Riviera n° 08 del 21/02/2016

Page 1



LA CONTROCOPERTINA

www.rivieraweb.it

DOMENICA 21 FEBBRAIO

3

2 1 3 4

5

6

7

8

9

Precipitazioni... climatiche e di stile recipitazioni ai minimi storici per i mesi invernali hanno destato più di qualche preoccupazione in tutto il Paese, tanto che martedì scorso, Coldiretti Calabria ha lanciato l’allarme siccità per la nostra regione (1). La cosa ha più che mai funzionato se si considera che, almeno nella nostra Locride, il comunicato ha avuto l’effetto di una provvidenziale danza della pioggia, visto il diluvio avvenuto tra mercoledì e giovedì. E mentre la pioggia abbatteva il livello delle polveri sottili, altre “polveri”, quelle prodotte dalla cremazione dei resti mortali di Enrico Bialetti, venivano, secondo indicazioni del caro estinto, inserite nel suo prodotto più celebre: una macchinetta del caffè (2). E per una vita che si spegne, c’è chi invece la vita cerca di riprodurla: il problema è che una coppia di Villa San Giovanni non ha scelto il luogo più consono per dimostrarsi reciproco amore, considerato che è stata sorpresa a fare sesso nel confessionale di una chiesa (4)! Più tradizionale (e per fortuna) è stata invece la cena che i sindaci del nostro comprensorio hanno organizzato per passare una serata diversa (9) e discutere en passant dei problemi della Locride tra un bicchiere di vino locale e l’altro. Bandolo della matassa, invece, è stato trovato (purtroppo non dalle istituzioni) per la questione Carlo Iannuzzi

P

(7), giovane roccellese che, durante un viaggio a Buenos Aires ha subito una vile aggressione che lo ha costretto in Argentina per mesi, ma che oggi, grazie all’associazione El Puente per Carlo, potrà finalmente ritrovare la via di casa. Aspettiamo ancora, invece, che vengano trovate soluzioni concrete per far terminare l’ondata di intimidazioni che ha colpito l’intera regione in questo inizio del 2016 e che questa settimana ha reso protagonisti della cronaca nera Giuseppe Bombino (6), presidente dell’Ente Parco, che ha trovato una testa di capretto sulla sua auto, e Andrea Cuzzocrea (5), presidente di Confindustria, la cui impresa edile ha ritrovato un escavatore incenerito. A Bova, invece, la problematica all’ordine del giorno è stato il futuro dei piccoli comuni, di cui hanno parlato Enza Bruno Bossio, Seby Romeo e Franca Biglio (3) con il sindaco Vincenzo Crupi. Chiudiamo parlando ancora di precipitazioni, questa volta di stile, come quelle dimostrate ai Grammy Awards, serata di gala della musica internazionale da diverse star, sempre pronte a dimostrare la propria eccentricità. Proprio non sappiamo, infatti, come definire ciò che ha indossato la compositrice pop Joy Villa (8)! Jacopo Giuca


RIVIERA

ATTUALITÀ

GIUDIZIARIA

Il saggio e le regole del“locale” La ‘ndrangheta, secondo gli investigatori, ha chiara la consapevolezza del ruolo e dell’importanza di un esponente di primo piano al quale tutti gli affiliati si rivolgono per la sua “saggezza” e capacità di interpretare e fare rispettare le “regole”, intervenendo anche sulle problematiche relative alla “società minore”, sulla cui osservanza si basa la sopravvivenza dell’organizzazione (se noi siamo una società… deve essere una società! se ognuno fa quello che vuole, non c’è disciplina..), altrimenti minata alla radice ed impossibilitata a consegnare il testimone alle giovani leve insegnando loro il rispetto e l’onore. In questo mondo a metà tra riti arcaici ed elaborati dinamismi criminali che hanno portato da tempo l’organizzazione ‘ndranghestistica a varcare i confini nazionali affermandosi in territori esteri, vale la pena osservare dall’interno meccanismi e logiche di autotutela volte a limitare la deriva individualistica di alcuni associati mantenendo sempre al centro le questioni collettive anche quando questo comporta malumori e contestazioni. Nella progressione degli argomenti correlati dal dato intercettivo, intervenuto nel corso di una indagine coordinata dalla Dda reggina, sembra cogliersi il senso dell’incombente pericolo di un eccessivo autodeterminismo sopratutto nel “Ramo Minore” della “società”, ma anche della volontà di scissione e dell’apertura di nuovi locali in zone diverse dalla Calabria e dei malcontenti nella “politica” seguita da alcuni “capi locali” nel Piemonte e della volontà di riportare nei ranghi, a qualunque costo, chi non ha rispettato le regole. Alcuni dialoghi, possono essere considerati, ad avviso degli inquirenti, come “un documento originale che descrive parte delle origini della ‘ndrangheta, la sua struttura e i suoi rituali più segreti, dall’affiliazione dei “picciotti” alla loro ascesa sociale nella gerarchia”. Sarebbe questa “Una testimonianza diretta che porta alla luce un mondo arcaico, basato sulla famiglia, l’onore, la lealtà e, soprattutto, sulla vendetta spietata contro i traditori della Società”. Una struttura criminale del tutto particolare, che poggia su alcuni elementi fondamentali come, appunto, l’assegnazione della “dote”, ovvero il valore di merito conferito a un affiliato nel corso della sua carriera di delinquente, che aumenta nel corso del tempo per gradi di “pesantezza”. Regole sociali che, come si vedrà, devono essere tenute sempre presenti da chi si è “legato” alla ‘ndrangheta, poiché il mancato rispetto di esse può condurre a conseguenze gravissime. Alcune volte, però, in tali ambiti, gli equilibri possono essere infranti dall’invidia di chi anela a posizioni di prestigio e che, magari, non accetta di buon grado vedersi passare avanti altri consociati. Un esempio sarebbe il contenuto di una intercettazione dove il “saggio” cerca di stemperare i termini della diatriba familiare: “Oh Vici… sono cose dei giovanotti, però…”, chiarendo, ovviamente, gli ammonimenti che ha sempre ripetuto a tutti gli affiliati vanno presi sì sul serio, specialmente quelli relativi al “Ramo Minore” della Società, ma certamente contestualizzati alla situazione, “Io ho capito che è questo fatto perché, dice: “ogni volta che ci riuniamo tu dici che dobbiamo essere tutti uguali, che ci dobbiamo rispettare e che dobbiamo fare conto”… specialmente la minore è più importante di tutte le cose… mi ha detto adesso che chi va e chi viene, adesso l’altra volta mi hanno domandato di …(inc.)… è partito e non gli ha detto niente a nessuno…”. Quel genere di questioni, argomenta meglio il “saggio”, bisognerebbe risolverle in casa propria: “…gli ho detto io: se volete mandare qualche ambasciata, mandatela, ma non …(inc.)… adesso non so che cosa hanno fatto loro …(inc.)… ragazzi, io che vi devo dire?... non è che mi posso mettere in mezzo a queste cose qua io, in queste fesserie, sono cose che vi dovete vedere tra di voi, magari si manda una ambasciata e si dice che… che non è giusto che quando uno parte, che va in qualche posto, che non lo accenna a qualcuno, alle Cariche speciali…”.

www.rivieraweb.it

DOMENICA 21 FEBBRAIO

4

Qualche settimana fa è stata inaugurata la nuova sede di Azione Nazionale a Reggio Calabria, inVia Miraglia proprio dove un tempo sorgeva la sede di Reggio Futura

Scopelliti, da moribondo a fremebondo ai nastri di partenza “Sarà un movimento innovativo, senza leadership stabilite, senza gerarchie preconfeziona te”. Parola di lupetto

"Soldi fottuti", così una donna commenta un articolo postato sulla pagina facebook di Giuseppe Falcomatà in cui si annuncia il suo ritorno in campo. È il 28 novembre scorso e al teatro Quirino di Roma si è tenuta la convention nazionale per ridare forza alla Destra. Quel commento azzardato finisce in tribunale. Scopelliti, invece, continua per la sua strada. Prossimo appuntamento con il pubblico il 23 gennaio a Napoli al convegno "Sud, una questione nuova". In quell'occasione Scopelliti esce dall'acquario in cui per troppo tempo è rimasto immerso col muso a ventosa contro il vetro, senza proferir parola, e rimanendo al suo posto, senza pretese, cerca di ristabilire un qualche rapporto con il mondo della politica. Dopo la condanna a 6 anni di reclusione per abuso di ufficio e falso in atto pubblico, infatti, si fa da parte nell'attesa che sia la magistratura a riabilitarlo perchè "con una condanna del genere nel Mezzogiorno sei delegittimato" dichiara con la coda tra le gambe. Poi, però, a sorpresa e nonostante l'interdizione perpetua dai pubblici uffici si candida alle Europee nelle liste del Nuovo Centrodestra perchè a Bruxelles non hanno mica la puzza sotto il naso come in Calabria. Ma forse dimentica che saranno i soli suoi corregionali a votarlo. Incasserà oltre 15.000 preferenze, 6.600 a Reggio Calabria. Non male a dire il vero ma si tratta di numeri ben lontani dall'exploit registrato nel 2007 quando viene incoronato sindaco di Reggio con 83.418 voti o quando, tre anni dopo, diviene governatore della Calabria con 614.706. Tornerà in panchina e vi rimarrà a meditare per un anno e mezzo. Poi eccolo fare da comparsa a Roma e successivamente recitare un ruolo da non protagonista a Napoli. Qualche settima-

na fa, infine, l'inaugurazione della nuova sede di Azione Nazionale a Reggio Calabria, in Via Miraglia proprio dove un tempo sorgeva la sede di Reggio Futura, creatura tutta scopellitiana nata dopo il divorzio da Alfano. Scopelliti non siede al tavolo dei relatori, preferisce la platea, accanto alla madre, ma è lui a stappare lo spumante e dare il via ai festeggiamenti. Un vero successo, sostenitori come se piovesse. E ci sono pure banchetti imbanditi di gadget: portachiavi, t-shirt, cravatte con impresso il logo di AN. Il movimento che ridarà nuova linfa alla destra è pronto scalpitante ai nastri di partenza. Sarà "un movimento innova-

tivo, senza leadership stabilite, senza gerarchie preconfezionate". Anche se viene un po' difficile credere a una ventata di novità considerando già l'acronimo del nome, AN, o i presenti in sala da Arena a Germanò, da Morisani a Sidari fino ai due Dattola, Luigi e Lucio. Ma la partita è più aperta che mai visto che, ora come ora, Reggio è retta da un Don Matteo che per il giorno di San Valentino dà appuntamento ai suoi concittadini davanti alla statua della dea Atena sul Lungomare che porta il nome del padre per scambiare con loro un messaggio di pace e amore. Maria Giovanna Cogliandro

