di sviluppare il tumore al seno. La terapia ormonale sostitutiva, ad esempio, rientra fra questi fattori di rischio modificabili per le donne in menopausa. Anche l’obesità può contribuire ad aumentare il rischio di sviluppare il cancro al seno, per questo è fondamentale fare attenzione anche al proprio stile di vita: una scorretta alimentazione, sedentarietà, fumo, alcol possono avere un impatto negativo sulla prevenzione del cancro ma anche sulla nostra salute in generale. Per una prevenzione quotidiana è quindi importante seguire uno stile di vita sano. PREVENZIONE SECONDARIA I fattori di rischio che non possiamo tenere sotto controllo richiedono una efficace strategia di azione, tutta basata sulla prevenzione secondaria. La prevenzione secondaria ha l’obiettivo di ottenere la diagnosi il più precocemente possibile. La scoperta del tumore (in genere con la mammografia e l’ecografia) nella sua fase iniziale permette terapie chirurgiche meno aggressive, con maggiori possibilità di guarigione. Oggi costituisce l’arma vincente nella lotta al cancro della mammella, che può essere curato nella maggior parte dei casi diagnosticati precocemente. È importante scoprire il tumore al suo inizio. La probabilità di guarigione per tumori che misurano meno di un centimetro è di oltre il 90%. Gli interventi sono sempre conservativi e non procurano seri danni estetici alla donna. LE BUONE REGOLE PER LA DIAGNOSI PRECOCE La prima buona regola di prevenzione è sicuramente la visita annuale ginecologica. Ogni donna dovrebbe inserire nella propria agenda questo appuntamento non rimandabile. È proprio la visita con lo specialista che, a partire dal proprio caso individuale, permette di avere certezze rispetto agli esami e ai controlli da effettuare periodicamente per la diagnosi precoce. Inoltre, ogni donna dovrebbe mettersi un appunto sul calendario per dedicarsi, almeno una volta al mese, all’autovalutazione del seno. Ottobre è il mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno. Lilt for Women – Nastro Rosa è l’iniziativa che invita tutte le donne a rivolgersi al numero verde Sos Lilt 800998877 per ricevere informazioni e prenotare una visita senologica gratuita presso il più vicino ambulatorio Lilt aderente. (Dal sito della pagina Facebook nazionale Lilt)


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Il dottor Enrico Busato, primario di Ginecologia ed Ostetricia dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso, risponde alle domande più frequenti

L’importanza della vaccinazione anti Covid in gravidanza Un video realizzato dall’Ulss 2 Marca Trevigiana, nel contesto di una campagna di informazione e sensibilizzazione più ampia, per rassicurare le mamme in attesa o che stanno allattando

“Punto rosa” all’Ulss 2, per informare le donne in gravidanza sulla vaccinazione contro il Covid

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o visto gli effetti del Covid 19 su neomamme e neonati e, per questo, consiglio vivamente la vaccinazione”. Sono le parole del dottor Enrico Busato, primario di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, a conclusione di un video di sensibilizzazione sull’efficacia e la sicurezza della vaccinazione anti Covid anche in periodo di gravidanza e durante l’allattamento. Molte donne temono possibili effetti avversi, non tanto su se stesse, quanto piuttosto sui loro neonati. Molte sono le domande che si pongono e a cui cercano risposta per essere rassicurate. “Vaccinarsi contro il Covid è sicuro sia per le future mamme che per il bambino che portano in grembo”, ripete più volte lo specialista in questo appello #vacciniamoci rivolto nel mese di ottobre in particolar modo alle mamme in dolce attesa, per la protezione di loro stesse e dei propri bambini. Perché questo pressante appello in questo momento? “Abbiamo avuto – risponde il dottor Busato – un numero di gravide positive in questo ultimo mese che rappresenta un terzo di tutte le donne che, invece, abbiamo avuto nella precedente ondata. Ciò è dovuto al fatto che la nuova variante Delta ha un tasso di diffusione più altro rispetto alla variante precedente e anche gli effetti, colpendo donne più giovani, sono più gravi. In questo periodo, abbiamo avuto ricoveri di mamme in gravidanza in Neurologia, Malattie infettive ma anche in Rianimazione”. Il dottor Busato nel video diffuso dall’Ulss 2 risponde alle domande più ricorrenti. La prima di queste senz’altro è relativa al periodo della gravidanza in cui è consigliato vaccinarsi. “La vaccinazione – specifica il primario – può essere effettuata in qualsiasi periodo della gravidanza. In alcune circostanze, magari, è preferibile evitare il primo trimestre ma questa è una scelta che si fa col medico al momento della vaccinazione, che può essere rimandata al secondo trimestre per evitare alcune possibili complicanze in donne a rischio per determinate patologie”. Possono fare la vaccinazione anche le neomamme che stanno allattando? “Anche durante l’allattamento – è la risposta del dottor Busato – la vaccinazione è consigliata, anzi

