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Utili bancari sulla pelle dei cittadini

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QUA LA ZAMPA!

QUA LA ZAMPA!

Nessuno fa più caso alla commissione sull’addebito della rata del mutuo in conte corrente, oppure al pagamento per aver utilizzato l’home banking, ma anche questi fattori incidono sulle munifiche entrate delle banche. Le filiali sono diventate veri e propri bazaar

Andrea Orcel, ceo di Unicredit dal favoloso stipendio di 7,5 milioni di euro l’anno, ha ammesso che per le banche il 2022 è stato l’esercizio migliore da moltissimo tempo.

Infatti, il rialzo dei tassi di interesse (e quindi del costo del denaro) deciso dalla Bce ha già provocato, oltre alle apprensioni di aziende e privati che stanno vedendo schizzare all’insù il costo di affidamenti e mutui, anche un impatto generoso per i bilanci delle aziende di credito. Si parla di ricavi aggiuntivi per oltre 24 miliardi di euro. Appare del tutto comprensibile che le banche beneficino di tassi d’interesse in aumento, esattamente come appare evidente che nella precedente fase di tassi calanti le banche abbiano visto ridursi la loro remunerazione.

Allora, perché da parte di molti commentatori si parla oggi, con malcelato fastidio, di extra-profitti bancari e se ne stigmatizza l’emersione?

Una ragione c’è. Negli ultimi otto anni – almeno – le banche hanno reagito all’abbassamento generale dei propri introiti derivanti dall’intermediazione di denaro (la cosiddetta “forbice” tra tassi attivi e passivi), storico core business, con il graduale aumento delle voci relative a spese, commissioni, compensi di gestione del risparmio. Accanto a ciò sono state create dal nulla voci prima inesistenti.

Percepire una commissione fissa sull’addebito automatico della rata in conto corrente, ad esempio, è divenuta la regola, come far pagare una commissione a chi effettui un bonifi- co da casa propria, attraverso l’home-banking.

Spesso poi le filiali sono divenute veri e propri bazar nei quali si poteva acquistare di tutto: dalle polizze assicurative, ai prodotti finanziari atipici, da vere e proprie merci come automobili o elettrodomestici ai diamanti o ai vini pregiati.

La quantità esorbitante di voci di costo che hanno portato mediamente il rapporto bancario italiano ad essere il più costoso in Europa certo non vedrà alcuna riduzione e si andrà semplicemente ad aggiungere all’aumento dei profitti innescato dal rialzo dei tassi d’interesse.

A perderci, come sempre, saranno gli utenti.

E ciò, è costretto ad ammettere lo stesso Orcel, appare ingiusto oggi che, in uno sce- nario di guerra e di corsa al rialzo dell’inflazione, la gente davvero ha già perso una percentuale cospicua del proprio potere d’acquisto.

Grazie al nuovo trend della Bce le banche non solo stanno guadagnando di più, ma continueranno a farlo nei prossimi mesi.

A differenza delle imprese energetiche, sempre più spesso sul banco degli imputati della pubblica opinione per i loro enormi profitti sulla pelle dell’intero sistema, le banche hanno goduto fino ad oggi di un trattamento molto più benevolo.

Anche se, a ben guardare, l’ingiustizia dei maxi ricavi appare eguale; un’ingiustizia, aggiungiamo, che creerà forse un po’ di imbarazzo nei banchieri.

Niente che non si possa curare con qualche dollaro in più.

Giuseppe de Concini

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Il personaggio. Il vicentino Piero Pelizzaro riprogetta quartieri e città. Dirigente a Milano, Bologna ora

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