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SETTEMBRE 2021
Periodico d’informazione locale - Anno XXVIII n.172
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PROSECCO
Guerra delle bollicine contro l’Europa
UNA TREVISO SEMPRE PIÙ VERDE Terza all’European Green Leaf, la città vuole far crescere la propria spinta ambientalista. Per il sindaco i servizi alle pagine 6, 8 e 9 Conte tutti i trevigiani devono essere protagonisti del cambio di mentalità
SICUREZZA
Escalation di violenza in via Roma VACCINAZIONI
Riorganizzati sedi e orari dei centri TIRAMISU’
Torna dal vivo la Coppa del Mondo AEROPORTO
Partnership per promuovere il turismo IMOCO VOLLEY
Al via la campagna abbonamenti
Test d’autunno per sindaci e partiti Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
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d un primo sguardo potrebbe sembrare un appuntamento elettorale di secondo piano, di carattere squisitamente locale. Invece le ormai imminenti elezioni amministrative di inizio ottobre, per quanto circoscritte, almeno in Veneto, saranno pur sempre un piccolo test in itinere per la politica di casa nostra e quella nazionale, in vista delle consultazioni che ci attendono nel prossimo biennio, fino a chiudere il cerchio con le elezioni politiche. segue a pag 5
ALL’INTERNO DEL GIORNALE LO SPECIALE DI 4 PAGINE
Padova Urbs picta
IMMAGINI, COMMENTI E INFORMAZIONI UTILI
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La notizia del mese
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Prosecco vs Prosek La guerra delle bollicine
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nche Roma promette battaglia. E il fronte comune si annuncia come un vero e proprio esercito a difesa del vino italiano più venduto e amato all’estero, simbolo indiscusso del made in Italy e che nell’anno e mezzo di pandemia ha fatto da traino all’economia del sistema Paese. Il nostro unico e inimitabile Prosecco. Bollicine Doc e Docg di Marca contro il beneplacito dell’Unione Europea alla domanda di protezione geografica del Prosek, bianco passito della Dalmazia che con il frutto delle Colline UNESCO ha da spartire un’assonanza clamorosa e nulla più. Tanto basta a far salire su barricate bipartisan, pronti alla guerra delle bollicine al grido “è una follia, giù le mani dal Prosecco”, il governatore Zaia, l’assessore veneto all’agricoltura Caner, il ministro e il sottosegretario alle politiche agricole Patuanelli e Centinaio, i leghisti Bizzotto e Da Re, le dem Serracchiani e Moretti oltre naturalmente i presidenti del Consorzio Prosecco Doc Zanette e del Docg Bartolomiol. In ballo non ci sono solo i 550 milioni di bottiglie previste per il 2021. Il rischio, se la faccenda finisse con un gol della Croazia, è una totale confusione che l’Italian Sounding produrrebbe all’estero con la conseguenza di un potenziale danno enorme per i produttori trevigiani (e per l’Italia). Con un precedente – quello del Tocai, a vantaggio dell’Ungheria – che mette paura. “Di questa Europa che non difende l’identità dei suoi territori non sappiamo cosa farcene”, ha tuonato il presidente della Regione, che giudica vergognoso quello che sta accadendo. “Così non si difende l’agricoltura e così non si difendono gli investimenti. Ma soprattutto così si mortifica la storia e l’identità di un territorio”. In questa guerra ormai dichiarata, la provocazione di Zaia è perfetta: si sarà costretti a discutere anche sul nome di un sito già proclamato ufficialmente Patrimonio Mondiale dell’Umanità? Ci sono due mesi di tempo dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale europea del via libera alla registrazione della menzione tradizionale Prosek per provare a radere al suolo a suon di carte la decisione di Bruxelles e difendere il territorio, il suo prodotto, la tradizione, la storia e il lavoro di migliaia di aziende. A difendere il nostro Prosecco. (s.s.)
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Primo sì dell’Europa al vino croato. Barricate bipartisan per difendere il prodotto delle Colline UNESCO
locali mensilmente È un un periodico periodicoformato formatodada2121edizioni edizioni locali mensilmente recapitato aa408.187 recapitato 408.187famiglie famigliedel delVeneto. Veneto. Questa edizione raggiunge la città di Treviso per un numero complessivo di 32.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199 Chiuso in redazione il 13 settembre 2021
5 Test d’autunno per sindaci e partiti Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
In questo clima di perenne campagna elettorale la prossima chiamata alle urne riguarda nella nostra regione appena una decina di Comuni sopra i 15 mila abitanti e altri 74 municipi minori, ma l’attenzione e le manovre dei partiti lasciano intendere che, nel loro piccolo, queste elezioni amministrative saranno pur sempre un test di cui tenere conto. I protagonisti sono i sindaci, a partire da quelli uscenti in corsa per il secondo mandato e da chi aspira a diventarlo. Accanto a loro le liste civiche che il più delle volte, specie nelle realtà più piccole, hanno preso il posto delle classiche coalizioni composte dai partiti nazionali. Nelle schede gli elettori vedranno pochi simboli di partito e molti nomi, perche per le amministrative in particolare sono importanti i volti e le parole. Ma ciò non significa che i partiti siano estranei o indifferenti alla competizione elettorale. Anzi, in queste settimane l’attenzione della politica regionale e dei parlamentari si sta concentrando proprio sulla campagna elettorale, a partire dai centri maggiori, come Chioggia, Albignasego, Este, Cittadella, Montebelluna. Anche nelle realtà più piccole si avverte comunque una maggiore attenzione da parte dei “big” e dei rappresentanti dei maggiori partiti perché le possibili alleanze ma anche i cambi di rotta possono rappresentare un banco di prova in vista delle elezioni amministrative del 2022 che, Covid permettendo, potrebbero essere celebrate nella tarda primavera e coinvolgeranno importanti città, a partire da Padova. In Veneto la Lega cerca conferme e testa l’alleanza con Forza Italia mentre Fratelli d’Italia si aspetta un buon risultato. Il Partito Democratico insegue la rivincita e dialoga con il resto del centrosinistra mentre il Movimento 5 Stelle naviga ancora in acque agitate. Perciò il responso delle urne avrà la sua valenza anche sullo scenario nazionale e di conseguenza si rifletterà pure sulle scelte e le strategie dei partiti in casa nostra.
CENTRO STAMPA QUOTIDIANI S.p.A. Direzione, Amministrazione Direzione, Amministrazione e Redazione: e Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin Redazione: Centro Stampa: Concessionaria Concessionaria di Pubblicità di Locale: Pubblicità Locale: Direttore responsabile Via dell'Industria, 52 25030 Erbusco (BS) Rotopress International Direttore responsabile via Brecce · Loreto (An) via Lisbona,via 10 ·Lisbona, 35127 Padova 10 · 35127 Padova Nicola Stievano Tel: +39.030.7725594 Nicola Stievano tel. 049 8704884 tel. 049 · fax8704884 049 6988054 · fax 049 6988054 >direttore@givemotions.it< >direttore@givemotions.it< >redazione@givemotions.it< >redazione@givemotions.it< Ornella Jovane Chiuso in redazione Periodico fondato nel 1994 da il 15 settembre 2021 Giuseppe Bergantin >www.lapiazzaweb.it< >www.lapiazzaweb.it< >redazione@givemotions.it< >redazione@givemotions.it<
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European Green Leaf Award
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Alessandro Manera. L’assessore alle Politiche ambientali analizza l’esperienza in Finlandia e illustra i prossimi obiettivi
“La sostenibilità ambientale che vogliamo per Treviso è democratica e trasversale” A
lla fine hanno vinto gli altri. Il premio di città più verde d’Europa se lo sono portato a casa l’olandese Winterswijk e la portoghese Valongo. Ma per l’assessore alle Politiche ambientali Alessandro Manera che Treviso sia stata una delle cinque finaliste all’European Green Leaf 2022 ha un valore che va molto oltre il podio. È stato il metro di misura, la cartina di tornasole dello stato dell’arte “verde”. Quel che si dice: da dove arriviamo, dove siamo e dove vogliamo andare. “Il livello era altissimo e non solo per la qualità delle cose fatte o dei progetti futuri. Le vincitrici si sono presentate per più edizioni consecutive, e ci sono arrivate non tanto come singole città ma come sistema Paese. Basti pensare che Lathi, la città ospitante che ha vinto lo scorso anno, ha investito otto milioni di euro per la promozione e li ha avuti dalla Finlandia. Ecco perché siamo felici di essere arrivati fino a lì, lavorando solo con risorse interne e con un’istituzione qual è il commissario europeo all’ambiente che ci ha riconosciuto tra le cinque migliori città, l’unica italiana”. E che lo abbia detto l’Europa, per Manera significa sapere di essere sulla strada giusta e avere ottenuto credibilità anche internazionale. “Perché non si viene giudicati solo in base ai parametri che si hanno, ma su tutto quanto si sta facendo e programmando. E perché entrare in questo tipo di network significa riuscire ad accedere ai fondi in modo diretto”. La decisione è già stata presa: Treviso sarà in corsa anche il prossimo anno, a Grenoble. E ci sono tre idee da rendere concrete in tempi brevi per poter concorrere con la consapevolezza che la sfida, partendo dalla posizione di ex finalista, sarà più tosta: “Prima di tutto vogliamo creare una fondazione che coinvolga in questa direzione i nostri stakeholder, sia nel senso di public company (Contarina, MOM, Alto trevigiano servizi ndr) che di categorie produttive, valorizzando le due
Dopo il riconoscimento della città fra le cinque più virtuose in Europa è stato già deciso di ritentare la corsa l’anno prossimo a Grenoble “Siamo sulla strada giusta e adesso abbiamo credibilità internazionale” università. In secondo luogo vogliamo dare dei vantaggi a chi ha delle politiche sostenibili allineate a quelle del Comune. E terzo fare sistema a livello nazionale”. Che significa aprire un dialogo importante con chi decide quanto dare e a chi. Obiettivo di Alessandro Manera e dell’amministrazione Conte – ci tiene a sottolinearlo, “le nostre sono scelte frutto di strategie di squadra” – è “dare alla città una sostenibilità ambientale democratica e trasversale, in grado di travalicare le classi sociali, economiche e politiche”. Insomma, un coinvolgere indistintamente tutti nell’equazione che green significa salute. “I trevigiani – so-
stiene – hanno già recepito il messaggio. Del resto è grazie a loro se siamo arrivati a Lathi. Pensiamo alla qualità dell’aria, dove i parametri di controllo hanno una soglia sempre più alta, eppure i valori ci dicono che siamo in netto miglioramento anno dopo anno. Pensiamo all’impegno nella raccolta differenziata, che coinvolge tutti, mica solo chi ci ha votato. Un modello che, se qui funziona e da altre parti no, è per merito dei cittadini e della loro sensibilità. Il progetto di allacciamento alla rete fognaria riguarda tutti, villette, palazzi ed edilizia popolare e nessuno ci ha massacrato per via delle strade chiuse per i lavori davanti a casa. Adesso la gente capisce perfino l’ordinanza antismog. Capiscono la dinamica finale e che lo facciamo con un cuore verde”. Orgogliosamente fiero della sua visione sostenibile (“Era nel nostro programma elettorale e chi ci ha votato sapeva che tutto questo lo avremmo fatto”), Manera culla con particolare affetto il
progetto delle diciotto nuove aree di riforestazione urbana. “Abbiamo assunto un agronomo forestale per il patrimonio arboreo. Prima del nostro insediamento – dichiara – tagli e potature non avevano una programmazione legata alla tipologia di pianta, si limitava tutto a una sorta di una manutenzione con un piano simile a quello delle asfaltature”. Mentre lui e il sindaco erano in Finlandia, il Comitato Aeroporto (da sempre contrario alla presenza e all’ampliamento del Canova) ha sferrato un duro attacco all’amministrazione, affermando di aver inviato alla Commissione del premio “carte interessanti” per confutare le buone pratiche di Treviso. “Cosa rispondo? Se ne facciano una ragione. Ci hanno premiati e loro hanno ululato alla luna. La Commissione ci ha studiati per sei mesi e l’aeroporto non l’abbiamo certo tenuto nascosto. Anzi, la sua promozione è stata una delle pratiche giudicate positivamente”. Sara Salin
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European Green Leaf Award
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I progetti. Acqua, fognature, rifiuti, mobilità, verde e riconversione energetica
Tutti i numeri e le azioni presentati in Europa La raccolta differenziata è gestita da Contarina con 81 mezzi “green” Quattro gli autobus elettrici di MOM che viaggiano in centro città
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a duemila anni in armonia con la natura. Questo lo slogan scelto per promuovere Treviso nella finale del premio europeo delle città più sostenibili, in cima a un corposo dossier di numeri e azioni che la città in questi anni ha raggiunto e perseguito. Dalla spinta alla realizzazione degli allacciamenti alla rete fognaria alla valorizzazione dell’acqua pubblica e della sua qualità, da una raccolta differenziata che ormai da anni la pone in cima alle classifiche italiane dei comuni più virtuosi alla conversione graduale al “green” del parco dei mezzi di trasporto pubblici fino alla scelta politica di nuove e continue piantumazioni di alberi.
CITTÁ D’ACQUA
L’obiettivo dell’attuale amministrazione comunale è molto ambizioso: arrivare in cinque anni all’allacciamento del 60 per cento della città alla rete fognaria. Partiti nel 2018 dal 23 per cento, oggi è coperto il 43 per cento del territorio. Lo stanziamento quinquennale è di 35 milioni di euro a cui vanno aggiunti 26 milioni di investimento da parte di ATS. Tra i progetti intrapresi, le migliorie dell’acquedotto comunale, con la riduzione delle dispersioni, il controllo della qualità dell’acqua e delle infiltrazioni a salvaguardia dell’ecosistema. Per sensibilizzare la popolazione a bere l’acqua del rubinetto sono state intraprese campagne educative soprattutto fra i più giovani, con la distribuzione di borracce agli studenti da utilizzare al posto delle bottiglie di plastica. La città conta 126 fontane a colonna in ghisa o a muro e otto fontane sono monumentali, tutte geolocalizzate e descritte anche storicamente nella webapp “Freeaqua – Fontane di Treviso” a disposizione di cittadini e turisti per promuoverne l’utilizzo.
CITTÁ VERDE
Dal 2006 Treviso ha un Piano anti-smog che include la promozione del risparmio energetico e dell’efficientamento. Il totale degli investimenti di questi quindici anni è di un milione e 600mila euro, 900 dei quali durante l’attuale amministrazione. È stata avviata una campagna di incentivazione alla sostituzione delle vecchie caldaie e nell’aprile di quest’anno è stato adottato il PAESC (Piano d’azione per l’energia sostenibile). La città ha un programma di riforestazione che vede la nascita di 18 nuove aree verdi, per un totale di 266.730 metri quadrati che porteranno a 446.961 i metri quadrati dedicati a foresta urbana. Le nuove piante sono 24.407, che vanno ad aggiungersi alle 22.100 esistenti. Un polmone verde in grado di catturare oltre duemila tonnellate l’anno di anidride carbonica.
ECO MOBILITÁ
La città si è dotata di un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS). Obiettivi l’accessibilità, la sicurezza strale, la tutela ambientale e la qualità della vita, prevedendo un impegno sul trasporto, pubblico e privato. Sono in funzione progetti come il “Pedibus” e il piano spostamenti casa-lavoro e casa-scuola, aree pedonalizzate e 170mila metri quadrati di zone a traffico limitato, trentuno stazioni di bike-sharing (150 biciclette a disposizione con 300 posteggi), tre stazioni di parcheggio per le bici con rastrelliere elettroniche e una Ciclopolitana a 13 linee con circuiti che vanno dai quasi cinque chilometri a ridosso delle Mura al chilometro di via Bibano coprendo tutte le principali direttrici. Tra i progetti, un nuovo masterplan e nuovi percorsi per unire il capoluogo con venti comuni limitrofi. In materia di mobilità pubblica sostenibile, colonnine di ricarica e la decisione di non far pagare la sosta alle auto elettriche. Quattro gli autobus MOM completamente elettrici: per il 2023 la flotta sarà arricchita da 30 mezzi (totalmente o ibridi, fra elettrici e a metano). Il 72% del totale dei mezz i pubblici in dotazione all’azienda è a metano, il 9% è elettrico.
ECONOMA CIRCOLARE
Dai cassonetti indifferenziati a comune più riciclone d’Italia il passo è stato enorme, ma rapido e di grande successo, tanto che la città anno dopo anno difende a spada tratta il suo primato di comune più riciclone d’Italia. Treviso ha raggiunto l’87,53 per cento di raccolta differenziata, con il 98,2 per cento di purezza dei rifiuti organici. Il porta a porta spinto è stato avviato nel 2014 dalla precedente amministrazione: oggi vengono raccolti 57,14 chilogrammi per abitante all’anno di rifiuti residui, che vengono tassati in bolletta. La raccolta dei rifiuti in città, gestita da Contarina, prevede l’utilizzo di 81 veicoli “green” (elettrici o a metano). Dal 2022 il metano sarà prodotto dall’impianto di trattamento dei rifiuti organici.
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Il sindaco Mario Conte sprona i cittadini a essere protagonisti di una Treviso più verde
“È il punto di partenza per una rivoluzione che si vince con un cambio di mentalità” È
solo un punto di partenza. L’inizio di un percorso che deve coinvolgere tutti i trevigiani in un cambio di mentalità. Per il sindaco Mario Conte la partecipazione al premio europeo di Lathi è stata una spinta a far sì che a Treviso tutti si sentano protagonisti di un nuovo corso, per una Treviso sempre più green, per una vera rivoluzione verde. “Noi ce l’abbiamo messa tutta, abbiamo presentato i nostri progetti, un dossier molto complesso e ricco di dati importanti che riguardano le politiche ambientali della nostra città. Ma da oggi comincia una nuova sfida, una sfida di comunità e non soltanto dell’amministrazione, di MOM, di Alto Trevigiano Servizi o di Contarina”, afferma il primo cittadino di Treviso e presidente veneto di Anci, l’associazione dei comuni italiani. “Una sfida della città di Treviso, perché il Green Leaf – spiega Conte – deve diventare un nuovo modo di
vivere la città, un modo rispettoso nei confronti dell’ambiente”. Grandi progetti, ma anche piccole azioni quotidiane che devono trasformarsi in abitudini consolidate: “Quando possiamo non utilizzare la macchina, dobbiamo utilizzare la bicicletta oppure andare a piedi. Dobbiamo utilizzare mezzi alternativi, dobbiamo voler bene all’ambiente, dobbiamo continuare a prenderci cura del nostro verde e dobbiamo noi come istituzioni continuare a migliorare i nostri servizi proprio per dare la possibilità ai cittadini di godere delle bellezze della nostra città”. La sfida è lanciata. Anzi, è già partita. “Ognuno di noi deve cominciare a fare di più per l’ambiente, dobbiamo ispirarci ai nostri bambini, quella fascia di cittadinanza che in realtà non ha ancora mai inquinato. Noi adulti invece siamo peccatori, perché troppe volte inquiniamo, sporchiamo, ci comportiamo male. Ecco, ispiriamoci
Un diario con la guida alle “buone pratiche” per tutti gli alunni delle primarie di Marca
ai bambini, continuiamo a seguire loro. Costruiamo una città a misura di bambino”. Un impegno e una sfida che hanno già scritto la strada per il prossimo obiettivo comune: “Il prossimo anno – annuncia con determinazione Mario Conte – ci ripresenteremo per riprovare a vincere la Green Leaf e saremo con tutti voi a Grenoble”.
Un’iniziativa per accompagnare gli alunni più piccoli in un viaggio alla scoperta del territorio veneto e della Marca trevigiana, con un occhio alle buone pratiche di sostenibilità. Tutto racchiuso in un diario, anzi “Il mio diario – Un pieno di energia”, che è stato distribuito in oltre diecimila copie nelle scuole primarie di quindici comuni della provincia che hanno aderito al progetto promosso da Alto trevigiano servizi, Ascotrade-Gruppo Hera, Consorzio del Bosco del Montello e dal Parco Naturale Regionale del Fiume Sile, con il patrocinio della Regione del Veneto, dell’Ufficio scolastico regionale e del Comune di Treviso. Pagine che contengono suggerimenti, immagini di animali e piante tipiche, gondole e briccole, pillole di storia e tradizioni del territorio, ma anche consigli utili su come bere e mangiare sano, accorgimenti per il risparmio dell’acqua e dell’energia, il riciclo e la riduzione della CO2. E poi fiumi, parchi naturali, monti e città da scoprire sia con la fantasia che con una gita fuori porta: un ambiente che i giovani alunni devono imparare a tutelare e valorizzare. “La scoperta del territorio è il primo passo per sensibilizzare le nuove generazioni alla cura dell’ambiente in cui vivono ed è alla base dell’educazione alla sostenibilità”, ha spiegato Pierpaolo Florian, amministratore delegato di ATS.
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L’altro volto della città
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L’episodio avvenuto a fine agosto preoccupa l’esponente di Fratelli d’Italia.
Crea: “In via Roma escalation di violenza Sia convocato il Comitato per la sicurezza” A
ripercorrere la storia di Treviso sembrerebbe impossibile. Invece la centralissima via Roma è diventata teatro di violenze, delinquenza, minacce e racket. Un fenomeno certamente da non sottovalutare se è vero, come è vero, che spesso la delinquenza si scatena proprio dove c’è più benessere. Parliamo di sbandati? Certamente si, ma non solo. Le minacce ricevute da un commerciante costretto alla fuga sembrerebbero indicare anche qualcosa di più. Ma andiamo con ordine. 24 agosto, una giornata caldissima ancora di piena estate. Un commerciante cinquantenne del posto vede un gruppo composto da una decina di uomini, apparentemente di origine africana, dirigersi verso di lui con fare estremamente minaccioso. Sono le 19.30, ancora un po’ di persone in giro che, però, si tengono a debita distanza da una scena che ancora non è chiara nei suoi contenuti, ma che certamente non lascia presagire nulla di buono. “Se vuoi lavorare qui devi comportanti come diciamo noi!”: questa la frase, quasi un segnale convenuto, che uno degli energumeni scandisce con violenza.
Per il sindaco è un fatto isolato “Per quel locale con sala giochi ho firmato un’ordinanza stop alcol” Ma una “zona rossa” in pieno centro rischia di essere un freno ai tanti progetti in corso Il trevigiano, che aveva appena chiuso il proprio negozio e si stava dirigendo verso l’automobile per tornare dalla propria famiglia, rimane pietrificato. “Devi smetterla di chiamare la Polizia e fare video” gli dice un altro parandosi di fronte e brandendo una bottiglia di birra, tenuta per il collo per renderla una pericolosissima e tagliente clava. E poi un altro ancora, questa volta alle spalle, “qui si fa come diciamo noi”. Ma quale sarebbe, secondo il commando di energumeni che lo hanno aggredito, la “colpa” del negoziante? Semplicemente
La prefettura di Treviso e l’avvocato Fabio Crea
quella di non tollerare la delinquenza, lo spaccio, il degrado e di segnarlo, prontamente, alle Forze dell’Ordine. Sulla questione è intervenuto prontamente l’avvocato Fabio Crea, noto legale cittadino e esponente di Fratelli d’Italia. “Forze dell’Ordine e Polizia Locale – ha spiegato il legale – stanno compiendo un importante lavoro contro il degrado, ma qui siamo di fronte ad una quotidiana escalation, chiediamo la convocazione urgente di un Comitato dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica”. Di tutt’altro avviso il sindaco di Treviso, Mario Conte, che reputa i brutti fatti di via Roma come un episodio isolato. “Ho firmato un’ordinanza stop alcol per il locale con sala giochi – ha annunciato - Avevamo già registrato altri fatti spiacevoli in quell’esercizio, gravi ma non fino a questo livello. L’ordinanza adottata due mesi fa riguardava l’intera zona per tutti i locali, gli avventori si sono spostati, e questa volta andiamo a lavorare sul singolo caso”. Vedremo come andrà a finire. Certo che per una città che ha tutte le energie e i talenti per ripartire avere al proprio interno, nel proprio centro, una vera e propria “zona rossa” rischia di essere un freno, un elemento in grado, purtroppo, di compromettere la completa buona riuscita dei tanti progetti importanti in corso, di scoraggiare l’imprenditoria e di affossare la reputazione.
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Lavori in corso
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50 cantieri aperti. L’assessore fa il punto sui progetti avviati e in dirittura di arrivo
Zampese: “Il merito è della squadra Ogni scelta ha obiettivi strategici”
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na cinquantina di cantieri aperti. Cifra più cifra meno, i fogli che Sandro Zampese stringe fa le mani sono un lungo elenco di cose iniziate, finite o che si chiuderanno presto. E lui, l’architetto assessore ai lavori pubblici e alla manutenzione degli immobili comunali, quell’elenco intitolato “lavori in corso” lo ha mandato a memoria. “Non ci siamo mai fermati. Qualcosa ha rallentato per il Covid o per problemi emersi in corso d’opera, ma devo davvero ringraziare la struttura comunale. E la squadra, naturalmente, a cui va il merito di scelte finalizzate a obiettivi strategici”. C’è di tutto: scuole, palestre, strade, edilizia popolare, illuminazione pubblica, ponti, immobili storici, Mura. Zampese va indietro con lo sguardo, torna a inizio mandato. “La prima opera pubblica progettata da questa amministrazione è stata il secondo stralcio del museo Bailo e subito dopo la biblioteca dell’ex-Gil. Senza tanti proclami – afferma l’assessore – siamo partiti dalla cultura. Perché un polo museale con il Bailo azzoppato non avrebbe funzionato in quella potenzialità artistica che la città merita”. Era necessario avere il museo integro. E così, mentre il secondo stralcio è pronto a essere inaugurato, è già stato approvato il progetto definitivo di restauro dell’ala Carlini, costituita da un corpo neorinascimentale, uno a “casetta gotica” e un corpo gotico veneziano. Una complessità architettonica (l’importo complessivo dei lavori è di 992mila euro) che porterà con sé un ammodernamento espositivo e l’incremento delle opere visibili al pubblico, passando dalle attuali 350 a quasi mille. Snocciola dati, costi, vie. Non c’è un ordine di priorità, perché ogni cantiere per Sandro Zampese è una priorità. “Sia con Gentilini che con Manildo c’è
stata grande attenzione alle scuole e noi abbiamo completato l’opera con la prevenzione incendi e la sicurezza antisismica”. Lavori in dirittura d’arrivo o appaltati in tanti edifici scolastici, con il progetto preliminare di quella che l’assessore definisce “ristrutturazione pesante” dello Stefanini già in mano. “Va sistemata decorosamente, c’è l’urgenza di intervenire per le tante criticità, salvaguardando le facciate architettoniche”. Sei milioni e 800mila euro il costo dell’operazione (2,8 milioni da mutuo, un milione da fondi propri e il resto da finanziamento statale): entro agosto del 2022 la gara, inizio lavori alla fine dell’anno, cominciando dall’abbattimento della palestra e terminando con l’aula magna. Capitolo quartieri. Zampese sta scrivendo l’ultima pagina del bando periferie portato a casa dall’ex sindaco Giovanni Manildo. “La pista ciclopedonale di Fiera-Selvana che unisce parco del Sile e parco dello Storga è pronta. Santa Maria del Rovere avrà la piazza per i mercatini di dicem-
“Siamo partiti dalla cultura con il secondo stralcio del museo Bailo, oggi pronto a essere inaugurato. Lo abbiamo fatto senza proclami: ma crediamo che la potenzialità artistica di Treviso funzioni solo con un polo museale non azzoppato” bre. E qui – sottolinea – siamo riusciti a mantenere 300 alberi storici che nel progetto iniziale erano destinati all’abbattimento”. La palestra di via delle Acquette (800mila euro sempre del bando periferie) è agibile, entro fine mese saranno completati ingresso e bar. La piscina di Fiera-Selvana (1 milione di euro) vedrà anche la sistemazione esterna: nuovo ingresso
al parcheggio, parco inclusivo, giochi per bambini e vasche idromassaggio per persone con disabilità. In chiusura anche il cantiere della palestra Coni, con la scherma che potrà tornare dal 15 ottobre. In viale Europa sono partiti i lavori della pista ciclopedonale che arriverà fino alla Feltrina, con la sistemazione delle fermate dei bus nel polo scolastico, il rifacimento della rotonda e la creazione di una rotatoria all’altezza di via Azzi. “C’è un finanziamento di rigenerazione urbana di sei milioni di euro per la riqualificazione totale del sistema fortificato di Treviso, con il recupero delle Mura e del sistema delle acque. Il progetto – racconta l’assessore – prevede anche, con l’approvazione della Soprintendenza, l’abbattimento delle
barriere architettoniche e la creazione di un percorso protetto per disabili e anziani che da varco Manzoni arriverà fino ai Bastioni San Marco”. La rotatoria in Strada Ovest all’altezza della strada delle Corti Comunali, il progetto preliminare per il nuovo ponte Ottavi con passerella ciclopedonale, la riqualificazione di San Liberale e la creazione di una cittadella di co-housing dove oggi sorgono i vecchi edifici Erp sulla Feltrina con il rifacimento dell’illuminazione pubblica di tutta la strada, il piano asfaltature, la manutenzione idraulica. La lista è lunga. Sandro Zampese la tiene fra le mani, la scorre, ma il pensiero sembra già puntato su nuovi fogli da compilare. Sara Salin
Sanità
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La campagna anti-Covid. Tutto invariato all’Hub di Villorba e a Monastier
Riorganizzati sedi e orari dei centri vaccinali L’Ulss 2 è partita con la terza dose
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a somministrazione della terza dose alle persone fragili è iniziata. L’Ulss 2 Marca trevigiana ha già provveduto nei giorni scorsi a riorganizzare i punti vaccinali, con alcune novità sia per le sedi che per gli orari. . Con 22 nuovi medici in attesa di accedere alla specializzazione pronti a supportare operativamente la campagna vaccinale. In accordo con la Conferenza dei sindaci, dall’11 settembre scorso non è più in funzione la sede al centro polifunzionale di Vidor, dal 17 settembre quella allestita al centro culturale di Riese Pio X e dal 21 settembre verrà chiusa anche il punto al palazzetto dello sport di Ponte di Piave. Una scelta dettata dalla riduzione delle prenotazioni. Per contro vengono aperte due nuove sedi: la prima (già attiva dal 17 settembre) al nido integrato “La Tartaruga” di via Fogazzaro 8 di Vedelago – ora in funzione dal lunedì alla domenica dalle 8 alle 20,
Al Ca’ Foncello ambulatorio di consulenza per le vaccinazioni pediatriche I genitori che hanno dubbi sulla vaccinazione contro il Covid-19 nei bambini e nei ragazzi possono rivolgersi per un parere all’ambulatorio dedicato che l’azienda sanitaria della Marca trevigiana ha attivato nella Pediatria dell’ospedale Ca’ Foncello. A disposizione dei genitori c’è il primario Stefano Maratelossi. “L’ambulatorio – spiega il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi – è uno strumento utile per le famiglie che hanno qualche dubbio circa l’importanza della vaccinazione dei propri figli. Va ad affiancarsi all’importante lavoro che sul tema stanno già facendo i pediatri di libera scelta sul territorio”. L’accesso all’ambulatorio è su prenotazione, telefonando alla segreteria della Pediatria dalle 8.30 alle 15 allo 0422 322263.
Professioni Sanitarie, attesi a Treviso 750 nuovi studenti ma dal primo ottobre aperto dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20 – e la seconda al centro servizi per anziani di Roncadelle di Ormelle – in funzione dal 22 settembre tutti i mercoledì dalle 8 alle 20. Al PalaFiera di Godega di Sant’Urbano dal primo ottobre il centro resterà chiuso il sabato e la domenica, mentre giorni e orari rimangono
Hub vaccinale di Villorba (foto Ulss2 Marca trevigiana)
invariati sia per il Centro Hub di Villorba (tutti i giorni dalle 8 alle 20 compresi i festivi) sia per quello allestito alla Casa di Cura Giovanni XXIII di Monastier, aperto dal lunedì al sabato dalle 8 alle 13.
Sono ben 750 gli studenti delle Professioni Sanitarie che saranno accolti dall’Ulss 2 nel prossimo anno accademico. Le graduatorie di ammissione sono in pubblicazione proprio in questi giorni da parte dell’Università di Padova. Di certo si tratta di un numero di studenti che non ha precedenti, grazie al potenziamento deciso della Regione. Sei i corsi di laurea attivi: assistenti sanitari, infermieri, igienisti dentali, audioprotesisti, tecnici di radiologia e ostetriche, a cui si aggiungono i corsi per fisioterapisti e per terapisti occupazionali all’Ircs “Nostra Famiglia” di Conegliano. Oggi gli iscritti sono 601 e la nuova ondata di studenti in arrivo porterà al coinvolgimento, nell’arco dei tre anni, di 1.075 futuri professionisti della sanità. Un aumento di studenti che sta già facendo programmare all’Ulss 2 il potenziamento della sede e l’incremento del personale docente.
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Cosa succede in città
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Quinta edizione. 200 concorrenti in Piazza dei Signori l’8, 9 e 10 ottobre
Torna dal vivo la Tiramisù World Cup La sfida più golosa dell’anno A colpi di frusta e di sac-à-poche per contendersi la migliore ricetta creativa e la migliore ricetta originale del tipico dolce trevigiano
L
a sfida più golosa dell’anno torna a far gareggiare dal vivo i suoi concorrenti. Nel fine settimana dell’8, 9 e 10 ottobre Piazza dei Signori sarà l’orangerie della Tiramisù World Cup, giunta alla quinta edizione, che vedrà cimentarsi 200 concorrenti divisi nelle due categorie “ricetta creativa” (uova, zucchero, mascarpone, savoiardi, caffè, cacao) e “ricetta originale” (dove è possibile aggiungere fino a tre ingredienti e sostituire il biscotto) del dolce italiano più famoso nel mondo. A decretare il vincitore, una giuria composta da professionisti e esperti del settore. Tra i partecipanti di questa specialissima coppa del mondo – organizzata da Francesco Redi di Twissen e sostenuta da Camera di Commercio, Regione del Veneto e Comune – chef provenienti da Belgio, Francia, Spagna e Svizzera oltre naturalmente che da tutta Italia. Venerdì 8 dalle 12 alle 20 e sabato 9 dalle 10 alle 18 le selezioni per entrare nella semifinale, che si terrà domenica 10 dalle 9 alle 13, mentre a colpi di frusta e sac-à-poche nel pome-
riggio, dalle 15 alle 17, la finale. Tema del 2021 è “Treviso e il Cinema”, con la collaborazione della Treviso Film Commission, da declinare nel contesto veneto, con i luoghi della Marca gioiosa come location di set cinematografici, natali di attori e di personaggi legati al mondo del grande schermo. Ad arricchire questa edizione (nel 2020 la manifestazione non si è tenuta in presenza a causa dell’emergenza sanitaria, ma è stata organizzata online la Tiramisù Global Marathon con collegamenti da tutto il mondo) il premio “Cucchiaio di Cristallo”, nato dalla collaborazione con FIPE (Federazione italiana pubblici esercizi) e Confcommercio Treviso: un “mistery-shopper” in questi mesi ha selezionato quattro locali della città assaggiando la loro versione di tiramisù. Nella tre giorni di ottobre il pubblico potrà acquistare i dolci nei locali selezionati e votarli, contribuendo con il punteggio popolare a quello della giuria tecnica e della stampa. Ci sono inoltre il “Premio Pavesini” – assegnato nell’ambito
della “ricetta creativa” a chi realizza il miglior dolce utilizzando il famoso biscotto, con in palio un corso di pasticceria personalizzato e l’accesso diretto alla finale del 10 ottobre – e il “Premio Hausbrandt”, assegnato a chi dei semifinalisti della “ricetta originale” presenterà il tiramisù che valorizza al meglio l’ingrediente caffè, a insindacabile giudizio di un professionista della torrefazione di Nervesa della Battaglia. Anche in questo caso il vincitore accede di diritto alla finale di categoria. (s.s.)
Università, Ca’ Foscari rimane all’ex Distretto L’ex Distretto militare continuerà a essere la sede trevigiana di Ca’ Foscari. L’ateneo veneziano e Fondazione Cassamarca hanno sottoscritto l’accordo di rinnovo della locazione per un massimo di dodici anni e un canone di circa 200mila euro l’anno, con benestare da parte dell’Agenzia del Demanio. La Fondazione ha anche messo a disposizione i locali di palazzo San Leonardo a titolo di comodato gratuito, dove oltre a Ca’ Foscari svolge le proprie attività didattiche l’Università di Padova. “Grazie alla collaborazione con Fondazione Cassamarca – afferma Tiziana Lippiello, rettrice dell’Università Ca’ Foscari di Venezia – siamo presenti a Treviso da oltre venticinque anni. I nostri corsi di laurea interdisciplinari in ambito economico e linguistico hanno dimostrato di saper interpretare le esigenze del tessuto sociale ed economico di un territorio in continua evoluzione
hanno contribuito a imprimere un decisivo impulso all’internazionalizzazione. Con questo ulteriore sforzo economico il nostro ateneo conferma di credere nel ruolo strategico della propria presenza a Treviso e ribadisce la volontà di collaborare con le realtà del territorio nel rilancio di un progetto condiviso”. Luigi Garofalo, presidente di Fondazione Cassamarca, si dice molto soddisfatto, perché la sigla del contratto di locazione “assicura la presenza nella nostra città, per un tempo assai prolungato, di un’istituzione di alta cultura che qui ha sempre ben operato”. Dopo aver erogato 200 milioni di euro a favore del progetto degli atenei a Treviso, “la Fondazione è orgogliosa di poter ancora sostenerlo con vigore attraverso la concessione di edifici a titolo gratuito e mettendo a suo servizio altri pregevoli compendi immobiliari, come quello dell’ex Distretto”.
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Turismo
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La partnership. Una campagna di co-marketing che coinvolge undici Paesi
Ryanair, Comune e Prosecco Doc insieme per promuovere la Marca trevigiana A
umentare la conoscenza e la consapevolezza del prodotto turistico trevigiano e posizionare Treviso e il suo territorio fra le mete preferite del turismo internazionale. Questo il principale obiettivo che si pone la partnership siglata fra Comune di Treviso, Ryanair e Consorzio di Tutela del Prosecco Doc, unite per una campagna di comunicazione e di marketing che sarà lanciata sui canali digitali della low cost e orientata ad aumentare le prenotazioni, in particolare nei mesi autunnali e invernali. Il progetto – che sostiene la fase di ripresa e di riapertura dopo le restrizioni della fase acuta della pandemia – coinvolgerà undici paesi (Italia, Francia, Belgio, Spagna, Irlanda, Regno Unito, Germania, Israele, Polonia, Danimarca, Lettonia) e i viaggiatori che consulteranno il sito Ryanair riceveranno contenuti, e-mail e link a pagine dedicate alla destinazione, inclusi articoli e consigli di viaggio nella piattaforma “Try
La compagnia irlandese ha fatto del Canova la sua 15esima base italiana Da Treviso operò per la prima volta nel 1998 e oggi conta 145 voli settimanali Somewhere New” integrata nel sito web della compagnia irlandese, un portale da oltre 600 milioni di visite all’anno, con la bellezza di 14 milioni di utenti potenziali. Numeri che renderanno possibile stimolare la domanda e le prenotazioni indirizzandole verso la Marca trevigiana e il suo capoluogo. Il Comune ha previsto un investimento di 110mila euro per portare a termine la collaborazione. Un investimento necessario per dare un impulso al settore produttivo, come ha spiegato il sindaco Mario Conte in occasione della presentazione della partnership. “Questa campagna rappresenta un valore aggiunto per la città e il coronamento del legame fra Treviso e Ryanair, che proprio a Treviso ha operato il primo volo italiano nel 1998. Treviso – ha detto il primo cittadino – sta crescendo a livello turistico, facendosi cono-
scere per la bellezza e l’eleganza del suo patrimonio architettonico, per le eccellenze enogastronomiche e per l’ampia offerta in termini di esperienze e visite in tutto il territorio della Marca. Siamo felici che Ryanair creda fortemente in Treviso inserendola fra le principali mete italiane”. Altrettanto importante, per Conte, è che dall’aeroporto Canova partano voli verso le principali città e località turistiche europee. L’inverno 2021 include 145 voli settimanali verso 43 destinazioni, incluse le due nuove rotte per Lanzarote e Bucarest, facendo di Treviso la quindicesima base italiana. “Siamo lieti di lanciare questa campagna promozionale congiunta con Treviso e il Consorzio di Tutela del Prosecco DOC in un momento in cui la ripresa del settore aereo è più importante che mai”, ha dichiarato Eddie Wilson, CEO di Ryanair. “Da sempre e in varie forme – ha aggiunto Luca Giavi, direttore generale del Consorzio di Tutela del Prosecco Doc – siamo vicini al nostro territorio e crediamo nelle enormi potenzialità che esso può ancora esprimere anche sul fronte turistico. Con questa iniziativa si compie un ulteriore passo nel percorso di collaborazione da tempo avviato tra l’amministrazione comunale di Treviso e il Consorzio”. Per l’assessore regionale al Turismo Federico Caner si tratta “di una valida iniziativa che si coniuga perfettamente con il piano di co-marketing che la Regione del Veneto sta realizzando in collaborazione con il Gruppo Save e dunque con gli aeroporti veneti di Venezia, Verona e Treviso, per la promozione delle nostre destinazioni turistiche sulle principali compagnie aeree che effettuano tratte di medio e corto raggio”. Francesca D’Agostino
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Eventi
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Diciottesima edizione. La kermesse internazionale si terrà dal 24 al 26 settembre
Settembre, è tempo di TBCF Ritorno “live” con grandi mostre in città I
l Treviso Comic Book Festival diventa maggiorenne. La diciottesima edizione della manifestazione internazionale di illustrazione e fumetto si terrà dal 24 al 26 settembre con un ampio programma di incontri con i big della nona arte e con talenti emergenti, conferenze e workshop. Ma anche concorsi, eventi online e il prestigioso premio Carlo Boscarato. TBCF – parte integrante della rete Treviso Festival e supportato dall’assessorato alle Attività produttive del Comune, con il patrocinio della Provincia con RetEventi, Assindustria Venetocentro e Ascom-Confcommercio – continua a guardare al futuro con impegno, fiducia a slancio, tanto da essere fresco di vittoria a pieni voti del primo bando lanciato dal ministero della Cultura “Promozione Fumetto 2021” per la promozione del fumetto contemporaneo in Italia e all’estero. Un ritorno attesissimo dagli appassionati (lo scorso anno il festival si è te-
Dalle vetrine alle inaugurazioni in presenza, e poi workshop, concorsi, premi e incontri con big internazionali del fumetto e talenti emergenti del territorio nuto esclusivamente da remoto e anche quest’anno la mostramercato non si terrà), che potranno assistere anche a nove mostre in presenza nei palazzi e nelle sedi espositive del centro storico. A preannunciare che settembre è il mese del TCBF, le vetrine degli esercizi pubblici e commerciali della città ormai da settimane illustrate dai fumettisti. Un tocco di vivacità e arte al quale nessun negoziante riesce di anno a rinunciare e che continua da ben undici anni, facendo ormai del capoluogo della Marca la città delle vetrine disegnate. C’è grande attesa per le due esposizioni programmate alla Fondazione Benetton: “Primitivo del futuro” di Davide Toffolo e “Rhythmic space” del noto illustratore veneziano Lucio Schiavon. A
Casa Robegan – Ca’ da Noal le grandi mostre saranno quattro. Due collettive femminili – “Underground” e “Overground” – e “Gigante Osvaldo” della trevigiana Eleonora Simeoni, che da volontaria del festival è diventata illustratrice di fama internazionale. Sempre a Ca’ Robegan il ritorno degli autori stranieri, con “Breakdown Press è diventata grande”, dedicata all’artista visuale inglese
Joe Kessler e al parigino Antoine Cossé. Il binomio musica e fumetto porteranno a ritmo di hip hop il festival al Dump con la mostra “Notorius B.I.G. Sky’s the limit” del trevigiano Paolo Gallina, mentre alla Piola sulle note del rock dialettale si potrà visitare “Rumatera: imbrecanati nello spaziotempo”. Il programma completo è consultabile su trevisocomicbookfestival.it
Giallo Treviso Omaggio ai 100 anni dalla nascita di Sciascia Il museo Bailo, palazzo dei Trecento e il cinema Edera ospiteranno la terza edizione del festival letterario Treviso Giallo, in programma dal 30 settembre al 3 ottobre. Quattro giorni di incontri, tavole rotonde, presentazioni di libri, omaggi a Leonardo Sciascia, Friedrich Durrenmatt e Patricia Highsmith, a cento anni dalla nascita, ma anche lectio magistralis, proiezioni cinematografiche e tanti ospiti: Alessandro Rebecchi, Massimo Carlotto, Cristina Cassar Scalia, Andrea Vitali, Giancarlo De Cataldo, Jean-Paul Delfino, Francois Morlupi, Vera Slepoj, Fulvio Ervas, Gabriella Genisi, Piergiorgio Pulixi, Paolo Roversi, Rosa Teruzzi, Mariolina Venezia e Luca Crovi. Tra le novità di quest’anno la sezione Giallo Kids, dedicata ai bambini con l’obiettivo di sensibilizzarli all’importanza della lettura. Il festival – prenotazione obbligatoria, ingresso con Green Pass e uso della mascherina – organizzato da Accademia Veneta, quest’anno ha ottenuto il patrocinio della Fondazione Leonardo Sciascia. La manifestazione culturale si aprirà proprio con una lectio magistralis su “Leonardo Sciascia e il giallo” di Elvio Guagnini, professore emerito dell’Università di Trieste. Il 30 settembre e il 2 ottobre Treviso Giallo ha organizzato alcuni eventi con presentazione di libri e autori nelle librerie della Marca.