Crolla la cultura al Sud In Calabria i tagli sono più profondi Se la situazione italiana, in termini di investimenti nell’ambito della cultura, non vive una situazione incoraggiante, fanalino di coda è purtroppo ancora una volta il nostro Sud. Dal 2000 al 2013, infatti, la spesa totale nel settore della cultura ha subito un crollo di oltre il 30% nel Mezzogiorno, passando da 126 a 88 euro pro capite, contro il -25% del Nord che è, invece, passato da 177 euro a 132. Nel 2013, fatto pari a 100 il livello medio nazionale, la spesa pro capite per la cultura è stata del 69% nel Mezzogiorno, a fronte del 105% del Nord e del 141% del Centro. Sono solo alcuni dei dati che emergono dalla Nota di ricerca "Le spese per la cultura nel Mezzogiorno d'Italia" della Svimez. A farne le spese sono stati tutti i luoghi e siti culturali: musei, biblioteche, cinema, teatri, enti lirici, archivi, accademie, ma anche attività ricreative e sportive quali piscine, stadi, centri polisportivi. Due i soggetti maggiormente coinvolti da queste spese: i comuni e lo Stato, insieme al CONI. Decisamente minori gli apporti delle Regioni, che destinano

al settore risorse soprattutto di provenienza europea. Il divario Nord/Sud risulta in modo par-

ticolare dal raffronto con i numeri indici. Fatto infatti pari a 100 il dato nazionale, il Veneto nel 2013 si è praticamen-

te allineato spendendo il 101%, Emilia Romagna e Toscana si sono fermate rispettivamente all'88 e 96%, mentre la Campania spende il 58%, e Puglia e Calabria superano di poco il 54% del dato nazionale. Come dire: in Puglia e Calabria nel 2013 la spesa per abitante per la cultura è stata poco più della metà di quella media nazionale, cioè 68-69 euro contro 126. La Svimez sottolinea dunque che la cultura non è bene di lusso ma, come per la sanità e la scuola, vanno garantiti i livelli essenziali su tutto il livello nazionale. Il Sud, sempre secondo la Svimez, subisce una duplice penalizzazione, in quanto alla riduzione della spesa in conto capitale totale si aggiunge quella più marcata per la cultura, che negli ultimi dieci anni risulta pesantemente sacrificata in quanto considerata come voluttuaria, un bene di lusso. Quello che serve, si legge nella Nota, è "non soltanto un maggiore impegno finanziario di tutti, ma altresì una effettiva riconsiderazione e riforma dei meccanismi finanziari e istituzionali".



RIVIERA

ATTUALITÀ

Inunsuoarticoloperl’Espresso,GiovanniTizian,giornalistaoriginariodiBovalino,hadefinitola LocrideundesertonelqualeibambinicresconocomeMowglinellacronicaassenzadicinema,teatri eassociazionisportive. All’elencodellenostreassociazionistilatodaVincenzoLogozzoealla riflessionediCiavulavogliamofareecoanchenoi,cheleggiamotralerighediTizian,uninsistito desideriodidenigrareilnostrocomprensoriopergiustificaregliorroridelrestodelPaese.

La Locride come il Sahara Passeggiando alla periferia di Milano nel pomeriggio di una domenica d’inverno si ha la sensazione di essere l’ultima persona al mondo più che a Gioiosa.

tornato prepotentemente attuale, questa settimana, un articolo comparso su l’Espresso ormai il mese scorso, a firma del “nostro” Giovanni Tizian. In questo pezzo, pubblicato il 22 gennaio, l’abile narrazione della penna bovalinese scandagliava, con sguardo obiettivo e cronaca certosina, il fenomeno della sottrazione giuridica dei “figli di ‘ndrangheta” alle famiglie di appartenenza, per evitare che questi vadano a ingrossare le fila della criminalità organizzata. Chi vive il nostro territorio sa che Tizian, considerata anche la sua storia drammatica (il padre banchiere venne ucciso in un agguato), ha scritto con piena cognizione diversi ottimi pezzi in merito al fenomeno delle mafie nel sud Italia in generale e in Calabria in particolare e “Quei minori tolti a mamma mafia”, reportage al quale stiamo facendo riferimento in queste righe, certo non fa eccezione. L’ultima sezione dell’inchiesta di Tizian, tuttavia, è stata motivo di indignazione per la Locride, offesa da una frase che Giovanni scrive a completamento di un pensiero espresso poche righe prima da Francesco Riggitano, responsabile del centro don Milani di Gioiosa Jonica da lui intervistato. “Il centro - scrive Tizian - è frequentato da tanti ragazzi. Una risorsa straordinaria in questo deserto della Locride. D’altronde crescere qui, o a Rosarno, o tra i boschi dell’Aspromonte, oppure nel quartiere Archi di Reggio

È

Calabria, è una lotta quotidiana. Non ci sono cinema, teatri, polisportive. Sale giochi e strade abbandonate diventano gli unici spazi di aggregazione.” La prima reazione a una sentenza che non rispecchia l’obiettività emersa nel resto dell’articolo è stata quella del Presidente della Consulta Associazioni di Gioiosa Jonica Vincenzo Logozzo, che in un lungo comunicato stampa elencava tutte le ragioni per cui il “deserto” con cui Tizian ha bollato il suo territorio non rispecchia certo la realtà dei fatti. Ha fatto eco al suddetto comunicato stampa un bell’articolo di Antonio Larosa che, dalle pagine virtuali del giornale online Ciavula, sottolineando la sua generale approvazione a quanto

visita alla terra che gli ha dato i natali. Ci risulta dunque assai difficile immaginare che non sia a conoscenza delle centinaia di migliaia di iniziative che si svolgono annualmente nel nostro comprensorio. Sarebbe semplicistico controbattere alle affermazioni del collega de l’Espresso dicendo che, nel raggio di quaranta chilometri, nella Locride si trovano almeno tre cinema e altrettanti teatri, che polisportive ce ne sono al soldo una dozzina e che alle strade - che deserte non sono - i nostri ragazzi preferiscono i campetti da calcio o gli oratori per socializzare. Passeggiando alla periferia di Milano durante il pomeriggio di una domenica invernale si ha la sensazione di essere l’ultima per-

molto più facile da prendere. Chi se ne frega se a Novara (capoluogo di provincia piemontese di 100mila abitanti) devi fare cinquanta chilometri per andare al cinema e il teatro ha prezzi inaccessibili perché “storico”. Non importa se le manifestazioni popolari o politiche, a Verona (Veneto, 260mila abitanti), non hanno lo stesso riscontro da parte di una cittadinanza attiva e interessata a fare qualcosa per migliorarsi come invece accade dalle nostre parti. È più comodo far credere al resto del Paese di essere migliore della sua parte peggiore e che qui si viva in una trincea dove la guerra è andata persa senza che nemmeno ce ne accorgessimo. L’impressione è che anche Giovanni debba essere diventato

nuto dal bue nazionale, che adora farsi beffe del compagno più sfortunato e definirlo selvaggio senza capire che, dandogli una piccola mano, lo aiuterebbe a emergere dal fango nel quale l’ha appena ricacciato. Ecco, allora, che se un ragazzino calabrese palleggia da solo in piazza a Locri è perché non ha altro posto dove andare o compagni con cui socializzare, mentre quello che svolge la stessa attività a Gallarate lo fa perché vuole diventare campione di calcio e ha bisogno di allenarsi nel più rigoroso silenzio per realizzare i propri sogni. Proprio questa settimana la Polizia di Stato ha scoperto che Fabio Rizzi, braccio destro di Maroni con delega alla sanità Lombarda,

Un calabrese che palleggia da solo in piazza a Locri non ha altro posto dove andare, chi svolge la stessa attività a Gallarate vuole diventare campione di calcio. detto da Tizian nel resto dell’articolo, affermava che, arrivato alla questione Locride, il bovalinese si fosse lasciato trascinare da una narrazione mass-mediatica che lo aveva portato a sbilanciarsi troppo. Tizian vive da molti anni fuori da quella Locride che gli ha tolto tanto ma, come ogni emigrante che si rispetti, torna spesso a fare

sona rimasta sulla terra molto più che camminando alla stessa ora a Gioiosa, periferia d’Italia. Provare per credere. Però affermare che la Locride, che ha indubbiamente più difficoltà di tante altre parti del Paese, sia invischiata irrecuperabilmente in una resina criminale che le toglie l’aria e le impedisce di entrare nell’era moderna è licenza giornalistica

una vittima di quel corto circuito culturale per il quale quando è nella Locride afferma che non c’è nessuna terra bella come la sua e quando è fuori si sente emiliano. Ecco, allora, che la miccia della denigrazione, quando si tratta di cronaca di rilevanza nazionale, è sempre accesa per la Calabria, perché l’asino calabrese merita di essere bastonato e chiamato cor-

era al centro di un giro impressionante di tangenti che ingrossavano le sue tasche e impoverivano (come sempre) quelle dei contribuenti. State pur certi che il 21 febbraio 2017 di lui non si parlerà più. Di arretratezza della Locride invece, se ne parlerà ancora. Jacopo Giuca


SETTIMANALE

www.rivieraweb.it

DOMENICA 21 FEBBRAIO 7

Ciò che resta di

“Metropolis” Fatti come quelli collegati a “Metropolis”, nuocciono alla credibilità della magistratura più di mille articoli di critica sia pure aspri.

ILARIO AMMENDOLIA Nel marzo del 2013 il vento ha soffiato forte ed una bufera di arresti, di avvisi di garanzia, e di sequestri cautelativi ha investito la Calabria stroncando in una notte l’ennesimo sogno di sviluppo di questa nostra Terra. L’operazione “Metropolis” tenne per giorni le prime pagine dei giornali regionali ed ebbe grande risonanza sulla stampa nazionale. Si alzò da ogni angolo della Calabria un coro senza fine di esaltazioni acritiche per una operazione” brillante e decisiva” destinata ad “infliggere un duro colpo ad una organizzazione criminale operante in Calabria ma con legami internazionali..” Per l’ennesima volta furono visibili i guasti di una stampa di regime che vive di veline e con le veline muore l’intelligenza critica e l’ indispensabile libertà di stampa . Eppure ci fu qualcuno che non cantò nel coro, per esempio “Riviera” pubblicò un editoriale dal significativo titolo “Terra Bruciata”. Oggi quella inchiesta è crollata in mille pezzi. La quasi totalità degli imputati è stata assolta, i beni dissequestrati, l’impianto accusatorio demolito dalle fondamenta. Quell’editoriale scritto all’indomani di una solenne conferenza stampa degli inquirenti ha colto nel segno e vale la pena riportare solo qualche passaggio : “..Un’altro sogno calabrese destinato a svanire. ..Da noi in Calabria è sempre così. Callisto Tanzi è in carcere ma la Parmalat è salva. Cesare Geronzi e Cragnotti sono stati arrestati ma la Cirio ha continuato a funzionare come prima… In Calabria si fa terra bruciata…Sembra esista una gara: dove non arriva la ndrangheta arriva la repressione. Qualcuno pro-

cede col naplam su tutto ciò che si muove ed oggi i sigilli sono stati imposti ai villaggi turistici comunamente dette “case degli inglesi” .Probabilmente ,tra qualche anno, contempleremo questi villaggi da lontano come ennesima occasione mancata… Nessuno chiede zone franche o salvacondotti ma solo equilibrio e senso di responsabilità.. e rispetto sostanziale per la Costituzione. Altrimenti – pur in perfetta buonafedecon una mano si creano i mafiosi stroncando sul nascere ogni occasione di sviluppo mentre con l’altra si fa finta di combatterli..” Non pensiamo di aver detto niente di eccezionale , nè ci sentiamo più intelligenti o

con il necessario senso di responsabilità e senza cercare il clamore mediatico a tutti i costi. Già in molti paesi erano presenti i primi nuclei di cittadini del Nord Europa in cerca del sole Mediterraneo. Ne rimangono pochi e quella esperienza sembra inevitabilmente destinata a finire. Era necessario? Il nostro rispetto per la magistratura e per le forze dell’ordine è grande ed autentico , proprio per questo dobbiamo domandarci se non fosse stato il caso di celebrare i processi senza ricorrere ad inutili carcerazioni preventive ed a rovinosi sequestri cautelativi! Si tenga conto che fatti come quelli collegati a “Metropolis”, nuocciono alla credibilità

clamore mediatico e della facile popolarità. Ribadiamo : quanto abbiamo detto non significa assolutamente uno stupido invito a non perseguire i reati ma solo di mettere in atto percorsi , certamente più efficaci e meno traumatici, ispirate al dettato costituzionale. Infine, sarebbe necessario che la “politica” avviasse una seria riflessione sulle tante “Metropolis” che vengono sistematicamente oscurate. Dubito che lo farà! E’ molto diffusa una razza nana di “politici” che non sa leggere se non sul copione scritto da altri. Probabilmente proprio ciò costituisce l’origine di tutti nostri mali. Per finire con le parole ispirate ad una antica canzone: il vento tace e l’ aspra bufera è

