Riviera n°09 del 02-03-2014

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FOTO DI PEPPE MACR’

Anche noi della “Riviera” abbiamo accolto con grande soddisfazione la nomina nel governo Renzi di Maria Carmela Lanzetta quale ministro per gli Affari Regionali. Una persona pulita, perbene, che ha sempre operato professionalmente con grande competenza e rigore. (continua alle pp. 6/7)



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PRIMO PIANO

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DOMENICA 02 MARZO

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L’

ILARIO AMMENDOLIA

La Calabria

altra notte, in prima serata tv, abbiamo visto Gioiosa Jonica sprofondata nelle tenebre mentre i lampeggianti fendevano l’aria. Noi vi parleremo di un’altra Gioiosa, quella prevalente, composta da persone perbene,tenaci. Un paese in cui un uomo lancia una sfida impossibile e la vince, nonostante molte cose gli siano contro. Soprattutto la nomea che è stata affibbiata a questa nostra terra, per cui quando si dice Locride il clima è di circospezione e di sospetto. Rocco Criserà, 64 anni, fonda un’industria di avanguardia, la SAOR. Visitando la sua azienda si ha la sensazione di essere nel cuore della Romagna o della Brianza: macchinari di avanguardia, personale efficiente, massima igiene, prodotti di nicchia e di prima qualità. Si lavorano prodotti freschi, i migliori reperibili sul mercato. Un prodotto medio-alto. Entrano ortaggi e frutta fresca, ed escono sughi già pronti, marmellate, pesto. Quasi settanta dipendenti e un indotto di tutto rispetto. Mentre parliamo, l’imprenditore riceve una telefonata. Capisco che vorrebbe prenotare trecentomila quintali di pomodori freschi per i prossimi mesi. Probabilmente, non riuscirà a reperirli per intero nella zona e dovrà rivolgersi ad aziende siciliane o della Puglia. Un peccato, frutto di una mancata programmazione e di un raccordo. Ha bisogno di cipolle, di basilico, di arance, di carote, di sedano, di frutta fresca e, quasi sempre, deve rivolgersi altrove. Eppure vi sono serre abbandonate e altre che possono essere realizzate. Vorrebbe lanciare la marmellata di fichi calabresi, ma il prodotto fresco non si trova sul mercato. L’azienda potrebbe essere un volano di sviluppo, un esempio per i giovani che varrebbe più di mille discorsi. Certo, è stata dura, ed è dura. Ciò che è normale in altre parti di Italia e di Europa da noi non lo è. L’azienda ha dovuto realizzare a proprie spese la rete di adduzione del metano e i pozzi per l’acqua potabile. Le strade sono quel che sono, e le scuole non formano la professionalità necessaria. L’imprenditore rileva l’anomalia, costituita dal fatto che in Calabria la sua azienda, a fronte di settantamila euro mensili di stipendi, ne deve pagare altrettanti di contributi. Una cifra enorme, che non trova riscontro in nessun paese del mondo e non compatibile con la realtà socio-economica della Calabria. Discorsi a fiumi, risultati zero. Pongo una domanda delicata e debbo porla con accortezza. Ecco la mia domanda: «Signor Criserà, Le elenco alcuni problemi della Calabria e della Locride. Mi dovrebbe indicare quale, a suo parere, è il primo impedimento allo sviluppo della nostra terra: ‘ndrangheta, infrastrutture, mancanza di professionalità, lontananza dai mercati, Stato? Rocco Criserà esita, pensa, riflette e infine ci dice: lo Stato. Lo Stato, con le sue imposizioni, con leggi assurde, con l’arbitrio, con una burocrazia elefantiaca e lenta, con il peso delle sue tasse, costituisce il maggiore ostacolo allo sviluppo della nostra terra. Personalmente l’ho sempre pensato. Ovviamente non si intende uno Stato astratto, hegeliano, ma gli equilibri di forze che esprimono i governi in una determinata fase storica. Questo Stato, per come storicamente si manifesta, è un ostacolo maggiore della criminalità, perché è espressione degli interessi dei pochi contro la parte debole della popolazione e del territorio nazionale. Sentirlo dire a uno dei pochi imprenditori calabresi che esporta in Gran Bretagna, negli USA, in Giappone, in Corea, in Australia, dimostra che le nostre idee, decisamente non conformiste, non sono poi così balzane.

oscurata: Rocco Criserà


SETTIMANALE

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PRIMO PIANO

Il

Telecamere e grate per la Corrado Alvaro

C

ontinui i furti e gli atti vandalici commessi ai danni della struttura scolastica. I docenti e la presidenza della scuola hanno richiesto più volte supporti per implementare la sicurezza dell'istituto e per difendere i pochi materiali a disposizione degli alunni La scuola media Corrado Alvaro la scorsa settimana è stata di nuovo oggetto di vandali e ladri. La razzia

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Bagarre Locri-Sanremo: Gian Antonio Stella risponde a Riviera...

RACCOLTA FONDI PER RICOSTRUIRE IL LUNGOMARE

lungomare di Siderno, una risorsa non solo per la cittadina, ma per tutto il comprensorio. Nell'attesa che a livello istituzionale si proceda, ognuno potrà contribuire alla rinascita di questa parte della Città che da sempre ha costituito, e costituisce tutt'ora, un grande attrattore sociale ed economico. IT89T0849281590000000161944 le coordinate bancarie per poter procedere. Nella causale del bonifico dovrà essere riportata la dicitura, “Raccolta popolare fondi per la ricostruzione del lungomare di Siderno”. Il codice Iban è intestato alla Consulta cittadina. Da tempo si parlava di questa possibilità al Tavolo di lavoro permanente costituitosi all'indomani della mareggiata che ha

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distrutto il lungomare. Il Tavolo di lavoro permanente costituito da soggetti diversi tra loro continua a riunirsi per monitorare quanto si è detto verrà avviato per giungere ad un risultato condiviso, prima di tutto dai cittadini e per attivarsi affinché si possa in qualche modo con-

del periodo natalizio è stata seguita da un'infrazione avvenuta la scorsa settimana. Alcuni individui avrebbero rotto la porta sul retro della scuola e una volta all'interno dell'edificio hanno scassinato i distributori di bevande e avrebbero anche rotto lo specchio nel bagno dei professori. Questi atti sono gravissimi e la scuola richiede da diverso tempo che le ronde dei carabinieri vengano supportate con l'installazione di telecamere o almeno mettendo le grate alle finestre. Il furto di alcuni strumenti musicali e la rottura di computer e lettori dvd è stato un gesto gravissimo. I materiali a disposizione di studenti e docenti sono già pochi e difficili da reperire. Rubare i supporti didattici e vandalizzare aule, corridoi o altre strutture delle scuole del comprensorio è un danno soprattutto per gli alunni. La scuola spera che arrivati a questo punto il comune e le forze dell'ordine trovino il modo di risolvere la situazione.

tribuire concretamente alla risoluzione di una problematica cara a tutti. Nelle riunioni che si sono svolte e in quelle che si organizzeranno l'attenzione è massima anche sul resto delle difficoltà che hanno portato Siderno in questa situazione precaria.

Infatti sia le locandine che il comunicato dell’assessore all’ambiente non facevano il minimo riferimento al fatto che le compostiere sarebbero state distribuite gratuitamente da Locride Ambiente spa. Ma se qualcuno avesse visto la pubblicità della manifestazione si sareb-

Passafaro si scopre organizzatore d’eventi Premesso che Alfonso Passafaro si sta rivelando un ottimo assessore all’ambiente e si sta rivelando un mago della comunicazione e dell’organizzazione d’eventi. Ad un lettore poco attento la manifestazione di domenica nella piazza di Locri, poteva sembrare organizzata dal comune.

be reso conto che era stata organizzata dalla società di raccolta rifiuti. Tra l’altro è una delle attività che rientra nel programma di sensibilizzazione e informazione per i cittadini. Ma Passafaro è riuscito a capovolgere il tutto divenendo l’unico planner della giornata informativa.

Per cercare di interpretare meglio il pensiero del noto giornalista Gian Antonio Stella, espresso in occasione dell'ultimo Festival della Canzone Italiana di Sanremo, in data odierna, ho inoltrato la seguente mail al dottore Stella offrendo la disponibilità di "Riviera" di pubblicare sul prossimo numero un suo articolo al fine di poter rappresentare ai nostri lettori il suo fedele pensiero relativamente alla vicenda che, probabilmente, è stata interpretata male da molte persone. Questa la risposta di Gian Antonio Stella che ovviamente mi sento di ringraziare: "Scusate,e dovrei rispondervi? Io cito monsignor Bregantini facendone un discorso generale sul degrado urbanistico italiano, sul vostro sito vengo paragonato al colesterolo e dovrei rispondervi? La registrazione è lì, su Internet. Basta riascoltarla. Grazie mille"



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IL MINISTRO DI MONASTERACE

La Lanzetta porti il grido della Locride

nelle stanza romane

Ci domandiamo : chi si è occupato di noi quando sono stati operati tagli alla sanità, tagli alla scuola, tagli delle corse ferroviarie, ecc. Bisogna eliminare questa logica dei numeri e dei tagli.

A

ANTONIO TASSONE nche noi della “Riviera” abbiamo accolto con grande soddisfazione la nomina nel governo Renzi di Maria Carmela Lanzetta quale Ministro per gli Affari Regionali. Una persona pulita, perbene, che ha sempre operato professionalmente con grande competenza e rigore. Noi pensiamo che la Locride abbia bisogno di un Ministro forte e autorevole nonostante, e lo diciamo in largo anticipo, sembra superfluo ribadire che le sfere di operatività del ministro Lanzetta sembrano limitate. Il pressing continuo e intellettuale, operato

in passato da Pasquino Crupi, relativo ai modi con cui la Lanzetta ha cercato di ritagliarsi un importante spazio di visibilità mediatica, è stato sempre portato avanti con grande personalità dal direttore de “la Riviera”. Ora proviamo a cambiare pagina. Vorremmo offrire un’apertura di credito al ministro Maria Carmela Lanzetta. Al di là della retorica, la Lanzetta è riuscita ad arrivare (politicamente parlando) dove nessuno è mai riuscito. Inevitabilmente, la sua nomina ha suscitato (e susciterà) una qualche forma d’invidia che lei dovrà saper gestire con intelligenza e lungimiranza. E siccome anche noi abbiamo

delle proposte da fare ci permettiamo di evidenziare pochi punti da sottoporre all’attenzione del neo Ministro con l’impegno di seguirla costantemente nel suo percorso governativo che ci auguriamo possa essere il più lungo possibile. Intanto, ministra Lanzetta lei dovrà far pervenire nelle stanze romane il “grido”, spesso inascoltato, della nostra gente che a causa dell’atavico abbandono dello Stato, sta vivendo una situazione drammatica dal punto di vista economico-occupazionale. Finora abbiamo sempre avuto la sensazione che della Locride non sia mai importato niente a nessuno. Non vogliamo essere considerati


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Maria Carmela Lanzetta il giorno del giuramento di fedeltà alla Costituzione.