Notizie di Marca
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L’iniziativa. Il presidente della Provincia Marcon spiega le strategie dell’ente di via Cal di Breda
Provincia e MOM insieme con una campagna contro le continue stragi sulle strade P
resentate a inizio settembre le azioni messe in campo della Provincia di Treviso per combattere gli incidenti mortali sulle strade. Sono tre i filoni di azione sui quali si concretizza l’impegno dell’amministrazione provinciale: il primo punto d’azione è costituito dai contributi ai comuni per opere di viabilità; c’è poi una campagna insieme all’azienda di trasporto pubblico Mobilità di Marca - MOM contro l’uso del telefono in auto; e infine la ripresa delle iniziative di sensibilizzazione all’interno delle scuole. “I dati ci dicono che il periodo gennaio-agosto 2019 aveva registrato 41 decessi (il 2020 non è valido ai fini statistici), mentre ora nello stesso arco temporale ne contiamo 43. Un trend in ascesa – spiega il presidente della Provincia di Treviso, Stefano Marcon – che ci preoccupa soprattutto se pensiamo che buona parte degli incidenti mortali è avvenuta dopo maggio, quindi un momento di grande concentrazione, probabilmente dopo l’allentamento delle restrizioni. Ecco perché è necessario individuare più piani di azione e costituire gli stati generali su questa emergenza”. “La Provincia ha messo in campo 5 milioni di euro tra il 2021 e il 2022, stilando una graduatoria in base a criteri precisi di valutazione. In tutto – continua Marcon
L’uso improprio dei dispositivi alla guida è la causa principale degli incidenti mortali
– con i nostri 2,5 milioni di euro del 2021 andremo a co-finanziare 6.947.335 di euro di opere, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza stradale e azzerare i pochi punti neri rimasti. Con l’avanzo di bilancio andremo a finanziare tutti e 70 gli interventi presentati dai comuni, quindi possiamo già dire con serenità che nessuno sarà escluso. Lo faremo con la prossima variazione di bilancio, raggiungendo dunque un totale di 13.246.141 di euro di opere finanziate”. Ma c’è di più. Stefano Marcon spiega che le statistiche degli ultimi tempi dicono che la distrazione dettata dall’uso del telefono alla guida è una delle principali cause, indipendentemente dalla situazione della strada. Ecco perché sui mezzi MOM a breve
comparirà la nuova campagna di sensibilizzazione voluta proprio dalla Provincia di Treviso: “Questo messaggio mi autodistruggerà in… 3 secondi”. Un messaggio forte, “perché è fondamentale capire quanto la distrazione sia causa principale”, spiega il presidente dell’ente di via Cal di Breda. Non finisce qui. “Stiamo predisponendo la ripartenza delle iniziative di sensibilizzazione nelle scuole che in passato, prima che tagliassero i fondi alla Provincia, ci avevano permesso assieme alle altre azioni di dimezzare i decessi stradali. Inizieremo dalle superiori”, conclude Marcon. Non a caso, questi sono stati tra i temi portati dalla Provincia al tavolo in Prefettura lo scorso 8 settembre. Gaia Zuccolotto
L’UNESCO iscrive il Monte Grappa nella Lista delle Riserve di Biosfera Il Monte Grappa è stato iscritto nella Lista delle Riserve di Biosfera MAB UNESCO. Una decisione arrivata dopo un negoziato durato due anni, che porta in totale a venti le riserve italiane. “Un riconoscimento prestigioso che premia la qualità del territorio nella relazione tra uomo e natura, confermando come – ha dichiarato appena appresa la notizia il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia – qui e in tutta la regione il rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema vada di pari passo e in coerenza con lo sviluppo dell’attività umana”. Zaia non ha nascosto la grande sod-
disfazione di vedere ancora una volta in prima fila il Veneto con le sue eccellenze: “Uno scrigno che passo dopo passo sta ricevendo il giusto riconoscimento”. Il plauso è arrivato anche da parte dell’ambasciatore italiano all’UNESCO, Massimo Riccardo, secondo il quale la proclamazione del Monte Grappa “conferma che è possibile e doveroso assicurare il benessere delle comunità e lo sviluppo economico attraverso la preservazione dei valori ecosistemi”. Il negoziato condotto in questi anni dal professor Petrillo non solo ha convinto il Consiglio intergovernativo, all’unanimità,
dell’assoluta qualità e unicità della candidatura del Monte Grappa, ma nella decisione finale ha voluto sottolineare con il sito sia “un laboratorio di idee concrete e innovative” in settori cruciali quali l’economia circolare e la mobilità sostenibile, in piena coerenza con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
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Sport
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Stagione 2021/2022. Tessere “all inclusive” in vendita al Palaverde e al Conè
Dieci anni di storia del volley gialloblù Partita la campagna abbonamenti di Imoco
È
partita la campagna abbonamenti di Imoco, all’insegna del decennale della storia del volley gialloblù. “10 anni di noi!” è lo slogan della stagione 2022/2022, presentata nei giorni scorsi in piazza Cima a Conegliano dai vertici del club alla presenza di capitan Wolosz e delle campionesse d’Europa Sylla, Egonu e De Gennaro. Una campagna fortemente voluta dai presidenti per una “ripartenza” dopo un anno di porte chiuse, con la calibratura sulla disponibilità dei posti, vista la capienza per ora limitata al trentacinque per cento per le normative anti-Covid. Gli abbonamenti alla nuova stagione saranno “all inclusive”, ovvero includeranno tutte le partite di campionato – Regular Season e Play Off – di Coppa Italia e di Champions League (escluse le eventuali “bolle”) che le Pantere disputeranno in casa e non sarà valido per gli eventi non organizzati direttamente dalla società. La prima fase della campagna, fino a venerdì 24 settembre, sarà riservata con priorità ai vecchi abbonati della stagione 2019/2020, che dovranno presentare il tagliando e per i quali non può essere garantito il mantenimento dello stesso posto a sedere, per questioni di distanziamento. La vendita libera invece inizierà lunedì 27 settembre e si concluderà il primo ottobre al Palaverde (nei giorni di martedì e mercoledì dalle 16.30 alle 19) oppure al centro commerciale Conè (nei giorni di lunedì, giovedì e venerdì dalle 16.30 alle 19). Le fasce di prezzo sono state semplificate, eliminando quasi tutte le riduzioni: curva 150 euro (100 per i minorenni), distinti 260, centrali 450, supercentrali 600, sostenitori (con hospitality e posto auto) 900 più Iva. Le nuove regole in vigore per questa stagione prevedono innanzitutto l’ingresso esclusivo con Green Pass, l’utilizzo della mascherina chirurgica e il mantenimento delle distanze di si-
Il presidente Garbellotto: “Capienza al 35%ma guardiamo al futuro con ottimismo Prima o poi torneremo alla normalità” curezza. Il posto acquistato con l’abbonamento rimane invariato per tutte le partite, anche nel caso in cui la capienza del palazzetto venisse aumentata. L’abbonamento sarà nominale e non cedibile a terzi (in caso di contagio è necessario avviare il tracciamento per l’eventuale quarantena) e nel caso in
cui per ragioni sanitarie una o più partite si giocasse a porte chiuse l’abbonato non sarà rimborsato. Per il presidente Piero Garbellotto c’è la gioia di ricominciare a vivere il Palaverde. “È da più di un anno e mezzo che non ci vediamo e guardiamo al futuro con cauto ottimismo, considerato che oggi l’indice di capienza dei palasport è del trentacinque per cento ma quello dei teatri è al cinquanta. La conferenza Stato-Regioni – afferma il numero uno di Imoco Volley – ha votato all’unanimità di alzarla anche per i palazzetti e
la decisione dovrebbe essere ratificata ai primi di ottobre”. Di fronte ai prezzi della nuova stagione, leggermente aumentati, Garbellotto ha fatto chiaramente capire ai tifosi che i costi del Palaverde restano gli stessi sia che la capienza sia al cento per cento che al trentacinque. “Non ci saremo mai sognati di ripartire un costo del genere ai nostri abbonati, ma dopo un anno di traversata nel deserto vi chiediamo questo piccolo atto d’amore per superare la stagione. Prima o poi torneremo alla normalità”.
Padova
Urbs picta
I CICLI PITTORICI DEL XIV SECOLO SONO PATRIMONIO MONDIALE DELL’UMANITÁ
L'
eccezionale valore artistico e storico dei capolavori della “Padova Urbs picta” che hanno rivoluzionato la storia dell’arte adesso sono Patrimonio Mondiale dell’umanità. L’UNESCO non ha avuto dubbi nell’inserire i capolavori realizzati tra il 1305 e il 1397 nella World Heritage List: da Giotto fino a Jacopo da Verona, passando per Guariento, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero da Zevio e Jacopo Avanzi, i grandi cicli affrescati del XIV secolo sono stati riconosciuti al termine di un percorso lunghissimo, durato venticinque anni, e corale. La proclamazione è avvenuta il 24 luglio, nel corso della 44esima sessione estesa del Comitato del Patrimonio Mondiale in programma a Fuzhou, in Cina, con la partecipazione da remoto delle delegazioni di 192 Paesi e una copertura globale in streaming dell’evento. Con un anno di rinvio a causa della pandemia da Covid-19, Padova ha potuto esultare. E con Padova tutta l’Italia, che raggiunge con “Urbs picta” – e con “I Portici di Bologna”, proclamati Patrimonio per il 2021 – nientemeno che 58 siti UNESCO. Non solo: il Veneto diventa la regione italiana con il maggior numero di siti e Padova una delle poche città al mondo a custodirne due. Dal 1997 infatti l’Orto Botanico dell’ateneo patavino, realizzato nel 1545, è stato riconosciuto dall’UNESCO. È il più antico orto del mondo occidentale a conservare ancora la forma e l’ubicazione delle origini, avendo mantenuto intatta per più di cinque secoli la sua missione culturale e scientifica. Un “sito seriale”, quello divenuto Patrimonio Mondiale dell’umanità. “I cicli affrescati padovani illustrano l’importante scambio di idee che esisteva tra i protagonisti del mondo della scienza, della letteratura e delle arti visive nel clima preumanista di Padova all’inizio del XIV secolo. Gli artisti – afferma l’UNESCO – hanno mostrato grande abilità nel dare forma visiva a queste idee e le loro capacità tecniche hanno permesso ai cicli affrescati padovani non solo
di diventare un modello per gli altri, ma anche di dimostrarsi notevolmente resistenti al passare del tempo. Il gruppo di artisti in cerca di innovazione, riuniti a Padova, favorì allo stesso tempo uno scambio di idee e un know-how che portò a un nuovo stile nell’affresco. Questo nuovo stile – si legge nella motivazione – non solo influenzò Padova per tutto il XIV secolo, ma costituì la base ispiratrice per secoli di lavori di affresco nel Rinascimento italiano e oltre. Con questa vera e propria rinascita di una tecnica pittorica antica, Padova ha fornito un nuovo modo di vedere e rappresentare il mondo, annunciando l’avvento della prospettiva rinascimentale. Queste innovazioni segnano una nuova era nella storia dell’arte, producendo un irreversibile cambio di direzione”. Un riconoscimento arrivato grazie al lungo e impegnativo lavoro del Comitato per la candidatura, di cui il Comune di Padova è capofila e composto dagli enti proprietari degli edifici e complessi monumentali che conservano i cicli affrescati: l’Accademia Galileiana di Scienze Lettere e Arti, la Basilica e il Convento di Sant’Antonio, la Delegazione Pontificia e Veneranda Arca del Santo, la Diocesi di Padova. Con la Regione del Veneto e la consulenza scientifica del Ministero della Cultura attraverso l’Ufficio UNESCO, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia, le province di Belluno Padova e Treviso, oltre naturalmente all’Università degli Studi di Padova. Un impegno iniziato nel 1996 e che oggi continua per far conoscere all’Italia e al mondo quanto di prezioso, unico, bello e grande è racchiuso nella Cappella degli Scrovegni, nella Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo agli Eremitani, nel Palazzo della Ragione, nella Cappella della Reggia Carrarese, nel Battistero della Cattedrale, nella Basilica e nel Convento di Sant’Antonio, nell’Oratorio di San Giorgio e in quello di San Michele. Tutti gli otto siti in cui stupirsi ammirando un Patrimonio che non è più solo di una città, ma dell’umanità.
Padova Urbs picta
“FACCIAMO CONOSCERE ALL’ITALIA E AL MONDO IL CENTRO NEVRALGICO DELLA CULTURA DELL’ARTE” 95 ANNI DI STORIA RACCHIUSI IN UN UNICO PERCORSO
L’ O R G O G L I O DEL PRIMO C I T TA D I N O C H E O R A P U N TA A FA R F R U T TA R E SOCIALMENTE ED ECONOMICAMENTE I L R I S U LTAT O FINALE DEL PERCORSO
L'
enorme soddisfazione raggiunta il 24 luglio con la proclamazione ufficiale è stato lo step finale di un percorso lungo e impegnativo. Un percorso che parte dal 1996 e che affronta numerosi ostacoli e cambi di direzione negli anni, che vede un forte senso di coesione tra i cittadini e appartenenza alla città. Da Sindaco la cosa che mi ha reso più orgoglioso è stata la risposta positiva di tutta Padova; non è stato solo il Comune a portare avanti questo percorso, anzi senza la collaborazione con le altre istituzioni cittadine e con tutta la comunità non avremmo raggiunto questo straordinario risultato. Ci tengo quindi anche a ringraziare nuovamente la Regione del Veneto, il Ministero della Cultura, la Chiesa di Padova, la Veneranda Area del Santo, la Basilica e Convento di Sant’Antonio Delegazione Pontificia, l’Accademia Galileiana di Scienze Lettere ed Arti e l’Università degli studi di Padova. Così come il mio grazie va a tutte le realtà, associazioni, categorie del commercio, categorie produttive e singoli cittadini che non hanno
mai smesso di credere in questo progetto. “Padova Urbs picta” rende Padova centro nevralgico della cultura dell’arte italiana, non a caso infatti tutti i principali notiziari e quotidiani del nostro Paese hanno riportato la notizia, così come il Premier Draghi che ha definito il riconoscimento UNESCO «Motivo di gioia e orgoglio per tutto il Paese». Ora l’obiettivo è quello di far fruttare socialmente ed economicamente questo risultato, ci aspettiamo un aumento del 20 per cento del turismo in città, pari a circa trecentomila visitatori in più ogni anno. Le attività commerciali e del turismo del centro storico avranno probabilmente la ricaduta maggiore, ma l’obiettivo è quello di ampliare la scala facendo conoscere tutta la città e le altre zone di interesse di Padova. Le opere d’arte di Padova sono state valorizzate, è necessario mantenerle e proteggerle, ma è anche doveroso farle conoscere a tutta Italia e a tutto il mondo. SERGIO GIORDANI Sindaco della Città di Padova
Il sito seriale “I cicli affrescati del XIV secolo di Padova” ha numeri importanti. A partire dai componenti, che sono quattro: Scrovegni ed Eremitani; Cittadella antoniana; Palazzo della Ragione, Reggia, Battistero e le loro piazze; San Michele. Sono 19,96 gli ettari di “core zone” UNESCO, mentre 530 quelli di “buffer zone”. In un unico percorso sono condensati la bellezza di 95 anni di storia dell’arte. Il visitatore che andrà alla scoperta della “Padova Urbs picta” dovrà programmare la visita a ben otto luoghi (Cappella degli Scrovegni, Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo agli Eremitani, Palazzo della Ragione, Battistero della Cattedrale, Cappella della Reggia Carrarese, Basilica e Convento del Santo, Oratorio di San Giorgio, Oratorio di San Michele) per un totale di 3.694 metri quadrati di pareti affrescate da sei artisti: Giotto, Guariento, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero da Zevio, Jacopo Avanzi, Jacopo da Verona. Il cammino della candidatura che ha portato all’inserimento di Padova nella World Heritage List dell’UNESCO è stato un percorso di partecipazione che ha visto il coinvolgimento nei “Tavoli delle idee” di 100 associazioni e privati cittadini. I partner del progetto sono nove: il Comune di Padova; l’Accademia Galileiana di Scienze, Lettere e Arti; la Basilica e il Convento di Sant’Antonio – Delegazione Pontificia; la Veneranda Arca del Santo; la Diocesi di Padova; l’Università degli Studi di Padova; la Soprintendenza; il Ministero della Cultura; la Regione del Veneto.