In Calabria si fa terra bruciata… Sembra esista una gara: dove non arriva la 'ndrangheta arriva la repressione. più coraggiosi di altri. Siamo però consapevoli che la magistratura, come la politica, non avrebbe alcun bisogno di una stampa in ginocchio ed, a volte, ruffiana. Qualsiasi “potere”, proprio in quanto tale, deve essere controbilanciato da un pensiero critico senza alcun colpevole appiattimento rispetto ai circuiti perversi che stanno soffocando la Calabria. Quali conclusioni trarre da questa vicenda? Per qualche anno abbiamo sognato e finanche intravisto i segnali concreti di un serio flusso turistico verso la Calabria. Non tutto appariva lineare e guardare da vicino non sarebbe stato un male se fosse stato fatto

della magistratura più di mille articoli di critica sia pure aspri. Qualora la sentenza venisse confermata nei successivi gradi di giudizio, saremo noi cittadini a pagare il conto saldando i danni ingenti per sequestri non giustificati e di carcerazioni lunghe quanto discutibili. Somme che verranno tolte allo sviluppo, alla assistenza, allo studio, al lavoro ed anche ad una autentica lotta alla criminalità e ad una sana amministrazione della giustizia. Comprendiamo gli errori e li riteniamo umani. Capiremmo molto meno se i danni fossero il frutto di una costante ricerca del

finita nel nulla. La Calabria si scopre più povera e più prostrata di prima. Noi continuiamo la nostra opera controinformazione democratica in una terra che grida giustizia da ogni poro e che giace sotto il tallone della ndrangheta e delle ottusa repressione. Spesso, non solo avvertiamo tanta solitudine ma anche velate pressioni tese a spegnere la nostra flebile voce. Nonostante duramente provati non resteremo in silenzio e non perché ci sentiamo particolarmente coraggiosi ma per il rispetto che dobbiamo ai combattenti che partendo dalle galere e dai monti ci hanno dato la Libertà e la Costituzione.


POLITICA

Déjà vu

www.larivieraonline.com

DOMENICA 21 FEBBRAIO 08

Non c'è stato un solo ministro dell'Interno che a partire dalla terribile stagione dei sequestri di persona, dopo l’omicidio Ligato, in seguito al delitto Fortugno e all’indomani della strage di Duisburg non abbia promesso di mettere in ginocchio la ndrangheta.

Il “

La (ri)promessa di Alfano ILARIO AMMENDOLIA

Leggere i recenti episodi di criminalità come reazione “alla stretta e alla repressione dello Stato” è una tesi azzardata e ai limiti della fantasia più sfrenata.

ministro Alfano ha solennemente promesso che la ndrangheta sarà messa in ginocchio. Ci crediamo e “Dio” lo voglia! Tuttavia non si tratta di una promessa originale. Molti ricorderanno che già durante la terribile stagione dei sequestri di persona, dopo l’omicidio Ligato, in seguito al delitto Fortugno, all’indomani della strage di Duisburg non ci sia stato un solo ministro dell’Interno che non abbia promesso di mettere in ginocchio la ndrangheta. Il fatto che oggi si riconosca che in “Calabria si è insediata la casa madre” e che la ndrangheta è progressivamente diventata l’organizzazione criminale più potente del mondo, dovrebbe quantomeno indurre a qualche riflessione. Invece si naviga a vista! Io non so chi informi Alfano ma che si affermi con solennità che i recenti episodi di criminalità andrebbero letti come reazione “alla stretta e alla repressione dello

Stato” mi sembra una tesi azzardata e ai limiti della fantasia più sfrenata. Lo dico con grande rispetto, ma ci lascia senza parole il fatto che un ministro dell’Interno possa solo pensare che la ndrangheta “colpita” si sia messa a incendiare un pulmino, qualche mezzo della nettezza urbana, un ristorante, o a danneggiare un cantiere. (Mentre ben altra logica si intravede nel rogo che ha divorato i pullman della ditta Federico). La ndrangheta è una feroce organizzazione criminale che traffica decine di milioni di euro, capace di orrendi delitti, dispone di tritolo, e di una quantità di armi tali da rifornire un esercito. Sarebbe assurdo solo pensare che nel caso volesse compiere delle ritorsioni questi si fermerebbero all’incendio di un pulmino. Una strategia di piccoli criminali di paese e non di incalliti delinquenti capaci di muoversi in mezzo mondo. Nel 1992 la mafia siciliana ferita fece tremare l’Italia, oggi la ndrangheta “colpita” reagirebbe incendiando un mezzo della nettezza urbana o sparando all’auto di Arturo Bova?

Si torni alla realtà! Non si vince la ndrangheta partendo da queste premesse che denotano una colpevole improvvisazione nelle analisi dei fatti, una totale mancanza di strategia, ed una volontà pervicace di non guardare in faccia la realtà. Il prefetto di Reggio ha salutato gli intervenuti definendoli “compagni di trincea”. Dov’è la trincea Signor Prefetto? Mi creda, la vera trincea è nei paesi dove la nostra gioventù nonostante umiliata resiste e contiene la ndrangheta pur non avendo alcun sostanziale motivo di difendere questa cariatide di Stato per come si presenta in Calabria. La trincea passa dai nostri ospedali che causano migliaia di morti di malasanità , dove si consuma una inaudita violenza di classe e dove si nega il diritto alla salute! La trincea passa nei luoghi in cui la dignità, la libertà, l’aspirazione all’uguaglianza, i diritti fondamentali dei cittadini calabresi vengono umiliati. Signor Prefetto, la “prima linea” nella battaglia contro la ndrangheta è quella che a mani nude e senza scorte, da 70 anni sta

combattendo (e forse perdendo) il popolo calabrese. Nessuno avrebbe il diritto di umiliarci ancora con frasi scontate come quella pronunciata da Alfano “i Calabresi ci aiutino”. Cosa altro si pretende dal popolo calabrese? Alfano dopo aver detto che lo Stato ha mantenuto i suoi obblighi in Calabria (sic) mandando altri quattrocento tra carabinieri e poliziotti, ha preso l’impegno che il governo varerà “un programma straordinario per la giustizia che porterà al rafforzamento delle piante organiche dei magistrati”. Ma veramente sono queste le misure che il popolo calabrese aspetta da anni? Veramente qualcuno pensa che sia questa la strada per sconfiggere la ndrangheta? È una strada vecchia e senza sbocco che diffonde invece di combattere il virus colerico della ndrangheta. Solo dei “ciechi” possono pensare che quella illustrata da Alfano, nel colpevole silenzio degli astanti, possa rappresentare una valida strategia per battere la ndrangheta e per far “rinascere” la Calabria.

ll segreto di pulcinella Imprigionata nello stesso, identico loop...Reggio Calabria viene, come al solito, "classificata" e messa "sotto tutela" alla vigilia di ogni trasformazione storica (Città Metropolitana). Oggi...con la complicità interessata e passiva dei suoi pessimi rappresentanti politici (supini parassiti di tempo e di indennità, oltre che innocue comparse dell'ennesimo remake di un film fatto di intrighi e tragedie e girato dai "soliti ignoti") ritorna oggetto di narrazione per uno stuolo di scribacchini esodati dell'Alta Italia cui non rimane altro che viaggiare in "code share" con i soliti "passa veline" locali, vestiti perennemente in calzamaglia e man-

tello. Allora, voglio porre una domanda ai tanti scienziati che, a vario titolo, si occupano di questa terra: se c'è bisogno dell'esercito, nonostante il palese lavoro delle FF.OO. e soprattutto dopo i recenti mortaretti e tric trac di Alfano, significa che la 'ndrangheta è più forte e pervasiva che mai, anche sul territorio e non solo sulle rotte finanziarie internazionali. Ciò è possibile...senza dubbio, possibile! Ma com'è concepibile che, tutto questo, si registri dopo due anni di commissariamento del Comune sciolto (forzatamente) per mafia; dopo altri due anni di "purezza amministrativa" nel medesimo

ente; dopo una "rivoluzione legalitaria" in Regione Calabria; dopo arresti ed esilii forzosi di ex potenti; dopo il picco negativo di trasferimenti statali agli Enti e, dunque, di spesa pubblica per appalti e servizi tanto anelati dalle cosche; dopo decine di mega operazioni giudiziarie; dopo migliaia di anni di carcere comminati in giudizio; dopo una crisi economica gigantesca che ha desertificato il tessuto economico ed imprenditoriale cittadino...per anni cresciuto anche grazie a quel mondo oscuro che lo "Stato Guardone" non ha voluto disarticolare nella sua fase di sviluppo esponenziale; dopo il precipizio in ogni classifica, nazionale e comunitaria, del

Capoluogo e della sua provincia, ma anche dopo il Jobs Act e le Cabine di Regia e i magici incentivi all'imprenditoria locale? Qualcosa non torna! Mi sa tanto di sceneggiata stantìa...oppure di ammissione di colpa. Dunque, Cui Prodest tutto questo? Come sempre...il "segreto di Pulcinella" non verrà svelato! E a noi non rimarrà altro che sbirciare i giornali online e contare le buche senza fine sulle strade cittadine. Amedeo Canale



GERENZA

Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14

Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.

Direttore responsabile: MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA

Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl info 0964383251 GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari.

COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Cristina Caminiti, Eleonora Aragona, Franco Parrello, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta, Katia Candido.

ATTUALITÀ

STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

EDITORE - No così srl - via D.Correale, 5 89048 Siderno

www.larivieraonline.com

DOMENICA 21 FEBBRAIO

10

Il nostro futuro in buone mani

Uno scatto a volte vale più di mille parole e questo è uno di quei casi x

Raffa indice un tavolo tecnico per la 106... che non gli compete! Lunedì 15 febbraio il presedente della Provincia di Reggio Giuseppe Raffa ha proposto la costituzione di un Tavolo Tecnico Permanente per la SS 106. Il presidente ha raccolto attorno a sé i sindaci di ventisei comuni e i membri di diverse associazioni per dare fondo all’impellente necessità di richiamare l’attenzione degli organi competenti su una situazione di forte criticità. Diciamo di richiamare l’attenzione degli organi competenti perché la strada, come dice il nome, è Statale, pertanto non se ne deve preoccupare la Provincia, che invece ha dimostrato in più occasioni di disinteressarsi completamente di ciò che la riguarda direttamente. Le strade provinciali della nostra zona, infatti, continuano a versare nel più desolante stato di abbandono senza che l’organo diretto da Giuseppe muova un dito per sistemare la questione. Del resto, che ci interessa della Bovalino-Bagnara se, a quattro mesi dalla fine del mandato, possiamo ottenere massima visibilità con sforzo nullo?

