LA CONTROCOPERTINA
www.rivieraweb.it
DOMENICA 31 GENNAIO
3
2
3
1
5
6
4
7
8
9
10
Profughi, bianche spiagge e un bombola del gas caccia folle ai criminali dell’Audi gialla ma la fretta, unitamente a un pizzico di daltonismo, alle volte può rivelarsi davvero cattiva consigliera. È quanto accaduto ai due agenti che, alla guida della Lamborghini della polizia, hanno terminato la loro corsa contro un’incolpevole classe A nera, facendo appena appena 350.000 € di danni (1). Ma tant’è… E degradiamo verso l’abbrutimento umano più totale grazie alla geniale trovata di Amazon, il più grande player nell’arena dell’e-commerce. Nella sezione “Costumi di Carnevale”, a partire da questa settimana, è possibile acquistare il “costume da profugo” per bimbo e bimba, giusto per far sentire i nostri figli più poveri di quanto già non siano (3). Di male in peggio grazie alla nostra beniamina Francesca Chaouqui: l’ex commissaria del Papa, è emerso questa settimana, avrebbe girato per anni in auto con il pass della zia disabile deceduta. Si è vista recapitare 95 multe per le quali ha avuto il coraggio di fare ricorso con l’espressione di una Sabrina Ferilli che ha preso un tir in piena faccia. Del resto, alcune multe le aveva collezionate la “zia, quando era viva!”(5). Andiamo più nel dettaglio e rechiamoci a Palizzi dove, durante la riunione per la costituzione di un Gruppo di Azione Costiera è apparso anche Giuseppe Bombino, presidente dell’Ente Parco, evidentemente preoccupato per lo stato di salute delle candide spiagge dell’Aspromonte (8). I nemici di vecchia data Ilario Ammendolia e Attilio Tucci, invece, sono stati pizzicati a confabulare durante un incontro politico:
È
che qualcuno progetti l’ammutinamento di un certo Giovanni Riccio? (10) E mentre Rosario Rocca si fa prendere dalla febbre da comizio “vendoliano” (4), tanti saluti ci fanno Gioacchino Criaco, Annarosa Macrì e Nicodemo Vitetta, giusto un secondo prima di papparsi una bella torta (7). La nostra redazione recupera invece da un archivio ormai storico una foto che risale all’anno scorso e che ci racconta una bella favola (6): c’era una volta una Siderno in cui regnavano tre commissari che avevano posato con il responsabile dell’ANAS per promettere ai cittadini l’imminente apertura della variante della Statale 106. Poi, come troppo spesso accadde, la promessa non venne mantenuta, ma arrivarono le elezioni democratiche, venne eletto un sindaco capace e la strada venne finalmente finanziata. E tutti vissero felici e contenti. A proposito di racconti della nostra terra, molti di voi avranno notato che nelle sue belle canzoni popolari, il nostro Peppe Voltarelli cita con insistenza la “bombola di gas”, fedele animale domestico della Calabria antica e moderna: questa settimana vogliamo proporvi lo scatto un suo meraviglioso esemplare (9)! E, come di consueto, chiudiamo in bellezza con quello che (si dice) D’Annunzio definì “Il chilometro più bello d’Italia” (2). Con sullo sfondo un meraviglioso Etna imbiancato dalla neve, infatti, il lungomare Falcomatà di Reggio ci ricorda quotidianamente perché vale la pena continuare a vivere in Calabria. Jacopo Giuca
RIVIERA
ATTUALITÀ
GIUDIZIARIA
Il sistema corruttivo a Milano Una delle pagine nere delle indagini sul malaffare nella Milano da bere non ha riguardato solo la presenza di consorterie della ’ndrangheta della Locride impiantate e operanti nell’hinterland meneghino. Tra le indagini coordinate dalla locale procura vi è una che ha trovato origine a seguito del rinvenimento della contabilità occulta di una società da dove è emerso, secondo gli investigatori, come una delle prassi sistematiche operative, seguite nella cura degli affari di impresa, fosse quella di remunerare indebitamente pubblici ufficiali a vario titolo coinvolti nelle iniziative sociali. Dunque, partendo da quegli spunti, costituiti per lo più da “voci di spesa” prive di giustificazione lecita, annotate a fianco della contabilità relativa a questa o quella operazione in corso, seguiva un’attività di indagine che – anche grazie al contributo confessorio di imprenditore – permetteva di mettere in luce un vero e proprio sistema di corruzione. Dal racconto dell’imprenditore viene rappresentata una situazione di assoluta e grave illegalità. Sullo sfondo di un sistema, appena tratteggiato ma chiaramente visibile, di rapporti politico-imprenditoriale sistematicamente costruiti sull’illegale favore reciproco, l’imprenditore I. rappresenta di avere avuto letteralmente a libro paga due pubblici ufficiali. Ciascuno di essi, in relazione alle reciproche sfere di competenze ed influenza, si mette a disposizione dell’imprenditore, in cambio di pagamenti di denaro e promesse di retribuzione a percentuale sui guadagni illecitamente procurati al corruttore. La naturalezza con cui I. ipotizza somme a favore dell’uno e dell’altro, in ragione di ogni singola pratica da trattare, denota l’abitualità in quel tipo di comportamenti e la possibilità di contare indiscriminatamente sui due uomini delle (almeno formalmente) istituzioni. Il campo di operatività del pubblico ufficiale “1” è vastissimo, tanto che da una posizione privilegiata accelera pratiche e favorisce il gruppo di I.; ma “1” ha anche un consolidatissimo rapporto all’interno della amministrazione comunale di un comune dell’hinterland di Milano, ove – quale membro del consiglio e della commissione edilizia nonché profondo conoscitore della macchina amministrativa e dei suoi attori (ad esempio di quel T. che si intasca 4000 euro difficilmente riconducibili ai suoi doveri di ufficio) – è pronto ad intervenire per ogni operazione edilizia di interesse di I.. Non meno inquietante il compito del pubblico ufficiale “2” il quale, non contento di favorire illecitamente I. grazie alla sua posizione di vertice, svolge il ruolo di dichiarato anello di collegamento con la moglie che è il sindaco di un comune del milanese per le necessità di I.: il tutto, ovviamente, dietro congrua ed indebita retribuzione. Ebbene, questo quadro di (ormai) ordinario malaffare ha trovato puntuale corrispondenza nelle verifiche condotte dalla autorità inquirente. Il contesto in cui muove la vicenda complessiva. è, per l’appunto, quello di soggetti che mettono la loro intera rete di poteri e conoscenze al servizio dell’imprenditore disposto a retribuirli profumatamente. Gli episodi narrati dall’imprenditore costituiscono condotte paradigmatiche del delitto di corruzione: I. promette soldi a pubblici ufficiali, per ottenere in cambio i loro servigi. E tanto basta e avanza per delineare, all’ombra della “Madonnina”, un rodato sistema corruttivo.
www.rivieraweb.it
DOMENICA 31 GENNAIO
4
La "crocetta" su GioiaTauro-Messina Il presidente della Regione siciliana non è d’accordo a creare un'unica autorità portuale tra Reggio e Messina perchè preoccupato per il peso rilevante che ha la‘ndrangheta nel controllo del porto commerciale calabrese non è d'accordo. Il 21 gennaio il Ministero dei trasporti e delle Infrastrutture ha approvato la riforma dei porti italiani. Nel decreto di “Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazioni” è stata stabilita innanzitutto una riduzione delle autorità italiane, sono passate ad essere 15 dalle 24 che erano. Per operare questo taglio il ministero ha stabilito di accorpare e centralizzare alcuni dei porti in questioni, almeno da un punto di vista formale. Già il giorno successivo alla pubblicazione del decreto ecco piovere le polemiche di chi aveva perso poltrone da distribuire e i relativi posti di lavoro. Il caso Gioia Tauro-Messina è subito montato. L’hub calabrese è indiscutibilmente più importante strategicamente e anche per movimentazione di teu, non è in competizione con il porto sullo Stretto. Le dichiarazioni di stampo politico, e le bordate, non sono mancate. Questo, secondo alcuni giornali locali, è stato quanto dichiarato da Crocetta in merito alla questione. «Se Messina assume una posizione leader è un discorso, ma cambia se diventa una succursale di Gioia Tauro. Questa situazione mi sembra sia invisa agli operatori economici della città, che sono preoccupati anche per il peso rilevante che ha la 'ndrangheta nel controllo di Gioia Tauro». Il fulcro delle paure di Crocetta nasce dall’impegno antimafia portato avanti dalla Sicilia in questi anni. Il presidente della Regione Sicilia avrebbe sostenuto infatti: «mentre in Sicilia in questi anni abbiamo portato avanti una battaglia per liberarci dalla mafia, in Calabria sono ancora all'inizio. Siamo preoccupati delle eventuali infiltrazione mafiose della 'ndrangheta che si potrebbero estendere a Messina». Le parole pronunciate da Crocetta sono state dure e potrebbero essere discusse a lungo. Accuse pesanti e che stanno spostando l’attenzione dalla questione vera. Che in Calabria ci siano dei problemi con la criminalità organizzata non è mai stato messo in dubbio, che a Gioia Tauro transitino grandi quantità di droga e
che quindi ci sia una componente mafiosa o corrotta è altrettanto certo. Ma leggendo le parole del presidente della Sicilia sembra anche di assistere al teatro dell’assurdo. Comunque focalizziamo l’attenzione sulla riforma. A stabilire chi è mafioso non siamo noi. Il taglio delle autorità è sicuramente un primo, e importante passo. È anche vero che in Europa, paesi con attività portuali molto più efficienti e produttive delle nostre si accontentano della metà di questi enti di gestione. Poi passiamo a quello che il timore maggiore montato leggendo questa riforma e assistendo a queste prime schermaglie. Il dubbio è: e se adesso fatta una norma, diciamo buona, la si trasformasse all’italiana? Spieghiamo