Padova Urbs picta
“NEL ‘300 LA CITTÀ CON I GRANDI CICLI AFFRESCATI ANTICIPA IL RINASCIMENTO E INVENTA LA POLITICA CULTURALE” UN CAMMINO LUNGO 25 ANNI
L’A S S E S S O R E A L L A C U LT U R A D E L C O M U N E D I PA D O VA INQUADRA I SITI UNESCO NEL CONTESTO STORICO D E L L’ E P O C A E A N A L I Z Z A LE RICADUTE DEL RICONOSCIMENTO
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n grande storico come Jacques Le Goff non aveva dubbi. Nel 1986 scrisse che, guardando alla Padova del Trecento, gli sorgeva spontaneo un dubbio: è mai esistito il medioevo? Molte delle cose che siamo soliti chiamare Rinascimento, aggiungeva infatti, già vi accadevano. L'astrario del Dondi, l'illusionismo prospettico di Altichiero sono solo alcuni esempi di come la Padova della Signoria Carrarese ci accompagnava già, almeno con un piede, dentro al Rinascimento. Eppure il Trecento padovano era stato come rimosso, alla stregua della sua Signoria, i Carraresi, condannati alla damnatio memoriae da Venezia, di cui erano stati nemici mortali. Quando 20 anni fa si iniziò a recuperare il Trecento padovano, a ragione si parlò di identità in frantumi. Non è stata un'operazione semplice e indolore, così come non si è trattato di un processo di reinvenzione del passato, ma di un lavoro di ricucitura di una trama identitaria lacerata, di cui la rovina del Castello carrarese era il simbolo più evidente. Il compianto Gigi Vasoin, già in un suo libro del 1994 sulla Signoria Carrarese, proponeva uno specifico itinerario tra i luoghi del Trecento padovano: proprio gli 8 siti che oggi costituiscono la Urbs picta. L'ambito riconoscimento di Padova quale patrimonio Unesco per i suoi cicli affrescati è il risultato di un lavoro corale, che ha coinvolto diverse generazioni di padovani, almeno sin dalla fine del Settecento. Nel pantheon degli eroi dell’Urbs picta possiamo collocare molte personalità: il nobile Soranzo, che verso la fine del Settecento, impedì la distruzione dell'Oratorio di San Michele, il Professor Floriano Caldani, prestigioso docente di anatomia nel nostro Ateneo, che si batté perché le tombe carraresi, realizzate da Andriolo de' Santi e da Guariento non venissero distrutte seguendo la medesima triste sorte della Chiesa di S. Agostino; per non dire di Pietro Selvatico, di Levi Civita, di Antonio Tolomei intellettuali
e politici cui si deve il salvataggio nell'Ottocento della Cappella Scrovegni, o ancora di Ernest Forster, pittore e studioso tedesco che ripulì l'Oratorio di San Giorgio dalla polvere delle candele che avevano oscurato il capolavoro di Altichiero. Oggi Padova, finalmente, si riconcilia con la sua storia più profonda, quella che ne ha forgiato lo spazio urbano in modo indelebile. Nel mentre si chiude la pratica Unesco, sono in essere due cantieri importanti, quello del Castello e quello della caserma Piave, dove un tempo sorgeva la splendida chiesa di S. Agostino, primo mausoleo urbano della Signoria. Una sorta di nemesi storica: riemergono assieme i cicli affrescati e gli altri due luoghi che hanno marcato la Padova del Trecento. Come un puzzle dove il quadro si ricompone, restituendoci una città capitale culturale e artistica del Trecento. Una città che, come sottolinea la grande storiografia medievalista, aveva inventato la politica dell'immagine: la finalità autocelebrativa era evidente, ma grazie a questa in città vennero chiamati i principali artisti di quel secolo, che realizzarono dei capolavori assoluti. Non solo la Cappella degli Scrovegni di Giotto, ma opere quali il Battistero del Duomo di Giusto de' Menabuoi, con la più poetica annunciazione dell'intero Trecento, o l'Oratorio di San Giorgio di Altichiero, uno spazio dove la prospettiva e il realismo raggiungono vette elevatissime. Tutto ciò avrà implicazioni profonde sulle future politiche della cultura e sulla gestione dei flussi turistici: abbiamo una grande responsabilità, in quanto detentori di un patrimonio unico e irripetibile, che dovremo sì valorizzare, ma anche e soprattutto proteggere e tutelare. Oggi Padova entra a pieno titolo nel nucleo ristretto delle grandi città d'arte europee, coronando il suo sogno trecentesco di configurarsi come città "meravejosa": un vero e proprio motivo di orgoglio per noi padovani tutti. ANDREA COLASIO
APP E BIGLIETTO UNICO PER I VISITATORI “Padova Urbs picta” è l’applicazione ufficiale per smartphone per immergersi nella città del Trecento: interazione di immagini, testi, mappe, racconti e musica, uno strumento di arricchimento e guida, con la possibilità di visualizzare e ascoltare la narrazione dei contenuti di approfondimento sui vari siti. La app è stata creata per il Comune di Padova dalla startup Meeple dell’ateneo patavino con il contributo della Regione del Veneto e di DoIT Viaggi. Con la “Padova Urbs picta Card” i visitatori avranno a disposizione un biglietto unico per tutti i luoghi del sito. Per i turisti la card potrà avere validità 48 o 72 ore – al costo rispettivamente di 28 e 35 euro – e include nel prezzo l’utilizzo dei mezzi pubblici. Per i residenti della provincia di Padova è disponibile una card della durata di 6 mesi al costo di 25 euro (l’utilizzo dei mezzi pubblici non è compreso). Questo biglietto unico può essere acquistato sia in formato fisico che digitale e viene venduto alla biglietteria dei Musei Civici, attraverso il sito web della Cappella degli Scrovegni www.cappelladegliscrovegni.it, tramite il Contact Center +39 049 2010020 e ai punti IAT della città.
1996 – Il Ministero per i Beni Culturali propone la candidatura della Cappella degli Scrovegni alla World Heritage List. 2006 – La Cappella degli Scrovegni viene inserita nella Tentative List italiana della World Heritage List dell'UNESCO. 2009-2010 – Si fa strada l’idea di estendere la candidatura ad altri luoghi della città che conservano cicli affrescati trecenteschi. 2012 – Inizia il percorso di candidatura del sito seriale “Padova Urbs picta. Giotto, la Cappella degli Scrovegni e i cicli pittorici del Trecento”. 2014 – Vengono coinvolti nel lavoro i rappresentanti degli enti inclusi nella candidatura seriale (Accademia Galileiana di Scienze, Lettere e Arti; Basilica del Santo – Delegazione Pontificia – Veneranda Arca del Santo; Diocesi di Padova) con la consulenza scientifica del Ministero per i Beni Culturali e l'Università di Padova. 2016 – La candidatura viene inserita nella Tentative List. I responsabili dei siti e degli enti che prestano la loro collaborazione scientifica sottoscrivono il modulo di adesione al Comitato Promotore del Progetto “Padova Urbs picta. Giotto, la Cappella degli Scrovegni e i cicli pittorici del Trecento” 2019 – Il 24 gennaio il Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO ha deliberato che “Padova Urbs picta. Giotto, La Cappella degli Scrovegni e i cicli pittorici del Trecento” sarebbe stata la candidatura italiana per la Lista del Patrimonio Mondiale nel ciclo di valutazione 2019-2020, con esito finale da parte del Comitato del Patrimonio Mondiale a giugnoluglio 2020. Inizia il processo di valutazione con l'invio del dossier al Centro del Patrimonio Mondiale, la visita dell'ispettore ICOMOS per verificare i cicli affrescati candidati e, a novembre, il meeting panel a Parigi. 2020 – La 44a sessione del Patrimonio Mondiale viene estesa al 2021 a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19, 24 LUGLIO 2021 – Iscrizione alla World Heritage List dell’UNESCO.
Padova Urbs picta
ALLA SCOPERTA DI GIOTTO, MA NON SOLO GLI OTTO LUOGHI DELLA PADOVA DEL ‘300 GUIDA AL “SITO SERIALE” DELL’UNESCO » 1 CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI È il monumento capofila della candidatura. Rappresenta l’opera ad affresco meglio conservata di Giotto e il suo capolavoro. Scene della vita di Cristo e della Vergine, figure di profeti e allegorie scorrono all’interno di cornici geometriche sotto il cielo stellato blu della volta, mentre le figure allegoriche di vizi e virtù accompagnano il visitatore alla visione del maestoso Giudizio Universale.
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» 3 PALAZZO DELLA RAGIONE Il più grande salone pensile d’Europa, famoso per la sua architettura con la caratteristica copertura a carena di nave rovesciata, conserva significative testimonianze di pitture murali trecentesche. I dipinti che oggi si possono ammirare riprendono soggetti astrologici complessi, collegati al tema della giustizia divina e terrena, che si amministrava in quella sede, secondo l’impostazione originale del ciclo giottesco, ispirato da Pietro d’Abano.
» 4 BATTISTERO DEL DUOMO In questo luogo si trova un’importante testimonianza di committenza femminile. È quella che fece Fina de’ Buzzaccarini – moglie di Francesco il Vecchio da Carrara, signore di Padova – al pittore di corte Giusto de’ Menabuoi, che realizza il suo massimo capolavoro. In uno spazio di non grandi dimensioni inserisce scene e figure dell’Antico e del Nuovo Testamento, che trovano la loro apoteosi nella splendida figura del Cristo benedicente al centro della cupola con il Paradiso.
Testimonianza stupefacente di quanto la storia ci consegni della Reggia dei Carraresi con i suoi affreschi dipinti da Guariento prima del 1354. Il ciclo narra storie bibliche dove l’intervento degli angeli è stato determinante per la salvezza dell’uomo e per il suo rapporto con il divino. Si tratta di affreschi di grande eleganza che testimoniano la ricchezza della vita di corte nel Trecento.
» 6 BASILICA E CONVENTO DEL SANTO
» 2 CHIESA DEI SANTI FILIPPO E GIACOMO AGLI EREMITANI Nel presbiterio è conservato un ciclo pittorico ad affresco, commissionato a Guariento tra il 1361 e il 1365, con le storie dei Santi Filippo, Giacomo e Agostino e con monocromi raffiguranti i pianeti e le sette età dell’uomo. Dopo i gravi danni subiti dalla chiesa durante la Seconda Guerra Mondiale, restano ancora tracce significative dell’attività di Guariento nella Cappella di Sant’Antonio e di Giusto de’ Menabuoi nella Cappella Cortellieri.
» 5 CAPPELLA DELLA REGGIA CARRARESE
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Meta di milioni di pellegrini ogni anno, luogo di culto internazionale, è anche un monumento imprescindibile per la storia dell’architettura e dell’arte, in particolare per la pittura del Trecento. All’interno della Basilica si conservano gli affreschi di Giotto. Nella Cappella della Madonna Mora, nella Cappella delle Benedizioni e nella Sala del Capitolo, di Giusto de’ Menabuoi. Nella Cappella del Beato Luca Belludi, di Altichiero da Zevio. Mentre nella Cappella di San Giacomo sono conservati gli affreschi di Jacopo Avanzi.
» 7 ORATORIO DI SAN GIORGIO Costruito nel 1377, venne dipinto da Altichiero da Zevio per i Marchesi Lupi di Soragna come mausoleo di famiglia. Conserva all’interno ancora intatta la decorazione ad affresco che ne ricopre interamente le pareti con le storie della vita di Cristo, di San Giorgio, di Santa Caterina d’Alessandria e di Santa Lucia, ma non manca la presenza di personalità della famiglia Lupi, celebrate nella loro nobiltà.
» 8 ORATORIO DI SAN MICHELE Sulle fondamenta di un precedente edificio sacro di origine longobarda, la cappella venne fatta costruire dall’importante famiglia padovana de Bovi, che la fece completamente decorare ad affresco da Jacopo da Verona, che aveva lavorato già nel cantiere di Altichiero da Zevio nell’Oratorio di San Giorgio. Le storie evangeliche s’intrecciano con episodi della vita quotidiana e con ritratti di personaggi di prestigio della Padova del Trecento.
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Innovazione. Nasce Tech4Life, la rete che mette a sistema le maggiori realtà regionali
La tecnologia robotica a servizio della medicina P
assa attraverso il grande tema della salute una delle sfide oggi più alte per il mondo dell’innovazione e, pure, delle amministrazioni pubbliche. A esserne convinto Roberto Marcato, assessore regionale allo Sviluppo economico e all’Innovazione, anima e motore di Tech4Life, la rete innovativa del biomedicale, la ventunesima istituita in Veneto, interamente dedicata alla realizzazione di progetti nel campo della ricerca industriale di nuove tecnologie robotiche in ambito sanitario e per lo sviluppo di dispositivi medici che abbiano come obiettivo il miglioramento di salute e benessere delle persone. Un progetto fortemente voluto dalla Regione, in prima linea proprio Marcato, che ha chiamato a raccolta Università venete e imprese attraverso Confindustria. “Sono 58 i protagonisti della nuova rete che mette a sistema le maggiori realtà regionali attive nell’innovazione tecnologica legata al benessere e alla salute – spiega l’assessore –: 38 piccole e medie aziende e 10 grandi imprese dell’industria biotecnologica, 7 Dipartimenti universitari degli atenei di Verona, Padova, Venezia (Ca’ Foscari), una Digital Innovation Hub e un’ associazione di categoria, Confindustria. La Regione ci mette le risorse, la rete d’imprese svilupperà gli strumenti. Abbiamo messo in campo il meglio per affrontare una sfida che nessuno si
sarebbe mai aspettato e alla quale non potevamo certo sottrarci. In tre anni abbiamo investito 97 milioni di euro per reti innovative, la pandemia ci ha imposto un salto di qualità con l’avvio di un nuovo network. Tech4Life è la risposta tutto questo, vale a dire all’imperativo di dare riposte immediate e di assoluta eccellenza a un cambiamento che chiede di essere, piaccia o no, governato”. Di cosa si occuperà, nel concreto, la nuova rete nata su iniziativa di Confindustria Verona, Veneto Centro e regionale? “Promuoverà la realizzazione di progetti nel campo della ricerca industriale di nuove tecnologie
Sono 58 i protagonisti tra imprese e dipartimenti universitari. Marcato: “In tre anni abbiamo investito 97 milioni, la pandemia ci ha imposto un salto di qualità” robotiche in ambito sanitario e per lo sviluppo di dispositivi medici rivolti al miglioramento del benessere della persona – illustra Marcato –. Entrando nel dettaglio, particolare attenzione sarà rivolta agli ambienti di cura pubblici e privati con riferimento al monitoraggio da remoto di casi cronici e ai temi legati alla telemedicina, la valutazione rapida delle condizioni del paziente, l’accesso semplificato
alle prestazioni sanitarie oltre all’efficientamento delle piattaforme per l’identità digitale del paziente come chiave di accesso alla digitalizzazione delle interfacce di comunicazione degli istituti ospedalieri pubblici e privati con gli utenti. Svilupperà i temi dell’assistenza, per una vita indipendente e migliorata, sfruttando le potenzialità tecniche della medicina rigenerativa, predittiva e personalizzata”. La Regione sta lavorando già dalla precedente programmazione 20142020 per supportare il tessuto imprenditoriale nell’affrontare le sfide che l’Europa aveva fatto proprie in epoca pre Covid. Tra queste: rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologi-
L’intervento Giacomo Possamai chiede un cambio di rotta
“Consumo di suolo, mettiamo un freno al cemento” “Nonostante la Regione Veneto nel 2017 abbia approvato la legge n.14 per il “contenimento del consumo di suolo”, continuiamo ad essere tra le regioni peggiori d’Italia”. Così Giacomo Possamai, consigliere regionale del Partito Democratico, di fronte ai dati del recente rapporto Ispra. Con 217.744 ettari totali sottratti alla campagna, di cui 682 solo nel 2020, il Veneto si piazza subito dopo la Lombardia, un dato che sta facendo discutere. “Segno che quella legge davvero non funziona - aggiunge Possamai - e che non basta. E segno, soprattutto, che è necessario un cambio di mentalità prima e di rotta poi, che dimostri una volta per tutte che la Regione ha a cuore
il tema e non si volta dall’altra parte di fronte ad un problema enorme”. Il consigliere ricorda che la lotta alla cementificazione è fra le priorità e si inserisce nel più ampio contesto della tutela dell’ambiente e del contrasto ai cambiamenti climatici, le vere sfide del presente e futuro. Ricorda anche le proteste degli agricoltori, visto che nel conto del terreno consumato c’è anche tanto suolo agricolo, compreso quello occupato per impianti fotovoltaici a terra. E ancora: i sempre più frequenti fenomeni di grave maltempo che colpiscono il territorio trovano gioco facile nel provocare danni se la terra è oggetto di una cementificazione senza freni. Non da ultimo,
le opportunità legate alla rigenerazione degli edifici, dagli ingenti contributi statali rivolti agli enti locali ai bonus nel settore dell’edilizia destinati ai privati, offrono un’occasione straordinaria per restituire vita alle tantissime costruzioni vetuste. “Sorge spontaneo chiedersi come mai in Veneto si continui a divorare suolo ogni anno continua Possamai - quando vi sono sparsi sul territorio migliaia di capannoni abbandonati ed intere aree industriali dismesse che potrebbero essere tranquillamente riqualificati e resi nuovamente utilizzabili, anche per accogliere, quei pannelli fotovoltaici che si moltiplicano inspiegabilmente su suolo coltivato”.