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Ministra, ci saluti Renzi VINCENZO CARROZZA

come un peso per la Nazione o un cancro da debellare, anche qui da noi la maggior parte dei cittadini è gente onesta e rispettosa dei doveri civici. Servirà un intervento di politica economica mirato ad aiutare specificatamente questo territorio. Come spesso abbiamo ribadito, bisognerà eliminare la logica dei “numeri” e dei “tagli” che non possono colpire un’area depressa come la nostra. La Locride non fa notizia se non in negativo. Ci domandiamo: chi si è occupato di noi quando sono stati operati tagli alla sanità, tagli alla scuola, ridimensionamento delle corse ferroviarie? Provate a pensare se per qualche motivo si fosse bloccata la tratta ferroviaria Roma-Milano o Roma-Napoli. Tutta l’Italia si sarebbe fermata. La Locride, invece, non fa notizia perché la protesta dei suoi cittadini non incide sull’economia generale dello Stato. Però qui si continua a soffrire per l’isolamento e anche la nuova 106 è stata solo in parte riammodernata. I soldi stanziati, infatti, sarebbero dovuti servire anche per il tratto Locri-

Ardore, ma alla fine non sono bastati. E abbiamo notato come le imprese del Nord sono scese qui (nel regno del “malaffare”) per accaparrarsi le risorse economiche fuggendo poi via con il malloppo e lasciando in ginocchio molte imprese del posto. Bisognerà salvaguardare i nostri piccoli centri dallo spopolamento. Cara ministra Lanzetta, si batta per ribadire che noi non vogliamo privilegi e siamo anche disposti al sacrificio ma abbiamo bisogno di far ripartire la nostra economia, far ripartire il nostro motore per farlo girare parimenti alle altre regioni italiane in modo da poter competere e camminare in autonomia. Si batta per la definizione di una “questione meridionale e non settentrionale”. Archeologia a parte, visto che è la sua passione, (e sempre sperando che la criminalità organizzata non scoraggi investimenti) pensi alle potenzialità di sviluppo che ha questo territorio. Pensi all’artigianato, all’agricoltura, al turismo. In questi settori si potrebbero sfruttare alcune provvidenze europee e statali per creare occupazione e ricchezza. Sino ad ora, storicamente, alcuni imprenditori del Nord le hanno utilizzate solo per i propri interessi. Comprenda, cara ministra Lanzetta, che, qui da noi, non basta solo la repressione ma sarà necessario e fondamentale che lo Stato mostri il “suo volto migliore” ossia preoccuparsi di stare accanto ai cittadini garantendo scuole dignitose, strade percorribili, mezzi di comunicazione rapidi, strutture sportive e centri di aggregazione ed anche del loro futuro lavorativo. È doloroso dover assistere all’emigrazione delle nostre intelligenze migliori. Bisognerà garantire sicurezza a quei cittadini che vorranno impegnarsi in politica senza temere nulla per se stessi o per le proprie famiglie. Ecco cosa dovrà fare lei, ministra Lanzetta, battersi con impegno e orgoglio (pur consapevoli che la ‘ndrangheta esiste e va combattuta) affinché, anche qui da noi, lo Stato possa dimostrare ai cittadini “la sua vicinanza”. Ci riuscirà? Lo vedremo. Intanto le auguriamo buon lavoro.

Dire che la nostra è una terra sfortunata è davvero riduttivo. La nostra è terra crudele, periferica, dannosa per chi ci vive, per chi la frequenta, addirittura per chi la pensa. Una terra su cui ogni cane che passa è autorizzato a pisciare. Una terra su cui ogni essere pensante espone personali teorie, sputando sentenze orribili, inappellabili su cose e persone, che la riempiono, che l’abitano. Vorrei completare il pensiero: le piaghe, inflitte da nostro Signore all’Egitto, sono fesserie rispetto a tutto il fango buttato addosso alla nostra gente, alla nostra terra, negli ultimi cento anni. In fondo, dopo la partenza degli Ebrei, nostro Signore ha deciso di non infierire più su faraone ed egiziani. Da noi, invece, locuste, rane, pustole ammorbanti, grilli parlanti, mezze calzette, sciancati di ogni genere vivono come in un ventre di vacca. Non ci mollano più. Da noi non muoiono solo i primogeniti, ma i secondi, i terzi, i quarti e, magari, i quinti e i sesti. Poi muoiono i cugini, gli zii, i nonni e, a seguire, tutta la parentela. Anche quella d’America non si salva più: si capisce, siamo globalizzati. Adesso, in questa putrefazione generale, c’è una signora a cui un giovane premier ha mollato sulle spalle un carico da dieci e mezzo. Monasterace non è lontana dal santuario di San Cosimo e Damiano e, c’è da giurarci, nel giro di qualche settimana, gareggerà col sacro luogo in numero di devoti. Fossi in fratel Cosimo inizierei a preoccuparmi. Molti si sperticheranno a riconoscere alla Signora doti che mai prima avevano intravisto. Diranno che era nell’ordine normale delle cose che questo accadesse. Si presentiva, e chiaramente, che Lei era la naturale discendente dei vari Gullo, Mancini e Misasi. Dopo Ludovico Ligato, la provincia di Reggio non aveva più avuto grandi riconoscimenti politici, ma con la nomina a ministra della

Signora Lanzetta, la storia ha risarcito tutti noi. In una sola botta ci è stato restituito il paradiso perduto. Amor proprio, orgoglio, senso di profonda utilità sono scesi tutt’insieme nella carne e nell’animo di ogni ionico – reggino, rendendolo potente, invincibile, geniale. Ecco, è stato come se lo stesso Spirito Santo fosse disceso e si fosse fermato su ogni abitante di questa disgraziata terra, rendendola utile e più bella dell’Abruzzo. Pasquino Crupi si chiederebbe, a buona ragione, con quale criterio sulla nostra terra è caduta tanta manna. Si chiederebbe, se la Signora ha ragionato un programma minimo con Renzi centrato sullo sviluppo della nostra terra che coinvolga i suoi giovani, i suoi vecchi, le sue donne, i suoi pastori, i commercianti, i cani, i gatti, i topi, prima d’accettare l’incarico. Si chiederebbe, la ragione è una bestia inquieta, perché la Signora e, magari, non Gratteri, o Lucano, o De Masi, o Cuzzocrea. Si domanderebbe, se la Signora ha accettato l’incarico a scatola chiusa, come si usa fare, perché avere un ministero non capita mica tutti i giorni, anche perché ci sta bene nell’albero genealogico un membro ministro, capirete, è un fatto estetico. Alla fine, sempre Pasquino, potrebbe addirittura avere la sfacciataggine di chiedere, a nostra Signora, di esprimersi pubblicamente sui dubbi e sulle questioni da lui sollevate. Per altro, non avendo noi la sagacia intellettuale di Pasquino Crupi, ci limitiamo ad augurare buon lavoro alla ministra e che ci saluti, appena ne avrà occasione, il sole dell’avvenire della politica nazionale. Magnifiche sorti e progressive a tutti. Come dire diversamente? Ah ecco, Buona digestione.


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Non ci resta che piangere

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ATTUALITÀ

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CALABRIA VISTA DAGLI ALTRI

questa fase L’ESSENZIALE In storica, ci hanno

ILARIO AMMENDOLIA

L’odiosa censura all’“Ora di Calabria” non sarebbe da scrivere alle responsabilità del senatore Gentile e alla codardia dell’imprenditore De Rose, ma a tutti noi. Antonello Caporale, sul “Il Fatto Quotidiano”, del 22 febbraio, scrive: «La Calabria vive la sfortuna di essere sempre in minoranza. Minoranza dell’Italia ricca e minoranza anche in casa sua. Quella classe dirigente sociale non avrebbe mai potuto dominare la scena pubblica se una porzione maggioritaria della società non fosse stata connivente, se il bene comune non venisse giudicato come una zucca vuota, un cesto rotto, una fanfaluca». Noi saremmo conniventi con questa

messo sul banco degli imputati, complice la nostra marginalità è la nostra sconfitta. Hanno convinto noi stessi della nostra colpevolezza. Molti di noi hanno lottato, evidentemente in maniera sbagliata e insufficiente, una vita commettendo errori gravi e infatti abbiamo perso

classe dirigente imposta con una legge elettorale truffa e con una selezione che premia la subalternità ed il servilismo nel confronti dei ceti dominanti. Seguendo questa logica a noi calabresi, e a nessun altro, bisogna ascrivere la miseria, l’abbandono del territorio, la ‘ndrangheta, il clientelismo. “La Stampa” di Torino va oltre e con un articolo di Ruotolo del 23 febbraio, scrive: «…Locride , terra di ndrangheta, di sequestri di persona ed oggi dei più importanti trafficanti di cocaina». Ci sono, eccome le cose che Ruotolo denuncia, ma altra è la nostra Calabria, altra è la nostra Locride. Noi siamo quelli che abbiamo reso belle e ricche città come Adelaide, Sidney, Toronto, Liegi, Milano, Torino. Siamo la terra da cui sono emigrati gli operai che fittavano, nelle soffitte, il “letto caldo” cioè una branda in due, uno di giorno ed uno di notte, secondo i turni di lavoro. Quando uno si ammalava, dormivano in due nella stessa brandina. Una terra dove ci sarebbero tante persone disponibili a lavorare una giornata per ottocento euro al mese, ritenendosi fortunati. In questa fase storica, ci hanno messo sul banco degli imputati, complice la nostra marginalità è la nostra sconfitta. Hanno convinto noi stessi della nostra colpevolezza. Molti di noi hanno lottato una vita, evidentemente in maniera sbagliata e insufficiente, commettendo errori gravi ed infatti abbiamo perso. Definitivamente perso. C’è un bel film di Troisi Non ci resta che piangere e così è, a meno che alla diserzione di massa, al conferimento del cervello all’ammasso, non si sostituisca l’impegno civile e democratico di tutti.

IN BREVE Al Musaba Uniti per il Torbido I comuni della Vallata del Torbido si sono riuniti presso il Musaba di Mammola. Presenti i sindaci di Mammola, Antonio Longo, Gioiosa Jonica, Salvatore Fuda, Marina di Gioiosa, Domenico Vestito, Martone, Giorgio Imperitura, Grotteria, Leoncini, San Giovanni di Gerace, Giovanni Pittari. Ha partecipato anche il consigliere regionale Candeloro Imbalzano. Ovviamente ciascuno ha voluto dire la sua. Immaginate quindi quanto sia durato l’incontro.