è importante perché, oltre a proteggere la mamma, sappiamo che vi è un passaggio nel latte materno che garantisce quindi una protezione, anche se minima, al neonato. E’ logico che la vaccinazione durante la gravidanza ha i suoi risultati migliori, perché al bambino passeranno poi gli anticorpi che lo proteggono durante tutto il periodo in cui può venire eventualmente in contatto con una persona affetta da Covid 19. Sappiamo comunque che non è necessario interrompere l’allattamento in caso di vaccinazione della mamma. La mamma che fa la vaccinazione può continuare tranquillamente ad allattare”. C’è una correlazione tra vaccino anti Covid e sterilità? “Su questo siamo molto tranquilli e sicuri: non è vero che il vaccino determina una riduzione della fertilità. Tutti i dati a nostra disposizione ci dicono che non c’è stata nessuna riduzione della fertilità nelle donne che hanno effettuato il vaccino. Anzi, sappiamo che molte mamme lo hanno fatto nel periodo preconcezionale ed hanno avuto una tranquilla gravidanza”.

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Sotto il dottor Enrico Busato

ettere a disposizione delle donne in gravidanza Punti informativi sulla vaccinazione contro il Covid in ogni Distretto: questo l’obiettivo dell’iniziativa dell’Ulss 2 e che ha esordito a fine settembre, con l’attivazione del “Punto rosa” al Centro vaccinale di Villorba. “Il Punto rosa ospiterà un ginecologo che farà consulenza, e anamnesi, alle future mamme spiegando l’importanza della vaccinazione contro il Covid, per la protezione di sé stesse e del nascituro – spiega il primario del reparto di Ostetricia-Ginecologia del Ca’ Foncello, Enrico Busato -. Saremo a disposizione per rispondere a tutti i possibili dubbi che nel caso delle donne in gravidanze riguardano, nella maggior parte dei casi, il bimbo che portano in grembo. A tutte loro posso assicurare che la vaccinazione è estremamente importante e sicura: il recente ricovero di tre donne incinte all’ospedale di Treviso, una delle quali purtroppo in Terapia intensiva, ha confermato come gli effetti del Covid possano essere molto gravi, sia per le future mamme che per i bimbi per cui il mio invito non può che essere alla vaccinazione”. Il “Punto rosa” all’ex Maber sarà attivo ogni mercoledì dalle 15.00 alle 19.00. “Oltre al box dedicato nel Vax Point di Villorba attiveremo, negli altri due Distretti, canali informativi dedicati con i reparti di Ostetricia dell’ospedale di Montebelluna per l’ex Ulss 8 e con il nosocomio di Conegliano per l’ex Ulss 7 – spiega il direttore generale, Francesco Benazzi -. A Montebelluna le donne in gravidanza potranno inviare una mail con tutti gli eventuali quesiti a ostetriche. montebelluna@aulss2.veneto.it o telefonare il mercoledì dalle 15.00 alle 17.00 al n. 0423.611660. A Conegliano, invece, il Punto informativo per le gestanti sarà attivo tutti i giorni dalle 15.00 alle 17.00, contattando lo 0438.663128”.


