LA CONTROCOPERTINA
il vecchio anno è stato mandato in soffitta a farsi irragnatellare nello scaffale dei ricordi. Uno nuovo si fa trovare sull'uscio con la solita scimmietta sulla spalla che si gratta la fronte pronta a pianificare ripromettendosi buoni propositi. Il 2015 è stato un anno intenso che voremmo ripercorrere insieme a voi, cari lettori che, come ogni anno, siete stati la nostra forza. Sin dal primo numero ci si augurava che Fuda sarebbe stato il nuovo sindaco di Siderno e lo si acclamava a furor di popolo, convinti che il senatore avrebbe rappresentato ciò che Zito per 12 anni è stato per Roccella. Intanto sulla scena dell'economia calabrese si affacciava un'opportunità per ricominciare, marchiata Dop: il nostro bergamotto, l'oro verde della Calabria, per la cui valorizzazione Riviera si è sempre battuta. E mentre Napolitano usciva dalla scena della politica nazionale, per la Locride arrivava il giorno degli sciacalli con l'attentato a Pier Domenico Mammì da parte di uno stratega malvagio masticante tensione, che per un attimo ha mirato su Siderno per colpire tutta la Locride sperando di
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tenerla lontana dalla democrazia, relegandola in uno stato di minorità. Dando uno sguardo alla politica regionale, invece, nella giunta Oliverio, alle estorsioni e ai ritardi che le impedivano di prendere forma si aggiungeva la tegola De Gaetano. Si metterà in mezzo Gratteri dando ad Oliverio consigli sulla nomina di assessori e manager ma il governatore lo snobberà e farà di tutto per non smuovere quella mostarda che invece di esaltare il gusto del cambiamento, copre le muffe nella massima istituzione calabrese. A metà marzo si delinea sempre più quello che sarà il triangolo dei candidati a sindaco di Siderno rappresentato da Fuda, Sgarlato e Caruso; già da allora titolavamo che Siderno avrebbe smentito Pitagora in quanto le preferenze nei confronti di Fuda non erano equivalenti alla somma delle preferenze nei confronti di Caruso e Sgarlato ma nettamente maggiori da esorcizzare l'ombra del ballottaggio. Il 22 marzo si conclude l'atteso primo grado del processo Falsa Politica. Antonio Commiso, ex assessore ai lavori pubblici di Siderno non è mafioso. A certificarlo il Tribunale di Locri che lo
assolve da ogni accusa dopo un anno e tre mesi di carcere. Una settimana dopo a Palazzo Nieddu, a Locri, stucco e vernice cancellano Fortugno. E così da casa della strumentalizzazione antimafia, il palazzo mangiasoldi aspirava a diventare un museo da 20 mila euro al metro quadrato. Ad aprile esce "Oro bianco" il nuovo libro di Gratteri, il cavaliere solitario la cui popolarità è funzionale all'immagine deturpata della Calabria. E mentre per l'operoso Nord aumentavano gli investimenti su Alta velocità e nuove vetture, al Sud si smantellavano chilometri e chilometri di ferrovie. Trenitalia e la sua partecipata Rfi allungano l'elenco dei loro delitti da lupara bianca contro la tratta jonica, tagliando il secondo binario. A maggio la Locride, da Siderno a Bianco, da Ardore a Pazzano, da Bruzzano a Casignana, sarà chiamata al voto. Questo mentre il consiglio comunale di Bovalino verrà sciolto per mafia. "Ognuno per sè e Dio per tutti" scriverà il nostro editorialista Ilario Ammendolia, considerato il silenzio generale di fronte alla relazione che ha portato allo scioglimento e che rappresenta un
monumento alla morte dello stato di diritto. Si avvicina la stagione estiva e ad inaugurarla, tra Siderno e Locri, a 500 metri dalla foce del Novito, seimila metri cubi tra fango ad alta carica batterica e liquame sedimentato. Un assassinio alla vocazione turistica. È il 24 maggio, sono passati 10 anni dalla morte di Gianluca Congiusta. Siderno non lo dimentica e ovunque spuntano lenzuola bianche per ricordarlo. Grandi teli immacolati per urlare "No" alla mafia che troppe volte ha strappato la vita a coloro che hanno avuto il coraggio di contrastarla. Intanto nella Versilia Lucchese spuntano come funghi velenosi copie non autorizzate dei Bronzi di Riace. Sono così brutte da creare sdegno. Un danno di immagine gravissimo a un'assoluta mancanza di rispetto per i calabresi. Il 31 maggio la Locride si reca alle urne. A Bianco sarà eletto Aldo Canturi, ad Ardore Giuseppe Grenci, a Casignana Vito Antonio Crinò, a Pazzano Alessandro Taverniti, a Bruzzano Francesco Cuzzola, a Siderno Pietro Fuda. A giugno torna il fenomeno Platì, il paese alle pendici dello Zillastro sale alla ribalta nazionale
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per l'ulteriore diserzione. Nessun candidato a sindaco per le elezioni di maggio. La settimana successiva si inizierà a passerellare. Tanti solcheranno le acque in tempesta di Platì. A farlo soprattutto pesci d'acquario con baffi e pinne. E quel nastro trasparente di escremento che ondeggia uscendo dal ventre: la loro sete di gloria ributtante. Intanto l'uragano "Erga Omnes" si abbatte sul Palazzo Campanella e finisce in manette l'intera politica calabrese. Il 9 luglio dopo 30 anni di ritardi, rinvii e promesse non mantenute apre finalmente la variante 106 tra Marina di Gioiosa e Roccella. Negli stessi giorni a Toronto, nell'agguato di Woodbridge perde la vita la sidernese Maria Voci, madre di tre figli che nel "Moka Espresso" si trovava esclusivamente per fare il suo lavoro. A Locri, invece, nell'ambito del processo Falsa Politica il giovane sidernese Pietro Futia, dopo tre anni di carcere ottiene l'assoluzione piena. Sempre a luglio nasce la nuova giunta Oliverio, in segreto, come nell'Urss di Stalin. Ad agosto nelle acque di Roccella arriva il grande yacht di Mark Knopfler e in una notte saranno stappate casse di champagne da 250 euro a
bottiglia e fatte fuori scatole intere di sigari pregiati. Sempre ad agosto la testa bronzea del leone ritrovata nelle acque antistanti Bianco torna a casa. Le nostre preghiere saranno esaudite: verrà esposta a Locri e non ci verrà defraudata come successo con i Bronzi di Riace. Nel frattempo una polemica infiamma la settimana di ferragosto: serve un cartello stradale per dichiararsi contro la 'ndrangheta? E mentre ci si arrovella per risolvere questa sterile questione, ci sarà chi ironizzerà sostenendo che, grazie alla geniale scelta del sindaco Giuseppe Falcomatà di piazzarli a Reggio quei cartelli, in città era iniziata la fuga di boss e capibastone. Arriva settembre e con lui l'imperdibile festa della Madonna della Montagna. In quei giorni si scopre che la vallata di Polsi con la sua bellezza struggente è stata trasformata senza ritegno in una discarica a cielo aperto. A settembre è anche tempo di tirare le somme dell'estate appena trascorsa stilando la nostra annuale classifica sulle bussole del divertimento della Locride. A conquistare il podio quest'anno Gioiosa Ionica, trasformata in un magnifico borgo degustatore di stupori e nostalgie, seguita
da Roccella e Locri. A fine mese Bruno Tabacci, leader del Centro Democratico, sceglierà Siderno per celebrare la Terza Festa Nazionale del partito, fermamente convinto che qualora il Sud venisse lasciato indietro non si salverebbe neppure l'Italia e diventeremmo dei microbi nel mondo. Ottobre sarà il mese dell'operazione AceroKrupy. Droga, armi, tulipani olandesi e cioccolata. Un mix avvincente e quasi romanzesco mette spalle al muro Siderno. I sidernesi si sentiranno vittime due volte: cornificati dalla criminalità e bastonati dalla criminalizzazione. Ad ottobre assisteremo anche alla manifestazione più partecipata del dopo Fortugno che, partita dal sindaco di Locri al grido "L'ospedale non si tocca", amalgamerà la Locride alla Piana in un cordone unitario guidato dalla perorazione di un causa comune. Novembre si aprirà con la tempesta entrata zoppin zoppetta nella notte di Ognissanti che metterà la Locride in ginocchio. Ma scenderanno da Roma a salvarci. Nemmeno dieci giorni e tornerà tutto come prima. Si griderà al miracolo. La normalità ci spiazzerà.
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Intanto mentre sullo scenario mondiale, dopo il terribile attentato del 13 novembre, c'è chi si schiera con Parigi e chi con Damasco, Siderno è divisa tra due fazioni: pista ciclabile sì, pista ciclabile no, con un netto vantaggio della seconda. A dicembre un rigurgito di violenza si abbatterà sulla cittadina di Gioiosa per colpire il metodo trasparente e partecipato con cui il giovane sindaco Salvatore Fuda ha scelto di amministrare la sua città. Nel frattempo, nella Marina, un gruppo di ragazzi che voleva "solo giocare a pallone" riceve un'interdittiva antimafia. L'anno di Riviera si conclude con l'accorato appello da parte del sindaco di Siderno, Pietro Fuda, e del sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, a bloccare la 106 in segno di protesta per quanto non è stato fatto per risolvere l'annoso problema della sanità nella Locride. Con la speranza che nel 2016 si possa trovare una soluzione a questo e ad altri dilemmi che attanagliano il nostro territorio, auguriamo a tutti voi un felice anno nuovo. Maria Giovanna Cogliandro
RIVIERA
ATTUALITÀ
GIUDIZIARIA
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Un’indagine dell’istituto Demoskopika pone la nostra Regione come la più malata d’Italia
SANITÀ
Zone “cuscinetto”per la ’ndrangheta
Calabria inferma
Vi sono territori del reggino dove esistono comuni il cui nome non è associato alla presenza di una famiglia di ‘ndrangheta come avviene invece in altri comprensori della fascia ionica, in cui invece le cosche “marcano” il territorio e tutti gli interessi che sullo stesso ricadono. Sono territori che possono essere considerati come una “zona grigia”, un “cuscinetto” nell’ambito del quale non si colgono posizioni di preminenza ma dove evidenti sono i segni della presenza di interessi mafiosi riconducibili a questo o a quel clan. Sul punto insistono delle indagini coordinate dalla procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, eseguite dagli investigatori della Questura reggina e delle varie sezioni anticrimine, che si sono articolate lungo diverse direttrici e hanno individuato in ciascuna di esse soggetti che si adoperano, tessendo mille e mille trame per raggiungere il loro obiettivi: “Gli appalti, la politica, il riciclaggio di denaro, la disponibilità di armi e il controllo del territorio, l’intrallazzo in genere… sono questi gli ambiti nei quali essi si muovono, e lungi dal dedicarvisi in via esclusiva, spesso sconfinano - per così dire - dall’uno all’altro, a seconda di dove l’interesse li porti, sicché sovente si è reso difficoltoso trattare i singoli episodi nella loro sede naturale”. Nel recente passato vi sono stati esponenti, anche di un certo spessore criminale, che hanno avuto nelle zone pre-aspromontane di alcuni dei centri “grigi” il luogo ideale nel quale trascorrere la latitanza. Ma anche in questi casi si è trattato di soggetti singoli, isolati, non certo portatori di interessi riconducibili a una cosca - nel senso autentico del termine e con riferimento all’aspetto organizzativo - stabilmente localizzata su un determinato territorio. Poco più che briganti, insomma; delinquenti senza dubbio determinati e che potevano contare su un ambiente di connivenza e su qualche “scagnozzo” pronto a dar loro man forte. Ma niente di più, e comunque di minimamente paragonabile alle complesse strutture di ‘ndrangheta. Può dirsi, quindi, che negli ultimi venti/venticinque anni, questa sia stata la situazione criminale di un dato territorio in cui, peraltro, il tessuto economico particolarmente depresso ha indebolito, “appannato” la stessa c.d. società civile, sempre pronta a stigmatizzare le inadempienze dello Stato e, per esso, dello Forze dell’ordine e molto di rado pronta a prendere ferma posizione distinguendosi nettamente dalla “zona grigia”. Così anche parte della pubblica amministrazione ha risentito di questo stato di cose, sicché personaggi quanto meno discutibili sono sovente sorpresi a perorare la causa di questo o quel politico, quando non addirittura rivestire incarichi in seno a uffici pubblici. In un tale contesto, in questa sorta di ibridazione tra lecito e illecito, si sono svolti i fatti oggetto della presente indagine, i cui attori principali non possono certo esser compresi nel gotha della criminalità organizzata ma che, non di meno, di quella denotano la tipica mentalità, unita ai metodi e alle strategie. Un humus ideale, un brodo di coltura nel quale la criminalità di maggior spessore si insinua facilmente, potendo contare su connivenze e appoggi in vari settori e da dove certa politica trae linfa e si alimenta ibridandosi, appunto, non senza scendere a compromessi e concedere, perciò, le dovute contropartite. Dagli esiti di alcune inchieste antimafia è emerso come sia costante il denominatore comune che lega i vari soggetti con sullo sfondo la voglia di emergere, di affermarsi economicamente e in termini di potere che in alcuni di essi assume realmente connotati paranoici.
In Italia sono 500mila le persone che hanno rinunciato alle cure sanitarie per vicissitudini economiche. In Calabria sono 227mila. Questo dato, frutto di un’indagine dell’istituto Demoskopika, pone la Regione come la più malata d’Italia, in proporzione con il resto del suolo nazionale e al netto opposto del Trentino Alto Adige, la regione più “in salute”. Il basso IPS – Indice di performance sanitaria – della Calabria, analizzato dall’Istituto, pone le proprie basi su degli indici ben precisi: soddisfazione dei servizi sanitari, mobilità attiva, mobilità passiva, liste d’attesa, spesa sanitaria, spese catastrofiche e famiglie impoverite a causa di spese sanitarie. Il risultato è un bassissimo 5,3% che aggiudica alla Calabria il podio tra le Regioni con la più bassa spesa sanitaria pro capite, 1697 euro in media. È evidente che l’alto costo delle prestazioni sanitarie, le lunghe liste d’attesa e il fatto che le spese sanitarie non rientrino nella quota, già di per sé risicata, destinata alla sopravvivenza, siano un disincentivo più che evidente per curarsi. I numeri confermano queste ipotesi. Su 227 mila calabresi, infatti, 170 mila non si curano per motivi economici, 37 mila a causa delle lunghe liste d’attesa per accedere alle prestazioni – 1,9% è il tasso di rinuncia rilevato – 6 mila per l’impossibilità di assentarsi da lavoro, 4 mila per paura delle cure – e ciò quindi è indice di sfiducia nei confronti del Servizio Sanitario Nazionale - 6 mila in
attesa di una risoluzione naturale della malattia e 4 mila per altri motivi. Inoltre, se la Calabria è la regione più “rinunciataria” a curarsi, è anche quella dove un sempre maggior numero di famiglie, circa 15 mila nuclei familiari, finiscono al di sotto della soglia di povertà per curarsi. Il tutto è estremamente paradossale se si considera che il diritto alla salute è una prerogativa costituzionalmente tutelata e che, ad oggi, non trova
riscontro in una troppo frammentata ed estenuante regionalizzazione della sanità pubblica. Il dislivello tra Regioni è il tallone d’Achille di quello che dagli esperti è ed è stato sempre considerato tra i sistemi sanitari più efficaci ed efficienti del mondo. Ma ai Calabresi non basta più la sola lingua per leccarsi le ferite. Antonio Cormaci
Milioni di euro per il progetto “Discarica zero”si sono dissolti senza sapere bene se il progetto si farà e la Calabria continua a essere bollata come la terra in cui gli“incivili”lasciano sacchetti di spazzatura per strada nell’indifferenza generale.Ma è semplice dare la colpa solo ai cittadini.
RIFIUTI
Indifferenziata e indifferenza: colpa solo dei Calabresi incivili? Non si poteva potenziare la differenziata, assicurarsi che i progetti sperimentali finanziati dall’Unione europea in questi anni fossero messi in atto?
n cumulo di rifiuti accatastati vicino al cassonetto strapieno, l’olezzo della spazzatura che saliva fino ai piani alti dei palazzi. Un caldo torrido che peggiora la situazione, un tizio sopraggiunge e lancia con indifferenza l’ennesimo sacco di rifiuti nel mucchio. Una scena che avrei rivisto spesso nella Locride, anche se in quelle prime giornate a Siderno non sapevo ancora che sarebbe stato così. Questa scena non è così insolita in tutta la Calabria, e non solo nella zona jonica. Un sintomo della mancanza di civiltà e regole che secondo i media nazionali regolano la vita nel profondo Sud, si potrebbe pensare questo. Ma sarebbe solo una parte della verità e riguarderebbe solo una porzione di persone. La stanchezza e lo scoraggiamento sarebbero però la chiave di lettura più giusta. La Locride e la Calabria continuano a vivere periodicamente emergenze rifiuti. I cittadini ascoltano i politici annunciare la svolta, la miracolosa soluzione, e a distanza di qualche mese sono punto e a capo. Camion stracarichi e puzzolenti che percorrono le statali joniche, tirreniche e trasversali per portare i rifiuti nei pochi centri di raccolta, o fuori regione, quando non oltre i confini nazionali. Continuare ad avere fiducia nella possibilità di uscire da questo circolo vizioso è come credere ancora nelle favole. Allora ci si abitua a passare davanti ai cassonetti anneriti dall’ultimo incendio appiccato da un vicino che non ne poteva più di topi, cattivo odore e spazzatura. Tutto questo non è giusto, lo
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sconforto non dovrebbe giustificare questi comportamenti. Però è altrettanto certo che 16 anni di commissariamento senza soluzioni, milioni di euro spesi, progetti annunciati e mai partiti e presentazioni di piani per l’uscita definitiva da questa montagna di spazzatura hanno stremato anche i più civili. Questo è il quadro in cui si va ad incastonare l’ultima follia sul tema rifiuti e Calabria. Prima la Giunta annuncia un programma Discarica Zero. Tre mesi dopo, il 28 dicembre 2015 dichiara lo stato d’emergenza e l’autorizzazione per i comuni di continuare a conferire nelle vecchie discariche private. Ufficialmente è una misura transitoria che dovrebbe scongiurare l’accumulo di rifiuti, ma possibile che fosse l’unica opzione? Non si poteva invece potenziare la differenziata, assicurarsi che i progetti sperimentali copiosamente finanziati dall’Unione europea in questi anni fossero messi in atto? Possibile che non ci fosse niente di meglio per traghettare la Calabria nell’era Discarica Zero? C’è qualcosa che non quadra. O meglio, forse si poteva fare di più. E i calabresi se lo meriterebbero. Dopo 16 anni di commissariamento, di milioni spesi inutilmente, di strade ingombre di spazzatura. Dopo tutto questo tempo e tutti questi disagi la Giunta guidata da Oliverio aveva annunciato ad agosto un grande progetto che voleva mettere una fine alla costante emergenza. Le strade maleodoranti, i cassonetti stracolmi, gli impianti straripanti di spazzatura e i roghi che i cittadini esasperati appiccavano puntualmente, tutto
questo doveva essere solo un ricordo del passato. Il motto del progetto era Discarica zero. Solo progetti innovativi. Sette passaggi che avrebbe traghettato la Calabria dal 14,7% di differenziata al 65% imposto dall’Unione europea. Nel presentare il programma erano stati annunciati nuovi posti di lavoro e la realizzazione di un avveniristico ecodistretto. Previsti milioni di spese in ammodernamenti e potenziamento di impianti. Il cambio di rotta, per lo meno nell’immediato, è stato giustificato dal voler scongiurare un accumulo di rifiuti, ma era proprio necessaria questa proroga di ben due anni. Sotto gli occhi della Locride e della Calabria ci sono però dei progetti d’eccellenza che in pochi mesi hanno migliorato le condizioni di centri e città: Riace, per non voler guardare troppo lontano, è un esempio di come sia stato possibile riorganizzare in modo efficiente e ecologico la raccolta dei rifiuti. La differenziata con i muli del centro nel cuore della Locride però è solo un esempio di ciò che si poteva pensare di incentivare piuttosto che fare passi indietro e ri-autorizzare il conferimento nelle discariche private. Dopo tutto questo, siete ancora così sicuri che l’indifferenza del tizio che getta il suo sacchetto nel mucchio sul marciapiede, gli incendi dei cassonetti da quarantena e la mancanza di differenziata siano poi colpa solo degli incivili abitanti della Locride e della Calabria? Eleonora Aragona
LA COPERTINA
La Calabr CAMBIA IL MONDO, CAMBIA L’ITALIA MA PER LA CALABRIA NON È CAMBIATO NULLA: OGNI ARTICOLO È UN COLPO DI SCALPELLO CHE FORMA LA STATUA DI UNA CALABRIA FUORILEGGE
esiste solo
dimensione
“
NOI SIAMO UN “POPOLO-OGGETTO” RACCONTATO NELLA SOLA DIMENSIONE MALAVITOSA. VIVIAMO IN UN INVISIBILE MONDO PARALLELO DAL QUALE NON USCIAMO PER ACCONDISCENDENZA
ILARIO AMMENDOLIA
orreva il mese di maggio dell’anno del Signore 1992, in Italia i protagonisti sulla scena erano politici come Craxi ed Andreotti mentre Umberto Bossi muoveva i suoi primi passi. Renzi frequentava le scuole medie e la Boschi era all’asilo. A Milano era stato arrestato un oscuro socialista, Mario Chiesa. Iniziava così - con la benedizione della CIA e dei servizi segreti - Tangentopoli e quindi il “ventennio berlusconiano”. Tra i magistrati erano attivissimi e giustamente famosi Falcone e Borsellino mentre Di Pietro era ancora un perfetto sconosciuto. In televisione era vivo il ricordo delle trasmissioni di Renzo Arbore e di Raffella Carrà. Nel 1992 non c’era traccia del fondamentalismo islamico e dell’immigrazione clandestina. Quasi tutti i paesi arabi erano “buoni” e sottomessi ai loro dittatori. Il Mediterraneo era ancora un mare di “pace”! Era un altro mondo e un’alta Italia. E la Calabria? Il 3 maggio di quell’indimenticabile anno il Corriere della Sera riporta
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a tutta pagina una notizia della Locride: “Il sostituto procuratore della Repubblica di Locri Nicola Gratteri è sfuggito, nelle ultime quattro settimane, ad almeno due attentati della ‘ndrangheta. Le cosche del versante jonico del Reggino lo avrebbero condannato a morte per le sue inchieste sulla criminalità organizzata. Gratteri, 33 anni, da tre sotto scorta, avrebbe dovuto saltare in aria ai primi d’agosto, ma un pentito fece scoprire la trappola. Pochi giorni dopo, mentre il giudice era nella sua abitazione, gli uomini della scorta hanno messo in fuga due persone armate con fucili di precisione e appostate nell’orto di casa”. Sono passati quasi ventiquattro anni. Pochi giorni fa il Corriere ritorna sulla Locride con un articolo in prima pagina. Parla delle minacce ai dirigenti dello Sporting Locri. La notizia viene ripresa da tutte le testate nazionali e conquista ampi spazi sulle reti televisive di tutta Italia. Roberto Saviano, su “La Repubblica”, scrive un editoriale e contestualizza i “fatti” di Locri” nella strategia della mafia tesa a conquistare lo sport come veicolo di consenso sociale. Cambia il mondo, cambia - sia pur più lentamente - l’Italia ma in Calabria e per
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la Calabria non è cambiato nulla. Non discuto sulla veridicità della prima notizia a proposito di un disegno criminale contro il dottor Gratteri e non so assolutamente chi ci possa essere dietro le minacce allo Sporting Locri. Se (e sottolineo il se) le minacce fossero vere, sono completamente solidale con le vittime di ieri e di oggi come fossero miei fratelli. Sottoscrivo che una vita umana non ha prezzo e va difesa a qualunque costo e con qualsiasi mezzo. Predo però atto che ogni articolo è un colpo di scalpello ben assestato e che, al di là delle migliori intenzioni, l’opera d’arte che ne viene fuori è la statua di una Calabria criminale. Un investimento ideologico che fa sparire nel cilindro Calabria e calabresi e ne fa uscire dallo stesso una terra abitata solo da pochissimi “eroi” e da un mare di criminali. La ‘ndrangheta non è stata sconfitta, la Calabria sì! La Calabria è stata distrutta e quel che è peggio lo è stata con la complicità delle classi dominanti calabresi che hanno partecipato al martirio di questa terra. L’altro giorno, con straordinaria lucidità, ne ha spiegato le cause il professor Ernesto Galli Della Loggia che non è né
un “pericoloso comunista”, né un sovversivo, né attiguo alle cosche: “L’addio al Mezzogiorno prima che culturale è stato ideologico e politico. È cominciato a partire dalla metà degli anni Ottanta, quando la centralità sempre maggiore al tema della legalità ha preso a fare del Sud il terreno del negativo e del male per antonomasia”. La centralità al “tema della legalità” (di regime) è stata l’arma per distruggerci. Le notizie (quasi sempre) false, sparate a tutta pagina sui giornali nazionali e in televisione, sono stati i bombardamenti a tappeto che hanno distrutto ogni resistenza. Noi abbiamo una colpa grave! Partecipando al teatrino che altri hanno allestito abbiamo dimostrato la nostra pigra accondiscendenza al pensiero dominante. Paghiamo lo scotto del fatto che siano sempre gli “altri” a raccontarci e “noi” facciamo supinamente “nostra” la loro narrazione. Noi siamo un popolooggetto raccontato nella sola dimensione criminale. Noi, calabresi “normali”, viviamo in un invisibile mondo parallelo ignorati da tutti! Prigionieri in una bolla mediatica gonfiata intorno a noi in maniera tale che possa proiettare un
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DOMENICA 03 GENNAIO 6
Sottocultura ostereotipi, questoèil dilemma...