Sindaci 1- Gualtieri1

Palla al centro I sindaci della Locride hanno indetto una riunione del comitato allargato d’urgenza dopo la seconda ordinanza che gli vietava di conferire nell’impianto Siderno. A firmare l’atto il direttore Gualtieri. Un colpo basso, al limte della scorrettezza, che a permesso a Gualtieri di tamponare l’emergenza reggina. La riunione si è conclusa con le grida del sindaco Calabrese e di Varacalli che chiedevano azioni forti mentre la dirigenza dei sindaci ha deciso per una linea di dialogo



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APPROFONDIMENTI

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Mario Mazza: occorre ripensare al sistema giudiziario dalle fondamenta L’avvocato Mario Mazza, ex sindaco di Gioiosa Ionica, oggi presidente della Camera Penale di Locri, prende posizione sulla situazione del sistema giudiziario italiano. «La Giustizia ha bisogno di un intervento di ripensamento radicale - afferma -. A fare le spese delle inefficienze del sistema è in primis il cittadino». Non solo sono aumentati i costi per l’assistito, dichiara Mazza, ma anche le procedure riguardanti il TAR per gli appalti pubblici, ciò va a tutto discapito del piccolo industriale o della attività imprenditoriale locale. «Basti pensare che per avere una copia di una sentenza, favorevole o contraria che sia, occorre versare in anticipo il 50 per cento del contributo, per poter andare eventualmente in appello». Gli onorari per i difensori d’ufficio e per i procuratori pagati dallo stato (in caso di estrema indigenza la difesa è comunque garantita dallo Stato, che si accolla gli oneri processuali) sono stati decurtati: ciò infligge una severa penalizzazione al decoro del patrocinatore. A Locri la Camera penale nasce nel 1989, ma non è aderente alle Camere Penali Nazionali, inoltre non c’è un Palazzo di Giustizia, e le Cancellerie hanno spazi angusti. «In tali condizioni prosegue l’avvocato Mazza - non è verosimile poter offrire alla cittadinanza un servizio realmente efficiente». Sia il cittadino che il patrocinante devono essere garantiti. Il sistema giudiziario di un paese è l’indice della sua civiltà, per tale motivo condurre udienze in situazioni a limite della tollerabilità, è sintomo di una malattia che ha radici profonde. L’esercizio della professione forense deve essere una risposta adeguata alle esigenze di una giustizia celere, oculata e approfondita. Profili processuali com-

Non c’è più dignità per la professione di avvocato plessi necessitano maggiore attenzione rispetto ad altri più semplici e comuni. A tal proposito sarebbe forse utile calendarizzare i processi in modo che non ci siano sovrapposizioni, ritardi, o prolungamenti fino ad ore tarde. A volte i procuratori non hanno neanche la garanzia di poter avere un colloquio con i loro assistiti, il che è vistosamente improprio. Secondo il presidente Mazza potrebbe rivelarsi utile un sistema di leggi che depenalizzino molti reati minori, sia civili che penali, per i quali potrebbe essere prevista un’ammenda. Secondo una stima, solo sul Tribunale di Locri, si potrebbe evitare anche il 30 per cento delle cause. Occorre prevedere misure alternative

Mario Mazza

Giudiziaria

Capi e soldati

alla detenzione, ma che siano realmente funzionali. È anche importante che i magistrati non sfuggano da ogni controllo, ma che siano obbligati a risiedere nel luogo dove esercitano la professione. Ove necessario bisognerebbe aumentarne l’organico. Inoltre dovrebbe esserci un maggiore controllo all’accesso della professione, mediante Facoltà a numero chiuso. “È inverosimile che ci venga chiesto –conclude il presidente Mazza- di gestire un’attività professionale così delicata e importante per la comunità, in un territorio debole come il nostro, senza la garanzia di vedere riconosciuti i nostri diritti professionali”. La Redazione

L’ESSENZIALE Per avere una copia di una sentenza, favorevole o contraria che sia, occorre versare in anticipo il 50 per cento del contributo, per poter andare eventualmente in appello. Secondo il presidente Mazza potrebbe rivelarsi utile un sistema di leggi che depenalizzino molti reati minori, sia civili che penali, per i quali potrebbe essere prevista un’ammenda

La nascita della “Società maggiore” nella ‘ndrangheta ha comportato, secondo le risultanze investigative della Procura distrettuale di Reggio Calabria, alla creazione del sistema della “doppia compartimentazione” all’interno della locale, secondo il quale il livello di conoscenza di ciascun affiliato corrisponde al livello raggiunto nella gerarchia delle doti. Infatti, ci sono decine di migliaia di affiliati (innanzitutto tutti quelli che hanno doti della Società Minore) che addirittura ignorano l’esistenza della Provincia e molti altri (quelli che appartengono alla Società Maggiore, ma con gradi non apicali) che ne hanno notizie vaghe e de relato. La regola secondo la quale il livello di conoscenza deve corrispondere alla dote detenuta e al ruolo ricoperto (“per ogni grado c’é un livello di conoscenza chiuso verso l’alto ed aperto verso il basso”) ha una ratio precisa, spiegata con straordinaria lucidità nel corso di una conversazione tra un soggetto non meglio identificato e Domenico Oppedisano, detto don Mico, ritenuto al vertice del “Crimine di Polsi” e condannato nel processo d’appello “Crimine” a 10 anni. Nella conversazione dell’ottobre del 2009 si faceva esplicito riferimento al fatto che bisognava mantenere un certo “distacco” dagli

affiliati di livello più basso (i c.d. “soldati”), i quali dovevano essere portati a conoscenza solo di determinate notizie (“perchè se a te...ti interessa quel soldato...devi tenerlo per soldato...e devi tenerlo sempre.... con il dovuto distacco”), al dichiarato fine di scongiurare il rischio che, collaborando con la giustizia o anche involontariamente (es. durante un colloquio intercettato presso una casa circondariale), potessero riferire, circostanze dannose per l’organizzazione (“un chiodo continuatamente... .ecco giusto, e allora, quante volte è successo?... Questo pentimento...sto coso...capita che dopo va ...va a fare un mese in carcere là...e si è rivoltato...comincia a cantare stornelli praticamente...non era...non deve perdere la tradizione di famiglia”). Per quello che é emerso analizzando le risultanze processuali del processo “Il Crimine” la ‘ndrangheta con il tempo é divenuta un’organizzazione sempre più complessa e che si regge su un equilibrio modernissimo e difficile: articolazioni territoriali in tutto il mondo, ma tutte facenti capo alla Calabria; autonomia della singola locale, ma fino ad un certo punto; sistema della “doppia compartimentazione” all’interno della locale; regole comuni per tutti; sanzioni per chi non rispetta le regole. (Lr)



ELEZIONI/ Servizio a cura di Lidia Zitara

QUISI VOTA comuni - abitanti Agnana Calabra 569 Bagaladi 1082 Benestare 2442 Bova Marina 4142 Brancaleone 3642

Abbiamo L’INTERVISTA chiesto al sindaco uscente, Giuseppe Certomà, quale sia stato l’operato della sua amministrazione e come vede il futuro della cittadina. Quali sono i problemi da affrontare e quali sono stati i progetti portati a termine

Canolo 801 Cardeto 1822 Careri 2410 Cittaova 10344 Feroleto della Chiesa 1772 Martone 554 Monasterace 3369 Oppido Mamertina 5406 Palizzi 2297 Platì 3711 Riace 1793 Roccaforte del Greco 550 Roccella Ionica 6434 Samo 871 San Giovanni di Gerace 537 San Lorenzo 2685 San Pietro di Caridà 1265 San Roberto 1833 Santa Cristina d'Aspromonte 1017 Sant'Alessio in Aspromonte 323 Sant'Ilario dello Jonio 1332 Scido 976 Stignano 1340

Roccella alle urne

Che cosa l’aspetta? L’ESSENZIALE L’attuale sindaco annuncia di aver accetato la proposta del coordinamento della lista “Roccella prima di tutto”. «Il programma sarà elaborato nei prossimi giorni e punterà sul miglioramento dei servizi, sull’ambiente, sulla cultura e sull’utilizzo delle importanti infrastrutture di cui si è dotato il comune»

Signor Certomà, lei è il sindaco uscente, a maggio si ricandiderà con la stessa lista? Quali sono i suoi programmi? «Ho accettato la proposta del Coordinamento della lista “Roccella prima di tutto”, avvenuta all' unanimità, di candidarmi a sindaco nelle prossime elezioni - non tanto per i meriti che possono essere attribuiti alla mia persona - ma perché tale proposta è fortemente legata al buon lavoro e agli ottimi risultati conseguiti da tutta l'amministrazione negli ultimi cinque anni e alla prospettiva che tale lavoro possa essere continuato in futuro. Il programma sarà elaborato nei prossimi giorni e punterà sul miglioramento dei servizi, sull'ambiente, sul turismo, sulla cultura e sull'utilizzo delle importanti infrastrutture di cui si è dotato il comune a partire dal Porto delle Grazie, la cui gestione sta per partire proprio in questi giorni, e che costituirà un volano di sviluppo non solo

per Roccella ma per tutta la Locride». Roccella gode di una posizione assai panoramica ed è frequentata da chi ama il mare o le escursioni. Per chi l'attraversa rimane un grosso problema la viabilità. Sa dirci quando si spera possa essere aperta la famosa “bretella” sulla nuova 106, che consentirebbe di deviare una gran parte del traffico in zone periurbane? «Il traffico veicolare che attraversa il centro abitato di Roccella rappresenta un punto di debolezza rispetto al contesto positivo che vive la mia città, ma tale problema al più presto sarà superato grazie all' impegno tenace e incisivo profuso dell' Amministrazione Comunale che ha avuto l' epilogo nella costituzione in un processo presso il TAR di Reggio Calabria, ottenendo che i lavori di costruzione della variante ANAS non si bloccassero definitivamente con la perdita dell'intero finanziamento. Detti lavori sono in corso di esecuzione e saranno ultimati entro i termini contrattuali (settembre 2014) così come ha potuto affermare il Capo Compartimento dell' ANAS Calabria Ing. Vincenzo Marzi. Durante un recente sopralluogo alla presenza di una folta delegazione del Consiglio Comunale di Roccella». Dal punto di vista ecologico Roccella è in prima linea sulla raccolta differenziata, ma in molti si lamentano delle imposte gravose. C'è una ragione? «Oramai l'esperienza della raccolta dei rifiuti urbani con il metodo “porta a porta” - iniziata a Roccella nel 2011- si è consolidata e ci garantisce un recupero del 73% dei materiali quali carta, vetro, plastica, così come confermato dal recente rapporto ARPACAL; ciò consente un notevole risparmio sulle spese di conferimento dei rifiuti rispetto ai comuni che non effettuano la raccolta differenziata. Le lamentele dei cittadini sulle tasse comunali -divenute insopportabili- è un dato di fatto ed è comprensibile se si pensa che in Italia la pressione fiscale è tra le più elevate d'Europa, ma non mi risulta che a Roccella i tributi comunali siano più gravosi rispetto agli altri comuni, anche perché essendo un comune virtuoso, con un bilancio sano, non ha alcuna necessità di portare le tariffe ai massimi livelli. Se specificatamente ci si riferisce alla tassa sui rifiuti (TARSU) essa non è aumentata fino al 2012; e la TARES, in vigore nel 2013, con la quale il Governo Centrale ha imposto un prelievo dello 0,30 x mq. su ogni immobile, è stato possibile contenerla grazie alle economie realizzate con la raccolta differenziata». Perché i tempi del restauro del Castello si sono allungati così tanto? «I lavori di restauro della Chiesa e del Palazzo Carafa per un importo di 1.700.000,00 sono stati eseguiti per il 50%. A causa delle inadempienze della ditta appaltatrice si è resa necessaria la rescissione del contratto e l' affidamento dei lavori residuali alla ditta classificatosi seconda sulla gara d' appalto che dovrebbe iniziarli a breve e terminarli nello spazio di 4 - 5 mesi. A tali lavori seguiranno altri per un importo di 2.000.000,00 finanziati dal POR-FESR Calabria 2007/2013 che consentiranno il restauro dell' ala sud del Palazzo Carafa entro il prevedibile termine del mese di giugno 2015».