meglio. Vista la chiara rivalità e il fatto che ospitare la sede amministrativa o la presidenza dell’autorità portuale, con segreteria e uffici vari ed eventuali, porta con sé un potere gestionale, oltre che occupazione per il proprio territorio. Visto tutto ciò, non vorremmo che il tutto si risolvesse con una spartizione di cariche e uffici che renderebbe poco funzionale e inutile il provvedimento. Ad esempio, il presidente dell’autorità a Gioia Tauro e gli uffici a Messina, il segretario a Corigliano, o simili. Ops, forse stiamo dando anche un suggerimento… Sulla questione restano da sciogliere una serie di nodi logistici e legati alle prospettive di sviluppo, ma considerando che il porto di Gioia Tauro è commissariato e che è in perdita del 4% dei traffici. È che stiamo parlando di uno dei più importanti porti della Penisola. Il primo problema da risolvere è dare una guida competente, indipendente e affidabile a questo ente. Poi riprenderemo i discorsi su sviluppo industriale, retroportualità e implementazione del sistema di trasporti che già diverse volte abbiamo illustrato. Poi bisogna riconoscere che nel decreto sono stati previsti altri tagli e semplificazioni, come quello del taglio dei soggetti deputati ai procedimenti amministrativi. Dovrebbero essere coordinati dallo Sportello unico doganale con l’Agenzia delle dogane e dello Sportello unico amministrativo. Questo su carta, perché poi nella realtà vedremo come si farà a semplificare e velocizzare le procedure a Gioia Tauro. Per adesso il porto calabrese ha dei tempi biblici per il controllo e l’analisi delle merci, anche perché non ha un proprio laboratorio di analisi. Solo per dirne una. Ma nei prossimi giorni analizzeremo punto per punto il decreto e vedremo cosa ne salterà fuori. Inoltre vedremo anche rispetto al discorso di Crocetta se il porto di Messina e i porti siciliani siano così immuni da provvedimenti di sequestro di droga e da infiltrazioni mafiose e vi faremo sapere. Eleonora Aragona
L’INTERVISTA
Vittorio Zadotti ci racconta il suo Sporting Locri Nella conferenza stampa dello scorso martedì mattina il neo Presidente della squadra ha presentato un nuovo assetto organizzativo. In programma per lo Sporting una crescita esponenziale e un futuro radioso, che dovrebbe renderla un’eccellenza regionale È cominciato ufficialmente lo scorso 26 gennaio il nuovo corso dello Sporting Locri, la squadra di calcio a cinque femminile che ha fatto tanto discutere di sé durante le feste di Natale per le minacce di presunto stampo mafioso alla dirigenza Armeni. Il nuovo presidente, Vittorio Zadotti, dopo essersi preso il tempo necessario per comprendere appieno quali fossero le mancanze e i punti di forza della squadra, si è presentato alla stampa con un programma ambizioso eppure concreto, già avviato con un rimpasto generale dei professionisti che orbitano attorno alle ragazze. «In generale - ha affermato il presidente - non potevo assolutamente lamentarmi del livello tecnicosportivo della squadra, ma è innegabile che la situazione organizzativa fosse deficitaria e non esclusivamente a causa dei noti fatti. Questa condizione mi ha spinto a effettuare nuove nomine attingendo al validissimo staff della Cantera, la seconda squadra del sodalizio amaranto, da cui provengono il nuovo allenatore, Gianfranco Sansotta, e il direttore sportivo Valentina de Leo. Sono stati reintegrati i dimissionari Danilo Campo e Maurizio Bertone, che hanno ripreso i loro ruoli di preparatore dei portieri e fisioterapista, ai quali ho voluto aggiungere il preparatore atletico Vincent Belvedere e la nutrizionista Elisa
Ventre per garantire il benessere e le buone performance delle ragazze. Allo stesso tempo c’è stato un rimpasto per quanto riguarda i servizi di segreteria e comunicazione, oggi affidati a Margherita Catanzariti, e legali, di cui si occuperà Guido del Re. «Per adesso gli obiettivi che ci prefiggiamo si limitano al mantenimento dello status quo, ovvero a rimanere nella categoria riorganizzandoci in vista del prossimo campionato, nel quale sogno di dare alla squadra una matrice più regionale. Sempre in vista di ciò sto avviando le pratiche per fare in modo che il club cresca e si amalgami meglio con la Cantera che, di qui a pochi mesi, dovrebbe diventare una squadra dedicata ad atlete under 21 e un vivaio utile a far crescere sportivamente le professioniste di domani. «Anche se condizionato da mille eventi, insomma, lo Sporting dovrà mantenere la sua natura di eccellenza sportiva territoriale (uno status quo del quale bisogna indubbiamente ringraziare l’oculata amministrazione Armeni) che realizza però il sogno di competere con i più grandi del settore, diventando protagonista indiscussa della categoria». Non tutto il male viene per nuocere, insomma. Lunga vita allo Sporting Locri! Jacopo Giuca
APPROFONDIMENTO
La banalità d LA SUA FOTO CONTENDE IL PRIMATO AL“CAVALLINO ROSSO”DELLA FERRARI. LUI,“IL MASTRO”, INSIEME ALLA SUA“APE GREEN”, ORMAI PIÙ FAMOSA DEL MULINO BIANCO, SONO DIVENTATI UN FORMATVENDUTO QUOTIDIANAMENTE PER ILLUDERCI CHE L’ANTINDRANGHETA STIAVINCENDO. ILARIO AMMENDOLIA
te banale. Manca la dimensione drammaticamente tragica e cupa che fu di Ntoni Macrì, di Nicola D’Agostino, di Peppe Avignone, di Mommo Piromalli. Nei locali di “Ape Green” si sente odore di detersivi e sbiancanti che sembrano aver lavato ogni traccia del “pensiero ‘ndraghetista” come “filosofia” negativa della vita e del mondo. Manca l’esaltazione di un falso “valore” e del presunto “coraggio”. Tutto è drammaticamente mediocre come in una scadente bottega artigianale. Una ‘ndrangheta schiacciata sulle piccole cose di pessimo gusto come il continuo “annacamento”, la “ritualità”, i piccoli commerci illeciti, le pratiche quotidiane, le maldicenze di paese. Anzi dalle intercettazioni emerge una ‘ndrangheta che parla di “politica” come lo si può fare in una qualsiasi barberia di un piccolo cen-
Toh, il “mastro”! Non c’è mattina che tu apra il giornale e non veda la sua foto. Come un diavoletto si infila dappertutto, nei quotidiani regionali, in televisione, sulla stampa nazionale. Ovviamente sto parlando di Giuseppe Commisso alias il “mastro” presunto capo della locale di Siderno, quella che dovrebbe essere la più potente e temuta cosca della Calabria. La sua foto contende il primato al “cavallino rosso” della Ferrari mentre “Ape Green”, la sua lavanderia, è diventata più famosa del “Mulino Bianco”. Confesso, mentre il “mastro” era libero non sapevo neanche della sua esistenza. Adesso che è in carcere cerco nei suoi dialoghi, per come emergono dalle intercettazioni, e ho l’impressione che si stagli una figura sostanzialmen-
Il caffè del m
opera drammaturgica di Lidia Zit
IL PROFESSOR BRIGINA, CON IL SUO CAGNOLINO E IL CAPPOTTO DIVIGOGNA, SI RECA AL BAR CENTRALE PER PRENDERE IL CAPPUCCINO DI RITO MA PER RAGIONI NON BEN CHIARE NESSUNO È DISPOSTO AD OFFRIRGLIELO
Sono le otto e dieci del mattino, i bambini appena consegnati come pacchi postali a maestri e professoresse, e l’intellighenzia culturale di un piccolo paesino della costa ionica (che per comodità chiameremo Si-Derry), si affolla al bar per tentare di svegliarsi da decennale torpore con legalissime sostanze stimolanti come caffè, cappuccini, marocchini e cioccolata. La precisazione è d’obbligo: i vertici dell’intellighenzia culturale di Si-Derry hanno appena un’infarinatura di storia e letteratura che gli consente di riconoscersi tra simili, come i felini della savana annusandosi il didietro. Il professor Brigina, con il suo cagnolino e il cappotto di vigogna, si reca lentamente al bar centrale per prendere il cappuccino di rito. Avendo però saputo dalla moglie che - per ragioni non ben chiare - tutti coloro che avrebbero preso il caffè, o peggio, l’avessero offerto o se lo fossero fatto offrire, sarebbero passati per mafiosi, ‘ndranghetisti o per massoni collusi, per colletti bianchi devoti, per professori e intellettuali prostituiti alla mafia, Brigina è tormentato da dubbi. Rallenta ulteriormente il passo confidando nella vescica del suo cagnolino. Nella sua testa rimbomba un’indecisione che lo fa allontanare e poi riavvicinare alla porta
del bar. Ha bisogno di un caffè, magari anche due. Prende caffè da quando aveva sedici anni e non riesce a togliersi il vizio, e veramente, prima di quella mattina, non ci aveva neanche mai pensato che la cosa potesse danneggiare la sua reputazione. Al contempo le parole della moglie lo mettono all’erta. Pensa: “Professore, sono professore, seppur pensionato. Magari non sarò professore universitario, ma di certo di storia ne capisco più di quella rapa di Nanni, che insegna a Messina. E se poi si facesse il mio nome, come l’altra volta?”. Brigina è dilaniato dal dubbio, ma contemporaneamente il suo bisogno di caffeina si fa più stringente, e la vescica del cagnolino s’è ormai svuotata. Con fare distratto si avvia verso il bar e vi entra con passo sicuro. Immediatamente viene catturato da una sua conoscenza, un suo ex allievo. “Professore carissimo! Che piacere vedervi!”. “Piacere mio… Peppe. Tu sei Peppe, della quinta B?”. “No, professore, sono Ciccio, ero nel corso A! Ma come, non vi ricordate?”. “Ah, sì, che mi ricordo! Eri discolo, e una volta ti diedi una bacchettata sulla schiena”. “Eh! Me la sento ancora!”. Brigina lo squadra: ora che ci pensa ha gli occhi troppo vicini e la fronte bassa. In un
impeto lombrosiano Ciccio gli pare avere fattezze da criminale, da corriere della droga. “Proprio quel tipo lì” pensa Brigina, socchiudendo gli occhi. Il cagnolino intanto gli annusa le scarpe e i pantaloni. “Perché? – si domanda Brigina - Palù è tanto timido, cos’avrà mai sentito? Forse odore di cocaina? Mi ricordo quella volta che scovò il gatto nell’armadio: non la finiva più di abbaiare, Palù ha un olfatto finissimo”. Mentre Brigina è assorto nel mare dei suoi pensieri, Ciccio dice allegramente: “Venite, professore, che ci pigliamo un caffè. Offro io!”. Brigina salta su: “NO!” grida così forte che tutti nel bar si voltano verso di lui. Ma ormai Brigina ha perso ogni remora: “Io il caffè me lo offro da solo, al massimo lo offro al mio cane, che è molto meglio di tutti voi!”. Ammutoliti, baristi, camerieri, avventori, ‘ndranghetisti, intellettuali, madri di famiglia e muratori, si guardano perplessi l’un l’altro, con la tazzina di caffè a mezz’aria. Brigina si avvicina a grandi passi al bancone, poggia violentemente settanta centesimi spiccioli sul piano di marmo e grida, rivolto a tutti: “E poi io il caffè lo predo decaffeinato!”.