ria
DAGLI ATTENTATI A NICOLA GRATTERI ALLE MINACCE ALLO SPORTING LOCRI,LA LOCRIDE HA FATTO COPERTINA SUI GIORNALI NAZIONALI SOLO PER FATTI DELLA CRONACA PIÙ NERA. BENCHÉ LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA ESISTA E SIA DRAMMATICAMENTE RADICATA NEL TERRITORIO, L’IMPRESSIONE DI NOI JONICI RESTA QUELLA CHE LA NAZIONE ABBIA UN INTERESSE A DIPINGERCI TUTTI COME DELINQUENTI.
nella sua
minale GLI SVILUPPI
Lottare o mollare? Sono stati questi i quesiti che hanno dilaniato il presidente Armeni, che ha infine deciso di gettare la spugna lo scorso 30 dicembre, quando in un’Assemblea straordinaria è intervenuto anche il sindaco di Locri Giovanni Calabrese, più che mai deciso a fare chiarezza su una vicenda che (citiamo) “ha mortificato un intero territorio”. Contestualmente, il primo cittadino ha lanciato un appello affinché la squadra venga rilevata da nuovi soci per avere garantito un futuro.
immagine della Calabria deformata e deforme ma funzionale ai loro perversi disegni. Termino! Se a voi, cari lettori, va bene così, mi adatterò a vivere quel che mi resta senza lamenti, sempre più “anarchico” e con sempre meno speranze. Non lamentatevi, però, se qualcuno si sente autorizzato a scrivere: “La Calabria è un territorio affidato davvero nelle Pietose mani della Divina Provvidenza in una regione che ha da decenni il proprio punto di forza nella previdenza non contributiva. Al secolo pensioni di invalidità e assegni di accompagnamento che non sono stati rifiutati a nessuno nel corso di decenni. E con quelle si tira a campare” (Roberto Gallullo, il Foglio) Non vado lontano: mio padre, che si è consumato lavorando l’intera vita e senza protezione sui tralicci elettrici, si rivolterà nella tomba. Mio nonno, che ha vissuto quarant’anni in un basso di New York senza mai vedere sua moglie e i suoi figli ancora di più, ancora di più. Lo stesso sdegno avranno i nostri ragazzi che lavorano 10 ore al giorno per 600 euro al mese, gli agricoltori diretti che vendono le arance a dieci centesimi al chilo. Che volete farci? È la Calabria e qui gli abitanti “sunt leones”.
alcio, uno degli argomenti preferiti degli italiani: se ne parla in famiglia, nei luoghi di lavoro, nei pub. Lo si ama, lo si odia, lo si loda, lo si depreca, fatto sta che difficilmente si riesce a ignorarlo, difficilmente passa anche un solo giorno nel quale non sentiamo qualche notizia in tv, nei giornali, in internet che lo riguardi. E come negare che siamo abituati e pronti a digerire qualsiasi cosa? Le tifoserie violente sono storia contemporanea, che quasi fa poca notizia. Calciopoli e calcioscommesse ormai sono “roba vecchia”, canovacci talmente tipicizzati che i loro attori protagonisti li interpretano senza incertezze. Eppure riusciamo ancora a stupirci, riusciamo ancora a esplorare territori nuovi, creare scenari inaspettati, trasferire nefandezze da bassa criminalità di strada, da bullismo da quattro soldi all’interno di quello che è uno sport di aggregazione, di condivisione e, nei momenti migliori, di educazione sociale e al sociale. Minacce che intimano al presidente dello Sporting Locri, una società sportiva di calcio femminile a 5, di chiudere i battenti: eccola la nuova storia che nessuno voleva leggere, ecco la nuova triste rappresentazione di una degenerazione sociale che colpisce ancora più a fondo il nostro sport nazionale. Minacce che provocano lo sdegno di moltissimi italiani e forse il riso sarcastico o la commiserazione di qualche cittadino europeo che sente l’eco di ciò che probabilmente reputa impensabile. Minacce ancora che forniscono la buona occasione per proclami dagli alti scranni dello Stato e generalizzazioni mediatiche che trasformano, modellano, adeguano un fatto di cronaca, un deprecabile episodio criminale, nella normale espressione di una cultura imperante “Misogina e retrograda”. Danno per scontato che la contingenza occorsa abbia voluto colpire quella realtà femminile che cerca di fuggire da una situazione di arretratezza tardomedievale che si ribella a quello status quo che vede le donne corpi privi di pensiero proprio, mosse da noi burattinai (mi includo, visto che “sono calabrese” e sono di sesso maschile) che cerca di emergere in una società maschilista in modo diverso dal “classico prostituirsi per il boss di turno”, chiudendo così in un dicotomico universo parallelo fatto di schiave assoggettate e puttane conformiste quasi tutto il genere femminile calabrese. Questa è la visione che l’Espresso ha di noi, del nostro quotidiano, della nostra realtà, questa l’immagine che dipinge appellandosi ad autorevoli post di Facebook come fonti e risolvendo così un caso sul quale magistratura e autorità preposte ancora non sono giunte a conclusioni certe. Non si tratta di ‘ndrangheta, non si tratta di interessi economici, non si tratta di possibili attacchi ad personam, prenda nota il Pm, è solo l’ennesima espressione di sottocultura che la Calabria non è nuova a mostrare e il cui olezzo, come quello del pecorino, arriva forte e chiaro al ritmo di tarantella e di qualche altro stereotipo fino alla redazione de l’Espresso. Io non ho da offrirvi una soluzione al caso, posso solo aspettare e sperare che le indagini, grazie a prove certe, facciano luce sui fatti. E non potrebbe essere altrimenti. Che ne posso sapere io che mi “adeguo” a vivere nella controfigura italiana del califfato di AlBaghdadi esentato da quella fuga di cervelli per mancanza di requisiti intellettivi adeguati? Io posso solo sperare, insieme agli altri cittadini calabresi, che quella Locri che fu patria delle leggi scritte, quella Locri che, insieme a Sparta e pochissime altre poleis greche, faceva partecipare le donne alle gare di atletica, quando per il resto del mondo era eresia, riesca a mantenere viva quella splendida realtà sportiva che è lo Sporting Locri, specchio di una terra piena di difetti, prostrata da un’economia arretrata e da una criminalità sempre presente, ma il cui cuore riesce ancora a pulsare cultura, a esprimere eccellenze maschili e femminili, che lungi dal mettere etichette generalizzanti sulla base di ipotesi e illazioni, proseguono a testa alta per la loro strada fieri dei loro natali. Vincenzo Larosa
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Ecosostenibilità
DOMENICA 03 GENNAIO 08
Pochi mesi all’avvio della differenziata porta a porta in tutta Siderno.Il progetto, temporaneamente affidato a una ditta esterna con gara d’appalto, garantirà entro due anni una differenziazione dei rifiuti pari al 70% come esige la comunità Europea e un considerevole risparmio in termini di tasse.
Nel 2016 la raccolta differenziata ci renderà cittadini europei La ditta sarà un “Grande Fratello della monnezza” che monitorerà il livello di raccolta di ogni utenza e riferirà al Comune. Più riciclo, meno tasse.
iniziato il conto alla rovescia per l’avvio del progetto di raccolta differenziata porta a porta a Siderno. Con una nota stampa diffusa a metà settimana, l’Amministrazione Comunale ha fatto sapere che le pratiche per rendere operativa la raccolta, avviata con successo in via sperimentale a Siderno Superiore, sono del tutto concluse e dovrebbero garantire alla nostra città di mettersi in pari con gli standard europei entro due anni. Come ci ha spiegato Nicola Tucci, dirigente dell’Ufficio Urbanistica al Comune di Siderno, il 31 dicembre 2017 sarà infatti l’ultima data utile a raggiungere una differenziazione dei rifiuti solidi urbani al 70%, primo passo per una Siderno ecosostinibile e, soprattutto, per un abbassamento della tassa sui rifiuti. Il percorso che ci condurrà al raggiungimento di questo obiettivo inizierà probabilmente a marzo, quando la società che avrà vinto la gara d’appalto indetta da SUAP distribuirà, in accordo con il Comune di Siderno, il materiale informativo e i secchielli per la differenziata a ogni utenza. La ditta in questione, responsabile del progetto fino al 2018 con possibilità di rinnovo per un anno salvo decisione del Comune di internalizzare il progetto una volta uscito dallo stato di dissesto, si occuperà di tutto, affidando a ogni utenza un codice a barre che permetterà il monitoraggio di come viene condotta la suddivisione dei materiali. In altre parole, la ditta sarà un “Grande Fratello della
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monnezza”, che dirà con precisione quanta percentuale di riciclo riesce a fare ogni singola famiglia garantendo al Comune di farsi corrispondere tasse più eque da ogni utenza. In soldoni: più riciclerete, meno pagherete. Anche se i depliant che vi spiegheranno come differenziare sono ancora in fase di elaborazione, Tucci ci ha anticipato che Siderno ha deciso di imperniare la propria raccolta su quattro categorie: carta e cartone, indifferenziato, organico e multimateriale (del quale fanno parte plastica, alluminio, acciaio e vetro), che verranno raccolti in secchiel-
li rispettivamente blu, nero, marrone e giallo come da normative europee e suddivisi in tal modo sulla base di un criterio economico e di accordi con il centro di smistamento a valle. L’accorpamento degli scarti che compongono il multimateriale, infatti, garantirà meno difficoltà nello smistamento da parte della cittadinanza e, considerata la possibilità di suddividere questi materiali da parte delle piattaforme di trattamento e recupero, di risparmiare i solidini per secchielli e mezzi dedicati alla raccolta di vetro e alluminio. Ma i vantaggi non finiscono qui. Grazie a un accordo con il circuito Conai, il Consorzio Nazionale Imballaggi che “acquista” i materiali riciclabili scartati dai comuni, maggiore sarà il tonnellaggio di rifiuti recuperabili più sarà il ricavato per le casse del Comune, che ha già promesso di reinvestire la cifra nel perfezionamento del processo di raccolta, sgravando anche in questo caso i cittadini di una cifra che, altrimenti, avrebbero dovuto pagare di tasca propria. Questo sistema di raccolta porta a porta rimpiazzerà la differenziata stradale di cui si occupa oggi Locride Ambiente e che, fatta senza monitoraggio e a macchia di leopardo, non ha garantito un risparmio economico. Questo nuovo sistema, invece, anche se non darà immediato riscontro, entro la fine del secondo anno dovrebbe dare i propri risultati permettendo a tutti di avere la certezza di fare qualcosa di concreto per i nostri figli e di possedere un portafogli più gonfio…
GERENZA
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Dopol’intimidazionealsindacodiiniziodicembre,ultimo dell’annodrammaticoaGioiosaJonica.L’incendio a due camionette della nettezza urbana lasciano pensare che sia l’internalizzazione della differenziata a dare fastidio a qualcuno.
Ladifferenziatachenonpiace: ancoraintimidazioniaGioiosa Capodanno amaro, quello che ha vissuto Gioiosa Jonica. L’attentato subito dal primo cittadino Salvatore Fuda lo scorso 6 dicembre ha avuto infatti seguito proprio nei momenti in cui, la sera del 31 dicembre, ci si apprestava a sedersi in tavola per il cenone di fine anno. L’incendio di due mezzi comunali dedicati alla raccolta differenziata rende ormai chiaro che, per qualcuno, il problema è l’internalizzazione del servizio di nettezza urbana, che Fuda aveva messo in atto tra i primi provvedimenti della sua amministrazione, riuscendo ad ottenere a un prezzo vantaggioso le due camionette di seconda mano date alle fiamme. Pare logico, dunque, immaginare che la stessa mano indegna e criminale che aveva intimidito direttamente la famiglia del sindaco meno di un mese fa, abbia adesso deciso di rincarare la dose dando un segnale al quale la società civile deve adesso rispondere con un dito medio, mostrando la parte migliore Locride e dando a Salvatore la forza di continuare a lottare come ha fatto impavidamente fino a oggi. Immediata e convinta la solidarietà del mondo politico, che ha espresso vicinanza al primo cittadino e iniziato quell’opera che adesso la cittadinanza deve continuare, pensando non tanto che il 2016 si sia aperto in maniera amara, quanto (ed è il modo in cui noi di Riviera vogliamo leggere la vicenda) che sia stato il 2015 a chiudersi con un gesto vile e che questo sia l’anno in cui questo tipo di bullismo d’alto bordo cesserà di esistere una volta per tutte.