Wanda Ferro elogia la carriera politica di Filippo Un pareggio che premia solo il Locri nello Savica scontro al top con il Siderno under 18 Elogio di tutto punto quello espresso dalla vice coordinatrice regionale di Forza Italia Wanda Ferro nei confronti di Filippo Savica. La pubblica dichiarazione di stima, arrivata dopo la sua candidatura a delegato regionale di Forza Italia per la consulta studentesca dell’Università Magna Grecia di Catanzaro, ne ha ricostruito la carriera politica mettendo in evidenza inoltre la serietà e la passione con cui Savica svolge il suo lavoro. La Ferro inizia ricordando che Filippo Savica è stato il fondatore del gruppo jonico reggino all'interno dell’università e che la sua prima elezione al consiglio di facoltà, risalente a dieci anni

fa, lo ha visto trionfare con l’80% dei voti. Da quel momento in poi il suo cursus honorum è diventato sempre più invidiabile, merito di un elettorato che ha saputo premiare la dedizione e l’abnegazione politica con la quale lui ha svolto la sua attività. In chiusura la Ferro ha affermato di ritenersi sicura che anche alle elezioni del 22 e 23 febbraio, Filippo Savica riuscirà ad ottenere un altro successo, mantenendosi ai vertici della rappresentanza studentesca Dell’Università di Catanzaro.

Martedì scorso allo stadio comunale di Siderno ha avuto luogo il match clou tra i ragazzi del Siderno under 18 e quelli del Locri. Pubblico delle grandi occasioni e grandi attese per l’incontro che valeva il primato nel girone, ma partita nel complesso deludente e un po’ noiosa, giocata in modo più tecnico che spettacolare e con molta più paura di perdere che voglia e grinta di portare a casa i tre punti. Sicuramente, oltre alla tensione per la posta in palio, sul rendimento dei giocatori hanno influito delle condizioni fisiche non al top a causa del doppio impegno, che molti di loro hanno, con la prima squadra. Stanchi fisicamente e mentalmente i giocatori si sono dovuti accontentare di un pareggio. Il risultato premia la partita di controllo impostata dai

calciatori del Locri che, già primi in classifica, sono così riusciti a mantenere invariato il distacco dalla diretta inseguitrice garantendosi, a sole due giornate dalla fine del campionato, ottime speranze per la vittoria del girone. Al Siderno rimane l’amaro in bocca per non esser riuscito a concretizzare le occasioni avute durante la partita, ma anche la ferma convinzione di poter fare meglio nei Play-off ai quali accederà, molto probabilmente, come seconda. In chiusura preme registrare che il derby, malgrado la posta in palio, si è svolto nel segno del fair play e la tifoseria ha espresso un tifo civile nel rispetto dei più sani valori dello sport. Giuseppe Belligerante

Quel San Michele Calabrese che abbellisce una chiesa di Atene... Risale ormai a un decennio fa la consegna di questa bellissima statua di San Michele alla chiesa di Atene da parte della locale associazione “Amicizia è pace”, i cui membri ricordano ancora con grandissimo affetto quel bel viaggio al quale partecipò anche il sindaco Ritorto. In quell’occasione al Grecia contraccambiò con un pezzo artistico di eguale valore del quale, però, ad oggi non abbiamo notizie.

I ragazzi dell’IPSIA di Siderno che con grande senso civico si fanno carico di pulire da soli la loro scuola. Poco da aggiungere direi se non il nostro plauso dinnanzi allo loro abnegazione e al rispetto che hanno mostrato per l’ambiente che li circonda.

La scomparsa

Un piccolo segno per una penna indimenticabile

Rattrista la nostra redazione la notizia della scomparsa del collega Camillo Mazzone, emblema di serietà professionale, dedizione e amore per la carta stampata. Piace ricordarne l’entusiasmo, l’affabilità dei modi con cui accoglieva colleghi, collaboratori e amici e quel suo modo di lavorare fuori dai clamori, con l’umiltà di chi non ha bisogno di alzare la voce per far capire chi sia. Alla sua famiglia, ai suoi cari va tutto il nostro più sincero cordoglio.



SCOMMESSE A SIDERNO/ INIZIA UNA NUOVA ERA

Eurobet ora è dietro casa tua, a Siderno,pronto a farti sperare a concedere anche a te la possibilità di sfidare la sorte per sfizio, per capriccio, per provare a emergere, perché chi l’ha detto che bisogna per forza accontentarsi?

Passione, emozione, sogno in una parola

Eurobet “

Le quote più alteper le tue scommesse le trovi da noi

La vita è competizione. Ogni giorno lottiamo per emergere nel lavoro, sfidiamo la sorte cercando di migliorarci, azzardiamo pronostici per essere un passo avanti a tutti gli altri, senza fermarci, senza rallentare per non restare indietro. La vita è passione. Passione per gli affetti, passione per gli interessi, per gli svaghi, passione per i giochi… La vita è emozione. Seguiamo la squadra del cuore, urliamo per le imprese dei nostri idoli, ci disperiamo per le loro sconfitte distraendoci dal nostro quotidiano. La vita è sogno. Il sogno di vincere una schedina, il sogno di un futuro migliore che ci garantisca la serenità che bramiamo, che desideriamo, che meritiamo…il sogno di avere qualcosa senza doverne pagare caro il prezzo. Eurobet è un po’ tutto questo messo insieme… La competizione di chi si sa mettere in gioco senza paura, la passione di chi osa scommettere sulle sue passioni, l’emozione del numero vincente, di quel tiro di dadi fortunato che cambia tutto. Eurobet è un sogno, un azzardo, un rischio, un battito d’ali che può soffiare via gli affanni di un’intera esistenza. Eurobet ora è dietro casa tua, a Siderno, pronto a farti sperare a concedere anche a te la possibilità di sfidare la sorte per sfizio, per capriccio, per provare a emergere, perché chi l’ha detto che bisogna per forza accontentarsi? Eurobet è un gioco per vincenti, un gioco per te… allora che aspetti, pronto a puntare?

Bookmaker si nasce, non si diventa


t

www.larivieraonline.com

DOMENICA 21 FEBBRAIO

13

Il tutto è anche a portata di mano Puoi accedere a migliaia di eventi sportivi direttamente dal tuo smartphone e giocare o prenotare la tua scommessa in tutta sicurezza, semplicemente quando vuoi e dove vuoi.

ONE I Z A V O N IN

seguici su


VOCE AI LETTORI

www.larivieraonline.com

DOMENICA 21 FEBBRAIO 14

Abolire i comuni sotto i 5000 abitanti: dopo la carota, il vincastro Lo scorso 12 febbraio il “Movimento RC Rinnovamento è Crescita” ha organizzato il colloquio “Ridisegnare l'Italia? Regioni ed enti locali alla luce delle riforme costituzionali”, ospitato dal Comune di Reggio Calabria a Palazzo San Giorgio: Marco Schirripa ha meritoriamente riunito per l’occasione, oltre al Sindaco Falcomatà, al Presidente Irto e al Consigliere Battaglia, i professori Giacomo D’Amico e Carmela Salazar a discutere dell’ultimo saggio di Alessandro Sterpa, giuspubblicista dell’Università della Tuscia, sulle riforme istituzionali. Molte delle questioni discusse, per quanto presentate in una luce positiva, ci gonfiano di inquietudine: le riforme costituzionali che implicano il riordino dei rapporti tra stato e regioni, la città metropolitana dello Stretto e, infine, baluginata in un paio di rapide battute della relazione conclusiva del prof. Sterpa, la drastica riduzione del numero dei Comuni. Che quest’ultima non sia un’ipotesi accademica lo conferma un fatto che può direttamente essere ricondotto alla grande accelerazione dell’attività riformatrice del Governo in carica: tra l’altro, è stata depositata alla Camera dei Deputati e già assegnata alla competente commissione Affari Costituzionali per la calendarizzazione una proposta di legge, la n. 3420, a prima firma Lodolini, ma sottoscritta anche dalla nostra corregionale on. Bruno Bossio, che nella sua estrema sintesi (tre stringatissimi articoli) traccia una linea perentoria: abolire i Comuni sotto i 5000 abitanti. Ovviamente la norma prevede una batteria di sanzioni per chi non si adegua entro quattro anni dall’entrata in vigore del provvedimento: con il taglio dei trasferimenti statali non solo a carico dei Comuni interessati, ma anche delle Regioni che non hanno obbligato gli enti ad ottemperare. Dopo la carota del sostegno finanziario ai Comuni che si uniscono o si fondono, contenuto nella recente riforma, che ha ottenuto pochi risultati, sembra avvicinarsi il momento del vincastro, che riduca alla disciplina le riottose autonomie. Ora bisogna capire cosa fare. Non è detto che questa proposta sia approvata, ma non è mai troppo presto per prepararsi ad un’ eventualità che magari va scongiurata con l’impegno politico e che non può essere esorcizzata, ignorandola semplicemente. Innanzitutto il limite convenzionale dei 5000 abitanti pone un grosso problema per i Comuni che ne hanno un po’ di più ma non riescono ad arrestare il progressivo spopolamento: il primo obiettivo per mettersi al riparo consiste nella crescita economica e demografica. Poi, per le Comunità che comunque raccolgono un numero più ridotto di cittadini, laddove questa o analoga proposta avesse seguito, si pone una fondamentale questione circa le garanzie perché la fine dell’autonomia amministrativa non coincida con la dissoluzione dell’iden-

Non è detto che questa proposta sia approvata, ma non è mai troppo presto per prepararsi ad un’eventualità che magari va scongiurata con l’impegno politico e che non può essere esorcizzata ignorandola semplicemente

tità: da noi questi centri sono per lo più interni e molto antichi, in caso di fusione obbligatoria, non dovrebbero vedersi assicurate tutte le eventuale premialità, magari impiegate per il miglioramento o la trasformazione della viabilità al fine di strapparli all’isolamento? Inoltre le fusioni sarebbero ragionevoli se avessero luogo in conformità a considerazioni funzionali ed economiche, ma anche storiche: non sarebbe sensato concentrare gli eventi culturali e gli uffici amministrativi, soprattutto quelli che non accolgono grandi afflusso di utenti nei centri più antichi? Potrebbero essere sollevate decine di interrogativi come questi: sperando che qualcuno raccolga l’invito, per ora ci accontenteremmo di aprire un dibattito in modo che l’opinione pubblica sia consapevole. Qualora esso si rivelasse ozioso, non ci avremmo perso nulla; se però le norme prendessero la piega che sembra, almeno arriveremmo al dunque consapevolmente, magari con un piano, e fuori dalla logica della perenne emergenza. Giuseppe Jirilli Vincenzo Tavernese

Iltavolotecnico truccatodell’assesore regionaleaitrasporti D Miopia politica, nazionale e regionale, e pratiche aziendali di stampo privatistico nel comparto del trasporto pubblico hanno portato all’isolamento dell’intera fascia ionica con evidenti ripercussioni negative su un sistema economico e sociale già fragile.

AZIOSANTINO

C’è un motivo fondamentale per cui non è possibile rassegnarsi alla Tua scomparsa… Risiede nel profondo valore della Tua esistenza che continuerà ad essere fonte d’ispirazione per aver reso visibili, tangibili e concreti Ideali Universali slegati dalle coordinate spazio-temporali e che identificano la Grandezza di un Uomo: la solidarietà, la disponibilità, la sincerità, la lealtà, l’amicizia, la famiglia, il coraggio, la passione, la gratitudine… ramificazioni e declinazioni dell’Amore. Ecco perché, così come eterne sono le forme dell’Amore, eterna sarà la tua presenza nelle nostre vite… Noi, eredi dei Tuoi insegnamenti, avremo l’onore di farTi vivere per sempre! I TUOI NIPOTI

CARARENATA...

Cara Renata, sei stata il medico che ogni paziente meriterebbe di avere: pronta all’ascolto, appassionata nello studio del caso clinico, precisa e scrupolosa nella semeiotica. La tua esile e gigantesca figura ci ha insegnato la lealtà tra colleghi e l’importanza della collaborazione. Quando si ha la fortuna di incrociare persone come te, che sanno comprendere, consigliare ed incoraggiare, il distacco diviene più difficile, ma Tu ci hai insegnato che la vita, nonostante le sue inevitabili amarezze, vale la pena viverla. Grazie. Antonio Mileto

a oltre tre anni ormai è in corso una mobilitazione popolare senza precedenti per la salvaguardia e il rilancio della Ferrovia Ionica. Decine di associazioni, decine di sindaci e migliaia di cittadini lottano con determinazione per ottenere il diritto alla mobilità in treno, su standard europei. Lo stato pietoso della ferrovia ionica, con stazioni abbandonate, treni vecchi, disservizi continui e qualità pessima di trasporto è sotto gli occhi di tutti. Miopia politica, nazionale e regionale, e pratiche aziendali di stampo privatistico nel comparto del trasporto pubblico hanno portato all’isolamento dell’intera fascia ionica con evidenti ripercussioni negative su un sistema economico e sociale già fragile. La mobilitazione popolare si è configurata come una lotta di trincea, con manifestazioni in numerose cittadine ioniche, a cadenza quasi mensile. Una petizione popolare di 10 punti è stata lanciata all’indirizzo del Presidente della Regione Calabria da una rete di associazioni e movimenti (Rete FIBC - Ferrovia Ionica Bene Comune), sostenuta da sindaci, forze sindacali e di categoria. La pressione culturale e politica dal basso ha cominciato a dare i primi frutti quando l’assessore De Gaetano ha annunciato pubblicamente all’inizio del 2015 che un accordo con Trenitalia avrebbe permesso di avere finalmente alcuni treni nuovi per la linea ionica. E lo stesso assessore si dichiarava pronto ad aprire un tavolo tecnico per attivare iniziative volte a dare risposte concrete alle esigenze della comunità regionale. Le vicende politiche dell’estate hanno determinato una crisi istituzionale ed un terremoto che ha indotto il Presidente Oliverio ad affidare il ruolo di assessore ad un docente universitario dell’Unical, l’ing.Musmanno. Il neo-assessore sembrava animato, sulle prime, di buona volontà e spirito attivo. Ha infatti dato seguito alla istituzione del tavolo tecnico presso la Cittadella regionale, dichiarandosi pronto al dialogo costruttivo. Ma dopo un paio di incontri con gruppi di rappresentanti della Rete, si è assistito ad un cambio di atteggiamento. Forse non pienamente consapevole del suo ruolo e della necessità che un assessore tecnico debba assumere responsabilità ancora più politica di un ordinario politico di professione, ha cominciato a manifestare forme di fastidio nei confronti della Rete. Il confronto non poteva certo essere quello auspicato dall’assessore, ovvero “lasciatemi fare ed abbiate fiducia”; in una sana dialettica si confrontano delle posizioni e si cerca di dare risposte utili alla soluzione dei problemi. Le rappresentanze della comunità ionica non chiedono la luna, ma cose semplici come: un intervento forte nei confronti di Ferrovie dello Stato per impedire l’opera di smantellamento dei servizi e dell’infrastruttura sul corridoio ionico, ivi compreso il taglio dei binari in numerose stazioni; l’acquisto di veicoli ferroviari nuovi da parte dell’Ente Regione; una riprogrammazione ed un potenziamento dei servizi ferroviari, anche attraverso una interlocuzione a livello ministeriale, nell’ottica di migliorare l’attrattiva del vettore ferroviario e riorganizzare i servizi di trasporto pubblico puntando sulla complementarietà delle componenti su ferro e su gomma anziché sulla deleteria competizione. Nell’interlocuzione con le rappresentanze di movimenti ed associazioni, è emersa purtroppo una visione molto diversa; l’assessore appare in

una posizione debole nei confronti di Ferrovie dello Stato; non ha assunto alcun impegno per l’acquisto di treni in proprietà o di potenziamento dei servizi, appiattendosi su motivazioni di contabilità vincolanti (ci sono pochi soldi, quelli che il Governo ci dà, e ce ne saranno ancora meno l’anno venturo); ha promesso una riprogrammazione dei servizi e una ridefinizione del Contratto di Servizio che non sono maturate; ha elaborato e fatto approvare in periodo natalizio una discutibile Legge sul Trasporto Pubblico Locale, cassando peraltro tutte le numerose osservazioni avanzate dalla Rete delle associazioni. Ma che l’atteggiamento dell’assessore non sia dei più costruttivi lo si può dedurre dalle regole del gioco che ha calato, ancora una volta dall’alto e senza discussione alcuna, per la partecipazione al Tavolo tecnico, le cosiddette “Regole per l’accreditamento Associazioni Utenti dei servizi ferroviari regionali”. In sintesi al Tavolo potranno partecipare solo le associazioni che ne manifestino la volontà e producano quali allegati: l’atto costituivo e lo statuto, redatti sotto forma di atto pubblico o di scrittura privata registrata, dal quale si evinca che la finalità associativa richiami espressamente il trasporto pubblico ferroviario; l’elenco e gli estremi anagrafici degli iscritti alla data della richiesta, che devono essere in numero di almeno venti. Delle oltre 50 associazioni organizzate nella rete al momento nessuna ha le carte in regola. Quel che dispiace è che l’assessore dimostri di voler mortificare la partecipazione sociale, attraverso atti burocratico-dispotici. Il Tavolo tecnico evidentemente è truccato. In particolare appaiono singolari i paletti tesi ad escludere tutte quelle associazioni che non abbiano quale tema esplicitato nel proprio statuto il trasporto ferroviario (come se la questione fosse puramente tecnica e settoriale), i movimenti che non abbiano almeno 20 iscritti (perché proprio 20?), i movimenti che non abbiano la registrazione dell’atto costitutivo. Perfino il CIUFER di cui sono Presidente, pur essendo una delle maggiori associazioni di settore, con oltre 220 iscritti, riconosciuta perfino da Enti di governo nazionale, resterebbe fuori; l’associazione ha uno statuto, non registrato per semplici ragioni di economia. E perfino Altra Calabria, di cui sono coordinatore regionale, pur registrata ufficialmente e con un centinaio di iscritti, verrebbe tagliata fuori, non avendo nello statuto finalità che “richiamino espressamente il trasporto pubblico ferroviario”. Siamo pertanto ad esprimere una vibrata protesta, anche a nome di tanti altri cittadini e movimenti calabresi, ed a chiedere un intervento al Presidente della Regione perché restituisca rispetto e dignità alle rappresentanze sociali. La democrazia partecipativa si va affermando in tutta Italia e la politica non può non tenerne conto; se il Tavolo tecnico dev’essere truccato per impedire la libera espressione dei cittadini di manifestare i loro legittimi interessi, non ha senso sedervisi. In Germania le Regioni finanziano direttamente con fondi propri i Centri di Tutela dei Cittadini, rispondendo al principio ovvio che l’ente di governo debba essere al servizio della Comunità e non di interessi particolari. Non pretendiamo tanto, ma almeno non si giochi con carte truccate. Domenico Gattuso Presidente CIUFER e coordinatore Altra Calabria



CULTURA

L’inchiesta

Nei giorni scorsi la cantante Noemi ha dichiarato che tra i vari oggetti che porta nella sua borsa c’è anche un rosario, che ogni tanto sgrana in segreto. Per lei pregare è una forma di meditazione bellissima. Ma sa che oggi la preghiera è demodè e che, per vergogna, a volte non si ammette di credere in Dio. Abbiamo intervistato alcuni ragazzi calabresi di età compresa tra i 16 e i 34 anni per capire qual è il loro rapporto con la fede.

Un Dio black & deck MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

“Ho sempre creduto in Dio, sono stata cresciuta nel cristianesimo e una volta adulta ho fatto mie le nozioni che mi erano state trasmesse”. “Credo in Dio e sono una cristiana praticante”. “Non ho mai dubitato dell’esistenza di Dio”. “Credo in Dio e soprattutto credo che la fede sia fondamentale nella vita. Se hai fede ti fortifichi soprattutto nei momenti più bui e niente ti fa paura”. Questa è solo una faccia dei credenti della generazione dei Millennial (i nati tra 1982 e il 2000), quella conservatrice. C’è, poi, chi ha le idee confuse e risponde con un secco “non lo so” e chi dichiara che con Dio non ha alcun rapporto: “Non credo in Dio e non ci ho mai creduto perchè non mi è mai stata trasmessa questo tipo di educazione”. C’è, infine, il parterre assai variegato dei progressisti: “Dipende dal Dio di cui si parla. Sono cresciuto secondo una morale cattolica puntuale ma mai ferrea, piuttosto condizionata dalla sfiducia generale che la mia famiglia (e conseguentemente io) provava e prova nell’istituzione ecclesiastica. Con il passare degli anni e sulla base delle scelte di vita e di studio che ho compiuto, il Dio cristiano, per me sempre troppo aleatorio,

è stato gradualmente rimpiazzato da altre nozioni. Prima scientifiche, poi filosofiche”. “Dio continua a essere il mio personaggio immaginario preferito”. “Ci credo ma non abbastanza”. “Ho sempre pensato di non credere in Dio. Ma mi accorgo che quando le situazioni volgono al peggio, mi appello a un’entità sovrannaturale affinché possa intervenire e mutare gli eventi”. “Ho sempre creduto in Dio, fin da bambina e non perché abbia frequentato il canonico catechismo o perché provenga da una famiglia credente - anche se quest’ultima cosa ha influito. Ho sempre pensato, però, di avere una fede tutta mia, fatta appunto a modo mio...”. E quest’ultima dichiarazione racchiude in sè la nuova concezione di Dio che si fa strada tra i Millennials: il loro è un Dio à la carte, fai-da-te, black and decker. I Millennials credono in un Dio che è sempre più a immagine e somiglianza dell’uomo e, così facendo, danno vita a uno scambio dialettico che è sempre più cortocircuito - tra un divino che si antropofizza e un umano che si divinizza senza, però, scrollarsi la terra da sotto i piedi. Se per i conservatori il Dio in cui credono “è Amore, è misericordioso e benevolo verso i suoi Figli”, “è premu-