Da sinistra, Cosimo Alessandro Manno Pio fuori da un bar Maderno. Sono sta condannati nell’inc
www.rivieraweb.it
DOMENICA 31 GENNAIO 7
del“mastro” tro aspromontano e che, molto spesso, la demanda a personaggi di debolissima lega e di nessuna caratura. Una cosa è certa: non è il mastro a imporsi con il suo carisma ma sono “altri” ad andare in lavanderia e a conferire a questo modesto “impiegato” le doti di “capo”. Nella lavanderia “ape green” entrano in tanti e sono soprattutto persone “normali”. Perché ci vanno? Ho letto le recenti dichiarazioni del dottor Gratteri che accusa di attiguità la borghesia sidernese, sostanzialmente mafiosa perché, a suo dire, ogni mattina aspetterebbe sulla porta del bar qualcuno dei “Commisso” a cui offrire un caffè! Sono sempre attento alla dichiarazione degli esperti e ho grande rispetto per le idee altrui. Tuttavia troverei strano per un magistrato di tale esperienza, questa deriva sociologica di apparente ispirazione marxista se non comprendessi perfettamente il labirinto in cui si è cacciato (più per debolezza della politica e degli “intellettuali calabresi che per responsabilità sua) e in cui è costretto a vagare senza mai trovare il bandolo della “matassa”. Comunque, io resto convinto che in tanti - fra gli ultimi - siano entrati in quella squallida lavanderia solo perché questa era l’unica porta che hanno trovato “aperta”. Molti, i più, nonostante tutto, non hanno mai varcato quella soglia! Altri ci sono entrati perché in Calabria, tanta gente comune ed emarginata, trova sbarrate le porte della “politica”, chiuse a doppia mandata quella delle Istituzioni, sostanzialmente serrate quelle dei tribunali, delle caserme, delle banche, e finanche quella delle Chiese. L’unica porta spalancata che i calabresi - soprattutto i più deboli - hanno trovato nella loro storia recente sono le stazioni per emi-
mattino,
tara in un solo atto
o Maiolo, o e Domenico di Cesano ati arrestati e chiesta Infinito
IRONIA DELLA SORTE, TUTTO EBBE INIZIO CON UN CAPPUCCINO. L’OPERAZIONE CRIMINE CHE EBBE TRA I PROTAGONISTI IL“MASTRO”FU RICOSTRUITA GRAZIE A UN PARTICOLARE: IL BARISTA SI RICORDÒ CHE IL KILLER DI CARMELO NOVELLA, ANTONINO BELNOME AVEVA ORDINATO UN CAPPUCCINO, PER LA PRECISIONE“UN CAPPUCCINO CHIARO”
NEISUOIDIALOGHI, PERCOME EMERGONODALLE INTERCETTAZIONI, SI STAGLIAUNAFIGURA SOSTANZIALMENTE BANALE. MANCALA DIMENSIONE DRAMMATICAMENTE TRAGICAECUPACHE FUDI NTONI MACRÌ, DI NICOLA D’AGOSTINO, DI PEPPE AVIGNONE, DI MOMMO PIROMALLI.
grare o le carceri come ultima deriva a scelte sbagliate a cui, molto spesso, sono stati indotti. In Calabria quasi tutti i “capi” somigliano terribilmente al “mastro” mentre ogni persona fragile è sostanzialmente sola e senza tutele e, gioco forza, quando lo “Stato” è latitante, suppliscono i “mastri”. Combatterli, significa far in modo che ogni cittadino senta alle proprie spalle l’autorità dello “Stato” e quindi di non aver alcun bisogno di un “protettore” (di nessun tipo, ordine e natura) per essere curato in un ospedale, per trovare un lavoro, per avere giustizia, per tutelare la propria dignità, per garantire la sua libertà e il suo buon nome anche rispetto ai pruriti dei “mastri” e ai sogni di gloria e di carriera di una certa “antimafia”. È questa l’unica e sola strada da seguire e… non ci sono scorciatoie. Invece si preferisce compattare il “mastro” e “ape green” in un format da vendere quotidianamente per illuderci che l’antindrangheta stia vincendo. Ripeto e sottolineo: è solo una stolta ed interessata illusione! Anzi, e per dirla proprio tutta, ho l’impressione che in molti agitino il “mastro” perché ci vogliono servi, perché si pretende di considerare immodificabile questo ordine ingiusto e questa finta “legalità”. Francamente ci siamo stancati della “centralità” dei “mastri” e vorremmo collocare al centro dell’attenzione nazionale la Calabria vera ed i calabresi con i loro drammatici problemi. E sono soprattutto questi che si tenta di offuscare con ogni mezzo, anche grazie alla frenetica narrazione dei tanti “antimastri” che troviamo banali almeno nella stessa misura del “mastro” originale.
ATTUALITÀ
“
www.larivieraonline.com
DOMENICA 31 GENNAIO 08
? O N / I S , I L I V I C I N O I UN
“
onio sono im tr a m l a ili v ci i n io n u e delle Contro l’equiparazionchi con i pantaloni a palazzo e chi con le entrati a gamba tesa, iato Adriano Celentano e Daniela calze a rete, il Mollegg a”. Il primo ha dichiarato:《Giusti i diritti solo tra è io n Santanchè,“la pitoness o im tr a m il a m li, a osessu anche nelle coppie omenti si chiamerebbe“patrimonio”》. uomo e donna. Altrim 《Le unioni civili, che non osteggiamo, Mentre la Santanchè:o quello che la sinistra vorrebbe sono ben altro rispett r west di regole che avrà un effetto detimporre. Ovvero un fari》. Sul fronte dei sì all’equiparazione, onatore sui nostri valo mosa di una nonna arcobaleno che, invece, una voce non fare della Sera, lancia un interrogativo : dalle pagine del Corrie sono migliaia di clausole e formule “Per spedire le merci ciumane non possono essercene due o possibili, per le unioni eno dei cocomeri?”. om tre? Perché?Valiatram mbi i fronti. Di seguito la voce di en
Un'oasi chiamata famiglia Il dibattito che da tempo interessa il nostro Paese, circa la realtà della famiglia e "nuovi diritti", assume una dimensione particolare in Calabria. Quando si discute della nostra regione tra i punti di forza viene registrata la coesione familiare, il forte senso della famiglia che i calabresi hanno mantenuto nelle circostanze più diverse. La famiglia in Calabria è considerata l'unica oasi, l'unica realtà che in assenza di interventi statali, o di altre realtà sociali, protegge i suoi membri più deboli o in difficoltà. Le particolari condizioni economico-sociali della regione, in passato come oggi, rendono più facile comprendere il valore dei rapporti umani, secondo una logica di concretezza che nasce dalle difficoltà vere della vita. Possono altre "unioni" mettere a rischio una delle realtà più belle della nostra terra? Ma forse è opportuno porsi un'altra domanda: la famiglia in Calabria è ancora così solida? Una certa modernità ha già messo in crisi buona parte delle certezze di cui si diceva? I "nuovi diritti" che oggi si invocano costituiscono l'ultimo capitolo di un processo iniziato già da molti anni e che nella "rivoluzione del 68" ha avuto un momento topico. La rivoluzione culturale, stabilizzata e potenziata in quel periodo nel mondo occidentale, ha avuto conseguenze devastanti per la nostra Civiltà: il piacere soggettivo diviene l'unico vero "valore" da ricercare. Non vogliamo semplificare o banalizzare una fenomeno complesso che ha avuto anche i suoi aspetti positivi, ma forse è proprio questa l'eredità del 68: una forma di narcisismo che rende difficile, se non impossibile, i rapporti umani a cominciare dalla stessa vita familiare. La relazione umana si realizza nell'empatia, nella capacità di decentrarsi e comprendere le ragioni dell'altro, ma una persona centrata su di sé non è nelle condizioni psicologiche di "cogliere l'altro" con la conseguenza che è incapace di relazione. Purtroppo, la cultura del narcisismo si è diffusa da tempo in tutti gli strati della società, rendendo difficile il rapporto tra i coniugi e, pertanto, il sano sviluppo dei bambini. La modificazione genetica della nostra società in senso libertario non ha portato la "fantasia al potere" né maggiore soddisfazione nella vita, ma bambini ineducabili, coppie in lite perenne, solitudini, egoismi, indifferenza, violenza e nuovi disagi. Oggi la famiglia vive gli effetti negativi dell'ideologia libertaria, forse in Calabria gode ancora di una discreta salute, ma non c'è da farsi eccessive illusioni: le cose stanno cambiando, in peggio, anche per noi. Forse la nostra storia ci consente di capire più facilmente che proseguire su questa strada può significare distruggere l'oasi più importante, la realtà che più ci ha protetto e ci protegge. L'urgenza è di riscoprire la sana relazione e il vero senso della famiglia, non fare un altro passo verso la dissoluzione. Giuseppe Giarmoleo
Permotivipolitici siutilizza squallidamenteil “benedeibambini” Ricorderete sicuramente Elvira Ruso. La mattina dell’11 novembre 2014 era venuta a trovarci in redazione saettante felicità. Aveva appena protocollato al comune di Siderno la sua richiesta di istituire il Registro delle Unioni Civili. Da sempre in prima fila nella battaglia per i diritti civili, anche lei il 23 gennaio scorso era tra quel milione di sveglie che hanno suonato in 89 piazze d’Italia. - Elvira, anche tu presente a Reggio sotto lo sventolio di centinaia di bandiere arcobaleno per dire: “È ora di essere civili!”. Che atmosfera si respirava? Sì, mi trovavo anch’io lì a Reggio Calabria a sventolare la bandiera, poichè ritengo che ancora oggi alla popolazione calabrese siano veramente necessari messaggi forti. Infatti delle immagini meravigliose che scorrevano l’indomani su tutte le reti televisive, di tutte le piazze gremite di manifestanti, colpiva soprattutto la presenza massiccia di coppie eterosessuali... cosa che, ahimè, a Reggio non ho riscontrato. Apro una parentesi paradossale: quel giorno mentre camminavo sul corso per raggiungere il teatro Siracusa dove era l’appuntamento per l’incontro, dei ragazzi giovanissimi e visibilmente omosessuali chiedevano informazioni su dove si terrà la giornata del “Family day” e non di “Svegliati Italia”. Questo perchè l’informazione scorretta crea soltanto una grande confusione. - Per ostacolare il ddl Cirinnà si agita il fantasma dell’utero in affitto, ma esiste già una legge che lo vieta, la 40/2004. Non vi manda su tutte le furie questo ostruzionismo di certa politica? - Reputo che la proposta Cirinnà accolga in pieno tutti i bisogni e garantisca a tutti gli stessi diritti, quindi quest’ostruzionismo è del tutto ingiustificato. - Il ddl Cirinnà riconosce alla coppia diritti di reciproca assistenza sanitaria. Ora come ora non è possibile accompagnare il partner in sala operatoria perchè non si è riconosciti come parenti. Cosa pensi di questo “divieto”? - Penso che l’Italia sia fra gli ultimi Paesi civili in cui, per motivi meramente politici, si faccia ancora a botte per inserire un diritto legittimo utilizzando squallidamente il “bene dei bambini”. - Chi è contrario all’equiparazione tra le unioni civili e il matrimonio tra un uomo e una donna sostiene che un bambino debba avere esperienza della reciprocità fra maschile e femminile a livello genitoriale, poichè esiste una differenza e complementarietà tra l’uomo e la donna che non è solo biologica ma anche affettiva, comportamentale e psicologica. Tu cosa rispondi a questa convinzione? Ritengo che riconoscere alle famiglie omosessuali il diritto di adottare il figlio della propria compagna/o garantisca allo stesso bambino più diritti e più amore. Ammettere l’esistenza di una famiglia arcobaleno non pregiudica l’esistenza e l’importanza della famiglia tradizionale. Credo che le due realtà di famiglia possano convivere insieme. In un paese dove ci sono diritti per tutti si vive meglio. - Più di un anno fa hai protocollato al comune di Siderno la tua richiesta di istituire il Registro delle Unioni Civili. Com’è andata a finire? Quella storia si è interrotta circa un anno fa, comunque poco cambia visto che la mia richiesta personale avrebbe garantito diritti anche alle coppie di fatto. E comunque voleva scuotere Siderno. Dalla data del mio protocollo al comune di Siderno (novembre 2014) a oggi, il consiglio comunale deve ancora pronunciarsi in merito, il che mi indigna. Lo stesso comune ha patrocinato il Gay Pride che si è svolto a Reggio Calabria nell’agosto 2015 ma non ha ancora istituito alcun registro. Sicuramente Siderno ha innumerevoli problemi, e io da cittadina li vivo tutti, ma averli non giustifica la poca attenzione verso i diritti delle coppie omosessuali. Forse si sta aspettando che arrivi la legge così nessuno potrà infuriarsi?! Maria Giovanna Cogliandro
GERENZA
Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14
Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.
ATTUALITÀ
Direttore responsabile: MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Cristina Caminiti, Eleonora Aragona, Franco Parrello, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta, Katia Candido.
www.larivieraonline.com
Venerdì 22 gennaio un’assemblea dei sindaci (poco partecipata) ha discusso le possibilità di recuperare l’impianto di San Leo e di impedirgli di continuare a puzzare. Grazie all’impegno del Consorzio Locride Ambiente e all’avvio della differenziata siamo a ottimo punto, ma fare l’ultimo passo richiederà maggiori sforzi.
DIFFERENZIATA
Riqualificare San Leo deve passare dall’impegno di tutti
“
San Leo dovrebbe diventare parte del circuito“Conai”, occupandosi dello smaltimento dei rifiuti solidi e spedendo fuori dal comprensorio solo l’umido.
on il sempre più imminente avvio della raccolta differenziata, l’Amministrazione Comunale di Siderno conta di risolvere anche un grave problema che, negli ultimi anni, ha afflitto la città: quello dei miasmi percepiti in contrada San Leo. Già in campagna elettorale, e non senza polemica, il sindaco Fuda aveva sottolineato che, qualora eletto, avrebbe fatto quanto in suo potere per cercare di riqualificare l’impianto del trattamento dei rifiuti solidi urbani, ripromettendosi di chiuderlo senza possibilità di appello nel momento in cui avrebbe continuato insistentemente ad ammorbare i cittadini con il proprio fetore. A sei mesi dall’insediamento dell’Amministrazione, il primo cittadino torna sull’argomento durante un incontro con i vertici di Locride Ambiente, svoltosi venerdì 22 gennaio nella sala delle adunanze del Comune. L’incontro, che avrebbe dovuto coinvolgere tutti i sindaci del comprensorio, considerato che San Leo resta l’impianto di riferimento per la raccolta della spazzatura dell’intera Locride, ha invece attirato l’attenzione di soli undici primi cittadini, generando giusto sdegno nel presidente del Consorzio Vincenzo Loiero. Obiettivo della riunione, infatti, sarebbe stato quello di discutere, alla presenza di tutti, quali possano essere le sorti dell’impianto a seguito dell’ottenimento di tre risultati dalla riunione fatta in Regione. I comuni, infatti, conferiranno l’umido a Siderno, dove verrà trasferito senza deposito a Vazzano a spese della Regione Calabria, sono finalmente attive le strutture per la lavorazione del secco (cosa che risparmierà agli amministratori i costi di tra-
Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl info 0964383251 GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari. STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce
EDITORE - No così srl - via D.Correale, 5 89048 Siderno
DOMENICA 31 GENNAIO
10
La Fidapa promuove una delle nostre eccellenze a Siderno Superiore
C
sporto a Lamezia o Palmi) e con la differenziata verranno ridotte le tariffe di conferimento da parte dei comuni stessi. Inoltre, con l’avvio della raccolta differenziata e una giusta comunione di intenti, San Leo dovrebbe finalmente diventare parte integrante del circuito “Conai”, occupandosi così dello smaltimento dei rifiuti solidi. Il raggiungimento di questo obiettivo, che garantirebbe un notevole risparmio economico per tutti i comuni di zona, sarà indubbiamente propedeutico all’apposizione della parola fine a problematiche che sono verranno ulteriormente affrontate dal consorzio il 2 febbraio al dipartimento della Regione ma, benché la soluzione di questa situazione sia a un passo, c’è comunque poco da stare allegri. La cronica assenza della più sostanziosa fetta di sindaci del nostro territorio a questo genere di assemblee non fa che allungare i tempi necessari a risolvere anche le più piccole problema-
tiche territoriali, un problema che si ripresenta periodicamente da moltissimo tempo, spesso indipendentemente dalla cattiva comunicazione degli organizzatori degli incontri che, secondo i più, sarebbe stata alla base della scarsa partecipazione in questa occasione. Insomma, c’è la netta impressione che le svolte di cui si parla tanto sarebbero potute arrivare anche prima con una migliore organizzazione e il raggiungimento di un’ottimo obiettivo potrebbe essere condito ancora una volta dalla sensazione di occasione sprecata. L’impegno di Locride Ambiente e la questione differenziata raddrizzerà sicuramente le sorti del conferimento dei rifiuti a Siderno, ma se non si impegneranno tutti allo stesso modo saremo ancora al punto di partenza e San Leo continuerà a puzzare come un topo morto. E a quel punto non si biasimi Fuda quando ordinerà la chiusura dell’impianto. Jacopo Giuca
Lo scorso sabato 23 gennaio, Palazzo De Mojà di Siderno Superiore ha ospitato un convegno promosso dalla sezione di Siderno della Fidapa e patrocinato dal Comune e dalla Pro Loco. L’incontro è stato incentrato su una delle nostre eccellenze alimentari, il Fico Dottato, ed è stato seguito da una degustazione.
La bici degli studenti renderà più facile attraversare l’Aspromonte
Stratidigolosità Enrico Cusenza, proprietario della Gelateria Strati, è giunto secondo a un concorso per pasticcieri con la sua torta “Passion”: una camicia di vaniglia con un inserto di mousse e gelé di lampone, mousse e gelé di mango e cioccolato bianco, il tutto appoggiato su uno stroisel al cacao, mandorla e the verde con sopra mandorle grezze e granella di fave di cacao. Come ama affermare lui: “Un coinvolgimento di emozioni sotto una glassatura di caramello!”
Andrea AR torna con una nuova canzone tutta dedicata alla Calabria Ricorderete Andrea AR, il “nostro” idraulico con la passione per il canto che, appena un anno fa, cercava di emergere con la sua bella “Sognando te”. Andrea continua a coltivare la propria passione per la musica e , questa settimana, è stato pubblicato su YouTube il video della sua nuova canzone, “U Vagabundu”, un pezzo dialettale che rende omaggio alla nostra terra e alla storia dei nostri migranti.
Eccola! È stata presentata giovedì scorso la prima bicicletta a pedalata assistita interamente realizzata dagli studenti dell'ITT Panella Vallauri per il Parco Nazionale dell’Aspromonte. Ancora una volta i nostri giovani dimostrano di avere grande attitudine per la tecnica e spirito di iniziativa.
I comunisti cercano la sopravvivenza a Siderno
Sabato 23 gennaio la Sala Consiliare del Comune di Siderno ha ospitato il PCd’I, impegnato nell’incontro “Ricostruire il Partito Comunista”. I vertici di partito hanno presentato idee e proposte per cambiare la storia non solo del partito e della coalizione politica, ma anche quella dell’intero Paese.
ATTUALITÀ
www.larivieraonline.com
DOMENICA 31 GENNAIO 14
MiniTorneo di tennis carnevalizio tra Siderno e Roccella Il T.C. Siderno e quello di Roccella per il periodo di carnevale organizzano un mini torneo al quale parteciperanno circa 30 bambini provenienti da vari comuni della locride di età compresa tra i 6 e i 12 anni. Stefano Cataldo, direttore dell’evento, mette in evidenza l’importanza educativa del torneo, che coniugando gioco e competizione, spinge i giovani tennisti a seguire le regole, rispettare l’avversario e sapere allo stesso tempo sia accettare le sconfitte, che godere delle vittorie.
LA POESIA/1
Avvocato! Ripiegata sui libri e con tribolazione, così hai raggiunto il gran risultato. Per esercitar la professione, che da bambina, hai sempre sognato. Ti sei edificata l'abilitazione, per la professione dell’avvocato. Pedinando il tuo istinto, che non fu tradizione, di chi la tramanda, da antenato ad antenato. Ti esporrai senza limiti, in arringhe e pareri, verso chi è alla sbarra o in banale contesa. Per gloria e guadagni, titoloni e forzieri; il successo costante, arriderà ogni attesa. Ma, il tuo rimborso sarà il principale se, la giustizia mostrerà affermazione. Se proprio mai, il ritorno personale, affiorando sovrasti… ogni tua operazione! Giuseppe Lupis
LA POESIA/2
L’Umiltà L’umiltà è il fondamento della democrazia. La pace significa anche essere uomini umani, pieni di umanità, simile tra i simili, non voler primeggiare a tutti i costi sugli altri! L’egoismo è la negazione del bene, portatore di perfidia, insidie e guerra. L’amicizia è feconda, produce armoniosa concordia, costruisce la via per vivere insieme. B.G.
ILRICORDO Bevilacqua Rosa il tempo non lenisce minimamente il dolore che proviamo per la tua perdita. Sei sempre nei nostri cuori. La Famiglia
Terminati i lavori della pista ciclabile possiamo definitivamente smentire l’assessore Guttà, che aveva garantito che il prodotto finale sarebbe stato gradito ai cittadini. Il fatto che il percorso sia brutto e poco funzionale, tuttavia, non dovrebbe farci sentire liberi di non rispettare gli altri...
“
Pista ciclabile: l’orrore non giustifica l’inciviltà Due vetture, per evitare la nettezza urbana, avrebbero oltrepassato la barriera di sicurezza procedendo lungo la pista e mettendo in pericolo i ciclisti
L’oscenità della pista ciclabile di Siderno continua a generare insistite polemiche sui social network. Un’inspiegabile frenata sui lavori di realizzazione del percorso ha garantito il suo completamento solo nell’arco dell’ultima settimana, quando gli abitanti della nostra città hanno progressivamente visto apporre i paletti pretesi dall’Unione Europea per garantire la sicurezza dei ciclisti nei tratti in cui la pista corre parallelamente alla carreggiata destinata al traffico automobilistico. L’Assessore Guttà aveva pregato i sidernesi di attendere il prodotto finito prima di giudicare il lavoro del Comune ma i giudizi non sono cambiati rispetto a quelli più frettolosi della fine del 2015: la pista ciclabile continua a essere uno schifo e per di più pericolosa. Indipendentemente dall’oggettiva scadente qualità del progetto, sul quale il sindaco Fuda ha già garantito di voler rimettere mano per poterlo migliorare, questa pista è ormai una realtà che avvicina la nostra città agli standard europei e, in quanto tale, rappresenta una conquista per la comunità, che dovrebbe venire progressivamente educata all’utilizzo della bicicletta, un mezzo di locomozione salutare ed ecologico che, lungo la nostra costa, può essere utilizzato per almeno trecento giorni l’anno. Proprio nel concetto di “educazione”, comunque, risiede il problema che andiamo ad affrontare oggi. Martedì compare su Facebook la foto di due vetture che, per evitare di attendere che il camion della nettezza urbana terminasse
di svuotare i cassonetti o di arrischiarsi a superarlo una volta passate le auto provenienti dalla direzione opposta, avrebbero oltrepassato la barriera di sicurezza proseguendo la loro corsa per diverse centinaia di metri lungo la pista ciclabile. Il fatto che il tracciato sia fatto male, brutto a vedersi e crei qualche disagio alla circolazione, non credo affatto che giustifichi una così grave violazione del codice della strada come i due automobilisti hanno voluto comunicare attraverso il noto social network. Con il loro gesto inconsulto, i conducenti in questione avrebbero dato per scontato che nessun ciclista transitasse sulla pista e dimostrato di essere parte di quella (ahimè) troppo grossa fetta della popolazione (italiana e non solo sidernese) convinta di essere assoluta padrona della strada.