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La ricerca. A fine 2020, durante la massima diffusione della seconda ondata di pandemia in Italia

Ambienti chiusi, con mascherine e ricambio d’aria il rischio di trasmissione è molto basso E’ stata analizzata la concentrazione delle particelle virali nell’aria in diversi ambienti di comunità operativi anche durante le restrizioni

Funghi, i consigli utili per chi li raccoglie nei boschi

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onsumare solo funghi controllati da un vero micologo (e diffidare dagli esperti improvvisati); consumarli in quantità moderate, solo in perfetto stato di conservazione e ben cotti; non somministrarli ai bambini né alle donne gravide; sbollentarli prima del congelamento e consumarli entro 6 mesi; non consumare funghi raccolti lungo le strade o vicino a centri industriali; non regalare i funghi raccolti se non controllati; nei funghi sott’olio si può sviluppare la tossina del botulino. Sono le buone regole che il Ministero della Salute ha messo a punto per gli appassionati della raccolta di funghi, nella stagione che ha preso il via, quest’anno anche in anticipo a causa delle abbondanti piogge, e che proseguirà fino ad autunno inoltrato. Le raccomandazioni sono varie, per evitare i pericoli legati ai rischi di intossicazioni o avvelenamenti, ma il più importante è quello di far analizzare i funghi raccolti da un ispettore micologo dell’Asl della zona, un servizio peraltro che viene fornito gratuitamente. Il pericolo di prendere per buone delle varietà che, al contrario, possono causare avvelenamento o intossicazioni alimentari non è così raro, soprattutto per coloro che sono occasionali raccoglitori di funghi. Per avere la certezza della commestibilità di quanto si è raccolto, dunque, è necessario rivolgersi a dei professionisti dell’ispettorato micologico che esegue quotidianamente perizie e controlli. Pertanto è assolutamente necessario evitare di mangiare funghi di cui non si conosce la provenienza. L’errore più frequente è quello di confondere specie di funghi commestibili con i loro “sosia” velenosi. Altro errore in cui si incappa frequentemente è quello di consumare funghi commestibili ma in stato di avanzata maturazione, marcescenti o infestati da parassiti o muffe. C’è poi la tendenza a dare retta alle credenze popolari, che a volte sono solo false leggende. Ad esempio è falso credere che i funghi che crescono sui ceppi e cui tronchi di alberi vivi siano tutti buoni, così come è altrettanto falso pensare che i funghi dei nostri prati non siano mai velenosi. E’ bene dunque evitare di affidarsi a queste prassi e far controllare i funghi raccolti. Come fare? Intanto conservando i funghi in adeguati contenitori, quindi procedendo ai controlli al più presto possibile. I funghi vanno portati completi, così come sono stati raccolti, senza prima aver provveduto alla toelettatura e all’esportazione di parti che possono essere utili all’identificazione e va portata tutta la quantità raccolta per evitare errori di identificazione di specie simili. In caso di sospetto avvelenamento, tuttavia, o di disturbi che insorgono dopo aver consumato dei funghi è bene recarsi immediatamente al più vicino Pronto soccorso, evitando terapie o manovre autonome. E’ bene, se possibile, portare con sé residui dei funghi utilizzati. Questa la sintesi delle buone abitudini da osservare del Dipartimento di prevenzione dell’Ulss 6 Euganea.