C’è chi prega un DioAmore, chi un’entità sconosciuta, chi una forza celeste, chi i propri cari estinti e chi se stesso. C’è chi riconosce alla preghiera un valore liberatorio, chi la considera un rifugio e chi un flusso di coscienza.

roso e buono, simile a un padre amorevole che ci osserva da lontano, che ci permette di fare la nostra strada giusta o sbagliata che sia, ma che ci aspetta sempre a braccia aperte”, per i progressisti “è qualcosa di grande e inimmaginabile, una sorta di angelo custode al mio fianco, ma non so se si tratti di un Dio, di un’entità, di una forza celeste”, “è un’intelligenza ordinatrice di tipo cartesiano. Benché la mia adesione alle tesi di Cartesio sia circoscritta a questo solo concetto, ritengo che il filosofo francese abbia avuto l’intuizione per eccellenza pensando a un Dio che dà “un solo colpo al mondo” per permettergli di cominciare a girare, facendo sì che il resto venga da sé”. E quando si parla di preghiera anche i più conservatori si convertono alla religione del Dio a modo mio. “La preghiera è una grande grazia. Che non ho. Nel senso che non sono costante e non la pratico come la fede impone”. “Non so quanto Dio apprezzi la mia preghiera, vado a ruota libera. Hai presente il flusso di coscienza di Joyce? Butto fuori tutto quello che ho dentro senza chiedermi se rientri nei canoni della preghiera... Anche se in realtà non so se la preghiera segua dei canoni!”. I progressisti, invece, non si smentiscono: “Prego

ogni volta che posso anche solo a parole mie, credo nella preghiera e nel valore comunicativo e liberatorio che ha...”, “La preghiera è un modo per ringraziare, una forma gentile di rivolgersi a chi ci ha protetti”, “Per me pregare è guardarmi dentro, fare un bilancio, è un rifugio che mi fa sperare di non essere sola”. C’è chi tra i progressisti, parlando di preghiera, allunga lo zampino nelle acque dei non credenti: “La preghiera è raramente per me un momento di conversazione con Dio. Mi piace credere di essere artefice del mio destino, pertanto le mie preghiere sono più che altro rivolte alle capacità che metto sotto sforzo nel dato momento (quando si pregano le proprie gambe di non cedere dopo una lunga corsa, per intenderci) o alle persone care che ho perso. Credo, infatti che i nostri cari estinti diventino delle sorti di angeli custodi e, anche se molto probabilmente si tratta solo di suggestione, per me appellarsi a una persona cara che non c’è più è stato spesso il punto di partenza per cavarmi d’impaccio da una situazione scomoda”. C’è anche chi tra i Millenials non credenti straripa nell’area di chi crede e dichiara di pregare: “La preghiera, per come la intendo io, può essere benissimo laica. La preghiera può anche laica-


www.larivieraonline.com

Millennials credono in un Dio che è sempre più a immagine e somiglianza dell’uomo e, così facendo, danno vita a uno scambio dialettico - che è sempre più cortocircuito - tra un divino che si antropofizza e un umano che si divinizza senza, però, scrollarsi la terra da sotto i piedi.

DOMENICA 21 FEBBRAIO

17

ker per i Millennials mente consistere nel gesto di pensare a una persona cara che sta attraversando un brutto periodo, rivolgere a lui il pensiero, domandarsi cosa si può fare per lui. La preghiera può consistere anche in un discorso fra me e me, quando ad esempio non sono convinta delle mie capacità o vorrei fare di più. In quel caso, prego me stessa di non mollare”. Quanto alla credenza di una vita dopo la morte i conservatori così rispondono: “Dopo la morte dobbiamo sempre sperare in una vita eterna nella ricongiunzione con il nostro creatore”. E anche in questo caso c’è chi tra i conservatori ha attimi di esitazione: “La fede mi dà la tranquillità che ci sia un’altra vita, perfetta, dopo questa... Ma chi vuol mai abbandonare quella che stiamo vivendo? Per quanto ci viene descritta una vita eterna dopo la morte ricca di gloria, siamo ancorati alla vita terrena. E la paura che dopo non ci sia nulla, ogni tanto si fa sentire. In realtà mi piace la vita terrena, l’amore terreno... E la morte fa comunque paura perché vuol dire staccarsi da tutto questo. Nonostante ci sia Dio che aspetta dall’altra parte”. Tra i progressisti: “Non credo in una vita dopo la morte. O meglio non credo nell’esistenza di un Paradiso, di un Purgatorio e di un

Inferno danteschi, né nell’eterna contemplazione della bellezza divina. Ma siccome la fisica e Lavoisier ci insegnano che “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” non mi sento di escludere che una parte di noi possa sopravvivere anche dopo il termine della funzioni vitali del nostro corpo. Che si tratti di reincarnazione, piuttosto che trasformazione ectoplasmatica o condanna a rivivere sempre la stessa vita (come temeva Nietzsche) poco importa. L’importante è vivere con la massima intensità i giorni che ci vengono concessi dalla biologia. O dal Signore, che creder si voglia…” Tra i progressisti sui generis, invece: “Devo crederci per non impazzire ma non mi fermo ad immaginarla perchè impazzirei uguale”. Su un punto, però, sono tutti d’accordo conservatori, progressisti e non credenti: la Chiesa ha perso il suo appeal. “Penso che la chiesa sia stata per troppo tempo chiusa nei suoi dogmi e questo ha allontanato molto la gente. Si è fatta carico dell’Idea che non ci sia peccato al suo interno e quando sono scoppiati scandali di ogni genere ha perso quell’aria mistica che in realtà non gli doveva appartenere sin dall’inizio. Perché alla fine la chiesa è fatta di

Su un punto sono tutti d’accordo conservatori, progressisti e non credenti: la Chiesa, per troppo tempo chiusa nei suoi dogmi, ha perso il suo appeal. Anche se a darle un volto nuovo sta contribuendo Papa Francesco

uomini e come tali peccano. La chiesa ha avuto troppo spesso la presunzione di innalzarsi al livello di Dio guardando le persone dall’alto e questo è stato il grande errore”. “La chiesa ha perso il suo appeal perchè non è in grado di stare al passo con i tempi. È la chiesa che ha scelto di allontanarsi dalle nuove generazioni. Non siamo noi che dobbiamo adattarci alla chiesa, ma è la chiesa che deve accoglierci adattandosi a noi, ai tempi che viviamo. Non so se ci sia speranza di recuperare l’appeal perduto, la vedo molto difficile”. “Credo che la Chiesa abbia sofferto la globalizzazione e l’avvento dei nuovi mezzi di comunicazione. Diventa difficile continuare a credere nella forza della fratellanza quando le culture si amalgamano così rapidamente da farci avere l’impressione di essere stati invasi, quando si sente ogni giorno di guerre sanguinose, di famiglie distrutte, della ricchezza della Chiesa e di preti pedofili. Tutti questi fenomeni, da sempre presenti ma mai come oggi propagandati dai nuovi media, hanno creato un tale sconforto nella gente da farle perdere la speranza ancora prima della fede”. A dare un volto nuovo alla chiesa, secondo conservatori e progressisti, sta

contribuendo in parte Papa Francesco. “Poi arriva Papa Francesco e capisco che sì, gli uomini sono esseri finiti, ma c’è chi dedica la sua vita a cambiare questo mondo e ad aiutare coloro di cui nessuno si ricorda...”. “Pontefici come Francesco I, così umanamente genuini e pronti a buttarsi tra le braccia dei fedeli con il sorriso pur di dimostrare loro che la fede è semplicità, amore incondizionato e gioia di vivere, hanno certamente capito quale sia la strada da percorrere molto meglio di conservatori austeri e negazionisti della stregua di Benedetto XVI”. “Penso che papa Francesco sia arrivato al momento giusto. Rende la chiesa più umana. Più vulnerabile. È paradossalmente penso che questo possa avvicinare la gente. Ma ancora siamo lontani da sfatare tanti suoi punti fermi. La chiesa si sta evolvendo perché ha capito che è l’unico modo per stare al passo con i cambiamenti che inevitabilmente avvengono nella società. In passato esisteva il mercato delle indulgenze, i papi avevano potere disumano. Se la chiesa è cambiata molto da allora, credo possa cambiare ancora. Ma ci vuole del tempo. Alla fine se non si vuol morire, ci si deve adattare. E lo farà anche lei.”


CULTURA

ISTRUZIONE

La Buona Scuola e la mercificazione del sapere Eppure sembrerebbe inverosimile, ma le pulsioni destabilizzanti del sistema della pubblica istruzione, inscritte nella sfera psichica di una politica di centro-destra, sono state efficacemente e paradossalmente appagate da un governo di “sinistra” che, lungi dal costituirne l’antitesi, ne è diventato invece di tale politica il promotore. La legge 107 sulla Buona Scuola, che di buono non ha nulla, ha completamente scardinato le finalità costituzionali e democratiche sulle quali si basava il nostro sistema d’istruzione, dando così il colpo di grazia a quella che fino a qualche decennio addietro era considerata dalle statistiche europee una scuola di qualità (soprattutto per quanto atteneva il primo ciclo di studi) e vanificando così secoli di storia e di conquiste democratiche per le quali, finalmente, il diritto allo studio diventava un diritto inalienabile, garantito a tutti senza distinzione di appartenenza socio-culturale e promosso in tutte quelle situazioni di svantaggio economico che ne impedivano l’effettivo esercizio. La scuola nella logica del liberismo renziano, quella “dell’efficienza a tutti i costi”, del riformismo “cotto e mangiato”, è tutt’altra cosa. Essa, da luogo deputato alla promozione culturale e alla crescita civile e democratica delle future generazioni, da agenzia educativa per eccellenza, finalizzata alla salvaguardia di interessi esclusivamente sociali, si trasforma in mera azienda nella quale le risorse umane e professionali, la cultura e la formazione diventano oggetto di calcolata e utilitaristica mercificazione. Così come il diritto allo studio dei nostri ragazzi e la professionalità dei docenti tenderanno via via ad essere subordinati ad un sistema di compravendita, agli interessi dello sponsor di turno, ad un apparato clientelare sempre più radicato soprattutto al Sud, laddove solitamente si tende la mano per elemosinare quei diritti che vengono scambiati per privilegi. La scuola viene così svenduta a chi offre di più, all’imprenditore più influente che, finanziandone le iniziative e i relativi progetti, si arroga anche il diritto di stabilirne i contenuti e gli obiettivi formativi, attentando al principio costituzionale della libera promozione scientifica e artistica del sapere (art. 33 “L’ arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”) con mirate manipolazioni politiche e ideologiche. Considerato lo scenario da “new economy” nel quale l’educazione e la formazione assumono i connotati di un “prodotto”, ormai non scandalizza più nessuno se, come è capitato in qualche istituzione scolastica del Nord, vengono realizzate in orario curriculare, si badi bene: nell’orario tassativamente destinato a quell’insegnamento disciplinare, legittimamente garantito e gratuito, attività sponsorizzate da questa o quell’ azienda per le quali viene addirittura richiesto un contributo alle famiglie. Ma i paradossi all’italiana non terminano qui. Dai media che sponsorizzano la Buona Scuola del Miur come fosse l’ultimo modello della Fiat, spacciandola per l’offerta progressista del secolo e corredandola, a parole, di superaccessoriate tecnologie…. allo scempio di istituzioni scolastiche ubicate in strutture fatiscenti e malsane, dove la sicurezza e l’incolumità dei ragazzi sono messe quotidianamente a repentaglio, dove il servizio mensa così come il trasporto pubblico per le uscite didattiche sul territorio non sono più garantiti dai comuni, dove le famiglie e i docenti continuano a fare la colletta per acquistare gesso e carta igienica, dove puntualmente, nonostante la secolare ed indiscriminata “campagna di stabilizzazione”, continua a perpetuarsi l’ineluttabile triste viavai di supplenti. Questa è la Buona Scuola. Questo è il diritto allo studio offerto su un piatto d’argento. Peccato che il piatto sia vuoto! Ivana Pascale Coordinamento Futuro a Sinistra di Benestare

In passerella i capi d'alta classe disegnati e indossati dalle allieve dell'IPSIA di Siderno È stato un successo ampiamente apprezzato dal pubblico l'Open Day organizzato all'IPSIA di Siderno venerdì 12 febbraio. Nel corso della serata hanno sfilato in passerella vari abiti e modelli confezionati a mano, sotto la direttiva delle insegnanti, dalle studentesse dell'indirizzo "moda e abbigliamento". Sono state le stesse studentesse a indossarli con estrema grazia ed eleganza. Lunghi gli applausi del folto pubblico presente all'OPEN-DAY del 12 febbraio, che ha mostrato così di apprezzare la straordinaria creatività, il talento, l'originale perizia e lo charme delle allieve, sapientemente guidate dalla professionalità delle loro insegnanti.