Spiace dirlo, ma effettuare una manovra del genere pensando solo con sufficienza alle conseguenze che un gesto simile potrebbe avere, è una dimostrazione di inciviltà che, ne siamo certi, non è la natura predominante di chi ha compiuto questo gesto. Appuntare su internet come un distintivo una foto che dimostra come si evita un disagio, anziché testimoniare il disagio stesso, non è un’ironica dimostrazione di quanto si viva male da queste parti, anche perché si passa in automatico dalla parte del torto. La pista ciclabile, e i ciclisti che si avventurano a utilizzarla, devono essere rispettati. Altrimenti vuol dire che ci meritiamo l’orrore partorito dagli operatori del Comune. Jacopo Giuca
Il trenino nuovo Se l'Italia è una e indivisibile, noi cari magnogreci ionici, siamo separati dal resto della penisola, umiliati per la mancanza di ogni wellfare di cui usufruiscono tutto il resto dei cittadini, come ci dobbiamo chiamare? Ma adesso è arrivato il limite della sopportazione, la misura è colma! Ci hanno regalato un trenino ultimo modello per andara da Locri a S.Ilario! Un contentino, come un dolcetto che si dà ai bambini per farli stare buoni. Qualcuno dice che gode nel sentire passare il trenino, per il rumore, perchè abita vicino alla ferrovia... beato lui! Non è assolutamente possibile continuare così, ne va della dignità non solo di noi, ma di ogni essere umano degno di tale condizione. L'altro giorno guardando una cartina dell'Italia con le indicazioni stradali e ferroviarie, la zona ionica è completamente vuota! Non sono segnate strade, non vi è alcun tracciato con binari. Camminando, en pessant, ho sentito anziani che discorrevano. Mi ha colpito una frase detta da uno di loro con amarezza: "Quanto era bello una volta, andavi alla stazione e prendevi il treno per ogni dove. Ora possiamo fare solo una passeggiata sul marciapiede, bici permettendo, e attendere l'ultimo viaggio!". Quanta tristezza e quanta nostalgia in queste semplici e poche parole! L'importante non è il modello del trenino ma la meta che si può raggiungere salendovi. In fondo, cari ionici, non si chiede molto. Queste stesse vetture dovrebbero collegare più volte al giorno A/R via ionica, Reggio Calabria a Sant'Eufemia, in coincidenza con i treni a lungo percorso, Reggio Calabria a Crotone e a Bari (città fornite da aeroporti). La mobilità è vita, la mobilità è benessere, il cambiamento d'aria fa bene alla salute! Per non parlare, poi, dei tanti che desiderosi di fuggire dall'inquinamento verrebbero nelle nostre località per ossigenarci, dando respiro all'accoglienza turistica alberghiera. D'altra parte è giusto ed essenziale che chi sale sul treno, vetture vecchie o nuove, ionico
o straniero, usufruendo di un pubblico servizio, debba osservare la legge ed essere munito di biglietto! Dando valore al viaggio e non insudiciando sedili, tende e quant'altro. Bisogna far rispettare i mezzi pubblici e non tagliare le braccia a colpi di machete al controllore! Accendendo la tv, nei vari programmi, le persone che si trovano al potere non perdono occasione per ripetere all'infinito: "Abbiamo fatto questo, quest'altro...". Ma forse hanno dimenticato che anche loro, prima di raggiungere e sedere sulla poltrona che attualmente occupano, sono andati alle elementari! Loro abituati a viaggiare con treni superveloci non si accorgono delle persone che, pur pagando le tasse sono prigionieri in paesi che, solo per decreto presidenziale, vengono chiamati città. B.G.
CULTURA
Dalla Disney Hollywoodiana alla realtà sidernese, dalle avanguardie cinematografiche all’animazione fiabesca, dal realismo di un film all’irrealtà del quotidiano
“Mary in Sidernoland”: Sogno di una notte di fine gennaio Mary continua a cadere inghiottita,dal nero del terreno vede la lumaca bianca in lontananza quasi fosse un miraggio,uno scherzo dell’immaginazi one
ubblico delle grandi occasioni ieri sera per la prima al cinema nuovo di Siderno dell’attesissimo “Mary in Sidernoland”. Con il suo modo dissacrante di raccontare l’emergente regista J.J. Giò firma, in un mix di animazione e computer grafica, un pastiche, chiaramente ispirato alla fiaba Disney, nel quale la parte onirica del viaggio transita in modo osmotico tra il reale e il fantastico senza una vera soluzione di continuità. Vediamo di addentrarci un po’ di più nella trama cercando di perderci nelle illusioni partorite dal brillante novarese. Siamo nelle Highland scozzesi, la protagonista e la sorella un po’ si annoiano un po’ si godono un meritato riposo bucolico quando Mary incredula vede una lumaca gigante dai tratti antropomorfi e vestita di tutto punto sfrecciargli davanti. Cerca di fermarla, curiosa, non ci riesce, la segue… Difficile starle dietro, finalmente rallenta per infilarsi in un crepaccio nascosto dalle siepi, sparisce quasi inghiottita; il dubbio dura un secondo, poi intrepida Mary si lancia all’inseguimento. E proprio di un lancio parliamo, nel vuoto. Mary continua a cadere inghiottita dal nero del terreno, vede la lumaca bianca in lontananza quasi fosse un miraggio, uno scherzo dell’immaginazione che non paga sembra ora trasformare irrazionalmente ciò che la circonda. Il nero diviene blu, la terra cielo, i monti mare. Il suolo si avvicina e magicamente rallenta, plana verso una città, vede colline lievi abbracciarsi al blu intenso del mare in uno Yin Yang cromatico che le mozza il fiato, poi sempre più vicino, tetti, chiese, piazze, strade, negozi; il posto le sembra familiare… La caduta libera diviene sempre più controllata, quasi fosse attratta dalla scia lasciata dalla lumaca che si infila in un’altra crepa non nel terreno, ma nel tetto di una casa stavolta. Novella esploratrice sembra quasi voler gridare “terra, terra” appena tocca il pavimento; si guarda intorno… strano sembra di essere ancora in Scozia, il verde delle pareti, il mogano dei tavoli, l’ocra dei boccali colmi di birra e quel profumo di legno e lieviti le fa pensare all’Irish Pub nel quale era stata la sera prima. La lumaca intanto sparisce oltre una porta piccola, troppo piccola che le si serra
P
dietro. Vuole seguirla, deve seguirla. Un boccale troneggia sugli altri con una scritta “bevimi” e una piccola chiave appesa al manico, come resistere; beve e uno strano formicolio le percorre tutto il corpo quasi volesse avvisarla che qualcosa sta cambiando in lei, si sta rimpicciolendo e la porta che le sbarrava la strada ora sembra accessibile. Gira con sicurezza la chiave nella toppa, la porta si schiude e nel varcarla il formicolio ricomincia, assurdo sta ricrescendo. Si guarda intorno, una piazza le si apre davanti agli occhi, il chiacchiericcio allegro delle persone che la percorrono si mischia al frastuono del passo dell’oca di carte napoletane con spade al collo, Hogan ai piedi e ciuffi coordinati in testa; poco distante una chiesa bellissima fa sfoggio di sé. Si è distratta troppo, spaesata e ammirata cerca la sua guida, è sparita. Le carte intanto imboccano un corso, le segue ma il suo passo si fa sempre più barcollante, deve essere la birra che fa effetto, deve mangiare qualcosa. Un bar in lontananza la chiama, quasi una luce in fondo al tunnel, come resistere alla tentazione, all’esterno due figure strane si fanno sempre più grandi e chiare man mano che si avvicina. Testa piccola e lingua enorme che tocca terra ripetono con ritmo cadenzato: “un caffè signorina, le offriamo un caffè”. Mary rifiuta istintivamente dicendo: “no grazie, non sono una ndranghetista” ...
Ndranghetista? Ma lei voleva dire: “no grazie, non sono una scroccona”, assurdo… Entra nel bar ignorando i due linguacciuti interlocutori e la sua momentanea dislessia, un uomo distinto in fondo al locale declama terzine per allietare gli avventori, alcuni ascoltano, altri leggono un giornale con una scritta rossa sull’apice e un titolone in prima. Al bancone è seduto un signore avvenente intento a fotografare, dalla sua tasca piccoli orsetti di cioccolato ondeggianti le balzano addosso gridando: “mangiami, mangiami”, lei non si fa pregare, poi attratta da una barista dalla chioma rosa, indugia con lo sguardo nel grande specchio dietro il bancone accorgendosi di una nuova mutazione… Maledizione, è diventata bionda! Esce furibonda dal locale accompagnata dagli sghignazzanti orsetti che la seguono irridendola, alza la testa al cielo per gridare tutta la sua irritazione, ma il grido le si strozza in gola… Una mela mordicchiata parlante le chiede “cosa vuoi fare? Dove vuoi andare?”. Mary scioccata risponde: “non lo so” e la mela lenta, molto lenta, e pacata dice: “non ho capito, non ho capito, ma in ogni caso non ha importanza… la fontana è la risposta”. Improvvisamente la mela scompare e la fontana maestosa è lì davanti, gira come una giostra, poi si ferma. Tre leoni virilmente grandi, ma con degli strani mutandoni viola marca Renzi, ruggen-
do forte prendono vita. Il ruggito diventa parola, si presentano… “U’ ‘Ntoni per servirla”, “U’ Peppi per riverirla”, “U’ Micu per guidarla”, poi come un coro polifonico tutti insieme: “seguici, ti portiamo dalla regina di denari”. Le guide ferali sono rapidissime, Mary stenta a seguirle; passo veloce, corsa a perdifiato poi improvvisamente si ritrova in bicicletta a percorre una pista ciclabile apparsa dal nulla e finalmente tiene il passo. La pista scorre e con lei il paesaggio, case e vie nascondono splendidi scorci e incastonano gioielli architettonici poco conosciuti. Destra, sinistra, poi di nuovo destra, arriva in uno stradone adorno di cassonetti policromi che cantano “shock in my town” di Battiato e profumano dei materiali più diversi; in fondo una villa enorme. La circonda un giardino ricolmo di rose bianche, che tante silenziose ragazze dipingono di rosso con topi usati come bombolette da street artist, al centro due troni sui quali si ergono maestosi il re e la regina di denari, entrambi al telefono gridano l’uno i comunicati più vari e l’altra numeri casuali e slogan fantasiosi. I tre leoni finalmente fermano la loro corsa e si riuniscono con il quarto “U’ Gegnu”, che aspetta pazientemente, come fosse in giudizio, le direttive dei regnanti. Poi tutto diventa ancor più frenetico e distopico se possibile, le voci si moltiplicano, i personaggi in fila indiana disegnano geometrie rettilinee di colori, salgono in verticale verso il cielo e si ricompattano a formare una risma di carte parlanti; una dissolvenza sul bianco ci riporta alle verdi distese montane scozzesi e una soggettiva appannata pian piano focheggia una figura femminile… È la sorella di Mary che cerca di svegliarla da un lungo pisolino e con un sorriso le dice: “è ora di tornare a casa”. Che dire, sicuramente il film farà parlare di sé. La potenza del montaggio che segue, assecondandoli, i voli pindarici della protagonista; il sonoro azzeccatissimo, che ci immerge, fino a farci sprofondare, sempre più nell’illusione; la fotografia che asseconda ed esalta i magnifici scenari del posto, ora naturalistici, ora urbanistico-architettonici insieme alla grandiosa prova attoriale della prima donna e direttiva del regista ne fanno un moderno cult che merita di essere visto e vissuto. Vincenzo Larosa
www.larivieraonline.com
DOMENICA 31 GENNAIO
17
Estela Montenero, donna determinata e dall’indole investigativa, è da ormai tre anni alla ricerca di informazioni sul nonno, recentemente scomparso e di origini calabresi. In questo lasso di tempo Estela le ha provate tutte, ma comincia a perdere le speranze di venire a conoscenza di altro.
