2 minute read

Il geniale meccanico che anticipò il piano

Next Article
QUA LA ZAMPA!

QUA LA ZAMPA!

Vissuto fra il 1741 e il 1807, Morellati fu compositore, strumentisa e organaro. Studiò a Bologna con padre Martini, insegnante anche di Mozart. Il suo “cembalo” esprimeva suoni più o meno intensi a seconda della forza con cui si pigiava il tasto, il che rappresentava un miglioramento notevole rispetto al passato

Com’è noto, l’invenzione del pianoforte è da ascrivere al padovano Bartolomeo Cristofori che, a cavallo dei secoli XVIII e XIX, produsse vari prototipi di quello che, col tempo, sarebbe diventato lo strumento a tutti noto. Ciò che pochi sanno, forse, è che un contributo importante allo sviluppo e all’evoluzione della meccanica di questo strumento lo diede Paolo Morellati, compositore, strumentista e organaro.

Nato a Vicenza il 2 maggio 1741, dopo una formazione musicale nella sua città, si era recato fino a Bologna per studiare contrappunto con padre Martini, il celebre insegnante che di lì a qualche anno potrà vantare (1770) fra i suoi allievi una delle menti più geniali apparse sulla Terra: quella di Mozart.

La parallela passione per la matematica, unita ad esigenze di carattere pratico legate alla sua professione, portò tuttavia Morellati ad affrontare una nuova sfida, tutt’altro che semplice da condurre in porto: l’intento era quello di costruire uno strumento a tastiera che potesse in qualche modo risolvere alcune problematiche riscontrate dal fortepiano di Cristofori, ancora sperimentale per ciò che riguardava il funzionamento della meccanica. Dai primi “cembali a martellini” – uno dei quali copia dello strumento posseduto dal famoso castrato Farinelli, amico di Morellati, costruito proprio da uno degli allievi di Cristofori – il vicentino raggiunse via via risultati sempre più soddisfacenti coi suoi strumenti, l’ultimo dei quali fu pure presentato sulle pagine del Giornale enciclopedico di Elisabetta Caminer

Turra nel luglio 1775 (Lettera

Scritta dal S. Paolo Morellati celebre Maestro di Musica Vicentino intorno all’eccellente Cembalo a Martelli da lui costruito). Si trattava di un nuovo cembalo – destinato alle esecuzioni cameristiche del rinomato salotto della nobile contessa vicentina Teresa Gualdo Valle – che racchiudeva alcune significative innovazioni rispetto ai modelli allora in circolazione, cosa che il costruttore non mancava di evidenziare per discernere la differenza che passa con gli altri cembali finora lavorati in Inghilterra e in Germania. In sostanza: lo strumento, di 56 tasti, esprimeva il forte e piano gradatamente in proporzione alla maggior, o minor forza, con cui si preme il tasto. Il martelletto che percuoteva le corde ritornava alla posizione di quiete, sebbene il suonatore non avesse levato la mano dal tasto stesso. Ciò, naturalmente, semplificava il compito dell’esecutore il quale – grazie ad un gioco di leve meccaniche che consentiva al martelletto di percuotere la corda con una forza sei volte superiore a quella impressa dal dito – poteva finalmente esprimere liberamente e con poca fatica una serie molto estesa di forti e di piani. Sembra che un certo successo Morellati lo raggiunse: lo storico Girolamo Gasparella riferisce che i suoi pianoforti “erano giudicati i migliori per pastosità e rotondità di voce, ed erano assai ricercati all’estero, specialmente a Londra” mentre Mantese azzarda che il vicentino abbia prestato la sua collaborazione alla fabbrica di pianoforti Érard, ditta francese che annovererà anche Liszt fra i suoi illustri clienti.

Con la morte di Morellati, avvenuta nella sua città natale il 17 febbraio 1807, un velo d’oblio cadrà sulla sua figura anche perché, ahimè, nulla si è salvato degli strumenti da lui costruiti. Ed è alquanto curioso che esattamente cento anni dopo la sua dipartita, si spegneva nella città berica un altro importante organaro, quel Vincenzo Maltarello che, a metà Ottocento, proveniente dalla natia Rovigo, aveva impiantato a Vicenza una vera e propria fabbrica di pianoforti, che largo seguito avrà in Italia e all’estero. Ma questa è un’altra storia.

• Chi è Oreste Palmiero

Oreste Palmiero è bibliotecario, archivista, musicista e storico della musica. Ha pubblicato diversi libri con l’Accademia Olimpica e lavora alla “Bertoliana”

This article is from: