Riviera nº 09 del 25/02/2018

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Il 4 marzo, per sostenere la mia candidatura alla Camera dei Deputati, nonostante le complicazioni del sistema elettorale diviso com’è tra uninominale e plurinominale, esprimere il voto è molto semplice: basta inserire una croce sul simbolo del PD, senza preoccuparsi dei nomi presenti sulla scheda. In tal modo si votano con un unico segno il candidato del collegio uninominale, che in Calabria 04 è Antonio Viscomi, e i candidati del collegio proporzionale, che da Catanzaro a Reggio Calabria sono guidati sempre da Antonio Viscomi come capolista. Mettendo una croce sul simbolo del PD voti sempre e dovunque “Antonio Viscomi”. Attenzione a non confonderti: nelle cabine elettorali, per votare Antonio Viscomi traccia un solo segno di croce sul simbolo del PD. Liberiamo il futuro!

Antonio Viscomi: Liberiamo il futuro! 1

«Il rilancio economico e occupazionale della nostra regione dipende da una serie di fattori, uno dei più importanti riguarda proprio la definizione, il sostegno e lo sviluppo di un progetto industriale che sia credibile e sostenibile. Va da sé che un obiettivo del genere, in un contesto territoriale ed economico strutturalmente debole, dipende dalla capacità e dalla volontà di mettere assieme le esperienze concrete e le competenze dimostrate». È il messaggio lanciato da Antonio Viscomi, candidato del Partito Democratico per la Camera nel collegio uninominale Calabria 04 e nel collegio plurinominale Calabria 02, che ha affidato lo scopo di promuovere lo sviluppo sociale, economico e occupazionale, di qualificare le competenze e le risorse umane, di accrescere la competitività e l’attrattività dei territori di riferimento valorizzando i sistemi produttivi locali, in piena sinergia con gli strumenti della programmazione regionale e con gli strumenti della pianificazione territoriale. «La Calabria – ha sottolineato Viscomi, – costituisce oggi l’esempio più evidente e concreto di quanto sia essenziale mutare prospettiva, qui siamo in quella che possiamo definire una condizione di “già” e “non ancora”; il “già” è rappresentato dalle molte realtà aziendali che garantiscono occupazione, generano reddito, contribuiscono alle sorti economiche dell’intero territorio regionale, sono capaci di essere competitive sui mercati extra-regionali. Il “non ancora” è invece direttamente riferito a quelle condi-

2 Box 1 - Una visita alle Cantine Statti a Lamezia Terme, perché le imprese sono i veri “grandi fenomeni” dell'economia calabrese! Box 2 - Una giornata interessante, fra i lavoratori e le eccellenze della nostra terra. Insieme a Tullio Rispoli abbiamo incontrato tante esperienze positive, visitando aziende che hanno deciso di rimanere, investire e credere in una Calabria migliore. Box 3 - Ho appena firmato l'appello “Mettiamoci in Gioco” per promuovere una legge nazionale sul gioco d’azzardo. No pubblicità. Meno offerta. Più cure. L'azzardo è un problema personale, familiare, sociale, e dietro trovi la criminalità organizzata. Box 4 - Dal 2015 a oggi siamo passati da poco più di 4 a 12 milioni di euro di risorse aggiuntive stanziate dal MIUR per le borse di studio e per i servizi concessi agli studenti universitari calabresi. Ciò è frutto della nostra decisione di investire 8 milioni di euro l’anno. Dal 2018, quindi, ci saranno complessivamente 20 milioni di euro ogni anno per sostenere una platea più numerosa di studenti beneficiari, scommettendo e investendo sulla formazione, sulla crescita e sul futuro dei giovani cal-

abresi. È uno dei risultati di cui vado più fiero per la mia attività di vicepresidente della Regione Calabria. Studiare è ancora il miglior investimento per il futuro di tutti! Box 5 - In questi anni mi sono impegnato per evitare che la Regione Calabria dismettesse la propria partecipazione in Banca Etica, un ente indipendente, partecipato da cittadini, soggetti di terzo settore e imprenditori che hanno a cuore l’economia civile. Un recente emendamento del Parlamento esclude gli investimenti in società di finanza etica dalle partecipazioni che gli enti locali devono dismettere. Sono felice di aver lavorato nella direzione di una finanza più equa… Box 6 - “L’obiettivo è di infrastrutturare il territorio e offrirgli un’opportunità di sviluppo. In un sistema come il nostro, a competere sono i territori che sono capaci di accogliere imprese ed essere concorrenziali sul mercato globale” Box 7 - Le imprese calabresi vanno sostenute e aiutate a crescere, non solo con le sovvenzioni, ma con interventi utili e necessari a migliorare la loro operatività e competitività sui mercati!

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zioni di contesto che rendono tutto più arduo e maledettamente difficile; penso a un sistema burocratico che non solo non agevola ma manifestamente rallenta o immobilizza, così come penso alla partita delle non adeguate o inesistenti infrastrutture che di fatto impediscono quella logistica che oggi è la vera chiave di successo per i sistemi produttivi ed economici. «Da chi guida aziende affermate, come quelle che ho visitato, emerge chiaramente l’impellente necessità di un ascolto consapevole. Alla politica non si chiedono miracoli ma solo e unicamente di fare, e fare bene, il proprio dovere. È evidente – prosegue Viscomi – come l’industria calabrese testimoni l’urgenza di recuperare una visione strategica e unitaria, la stessa che ha caratterizzato l’idea e la nascita dei patti territoriali e dei contratti di area. Sedersi intorno a un tavolo è dunque condizione necessaria per far ripartire il sistema economico, tuttavia non è sufficiente perché occorre anche la capacità di guardare lontano e di capire come i cicli economici e i ritmi di impresa non si concilino affatto con i tempi della politica burocratica». «Abbiamo bisogno, in questa regione – ha concluso Viscomi, - di riscoprire quello “spirito del ‘45” che, nel dopoguerra, consentì la rinascita italiana. Dobbiamo fare sistema, consapevoli che il successo di una impresa è il successo di tutta una comunità. Ecco, lo “spirito del ‘45” significa proprio questo: lavorare insieme per costruire una nuova regione».

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la vetrina

L’EDITORIALE

DEL DIRETTORE Platì triste di colpo, in piena luce n 100 anni Platì ha visto 16 commissioni prefettizie. Gente che per un secolo ha vissuto con a fianco un tutor. Mai considerata capace di autogestirsi. Di farcela da sola. E questo perché c’era sempre una mela marcia a rovinare tutto il cesto. Tante volte traditi dalla ‘ndrangheta, tante altre dallo Stato, i platiesi hanno visto il proprio paese sfilacciarsi sotto i piedi, in perenne disfacimento. L’ordinarietà delle offese, la leggerezza con cui sono state inflitte, per anni ha impedito una reazione organizzata. Poi il 5 giugno 2016 è stato annunciato il ritorno della democrazia e in un anno e mezzo la squadra guidata da Rosario Sergi ha riportato un risultato positivo dietro l’altro, tanti progetti finanziati, casse comunali risanate… Platì stava iniziando a cambiare volto, aveva alzato la testa, dopo aver scostato un ramo, una ragnatela per riuscire ad andare oltre. Ma ecco ripresentarsi l’ennesimo smacco: le dimissioni di due consiglieri e due assessori, tra cui il vicesindaco. Venendo meno il numero minimo di componenti per l’attività amministrativa, la Prefettura di Reggio Calabria ha commissariato il Comune. Per la 17esima volta. E questa è la peggiore di tutte. Perché questa volta i platiesi non sono stati traditi da mele marce, né tanto meno dallo Stato. I platiesi hanno subito uno schiaffo lacerante da quei concittadini che avevano promesso di restituire dignità al paese. Un’irriverenza e una sfrontatezza che stronca, un tentativo di corruzione involontaria. Platì triste di colpo, in piena luce. Henry de Montherlant, uno dei maggiori scrittori francesi che il Novecento ci abbia regalato, scriveva: “Gli esseri umani sono preda di tre malattie croniche e incurabili: il bisogno di cibo, il bisogno di sonno e il bisogno di rispetto”. Ai platiesi si è mancato di rispetto. Lo si è fatto per anni e anni ma non era mai successo che ricevessero un’onta del genere da parte di chi è nato e cresciuto nella stessa vallata e soprattutto si è posto alla pari per ricevere fiducia. Aver perso il rispetto da chi aveva promesso di restituire dignità a Platì è una cocente disillusione, un boccone troppo amaro. Il rispetto che gli altri ci riconoscono ci rende migliori. È un bisogno cronico. Ci fa ben sperare. Ci dà un motivo in più. I platiesi si erano fidati ma chi gli aveva promesso di renderli migliori non li ha rispettati.

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Abbiamo sentito l’assessore all’ambiente Anna Romeo, che ci ha illustrato il nuovo regolamento e ci ha spiegato perché l’atteggiamento di opposizioni e Osservatorio non avrebbe senso.

SIDERNO

La differenziata diventa una questione di politica Il nuovo regolamento per la raccolta dei rifiuti di Siderno viene approvato a maggioranza. PD, Forza Italia e persino l’Osservatorio Ambientale osteggiano e definiscono la differenziata un “falso mito”.

JACOPO GIUCA unedì 12 febbraio è stato approvato il regolamento per la gestione dei rifiuti del comune di Siderno. Si tratta di un traguardo importante, salutato con favore dalla vicesindaco e assessore con delega all’ambiente Anna Romeo, che non ha potuto non ricordare di come sia «la prima volta, in età repubblicana, che il comune di Siderno si dota di tale strumento». Il nuovo capitolato parte dai risultati raggiunti dalla raccolta differenziata porta a porta per gettare le basi di un servizio più efficiente, che possa allineare Siderno agli standard europei. «Da quando abbiamo inserito il servizio di raccolta porta a porta - ci spiega la Romeo, - abbiamo raggiunto ottimi risultati, che ci hanno permesso di sfiorare il 65% di differenziata nella scorsa primavera, prima che l’aumento della popolazione nel periodo estivo facesse emergere alcune problematiche che ci hanno fatto abbassare le percentuali fino all’attuale 55%. Resta il fatto che la nostra città è l’unico centro di tale grandezza ad aver raggiunto risultati inimmaginabili solo due anni fa e che, grazie al regolamento e a una nuova sinergia con gli operatori commerciali e i ristoratori, che ci hanno espresso le loro difficoltà, contiamo di poter implementare ulteriormente. «Il nostro primo obiettivo, naturalmente, resta quello di dare fiato ai cittadini abbassando la pressione fiscale, ragion per cui abbiamo prospettato un quadro che ci consentirà di abbassare l’importo della TARI a cominciare dalle famiglie composte da almeno 6 persone che, per quanto previsto, potrebbero vedere una bolletta più leggera anche del 40%. Il raggiungimento di questo obiettivo sarà possibile grazie a una totale copertura dei costi di raccolta, che otterremo con il pagamento delle royalty che ci spettano da parte della Regione Calabria in quanto ospitanti un impianto di smaltimento che serve altri comuni del comprensorio, e attraverso il pagamento delle percentuali da parte del CONAI in qualità di “comune riciclone”. Siderno, infatti, non si limita a raccogliere i rifiuti in maniera differenziata, ma è iscritta al circuito per il riutilizzo e la vendita dei rifiuti, un dato che dovrebbe renderci orgogliosi». Come spesso accade, tuttavia, anche l’approvazione di queste nuove norme ha ingenerato aspre polemiche fin dall’assise dello stesso 12 febbraio, durante la quale, con notevole stupore da parte dei consiglieri di maggioranza, gli esponenti di Forza Italia e del Partito Democratico hanno votato contro l’approvazione del documento presentato dall’assessore all’ambiente. «Il passaggio a maggioranza del regolamento ha commentato la Romeo - mi ha procurato un grande dispiacere, perché si tratta di norme che non avevano alcuna pretesa politica e sulle quali, al massimo, ci si sarebbe potuti astenere. Hanno deciso di fare opposizione e se ne assumeranno la responsabilità, ma resta un atto di una gravità enorme, per il quale i vertici dei rispettivi partiti si metterebbero certamente le mani nei capelli se ne

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venissero a conoscenza». I perché di questo osteggiamento Forza Italia e PD li ha voluti spiegare in comunicati stampa che rispondevano a quello entusiastico attraverso il quale, venerdì scorso, Sinistra Italiana annunciava il nuovo regolamento come un grande traguardo per la comunità sidernese, e concludeva con qualche riga di campagna elettorale a favore di Liberi e Uguali. Affermando che il partito, indicato ancora come “Fattore Comune”, offendesse l’intelligenza dei cittadini avendo “l’arrogante pretesa di mentire sul presente”, il PD locale sottolineava come Siderno fosse lungi dall’essere divenuta la città giardino promessa in campagna elettorale, tanto più che, in diversi angoli della città “continuano a nascere e a crescere delle vere e proprie discariche a cielo aperto”. Il PD proseguiva sottolineando come la differenziata abbia avuto fin dall’inizio gravi problemi organizzativi che richiederebbero una revisione completa del servizio, che il regolamento farebbe riferimento a norme scadute o inesistenti e che non ci sarebbe la copertura finanziaria necessaria a proseguire il servizio, tanto da paventare una nuova dichiarazione di dissesto. Tutti questi elementi venivano ribaditi e sottolineati a stretto giro anche dagli inusuali alleati di Forza Italia, che rincaravano la dose affermando che alla gestione della questione BP e alle tante promesse elettorali non mantenute (isola ecologica, piano strutturale, piano spiaggia) la maggioranza avrebbe dovuto rispondere con un bagno di umiltà piuttosto che con un grido di vittoria. A dare manforte alle opposizioni, a sorpresa, lunedì mattina è stato diffuso un comunicato in merito anche da parte dell’Osservatorio Ambientale Diritto per la Vita che, non esitando a definire quello della raccolta differenziata “un falso mito”, parlava di differenziazione in calo riportando comunque dati in linea con quelli indicati da Anna Romeo, indicava come un paradosso il fatto che, stando alla documentazione consultata, Siderno non avesse consumato una sola bottiglia di vetro e, confrontando i dati pre e post differenziata, notava un ammanco di circa 1835 tonnellate di rifiuti che supponeva fossero finite nei valloni e nei comuni limitrofi. «Non voglio entrare in polemica con l’Osservatorio che, a dispetto del suo nome, non si sta limitando a “osservare” ma sta facendo politica - ci ha detto la Romeo. Tuttavia mi si permetta di ricordare che noi il vetro lo raccogliamo nel mastello giallo, quello del multimateriale. Considerato che esso viene smistato direttamente in impianto assieme all’alluminio, è ovvio che nei dati di raccolta del comune, accanto a questa voce, risulti uno zero. Affermare pertanto che non venga raccolto è disinformazione allo stato puro. Allo stesso tempo mi sembrano gonfiati gli allarmismi relativi all’accumulo di immondizia ai lati delle strade. Non voglio certo nascondere che ci sia un problema, ma stiamo lavorando giorno e notte per arginarlo e risolverlo attraverso un più puntuale sistema di sanzioni e un programma di sensibilizzazione per quanto previsto dal regolamento osteggiato dalle opposizioni. È fuor di dubbio che ci sia ancora moltissimo lavoro da fare, a cominciare dal problema dello spazzamento, per il quale non sono affatto contenta, e dal sistema stesso della raccolta differenziata, per il quale stiamo preparando un nuovo bando in previsione della scadenza di quello attuale a maggio. «Ciò detto, disconoscere il lavoro di una giunta comunale che si è rimboccata le maniche come nessun altro prima, in materia ambientale, mi sembra davvero ingiusto. Anche noi potevamo mettere da parte i tanti problemi di bonifica del nostro territorio, eppure abbiamo fatto riemergere un problema sepolto da trent’anni come quello della BP e abbiamo pronte le pratiche per richiedere un finanziamento che ci permetterà di bonificare una volta per tutte l’area, abbiamo già ottenuto i quasi 180mila euro necessari a monitorare la falda acquifera sotto la Sika e 400mila che ci permetteranno di iniziare la bonifica di Timpe Bianche, e stiamo con il fiato sul collo all’impianto di San Leo, dal quale non mi sembra che provenga più puzza. «Osservatorio e opposizione critichino pure il nostro operato, ma vorrei sapere davvero quale sidernese, in materia di rifiuti, vorrebbe tornare indietro».


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attualità www.larivieraonline.com

SIDERNO

Si spacciano per l’Arrotino ma effettuano un rapina Martedì ci è stato segnalato che, tra Siderno e Locri, si aggirava un’auto, quasi sicuramente una Citroën, con a bordo un uomo sulla quarantina, una bambina e un ragazzo. Da un megafono montato sul tettuccio dell’auto, una voce annunciava che si effettuavano riparazioni di cucine a gas. A quanto pare, però, il signor Rocco Pedullà, 82 anni, titolare della tabaccheria sul corso Garibaldi, è rimasto vittima di un furto proprio ad opera dei presunti “arrotini”. Una volta entrati nell’abitazione del signor Pedullà, approfittando della sua età e delle sue difficoltà deambulatorie, si sono impossessati della collana d'oro che si trovava sul tavolo, e se la sono dati a gambe. Ci è stato rivolto un appello da parte di una nostra lettrice affinché chiunque avesse visto i tre a bordo dell’auto aggirarsi per le strade di Siderno a inizio settimana fornisse dettagli utili all’individuazione dei malviventi ma, ad oggi, pare che ancora non siano stati individuati.

CAULONIA

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La Calabria cuore pulsante di un progetto di sviluppo europeo Il Coordinatore Europeo del Corridoio Scandinavo-Mediterraneo, Pat Cox, è venuto in Calabria martedì scorso per incontrare le nostre autorità regionali e stakeholderolders. Cox è il massimo esponente della Commissione Europea

Ponte Allaro, l’Anas fa il punto

INCONTRO AL COMUNE DI CAULONIA MERCOLEDÌ MATTINA, PRESENTE ANCHE IL PRESIDENTE DALL’ASSOCOMUNI FRANCO CANDIA. BELCASTRO: “MI BATTERÒ AFFINCHÉ VENGA RISPETTATO IL CRONOPROGRAMMA”. per lo sviluppo del Corridoio delle reti di trasporto trans-europee che dalla Scandinavia raggiunge Malta, attraversando Germania e Italia. La prima tappa della visita in Calabria si è svolta presso i terminali di approdo per i traghetti e il terminale per il traghettamento ferroviario di Villa San Giovanni, alla presenza dell’Assessore regionale al sistema portuale Russo; l’Assessore regionale alle Infrastrutture Musmanno; l’esperto di flussi sullo Stretto dell’Università di Reggio Calabria Vitetta; il Segretario Generale dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro Spatafora e per la Direzione Marittima Melillo e Scaldaferri. La visita è proseguita il giorno successivo con un incontro con il presidente regionale Mario Oliverio e con una visita al Porto di Gioia Tauro, durante le quali il Coordinatore si è confrontato sulle linee programmatiche di sviluppo commerciale della nostra regione e su una strategia di crescita per lo scalo commerciale della piana.

Si tenuta mercoledì mattina, nella sala consiliare del Comune di Caulonia, una conferenza stampa per fare il punto della situazione dei lavori del Ponte Allaro, lungo la Statale 106. A illustrare ai cronisti i dettagli del progetto di ricostruzione sono stati il responsabile del coordinamento territoriale Anas Calabria Giuseppe Ferrara e il responsabile unico del procedimento Antonella Di Vece. Presenti il sindaco Caterina Belcastro, il vicesindaco Domenico Campisi, l’assessore comunale Mariagrazia Dimasi, il presidente del Consiglio Comunale Caterina Panetta e il presidente dell’Associazione dei Sindaci della Locride Franco Candia. Come ha evidenziato Ferrara «Siamo già in fase di gara per la seconda fase di interventi che prevede la realizzazione delle pile e dell’impalcato del nuovo ponte. Contiamo di avere l’aggiudica-

zione di questi lavori tra giugno e luglio, quindi iniziare i lavori veri e propri dopo l’estate, in modo da completare il tutto in 6 mesi come avevamo promesso». Per il presidente di Assocomuni Franco Candia «Non si tratta di un’infrastruttura che ha percorsi alternativi. Il disagio è consistente e non si può perdere tempo». Sollecitato dal vicesindaco Campisi, l’ingegnere Di Vece ha osservato come «si è in attesa di alcune autorizzazioni per poter lavorare nell’alveo e procedere alla sistemazione anche dell’argine in località Focà». «Mi auguro che si metta presto la parola fine ad una situazione che ci trasciniamo da anni e che provoca notevoli disagi ai cittadini di un intero comprensorio - ha rimarcato il primo cittadino Belcastro - Mi batterò affinché venga rispettato il cronoprogramma».



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Il 15 novembre del 1991 una ragazza ventenne, Roberta Ghedini, figlia di un imprenditore, viene sequestrata a Centenaro di Lonato in provincia di Brescia. I sequestratori vengono braccati e chiusi in un’enclave tra l’alta valle del Torbido, Caulonia e Roccella.

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La Calabria dei sequestri sospesa nel Torbido ILARIO AMMENDOLIA è chi sostiene - e io concordo - che per quasi mezzo secolo la cogestione “dell’ordine pubblico” e della “legalità”, in tutta la provincia di Reggio Calabria, fu affidata al binomio “Stato”ndrangheta! Un’affermazione così forte deve essere supportata quantomeno da seri indizi e partendo da fatti concreti. Un esempio: il 15 novembre del 1991 una ragazza ventenne, Roberta Ghedini, figlia di un imprenditore, viene sequestrata a Centenaro di Lonato in provincia di Brescia. Siamo a pochi mesi delle elezioni politiche che si terranno nella primavera successiva e Brescia rappresenta uno storico caposaldo democristiano. A poca distanza dalla casa della Ghedini, abita il potente ministro della Repubblica Giovanni Prandini. In quegli anni la “Lega” aveva già iniziato la sua avanzata nelle valli e nei paesi della Lombardia. Il dramma dei sequestri perpetrati dalla ‘ndrangheta in terra lombarda è uno dei suoi principali cavalli di battaglia. La DC subisce l’iniziativa incalzante della Lega e si sente responsabile dell’incapacità del governo di tutelare i cittadini lombardi nei confronti di una criminalità “esterna”, “sudista”, “calabrese”. Fu così che, nel “caso Ghedini”, dopo circa 15 anni l’amichevole “telefono blu” che funzionava a meraviglia collegando i “servizi” (si fa per dire) ai sequestratori entra in tilt. Da “Roma” l’ordine è perentorio: liberate l’ostaggio! Non si può più concedere mano libera alla ndrangheta nel Nord; in Calabria si può ancora chiudere un occhio o tutte e due, ma in Lombardia assolutamente no. Milleottocento uomini vengono aviotrasportati in Aspromonte e le forze dell’ordine ricevono istruzioni di mobilitazione generale su tutto il territorio nazionale. Come ai tempi del sequestro Moro, ogni uomo in divisa viene ribaltato sulla strada. Lo “Stato” fa sentire il fiato sul collo ai sequestratori, anche se il “caso Ghedini” sembra sia stato risolto più dalla “trattativa” e dalla “collaborazione” delle cosche che dalla pressione militare che, comunque, si è fatta sentire. La ‘ndrina responsabile del sequestro viene individuata... e sicuramente non per un colpo di fortuna . I sequestratori vengono braccati e chiusi in un’enclave tra l’alta valle del Torbido, Caulonia e Roccella. Contemporaneamente vengono circuiti promettendo loro, in cambio della immediata liberazione della ragazza bresciana, denaro e sconti di pena. Una valigetta con soldi viaggia con discrezione e passa da una mano all’altra. Dopo appena 29 giorni il capo della ndrina responsabile del sequestro, Vittorio Ierinò, si “arrende” e libera Roberta. Chi aveva interesse a ucciderlo? A quasi trenta ani di distanza un suo ex ndranghetista, tale Nicola Rocco Femia, dichiara ai magistrati: “So solo che i servizi ci mangiavano con i sequestri. Se arrivavano cinque miliardi, due miliardi se li prendevano i servizi”. Il giorno dopo la liberazione di Roberta le campane, non solo di Centenaro ma di tutta la Valle, suonano a festa. Il principale giornale di Brescia titola a tutta pagina “Roberta è tra noi”.

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Non saranno mai più tra noi molti sequestrati calabresi. Inoltre per il ritorno a casa di molti ostaggi della nostra zona, tra cui bambini, ragazze e ragazzi, le campane non suoneranno. Tutto avverrà con tanta amarezza e tristezza nel cuore. Sequestrati dalla ndrangheta, traditi e abbandonati dallo “Stato” che va ben al di là della componente “politica”. Se per la Ghedini, la liberazione è stata possibile perché per gli altri ostaggi non lo fu? In Calabria ci sono stati 180 sequestrati. Di questi 124 furono i calabresi. Su 180 sequestri fu fatta “giustizia” in non più di cinque casi. Non è questa una pagina di storia che bisognerebbe riscrivere? Magari scavando con le mani nei segreti di Montalto dove fu scoperto il grande summit della ndrangheta. L’equivalente del famoso summit della mafia siculo-americana all’Hotel delle Palme di Palermo. In entrambi i casi lo “Stato” apparentemente fece finta di non vedere ma in verità ha siglato un accordo con le cosche vincenti. E all’accordo si allinearono quasi tutti: tantissimi politici, parte delle forze dell’ordine e dei magistrati, alti livelli della burocrazia. Quindi sembra proprio che la Calabria sia stata “co-governata” dalla ndrangheta per scelta dello “Stato”. Dovremmo capire a che punto siamo! Giampaolo Pansa sta rivisitando la Resistenza, atto di nascita della nostra Democrazia, e non per infangarla. Nelle stesso tempo si va riflettendo sul nostro “Risorgimento”, sulla “prima repubblica”, su “gladio”, sullo stragismo, sui rapporti Stato mafia in Sicilia, sulla P2, sul sequestro Moro. In Calabria tutto viene lasciato a un “copiaincolla” di scrittori dozzinali e di regime che dicono in ogni occasione che la ndrangheta con i soldi dei sequestri si inserì nel mercato della droga. Questo lo sanno anche i bambini… ma basta? Non pongo solo un problema di verità storica (che pure è importante) ma vorrei capire se il prisma opaco che, per decenni, ha assicurato complicità e impunità alla ndrangheta si è “suicidato” all’improvviso e senza lasciare eredi. Oppure quel “prisma” – sia pure in altre forme – ha passato il testimone! So per certo che la "lotta" alla ndrangheta è perdente! Se lo dicessi io sarebbe poca cosa; ma è la commissione parlamentare antimafia che, in settecento pagine, ha sottolineato la crescita, l’aggressività, la “geometrica potenza” della criminalità organizzata calabrese. Solitamente non credo molto (anzi per niente) agli antimafiosi di professione; ma se così fosse, coloro che hanno sequestrato, sfruttato, succhiato alla lotta alla ndrangheta ne portano per intero la responsabilità. Sono stati “loro” il cuneo che ha tenuto fuori il popolo da questa battaglia. Non ci può essere alcuna lotta alla ndrangheta che non sia, nello stesso tempo, lotta per la pari dignità, per il rispetto della persona umana, per una sostanziale uguaglianza dei cittadini. Tutto il resto è fuffa, mera demagogia, menzogna. Il “caso Ghedini” rimane “Top Secret”, quasi che quell’oscuro grumo oscuro di omertà e di sangue, di connivenze e di retorica, di teatralità e fulgide carriere antimafia, fosse ancora in grado di ostruire la verità e di tenere questa nostra Terra soggiogata ai poteri criminali che quasi mai coincidono con la sola ‘ndrangheta.


re la percentuale di mancate riscossioni. Non c’è settore della vita sociale ed economica che non sia colpito dai salassi che stanno approvando i commissari inviati dal Ministro dell’Interno e dal Prefetto reggino. Anche morire diventerà un lusso per pochi”. Oltre ai consistenti rincari che graveranno sulle tasche cittadini di Marina di Gioiosa, il “Potere del trio” ne ha combinata un’altra. In vista delle elezioni del 4 marzo è stato permesso di deturpare beni pubblici per poter affiggere manifesti elettorali. Non potevamo credere ai nostri occhi, eppure è tutto vero e ben visibile a chiunque. In pieno centro cittadino, nel cuore del parco urbano, a due passi dalla nuova piazza, nei pressi del palazzo municipale, sono stati orribilmente e vergognosamente imbrattati i muri perimetrali del palazzetto dello sport e la recinzione della scuola elementare “E. Rodinò”. “Una scelta scellerata e dissennata - prosegue Vestito. Un oltraggio a Marina di Gioiosa Ionica e ai suoi cittadini. Edifici pubblici, destinati prevalentemente ai più giovani, offerti come luogo per la campagna elettorale e per affissioni che porteranno solo sporcizia e degrado. La nostra Amministrazione, tra i primi atti, scelse di ripulire Marina di Gioiosa Ionica da manifesti abusivi, cartellonistica pubblicitaria illegittima, volantinaggio selvaggio. Tant’è che è ancora in vigore l’ordinanza sindacale che punisce queste pratiche incivili. In periodo commissariale, invece, tutto questo non solo è consentito, ma favorito e incentivato. Auspichiamo, soltanto, che qualcuno abbia il buon senso di ripensare questa assurda scelta, ma ne dubitiamo”. Insomma da fine novembre a oggi la triade commissariale, che porta via al Comune oltre 13 mila euro al mese tra stipendi e rimborsi spese, non è riuscita ad assicurare altro ai cittadini di Marina di Gioiosa se non ulteriore miseria, inciviltà e abbandono. Mi viene in mente una vignetta di Vauro in cui un tizio rivolgendosi al “potere” dice: “Mi è rimasta giusto l’ultima fettina di culo... se vuole gliela incarto!”.

Macelleria sociale MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

irca un anno e mezzo fa, scoprimmo che a Marina di Gioiosa esisteva una tariffa cimiteriale che giudicammo salata e che ci fece gridare allo scandalo. La definimmo dazio per l’aldilà, un’espressione che non piacque affatto all’allora sindaco Domenico Vestito tanto che rischiai personalmente di dover pagare 500 mila euro di risarcimento danni per diffamazione a mezzo stampa. Poi ci fu un’intervista chiarificatoria con l’ex primo cittadino che finì con uno zero a zero e palla al centro, e così riuscii a risparmiarmi 500 mila euro! Questa settimana spulciando tra le delibere pubblicate sull’albo pretorio del Comune di Marina di Gioiosa, attualmente retto da una triade commissariale, sono venuta a conoscenza dell’approvazione di nuovi rincari riguardanti diverse tariffe, comprese quelle cimitariali, da far uscire gli occhi dalle orbite. Iniziamo dai rincari per il viaggio eterno. La tariffa per la concessione trentennale di fosse passa da 300 € a 600 € (il doppio); la tariffa per la concessione di loculi da 200 € a 500 € (più del doppio); la tumulazione in celletta da 150 € a 250 €; la realizzazione di nuova fossa a due posti da 1.300 € a 2.000 €. E ancora: l’esumazione da fossa passa da 250 € a 350 €, la tumulazione in loculi esistenti da 200 € a 300 €, e avanti di questo passo. Se un anno e mezzo fa parlammo di tariffe salate, questi sono veri e propri salassi. Sarà un escomatoge messo in atto dalla triade per convincere i cittadini a rimandare la dipartita? Ma i rincari, come dicevamo, non riguardano solo l’eterno riposo. Persino la partecipazione democratica, che si estrinseca attraverso l’utilizzo delle sale pubbliche comunali, viene mortificata. Infatti, anche per l’uso delle sale comunali sono previsti bruschi rincari, in alcuni casi quadruplicazioni della precedente disciplina. L’utilizzo della sala convegni presso il palazzo “E. Gennaro” passa da 15 € a 50 € nelle ore mattutine e da 25 € a 60 € nelle ore pomeridiane. Il sabato e la domenica da 20 € 60 € e da 35 € a 80 €. Per l’utilizzo della sala della Biblioteca Comunale, invece, l’aumento è da 15 € a 35 € e da 25 € a 50. Nella delibera n. 21/2018 che approva questi incrementi, oltre al danno, anche la beffa: si legge, infatti, che “sono esenti dal pagamento i capigruppo consiliari per lo svolgimento di riunioni con i Consiglieri Comunali”. Chi ha deliberato, forse, dimentica che è li perché il Consiglio Comunale è stato sciolto... Colpito dalla scure degli aumenti anche il demanio. Con deliberazione n. 22/2018, la Commissione straordinaria ha approvato le tariffe sui diritti di istruttoria delle concessioni demaniali. Anche in questo caso notevoli rincari rispetto all’Amministrazione Vestito. Per il rilascio di concessioni demaniali si passa da 300 € a 700 €; per il rinnovo da 150 € a 250 €; per il subingresso da 150 € a 400 €; per il rilascio di licenze da 75 € a 150 €; per i rinnovi di licenze da 25 € a 50 €. Quanto alla TARI, poi, con delibera n. 4/2018, le rate per i pagamenti sono state diminuite da sei a quattro, con grave danno per i cittadini. “Macelleria sociale, questo sta avvenendo a Marina di Gioiosa Ionica - tuona l’ex sindaco Domenico Vestito. Su ogni fronte possibile e immaginabile si sta assistendo a una serie di rincari insensati, che avranno come unico effetto quello di favorire l’evasione dei tributi e accresce-

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Al Comune di Marina di Gioiosa, attualmente retto da una triade commissariale, sono arrivati nuovi rincari. Una stangata che riguarda innazitutto il viaggio eterno. E così morire diventerà un lusso per pochi. Colpiti dalla scure degli aumenti anche altri settori della vita sociale ed economica che avranno come unico effetto quello di favorire l’evasione dei tributi, accrescere la percentuale di mancate riscossioni e generare nuova miseria.


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LA SETTIMANA

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la storia www.larivieraonline.com

ANDREA CUZZOCREA

EX NUMERO 1 DI CONFINDUSTRIA E TITOLARE DELLA A.E.T. SRL

L’INTERVISTA

Rischiò di perdere un appalto di 16 milioni per colpa del cinema antimafia Un'interdittiva antimafia raggiunse nell'aprile 2017 la A.e.t. Srl mandando all'aria la realizzazione del parcheggio del nuovo Palazzo di Giustizia di Reggio. Oggi, grazie al nuovo istituto introdotto dal riformato codice Antimafia, l'interdittiva è stata sospesa: i lavori potranno essere ripresi e i dipendenti non saranno mandati a casa.

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Nell’aprile 2017, la A.e.t. Srl di Andrea Cuzzocrea, ex numero uno di Confindustria, e Antonino Martino viene raggiunta da un’interdittiva antimafia, che pur essendo legata solo a una “malefatta” del primo, vista la logica astrusa delle interdittive, coinvolge l’intera azienda e i suoi dipendenti. Sfuma così un appalto, aggiudicato in maniera regolare, di 16 milioni di euro per realizzare il parcheggio del nuovo Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria. Un appalto bloccato perché qualche comparsa del cinema antimafia tirò fuori il proprio copione... Quale fu la sua reazione immediata? La nostra sorpresa è stata doppia: innanzitutto perché eravamo destinatari di informazioni liberatorie da parte della Prefettura fino a poco tempo prima, e poi per i ritenuti inconferenti motivi portati come presupposto dell’interdittiva che ha colpito la nostra società. Si tenga presente che la norma sulle informazioni interdittive era nata per accertare casi di condizionamento; poi, con il tempo, si è passati al tentativo di condizionamento per arrivare oggi, a legislazione invariata, alla probabilità del rischio del condizionamento. Si capisce bene che con tali larghi presupposti il copione di cui parla Lei può essere molto vasto e può colpire indiscriminatamente chiunque prestandosi a un uso che poco ha a che fare con l’originaria finalità dello strumento. Proprio ieri nel corso dell’inaugurazione dell’anno Giudiziario il nuovo presidente del Tar reggino ha parlato “...di progressivo numero di interventi preventivi, e in special modo delle interdittive antimafia, ponendo in evidenza il connesso rischio che la pur irrinunciabile prevenzione, incidendo su attività economiche di ogni sorta, colpisca anche forze sane”. Oggi la sua azienda è stata ammessa al controllo giudiziario previsto dal nuovo Codice Antimafia. Di cosa si tratta e cosa determinerà? Il controllo giudiziario è un nuovo Istituto introdotto dal nuovo codice Antimafia che consente la continuità aziendale superando uno dei paradossi più eclatanti del sistema delle interdittive. Le imprese che ne fanno richiesta vengono ammesse al beneficio con motivato e non automatico provvedimento del Tribunale per le misure di prevenzione che nomina un amministratore che affianca l’impresa senza sostituirsi agli organi di amministrazione. L’effetto più importante è l’immediata sospensione dell’efficacia degli effetti dell’informazione interdittiva e la possibilità per l’impresa di proseguire le attività e soprattutto di dotarsi degli strumenti organizzativi per uscire definitivamente dalle ipotesi di rischio di condizionamento nell’arco di tempo in cui il controllo viene concesso. La A.e.t da ora in poi sarà affiancata da un amministratore giudiziario così da prevenire i rischi e i tentativi di infiltrazione mafiosa. Pensa che questa sia la strada giusta per riuscire a fare impresa in Calabria? Non credo proprio. Se non c’è alcun dubbio che lo strumento del controllo è un grosso passo in avanti, non si può non constatare come gli strumenti cosiddetti a tutela anticipata sono misure draconiane che si collocano su di un piano di tale discrezionalità da essere incompatibili con i diritti costituzionalmente garantiti alla libertà di fare impresa. A dimostrare che non vi sia il necessario bilanciamento tra esigenze di tutela dei pubblici appalti dalle ingerenze della criminalità e la libertà di fare impresa vi è il numero sempre cre-

scente delle interdittive comminate su presupposti non tipizzati e valutati in modo diverso da ogni prefettura, proprio in ragione dell’eccessiva discrezionalità. Le comparse dell’antimafia messe ko da un codice da loro voluto. Com’è possibile? A mio modo di vedere le comparse dell’antimafia quasi mai si occupano di questioni di merito, un po’ perché non hanno l’interesse, un po’ perché non hanno le competenze per farlo ed è molto più comodo ricorrere all’armamentario dei pregiudizi e inneggiare alla legalità a prescindere. Sarebbe molto più utile, come ho avuto modo di dire recentemente alla presentazione del Movimento “Mezzogiorno in Movimento” di cui mi pregio di essere uno dei co-fondatori, profondersi in analisi econometriche e socio-economiche sugli effetti dell’applicazione degli strumenti di prevenzione. Capire che affinché la lotta alle mafie abbia efficacia alla pars destruens possibilmente selettiva andrebbe affiancata la pars construens da cui non si può prescindere. Secondo lei, l’antimafia oggi, giocando di sponda con i magistrati politicamente più sensibili e più disponibili, può essere vista come un’autonoma forza sbirresca? Per mia cultura non sono aduso a facili generalizzazioni anche se non vi è dubbio che c’è un forte connubio tra una certa magistratura più politicamente sensibile e una certa Antimafia professionale. Il pericolo maggiore che io vedo è paradossalmente proprio la generalizzazione e la banalizzazione del fenomeno mafia come se la continua narrazione retorica, che trova molta disponibilità a essere alimentata dalla stampa, potesse servire a esorcizzare il fenomeno. L’unico effetto certo di questa narrazione è la continua perdita di reputazione del territorio che si riflette negativamente sulle potenzialità di attrazione di investimenti e di offerta turistica che invece sarebbero il vero antidoto. Insomma ognuno faccia la sua parte con serietà e meno clamore mediatico nella consapevolezza che il fenomeno mafia è molto più complesso di quello che si vuol fare credere e va combattuto sul piano culturale economico e sociale, per esempio impegnandosi a trovare soluzioni per sbloccare l’ingente spesa pubblica in atto disponibile, paralizzata da una burocrazia finalizzata al formalismo procedimentale e mai ai risultati.

Il comune di Africo, nell’ambito del progetto di Alternanza Scuola-Lavoro, ha aperto le sue porte a quindici studenti selezionati tra l’IIS Euclide di Bova Marina e i Licei Mazzini di Locri. Saranno 60 le ore totali che i ragazzi svolgeranno all’interno degli uffici attraverso una turnazione gestita dai tutor.

Il comitato di rappresentanza della conferenza dei sindaci in seno all’ASP RC, nella figura del Presidente Giuseppe Grenci, ha richiamato all’ordine Giacomino Brancati, che ha pensato bene di disertare gli incontri indetti dai sindaci per cercare soluzioni all’emergenza sanitaria del nostro comprensorio.

È stato accolto da un vero e proprio bagno di folla proveniente da ogni angolo della provincia Alessandro Di Battista, intervenuto a Locri nell’ambito della campagna elettorale del Movimento 5 Stelle per illustrare il proprio programma elettorale e invitare a non credere più nella vecchia politica.

Nella notte tra giovedì e venerdì, controlli a tappeto in tutto il territorio della Locride hanno permesso alle forze dell’ordine di scoprire due differenti bunker situati uno a Platì e uno a Ciminà, che sfruttavano particolari congegni elettromeccanici per essere tenuti nascosti nelle fondamenta delle abitazioni.



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Questo spazio è riservato a te. 1200 battute per lamentarti o complimentarti con noi, fare segnalazioni, raccontarci le tue esperienze, potrai inviarci foto degli scorci del tuo paese o video se hai un talento nascosto. Saremo lieti di risponderti pubblicamente, daremo voce al tuo pensiero e ti daremo visibilità sui nostri social. Sii parte integrante di questa realtà

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Il presidente Irto ha ricevuto i vertici di Coldiretti Calabria

I vertici di Coldiretti Calabria sono stati ricevuti a Palazzo Tommaso Campanella dal presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto, al quale è stato ufficialmente presentato il manifesto politico dell'associazione elaborato in occasione delle elezioni del prossimo 4 marzo. Si tratta di un documento, recante cinque proposte a costo zero per i primi 100 giorni di governo, che Coldiretti ha rivolto ai candidati alle Politiche e ai decisori pubblici per varare leggi chiare in grado di promuovere lo sviluppo dell'economia agricola a partire dal Mezzogiorno. A guidare la delegazione ricevuta da Irto, il presidente regionale di Coldiretti Pietro Molinaro, accompagnato dal direttore Coldiretti di Reggio Calabria Pietro Sirianni, dal funzionario confederale Domenico Roselli e dal consulente di Coldiretti Demetrio Naccari Carlizzi. Nel consegnare ufficialmente il manifesto, il presidente Molinaro ha sintetizzato le richieste: l’origine obbligatoria in etichetta per tutti i prodotti anche in deroga alle vigenti normative europee, la conversione del Ministero dell’agricoltura in "Ministero del cibo" con nuove competenze oggi assegnate ad altri dicasteri, una maggiore semplificazione amministrativa valorizzando la sussidiarietà dei CAA, pene severe per chiunque attenti alla salute dei cittadini attraverso l'alimentazione e ancora il libero accesso alla banca dati delle importazioni di prodotti dall’estero. "La bilancia commerciale del nostro Paese - ha spiegato Molinaro - ha superato i 41 miliardi di euro di export agroali-

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L’OPINIONE

Chiesa e peccatori La storia di Francesca, la ragazza “costretta” ad abortire, protagonista di un servizio delle Iene, è chiara solo in parte...

La Riviera ha dedicato ampio spazio alla vicenda che ha visto protagonista un sacerdote della diocesi di Cosenza e una giovane donna, coinvolti in una relazione sentimentale. L'articolo riprende ampiamente il servizio televisivo delle Iene, nelle immagini e in parte nei contenuti, senza riproporre lo stile violento tipico della loro comunicazione "giornalistica". La vicenda è chiara solo in parte: oltre al sacerdote, il servizio ha cercato di coinvolgere Mons. Nunnari, vescovo di Cosenza all'epoca dei fatti, che ha promesso azione giudiziaria a tutela della verità e della sua correttezza che, a suo dire, non è mai venuta meno nello svolgersi di questi fatti. Ci auguriamo che, presto, una corte di giustizia possa fare piena chiarezza: accertare e sanzionare, eventuali, comportamenti penalmente rilevanti. Per ora non mi sembra si possa dire molto di più a meno che non si cerchi, come troppe volte fanno le Iene, di fare del "giornalismo d'inchiesta" che, di fatti, è solo gogna mediatica che il malcapitato di turno subisce, magari con un montaggio ad arte dell'intervista estorta, ritrovandosi esposto al pubblico disprezzo prima del pronunciamento, anche solo provvisorio, di un tribunale. La Riviera, pur riprendendo il servizio, non ha riprodotto lo stile tipico dello spettacolo infame di certa "informazione": ha parlato della vicenda, evidenziando comportamenti moralmente discutibili e, soprattutto la sofferenza della giovane donna che non ha portato avanti la gravidanza per pres-

sioni esterne, a suo dire. Non dobbiamo abituarci alla sofferenza, e cercare di stare vicini al più debole è imperativo morale. Mi sembra anche corretto stigmatizzare le responsabilità personali, penali e morali, senza estendere a tutta una comunità gli errori di pochi. Quando si parla di "Chiesa" non si intende una cricca di ricchi e potenti oligarchi che, da parassiti, prendono in giro i semplici, vivendo alla grande sulle loro spalle. La Chiesa è l'insieme di tutti i battezzati: sacerdoti, vescovi, persone consacrate e laici, i comuni fedeli, cioè, che sono la stragrande maggioranza. Vale la pena ricordarlo, altrimenti si commette lo stesso errore che molti fanno nei confronti della Calabria dove la colpa di uno diventa la colpa di tutti. Non è il caso di addentrarsi nella teologia che indaga senso e sostanza della Chiesa, evidenzio solo un concetto che mi sembra necessario tenere presente quando si discute di questo argomento: coloro che vogliono far parte della Chiesa sanno che gli aiuti che ricevono nel cammino di fede, la misericordia che sperimentano, il perdono e la grazia che ricevono passano attraverso uomini come loro, ma sono opera di Dio, pertanto non possono i peccati personali, anche quando diventano scandali, limitare l'amore di Dio per gli uomini. Un Amore capace di accogliere qualunque peccatore pentito perché così Dio vuole. Giuseppe Giarmoleo

Sulla relazione della commissione parlamentare antimafia «A lungo sottovalutata e considerata a torto una mafia subalterna e arretrata, la ‘ndrangheta ne ha tratto vantaggio ed è oggi l’organizzazione criminale più ricca, agguerrita e potente». E’ quanto si legge nella sintesi della relazione conclusiva della “Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere” a firma dell’on. Rosy Bindi. Con riferimento all’organizzazione denominata ‘ndrangheta si evidenzia: «Profondamente radicata in Calabria, su cui esercita un asfissiante controllo del territorio e delle attività economiche e della pubblica amministrazione, si è insediata in tutte le

mentare grazie all'eccellenza delle nostre produzioni, che sono espressione di qualità e di ricca biodiversità. Si stima una possibile crescita fino a 50 miliardi di export entro il 2020 ma per raggiungere questo obiettivo è necessario che riparta il Sud. Un'agricoltura di qualità ha bisogno di acqua e in Calabria - ha aggiunto - esiste ancora oggi il problema dell'approvvigionamento idrico per oltre 50mila ettari. Affrontare e risolvere tale questione potrebbe creare 40mila posti di lavoro. Ma è indispensabile in questo processo il contributo delle istituzioni pubbliche”. Il presidente Irto ha espresso piena condivisione per l'iniziativa di Coldiretti che sposa il percorso di coinvolgimento degli stakeholder messo in atto dal Consiglio regionale: "Crediamo nella produzione legislativa 'dal basso' che, mediante le audizioni, veda il mondo produttivo, imprenditoriale e sociale protagonista del processo di redazione delle leggi. La Calabria può diventare un vero e proprio laboratorio dell'agricoltura e dell'agroalimentare a livello nazionale. Per questo credo sia doveroso ascoltare le istanze che arrivano da Coldiretti e fare nostra una battaglia che non è di parte". Nasce in questo quadro la proposta, avanzata dal Presidente, di istituire per legge una Consulta regionale per l'alimentazione: "Un organismo snello - ha spiegato Irto incontrando il favore della delegazione guidata da Molinaro - che, in maniera gratuita, senza prebende né poltrone, faccia sedere attorno a un tavolo i rappresentanti di tutti gli enti e organismi che insieme a Coldiretti si occupano di alimentazione. Non sarà l'ennesimo carrozzone, non interferirà con gli organismi istituzionali esistenti, ma eserciterà una funzione consultiva per avanzare proposte di legge e misurare lo stato di attuazione delle politiche in questa materia, dall'agricoltura alla sanità, dall'internazionalizzazione della aziende alla tutela del territorio".

regioni del paese, anche se con gradi di penetrazione differenti, e mostra anche un marcato profilo transnazionale». Ed ancora oltre: «Leader mondiale nel traffico di stupefacenti, ha rapporti privilegiati, se non addirittura esclusivi, con i principali cartelli di narcotrafficanti del Centro e Sud America, ed è l’organizzazione che meglio ha saputo sfruttare le opportunità della globalizzazione». La relazione si sofferma sulla struttura unitaria dell’organizzazione riconosciuta dalla Cassazione solo in tempi recenti con la sentenza definitiva sul processo “Crimine-Infinito”, ed ancora sulle

IN RICORDO DI MINO MUIÀ

Papà, aiutaci a superare e convivere con il vuoto che hai lasciato dentro

Caro papà, mi piaceva tanto ricevere le tue lettere, non avrei mai pensato di doverti scrivere adesso. Oggi sono qui, non sapendo nemmeno il perché, non sapendo il motivo improvviso del nostro pianto ma sapendo un'unica cosa: tu non ci sei più! Mi metto a scrivere tutto ciò che in questi trenta lunghi giorni mi è passato per la mente, cercando di capire anche ciò che può pensare e sentire un ragazzino di tredici anni. Abbiamo lottato molto, sempre per volere degli altri ed ora che eravamo felici insieme, proprio come piaceva a te, ce lo hanno impedito ancora una volta. Chi ha fatto un gesto del genere non ti ha guardato in faccia, neanche per un istante… Tu con la voglia di vivere che avevi, volevi farcela anche questa volta! Mino, papà, amico, grande lavoratore coraggioso, aiutavi tutti, con il tuo carattere armonioso e sorridente portavi il sole ovunque. Forse è per questo che te ne sei andato via così presto, forse perché sapevi di poterci lasciare dei compiti così grandi, forse perché ti sei fidato troppo di chi non dovevi! Papi, in questi giorni lunghi e interminabili ho creduto che arrivasse il momento di venire a trovarti in carcere. Poi mi sono resa conto che questo momento non arriverà mai!

La tua morte ha turbato il cuore di tutti, gente che ti ha voluto bene, gente che forse te ne ha voluto un po’ meno, ma sono felice di una cosa: chi ti conosceva sapeva bene che non eri come la stampa ti ha descritto. Michele la tua ombra!! È cresciuto troppo in fretta, troppo presto per la sua tenera età… Il giorno del mio compleanno mi dicesti: “Fijjia oji sugnu cuntentu”, mi abbracciasti dicendomi che ero la tua regina. La cosa più importante che ti chiedo adesso e di aiutarci a superare, o meglio di aiutarci a convivere con questo vuoto che ci hai lasciato dentro. Ti prometto che mi impegnerò a portare avanti i valori a cui tenevi molto, ad aiutare mamma come volevi Tu e crescere Michele con i tuoi stessi principi. Ti prometto che manterrò la promessa che ti feci mentre ballavamo ai miei diciotto anni, di seguire i miei progetti per il futuro e di essere per sempre il tuo orgoglio. Abbiamo una meravigliosa famiglia che si prenderà cura di noi. Papi, ora promettimi che continuerai a sorridere sempre. Vienimi a trovare qualche notte in un sogno. Non è un addio ma un arrivederci… Buon Viaggio! Per sempre il nostro eroe. Ti amiamo Francesca e Michele

modalità di “colonizzazione dell’Italia settentrionale”, sulle capacità di condizionare l’economia legale, «grazie non solo al ricorso alla violenza e all’intimidazione, ma soprattutto alla convergenza di interessi con imprenditori senza scrupoli e alla rete di complicità con il mondo delle professioni e della politica locale» Quella descritta nella relazione È una 'ndrangheta affaristica, dinamica, duttile, flessibile, profondamente infiltrata anche nel vitale tessuto delle realtà più ricche e dinamiche del paese. Zaleuco

RICORDANDO....

Un anno fa la scomparsa di Francesco Filippone

È trascorso esattamente un anno dal tragico 23 febbraio 2017 che ha strappato alla comunità locrese la professionalità di Francesco Filippone. Il penalista di Locri, appena 42enne, aveva dedicato la propria vita a camminare al fianco della giustizia, venendo ricordato da colleghi e amici per il rigore morale e la grande generosità. Un assurdo litigio famigliare lo ha strappato all’affetto dei suoi cari e a una comunità che ancora oggi sente la mancanza non solo di un grande professionista, ma di una persona dal grande cuore, che aveva avuto la forza di gettarsi alle spalle un complicato passato per diventare l’espressione migliore della volontà di resilienza del nostro comprensorio.



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elezioni www.larivieraonline.com

BISOGNA RIMETTERE IN MOTO LA MACCHINA DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI E CREARE CONDIZIONI IN GRADO DI ATTRARRE QUELLI PRIVATI PER RISANARE LA NOSTRA TERRA E RILANCIARNE LO SVILUPPO. OBIETTIVI VELOCEMENTE RAGGIUNGIBILI.

Voce ai “ candidati

DOBBIAMO CONSENTIRE AI

NOSTRI CONCITTADINI DI CURARSI BENE SUL NOSTRO TERRITORIO, SENZA NECESSITÀ DI EMIGRARE, E CIÒ DOVRÀ AVVENIRE IN SOPRATTUTTO NELLA LOCRIDE E ABBIAMO BISOGNO DI RILANCIARE IL PORTO DI GIOIA TAURO

Continua la nostra carrellata di candidati territoriali alle Elezioni Politiche 2018. Questa settimana cinque aspiranti senatori presenti nel Collegio uninominale della Calabria per il Senato della Repubblica.

1

Di Jacopo Giuca

2

Qual è la vostra ricetta per fare ripartire in tempi brevi il nostro territorio?

Ha individuato un punto nel programma dei vostri avversari che trae in inganno gli elettori?

3

È sempre attuale il problema della distanza tra elettorato e politica. Come pensate di colmarla?

QUESTA È UNA CAMPAGNA ELETTORALE IN CUI SI NASCONDE L’INVERSIONE DI TENDENZA RISPETTO ALLO STATO DI INGOVERNABILITÀ E DI CRISI LASCIATO CINQUE ANNI FA DA BERLUSCONI. SI GIOCA SULLE PROMESSE IMPOSSIBILI.

LA DISTANZA TRA CITTADINI E POLITICA È VERAMENTE PREOCCUPANTE NELL’OTTICA DI UNA POLITICA CHE DEVE ESSERE CON E PER I CITTADINI. PER CERCARE DI RIDURRE QUESTA DISTANZA OCCORRE CHE I POLITICI SIANO I PRIMI A DARE ESEMPI DI ONESTÀ E MORALITÀ.

NON VOGLIAMO CACCIARE GLI EXTRACOMUNITARI, MA CHE SIANO IN REGOLA E ABBIANO UN LAVORO, CHE RISPETTINO LE LEGGI E SI INTEGRINO IN UNA REALTÀ IN CUI LA POLITICA ABBIA TESO UNA MANO ALLA CITTADINANZA.


Pietro Sergi - Liberi e Uguali 1. La cura del territorio, dal pesante dissesto idrogeologico, potrebbe trasformarsi in una delle industrie più produttive per la Calabria, soprattutto in provincia di Reggio. Bisogna, comunque, rimettere in moto la macchina degli investimenti pubblici e creare condizioni in grado di attrarre quelli privati per risanare la nostra terra e rilanciarne lo sviluppo. Tali obiettivi potrebbero essere raggiunti utilizzando i fondi FAS per l’originario scopo di far ripartire il motore economico-sociale del sud e dando corso alle proposte del Decreto Mezzogiorno che, indirizzando al Sud il 34% della spesa ordinaria in conto capitale, dimezzerebbe il crollo del PIL. 2. I leader dei vari partiti si sono concentrati su chi la sparava più grossa. Per questo Liberi e Uguali vuole stimolare il cambiamento

e la discontinuità rispetto alle politiche degli ultimi anni, ambendo a radicarsi in maniera stabile nella società italiana. Non mille promesse ma progetti che servono, scritti bene, da fare meglio. Un lavoro ben fatto. La politica che ritrova il suo ruolo di servizio a favore dei cittadini. 3. I politici devono tornare a vivere in mezzo alla gente, a stretto contatto con i propri elettori. Il movimento che mi onoro di rappresentare si sta sforzando di parlare direttamente alla gente e con la gente. I candidati si stanno spendendo sul territorio promuovendo le istanze che vengono dal basso. Insomma, la politica torni a essere un servizio che faccia recuperare ai cittadini i diritti persi in questi anni.

Marco Siclari - Forza Italia 1. L’unica ricetta credibile è quella di dare corso agli impegni presi in campagna elettorale: investimenti mirati in come Sanità, infrastrutture e occupazione. Dobbiamo consentire ai nostri concittadini di curarsi bene sul nostro territorio, senza necessità di emigrare, e ciò dovrà avvenire in soprattutto nella Locride. Abbiamo bisogno di rilanciare il porto di Gioia Tauro mirando a creare nuova occupazione e incentivare il PIL. Senza dimenticare la necessità di potenziare l’aeroporto di Reggio Calabria, unica via per un accesso veloce da qualsiasi angolo d’Italia e d’Europa. Inoltre, la modernizzazione della SS 106 è essenziale per tirare fuori la Locride da quella condizione in cui è stata relegata. Tutti questi aspetti dovranno contribuire a creare occupazione, mirando al recupero di quei lavoratori licenziati di

recente tanto nel settore portuale, quanto quelli mandati a casa da Sogas e non ancora riassunti. 2. Non ci preoccupiamo di guardare in casa altrui. Tuttavia l’incapacità governativa del PD è sotto gli occhi di tutti. Quanto al M5S, alla base dei loro programmi c’è l’onestà e la rottura col passato, ma le cronache ci dicono che ha miseramente fallito. Non è onesto anche solo pensare di governare un Paese e candidarsi a premier senza avere alcuna competenza o esperienza. 3. Non abbandonando i cittadini dopo le elezioni. Le nostre non sono promesse, ma impegni. E continueremo a stare sul territorio ascoltando le istanze di chi ci darà fiducia e anche di chi sceglierà diversamente.

Ottavio Amaro - Partito Democratico 1. La prima cosa è avere la consapevolezza delle proprie risorse produttive e delle capacità che ci possono fare andare a testa alta anche in un confronto nazionale. Occorre tirare fuori orgoglio, amore per la propria terra e una progettualità concreta. Abbiamo un patrimonio culturale e archeologico da valorizzare e finalizzare a un turismo culturale nazionale e internazionale; una potenzialità del settore agroalimentare da supportare con la ricerca e l’innovazione insieme alla necessità di creare rete e associazionismo. Sono convinto che tutto questo vada pensato insieme a un sistema efficiente e moderno d’infrastrutture che unisca la fascia ionica con il resto del paese: la ferrovia, la 106, ma anche la Bovalino - Bagnara per accorciare i tempi si spostamento. Non è un caso che al lettore io chiedo “Vota il territorio”.

2. Questa è una campagna elettorale in cui si nasconde l’inversione di tendenza rispetto allo stato di ingovernabilità e di crisi lasciato cinque anni fa da Berlusconi. Si gioca sulle promesse impossibili sia da parte del centro-destra che dei grillini: flat tax, reddito di cittadinanza… Non si dice che il centro-destra non ha un programma condiviso, o che i grillini mancano di visione a cominciare dalle idee altalenanti sull’Europa. 3. Si colma con la credibilità dei programmi e delle persone, parlando dei territori, della qualità dei servizi, di come creare sviluppo e occupazione. La politica deve dare speranza e dimostrare che il cittadino non è solo davanti ai problemi.

Bruno Azzerboni - Movimento 5 Stelle 1. A mio avviso occorre concentrarsi su: Potenziamento e incentivazione della pesca; Potenziamento della produzione di energia con fonti alternative e rinnovabili; Aiuti importanti per gli operatori turistici; Permettere alle varie amministrazioni locali più flessibilità nella gestione delle risorse economiche. 2. No. Non esamino i programmi degli altri candidati, che non reputo “avversari” ma sicuramente dei signori che concorrono, come me, in una competizione che a mio avviso non potrà che essere corretta ed entusiasmante. Esaminare i programmi degli altri candidati, al fine di “demolire” i loro punti cruciali, mi sembra scorretto e poco educativo per i giovani che osservano l’evolversi della campagna elettorale. Reputo, infatti, tutti gli elettori persone dotate di un proprio intel-

letto e quindi capaci di capire, pesare e giudicare le proposte dei vari competitori politici. 3. La distanza tra cittadini e politica è veramente preoccupante soprattutto nell’ottica di una politica che deve essere con e per i cittadini. Per cercare di ridurre questa distanza occorre che i politici siano i primi a dare esempi di onestà e moralità, che frequentino più assiduamente i territori interloquendo con tutti per percepirne i bisogni e cercare di aiutarli nei limiti consentiti dalle legislazioni vigenti. Vorrei infine far notare che, anche se queste mie risposte sembreranno deboli e sfuggenti, sono semplicemente frutto della mia scelta di non promettere nulla che io non possa, almeno in parte, mantenere.

Antonio Ferreri - Italia agli Italiani 1. Si parla sempre di ferrovie, strade e sanità, ma se non c’è lavoro e non si pagano le tasse non si può ripartire. La Calabria è intelligente e le grandi professionalità espresse dalla nostra terra lo dimostrano, ma ci servono i mezzi per fare sì che chi ieri se ne sarebbe andato, investa nel proprio territorio. 2. Inganni ne fanno da quando ho memoria attraverso promesse, programmi e ricatti che si ripetono ciclicamente. È un inganno il fatto stesso che la politica venga fatta da esponenti la cui professione non permette di dedicarsi al servizio dei cittadini come invece promettono in campagna elettorale. Come può un farmacista, un dottore, un avvocato essere in Parlamento ogni giorno e pretendere che crediamo alla favola che faccia il Ministro senza portafoglio? È da questa impos-

sibilità che nascono gli assenteismi e gli scandali relativi ai soldi che prendono, è per questo che la regione non esprime politici forti ed è per questo che sogno una Calabria a statuto autonomo. 3. Noi non siamo né razzisti né fascisti come alcuni vorrebbero far credere, ma la vera destra, il “Movimento Sociale”, e quel “sociale” indica la natura del nostro partito, sempre dedito all’aiuto degli altri. Non vogliamo cacciare gli extracomunitari, ma che siano in regola e abbiano un lavoro, che rispettino le leggi e si integrino in una realtà in cui la politica abbia teso una mano alla cittadinanza e non continui a prenderla in giro pensando solo al proprio tornaconto. Ecco come ci riavvicineremo all’elettorato.


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LO ZIBALDONE

Di Battista è più brillante di Di Maio Doverosa premessa. Non ho alcuna intenzione di concorrere alla propaganda politica per due motivi. Il primo è che nutro molto rispetto verso i cittadini-elettori e, poiché concordo che “La rivoluzione si fa nelle piazze con il popolo, ma il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano. Quella matita, più forte di qualsiasi arma, è più pericolosa di una lupara e più affilata di un coltello” (Paolo Borsellino), la ritengo un'offesa nei loro confronti. Il secondo è che non desidero assolutamente approfittare di questa rubrica per manifestare la mia personale idea. Sarebbe una madornale scorrettezza. Ciò nonostante qualche considerazione la desidero esternare. Martedì ero, insieme con tantissima gente, nella piazza dei Cinque Martiri a Locri, all'incontro organizzato dal Movimento Cinque Stelle con Alessandro Di Battista. La piazza era gremita e composta da giovani, meno giovani ed anziani. Interessante l'idea di intrattenere la folla con giovani rapper (significativi i testi), meno brillante, a mio avviso, introdurre Di Battista all'americana (non è un tycoon) o, peggio ancora, come l'uomo della provvidenza. Sobrio e diretto, ha ammesso di non sentirsi un super eroe e, in merito allo scandalo che ha coinvolto i Cinque Stelle non ha cercato di ridimensionarlo ma ha ammesso che le prime vittime sono i Pentastellati per il tradimento subito e che, giustamente, non sono stati soldi sottratti alla comunità ma alla finalità del Movimento. Se mi posso permettere direi amichevolmente ai Pentastellati di considerare maggiormente Di Battista perché, a prescindere dall'uso del congiuntivo, si differenzia notevolmente da Di Maio. E, poi, pur rinunciando alla candidatura, si sta prodigando con ammirevole abnegazione a favore del Movimento. Diametralmente diverso è stato l'intervento di Berlusconi in televisione (anche lui, obtorto collo non candidato). Nel terzo ramo del parlamento (il solito salotto di Bruno Vespa), ha rispolverato il famoso contratto e dalla tasca ha estratto la risoluzione, la panacea. La flat tax, vale a dire una tassa forfettaria, letteralmente tassa piatta, cioè in percentuale uguale per tutti. All'osservazione che possa essere considerata anticostituzionale (l'art. 53 recita: Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività), siccome è il primo a non credere a questa bufala, ha risposto che si agirà sulle tax expenditures, le agevolazioni fiscali (deduzioni e detrazioni che costano all'erario 175,1 miliardi e che per la sola Irpef valgono 36-40 miliardi). Insomma, una raffica di supercazzole. A conti fatti, però, chi guadagna 75.000 euro risparmierà ben 11.000. Viva la Costituzione! Oltre alla chirurgica incollatura pilifera, sono rimasto letteralmente impressionato dalla dentatura a led (performance della Consigliera regionale ex igienista Minetti?). Sono rimasto abbacinato. Diceva Einstein: essendo la velocità della luce maggiore di quella del suono, alcune persone sembrano brillanti prima di sentire le stronzate che dicono. Tonino Carneri

CALABRESE PER CASO

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CALABRESE PER CASO

Il senso messianico della speranza

C’è una costante che ogni volta si ripresenta all’orizzonte di una svolta possibile o di un’occasione di riscatto: l’attesa di un Salvatore che ritiene di avere le capacità e le idee per toglierci dal nostro limbo politico promettendoci nuovi destini.

ssere mediterranei ha di certo molti lati positivi, forse anche dei vantaggi e - perché no? - potrebbe essere un motivo per dare della mediterraneità una sorta di specificità che potrebbe attagliarsi ad un sentimento di orgoglio giustificato da momenti della storia e delle culture che hanno contraddistinto le nostre terre …in passato! C’è però una costante che ogni volta si ripresenta all’orizzonte di una svolta possibile o di un’occasione di riscatto: l’attesa di un Messia. Ovvero, il voler individuare il Salvatore in qualcuno che ritiene di avere le capacità e le idee per toglierci dal nostro limbo politico promettendoci nuovi destini. Siamo sinceri: è un luogo comune ad ogni parte politica che si approssima a voler governare questo Paese. Tuttavia vi sono manifestazioni di tale popolarità indotta che superano ogni possibile iniziativa mai intrapresa in passato con tale entusiasmo anche a ragione di argomenti e problemi che ci riguardavano da vicino. Insomma, ben vengano le folle che circondano un leader e che si lasciano andare alle lusinghe di un selfie che immortala il momento. Ma, in verità, mi chiedo, dove erano le stesse folle allorquando si sarebbe trattato di chiedere e impegnarsi per avere servizi migliori, una sanità più efficiente e rispettosa delle richieste delle popolazioni o trasporti più puntuali, diffusi e decenti? Dov’era e dov’è l’impegno civile di ognuno di noi laddove si trattava di rimboccarsi le maniche per diventare protagonisti del nostro tempo anziché affidarci sempre al Salvatore di turno? La verità che sfugge ad ognuno di noi e, forse

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anche a chi scrive su queste pagine, è che i veri salvatori siamo noi stessi nel nostro quotidiano perchè siamo sempre noi che permettiamo nel nostro non fare, non dire, non agire, non controllare, ogni deriva possibile della vita civile di una terra. Io credo fermamente che una comunità che guarda se stessa non abbia bisogno di Salvatori. Ognuno di noi dovrebbe sapere cosa vorrebbe, come, in che termini e a quale costi e, in virtù di questo essere artefice della propria vita. Credere negli happening di piazza può essere bello ed entusiasmante cavalcando l’onda mediatica di un nuovo eroe senza tempo. Ma la verità, dopo le prossime fatidiche idi di marzo, sarà sempre la stessa. Torneremo a guardare al nostro quotidiano con gli occhi di sempre abbandonando il fascino delle grida dell’onesto più onesto dell’altro. Ci renderemo conto che ancora una volta il nostro destino non può che costruirsi giorno dopo giorno mettendoci ognuno di noi impegno, serietà e responsabilità. Parafrasando Bertolt Brecht potremmo ricordare una inflazionata frase per la quale è sventurata la terra che ha bisogno di eroi. Ebbene, la locride, la Calabria come l’Italia ha bisogno solo di eroi quotidiani e non di un Re Artù di altre latitudini culturali o di mediatici cavalieri paladini senza macchia e senza peccato di una Tavola troppo Rotonda. La nostra terra ha bisogno di tanti eroi che ogni mattina guardano al loro piccolo mondo con rispetto e senza aspettare che la loro vita venga, per atavica e forse comoda apatia, gestita e cavalcata da altri. Giuseppe Romeo

I BRIGANTI

Parola d’ordine: cambiamento! Ce lo ripetono fino alla nausea che siamo un popolo pigro, che vogliamo ottenere le cose senza sforzo, che preferiamo il posto fisso all’emozione di superarci nella vita, e Zalone ci ha fatto pure un film su questo! Nel 2007 già ci bacchettò PadoaSchioppa dandoci dei “bamboccioni” perché a 40 anni stiamo ancora a casa di mamma e papà. Nel 2012 anche Monti confidò in un’intervista: “che monotonia il posto fisso! I giovani si abituino a cambiare lavoro”. Ma in quell’anno la frase più originale arrivò da una donna che ci accusò di essere troppo “choosy”, perché “i giovani ITALIANI non possono permettersi di essere troppo schizzinosi nella ricerca di un lavoro”. Questa perla rara fu proferita dalla Fornero. L’onda dello sdegno fu cavalcata da un giovane fiorentino che cominciò a minacciare di voler rottamare quella politica, e le sue parole echeggiarono per molto tempo, finchè costui andò (pure lui) al governo (tecnico) e… non rottamò più un bel niente. Fummo rottamati noi, fummo umiliati. Noi paghiamo i politici per accusarci di essere incapaci, li paghiamo affinchè emanino leggi che ci fanno pure perdere il diritto di andare in pensione. Quelli della mia generazione lo sanno da un pezzo: non vedremo mai la pensione, sto abituando all’idea anche mio padre, che si fa un sacco di calcoli, così come quelli della sua generazione. Ma per noi è diverso: noi dobbiamo andare via di casa presto altrimenti siamo bamboccioni, dobbiamo elemosinare un lavoro da 800 euro e pagare 500 di stanza singola per anni, per farci le ossa! Dobbiamo mettere da parte le nostre aspirazioni perché non possiamo essere troppo choosy visti i tempi che corrono ( anche se sono stati loro a combinare tutti i guai). E dobbiamo abituarci ai contratti brevi, perché sennò che monotonia ragazzi! Ed io vorrei sapere se questi “onorevoli” sono anche loro abituati a umiliarsi, ad essere sottopagati, a lasciare la famiglia lontano per avere uno straccio di lavoro dignitoso. Non lo dicono in campagna elettorale ma è quello che fanno: costringono le famiglie a dividersi: bisogna accettare lavori in altre regioni, spesso in altri stati, per chissà quanto tempo. Questo è il progetto di un burattinaio malefico che muove fili avvelenati, non si chiama politica. Io mi tiro fuori dal loro progetto di distruzione di massa. Brigantessa Serena Iannopollo


GIUDIZIARIA

CONVERSANDO

Infiltrazioni nell’ex Asl di Locri

Calici di rosso per un sorriso hollywoodiano! Il borderò delle virtù del nettare di Bacco è stato esteso da una recente ricerca spagnola che ha dimostrato come i polifenoli, contenuti in particolare nel rosso, sono validi alleati del benessere orale. Alcuni dei loro benefici sono stati attribuiti alle proprietà antiossidanti di questi composti, che dunque agirebbero contro i danni provocati all’organismo dai radicali liberi. Indagini più recenti suggeriscono tuttavia che i polifenoli potrebbero contribuire a mantenere un buono stato di salute anche interagendo direttamente con i batteri dell’intestino. Un’ipotesi che avrebbe senso considerando che le piante producono polifenoli proprio come arma per proteggersi da batteri pericolosi. Lo studio, pubblicato sul "Journal of Agricultural and Food Chemistry" dell’American Chemical Society e firmato dal gruppo di M. Victoria MorenoArribas del Cial di Madrid, Istituto specializzato nelle scienze dell’alimentazione, ha perciò cercato di capire se e come, a livello molecolare, queste sostanze possano funzionare da scudo anche per denti e gengive. In particolare si sono analizzati gli effetti di due polifenoli del vino rosso (l’acido caffeico e l’acido p-cumarico), nonché di estratti di semi d’uva e di vino rosso disponibili in commercio, sui batteri che causano placca dentale, carie e malattie parodontali. Lavorando su cellule del tessuto gengivale hanno così scoperto che le due sostanze isolate sono più efficaci degli estratti complessivamente considerati nel ridurre la capacità dei germi nemici del sorriso di attaccare le cellule bersaglio. Non solo. Se associati allo Streptococcus dentisani, considerato un probiotico orale, i due polifenoli riescono ancora meglio a repingere l’offensiva dei patogeni. I ricercatori hanno inoltre scoperto che parte di queste azioni sono da collegare ai metaboliti che si formano quando nella bocca comincia il processo digestivo dei polifenoli del vino. Brindiamo quindi alla salute del sorriso levando un calice di vino tinto! Sonia Cogliandro

I FRUTTI DIMENTICATI

Nerello nero di Ferruzzano VITIS VINIFERA L. lla fine degli anni 60 del 900 , il defunto Peppino Tallarida, esperto di viti e di vigne, ebbe l’incarico da parte della nipote Maria Violi, di organizzare una vigna in un campo del marito, Sculli Domenico Ottavio, ora defunto pur’ egli; essa doveva essere particolare in quanto doveva essere rappresentativa delle numerosissime vigne che ancora esistevano a Ferruzzano. Essa avrebbe dovuto produrre il vino simile a quello che si beveva quando ella era ancora ragazza , che emanava una fragranza particolare ed era di un rosso rubino scuro. Allora Peppino, cominciò a visitare le vigne boccheggianti ormai, del territorio e privilegiò quelle delle Badie, sia quella di Ferruzzano che quella di Caraffa, dove ora esiste il deserto, prodotto da capre che pascolano abusivamente da decenni ormai. Ai primi di settembre cominciò a segnare con strisce di stoffa colorata le viti dai grappoli migliori, secondo il suo punto di vista; le strisce rosse avrebbero indicato i vitigni che avrebbero offerto uve nere, mentre quelle bianche avrebbero indicate le viti che producevano uve bianche, distinguendo però, tra Guardavalli, Inzolie e Malvasie. La sua scelta avrebbe dovuto seguire il metodo dei vecchi che privilegiavano i grappoli dagli acini dalla buccia spessa, quasi coriacea, più ricchi di tannini e di antociani; tanto per cominciare la vigna non sarebbe dovuto essere monovarietale , ma costituita da varietà diverse. I grappoli bisognava che fossero generalmente spargoli e possibilmente piccoli, mentre nella composizione del vino per l’ottanta per cento doveva derivare da uve dei nerelli, mentre il 20 per cento da uve di bianchi, in una mescolanza precisa. Infatti dovevano prevalere le uve delle Guardavalli per le metà del venti per cento, mentre il restante dieci doveva essere diviso tra le uve dell’Inzolia e quelle delle Malvasie; nel caso si volesse la presenza di un leggero aroma nel vino, bisognava ricorrere al moscatello, chiamato anche Zibibello a Ferruzzano. Nella vigna riproducente un modello antico, anche nel sistema di allevamento ci fu un tripudio di nerelli e tutte le viti furono allevate ad alberello, con la sola variante che vennero allineate di modo che vi passasse una macchina agricola. L’alberello cominciava a divenire tale, a partire dal terzo anno, in quanto nella potatura del primo anno, ad ogni vite venivano lasciate due gemme, ma poi veniva eliminato il getto più vicino al suolo, durante la potatura verde. Al secondo anno, nella potatura , ogni vite ancora sottile , doveva essere potata a tre gemme, di cui quella più bassa era eliminata,

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ancora durante la potatura verde, mentre al terzo anno veniva decisa la definitiva formazione della vite, potata a “ dinocchio”(ginocchio), che corrispondeva a circa 50 cm di altezza o poco più. Si sceglieva tale misura in altezza per vari motivi, tra cui la possibilità di allevare le viti senza un sostegno morto, ossia un palo, per cui i tralci ricadevano armoniosamente all’esterno e di conseguenza i grappoli ricevevano dall’alto i raggi del sole , per cui durante la potatura verde, non c’era bisogno di eliminare le foglie basali, molto importanti per la caratterizzazione in meglio dell’uva. Pertanto al terzo anno nasceva l’alberello quando la vite veniva potata in alto a biforcazione, dotata di quattro gemme, due per ogni parte; ognuno delle due partisi sarebbe trasformata in sperone o “ corno”. Al quarto anno, durante la potatura la, la vite veniva predisposta ad avere tre “ corni “ o speroni e negli anni successivi anche a quattro ,in relazione alla condizione della vite stessa. Per ogni sperone venivano lasciate due gemme, che si sarebbero trasformate in tralci, di cui quello superiore sarebbe stato eliminato nella potatura dell’anno successivo. La vigna di Maria Violi divenne un piccolo ricettacolo della biodiversità viticola del territorio, tanto che nell’agosto del 2002, tre ricercatori della Statale di Milano, per conto del prof .Attilio Scienza si rifornirono di tralci , da cui furono ricavati centinaia d’innesti per campi collezioni. La vigna ormai è alla fine della sua esistenza, in quanto in mezzo alle viti sono stati piantati degli ulivi, ma nonostante ciò quattro anni addietro essa ha attirato l’attenzione di Cataldo Calabretta, un vignaiolo di Cirò, che ha avuto l’opportunità di visitarla d’estate e di scegliere i nerelli più interessanti; addirittura è stata individuata una vite corrispondente al Corinto nero, per giunta apirene. La vite evidenziata nella foto, rappresenta uno dei tanti nerelli e proprio essa ha attirato l’attenzione nell’estate del 2016 di un vignaiolo dell’Astigiano, Teo Costa, indicandolo dalle qualità superiori, capace di esprimere con le sue uve, un vino sublime, qualora fosse salvato e coltivato diffusamente. In particolare è stato attratto dalla buccia molto spessa degli acini, dal colore rossiccio della polpa e dagli eleganti grappoli, talvolta gemellati e dotati d bacche quasi sferiche, subovali di un bleu intenso. Facevano la visita in vigna alcuni calabresi assieme a Teo Costa, a cui è stato impedito di recuperare degli innesti da portare in Piemonte. Con tale azione di “difesa “ certamente non si salverà né quella né tantissime altre viti che ormai sono destinate ad estinguersi. Orlano Sculli Antonino Sigilli

Abortire è un peccato? La vostra Vera non crede ai peccati, religiosamente intesi, ma nell’immoralità e nella disumanità. Ciò che è disumano si configura come il “peccato” più enorme, emendabile solo perché ogni errore può e deve essere perdonato, anche se non c’è pentimento. Siamo soli qui, su questa zattera di roccia che ruota attorno a una stellina gialla. A meno che dei meravigliosi e pacifici alieni non vengano a fare amicizia, a giocare e spiegarci com’è fatta la materia, non abbiamo altre persone sulla terra se non “le persone”. E dovremmo iniziare a pensare che tutti siamo persone, che siamo tali e quali agli altri. La religione, di qualsiasi tipologia sia, non ha fatto altro nella sua storia che chiudere gli occhi ai “fedeli” e sussurrargli alle orecchie litanie in cui credere,

VERA DONOVAN SAYS

La copiosa relazione redatta dalla commissione di accesso all’ASL n. 9 di Locri (La relazione della commissione di accesso condotta dal prefetto Paola Basilone è stata desegretata nel febbraio 2008 su iniziativa della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare – XV Legislatura – Relazione annuale sulla ‘ndrangheta - Doc XXIII N. 5), aveva evidenziato la presenza all’interno dell’azienda sanitaria di personale, medico e non, legato da stretti vincoli di parentela con elementi di spicco della criminalità locale o interessati da precedenti di polizia giudiziaria per reati comunque riconducibili ai consolidati interessi mafiosi, verificando non solo la presenza di un contatto tra le organizzazioni malavitose e l’Azienda, bensì una vera e propria infiltrazione in quest’ultima. Sull’amministrazione sanitaria si erano concentrati gli interessi della criminalità ed era stata perpetrata una diffusa compressione dell’autonomia dell’ente stesso. Tale compromissione era risultata altresì evidente nei settori della spesa e quindi dell’utilizzo delle risorse pubbliche; in particolare, alcune pratiche amministrative mostravano un discutibile approccio alla gestione dei fondi pubblici. Sul punto interviene, e si riporta integralmente, la Commissione Parlamentare d’Inchiesta antimafia, che sottolinea: «Fra i soggetti a vario titolo menzionati nella relazione della commissione di accesso e nell’ordinanza di custodia cautelare del Tribunale di Reggio Calabria, figurano 306 nominativi. Di questi, 17 risultano censiti in logge massoniche. Tra essi, 12 soggetti figurano negli elenchi sequestrati dalla Commissione il 1° marzo 2017; 4 figurano solo negli elenchi sequestrati dalla Procura della Repubblica di Palmi nel 199394 (uno nel frattempo è deceduto); mentre un altro è presente in entrambi gli elenchi. Appare significativo che i 4 soggetti presenti negli elenchi del 1993-94 ma non in quelli del 2017, risultano essere stati raggiunti da provvedimenti cautelari personali o a carattere detentivo, uno dei quali per il reato di cui all’art 416-bis c.p.». Il dato, ancorché non particolarmente consistente sul piano quantitativo, assume ulteriore rilevanza sotto il profilo qualitativo in ragione della posizione ricoperta da costoro all’interno dell’amministrazione pubblica, per il rapporto di parentela e per le frequentazioni che questi hanno avuto con soggetti inseriti all’interno della ‘ ndrangheta. «Si tratta di iscritti a logge del GOI e della GLRI, tutti segnalati per frequentazioni con personaggi che sono stati indagati, imputati o addirittura condannati per fatti di mafia. In particolare, uno dei soggetti è il figlio di un noto capo mafia; un altro, il nipote di un controverso personaggio ritenuto molto influente nell’ambiente mafioso; un altro ancora, figlio di un condannato in primo grado per mafia ma assolto in appello e, comunque, indicato come referente di una nota cosca calabrese, nonché in stretti rapporti con un capo indiscusso di una cosca del mandamento ionico della provincia reggina». Sempre da una lettura della relazione d’accesso all’ASL di Locri ed incrociando i dati con le informazioni acquisite dalla Commissione: «deve ritenersi non occasionale, la significativa presenza di massoni in posti apicali dell’azienda sanitaria, nelle società presso la medesima accreditate e nelle pubbliche amministrazioni interessate dall’indagine penale». Emblematica la vicenda che può essere ricostruita sulla base dell’ordinanza cautelare di cui al procedimento 1272/07 RGNR, denominato “Onorata Sanità”: «Si è scoperto, infatti, che tre soggetti, indagati per avere facilitato una procedura di rilascio per un’autorizzazione amministrativa, appartengono alla stessa obbedienza e due, anche, alla medesima loggia. Oltre ai direttori amministrativi, dirigenti, medici, responsabili dei vari settori e dipendenti di uffici pubblici, sono risultati iscritti alla massoneria anche alcuni soci e alcuni componenti degli organi di controllo di quattro società accreditate dall’ente sanitario commissariato, peraltro proprio quelle società a cui erano state riconosciute complessivamente prestazioni di servizi per importi superiori alla soglia comunitaria, senza che fosse stata mai acquisita la prescritta documentazione antimafia (nello specifico le informative di cui all’art.10 DPR 252/98, così come è stato evidenziato nella relazione conclusiva della Commissione di accesso alla ASL n. 9 di Locri)».

litanie di odio, litanie di discriminazione, litanie di sottomissione, litanie di autocompiacimento. Soffermatevi su una riflessione: esiste un solo culto religioso al mondo, e intendo anche quelli delle tribù africane, degli aborigeni australiani, della Papua Nuova Guinea e del Ruanda Burundi, in cui siano le donne a amministrare il culto? Esiste una sola religione, nell’intera storia delle religioni, in cui le donne siano equipollenti agli uomini? Pensateci, cari amici, e poi domandatevi a cosa sono mai servite le religioni, oltre a soddisfare il bisogno umano di non sentirsi solo. A mantenere il potere, la stabilità, a generare struttura sociale secondo le disposizioni e gli interessi delle classi dominanti. Tutto il resto sono palle. Non c’è in Italia nemico peggiore per le donne che la Chiesa cattolica, che una volta di più ha dimostrato di che pasta sono fatti i preti.


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attualità

TiToLo LiBro: ParoLe deL SUd aUTore deL LiBro: GiUSePPe GanGemi CaTeGoria: raCConTi CanTieri PoeTiCi CiTTà deL SoLe

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edizioni

Paride LePoraCe Giornalista professionista, scrittore e critico cinematografico, oggi è direttore della Basilicata Film Commission, l'ente pubblico che attraverso la coproduzione di opere di cine-tv promuove il territorio lucano nel mondo.

Quando il Quotidiano della Calabria era "The Post"

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MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

"Per una generazione di giornalisti che non aveva avuto mai le giuste opportunità, il Quotidiano della Calabria fu l’occasione per saper dimostrare il proprio valore e orientare il dibattito pubblico. Questo avvenne per aver trovato un editore che a quel tempo concesse la massima libertà alla propria redazione".

pubblico e fatto aumentare gli indici di lettura e di vendita in Calabria attraendo un pubblico colto e di donne che prima s’informava in prevalenza su quotidiani nazionali. Fu determinante incontrare dei direttori autorevoli nel proprio ruolo come Pantaleone Sergi ed Ennio Simeone che ci diedero opportunità e rudimenti fondamentali nella crescita dei nostri ruoli. Non mancarono i valori. Lasciai il giornale a seguito di una proposta che coinvolgeva nella mia scelta i destini di una buona parte della redazione che mi spingeva a guidarla in una nuova testata editoriale. Quindi fonda e dirige “Calabria Ora”, un’esperienza che durerà solo 13 mesi ma furono 13 mesi intensi. Che scoop ha realizzato? Gli scoop non sono miei ma della mia redazione. Come in “Quarto potere” di Wells ho avuto l’opportunità di scegliere i migliori giornalisti disponibili in base al loro merito e alla loro “fame” professionale. A Calabria Ora si era tutti giornalisti-giornalisti. Come slogan di lancio del giornale coniai il motto: “Tutto quello che gli altri non scrivono”. Non era una volontà di superbia spocchiosa ma il voler attrarre il lettore su quello che la concorrenza non scriveva perchè non ne aveva bisogno. Ci attraeva molto la sfida con le grandi firme delle testate nazionali. Dare un buco a Bolzoni o alla Sarzanini sul caso Fortugno per noi era molto importante. Aver pubblicato in esclusiva integrale la relazione secretata dello scioglimento dell’Asl di Locri ha consegnato l’autorevolezza alla testata che in molti avevano scrupolo a riconoscere. Aver scoperto che con una norma ad hoc si voleva oscurare la trasparenza del bollettino regionale delle leggi, ci ha messi, senza prevederlo, alla testa di un insolito movimento cui aderirono giuristi, associazioni e cittadini di ogni orientamento politico. Invece l’intervista in esclusiva al carabiniere catanzarese che aveva ucciso Carlo Giuliani al G8 di Genova, in cui si denunciavano responsabilità della catena di comando, è stata ripresa da tutti i media nazionali e da alcuni europei. Per un direttore di giornale sono sicuramente ottimi ricordi. Ho letto che quella di “Calabria Ora” è stata un’esperienza che l’ha molto cambiata. Perchè? L’ho vissuta nel momento che si attraversa la linea d’ombra della maturità. Ci sarebbe stato bisogno di maggior esperienza e forza di carattere che non sempre ho controllato al meglio. Mi ha aiutato molto la passione giornalistica e il non dare troppo importanza al ruolo che rivestivo. Non svelo nessun mistero affermando che gli editori di quel giornale erano troppo presenti, se non alcune volte ingombranti, nella vita di quella testata. Posso dire di averci provato fin che è stato possibile. Provarci è stato giusto. In quelle stanze sono diventato adulto. Oggi è direttore della Lucana Film Commission. Quando rientra in Calabria cosa prova? Un grande senso di appartenenza alle mie radici e al mio essere. Tutto quello che sono, lo sono per averlo visto la prima volta in Calabria. Mitigo questo sradicamento dedicandomi a politiche di sviluppo e di vantaggio comuni a favore di due regioni che hanno molti territori e comuni denominatori più di quanto si creda. Il vizio peggiore dei calabresi? Il fatalistico senso di rassegnazione che fa troppo spesso pensare che nulla possa modificarsi prendendo il proprio destino in mano. Il maggior pregio, invece? A degno contraltare la testardaggine. Quell’ostinato perseguire, spesso in destinazione ostinata e contraria, l’obiettivo di raggiungere un risultato che si è prefisso. Ha sempre visto il potere come la lebbra. Perchè? Era questa una mia certezza giovanile. Dice Turati che chi nasce incendiario muore pompiere. Forse non sarò abbastanza pompie-

Prezzo € 10,00 Sono poche le frasi che svelano il mondo e se stesse, ne usiamo la maggior parte per nasconderci. dedichiamo l’esistenza a esorcizzare la morte. Lavoriamo, ci sposiamo, facciamo figli, acquistiamo oggetti per allontanare il nostro destino. il linguaggio è la tecnica apotropaica più raffinata. esso separa la vita dalla morte, il bene dal male, il piacere dal dolore e così via. attraverso le religioni ci indica le strade che conducono alla vita eterna e alla perdizione. occorre ferirlo, decostruirlo, farne emergere le contraddizioni, il non senso o non ancora senso che lo attraversano. altrimenti lo usiamo (ci usa) come il rocchetto del bambino descritto da Freud. TiToLo LiBro: iSoLe nere aUTore deL LiBro: Fernando mUraCa CaTeGoria: narraTiva CaSa ediTriCe: LarUFFa ediTore Prezzo €12,00

i sono persone che emanano libertà da ogni poro della pelle, così che tu possa coglierla e trattenere a piene mani. Io e Paride non ci siamo mai incontrati di persona ma la sua frizzante libertà l’ho vista su di me: pezzi di vita divenuti in un istante soffioni, energia, irregolare quanto perfetta. Nelle sue precedenti vite è stato punk, ultrà, contestatore, sovverCinque racconti ambientati nelle isole titore. Oggi chi è Paride Leporace? del vento, le eolie, isole nere perché Un uomo che fa parte di un’istituzione meridionale e che cerca di dare un contributo alla crescita del bene pubblico. Tutte le categovulcaniche e afflitte dal male. Un rie da lei richiamate, hanno alimentato, con il meglio che provieposto meraviglioso e affollato in estate ne dall’humus delle controculture che ho praticato, il mio agire. ma solitario e isolato durante l’inverNon rinnego nulla del mio passato, anzi ne coltivo con sentire civino, in balia del vento, del mare e delle le la memoria e la storia. Aver operato nella musica, nel calcio, piccole rivalità e malvagità che una nella politica dalla parte del torto che non guarda al guadagno comunità ristretta nasconde ed esapersonale ritengo sia stata per me una bella scuola di vita. Mi sono spera. a far luce e a rimettere ordine quasi sempre preoccupato di costruire comunità autogovernate. nelle indagini arriva un nuovo comPerchè fa il giornalista? missario, isabella. Personaggio solitaRaccontare i fatti e le persone ha sempre segnato la mia vita fin da ragazzino. Alle scuole elementari mi feci regalare dai miei genirio, con un istinto affilato e un innato tori una costosa, per l’epoca, valigetta del giornalista. Conteneva sesto senso, isabella ha affinato e alleuna macchina fotografica, un taccuino e una carta dell’Asia. nato attraverso il dolore e la solitudine Guardavo in televisione i servizi sul Vietnam e me ne andavo sulle il suo talento per la verità, che perserive del Crati immaginando di essere sul Mekong e riscrivevo nel gue senza fare sconti, nemmeno a se mio linguaggio elementare le offensive dei vietkong. Fu quasi stessa. naturale nel collegio dove studiavo, dar vita assieme ai miei compagni e a un istitutore illuminato un “Giornale dei convittori” che TiToLo LiBro: fece subito presa nell’istituto. Qualche anno dopo un nuovo giorQUeSTione di riSPeTnale si chiamava “Area creativa” a segnalare che i tumultuosi anni To. L’imPreSa di Settanta mi spingevano già da allora a sostenere un giornalismo GaeTano SaFFioTi militante. Il caso e il bisogno mi fecero entrare nelle tv private e ConTro La da allora non ho mai smesso di praticare la professione. Al netto ‘ndranGheTa del tesserino professionale che mi è stato lungamente impedito aUTore deL LiBro: perchè estraneo al sottostare dei padrini calabresi dell’Ordine. GiUSePPe BaLdeSSarro Aver superato l’esame professionale con il massimo dei voti è CaTeGoria: stata una bella rivincita personale. STorie Le doti che si riconosce e che sono indispensabili per svolgere CaSa ediTriCe: questa professione? rUBBeTTino ediTore Dicono al Nord che chi si loda s’imbroda. Provo a riconoscermi Prezzo €11,90 delle qualità. La notizia sopra ogni cosa. Da giovane non esitai a portare al telegiornale una notizia giudiziaria che riguardava un dal 2002 Gaetano Saffioti vive sotto mio zio medico, bravissima persona, che sarà assolto da ogni accuscorta assieme alla sua famiglia. il sa. Ritengo, soprattutto da capo, di aver sempre saputo riconoscelibro ripercorre la sua storia di imprenre le qualità del collega da valorizzare al massimo. Riconoscere le ditore impavido che si è sempre rifiutasue passioni personali per farle diventare qualità di racconto. to di trasferire le sue attività lontano Penso di essere stato attento a garantire accesso plurale a tutti. dalla Calabria e che non ha mai voluto Non ho mai delimitato la spazio di un titolo in base al censo o al alcun sostegno economico dallo stato. potere di chi lo chiedeva. Infine, ma non per ultimo, la responsada imprenditore è diventato testimone bilità in alcuni casi, di saper dire: “abbiamo sbagliato”. Addirittura di giustizia dopo aver denunciato, ne feci una rubrica fissa su un giornale. Chi sostiene l’infallibilità fatto arrestare e condannare alcuni dei del giornalista e delle sue tesi inganna se stesso. boss più pericolosi della piana di Gioia Sul finire degli anni ‘80 fonda Radio Ciroma, una radio che divenTauro. Per anni ha subito le estorsioni, ta uno stile di vita. Quali furono le tematiche affrontate in quegli le umiliazioni e le sopraffazioni dei anni? clan della 'ndrangheta, fino a quando È per me stata una fortuna, incontrare in quel periodo, un grupsi è ripreso la sua dignità. inizia, quinpo di compagni che avevano vissuto a vario livello le esperienze di, a collaborare con i magistrati, forpolitiche degli anni Settanta e metterci a ragionare sul Tempo nendo loro prove inconfutabili contro i nuovo che si viveva. Che con noi ci fosse un pensatore come suoi aguzzini. Franco Piperno fu un’occasione favorevole per esodare dal reducismo e dal luogo comune. La nostra riflessione su un nuovo meridionalismo e sul potere del municipalismo fu centrale nel seminare la ricerca di quello che eravamo diventati. Lo strumento di una radio senza padrone ha permesso un dialogo collettivo molto significativo. Essere ciromista, mi ha impedito di adoperare i media e la comunicazione come vuoto pneumatico. Posso dire con certezza che non abbiamo mai imposto il ciromismo come dogma. Ci siamo posti continuamente domande mettendoci sempre in discussione. Ha lavorato per oltre 10 anni al Quotidiano della Calabria. Cosa ricorda di allora e perchè ha smesso di collaborarvi? Giorni lunghi come anni. Per una generazione di giornalisti che non aveva Foto storica della redazione del Quotidiano della Calabria Una scena del film “The Post” di Steven Spielberg avuto mai le giuste opportunità, fu l’occasione per saper dimostrare il proprio valore. È lunga la lista delle firme che da quella esperienza sono re, in verità, per mia fortuna persistono alcune forme di incendio approdati ai grandi media nazionali. Questo avvenne per aver tro- culturale. Ma di certo oggi penso che il potere va preso per essere vato un editore che a quel tempo concesse la massima libertà alla esercitato nel modo migliore. Lasciarlo alla reazione e agli eterni propria redazione. Allo stesso modo come oggi vediamo in film Gattopardi è la certificazione di una lebbra che danneggia gli umicome “The Post”. In quel periodo abbiamo orientato il dibattito liati e offesi della nuova epoca.



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I sidernesi Paolo Fragomeni e Marcello Attisano si rivelano due penne sorprendenti

IL LIBRO DI PAOLO FRAGOMENI

La lezione della grande letteratura americana nel “Sabardì” di Paolo Fragomeni

Una storia che potrebbe essere quella di un intero popolo, quella narrata da Paolo Fragomeni nel romanzo “Sabardì che sfidò l’oceano”, pubblicato da Città del Sole Edizioni. Con un piede nella ricerca storica e uno nell’invenzione di fantasia, Fragomeni regala ai lettori un piccolo tesoro familiare. La vicenda di Sabardì e Annuzza è infatti verità: per un amore senza speranza il giovane Sabardì si imbarca per l’America, conducendo una vita perfino solitaria e tormentata. Un racconto che Fragomeni ascoltava dai nonni e dai genitori e che oggi ha voluto portare alla luce: “La mia famiglia conosceva solo ciò che era accaduto qui: da quando Sabardì approda in America ho lavorato di fantasia, stando attento a non inciampare in anacronismi, e seguendo un filo logico che fosse valido per quegli anni”. Parliamo del 1875, a ridosso dell’unifi-

SIDERNO

La Biblioteca Comunale è... “Favole a merenda”!

