3 minute read

“Tocchiamo con mano i guai della città”

Next Article
QUA LA ZAMPA!

QUA LA ZAMPA!

Trent’anni fa il primo verbale per divieto di sosta, poi la carriera con tre diversi comandanti. “Il nostro merito è anche quello di saper ascoltare”. “Quando inizi il turno non sai mai a quali storie vai incontro”. “Vicenza è diventata una città multiculturale”

Da trent’anni e una manciata di settimane è nel corpo della polizia locale del Comune di Vicenza: da quasi due anni Nives Pillan ne è vicecomandante e ha un patrimonio di storie e di avvenimenti da raccontare come pochi.

Sposata, due figli e due splendidi cani weimaraner, vive a Camisano. In famiglia ha presto respirato il senso del servizio e del rispetto della cosa pubblica dal padre, attivo membro dell’associazione ex combattenti. E in via Soccorso Soccorsetto è arrivata il 30 dicembre 1992, assieme ad altri 27 colleghi selezionati ed assunti per dare una svolta e rilanciare l’immagine dei vigili urbani del tempo. Sei mesi di corso con lo scrupoloso comandante Enrico Rossi, (“una bella esperienza, ho approfondito il lavoto sotto molti punti di vista sia teorico che pratico con lo psicologo e con prove pratiche”, ricorda con piacere e nostalgia Nives) e poi il 2 luglio 1993 il primo verbale per divieto di sosta. Addirittura il Corriere della Sera di allora si era occupato di questo determinato manipolo di giovani vigili e ne aveva celebrate le doti di scrupolosità e di precisione.

“È stata un’esperienza brusca quella di andare finalmente a contatto con i cittadini, nelle strade o nei luoghi più disparati della città – sottolinea Pillan – ma è stata anche una insostituibile occasione per cementare amicizie e rapporti leali con i colleghi con cui si entrava in servizio e si andava di pattuglia. Sono relazioni importanti che aiutano, sostengono, incoraggiano e mi accompagnano da sempre e anche ora che ho un ruolo di responsabilità”.

Un ruolo tutto conquistato sul campo, da sottufficiale con il comandante Rossi, poi ufficiale con il comandante Rosini e infine vice dell’attuale comandante Massimo Parolin. S’è occupata della centrale operativa, del controllo del vicinato, del commercio e dei pubblici esercizi.

Un percorso lineare e riconosciuto, scevro da incomprensioni o da problemi legati al fatto di essere donna e, in particolare, la prima nella storia del comando di polizia locale a ricoprire questo importante incarico.

“Quando cominci il turno non sai mai che cosa succederà e con quali storie rientrerai al comando la sera. Veramente tocchiamo con mano la stratificazione della nostra società, le contraddizioni e il grande bisogno di umanità che ci viene espressamente o indirettamente manifestato. Con noi - racconta - alla vista della divisa e talvolta se c’è anche una donna in pattuglia, le persone, in particolare gli anziani, si aprono facendo emergere sofferenze esistenziali e rabbie che traggono origine da chissà quante e quali storie personali. E noi sappiamo di dedicare loro del tempo, quello che è necessario, per dirimere conflitti o superare ostacoli che possono essere anche semplici se affrontati con buonsenso e disponibilità da parte di tutti”. Ovviamente non mancano le giornate pesanti e le persone difficili, arroganti o aggressive, ma per il vicecomandante Pillan sono situazioni che si originano da una aumentata e diffusa povertà sociale, comune a tutti gli insediamenti urbani, in particolare nei grandi centri.

E in questo ambito, in questi trent’anni di servizio e di presidio del territorio urbano, comunque Vicenza è certamente cambiata ma è rimasta una città bellissima.

Vicenza è diventata una città multiculturale, con fenomeni e dinamiche sociali nuovi e complessi da governare; deve fare i conti con l’irrimediabile piaga delle dipendenze che non accenna ad essere debellata. Ma è una città che sa di poter fare affidamento sulla sensibilità, la cultura e l’animo dei vicentini che sono comunque rispettosi delle regole, solidali con chi è in difficoltà, generosi e riconoscenti.

“Sono numerosissimi i cittadini che ci ringraziano e che io incontro al comando, perché ci vogliono manifestare la loro gratitudine per i servizi che svolgiamo, ma anche per chiederci attenzioni particolari in situazioni che potrebbero diventare problematiche. Ai vicentini – sottolinea Pillan –non sfugge nulla, vedono tutto e sanno guardare lontano cercando di intervenire in anticipo prima che la situazione degeneri. E noi siamo al loro fianco. È una delle attività che noi della polizia locale svolgiamo con piacere, sebbene non sia nota, perché anche questo dell’ascolto è un modo nobile per essere al servizio del cittadino”.

Un impegno che comporta fatica e pazienza, e che richiede lucidità ed empatia. Una fatica che Nives Pillan, la prima donna del capoluogo che può esibire stellette e alamari da vicecomandante, mitiga e recupera con lunghe passeggiate o viaggiando alla scoperta di altre culture.

Silvio Scacco

This article is from: