Riviera n°02 del 12-01-2014

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Attorno a questo lettino nel retro di un bar, nel lato sud del lungomare, i carabinieri e la scientifica hanno fatto dei rilievi il giorno successivo all’agghiacciante violenza di capodanno



CONTROCOPERTINA

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Perle ai

Porci

Poseidone si riprende pezzi dell’antica

Alcune immagini del tempio acheo a Monasterace. In basso il presidente della regione, Giuseppe Scopelliti, con il ministro per Beni e delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray, e il soprintendente ai Beni culturali in Calabria, Simonetta Bonomi.

Kaulon oseidone, intervistato dal giornalista taurianovese Nino Spirlì, su il “giornaleoff” ha spiegato perché ha deciso di distruggere il tempio dell'antica Kaulon. «Ho un nuovo palazzo sottomarino in costruzione, vedo sulle vostre coste interi siti abbandonati, sarei un dio fesso se lasciassi lì materiali preziosi e a me indispensabili. Attualmente, ho nel cuore il Tempio dorico di Kaulon: le colonne sono un po' lontanucce e dovrò sudare un po' per farmele scivolare verso mare. Meglio sto facendo con il basamento. I primi lastroni sono già immersi nelle mie acque, e guai a chi tenterà di riprendersele (anche se temo che nessuno lo farà! NdR), per gli altri basteranno poche altre mareggiate…”». E il Dio del mare si è detto grato dello stato d'incuria in cui politici e istituzioni abbandonano i reperti disseminati sulle coste calabresi. Perle ai porci. Nel frattempo qualcosa si è mosso. Si parla di 2,5 milioni per risollevare le sorti del tempio in territorio monasteracese. Che il richiamo di Poseidone abbia fatto effetto su Regione e Beni culturali? Vedremo.

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RIVIERA

Il IV commissario che paralizzerà

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PRIMO PIANO

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ECONOMIA LOCALE

La solidarietà

Alfonso Passafaro: con la schiena dritta e l’incedere sicuro di chi sta dall’altra partex della barricata Conosco da molti, ormai, Alfonso Passafaro e la sua famiglia, e posso affermare di conoscerli bene. Persone miti e di buon senso, orientati dalla barra dritta della ragionevolezza e del rispetto dell'uomo e della Legge. L'impegno in politica di Alfonso è stato sempre all'insegna del servizio per la sua Locri e per tutti i suoi concittadini. Così come lo è stato dall'esordio ad oggi di questa ultima esperienza di assessore, ereditando un disastro ambientale chiamato rifiuti urbani. Lo fa per onesta passione civile e, fors'anche, quale lavacro per i segni indelebili di un intimo dolore. La sua schiena dritta non la spezza né qualche mascalzone né il piombo vigliaccamente sparato nell'anonimo rumoreggiare festoso di capodanno. I nostri paesi contano presenze imbarbarite, che cercano di attraversare il cammino certo e l'incedere sicuro di chi sta dall'altra parte della barricata, quella di Alfonso, di Maria e di Francesco. La quasi totalità dei cittadini di Locri. Walter Scerbo

Siderno Dopo la delibera relativa al dissesto economicofinanziario in arrivo un commissario “ad acta” che dovrebbe sbloccare il Piano strutturale comunale

Roccella: arresti domiciliari “farsa”per l’ex capo dello Sco, Francesco Gratteri Francesco Gratteri è molto conosciuto a Roccella Ionica suo paese di origine. Lo testimoniano i tanti commenti di stima e vicinanza che sui profili dei social network dei concittadini roccellesi si stanno susseguendo in questi giorni. La vicenda giudiziaria che vede coinvolto Gratteri risale ai tempi del G8 di Genova, ma la sua carriera nella polizia è lunga e costellata di grandi successi nella lotta alla criminalità. Profondo conoscitore di Cosa nostra, Gratteri è l'uomo che arrestò tra gli altri il boss

mafioso Leoluca Bagarella (catturato dopo otto giorni ininterrotti di appostamento) e Giovanni Brusca (l'assassino di Giovanni Falcone), un uomo dello Stato da sempre lontano dai riflettori e in prima linea negli anni bui dell'attacco di Cosa nostra. All'epoca del G8 Gratteri era capo del Sevizio centrale operativo della polizia (Sco). Secondo la sentenza nella scuola Diaz non mise piede, ma ha avuto una condanna definitiva per falso nel 2012. Ed è decaduto dall'incarico per effetto dell'interdizione

dai pubblici uffici. All'udienza, non ha accettato l'umiliazione della gogna, come chiedevano i giudici. «Non mi inginocchio - ha detto - per ottenere i benefici. Sono dispiaciuto per quanto accaduto nella scuola Diaz, ma quella nei miei confronti la ritengo una sentenza ingiusta. Io quella notte sono stato ingannato». Fatto sta che Gratteri sarà soggetto agli arresti domiciliari: fino ad oggi era un uomo libero e portava avanti attività sociali come quella con l'associazione antiusura di Tano Grasso che di lui ha detto «Francesco Gratteri è un gigante della lotta al crimine. E io sono onorato di potermi avvalere della sua professionalità» da domani avrà a disposizione 4 ore al giorno per

La notizia è di quelle che fanno tremare i polsi: è in arrivo (nel luglio prossimo) a Siderno un quarto commissario, quello ad acta. Mentre i commissari hanno dichiarato il dissesto economico-finanziario, a passi veloci conducevano la città ad “acquistare” un quarto uomo che non saprà, non potrà, non vorrà – questo chi può dirlo – sbloccare la serratura più importante per aprire la città a un nuovo benessere e stile di vita: il Piano strutturale, che proprio il nuovo commissario è chiamato a gestire. Uno strumento che non è materia straordinaria, bensì costituisce la base della vita sociale oltre che economica della comunità oltre ad essere il mezzo e l’azione in cui si esercita e sviluppa la capacità di amministrare e dove si controlla il grado di legalità diffusa. La previsione è attendibile considerato che attualmente i tre colleghi hanno praticamente accantonato qualsiasi attività relativa ai piani di governo del territorio, sia il Piano strutturale, sia il Piano settoriale della spiaggia, ignorando totalmente le richieste e le sollecitazioni della società civile di Siderno. Il Laboratorio di urbanistica partecipata, attraverso “Riviera”, chiede che i commissari e o i tecnici dell’Ufficio urbanistico si presentino all’assemblea pubblica che sarà convocata al più presto, nel corso della quale i cittadini si aspettano informazioni in merito alle azioni che saranno intraprese al fine di riavviare le attività di progettazione del Piano per la Città. L’occasione sarà buona anche per discutere del dissesto economico-finanziario e sulle cause che hanno portato l’Ente al dissesto. lr

poter svolgere le sue attività anche se potrà comunque avere contatti con l'estero, attraverso il cellulare e il telefono di casa. È per questo che l'ordinanza del tribunale di Sorveglianza di Genova che nega l'affidamento ai servizi sociali a Francesco Gratteri, e stabilisce di fargli scontare la condanna, per i fatti della scuola Diaz, agli arresti domiciliari, si presta a più di una considerazione come evidenziato nei giorni scorsi da qualche autorevole commentatore sulla stampa nazionale, anche perché il giudice estensore, la dottoressa Verrina, è lo stesso magistrato del recente discutibile e sfortunato permesso, tramutatosi in evasione, per un serial killer… Domenico Bova

L’uomo è stato condannato per le violenze nella scuola Diaz



RIVIERA

POLITICA

La patacca a macchia

di Leopardo Pietro Crinò e Salvatore Galluzzo, dopo annate di fallimenti, alzano la posta e ci scodellano un nuovo progetto di sviluppo di una Locride che segna mezzanotte meno un quarto.


SETTIMANALE

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“Imbuto di Roccella” Nessuna “voce” sui ritardi relativi alla s.s.106 ILARIO AMMENDOLIA

ERCOLE MACRÌ C’è un passaggio a pagina tre del nuovo Programma di Sviluppo del territorio che va da Punta Stilo a Capo Spartivento, diffuso in settimana (anche su larivieraonline) con toni trionfalistici dal consigliere regionale Pietro Crinò, dal presidente di Locride Sviluppo Salvatore Galluzzo e dai consiglieri provinciali Piero Campisi e Alessandra Polimeno, che impedisce di andare oltre lo stesso passaggio e innesta, in chi scrive, il preconcetto. Testualmente, sesto rigo, pagina tre: «… Non compiere gli errori del passato… (in questa direzione, ndr) l’esperienza di Locride Sviluppo, del Gal Locride e dell’Associazione dei Comuni potranno essere di supporto, anche da un punto di vista gestionale, nella fase successiva, in modo tale da poter inquadrare il contesto di sviluppo che si andrà a delineare, determinato direttamente dal territorio in cui si opera». Non riesco a dare credito, per una questione di rispetto verso me stesso, a un solo altro rigo delle rimanenti 24 pagine e trequarti. Da tredici anni, grazie al lavoro che svolgo, ho registrato almeno una ventina di questi refrain, e oggi, nel 2014, a pochi giorni dal mio 44esimo compleanno, sono cronicamente prevenuto rispetto all’intera classe politica locale e fermamente convinto che né i titolari di quest’ultimo progetto né le tre associazione di supporto, siano all’altezza di garantire un millimetro di sviluppo e di crescita economica alla Locride. Ho pesato con il bilancino dell’orefice decine di progetti di questi business angels che spuntano dal basso, siedono nelle istituzioni o nei satelliti bancomat di quest’ultime, senza mai mettere la palla al centro, battere i pugni sul tavolo, ma solo per strizzare l’occhio fino a somatizzare il tic del cavallo a briscola. Patti Territoriali, Pacchetto Locride, Contratto di programma Riviera dei Gelsomini, BovalinoBagnara, Pit, Distretto Culturale, Paese Albergo, Metropolitana Leggera, Piano Strategico 2015, Pisl: patacche mare e monti che, insieme alla ‘ndrangheta, hanno forzatamente ormeggiato un intero territorio in una cala buia, producendo involuzione, disoccupazione, analfabetismo di massa e mancanza di fiducia nelle istituzioni. E mentre l’ennesima patacca sta per essere scodellata a 140 mila abitanti, la Locride segna mezzanotte meno un quarto. Allo sviluppo di aree in forte ritardo serve freschezza, perlage nei posti di comando, non l’odore di muffa di vecchi barrique d’aceto, neppure balsamico. Per legami familiari vado spesso in Polonia. Questo paese “lontano” è quello che è cresciuto di più negli ultimi dieci anni nel vecchio continente. La classe politica che si è formata sotto le ali paterne di papa Wojtyla ha fatto rientrare in patria

i migliori giovani professionisti polacchi che si erano formati negli Stati Uniti e nei paesi anglosassoni, poi gli ha messo attorno i creativi, i ribelli e gli outsider. In pochi anni hanno smantellato, licenziato, assunto, messo in discussione tutto calando sulle scrivanie progetti e sogni, macinando idee a pieno regime e permettendo alla Polonia di passare dalla stagnazione alla crescita. La Calabria, la Locride specialmente, ha urgente bisogno di un passaggio di consegne. Chi scrive è certo che se al posto di Salvatore Galluzzo in Locride Sviluppo ci fosse un manager di origine calabrese formatosi a Toronto o Sidney, addirittura a Duisburg, oggi, attenderemmo il parto di una nuova Locride. Ma senza andare molto lontano e facendo campagna acquisti in casa, se al posto di Pietro Crinò, la lista “Scopelliti Presidente” avesse optato per uno come Peppe Fontana e se gli elettori avessero concesso fiducia all’attuale assessore allo spettacolo del comune di Locri, vivremmo già in un territorio più fecondo, meno stremato, con più ambizione, fede e fiducia in se stesso. Ma Galluzzo e Crinò sono ubiqui, in ogni progetto di sviluppo della Locride sono presenti, contemporaneamente, da venti anni non mollano mai. Una mia collega di redazione che, non so come, è riuscita ad arrivare a pagina quattro della nuova proposta progettuale appena varata, mi ha segnalato che su i trend di sviluppo a lungo e breve periodo, la data fissata dai redattori per il raggiungimento degli obiettivi a breve termine è il 2012. Intanto siamo già nel 2014. Ciò significa che il nuovo progetto che c’è stato scodellato è la fotocopia di un piano precedente o addirittura un copia incolla di protocolli o idee di sviluppo pensati altrove. I proponenti non hanno avuto neppure la voglia di fare almeno una revisione superficiale della nuova patacca. Non c’è amore, talento, abilità, originalità, non c’è niente: l’incompetenza regna sovrana nella nostra classe dirigente. Comanda il pressappochismo, un terreno fertile per chi predilige la pioggerellina nera, a chiazze, la dispersione maculata dei fondi, il chilometro zero (mentale) del profondo sud. La Locride a macchia di leopardo è un territorio vocato a quei finanziamenti che si riducono a ossi lanciati, dai progettisti della politica, un po’ qui e un po’ la. Il futuro a breve, medio, e lungo periodo? Una rotonda a Samo, uno spartitraffico a Martone, la mega pista ciclabile da Spartivento a Punta Stilo, un cinque stelle a Moleti, tradizione e innovazione, un fotovoltaico a Epizefiri, un’inclusione sociale secondo don Ciotti, eccellenza, un custode alla villa romana di Casignana e un’abbondante spremuta d’arancia a 0,7 centesimi al chilo, a dieci se appartieni a qualcuno. In bocca al lupo? No, crepino i leopardi.