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I programmi disattesi secondo Nicola Iervasi «L’amministrazione comunale di Roccella Jonica si regge su un particolare metodo di fare politica in cui neanche il sindaco, secondo me, ha funzione decisionale. Vive inoltre su un presunto conflitto di interessi in funzione del quale si sviluppano le disposizioni per il paese. L’ex sindaco (1999/2009) e attuale vicesindaco, Sisinio Zito, è anche presidente dell’Associazione Culturale Jonica che organizza il Festival Jazz. Tutte le maggiori risorse comunali sono rivolte a beneficio dell’ACJ: si dice che durante l’estate 2013 le casse comunali hanno effettuato una cessione di credito da 138 mila euro con un’operazione mai fatta prima d’ora in nessun paese calabrese. Altro presunto conflitto di interessi, è il

L’ESSENZIALE Abbiamo posto le stesse domande al rappresentante della minoranza Nicola Iervasi, autore del blog “Roccella siamo (anche) noi”. Ecco la lettera in cui espone le sue idee sull’attuale amministrazione e sulle speranze disilluse dei roccellesi. E infine il suo progetto per una nuova Roccella

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fatto che due aziende che sponsorizzano il Festival Jazz sono fra i soci privati della Società “Porto delle Grazie”. Questa specie di sudditanza nei confronti di una persona e delle sue idee sembra abbia portato, fra l’altro, a orientare i fondi PISL alla ristrutturazione delle installazioni utilizzate per il Festival, anziché creare nuove infrastrutture per lo sviluppo del turismo. Il sistema di tassazione è sproporzionato: tutte le voci sono aumentate a dismisura. Oneri costruttivi per rilascio concessione edilizia, diritti di segreteria, tassa per l’occupazione di suolo pubblico da parte di esercizi, tariffe dell’acqua e della depurazione, Irpef comunale, ICI, IMU, i loculi cimiteriali, i passi carrabili, tassa di soggiorno, TARSU E TARES, i posti barca. Strutture di pregio, come il Convento dei Minimi e il Castello, sono assolutamente sottoutilizzati e senza un’adeguata pianificazione degli eventi. Il disastro più devastante è stato prodotto nel parco collina del Castello che, dopo una spesa di oltre due milioni di euro per la messa in sicurezza post-alluvione, è stato lasciato in completo abbandono per 12 anni fino alla distruzione dovuta ad un incendio. E il simbolo di Roccella ormai non è più il Castello ma la sua gru azzurra impiantata e non utilizzata da ben cinque anni. Stessa sorte per il Porto Turistico costato circa 40 miliardi delle vecchie lire. I lavori sono stati ultimati nel 1994, da quella data ad oggi sono passati venti anni senza che si sia provveduto ad una compiuta utilizzazione, sia a causa di indecisioni sulle scelte e sia per un lungo contenzioso giudiziario. Da otto anni Roccella aspetta l’adozione del Piano Strutturale associato, una lunghissima attesa che ha aggravato la già forte crisi nel settore edilizio. A livello ambientale Roccella ha gravi problemi per quanto riguarda la potabilità dell’acqua. La contaminazione da arsenico non è un problema risolto, 200 abitazioni della zona alta e della frazione Bosco Catalano continuano ad avere acqua con altissimo tasso di arsenico proveniente dalla sorgente Finocchio. Oltre la metà delle condotte idriche risalgono a prima del 1970 e sono in cemento-amianto. Da 30 anni, data d’inizio della bretella alla 106 a monte di Roccella -con la promessa di completamento da parte di questa amministrazione ad ogni campagna elettorale- solo ora pare si stiano concretizzando i lavori. Nel frattempo Roccella ha respirato lo scarico di autoveicoli di ogni genere come fosse una metropoli, a causa dell’imbuto che si forma nel centro cittadino». Progetti del programma assolutamente disattesi: Sportello sociale per informazione e relazioni con i cittadini . Esenzione bollette dell’acqua e dei rifiuti alle famiglie bisognose. Centro di aggregazione per soggetti diversamente abili . Corso sperimentale de liceo musicale Intervento di riqualificazione del Piccolo Teatro Umano. Piano energetico ambientale comunale con l’utilizzazione di utilizzo di fonti rinnovabili. Acquisto dell’Hotel Ariston per uffici comunali , biblioteca, mediateca e spazi associativi. Pubblicazione di un giornale su cui comunicare le iniziative istituzionali


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LA POSTA

GlidelEroi

mar Jonio

Le teste di bronzo prima e dopo il restauro.Originalm ente aveva: tratti morfologici indigeni; espressione ilare; iride a tre cerchi concentrici; naso largo, labbro inferioe naturale; pelame raffinato. Oggi ostenta: tratti impropri; iridie a disco conbuco; naso retto levigato; labbro tumefatto; pelame grosso.

Tersitismo, maldicenza, disprezzo Vi ricordate di Tersite? l'antieroe che si annida in ognuno di noi? Poiché questo personaggio, oggi, ha cambiato nome e si presenta sotto le vesti del critico e del dissacratore noi ve lo vogliamo riproporre nella versione originaria: … Tersite vociava ancora smodato, che molte parole sapeva in cuore, ma a caso,vane,non ordinate, per sparlare dei re .[…] Era l'uomo più brutto che venne sotto Ilio. Era camuso e zoppo d'un piede, le spalle eran torte ,curve e rientranti sul petto,il cranio aguzzo in cima……. Era odiosissimo, soprattutto ad Achille e a Odisseo Ché d'essi sparlava sempre. Tralasciamo per il momento il nesso tra il nostro corpo ed la nostra psiche, cosa che ha assillato diverse generazioni di scrittori , e ringraziamo la Provvidenza perché siamo venuti al mondo senza grandi malformazioni e diciamo quindi subito che dal punto di vista fisico Tersite non ci assomiglia affatto. Pur tuttavia questi ci è familiare, siamo noi stessi, un lato nostro, il negativo che spesso non riusciamo a dominare. Presso due grandi scrittori europei dell'Ottocento, W. Göethe e G. F. W. Hegel, esso si ripresenta sotto le vesti del “maggiordomo” che in quanto tale non riesce a vedere l'eroe, nessun eroe neanche Cesare, Alessandro, o Garibaldi tant'è che “ non ci sono eroi per il proprio maggiordomo, per l'appunto.” Tersite è dunque il negativo, colui che livella, e come accade sempre il livellamento purtroppo è sempre verso il basso. Detto ciò vediamo a grandi linee, nel nostro quotidiano, come si manifesta:: se sono con te , parlo male di lui ; se sono con lui parlo male di te; se c'è un terzo parliamo male del terzo. Il cerchio sembra chiudersi nel momento in cui siamo soli, infatti in quel caso parliamo

LA POESIA

U STIVALI E' bberu ca nui simu lu stivali di chista Itaglia c'esti longa e stritta, ma stu scarpuni ciunca e faci mali e l'animella nostra è sempi affritta. Li governanti nosti calabrisi ndi promisaru sempi munti e mari, quandu nci penzu mi venanu arrisi ca non trovu attu modu di spocari. Si parra tantu di lu terzu mundu, undi nc'è fami siti e caristia, avundi simu nui, non simu o fundu? Undi nc'è sulamenti porcheria? Simu malati e potimu moriri ca no' trovumu a nullu mu ndi cura, iamu a Milanu e ndi sentimu diri co primariu era figghju i chilla gnura.

male di tutti. Per essere ulteriormente coerenti dovremmo parlare male anche di noi stessi e persino di Dio ma, come Pietro L'Aretino, non facciamo e ci scusiamo perché ci è ignoto. ed in attesa che ci sia almeno un segnale rimaniamo agnostici. A questo punto ci viene spontanea la domanda che un amico, non molto tempo fa, pose a me per porla nello stesso tempo a stesso e noi la poniamo pertanto ai nostri lettori: si può spendere la propria a parlare male degli altri e naturalmente incensare se stessi? E' mai possibile che non si riesca a cogliere mai un lato positivo di una persona, di una situazione? È mai possibile che non ci sia un'azione che meriti rispetto e si vada pertanto alla ricerca del neo, del difetto, che la deve oscurare? Chiaramente le risposte a questi due grandi domande non possono venire che da esempi e riferimenti autorevoli. L'esempio è preso in prestito in questo caso dal mio defunto amico-maestro Luca Scacchi Gracco, venuto a mancare neanche un mese fa. È merito suo infatti avere scoperto un talento come

F.Bacon, Piero Manzoni, e tanti altri che adesso non sto qui ad elencare. Come avrebbe potuto talenti di tale portata se non avesse tenuto a bada il Tersite che c'era in lui? Come avrebbe potuto scoprire che un inquilino al secondo piano della sua casa, a Londra, era quel genio che conosciamo? Ma poiché Luca Scacchi Gracco ai molti non è noto e poiché per scoprire il genio bisogna essere al contempo geni , la congenialità è d'obbligo per l'appunto, facciamo invece ricorso, per cercare di risolvere la nostra questione all'autorevolezza di Aristotele. Questi nella “Retorica” e nell'”Etica nicomachea” ci offre una chiave di lettura che può essere quella risolutiva. Nel trattare la natura delle virtù ( amicizia, rispetto, liberalità ecc) a più riprese sostiene che caratteristica dell'amicizia è desiderare le medesime cose ed è piacevole con gli amici vivere e passare il tempo assieme. Per questo motivo gli amici sono persone affabili, sono sempre pronte ad essere indulgenti e molto lontane a rimproverare gli errori altrui. Sono inoltre capaci di canzonare ed

essere canzonati( come facciamo noi spesso) ma soprattutto di canzonare garbatamente. Gli uomini amano , continua , quelli che non sono portati a criticare né gli errori né i benefici compiuti, poiché entrambi inclini al rimprovero Gli uomini amano inoltre chi non è maldicente né desideroso di conoscere i loro difetti o quelli dei loro vicini, ma soltanto le buone qualità, perché questo è il comportamento di una persona di valore. Credo che non ci sia bisogno di ulteriori citazioni la natura di questo nostro discorso: il comportamento della persona di valore va alla ricerca delle buone qualità degli altri, la maldicenza la releghiamo quindi alle persone di scarso valore. Mi rendo conto che questo mio discorso potrebbe essere “ consolatorio” con quanto stiamo vivendo su scala nazionale ed anche locale. È molto difficile cogliere aspetti positivi nella nascita di questo nuovo esecutivo, ma spero che ce ne siano. Non vorrei tuttavia che un Odisseo d turno sfoderasse la spada iniziando a tagliare proprio la mia lingua! Domenico Angilletta

Tutti li strati sunnu mulatteri, la ferrovia, pur'illa ndi dassu, l'utostrada è sempi nu canteri, sulu u Signuri non nd'abbandunau. Ma d'atta parti ndi lu mmeritamu, non d'aiutamma mai l'unu cu l'atti, jamu u facimu a spisa e nd'accattamu a rrobba chi nd' arriva d'atti parti. Ca lu viscottu di tali mulinu esti cchjù bbonu i chillu pajisanu, esti cchjù sapuritu e supraffinu, chillu chi fannu ccà lu schifijamu. A provula galbani pari meli, chilla fatta 'n Calabria non ndi piaci, prosciuttu sulamenti san danieli, facimu schjuma com'e vavalci E ntantu stu scarpuni va a stringiri e jamu avanti quasi addinocchjuni, spendimu ncocchji sordu, ma astringiri, mu nciu linchjimu a panza e pulentuni. Vincenzo Cordì


SETTIMANALE

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L’antico sito del fiumelacustre detto Sagra ove, secondo a storiografia, si svolse il conflitto tra Crotone-Atene e Lokroi, avvenne all’altezza della zona archeologica proto storica di Santa Barbara di Mammola nell’attuale fiume Torbido.

L’artista Nik Spatari ci ha scritto per presentare i suoi bronzi di Riace: l’Eroe della Sagra e l’Eroe dello Stretto. Ci spiega chi siano i due guerrieri ritrovati nel mare jonico. Tangibili dati sono archiviati al Museo Archeologico Reggino e nelle maggiori università del mondo, tra cui la Sorbonne di Paris e quella di Amsterdam, da me consultati tramite l'amico Paul Sartre e un docente amico di Hiske. Sicché la famosa Battaglia del Sagra avvenne nel 500 a.C. (segnalata anche dall'Espresso). Questa coincide con la sortita del primo guerriero di Riace, realizzato nello stesso secolo in una fonderia dell'entroterra, quella dell'antica Kaulon, scoperta da un'equipe archeologica dell'Università di Pisa. La conferma da referti abbozzi anatomici di fonderia, consimile al nostro guerriero che, in base a tali prove, definirei “L'Eroe del Sagra”.

L'altro guerriero lo definirei “L'Eroe dello Stretto” per una seconda vittoria ottenuta da Lokroi occupando, via mare, Rhegium e Messina. Quest'ultimo la prova sia sortito dalla fonderia etrusca di Veio, trovandolo consimile ad un terzo bronzo scoperto nella Valle del Tevere (di sicuro opera di Vulca, unico scultore etrusco che si conosca), oggi al Museo Gregoriano Etrusco del Vaticano, come da foto. (In un altro numero l'Espresso si interroga da dove vengono i Bronzi e che nome dare loro). L'altra foto presenta le due differenti teste del nostro Eroe del Sagra, com'era prima del restauro nella caratteristica autoctonia italocalabra e com'è oggi, secondo quanto riportato dal Bollettino Restauro edito dall'Istituto Poligrafico della Zecca, ottobre 1984, cui copia è conservata negli archivi del MUSABA. Ciao,Nik

IL RICORDO

Bruzzano piange il figlio suo più illustre, il prof. Achille Sicari B

ruzzano Zeffirio piange il figlio suo più illustre, il professore Achille Sicari deceduto ieri all'ospedale “Versilia” di Viareggio all'età di 83 anni. Un grande professionista, un grande nome della chirurgia nazionale, il prof. Sicari si laureò nel 1956 a Roma in Medicina e Chirurgia; fu poi a Perugia accanto all'illustre prof. Paride Stefanini e quando la prestigiosa “scuola medica” si divise ed il prof. Stefanini si trasferì a Roma, il prof. Achille Sicari seguì a Pisa il famoso prof. Mario Selli. Nel 1969 vinse il concorso a Primario di Divisione di Chirurgia dell'Ospedale Civico di Carrara, dove prestò servizio fino al 2006, quando andò in pensione. Ha continuato, tuttavia, a lavorare, instancabile ed innamorato della sua professione, in tanti altri ospedali della Toscana e non fino a tempi recenti. In occasione della nomina di Primario a Carrara, da Bruzzano Zeffirio, suo paese di origine, partirono centinaia di telegrammi di congratulazioni, perché tutti i suoi concittadini hanno sentito il bisogno di esternargli il loro affetto ed il loro orgoglio per quella meritata afferma-

zione professionale. Il prof. Sicari, infatti, era molto amato in paese, non solo per la sua eccezionale professionalità e per la spiccata personalità, ma anche per le sue grandi doti umane. Una famiglia, la sua, di medici, di farmacisti, e di notai, di apprezzati notabili del territorio reggino e non solo, ma lui era alla mano con tutti; schietto, semplice, naturale, spontaneo com'era, faceva sentire a suo agio chiunque fosse davanti a lui. Era legato a Bruzzano Zeffirio, che gli aveva dato i natali nel 1931, dove, in compagnia dell'inseparabile sorella Graziella, veniva spesso a trovare l'anziano padre, l'indimenticato dottor Francesco Sicari, medico condotto dalle infallibili diagnosi. Quando si trovava al paese, non era infrequente vederlo passare a piedi per via Marconi, sostare davanti alla casa della sua infanzia, conversare amabilmente con gli anziani, che l'avevano visto giocare bambino con i loro figli suoi coetanei. Grande carisma e profondamente umano, per oltre mezzo secolo il prof. Sicari è stato per noi bruzzanesi e per migliaia di italiani, calabresi, siciliani, meridionali e non, un'ancora di salvezza, un saldo punto di riferimento. Con egli Primario della Chirurgia di quell'ospedale, Carrara divenne la meta dei viaggi della salute per tutto il sud. Non più a Milano, non più a Torino, ma a Carrara, dal prof. Sicari, dal grande chirurgo di Bruzzano, che all'eccezionale bravura sapeva coniugare affabilità e disponibi-

lità di cuore. E' stato anche agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, dove si era trasferito per qualche tempo, con il desiderio di offrire nella sua terra, per la sua gente, la sua elevata professionalità, ma la grettezza dei mediocri lo costrinse, amareggiato, a rientrare a Carrara. Eravamo e siamo orgogliosi di lui, noi di Bruzzano Zeffirio, paesino dell'entroterra ionico reggino, dove il prof. Achille Sicari è nato. Dobbiamo tanto a lui, a quell'impareggiabile sicurezza nel formulare diagnosi. Personalmente gli devo la vita di mia figlia. Dopo inconcludenti ricoveri in vari ospedali, solo lui, senza neanche visitarla, capì, solo attraverso la mia descrizione dei sintomi, che cosa avesse la bambina. All'ospedale di Carrara, negli anni '70 all'epoca di Suor Tarcisia, il prof. Sicari salvò mia figlia, a soli sette mesi di età, attraverso un delicato e complesso intervento di alta chirurgia urologica pediatrica, operando su ureteri e vescica. Per noi, per tutti noi “il dio della medicina”, l'Ille dixit delle nostre conversazioni mediche! Ho avuto l'onore di essere vicina di casa della famiglia Sicari, sia da bambina che da adulta. Si andava con Roberta, la bimba da lui operata, a trovarlo, sempre, quando veniva al paese, era contento che andassimo a salutarlo. Incominciava a parlare con Roberta, che studiava medicina, ma finiva la conversazione con me, sindaco di centro-destra, parlando di Berlusconi. D'estate, poi, era un piacere ascoltare la sua voce ferma e vigorosa mentre, seduto in veranda, teneva lezioni sulla politica del centro-destra ai nipoti, tutti di sinistra, che l'ascoltavano, comunque, in devoto silenzio. Era il nostro mito, bello, fine, sensibile, elegante in tutto il suo essere persona, il nostro caro, indimenticabile in quanto grande ed unico, prof. Achille Sicari! Sarà ancora il nostro astro, il luminare della chirurgia d'Italia e di Bruzzano Zeffirio, la nostra stella più luminosa che continuerà a brillare là, a ponente, nel cielo di Bruzzano, accanto a Venere, come faro di luce e di speranza. Rosa Marrapodi

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

RIFLESSIONI... N

elle scorse settimane, chi abita nella locride sa benissimo quali furiose tempeste si sono abbattute sulla zona. La furia degli elementi si è manifestata in tutta la sua violenza come non succedeva da anni, senza che l'uomo potesse avere la benché minima possibilità di osteggiarla. Per svariati giorni abbiamo osservato le immagini televisive che riprendevano gli effetti delle mareggiate: disastri ingenti che ci avevano fatto capire come le nostre coste fossero veramente segnate! Tanti paesi,chi più chi meno, hanno subito dei danni; la forza del mare è stata devastante come poche altre volte . Ma per quanto le immagini televisive possano aver fatto immaginare la loro entità ,niente equivale alla visione reale delle cose. La sensazione di scoramento e desolazione che si avverte di fronte alle macerie di quello che un tempo era il bel lungomare di Siderno è qualcosa che lascia attoniti e increduli . Sembra un bombardamento di guerra, quei raid improvvisi di cui non si capiscono bene le ragioni e viene naturale porsi un sacco domande di come e perché, alle quali difficilmente si potranno trovare delle risposte esaurienti. Ci si chiede se la natura “beffarda” si diverta a demolire quello che l'uomo costruisce; ci si ricorda del detto che ”ciò che appartiene al mare prima o poi se lo riprende”,e, mai come ora appare più veritiero. Poi viene da riflettere sul perché il mare abbia devastato i due lati estremi del” lungomare delle palme” preservando invece la parte centrale. Forse grazie a una protezione più solida delle altre? Per direzioni di correnti e fondali diversi? O per un fatto puramente casuale,? Non è facile trovare una risposta. Nella mente della sottoscritta ,allora,si insinua il pensiero che la “procella” di omerica memoria, possa essere stata inviata dagli dei, quasi a voler punire gli uomini rei di aver peccato; che la natura, in qualche modo, voglia mettere a posto ciò che l'uomo ha scompaginato. Prescindendo dai cambiamenti del clima in generale le cui cause sono da addurre a motivi di carattere globale , a ben riflettere, ci si rende conto che nei nostri paesi molte opere sono state realizzate senza rispettare troppo il territorio,senza tenere abbastanza conto delle caratteristiche fisiche ,morfologiche della terra e dei movimenti del mare. Spesso non si sono valutate le caratteristiche delle sue correnti, della potenza che esse possono avere in alcune giornate dell'anno. Il nostro è un mare aperto, immenso, bellissimo, ma pericoloso quando, in burrasca, le correnti che lo agi-

tano non trovano lo spazio per far decantare la rabbia dei suoi cavalloni. Questi sono capaci di distruggere tutto ciò che incontrano, anche le tonnellate di cemento che si sono edificate lì dove un tempo c'era l'ampio arenile capace di accogliere e far sfogare lentamente la furia delle acque. I nostri lungomari, per essere realizzati, hanno occupato gran parte delle ampie spiagge di un tempo. Al loro posto ci sono strade , marciapiedi, scalinate, protetti da muraglioni e frangi flutti imponenti un tempo nascosti ed ora ben visibili e stridenti con la loro malta cementizia. Si sono realizzate vere e proprie strade, abbellite spesso da piante, lampioni, ringhiere che rispondono ai canoni della attuale modernità ,percorribili, per lo più, dalle automobili anche in alternativa delle arterie statali. Opere valide che permettono sicuramente di godere comodamente della vicinanza del mare, ma che in un certo senso, hanno stravolto la natura dei nostri litorali costieri. E'come se si fossero innestate forzatamente sui nostri paesaggi marini fatti da lunghe spiagge di sabbia fine con piante di tamerici, agavi e canneti al vento , venendo a modificare le caratteristiche strutturali della costa e la natura del vecchio paesaggio locale. Ed ecco intervenire la natura . Sembra quasi voler dare alle cose un nuovo ordine… Con la costa in queste condizioni , a Siderno ,difficilmente si potrà ripristinare il lungomare come era prima. Non c'è più lo spazio a consentirlo. Le onde battono contro i muraglioni e, per quanto il mare possa arretrare, non ci sarebbe più spiaggia sufficiente a proteggerlo dai marosi, si correrebbe il rischio di vederlo distrutto da una successiva tempesta. Mi piace invece pensare che quello che appare un vero disastro provocato dalla natura, potrebbe tramutarsi in una risorsa se si pensasse ad un progetto nel pieno rispetto del nuovo assetto territoriale. La zona centrale del lungomare rimasta intatta potrebbe servire a luogo di passeggiata esclusiva per i pedoni, i lati distrutti a sud e a nord, dopo i lavori di bonifica e di consolidamento, potrebbero essere adibiti a piste ciclabili, parchi gioco,spazi verdi, zone con stand di esposizione da dedicare a vari eventi od altro . Ma da usufruire al massimo andando in bicicletta. L'automobile rimarrebbe a casa. Sarebbe anche un modo di tramutare un evento negativo in una opportunità ecologicamente valida che , lasciatemelo dire,ci permetterebbe di risentire il rumore delle onde anziché il rombo dei motori e i suoni dei clacson... Distintamente Anna D


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IL PORTO DISGRAZIE

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JIM BRUZZESE Lo Jonio ingoia spiaggia con la polmonite, poi l’espettora con più raffreddori. Il porto di Roccella impedisce il secondo passaggio. La bestia priva di sensibilità e coscienza protesa nelle viscere delle Grazie, dal momento in cui è stata creata, ha cambiato in peggio le sorti del waterfront della Locride. C’è più sabbia alle spalle di questo mammut artificiale di cemento che nel Sahara al solstizio d’estate.