co e l’innovazione. Oggi il supporto continua attraverso una nuova programmazione 2021-2027 che punta a guidare il mondo produttivo verso un’ economia innovativa, intelligente e verde. “Nel triennio, per le 20 reti riconosciute dalla giunta regionale tra 2016 e 2020, abbiamo messo in campo 56 milioni di euro, quindi 8,5 milioni di euro dalle Università e 32,4 dalle imprese. Ciò significa che, in totale – conclude l’assessore Marcato –, il Veneto ha investito 97 milioni di euro in tre anni per sostenere ricerca e innovazione delle nostre aziende che, come sappiamo bene, sono in prevalenza piccole e medie imprese”. Nicoletta Masetto
Regione
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Turismo. Confortanti i primi dati su arrivi e presenze in Veneto, il punto al G20 delle spiagge a Jesolo
“Ad agosto tutto esaurito al mare, milioni di presenze sulle coste”
L’assessore Caner: “fondi raddoppiati con la nuova programmazione”. Calzavara fa il punto sulle concessioni demaniali e coinvolge le destinazioni turistiche
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ra nazionale, in ambito turistico, dopo il blocco della pandemia, che ci consente di fare delle riflessioni importanti sul mondo del turismo – continua Caner -. Il Covid ha evidenziato alcune criticità nel modello di sviluppo delle destinazioni balneari e, di conseguenza, ha accelerato alcune riflessioni. Ragionamenti che saranno al centro del nuovo piano strategico del turismo regionale”. L’innovazione di prodotto, tema che continua ad essere centrale per superare determinati paradigmi di maturazione delle destinazioni, ma anche la valorizzazione dell’accoglienza e del capitale umano e una spinta dell’offerta sul digitale, diventano oggi le chiavi di lettura per ritornare a essere competitivi a livello internazionale. “Grazie alla comunicazione e alla promozione dobbiamo essere capaci di trasferire questi valori nell’offerta turistica regionale per rigenerare l’incoming nelle nostre destinazioni”, conclude l’assessore al turismo. Altro tema toccato dal G20 è quello, delicatissimo e controverso, della gestione delle spiagge, patrimonio demaniale, al centro
’ il turismo balneare a trascinare la ripresa del settore in buona parte del Veneto. La conferma arriva dalla quarta edizione del G20 delle spiagge, il summit delle destinazioni balneari italiane con almeno 1 milione di presenze turistiche annue, ospitato quest’anno a Jesolo. “Oggi, nella seconda estate ai tempi del Covid, gli arrivi e le presenze ci lasciano ben sperare. – afferma l’assessore al Turismo Federico Caner - Sulla costa veneta, in montagna ma anche al lago abbiamo raggiunto percentuali importanti (con tassi di occupazione che hanno sfiorato il 97% nel periodo di ferragosto) che segnano la ripresa del comparto. Oggi le presenze domestiche rappresentano una percentuale importante nella bilancia turistica Veneta, con un livello di soddisfazione percepita che supera l’88% rispetto ai dati del 2020. Il primo semestre 2021, periodo che non tiene dunque conto del boom dei mesi clou dell’estate e con un giugno ancora in parte interessato dalle limitazioni imposte dalla pandemia, si chiude con 2,8 milioni di arrivi
e più di 10,5 milioni di presenze. Flussi che garantiscono una boccata di ossigeno a tutti i comprensori turistici. Fino a giugno, nei 120 km di costa Veneta abbiamo raggiunto i 4 milioni di presenze e credo che, grazie anche a questo momento di confronto con le altre destinazioni balneari, oggi più che mai, sia necessario guardare con ottimismo a questa ripartenza, puntando anche sul tema della sicurezza. Dobbiamo essere bravi a reagire e, insieme, cercare di andare il più lontano possibile per gettare le basi del futuro delle nostre realtà turistiche”. L’assessore ha anche indicato le linee strategiche che il Veneto intende perseguire per definire il futuro della politica turistica regionale: “Blu economy, utilizzo dei fondi Next Generation EU e nuova programmazione comunitaria, con fondi raddoppiati rispetto al passato per un importo complessivo pari al miliardo di euro da utilizzare anche nel comparto turistico, per investimenti nel ricettivo e valorizzare il capitale umano”. “Questo summit rappresenta di fatto il primo evento di caratu-
“Otto infermieri che si turnano ogni 100 ospiti, la cui età media è di 85 anni, attrezzature sanitarie spesso inadeguate. Sono solo la punta dell’iceberg di una miriade di criticità riscontrate nelle 355 Rsa venete e che la pandemia non ha fatto altro che acuire”. Il Portavoce dell’Opposizione in Consiglio regionale, Arturo Lorenzoni, chiede “senza spirito polemico, ma in maniera costruttiva” la ripresa di un confronto in Regione sulla riforma delle Ipab, ferma addi-
Autonomia. La richiesta di Arturo Lorenzoni, portavoce dell’opposizione in Consiglio Regionale
Francesco Calzavara e Federico Caner
della discussa direttiva europea Bolkestein. Il demanio, nella prima regione italiana per numero di arrivi e presenze, rappresenta una leva strategica all’interno dell’offerta turistica Veneta. “Gli elementi di incertezza che stiamo vivendo da 17 anni, -sottolinea l’asessore regionale al Demanio Francesco Calzavara - e che interessano direttamente le concessioni balneari della costa Veneta, devono suggerire alle pubbliche amministrazioni e agli imprenditori dei percorsi per ripensare alla spiaggia non più solo come luogo di balneazione ma come prodotto turistico integrato nel territorio”. Nella speranza che la normativa italiana abbia forza rispetto alle richieste di chiarimento da parte della Comunità Europea, è comunque auspicabi-
“Riprendiamo il confronto sulla riforma delle Ipab” rittura dal 2000. “È prevista da una legge dello Stato di due decenni fa – commenta – il ritardo dell’amministrazione regionale al riguardo è incommensurabile”. Peraltro, aggiunge lo stesso Lorenzoni, non basta il mero accreditamento, “ma delle iniziative finalizzate a controlli costanti all’interno di queste
strutture, cui i famigliari degli assistiti ripongono massima fiducia”. Oggi, di fatto, le Rsa ospitano quasi esclusivamente anziani non autosufficienti e con patologie invalidanti; ragion per cui sono sensibilmente aumentate le attività e le prestazioni di carattere sanitario. “Tale evoluzione non è sempre
stata accompagnata da interventi concreti ed efficaci finalizzati a migliorare le procedure, le normative e i servizi”. Ecco perché è urgentissima la ripresa di un confronto: “L’attuale contesto ci impone di avere uno sguardo lungimirante. A questo riguardo le Ipab sono destinate a venire trasformate in Centri
le intraprendere percorsi virtuosi, che non siano solo a macchia di leopardo. Calzavara ritiene che “le sedici Organizzazioni di Gestione della Destinazione previste dalla nostra legge turistica, possano in futuro giocare un ruolo chiave nella definizione dell’evoluzione corretta della destinazione balneare come realtà turistica e molti progetti che stiamo portando avanti cvanno proprio in questa direzione-. Come il concetto allargato di destinazione, che si potrà estendere all’insieme delle località balneari venete, ma anche a quelle del Friuli Venezia Giulia e dell’Emilia Romagna. Un’idea di modello di sviluppo turistico sostenibile dell’Alto Adriatico (Obere Adria) che sta già evolvendo rispetto ai decenni precedenti”.
servizi organicamente inseriti nella filiera dei servizi sociosanitari e socio-assistenziali a livello territoriale. Fra le misure concrete, ad esempio, dovrebbe essere presente un medico h24”. Nell’ambito della riforma, infine, “potrebbero rientrare una serie di interventi relativi all’assistenza domiciliare, reale alternativa alle medesime strutture residenziali. Noi, come gruppi di opposizione, ci stiamo ad un dialogo senza pregiudizi”.
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Politica. Parla Alberto Stefani, coordinatore regionale in Veneto
“La Lega continua a crescere sul territorio e a raccogliere consensi fra gli amministratori”
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n Veneto ben quattordici sindaci, una media di due al mese, e quaranta amministratori locali hanno deciso di iscriversi alla Lega nel 2021. Il nostro è un partito in salute, cresciamo giorno per giorno ovunque, dalle grandi città fino alle realtà periferiche che ci stanno regalando soddisfazioni inaspettate in termini di risultati”. È un bilancio positivo quello tracciato da Alberto Stefani, coordinatore regionale della Lega del Veneto (la nomina a Natale 2020, l’insediamento effettivo a gennaio di quest’anno). Parlamentare e sindaco di Borgoricco, Stefani è partito, giovanissimo militante, dalla base per arrivare ai vertici. “Non è un caso che dal territorio sia iniziato anche il mio lavoro di coordinatore regionale della Lega in Veneto – spiega –. La base è la nostra “anima” autentica, quella più vera. Il territorio è il nostro primo, prezioso e insostituibile interlocutore. Tutte le settimane incontro militanti, sindaci, amministratori e tanti cittadini che sempre più si riconoscono nel nostro partito, nei nostri ideali, nel nostro modo di operare. La prima uscita? In Polesine. L’ultima, solo qualche giorno fa, nel Bellunese”. Un “viaggio” nelle sezioni, poco meno di
quattrocento, che ha portato Stefani in tutte le province del Veneto. “Il contatto con le persone, le relazioni, il confronto, la conoscenza dei territori e delle problematiche che i nostri sindaci e amministratori si trovano ad affrontare sono la “cifra” del nostro partito, il tratto distintivo, quello per il quale le persone ci scelgono e ci danno fiducia – aggiunge il coordinatore –. L’altro marchio, riconosciuto sul campo, è la buona amministrazione. Quando siamo al governo, di realtà importanti come di piccole realtà, non ci batte nessuno. La Lega è il contenitore naturale della buona amministrazione”. Il coordinatore ha visitato più della metà delle quasi quattrocento sezioni della Lega in Veneto, le rimanenti nei prossimi mesi. “La politica non si fa nelle stanze dei bottoni, bensì fuori, in mezzo alla gente – prosegue –. Se vuoi capire come e cosa sta cambiando devi uscire, ascoltare e dare riposte. È quello che stiamo facendo, ad esempio, con i nostri gazebo presenti in maniera capillare sul territorio grazie ai nostri militanti e, in queste settimane, nelle sfide elettorali”. In Veneto sono oltre 140 i sindaci leghisti e numerose le amministrazioni in cui la Lega
è in maggioranza. La prossima sfida si giocherà ora nei circa 80 Comuni (una decina sopra i 15 mila abitanti) in cui si andrà al voto a ottobre. “Una presenza che, a partire dalle prossime amministrative, vorremmo incrementare – auspica Stefani –. Dalla nostra, un trend che ci fa guardare al futuro con entusiasmo e sempre maggiore energia e passione: in questi mesi, in Veneto, è in vertiginosa crescita il numero di giovani che hanno aderito alla Lega o che comunque partecipano alle nostre iniziative. E se il buongiorno si vede dal mattino …”. Nel 2022 in calendario alcune tra le sfide elettorali più importanti: Padova, Verona, Belluno. “Siamo al lavoro per mettere insieme squadre che siano il volto migliore della città che rappresentano. Nomi, storie, esperienze di spessore e di valore, dal volontariato alle professioni, nelle quali la gente possa riconoscersi e alle quali affidare la buona amministrazione non del domani o del dopodomani, ma dei prossimi cinquant’anni. Prima dei nomi vengono i progetti, sia chiaro. È questo il senso del nostro impegno per Padova, città che merita di sognare in grande. Una visione capace finalmente di andare
oltre l’ordinaria amministrazione, pure questa spesso mancata”. Una battuta finale sulle divisioni interne al partito. “La Lega è sempre stata una, lo è anche ora. Noi guardiamo avanti, non abbiamo tempo per le chiacchiere o per chi vorrebbe dividere”. Nicoletta Masetto
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SETTEMBRE 2021
Salute Vaccini anti Covid
Un vademecum dell’Istituto superiore di sanità contro le fake news
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“Bufale” e vaccini, le risposte che fanno chiarezza Vaccinazioni anti Covid, a Treviso un ambulatorio per rassicurare i genitori a pag 38
Covid 19, possibile la diagnosi dai campioni di saliva lasciata sui rifiuti a pag 39
ufale” e vaccini, le risposte che fanno chiarezza. I vaccini anti Covid causano il contagio, sono sperimentali, non si conoscono ancora gli effetti a breve e lungo termine, modificano il nostro Dna… Sono molte le fake news che circolano sul tema, per questo motivo il Gruppo Vaccini dell’Istituto superiore di Sanità ha pubblicato sul proprio sito web un vademecum con le risposte alle “bufale” più diffuse che si sentono in giro e si trovano in rete, allo scopo di fare un po’ di chiarezza. “Non si conoscono gli effetti a breve e lungo termine, i vaccini sono stati prodotti troppo velocemente e le uniche informazioni vengono dalle aziende”. Il sistema di farmacovigilanza per i vaccini contro il SarsCov-2 è lo stesso di tutti gli altri farmaci e vaccini già approvati in precedenza. Dopo i risultati degli studi autorizzativi effettuati su decine di migliaia di individui di diversa età, che sono stati condotti anche in questo caso, vengono raccolte le segnalazioni dalle agenzie regolatorie nazionali e internazionali di possibili eventi avversi temporalmente correlate con la vaccinazione. In caso vengano evidenziati eventi avversi non manifestatisi durante gli studi autorizzativi, se dopo un’indagine approfondita viene sospettata o dimostrata una relazione causale con la vaccinazione, vengono aggiunti all’elenco delle reazioni avverse e che sono elencate nelle schede informative dei vari vaccini (farmacovigilanza post marketing). Prosegue alla pag. seguente
La sfida contro lo stress in ambiente di lavoro a pag 40
Salute
38 Vaccinazioni anti Covid e giovanissimi
A Treviso un ambulatorio per rassicurare i genitori
V
accinare i più giovani, quelli dai 12 ai 18 anni, quelli che rientrano a scuola, che tornano a praticare sport e che vogliono continuare ad incontrare gli amici. Sono molti i ragazzi che sono propensi a vaccinarsi ma che talvolta incontrano le resistenze dei genitori, timorosi sui possibili rischi della vaccinazione anti Covid. E spesso capita che siano gli stessi ragazzi a ricorrere all’aiuto dei sanitari per rassicurare genitori titubanti o addirittura contrari per timore degli effetti collaterali. Per fugare dunque i dubbi dei genitori sulla vaccinazione contro il Covid-19 nei bambini e nei ragazzi, l’Ulss 2 Marca Trevigiana ha deciso di attivare presso l’Unità Operativa di Pediatria dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso un nuovo Ambulatorio dedicato. “L’Ambulatorio – spiega il primario del reparto, Stefano Martelossi – avrà l’obiettivo di fornire informazioni e consulenze riguardo alle vaccinazioni anti-Covid nell’età 12-18 anni. E’ attivo a partire dallo scorso 24 agosto
e sarà operativo tutti i martedì dalle 16 alle 18”. A disposizione dei genitori, per rispondere ai quesiti, fugare possibili dubbi, valutare eventuali casi particolari, ci sarà il primario Martelossi: l’accesso all’Ambulatorio sarà subordinato alla prenotazione che potrà essere richiesta alla segreteria della Pediatria, telefono 0422-322263, dalle 8.30-15.00. “L’ambulatorio che è stato attivato al Ca’ Foncello dal primario Martelossi – sottolinea il direttore generale, Francesco Benazzi - sarà un utile strumento a disposizione delle famiglie che hanno qualche dubbio circa l’importanza della vaccinazione dei propri figli. Andrà ad affiancarsi all’importante lavoro che, sul tema, stanno già facendo i pediatri di libera scelta sul territorio. Colgo l’occasione per ricordare ai ragazzi e alle loro famiglie il ruolo della vaccinazione, sia in termini di prevenzione della malattia e del contagio, sia per permettere ai nostri ragazzi il ritorno a scuola in presenza senza correre rischi”.