IlComitato Vennarelloportail Nataleallecasedi riposodiSiderno Il Natale, a Siderno, non è stato solo grandi eventi, ma anche una sincera e sentita dimostrazione di solidarietà e affetto che il Comitato di Vennarello, insieme al consigliere comunale Vincenzo Meleca, ha voluto dimostrare ai degenti delle case di riposo S. Antonio e S. Francesco. Grazie alla buona volontà e al buon cuore di questi ragazzi, infatti, i nostri anziani hanno potuto vivere un po’ di spirito natalizio con l’offerta di dolci e musiche natalizie che hanno animato il giorno della Vigilia.
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A San Luca i bambini ricevono gli auguri dalle forze armate Aria di festa da nord a sud, nella Locride. A San Luca, durante la scorsa settimana, sono state intensissime le prove del presepe vivente alle quali si sono sottoposti i bambini e le bambine di elementari e medie del paese. Siccome, però, tutto lavoro e niente svago annoiano i piccoli, tra un esperimento tecnico e l’altro è sembrato giusto fare una pausa per fare la conoscenza del Comandante della locale stazione dei Carabinieri Vito Loiudice, che ha colto l’occasione per augurare a tutti buone feste.
Un tuffo nel passato a Benestare
La nuova vita della chiesa del Castello di Carafa È stato il risultato più straordinario che abbia ottenuto l’edizione invernale del Roccella Jazz Festival, uno di quegli eventi che ci ha fatto riscoprire la Locride che ci piace: parliamo dell’inaugurazione dell’appena restaurata chiesa del Castello di Carafa, a Roccella Jonica, che la sera di Natale ha riaperto i battenti al grande pubblico ospitando la prima serata del Jazzy Christmas e presso la quale si sono svolte diverse delle notte magiche che questa nuova edizione ci ha regalato fino al 30 dicembre.
Catoni aperti riporta la folla delle grandi occasioni a Siderno Superiore Una delle belle parentesi offerte dal Natale è Siderno è sicuramente stata costituita dalla manifestazione “Catoji aperti”, che lo scorso fine settimana ha fatto respirare aria di festa al borgo di Siderno Superiore, tornato alla vita con mercatini e spettacoli esattamente come era già accaduto con l’Otturata Sidernese. La manifestazione, fortemente voluta dalla consulta giovanile, ha riscosso un ottimo successo di pubblico, dimostrando coma la città attendesse solo una scossa per essere nuovamente vissuta.
Don Titì ha appena vinto le elezioni amministrative del 1952… E Benestare, fin da allora, recita la sua parte preferita. Dietro il Sindaco, con le mani al cielo in segno di giubilo, Peppe l'Attore. Sullo sfondo, a sinistra, i lavatoi pubblici. A sinistra il balcone che guarda il mare, quando ancora i sindaci non permettevano ai privati di demolirli per costruire le loro case. Franco Blefari
Palizzi grida “È nato” a suon di folk Sera di Natale dedicata alla grande musica popolare, quella di Palizzi che, sfidando il freddo, ha voluto raccogliersi comunque sotto il palco animato da Ciccio Nucera e i Kumelca, che hanno offerto un grande spettacolo che ha riscaldato gli animi per tutto il dopocena. Dinanzi a contenta bravura si è dovuto inchinare anche il sindaco della città Walter Scerbo che, a fine serata, non ha potuto fare a meno di salire sul palco per ringraziare gli artisti e augurare buone feste a tutti i partecipanti.
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Natale a Siderno
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Il presidente della Pro Loco cittadina ci concede una breve intervista in cui esprime la massima soddisfazione per la buona riuscita del Natale a Siderno, frutto di una collaborazione fruttuosa tra tutte le associazioni cittadine. Adesso che il meccanismo è rodato, c’è tanta voglia di continuare a crescere.
Santacroce: Abbiamo ritrovato lo stimolo per migliorare Siderno Che l’abbiate amata fin da subito o la guardiate con scetticismo, che l’abbiate difesa a spada tratta o ne siate diventati detrattori, la manifestazione Natale a Siderno è il segnale sociale più concreto di quanto la città si stia sforzando di ripartire. Oltre a incasellarsi in una serie di eventi e manifestazioni in cui stanno prepotentemente tornando protagonisti la cultura e lo spettacolo, Natale a Siderno è stata la vittoria dell’associazionismo, come ci ha raccontato il presidente della Pro Loco cittadina Agostino Santacroce. «La presenza di un’amministrazione comunale ha favorito, in questi mesi, la capacità aggregativa delle associazioni cittadine. L’eccitazione derivata da questo trend positivo ha permesso di ritrovare lo stimolo per fare qualcosa di positivo per la città, contribuendo a velocizzare la ripresa economica e delle attività culturali del centro urbano. Il calendario degli eventi del Natale a Siderno è stato organizzato pensando proprio a questi elementi e grazie alla collaborazione con la consulta cittadina, quella giovanile,l’Unsic e l’Ali, che hanno operato parallelamente al
Comune e grazie al prezioso contributo della Provincia e della Regione. Si può dire che la presenza di un’amministrazione, comunque, abbia creato uno scatto d’orgoglio, sia stata la miccia utile a innescare un programma che culminerà nella sfilata dei magi del prossimo 6 gennaio.» Possiamo affermare che Natale a Siderno abbia rispettato le aspettative degli organizzatori? Certamente sì per quanto riguarda la qualità. In qualche occasione, invece, sarebbe stato meglio vedere maggiore partecipazione, ma ci piace considerare questa edizione un esperimento ben riuscito, un rodaggio che ci ha fatto individuare i punti di forza e comprendere come migliorare i punti deboli.
La presenza dell’amministrazione ha creato uno scatto d’orgoglio, è stata la miccia che ha innescato il programma che culminerà nella sfilata del 6 gennaio.
Il bilancio è nettamente positivo, dla concerto Gospel Italian Singers, alla festa a Donisi, passando per Matthew Lee, ai Catoji a Siderno superiore in tutto il paese si è sentito il natale. Oltre alle luminarie, sicuramente la serata più importante è stata lo Shopping Night con una presenza massiccia di gente.
Questa esperienza farà quindi scuola per l’organizzazione degli eventi a venire? Ovvio. Fa piacere constatare che si è formata una squadra affiatata, in grado di organizzare manifestazioni valide anche per il futuro. L’eterogeneità del gruppo ci permetterà di portare avanti grandi eventi, tanto che, nonostante la vicinanza dei termini, stiamo pensando di riproporre qualcosa per il carnevale. Intanto rinnoviamo l’invito a seguire tutti gli eventi programmati, dei quali stiamo ancora decidendo gli ultimi dettagli. Oltre che con i magi, infatti, vorremmo chiudere il Natale a Siderno riproponendo, come accaduto lo scorso anno, “La befana della legalità” in collaborazione con il 5° Reparto Volo della Polizia di Stato. Come giudica invece la Shopping Night? Alcuni non avrebbero scommesso sulla riuscita di un evento all’aperto in pieno inverno. Effettivamente l’organizzazione è stata un azzardo. Organizzare una serata nel periodo freddo è rischioso, eppure abbiamo avuto un’ottima partecipazione grazie anche al contesto nel quale l’abbiamo incasellata. Il bilancio è nettamente positivo e non ha inciso negativamente la fine
anticipata di circa mezz’ora sul programma che avevamo stilato. Ci ha fatto grande piacere sentire i commercianti soddisfatti e, con il senno di poi, siamo molto contenti di aver anticipato un evento solitamente programmato per la fine delle feste a prima del Natale. Tutto questo, comunque, non sarebbe stato possibile senza la tenacia di Claudio Vitetta così come il Natale a Siderno non sarebbe stato il bell’evento che è oggi senza il contributo di tutti coloro che l’hanno organizzato. Non posso che essere fiero di aver unito le forze con tutte le altre associazioni cittadine per realizzare tutto questo. Jacopo Giuca
Si è formata una squadra affiatata che, con la sua eterogeneità, sarà in grado di organizzare grandi eventi nel prossimo futuro. Qualcosa bolle in pentola…
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Danila Santagata dà speranza al patetico destino dell’uomo “Una finestra sul mondo”, dodici racconti che si leggono d’un fiato Danila Santagata è più e più volte maestra: ama insegnare, ama spiegare, ama far comprendere, perché sa che oltre le nozioni e le regole, la scrittura creativa e quella brillante (che Dio ce ne liberi), ci sono le storie di ognuno di noi… e c’è il mare. C’è spesso il mare in Una finestra sul mondo della Santagata. Nei dodici racconti, lungo e attorno una raccolta che si legge d’un fiato, una brezza
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Vincenzo Carrozza ci racconta il suo“A Famigghia” Dr. Carrozza perché un’affermazione tanto forte: “Sono uno ‘ndranghetista a mia insaputa”? Nelle regioni meridionali moltissime persone sono ‘ndranghetisti, mafiosi a loro insaputa. Si spieghi meglio. Voglio dire che viviamo un ambiente che ti porta facilmente a contatto con aree criminali, per cui spesso capita che imprenditori onesti, cittadini onesti, cadano nel tritacarne della giustizia senza avere colpe. Uscirne non è mai semplice. Vuol dire che la colpa è della giustizia? Assolutamente no! La giustizia fa benissimo a controllare e sanzionare. Il concetto è che in aree ad alta densità criminale, trovarsi coinvolti in faccende poco chiare, al limite dell’imputabilità, è molto facile. Quindi vuol dire che ognuno di noi può essere uno ‘ndranghetista a sua insaputa. Certo, ognuno di noi e tutta la sua “Famigghia”, per non parlare, poi, di quando un Kalabrese si trova fuori regione. Basta un accento un poco più marcato per scatenare sospetti. Solo per il fatto di essere Kalabrese sei un potenziale ‘ndraghetista qualunque mestiere si faccia. Ma in Kalabria c’è chi sbaglia e non di poco.
Certo, c’è chi commette gravi errori, che vanno puniti a norma di legge. Ma se un Kalabrese onesto corre il rischio di essere additato come ‘ndranghetista, ed essere guardato con sospetto fuori dal suo ambiente solo per il suo accento, immagini cosa succede a chi ha sbagliato, anche una sola volta, eppure ha pagato: la pena non finisce mai. Quindi Kalabrese uguale potenziale ‘ndranghetista agli occhi del mondo? Certamente. Siamo all’assurdo. Nella nostra
regione non esistono più persone normali. Esiste chi combatte la criminalità e chi è criminale o potenziale criminale. Nel suo libro che tipo di Kalabrese racconta? Ruggero il protagonista de “A Famigghia”, è un ragazzo come ce ne sono tanti in Kalabria. Ruggero vive un ambiente criminale, ma poi scopre altri valori che sono il contrario della violenza, della cieca obbedienza. Scopre i libri e la cultura, soprattutto. Scopre la normalità e se ne innamora. Poi il destino gli sbarra la strada ed è costretto a ritornare nella “Famigghia”. A un certo punto coglie l’occasione di un errore per cambiare definitivamente la sua vita. Però, c’è sempre un però. Per sapere come va a finire bisogna sostenere la pubblicazione del libro su bookabook.it/projects/a-famigghia/ Un ultima domanda dottore. Il libro è autobiografico? Ogni libro ha in sé qualcosa dell’autore. Questo non fa eccezioni. Leggendolo però, tante persone, tante Famigghie, non solo di criminalità, riconosceranno gesti, modi di pensare e di dire, una morale usuale della famigghia Kalabrese. La Redazione
“I Sentieri della Memoria" apre la strada all’integrazione La collaborazione tra l’amministrazione Provinciale di Reggio e quella comunale di Siderno ha prodotto un bellissimo evento, lo scorso 30 dicembre. In una sala di Palazzo De Mojà, a Siderno Superiore, “I Sentieri della Memoria”, in cui ha preso la parola Pierpaolo Zavettieri, ha prodotto un’interessante riflessione sul nostro territorio e immaginato una migliore sinergia con gli immigrati nella nostra terra, generando un’esperienza positiva che cerca di di delineare un nuovo panorama di sviluppo.
malinconica, quasi uno zufolare tra le onde buie, paradossalmente dà speranza al patetico destino dell’uomo, a storie speciali senza lieto fine. C’è il mare (lo Jonio senza vele Achee?) nell’indifferenza, nello squallore, dove la pietà è morta. Nel leggere avidamente questa serie di racconti mi è venuto in mente Milan Kundera con il suo Valzer degli addii. Lo so, tutto è diverso tra i due autori e le loro opere, ma non è forse vero che nel libro appena citato ci sono descrizioni di luoghi e persone, amori ridicoli; c’è una luce seppiata, c’è una luna stanca che si alza, osserva, se ne va e se ne strafotte della sofferenza là sotto, anche di quella del più grande che l’autrice pone in fronte a ogni cosa: un padre, il colosso che lotta, si aggrappa, molla e, pesante di bagaglio, non si rialza più. Come Dino, poco prima, discende sotto terra, entrambi faraoni senza mito o dipinti a olio che li tramandano. Racconti di marmo, luce fredda, sottoscala; nel pianto freddo di Danila Santagata c’è uno stridulo di chitarra elettrica distorto dal mixer nel sound check; nel pianto dignitoso e soffocato dei personaggi di questa autrice calabrese, ogni emozione viene tolta dalla banalità e collocata in una dimensione più alta. Dietro ogni bozzetto, affresco, ritratto, c’è sempre una vasta e complessa tela che mi fa affermare, in conclusione, che il libro Una finestra sul mondo non ha bisogno di violini in sottofondo né di colonne sonore. (em)
Parentesi Rap di fine anno per il Natale a Siderno Largo ai giovani, nell’ambito della manifestazione Natale a Siderno. Mettendo da parte solo per qualche momento l’aria di festa, Piazza Portosalvo, lo scorso 28 dicembre, ha ospitato l’esibizione di un gruppo rap locale Raski-live di Simone Raschillà, che ha intrattenuto il pubblico con il proprio stile frizzante e la sua performance originalissima, sempre apprezzata dalle giovani generazioni. È stato un modo innovativo di fare spettacolo e una grande occasione per questi artisti che meritano di emergere.