er gli automobilisti della Locride l'imbuto stradale di Roccella diventa un incubo che si aggiunge ai mille ostacoli da superare per chiunque intende spostarsi lungo la ss106. D'estate Roccella è una cortina impenetrabile di macchine che procedono a passo di uomo con lunghe ed estenuanti soste. Se poi ti capita qualche autotreno sei praticamente perduto. Uno spreco di tempo immenso, un problema per qualsiasi ipotesi di una proposta turistica per la Locride. Un pericolo, che può rivelarsi fatale, per chiunque debba raggiungere il pronto soccorso. Certamente nessuna colpa hanno i roccellesi, che, anzi, sono le prime vittime involontarie delle negligenze altrui. Un esperto mi spiegava che, in termine di inquinamento, soprattutto, d'estate, è come se Roccella ospitasse ventimila fumatori, tutti contemporaneamente con la sigaretta accesa. Una immensa nuvola di fumo che si alza dalla ss 106 verso il castello e il borgo, ricadendo a pioggia su tutta la cittadina jonica. In questo caso, ovviamente, ad inquinare non è il tabacco ma il fumo di scarico, diverso, ma altrettanto tossico. Eppure da tempo immemore i cantieri sono potenzialmente aperti. Mille volte è stata annunciata la conclusione dei lavori e mille volte le attese sono andate deluse. Un fiume di soldi è stato già speso sulle argille che da Marina di Caulonia si dipartono aggirando Roccellla da nord e se ne sono anche perse le tracce. Alcuni lavori realizzati sono già vecchi, altri hanno bisogno di adeguamento prima ancora che una sola macchina abbia percorso il tratto stradale di cui stiamo parlando. Questa strada diventa simbolo del fallimento di una classe politica, soprattutto e innanzitutto, regionale e dei parlamentari nazionali. Una dimostrazione della mancanza di autorevolezza, di competenze, di tenacia, di serietà, di impegno. Un attestato di inutilità di questa politica parolaia e inconcludente. Chiunque attraversi Roccella,

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guardando verso la collina, vede quel serpente stradale, finora inutile, che si adagia immobile come un pachiderma. La nostra è terra di incompiute. Terra in cui un'opera pubblica inizia senza mai concludersi, anzi diventa un bancomat per rendite scisse dai lavori realmente effettuati. Questa incompiuta fotografa bene una situazione drammatica. Un atteggiamento rassegnato non aiuta. Una delega ad altri sarebbe inutile. È un problema che ci riguarda da vicino come cittadini della Locride soprattutto se un giorno decidessimo di diventare protagonisti del nostro destino. Molti di noi ci hanno creduto e tentato ma le forze della conservazione e dell'immobilismo passano prontamente al contrattacco riportando tutto al punto di partenza. Ho letto il poderoso documento presentato come “piano di sviluppo della Locride”, primo firmatario il consigliere regionale Pietro Crinò, reduce dall'approvazione di un bilancio regionale di colore pesantemente grigio e di cui abbiamo già parlato. Ovviamente mi riservo, se ne avrò le capacità, di entrare nel merito del documento in un prossimo numero del giornale. Per ora mi limito ad osservare che la Regione sul problema che stiamo trattando, - i gravi ritardi sui lavori della 106 -non ha fatto sentire la propria voce, se qualcuno ha parlato la voce è stata a tal punto flebile da perdersi tra il fumo degli scarichi. Tutto sommato niente di drammatico Se non sbaglio, qualche tempo fa, hanno finanziato la metropolitana veloce di superficie tra Rende e Cosenza. In Calabria le opere pubbliche non obbediscono ad una programmazione, tutto è affidato alla forza contrattuale di chi gestisce il potere. Un modo rovinoso di gestire il territorio. Comunque, i cosentini proveranno il brio della velocità. Noi ci muoviamo recuperando la lentezza così, pur utilizzando l'auto potremo ammirare le nostre bellezze paesaggistiche come i nostri nonni che andavano sulla groppa all'asino.



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Ai nastri di partenza la seconda edizione del CLEMENTINE DAYe del WEEK END DEL CLEMENTINE 2014

Da venerdì 17 a domenica 19 gennaio il Clementine sarà protagonista

Al via la seconda edizione del Week-end del Clementine dal 17 al 19 gennaio e del Clementine Day previsto per sabato 18 gennaio, promossi dall’Assessorato all’agricoltura della Provincia di Reggio Calabria e dall’associazione culturale “Calabria & Calabresi”. L’evento, ricco di tematiche volte alla valorizzazione dell’agrumicoltura di qualità, quest’anno punta principalmente sugli aspetti della nutrizione e della gastronomia. “L’iniziativa giunge alla seconda edizione ed è ancora più ampia in termini di contenuti e di attività programmate, finalizzate a coinvolgere la filiera fino alla componente della trasformazione agroalimentare e della offerta gastronomica oltre che a stimolare la componente del turismo rurale e culturale alla quale le nostre produzioni sono fortemente connesse” sostiene Gaetano Rao, assessore provinciale all’agricoltura e produttore agricolo, secondo il quale “In maniera innovativa e originale, l’evento vuole attirare l’attenzione su un prodotto tipico la cui ottima qualità viene riconosciuta dalla grande distribuzione italiana in genere“. “Il clementine ottenuto dagli agrumeti della Piana e della Locride – prosegue l’assessore Rao - può costituire un valido prodotto a sostegno del reddito agricolo provinciale. Oltre che il prodotto fresco, i derivati ed i prodotti a base di clementine ottenuti in tutta la Calabria, costituiscono fattori economici dalla grande potenzialità e per questo vogliamo che continuino ad essere presenti e ad essere valorizzati durante il Week end del clementine”. Tre giorni in cui il Clementine, prodotto identita-

A sx. l’assessore provinciale Gaetano Rao; in alto una pianta di clementini, in basso gli agrumi calabresi in esposizione al Clementine day.

rio del territorio provinciale, sarà protagonista indiscusso. Si inizia Venerdì 17 gennaio con “Clementine a scuola”. Presso la scuola media “ScopellitiGreen” di Rosarno verrà presentato “Cuore di Clementine: cento sfumature di arancio” il concorso scolastico di giornalismo ed arti figurative sulla filiera agrumicola e delle clementine, la cui premiazione avverrà il 31 gennaio prossimo. Nella stessa mattinata dopo la presentazione del concorso a cura dell’Associazione “Calabria & Calabresi” ed alla presenza dell’assessore Rao, sarà la volta di “La scuola in filiera” con gli studenti in visita agli stabilimenti di lavorazione delle clementine. Sabato 18 gennaio sarà la volta del “Clementine Day”: presso l’Hotel Vittoria di Rosarno si terrà il talk-show condotto da Anna Aloi (protagonista della fortunata trasmissione culinaria “A casa tua” in onda su Video Calabria) e successivamente il cocktailshow ed il cooking-show. Durante il talkshow si approfondiranno varie tematiche di settore, anche con il contributo dei rappresentanti delle istituzioni, dei rappresentanti delle associazioni di categoria, dell’Ordine degli agronomi, delle OP presenti. In particolare sono previsti i saluti del presidente della Provincia Giuseppe Raffa, l’intervento della naturopata Patrizia Pellegrini su “Clementine a tavola: virtù nutrizionali e terapeutiche nel pasto”, il contributo dell’imprenditrice agricola Giovanna Frisina di “Terre di Zoè” con un intervento specifico su “Innovazione di prodotto: il succo di clementine”, mentre si parlerà di

“Gastronomia di eccellenza con i prodotti identitari” con Francesco Sculli, ristoratore stellato della Guida Michelin; non potrà mancare l’aspetto della “Agrumicoltura e solidarietà” affrontato da Don Pino de Masi dell’Associazione “Libera”. Le conclusioni sono affidate all’assessore provinciale Gaetano Rao. Contestualmente si terrà l’esposizione e la degustazione dei prodotti a base di clementine: marmellate, dolciumi, succhi, cocktail. E per questi ultimi ci penserà Francesco Ciccone capo barman del Gruppo Caminiti, con il suo cocktailshow. A dimostrare che le clementine possono essere utilizzate per tutte le pietanze, sarà l’abilità del noto chef executive Enzo Cannatà nel suo cooking-show: in diretta, coadiuvato da Anna Aloi, presenterà e realizzerà un menu completo a base di clementine. Domenica 19 gennaio infine sarà la volta di “Clementine in tour” organizzato da Ecotouring Costa Viola al fine di coinvolgere anche il comparto turistico legato all’agricoltura ed alle tipicità: visita guidata presso “i luoghi del clementine” e gli stabilimenti di lavorazione, pranzo tipico a tema e visita agli scavi archeologici di Rosarno, l’antica Medma. Contestualmente dalle 9,30 alle 13,00 presso il Palazzetto dello Sport di Rosarno si terrà “Clementine in piazza”: ”Clementine Game – I colori della salute” con animazione a tema per bambini e “Clementinexpo” piccola mostra delle varietà di Clementine e degustazioni. Tutto il programma del “Week-end del clementine” è disponibile sul sito www.clementineday.it.


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Le rivelazioni chock del pentito Belnome Faida dei boschi

È il collaboratore di giustizia Antonino Belnome che riferisce ai magistrati della procura distrettuale di Reggio Calabria le motivazioni di ‘ndrangheta che stanno dietro all’omicidio di Damiano Vallelunga, il presunto boss capo della locale di Serra San Bruno, ucciso il 27 settembre 2009 nei pressi del santuario dei santi Cosimo e Damiano di Riace. Belnome ha raccontato la lunga gestazione e la preparazione che aveva dato luogo ad alcuni tentativi non riusciti cui aveva partecipato personalmente tra i mesi di luglio e agosto 2009. “Ci sono stati vari tentativi per uccidere Damiano (Vallelunga), finché io ero giù e non fu ammazzato perché c’era il bambino in macchina quando c’ero io”. Ha dichiarato Belnome, che in precedenza aveva raccontato ai pm reggini: “La prima riunione sopra Damiano Vallelunga è stata fatta a casa di Gianni Vallelonga (che sarà ucciso nell’aprire del 2010 a Stilo), mentre mangiavamo a casa di Gianni quindi, uscimmo fuori dalla sua abitazione e ci misimo a parlare, di cui eravamo io, Salvatore P., Gianni Vallelonga, i figli, Cosimo L., Andrea R. e si parlò appositamente di queste problematiche che aveva Gianni col cugino e volevano portarsi Gianni, che avendo Gianni da questa parte, fughe di notizie una cosa o un’altra era, l’obiettivo è molto più facile, ed io ho partecipato anche agli appostamenti, no ai sopralluoghi agli appostamenti”. Nello stesso verbale di dichiarazioni del 17 marzo 2011

Viaggi Dalla Svizzera

alla Locride in camper Il loro camper è rimasto parcheggiato per dieci giorni sul lungomare di Ardore. Era il camper di Verena e Konrad Läderach, marito e moglie, 64 e 69 anni, di Riedtwill, Svizzera tedesca, vicino Berna. Per dieci giorni, ogni mattina, hanno guardato sorgere il sole dello Jonio, al caldo della loro casa a quattro ruote. E così, aurora dopo aurora, questi due pensionati che adesso dedicano la loro vita a girare per il mondo accompagnati da uno splendido labrador nero, si sono innamorati di questa parte della Locride, già decisi a muoversi verso Stilo, per visitare la Cattolica bizantina. Poi spostarsi a Roccella e ammirare la Madonna delle Grazie e ancora più su, verso Catanzaro, passando per Caulonia e Monasterace. «Viaggiare in camper ci piace molto – ci racconta Konrad, ex direttore di banca che parla un italiano sufficiente a capire e farsi capire senza perdere troppo tempo – anche se d’inverno, quando ci fermiamo, c’è molta umidità. Il pannello solare assorbe poca luce del sole e il riscaldamento è scarso». La domanda,

Una coppia di pensionati si è innamorata di questa parte della Calabria guardando sorgere il sole dello Jonio

mangiando insieme un piatto di rigatoni con le polpette che divorano come fosse l’ultimo pasto della vita, nasce spontanea: perché qui nella Locride? «Ci piace molto viaggiare e andare in ogni posto. Non potevamo certo scartare questa parte dell’Italia. Qui in Calabria ci è piaciuto soprattutto il carattere delle persone, la loro capacità di accogliere tutti». Quando siete partiti avete pensato alla mafia? «Nemmeno una volta».