L’abbondanza di sabbia a nord dello sbarramento universale, depositata dalle correnti che si muovono in direzione nord-sud, da Catanzaro a Reggio, è una sentenza chiara. Colpevole. Quando invece le correnti si muovono in direzione inversa si insabbia l’imboccatura a tal punto da richiedere puntualmente, con urgenza e a spese nostre, l’intervento di un otorinolaringoiatra dei fondali marini. Colpevole. Sia con lo scirocco che con la tramon-

tana il porto di Roccella fa il brutto e cattivo tempo. Gli Zito hanno sfidato gli dei, abbiamo pubblicato questo articolo un mese fa, e l’hanno fatto sul serio e senza mai porsi il dubbio, ma ammantando di presunti successi i fallimenti. Con stile pedantesco, con un atteggiamento di superiorità, hanno sempre rimandato all’indomani, sempre oltre il Tar. In questi decenni, i ricorsi al Tar, gli insabbiamenti, le Caretta Caretta, i pescatori di frodo, i racconti dei marinai e i luoghi comuni, sono stati vendu-

ti per America’s cup. Mentre nessuno, a Roccella, negli stessi anni, si è posto con serietà e urgenza il tema di come ottenere, nel difficile comparto del turismo, i risultati che tutti si attendono, cosa fare per incontrare le precise esigenze che il mercato del diportismo nautico nel Mediterraneo pone, soprattutto nella stagione invernale. È il mare d’inverno quello capace di creare un minimo di ricchezza. E ancora, mai una promozione, né un progetto per far divenire la zona delle Grazie un luogo di accoglienza più ampio del

suo specchio acqueo. «La natura costiera della Calabria, in particolare quella jonica, caratterizzata da ampie spiagge - ha scritto più volte Franco Guglielmelli - avrebbe dovuto suggerire, agli amministratori della più importante cittadina turistica della Locride insieme alla Gioiosa Marina - approdata negli ultimi giorni nella schizofrenia del Torbido, ndr - la realizzazione di strutture portuali “interne” ovvero di “porti di terra”, che diversamente dalle dighe frangiflutti dei “porti esterni”, poco o nulla


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E

E

Un mammut artificiale increspa di cemento le secche delle Grazie a Roccella. E lì che il mar Jonio deposita la sabbia, sia con lo scirocco che con la tramontana. Intanto, poco oltre, da ambo i lati, cedono i lungomari e si chiude l’estate.

avrebbero inciso ai processi idrodinamici, evitando fenomeni erosivi e aggiungo io- disgrazie sui lungomari degli altri». La portualità turistica calabrese è fallita, l’ultimo utopista di questo sfacelo è stato l’assessore di Agazio Loiero Beniamino Donnici, che, dopo aver proposto frangiflutti, maschere, pinne e porti nelle case di ogni singola famiglia calabrese, è scomparso tra le poltrone del parlamento europeo, completamente sprofondato negli abissi di

Strasburgo, senza possedere il mito di Atlandide. La Calabria ha investito 300 milioni di euro (600 miliardi delle vecchie lire) nel comparto del turismo, senza creare occupazione e crescita economica da nessuna parte, escluso il marina di Tropea. Tranne quest’ultimo porto, nessuno è riuscito ad attrarre stabilmente quote di diportismo nautico nazionale e internazionale a reddito elevato. Nessun porto, tranne Tropea, dispone delle competenze; nessuno in

questi anni ha pensato di formare competenze; nessuno ha coscienza di quanto sia difficile far funzionare un settore tanto variegato. Roccella, soprattutto, non si è mai fatta arbitro del proprio destino. Il porto, costato un sacco di soldi, ha creato solo pizza e birra. Un’ottima pizza e birra. Ma oltre questo piccolo business stagionale, i soliti finanziamenti pubblici e gli stipendi statali, l’unico borgo sullo Jonio locrideo, non ha mai dimostrato di avere un destino.

Nel frattempo il mammut artificiale ha contribuito a complicare la vita di molti piccoli imprenditori che campano d’estate lungo i paesi limitrofi. Alle prese con mutui pesanti, sbattano la testa nei frangiflutti promessi dal presidente della Provincia Raffa, ma senza venirne a capo. Passerà un’altra estate, ci saranno altre mareggiate. A chi toccherà la prossima volta? Quale paese della Locride, in una quiete dopo la tempesta, si ritroverà senza il suo lungomare.

«Bisogna avere paura degli squali?», chiesi molto tempo fa a un pescatore del mio quartiere. «Di quelli che increspano le pinne nei mari di cemento», mi rispose. Per questa estate, per colpa di molteplici impedimenti, non ci rimane che una pizza e birra in fronte alle Grazie, per parlare di mafia e ministri, e di disgrazie, in una banchina dove la mafia e ministri, si dice, non hanno mai avuto né coperta e né coperture. E le disgrazie?


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CULTURA E SOCIETÀ

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ARTE E DINTORNI di Domenico Spanò

Festa in maschera Villa Romana nel borgo di di Casignana: Siderno Superiore valore e tutela L

a villa romana si trova in contrada Palazzi nel comune di Casignana (R.C) ed è un magnifico sito archeologico che strategicamente era stato posizionato in un’area di sosta sull’antica strada di collegamento tra Locri Epizefiri e Rhegion (Reggio Calabria). La villa è un complesso di enorme valore storico, artistico e architettonico tra i più importanti di tutta la Calabria. A pochi metri dal mare è composta da 2 ampie aree di scavo suddivise dal piano stradale della statale 106. Il sito è uno degli esempi significativi della presenza dei romani sul territorio calabrese ai tempi del I secolo d.C. Portato in luce casualmente con degli scavi per lavori nel 1968; solo dalla fine degli anni novanta ha iniziato a catturare l’interesse della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria che ha iniziato una lieve operazione di ampliamento degli scavi e di tutela delle opere rinvenute. Operazioni non ancora sufficienti al reale valore del complesso che, deve necessariamente essere scoperto nella sua totalità con altre operazioni di scavo nelle aree limitrofe e fatto conoscere nella sua interezza. Attualmente sono stati rimessi in luce i principali ambienti di un ampio complesso termale costituito da: le terme, un giardino ornato da una fontana monumentale, le latrine, altri vani di servizio e la zona residenziale. La costruzione è caratterizzata architettonicamente da più fasi costruttive con particolare ricchezza di decorazioni e presenza di raffinatissimi mosaici che ne fanno da principali attrazioni. Pavimentazioni artistiche di notevole pregio e valore come quella nella sala del frigidarium (“sala delle Nereidi”) costituita da una opera di mosaico realizzata con tessere bianche e verdi, raffigurante un thiasos marino dal quale emergono quattro ninfe marine (Nereidi) sopra ad un leone, un toro, un cavallo e una tigre. La sala principale rinvenuta nel complesso ha pianta ottagonale con quattro lati absidati e presenta due vasche per acqua fredda. L’area del calidarium, aveva un impianto di riscaldamento a ipocausto e tubi fittili sulle pareti. Anche essa ha una pianta ottagonale con pavimentazione a mosaico in piccole tessere e probabilmente dall’ipotesi costruttiva doveva essere coperta da una volta superiore. Sul lato opposto

della statale 106 si trova la parte residenziale della villa, un insieme di ambienti che sono stati articolati intorno ad un grande cortile centrale. Raffinato è il mosaico raffigurante un Bacco ebbro, sorretto da un giovane satiro che versa vino in un’anfora, probabilmente vino greco del territorio di Bianco. In quasi tutte le venti aree del complesso termale vi si trovano ancora particolarissimi e pregiati pavimentazioni a mosaico, come ad esempio nella sala posta all’ingresso in cui spicca l’immagine del volto di una giovane donna, contraddistinta per i colori vivaci e incorniciata da decorazioni vegetali. L’ambiente crociforme della zona di ingresso, lascia spazio poi al triclinio (sala da banchetto) contente il mosaico pavimentale delle “Quattro Stagioni”. Le tre aree del frigidarium, tepidarium e calidarium e le restanti arre del complesso possono essere ammirate dal percorso organizzato per la visita. Tutto il sito archeologico della villa romana di Casignana necessita però di una mirata pianificazione, soprattutto ulteriori risorse economiche e tecniche per ampliare le opere di scavo e di protezione, rendere maggiormente fruibile il sito, tutelare maggiormente le parti emerse e le opere d’arte che lo costituiscono. Ciò permetterebbe di poter pensare e far divenire rapidamente per come merita, questa immensa scoperta, un polo di attrazione archeologica su cui il turismo artistico-culturale della zona jonica calabrese può farne piena forza e affidamento. È compito e dovere delle istituzioni locali, regionali, della sovraintendenza ai Beni Archeologici della Calabria effettuare il sostenimento per le necessarie risorse, non facendo decadere l’opportunità di offrire ai calabresi e non solo un luogo artistico immenso valore.

Martedì 4 marzo si svolgerà nel suggestivo borgo di Siderno Superiore una serata all'insegna del divertimento, della cultura e della tradizione. Un turbinio di coriandoli, stelle filanti e musica inaugurerà alle ore 15,00 il carnevale con la festa in maschera, musica, balli e animazioni per la gioia dei bambini che affluiranno all'Anfiteatro per trascorrere un pomeriggio di giochi e allegria. La manifestazione organizzata dal Gruppo di volontariato socio-culturale"Gli amici di Siderno Antica"dalle associazioni "Futurantiqua", Sidus Club e dall'Istituto Comprensivo "M.Bello-G. Pedullà-Agnana", Pro Loco e Comune di Siderno, punta su"Sua maestà il maiale" il protagonista per eccellenza del carnevale dell'antica tradizione. Alle ore 17,00 a Palazzo Falletti si terrà la conferenza "Il maiale nelle arti figurative" verrà tratta-

ta una panoramica delle opere maggiormente rappresentative del modo di interpretare il rapporto uomo/maiale nelle varie epoche, nel corso del tempo molti pittori e scultori hanno rappresentato i suini e i loro derivati nei contesti più svariati. Seguirà "La macellazione del maiale nel nostro territorio" antiche testimonianze raccontate dai giovani, nella splendida location sarà allestita anche una piccola mostra oggettistica. La serata si concluderà in Piazza San Nicola alle ore 19,30 con il Menu della Tradizione gastronomica calabrese ('a cardara - pasta 'i casa pruppetti e vinu bonu) a cura della Trattoria Zio Salvatore. In caso di maltempo non sarà possibile realizzare la gastronomia. T.G.

