Riviera n°01 del 05-01-2014

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CONTROCOPERTINA

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Natale nella

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Locride

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CHIC CHRISTMAS 2

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C’è una Locride che ama la giacca e la cravatta, a Natale, come a Ferragosto. È uno stile di vita, non obbligatorio, ma che realizza. All’enoteca del Gambero Rosso di Gioiosa Marina (2) nella serata del 27 dicembre (organizzata in collaborazione con Diano Moda) gli abiti da sera di Cavalli hanno sfilato tra le pietanze di sushi calabrese dello chef stellato Riccardo Sculli. Il locale dell’anno (3) è il Top inaugurato a novembre da Davide e Niccolò nel centro storico di Siderno. A Natale è stato il prinicipale punto di ritrovo dei giovani della Locride. Il Ricaroka (4) è sempre una garanzia, rimane unico nel mix eleganza- caraibico: anche un battito popolare può indossare l’abito da sera. Come quello della modella (1) che ha sfilato al teatro di Gioiosa Ionica (Premio Grotteria) con una collana di quarzo rutilato e diamanti della designer d’alta gioelleria ardorerese Milena Trapasso

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RADICAL CHRISTMAS

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C’è un’altra Locride, che ascolta la cover malinconica dei Beatles in un gremito, storico e meraviglioso Blue Dalhia (5). Ruggero più invecchia più dà qualità a un territorio che gli deve un monumento. Marvanza (3) Melmoth Irish Pub, nonostante la tanta concorrenza il locale cult di Piazza Portosalvo a Siderno rimane perlage. Roccella entra nell’inverno e diventa centro di gravità per una nicchia che ama arte e profumi di qualità. Karla (6), origine messicana, e Paolo per adesso hanno vinto con uno spot magnifico a cui la Locride era intollerante: «L’arte e lo stare insieme non possono essere a Km zero. Chi sa stare al mondo ama le aperture. Il baricentro dei balli latino-americani nella Locride si chiama Flirt, nella foto Vincenzo Commisso (1) uno dei promotori di questo genere che conta tantissimi adepti nel nostro territorio. Donna Cata in pensione? Il cabarettista Severino ha sfoderato il nuovo personaggio meglio noto come Peppino (2). Un felice ritorno: l’angolo di Mimmo (4): nel centro storico sidernese riemerge Matahari, e all’improvviso nella Locride ormeggia l’Oriente


SETTIMANALE

PRIMO PIANO

L’altare vacante

Niente vescovo sotto l’albero di Natale GIUSEPPE GIARMOLEO Sono trascorsi sei mesi da quando Mons. Morosini ha lasciato la diocesi di Locri. L'attesa del suo successore, fino al momento è andata delusa: anche l'ipotesi che la nomina sarebbe giunta entro Natale si è rivelata priva di fondamento. Il periodo di "sede vacante", secondo alcuni osservatori, è da considerarsi anomalo al punto che non sono mancate "dietrologie"; invece, secondo altri, i mesi trascorsi rientrano nella normalità: occorre tempo per studiare la realtà diocesana, considerare i possibili candidati al fine di mettere il Papa nelle condizioni di compiere la scelta migliore. Tra le dietrologie va annoverata, innanzitutto, la più preoccupante: la diocesi di Locri-Gerace accorpata ad altra diocesi. È vero che una commissione della Conferenza episcopale italiana sta studiando l'opportunità di "ridisegnare" alcune diocesi, ma non vi sono elementi per formulare un'ipotesi di questo genere, pertanto questa possibilità è da scartare. Un'altra ipotesi più immediata riguarda la possibilità di veti incrociati, di disaccordi, di chissà quali conflitti all'interno della gerarchia che hanno impedito la nomina del nuovo vescovo, rimandando a tempi migliori la soluzione del "caso Locri". Ma un'analisi della realtà ci porta in un'altra direzione: la Calabria non solo non è stata abbandonata da Roma, ma ha visto due suoi vescovi assumere incarichi importanti. Mons. Marcianò, reggino e vescovo di Rossano, ha assunto la responsabilità della Diocesi militare e mons. Galantino, vescovo di Cassano, ha assunto l'incarico di segretario della Cei. In entrambi i casi si tratta di importanti responsabilità, di nomine che non avvengono né per caso né per tradizione: con ogni probabilità la volontà del Papa ha avuto un peso determinante. Grande attenzione, pertanto, nei confronti della nostra regione: le decisioni, lo stesso trasferimento di Morosini a Reggio, sono state tante e con diverse priorità. Ma ora è il turno di Locri: l'annuncio giungerà presto, forse nei prossimi giorni: la decisione è stata presa, Papa Francesco ha fatto la sua scelta! Siamo certi che è stata una scelta in linea con la volontà di portare il messaggio cristiano nel cuore e nelle periferie del mondo e dell'esistenza: un vescovo che darà forza alla missione della Chiesa di Locri, sollecitando l'impegno personale dei battezzati perché non è più tempo di vivere dell'elemosina dei secoli passati, di ciò che rimane dell'epoca in cui dire uomo significava dire cristiano, non è il tempo del "fare finta" o di una vita cristiana ridotta a qualche pratica quasi scaramantica: il vescovo che giungerà nella Locride darà voce alla sofferenza e non mancherà di denunciare le cose ingiuste, inviterà tutti, a cominciare da chi si dice cristiano, a essere credibili, a prendere sul serio, concretizzandoli nella vita di tutti i giorni, i valori evangelici, a preoccuparsi del bene comune nella consapevolezza della responsabilità personale che i credenti hanno in questo periodo della storia e in questa bella e antica terra. Non mancano, in questo inizio d'anno, i motivi per ringraziare!

La samba di Peppe Fontana ha trasformato Locriin un pais tropical www.larivieraonline.com DOMENICA 05 GENNAIO

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Unico elemento esagerato del Natale locrese? La propaganda imperiale sui social network dei vertici dell’amministrazione ERCOLE MACRÌ A, e, i, o, u, ipsilon. A, e, i, o, u, ipsilon: Locri, che samba. Che bellezza. Meu amigo Peppe, Peppe Fontana, è uno che vuole evitare di entrare (fra cent’anni) nell’eternità come uno qualsiasi. Lui è uno specialista che, quando tutti gli altri sfiorano i settanta a fatica, raggiunge i novanta senza forzare. Come Bolt. L’assessore allo spettacolo del comune di Locri, organizzatore della manifestazione natalizia LocriOn Ice, è un realizzatore pragmatico d’idee, non un macinatore d’utopie. In un’epoca in cui i comuni sono divenuti vere e proprie aziende, un manager del suo calibro sarebbe sprecato anche nei governi dei capoluogo di regione. Peppe Fontana sarebbe addirittura sprecato come sindaco della piazza più importante della Locride, nonostante sia oggi l’unica figura capace di spanare la poltrona solida di Calabrese. Di sfilettarle le viti. E comunque, il successo di manifestazioni come On Ice è figlio di una scienza di gruppo, non esclusivamente del talento individuale. Il merito della riuscita del Natale locrese ha tante fette, e molto probabilmente la più consistente, dopo quella di Fontana, appartiene al fronte dei locali cittadini, che hanno partecipato all’evento sociale con tutta la professionalità e la competenza che gli ha permesso di essere the different nelle rispettive attività private.

Ora però la capitale della Locride deve andare oltre Bardot Bardot e Bejò Bejò, avanzare senza megafoni e propagande imperiali che hanno rappresentato, a mio modesto parere, l’unica nota stonata di un giro importante. L’entusiasmo è puledro, ma chi pretende di

Ora la città però deve andare oltre Brigitte Bardot Bardot e Brigitte Bejò Bejò

avere il ruolo di locomotore di un territorio in forte ritardo ha il dovere di divenire di razza. Le Terme di Antonimia e uno degli ospedali più scarsi del Mediterraneo rappresentano le priorità. La vicinanza del sindaco al governatore reggino potrebbe garantirci una sanità dignitosa, meno indecente. Locri caput Locride deve cambiare passo, imporsi all’interno di un’associazione dei Comuni governata inspiegabilmente da quella periferia che ha spesso contaminato tutto il resto con la sindrome della pioggerellina, il mercato degli incarichi, un mega raduno di bave e infiniti fiaschi. Su questo punto il settimanale “Riviera” sarà vigile ed eventualmente feroce con Giovanni Calabrese e con tutto il suo fronte risceso in piazza leggermente invecchiato, ma miracolosamente rifatto dalla natività del 2103. Il sindaco della Locride ha l’obbligo di produrre cambiamento e, nel caso non vi riuscisse, di denunciare tutta quella politica locale che ci sta spingendo verso il punto di non ritorno. Ma per ora andiamo avanti.

Dalla musica del Festival jazz agli insulti Il tragicomico teatrino di RoccellaJonica Roccella Jonica teatro di ingiustizie come tante altre parti del mondo. La Spagna degli indignados, le rivoluzioni arabe, gli studenti del Cile. Questa piccola fetta di Locride luogo di prevaricazione e scontro. Insulti pesanti nei confronti di una persona colpevole del solo fatto d'esser presente a una riunione e di avere una precisa opinione. Al centro di tutto, come sempre o quasi, i soldi. O meglio, i denari che i più "deboli" dovrebbero ricevere e che i più "forti" non si decidono a sganciare, per dirla in parole povere. Quanto detto non meraviglia Sisinio Zito e nessuno ma basta a far imbestialire Vincenzo un gruppo di lavoratori roccellesi, Staiano impegnati da qualche anno nell'organizzazione del Festival del Jazz, ai quali pare che da troppo tempo non

siano onorate le spettanze. Non lo diciamo noi della “Riviera”, naturalmente, ma ce lo ha raccontato la vittima delle presunte improperie, Carlo Iannuzzi, che ha scritto una lunga lettera per denunciare «non solo un problema economico [...] ma un problema di dignità umana». Perché ci sono uomini e donne di Roccella che magari non moriranno di fame (si parla di crediti per 600/1.000 euro ma pur sempre crediti), ma sono stufi di «essere presi in giro ogni sei mesi e di ascoltare promesse

che vengono puntualmente disattese». Fa nomi e cognomi Iannuzzi, unico firmatario della missiva. Dei responsabili di quello che egli definisce, in sostanza, un misfatto. Sisinio Zito - vicesindaco di Roccella e presidente dell'Associazione nazionale Jonica che organizza il festival- e Vincenzo Staiano, direttore artistico. Presunti aggressori verbali, autori di "un teatrino tragicomico" che si prende gioco di chi presta opera. marzo

Non solo un problema economico, ma anche di dignità


SETTIMANALE

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DISSESTO SIDERNO

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Maria Grazia Messineo: «24 milioni di euro sono una cifra esorbitante. Il dissesto era inevitabile»

Jole Figliomeni: «Nessuno ha mai nascosto l'esistenza di criticità economico finanziarie, »

«Amministratori, che incuranti del principio del “buon padre di famiglia” hanno governato indisturbati, facendo del Comune di Siderno il proprio bancomat, causando un danno erariale dai numeri tragici e sulle coscienze». (Messineo)

La dottoressa Messineo (...) si erge addirittura a giudice supremo (...) in qualità di ex-amministratrice non sfuggo a nessuna delle mie responsabilità, ma non consento a niente e nessuno di definirmi come qualcuno che ha potuto utilizzare il Comune di Siderno come il proprio bancomat. (Figliomeni)

a Maria Frazia Messineo, “renziana”, ex candidata alle ultime elezioni comunali di Siderno, riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera.