Belnome sottoscrive: “l’hanno decisa Vincenzo G., Andrea R. e Cosimo L., hanno deciso che Vallelunga andava posato”. Secondo il collaboratore il mandato sarebbe stato eseguito da persone di fiducia dei tre presunti capi bastone. Per la procura distrettuale le prove della partecipazione al delitto del presunto boss dei viperari incastrerebbero Angelo Natale Misiti e Andrea Sotira. Per il secondo il processo è in corso dinanzi alla Corte d’assise di Locri, invece il 43enne Misiti è stato condannato all’ergastolo in abbreviato nei giorni scorsi, sebbene l’imputato si è sempre dichiarato innocente. In abbreviato è caduta per Cosimo Franzè e Luigi Vallelonga la pesante contestazione di essere stati, a vario titolo, tra i presunti mandanti ed organizzatori del delitto Vallelunga. Per i due imputati il pm Sara Ombra aveva chiesto l’ergastolo, ma il giudice Laganà ha ritenuto di doverli condannare a 8 anni di reclusione per il reato di associazione mafiosa. Per lo stesso reato associativo sono stati condannati nel filone dell’abbreviato del processo “Faida dei boschi” anche Domenico Ruga a 6 anni e 8 mesi; Bruno Vallelonga (cl. 68), a 6 anni e 4 mesi; Renato Comito a 6 anni; Vincenzo Franzé a 4 anni e 8 mesi; e il collaboratore di giustizia Michael Panajia a 2 anni e 8 mesi. Unico imputato assolto è stato Piero Vallelonga, difeso dagli avvocati Antonio Speziale e Giuseppe Gervasi. LR

Mons. Bregantini in visita nella Locride

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Il collaboratore di giustizia riferisce ai magistrati della procura distrettuale di Reggio Calabria le motivazioni di ‘ndrangheta che stanno dietro all’omicidio di Damiano Vallelunga, il presunto boss capo della locale di Serra San Bruno, ucciso il 27 settembre 2009 nei pressi del santuario dei santi Cosimo e Damiano di Riace.

La Locride si prepara ad un grande evento. Inaspettato, in un momento di sede vacante, in cui tutta la diocesi attende il nome del nuovo pastore… Il ritorno di Sua Eccellenza Mons. GianCarlo Bregantini, già vescovo di Locri dal 1994 al 2007, ora vescovo a Campobasso, sta suscitando già in queste ore domande riguardo la nomina del successore di padre Giuseppe Morosini, promosso nel mese di settembre alla diocesi di Reggio Calabria-Bova. La visita di mons. Bregantini, curata dall'amministratore don Cornelio Femia e dei suoi collaboratori e collaboratrici, sarà concentrata nella giornata di giovedì 16 gennaio. La comunità si prepara ad accogliere il pastore che verrà in visita prima alla inauguranda Caritas Diocesana. Seguiranno una serie di saluti nella diocesi. Dalle ore 16 un pomeriggio di riflessione e preghiera con mons. Bregantini, al Piccolo Eremo delle Querce in Santa Maria di Crochi - Caulonia. Tema dell'incontro: “La gioia d'evangelizzare nella Locride: una Chiesa con le porte aperte”. In serata l'arcivescovo Bregantini presiederà il 25° di Professione Religiosa di suor Rossana Leone e il 40° di Professione Religiosa di suor Renata Bozzetto.



RIVIERA

ANTONIO TASSONE “In questo decennio si è lavorato tanto per abbattere il “campanilismo” tra Siderno e Locri perché continuare a riproporlo? È bastata questa domanda al sindaco Calabrese posta sul social network e si è scatenato un dibattito, riteniamo interessante, che è servito anche per stimolare un'importante riflessione collettiva. Siamo andati allora a trovare il sindaco Calabrese per rivolgergli alcune domande : Sindaco Calabrese, siete contenti delle manifestazioni natalizie e soprattutto, visto le difficoltà economiche che esistono in tutti gli enti, da dove sono giunte le risorse economiche per poter proporre ai cittadini questi spettacoli? Siamo abbastanza soddisfatti per l'esito di queste manifestazioni. Il consenso ci è stato manifestato da più parti. Non è facile realizzare eventi pubblici per giunta all'aperto con una presenza massiccia e costante di tante persone. Le spese sono state minime per l'ente e abbiamo avuto una sponsorizzazione di circa 8 mila euro dalla Provincia che ha coperto quasi tutti i costi della manifestazione Lei ritiene che la presunta “primazia” della città di Locri rispetto agli altri comuni del territorio possa davvero portare in concreto a dei benefici comprensoriali e non localizzati? Sono un sindaco che da pochi mesi governa questa città e sono compiaciuto per i risultati ottenuti. Direi che è legittimo da parte mia esprimere soddisfazione. Chiarisco a tutti però che io ho sempre ragionato nell'ottica dello sviluppo comprensoriale. Ho sempre pensato ad una città unica. Sono maturi i tempi per cui, ad esempio, Locri, Siderno, Marina di Gioiosa possono approfittare di questa nuova arteria della statale 106 iniziando così a ragionare insieme e pensare alla formazione di una “città unica”. Se vogliamo avere più “potere contrattuale” all'interno della possibile città metropolitana (se si farà) o della provincia di Reggio Calabria sarà obbligatorio iniziare a ragionare assieme senza divisioni ma con un unico comune denominatore ossia lo sviluppo socio-economico di quest'area “depressa”. Attualmente che differenze nota tra Siderno e Locri? Siderno e Locri sono sempre state due città diverse. Sono rimaste separate per anni ed hanno delle caratteristiche e vocazioni diverse. In passato non mi pare ci sia mai stato nessun invito serio ed apprezzabile per farle dialogare. Visti i tempi ritengo che sia ormai inevitabile che si inizi a dialogare anche in prospettiva di una possibile e futura conurbazione per questa ragione ho apprezzato moltissimo l'iniziativa della “Riviera” di quest'estate dove si è parlato di possibili sinergie future tra le due città. Guardiamo al mondo della pubblica istruzione, qual è la situazione degli istituti scolastici di Siderno e Locri? Conosco bene la situazione perché sono stato per un anno l'assessore pro-

vinciale alla pubblica istruzione. Sia Siderno che a Locri esistono ottime strutture ma anche altre da rivedere. A Siderno, ad esempio, ci sono scuole sovradimensionate mentre a Locri ci sono edifici scolastici ancora fatiscenti. Da politico non farei tanta differenza se la scuola si trova a Siderno o Locri, ormai le distanze sono minime, ma punterei tutto sulla qualità dell'offerta formativa in quanto bisognerebbe mettere lo studente e le famiglie nelle condizioni di poter scegliere serenamente. Non ha senso per me tenere un liceo scientifico a Locri, uno a Gioiosa Jonica, uno a Roccella, uno a Bovalino. Non si può ragionare in questi termini, convinti che la scuola possa portare economia per il singolo paese, secondo me, per scuola di qualità deve intendersi la “struttura” non i “campanili”. Vorrei ricordare che, ad esempio, a Siderno ci sono scuole di proprietà mentre a Locri ancora si pagano i fitti. È vero che la Provincia ha previsto la realizzazione del nuovo istituto professionale e alberghiero ma per completarli passeranno anni. Poi penso a Siderno e a quella enorme struttura dell'Itc “Marconi” dove, di fatto, non ci sono studenti e mi viene “tristezza”. Stesso dicasi per Marina di Gioiosa e l'istituto tecnico per il turismo “Umberto Zanotti Bianco” che attualmente si trova davvero in condizioni precarie Parliamo dell'ospedale di Locri? Io lo chiamerei l'ospedale della Locride, non solo di Locri, perché riguarda tutto il comprensorio. La situazione è drammatica. Da parte della politica non c'è mai stata la giusta attenzione. Non viene fatto nulla, i reparti vengono chiusi o stanno chiudendo, manca l'attrezzatura necessaria. È vero che l'ospedale di Siderno verrà trasformato in “Casa della salute” ma è anche vero che per me si tratta solo di uno spot e nient'altro. Ma la Casa della salute l'ha ideata il suo amico Scopelliti? Non m'interessa chi l'ha ideata. Ho sempre detto pubblicamente che noi sulla sanità non faremo sconti a nessuno. Non possiamo privare i nostri cittadini di servizi sanitari adeguati, qualificati, all'avanguardia perché vivendo in un posto isolato come questo se ci viene meno la sanità ci viene meno tutto. Il desiderio della gente è avere in primis lavoro e sanità e noi dobbiamo lottare tutti quanti per difendere i diritti dei nostri cittadini Si sente abbandonato dalla Regione o dalla Provincia? Assolutamente no. Io ho contatti frequenti e costanti con la Regione e la Provincia. Anche loro hanno difficoltà di natura economica e non è facile gestire la “cosa pubblica” in un momento di congiuntura negativa come quello attuale. Ci dovrebbe essere un maggiore confronto per cercare di risolvere i problemi dei territori dal basso. Non mi sembra ci sia mai stato per la Locride un grande progetto di sviluppo. Dopo l'omicidio Fortugno, ci sono state tante chiacchiere, tante promesse, ma di fatti concreti ben pochi. Anche a Locri abbiamo realizzato delle cose, abbiamo investito nelle scuole, anche se momentanea-

Siderno e Locri? L’intervista

a Giovanni Calabrese

«Vocazioni diverse, dialogo comune»


SETTIMANALE

« Secondo me, con le nuove norme

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della finanziaria, il dissesto potrebbe ancora essere evitato.

mente i lavori sono bloccati dal Patto di stabilità, di fatto, però, quella grande idea di sviluppo e occupazione non si è mai realizzata. Cosa pensa della “vacanza” della Diocesi? Io e il sindaco di Gerace ci siamo mossi per avere notizie. La nomina, da quello che sappiamo, dovrebbe esserci a breve. La gente ha bisogno di una guida ferma e stabile. Ma voglio ricordare che non spetta ai capi spirituali delle diocesi il compito di sostituirsi alla politica come hanno fatto in un passato recente alcuni vescovi attuando un'evidente “invasione di campo”. Cosa ne pensa dell’Assocomuni Locride? Siamo stati contattati un paio di volte per partecipare a delle assemblee ma non si è mai raggiunto il numero legale. Non c'è grande interesse verso l'associazione. Sul rinnovo delle cariche del Consorzio “Locride Ambiente” abbiamo espresso la nostra idea di cambiamento dando così la possibilità a dei giovani di essere nominati all'interno del consiglio d'amministrazione e stiamo attendendo risposta da parte degli attuali responsabili, ma, detto tra noi, non ho notato voglia di cambiamento e questo è un peccato. Il dissesto a Siderno? Secondo me, con le nuove norme della finanziaria, il dissesto potrebbe ancora essere evitato. Auspico che a Siderno ci siano delle forze politiche che possano continuare a dialogare con i commissari. Noi a Locri abbiamo fatto di tutto per evitare il dissesto e lo abbiamo fatto come consiglieri d'opposizione con un'attenzione frenetica e costante. Il dissesto rappresenta la morte di una città. Qual è la situazione del comune di Locri dal punto di vista economico? Il comune di Locri, con il pre-dissesto, la procedura e la nuova normativa, sta respirando. Abbiamo pagato diversi debiti, stiamo rispettando il piano di rientro , l'abbiamo modificato, stiamo lavorando sulla riduzione del personale attraverso i prepensionamenti e stiamo utilizzando tutti gli strumenti normativi (che sono tanti) per evitare il dissesto. Le risulta che il comune di Locri debba ancora versare delle somme cospicue al comune di Siderno per i servizi relativi alla depurazione ? Cercheremo di andare a sanare tutte le situazioni debitorie così come anche altri comuni dovranno fare con noi. Le ribalto però la domanda: 1) per la gestione del Tribunale ci dobbiamo fare carico

noi come A.C. pagando fitti e quant'altro e, solo successivamente, lo Stato ci rimborsa il 60% circa; 2) l'A.S.P. di Reggio Calabria, per l’Ospedale, ci deve versare ancora circa 5 milioni di euro per canoni idrici e raccolta rifiuti. È giusto, secondo lei, che di questi servizi se ne debba fare carico solo il comune di Locri considerato che sia il Tribunale che l'ospedale sono delle strutture che servono tutto il territorio? Secondo me non è giusto, ecco perché sostengo con forza che ormai bisogna ragionare in termini di servizi territoriali. È evidente che noi siamo una grande città divisa in quartieri che non dialogano tra di loro. Se riuscissimo a costruire una grande città ragionando in termini diversi rispetto al passato usciremmo da questa situazione. Abbiamo ancora la possibilità di poter cambiare facendo diventare la Locride una piccola “isola felice”. L'obiettivo si può raggiungere, negli ultimi 5-10 anni il mondo è cambiato in modo positivo e oggi bisogna fare un salto di qualità. Gioiosa Jonica è cresciuta grazie alla nuova 106, Siderno è ulteriormente cresciuta commercialmente ma se ancora stiamo qui a parlare di “pista ciclabile” e “lungomare unico” oppure ad un fantascientifico “progetto Locride” come quello presentato da Crinò ed altri , mi pare si stia perdendo solo tempo Come vede questo “sistema Locride” presentato da Crinò, Galluzzo, Polimeno e Campisi? È una loro idea e se la tengono. Io dico che quando si presenta un'idea la si deve condividere con tutti gli attori del territorio, con la politica, con le associazioni, con tutti i club service. Nel caso specifico non mi pare sia stato attuato nessun tipo di questo lavoro propedeutico Eppure l'area politica è di centrodestra? Per me oggi non esiste area politica Lei è più sulle posizioni di Scopelliti o di Alfano? Mi piace fare il sindaco di Locri. Sono vicino Scopelliti che mi ha voluto anche nell'esecutivo provinciale. Stimo molto anche Giuseppe Raffa. Ritengo però che il centrodestra debba essere ricostruito di sana pianta. Lo “show berlusconiano” è finito, il problema vero rimane agli amministratori che debbono quotidianamente misurarsi con una serie di pesanti incombenze. Il dato che dovrebbe far riflettere tutti quanti è l'astensionismo al voto.

Sono maturi i tempi per cui, ad esempio, Locri, Siderno, Marina di Gioiosa possono approfittare di questa nuova arteria della statale 106 iniziando così a ragionare insieme e pensare alla formazione di una “città unica”

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RIVIERA

La voce del mare

L’ANGOLO DI PARELLO

Camminavo distratto, come al solito , e pensieroso sul lungomare di Siderno. Ad un tratto sentii una voce che mi chiamava. Era il mare. Subito mi chiese: "Come stai Franco?""Male, anzi malissimo, hai visto come hai ridotto il lungomare? E adesso dove vado a passeggiare?"-" Ascolta Franco, io non ho fatto volutamente nulla; quello che é accaduto non é dipeso dalla mia volontà ma é scaturito dalla mia esigenza di avere, a volte, un po' di spazio in più di quello che voi uomini mi lasciate..."-"Allora per il futuro posso stare tranquillo che tutto questo non accadrà più?"-"Questo, Franco, non lo so ma io per primo spero che non si verifichi mai più.....!!!" Franco Parrello

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SPAZIO AI LETTORI

A proposito dell'aumento aliquota IMUsulla Prima Casa a Bruzzano EX AMMINISTRATORI

ROSA MARRAPODI

Pensavamo, a Bruzzano Zeffirio, di aver pagato abbastanza in tasse per debiti comunali, tutti contratti dalle varie amministrazioni, che almeno erano espressione, buona o cattiva, di democrazia e non, quindi, “abusive”. Debiti sfociati in dissesto miliardario, deliberato nel 1989 e definito negli anni novanta, durante il mio primo mandato di sindaco. Allora, la grave situazione debitoria ha alleggerito per parecchi anni le tasche dei cittadini, tanto attoniti ed inferociti quanto incolpevoli e disinformati. Scappati dal Comune i responsabili dello scempio, ho ereditato il non facile compito di mandare ad effetto i provvedimenti punitivi contenuti nel Decreto del Ministro degli Interni, come conseguenza della bancarotta provocata e dichiarata; gravi più di tutti quelli concernenti il costo del servizio idrico e dei rifiuti solidi urbani, applicato ai massimi livelli tariffari, come imposto dal medesimo Decreto, che, tuttavia, andava applicato! Non dimenticherò mai le grida di una signora, che pure era stata sostenitrice di quelle amministrazioni, venuta al comune a protestare per le bollette salate che si era viste arrivare. E ricordo, anche, che, a debiti pagati, arrivarono nel 1996 le prime dimissioni da parte di sei attenti consiglieri, che ho dovuto surrogare. Corsi storici paesani di vichiana memoria! Ma veniamo ai “ricorsi storici “ attuali, a quella politica bruzzanese che politica non è, in quanto coacervo del “potiri rerum“, di cui abbiamo ripetutamente detto. Detti amministratori, nell'arco di due mandati consecutivi, con minoranza fittizia, hanno contrat-

L’ex sindaco di Bruzzano parla dei debiti dell’ente e delle gravosi tributi imposti ai suoi concittadini

to così tanti debiti da essere sulla soglia di una nuova dichiarazione di dissesto, come la nota della Corte dei Conti n. 183/2012 appalesa. “Haec reperita non iuvant“ ai poveri cittadini, orfani di reale rappresentanza in seno al Consiglio comunale, secondo legge e civiltà! E, così, in conseguenza del nuovo scempio economico e prelievi dalle tasche di una comunità povera, fatta di pensionati. Di contro, solo per guardare ai nostri comuni limitrofi, Brancaleone, ad esempio, non solo non ha aumentato l'aliquota Imu, ma l'ha finanziario, i governanti di Bruzzano hanno aumentato l'aliquota Imu sulla prima casa con gravi completamente azzerata. Ora ci chiediamo, da cittadini e da forzati ex-amministratori, con un Comune completamente ripianato e pareggiato, come si sia arrivati sulla via dello scasso? In modo semplice. Ossia, semplicemente agendo secondo in modo dissennato ed interessato. In un Comune di circa novecento anime è stato

Spedizioni fantasma

Siderno: Il servizio pubblico non è sempre il peggiore. Ne è la dimostrazione un corriere privato di Siderno. Una nostra lettrice infatti ha pensato che vista la lentezza di consegna delle Poste italiane con l'azienda privata sarebbe riuscita a spedire un pacco e a farlo arrivare in tempi brevi. E invece la scatola ben imballata non è mai partita dall'ufficio del corriere, anzi è stato riconsegnato in queste condizioni (foto).

instaurato un sistema amministrativo comunale dispendioso quanto inutile e clientelare: quattro capiarea (tecnica, contabile, amministrativa, vigilanza) e fors'anche, come per il passato (1998/2002) la segreteria generale, quando un facente funzione per tutti sarebbe anche troppo. l'aumento a tutti i costi del già numeroso personale ed ora, con l'acqua alla gola, divisi ma salvi, in convenzione con altri comuni; rette in beneficenza per assistiti in Villa Salus; opere pubbliche mirate e realizzate a debito con la Cassa Depositi e Prestiti e soldi sottratti alle reali esigenze cittadine. Una sintesi stringata solo per dare un'idea dello scempio di denaro pubblico messo in atto dagli “ abusivi “ in otto anni di indisturbata gestione. Ma se i pensionati di Bruzzano debbono pagare la maggiorazione Imu sulla prima casa, ci chiediamo perché la Società s.r.l. di Villa Salus, casa di riposo ricadente nel nostro territorio, non ne dovrebbe pagare l'Imu (ci serviamo del condizionale per ovvi motivi, perché sembrerebbe che, per qualche arcano mistero, Villa Salus dovrebbe esserne esente). Noi riteniamo si tratti di dicerie dei soliti maldicenti, ma, se così dovesse essere, per i cittadini, al danno (320.000 euro per la strada attigua) si aggiungerebbe la beffa. Ad onor del vero, mi impegno a dare smentita o conferma non appena avrò acquisito dati certi. Pensando ai sacrifici fatti da tutti i cittadini per risanare le casse comunali, sconfortati, non ci resta che ribadire quel veritiero aforisma, che un mio caro vicino di casa spesso mi diceva: Signura, “U peju è sempri arretu!”.

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BRIGANTI

Nu luttu chi ‘ndi portamu nto cori BRIGANTESSA SERENA IANNOPOLLO Bona dominica cari lettori compatrioti. Sta simana mi tocca u parru i n'argomentu assai tristi pa' storia i l'unità d'Itaglia e da' maledizioni chi 'ndi mandaru cca nui, però è necessariu ma' cuntu, pecchì certi così non si ponnu mmucciari, 'ndannu u vidunu a luci traditi e tradituri. Era nu friddu 3 gennaiu du 1862 'nta nu paesinu du trapanesi: Castellammare del Golfo, ed era na jornata accussi fridda ca tanti sa' ricordanu pe' motivi chi 'ngelanu u cori. 'Ndaviti u sapiti ca era già n'annu ca i piemontisi 'ndavianu invasu u territoriu nostru pemmu portanu “a libertà e a civiltà” e una di primi cosi chi ficiru fu u mentunu a leva obbligatoria, ma non i n'annu… ben 7! E siccomu prima i tandu sta fisserìa non esistìa, eccu ca i giuvani si ribellaru pemmu u sfuggiunu a sta leggi ingiusta, e assaltaru a caserma. U generali Quintini (famosu 'nta chigli tempi pe' crudeltà!) , lestu e sbrigativu, mandau nu plotoni d'esecuzioni pemmu pigghia i rivoltosi e mu riporta a disciplina. E mo viditi chi giustizia esemplari! I giuvani sa' fujiru tutti 'nte montagni vicini, e cu restau 'nto paisi furunu i soliti sbenturati chi non potìanu fujìri, ed eranu sei paisani tra cui na fimmina i 50 anni e u previti du paìsi chi 'nci dava ospitalità. I sordati sentìru 'nte vicinanzi nu piantu i cocchiùnu e jiru u vidunu cu era: era Angelina Romano. Na pericolosa brigantessa assassina? Ebbene forzi si 'ndeppiru a cupundìri, tutti ponnu sbagghiari… sulu ca Angelina era na figghiola i 9 anni, chi ciangìa chiamandu a mammisa, e non trovandola si 'mmucciau in attesa u scampa o' periculu. Cu sapi chi schiantu chi 'ndeppiru sti poveri sordati quandu a vittiru! E a cchiapparu i forza, a misiru o' muru e a fucilaru cu l'accusa ca aiutava i fuggitivi, e quindi era na briganti. Angelina Romano di 9 anni è una dì cchiu picciuli vittimi da barbarie itagliana, chi macchiàu l'onuri i na figghiola cu l'accusa i brigantaggiu, e macchiandu ad'iglia macchiaru a tutti chigli fuggitivi chi tentaru na resistenza cuntra u stranieru pemmu difendunu a terra natìa e a genti sua. 'Ndi macchiaru a tutti nui a seguire, pecchì, non è bberu ca chista è terra i briganti? Accussì si leji 'nte libri i scola du regime itaglianu, ca cchiù sutta i Roma 'ndavìa i briganti. Certu, si cuntamu puru Angelina simu tutti na massa i gentaglia cu a malavita 'nto sangu. Non è accussì chi 'ndi dinnu? E nui 'nci cridimma! Sapiti chi vi dicu? Ca è ura u cangiamu u nomi da via i chigliu randissimu cornutu i Caribbardu, assassinu e stupratori, e mu mentimu “Angelina Romano, morta a 9 anni vittima della barbarie piemontese”!



Idella malvagi Criminalità

Siderno violenta

notte

Non sono picciotti della 'ndrangheta né delinquenti professionisti. I giovani violenti della nuova generazione sono cloni, cani sciolti gonfi d'odio. E di notte stanno terrorizzando la città.