on mascherina, distanziamento e ricambio d’aria, nei luoghi pubblici al chiuso il rischio di trasmissione in aria del Covid è risultato inferiore al minimo rilevabile. Lo evidenzia uno studio condotto per la prima volta in Italia, dagli Istituti di Scienze dell’atmosfera e del clima e di Scienze polari del Cnr, Università Ca’ Foscari Venezia e Istituto Zooprofilattico sperimentale della Puglia e della Basilicata, pubblicato su Environmental Science and Pollution Research. LE MISURE ADOTTATE La rapida diffusione del Covid-19 nell’autunno 2020 durante la seconda ondata della pandemia ha portato all’introduzione di specifiche misure restrittive a carattere regionale basate sulla classificazione del rischio con una scala di colori. Per una definizione più precisa possibile del rischio, è estremamente importante rispondere agli interrogativi sul ruolo della trasmissione in aria (detta airborne) in specifici ambienti di comunità al chiuso, come supermercati, ristoranti, mezzi pubblici. “Il ruolo della trasmissione airborne dipende da diverse variabili tra cui la concentrazione delle particelle virali, che è stata studiata principalmente in ambienti ospedalieri o destinati alla cura dei pazienti Covid-19”, spiega Daniele Contini dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) di Lecce. “Tuttavia, i dati riguardanti gli ambienti di comunità pubblici al chiuso sono ancora scarsi; per questo, e per la complessità dell’argomento, abbiamo condotto uno studio specifico in diverse città italiane”. LA RICERCA La ricerca, che si è svolta tra novembre e dicembre del 2020, durante la massima diffusione della seconda ondata di pandemia in Italia, ha analizzato la concentrazione delle particelle virali nell’aria in diversi ambienti di comunità operativi anche durante le restrizioni: la stazione ferroviaria di Mestre e due supermercati nell’area metropolitana di Venezia; la mensa Cnr dell’area della ricerca di Bologna; un centro commerciale, una farmacia, ed un salone di parrucchiere a Lecce. I dati raccolti hanno quindi interessato aree del Paese con diffusione del virus e condizioni atmosferiche significativamente diverse. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Environmental Science and Pollution Research, a firma, oltre che del Cnr-Isac, dell’Istituto di scienze polari del Cnr, dell’Università Ca’ Foscari Venezia e dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Puglia e della Basilicata (Izspb). “La presenza del virus nei campioni di aerosol è stata verificata raccogliendo particolato atmosferico, PM10

e polveri totali sospese, e determinando la presenza del materiale genetico (RNA) del Sars-CoV-2 con tecniche avanzate di laboratorio” prosegue Contini. “Tutti i campioni raccolti sono risultati negativi e non sono state osservate differenze relative a orari di apertura, presenza di persone e chiusura degli ambienti. Questo significa che il virus è assente o in concentrazione inferiore alla rilevabilità e conferma come, con le limitazioni osservate (distanziamento fisico, contingentamento degli ingressi ed uso delle mascherine), la probabilità di contagio airborne appare molto bassa”. “I risultati delle misure sono compatibili con i risultati delle simulazioni svolte tenendo conto della situazione epidemiologica nelle diverse aree di studio e che ha evidenziato il ruolo importante della ventilazione negli ambienti indoor e dell’utilizzo delle mascherine nel ridurre i rischi di trasmissione in aria del virus”, precisa Franco Belosi, Cnr-Isac. “Ciò rafforza l’importanza di osservare negli ambienti chiusi le norme su mascherine, distanziamento e controlli, incrementando quanto possibile, la ventilazione”. “Un rischio maggiore potrebbe infatti verificarsi in ambienti indoor ventilati più scarsamente, dove le goccioline respiratorie possono rimanere in sospensione per tempi più lunghi e depositarsi sulle superfici, incrementando la possibilità di contaminazione per contatto indiretto (mediato dalle superfici) rispetto al contatto diretto tra gli individui”, conferma Andrea Gambaro docente Università Ca’ Foscari Venezia. “Lo studio suggerisce anche l’importanza di sviluppare un protocollo standard per la valutazione della presenza del Sars-CoV-2 in aria, per migliorare i limiti di rilevabilità e omogeneizzare i risultati di studi diversi” conclude Giovanna La Salandra, della Struttura ricerca e sviluppo scientifico dell’Izspb.