Siderno Superiore patria del Km 0 grazie ai consiglieri Ruso e Pllegrino Palazzo Falleti, Siderno Superiore, è stato la casa del prodotto a km 0, il 27 dicembre. Grazie all’impegno dei consiglieri comunali Giorgio Ruso e Salvatore Pellegrino, infatti, si è tenuto un partecipato convegno su una tematica di grande attualità, e che dovrebbe essere alla base della ripresa socio-economica del nostro territorio. Esperti di settore e appassionati del tema sono intervenuti dinanzi alle decine di autorità presenti all’evento prima dell’inaugurazione della manifestazione sui Catoji.
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Tutti i bandi sono disponibili sul sito dell’Unione Europea e della Commissione Europea Rappresentanza in Italia: www.europa.eu.int www.europa.eu.in/italia - Per maggiori informazioni è possibile contattare i nostri uffici: Centro di informazione dell’UE - Europe Direct “Calabria&Europa”
Eurokom saluta la Locride ed augura un 2016 con i fiocchi!!! www.eurokomonline.eu
urokom saluta il nuovo anno con una serie di vittorie insperate e di obiettivi raggiunti. Innanzitutto il sito web www.eurokomonline.eu oramai campione di visite, al 31 dicembre 3.373.792 utenti si sono collegati ed hanno visionato le notizie costantemente aggiornate su argomenti Comunitari, nazionali e regionali. Un servizio gratuito ed aperto sui lavora il nostro bravo e solerte Nicolò Palermo assistito dalle dritte fornite da siti ufficiali della Commissione, del Parlamento, del Comitato delle Regioni Europee, dalle news dell’ufficio stampa della Direzione Generale Comunicazione di Bruxelles ect. Un servizio sempre più social e raggiungibile che ha da poco è supportato da una novità interessante costituita dalla nuova app di Eurokom scaricabile dall’app store in modalità gratuita e studiata da Ims Design proprio per gli utenti di Eurokom. Ma parlando di social non possiamo dimenticare il continuo dialogo su Facebook possibile grazie alla pagina Eurokom Europe Direct seguita da oltre 4.600 mi piace che rende socialmente disponibili bandi e news da tutte Europa. Quindi Twitter con il link @EurokomED che fornisce l’interfaccia ideale per scoprire quanto si muove in materia di Europa nel panorama locale e nazionale, su bandi comunitari ed eventi di rilievo europeo. Quindi per visionare tutto quanto messo in campo in ambito di appuntamenti per giovani, istituzioni e terzo settore non si può mancare di visitare il supporto flickr all’indirizzo foto stream di calabriaeEuropa_europedirect. Una vetrina di facile accessibilità che dal sito internet rende possibile un’occhiata a tutto tondo su quanto realizzato da Eurokom e dalla Europe Direct Calabria&Europa. Tornando proprio agli eventi realizzati nel 2015 non posso, in quanto direttore dell’EDIC Calabria&Europa, che lanciare un complimento ai componenti del team di lavoro, Loredana Panetta, Raffaella Rinaldis e Caterina Praticò, che hanno reso possibile la realizzazione di ben 25 tra convegni ed open days dedicati al pubblico della nostra regione ed in particolare della provincia di Reggio Calabria. Un trend in grande crescita rispetto a
info: Palazzo Ameduri, piazza dei Martiri 89046 Gioiosa Ionica
Tel: 00 39 0964 412400 - fax 0964 342022 email associazioneeurokom@tiscali. it
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quanto realizzato negli scorsi anni possibile anche grazie alle fattive collaborazioni aperte con associazioni ed enti operanti in ambito regionale. Un grazie di cuore all’Associazione Un ponte per l’Europa
E’ ONLINE LA NUOVA PIATTAFORMA WEB ETWINNING PER I GEMELLAGGI ELETTRONICI FRA GLI ISTITUTI SCOLASTICI
E’ di fatto operativa la nuova piattaforma web italiana di eTwinning, ovvero la più grande community europea di insegnanti attivi nei gemellaggi elettronici tra Istituti Scolastici, nata nel 2005 su iniziativa della Commissione europea e ad oggi tra le Azioni del Programma Erasmus+ 2014-2020. Il servizio offre una piattaforma per lo staff (insegnanti, dirigenti didattici, bibliotecari, ecc.) delle scuole di uno dei paesi partecipanti, con lo scopo di comunicare, collaborare, sviluppare progetti, condividere e, in breve, partecipare alla più entusiasmante comunità didattica europea. Il programma eTwinning promuove la collaborazione scolastica in Europa attraverso l’uso delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC), fornendo supporto, strumenti e servizi per facilitare le scuole nell’istituzione di partenariati a breve e lungo termine in qualunque area didattica. Il Portale eTwinning (www.etwinning.net) è il principale punto d’incontro e luogo di lavoro del programma. Disponibile in 28 lingue, il Portale eTwinning conta oggi quasi 230277 utenti registrati e più di 5462 progetti in corso fra due o più scuole in tutta Europa. Il Portale fornisce agli insegnanti strumenti online per cercare partner, istituire progetti, condividere idee, scambiare buone pratiche e iniziare subito a lavorare insieme per mezzo di strumenti personalizzati disponibili sulla piattaforma eTwinning. Lanciato nel 2005 come principale azione del Programma di eLearning della Commissione Europea, eTwinning è stato integrato con successo nel Erasmus+, il programma europeo per Istruzione, formazione, gioventù e sport dal 2014. L’Unità Europea eTwinning è gestita da European Schoolnet, un consorzio internazionale di 31 Ministeri della Pubblica Istruzione europei, che sviluppa l’apprendimento per le scuole, gli insegnanti e gli studenti in tutta Europa. eTwinning è supportato, a livello nazionale, da 37 Unità Nazionali eTwinning. Link: https://www.etwinning.net/it/pub/index.htm
di Palmi, che ha reso possibile l’organizzazione di eventi di grande interesse anche sulla Piana di Gioia Tauro da Palmi ad oppido Mamertina sino a Gioia Tauro. Ma non solo, un grazie va anche espresso all’Ordine Regionale e Provinciale degli Agronomi, che ha collaborato alla realizzazione di eventi di interesse pubblico sulla Politica agricola Europea e Regionale per il settennio 2014- 2020. Quindi grazie per la fiducia ai comuni che hanno ospitato e sostenuto tutte queste iniziative da Locri, a Palmi, Gioiosa Jonica, Oppido Mamertina l’ente Provincia di Reggio Calabria. Un lavoro duro svolto con costante entusiasmo dal personale di Eurokom e dagli enti operanti sul territorio per i giovani, la cultura, lo sviluppo economico e rurale. Un lavoro che ha reso possibile fornire un servizio di comunicazione ed informazione di rilievo europeo soprattutto attivo per cittadini giovani e scuole. Non si può dimenticare, ormai all’inizio del 2016 che una collaborazione continua è stata curata proprio con le
Bandi e avvisi in scadenza
Invito “Marie Sklodowska-Curie Innovative Training Networks Scadrà il 12 Gennaio 2016 l’Invito “Marie Sklodowska-Curie Innovative Training Networks”, nel quadro del Pilastro Eccellenza nella scienza di Horizon 2020. Compito dell’avviso sarà quello di dare una formazione eccellente e innovativa di opportunità, di carriera e di scambio di conoscenze attraverso la cooperazione transfrontaliera e la mobilità intersettoriale dei ricercatori, incoraggiando nuove competenze attraverso la formazione dei giovani ricercatori. Il bando ITN si suddivide in tre azioni: -ETN (European Training Networks); -EID (European Industrial Doctorates); -EJD (European Joint Doctorates). Link: http://ec.europa.eu/research/participants/portal/desktop/en/opportunities/h2020/calls/h2020-msca-itn2016.html#c,topics=callIdentifier/t/H2020-MSCA-ITN2016/1/1/1&callStatus/t/Forthcoming/1/1/0&callStatus/t/Open/1/1/0& callStatus/t/Closed/1/1/0&+identifier/desc Bando comunitario: ”SESAR per l’impresa comune di ricerca sulla gestione del traffico aereo nel cielo unico europeo” –Programma Horizon 2020 Scadrà l’11 Febbraio 2016 l'Invito a presentare proposte “SESAR 2020 IR-VLD WAVE1” per l'impresa comune di ricerca sulla gestione del traffico aereo nel cielo unico europeo - Single European Sky ATM Research (SESAR), reso pubblico nell'ambito del Programma Horizon 2020. Il sottoprogramma coprirà i seguenti temi: -SESAR.IR-VLD.Wave1-01-2015: “Content Integration”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-02-2015: “Master Plan Maintenance”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-03-2015: “Validation and Demonstration Engineering”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-04-2015: “Increased Runway and Airport Throughput”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-05-2015: “Integrated Surface Management”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-06-2015: “Airport Safety Nets”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-07-2015: “Total Airport Management”;
scuole della Locride come pure dell’intera provincia di Reggio Calabria. Ben quattro istituti nel corso dell’anno appena chiuso hanno fatto parlare di sé in ambito nazionale ed europeo vincendo tra i primi dieci classificati il concorso di monitoraggio civico nazionale Ascuoladiopencoesione. Un traguardo insperato che ha visto al sesto posto nazionale il Liceo Mazzini di Locri con il monitoraggio civico curato sull’opera pubblica realizzata grazie ai fondi strutturali Teatro di Locri, quindi il Liceo La Cava di Bovalino, giunto al nono posto con un entusiasmante e fantasioso lavoro di inchiesta e monitoraggio realizzato sul castello di Bovalino, anche questa opera beneficiaria di fondi pubblici Fesr 2007-2013. Quindi pari merito decimi il Liceo Zaleuco di Locri con il monitoraggio sull’Ostello della Gioventù realizzato sul bene confiscato a Locri città e il Liceo Enaudi di Palmi con il lavoro di monitoraggio realizzato su un bene confiscato a Rosarno e da destinare a centro di accoglienza per i migranti. Oltre 70 studenti reggini che si sono distinti grazie alla guida di Eurokom ed alla collaborazione con le loro scuole e i loro docenti tutor per quest’innovativo percorso di giornalismo digitale e monitoraggio civico oggi tra le best practices della Buona scuola 2.0; un’avventura che per il 2016 ci riporterà nelle aule delle scuole e tra le strade del nostro territorio sicuri che anche dal profondo Sud di Italia si possano dare spunti e occasioni di riflessione positiva per l’utilizzo dei fondi pubblici alle amministrazioni ed alle istituzioni europee. Infine non possiamo non citare il successo in ambito europeo raggiunto dai giovani dell’Istituto Zanotti Bianco di Marina di Gioiosa Jonica che si sono giocati in casa il primo ed il secondo posto nazionale del Torneo Trivia edito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalla Ue proprio sulle conoscenze in ambito istituzionali economico e sociale della materia comunitaria. Non rimane che augurare quindi ai nostri giovani ed alla Locride tutta un entusiasmante nuovo anno da vivere con la voglia di superare i traguardi raggiunti e rendersi utile al progresso della nostra regione Buon 2016 di lavoro a tutti!!! Alessandra Tuzza
-SESAR.IR-VLD.Wave1-08-2015: “Remote Tower for Multiple Airports”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-09-2015: “Optimised Airspace Users Operations”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-10-2015: “Advanced Airspace Management”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-11-2015: “Advanced DCB”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-12-2015: “Enhanced Arrivals and Departures”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-13-2015: “Trajectory Based Free Routing”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-14-2015: “Separation Management EnRoute and TMA”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-15-2015: “Enhanced Air and Ground Safety Nets”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-16-2015: “Air Vehicle Systems”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-17-2015: “CNS”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-18-2015: “Common Services”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-19-2015: “CWP – HMI”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-20-2015: “SWIM Infrastructures”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-21-2015: “4D Trajectory Management”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-22-2015: “Integrated Airport Operations (incl. TBS)”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-23-2015 ”Network Collaborative Management”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-24-2015: “Flexible Airspace Management and Free Route”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-25-2015: “Arrival Management extended to en-route Airspace”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-26-2015: “Enhanced Terminal Airspace using RNP-Based Operations”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-27-2015: “Initial Trajectory Information Sharing”; -SESAR.IR-VLD.Wave1-28-2015: “Flight Information Exchange”. Link: https://ec.europa.eu/research/participants/portal/desktop/en/opportunities/h2020/calls/h2020-sesar-20152.html#c,topics=callIdentifier/t/H2020-SESAR-20152/1/1/1&callStatus/t/Forthcoming/1/1/0&callStatus/t/Open/1/1/0&call Status/t/Closed
SOCIETÀ
O N N A O I Z I N I INDAGINE DI
Ivostribuonipropositiperil Il 2015 ci ha salutato da qualche giorno e quel che è fatto è fatto. Generalmente, si tirano le somme: di quello che siamo riusciti a fare, di quello che non abbiamo ottenuto (girando ben bene il coltello nella piaga, tanto per regalarci un po’ di sano masochismo), delle persone perse per strada (alcune per grazia di Dio, altre con l’amaro in bocca) e di quelle che invece abbiamo incontrato lungo il cammino dell'anno appena trascorso. Ma come il proverbio vuole, “il passato è passato!”. Un nuovo anno è dietro l’angolo e ognuno di noi, chi seriamente, chi in modo più easy, abbozza un piano per l’anno venturo. Abbiamo chiesto a voi lettori quali sono i vostri buoni propositi per il 2016 sia quelli più personali, sia quelli che riguardano il territorio in cui viviamo, ovvero la Locride (o, perlomeno, ciò che sperate). Avete risposto in molti e questo è quello che è venuto fuori! Per quanto riguarda i buoni propositi, nell’area strettamente personale, ecco cosa avete confidato: - Lo studio, accompagnato da tanto attività fisica. - Tutto è rivolto alla mia "carriera" da studente, da quest'anno anche emigrato al Nord, vorrei riuscire a trovare un lavoretto; inoltre, a livello sentimentale, non nego che una ragazza al mio fianco inizia a mancare un po’ adesso! Qualcuno risponde di non aver buoni propositi per questo 2016, “ogni anno me ne pongo qualcuno ma quello che ottengo non è esattamente ciò che speravo! Per quanto riguarda il territorio, mi auguro a breve di andare via, quindi non ho buoni propositi nemmeno su questo!”. Altri ancora, continuare a sperare: - Sicuramente la serenità, perché la crisi che incombe rende tutto negativo ai nostri occhi. - Adottare uno stile di vita più attivo facendo sport e passeggiate, mangiare sano e lasciare le pantofole da parte! Essere positiva e guardare il bicchiere sempre mezzo pieno. Tutto sommato mi dispiace lasciare questo 2015: quest'anno mi ha lasciato una casa nuova, un matrimonio, un nuovo lavoro, tanti nuovi amici ed esperienze costruttive. - Tra i miei buoni propositi c’è uno stile di vita più sano: andare a letto presto, cibi più salutari, lavorare con meno stress; trascorrere più tempo con i miei nonni, essere più coraggiosa nel prendere decisioni importanti. Partire finalmente per il mio viaggio di nozze! - Meno favoritismi e più meritocrazia. E, se non fosse chiedere troppo, un ritorno ai vecchi valori (famiglia, amicizia, lealtà, amore). - Vorrei che l’anno nuovo mi portasse un lavoro e un amore sincero, perché a volte mi sento un po’ sola, e vorrei tanto qualcuno da amare! - Il mio obiettivo è semplice: fare soldi! - Lavoro, lavoro, lavoro e dignità per i lavoratori! - La laurea. - Quali sono i miei buoni propositi mi chiedi? Credere fortemente, non negli altri, non nelle cose, non nel futuro, che è e sarà sempre incerto, ma credere in me stessa! Unica persona che mi fa veramente paura quando viene presa dall'angoscia, ma anche unica persona su cui devo puntare per ripartire ogni santa mattina quando apro gli occhi. So di essere qualcuno e di meritare, perché in qualche modo contribuisco a mandare avanti il mio piccolo mondo... Devo solo ricordarlo più spesso! - Tra i miei più grandi difetti sicuramente quello che vince è l’ipocrisia, quindi escludo già i buoni propositi che hanno a che fare con le diete e che mi impongono di non procrastinare gli impegni pallosi. Piuttosto, per il 2016 mi auguro un anno adrenalinico e avvincente, dove poter apprendere ogni giorno qualcosa di nuovo e far sorridere, meglio se ridere, qualcuno. - Dimagrire dopo aver preso oltre 10kg. Leggere: tanto e vario genere; poter fare la vacanza tanto desiderata in Grecia o magari in barca; innamorarmi, se mai questo sentimento esiste veramente; massimizzare i miei tempi evitando di perderlo dietro persone o distrazioni inutili; ultimare con i lavori del caro bricolage, fare il tatoo rimandato da troppo tempo. Accanto ai desideri personali, si sono posizionati quelli che hanno a che fare con il territorio in cui viviamo e qui, da sperare, ce n’è parecchio. - “Spero che il Natale a Siderno, possa essere la
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Abbiamo chiesto a voi lettori cosa vi augurate per il nuovo anno, rivelandoci i vostri desideri, sia quelli più personali, che quelli che riguardano il territorio in cui viviamo.
prima di una serie di iniziative che porterà la cittadina a quella di un tempo: la vita è migliore quanto più è positivo il posto in cui si vive. - Per quanto riguarda la mia terra, nonostante io sia andato a trovare fortune altrove, ti posso dire che ne sono innamorato follemente. Spero che tutto ciò che c'è di positivo riesca a prendere il sopravvento su ciò che è marcio e che quindi ci rinchiude tutti in una bolla di sapone. C'è bisogno che tutti (e dico tutti) quelli che amano questa terra si rimbocchino le maniche e facciano sì che la Locride, colonia della Magna Grecia, venga ricordata come una terra importante tanto da essere conquistata dagli Ellenici ai tempi (e quindi fertile e produttiva) e non come una terra di conquista del male al giorno d'oggi, abbandonata a se stessa. - Il primo buon proposito (e spero di non essere la sola) è quello che la nostra amata Locride non sia svergognata sui media nazionale come zona rimasta ancorata agli anni '40 dove le donne non uscivano e si vedevano pallottole volanti per strada. La Locride è altro, è Alta bellezza da svariati punti di vista. Sarò banale, ma siamo una piccola fetta di paradiso. Una sana politica, quella buona e bella che si occupa della "cosa comune". La nostra zona ha le potenzialità per essere la migliore, e questo solo se si capisce che non c'è il "mio " e il "tuo", ma il “nostro”. - Mi piacerebbe assistere alla nascita degli asili nido convenzionati, alla tutela delle donne in difficoltà sotto ogni profilo, aiuti concreti per immettere i giovani nel mondo del lavoro secondo il loro indirizzo di studi, senza farli scappare via; maggiori risorse economiche per il sistema socio-sanitarioassistenziale. - Un potenziamento di infrastrutture e trasporti pubblici, perché siamo isolati dal resto della Calabria. Proprio in questi giorni mi sono ritrovata a non poter andare a Lamezia a causa dei trasporti che a malapena esistono. - Nel nostro territorio mi piacerebbe vedere più hotel, più pacchetti vacanza accattivanti (di storia ne siamo pieni nei nostri borghi). Più trasporto locale con orari ben distribuiti nel corso della giornata, più mare pulito (possiamo godercelo da aprile a ottobre). Qui ti puoi riposare nella natura, gustare i borghi antichi, la cucina casereccia, lo splendore della Magna Grecia. Un occhio anche al turismo giovane, con ottime proposte nella scelta della movida della riviera. Un coordinamento delle Proloco nel preparare i ricchi programmi estivi, senza accavallare le serate più importanti. Puntare anche sul turismo religioso. - Vorrei che il costo dei trasporti che partono dalla Calabria verso il resto dell’Italia (e fuori) non fossero così alti come adesso. Vorrei aumentasse il numero di cittadini che vede gli immigrati come una risorsa e non come una minaccia. Vorrei che nessuno subisse più intimidazioni o atti di questo genere: ogni individuo deve avere piena libertà di scegliere e vivere. Vorrei che le persone che necessitano di cure potessero riceverle nel nostro Ospedale, sicure di essere accudite nel migliore dei modi e senza timore. - Mi piacerebbe che i giovani e gli adulti potessero avere un maggior senso di responsabilità. Spesso ci si cala in opinionisti di turno e pessimisti per evitare di giocarsi anche nei piccoli impegni. In sintesi: diminuire l'età del rimandare anziché prolungarla. Mi piacerebbe che i giovani si impegnassero in una collaborazione familiare che li renda protagonisti della propria vita. - Nuovi punti d'incontro e locali non solo per i giovani, ma anche per gli anziani. Mi auguro che gli abitanti del mio paese, escano di casa e inizino a "vivere" e valorizzare questo posto meraviglioso. - Spererei in una biblioteca comunale accessibile, con libri recenti e non solo copie del primo dopoguerra! Credo non ci sia nulla da aggiungere alla lista dei vostri desideri, se non un sano consiglio che do a tutti noi: non dimenticare che i primi protagonisti del nostro cambiamento siamo noi stessi; anche laddove si parla di politica e di un territorio migliore, ciascuno ha il dovere di fare la sua piccola grande parte. Buon 2016 a tutti voi! Sara Jacopetta
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LA NOTTE DEI
VEGLIONI
Dalla notte incredibile di Locri al capodanno “ LaVie En Rose”di Siderno,il veglione di capodanno 2016 è stato ancora una volta all’insegna dell’eccellenza e del divertimento. Con una parentesi dedicata a 4 fiocchi rosa…
Capodanno d’eccellenza ell’anno in cui le televisioni nazionali hanno scoperto il sud per ambientarvi i propri programmi di capodanno (la Rai a Matera e Mediaset a Bari) diventa più che mai di moda il capodanno di piazza. Uno dei più eccezionali è sicuramente quello di Cosenza, in cui gli evergreen Litfiba hanno salutato l’inizio del 2016 con il loro inno rock. Nella Locride, temperature meno impietose rispetto a quelle dello scorso anno e la voglia di provare una formula già di successo hanno trascinato un oceano di persone al Locri on Ice: la piazza più “in” di tutto il comprensorio registra per il secondo anno consecutivo un simbolico tutto esaurito grazie anche alla presenza di Studio 54 Network. Santino Cardamone inaugura la serata all’una, ma sono balli e canti fino alle sei del mattino, con una folla esaltata che ha fatto delle stelle la sue luce stroboscopica da discoteca. Anche a Caulonia la voglia di scatenarsi ha trascinato tanta gente in piazza che, a suon di tarantella, si è trattenuta all’aperto con gli Etnosound fino all’alba, manco fosse la sera di ferragosto. Non siamo ai livelli di partecipazione di Locri, ma anche qui si è goduto di uno spettacolo straordinario. Menzione d’onore alla buona volontà dei bovalinesi che hanno partecipato al veglione di piazza Municipio. Il commissariamento non ferma la voglia di festeggiare e, a un buon brindisi, si fa seguito anche qui con balli e canti. Chi ha preferito trascorrere la notte di capodanno al chiuso certo non è cascato male: in questo caso è Siderno a proporre il miglior veglione di zona. La straordinaria collaborazione dei locali di via Mario Pagano, Top e Speak Easy, propone una serata raffinata e al contempo divertentissima. Cibi e bevande sono solo l’antipasto a una nottata di buona musica e danze sfrenate offerte dai deejay Carmelo e Cardo Scordo, Vito Lacopo e Andrea Roberto, che chiudono con il giorno e con una buona colazione. Anche Parco dei Principi e Ricaroka offrono un grandissimo capodanno all’insegna del buon cibo e del bello spettacolo. Trenini, cori e foto divertenti rimarranno impressi nella memoria dei partecipanti fino al prossimo veglione! Capodanno all’insegna del divertimento, dunque ma, in alcuni casi, anche degli eccessi: benché siano fortunatamente diminuiti i casi di feriti da “botti”, è stato invece segnato un incremento, soprattutto all’ospedale di Locri, di adolescenti colpiti da intossicazione da alcolici. Chi non ha partecipato ai veglioni, spesso non ha avuto una nottata meno interessante. È il caso dei genitori di Gemma, Gaia, Annamaria e Mihaela, le prime quattro nate dell’anno in Calabria. Auguri!