STEFANO MARZETTI

on sono picciotti della 'ndrangheta. Non sono delinquenti professionisti. Sono cloni, ibridi cani sciolti, sciacalli gonfi d'odio, decisi a causare dolore, in cerca di sangue. Il loro territorio di caccia è la società, quella di cui non si sentono parte, che non vogliono. Giovanissimi. Alcuni solo quattordicenni, guidati da leader altrettanto in erba, tra i diciotto e i trent'anni al massimo. Detestano il prossimo. E i loro coetanei in particolare, quelli che al contrario s'impegnano per costruirsi un futuro proficuo e benevolo. E rappresentano una repellente controparte. Al contrario della quale i cloni stanno seminando il terrore a Siderno e nel territorio limitrofo. Ultime notizie: nella notte tra il 30 e 31 dicembre scorsi, indiscrezioni che con le ore sono divenute certezze, hanno svelato lo stupro di una ragazza minorenne sul lungomare cittadino, a una traversa dal corso principale. Un caso agghiacciante per una città che da qualche anno, con la mafia locale in pausa di riflessione, tenta di sembrare più civile. E ancora, di qualche giorno fa, il barbaro pestaggio subìto da padre e figlio, dopo un banale diverbio all'interno di un locale, sempre in pieno centro. E poi auto danneggiate, sassaiole, lampadine di lampioni infrante, per limitarsi all'ordinaria amministrazione. Sono i giovani e nuovi selvaggi della notte, perché è col buio che si aggirano per le strade di Siderno, celati dalle ombre. Lattine di birra e bottiglie di vino in mano. Ubriachi. Dosi di cocaina e pasticche di anfetamine, sempre più a buon mercato. In tasca, pronte da utilizzare o da smerciare. Oppure già in circolo nel sangue. Sballati. Ancor più violenti di quando si sono mossi dalle loro case “perbene”, dove vivono e decadono sotto l'ala protettrice di genitori incapaci. A loro volta incoscienti nell'ottenebrare le menti quasi vuote dei figli. Che la notte chiama a sé, come fa coi vampiri, quelli che in sembianze umane probabilmente neppure esistono. E loro, i “nostri” cloni malvagi, si precipitano in strada. Schiamazzano, ridacchiano come le iene prima del pasto. Procedono nel loro trip senza meta e sfiorano le persone, i cosiddetti più deboli, in cerca di pretesti per mordere. Si oppongono alla collettività come figli

N

Attorno a questo lettino nel retro di un bar, nel lato sud del lungomare, i carabinieri e la scientifica hanno fatto dei rilievi il giorno successivo all’agghiacciante violenza di capodanno

della nuova generazione. Quella degli anni delle Superiori. Hanno l'età in cui la mattina si dovrebbe andare a scuola e all'ultima ora magari sognare la partitella di calcio del pomeriggio con gli amici, quando i compiti a casa sono stati fatti. Ma i malvagi della notte la scuola la odiano. Non sognano. Non fanno compiti per il giorno dopo e non vogliono compiti di nessun tipo. Se c'è luce, si nascondono fra le maglie della “rete”. Sono bravi a inzuppare i social network di insulti e minacce. Ciberbullismo e stalking gli sport in cui eccellono. Smartphone sempre in mano, inviano i loro grifagni messaggi, presagi delle scorribande notturne. E, a quanto pare, sono bravi a non farsi sorprendere. Complice la paura della gente, che spesso subisce e non denuncia. Volanti dei carabinieri e gazzelle della polizia si muovono fra le strade della città. Militari e agenti si guardano intorno per coglierli in flagranza. Ma i risultati di questa ronda sono intangibili. Nessun aumento della violenza è registrato da stazioni, compagnie e commissariati.

Sembra più facile smontare 'ndrine che smantellare queste schiere di ragazzi del massacro. Il massacro dell'intelligenza. Il massacro della pietà. Mentre le forze dell'ordine si affannano per dar corpo al fenomeno e quindi combatterlo, gli psicologi l'hanno identificato da un bel po' di tempo. Non dovendo rispondere a leggi che riducono il potere di repressione, gli osservatori della comunità entrano per metafora in punta di piedi nelle famiglie, a caccia del difetto. Emergenza educativa, così è catalogato il bubbone ormai esploso. E il mistero è presto svelato. La sirena d'allarme è suonata, eccome. E l'escalation della violenza è un fatto, al di là di ciò che dicono i mattinali di caserme e commissariati. Perché la gente parla e i giornalisti ascoltano. Percepiscono la paura, anche quando è trattenuta dal pudore. Ma sono gli occhi delle vittime a svelare la verità. Occhi a volte lucidi. Altre volte sfuggenti. Specchio dell'impotenza. E Siderno continua a tremare.


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Forze dell’ordine

Vicina la cattura dei due violentatori di fine anno I carabinieri sulle tracce dei presunti responsabili dello stupro commesso nellanotte trail30eil 31dicembre

Passi avanti, importanti, sulla strada che condurrà - è quasi certo - all'arresto dei due presunti responsabili dello stupro di una minorenne avvenuto nella notte fra il 30 e il 31 dicembre scorsi. Si tratta di due giovani di età compresa fra i 20 e i 30 anni. Uno di loro è già noto alle forze dell'ordine, con “precedenti specifici”. È quanto trapela da fonti vicine ai carabinieri di Siderno, che conducono l'inchiesta dopo che la stessa ragazza ha sporto denuncia presso la locale stazione. Una giovane donna che stranamente non appare troppo traumatizzata, secondo gli esperti perché non ha ancora elaborato l'accaduto. Da considerare e analizzare la possibilità che, almeno in una prima fase, tra i giovani ci sia stato solo un gioco erotico, poi degenerato. Inoltre gli inquirenti tengono in conto che la vittima inizialmente non ha indicato le persone che l’avrebbero violentata e che solo in un secondo momento ha indicato almeno due giovani che, però, non sarebbero compatibili con il racconto iniziale rilasciato ai carabinieri. L'intera operazione, comunque, rimane punteggiata da molti interrogativi e avvolta da uno

L’insegnante e psicologo

stretto riserbo. Ciò è evidenziato dalle parole del comandante Luigi Zaccardo, il quale tiene a precisare che «la denuncia vera e propria è trattata dalla procura di Siderno, come prevede la legge in caso di danni subiti da minori». Ancora è presto, per il momento, far circolare informazioni precise sui presunti artefici dell'agghiacciante atto di fine anno, «perché i due segnalati - precisa Zaccardo - potrebbero cancellare prove», decisive a farli finire nelle maglie della giustizia. Eppure quest'episodio, che ha gettato nello sgomento e allarmato la popolazione di Siderno, per le forze dell'ordine non rappresenta l'indizio di un'emergenza sicurezza nella cittadina jonica. «Più che un aumento dei reati - precisa sempre il comandate dei carabinieri - vi è un maggior numero di denunce rispetto al passato». Come quella presentata, sempre alla fine dell'anno, dalla famiglia Ruggero, padre e figlio pestati barbaramente mentre il ragazzo rientrava a casa e il genitore tentava di soccorrerlo. «Perlopiù dice il maresciallo Zaccardo - gli artefici di questi reati sono giovani disoccupati, di fascia sociale media, cui mancano stimoli nella vita» E sperano o sono convinti di trovarli in decine di bicchierini di alcol e in sniffate di cocaina. Insomma, Siderno è sotto lo scacco del branco. Eppure anche per la polizia non esiste alcun allarme locale. Lo dice Vincenzo Cimino, vice questore della polizia di Stato sidernese. «Per la mia esperienza - ci dice - gli episodi di violenza giovanile sono legati al bullismo da stadio e alle manifestazioni pubbliche». Eppure le cose succedono. Possibile che nessuno se ne accorga? «Il nostro impegno è quello del controllo del territorio per un'azione preventiva. Gli episodi sono limitati. E non c'è allarme. Negli atti di vandalismo non è possibile vedere intimidazioni, ma danneggiamenti mirati». Altre sono le situazioni che richiedono l'intervento: ragazzi “turbolenti” che si raccolgono nella villa comunale, la prostituzione nella zona della stazione ferroviaria. E ancora, obiettivi “sensibili”, come il centro commerciale “La Gru”, con tentativi di intrusioni e un aumento dei furti nelle abitazioni. (sm)

Il direttore del Sert

«Vengono da noi solo per evitare il carcere» Francesco De Matteis, dirigente del Servizio per le tossicodipendenze a Siderno: «La cocaina oggi costa come un panino e una birra. E scatena la violenza» Una ribellione nei confronti di genitori considerati inflessibili perché antiquati. Questo con la droga marijuana e hashish in particolare - misero in atto i ragazzi della fine degli anni Sessanta e di tutti i Settanta, prima che arrivasse l'eroina a mietere vittime come la peste bubbonica. Il modello originario di utilizzo delle sostanze stupefacenti, insomma era «fondato sulla trasgressione» delle regole di una tradizione educativa destinata all'estinzione. Abbiamo parlato con Francesco De Matteis, direttore della struttura complessa del Sert (Servizio per le tossicodipendenze) di Siderno, Asp/RC. «Oggi a spingere i giovani all'utilizzo di determinate sostanze sono i nuovi stili di vita, la voglia di disinibirsi, la voglia di modificare chimicamente il proprio comportamento». Spesso le notti dei “malvagi” cominciano nei locali. Dove questi cani sciol-

«Sono selvaggi col telefonino» Uno stupro quasi in pieno centro a Siderno non è certo un deprecabile atto di bullismo, come tanti accadono ormai da un bel po' di tempo in questo comune funestato dal dissesto finanziario. Lo stupro di una minorenne è un fatto agghiacciante, che non solo non deve passare inosservato ma del quale è obbligatorio parlare - e tanto - e indagare, ancor di più, visto che i colpevoli si aggirano ancora per le nostre strade. Ma cosa sta succedendo? Che cosa scatena quelli che in questa inchiesta abbiamo deciso di battezzare come “i malvagi della notte”? Tutto deriva «dall'emergenza educativa, che non è solo calabrese ma nazionale». Ce lo dice Giuseppe Giarmoleo, 53 anni, psicologo specializzato in ricerca filosofica e psicoterapia, inseg-

nante di storia e filosofia al liceo scientifico “Zaleuco” di Locri. Quelli che hanno scelto il male come “mestiere” da svolgere in questa società, sono «ragazzi incapaci di autogestirsi in maniera responsabile. Un deficit - spiega Giarmoleo - che parte dalle famiglie, a loro volta incapaci di educare». E guai pensare che il cancro si propaghi nelle fasce più disagiate della popolazione. Tutt'altro, soldi e mancanza di preoccupazione per il futuro delle “nobili casate” sviluppano «una forma di narcisismo», nel senso che questi giovani per sentirsi appagati hanno bisogno di «vedere qualcos'altro al di fuori di se stessi. Pensano soltanto al loro bisogno del momento» in contrapposizione «a tutto ciò che sta intorno, comprese le persone»,

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in una logica «di utilizzo». Il prossimo «come oggetto (…) Sono selvaggi col telefonino». Tutto ciò «riflette la cultura dominante» nella nostra epoca. Un'epoca in cui il «relativismo è il pilastro (…)». E la scuola che fa? Perché, in parallelo ai malvagi, esiste una gioventù che vuole crescere e costruire un futuro degno. Grazie alla filosofia «i ragazzi, confrontandosi con i pensieri più elevati espressi lungo i secoli - continua lo psicologo “adottato” da Siderno - con più facilità si fanno un'idea di dove vogliono andare e quale rapporto vogliono avere con gli altri», conclude Giarmoleo. (st.mar.)

Giuseppe Giarmoleo dello scientifico di Locri: «C'è un'emergenza educativa che parte dalle famiglie. A scuola i ragazzi possono confrontarsi con pensieri più elevati»

ti si organizzano per «tollerare lo sforzo prolungato di nottate intere in discoteca - dice De Matteis - grazie all'assunzione combinata di alcolici e soprattutto di derivati anfetaminici. Con l'abuso di cocaina facilitato da due fattori: la riduzione dei costi» di una sostanza che fino a qualche hanno fa «era la droga dei ricchi, dei manager. Oggi» una dose soddisfacente «costa quanto un panino e una birra»; dalla consapevolezza che con la “neve” - che devasta il normale comportamento - «ci si sente dei superman». Superman che, invece di salvare il mondo si divertono a farne luogo di barbarie. La cocaina «stimola la violenza - aggiunge il direttore del Sert Nel 99 percento dei casi non si commettono lucidamente certe cose. Viene aumentata la soglia dell'attenzione e della reattività. C'è una soppressione totale dei freni inibitori» e così dalla loro innata tendenza all'aggressività i “nostri” cloni malvagi mutano e poi scorrazzano in schiere di mister Hyde assetati di sangue. Signori della violenza e col pantalone griffato. Rivolgersi al Sert per disintossicarsi? Una favola cui nessuno può credere. «Abbiamo un sommerso che è terrificante. Lavoriamo su appena il 5 percento, massimo 10, del fenomeno. Solo una piccolissima parte viene da noi per scelta e con l'intento di disintossicarsi. Molti invece sono spinti dai loro avvocati difensori, perché hanno procedimenti penali in corso e quindi è loro interesse venire al Sert - termina De Matteis - la cui schedatura è motivo di accesso ai benefici alternativi alla detenzione». Con buona pace delle vittime della loro brutalità. (marzo)


Mr Muscolo e i suoi CULTURA E SOCIETÀ

L’INTERVISTA

estrogeni di Daniele Mangiola

Faccia fresca, voce un poco baritonale da adolescente, look vagamente fifties con una spruzzata di eighties, Mario è il classico ragazzo che piace alle figlie e piace anche alle mamme. Dopo un periodo di sperimentazioni alla ricerca del proprio sé, ha indossato un paio di baffetti nerissimi da latino, in anticipo sulle mode di paese, connesso col mondo. In attesa di decidere cosa farà da grande, se il principe del foro o l'attore di soap operas, Mr. Muscolo, tale è il suo appellativo d'arte, fa il musicista. E la gente s'immagina che gli artisti siano persone strane, disinteressate al mondo, innamorate dell'arte e indifferenti alle cose materiali. Balle. Come ogni ambito professionale, la musica è un covo di iene e sciacalli. Invidia e maldicenza serpeggiano velenose, boicottaggi e meschinità. Prestazioni non retribuite, furbastri della malora (proprio quelli che sembrano i più onorevoli) fino ad arrivare agli intrallazzi, la