Dall’Argentina alla Locrideper conoscere meglio l’amato nonno Estela Montenero non si lascia spaventare dalle distanze. Argentina, ma di chiare origini italiane, non esita a mettersi su un aereo almeno una volta l’anno per visitare la nostra Locride. La sua, oltre a essere una visita di piacere, da tre anni a questa parte è diventata un’abitudine che le sta permettendo di affinare la propria indole investigativa. Già, perché Estela è sulle tracce di suo nonno, persona amata quanto misteriosa, che negli anni ’20 fuggì dalla Locride per trovare fortuna in America Latina, riuscendo a mettere su una bellissima famiglia. «Di mio nonno, Pasquale Montenero, sapevo soltanto che era nato a Benestare il 25 aprile del 1905» esordisce Estela dopo essersi scusata mille volte per la sua pronuncia di un italiano che parla invece sorprendentemente bene. «A 19 anni, alla ricerca di un lavoro, il nonno decise di trasferirsi in Argentina, dove si è sposato e ha avuto dei figli, tra cui mio padre. Non gli ho mai chiesto di raccontarmi la sua storia, anche perché lui ha sempre parlato poco volentieri della sua vita in Italia e non ha mai avuto lo stimolo di ritornarci. «Quando mio nonno è scomparso, tuttavia, mi è venuta la curiosità di conoscerlo meglio, di entrare in contatto con i luoghi della sua infanzia e di provare a comprendere le ragioni della sua partenza. La mia ricerca è partita dal suo passaporto e dalle poche nozioni che conoscevo di lui. La prima tappa del mio viaggio è stata nel 2013, quando mi sono recata a Reggio Calabria per entrare per la prima volta in contatto con la realtà italiana in generale e calabrese in particolare. Lì ho scoperto come arrivare a Benestare e l’ho visitata per la prima volta. Resami conto che ci voleva più tempo per scavare nella vita di mio nonno, ho deciso di intraprendere dei viaggi successivi e di intrattenermi ogni volta per diversi giorni, nei quali speravo che sarei venuta a capo della mia ricerca. Al comune di Benestare ho scoperto che mio nonno era stato abbandonato dai genitori o che questi erano morti per qualche ragione lasciandolo solo. Mi dissero che era stato affidato all’orfanotrofio di Gerace, ma solo una volta recatami al Comune, mi resi conto che si trattava di Gerace Marina, ovvero di Locri. Una volta giunta qui ho scoperto che l’orfanotrofio non c’era più, pertanto non ho potuto sapere chi lo avesse adottato, anche se al comune hanno recuperato per me l’atto di battesimo, avvenuto alla chiesa di San Biagio il giorno dopo la sua nascita, il 26 aprile 1905, ad opera del sacerdote Franzé e con Giovanna Roccesano di Martone come madrina. «Parlando con la gente del posto mi è stato suggerito di provare a rintracciare i parenti di questa signora direttamente a Martone ma, purtroppo, nessuno mi ha saputo dire qualcosa in proposito. Osservando meglio il passaporto di mio nonno ho scoperto che ha avuto per lungo tempo la residenza a Grotteria e mi sono recata anche lì solo per giungere a un altro vicolo
cieco, considerato che mi è stato detto solo che lavorava come contadino ma non mi hanno potuto indicare nemmeno la casa nella quale abitava». Estela conclude la sua storia abbassando di un quarto il tono di voce, con la malinconia di chi sta cominciando a perdere le speranze ma non vuole smettere di lottare. «L’ultimo tentativo che ho intenzione di fare, adesso, e di provare a chiedere in giro se qualcuno può riconoscere le due persone ritratte in una foto che mi diede tanto tempo fa mio nonno, dicendomi che si trattava di suo fratello del figlio. Anche se non credo che si tratti di un fratello naturale, potrei comunque scoprire qualcosa di più sulla famiglia che lo adottò e, da lì, approfondire meglio la ricerca. «In questi tre anni si sono infrante tante speranze ma sono entusiasta di aver riscoperto le origini della mia famiglia - afferma dopo una pausa ritrovando però il sorriso - L’idea di camminare nei luoghi dove mio nonno ha vissuto per vent’anni all’inizio del secolo scorso mi affascina ed emoziona allo stesso tempo. Ho avuto modo di visitare anche il nord dell’Italia, ma indipendentemente dal clima e nonostante abbia conosciuto persone splendide anche lì, quella parte del Paese non mi trasmette le stesse emozioni che sento qui. Il modo di vivere, l’accoglienza e la simpatia delle persone mi hanno fatto subito sentire a mio agio, come se avessi sempre vissuto qui.» Noi non possiamo che essere felici che Estela abbia trovato una seconda casa nel nostro territorio e augurarle che la sua ricerca dia i frutti sperati. Anzi, nella speranza di poterle essere d’aiuto vogliamo fare un appello a tutti i nostri lettori: se qualcuno che ci sta leggendo può trasmettere o sa come reperire delle informazioni su Pasquale Montenero, nato a Benestare e vissuto a Grotteria tra il 1905 e il 1924 o, in alternativa, sa qualcosa della famiglia di Giovanna Roccesano di Martone, che fu sua madrina di battesimo, non esiti a contattarci al nostro indirizzo di posta elettronica: info@rivieraweb.it o a telefonare, dal lunedì al giovedì, dalle 9 alle 13 al 0964 342198. Jacopo Giuca
Immagini A sinistra: La foto che ritrae Domenico e Savero Montenero, fratello e nipote del nonno di Estela. A destra: Estela non ha perso la voglia di sorridere
ATTUALITÀ
Consulta Giovanile:
“
"Si devono abbandonare gli individualismi e iniziare a cooperare" Si definiscono “un laboratorio di idee fondamentale per crescere”. E stanno crescendo davvero, insieme alla loro città
on è nata per volere di un’amministrazione comunale e neppure per volontà di un partito politico o di un’associazione. È stato un gruppo di giovani, conosciutosi nel febbraio 2013 su Facebook, a far sì che Siderno avesse per la prima volta nella sua storia una “Consulta Giovanile”. All’indomani della terribile mareggiata che ha distrutto il lungomare della città, questa gioventù è “insorta”. Ha deciso che fosse ora di rimboccarsi le maniche per cercare di dare di nuovo luce a una delle città più belle della costa jonica. E così un gruppo di quindici giovani ha iniziato a riunirsi, prima in alcuni locali, poi in piazza, con una gran voglia di creare qualcosa di buono. Nel 2013 si è arrivati alla delibera costitutiva e, a settembre, si è proceduto con le votazioni del Consiglio Direttivo. Da allora il gruppo è cresciuto e oggi conta una trentina di ragazzi. Si definiscono “un laboratorio di idee fondamentale per crescere”. E stanno crescendo davvero, insieme alla loro città. Lo scorso dicembre, nell’ambito della manifestazione “Natale a Siderno” hanno organizzato a Siderno Superiore una manifestazione culturale-gastronomica-musicale, “Catoji aperti”, giunta alla sua seconda edizione. “Ci teniamo particolarmente a Siderno Superiore - dichiarano i ragazzi - il nostro centro storico merita maggiori attenzioni”. La Consulta giovanile in questo seppur breve periodo di attività si è data da fare instancabilmente. Ha dato vita a una serie di attività cultu-
N
rali, organizzando ad esempio una domenica estiva all’insegna della storia e del sud, insieme alla Prof.ssa Antonella Musitano, autrice di “Sud tutta un’altra storia”. Sempre durante la stagione estiva ha collaborato al progetto nato dalla ferma volontà dell’Assessore alla Cultura Ercole Marcì, “Orti Urbani”, con cui si è inteso restituire dignità ad
angoli di paradiso dimenticati, sfioriti perchè nel tempo non ne è stata coltivata la bellezza. La Consulta giovanile ha portato pure avanti iniziative nobili collaborando all’interno del Coordinamento giovanile delle Associazioni della Locride all’organizzazione del concerto di Shark and Groove del 4 gennaio al Palazzo della Cultura di Locri, una serata all’insegna della musica e della solidarietà; il ricavato è stato, infatti, utilizzato per acquistare delle strumentazioni da destinare al centro neurolosi di Locri. Adesso l’entusiamo di questo laborioso gruppo di ragazzi continuerà a essere dirottato verso progetti di impronta culturale e attività di sensibilizzazione nell’ambito delle politiche sociali giovanili. Non intendono lasciare in pace la parola “immaginazione”. Il loro futuro passa attraverso l’aggregazione di nuovi membri aperti alla collaborazione e alla progettazione per il bene del paese. Chiedo cosa, secondo loro, manchi a Siderno. “Servono maggiori stimoli per i giovani. Inoltre, si devono abbandonare gli individualismi e iniziare a cooperare. Quello che manca alla nostra generazione è l’incontro con dei modelli di riferimento, con dei maestri. Non pretendiamo che ci segnino la strada, perchè quella sarebbe imitazione: a noi servono gli imput”. La Consulta attualmente si riunisce presso la sala consiliare del Comune ma auspica di ottenere una sede permanente quale luogo di aggregazione per la creazione di idee nuove.
Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po’... LAVORO E SPIRITO DI SERVIZIO PER LA COMUNITÀ SCOLASTICA SIDERNESE - L’AMICO MIO E NON DE LAVENTURA - L’ESEMPIOVERO DI UNA LIBERA DEDIZIONE PER UNA SCUOLA RINNOVATA E DI QUALITÀ Festival Jazz di Roccella si era da poco trasferito nel suo Tempio massimo: il Teatro al Castello. Eravamo a metà degli anni novanta e “Rumori Mediterranei”, una delle Rassegne Jazz più originali al mondo, era nel pieno del suo splendore avendo ospitato artisti del calibro di George Russell, Steve Lacy, Ornette Coleman, Carla Bley, tanto per citarne alcuni. E’ stato proprio in quegli anni che conobbi Renato che si spartiva, senza mai risparmiarsi, tra la scuola media “Pedullà”, dove insegnavamo, e l’organizzazione volontaria e gratuita del Jazz di Roccella. Renato era un giovane dall’asciutta corporatura, con una folta barba scura che metteva quasi soggezione, dal carattere un po’ distante, non dava molta confidenza e, quindi, sapendo che era il responsabile SIAE di fiducia dell’Associazione Culturale Jonica, non osavo chiedergli di procurarmi qualche invito omaggio per l’ingresso al Teatro. Credo che da allora cominciai ad apprezzare il suo valore morale ed ebbi modo di scorgere in lui quell’alone di “virtù” che secondo Cicerone porta ad amare qualcuno e a far nascere veri sentimenti di amicizia - l'amore è ancora più grande in coloro in cui si scorge la virtù e che ci sono legati. L'amore viene rinforzato dal bene ricevuto e dalla devozione. Questo, unito alla simpatia a pelle, possono far nascere una profonda amicizia - così, pian piano, nacque la nostra. Si sa che i percorsi della vita cambiano nel corso degli anni e gli itinerari che si percorrono sono spesso imprevedibili. Da quando le note vicende relative al contenimento della spesa pubblica ed alla razionalizzazione dei servizi, nei vari settori della pubblica amministrazione, hanno determinato anche a Siderno l’accorpamento dei plessi scolastici e l’assetto attuale con la nascita dei due Istituti Comprensivi, Renato, nominato Vicario del Dirigente Scolastico e responsabile del plesso di
Il
IL MONDO POETICO DI SALVATORE FILOCAMO RIVIVE AL CAFFÈ MARIO LA CAVA
Domenica scorsa, 24 gennaio, il Caffè letterario Mario La Cava ha presentato, presso la sua sede di Bovalino, il libro “Il mondo poetico di Salvatore Filocamo”, un evento letterario, come sempre di grande qualità, che potrete rivivere nei prossimi giorni sul Canale di Mimmo Racco su You Tube. Via Reggio, oltre ad essere l’amico mio, è diventato l’amico delle famiglie e dei genitori sidernesi che mandano i propri figli alla “Pedullà”. Per la disponibilità incondizionata che sa offrire, per la dedizione al lavoro inteso come servizio alla comunità e per il continuo miglioramento di una gloriosa scuola media, dove Renato apre le porte tutti i giorni, ogni giorno, alle 6,30 del mattino fino a tarda sera, realizzando per questa via, anche per le attività didattiche pomeridiane che si svolgono, la scuola come organismo vivo e aperto nel territorio. Renato è li, a scuola, presente, financo le domeniche. Passarci davanti e vedere il portone aperto e le luci accese dell’edificio di Via Reggio, quello accanto al “Pascoli”, dietro al Municipio, non è una meraviglia, è diventata una consuetudine. I genitori degli alunni di Siderno sanno che in qualsiasi momento possono suonare al citofono della “Pedullà”, che Renato stesso ha comprato e fatto sistemare a spese sue, così come ha comprato a spese sue decine di cose, attrezzi, utensili per l’ordinaria manutenzione della scuola senza mai chiedere conto, senza neanche fare più richiesta al Comune in quanto legittimo proprietario e, quindi, in dovere di farlo. Renato è presente, riceve, ascolta, si
rende disponibile e si adopera per l’accoglienza di ogni alunno che rispetta nell’imparzialità, con le buone e semplici regole del buon padre di famiglia. C’è nell’amico mio un senso profondo del dovere e dello Stato, un senso civico fondato sul rispetto di persone, animali e cose, qualità e virtù che da sole bastano e avanzano per essere d’esempio per una didattica vera della legalità e convivenza civile. Come posso infine non menzionare la storia di Cecilia la cagnolina che un giorno di buon mattino si presentò davanti alla Scuola, sperduta, triste ed affamata. Renato l’accolse, la sfamò, la curò, le diede una cuccia, un nome e poi si accorse che Cecilia era incinta, la portò dal veterinario e l’assistette al parto. Cecilia è oggi la mascotte della “Pedullà” e Renato continua a curarla con amore e dedizione. L'amico mio, e non de la ventura - scriveva Dante - amico vero, e non quelli che mutano secondo la fortuna, e quindi amano questa, più che l'amico, ovvero l’amore disinteressato, un amico con cui parafrasando ancora il Poeta Sommo sarebbe il caso di dire: Renato, (Guido) i’vorrei che tu e Lapo e io fossimo presi per incantamento e messi in un vasel, ch’ad ogni vento per mare andasse al voler vostro e mio. Vincenzo Asprea
Siderno Superiore stage di lira e di ballo con la lira Nell'era dell'omologazione dovuta alle mode e ai festival, le tradizioni musicali locali sono progressivamente andate perdute. Il modo di ballare della Locride presenta proprie caratteristiche peculiari. Per mantenerle in vita, si terrà nel borgo storico di Siderno Superiore, dal sabato al lunedì di Carnevale, la sesta edizione di "Tradizione e Improvvisazione", uno stage
di lira (che prevede un livello per principianti e uno avanzato) e di ballo accompagnato dalla lira. Il corso sarà tenuto da Ettore Castagna per il livello avanzato e da Pino Rubino e Stefano Fraschetti per il livello principianti; mentre gli insegnanti di ballo saranno Mico Corapi e Gabriele Trimboli. Per info rivolgersi a Ettore 3209031242
www.larivieraonline.com
DOMENICA 31 GENNAIO
19
Siderno:le scuole celebranolagiornata della memoria al centro Polifunzionale In occasione della Gionata della Memoria 2016, il Comitato per la Difesa della Memoria Storica, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Siderno e con l’Associazione Amici del Libro e della Biblioteca, ha indetto il concorso “La Storia da Ricordare”, al quale i ragazzi hanno partecipato con un prodotto originale (poetico, redazionale, audio/video, ecc. …) che ha espresso la loro conoscenza e le loro sensazioni in merito all’orrore della Shoah. La manifestazione si è svolta mercoledì alle ore 10:00, presso il “Centro Polifunzionale Koala” in via F. Macrì. Dopo i saluti di Teresa
Papaleo per l’associazione Amici del Libro e quelli dell’Assessore alla Pubblica Istruzione Ercole Macrì, c’è stata la testimonianza diretta del presidente del Comitato per la Difesa della Memoria Storica Giuseppe Reale che, dall’alto dei suoi 94 anni, ha ricordato gli anni della guerra. Subito dopo è stato dato spazio alla presentazione dei progetti della scuole. Il primo è stato quello dell’Istituto comprensivo Pascoli Alvaro, coordinato dalla professoressa Rossella Verdiglione e consistente nella lettura di brani sulla Shoah corredati dalla proiezione di un video originale, formula utilizzata
anche dall’Istituto Comprensivo “M.Bello - G.Pedulla - Agnana”, grazie alla coordinazione delle professoresse Cinzia Commisso e Patrizia Carbone. L’Istituto Professionale Statale Industria e Artigianato, accompagnato dalla professoressa Rita Commisso, ha invece sfruttato la lettura di brani, anche inediti sull’argomento, per ricordare Tea Sensini. L’Istituto Tecnico Statale “Guglielmo Marconi”, accompagnato dalla professoressa Giusy Calende e il Liceo Artistico Pitagora, accompagnato dalla professoressa Rita Daniele, hanno invece presentato un’istallazione artistica di grande impatto.
Fattore Comune ha ricordato il 25 gennaio la Shoah con la proiezione del film “Jona che visse nella balena”, di Roberto Faenza.
La Caritas Parrocchiale di SAN BIAGIO ha fatto 100 La Caritas della Parrocchia‘San Biagio’di Locri ha fatto 100. Sì, proprio così: Domenica 10 gennaio il Gruppo Caritas di questa Parrocchia locrese ha celebrato il 100° giorno di accoglienza delle famiglie bisognose. Lo ha fatto con il Pranzo Sociale presso il Centro Giovanile Salesiano in via Cristoforo Colombo che appartiene al territorio della Parrocchia. Nato nella settimana della Festa della Madonna della Provvidenza nell’Ottobre 2014, il Gruppo Caritas ‘San Biagio’ ha cominciato nel novembre di quell’anno ad accogliere nel suo Centro di Ascolto due giorni ogni settimana, con appuntamenti quindicinali, le famiglie in disagio. Non ha mai interrotto, neppure una settimana, né nei mesi estivi né nei tempi festivi, l’accoglienza grazie a una generosa e sapiente collaborazione degli Operatori Pastorali impegnati in questo settore. Da poco il loro numero è cresciuto di tue unità e quindi ora è possibile un migliore e più adeguato servizio. Il Gruppo, costituito ora di 14 membri, è maturato progressivamente usufruendo degli incontri formativi col Parroco Don Antonio e di quelli proposti dalla Caritas Diocesana. Sono cresciuti così sempre meglio l’affiatamento del Gruppo e la ‘professionalità’ nell’accoglienza dei bisognosi, come è cresciuto il coinvolgimento della Comunità Parrocchiale. Lungo l’anno 2015 sono state parecchie le iniziative che hanno permesso di offrire agli utenti un servizio più adeguato alle loro necessità, con l’opportunità di porge-
re loro oltre ai viveri anche piccoli doni per i bambini e altri suggerimenti e servizi possibili. Il giorno 10 Gennaio scorso si è tenuto il pranzo sociale programmato per le famiglie accolte che hanno aderito. Con piacere si è constatato dai fogli scritti settimanalmente che era proprio il 100° giorno del Centro di Ascolto Parrocchiale e lo si è voluto celebrare anche con una gustosa torta con la scritta “100 giorni di Caritas Parrocchiale San Biagio”.La fatica degli Operatori per la preparazione è stata ripagata dalla gioia della condivisione del pranzo con le famiglie a cui, ‘ciliegina sulla torta’, si è aggiunta la visita del nostro Vescovo Mons. Francesco Oliva che si è intrattenuto con familiarità un po’ con bambini e adulti intervenuti, posando volentieri con tutti per una foto e anche per il taglio della torta. Il pranzo si è concluso col dono di un panettone ad ogni famiglia e un cordiale arrivederci, auspicando di poter ripetere in un futuro non molto lontano la bella esperienza. Gruppo Caritas Parrocchia S. Biagio - Locri
Nei giorni scorsi ad Agnana Le Terme sono state riportate al loro splendore le Terme salso-iodiche ed è attualsalso-iodiche antico mente in progetto la sistemazione dell'area cirdi Agnana costante. Inoltre è prevista una campagna di rilevamenti restituite al con il georadar per verificare presenza di manuloro splendore l'eventuale fatti di epoca romana nel sot-
tosuolo. Le acque salso-iodiche contengono cloruro di sodio, meglio noto come sale da cucina. Vengono usate per bagni, inalazioni, irrigazioni e fanghi. Curano malattie infiammatorie ginecologiche croniche, reumatismo articolare, rachitismo, infiammazioni croniche delle vie respiratorie.
CULTURA & PREVENZIONE
www.larivieraonline.com
DOMENICA 31 GENNAIO
21
Sale e rischio cardiovascolare
Il cardiologo e medico dello sport
Dr Michele Iannopollo
Siderno Superiore domenica in onda su La7 alla trasmissione
“Gustibus” La trasmissione di La7 “Gustibus”, programma dedicato alla cultura, al turismo, alla cucina e ai migliori prodotti del settore enogastronomici italiano, sbarca a Siderno. Nella puntata in onda Domenica 31 Gennaio, alle ore 11:05, la trasmissione presentata da Giulia Arena, miss Italia 2013, insieme allo chef stellato Angelo Troiani, sarà dedicata alla realizzazione di una ricetta tipica della nostra tradizione. Gustibus, insomma, sbarcherà nella Locride, alla scoperta dell’offerta territoriale, artistica e gastronomica del Comune di Siderno, presentato come uno dei centri più importanti del comprensorio. Immersi nelle atmosfere del borgo di Siderno Superiore, il programma scoprirà nostre tradizioni dal fascino antico come quella dei suonatori di lira, nonché proposte artistiche più moderne come quella offerta dalla mostra dedicata a Lawrence Ferlinghetti, uno dei protagonisti della Beat Generation, che con i suoi quadri ritrae un Ulisse tutto nuovo, irrimediabilmente attratto dalle bellezze della Calabria. Immancabile, ovviamente, un approfondimento dedicato alle eccellenze del nostro mondo gastronomico, che sarà dedicato a prodotti di grande pregio come il Bergamotto e il Caciocavallo di Ciminà, presidio Slow Food. Ingredienti che ritroveremo nella ricetta realizzata in studio: “Spaghettone monograno con ricci di mare, caciocavallo, cioccolato amaro e olio al bergamotto”. Restate sintonizzati!