Tropea eletta terza spiaggia più bella d’Italia daTripAdvisor Nella classifica delle dieci spiagge più belle d’Italia stilata sulla base delle recensioni degli utenti TripAdvisor, si ripresenta in tutta la sua unicità Tropea. Scala due posizioni, la spiaggia calabrese che, da quinta che era l’anno scorso, giunge finalmente sul podio conquistando il terzo posto dietro Baunei e Stintino, entrambe in Sardegna. Resto della classifica occupato da due spiagge siciliane (Lampedusa e Favignana), una ligure (Sestri Levante), una pugliese (Lecce) e altre tre sarde (San Teodoro, Villasimius e un’altra spiaggia di Baunei), che fanno di Tropea un unicum della nostra regione e incitano il turista a osservare di persona il promontorio che domina un mare cristallino sul cui orizzonte si staglia lo Stromboli. La nostra speranza, adesso, è che il sempiterno splendore di Tropea possa conquistare altre stelle, scalando ulteriormente la classifica 2016 assieme, perché no, ad altre spiagge calabresi, che possano inserirsi nella lista cominciando a impensierire il dominio sardo.

Eu20:il progetto che Europeo che farà crescere il nostro territorio Eu20 è la nuova nuova strategia di crescita e utilizzo dei fondi comunitari 2014-2020. Si tratta di progetto atto a creare quello che viene tecnicamente definito “Network Europeo dello Sviluppo Locale” attraverso una serie di azioni e servizi nelle quali sono anno-

verati anche workshop, incontri tematici, laboratori e partnership. Il progetto è aperto a tutti gli enti pubblici, le associazioni, i professionisti, le imprese e i privati che hanno l’opportunità e l’intenzione di utilizzare gli strumenti agevolativi della nuova programmazione euro-

pea al fine di migliorare il territorio di appartenenza e offrire un approccio innovativo, che cerca di sostituire le lungaggini della burocrazia con un approccio più immediato, che centri meglio (e in tempi più brevi) l’obiettivo che si vuole conseguire. Fa parte della progetto Eu20 il Lab “E20Matera” che, nell’ambito di “Matera 2019 Capitale Europea della cultura” vuole realizzare un’attività di promozione e comunicazione culturale, turistica e territoriale tra il 2017 e il 2020, che renda anche la Calabria parte attiva di questo grande evento attraverso la promozione sistematica di luoghi, territori eccellenze nostrane attraverso eventi culturali da realizzare su Matera o per Matera. Gli eventi, che saranno sostenuti da un’attività promozionale fatta su tutto il sistema dell’offerta ricettiva territoriale lucana, prevedono di volta in volta anche il coinvolgimento di particolari spettatori e invitati, mentre i beneficiari saranno i comuni e le aziende del nostro territorio. Ma Eu20 è anche in prima linea nella

realizzazione del “Camp Ferlinghetti”, con il quale il comune di Siderno conta di arricchirsi di un tassello prezioso per il proprio territorio. Grazie a questo progetto, l’arte diverrà impresa culturale con una serie di risvolti positivi, sia economici che sociali per l’intero comprensorio. Il progetto, che sarà inaugurato nel settembre di quest’anno, avrà come testimonial d’eccezione il poeta e pittore americano Lawrence Ferlinghetti, che sarà già presente sul territorio con la mostra “L’Ulisse Calabrese” a partire dal prossimo 21 marzo. L’ispirazione che l’artista italoamericano ha esperito durante un viaggio in Calabria, lo ha spinto a produrre schizzi su un taccuino che sono stati trasformati in America in vere e proprie opere d’arte che saranno esposte presso il Comune di Siderno. Tutti coloro che fossero interessati a collaborare con il progetto Eu20, possono reperire informazioni su www.eu20network.weebly.com. JG


www.larivieraonline.com

DOMENICA 21 FEBBRAIO

19

RAM FILM

ESCE IN QUESTI GIORNI NEI CINEMA CHE DANNO SPAZIO ALLE INDIPENDENZE “GRAMSCI44”, FILM SULL’INTELLETTUALE COMUNISTA

una realtà cinematografica innovativa e indipendente tutta

Made in Calabria RAM è una innovativa società di produzioni cinematografiche che àncora la sua immagine e i suoi progetti essenzialmente all’intento di valorizzare i bei luoghi di questa terra del profondo Sud.

Che la Calabria sia una terra ricca di talenti e buone idee è ormai cosa risaputa. Spesso le migliori risorse umane che produce questa terra sono costrette a “fuggire” verso mete del Centro-Nord Italia, o come ormai consueto vista la crisi economica del nostro paese, verso terre estere in cerca di fortuna. Un ritorno al passato, quasi al dopoguerra, a quando l’emigrato italiano era in continuo movimento verso ogni terra lontana. Sono pochi oggi i giovani che credono di poter emergere in questa terra, pochi quelli sostenuti dalla Regione, dallo Stato a mettere a frutto le proprie potenzialità e le proprie idee sul territorio calabro. Problematiche di ogni genere nascono nell’opporsi spesso allo sviluppo di nuove idee, nuovi settori imprenditoriali in cui si sfrutta e si mette in risalto il tesoro di questa terra e questa cultura meridionale. Una delle tante eccezioni è la scelta di un gruppo di giovani talenti coadiuvati da esperti professionisti nel settore cinematografico, che hanno scelto e combattuto fortemente per impiantare il loro progetto artistico in Calabria, riuscendo in poco tempo a interagire nel settore cinematografico d’élite con progetti a livello

nazionale e internazionale. Questo è il RAM, una innovativa società di produzioni cinematografiche che àncora la sua immagine e i suoi progetti essenzialmente all’intento di valorizzare i bei luoghi di questa terra del profondo Sud. Il gruppo privilegia i progetti cinematografici in cui l’unico comun denominatore è l’innalzamento della qualità dei contenuti, innovative forme di espressione comunicative, forme artistiche e sperimentazione mediante le più attuali innovative tecnologie nel campo cinematografico. RAM diventa una vera e propria officina creativa e di scambio artistico/culturale in cui le idee si intrecciano volutamente con le esperienze di artisti navigati o giovani aspiranti nel settore. Una bella realtà tutta targata “Made in Calabria”. Questo gruppo artistico innovativo ha operatività sul settore a 360°: crea ogni genere di produzione oltre che eventi cinematografici in luoghi di interesse artistico-culturale-storico della bella Calabria jonica e di tutto il Sud Italia, atti a valorizzare il territorio regionale per favorirne lo sviluppo economico e turistico. Fiore all’occhiello di questa attività di

eventi è senza dubbio dal 2006 il “Pentedattilo film-festival” ambientato nel suggestivo borgo antico di Pentedattilo (RC) e atto a promuovere idee e nuovi artisti cinematografici sotto la supervisione di grandi attori, registi, sceneggiatori. È targato RAM il film-documentario “Gramsci 44” che in questi giorni uscirà in alcuni cinema che danno spazio alle indipendenze. Il film è ambiento all’inizio del 1900 a Ustica, emarginata isola a nord di Palermo. L’arrivo del vaporetto era un evento che richiamava al molo gli isolani incuriositi dalle novità in arrivo dal “continente”. Dal 1926 il battello a vapore però cominciò a portare anche uomini in catene. L’isola di Ustica venne destinata ad accogliere oltre che i coatti criminali anche i confinati politici, inviati lì per non nuocere al regime fascista. Il documentario analizza attraverso i racconti diretti e tramandati la memoria della figura di Antonio Gramsci, intellettuale comunista deputato al Parlamento Italiano, confinato a Ustica nel dicembre del 1926 dal Regime Fascista. Gramsci rimase nell’isola 44 giorni. Ad Ustica Gramsci ritrovò il “suo” sud, prima di essere tradotto nel carcere di San

Vittore. Il documentario si focalizza sulla Scuola dei Confinati Politici costituita sull’isola proprio da Gramsci nel brevissimo periodo del suo soggiorno. La scuola ha rappresentato per i politici confinati un modo di sopravvivere alla lenta e logorante morte intellettuale a cui erano condannati, e per gli isolani, sensibili al fascino dell’accoglienza, un tentativo di costruire momenti di inclusione sociale in un periodo in cui l’isola era considerata luogo di emarginazione per l’intera nazione. La scuola, che era aperta a tutti, servì anche ad arginare l’analfabetismo, coinvolgendo cittadini di ogni età e stato sociale. Di quella scuola e di Gramsci oggi molti usticesi hanno ancora ricordo, ed è per l’isola di Ustica uno dei fondamenti della loro memoria storica.” Regìa: Emiliano Barbucci, Direttore della fotografia: Daniele Ciprì, Direttore di Produzione: Maria Milasi, Produttore Esecutivo: Americo Melchionda, Scritto da: Emanuele Milasi, Musiche originali: Marco Betta. Domenico Spanò

MAMMOLA

Gli Amici del Lupo ricordano Ciccio Zerbi “Rispetta le regole, vinci la vita”. Questo lo slogan utilizzato dall’associazione “Amici del Lupo” nata per ricordare, Ciccio Zerbi, il giocatore di Polistena morto in un incidente sulla Sgc JonioTirreno, per portare avanti l’attività di sensibilizzazione nelle scuole del territorio. Questa mattina l’associazione, guidata dal presidente, Letterio De Domenico, ha incontrato gli studenti della scuola secondaria di Mammola, paese in cui Zerbi si era stabilito dopo il matrimonio. L’incontro, commosso e partecipato, è stato aperto dal dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Marina di Gioiosa Jonica–Mammola, Maddalena Laganà, che ha plaudito il lavoro dell’associazione e l’impegno profuso non solo per mantenere vivo il ricordo di Zerbi, ma anche per sollecitare gli interventi di sistemazione e messa in sicurezza delle strade, in modo da prevenire nuovi incidenti. Poi la parola al presidente di “Amici del Lupo”, Letterio De Domenico che, nella duplice veste di relatore e moderatore, ha invitato i ragazzi a stare attenti ai segnali e alla velocità sia nei percorsi a piedi sia in macchina, insieme ai propri genitori. Lo stesso ha anche spronato i più giovani chiedendo loro rimboccarsi le maniche e dare il proprio contributo per il rispetto dei propri diritti, nella speranza di un domani migliore. È stato il caposala di Pronto Soccorso del nosocomio “Santa Maria degli Ungheresi” di Polistena, a raccontare i minuti

drammatici che seguono un incidente: l’arrivo dell’ambulanza in ospedale, la lotta tra la vita e la morte, la reazione dei familiari alla notizia che il peggio è avvenuto. «Vedo spessissimo barelle arrivare in ospedale con ragazzi in fin di vita o che, purtroppo, non ce l’hanno fatta. – ha affermato – È dura ed è straziante dover dire ai genitori che il proprio figlio, ancora giovane, ormai non c’è più».