La musica è un covo di iene e sciacalli. Invidia e maldicenza serpeggiano velenose, boicottaggi e meschinità. Prestazioni non retribuite, furbastri della malora fino ad arrivare agli intrallazzi, la corruzione e anche la politica

ARTE&DINTORNI...

corruzione e anche la politica. Ci sono poi quelli, come sempre, che si muovono nella melma senza lasciarsi infangare, i puri, diciamo. Mr Muscolo e i suoi Estrogeni sono tra questi. La parte migliore dei loro concerti è prima. Mentre si fanno i suoni, sul palco, o si addenta un panino in attesa di cominciare, si

ride, di gusto, insieme, con la leggerezza sostenibile e calorosa dell'amicizia. Roberto Chiricosta, basso e Gigi Talotta, batteria, sono il ritratto, l'uno serio l'altro nichilista, della giovialità. Il nucleo della band veleggia sul decennio di convivenza senza una smagliatura (tutti baffuti come una band di tunisini), contagiando gli elementi satellite, attentamente selezionati, viene da dire, sulla base delle qualità umane. E Mario mr Muscolo da dietro il microfono, chitarra a tracolla, coinvolge il suo pubblico nella stessa calorosa confidenza, scherza da sopra il palco, dialoga con la gente. Da giù intanto si balla, senza bisogno di carburanti alcolici, ragazzi e persone mature, cantando vecchi successi degli anni sessanta, settanta e ottanta. Mr Muscolo e i suoi Estrogeni è un miracolo della speranza per i musicisti che oramai disperano. La verità è che la pop-taranta ha invaso ogni

angolo della nostra provincia, dalla pizzeria L'Angolino Appartato alla Piazza Papa Pio IX, se esistono. Pro Loco, politici, feste dell'unità, osti e albergatori, dovunque vogliono soltanto quella, e al ristorante novelle spose e signore elegantissime finiscono a ballare scalze, dopo lo spiedo di gamberoni. Invece Mario, a dispetto del faccino innocente, come da copione, è una vecchia volpe, che si è saputo ritagliare la sua precisa fetta di mercato, il suo preciso sound. E viaggia spedito, a testa alta tra i tarantellati e tarantellari di paese e provincia e anche oltre, se possibile, facendo concerti a ripetizione. In silenzio sta lavorando ad un progetto originale, il primo videoclip ha già virato la boa dei 3000 click su youtube.com. Ne parla con umiltà e la saggezza minimalista del bravo ragazzo. La faccia pulita te la cuci addosso e l'onestà non è un giubotto.

Nuovo museo dello Stretto di Storia naturale a Villa San Giovanni Reperti archeologici per raccontare la vita del Mediterraneo nei secoli

di Domenico Spanò

Il nuovo Museo dello Stretto di Villa S.Giovanni (R.C) riapre al pubblico con una veste rinnovata e molte interessantissime novità. Dopo un anno di stasi dovuta alla ristrutturazione dei nuovi locali e impervie strade burocratiche con le amministrazioni locali, è finalmente possibile immergersi in un percorso per scrutare le antiche bellezze naturali del Mediterraneo. Spazi più ampi e nuovo allestimento, curato nei particolari da

esperti, dando ancora più valore ai pezzi esposti che raccontano, ognuno, un aspetto diverso della Storia Naturale dello Stretto di Messina dai secoli passati ai giorni nostri. Una passeggiata indimenticabile per guardarci attorno con occhi diversi e scoprire l'evoluzione di ogni specie che vive in questo habitat. Quarzi colorati e pietre agata, farfalle e quantità immense di conchiglie, spugne e un'infinità di specie marine che hanno

popolato le acqua dello stretto nei secoli. Il Museo di storia naturale è dedicato alle unicità e peculiarità dell'area dello Stretto di Messina, coadiuvato dall'Università di Messina. Nuova veste di allestimento strutturata e articolata in tre grandi aree, ognuna organizzata in sezioni che documentano, in un itinerario culturale, la storia del territorio marino sotto il profilo geologico, biologico e antropologico: 1. Scienze della terra - 2. Scienze della vita e fauna - 3. Antropologia. Concepito non come struttura statica ma come centro culturale vitale, vi sono anche presenti una Biblioteca e un piccolo Laboratorio. Pertanto, sono periodicamente programmate e proposte varie attività (stage, seminari, convegni, laboratori aperti, mostre tematiche, etc.) mirate alla conoscenza e trasmissione culturale degli elementi naturalistici e alla valorizzazione del legame che essi hanno con l'aspetto antropologico del territorio inquadrato nel contesto del Mediterraneo. Di particolare curiosità è la sezione dedicata alle antiche specie marine ormai estinte. Piccoli e fiabeschi mostri marini di ogni ordine e forma che anticamente

popolavano queste acque. Probabilmente animali marini legati alla mitologia greca di Scilla e Cariddi leggendari mostri che presenziavano le due sponde dello stretto e che intimorivano il passaggio di ogni nave. Si narra che in queste correnti e contro questi mostri marini si addentrò anche Ulisse decantato da Omero nel canto XII dell'Odissea. Oggi il Museo dello Stretto di Messina sito a Villa S.Giovanni (R.C) è una realtà importante per il territorio reggino e non solo. Un polo di attrazione che ingloba e lega sicuramente sia l'intera regione Calabria che quella Siciliana. Dal punto di vista didattico offre alle scuole la possibilità di raccontare ed osservare ai propri alunni le origini e la storia naturale di questa terra. Il museo è stato strategicamente ubicato in una sede vicino al porto di Villa S.Giovanni e alla stazione ferroviaria per permettere ai molti viaggiatori e turisti che percorrono lo stretto una comoda ad interessantissima visita per scoprire le origini naturali del nostro Mediterraneo. Il Museo rimane aperto il lunedì,mercoledì, venerdì dalle ore 9.1516.30 e su prenotazione tutti i giorni per visite scolastiche o di gruppo.


A Stilo r...Imbalzano echi medievali

www.larivieraonline.com DOMENICA 12 GENNAIO

PALIODI RIBUSA

Grazie ad un intervento definitivo del presidente della commissione Bilancio sono state assicurate le risorse ma soprattutto l'istituzionalizzazione della kermesse della“Città del Sole”: e pensare che soltanto lo scorso anno l'assessore Caligiuri ne bocciò il progetto... Il Palio di Ribusa diventa maggiorenne. A Dio piacendo infatti, ed a meno di imprevedibili catastrofismi, nel prossimo mese di agosto il noto evento storicoartistico-culturale di Stilo taglierà il prestigioso traguardo dei 18 anni e, come si conviene in siffatte situazioni, ci vuole un regalo. Magari un diamante, che è per sempre, ma in tal caso per l'antica “fera” della “Città del Sole” basta ciò che già nei giorni scorsi ha provveduto a comunicare il presidente della Commissione regionale “Bilancio, Attività Produttive e Fondi Comunitari”, Candeloro Imbalzano, corso al capezzale della Ribusa assicurando per tempo il gentile cadeau alla kermesse stilese con il contributo di 15.000 euro, ma soprattutto comunicando urbi et orbi che il Palio entrerà a far parte in via definitiva della programmazione culturale regionale calabrese. “Si apre una nuova fase per questo grande evento, capace di mobilitare non solo i cittadini del Comprensorio locrideo, ma, attraverso una sapiente azione promozionale, quelli dell'intera Calabria. È questa la vera sfida che, tutti assieme, dobbiamo essere pronti a raccogliere, la Locride ha tanti straordinari punti di forza, la cui valorizzazione, fino ad oggi assolutamente parziale, ha limitato i possibili positivi effetti dal punto di vista economico e dello sviluppo, il Palio di Ribusa è sicuramente uno di questi e spetta a noi farne un formidabile attrat-

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CARTOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò

L'aurora sullo Jonio Le dita di rosa della fanciulla di fuoco, le chiamava il vecchio aedo barbuto qualche millennio fa; ma lei non è affatto sfiorita anzi è nel pieno vigore della sua bellezza atavica. E ci ricorda, ad ogni inizio dei giorni, la nostra appartenenza all'universo omerico, e ci rammenta la condizione mortale, e il senso, pacato, dello stupore di fronte a tanta meraviglia. Eos in Calabria, sullo Jonio, da incorniciare ed esporre al Louvre.

Parco Letterario “Francesco Perri” Approvato il progetto definitivo tore turistico, con una sapiente e integrata programmazione” - ha dichiarato Candeloro Imbalzano. Che già lo scorso anno si era distinto per essersi prodigato a favore della rassegna di Stilo elargendo anche in quel caso sostanzioso argent, 15.000 euro come quest'anno, ed andando nettamente in controtendenza con l'assessore regionale alla Cultura calabrese, Mario Caligiuri, che pochissimi giorni prima aveva cestinato una corposa iniziativa progettuale presentata dall'amministrazione comunale guidata dal sindaco Giancarlo Miriello, montato su tutte le furie per

l'evidente atteggiamento snob dell'esponente dell'esecutivo Scopelliti: Miriello si fece pesantemente sentire nelle sacre stanze di palazzo Alemanni, con risultati apprezzabili ampiamente sottolineati pure dalla provincia di Reggio Calabria. E dunque la posta in...Palio, molto alta, viene finalmente aggiudicata alla città di Stilo che ritrova il sorriso dopo mesi di grigiore se non proprio buio pesto, riaprendo al gagliardo vento della gioia il proprio vessillo. Con buona pace di chi le ha provate tutte per...azzopparlo! Inchiostro Rovente

È stato approvato il progetto definitivo per la realizzazione del Parco Letterario “Francesco Perri” a Careri (Rc). Queste le parole con cui la presidentessa dell’“Associzione Francesco Perri”, nonché nipote dello scrittore, Giulia Perri, ha commentato la notizia: «Si è così compiuto un ulteriore passo per la realizzazione di un intervento che valorizzerà il territorio comunale e la cultura calabrese». La nipote dello scrittore ha anche aggiunto: «Sarà possibile affidare i lavori per ristrutturare il vecchio Municipio, in disuso da tempo, perché possa diventare una bellissima sede per ospitare il Museo».

INPUNTADIPENNA

Di vita in vita. Undici racconti di Fortunato Martino GIOVANNI PITTARI

Di vita in vita - Undici racconti, di Fortunato Martino, edito da Città del Sole, è stato presentato nella sala del consiglio comunale di Bruzzano Zeffirio alla presenza di un numeroso e qualificato pubblico. Si è trattato di una iniziativa voluta dal sindaco Franco Cuzzola, il quale ha evidenziato, tra l'altro, la scelta della sala consiliare sul presupposto che il libro tratta elementi di storia municipale e, di rimando, aspetti e circostanze che vedono protagonisti i cittadini di Bruzzano e il suo territorio, sul presupposto che sul versante culturale si gioca la credibilità delle istituzioni in merito ai problemi aperti dai mutamenti politici e sociali che vanno man mano emergendo nella nostra società. Gli undici racconti che compongono il libro e i luoghi delle vicende narrate sono ben determinati nella mente dell'autore. Fortunato Martino, con rigore d'insieme e proprietà di linguaggio dipana le correnti della narrativa nel periodo, forse, più tormentato della letteratura italiana. Con chiarezza espositiva e fluidità di linguaggio si accompagna una bella veste editoriale, che presenta in copertina una interpretazione grafica di una foto tratta da internet, che lascia immaginare al lettore qualsiasi spiegazione o commento.