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A seguito di qualche considerazione apparsa sulla stampa locale nei giorni scorsi, che ha pubblicamente ricondotto la mia persona tra i “favorevoli al fallimento”, vorrei chiarire quella che è la mia opinione circa il dissesto finanziario (...) considerando il fatto che la questione (...) non deve essere oggetto di strumentalizzazione da parte dei partiti o, ancora peggio, di vero e proprio sciacallaggio politico (...) Ho ascoltato la relazione dei commissari Tarricone, Pitaro e Cacciola e del responsabile del settore economico-finanziario Canino, alla conferenza stampa dello scorso 19 dicembre e, così come la maggior parte dei sidernesi, ho provato amarezza nell'apprendere quella che è stata un'altra triste sentenza, dopo lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazione mafiosa, che si è abbattuta sulla testa di ogni cittadino. Rabbia e indignazione si sono aggiunte quando sono stati specificati (...) tutti gli elementi che hanno portato alla dichiarazione di default: buco di bilancio che ammonta a circa 24 milioni di euro, quasi 4 milioni di debiti fuori bilancio, distrazione di fondi vincolati, forte disavanzo di amministrazione per la mancata riscossione di Ici/Tarsu e dei contributi derivanti dai permessi a costruire, eccetera. Mi domando come sia possibile che dinnanzi a così tanto orrore alcuni cittadini, politici, ex-amministratori che oggi si discolpano dimenticando le cariche ricoperte negli anni, continuino a giocare “a nascondino” insabbiando la testa e rimpallando responsabilità a destra, a sinistra, finanche agli stessi commissari, gli unici, questi ultimi, che valutano le carte in maniera neutrale, non avendo consensi elettorali da carpire (...) Amministratori, che incuranti del principio del “buon padre di famiglia” hanno governato indisturbati, facendo del comune di Siderno il proprio bancomat, causando un danno erariale dai numeri tragici e sulle coscienze (...) Ricordo ancora quando il penultimo sindaco, in quota centro-destra, ad una seduta consiliare risalente al 2009, zittiva qualche consigliere di opposizione che chiedeva lumi sul bilancio, asserendo in maniera piccata che Siderno era un comune virtuoso con tutti i conti a posto, sapendo che non era proprio così. Non posso esimermi dallo stigmatizzare la politica assenteista. Mi riferisco al recidivo e tre volte sconfitto

candidato sindaco del centro-sinistra, il cui ultimo mandato risale a fine anni 90 e che avrebbe dovuto quanto meno presenziare e poi spiegare a tutti quanti perché la grave situazione debitoria ha radici così lunghe che ricorrono dal 1998, anno in cui lo stesso era primo cittadino.(...). Per la “pars construens” occorre incoraggiare ogni cittadino che in questo momento è afflitto da troppe domande sul destino della collettività. Se le regole troveranno applicazione “erga omnes”; se verrà attuata una seria e corretta riscossione dei tributi che non vedrà più impuniti i cittadini inadempienti; se i partiti ricominceranno ad occuparsi di politica che è il loro compito precipuo, se inizieranno a darsi delle dritte, dando il buon esempio attraverso una corretta direzione già al loro interno, senza ridursi ad opinare sulle regole, ma accettandole e tutelandole, allora sarà possibile coinvolgere il paese nella “remuntada” sidernese. Abbiamo bisogno di recuperare fiducia e speranza in noi stessi, prima di tutto, ma non disseminando versioni distorte della realtà dei fatti(...). La verità, piaccia o non piaccia, è l'unico metro da seguire. Abbiamo più che mai bisogno di persone che antepongano il bene comune all'arricchimento personale, disposte addirittura a sacrificare il “proprio” per l'interesse collettivo, persone che non vadano a bussare alla casa dei boss mafiosi per farsi sponsorizzare in campagna elettorale, che non vendano la propria persona e l'istituzione che rappresentano. Che non vendano Siderno, insomma. Non riduciamo, dunque, la questione ad una bassa e strumentale contrapposizione tra “favorevoli e contrari”. C'è da prendere atto che 24 milioni di euro sono una cifra esorbitante, che il dissesto era inevitabile e che discutere ancora di ipotetici tentativi di “pre-dissesto” poco giova al paese che non può più perdere tempo. Abbiamo dalla nostra intelligenza e buon senso, dedichiamo piuttosto una seria riflessione sulla classe dirigente cittadina che dal 1998 al 2011 ha avuto le mani in pasta e non dimentichiamo i loro nomi. Smuoviamoci da quel torpore che ci vede sospesi tra vittimismo e “messianesimo”. Non abbiamo nulla in meno degli altri, anzi abbiamo una storia di ricchezza e bellezza che fa di Siderno l'“unica inimitabile” nonostante le criticità attuali. Riappropriamoci dell'orgoglio sidernese e di quello spirito solidaristico che sono sicura ci unirà nel sacrificio di recuperare tutto quello che una classe politica fallimentare e senza scrupoli, per troppi anni, ci ha tolto

a Jole Figliomeni, ex vicepresidente del consiglio comunale di Siderno, riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera, quale risposta alla missiva di Maria Grazia Messineo, pubblicata qui a sinistra

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“Roma locuta causa finita”… è ciò che riverbera nella mia mente la lettera aperta della dottoressa Messineo pubblicata dalla “Riviera”, densa di latinismi che seppur notoriamente abbelliscono la scrittura, non possono ahimè nascondere la pochezza sostanziale del testo (...) La dottoressa Messineo (...) si erge addirittura a giudice supremo (...) in qualità di ex-amministratrice non sfuggo a nessuna delle mie responsabilità, soprattutto in negativo qualora esistessero, ma non consento a niente e nessuno di definirmi come qualcuno che ha potuto utilizzare il Comune di Siderno come il proprio bancomat. Comprendo, e per questo sarò benevola, che la dottoressa Messineo ignora probabilmente le dinamiche e procedure amministrative (...) ci si sarebbe aspettati una riflessione ben più profonda e costruttiva da parte di una giovane che dice di voler «dedicare quella che non è solo una passione, ma un diritto/dovere civico: l'impegno politico» (...) vorrei fornire a Lei (Messineo) e a tutti gli altri qualche dato sintetico. L'amministrazione Figliomeni ha assunto la guida dell'ente nel 2001 e si è dovuta subito confrontare con una grave situazione di criticità finanziaria, resa ancor più gravosa da una notevole mole di contenzioso in corso. La nuova amministrazione è riuscita a gestire positivamente la complessa problematica, riducendo notevolmente il contenzioso e pagando l'ingente somma di circa 6 milioni di euro di debiti fuori bilancio ereditati. L'azione di governo della città si è sviluppata per circa nove anni, registrando una fase di forte crescita e sviluppo socio-economico. (...) Nell'anno 2009, l'amministrazione guidata dal sindaco Figliomeni ha approvato il suo ultimo Bilancio di previsione (...) In tale documento di programmazione economico-finanziaria erano stati considerati anche i debiti con Sorical e Locride Ambiente, che a seguito di negoziazione con i creditori, erano stati rateizzati in più anni con pagamenti che trovavano sostenibilità nel Bilancio approvato, così pure la sentenza “Falletti”, che tro-

vava origine dall'acquisizione dei suoli in località Randazzo, avvenuta da oltre trenta anni da parte delle amministrazioni dell'epoca. Tali debiti trovavano copertura nella parte dell'entrata con l'incasso del credito verso il comune di Locri, per oneri di depurazione (per oltre un milione di euro) e dalla dismissione di alcuni beni di proprietà comunale, tra cui: Suolo area di servizio Esso, Suolo Vecchio Macello Comunale (Lungomare), Suolo ex Lido (Lungomare) e relitti stradali vari. A tal fine l'Ufficio tecnico comunale ha redatto il relativo piano di dismissione che è stato allegato al Bilancio per la sua attuazione. Nel mese di marzo 2010, a ridosso delle elezioni regionali, la maggioranza dei consiglieri comunali si dimise e gli organi politici decaddero, segnando la conclusione dell'era Figliomeni. Nei primi giorni di marzo venne nominato commissario prefettizio il dottor Ruffo (...) risulta che negli ultimi 4 anni, il Comune, a parte la breve parentesi dell'amministrazione Ritorto, è stato retto da commissari prefettizi, che avranno sicuramente assicurato la consueta trasparenza e legalità, ma che certamente non saranno andati oltre l'attività di ordinaria amministrazione. In questo contesto, dottoressa Messineo, è lecito domandarsi se: i pagamenti verso Sorical e Locride Ambiente previsti nel piano di rateizzazione siano stati eseguiti; il Piano di dismissione dei beni comunali sia stato attivato; le procedure per incassare il credito del comune di Locri siano state avviate; le richieste di fondi allo Stato per sostenere gli enti in difficoltà, già concessi a Locri e Reggio Calabria, siano state inoltrate nei termini di legge. Nessuno ha mai nascosto l'esistenza di criticità economicofinanziarie, comunque meno gravose di molti altri Enti, determinate da una progressiva riduzione dei trasferimenti statali e da un'oggettiva difficoltà ad incassare i tributi locali, situazione che negli ultimi anni si è ulteriormente aggravata a causa di una semplice attività di ordinaria amministrazione e di una crisi economica nazionale e locale. Mi riservo di scendere negli ulteriori dettagli in altre sedi se sarà necessario (...) Vede dottoressa Messineo, per la “Pars Construens” occorre incoraggiare prima di ogni altra cosa una precedente fase di “Pars Destruens”, al fine di eliminare “idola” che inibiscono una scevra valutazione del fenomeno osservato.


RIVIERA

POLITICA ILARIO AMMENDOLIA Renzi ha vinto le primarie del Pd. La vittoria di Renzi deve produrre effetti immediati nella politica italiana e calabrese altrimenti resterà inutile declamazione. Per esempio, Renzi propone di abbattere drasticamente i costi della politica e i privilegi della casta. Sarebbe stato normale che in occasione dell’approvazione del bilancio regionale il gruppo del Pd - con in testa i consiglieri regionali “renziani” - si presentasse in aula come una testa di ariete per abbattere antichi privilegi delle caste e per non sprecare gran parte degli otto miliardi di euro. Ci saremmo aspettati che il gruppo regionale del Pd depositasse la proposta di legge regionale per abolire tutti i vitalizi e per adeguare le loro indennità a quella del sindaco di Catanzaro. Sarebbe coerente e normale che il gruppo regionale del PD calabrese rifiutasse in maniera unilaterale, e con decorrenza immediata, il contributo pubblico (e i privilegi) di cui s’è fatto un discutibile uso e abuso. Non è successo, segno inconfutabile di continuità. Negli ultimi tempi la storia non gode buona fama, la si guarda come ad un bagaglio ingombrante da rimuovere perché espressione del “passato”. Eppure la storia, se ben studiata, non fa luce solo su quanto è avvenuto ma rischiara il futuro. Nel 1982 a Rimini il riformismo italiano toccò il suo momento magico. Un gruppo di giovani dirigenti che aveva conquistato il partito socialista italiano qualche anno prima al Midas, espose in una straordinaria assemblea congressuale, un progetto che delineava le linee essenziali di un’Italia moderna, più giusta, interamente proiettata verso il terzo millennio. L’intervento di Claudio Martelli, con l’individuazione dei nuovi soggetti sociali e la teoria dei meriti e dei bisogni, rimane, ancora oggi, una pagina importante di riformismo socialista. Dopo solo dieci anni, di quell’ambizioso progetto non restava praticamente nulla se non un cumulo di macerie che la magistratura avrebbe rimosso senza trovare alcuna resistenza. Martelli e Craxi si ispiravano alla Svezia di Olof Palme che aveva realizzato l’antica aspirazione socialdemocratica di una società capace di accompagnare tutti i cittadini “dalla culla alla tomba”. Renzi propone una serie di riforme di cui aspettiamo di saperne di più ma che - a prima vista - sembrano non solo giuste e necessarie, ma certamente indispensabili per l’Italia. Ero convinto nel 1982 e sono con-

Nel 1982 a Rimini il riformismo italiano toccò il suo momento magico. Martelli e Craxi si ispiravano alla Svezia di Olof Palme che aveva realizzato l'antica aspirazione socialdemocratica di una società capace di accompagnare tutti i cittadini “dalla culla alla tomba”. Da sx a dx Claudio Martelli, numero due del Partito socialista italiano; Bettino Craxi, segretario del Psi e presidente Consiglio dei ministri nel ‘83 e nel ‘87; Olof Palme è stato un politico svedese, leader del Partito Socialdemocratico e primo ministro di Svezia

Il PD, soggetto

riformista o comitato elettorale? La vittoria di Renzi deve produrre effetti immediati nella politica italiana e calabrese altrimenti resterà inutile declamazione.

vinto oggi che bisogna collocare sullo sfondo la fuoriuscita progressiva dalle logiche di mercato, ma questa è solo una convinzione personale. Invece è importante capire perché fallì Rimini e perché il fallimento è in agguato oggi. Quel progetto è fallito perché è mancato il soggetto del riformismo. Tutto è rimasto nella testa e nelle mani di un ristretto gruppo dirigente. Ecco la lezione della storia. Senza un soggetto collettivo il gruppo dirigente ripiega su se stesso e finisce sempre col diventare conservatore intendendo con questo termine la volontà di conservare il potere aldilà della politica. Infatti, dopo alcuni anni, la spinta propulsiva del gruppo dirigente socialista si piegò dinanzi alle prime difficoltà, perse l’energia iniziale ed il riformismo socialista rimase una bella pagina scritta solo sulla carta. Il PSI non divenne mai lo strumento collettivo capace di lavorare nella società e cambiarla. Non furono i “giovani” a condizionare il partito ma fu il peggior partito a cambiare i giovani. Così si finì con l’abdicare a qualsiasi ambizione riformista piegandosi progressivamente alla logica della conquista e conservazione del potere che avrebbe infettato e ucciso il partito socialista. Oggi guardo in Calabria, osservo il Pd della Provincia di Reggio e della Locride. Stento a rintracciare un progetto timidamente riformista mentre sono molto chiari i posizionamenti elettorali. È facile formare comitati elettorali, molto più difficile è dar vita ad un soggetto che da Monasterace a Reggio, a Cittanova sia capace di ritrovarsi unito intorno a un Progetto riformista. Nessuno lo dirà ma il partito è attraversato da linee invisibili dietro cui non è difficile rintracciare gli “amici” dei vari capi corrente. Certo a qualcuno interessano solo e soltanto “le prossime elezioni”. E tutto si posiziona in vista delle future scadenze elettorali. Se questa tendenza avrà la meglio il PD è destinato al fallimento ma i vari capi avranno vita lunga.