L’Ulss 2 Marca Trevigiana ha attivato un servizio a disposizione per rispondere a quesiti, fugare dubbi, valutare casi particolari
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Vaccini anti Covid
Un vademecum dell’Iss contro le fake news “I vaccini anti Covid sono sperimentali” Con il termine vaccini (o in generale farmaci) sperimentali ci si riferisce a farmaci non ancora autorizzati all’immissione in commercio. Questo non è il caso dei vaccini per Covid-19, il cui uso clinico è stato regolarmente autorizzato dall’Ema. Nel caso dei vaccini anti Covid-19 il processo di sviluppo ha subito un’accelerazione senza precedenti a livello globale, tuttavia come riporta la stessa Ema sul proprio sito “un’autorizzazione condizionata garantisce che il vaccino approvato soddisfi i rigorosi criteri Ue di sicurezza, efficacia e qualità e che sia prodotto e controllato in stabilimenti approvati e certificati in linea con gli standard farmaceutici compatibili con una commercializzazione su larga scala”. “I vaccini provocano l’infezione” I vaccini attualmente in uso in Italia usano la tecnologia a mRNA(Pfizer-Biontech e Moderna) e quella a vettore virale (Astrazeneca e Janssen). In entrambi i casi si introducono nell’organismo le “istruzioni” per produrre frammenti della proteina che il virus usa per “agganciare” la cellula. Quindi non viene utilizzato il SArs-CoV-2 vivo e infettante. Una eventuale malattia Covid-19 successiva alla vaccinazione può essere quindi causata solo da una infezione naturale del virus contratta indipendentemente dal vaccino. “I vaccinati sono contagiosi” Questo è possibile perché, come per tutti i vaccini esistenti, l’efficacia anche se molto alta non è del 100%, e ci possono essere quindi i cosiddetti “fallimenti vaccinali”. Inoltre anche un soggetto che risponde al vaccino si può ritenere immunizzato solo dopo almeno una settimana dal completamento del ciclo. Un livello di copertura della popolazione alto minimizza il rischio di trasmissione tra individui suscettibili all’infezione. I dati provenienti dai paesi con una campagna vaccinale avanzata, Italia compresa, hanno dimostrato che il vaccino protegge dalle conseguenze peggiori della malattia, dal ricovero al decesso, oltre 9 persone ogni 10 vaccinate. La vaccinazione riduce anche la capacità di infettare dei vaccinati. “Vengono nascosti effetti collaterali e decessi post vaccino” I dati della farmaco-vigilanza sono pubblici. In Italia l’Agenzia Italiana per il farmaco (Aifa) pubblica periodicamente il resoconto
e le segnalazioni di sospetti eventi avversi (https://www.aifa.gov.it/farmacovigilanzavaccini-covid-19), e lo stesso fa l’autorità europea Ema. “Il vaccino causa infertilità e aborti” Al momento non c’è nessuna evidenza scientifica di un effetto negativo dei vaccini sulla fertilità maschile o femminile. Per quanto riguarda la somministrazione del vaccino in gravidanza, le prime osservazioni, soprattutto dei dati Usa dove sono migliaia le donne immunizzate durante la gestazione, non hanno rilevato un aumento di rischio di effetti avversi per madri e neonati. “Il vaccino modifica il nostro DNA” I vaccini anti Covid-19 non cambiano e non interagiscono in alcun modo con il Dna. Sia i vaccini a mRNA che a vettore virale forniscono istruzioni alle nostre cellule utili ad attivare una risposta immunitaria così da proteggere contro il Sars-Cov-2. “Il vaccino causa trombosi e miocarditi” Tutti i farmaci e i vaccini possono avere effetti collaterali. Le Agenzie regolatorie riportano queste due patologie, che peraltro sono anche tra quelle causate dall’infezione, come rari effetti avversi della vaccinazione. Proprio per la loro estrema rarità questi effetti lasciano comunque il rapporto beneficirischi a favore dei primi, come rilevato da tutte le agenzie regolatorie internazionali. “Dai 19/20 anni in giù per i soggetti sani è impossibile morire per Covid e pure manifestare sintomi gravi” Anche se nelle fasce più giovani il rischio di sviluppare un’infezione sintomatica è minore rispetto agli adulti, è comunque presente. Dall’inizio della pandemia al 17 luglio ad esempio ci sono stati 28 decessi nella fascia di età 0-20 anni. In ogni caso lo scopo della vaccinazione anche nelle fasce di età più giovani è anche quello di limitare a livello di popolazione la circolazione del virus e permettere quindi di uscire dalla pandemia, oltre che di proteggere i soggetti più fragili. “Più vacciniamo più escono nuove varianti” Le varianti emergono perché il virus, replicandosi, tende a sviluppare nuove mutazioni. I vaccini, riducendo la circolazione, limitano quindi la possibilità che il virus muti. Le varianti in circolazione in questo momento inoltre, compresa la “Delta”, sono state osservate per la prima volta lo scorso dicembre, quando ancora le campagne vaccinali erano iniziate in pochissimi paesi.
Salute
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Epidemiologia e sorveglianza sanitaria
Covid 19, possibile la diagnosi dai campioni di saliva lasciata sui rifiuti Il risultato di un recente studio condotto dalle Università di Perugia, Padova e Venezia insieme all’ISS su una popolazione di 650mila abitanti in un’area del Nord Italia durante il secondo picco della pandemia
Covid-19 e salute mentale. Sono aumentate le richieste di sostegno
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ltre alle diagnosi dirette (tamponi faringei, tamponi nasali, test sierologici), quelle ricavate dai campioni di saliva lasciati sui rifiuti. Secondo uno studio recentemente pubblicato nella prestigiosa rivista “Science of the Total Environment”, dal titolo “An innovative approach for the non-invasive surveillance of communities and early detection of SARS-CoV-2 via solid waste analysis”, condotto da ricercatori e tecnici delle Università di Perugia, Padova, Venezia e dell’Istituto Superiore di Sanità, è infatti possibile eseguire la sorveglianza sanitaria mediante campionamento indiretto di saliva lasciata sui rifiuti. La ricerca ha indagato la potenziale presenza di Rna di Sars-CoV-2 in 20 diversi siti in un’area del Nord Italia caratterizzata da una superficie di 570 kmq ed una popolazione di 650.000 abitanti durante il secondo picco di Covid-19 (in un periodo compresto tra il 9 gennaio e il 20 febbraio di quest’anno). In ciascun sito è stato campionato un numero da 50 a 100 unità di rifiuti che sono stati a contatto con la saliva umana (tazze da caffè in plastica, bicchieri di plastica, lattine per bevande e bottiglie di plastica) e trasportati in un laboratorio dove sono stati opportunatamente trattati per essere sottoposti ad analisi tramite tampone. Infine, tutti e venti i tamponi (uno per sito) sono stati analizzati presso i laboratori dell’Istituto Superiore di Sanità; in tre tamponi è stata rilevata la presenza di Rna di Sars-CoV-2. Con l’impatto che il Sars-CoV-2 ha avuto e che sta ancora avendo nella società, si stanno sempre più affermando nell’epidemiologia nuovi approcci multidisciplinari per il monitoraggio e contenimento della diffusione del virus. Fra questi risulta essere di particolare interesse la sorveglianza ambientale di matrici rappresentati dagli scarti urbani e definiti dal gruppo di ricerca “urban waste products”, quali i reflui urbani, i rifiuti solidi, gli aerosol, il particolato atmosferico Essa è caratterizzata da analisi e monitoraggi di tipo non intrusivo, a complemento della sorveglianza clinica, basata invece sulle diagnosi dirette. “I risultati della nostra ricerca – spiega il profes-
sor Alberto Pivato del Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale dell’Università di Padova, uno degli autori dello studio – aprono nuovi orizzonti per l’applicazione di un approccio per la sorveglianza sanitaria-ambientale basato sul rilevamento di Rna di Sars-CoV-2 su rifiuti che sono stati a contatto con la saliva umana. Il vantaggio principale è quello di poter potenzialmente restituire in tempi rapidi informazioni utili a determinare la presenza del Sars-CoV-2 e/o di altri virus simili non nel singolo soggetto, ma in piccole comunità (come ad esempio scuole, mense, fabbriche, etc.) senza l’ausilio di personale medico specializzato. Tale approccio consentirebbe di rilevare con continuità ed in maniera economica e tempestiva la presenza di virus, consentendo interventi di contenimento più rapidi ed efficaci”.
I Sotto il professor Alberto Pivato
servizi di Salute mentale dell’Ulss 3 Serenissima segnalano, tra il 2020 e il 2021, un significativo aumwento degli accessi di persone che subiscono le conseguenze dell’epidemia “C’è tutta un’area molto importante dal punto di vista qualitativo e quantitativo – ha spiegato il Direttore del Dipartimento di Psichiatria dell’azienda sanitaria veneziana, il dottor Moreno De Rossi – che ha a che fare con il disagio psicologico prodotto dall’epidemia. Abbiamo voluto fare un’indagine presso i nostri Centri di Salute mentale, otto distribuiti in tutto il territorio, che sono i punti a cui principalmente si rivolgono le persone bisognose d’aiuto. Ebbene, abbiamo notato un incremento significativo di accessi: soprattutto alla fine del 2020 e nei primi mesi di questo 2021 abbiamo avuto circa un 25% di aumento delle richieste di aiuto e di cura”. L’Ulss 3 Serenissima ha verificato la diretta correlazione tra questo impennarsi degli accessi e il Covid-19. “Buona parte delle persone che ci hanno chiesto aiuto – ha sottolineato il Primario De Rossi – si rivolgevano a noi per la prima volta, tanto che questi “primi accessi” sono aumentati addirittura del 30%; si è trattato di persone che prevalentemente presentavano problemi d’ansia, stati depressivi, reazioni di adattamento difficile alla situazione determinata dall’epidemia; tra questi soggetti, numerosi sono quelli colpiti direttamente dalla pandemia: persone contagiate, o ricoverate, o che hanno subìto dei lutti in famiglia. Numerose anche le persone che hanno avuto un effetto diretto della pandemia sulla loro vita personale, soprattutto dal punto di vista economico e lavorativo, e che quindi pagano a livello psicologico i danni notevoli provocati dal Covid-19 nella loro situazione complessiva di vita”.
Salute
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La salute negli ambienti di lavoro
La sfida del millennio contro lo stress Un disagio psicologico e di conseguenza fisico che è legato alla sensazione di inadeguatezza, di non corrispondere alle aspettative degli altri
“Elemento Anima”, per il proprio benessere psicofisico
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l benessere psicofisico in tutte le sue declinazioni, quello che porta ad ascoltare se stessi con passione per conoscersi meglio, rispettarsi e migliorarsi nel modo di porsi e affrontare la quotidianità. E’ questo l’obiettivo di Genny Giambrone e Augusta Basile, due amiche di lunga data prima che colleghe e socie che, già direttrici della scuola di danza di Dance4fun Ssd, hanno deciso ora di dare il via ad una nuova proposta, “Elemento Anima”, uno spazio dedicato alla pratica yoga, in tutte le sue sfaccettature, e alla meditazione. Genny, ballerina professionista ed insegnante oltre che istruttrice di yoga, e Augusta, ballerina professionista laureata in farmacia e in scienze motorie, hanno voluto mettere in comune le loro esperienze e sensibilità. Ne è nato un felice connubio in cui i percorsi di medicina e benessere della cultura occidentale si fondono con le discipline olistiche e spirituali dell’oriente. Dopo un periodo d’inevitabile disagio legato alla pandemia che tuttavia non ha impedito, grazie anche alla comunità in cui sono inserite, alle due donne di continuare a proporsi ai propri iscritti (ne contavano 500 prima della diffusione del Covid) in questi due anni con attività all’aperto della scuola di danza Dance4fun Ssd, Genny e Augusta sono ripartite con questa nuova avventura. Hanno aperto il loro studio “Elemento Anima”, in via Europa 4 ad Albignasego (Pd), dove dal 13 settembre i clienti troveranno un orario composto da diverse tipologie di yoga e meditazione (come Vinyasa, Yin, Yoga in gravidanza e per bambini, Animal Flow, Mindfulness) oltre che al fitness, personal training, pilates, kickboxing, ginnastica dolce e workout in modalità classe o privata, arti miste di combattimento. Ci sono anche i collaboratori olistici che operano sia privatamente che durante i workshops e incontri a proposito di Ayurveda, Reiki, Cristalloterapia, Mindfulness, Massaggi di vario genere, riequilibrio energetico, medicina cinese, i sette chakra e molto altro, come ad esempio i corsi di cura della pelle e di make up con prodotti naturali. Uno spazio creato da un team giovane che vuole rivolgersi a tutti con una particolare attenzione per i giovani e l’invito a prendersi cura, anche solo per un paio d’ore a settimana, dell’ “Elemento anima” per aprire un varco da cui far passare la propria luce personale grazie ad una gestione più consapevole delle emozioni, della mente, dello spirito e delle energie. Un percorso, completo, di conoscenza di sé che parte dal fitness per addentrarsi nei meandri della propria interiorità e che può essere particolarmente efficace non solo negli adulti ma anche, e questo è il messaggio, e soprattutto nei giovani e giovanissimi. Bastano poche ore per ottenere un miglioramento globale della qualità della propria vita nella gestione degli impegni e della quotidianità. Un team d’insegnanti giovani, entusiasti e motivati, oltre che molto qualificati, contribuisce al raggiungimento del buon risultato.