Da qui la varietà e la complessità delle vicende che si sgrovigliano, che, se pure ne allargano il respiro, le rendono alquanto faticose; tanto che la narrazione rivela la sua innegabile consistenza, mai sfocata nell'ovvietà di un mare della vita che, per sua natura, non è mai tranquillo e ogni tanto finisce col sommergerci con i suoi simboli e le sue metafore che costituiscono gli unici riferimenti certi per indagare i significati delle azioni. Il libro non ha un filo conduttore, una storia alla quale s'intrecci la costruzione dei racconti. Le storie sono tante, tutte suddivise diver-

samente, sia si tratti di ricostruzioni del passato, di violenza, d'ingiustizia sociale, oppure d'immaginazione, «una sorta di percorso tra il reale e la fantasia, dove il filo conduttore è questo viaggio ai confini della realtà dove tutto ciò che compare può essere vero, ma potrebbe trattarsi di un sogno, dove ciò che vede l'occhio del protagonista è un impasto dove l'autore stesso non sa, alla fine, distinguere ciò che è vero da ciò che può essere sogno, ma il prodotto finale - scrive Martino in premessa - è come il buon pane casereccio che si gusta senza pensare se prima era

acqua, lievito e farina». Possiamo affermare che le sue considerazioni nascono da un magma oscuro in cui le scorie dell'effimero si sublimano nella luce, che isola come un tutto di cui nessuno conosce o è in grado di percepire la dimensione di quella eterna metamorfosi che è la vita. In Di vita in vita, lo scrittore di Bruzzano Zeffirio ci porta in un viaggio surreale, dove non si sa dove inizia la realtà e dove sconfina nella fantasia in un magico gioco aggrovigliato in trine stupende. Penso non sia facile riassumere in breve il contenuto degli undici racconti che compongono il libro o i luoghi delle vicende narrative ben determinate e definite. Conversando con Martino sui motivi che lo hanno indotto a scrivere gli undici racconti, come pure sulle storie che hanno segnato la vita dei protagonisti, “in un tempo sospeso, ambiguamente calato su una singola realtà ma sempre indefinito, quasi surreale, come lo sono anche i luoghi”, apprendiamo che “è la sua personale interpretazione del viaggio che ogni essere umano compie dentro un percorso circolare che, talvolta, sembra concludersi per poi ripartire, improvvisamente, forse perché è stata offerta un'altra possibilità nel solco del sottile confine tra l'essere e il non essere che cinge, deciso, l'esistenza degli uomini”. Un paese la cui storia si perde nella notte dei

tempi. Infatti, Pausania riferisce che i primi coloni che soggiornarono sul promontorio furono cittadini Achei, i quali, in parte, rimasero sul promontorio, altri andarono a fondare Locri ed altri ancora si mossero a porre le fondamenta di Crotone. Siamo nell'anno III della XVII Olimpiade (700 a. Cr.). Stradone, da parte sua, scrive: “…dopo l'Erculeo (Capo Spartivento) è un capo della Locride, detto Zephjrion, il quale forma una baia a riparo dai venti di ponente, dal che gli è venuto il nome. Qui approdarono i Locresi Ozolii…”. Questi richiami storici, come pure la Mocta Brutiano e il suo castello, feudo dei principi Carafa, edificato sulla rocca Armenia “sentinella di pietra che proteggeva il paese dalle incursioni saracene, praticamente inespugnabile”, ed altri ancora, sono presenti nel libro di Fortunato Martino. Ne viene fuori uno spaccato di Bruzzano Zeffirio, ridente paese sorto in contrada Donnangela, trasferito dall'Armenia dopo un terribile sisma del 1908 e che è risorto a nuova vita più accattivante di prima. Il paese del gelsomino, del bergamotto e della zagara. In questi luoghi i protagonisti dei racconti vivono le loro storie: Tano, Venerina, don Carlo il postino, il maestro, etc. Ne viene fuori, anche, uno spaccato della civiltà contadina che Martino ci fa vivere con sentimento e passione.


Nino Sgotto

Promessa mantenuta La Casa funeraria era un progetto che l'imprenditore sidernese aveva da molto tempo. Un modo per portare Siderno nel mondo, al passato con i tempi e con le tendenze più in voga. In Canada, dove ha vissuto per tanti anni, è infatti già un servizio molto richiesto e apprezzato. Voleva riuscire a donarla ai suoi figli e alla sua città.

La Casa funeraria della ditta Sgotto aprirà lunedì. La promessa è stata mantenuta, l'incendio non ha abbattuto Nino Sgotto e i suoi familiari. Il vile atto intimidatorio avvenuto il 6 novembre proprio a pochi giorni dall'inaugurazione era stato uno schiaffo all'intera comunità della Locride. La solidarietà ricevuta dalla famiglia Sgotto e la caparbietà del patriarca hanno però permesso di realizzare questo sogno americano di Nino. La Casa funeraria era un progetto che l'imprenditore sidernese aveva da molto tempo. Un modo per portare Siderno nel mondo, al passato con i tempi e con le tendenze più in voga. In Canada, dove ha vissuto per tanti anni, è infatti già un servizio molto richiesto e apprezzato. Voleva riuscire a donarla ai suoi figli e alla sua città. La Casa funeraria si trova a Siderno, in via Francesco Macrì. Offre due ampie sale per accogliere parenti e amici del defunto, una sala per preparare la salma e un'altra per esporre i fiori. Inoltre la ditta di pompe funebri si occuperà del disbrigo delle pratiche e del servizio cronologia. I familiari possono anche usufruire di alcune stanze private per riposarsi o stare un po' in disparte. Il servizio è pensato per portare conforto e sollevare la famiglia dalle incombenze pratiche che in un momento di lutto possono diventare ancora più difficoltose da affrontare. Per info: 0964-381779; 347-5218034;3474040330


Il segreto per non divorziare? Divorziare? No, meglio un tradimento. Ecco

Il tradimento. "Fa bene al matrimonio"

la nuova tendenza messa in evidenza dal portale incontro-extraconiugali.com. Il divorzio è costoso e traumatico per entrambi, un tradimento invece è in grado di consolidare il matrimonio. E le coppie più stabili in assoluto sono proprio quelle in cui entrambi hanno una relazione extraconiugale. www.larivieraonline.com DOMENICA 12 GENNAIO

BENESSERE E SALUTE

cara

Milana

Ho fatto sesso con la mia migliore amica. Credi che il nostro rapporto sia compromesso?

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un nuovo contraccettivo per lei Sesso

Mal di testa, troppo chewing gum fa venire l'emicrania Quante volte ci siamo sentiti dire, specie da bambini, che esagerare con la gomma da masticare fa male? Sapevamo che troppo chewing gum fa rischiare i denti, per colpa degli zuccheri. Ma da quando hanno inventato le gomme senza zucchero questo problema sembrava risolto. E allora? La "gomma americana" masticata in modo ossessivo ed esagerato può determinare anche danni più seri di un problema di carie: per esempio il mal di testa cronico. LO STUDIO L'eccessivo consumo di chewing gum può causare il mal di testa cronico negli adolescenti. A stabilirlo è lo studio del Meir Medical Centre dell'università di Tel Aviv (Israele), pubblicato sulla rivista scientifica "Pediatric Neurology". I ricercatori hanno reclutato 30 adolescenti affetti da emicrania e consumatori abituali di gomme da masticare. I giovani sono stati divisi in categorie in base a quanto tempo erano soliti masticare: fino a un'ora, da una a 3 ore, da 3 a 6 ore o più di 6 ore al giorno. Ai partecipanti è stato chiesto di smettere con il 'vizio' delle gomme da masticare per un mese senza prendere farmaci per lo stesso periodo. Ebbene, circa l'80% dei ragazzi ha riferito un miglioramento significativo dei sintomi delle cefalee. Dopo un mese, 19 dei 30 pazienti hanno affermato "che le loro emicranie erano completamente sparite e 7 hanno riportato una riduzione della frequenza e dell'intensità delle cefalee", riporta la ricerca.

SETTIMANALE

Pelle, come rimetterla in forma dopo le Feste "Nel dopo feste siamo tutti meno belli e sicuramente più invecchiati. Questo è il periodo peggiore dell´anno per il nostro fisico e per la nostra pelle. Bisogna rimettersi in forma da subito o sarà sempre più dura ritornare quelli di prima". Giulio Basoccu, chirurgo estetico, docente all´Università La Sapienza di Roma, invita a correre subito ai ripari dopo un periodo di pranzi luculliani fatti di alimenti molto calorici e grassi e di bevande alcoliche. Le cause dello stress "Festeggiare porta a bere e a mangiare di più e questo fa certamente bene alla psiche ma meno al corpo”, spiega il professor Basoccu. “Non solo si assumono più calorie, ma si prende peso anche perché non ci si muove o lo si fa poco. Insomma, ci si riempie di tossine e di questo ne risente in modo particolare la nostra pelle, che ne esce particolarmente stressata”. Non solo: il ritmo del sonno è stato alterato perché più volte si è fatto molto tardi la sera e questo ha contribuito a dare al nostro volto un aspetto pallido, opacizzato, con borse e occhiaie.

utto dipenderà da quello che vi direte d’ora in poi. Se parlando vi renderete conto che il sesso non ha avuto nessuna ricaduta sulla vostra amicizia, allora è tutto a posto. Ma se per uno di voi ha significato A e per l’altra ha significato B (per esempio: per lei è stato l’inizio della vostra storia d’amore), le conseguenze potrebbero essere diverse. Se doveste fare sesso di nuovo, prendi in considerazione l’idea che vi state innamorando. Non sarebbe la prima volta. Spesso le relazioni nate da un’amicizia sono più ricche e più profonde. Il sesso è una cosa seria, contrariamente a come si tende a rappresentarlo. Non esiste il sesso senza significato. Che ci piaccia o no, ci leghiamo in modo particolare al partner sessuale. Tuttavia, può succedere che i due amici stabiliscano che il rapporto sessuale non ha significato niente, e vadano avanti come se nulla fosse. Ma questo è possibile solo se c’è il consenso di entrambi. Prima di metterti a parlare di questo con la tua amica, pensa a cosa ha significato per te quel rapporto sessuale, e perché non vuoi che si ripeta di nuovo. Sei sicuro che il sesso non segni l’inizio del vostro rapporto a un livello più profondo? Solo dopo che avrai chiarito con te stesso questa cosa, parlane con la tua migliore amica.

T

Scienziati australiani stanno sviluppando un contraccettivo femminile a base gelatinosa che ha l'obiettivo di proteggere da infezioni trasmesse sessualmente, oltre a prevenire la gravidanza. Il composto, che potrà essere applicato con una spugnetta o un anello vaginale da inserire due o tre giorni prima di un rapporto sessuale, è unico in quanto si attiva solo a contatto con lo sperma. Prime sperimentazioni Il composto per ora è stato sperimentato con successo a test solo in provetta e non ha effetti tossici, ha riferito John Aitken, biologo della riproduzione umana dell'Università di Newcastle, che guida il progetto. L'invenzione, se confermata dai prossimi studi, sarebbe innovatrice in quanto il composto non uccide lo sperma, ma mira al meccanismo che gli consente di "nuotare" ed è quindi molto più sicuro per la donna, ha spiegato. "Come un 'bella addormentata', si sveglia solo al momento dell'inseminazione". Ora che l'azione chimica è stata messa alla prova, seguiranno sperimentazioni su topi e quindi umane, ha aggiunto.

Meglio dello spermicida Finora non esistono composti ad azione locale che si possano applicare per prevenire le malattie trasmesse sessualmente, oltre al "classico" spermicida, che è "un rozzo inibitore della fecondità", ha spiegato ancora Aitken. "A causa della sua azione distruttiva, le donne che lo usano frequentemente, specie le prostitute, hanno un rischio significativamente maggiore di contrarre l'Hiv. Una donna vuole essere in grado di avere rapporti sessuali senza timori di non restare incinta, o di contrarre qualche terribile infezione". Da quando la pillola è stata introdotta nel 1959, non vi sono state nuove forme di contraccezione, ha ricordato lo studioso. "Ora siamo in un ambiente completamente diverso. Abbiamo bisogno di contraccettivi secondo le esigenze del ventunesimo secolo, e una di queste esigenze è che vi è un rischio assai maggiore di contrarre malattie trasmesse sessualmente, rispetto agli anni '50 e '60, quando ad esempio l'Hiv praticamente non esisteva".

Pillole

Agrimony (acrimonia eupatoria) la sua qualità è la gioia. Aspen (populus tremula-pioppo) la sua qualità è confronto col non visibile. Impatiens (impatiensglandulifera-balsamina) la sua qualità è pazienza. Red Chestnut (aesculus carnea-ippocastano rosso) la sua qualità è l' amore sereno per il prossimo. White Chestnut (aesculus hippocastanum-ippocastano bianco) la sua qualità è il controllo della mente. Vervain (verbena officinalis-verbena) la sua qualità è l' autodisciplina.

Iniziamo a conoscere meglio i Fiori di Bach suddividendoli in Gruppi

GRUPPO DEGLI IPOCONDRIACI. Di questo gruppo fanno parte due fiori Heather e Chicory. Heather (calluna vulgaris-brugo) la sua qualità è l' empatia, ascolto Chicory (cychorium intybus-cicoria selvatica) la sua qualità è l'amore disinteressato.