SETTIMANALE

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GIUDIZIARIA Ampi stralci della deposizione del boss risalente all’agosto 2012, portano alla luce i particolari inediti della faida con i Commisso

L’ex boss Giuseppe Costaracconta 44 anni di ‘ndrangheta a Siderno

«La mia militanza nella ‘ndrangheta comincia nel 1969-70 grazie a tale Nicola Scali di Gioiosa, di cui avevo anche favorito la latitanza, e fui affiliato alla locale di Siderno come picciotto, con il consenso di Francesco Commisso; i nomi dell’epoca erano Salvatore Scarfò, capo società di Siderno, Nicola Scali e Vincenzo Ursini, fu fatta una affiliazione rituale con lettura di formule”, fino a raggiungere il grado di “quartino”». Sono state queste le prime dichiarazioni rese da Giuseppe Costa, (classe 1949), ai magistrati della Procura distrettuale di Reggio Calabria il pomeriggio del 28 agosto 2012 in una stanza del carcere di Milano Opera. Dopo quasi vent’anni passati in carcere, una condanna definitiva all’ergastolo, il 64enne Peppe Costa ha deciso di saltare il fosso e raccontare la sua verità su 44 anni di ‘ndrangheta di Siderno e della Locride. Nel corso del 2013 parte dei verbali contenenti il narrato di Costa sono entrati nei maggiori processi in corso a Locri e Reggio Calabria contro decine di imputati ritenuti a vario titolo appartenenti alla criminalità organizzata. Per ultimo a fine dicembre la Procura distrettuale reggina deposita ulteriori nuove dichiarazioni di Costa agli atti del procedimento penale “Recupero–Bene comune”, dove gli imputati sono tutti di Siderno. Per Costa, che dovrà confermare il contenuto in una delle prossime udienze, si tratta di raccontare alcune vicende del passato sidernese. In ciò che ha aggiunto il 64enne dichiarante è contenuta l’ipotesi che il duplice omicidio dei fratelli Salvatore Salerno, detto Sasà, ucciso nell’ottobre 2006, e quello di Agostino Salerno, avvenuto un mese dopo, sarebbe stato deciso da Antonio Commisso, inteso “l’avvocato”, condannato nel filone dell’abbreviato di Recupero a 16 anni di carcere. In uno dei passaggi del verbale reso dal 64enne in data 13 settembre 2012 si legge: «Circa gli omicidi dei fratelli Salerno ed al tentato omicidio del fratello (sarebbe Vincenzo che ha subito

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un attentato nell’agosto del 2007, ndr), posso dire che dopo i fatti ne ho parlato in carcere con più persone ed è opinione corrente che la decisione sia stata presa da Antonio Commisso “u bucatu”, nonostante uno dei fratelli avesse sposato la figlia del fratello Giuseppe». Il motivo dei delitti starebbe nel fatto che «non volevano sottostare ai voleri dei Commisso». Ed ancora: «Salvatore Salerno voleva costituire una cosca per i fatti suoi già subito dopo la guerra anche perché non si sentiva considerato al pari di Figliomeni e Rumbo». Infine sullo stesso argomento, Costa nel verbale del 31 ottobre 2012 sottolinea ancora, sempre riguardo all’omicidio di Salvatore Salerno: «Solo Antonio Commisso poteva decidere un atto del genere». Riguardo alla politica Peppe Costa ha raccontato, per come riportato nel verbale del 12 settembre 2012, che «Alessandro Figliomeni è entrato in politica dietro l’insistenza dei Commisso, lo hanno voluto in politica per facilitare l’infiltrazione della famiglia nel settore degli appalti pubblici. So che lui e il fratello Antonio appartenevano alla ‘ndrangheta già prima della morte del loro padre; lo so perché all’epoca una nuova affiliazione veniva comunicata agli altri affiliati non presenti con formule del tipo “compare Peppe fate gli auguri a Tizio perché ieri non vi abbiamo potuto chiamare”». Giuseppe Costa, inoltre, racconta di Riccardo “Franco” Rumbo indicandolo come «particolarmente importante al pari di Angelo Figliomeni, inteso “brigante”, sia in Calabria che in Canada». L’ascesa di Rumbo nell’alveo della locale di Siderno, da come si evince da una lettura delle dichiarazioni rese dal già boss Peppe Costa, sarebbe legata al legame con Vincenzo Figliomeni, alias “u briganti”, e dopo la sua morte si è costituito un gruppo denominato FigliomeniRumbo che avrebbe preso parte attiva nella faida tra Costa e i Commisso, schierandosi con questi ultimi. A.T.



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Matrimoni di “alta moda”, i settant'anni di Lino Valeri PRIMO PIANO

Molte personalità e spesso diverse statistiche, affermano che la Calabria è la peggiore regione italiana in fatto di imprenditorialità. Questo in gran parte è vero e lo dice il quasi inesistente sviluppo economico di questa terra. Ma come in tutte le cose della vita esistono eccezioni e quando ciò avviene esse sono eclatanti. In fatto di alta moda questa terra non è solo Versace. Per tutti coloro che vogliono segnare il giorno del proprio matrimonio con un abbigliamento di classe, l'atelier di fama internazionale di Lino Valeri è un punto di riferimento di massimo livello. Originario di Marina di Gioiosa Jonica, Valeri ha da poco compiuto settant'anni ma non ha certo perso la creatività e la grinta professionale che gli hanno permesso di esportare nel mondo lo stile calabrese. Che quando affidato a mani esperte non ha nulla da invidiare nel regno dell'abbigliamento di classe. Come recitato all'interno del sito web della sua ditta, lo stilista locrideo «è rinomato per la ricercatezza delle linee trattate e la cura severa delle rifiniture (…) offre ai suoi clienti un

Nel grande regno dell'abbigliamento di classe un designer partito dalla Locride che ha esportato al meglio lo stile calabrese

Giuseppe Bonavitaha compiuto cent’anni. Gli occhi azzurri inconfondibili, che a volte divenivano severi occhi di ghiaccio, ed il sorriso silenzioso sono dei segni sempre presenti che lo hanno contraddistinto in quest’ultimo secolo. Eh si, avete capito bene, 100 anni son passati dalla sua nascita! Il 04 gennaio 2014 ha difatti compiuto il suo centesimo genetliaco il cavaliere Giuseppe Bonavita e lo ha festeggiato unitamente

prodotto esclusivo che non delude mai le aspettative più esigenti. Alta moda ed eleganza primeggiano in ogni articolo, dagli abiti da sposa, sposo, cerimonia a quelli dei più piccoli. Dettagli e stile per indossare un matrimonio da favola». Gli esordi del designer calabrese risalgono al 1967, quando a Torino aprì il suo primo atelier e si affermò da subito come brillante stilista di successo capace di proporre «il vestire classico adeguandolo al vivere contemporaneo».

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Il sarto del presidente è di San Luca

Si chiama Francesco Giorgi ed è il sarto presidenziale. L'uomo originario di San Luca, ma residente a Trieste, ha realizzato uno degli abiti indossati dal presidente Gronchi ed esposto alla mostra “La stoffa del Presidente, 60 anni di stile italiano”. Il maestro Giorgi ha descritto al giornalista di TMNews i particolari dell'abito realizzato per Gronchi. «è un tre bottoni tasca con pattina, molto morbido, non esageratamente stretto con una impostazione della spalla importante, bella, non troppo alta, …». Giorgi ha sottolineato in particolare la finitura della lavorazione a mano e delle raffinate cuciture che impreziosiscono il costume.

Le tate di Platì

Metti Andrea Pirlo con il sidernese Michele Crupi

sottraggono 685 mila sterline alla star della cucina londinese Nigella Lawson

Visione di gioco panoramica, tatticamente perfetti, sguardo lungo, di quelli che con la coda dell’occhio beccano a cento metri di distanza il cordone ombelicale di un uovo di caviale. Il dentista sidernese Michele Crupi e il più grande regista italiano di tutti i tempi, dopo Fellini, sono stati beccati, in quel di Torino, dall’infallibile polaroid del settimanale “Riviera”, in un ristorante, davanti a una cena di livello: Fassone al coltello e Barolo d’annata.. Assente ingiustificato Wesley Sneijder. ai propri parenti ed amici di famiglia tagliando la tradizionale torta che immancabilmente ogni anno, e specialmente negli ultimi dieci, ha contraddistinto tale ricorrenza familiare. Invero, è stata una lunga attesa e di fatto una sfida vinta, e per la quale si ringrazia costantemente Nostro Signore Iddio, anche se nell’ultimo decennio in particolare sono man mano scomparsi molti dei suoi fratelli e sorelle che oggi saranno presenti nel suo cuore a salutare con gioia, ma da un’altra dimensione, il fantastico traguardo del proprio germano. Il cavaliere Bonavita è il terzogenito di una numerosa famiglia sidernese che era composta da ben nove sorelle e cinque fratelli e di cui oggi sono viventi solo in cinque. Ha partecipato al secondo conflitto mondiale e tornato al proprio paese alla fine del medesimo partì alla volta dell’Argentina dove lavorò in ambito edile pubblico. Il richiamo delle proprie radici però lo spinsero sulla via del ritorno verso il 1960 e da quel giorno

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rimase in Siderno dove svolse la propria attività di costruttore edile fino alla metà degli anni ottanta circa. Terminata questa fase non pensò minimamente di restare a riposo assoluto e lo si poteva incontrare sin dalla mattina presto all’edicola di Piazza Municipio ad aiutare le proprie sorelle nella conduzione dell’attività commerciale iniziata dal proprio genitore Girolamo verso la metà del XX secolo. Così trascorrevano le giornate tra una chiacchierata con gli amici di un tempo ed i vari avventori, e la passione per le piante che lo avevano portato a possedere un bellissimo giardino in pieno centro su cui spiccavano delle splendide rose di vari colori. Nel 2004 fu nominato Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana da parte del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, unitamente alla propria sorella Emma, quali simboli della laboriosità ed impegno della famiglia Bonavita nell’ambito della società civile,

Nei giorni scorsi ha fatto molto clamore sul web la chiusura del processo che vedeva coinvolta la chef-star Nigella Lawson e le sue due governanti, le sorelle Grillo. La Corte inglese ha deciso infatti di assolvere Elisabetta e Francesca Grillo, originarie di Platì, accusate di aver usato le carte aziendali della cuoca più famosa d’Inghilterra per spese personali, arrivando a “sottrarle” ben 685 mila sterline. Le ragazze avrebbero usato per anni le carte aziendali della Lawson per comprare oggetti griffati e costosissimi. Da borse Fendi, ad abiti di stilisti come Marc Jacobs, Prada, Gucci e Moschino, persino dei mobili avrebbero acquistato le Grillo. Euna delle due ha anche ammesso di essere una malata di shopping. Ad accorgersi di queste spese fuori programma il mercante d’arte multi-milionario e secondo marito della chef, Charles Saatchi. Su siti internet e quotidiani è stata sottolineata la provenienza delle Grillo e l’alta densità mafiosa del piccolo centro reggino città natale delle ragazze.

avendo di fatto peraltro lavorato fino all’età di novantadue anni. Adesso ha raggiunto un ambito traguardo, attorniato dalle sorelle Olga ed Ada, dal fratello Antonio, dalla sorella Ortensia che pur distante non ha fatto mancare il proprio augurio, e da tutti i nipoti e pronipoti che lo hanno festeggiato presso la storica residenza di famiglia nel centro di Siderno. Anche il Sommo Pontefice Papa Francesco ha trasmesso per la speciale occasione la propria benedizione invocando la presenza della Santa Vergine accanto al fedele centenario affinché copiose grazie e la Sua materna protezione possano accompagnarlo ancora e sempre nel corso della sua vita. Una bellissima soddisfazione per un cristiano che ha avuto la fortuna di stare al mondo alla presenza di ben dieci Papi, da Pio X in avanti sino a Papa Bergoglio. I migliori auguri zio Peppe e complimenti per il traguardo raggiunto!


a Befana atterrerà stasera con la sua scopa distribuendo carbone e dolci e ripartirà a razzo lasciandoci a tirare le somme e facendo buoni propositi per l'anno appena iniziato. Ognuno di noi si guarderà dentro e cercherà di capire come migliorarsi, come realizzare i propri sogni e le proprie aspirazioni. E se quel pezzo di carbone che ha ricevuto lo ha meritato. Almeno un po'. Sarà bene pensare a come rimediare agli errori commessi per ricominciare con il passo giusto il 2014. Un'autocritica che non può che essere positiva e costruttiva per ciascuno di noi. Ma è necessario anche ricordarsi delle nostre qualità, di quelle caratteristiche che ci rendono unici, noi stessi. Ripartiamo da quelle. Ripartiamo avendo ben presente ciò che vogliamo ottenere, chi vogliamo diventare. È fondamentale. Questo è ciò che auguriamo ai nostri lettori: di non smettere di credere in se stessi, di non dimenticarsi mai dei propri sogni.

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CHRISTMAS

CARTOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò

Rocche di Prastarà, Montebello

Successo mediatico del secondo Cimento invernale della Locride...