L’importanza del rispetto delle regole nella vita e nello sport è stata sottolineata da Francesco Rigitano direttore provinciale del comitato sportivo italiano e da Valentina De Leo, direttore sportivo dell’unica squadra femminile di calcio a cinque della provincia che milita in serie A. Pieno di commozione anche il ricordo di Davide Barillà, un giovane morto a causa di un incidente con lo scoo-

ter, tramite la testimonianza del padre, Domenico. «Quando in una famiglia muore un ragazzo in modo così improvviso – ha detto il signor Barillà – è come se fossero morti tutti. Dobbiamo sensibilizzare e impegnarci affinché la tragica notizia che ha colpito me e la mia famiglia sia data sempre meno a mamme e padri che sono a casa ad aspettare il ritorno dei propri figli, usciti per trascorrere una serata di puro divertimento». È invece “sceso in platea” per parlare direttamente con gli studenti il parroco del Duomo di Polistena e referente di Libera per la Piana, don Pino De Masi, che, con simpatia, ha attirato l’attenzione dei più giovani paragonando la vita ad un regalo da tenere con cura, come uno dei doni più preziosi che si ricevono. «Nessuno di voi ha chiesto di ottenere la vita. – ha affermato don De Masi – Eppure ce l’avete ed è il dono più bello che vi sia mai stato fatto. Abbiatene cura perché è l’unico che non riceverete due volte». Vicinanza all’associazione “Amici del Lupo” è stata anche espressa dal primo cittadino di Mammola, Antonio Longo, che in più iniziative si è trovato a chiedere, insieme all’associazione e ad altri colleghi sindaci, interventi idonei a prevenire incidenti su quella che ormai viene sempre più spesso definita “strada della morte”. A fare da chicca all’iniziativa la proiezione di alcuni video che hanno offerto dati statistici, esempi, e nuovi spunti di riflessione.



CULTURA

www.larivieraonline.com

DOMENICA 21 FEBBRAIO

21

La Locride protagonista su Raidue a "Sì, viaggiare" Venerdì scorso su TG2 Sì Viaggiare è andato in onda il servizio dedicato ai tre dei 6 comuni del Pisl Slow Life (Canolo, Mammola e Agnana Calabra). In replica martedì alle 18.20, è il secondo appuntamento che la rete nazionale dedica al marchio d’area Pisl Slow Life: la prima puntata - su Gerace, Antonimina e Ciminà - è andata in onda il 18 dicembre. Il Pisl Slow Life, marchio d’area - che ha l’obiettivo di promuovere le bellezze naturalistiche, le tradizioni, le bontà e gli usi dei sei comuni Agnana Calabra, Antonimina, Canolo, Ciminà, Gerace e Mammola - ha ospitato lo scorso novembre giornalisti di fama nazionale, tour operator e stakeholder, alla scoperta delle bellezze più significative del luogo. “È un bel traguardo sapere che una rete nazionale parlerà di Slow Life – ha

La pioggia di cenere lavica è Calamità naturale: finalmente tutelati tanti agrumicoltori

Paolo Parentela ha fatto approvare in Camera il disegno che attiva ogni azione volta a ricomprendere la pioggia di cenere vulcanica nell’elenco delle calamità naturali, in modo che gli agricoltori colpiti possano avvalersi del sostegno previsto dal fondo di solidarietà nazionale. «È il minimo che si potesse fare – ha detto – per gli imprenditori agricoli della provincia di Reggio che per due volte, tra il 2013 ed il 2015, si sono visti negare l’attivazione dei sostegni economici. Eppure sul mercato gli agrumi colpiti dalle piogge di cenere vulcanica registrate tra Calabria e Sicilia dopo le eruzioni non sono considerati vendibili. Era l’ennesimo schiaffo agli agrumicoltori, dopo gli accordi internazionali che hanno reso più convenienti gli agrumi provenienti dal nordafrica. Questo provvedimento dona dignità all’agrumicoltura d’eccellenza della Calabria e della Sicilia. Il settore merita più attenzioni da parte della politica nazionale, incapace di risollevarlo dalla crisi in cui è piombato».

dichiarato il Responsabile Unico del Procedimento (RUP), l’architetto Domenico Marfia – la promozione di quest’area – prosegue – mira non solo alla divulgazione delle ricchezze del nostro territorio a livello nazionale, ma anche alla sua internazionalizzazione”. Infatti, sono passati pochi giorni dalla partecipazione alla Fiera internazionale di Milano – BIT - Borsa Internazionale del Turismo (11-13 febbraio 2016), ma la partecipazione del Pisl Slow Life è prevista anche in altre fiere internazionali per favorire l’incontro tra l’area del PISL Slow Life e le associazioni di viaggiatori, decision-maker, esperti del settore e buyer, provenienti da tutto il mondo. Il territorio del PISL Slow Life è del resto denso e ricco di bellezze naturali, cultura, storia e tradizioni che sarebbe un peccato non far emergere.

100 anni dalla nascita di Raf Vallone e la Ferro in regione fa scoppiare la polemica

Lo scorso 17 febbraio, se fosse stato ancora vivo, Raf Vallone, nato a Tropea, avrebbe compiuto 100 anni. Lo stimato attore, calciatore, giornalista e tenace partigiano, fiore all’occhiello della nostra sfortunata terra, è stato ricordato in diverse iniziative locali, per lo più organizzate da associazioni o dalla cittadinanza che ancora si di chiara sua fan. Non ha fatto altrettanto, tuttavia, il mondo politico regionale nel quale, anzi, a tal proposito è scoppiata una polemica innescata da Wanda Ferro. “La cultura e la memoria storica sono state cancellate dall’attuale governo regionale” ha infatti sostenuto la leader di centrodestra puntando il dito sulla scelta di non ricordare Vallone da parte della giunta regionale e del governatore. “Vallone, che è stato un’icona della sinistra [non ha meritato] una riga, non un messaggio, non un comunicato stampa […] dal presidente Oliverio che, da quanto mi risulta, tiene per sé la delega alla cultura, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti”.


RIVIERA

Dopo le ultime mareggiate il fondo sabbioso si è ritirato lasciando riemergere vecchi massi ormai coperti da tempo, in questo scenario prende vita un nuovo ecosistema. Una bellissima murena immortalata tra i nuovi fondali rocciosi del nostro paese!!! Carlo Codispoti

Gli anni del calcio Elio Napoli e Fran Ruso protagonisti dellacesco lità calcistica che c’e rivara tra Gioiosa e Siderno

rese Bit-rate calab ciale in v ro p Il consigliere l’assessore Loiero, con to hanno mostra , o a R o n ta e a G no tutto il valo alla Bit di Mila lla nostra terra. re de

Eccole! Due nostre simpatiche e attente lettrici, Silvana e Rosanna, coronano finalmente il proprio sogno di comparire su Riviera!

Un gruppo di saggi Il comitato dei Lions, che cer non passerà alla storia per la to freschezza, compensa l’età cosua grandissima esperienza! Buonn la lavoro!

Un uomo n Francesco Guovo recente comentile ha di suo passag pletato il lescenziale gio post adoterribile de da ragazzo sidernese alla politica serio e comd adulto passato.

Da grandi saremo grandi Il dirigente scolastico dell’Ipsia Gaetano Pedullà ha espresso il desiderio di vedere pubblicata una sua bella foto con Shark e Groove. Esaudito!

Sorrisi freschissimi Laura Stilo e sua cognata dimostrano con questa bella foto che non sono solo i loro prodotti alimentari ad allietare le nostre giornate

Ingraziamoci la dea fortuna I fratelli Femia, Rocco e Stefano, non hanno potuto resistere alla tentazione di indossare due cravatte verdi prima di entrare da Eurobet… Non siamo sicuri però che il verde speranza abbia proprio quella tonalità!

Eu20 aolo P e i Bruno Serg ogano rr Ferrisi inte della gli assessori o di rn Locride. È il tuarneri, C Tonino Sant’Ilario…

È lui o non è lui? Ai numerosi eventi culturali in programma in questi giorni nella Locride può capitare di incontrare personaggi illustri (indicato da Antonio Leggio) come Gabriele Alvaro.


SETTIMANALE

www.larivieraonline.com

DOMENICA21 FEBBRAIO 23

Pros Stefa pettive te Giovi no Zirilli e rrene nario nazzo, esp Giacomo Calab agricolo d erto funz tunità ria, discut ella Regioionostr e prospe ono di op ne a terr ttiva p a. per la or-

Il Bar Pose plas con P one Ma tiche asqua c le C rì posa u n entra attimo atanoso di Ge re al Mus prima di race. eo Ci re pe Perché l’a vico passa r questa t moer a cono scenzttraverso ra la a dell a sua storia !

Antohny Reale, esatta Tra due poli il suo vitigno, si trova mente come tra (qui rappresentato daSant’Ilario Pasquale Brizzi) e Portigliola (le cui veci vengono fatte da Rocco Luglio)

Direttori postali La direttrice Gargano, a Gerace, presenta un francobollo di recente prodotto da Poste Italiane

Fascino irresistibile gegnere Da Scido a Siderno, l’in catta al ris Nino Italiano si il Polifunzionale facendoe”! nn do le “beato tra

Eur Aug ofortun l’ape uri a Fr a scom rtura d ancesco solo mess el nuo Ruso serie il prim e Eurob vo cent per di p o di u et! Ch ro erio di g na lung e sia lorio a si!

50 anni insieme L’Ymca Burraco di Siderno ha festeggiato il 50esimo anniversario di matrimonio di Leonardo Polverari e Pina Cappelleri. Al taglio della tradizionale torta hanno fatto da cornice un gruppo di amici che hanno festeggiato in un noto locale di Mammola.

ne penti?! E se poi tessafaro lamenAlfonso Pa uando non è ta che da q re, è poco prepiù assessoostro giornasente sul n è meglio così. le… e forseavremmo parMagari ne lato male!

ora porp e le e t t e Vall ettava ch et asp urob Chi si gazze di Ee di blu ra ro stat . be arrà delusore b e r a s e rim l colo vestit arà mica i conta?! Ma s aglia che m della

Non è mai tardi per imparare Il nostro Giuseppe Belligerante si gode il sole dopo aver sostenuto brillantemente un esame all’università della Calabria. È proprio vero che non è mai troppo tardi per imparare!



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.