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on-line: OTTOBRE 2021

Pet

Passeggiare in autunno con il cane anche quando piove e fa freddo Non tutti i nostri amici a quattro zampe reagiscono allo stesso modo di fronte alla pioggia o al terreno bagnato, qualche consiglio per un’uscita senza pensieri e un rientro sereno

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a passeggiata giornaliera è un momento di svago per l’animale e di relax per il suo padrone. L’autunno è arrivato, l’aria si rinfresca e le piogge sono più frequenti! Ma con condizioni meteorologiche avverse, camminare all’aria aperta diventa più una costrizione che un piacere. Non tutti i cani reagiscono in maniera uguale alla pioggia. Ci sono quelli che amano rotolarsi in una pozzanghera e bagnarsi sotto la pioggia e quelli che al contrario, quando si varca la soglia di casa percepiamo un’espressione di disappunto. Le motivazioni possono essere diverse: dal fastidio del pelo bagnato, alla paura dei temporali o dall’età del nostro amico a quattro zampe. In questo ultimo caso è opportuno uscire quando la pioggia diventa più leggera e portare il cane nel suo parco preferito o nel suo percorso quotidiano, trasformando così questa situazione di stress in un momento piacevole e familiare. I cani sono ben attrezzati per affrontare il freddo, la pioggia, la neve. La miglior difesa contro il freddo non sta solo nel pelo, ma anche in un’a-

limentazione adeguata. Per i cani a pelo raso o cani anziani che possono avere freddo, o subire gli sbalzi di temperatura, l’ideale è coprirli con un impermeabile. Esistono in commercio diversi indumenti per cani waterproof e resistenti al vento. La cosa importante è lasciare la libertà di movimento, che sia traspirante, che tenga caldo e, infine, che sia adatto e comodo per le caratteristiche del cane. Anche scegliere il posto giusto dove trascorrere il proprio tempo all’area aperta, può aiutarci anche nelle giornate di pioggia autunnali. Evitare ovviamente i campi e i prati con la fanghiglia altrimenti ripulire il cane diventerà un’impresa. L’ideale sarebbe trovare un luogo alberato così che i rami e le foglie possano filtrare il cadere della pioggia e riparare un po’ il tragitto. Dopo una passeggiata sotto la pioggia è importante asciugare il nostro cane, con particolare attenzione alla coda, alla pancia e controllando bene che i cuscinetti siano asciutti per evitare l’eventuale formazione di funghi. Meglio asciugare il pelo del cane con

un asciugamano e poi eventualmente, in caso di necessità, ricorrere al phon, ma è sconsigliato usarlo troppo spesso per evitare di seccare il pelo del cane. Durante la stagione autunnale si tende a ridurre la permanenza all’aria aperta, così come la durata delle uscite con il proprio cane solitamente si riduce. Seppur questo cambiamento delle ruotine quotidiane possa essere giustificabile, non dobbiamo dimenticare che i nostri animali continuano ad avere bisogno di una quota di atten-

zioni; è importante quindi dedicar loro parte del nostro tempo, regalare dei momenti di gioco, in modo che lo svago fuori casa durante la stagione calda, possa viverlo anche all’interno con la stagione autunnale.


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Il vademecum. I primi freddi possono provocare degli squilibri fisici ed emotivi da evitare

È iniziato l’autunno. Come preparare cani e gatti al cambio di stagione Anche le abitudini alimentari cambiano: servono più calorie e l’appetito aumenta, i pasti pertanto devono essere adeguati, anche in base allo stile di vita degli animali

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utunno stagione di passaggio che ci traghetta tra le alte temperature estive e il freddo intenso invernale. Un passaggio che può avere delle conseguenze sul nostro fisico e anche su quello dei nostri animali domestici. Con l’arrivo di questa stagione, infatti, le basse temperature e i primi freddi possono avere un impatto molto significativo non solo su di noi, ma anche sui nostri amici a quattro zampe provocando anche squilibri fisici ed emotivi. È importante anche in questo periodo dell’anno tenere in considerazione alcuni aspetti, per aiutare il cane ed il gatto a rimanere in salute. In previsione del freddo dell’inverno avviene il fenomeno della muta: il manto peloso degli animali domestici si rinnova, per affrontare al meglio le basse temperature. A differenza della muta primaverile, la perdita di pelo nella stagione autunnale comporta una minor quantità di pelo perso, perché gli animali si spogliano del manto estivo che è ben più leggero di quello invernale. La rimozione del manto in eccesso permetterà alla cute di ossigenarsi di più, facilitando la crescita di un mantello più forte. Prendersi cura del manto dei nostri animali consente anche di tenere la casa pulita, evitando l’accumulo di peli negli spazi domestici. Un consiglio valido sempre, ma da tenere in considerazione maggiormente con l’arrivo dell’autunno, è quello di spazzolare un po’ più spesso e più a fondo il nostro cane o gatto. Un altro fenomeno molto importante da valutare con il cambio di stagione è la presenza di parassiti. Complice il calore dato dal riscalda-