Prima di parlare degli effetti del sale sul nostro organismo, occorre innanzitutto non fare confusione tra sodio e sale. Il sale, infatti, è costituito per il 60% da cloro e il 40% da sodio. Un grammo di sale contiene 0,4 grammi di sodio e 0,6 grammi di cloro. Per conoscere l’equivalente in sale di un alimento occorre moltiplicare il suo contenuto in sodio (espresso generalmente in grammi) per 2,54. Come è noto, il sale può essere ottenuto dall’acqua del mare (sale marino) oppure dalle miniere di antichi bacini marini (salgemma). In commercio è anche disponibile il sale iodato che è un sale comune al quale è stato aggiunto iodio. Il sale iodato dovrebbe diventare di uso corrente, anche perché permette di riequilibrare la carenza di iodio, frequente in molte aree geografiche. In commercio è anche disponibile il sale dietetico, nel quale una parte del cloruro di sodio è sostituita da cloruro di potassio. Il nostro organismo contiene 110 grammi di sale (44grammi di sodio) ed elimina generalmente 0,2-0,6 grammi di sodio per giorno, che sono quelli che dovrebbero essere integrati con l’alimentazione. Ne consegue che appena 0,25-1.52 grammi di sale per giorno sarebbero sufficienti in condizioni normali. Purtroppo, l’introito medio di sale in Italia ed Europa è di circa 10 grammi per giorno, cioè molto superiore al fabbisogno. Molti organismi nazionali ed internazionali raccomandano un introito medio di sale giornaliero di circa 6 grammi. Questo valore sembra poter rappresentare un buon compromesso tra il soddisfacimento del gusto medio individuale e le prevenzioni dei rischi legati al sodio. In effetti, si è visto che l’ipertensione arteriosa si osserva essenzialmente nelle persone in cui l’introito medio del sale è superiore a 2,3 grammi al giorno mentre è pressoché assente nelle popolazioni in cui l’introito di sale è inferiore a 1,2 grammi al giorno. L’ipertensione arteriosa, infatti, è quasi assente nelle popolazioni indigene dell’America centro Meridionale dove l’introito di sale giornaliero è basso, mentre è presente, con incremento dell’ictus, nella popolazione Giapponese dove l’introito di sale giornaliero è alto. Numerosi studi hanno dimostrato che il sodio da solo non incrementa la pressione arteriosa se non è associato al cloro che aumenta la sua sensibiltà nel determinare un incremento della pressione arteriosa nei soggetti sodio sensibili. Elevati apporti dietetici di sale sono anche associati ad aumento delle malattie cardiovascolari e renali sia attraverso l’aumento della pressione arteriosa sia indipendentemente dalla pressione arteriosa. L’ipertensione arteriosa rappresenta una delle principali cause di morte e disabilità al mondo. Essa è responsabile di circa il 62% degli incidenti cerebrovascolari e del 49 % degli eventi coronarici. statistici hanno dimostrato che tali eventi si presentano magIA ERCHIETTO Studi giormente nei portatori d’ipertensione normale-alta IDERNO (130/80mmhg) dove le linee guida non suggeriscono un trattamenfarmacologico dell’ipertensione ma una correzione dello stile di DIETRO to vita, rappresentato da incremento dell’attività motoria con riduzioLOSPEDALE ne dell’introito di sodio con la dieta alimentare. In questo modo la riduzione dell’introito di sodio permette una riduzione della presSCALA sione arteriosa e una riduzione del rischio di eventi coronarici e NFO cerebrovascolari. L’ introito giornaliero del sodio è rappresentato per il 10% dall’acqua, frutta, verdura, carne, ecc, per il 35% dal sale aggiunto nella cucina casalinga oppure nei cibi portati a tavola, per il 54% dai prodotti trasformati a livello artigianale o industriale, così come dal consumo fuori casa (ristoranti ecc.). Tra i prodotti trasformati, la principale fonte di sale nell’alimentazione comune è rappresentata dal pane e dai prodotti da forno (biscotti, crackers, grissini, merendine, cornetti, cereali di prima colazione). È bene ricordare che questi alimenti, normalmente non considerati come ricchi di sale, ne contengono molto di più di quanto possiamo immaginare. Consumiamo infatti questi alimenti in quantità generalmente maggiore rispetto ad altri alimenti come gli insaccati, i formaggi, le conserve di pesce o le patatine fritte che in assoluto contengono maggiore quantità di sale, ma sono consumati in quantità minore. È importante ricordare che anche alcuni condimenti (dado per brodo, ketchup ecc.) spesso utlizzati in sostituzione o in aggiunta al sale, sono molto ricchi di sodio. Numerosi paesi europei si sono impegnati in questi ultimi anni, a realizzare azioni concrete per ridurre il consumo di sale nei cibi per raggiungere l’obiettivo di non superare i 6 grammi di sale al giorno, pari a 2,3 grammi di sodio, attraverso accordi con l’industria alimentare e le altre associazioni di produttori attraverso campagne informative. In Finlandia, una riduzione di sale nella produzione alimentare e un’estesa campagna di sensibilizzazione attivata negli anni ’70 hanno permesso la riduzione di circa il 75% degli incidenti cerebrali e della mortalità cardiaca, con conseguente aumento dell’aspettativa di vita di circa 5-6 anni. Anche in Italia sono state avviate iniziative che vanno nella direzione dettata dai paesi europei. Nel 2007 il Ministero della Salute ha avviato i lavori per un accordo, poi siglato nel 2009, con i produttori di pane sia a livello industriale che artigianale per diminuire il contenuto di sale del 15% entro il 2011. Mentre è piuttosto difficile (anche se si può) smettere di fumare, stabilizzare il peso corporeo, non è così difficile ridurre il consumo giornaliero di sale, soprattutto se la riduzione avviene gradatamente. Le spezie e le erbe aromatiche possono sostituire il sale o almeno permettere di utilizzare una quantità decisamente minore, conferendo uno specifico aroma al cibo e migliorare le qualità organolettiche. L’aggiunta di succo di limone o di aceto permette di ridurre molto, anche fino al dimezzamento, la dose di sale, ottenendo cibi comunque saporiti e piacevoli al palato e la riduzione dell’incidenza degli eventi cerebro-vascolari. Le buone regole, quindi, per ridurre l’introito di sale al giorno e di conseguenza la pressione arteriosa e le sue complicazioni sono: - ridurre progressivamente l’uso del sale, sia in cucina che a tavola; - preferire il sale iodato al sale comune; - non aggiungere sale alle pappe dei bambini, almeno nel corso del primo anno di vita; - limitare l’uso di condimenti alternativi ricchi di sale come il dado da brodo, il ketchup, la salsa di soia e la senape; - per dare sapore ai cibi, usare erbe aromatiche (aglio, cipolla, basilico, prezzemolo, rosmarino, salvia, menta , origano, maggiorana, sedano, semi di finocchio) e spezie (pepe, peperoncino, noce moscata, zafferano); - esaltare il sapore dei cibi mediante succo di limone e aceto; - scegliere i prodotti a basso contenuto di sale (pane senza sale meglio se integrale, frumento, marmellata, miele, pesce, pollo, uova, frutta fresca e ricotta); - non consumare spesso alimenti ricchi di sale (snacks salati, patatine in sacchetto, olive da tavola, alcuni salumi e formaggi); - durante e dopo attività sportiva, usare acqua semplice per reintegrare le perdite di liquidi con il sudore.
V C
’
“ S (
,
) B
I 0964/342340
RIVIERA
L’Ippocampo di Siderno. A rendere fondali Siamo nei non è solo la sua marino io unico il cavallucc differenza della A equina. curiosa forma i cavallucci pesci, altri degli parte maggior la vita. per i compagn e mi sono monoga Carlo Codispoti
Scatti storici La banda musicale di Siderno in una foto di diversi anni fa. Oggi qualcuno non milita più nel gruppo e chi è rimasto ha qualche capello bianco in più, ma la passione è rimasta davvero la stessa!
Duo spartani Sono l’esempio più vero della stoica discendenza spartana, il Giuseppe “Bracco” Lubieri e Danilo “Higuain”, che quotidianamente trasudano valore e saldi principi
Entrate teatrali Giorgio Ruso e Mariateresa Fragomeni si concedono uno scatto prima della loro entrata trionfale in consiglio comunale, a Siderno
Esonerato… Non possiamo immaginare cosa abbia pensato MIster Lapuente quando ha saputo che non avrebbe più allenato lo Sporting Locri, ma questo scatto è piuttosto rappresentativo della sua reazione a freddo.
Amore a colazione Enzo e Claudia, compagni di vita e di lavoro, vi aspettano al Manhattan con l’unica colazione all’americana di zona. E non solo!
Per non urtare la sensibilità di nessuno Visita di Mattarella in Calabria: coperte tutte le costruzioni abusive. (Dalla pagine Facebook: Lo Statale Jonico)
Fidapa La presidente della Fidapa, Patrizia Pelle, ci mostra il suo contagioso sorriso in questo scatto con Cinzia Lascala
“Avevi un solo compito da svolgere…” …ma sei evidentemtente riuscito a varlo male!”si sarà sentito dire il progettista di questa abitazione. Fortuna che ha trovato un muratore pieno d’inventiva!
SETTIMANALE
www.larivieraonline.com
Ultimi comunisti Due storici militanti del Partito Comunista, proprio quei due che il nostro Pasquino adorava chiamare “Africoti”.
Promiozione Da Amantea a Siderno Superiore ecco il viaggio di due reppresentanti, pronti a parlare con Patrizia della loro azienda di fichi.
Filosofia applicata Vincenzo Tavernese si gode la sua lettura settimanale di “Riviera” cercando spunti per la sua prossima disquisizione di filosofia e società
Potiam, potiamo i rami… Carlo Meleca impegnato durante un’attenta operazione di potatura.
Tutti all’Open Day Battenti aperti per il Marconi di Siderno, dove i professori Giusy e Veneranda , Bruno e Antonio hanno accolto tutti in compagnia dei propri con gli alunni
DOMENICA31 GENNAIO
23
Una leggenda vivente Peppino Fragomeni: un nome, una storia… o meglio, La storia di Siderno Superiore!
Inverno tiepido Paolo Fragomeni e Salvatore Scali si godona una bella giornata di sole in quel della nostra bella Siderno!
Cara Vale… …sei partita per il tuo cammino universitario che eri ancora una ragazzina indifesa ed in un periodo della tua e nostra vita dove tutto ciò che era certo era diventato incerto ma con la tua caparbietà ed intelligenza sei arrivata a questo meritatissimo in dottoressa traguardo Farmacia con 110 e lode!!! Hai fatto a tutti noi un bellissimo regalo… Siamo orgogliosi di Plis a montecitorio te… La zia Ro Il nostro eroe è riuscito a coronare il sognoi di fare la posta dinanzi alla sede della Camera dei Deputati!