Il 28 dicembre 2013 a Locri, Lungomare Lato Sud, presso l’area Parco Giochi, alle ore 12.00, si è tenuto il secondo Cimento invernale della Locride, organizzato dall’Associazione Zephyria e dalla Salvamento Locride Mare. Il cimento invernale, un semplice tuffo in mare, accessibile a tutti, è un rituale dagli interessanti effetti benefici e in questa seconda edizione qualcosa è cambiato. In cinque i coraggiosi che hanno affrontato i quattordici gradi dell’acqua del mar Jonio, ma tanta è stata la gente accorsa incuriosita dall’evento. “Sono soddisfatto della seconda edizione del Cimento invernale della Locride. È stato bello leggere lo stupore negli occhi dei presenti e il desiderio di esserci di chi si è tuffato assieme a me. Un grazie particolare ad Andrea, Bruno, Francesco e Gianluca. Credo in questa iniziativa e, nonostante la partecipazione fattiva sia stata tiepida, desidero continuare per perpetuare questa tradizione. E colgo l’occasione per lanciare la terza edizione del Cimento fissata per sabato 27 dicembre 2014, condizioni meteorologiche permettendo. In fine la presenza del TG3 Calabria è stato il feed-back più significativo. La stampa ci ha dato fiducia!” afferma Annunziato Gentiluomo, presidente di Zephyria. “Trasformeremo il Cimento invernale in un grande evento, capace di rilanciare la nostra zona e di rendere evidente come sia possibile il turismo invernale nella Locride e soprattutto la pratica dell’elioterapia tutto l’anno”, sottolinea Giuseppe Pelle, direttore della Salvamento Locride Mare, entusiasta di quanto avvenuto.

Eventi

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domenica gennaio

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Aspettate la Befana alla Gru. Nella notte d’attesa della Befana i negozi saranno aperti per tutta la notte, Peppa Pig intratterrà i più piccoli insieme a tanti artisti di strada e a gruppi di musica che suneranno dal vivo

lunedì gennaio

La befana volerà dal campaniledella chiesa S. Nicola di Bari di Roccellla alle 11.00. L’evento organizzato dall’Unitalsi vedrà la partecipazione dei pompieri di Siderno e Reggio.

Ovunque emergono vestigia di antichi uomini, insediati in questa terra con la suggestione delle promesse, e le loro storie s’intrecciano a vicende forestiere ed a guerre, scorrerie, prepotenze, eroismi, fino a discendere alla nostra vista e tramutarsi in nostalgia misteriosa, in appartenenza, in stupore benefico, e allora sembra di udirla, la voce degli antichi, che dice “Buon Anno Calabria.”

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martedì gennaio

All'Ombligo de la Luna di Roccella l'appuntamento con Alessandra Buttiglieri per parlare e ascoltare il suo romanzo, ad accompagnarla ci sono Ritu Ferraro, de La Corte di Alice per le musiche e alla lettura Maria Chiara De Francesco.


Sogno di Natale

Telesuonano

Il nuovo talk radiotelevisivo "Telesuonano", in onda ogni giovedì alle 22.45 su 8 Video Calabria e ogni domenica alle 8:00 sulle radio del circuito News&Com. Ospiti della quinta puntata, i giornalisti: Peppe Baldessarro (Il Quotidiano della Calabria), Arcangelo Badolati (La Gazzetta del Sud) e Pietro Melia. Conducono, Paola Militano e Danilo Monteleone. In studio, lo stilista "irriverente" Claudio Greco e Franco Sicilianodj

La formica IL Comune di Roccella premia l’associazione “la Formica” per il contributo offerto nel settore del turismo e della cultura

Lo stile Voltarelli Non c’è un tamarro con più stile del nostro Peppe Voltarelli. Almeno è quello di cui eravamo convinti ed invece dopo aver visto questo scatto ci siamo dovuti ricredere. Voltarelli senior ha lo stesso stile e la stessa autoironia del cantautore più solare della Calabria.

Non so a quanti della mia età, che amano “cosi 'i porcegliu com'a mmia”, sia mai successo di essere invitati in una casa e di essere condotti in cucina, dove, sopra un tavolo, ci sono “tri limbi: ddui chjni 'i frittuli e gambuna cardi cardi e una chjna 'i costati e ossa 'i tutt” i maneri chi dinnu màngimi màngimi". E per finire, anzi incominciare, “vinu novellu e pan''i casa mpastatu a manu”. Ogni tanto, attraverso la porta, che si apre sospinta dal vento, intravedo, in una cucina rustica piena di volti sorridenti, "'na cardara ancora sup''e brasi, aundi stannu perinchjendu cugnetta e buccaccia 'i frittuli e mucciunati e atti cu saimi. 'N'adduri chi ti jetta! comu dicìa mama". Ogni tanto cerco di scuotermi, perchè ho paura che stia vivendo un sogno, ma non ci riesco, perché il vino imcomincia a darmi piacevoli sensazioni di leggerezza e di euforica allegria. Ritorno al passato, attraversando anni di solitudine, come una volta, quando alle prime luci dell'alba il grido del maiale lacerava il silenzio del paese, illuminato da qualche lampione. Rivivo la mia storia contadina. Vicino a me il padrone di casa che mi ripete: « Cumpari, mangiàti!». Che, a mente fredda, ringrazio ancora per questo (non) sogno di Natale. Franco Blefari


RIVIERA

POSTA Le città metropolitane di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria verranno ufficialmente costituite, dal 1 gennaio 2014. La città metropolitana di Roma, in ragione dello status di capitale, è regolata da una disciplina speciale. Tutte le città metropolitane subentreranno alle Province dal 1° luglio 2014. Dalla data di costituzione, il 1 gennaio 2014, e fino al 1 luglio 2014 (data di subentro alla Provincia omonima), le citta' metropolitane - si legge nella bozza del Ddl - avranno la sola funzione di approvare lo statuto. Fino al 1 luglio 2014 vengono prorogati gli organi provinciali in carica, comprese le gestioni commissariali. Il territorio della città metropolitana coinciderà con quello della Provincia omonima. Gli organi della città metropolitana saranno: il sindaco metropolitano, ovvero il sindaco del Comune capoluogo della Provincia omonima; il Consiglio metropolitano, costituito dal sindaco metropolitano, dai sindaci dei comuni appartenenti alla città metropolitana con più di 15 mila abitanti e dai presidenti delle Unioni di comuni della provincia con popolazione complessiva di almeno 10 mila abitanti; la Conferenza metropolitana, costituita dai sindaci dei comuni appartenenti alla città metropolitana. Le città metropolitane saranno enti territoriali di secondo livello con compiti di programmazione, pianificazione, coordinamento, promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture, delle reti di comunicazione. La Città metropolitana di Reggio Calabria rappresenta uno dei 10 enti amministrativi del territorio italiano (città metropolitane) identificati dal decreto legge 95 del 6 luglio 2012 di revisione della spesa pubblica (spending review). Previsto per la prima volta dalla legge 8 giugno 1990, n. 142 (artt. 17-21) sul nuovo ordinamento degli Enti locali, ha trovato nuovo slancio nell'art. 114 della Costituzione della Repubblica Italiana, dopo la riforma dell'ordinamento della Repubblica del 2001 con la modifica del titolo V della Carta. La Città metropolitana di Reggio Calabria è stata istituita dall'ordinamento giuridico nazionale con il Decreto-Legge 5 novembre 2012, n. 188 "Disposizioni urgenti in materia di Province e Città metropolitane". La soppressione della Provincia di Reggio Calabria e contestuale istituzione dell'omonima Città Metropolitana è stata tuttavia posticipata, in quanto il Comune capoluogo (il cui sindaco, in sede di istituzione

Siamo pronti FINANZIAMENTI

per la città Metropolitana?

La Città metropolitana di Reggio Calabria dovrebbe comprendere, oltre a Reggio Calabria, i 96 comuni dell'omonima provincia che ad essa sono legati per questioni economiche, sociali e di servizio, nonché culturali e territoriali. Cosa cambierà per i 96 comuni che rientreranno nella Città Metropolitana

Cristo ha iniziato i suoi festeggiamenti dall’ospedale locrese

della Città Metropolitana, dovrà anche assumere l'incarico di primo Sindaco Metropolitano in attesa dell'approvazione del nuovo Statuto metropolitano) nell'ottobre 2012 è stato sciolto per infiltrazioni mafiose ex art. 143 d.lgs. 267/2000 ed è stato commissariato. Pertanto, l'istituzione della Città Metropolitana di Reggio Calabria è rimandata a 90 giorni dopo le nuove elezioni comunali del capoluogo. Sarà il prossimo Sindaco, dopo le elezioni comunali della primavera 2014, ad assumere, in sede di istituzione della Città Metropolitana, l'incarico di primo Sindaco Metropolitano in attesa dell'approvazione del nuovo Statuto metropolitano. In quel momento verrà automaticamente soppressa la provincia. Ecco perchè le prossime elezioni comunali saran-

RINALDO NICITA

E appena passata la notte più lunga e condivisa dell'anno nel mondo. Esistono pochi posti al mondo dove non si celebra il Natale del Signore. Persino le guerre conoscono una, purtroppo breve, tregua. Ancora oggi, non sempre e non dappertutto e' semplice praticare questa fondamentale ricorrenza. I cristiani, pur di perpetrare questo rito, sono tuttora costretti ad allestire altari di fortuna nei più disparati luoghi in chiese improvvisate: grotte, capanne, sottoscala, catacombe, bunker, case private, passaggi segreti, centri di accoglienza, ecc.. È vero che Gesù deve nascere nei cuori, nelle menti e manifestarsi nelle opere quotidiane dei cristiani ma è altrettanto vero che il compleanno di Dio fatto Uomo va festeggiato nella maniera più dignitosamente possibile. Siamo, pertanto, indotti a figurarci uno scenario

no ancor più importanti rispetto al consueto. Il Sindaco Metropolitano avrà poteri e funzioni molto più importanti di quelli degli attuali Sindaci: sarà equiparabile ai governatori regionali, in quanto potrà - ed è la cosa in assoluto più importante - relazionarsi direttamente con l'Unione Europea oltre che con il governo nazionale. La Città Metropolitana sarà un ente autonomo su diverse discipline, che potrà dettare le linee guida del governo e dell'amministrazione locale in assoluta indipendenza rispetto al territorio circostante, ovviamente all'interno delle competenze previste dalla Costituzione. Probabilmente si voterà per il consiglio comunale di Reggio Calabria tra l'8 e il 15 giugno 2014 con il rinnovo del Parlamento europeo. Comuni La Città metropolitana di Reggio Calabria dovrebbe comprendere, oltre alla città capoluogo di Reggio Calabria, i 96 comuni dell'omonima provincia che ad essa sono legati per questioni economiche, sociali e di servizio, nonché culturali e territoriali. Il quesito principale di questa enorme trasformazione, consiste nel capire, cosa cambierà per i 96 comuni che rientreranno nella Città Metropolitana di Reggio Calabria? Luigi Dott. Fraietta

dove gli altari di fortuna possano trovarsi nei paesi tormentati dalle guerre, dalla fame, dove nemmeno l'uomo non ha un rifugio domestico, dove durante la celebrazione un terrorista potrebbe lanciare una granata, dove, come purtroppo anche quest'anno e' successo, alcuni uomini armati interrompono la liturgia sparando all'impazzata sui fedeli. Certamente le prime candeline Gesù li spegne con loro! Senza dubbio Cristo vuole nascere con gli ultimi, con i perseguitati a causa del Suo Nome, con i diseredati con i clochard, con gli uomini soli, con i disperati, con i senza tetto, con gli immigrati, con i bimbi soli anche se accompagnati, con i violenti, i violentati e forse anche con i violentatori e con gli abbandonati. E allora, non per meriti particolari ma per essere stati costretti a celebrare il natale in una chiesa di fortuna, Cristo, sicuramente, ha iniziato i suoi festeggiamenti anche dal nostro amato ospedale dove da più di due mesi si celebra la santa messa in sala riunioni della direzione sanitaria per scarsa agibilità della cappella.

SANITÀ

Complimenti al reparto di Allergologia di Locri DIEGO TAMBURRINI

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Esimio signor Direttore della “RIVIERA. Le Sarei grato se volesse pubblicare sul Suo periodico queste mie osservazioni che comprenderà sicuramente dopo la lettura delle stesse. Nel ringraziare, La ossequio cordialmente.

pesso sentiamo pesanti critiche sull'Ospedale di Locri. Quando capita di sentire parlare di disservizi del nosocomio, le persone partecipanti alla conversazione fanno a gara a chi riesce a dimostrarne gli aspetti più negativi. Alcuni giorni fa sono dovuto andare per una visita al reparto di allergologia dell'ospedale di Locri. Avevo appuntamento per le ore 8,30. Sono arrivato prima delle ore 8 e, mentre aspettavo, ho letto l'insegna ubicata sulla porta di accesso al reparto di allergologia dove è scritto “Regione Calabria - Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria - Dipartimento ospedaliero di Medicina - Struttura Complessa di Allergologia e Immunologia Clinica Osservatorio epidemiologico regionale per lo studio e la prevenzione delle malattie allergiche ed immunologiche - Centro regionale di eccellenza - Day - Hospital - Direttore Dr. D. Calabrò”. Grande è stata la mia sorpresa nel leggere “Centro regionale di eccellenza” quando, parlando di Ospedale di Locri, non si sentono altro che commenti negativi. Ho pensato: chi ha deciso di attribuire l'eccellenza o è matto o qualcosa di vero c'è. Qualche minuto prima delle ore 8 ho visto entrare nel reparto alcune persone che poi, una volta entrato a mia volta, ho potuto capire che si trattava di medici ed infermieri e tra loro c'era anche il dr. Calabrò. Subito ho capito che le cose andavano in modo diverso di quanto viene chiacchierato in giro. Una volta entrato all'interno della sala d'attesa ho visto un ambiente molto accogliente e pulitissimo. Tutto il personale molto attento, garbato, cortese e pieno di attenzioni nei confronti dei pazienti. Al cospetto di tanta civiltà e competenza noi pazienti abbiamo assunto, a nostra volta, un atteggiamento di riconoscenza e di rispetto per le persone che ci stavano ospitando. Il momento della visita ha rappresentato il culmine del mio dissenso per le chiacchiere diffamatorie che si sentono in giro. E' stata una visita piena di spiegazioni, supportata da esempi elementari a me chiaramente comprensibili. Ogni suggerimento è stato supportato da spiegazioni scritte e l'appuntamento per la visita di controllo è stato richiesto e fissato dallo stesso medico. Sono uscito dal reparto rinfrancato del mio disturbo e felice di essere capitato in quell'oasi di efficienza e professionalità. Avevo letto con qualche riserva “Centro regionale di eccellenza”, adesso ritengo che bisognerebbe trovare un aggettivo che ingigantisca l'eccellenza. Colgo l'occasione per ringraziare tutti i componenti dell'Equipe.