mento domestico, i batteri tendono ad attaccare dentro casa; per questo motivo è importante non sottovalutare la protezione dei nostri amici a quattro zampe anche dopo il periodo estivo. Oltre ad usare prodotti specifici, gli come gli antiparassitari, è consigliato lavare tutto il corredo dei nostri pet: il lavaggio a 90° C. di cucce, copertine e giochi aiuta a prevenire i germi e a vivere in un ambiente pulito e sicuro. Per tutelare cani e gatti dalle malattie che pulci, zecche possono trasmettere è comunque importante difenderli tutti i mesi dell’anno e rivolgersi sempre al proprio veterinario per conoscere le migliori prassi da seguire. In questo particolare momento dell’anno si modificano anche le abitudini alimentari di cane e gatto. L’alimentazione dei quattro zampe varia in base alla razza, all’età e alle abitudini, ma nonostante questo con l’arrivo dell’autunno tendono a consumare più calorie. Inoltre, con il freddo gli animali hanno più appetito di conseguenza anche i pasti devono adeguarsi al cambio di stagione. Per questo è consigliabile prevedere, anche con l’aiuto e i consigli del veterinario, alimenti che soddisfino il fabbisogno lipidico, vitaminico e proteico in maniera proporzionata. Infine, lo stile di vita dei nostri animali è influenzato anche dai primi freddi e dalle giornate più corte. Nonostante l’arrivo di basse temperature è importante stare attenti alla loro salute fisica e mentale. Trascorrere molte ore in casa può portare sbalzi d’umore e depressione, inoltre è facile che i nostri animali prendano peso.

È fondamentale assicurarsi che gli animali di casa non si impigriscano troppo. Per farli divertite non bisogna rinunciare all’ esercizio fisico, il gioco in casa o astenersi alle passeggiate in orari con temperature più miti. I primi freddi possono causare fastidi anche all’apparato respiratorio e intestinale che in alcuni casi sfociano anche in raffreddori, laringiti o bronchiti. Tutti questi piccoli accorgimenti possono fare la differenza, ma non sempre riescono a evitare gli acciacchi della stagione fredda. In caso di problemi è consigliato evitare i rimedi fai da te e consultare il proprio veterinario di fiducia per una terapia mirata.


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Pet

Cambio casa. Per i nostri amici è un’esperienza da gestire con la massima delicatezza e attenzione