Scholé: ripartono i momenti di riflessione filosofica a Roccella Si sono aperte giovedì 27 febbraio gli incontri pubblici organizzati dall'Associazione culturale Scholé nell'ambito della seconda edizione della scuola di Alta Formazione in Filosofia “Mario Alcaro”. Il tema ruoterà intorno al nesso fra “Linguaggio e politica” che, come accadrà anche per i successivi dibattiti che si svolgeranno da qui a maggio, rappresenta un'articolazione interna dell'argomento generale della Scuola e cioè del binomio “Filosofia e cittadinanza”. Alle ore 18 nel salone dell'ex Convento dei Minimi di Roccella Jonica Fiorinda Li Vigni, ricercatrice presso l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, è stata proposta una ricostruzione del rapporto fra comunicazione e potere sfruttando alcuni degli attrezzi teorici della storia del pensiero e registrando le nuove forme con cui tale intreccio si mostra nell'epoca contemporanea. Questi corsi sono rivolti a coloro che sono interessati alle trasformazioni degli equilibri fra il potere mediatico e quello politico, coinvolgendo quindi non solo gli esperti del settore ma anche ogni cittadino interessato. Ha introdotto i lavori Angelo Nizza, coordinatore della Scuola “Mario

Alcaro” insieme con Alessandra Mallamo. Ha partecipato anche il direttore della scuola, Giuseppe Cantarano, docente di Storia della filosofia contemporanea all'Università della Calabria. Per l'organizzazione dell'evento, l'Associazione Scholé, presieduta da Salvatore Scali, si è avvalsa della collaborazione del comune di Roccella e del prezioso contributo scientifico concessole dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e dal Centro per la Filosofia Italiana. Intanto, la scuola “Mario Alcaro” prosegue con le lezioni destinate agli Istituti di'Istruzione Superiore della fascia jonica, quindi, al Liceo Scientifico “P. Mazzone” di Roccella Gioiosa Jonica, ai Licei Scientifico “Zaleuco” e Classico “Ivo Oliveti” di Locri, e ancora al Liceo Scientifico “Euclide” di Bova Marina. Dopo le conversazioni su Socrate e le Scuole Ellenistiche, tenute da Aldo Tonini dell'IISF, da mercoledì 26 a venerdì 28 febbraio è stato il turno di Li Vigni, che ha parlato della critica di Platone alla democrazia, e di Cantarano che invece si occuperà di Utopia e Realismo. Associazione Culturale “Scholé” - Centro Studi Filosofici

L'ASSOCIAZIONE “CAMBI@MENTI” SI PRESENTA

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'otto marzo sarà inaugurata ufficialmente l'attività dell'associazione “Cambi@menti”. La festa della donna non è stata scelta casualmente per la partenza dei lavori, infatti “Cambi@menti” è stata costituita da un gruppo di donne che mira a sostenere la cultura, la politica e il sociale a Siderno. L'associazione inoltre si prefigge lo scopo di valorizzare e tutelare il bene comune, riconoscendo come scopo la difesa della libertà e dei diritti dell'individuo. Ogni socia infatti, con la propria individualità, condivide la volontà di essere solidali nell'impegno a garantire una maggiore presenza delle donne nella società e nelle Istituzioni pubbliche, al fine di operare per il bene comune. Incentivare le quote rosa nella vita politica, economica, sociale, lavorativa e culturale del comprensorio è uno dei principali obiettivi di “Cambi@menti”. Rendere attive e produttive le donne della città. La manifestazione si svolgerà presso la sala YMCA sita sul lungomare di Siderno alle ore 17,30. Dopo la presentazione dell'associazione seguirà un dialogo di donne di varia nazionalità che, tra riflessioni e tradizioni, racconteranno la situazione femminile nel loro paese d'origine.




SETTIMANALE

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CARTOLINE MERIDIONALI di Antonio Calabrò

La signora del fuoco La osserviamo in ogni istante della giornata, ammaliati dalla sua grandezza, affascinati dalla sinuosità delle sue forme, spaventati dalla sua potenza minacciosa e lontana. Ascoltiamo i suoi brontolii sordi e di notte ammiriamo il fuoco e la brace, così vicini. È l’Etna, nostro sogno calabrese di diventare Prometeo, e rubare il mistero agli dei, e scovare significati ancestrali e un amore come il suo, ardente per l’eternità. Tramonta il sole, ma Lei è sempre sveglia.

Con la cucina italiana il sesso viene meglio Dimenticate ostriche, caviale e champagne. Per accendere l’eros e assicurare prestazioni da record sotto le lenzuola bisogna rivolgersi al cibo made in Italy. Non solo peperoncino, ma anche formaggi italiani e vino rosso. Qualche tempo fa, oltre cento sessuologi e nutrizionisti intervistati sul rapporto tra desiderio sessuale e cibo dal giornale "Vie del Gusto", si erano detti concordi: la buona tavola è legata all’amore, attraverso il palato si arriva al cuore del partner o della partner. Certo, il collegamento tra due persone è anzitutto mentale. Ma una buona fetta è anche “chimica”. Ma quali sono allora gli alleati dell´amore? I VERI ALLEATI DELL’EROS Secondo sessuologi e nutrizionisti, oltre al peperoncino, che mette in moto alcuni ormoni che stimolano la vasodilatazione e il desiderio, ci sono altri alleati dell’eros: l´androstendiolo, un ormone presente nel sudore e anche nel tartufo, la senape (che attiva le ghiandole sessuali) e il formaggio che contiene feniletilamina, ormone prodotto dal cervello quando ci innamoriamo. IL LEGAME TRA CIBO E DESIDERIO SESSUALE Cibi afrodisiaci, mito o realtà? A quanto pare il legame tra cibo e desiderio non solo esiste, ma è anche molto forte, come sottolinea il 41% degli esperti intervistati, a cui si aggiunge il 30% che conferma che con alcuni cibi può avvenire. Naturalmente entra in gioco anche l´elemento soggettivo, difficile quindi generalizzare. Ma che legame esisterebbe allora tra cibo e desiderio? Di tipo mentale, a cui contribuiscono molteplici elementi, a partire dall´atmosfera. Ma anche in parte fisico, grazie agli elementi contenuti in certi cibi. Un buon pasto rimane fondamentale per conquistare un uomo o una donna. Cucinare per l´altro è più deduttivo del ristorante più chic.

Le terapie anti fumo più efficaci Le terapie anti fumo che fino a oggi si sono dimostrate valide perché scientificamente provate sono due: La terapia nicotinica sostitutiva si basa sulla somministrazione controllata, e a basse dosi, di nicotina, in modo da alleviare i sintomi della dipendenza fisica dal fumo. È una terapia efficace e sicura, che aumenta del 50-70% le probabilità di smettere di fumare. Allevia i sintomi della sindrome di astinenza e può aiutare a limitare sensibilmente l’aumento di peso, tra i principali spauracchi di fumatori e fumatrici. Deve essere prescritta dal medico e ha diverse forme: GOMME DA MASTICARE; CEROTTI; COMPRESSE; INALATORI. Tutti rilasciano una dose di nicotina, che nel corso dei mesi (di solito, non più di 3) viene gradatamente ridotta. La terapia farmacologica si basa invece su due farmaci che devono essere prescritti dal medico: il bupropione, un antidepressivo che non contiene nicotina e agisce sulle aree del cervello che causano la dipendenza, facendo scattare i sintomi dell’astinenza. Indicato soprattutto per i forti fumatori, dopo 3 mesi ha un’efficacia del 30%. La vareniclina attenua anch’essa il desiderio di fumare e i sintomi dell’astinenza. La sua efficacia, dopo 3 mesi di trattamento, è del 40%.

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Pillole

Naturopatiche

A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone www.associazione-tone.it associazione.tone@gmail.com

Primavera nell’aria in questo inizio del mese di Marzo... il momento giusto per prendersi cura del nostro corpo con semplici tisane ed efficaci preparati… drenare , esfoliare , dimagrire al NATURALE... piccoli consigli per buoni risultati !!! Tisana drenante al tarassaco e betulla Mescolate 50 gr di tarassaco, 25 gr di foglie di betulla, e 25 gr di ortica: conservate la tisana in un baratolo sigillato e usate tre cucchiaini per ogni tazza di infuso. Lasciate le erbe in infusione in acqua bollente per almeno 5 minuti: servite con un cucchiaino di miele. Tisana drenante alla bardana con anice e sambuco Create la vostra miscela di bardana e sambuco, mettete in infusione due cucchiai di erbe per ciascuna tazza di tisana e aggiungete 2 stelle di anice. lasciate in infusione e servite caldo. Infuso con gambi di ciliegio dal potere diuretico Non buttate i gambi delle ciliegie: teneteli da parte facendoli seccare e tagliateli finemente. Usatene tre cucchiai colmi per ciascuna tazza e lasciateli in infusione: filtrate e servite caldo con un la scorza di pompelmo rosa. La tisana drenante al finocchio, zenzero e lime La parte esterna del finocchio che non usate per cucinare la potete riutilizzare per una tisana drenate: fateli bollire in acqua con due pezzi di radice di zenzero fresco e mezzo lime. Servite caldo con la scorza di lime. La tisana dimagrante allo zenzero e pompelmo è perfetta da bere bollente con un goccio di miele nei giorni più freddi: in estate lasciate che l’infuso si raffreddi e avrete una bevanda dissetante e saporita. Procuratevi 60 gr di tè verde in foglie e aggiungete 20 gr di buccia di pompelmo essiccata e 20 gr di zenzero. Miscelate gli ingredienti e utilizzate 3 cucchiaini per ogni tazza: portate a ebollizione dell’acqua e lasciate in infusione per 8-10 minuti. Oppure potete anche scegliere di fare lo stesso infuso con ingredienti freschi: ai tre cucchiaini di tè verde aggiungete due fette i zenzero fresco e una fetta di pompelmo: lasciate gli ingredienti in infusione e filtrate prima di bere. PELLE MATURA: -Latte emolliente: aggiungere a 250ml.di latte detergente neutro 3 gocce d’essenza di limone, 5 di nèroli, 5 di lavanda, 5 di finocchio dolce, 5 di rosa e 3 di rosmarino. Agitare bene prima di usarlo. -Maschera antirughe: 10ml.di yogurt, 10gr.di miele, 10gr.di carota sminuzzata. Miscelare ed aggiungere 5 gocce d’essenza di nèroli, 5 di rosa e 5 di lavanda. -Olio antirughe: miscelare 30ml.di olio di cardo, 25ml d’olio di nocciola, 6 gocce d’essenza di finocchio dolce, 3 di nèroli, 3 di salvia, 5 di rosa, 3 di limone, 4 di lavanda e 2 d’incenso. CELLULITE: -Fango anticellulite: Preparare un impa-

sto di acqua e 30gr. di argilla verde ventilata in cui miscelare 5 gocce di essenza di ginepro, 2 gocce di cipresso, 2 gocce d’arancio, 2 gocce di rosmarino e 2 di limone. Applicare sulle zone interessate e lasciare agire per 20-30 minuti. -Olio drenante: Miscela drenante a base di 50ml. di olio di calendula, 5 gocce di essenza di limone, 5 di rosmarino, 5 d’arancio, 5 di pompelmo, 5 di cipresso, 2 di origano e 5 di lavanda. Applicare sulle zone interessate e massaggiare molto delicatamente fino ad assorbimento. SMAGLIATURE: -Olio antismagliature: 50ml.di olio di calendula, 25ml.di olio di mandorle dolci, 25ml.di olio di germe di grano, 10 gocce d’essenza di incenso, 20 gocce di lavanda, 10 di geranio. Se si vuole potenziare l’effetto aggiungere 3 opercoli di vitamina E. -Olio elasticizzate: 25ml.di olio di germe di grano, 5ml.di olio di rosa mosqueta, 25ml.di olio di calendula, aggiungere 10 gocce d’essenza di geranio, 15 di lavanda, 5 d’incenso. CIRCOLAZIONE: -Latte per massaggio: 250ml.di latte detergente neutro miscelato con 5 gocce di cipresso, 5 di timo, 5 di limone, 3di nèroli, 3 d’arancio, 5 di rosmarino, 5 di salvia, 5 d’eucalipto. ACNE: -Latte purificante: 250ml. di latte detergente neutro, 6 gocce d’essenza d’incenso, 10 gocce di tea tree, 10 di lavanda, 6 di limone. -Tonico depurante: 50ml. di acqua demineralizzata, 10 gocce di tintura madre di bardana, 6 gocce d’essenza di tea tree, 3 di lavanda, 3 di camomilla, 3 di limone.