articolo da mettere in piu edizioni: padsud e padova citta (DA GUARDARE BENE)
e si potesse stilare una classifica delle pa- termina se la mansione opera in un contesto role più utilizzate in ambito lavorativo ne- lavorativo a rischio Basso, Medio o Alto segli ultimi venti anni, c’è da scommettere che condo una scala di valori predefinita. Giusto tra le prime posizioni figurerebbe certamen- per fare qualche esempio, tra i quesiti viene te il termine STRESS. Dare una definizione richiesto di specificare il livello di turn-over di questo termine, indagare le ragioni psico per la specifica mansione, piuttosto che l’efsociali che determinano questa spiacevole fettiva fruizione di un congruo periodo di fecondizione e comprenderne possibili rimedi rie; oppure ancora la chiara identificazione di è certamente una delle sfide del millennio. Il ruoli e responsabilità. Sono inoltre tema riguarda anche e soprattutto la Salute e valutati aspetti legati alle vere e L’Inail ha messo Sicurezza negli ambienti di lavoro. In partico- proprie condizioni di lavoro, come a punto una lare, si parla di stress lavoro correlato quando la presenza persistente di elevato esiste un soggetto in un contesto lavorativo rumore di fondo negli ambienti o metodologia (datore di lavoro, collaboratore, lavoratore lo svolgimento di attività in orario di valutazione ecc..) che non si sente in grado di corrispon- notturno. In aggiunta, considerata dere alle aspettative che su di lui vengono la estrema dinamicità e impreveche è in grado riposte. Questo senso di “impotenza” crea un dibilità delle condizioni sociali (e di identificare disagio principalmente psicologico (ansia, su- quindi aziendali) in cui viviamo al scettibilità, tristezza, irritabilità); che se pro- giorno d’oggi, il legislatore richiela “temperatura tratto nel tempo potrebbe determinare ma- de che questo stesso approccio di stress” presente lessere fisico (emicrania, stanchezza, disturbi venga ripetuto ogni due/tre anni; digestivi) o addirittura inabilità psicologica sostanzialmente aggiornando la in azienda permanente. Un problema dunque che deve valutazione e “rimisurando la temessere affrontato con attenzione e precisione peratura” all’azienda. dai Datori di lavoro delle aziende; che peraltro Lo stress da lavoro correlato è una patolosono obbligati a valutare in maniera formale gia subdola, ma contrastarla è possibile. Serquesto aspetto ai sensi dell’ art. 28 del D.Lgs ve certamente un buono sforzo organizzativo 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza). Ma e la volontà di tutti i soggetti (datore di lavoInaugurato ad Albignasego uno spazio in cui si può trovare un orario come riuscire a quantificare importate e lavoratori) di investire compostoquesto da diverse tipologie diroyoga e meditazione oltre che alparte fitnessdel e proprio fattore di rischio? Come riuscire a determitempopilates per laesalute. Non è giusto che questa workout, arti miste di combattimento, molto altro nare se la “sensazione di inadeguatezza” è condizione possa rovinare il lavoro e la vita di causata veramente da criticità aziendali o da chi ne è esposto. una condizione di fragilità del soggetto dovuta a fattori personali (Es. problemi di salute, instabilità nella sfera affettiva e in generale psicosociale)? Per rispondere a questi quesiti e soprattutto fornire ai professionisti della sicurezza uno strumento di lavoro facile e standardizzato, l’INAIL ha messo a punto una metodologia di valutazione che è in grado di identificare in maniera diretta e imparziale la “temperatura di stress” presente in azienda. Si tratta di una check list organizzata in 3 macro-aree (Eventi Sentinella, Indicatori di Contenuto, Indicatori di Contesto) per un totale di poco più di 70 domande. Essa viene somministrata a soggetti rappresentanti di ciascuna mansione aziendale e deve essere compilata, per ovvi motivi, mantenendo l’anonimato. La risposta a ciascun quesito assegna dei punteggi standardizzati, la somma dei quali de-
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SETTEMBRE 2021
Garden
Le bulbose da piantare a settembre Il periodo tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno è ideale per piantare bulbi di numerose piante stagionali che si svilupperanno in concomitanza con l’arrivo della primavera
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arcisi, Giacinti, Gigli, Crocchi o Tulipani. Sono le Bulbose, piante dotate di un organo ipogeo, che rappresenta una riserva di energia dalla quale si svilupperanno la parte aerea e l’infiorescenza della pianta. Sono piante fiorite che durante questo arco di tempo svilupperanno le loro radici, fondamentale per nutrire la piantina che nascerà. La caratteristica principale delle bulbose è che, una volta seminate, cresceranno e fioriranno sempre nello stesso periodo. Sono facili da coltivare, non richiedono troppa fatica e sanno regalare grandi soddisfazioni. Per un davanzale, un giardino ricco di colori vivaci e di profumi rilassanti ecco alcuni consigli utili per scegliere i bulbi da piantare in questa stagione. Ma come scegliere i bulbi? Tutto dipende dalla stagione. Infatti, esistono i bulbi autunnali che si piantano tra settembre e ottobre e fioriscono in primavera, e quelli primaverili che, invece, vengono piantati tra l’inverno e l’inizio della stagione calda e fioriscono in tarda primavera o inizio estate. Per quanto riguarda la coltivazione, queste piante vanno interrate prima dell’arrivo delle gelate; inoltre, è consigliabile preparare il terreno aggiungendo del compost in modo da renderlo più fertile. Per la pianificazione delle piantagioni in giardino, si possono suddividere in due grandi gruppi. Il primo comprende le
specie che si piantano nel prato o sotto i cespugli come anemoni, crochi, muscari, scilla, bucaneve, erantis, puschkinia, agli, tulipani botanici, tazzette e giunchiglie, e dente di cane. Il secondo gruppo annovera le specie che perdono con il tempo il loro splendore: vanno piantate in aiuole lavorate e, dopo la fioritura, vanno tolte dal terreno. È il caso di tulipani ibridi, narcisi ibridi e giacinti. Entrambi i gruppi si possono piantare anche in contenitore per davanzali, balconi e terrazzi. Se utilizziamo vasi o cassette bisogna tenere a mente che ogni bulbo deve avere a disposizione intorno a sé un diametro pari a una volta e mezzo il diametro del bulbo stesso. Interriamo i bulbi con la punta o la gemma rivolta verso l’alto, a una profondità pari a quella del bulbo stesso, che deve quindi essere coperto da appena un velo di terra, ben pressato. Annaffiamo senza eccedere e, dopo dieci minuti, svuotiamo e togliamo il sottovaso. Poniamo il contenitore in un punto soleggiato anche in inverno, o a mezz’ombra. Basterà annaffiare leggermente ogni 1520 giorni se non piove. Nonostante vi siano diverse tipologie in base alla stagione, ecco le tre migliori e più diffuse. Il tulipano, caratterizzato da un fogliame verde intenso con i fiori a forma di coppa grandi e colorati, dal rosso al viola, fino al giallo e bianco. È un bulbo
autunnale e si presta sia alla coltivazione nel terreno sia in vaso. Necessita di luce, ma predilige anche zone d’ombra. Come il tulipano, anche il narciso fiorisce in primavera. Si distingue per i fiori chiamati trombette dal colore giallo o bianco e per il profumo leggero e delicato. Amano la luce e le zone semi ombreggiate ma riparate dal vento. L’iris è il bulbo da fiore più comune della stagione primaverile. Cresce bene sia in zone con clima mite che in zone più fredde. Per avere delle belle fioriture i bulbi vanno piantati a gruppo oppure in file a poca distanza l’uno dall’altro, 8-10 cm circa. Si tratta di un bocciolo elegante, perfetto per decorare il giardino o il balcone.
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Le agevolazioni. Prevista la detrazione Irpef del 36% per le spese sostenute
Bonus verde per giardino e terrazzo confermato per il 2021 Ristrutturare, abbellire giardini, balconi e terrazzi, ecco tutte le informazioni per usufruire della detrazione fiscale per chi cura il verde di casa
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ettembre è il mese migliore per ristrutturare, abbellire il giardino, i balconi o le terrazze. A volte però non vengono curati perché non sempre si ha a disposizione il budget necessario per la manutenzione. Ma grazie al Bonus Verde è possibile prendersi cura dell’esterno e dargli un nuovo look. Tra i bonus casa prorogati dalla Legge di Bilancio 2021, compare anche la detrazione Irpef del 36% sulle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi e la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. Danno diritto alla detrazione anche le spese di progettazione e manutenzione se connesse all’esecuzione di questi interventi. L’agevolazione fiscale che si applica nella dichiarazione dei redditi deve essere ripartita in dieci quote annuali di pari importo e deve essere calcolata considerato un limite massimo di spesa pari a 5.000 Euro per ciascuna unità immobiliare avente uso abitativo. Quindi la detrazione massima che si potrà ottenere, è pari a 1.800 Euro, ovvero il 36% di 5.000 Euro. Per comprendere meglio quali siano gli interventi compresi dal Bonus verde 2021, è utile analizzare gli obiettivi fondamentali di questo incentivo: promuovere e incrementare la superficie verde delle città e dei comuni italiani e il riconoscimento che le spese per il
verde urbano sono un “investimento”, anche dal punto di vista economico. Infine, disincentivare i lavori svolti in economia – da proprietario o da personale non qualificato - che spesso causa danni al patrimonio verde italiano. Per questo motivo è facile come la detrazione abbraccia tutte le spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte di abitazioni già esistenti purché si tratti di un “radicale rinnovamento” o di una sistemazione a verde ex novo” e la realizzazione di recinzioni e impianti di irrigazione. Sono tutte categorie legate agli obiettivi fondamentali Rientrano quindi tra le spese ammesse in detrazione: gli impianti di irrigazione; la realizzazione di pozzi; la sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni. E ancora grandi potature; riqualificazione prati; realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. Inoltre, sono ammesse le spese di progettazione purché relative a lavori successivamente effettuati. Sono invece escluse dalle detrazioni la manutenzione ordinaria di giardini già esistenti e con regolarità periodica; l’acquisto di attrezzature specifiche per la cura del giardino - pale, picconi, tagliaerba - e gli interventi lavorativi in economia da parte del proprietario. Ecco due esempi che possono aiutare a fare chiarezza: qualora acquistiate delle piante in un vivaio o garden cen-
ter, potrete agevolare la spesa solo nel caso in cui la loro messa a dimora sia ad opera di un giardiniere qualificato. Nel caso in cui decidiate di posizionarle personalmente o di affidarvi a lavoratori occasionali, la spesa non potrà essere detratta; allo stesso modo, in caso di semina del prato, l’acquisto della semenza e i lavori di manodopera potranno essere interessati dal bonus solo se effettuati da un professionista. I beneficiari della detrazione sono coloro che possiedono o detengono, sulla base di un titolo idoneo, l’immobile sul quale sono stati eseguiti gli interventi per i quali si sono sostenute le relative spese. Quindi possono usufruire del bonus il proprietario dell’immobile; il nudo proprietario; chi ha l’usufrutto; inquilino in affitto; la persona che ha l’immobile in comodato, un Ente pubblico o privato che corrisponde l’Ires e le case popolari. Il beneficio non è previsto per immobili aventi una destinazione diversa da quella abitativa, come negozi o uffici che restano pertanto esclusi. In caso di lavoro effettuati su immobili residenziali adibiti promiscuamente all’esercizio di una professione o un’attività commerciale,
la detrazione si riduce della metà. Lo stesso bonus può essere applicato per gli interventi realizzati su parti comuni di edifici condominiali. I condomini riceveranno il rimborso solo se avranno contribuito economicamente all’esecuzione dei lavori e in base ai limiti della loro quota millesimale, purché egli abbia contribuito economicamente all’esecuzione dei lavori. Per esempio, un giardino condominiale fruibile da tutti i condòmini, ha la necessità di inserire o di sostituire l’impianto d’irrigazione. Il progettista, dopo aver effettuato i rilievi, stabilisce un progetto d’impianto. Successivamente si rivolge a un Centro di Giardinaggio per l’acquisto di tutti i materiali necessari, regolarmente fatturati e, avendo il Centro di Giardinaggio anche il Servizio di manutenzione e realizzazione giardini, lo incarica della messa in opera dell’impianto. I lavori iniziano a novembre con emissione di fattura regolarmente pagata nel 2021 da tutti i condòmini secondo quote millesimali mediante bonifico bancario. Anche il progettista di giardini invia fattura al condominio, e l’Amministratore provvede a ripartire
l’importo secondo la quota millesimale di ciascun condomino, che paga di nuovo con bonifico bancario. Entro il mese di marzo 2022 l’Amministratore farà avere a tutti i condòmini l’importo che ciascuno potrà portare in detrazione nella dichiarazione dei redditi 2022 sui redditi 2021. Infine settembre è il mese migliore per realizzare un nuovo prato, sia ex novo dopo una ristrutturazione dell’edificio, sia dopo aver eliminato il vecchio tappeto erboso ormai rovinato. Utilizzare il Bonus Verde è conveniente, la rimozione del vecchio manto e la semina del nuovo lo è ancora di più. Sono tutte operazioni che richiedono professionalità e specializzazione. L’Azienda o il Centro eseguiranno tutti i lavori, anche in tempi rapidi e l’intervento regolarmente fatturato e saldato nel 2021 con pagamento tracciabile, verrà portato in detrazione nella dichiarazione dei redditi 2022, detraendo il 36% dell’importo. Il privato dovrà invece conservare la fattura dell’Azienda o Centro Giardinaggio e la ricevuta del pagamento tracciato e consegnarle al Caf o al commercialista.
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Film e serie tv visti da vicino
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a cura di Paolo Di Lorenzo
Nine Perfect Strangers riesce a metà N
ine Perfect Strangers è la miniserie basata sull’omonimo romanzo dell’autrice australiana Liane Moriarty (Big Little Lies). Nicole Kidman e Melissa McCarthy sono le protagoniste di questo adattamento affidato allo stesso team produttivo di Big Little Lies capeggiato da David E. Kelley, il quale torna a lavorare per la terza volta con Kidman dopo il recente successo di The Undoing. Girato la scorsa estate a Byron Bay, in Australia, il thriller psicologico è ambientato in un wellness resort californiano di lusso, la Tranquillum House. Estremamente selettiva con gli ospiti che decide di accogliere, la struttura promette loro un processo di guarigione e trasformazione nell’arco di soli dieci giorni. La mistica del luogo è irradiata dalla figura di Masha Dmitrichenko (Kidman), guru del benessere, nazionalità russa nonché direttrice del centro. La sua missione è quella di ritemprare le menti e i corpi dei visitatori. Ciò che i nove estranei non sanno, tuttavia, è che ad attenderli non è soltanto un percorso di benessere. Avvalendosi di un cast stellare - ad affiancare Kidman e McCarthy ci sono Tiffany Boone, Bobby Cannavale, Luke Evans, Michael Shannon, Regina Hall, Manny Jacinto, Melvin Gregg, Samara Weaving e Asher Keddie - la miniserie non può che infondere in chi guarda la sensazione di essere di fronte al pinnacolo della prestige television, termine usato per definire la serialità televisiva che si atteggia a cinema attraverso una certa patina di pretenziosità. Tuttavia è nei punti in cui Nine Perfect Strangers si adagia sugli allori che risultano ancora più visibili le crepe del suo impianto. Una Kidman poco utilizzata che non porta mai la sua Masha al punto di rottura fa da capobanda ad un gruppo di personaggi il cui sviluppo risulta troppo spesso didascalico. Nel momento in cui vogliamo scoprire di più sul conto di uno di loro, lo sguardo si posa sul successivo. Le risposte non tardano mai ad arrivare, e a risentirne è la tensione narrativa che fatica ad avvalersi di un crescendo. Il risultato complessivo è piuttosto discreto se si prende in considerazione il pedigree di questa miniserie che sembra essere troppo studiata a tavolino per risultare valida. Un cast di grandi nomi, la collaborazione di David E. Kelley e Liane Moriarty dopo il successo di Big Little Lies e la partecipazione di Nicole Kidman, qui coinvolta anche in veste di produttrice esecutiva, e Melissa McCarthy, non basta per dissuadere chi guarda dal pensare che questa serie sia stata congegnata per essere un successo assicurato, ed è proprio questa spavalderia che inibisce alcun tipo di empatia nei confronti della vicenda portata sullo schermo. Chissà se Masha avrebbe una cura anche per questo.
Heels, le finte botte dei veri supereroi del ring B
Ph Credits Nine Perfect Strangers: Amazon Prime Video
otte da orbi nella serie Heels su Starzplay. Scritta e creata dal produttore esecutivo Michael Waldron (sceneggiatore in ascesa ad Hollywood grazie al successo di Loki, la serie Marvel), Heels è la storia di un gruppo di uomini e donne che inseguono i loro sogni nel mondo del wrestling professionistico delle piccole città. Un drama sul wrestling - la più teatrale tra le commistioni di sport e spettacolo che gli Stati Uniti abbiano mai inventato, capace di arrivare al cuore di chi guarda - Heels zoppica nei primi episodi a causa di un ritmo talvolta impari nel racconto. Ambientato in una comunità affiatata della Georgia, la serie segue i tronfi e le sconfitte della Duffy Wrestling League (DWL), una federazione di wrestling a conduzione familiare contraddistinta da due anime. Quelle di Jack (Stephen Amell, al suo primo ruolo da protagonista dopo la fine di Arrow) e Ace (Alexander Ludwig, reduce da Vikings dove ha interpretato Bjorn “Fianco di Ferro”), due fratelli rivali che combattono per decretare chi dei due debba seguire le orme del defunto padre. Quando sono sul ring, Ace deve interpretare il bravo ragazzo e Jack la sua nemesi, il mascalzone (in inglese “heel”). Una volta tornati nel mondo reale, questi ruoli possono essere difficili da mantenere e talvolta finiscono per invertirsi. Quello che perde in incisività, tuttavia, la serie lo riguadagna grazie ad una scrittura convincente e ad un gruppo di personaggi radicati nella realtà e ben interpretati da un cast corale capace di fare gioco di squadra. La direzione narrativa è chiara, così come lo è il costante ricorso alla commedia, ingrediente imprescindibile del wrestling stesso, per raccontare le diverse sfaccettature dei personaggi. Nel caso di Heels, il mondo del wrestling professionistico diventa l’ambientazione e il motore primo di una grande soap opera familiare dove pathos, antagonismi e fragilità sono esasperati con grande sapienza e autoironia. Prima che i supereroi saturassero il piccolo e il grande schermo a partire dall’inizio degli anni Duemila, a farla da padrone erano gli eroi del wrestling come Eddie Guerrero, The Undertaker e Rey Mysterio. Per Stephen Amell, il quale ha passato quasi un decennio a indossare il costume di Oliver Queen in Arrow, i due generi sono più simili di quanto uno creda. “Heels è assolutamente una serie tv sui supereroi” ribadisce Amell. “Il mio personaggio, Jack, ha una personalità tutta sua quando non è sul ring” continua l’attore, che spiega: “Dopodiché cambia costume, indossa la calzamaglia, parte la musica, entra in scena e diventa una persona completamente diversa che non ha alcuna somiglianza con chi lui è nella vita di tutti i giorni. Cosa c’è di più supereroe di questo?”.
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