Naturopatiche

A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone www.associazione-tone.it associazione.tone@gmail.com

In un mazzo di fiori le sfumature sono infinite, i profumi sono molteplici, le sensazioni magiche, forse ci è capitato di pensare che tutte queste emozioni possano essere sovrapponibili ai nostri stati d'animo ma non abbiamo prestato molta attenzione alle domande del nostro io, si il nostro IO la parte più interna di noi , capace di farci prendere una strada invece che un'altra, essere attirati un giorno dal color arancio e l'altro dal color verde, artefice di un nostro sorriso o della nostra tristezza. Ora vediamo come poter trovare qualche risposta alle nostre sottili domande nel Giardino dei Fiori di Bach e piano piano andremo a conoscerli tutti, come abbinarli e a quali funzioni possono esserci utili. I FIORI SPECIALI Fiore a se è Star of Bethlehem (ornithogalum umbellatum-Stella di Betlemme) è un fiore che non fa parte di nessun gruppo e la a sua qualità è il superamento del trauma. Resque Remedy è una miscela di 5 fiori Clematis, Star of B. Cherry Plum, Rock Rose, Impatiens. Si usa dopo incidenti stradali, crac familiari, forti spaventi, cattive notizie, prima e dopo un parto, quando c'è qualcosa d'imminente, periodo acuto di lutto, crisi acuta di ipertensione arteriosa, quando si lavora in un ambiente o situazione stressante, al neonato appena dopo la nascita, negli attacchi di panico e d'ansia. I FIORI CHE SI OCCUPANO DEI DISTURBI DELL'ANSIA. Sono: Agrimony, Aspen, Impatiens, White Chestnut, Red Chestnut, Vervain.

Di questo gruppo fanno parte quei fiori che si occupano di curare i problemi della stanchezza. Olive (olea europea-olivo) la sua qualità è l' energia. Elm (ulmus procera-olmo inglese) la sua qualità è la responsabilità. Centaury (centaurium umbellatum-centaurea) la sua qualità è la volontà e l'incapacità di dire NO. Oak (quercus robur-quercia) la sua qualità è tenacia. Wild Rose (rosa canina-rosa selvatica) la sua qualità è: interesse e speranza. Di questo gruppo fanno parte oltre ai già presentati Impatiens, Vervain ed Oak, Beech, Rock Water, Vine, Water Violet. Beech (fagus silvatica-faggio) la sua qualità è la tolleranza. Rock Water (acqua di roccia-acqua di fonti curative) la sua qualità è la flessibilità interiore. Vine (Vitis vinifera-Vite) la sua qualità è l' autorità. Water Violet (hottonia palustris-violetta d'acqua) la sua qualità è l'umiltà. A seguire le prossime settimane …i fiori delle persone tristi, i fiori della rabbia, della memoria….Seguiteci !!!


Roccella : i cinquantanni di Bettinoo

RIVIERA

Come trasformare una sera senza troppe pretese in un momento unico. Gli ingredienti sono semplici: metti ungruppo di amici e il compleanno di Bettino. Ha compituto 50 anni. E all’improvviso ti ritrovi in piazza A Roccella al bar Smile, con un sottofondo musicale di Paolo Conte suonato da una band di Polistena, roccellesi di ogni età che si ritrovano, tutti insieme a parlare e scherzare come non succedeva da anni. Auguri Bettino e grazie.

BLOB

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L’OROSCOPONE diGiuditta

L’oroscopo della morte

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ARIETE il troppo sesso vi ha danneggiato le zone intime, a nulla varranno le visite con ginecologi e andrologi: siete spacciati. Avete contratto una malattia fatale che consiste nello sfaldamento del corpo che partirà proprio dalle zone intime e si propagherà per tutto il corpo. Di voi non rimarrà che un mucchietto di cenere. Però vi siete divertiti.

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1- Rifiuti per strada a Roccella, la differenziata perde colpi. Ecco come i cattivi cittadini macchiano i patrimoni. 2- Ruggero Brizzi, uno che vuole bene al suo paese, se la ride, dopo la presentazione dell’associazione Agave a Bovalino. Gli avverssari tremano. 3- Pittari, Bruno Vespa o Biondo Ape? Il conduttore del programma 60 news su Telemia è diventato un punto di riferimento per i nostri lettori. Altro che nuove generazioni, blogger e freelance.

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GEMELLI oops, quella buccia di banana sulle strisce pedonali proprio non ci voleva. Cadete e battete la testa, vi porteranno al Pronto Soccorso dove però vi scambieranno le cartelle cliniche con un ammalato di cuore. Eh, sì, a volte va bene, ma più spesso male. Visto che non è stata colpa vostra finirete sì all'inferno, ma un inferno tutto italiano: oggi manca la pala, domani la merda…

TORO guidare addormentati è notoriamente una pratica nociva. Siete riusciti a fare BattipagliaLagonegro in stato di completa catatonia, facendo persino qualche sorpasso e accodandovi sulla corsia unica, ma la fortuna non può durare per sempre. Eh, già, perché dall'altra parte giunge un'auto guidata da qualcuno del segno del Leone, a cui sta andando a fuoco l'auto. E bum, pazienza. Poteva andare anche peggio. CANCRO vi è andata bene: voi siete ancora morti da tre anni, esattamente come la scorsa settimana, non illudetevi che questo stato di cose cambi troppo velocemente. In più qualcuno è venuto a rompervi la lapide e rubarvi le piante. Le serate passano lentamente perché la compagnia è piuttosto noiosa. Per riscaldare un po' l'atmosfera, provate a farvi portare da qualche nipote un po' di musica dei Van Halen.

LEONE siete in auto, di notte, volete fumare, prendete l'accendino dell'auto ma la mano vi rimane bloccata nella cintura di sicurezza, la sigaretta vi cade, vi cade anche l'accendino, che sbatte contro la lista della spesa accartocciata, che va a fuoco, tentate di abbassarvi e spegnere le fiamme con la mano sinistra, ma vi viene un colpo della strega, rimanete bloccati mentre le fiamme divampano, passando dalla carta alla tappezzeria, ai giornali sul sedile. Forse ve la sareste anche cavata, accostando. Peccato che quelli del toro non avessero preso il caffè.

VERGINE siete in caccia di un capo di abbigliamento che desiderate da anni. Visto che i saldi sono già partiti siete tra quelli che si sono presentati in mutande ai negozi per avere lo sconto, peccato che la serranda chiuderà prima che voi possiate entrare e che proprio in quel momento venga a nevicare. La morte per assideramento è tra le più indolori. Così dicono.

BILANCIA voi morirete durante un rito di affiliazione massonica, che prevedrà l'ingestione di un Piraña vivo. Purtroppo alla loggia si sono sbagliati e vi hanno dato uno di gomma, che vi si ficcherà nell'esofago e vi causerà soffocamento. La punizione per voi sarà studiare tutta l'arte moderna dall'Impressionismo al Futurismo. Buono studio.

SCORPIONE per un incidente vi capiterà di mordervi, ed essendo delle persone malevole e di lingua velenosa, vi avvelenerete voi stessi. La cosa accadrà mentre siete da soli in casa, e quando la vostra famiglia entrerà e vi troverà, voi avrete già completato la vostra trasformazione in serpente. Presi dal panico, i vostri parenti vi infilzeranno con un forchettone. Doppia morte.

SAGITTARIO vi deruberanno il libretto postale e voi cercherete di inseguire i ladri, correrete lungo la strada, evitando un paio di motorini e un camion, riuscirete a schivare un ponteggio in caduta libera, un aereo in atterraggio d'emergenza e un missile al decollo. Purtroppo scivolerete anche voi sulla buccia di banana sulle strisce pedonali, come i Gemelli.

CAPRICORNO dopo aver parlato al cellulare per tre giorni e mezzo consecutivi, entrando nel guinness dei primati, vi verrà una forte otite bilaterale, che i medici inutilmente tenteranno di combattere con gli antibiotici. La verità è che ormai il vostro cervello è diventato un hot spot wi-fi, e che tutti i vostri amici possono connettersi ad internet utilizzando le vostre orecchie. Neanche a dirlo, le major di telefonia vi faranno fuori per paura della concorrenza.

ACQUARIO la vostra dipendenza da farmaci, alcolici e droghe pesanti non è più reversibile neanche con un trapianto di fegato, cuore e poloni. Vi spegnerete serenamente tra i fumi dell'alcol e tra le braccia di Morfeo, volando a zig zag verso l'empireo. Disgraziatamente investirete l'auto del Principale e verrete sprofondati giù nell'inferno (tedesco, non italiano).

PESCI avete visto un film romantico/la vostra squadra del cuore ha perso il derby, e ora piangete fino a consumarvi le lacrime. Piangerete tanto da perdere sali e potassio, e rimarrete totalmente disidratati. I vostri amici tenteranno di farvi rinvenire con un bicchierino, ma non sapevano che nella bottiglia dell'amaro Averna c'era l'acido per le tubature. Pazienza.


SETTIMANALE

BLOB WEEK

www.larivieraonline.com DOMENICA 12 GENNAIO

OF

AMICI MIEI A SIDERNO ANNI 60 Una foto che evoca “tempi lontani”. Non siamo in America ma siamo a Siderno. Ecco a voi cinque nostri amici :da sinistra Carlo Ruso, Giovanni Tropiano, Giovanni Passerelli, Fofo' Tripodi e Vincenzo Archina.

WEEK

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23

MOMENTI DELLA SETTIMANA

1

2 BUON ANNO LOCRIDE Il degno erede di Marcello Fazzolari, l’amico Riccardo del Rikaroka ci augura “buon anno” accanto a queste due bellissime ed avvenenti ragazze.

3

SUPER TONNO

EVVIVA GLI SPOSI

Il re del mare del "team la zella" Davide Schirripa, non contento di essere stato “defraudato”dagli amici Marco e Rocco, fa vedere la sua nuova preda, un tonno di 70 kg

I nostri amici Sergio Sergi e Francesca Pedullà hanno pronunciato il fatidico si. Tanti auguri dalla redazione.

CARIDI E IL LIBRO ROSSO DI MAO Ci sono conversioni storiche come quelle del Manzoni verso il cristianesimo e altre meno popolari come quella del giornalista Francesco D. Caridi verso il comunismo. Come conseguenza naturale scatta il “cartellino rosso”

SERENA SPOSA

ROCCO DEL SUD

La nostra brigantessa Serena tra un ricerca sui borboni e uno studio sui prodotti calabresi ha trovato il tempo per sposarsi

Rocco Severino...del Sud Il "Menestrello del Folk Calabrese" L'orgoglio musicale di Gioiosa Jonica in Canada

LaToscanadell’accoglienza LOQUIESPROLOQUI

Sono passati quasi 40 anni o qualcosa in più da quando Rino Gaetano, avanguardista della musica italiana, cantava «e partiva l'emigrante e portava le provviste due o tre pacchi di riviste ...»; ed al suo arrivo non sempre, l'emigrante, trovava una terra accogliente. A volte, esattamente il contrario. Era l'emigrazione delle valigie marroni e delle tante speranze. Oggi le valigie sono più colorate, le speranze meno ma un'aria frizzantina guida le emozioni di questa seconda generazione. Una generazione che, nonostante le difficoltà, le poche proposte

di Filomena Cataldo

e qualche pizzico di noia in più, riesce a stupire. Possiede quel tono polemico, forse ancora acerbo, capace di trasferire alla società quello che la società non vede. «Parlo di ... Di Neset l'immigrato/ diplomato diventato avvocato/ disoccupato per colpa dello Stato ...» così scrive A.I., kossovaro, che nella città del Palio vive, studia e canta con i suoi amici. Come anche i suoi amici, compagni di scuola N.M. e S.I.G., un sardo ed un calabrese nella ballata Rap for Siena intonano «... È brutto andare via dal proprio paese,/ ma a volte è l'unico modo:

colpa delle spese!/Il corso, le piazze, le strade,/meridionali, senesi, europei, Siena città multiculturale...». Questi versi sono stati reppati nella sala consiliare del Comune di Siena il 29 novembre 2013 in occasione della Festa della Toscana: una comunità: le mille voci della Toscana. Tre di queste voci, una sarda, una calabrese ed una kossovara hanno testimoniato con i loro versi la straordinaria eco di una seconda generazione che non dimentica il proprio paese e lo porta nel cuore, con un ritmo nuovo, una nuova melodia, un nuovo modo di dire ciò che va e che non va.

1- Per la serie “C’era una volta” ecco a voi un trio d’eccezione: Martino Ricupero, Fernando Fiorenza e Roberto Quirino 2- Questa foto di un congresso del PD esplicita in maniera “eloquente” lo stato di questo partito “rottamato” per rendersene conto basta notare l’espressione di Nino De Gaetano e Aldo Canturi in prima fila 3- Il presidente di AssocomuniLocride Giorgio Imperitura festeggia con la “scopellitiana” Tilde Minasi e molte altre, evviva la bellezza delle donne... !!



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