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Temperature meno impietose rispetto a quelle dello scorso anno e la voglia di provare una formula già di successo hanno trascinato un oceano di persone al Locri on Ice
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RIVIERA
LA ROSA DEIVENTI
La Bussola punta sulla Jonica
Questa volta la Rosa si guarda intorno e che scopre vicino? Una fabbrica di terrecotte. Un solo grande magazzino dove c'è tanto della Calabria! Siamo a Gioiosa, il paese-presepio, come ce ne sono tanti sulla Costa Jonica. Quando si entra in questo locale la cosa che colpisce è la quantità di vasi. E poi gli occhi si posano su cose che richiamano alla mente il grande passato di questa terra: crateri della Magna Grecia, brocche dal collo lungo e sottile, recipienti che riprendono la tradizione contadina. La cosa più straordinaria sono le mani delle persone che lavorano qui. Lavorano al tornio quelle di Rocco e impastano come le madame fanno le zeppole. La creta grezza diventa un oggetto bellissimo. Accanto a Mimmo e Gabriele, due bravissimi vasai, Patrizia e Stefania, due decoratrici che fanno fiorire tulipani sul manufatto. Un artigianato antico fa rivivere i momenti dolci di un focolare mai spento . La vita di un tempo riafferma la grande storia di una grande gente. La Gente di Calabria. Maria Verdiglione
ATTUALITÀ
Genio e sregolatezza Un ricordo braidense on molto tempo fa un mio alunno mi pose questa domanda: "Prof., è vero che Alessandro era un ubriacone?" Si trattava ovviamente di Alessandro Magno, il più grande condottiero di nostra conoscenza. "E quand’anche fosse vero - risposi - cambieremmo la nostra opinione nei suoi riguardi?" Fu quella domanda un’ottima occasione per parlare degli individui cosmico-storici o uomini della provvidenza, tema di non poco conto nella filosofia della storia. Premisi che il tratto fondamentale di questi individui è quello di cogliere “l’universale superiore” e di farne il fine, lo scopo della loro vita. Questi individui, a differenza dei molti, sanno quello che vogliono e lo realizzano. Non sono tuttavia mai soddisfatti del loro operato e la loro infelicità si rende subito manifesta. Uomini infelici dunque dal momento che la loro vita è stata solo lotta, fatica, lavoro per questi fini superiori che, una volta raggiunti li resero semplici involucri vuoti. Il loro percorso biografico è alquanto emblematico. Sono caduti e morti abbastanza presto: Alessandro è infatti morto molto giovane, come anche Cesare (assassinato). Napoleone e Garibaldi, invece, sono morti in esilio (Elba e Caprera). Avrei potuto continuare con la storia del ‘900, ma quello era un campo troppo minato perché sono stati tanti gli esempi di uomini che hanno creduto di essere “unti” del Signore. La cosa certa è però che questi individui cosmico-storici del Secolo breve hanno combinato grandi danni. Non so se il Terzo millennio ci regalerà qualche altro individuo cosmico-storico, se è già venuto alla luce o è in corso di gestazione, in ogni caso la mia cecità non mi consente di vederlo. Detto ciò, mi chiedevo se in quella semplice e innocente domanda non si nascondesse ancora una volta il lato livellatore del cameriere dal momento che “anche i grandi uomini hanno mangiato e bevuto, hanno preferito una vivanda o un vino a un altro, o all’acqua”. Ed è pertanto noto che non c’è eroe per il proprio cameriere non perché l’uno non è eroe, ma perché l’altro è cameriere. “Questi - come ci insegna Hegel - cava gli stivali all’eroe, l’aiuta a mettersi a letto, sa che preferisce lo champagne ecc. Per il cameriere l’eroe non esiste, esiste invece per il mondo, per la realtà, per la storia. I personaggi storici, serviti nella storiografia da tali camerieri psicologi, ne escono male ne vengono livellati e posti sullo stesso piano di moralità o magari qualche grado al di sotto (c.n.) di questi acuti conoscitori di uomini”. Da Omero in poi è insomma una storia che si incontra in ogni tempo. Ma era questa la risposta che l’alunno si aspettava? Era una risposta, ma non la sola e sulla scia di G. Benn presi la strada da lui tracciata: genio e sregolatezza. Questa coppia, da qualche secolo, viaggia assieme non disgiunta a sua volta dalla follia e dalla malattia di cui ci occuperemo prossimamente. Per ora la nostra attenzione è rivolta alla sregolatezza (ubriachezza) del nostro grande Condottiero. C’è da premettere innanzitutto che i biografi del tempo (Aristosseno, Teofrasto e Plutarco) ce ne danno conferma, come confermano nello stesso tempo il suo carattere irascibile. Alessandro Magno, nei momenti di Plutarco - sulla scia di Aistosseno e Teofrasto - su questo aspetto è chiaro come la luce del sole: “Dalla sua pelle emanava una dolcissima fragranza e il suo alito era profumato, come il suo corpo, tanto che le sue tuniche leggere che portava ne rimanevano impregnate. Probabilmente ciò derivava dalla complessione e dalla temperatura del suo corpo: infatti la fragranza è generata dal calore che consuma l’umidità […]. Perciò i paesi caldi e arsi del globo producono i migliori aromi […]. Probabilmente fu il calore del corpo a rendere Alessandro incline al bere ed all’ira”. Le ubriacature di Alessandro sono dunque numerose come anche gli eccessi d’ira. Dalla celebre lite con suo padre Filippo, all’assassinio del suo amico e consigliere Clito. Emblematiche
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SANTI CALABRESI
Sui luoghi di S. Nicodemo Era una bella giornata di primavera, con un cielo limpido e terso, che consentiva riprese nitide anche a distanza, quando abbiamo deciso di andare a far visita al Santuario di San Nicodemo sul Cellerano per documentare la vita del santo e la bellezza dei luoghi. Di tanto in tanto ci soffermiamo un po’ per ammirare quelle splendide vallate che dolcemente digradano verso lo Jonio. All’interno della chiesa quindici pannelli figurativi presentano scene bibliche dell’Antico Testamento e sei pannelli ispirati alla vita del santo. Sulla parete di fondo, in alto, i personaggi più importanti del Concilio Ecumenico Vaticano II e, in basso, S. Nicodemo morente, adagiato sulla nuda terra, in atto di benedire i suoi monaci e i pastori della montagna, opere di grande interesse di Nik Spatari. Qui tutto è silenzio e preghiera. All’improvviso, con passo silente e raccolto, appare da una porta secondaria della parete di sinistra che dà sul presbiterio, padre Ernesto, eremita, il quale ci chiede della nostra presenza. Si sofferma brevemente a conversare con noi e, poi, scompare. In verità quel dialogo fatto di poche parole è stato un veloce approccio conoscitivo sul protettore di Mammola. Ritorna poco dopo e ci offre in dono il libro del Monaco Nilo, Vita di San Nicodemo. Mi ricorda, ancora, prima di congedarsi: «Questa è la vera storia di San Nicodemo: la sfogli. altri scritti continuano a trasmettere la consueta tradizione». Per quel che mi riguarda, ho letto con interesse il volumetto che affronta in maniera semplice, chiara e approfondita alcuni aspetti finora rimasti insoluti, vale a dire la vita del santo raccontata da Nilo, monaco vissuto nel secolo XI - XII, nel Bios o Logos e la tradizione popolare. Tutto questo è facilitato, anche, dalla traduzione di Domenico Minuto. Importante e appassionato risulta, anche, il contributo offerto dalle ricche ed articolate note espositive, ben analizzate e adeguatamente commentate da padre Ernesto, che costituiscono il nucleo fondamentale del libro. Vengono così districate, e a ragion veduta rese comprensibili, le contrariate vicende biografiche di S. Nicodemo, a iniziare dalla vita scritta da Apollinare Agresta che, per primo, nel 1677 pubblica il Logos redatto verso la fine del XII secolo da Nilo, monaco del Monastero di Salinas, e trascritto nel 1307 dal monaco Daniele, amanuense, nel monastero del SS. Salvatore in Messina. Si tratta di un panegirico sulla vita di S. Nicodemo che il monaco Nilo pronuncia in una comunità di monaci, forse nella ricorrenza della festa del santo. Né tantomeno c’è dato sapere quando è stato scritto, con molta attendibilità circa cinquanta anni dopo la sua morte. Si viene a sapere, così, che è morto il 12 marzo
sono però le lunghe chiacchierate e i discorsi con gli amici sulla natura della virtù intercalati con coppe di eccellente vino. Alessandro ubriacone? No. Genio e sregolatezza, molto semplicemente. Ma Alessandro non è il solo esempio. A morire per eccesso di alcool la storia ci ricorda altri importanti personaggi come Alcibiade, Catone, Settimio Severo. Non meno ricca è la lista nel nuovo millennio a incominciare da Maometto II (delirium tremens causato dall’alcool), e morirono per la stessa ragione Schubart (poeta), Schubert (il quale incominciò a bere a partire dai quindici anni) Nerval, Tasso, Händel, Dussek, G. Keller, Hoffmann, Poe, Musset, Verlaine, Lamb, Murger, Grabbe, Lenz, Jean Paul, Reuter, Scheffel, Reger, Beethoven (cirrosi epatica causata dall’alcool). Completano il quadro con quelli che spesso nella loro vita hanno fatto ricorso a sostanze stupefacenti come Beaudelaire, Schelley, Heine, Colerige, Jean Lorrain. Anche il Novecento è ricco
all’età di settanta anni. In passato il luogo di nascita di S. Nicodemo, come pure i nomi dei genitori e del precettore, sono stati oggetto di lunghe controversie. Dal Bios si evince che era nato a Sicrò, nella zona delle Saline, da genitori molto devoti e pii ed innamorato dalla vita di tanti santi monaci, si ritirò, nel monastero di S. Fantino il Cavallaro, (anacoreta vissuto nel IV secolo) dove, sotto la guida di un colto padre spirituale ricevette una valida formazione e, indossato gli abiti conventuali, si trattiene con lui molti anni. Cosicché, attratto dalla vita monastica visse intensamente la religiosità e la pietà popolare nel convento di S. Fantino, presso Palmi. Distrutta Taureana non si parlò per lungo tempo dell’abbazia di S. Fantino. Solamente nel secolo scorso sono emersi i ruderi con lo stupore di tutti, invogliando gli studiosi a ristudiare le magnificenze dell’antico monastero. Di certo si può asserire che non vi è alcuna relazione tra S. Fantino di Taureana e S. Fantino del Mercurion. In seguito, quando i saraceni mettevano scompiglio nella vita dei nostri borghi
di personaggi simili: voglio chiudere con un pittore della Milano bohémien a cavallo tra gli anni ‘50 e ‘60: Piero Manzoni. A raccontarmi questo aneddoto fu il mio indimenticabile amico Giorgio (non pronuncio il cognome perché so che gli farei un grande torto in quanto non amava la notorietà. Dirò, per ora, solo M., la sua iniziale). Giorgio M., più degli altri testimone e protagonista di quella lunga stagione anticonformista di milanese, mi raccontò che un gruppo di artisti (Pittur), agli inizi degli anni ’60, si davano appuntamento ogni venerdì sera al bar Jamaica da dove prendeva inizio la “ciuca” che finiva mediamente sabato notte. La storia durata diversi anni iniziava così. I Pittur (Piero Manzoni, C. Guenzi, Crippa, Dova, Peverelli) iniziavano a bere da Mamma Lina verso le 18 di venerdì e poi facevano il giro di tutti i locali di loro conoscenza della città sino a sabato notte. Dopo aver bevuto sino al punto da non reggersi in piedi, prendevano il treno da porta Garibaldi per andare a
con incursioni che generavano terrore e morte, s’addentrò verso aspre montagne per trovare un luogo tranquillo con lo scopo di riacquistare serenità e pace. Si può ben dire che il monachesimo greco, impropriamente definito basiliano, ha contribuito non poco a generare rapporti umani, di civiltà e di cultura nel territorio della Locride. E proprio qui, nella “Vallata del Torbido”, i monaci greci, venuti dall’Oriente Bizantino e dalla Sicilia, hanno messo salde radici, in un luogo che, al dire dell’Orsi, “le agiografie e le pie leggende han segnato più intensi focolai di vita basiliana”. Mammola fu centro di un profondo misticismo basiliano, ove S. Nicodemo (900-990), discepolo di San Fantino di Taureana, pose il suo placido romitorio sul monte Cellerano, dando origine “fin dal sec. XI al una fervida ondata di fede, ed ove sorse anche, in seno al primo nucleo abitato, una sontuosa Abbazia, che fu cenacolo di cultura umanistica del paese e diede alla scienza uomini insigni come Giangrisostomo Scarfò, Apollinare Agresta e Giuseppe Maria del Pozzo, dotti padri Generali Basiliani. Dopo alcuni anni si ritirò sul Cellerano, “vivendo nella preghiera e praticando aspre penitenze. Per umiltà si reputò indegno di ricevere gli ordini sacri e non poche volte lasciò il suo eremitaggio per accorrere in difesa dei poveri contro i soprusi di sopraffattori e di tiranni”. Su questi luoghi montuosi, abbastanza elevati, coperti da una ricca, inattaccabile e lussureggiante vegetazione, edificò un oratorio consacrato all’Arcangelo, luogo in cui visse per molti anni, cinquanta, senza mangiare pane, bere vino, assaggiare acqua. Domenico Zangari, in Documenti per la storia di Gerace, fa coincidere il