PELLE ARROSSATA: -Crema idratante base con 5 gocce di camomilla, 3 gocce di rosa, 3 di salvia, 3 di nèroli e 5 di eucalipto. PELLE GRASSA: -Crema base con 4 gocce di bergamotto, 4 di salvia, 4 di cipresso, 4 di lavanda, 3 d’arancio, 3 d’incenso, 4 di finocchio dolce, 4 di geranio, 5 i limone. PELLE OPACA: -Crema base con 5 gocce d‘arancio, 5 gocce di finocchio dolce. PELLE SECCA: -Crema base idratante con 5 gocce di camomilla, 4 di gelsomino, 5 d lavanda, 4 di geranio, 3 di limone, 5 di rosa, 3 di nèroli. DERMATITE: -crema: in 250ml.di crema base (tipo vasellina), 10 gocce d’essenza di camomilla, 9 di geranio, 9 di issopo, 10 di lavanda, 9 di menta piperita, 10 di salvia, 10 di tea tree, 10 di timo, 9 d’arancio, 10 di gelsomino, 10 di rosmarino. Applicare e massaggiare fino a completo assorbimento. -per dermatiti squamose: stessa base di sopra con 10 gocce d’essenza di camomilla e 10 di limone. EDEMI: -crema base con l’aggiunta di 5 gocce di finocchio dolce, 5 di cipresso, 5 di geranio, 5 di limone e 3 di pompelmo.


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1- In un bar di Locri, il nostro casuale incontro con la coppia La Scala- Futia, con il loro inossidabile sorriso di circostanza. Tanti saluti 2- Ecco a voi uno dei più bravi ed intraprendenti parrucchieri della nostra zona, il signor Marco Minnella da Siderno. 3- Gli alunni Rinaldo Marzano, Daniele Pedullà, e Francesco Macrì dell' istituto Alberghiero Dea Persefone di Locri della classe IIE e con il professore Piero Sgambelluri 4 -Luca e Maria Christina: simpatia, bellezza e fascino tutto sidernese all’ombra del “Cupolone”...e so’ più vivo e so’ più bono.... 5- Continuano le performance del nostro grande amico Fabrizio che dopo essere riuscito a farsi fotografare con alcuni big dello spettacolo è qui ritratto con un suo collega universitario.

L’OROSCOPONE diGiuditta

DELL’AUTOUSATA ARIETE la caccia all'auto usata inizia bene per questa settimana: su un sito internet trovate tre offerte che sembrano buone, purtroppo la prima auto è in Belgio, la seconda in Sicilia, la terza è la vostra vecchia auto incidentata e con la carrozzeria rifatta. Meglio cercare ancora.

TORO avete puntato su un usato di qualità e volete prendere una berlina cinque porte aziendale, super-accessoriata, con navigatore, antifurto satellitare, controlli elettronici della guida e assistenza al parcheggio. Purtroppo avete solo mille euro di budget. Sarà un problema?

GEMELLI : vi siete affidati al vostro concessionario di fiducia, indicando la cifra massima che potete spendere. Ma non sapete che in questi casi non bisogna mai parlare di soldi troppo presto? Vi rifileranno una vecchia Twingo “Diabolika” con il tettuccio scassato e il sistema elettrico malfunzionante. Dopo la prima settimana 220 euro per i motorini dei finestrini.

CANCRO volevate una Fiesta nuovo modello, magari di color prugna come va tanto di moda? Nix, nada, nisba. L'amico che vi aveva promesso la sua auto usata l'ha invece venduta a miglior prezzo a un concessionario di Catanzaro. Vi tocca una Lancia Ypslon a tre porte, nera e con la tappezzeria impregnata di odore di Diana rosse.

LEONE : la colpa è tutta dei vostri assicuratori, ai quali avete chiesto un attestato di rischio perché volevate passare ad un'altra agenzia. Loro l'hanno annusato e vi hanno fatto una fattura iettatoria: la vostra vecchia polo del 1994 si è fermata improvvisamente e ora non avete né l'auto né l'assicurazione. E dire che poco prima ci avevate messo 20 euro di benzina.

VERGINE avete chiesto in prestito un'auto ad un amico, ma rispetto alla vostra Golf ormai a pezzi, la Matiz del vostro amico vi sembra una scatoletta di fiammiferi, puzza di piscio di gatto, di vomito e ha peli di cane ovunque (il vostro amico è un volontario animalista). Dopo una setti

BILANCIA avete chiesto una sola cosa, che l'auto usata avesse un lettore mp3. Il punto vendita vi ha garantito un mp3 ottimo con comandi al volante. Perfetto, vi recate all'agenzia e trovate l'auto che desiderate con un Ipod attaccato allo sterzo col nastro adesivo. Più “al volante” di così…

SAGITTARIO per voi non c'è speranza, l'unica auto che potete ipotizzare di acquistare con i vostri 50 euro di fondo cassa è quella a motore umano dei Flinstones.

ACQUARIO dopo aver comprato il vostro usato vi sentite liberi dalla schiavitù delle continue riparazioni della vostra vecchia auto. Sì, avete preso un'auto un po' vecchia, ma tutto sommato niente male per il prezzo a cui l'avete pagata. Siete così contenti che trovate ogni scusa per uscire. All'arrivo delle piogge previste per la prossima settimana, però, avrete una bella sorpresa.

SCORPIONE voi siete i più sfortunati di tutti. Al punto vendita di auto usate ne avete trovato una bellissima, del colore che vi piace, con interni comodi e gradevoli anche per car-sex. Non vedete l'ora di averla e non volete che nessuno ne la soffi. Staccate un bell'assegno e al momento di metterla in moto scoprite che manca il motore. CAPRICORNO cof cof, cof cof. Queste sono state le ultime parole pronunciate dalla vostra auto di ventidue anni prima di rendere l'anima a Dio. Vi si è piantata davanti al semaforo della Polizia e appena scattato il verde sono partiti clacson e bestemmie nei vostri confronti. Nonostante abbiate chiamato il 113 (a 20 metri di distanza), vi hanno aiutato a spostarla uno zoppo e un vecchietto. Grazie Polizia.

PESCI rubata ancor prima di metterla in garage. Tzk tzk. Era meglio evitare una Fiat Punto.


SETTIMANALE

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A FARZA I CARNEVALI

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WEEK

Domenica 2 Marzo, a Benestare, patria del folklore carnnascialesco, saranno rappresentate 2 farse dialettali. La prima, "Carnalavari Vecchju" ad opera della Yuppi Du Company, in piazza "Ariaporu", e la seconda, "L'urtima farza" ( è profetica?), ad opera dell'Associazione Culturale e Religiosa "Primavera", a Belloro. E' già iniziata la commemorazione?

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CALABRIA RIFIUTATA

Dopo il “rifiuto” della regione Piemonte per la spazzatura calabrese, ci poniamo una domanda: che fine hanno fatto 900 milioni di euro gestiti in 16 anni di gestione commissariale? IL COMPAGNO ORESTE

Oreste Romeo alle prese con il suo “tablet” mentre è intento a rispondere ai suoi tanti amici che, ogni tanto, lo solleticano politicamente. E lui non si fa pregare

IL PIRATA DEI CARAIBI CONTINUA A STUPIRE IL PRESSING DI GIOVANNI CALABRESE

Ed anche il pirata dei Caraibi è giunto tra noi....un nuovo fantastico personaggio in ferro battuto è stato creato dal maestro artigiano Domenico Reale di Locri. C he bravura.....

VENDESI Gelateria ben avviata sita in Corso della Repubblica a Siderno. Per info rivolgersi al numero 320/8689744

DOMENICA 02 MARZO

Forte, autorevole e determinato. E’ apparso così il Sindaco di Locri, Giovanni Calabrese all’ultima assemblea dei sindaci che si è occupata dell’emergenza rifiuti nella locride. Peccato che, forse, non si è “accorto” che neanche il suo amico Scopelliti si sia interessato alla vicenda....

LOQUIESPROLOQUII

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1- Come nel libro di Moccia, anche sul lungomare di Siderno (così come è accaduto sul celebre ponte Milvio di Roma) si viaggia “tre metri sopra il cielo” con i lucchetti del cuore. 2- Lele ed il suo costume piratesco. Di questi tempi bisogna organizzarsi anche con sottile ironia ed il nostro amico conosce bene le regole del mercato in crisi. 3- Pietro Naso con i suoi amici, comodamente seduti al bar, mentre si concedono all’obiettivo dell’improvvisato fotografo. “Eravamo quattro amici al bar, con la voglia di cambiare il mondo “.

di Filomena Cataldo

Renzi fa il buon governo. Speriamo Letta è decaduto senza tanti triccheballacche e nessuno lo ricorda più. In Italia funziona così e, per la legge del tutto scivola addosso, dovremmo campare meglio e più a lungo. Più a lungo, senz'altro ... meglio se ne sta discutendo notte tempo al governo. Che sarà buono, almeno questo si spera, se non altro perché Renzi, il nostro nuovo Presidente del Consiglio, ne aveva tante di buone idee, quando sosteneva di volerci solo provare, solo provare a far politica. Dalla prova alla controprova. Stiamo a vedere che cosa succede. Intanto il discorso d'insediamento è stato tutto un panegirico ben costruito e articolato nella migliore tradizione

toscana, e questo perché i toscani hanno, dialetticamente parlando, qualcosa che nessuno possiede ossia la capacità di affabulare e di muovere all'attenzione. Ma Renzi ha sottolineato - più volte - che bisogna fare, non parlare. Bene, allora caro Renzi Matteo, visto che qualcuno di noi ricorda bene che cosa hai promesso di fare se ... dai prova del tuo buon governo. Dai LAVORO. Questa è la prova. Non sciacquare i panni sporchi nell'Arno per poi rivenderceli come nuovi perché a Manzoni è riuscito, ma oggi abbiamo una lingua nazionale. Dopo di allora i panni risciacquati non sono stati di buon auspicio.



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