Affrontare la novità del trasloco con gli animali domestici I

l trasloco rappresenta un momento particolare per la vita di una persona. Il tempo, le incombenze burocratiche e il costo sono i pensieri che comportano spesso stress e disagi. Anche gli animali domestici vivono questo periodo come un momento molto più pesante di quanto succeda a noi. Organizzare un trasferimento, quando in famiglia sono presenti cani o gatti, diventa un momento molto delicato che deve essere affrontato con una preparazione adeguata. Quando si cambia casa è fondamentale aiutare i nostri animali domestici, fidati compagni nella vita di ogni giorno, ad affrontare il nuovo habitat ricorrendo ad una serie di semplici strategie, affinché il trasloco non risulti stressante anche per loro. I gatti odiano i cambiamenti, gli ambienti nuovi, la confusione. Sono animali molto territoriali e possono avere problemi ad accettare una nuova casa. Gran parte del loro senso di sicurezza e di adattamento, infatti, deriva dagli stimoli visivi e olfattivi familiari del proprio territorio. Ecco che il trasloco potrebbe richiedere qualche attenzione particolare. Possiamo individuare tre fasi, legate a prima, durante e dopo l’evento, da seguire per effettuare un trasferimento. Come prima cosa se il nostro gatto non è abituato a stare nel trasportino, è necessario cominciare a farlo correttamente prima del trasloco. Una soluzione è quella di posizionare all’interno una coperta e del cibo a lui familiari in modo che riconosca la cosa come qualcosa di positivo e possa entrare senza paura. Un altro suggerimento è rendere divertente il momento dell’imballaggio degli oggetti di casa. Molti gatti amano giocare con le scatole; posizionarne in giro per casa in modo che possa vedere che quello che sta succedendo, potrebbe aiutare il nostro felino. Diversamente, se il gatto è abituato ad uscire fuori, qualche settimana prima del trasloco sarà necessario abituarlo a stare in casa. In generale è importante non stravolgere la routine del gatto e continuare a giocare con lui per tenerlo distratto fino al giorno dello spostamento. Il momento è arrivato e il nostro amico a quattro zampe sarà terrorizzato dal trasporto di scatole e dal rumore. È importante trovare nella vecchia casa, una stanza sicura e riparata, l’ultima ad essere sgomberata, in cui posizionare le sue cose e un angolo dove possa andare a nascondersi, come ad esempio una scatola. È fondamentale che il gatto venga trasferito nella nuova casa quando il trasloco è concluso e tutti i mobili sono già stati posizionati. Infatti, l’arrivo in una casa piena di scatoloni e oggetti creerebbe ancora più confusione nella percezione del nuovo ambiente. Il segreto è rendere il nuovo ambiente il più possibile riconoscibile e familiare. Mantenere un mobile vecchio e identificabile dal nostro animale, come, ad esempio, una sedia su cui amava dormire o farsi le unghie, un mobiletto su cui amava saltare, può aiutare ad ambientarsi più rapidamente. Rendere la nuova dimora il suo rifugio sicuro: preparare una nuova stanza; lasciare un posto dove nascondersi; mantenere il suo cibo preferito; cercare di mantenere invariata la routine. Un semplice consiglio è quello di strofinare un capo di vestiario sulla testa del gatto e passarlo sugli angoli del divano, sui bordi delle porte per distribuire i suoi feromoni in tutta la casa. Il primo periodo in casa potrebbe essere un po’ difficile ed è possibile che ci possa mettere fino a un paio di mesi prima di ambientarsi alla nuova dimensione. Anche se i gatti sembrano indipendenti e solitari, la presenza del padrone è importante. Prendere del tempo esclusivo da

passare con il proprio gatto, non farà bene solo a lui, ma sarà un toccasana anche per i proprietari, ancora stressati dopo il trasloco. Traslocare per un cane vuol dire cambiare ‘habitat’, riappropriarsi di nuovi spazi, sentirli suoi e renderli di sua proprietà, scoprire nuovi odori, nuovi rumori, nuovi cani vicini di casa. Essendo un animale particolarmente abitudinario e territoriale, potrebbe apparire nervoso e anche timido nel conoscere la nuova realtà. Rendere questo passaggio il più sereno possibile è fondamentale. Può essere molto utile fargli prendere confidenza con il nuovo ambiente, il nuovo quartiere e i nuovi vicini, compresi i cani e gli altri animali del vicinato. Può essere una buona idea fare il tragitto a piedi, in modo che il cane riconosca lo spostamento e lo avverta, così come una volta si muoveva in branco con i suoi simili, la normalità, un evento naturale. Un errore frequente è quello di lavare gli oggetti personali dell’animale. Ritrovare i suoi odori nella nuova casa, che ancora non ha tracce del ‘suo passaggio’, potrebbe dare molto conforto al nostro animale a quattro zampe. Arrivati nella nuova casa è importante accompagnarlo e incentivarlo, anche attraverso il gioco, nella scoperta dei nuovi ambienti. Una volta finita l’esplorazione è opportuno lasciarlo libero di perlustrare autonomamente gli spazi. Per qualche settimana, la nuova routine del cane deve essere assolutamente identica alla vecchia. Diversamente dai gatti, il cane si lega al padrone in maniera quasi simbiotica, la presenza del padrone al fianco dell’animale è in grado di calmare e di rassicurare anche il cucciolo più timoroso. Sicuramente, che si tratti di cani o gatti, per limitare lo stress, possiamo seguire tutti questi accorgimenti, ma un altro aiuto valido è quello di affidare il trasloco ad una ditta esperta. Così facendo sarà possibile stare accanto al proprio animale domestico tutto il tempo che si desidera e con tranquillità. Per i proprietari, il consiglio più importante è quello di cercare di rimanere il più possibile tranquilli. L’animale, avvertendo lo stress del padrone, potrebbe a sua volta farsi coinvolgere dall’atmosfera negativa, associando il cambio di casa a un evento di cui avere paura.