parare alla stazione di Alessandria. Lì, ad attenderli, c’erano i facchini, evidentemente avevano accordi pregressi, i quali come sacchi di patate li prendevano, li caricavano sui loro portabagagli e li depositavano al solito albergo di cui è superfluo ricordare il nome. Smaltita la sbornia, lunedì mattina, singolarmente, prendevano il treno e ritornavano a Milano con l’impegno formale e solenne che si sarebbero rivisti il successivo venerdì. La storia si protrasse per diversi anni sino a quando Piero Manzoni, divenuto famoso per le sue scatole di “merda d’artista”, non sarebbe morto. La sua morte è infatti così raccontata: “Quel lunedì mattina, dopo l’ennesima ciuca dei Pittur, Piero Manzoni, rientrato da Alessandria arrivò a Brera verso le cinque di mattino e trovò tutti i locali chiusi. Aspettò in via Brera l’apertura del Geni’s, il primo bar ad aprire e, all’epoca, anche il più scalcinato. I bar aprì alle sei in punto e lui bevve ottantadue Punt e Mes. Andò quindi al suo studio di via Fiori
Cellerano con Celano, località poco distante da Mammola. Da parte loro G. Rossi Taibbi e M. Arco-Magrì, hanno comprovato la tesi di don Zangari: “È piuttosto nei pressi di Mammola, dove sorgerà il Monastero del Santo, e precisamente in contrada S. Nicodemo, che il toponimo è da ubicare”. “Qui trascorse il resto della sua vita in una continua ascesi che lo rese gradito a Dio tanto da essere munito di poteri divini. Usa il suo potere taumaturgico con grandissima umiltà, tanto che più volte, ritenendosi indegno e peccatore, manda le persone a pregare sulle tombe dei santi Elia, il giovane presso Seminara e lo Speleota presso Melicuccà, e quando ritornano senza aver ottenuto beneficio, lui passa la notte in preghiera e solo al mattino, ringraziando Dio, comunica loro la grazia e li benedice”. Si spense il 12 marzo del 990. Ora, sul monte sorge il santuario di origine basiliana, interamente rifatto. Rimangono, però, i “ruderi dell’originario complesso monastico-chiesistico, fondato da S. Nicodemo Abate (sul Monte, identificabile con il Cellerano, nel comprensorio montano della ‘Limina’) in età bizantina (verso l’anno 970): complesso d’importanza storica, perché vi fece penitenza e vi morì il Santo basiliano, le cui reliquie vi restarono fino alla prima domenica di settembre del 1501, data in cui le stesse vennero traslate nella Chiesa di S. Biagio, grancia dello stesso monastero, nelle pertinenze dell’abitato di Mammola”. E allora l’antico ricordo tramandato dalla pietà popolare, i racconti usciti dalle labbra dei vecchi pastori “permise di individuare i ruderi dell’antico complesso monastico-basiliano detto, appunto, di S. Nicodemo”. Giovanni Pittari
Chiari e da lì a qualche giorno sarebbe morto”. Completò Giorgio M. il racconto non scevro da enfasi, come suo solito: “Quando fecero l’autopsia del corpo di Piero Manzoni si appurò che era senza fegato, perché inesistente!” Da quel momento i diversi falsari si sarebbero attivati molto a produrre opere di Piero Manzoni. P.S. Non meno interessante fu la storia di C. Guenzi: Questi aveva aderito alla guerra di Liberazione e fece il partigiano in una delle tante brigate. Venne fatto prigioniero durante un conflitto coni Tedeschi e messo al muro con gli altri compagni per essere fucilato. Morirono tutti in quell’esecuzione, tranne lui. Si salvò non si sa per quale miracolo, però da quel momento perse quasi la parola. È stato raro dopo quell’episodio sentirlo parlare. È morto negli anni Novanta. Domenico Angilletta
CULTURA E SoCIETA’
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L’intervista
DoMEnICA 03 GEnnAIo
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L a trombosi venosa profonda (TVP) è un coagulo di sangue in una delle vene profonde del corpo. Si verifica di solito in una vena profonda della gamba, che attraversa i muscoli del polpaccio e della coscia. I suoi sintomi son diversi e da non sottovalutare.
aVincenzo Carabetta
Latrombosivenosaprofonda: questamisconosciuta Si parla di trombosi venosa profonda , cos’è ? L a trombosi venosa profonda (TVP) è un coagulo di sangue in una delle vene profonde del corpo. La trombosi venosa profonda si verifica di solito in una vena profonda della gamba, una vena più grande che attraversa i muscoli del polpaccio e della coscia. Quali sono i sintomi: I possibili sintomi della trombosi venosa profonda sono: dolore e gonfiore alla gamba (di solito nella zona del polpaccio), pelle calda nella zona del coagulo, arrossamento della pelle, in particolare nella parte posteriore della gamba, sotto il ginocchio. Quali sono le cause della trombosi venosa profonda? La trombosi venosa profonda si verifica a volte senza un motivo apparente. Tuttavia, il rischio aumenta in determinate circostanze per esempio a causa di inattività fisica. Quando si è inattivi, il sangue tende a raccogliersi nelle parti basse del corpo, spesso nelle gambe. Il flusso del sangue può rallentare considerevolmente aumentando le possibilità di formazione di coaguli. Dato che la trombosi venosa profonda è più probabile in caso di inattività fisica, le persone ricoverate in ospedale sono a più alto rischio, specie dopo un’intervento alla gamba, all’anca o all’addome che richiede più di 90 minuti Atre cause ? Se la parete di un vaso sanguigno è danneggiata può ridursi
o ostruirsi causando la formazione di un coagulo di sangue (per esempio fratture o danni muscolari gravi). Anche condizioni come la vasculite (infiammazione della parete venosa), e le le vene varicose il rischio di trombosi venosa profonda aumenta, così come in caso di condizione che porta il sangue a coagulare con più facilità rispetto al normale: tumore, malattie polmonari e cardiache, trombofilia E durante la gravidanza ?Anche la gravidanza facilita il coagulo del sangue. Circa 1 donna incinta su 1.000 sviluppa una trombosi venosa profonda durante la gravidanza. La trombosi venosa profonda può essere causata anche dall’uso della pillola contraccettiva e dalla terapia ormonale sostitutiva (HRT) in quanto contengono l’ormone femminile estrogeno. Gli estrogeni provocano la coagulazione del sangue, aumentando il rischio di trombosi venosa profonda. Come si fa diagnosi di trombosi venosa profonda? La trombosi venosa profonda può essere difficile da diagnosticare in base ai soli sintomi. Ritengo che sia il medico curante che una volta avuto il sospetto di una tromboflebite deve avviare il paziente nei centri angiologici ad effettuare un Ecocolordoppler e un D Dimero con un prelievo ematico . Con l’ecocolordoppler si evidenzia lo stato delle vene , la loro pervietà
e la presenza di trombi anche in fase iniziale .Sarebbe preferibile che l’esame sia eseguito da uno specialista angiologo che avvii da subito il trattamento medico Come si cura la trombosi venosa profonda?I farmaci anticoagulanti evitano che un coagulo aumenti di dimensioni alterando le sostanze chimiche all’interno del sangue. Gli anticoagulanti usati per trattare la trombosi venosa profonda sono l’eparina e il warfarin. L’eparina è prescritta all’inizio del trattamento, perché permette immediatamente di evitare ulteriori coaguli. Dopo questo trattamento iniziale potrebbe anche essere necessario prendere il warfarin per prevenire un’altra formazione di coaguli o i nuovi anticoagulanti orali Anche le calze a compressione ?Le calze a compressione aiutano a prevenire il dolore e il gonfiore al polpaccio e a ridurre il rischio di sviluppare ulcere dopo una trombosi venosa profonda. Quali sono le complicanze della trombosi venosa profonda?l’Embolia polmonare è la complicanza più grave della trombosi venosa profonda. Si verifica quando un pezzo di coagulo di sangue si stacca e arriva attraverso il flusso sanguigno ai polmoni, bloccando uno dei vasi sanguigni. Nei casi più gravi, può essere fatale. Se l’embolia polmonare è piccola, potrebbe non
causare alcun sintomo. Se è di medie dimensioni, può causare difficoltà respiratorie e dolore toracico. Un grande embolo polmonare può causare il collasso dei polmoni e provocare insufficienza cardiaca. Come si può prevenire una trombosi venosa profonda , e una recidiva ?Se si deve subire un’operazione e si sta assumendo la pillola anticoncezionale o si sta effettuando una terapia ormonale sostitutiva (HRT), è consigliato interrompere i farmaci temporaneamente quattro settimane prima dell’operazione. .Le persone che hanno avuto un episodio di trombosi devono eseguire degli accertamenti ematici ( prove genetiche ed altri esami ematochimici ) che evidenziano se ci sia una predisposizione alla trombosi ( trombofilia ) e devono essere controllati periodicamente preso i Centri Angiologici dedicati Possono viaggiare le persone a rischio :? Le persone a rischio di trombosi venosa profonda, o quelle che ne hanno già avuta una, devono consultare il proprio medico prima di intraprendere viaggi a lunga distanza. Se si sta organizzando un viaggio a lunga distanza in aereo, treno o in auto (solo per viaggi di sei ore o più), assicurarsi di:bere molta acqua ,eseguire semplici esercizi per le gambe ,indossare calze elastiche a compressione
“
Dr Vincenzo
Carabetta ,
Resp- Struttura di Angiologia Medica del Presidio Ospedaliero di LocriTel 0964 /399324 389-4636108
Il parere della dott.ssa Anna Perri e del dott. RoccoValeriano
L’ipogonadismomaschile L’ipogonadismo maschile è una condizione patologica caratterizzata da una insufficiente produzione di testosterone da parte delle cellule del testicolo con conseguente deficit androgenico e ridotta o assente fertilità. Le cause di ipogonadismo si suddividono in: cause primarie nelle quali il difetto è a carico del testicolo; cause secondarie riconducibili a danno ipofisario-ipotalamico, che sono le strutture anatomiche che stimolano il testicolo a produrre testosterone; deficit dell’azione degli androgeni sui tessuti periferici. Bisogna poi ricordare che l’ipogonadismo può comparire nell’uomo al di sopra dei 60 anni di età, nel quale il deficit di testosterone dipende da un invecchiamento fisiologico dell’asse ipotalamo-ipofisi-testicolo. Il testosterone svolge le sue attività biologiche su numerosi organi ed apparati, pertanto il deficit di questo ormone si rende respons-
abile della comparsa di numerosi segni e sintomi. Alcuni di questi sono riferibili alla sfera sessuale, es. riduzione del desiderio sessuale, difficoltà nel raggiungere l’orgasmo, riduzione del numero delle erezioni mattutine, altri no, quali depressione, facile affaticabilità, debolezza muscolare, difficoltà nella concentrazione, comparsa di obesità viscerale, riduzione del volume testicolare e prostatico, anemia, etc. La terapia dell’ipogonadismo si basa sull’utilizzo di testosterone di cui esistono numerose formulazioni. Tuttavia, tale terapia deve essere utilizzata con particolare cautela nei soggetti affetti da malattie cardiovascolari e dell’apparato respiratorio ed è fortemente sconsigliata nel paziente affetto da carcinoma prostatico. Pertanto l’uso della terapia con testosterone richiede un periodico monitoraggio di alcuni parametri di laboratorio e strumentali.
A cura di:
Drssa Anna Perri Dr Rocco Valeriano studioperrivaleriano@libero.it Specialisti in Endocrinologia Università degli Studi di Pisa Ricevono presso lo Studio Medico Polispecialistico Raymat Tel. 0964 416856
RIVIERA
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DOMENICA03 GENNAIO
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