SETTIMANALE

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STEFANO MARZETTI e apri un negozio ma il mestiere del commerciante non l’hai nel sangue, il tuo negozio al novantanove percento chiuderà nel giro di un anno e avrai accumulato solo debiti. Lo stesso vale per gli imprenditori – o aspiranti tali – della Calabria. Sono venuti al mondo per fare altro. La loro regione esiste per incanalare il proprio popolo verso attività intrinseche alla natura che distingue e qualifica questa parte autorevole della Magna Grecia, in particolare, quindi, fascia jonica e Locride. Generosa di terra da curare e buona da coltivare, per far sì che elargisca frutti che il resto d’Italia non potrà mai concepire. Invece alcuni calabresi s’incaponiscono, investono – quando ciò è reso loro possibile da lungaggini burocratiche e interessi dei cosiddetti poteri forti – ma poi dimostrano un’inadeguatezza esiziale per la sopravvivenza. In sostanza, i calabresi devono fare gli agricoltori e in quest’attività investire tutte le proprie energie, sia per il mercato interno sia per l’esportazione. Gli imprenditori - nel senso più grezzo del termine - di questa regione «non sono capaci di fare “rete”» dove per questo s’intenda possedere la «mentalità della cooperazione e una visione strategica che faciliti linee di sviluppo congeniali. Vale a dire tutto ciò che abbia a che fare col clima, con la storia e, perché no, anche con la politica, intesa nel senso “alto” del suo fondamento. Di questa disfunzione genetica deleteria per l’economia regionale, abbiamo parlato con Giorgio Botta, ingegnere chimico originario di Cumiana (Torino), da molti anni in Calabria, a Roccella, per amore della moglie originaria proprio dell’antico sito greco di Amfissa. Botta è ex imprenditore e dirigente nel settore delle vernici di rivestimento dei contenitori per alimenti (vasche per il vino, per l’olio, bacini per l’allevamento del pesce, ripiani per far lievitare il panettone e così via). A Siderno, per due anni, è stato direttore dello studio radiologico cittadino. D’industrializzazione e sviluppo parla con agilità e cognizione connaturata, come disquisisse di vino di cui è considerato fine intenditore. Solo agricoltura, quindi? No, sulla strada di Botta, introdotto con disinvoltura nell’alta società del posto (è stato presidente del Rotary Club di Locri nel 2008 e nel 2009) sfilano soprattutto professionisti, avvocati, medici e via dicendo, del settore privato e di quello pubblico, «ma non molti imprenditori – rivela l’ingegnere subalpino - La situazione orografica» di questa regione «non facilita». Il problema pare non essere «la malaamministrazione ma le montagne» che scendono ripide verso il mare e poi «le coste», più adatte a uno sviluppo turistico balneare. E poi, in termini di trasporti - importazione ed esportazione - «i collegamenti sono molto difficili. Lo sviluppo» industriale, spiega Botta, «nasce dove la natura non è generosa» come invece è in Calabria, «nasce dove mancano le materie prime. In questa regione quindi quel poco d’imprenditorialità ha avuto

www.larivieraonline.com DOMENICA 05 GENNAIO

Il mancato utilizzo dei fondi europei è dovuto «all’incapacità dell’amministrazione regionale, che si muove sempre in ritardo e non combina nulla di buono»

successo proprio nel settore caseario, oleario, vinicolo e alimentare in genere». E i tanti interventi normativi “benevoli” che non sortiscono effetti? «Non è con quelli, che a volte sono addirittura depressivi, che si risolvono le cose. Il vero problema è l’incapacità degli imprenditori locali di fare rete. Non esiste la tendenza alla cooperazione». Tranne rari casi come quello delle «acque minerali. Cinque aziende calabresi sono le migliori di tutta Italia», rileva Botta. Ma è l’agricoltura, come detto, a dover recitare il ruolo principale nel colossal sullo sviluppo calabrese. «Una giusta distribuzione» dei prodotti «porterebbe anche turismo, non solo per il consumo sul posto ma anche per le possibilità di esportazione». E in tutto questo i fondi europei rischiano, anzi il più delle volte vanno a farsi benedire. Su questo punto l’ingegnere se la prende con la «totale incapacità dell’amministrazione regionale» che si decide «sempre all’ultimo momento». Un esempio è rappresentato da un programma di sviluppo 2007/2013 – “Progetti comprensoriali per

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la salvaguardia del patrimonio genetico regionale” (recupero dei vitigni autoctoni) - finanziato con un milione di euro e per il quale «la Regione ha stabilito la graduatoria solo lo scorso novembre. In questo modo si lavora di corsa e di corsa non si ottiene mai niente di buono». Come non parlare di ‘ndrangheta? Che peso ha nel blocco dello sviluppo della Calabria? Secondo il procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria e proficuo saggista Nicola Gratteri (di Gerace) la mafia è alla base della paralisi economica regionale. In disaccordo Botta, secondo cui «la ‘ndrangheta se ne vive per i fatti suoi, non incide. I suoi affari sono fuori da qui, non è questa una zona che può dare reddito. La ‘ndrangheta non chiede soldi agli industriali – va a terminare Botta – Sono più loro (gli industriali, ndr), non sempre martiri, che corrono dietro ai mafiosi per ottenere agevolazioni a livello politico». Al limite «la strategia della ‘ndrangheta» - ma a noi non sembra poca cosa – è cercare di «piazzare persone “sue” per poi aiutare parenti e amici».

Calabresi imprenditori ? «Non sono capaci» «Geneticamente nascono agricoltori». Lo sostiene Giorgio Botta, ex industriale piemontese, che vive nella Locride da molti anni e con attaccamento ne osserva pregi e difetti

La ‘ndrangheta non ha responsabilità, «vive per i fatti suoi, non incide. I suoi affari sono fuori da qui, non è questa una zona che può dare reddito alla mafia»


ELEONORA ARAGONA «Non ci sono più le donne di una volta». Una frase che tutti abbiamo detto e sentito tantissime volte. Nell’ascoltarla si pensa alle nostre nonne o bis nonne che si svegliavano all’alba, lavoravano nei campi o facevano il mercato e badavano a casa e figli. Donne che riuscivano a far quadrare i conti, emancipate a modo loro e dalla tempra d’acciaio. Spesso sentendo questa frase crediamo realmente che quel tipo di donna non esista più. Se ci confrontiamo con le donne fiere che fanno bella mostra di se in foto in bianco e nero nelle cornici sulle mensole delle nostre case riflettiamo sulla dedizione e la forza dimostrate da quelle antenate. Vita dura, tanti sacrifici. Ma siamo certi che donne di quel genere non esistano più? E che se dovessero esistere vivano in Calabria? A noi, che sulle pagine dei giornali appariamo come una terra retrograda, in cui le figlie, le mogli, le sorelle vengono segregate in casa dagli uomini/padroni, può capitare di ospitare nei paesi del reggino delle donne indipendenti, lavoratrici, madri e mogli vive e vitali? La risposta a tutte queste domande sono le Donne di Canolo. Sveglia alle cinque e una giornata di lavoro che comincia. Che si alzino per fare il pane, per dare da mangiare agli animali nelle stalle o per prepararsi ad aprire il proprio banco al mercato, queste signore sono pronte e combattive ogni giorno. Ne abbiamo conosciute alcune e vogliamo raccontarvi perché «Se ci fossero cinquecento persone come noi il paese cambierebbe volto». Parliamo ad esempio delle sorelle Caruso, Rosanna, Caterina e Daniela. Sono timide, modeste, lavoratrici infaticabili, ma con un sorriso sempre spontaneo e sincero pronto ad affiorare sulle facce pulite e fresche. A vederle non sembrerebbero avere neanche metà della forza che invece possiedono. Piccole di statura ma capaci di portare avanti un’azienda agricola di tutto rispetto nel paese. E al mercato coperto di Siderno il piccolo alimentari delle Caruso è sempre pieno di gente attratta dagli ottimi prodotti caserecci. La passione e la concretezza di queste imprenditrici sono un motore. E quando affermano che cinquecento persone come loro potrebbero fare la differenza non hanno tutti i torti. Canolo oltre alle sue Donne ha dimostrato di essere il luogo vocato alla produzione di salumi di qualità superiore. La ditta Stilo infatti sta sbancando nei banchi delle salumerie reggine. E non solo. Addirittura Santo Versace ha voluto il prosciutto di Canolo al suo tavolo. L’ha fatto servire a Roma durante una delle sue tradizionali serate di degustazione per l’annuale asta di beneficenza che organizza nella Capitale. Nelle salumerie reggine il prosciutto di Canolo è più amato del Parma, del San Daniele. Ma anche gli altri insaccati (soppressate in primis) non temono confronti con quelli di Norcia.

Merito nel microclima aspromontano che caratterizza il paesino di 700 anime nella Locride. Un misto di basse temperature e correnti mediterranee rendono il clima di Canolo perfetto per stagionare in modo naturale le cosce dei suini. Garantendo una qualità maggiore del prodotto che viene conservato in celle di stagionamento solo tre mesi l’anno. Ma questo prosciutto è frutto anche di

una sfida e della caparbietà dei proprietari dell’azienda agricola Stilo, Antonello e Laura. I coniugi hanno investito sul proprio paese e sulla qualità del prodotto. I loro maiali vengono nutriti con mangimi della loro stessa azienda. Vengono allevati fino a che non arrivano a pesare circa 200 chili, per oltre un anno quindi, per poi essere trasformati in salumi. E nel prosciutto che sta conquistando la

Locride. Immaginate cosa potrebbe diventare Canolo unendo queste due importanti risorse che possiede. La fattività, la voglia di lavorare e la forza delle sue Donne e il prosciutto. Due bombe pronte ad esplodere e a creare finalmente un’economia reale in un territorio che di sviluppo sente sempre e solo parlare, ma che non ha mai visto realizzar-


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Il futuro passa per Stella, Rosanna, Daniela, Caterina, Debora, Marisa e Laura in uno scatto di Simone Coluccio

si progetti concreti. Questa sì che sarebbe la svolta per sconfiggere la ndrangheta clientelare. Posti di lavoro. In quattro anni Canolo e gli Stilo hanno dimostrato come anche nella Locride ci siano delle eccellenze. E le donne di Canolo rientrano in queste eccellenze. Pensate se si riuscisse a coinvolgere un intero paese nella produzione dei salumi. Con persone come Rosanna e le sue sorel-

le, con la loro tempra e la loro dedizione al lavoro, pensate a che livello potrebbe arrivare il prosciutto di Canolo. Adesso come adesso gli Stilo riescono a produrre circa 400 cosce di suino l’anno. Ma la richiesta cresce e loro per mantenere la stessa qualità del prodotto sono costretti a rifiutare tante domande. Pensate se riuscissero ad ottenere il tanto agoniato e osteggiato permesso per com-

prare un terreno per ampliare il loro allevamento. E se a Canolo nascesse un consorzio di allevatori e produttori di salumi? Se Rosanna, Daniela, Caterina e cinquecento persone come loro riuscissero a fare di Canolo quello che altri imprenditori caparbi e tenaci hanno fatto a Parma con il prosciutto o a Norcia con i salumi? Nei Sud del mondo, nei Nebrodi (siciliani) e nella Spagna meridionale, sono state

impiantate delle produzioni di livello superiore. Il prosciutto migliore al mondo è infatti un prodotto del Sud. Del Mediterraneo. Il Pata Negra, nome completo Jamón Iberico de Bellota, è una delle delizie enogastronomiche mondiali. Ma soprattutto ha creato posti di lavoro e sviluppo in una zona con caratteristiche climatiche peggiori delle nostre, almeno per la produzione di salumi.


CULTURA E SOCIETÀ

Per un uso creativo delle armi da fuoco BOTTIDI CAPODANNO

DANIELE MANGIOLA Le armi sono una cosa orrenda, diciamolo. Se ne stanno lì a testimoniare di come l’uomo sia un’immonda bestia (detto ciò con il massimo disprezzo e ogni rispetto verso ogni altro animale), di come esistano l’odio, la violenza, il potere (sia detto con il massimo disprezzo e nessun rispetto per coloro che lo usano, il potere, per potenziare se stessi e sottomettere altrui). Nonostante i millenni, la cultura, gli errori e le atrocità commessi, continuiamo ancora a trastullarci con questi gingilli portatori di paura, dolore, morte. Una pallottola penetra nel corpo di un uomo, gli esplode dentro o lo attraversa parte a parte, ne dilania le carni e rapisce la vita o lo ricopre con l’umiliazione del dolore, ne sparge il sangue. Ma dall’altra parte un altro uomo ha voluto lo sparo, ha premuto un grilletto, ha seguito con voluttà il tragitto del proiettile, entrato con esso nella carne del suo fratello, con occhi lucidi lo ha guardato urlare, rantolare, morire. Per fortuna però vi sono altri modi più ricreativi di usare le armi. Ad esempio per festeggiare, nella notte di fine anno, salutare il primo minuto dell’anno a venire. Tra le esplosioni di bombette, petardi, fuochi di artificio più o meno artigianali, se ne riconoscono distintamente altre affatto diverse, colpi secchi, o magari a ripetizione meccanica e regolare. Pistole, fucili, scacciacani. Molti hanno l’avventura di sentirle da presso, la casa del vicino o un’altra poco più in là della stessa via. Colpi innocui, sparati al cielo, tanto le stelle sono lontane e irraggiungibili; fanno un poco di paura ai bambini (il loro istinto riconosce che si tratta di botti diversi dagli

Nonostante i millenni, la cultura, gli errori e le atrocità commessi, continuiamo ancora a trastullarci con questi gingilli portatori di paura, dolore, morte.

altri petardi), ma finisce lì. Il mattino dopo, per strada disseminati bossoli e proiettili che i pneumatici delle auto disperderanno col tempo, in assenza dei netturbini. È certo con fare gioioso che si spara per aria a capodanno, senza ira né odio, si spara “per”, non “contro”. Meno pericoloso dell’uso di petardi con micce troppo corte, con il rischio di fabbricazio-

MESSAGGINELTEMPO

Impatto ambientale dell’agricoltura in generale

perdita di numerose specie vegetali e animali di regola presenti negli ecosistemi naturali, le quali vengono rimpiazzate da poche specie coltivate, dalle loro infestanti e da specie esotiche a forte capacità competitiva. Secondo il Sesto Piano di Azione Ambientale (Goteborg, giugno 2001) il monitoraggio del coinvolgimento dell’agricoltura nelle modifiche ambienVANESSA RIITANO tali può essere effettuato attraverso L’agricoltura ha sempre avuto delle l’analisi di alcuni indicatori, riasfortissime ripercussioni sulla strut- sunti nella seguente tabella: tura e la funzionalità degli ecosistemi naturali sostituendosi ad essi e Articolo completo causando impatti di diverso tipo e su www.larivieraonline.com livello. Essa è imputata di danneggiare la qualità dell’aria e dell’acqua a causa dei prodotti chimici utilizzati per migliorare e potenziare le varie colture, di consumare la risorsa territorio e quella idrica per il totale asservimento del territorio all’attività agricola e dell’acqua che viene utilizzata per una frazione che a volte supera l’80%, oltre che di avere effetti devastanti sulle biodiversità per la sostituzione e la

ni difettose, responsabili di tanti incidenti e mutilazioni. E poi è figo. Impugnare l’ordigno di metallo, caricare il colpo, sentire l’adrenalina che sale mentre si fa forza sul grilletto; e il rinculo, che spinge via bruscamente. L’arma automatica, poi, con spari che partono a ripetizione e stordiscono, paralizzano il dito premuto sul grilletto. Intenso come un orgasmo. Passata l’arma al compagno continuano a tremare le gambe dal piacere. Questo tipo di pratiche ludiche favorisce inoltre il cameratismo. Non lo si fa da soli, minimo in due, magari il padre con il figlio di dieci anni. Rinforza i legami generazionali. Anche se è solo una scacciacani che il piccolo usa, sale l’orgoglio nel cuore del padre, sale il timore reverenziale nel cuore del figlio quando il colpo, fortissimo, parte e oblitera i timpani.MDi solito le donne non partecipano al gioco se non in modo indiretto. C’è la reazione della madre che in silenzio si occupa dei resti di spumante e panettone, tra cucina e salone, zii e cugini, cova dentro l’ottuso mutismo il più

cieco odio nei confronti del marito che inizia a tali barbarie il loro figlio maggiore. C’è l’altra che invece vanta il figlio, una peste ma che coraggio a sparare con quella cosa!Le forze dell’ordine dal canto loro sono impegnate altrove, girano in tondo alla piazza dove c’è il concerto, non si intrufolano nelle vie della periferia ad assistere alle salve per il nuovo anno; né il mattino dopo notano i bossoli sparsi per strada davanti alla casa dei soliti noti.Sono in tanti che stanno qui a chiedersi, invece, quando e se potranno offrire ai propri figli una terra ripulita da lordure come questa, cosa sarà? Un grande cataclisma? Un astro del cielo che un giorno incendierà in modo selettivo tutti questi barbari nelle proprie dimore ardendoli di una morte dolorosa e definitiva? Una nuova specie di forze dell’ordine che smetterà di amministrare il disordine a proprio vantaggio e farà completa pulizia? O sarà forse una nuova generazione di donne e uomini che ameranno così forte da sconfiggere paura, odio e violenza?

Un Gambacorta in Mercedes Siamo ad Ardore, piccolo e ridente centro urbano che si erge, nell’entroterra, a pochi chilometri dalla costa tra la Marina di Ardore e Bovalino (RC). Quasi al centro della piazza principale del paese, alla spalle di una fontana secentesca a tre bocche, sono visibili i ruderi del castello fortificato, antica dimora di potenti feudatari locali dai Fernandez di Cordova ai Ramirez ,dai De Marinis ai De Bologna, dai Capecelatro ai Gambacorta, dagli Spina ai Carafa e ai Milano. L’epoca precisa della costruzione dell’antico castello è sconosciuta ma, da documentazioni ricavate dai libri del Cedolario, si rileva che nell’anno 1626 Giovanni Antonio Parise acquistò i palazzi delle baronie di Ardore e S. Nicola ; di conseguenza, il castello doveva già esistere a quell’epoca ed essere stato costruito, con ogni probabilità, dalla famiglia De Bologna nel 1571. Altri collocano l’inizio della costruzione, che prevedeva due piani fuori terra ma che non fu mai ultimata, nel 1623 ad opera del feudatario Orazio I Gambacorta. All’interno del castello, a pianta quadrata, spiccano i resti delle quattro torri angolari (due cilindriche e due quadrate) nel cui fondo si aprivano trabocchetti e passaggi segreti che, per vie sotterranee, conducevano in punti lontani, forse fino al castello feudale di Bovalino Superiore. Gli scheletri

di Daniela Ferraro

rinvenuti nei trabocchetti confermerebbero la tradizione secondo cui gli stessi facessero da tomba ai nemici dei feudatari. Le 4 torri delimitavano un ampio ambiente centrale da cui si accedeva, mediante una porticciola laterale, alle scuderie e agli scantinati. Poco distante, i vani adibiti ad alloggio per i domestici : il signore e la sua famiglia non vivevano, infatti, da soli nel castello. Oltre alla guarnigione dei soldati, adibita a difesa del fortilizio, esso ospitava una moltitudine di servitori addetti alle più svariate attività che si svolgevano all’interno, dalla cura dei cavalli al servizio a tavola, dalla fabbricazione e riparazione di armi belliche alla raccolta e depurazione dell’acqua piovana . Sulla superficie del un torrione cilindrico meglio conservato sono infatti ancora evidenti i condotti attraverso i quali l’acqua piovana veniva convogliata in un pozzo e da qui, dopo essere stata opportunamente depurata, in una cisterna adiacente. Il residuo del pavimento di una stanza a delicate piastrelle esagonali mostra come il signore feudale non disdegnasse, oltre a quelli della caccia e della guerra, anche i piaceri dei ricchi arredi. Secondo la tradizione, il castello non ebbe comunque più signori a pianta stabile a partire dal 1681, anno in cui Orazio II Gambacorta venne ucciso nel corso di un’insurrezione

popolare a causa del suo carattere dispotico e dell’abominevole “ius primae noctis”. Cominciò, da allora, il lento e progressivo degrado del castello : il bel giardino che si estendeva tra il ponte levatoio e la facciata principale , nel 1882, venne espropriato per costruire la piazza Umberto I mentre le facciate che guardano alla piazza venivano adibite ad abitazioni. Contro la parte nord del castello la serie dei garage, ad esso addossati e da lì inamovibili da ormai moltissimi anni, ci fa tristemente meditare su quanto l’incuria umana non solo lasci, ma anche osi sperare. Comunque non può non strappare un sorriso il pensiero di un Gambacorta in Mercedes.


Oggi è già domani, il viaggio di Paola Quattrini

NICODEMO ANGÌ

Una casalinga che parla con il muro (“è uno che sa ascoltare”), moglie di un marito distratto e madre di due figli ormai grandi che si ricordano di lei soltanto quando hanno bisogno: il quadro dipinto da Paola Quattrini nello spettacolo “Oggi è già domani” sembra piatto e grigio. Ma, come nella vita, l'apparenza inganna: il bel testo di Willy Russell, riadattato da Jaia Fiastri per la regia di Pietro Garinei e portato in scena il 29 Dicembre al Teatro di Gioiosa Jonica, conduce lo spettatore in una sorta di viaggio di liberazione di Pandora, una donna che la vita ha ingabbiato senza però riuscire a vincerla. L'occasione le viene data dalla sua amica Pia - divenuta “femminista” dopo che il marito l'ha tradita con un tramviere – che le offre il biglietto aereo per la Grecia. Pandora è titubante ma lentamente prende coscienza di quanto il marito sia distante, i figli interessati, le conoscenti invidiose e castranti, elementi che la spingono a vincere le esitazioni e a partire. Nell'isoletta greca accadranno molte cose: la riscoperta del sole e del mare (negati da una residenza nel Nord Italia), il “tradimento” dell'amica Pia che si eclissa per giorni con un uomo conosciuto sull'aereo e la ritrovata capacità di attrarre un uomo che Pandora sperimenta con un barista. Una serie di esperienze che portano

ARTE&DINTORNI...

Pandora alla determinazione di non tornare in Italia, accettando un impiego come aiutante nel bar dell'amico, nel frattempo impegnato in una nuova opera di seduzione con un'altra turista (“non mi importa, Costas è comunque una persona pulita”). Il testo è brillante e profondo allo stesso tempo e Paola Quattrini è molto brava a condurre gli spettatori nella parabola di Pandora, delineando un cambiamento profondo che altro non è che un ritorno alla verità di una persona, con le sue passioni, inclinazioni e sentimenti prima intrappolati nella gabbia di un'esistenza

routinaria. La pièce ha anche il merito di mettere in luce la fatica dello stare insieme, l'ingrigimento dei rapporti che non vengono tenuti vivi con uno sforzo consapevole e condiviso delle persone coinvolte (“non è successo niente, un tradimento, una malattia: siamo diventati estranei senza accorgercene, senza un vero motivo). La speranza di un recupero però c'è: sappiamo infatti che il marito Giovanni – chiamato spesso “lui” per simboleggiarne la lontananza – dopo la rabbia iniziale andrà in Grecia da Pandora perché la sua casa, senza di lei, è vuota...

Progetto di riqualificazione del Waterfront dell'architetto Marco Scarpinato SALINE JONICHE: UN'OASI NATURALE AL POSTO DELL' EX OFFICINE DOMENICO SPANÒ Ciò che alla madre terra è rubato, col passare del tempo, madre terra se lo riprende. Potremmo intenderlo cosi per comprendere meglio il vero valore di questo luogo, Saline Joniche (R.C), terra lacerata e violentata dall'uomo incautamente negli anni. Una for-

zata industrializzazione, inattiva e inefficace, già dai lontani anni '70 con la presenza della fabbrica ex Liquichimica: miraggio irraggiungibile di un polo industrializzato efficiente che non ha mai dato i frutti sperati. Di recente anche il tentativo di incidere nuovamente con l'industrializzazione passiva, proponendo quest'area per la realizzazione di una Centrale a Carbone. Proposta palesemente bocciata dai cittadini, dagli enti e le associazioni locali, dalle autorità stesse che si sono mobilitate in comunione per opporsi a questa soluzione altamente inquinante e nociva; anche se dal punto di vista lavorativo ed economico un intervento di tale entità porterebbe sicuramente molte assunzioni di gente disoccupata delle zone limitrofe. Ma un intervento mirato e pianificato sfruttando al meglio il territorio in base alla sua natura, sicuramente permetterà e porterà ulteriori benefici sia alle aziende locali che si adopereranno nell'intervento futuro, che ad un certo numero di giovani disoccupati in cerca di lavoro in altri ambiti. L'industrializzazione degli anni passati in quest' ampio sito, che si estende per ben novanta ettari, ne ha però mutata amaramente e drasticamente l'identità naturale, imponendone una visione obbligatoria, decontestualizzata e ostile. Annientando totalmente la bellezza paesaggistica di enorme valore e interesse storico-culturale. I tentativi di una forzata modernizzazione hanno solo impoverito e depauperato le risorse naturali di questo luogo, splendido, per come appariva inizialmente. Così oggi Madre natura mortificata per ciò che le è stato mutato, adesso se lo riprende ; appoggiata finalmente dalla logica umana. Quella logica dell'uomo incauto e ambizioso che in precedenza si era persa tra labirinti appunto

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BRIGANTI

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di Brigantessa Serena Iannopollo

Quandu i cartuni animati ennu megghiu da politica Bona dominica a tutti i compatrioti. L'annu novu 'ncignàu e l'unica cosa chi non volìa u viju a sira i capodannu era u discurzu du rre Napolitano, discendente Sa(b)oiardu, però purtroppu 'ndeppi u mu sentu pecchì non era sula a casa e non potìa decidiri, sinnò mi vidìa nu bellu cartuni i Peppa Pig ca era megghiu. Sunnu tutti chini i belli paroli sti politicanti, e chi si poti diciri i mali? Furu belli paroli. Peccatu ca mancanu i fatti. Ma non vogghiu u cadu 'nta l'ingannu u parru comu a na itagliana, pecchì pe'mia ccà non simu 'nta l'Itaglia , e quandu s'accendi chiglia scatola malefica chi è a televisioni si sentunu sulu discurzi i politica estera… pe' quantu 'ndi riguarda a nui. Cca simu 'nta Calabria, e l'urtima cosa i chi sentu parrari è propriu i Calabria, pecchì si jamu videndu si parra sempi e sulu di partiti i cca, i l'onorevoli i glià, di sordi chi si futtunu, ca non fannu, ca promettunu… ma a cui 'nci fannu sti promessi? A l'Itaglia cari mei, non a nui, e quandu dicu Itaglia mi fermu a Roma, ca cchiù sutta ennu atti rocciula, chi ad'igli non si riguardano, pecchì venunu pe' ccà sulu

illogici, a sistemi contorti, nel voler e poter mutare impetuosamente questo pezzo di natura. Finalmente si ritorna indietro nel tempo e si cerca nuovamente quell'equilibrio che regnava in passato tra uomo e natura. Saline Joniche si trova in Provincia di Reggio Calabria, è un piccola località marina con una grande risorsa naturale lungo la costa proprio nell'area industrializzata dismessa da anni E presto questo valore ritornerà alla luce. La Provincia di Reggio Calabria ha bandito un Concorso di Idee, con le linee guida per la Progettazione e quindi il Recupero dell'area naturale di Saline Joniche. La riqualificazione di tutto il Waterfront rappresenterà un nuovo innesto della natura nel mondo dell'uomo. Il concorso è stato vinto dal Gruppo Associato capitanato dall'architetto Marco Scarpinato, in collaborazione con: Giuseppe Guerrera, Lucia Pierro, Francisco Leiva Ivorra, Elena Velasco Roman, Martin Lopez Robles. L'architetto Scarpato ha così descritto il suo intervento: “Attraverso il progetto vogliamo ristrutturare l'equilibrio naturale per creare un ecosistema in continua evoluzione in cui l'uomo deve convivere e adattarsi senza prendere il sopravvento". L'intervento ha tra i suoi punti saldi l'area umida delle Saline e la presenza delle fiumare che, come solchi regolari, attraversano quest'area e dalla collina giungono fino al mare. Le scelte insediative si basano sulla volontà di riportare in superficie le aree umide, considerandone la presenza come materia attiva ed ordinatrice del disegno del grande parco naturale e antropico e come elemento centrale”. L'intervento pensato andrà quindi a riequilibrare il sistema naturale anticamente presente, sfrutterà le condizioni ambientali e

quando vonnu voti. E allura, cari politicanti calabrisi e aspiranti tali, 'ncignati u parrati i menu di fatti du parlamentu e di cosi i Milanu, Firenzi e Torinu, parrati 'mbeci i Sidernu, i Gioiusa, i Locri, parrati i cosi chi 'ndi riguardanu, cercati u fati cosi boni cca, pecchì cca viviti, sempi si non aspirati u vi pigghiati na seggiceglia o' cardu a Palazzu Madama, pecchì poi caditi 'nta l'ingannu i l'Itaglia e 'nci fati i favuri ad'igli e non a nui. Basta parrari i partiti chi non portanu nenti 'nta sta terra nostra! Basta parrari i genti chi cca non veni mai, parrati 'mbeci da genti vostra, parrati cu a genti vostra, cercati u amati sta terra i cultura, cercati u vi ricordati a storia chi passau pe' sti parti, di' posti ricchi i cultura e storia chi non 'ndi rendimu mancu cuntu, girati l'occhi, non c'è bisognu u jiti a Milanu o Roma pecchì a storia nostra è cca, nugliu 'nda toccau, 'nda mmucciàru pemmu 'nda scordamu ma nui simu cchiù forti pecchì 'ndavimu n'identità forti, chi pe' supa sa' sognanu. Basta jiri pe' fora! Creati cca u futuru pe' nui. Non è cchiù tempu u 'nda fujìmu, è tempu u agimu.

climatiche per rigenerare la fauna e la flora sul luogo. Saranno quindi le linee naturali dei solchi d'acqua, della linea costiera marina, dei laghetti, i percorsi pedonali e ciclabili, la fitta vegetazione, a creare la struttura architettonica - paesaggistica. Saranno recuperati il porto che si estende per una superficie di 137.000 mq, alcuni edifici dell'ex fabbrica, inserendoli in un contesto che prediligerà l'equilibrio naturale ed ecosostenibile all'impatto industriale, facendo coesistere passato e futuro. Si elimineranno gran parti degli edifici e dei sistemi industriali, creando un immenso vivaio a macchia mediterranea. Verranno anche recuperate le Officine Grandi Riparazioni delle Ferrovie dello Stato, inutilizzate e dislocate dall'area principale della fabbrica, che diverranno il centro di riferimento internazionale sulla ricerca e la tutela del paesaggio, costituendo un grande Polo Scientifico. Tra il recupero, parallelamente, rientrerà anche l'area di Pentedattilo , in stretta connessione con l'area del parco antropico. L'antico borgo reggino ricco di storia, tradizioni e leggende, si presenta con il suo agglomerato di case in pietra, arroccate su l'enorme parete rocciosa e aguzza a forma di mano da cui ne prende il nome (Pentedattilo: cinque dita,… del diavolo, secondo leggende) creando un'incantevole quinta scenografica. L'intervento dell'Arch. Scarpato oltre che a recuperare i notevoli valori naturalistici e paesaggistici nell'area dell'ex fabbrica, proporrà un'efficiente modernizzazione compatibile ed ecosostenibile con il luogo, senza alcuna invasione né disturbo e con il massimo rispetto. Saranno dettagliati e accurati gli arredi urbani e i piccoli servizi, a terra ed in acqua,



SETTIMANALE

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BENESSERE E SALUTE

Poche fibre?

Bibite gassate

nocive

per il cervello Secondo una ricerca australiana, le bibite gassate, da sempre sotto i riflettori per gli effetti negativi che possono avere sulla salute a causa delle altissime dose di zuccheri che contengono, oltre ad aumentare il rischio di obesità, potrebbero alterare le proteine del cervello. Lo studio, effettuato dall'Università di Sydney e presentato all'evento annuale della British Society of Neuroscience, sembra dimostrare che gli zuccheri contenuti delle comuni bibite gassate potrebbe alterare le proteine del cervello. Janet Franklin, coordinatrice dei ricercatori che hanno portato avanti la ricerca, ha dichiarato che negli ultimi anni il consumo di questa tipologia di bevande è aumentato in modo preoccupante. I risultati della ricerca sono strabilianti: i topolini a cui è stata data acqua con una quantità di zuccheri pari a quella contenuta nelle bibite gassate hanno rilevato alterazioni a oltre 300 proteine cerebrali. Che le bevande gassate non siano una scelta salutare già si sapeva, ma a questo punto è superfluo dire che il consumo di soda (qualunque essa sia) è decisamente da ridurre e da scegliere solo in maniera più saltuaria possibile.

cara

Milana

Cara Milana, mi sono innamorata di un collega. Le ho provate tutte ma non vuole saperne. Cosa mi consigli?

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Cellulari e wi-fi fanno male davvero? Continua il dibattito sull'eventuale dannosità di cellulari e wi-fi. Finora sono stati in molti a sostenere che l'esposizione alle onde elettromagnetiche sia dannosa, tanto da provocare modifiche biologiche al corpo. Ora però interviene l'Anses, ovvero l'Agenzia nazionale sanitaria francese, secondo la quale non ci sarebbero dati scientifici che effettivamente provino questi effetti sulla salute. Secondo l'autorità francese per la salute pubblica, ci sarebbe infatti una certa differenza tra gli effetti biologici, che sono la semplice risposta ad uno stimolo esterno e quelli sanitari, i quali sopraggiungono solo quando i suddetti superano i limiti di adattamento del sistema biologico. E, date queste considerazioni, l'Anses ha dichiarato che non ritiene necessaria la modifica del regolamento che fissa i limiti da non oltrepassare. Consiglia comunque di non esagerare con l'esposizione alle onde e in particolare di non usare troppo il cellulare.

e me l’avesse chiesto Dante, cosa avrei risposto? Caro Dante, continua a essere innamorato di Beatrice, anche se non sei corrisposto, perché grazie a questo amore scriverai La divina commedia. Una risposta simile avrei potuto darla a Petrarca: caro Francesco, non smettere di soffrire per Laura, perché trasformerai la letteratura con il tuo Canzoniere. Ma visto che tu non sei né Dante né Petrarca, forse dovrei consigliarti di lasciar perdere. Eppure, come insegnano proprio i poeti, spesso gli amori infelici ci riempiono più di quelli felici. L’amore non realizzato ci lascia ampio spazio per fantasticare sulla felicità, che spesso sembra irraggiungibile. Se dovessimo usare il linguaggio di oggi, potremmo definire l’amore non corrisposto una perdita di tempo. Ma io non sono d’accordo. Perché non dovremmo concederci anche il lusso della sofferenza silenziosa per qualcuno? Quindi, goditi i tuoi sentimenti, anche se la situazione non dovesse cambiare. E, nel frattempo, cerca di usare i trucchi della seduzione. Per esempio, fingi di essere una “semplice” amica solo per far breccia più facilmente nel suo cuore. Fingi di interessarti a tutto quello che piace a lui. E quando uscirete “da amici”, vestiti in modo seducente. Non è difficile, ed è divertente. Internazionale,

S

Attenzione al cuore Si è sempre parlato dell'importanza delle fibre nella nostra dieta quotidiana, non solo in funzione dell'intestino ma anche dell'organismo in generale. Ora però si aggiunge uno studio americano (condotto dal Center for Community Health and Health Equity, Brigham and Women’s Hospital e dall’Harvard Medical School di Boston) che si focalizza sul rapporto tra fibre e patologie cardiovascolari. I ricercatori hanno preso in esame un campione di 23mila

Pillole

Naturopatiche

A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone www.associazione-tone.it associazione.tone@gmail.com

L'armonia di un bel mazzo di fiori nel giardino dei Fiori di Bach Con il nuovo anno pensiamo all'armonia del nostro corpo e dopo il cibo assunto in abbondanza tra una festa e l'altra dedichiamoci anche alle nostre emozioni e su come nutrirle con la conoscenza dei fiori di Bach. L'intento di curare l'uomo nella sua totalità e non la malattia è il filo conduttore di tutta l'opera di Edward Bach. Il suo lavoro era imperniato soprattutto sull'eliminazione degli stati d'animo negativi che egli considerava come causa di qualsiasi malattia. Il dottor Bach osservò che, in concomitanza con il manifestarsi della malattia, anche lo stato d'animo cambia, spesso persino prima della comparsa dei sintomi iniziali. L'opera di Bach fu incentrata principalmente sulla cura di persone veramente malate. Il suo intento fu quello di aiutare l'umanità sofferente attraverso un metodo semplice e innocuo. Nel frattempo questo obiettivo è passato quasi in secondo piano, infatti attualmente i fiori di Bach vengono spesso posti in relazione con la New Age e considerati in quest'ambito come aiuto per il superamento di conflitti interiori, per migliorare la conoscenza di se stessi. Il suo intento era trovare un'alternativa vegetale ai suoi rimedi prodotti partendo da batteri intestinali patologici, che doveva essere più efficace, ma soprattutto molto più facile da usare per curare malattie considerate incurabili. Con quei rimedi, era pur sempre riuscito a ad alleviare l'artrite e forti dolori di capo, cosa che per la medicina di quel tempo era straordinaria. La preparazione omeopatica di questi medicamenti, che sono entrati a far parte della storia dell'omeopatia fece sen-

persone e le loro abitudini alimentari: ne è emerso che vi è una forte associazione tra la carenza o la mancanza di fibre nell'alimentazione quotidiana e il rischio di venire colpito da disturbi (più o meno gravi) al cuore. Chi non mangia cibo ricco di fibra, infatti, può soffrire di sindrome metabolica, infiammazione organica e obesità, ovvero fattori che vanno ad incidere pesantemente sull'apparato cardiovascolare. Quindi, dato che prevenire è meglio che curare, largo spazio sulla nostra tavola a frutta, verdura e cereali integrali.

sazione allora e diede a Bach la fama di un secondo Hahnemann. E' incredibile che egli abbia accantonato queste terapie che avevano dimostrato la loro efficacia per cercare un metodo terapeutico che doveva unicamente accrescere il benessere fisico e favorire l'armonizzazione interiore, obiettivo era di eliminare le cause interiori delle malattie, per far scomparire le loro conseguenze fisiche. Per raggiungere questo scopo utilizzò i suoi rimedi non solo per via interna, ma anche esternamente sotto forma di impacco o di frizione sulla zona malata. Secondo un concetto molto caro alla medicina vibrazionale, l'uomo è un microcosmo inserito in un macrocosmo che gli assomiglia e conserva in sé le stesse leggi e le stesse energie. Se il terapista riesce a trovare nella natura, in un rimedio, in una pianta, in un fiore la vibrazione giusta, che assomiglia a quella disturbata del paziente in quel momento, esse s'incontreranno per riconoscersi e armonizzarsi. Rispetto agli altri rimedi che lavorano su livelli energetici più vicini al corpo fisico (stato eterico), la floriterapia esercita un effetto molto più sottile e complesso (stato astrale). Un posto speciale è occupato dai gemmo derivati, i quali, avendo una diluizione in prima decimale sono considerati in posizione borderline tra livello fisico ed energetico. Anche gli oli essenziali, che contengono sicuramente molti principi chimici attivi, presentano anche effetti psicologici molto interessanti: è la così detta aromaterapia sottile. Presenterò nelle prossime settimane , in modo abbastanza semplice e dividendoli per gruppi, i fiori di Bach. Seguiteci sarà sicuramente interessante scoprire perché nel vostro giardino avete trovato un angolino per una pianta invece che un'altra, o come affrontare lo stato di ansia con una semplice preparazione prima di un esame o di impegno importante… Se vi fa piacere potete anche contattarmi telefonicamente o via mail tramite gli indirizzi che troverete nel sito: www.associazionetone.it


RIVIERA

BLOB

EVENTI

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L’OROSCOPONE diGiuditta

Oroscopone

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ARIETE la Befana per voi ha nella calza un bel divorzio. Il vostro lavoro andrà a carte quarantotto e tutto il resto a seguire. Fortunatamente troverete da sposare una persona molto ricca, ma non certo affascinante. Vi tiranneggerà in ogni modo possibile e immaginabile, più del vostro partner precedente. Per il 2014 consigliati i libri sui serial killer.

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GEMELLI cosa vorreste nella calza della Befana? Pace, quiete e silenzio? Siete fortunati, proprio sotto casa vostra aprirà un bar-discoteca, così avrete musica gratis notte e giorno. Per comunicare con i vostri parenti dovrete usare il megafono e gli animali di casa fuggiranno in campagna. In compenso la mattina la brioche calda è assicurata!

1- Giuseppe Strangio in qualità di sindaco di Sant’Agata del Bianco brinda con la sua maggioranza 2- Giorgio Imperitura e Giuseppe Cusato, prove tecniche d’intesa? 3- Pierfrancesco Multari, il compagno Antonio Larosa e il compagno Frank Armocida alle prese con il “nettare di Bacco”

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TORO nella vostra calza della Befana ci sarà una bella malattia deturpante, tipo il vaiolo o la scabbia. Per guarirvi dovrete cospargervi il viso di escrementi di piccione, accuratamente raccolti dai marciapiedi, misti a orina di vacca, il tutto miscelato con olio di ricino. Guarirete, e la vostra pelle sarà più bella che mai, ma attenzione a non ingoiare accidentalmente. CANCRO voi siete stati i più cattivi dello zodiaco, quindi per voi solo carbone, ma carbone vero! Verrete catapultati nel 1800 a fare gli spazzacamini, perciò vivrete tutto il 2014 sporchi di fuliggine. In più vi verrà l’asbestosi e non potrete neanche cantare le canzoni di Mary Poppins. Amerete molto i giorni di pioggia: se non altro vi laverete.

LEONE la befana vi porterà un bel trasloco. Ma non immaginate di andare a vivere in una villa sontuosa con un bagno ciascuno e la stanza-guardaroba. Verrete sfrattati e finirete in una sorta di stalla, al freddo e al gelo, ma senza mangiatoia o asinello. Verranno a farvi visita tre agenti di riscossione delle tasse, uno su Ferrari, uno su Alfa Romeo, l’altro su Maserati. In dono vi lasceranno cartelle di Equitalia.

VERGINE la Befana vi porterà in dono l’afasia. Sebbene per voi sia un problema di una certa gravità, per tutti i vostri familiari il 2014 sarà un anno se altro riposante per le orecchie. Per ovviare al vostro problema, dovrete imparare la lingua dei segni, la vostra goffaggine in tal senso è nota e finirete per mandare a quel paese tutto il mondo in modi anche poco gentili.

BILANCIA la Befana vi porterà un gattino. Ma che gattino! In realtà al negozio di animali si sono sbagliati e vi è arrivato un cucciolo di coguaro, che crescerà fino al soffitto e vorrà 5 chili di carne fresca per pasto. I coguari mangiano cinque colte al giorno, non lo sapevate? Cercherete di disfarvene, ma verrete presi alla dogana e accusati di traffico di animali esotici. Procuratevi un buon avvocato.

SCORPIONE nella calza della Befana troverete una valigia e un tablet. Eh, sì, perché i vostri genitori hanno deciso che è ora, alla vostra veneranda età, di alzare i tacchi. Col tablet potrete prepararvi online un bel biglietto transoceanico, magari per l’Australia, e in valigia mettere creme antizanzare, siero antivipera, o un Salva-la-vita-Beghelli. Buon volo!

SAGITTARIO sapendo della vostra passione per il giardinaggio, i vostri amici hanno mezzo nella calza della Befana una gran quantità di semi. Sì, ma semi di cosa, chiedete voi? Be’, non inizierete subito a far tutte queste domande, no? Seminate, intanto, all’aperto, al sole, e annaffiate ma non troppo. Poi penseranno i vostri amici a effettuare il raccolto e a dividere l’introito. Mi raccomando di non toccarvi naso e bocca dopo aver coltivato queste belle piantine!

CAPRICORNO siete in una enpasse con il vostro nuovo libro e la vostra famiglia, per tirarvi su di morale ha pensato di regalarvi un po’ di ispirazione, infatti in fondo alla calza c’è un numero di telefono. Non chiedete di chi sia il numero, è una informazione di secondaria importanza. Preparate solo dei contanti. Un suggerimento per il titolo: la Befana viene di notte

ACQUARIO purtroppo vostro figlio ha esagerato con la legna e la diavolina nel caminetto, dopo ci ha messo un po’ di alcol etilico e ci ha buttato dentro una bottiglia di cognac ultravecchio, poi ci ha spruzzato sopra una lacca spray e la vostra casa è andata a fuoco, e con essa la calza della Befana. Peccato, perché eravate stati fortunati e dentro c’era un biglietto per un soggiorno di tre persone alle Bahamas. Potrebbe essere l’occasione per mandare vostro figlio ad Alcatraz.

PESCI per voi del segno dei Pesci la Befana ha pensato di portarvi in regalo un corso di nuoto. Perciò nella calza troverete delle pinne, eh, già, perché i tubi di bagno e cucina si sono rotti contemporaneamente e di idraulici sotto le feste neanche a parlarne. Ma siete stati fortunati! Si è rotto anche il tubo dell’acqua calda e avrete la casa inondata da una specie di piscina riscaldata. In gennaio è un bel divertimento!


SETTIMANALE

BLOB WEEK

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CLAUDIA MACRÌ STAR DI INTERNET TORNA La roccellese argentina Claudia Macrì dopo essere stata regina delle cronache romane, dove lavora come vigile urbano, è dopo ritornata nella locride per ritrovare amici e parenti. Qui la vediamo in bella compagnia.

WEEK

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DOMENICA 5 GENNAIO

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I PERSONAGGI DELLA SETTIMANA

1

2 MINEO CONTRO BOMBARDIERI Noto esponente del circolo PD Alberone con il compagno Corradino Mineo, che ha presentato la mozione Civati all'assemblea dei circoli di San Giovanni.

3

I LUPI DI MARE E LA SPIGOLONA I lupi del mare Marco e Rocco con una spigolona di 6,9 Kg, mancava il re del mare Davide Schirripa. I due sentiti dico di aver vissuto un’esperienza unica

CHE TI DEVO DIRE? Salvatore Bucci un’istituzione sidernese nel jet-set dello spettacolo nazionale. Come riesce lui a “mimetizzarsi” nessuno è mai riuscito a scoprirlo. Tra una portata ed un’altra, tra un’apparizione in tv e l’altra, il nostro è sempre al centro dell’attenzione

DA MONASTERACE A GIOIOSA JONICA

SEMPRE LUI

I due ex sindaci Cesare De Leo e Mario Coluccio mentre comprano la ricotta al mercato coperto di Siderno. Le vecchie volpi della politica non resistono al richiamo della ricotta

A Palizzi lo sanno tutti che il re della pizza è lui. Dalla margherita alla quattro stagioni non c’è paragone

1- Il nostro grande amico di Gioiosa Jonica, Nicola Fiorenza sfodera il suo sempre invidiabile sorriso. Non è facile di questi tempi 2- Un altro sorriso invidiabile è quello dell’avvocato Giuseppe Rosa che rimane sempre un nostro grande simpatizzante ed amico 3- La dinastia dei Panetta non conosce ostacoli. Nella foto sopra sono ritratti Luciano Panetta e Claudio Panetta. Tra Radio Siderno “la cometa” e una stagione carica d’appuntamenti natalizi (mica tanti) il nostro Claudio è sempre presente

“L’Acqua del rubinetto un bene per In ricordo di Vincenza Rondinelliu l’ambiente, la salute ed il portafoglio” Le Associazioni aderenti all’Osservatorio “Diritto per la Vita”, spinte da una ventata d’un sano ottimismo, inconsueto per i tempi che stiamo vivendo, si fanno promotori del progetto “L’Acqua del rubinetto un bene per l’ambiente, la salute ed il portafoglio”. Tale progetto, nella sua prima fase, comprenderà l’effettuazione di ulteriori verifiche e analisi delle acque per uso potabile che riforniscono i rubinetti delle nostre abitazioni, a complemento dei controlli che, così come previsto dalla vigente normativa, vengono comunque già compiuti dagli enti preposti. Successivamente, l’ obiettivo finale, riguarderà l’attuazione di una campagna di sensibilizzazione della popolazione all’utilizzo dell’acqua di rubinetto, ricorrendo anche alla pubblicazione e divulgazione dei risultati delle analisi effettuate utilizzando le più moderne tecnologie di diffusione di dati. L’iniziativa sarà promossa durante il concerto dei TaranProject a Locri e la

notte della Befana presso il Centro commerciale “La Gru” di Siderno, che si terranno entrambi, la sera del 05 gennaio. Il WWF sez. Aspromonte Orientale coadiuvato dai membri della Civitassolis a Locri e le associazioni U.n.a.t.a.a.,Croce Bianca Soccorso ed il WWF sez. di Monasterace a Siderno, allestiranno due stand esplicativi, che serviranno a illustrare il progetto e a raccogliere i contributi volontari dei privati cittadini, necessari per poter effettuare le analisi di laboratorio previste. L’entusiasmo e il dinamismo dei giovani dell’Associazione SiderSicambia daranno un prezioso apporto per la riuscita della raccolta fondi. Le altre associazioni dell’Osservatorio, che con la propria adesione al progetto, hanno dato la loro preziosa collaborazione, sono state, per quanto riguarda Siderno l’Arci pesca F.I.S.A., l’A.T.A. Club, il Circolo Nautico Amici del Mare, il Comitato Rifiuti,la Gianluca Congiusta Onlus, l’ Ass. Geologia

Territorio e Turismo, la Siderno Soccorso;per Locri l’A.d.v.st. ed i Podisti Locri; per Gioiosa Ionica, la Confraternita Misericordia, il Don Milani Onlus, Un Arcobaleno di Sorrisi Onlus; per Marina di Gioiosa la Federazione Internazionale Mediterraneo & Ambiente, la L.A.Do.S., la L.a.s.o.l.;per Monasterace il W.W.F.; Linea Verde per il comune di Cinquefrondi; per Roccella Jonica la Insiemesipuò.Per quanto riguarda in genere, i comuni della Riviera dei Gelsomini è stato siglato il partenariato col Consorzio delle Pro Loco ed il Comitato della Croce Rossa Italiana con sede a Roccella J., mentre in ambito provinciale, il progetto ha ottenuto il patrocinio dalla sezione Ekoclub International. Per ulteriori informazioni inerenti il progetto, le associazioni hanno realizzato un’apposita pagina di Facebook denominata “Osservatorio Diritto per la Vita”.

Vincenza Rondinelli in Rodinò, morta purtroppo il giorno della vigilia di Natale 2013 lasciando un profondo vuoto a noi nipoti e pronipoti oltrechè ai due figli. Un pensiero per ricordarla: "Il sorriso di un nonno è un tesoro da custodire tra le più grandi ricchezze della memoria. Ciao Nonna Enza". Antonio Toscano

Bambini grandi e piccoli recitano per il nuovo anno Come ormai è tradizione da ben otto anni, anche quest’anno i bambini di un asilo di Siderno ci hanno regalato un momento di gioia condivisa in occasione del Natale. La recita natalizia che ha visto protagonisti tutti i bambini, dai più piccoli ai più grandi. Con molta semplicità ma emozionando hanno incantato genitori, parenti ed amici con poesie natalizie, canti della tradizione natalizia e la rappresentazione della Santa Nascita di Gesù. Tra scatti fotografici, applausi e sorrisi i piccoli attori e cantori hanno, a loro modo, augurato a tutti quanti un sereno Natale ed un felice Nuovo Anno!



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