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Gli accorgimenti. Predatori per natura, i felini amano “attaccare” vasi e giardini

Come tenere lontani i gatti dai vasi e dalle piante in casa P

iante e gatti, un connubio non sempre semplice. Vasi distrutti, piante rovinate e terriccio sparso un po’ ovunque. Chi vive con un gatto, predatore di natura, spesso è obbligato a rinunciare alla possibilità di avere piante e fiori in casa. Un vaso può quindi rappresentare un ambiente da esplorare e un nuovo passatempo: scavare nel terreno del vasetto, mordere e giocare con gli steli e le foglie dei fiori. Ma esistono facili rimedi, economici e casalinghi, per allontanare i nostri animali domestici dalle piante, senza dover rinunciare alla compagnia dei gatti e alla bellezza della vegetazione in casa. Una soluzione gustosa che non serve ad allontanare, quanto piuttosto a distrarre i gatti è la cosiddetta erba gatta. Sembra, infatti, che i nostri amici felini siano particolarmente attratti da questa tipologia di pianta. Basterà collocarla

in un punto facilmente accessibile all’animale, per distrarlo e tenerlo lontano da quelle piante che devono restare integre. Inoltre, questo rimedio è benefico anche per loro perché favorisce il processo digestivo. Se possedete un terrazzo o un giardino, alcune erbe aromatiche, per il loro forte odore, fungono da repellente. Un metodo naturale per tenere i nostri animali lontano dai fiori. Tra le più efficaci troviamo: pepe, rosmarino, citronella, erba cipollina, aglio e cannella. Posizionando quindi le piante aromatiche nei punti strategici della casa, è possibile ridurre notevolmente l’impatto negativo dei felini. Inoltre, possiamo creare un infuso con acqua calda e le erbe sopra citate, lasciarlo raffreddare e utilizzarlo come spray ed erogarlo sulle foglie. Questo avrà lo stesso effetto dei fondi di caffè in polvere: basterà,

infatti, cospargere i sottovasi delle piante o delle ciotoline da posizionare vicino ai vasi sul balcone. Un metodo con un doppio beneficio, per i gatti e per le piante. Infatti, rappresenta un ottimo concime del tutto naturale per il terreno. Una delle soluzioni non aggressive e molto utilizzate per salvaguardare la salute della vegetazione

dalla curiosità dei gatti, è utilizzare gli oli essenziali a base di citronella, rosmarino e lavanda. È consigliato preparare i batuffoli di cotone da posizionare alla base delle piante in vaso. Il gatto considera questi odori sgradevoli, di conseguenza, si allontanerà dalla zona. Il rimedio è valido anche per gli spazi della casa, come mobili e armadi.

Le soluzioni sono molteplici e soprattutto facili da creare e attuare. È inutile, quindi, adottare atteggiamenti rigidi nei confronti dei nostri amici pelosi. Il gatto è un animale molto curioso, l’unico modo, è adottare questi metodi in modo da salvaguardare le nostre piante e allo stesso tempo, farci incantare dalle fusa del nostro gatto.


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