Sabato 17 Febbraio la Biblioteca Comunale "Armando La Torre" di Siderno ha ospitato i bambini di alcune classi della scuola elementare "Michele Bello" coinvolgendoli nel primo di una serie di appuntamenti che li vedrà protagonisti. L'Amministrazione Comunale di Siderno, in particolare il Settore 8 "Servizi alla persona", insieme ai ragazzi del Servizio Civile, ha organizzato il primo incontro di questo nuovo progetto intitolato "Favole a merenda". Un momento di condivisione genitori/figli che favorisce ed educa i più piccoli al piacere della lettura, in un contesto, come quello della biblioteca, in cui si subisce il fascino dei libri. Dunque la lettura di favole e la merenda sono state abbinate in questo evento perché da sempre i bambini sono affascinati dai personaggi che animano le storie di fantasia e la relativa morale e, quasi come se fosse un premio per l'attenzione, alla fine è stato concesso un momento ricreativo fatto di ciambelle e dolcini vari preparati dalle mamme. La sala della biblioteca che ha ospitato l'evento è stata allestita a misura di bambino: festoni e sfere colorate hanno ricreato un ambiente gioioso, mentre al centro è stato posizionato un grande tappeto su cui i bambini hanno trovato posto per ascoltare la lettura delle favole. Inoltre, pennarelli colorati e gadgets preparati appositamente per l'occasione hanno permesso ai bimbi di dare libero sfogo alla loro immaginazione disegnando e colorando i protagonisti dei racconti. Le mamme, invece, hanno trovato posto intorno ai loro

cazione d’Italia, su cui Fragomeni ammette di non avere dubbi: “Fu una guerra di annessione, non ci fu nulla di glorioso o fervidamente romantico, come ci hanno insegnato i libri di storia. Ma finalmente la storia vera sta venendo a galla, non si possono più celare molte verità, come la crudeltà e la violenza che si accompagnarono all’Unità o la favola del brigantaggio. Le guerre scoppiano per ragioni economiche, e oggi ne vediamo moltissime in atto, mentre parliamo. Ciò che accade in paesi lacerati come l’Africa o il Medioriente è frutto di disegni politici ed economici che scientemente portano questi paesi alla guerra, producendo, tra le altre cose, un’emigrazione di massa. Ieri era la

figli, partecipando attivamente con applausi e incoraggiamenti. Due le favole selezionate per la lettura: "La tartaruga e la lepre" e "Il corvo e la volpe"; la prima consentiva di riflettere sulla determinazione di una lenta tartaruga rispetto a una lepre piuttosto spavalda, la seconda, invece, si focalizzava sull'astuzia tipica della volpe ai danni di un corvo. All'evento, oltre che ai ragazzi del Servizio Civile che hanno interpretato i vari personaggi delle favole, organizzando una lettura a più voci, era presente la psicologa Floriana Masdea, che dopo la lettura ha conversato con i bambini invitandoli a riflettere. Dopo la merenda, i bambini hanno avuto un contatto diretto con la biblioteca: hanno visitato, alcuni per la prima volta, il luogo avanzando numerosi quesiti: "Possiamo portare i libri a casa?" "Ma si possono comprare?" "Qualcuno li ha letti tutti?" - hanno chiesto in tanti. Aver suscitato la curiosità infantile è stato un successo e ha rappresentato il primo passo per far sì che il primo di questi incontri funga da incentivo per quelli che seguiranno. Molto positivo, quindi, il riscontro dei bambini che si sono appassionati e sono andati via con il sorriso, affiancati dalle mamme che hanno trascorso un pomeriggio insolito che ha rappresentato uno svago rispetto alla routine quotidiana. La cosa più bella è stata vedere questi piccoli studenti andare via con i disegni colorati, tutti un po' arrossati in viso per aver giocato e per essersi divertiti, e sentirli chiedere continuamente "quando torniamo la prossima volta?". Sara Leone

manodopera, la ferrovia, il tè, il carbone, oggi la kimberlite, il gas, il petrolio. Il nostro passato non fu poi diverso da coloro i quali oggi si rifugiano in Europa o cercano lavoro. L’idea dell’emigrazione come ricerca della felicità e del benessere economico, del successo, è una romanticheria infondata, la maggior parte degli emigrati ha lavorato sodo per tutta la vita, riuscendo a malapena a sopravvivere”. La vicenda di Sabardì si può leggere come quella di una dei tanti calabresi costretti all’emigrazione dopo l’Unità. “Non c’era mai stata emigrazione dalla Calabria. Si viveva. Certo, non si nuotava nell’oro, situazione che peraltro condividevamo con moltissimi paesi europei, ma si viveva. La centralità della Calabria l’ha sempre resa un posto di mescolanze, arrivi e partenze, ma l’emigrazione di massa per pura necessità, per mangiare, avvenne solo dopo l’Unità d’Italia. Una riflessione sarebbe obbligatoria”. Ma il romanzo di Fragomeni è una sorta di storia dentro la storia, e intreccia abilmente le vite di molti personaggi, quasi coralmente. “La nostra vita è

fatta di incontri con altre persone, di altre vite. Avrei voluto raccontarle tutte, ma nella narrazione bisogna essere disciplinati, fluidi, quando si arriva a un bivio non si deve esitare, altrimenti il lettore si confonde, perde il filo”. La lezione della grande letteratura americana riecheggia fra le pagine di “Sabardì”, e non potrebbe essere altrimenti, visto che Fragomeni ne è un appassionato. Totalmente non-autoindulgente, rivela di amare una scrittura che non sia solo comunicazione e pensiero, ma anche musica: “Una combinazione di suoni, una “sinfonia fatta di parole. Se poi ci sia riuscito o meno, non tocca a me dirlo, ma mi sono molto appassionato e, sì, anche divertito nella stesura del romanzo”. Di una cosa siamo certi, che “Sabardì” ha da subito conquistato la simpatia del pubblico, che si è ritrovato in una storia che appartiene a tutti e per la quale ringraziamo Paolo Fragomeni e il suo desiderio di farla vivere attraverso le corde della narrazione. Lidia Zitara

ASSOCIAZIONI VINCENTI

Inaugurato a Gioiosa Ionica il centro diurno "Marco Barbiero" E il Prefetto Michele di Bari d'accordo con il sindaco Salvatore Fuda disse: "Sindaca Carla, cedo a te l'onore e il privilegio di inaugurare questa nuova sede del centro diurno intitolato a Marco Barbiero e destinato alle attività delle persone con disabilità di Commatre e della Valle del Torbido!" Vivere a questa età un'emozionante e importantissima esperienza del genere è una cosa rara, ma che arricchisce e accellera il processo di formazione e crescita di questi nostri bellissimi e intelligentissimi giovani che rappresentano la Nuova Cultura, le Famiglie e il mondo della Scuola. Ma sentite come la sindaca Carla Maria Napoli a nome di tutti i suoi compagni del consiglio comunale e della scuola - ha ricambiato l'onore concessole dal Prefetto e dal sindaco: "Sono felicissima per l'inaugurazione di questa sede e soprattutto mi rende più felice il fatto che le persone che hanno più bisogno di amore e di attenzione hanno la possibilità di riunirsi e di svagarsi. Complimenti di cuore a tutte le persone che hanno dato la possibilità di avere questi nuovi locali e di destinarli alle persone con disabilità e alle loro famiglie. E ha meravigliosamente concluso, che meglio non si poteva, richiamanto i principi e i sentimenti dell'orgoglio e del senso comunitario di appartenenza al Paese di Gioiosa Jonica: "È una iniziativa lodevole e degna di nota che sicuramente fa onore al nostro Paese!". Ovviamente applausi e apprezzamenti a non finire da parte del numerosissimo pubblico e delle Autorità civili e militari, in particolare dal Prefetto Michele Di Bari, dal Vescovo Mons. Francesco

Oliva, dal Presidente del Tribunale Rodolfo Palermo, dal Sindaco Salvatore Fuda, da Simona Coluccio, da Lorenzo Sibio e dalla mamma di Marco Barbiero, signora . Un discorso da "Presidente della Repubblica". Conciso ma ricco di principi solidi e di contenuti. Un gran bel messaggio. La Preside Marilena Cherubino e il corpo docenti non possono che andare orgogliosi per la qualità che i loro giovani esprimono con chiarezza e senza titubanza anche davanti ad un folto e qualificato pubblico. Una perla che ha dato un valore aggiunto all'evento pubblico di ieri, si tratta della inaugurazione della nuova sede affidata dal Comune di Gioiosa Jonica, a seguito di bando pubblico, alla Coop. Futura del dinamico Lorenzo Sibio e alla partner Commatre della splendida emozionatissima Presidente Simona Coluccio: "Una iniziativa che è partita dai bisogni di mia figlia Maria Pia ma che ha subito raggruppato l'interesse di tutte le numerose Famiglie che hanno persone con disabilità e che hanno tanto bisogno di vivere la vita oltre l'affetto delle mura domestiche. Da qui la nascita dell'Associazione Commatre ed il collegamento continuo e costante con tutte le realtà organizzate e le Autorità che operano nel settore. Una barttaglia condotta per il bene di tutti e dell'intera comunità di Gioiosa e della Valle del Torbido, senza fini di lucro !" Simona ha ringraziato tutti coloro che in un modo o nell'altro hanno consentito di sistemare e arredare la struttura, privati (ha citato Francesco Macrì), associazioni ed esercizi commerciali, artisti (Corrado Armocida, Mariella Costa), e persone semplici anche di fuori paese (Porzia Agata Spataro), ma anche dalla senatrice Laura Bignami, lombarda di Legnano, che disabilità sa benissimo cosa significa. Un ringraziamento particolare all'Associazione ADDA Vito Crea, a Federica Roccisano ed alla Consulta delle Associazioni a cui ha dedicato una targa ricordo. Vincenzo Logozzo


#Erasmus, il romanzo di Marcello Attisano sbarca… a Milano!

La sera del 12 febbraio, la sala del Centro multiculturale in zona Garibaldi a Milano, dove sbarca il romanzo #Erasmus di Marcello Attisano, è animata da un nutrito gruppo di giovani. Il romanzo racconta l’avvincente storia di quattro ragazzi, legati dal progetto “Eurolandia”, che studiano con entusiasmo e competenza un sistema per tracciare i flussi finanziari oltre i 10milioni di euro che sfuggono a qualsiasi tipo di controllo, sottratti di fatto all’economia reale per confluire in speculazioni e paradisi fiscali. Un rettore di una prestigiosa università italiana e un professore dell’università di Harvard si spendono con forza affinché il progetto giunga a buon fine. La trama del racconto si svolge tra la vivace amicizia e le relazioni amorose post adolescenziali nate fra i giovani ricercatori che spaziano dall’Italia a Francoforte, dalla Spagna a New York. La lettura del romanzo è avvincente, non priva di sorprese, con un risvolto a lieto fine che coinvolge e appassiona il lettore. Tra i quattro ragazzi emerge la figura di Charlotte, intelligente e bella irlandese, esperta di flussi finanziari, che non si piega al comportamento strafottente e sufficiente del governatore della BCE e gli intima un “Torni a bordo, cazzo!” costringendolo all’ascolto della relazione del loro progetto, che la ragazza illustra con sicurezza e competenza ai presenti nell’imponente istituzione europea. Miriam, intelligenza mediterranea, ha una straordinaria conoscenza storica delle vicende che hanno caratterizzato la questione meridionale. Ivan, ricercatore e speranzoso vignettista, fulminato dalla spettacolare bellezza di Charlotte fin dal primo incontro e Marcelo ricercatore spagnolo Erasmus in Italia. I quattro brillanti giovani europei non si arrendono alla prepotenza di personaggi istituzionali senza scrupoli, succubi della lobby del potere economico e finanziario, che vorrebbero ad ogni costo bloccare il finanziamento del progetto. L’idea di pubblicare un romanzo siffatto

Medicina di genere: oggi un incontro su Conoscenza e prevenzione scaturisce dalle domande che si pone l’autore, analizzando con estrema lucidità episodi realmente accaduti dalla fine degli anni ’70, dall’uccisione di Aldo Moro al fallimento di Lehman Brother, dall’esplosione della bolla immobiliare negli USA al trasferimento della crisi finanziaria in Europa. L’autore affronta con entusiasmo e saggezza molti aspetti dell’attuale situazione economica che ricaccia dietro il profitto delle grandi imprese i meriti di giovani costretti a fuggire dall’Italia alla ricerca di un’esperienza professionale e intreccia con delicatezza la vigorosa passione dei ragazzi al grande problema della concentrazione della ricchezza nelle mani di poche persone. La discussione che si sviluppa in sala, dettata dalla curiosità, dalle speranze e dalle incertezze dei giovani presenti, nasce da una serie di domande che toccano temi come la precarietà, la fuga dei cervelli, che “desertifica” sempre più il nostro territorio con il trasferimento all’estero di competenze e intelligenze coltivate nell’humus del meridione d’Italia. Questi giovani si chiedono se sia giusto trasferirsi all’estero o restare nella propria terra al momento

priva di orizzonti di sviluppo infrastrutturale e tecnologico. Temi che pongono dubbi sulla speranza di un cambiamento, sulla precarietà e mancanza di prospettive per un futuro sempre più incerto. Sarà principalmente l’interesse e la partecipazione dei giovani alla vita economica e sociale, la loro tenacia a realizzare il sogno di un’Europa dei popoli, come doveva essere nel progetto originario stravolto dai Trattati europei che tutelano i mercati, per riaffermare lo stato di diritto, la democrazia, la riconquista dei diritti negati, per ridare un senso alle parole che il linguaggio degli ultimi tempi ha stravolto: libertà, merito, democrazia, solidarietà, giustizia sociale e benessere collettivo. L’amore vince sempre! Soprattutto se i giovani si impegneranno caparbiamente a riconsiderare i diritti fondamentali e sociali come diritti prioritari e lottare perché si riaffermino e venga trovata una soluzione ai problemi scaturiti dalla crisi economica che sta disgregando irrimediabilmente il tessuto sociale ed il sogno europeo. Solo il loro impegno potrà riaccendere un filo di speranza. Silvana Niutta

“L’ideale di bellezza” al centro di un convegno dell’AICC e della Fidapa Pubblico numeroso al convento dei Minimi di Roccella, per il convegno di carattere umanistico e scientifico “L’ideale di bellezza” organizzato, con il patrocinio del Comune, dall’Associazione italiana di cultura classica, delegazione della Locride “Maria Stella Triolo”, presieduta dall’arch. Maria Caterina (Katia) Aiello e dalla sezione roccellese della Fidapa, diretta dall’ins. Fausta Tassone. Dopo i saluti del sindaco Giuseppe Certomà, Fausta Tassone ha introdotto i lavori evidenziando “la relatività del concetto di bellezza, legato alla società e all’epoca in cui si vive”. “E’ importante, tuttavia – ha sottolineato - che la donna a qualsiasi età sappia esprimere le proprie potenzialità, il proprio talento e trovare la gioia di piacersi sempre, di stare bene con se stessa e invecchiare serenamente”. Katia Aiello ha offerto un articolato excursus storico e artistico sulle modalità in cui la bellezza è stata percepita nel corso delle epoche, affiancato da una selezione di slide. “In Grecia – ha ricordato le idee di armonia e proporzione hanno costituito uno dei cardini dell’arte classica: bello è ciò che si configura come ordine appropriato, come simmetria degli elementi che compongono gli insiemi. Nel mondo moderno tale idea ha subito mutamenti profondi; malgrado questo, essa continuerà ad influire sulla cultura occidentale identificando il bello con ciò che appare simmetrico, compiuto e armonico”. Le relazioni scientifiche sono state tenute da due personalità della Chirurgia estetica e della ricerca: il prof. Domenico Amuso, vice direttore Master e docente di Medicina estetica e Wellness dell’Università degli studi di Palermo; ed il prof. Eugenio Luigi Iorio, biochimico e presidente dell’Osservatorio internazionale dello stress ossidativo. “La bellezza cambia nel tempo, non è mai uguale ed il modello di riferimento è diverso in ognuno, perché la bellezza è negli occhi di chi la guarda”, ha affermato il prof. Amuso, illustrando i cambiamenti che i canoni della bellezza femminile hanno subito nel tempo e le principali icone di riferimento: dalla Venere di Willendorf alla regina Nefertiti; dalla matrona Lollia Paolina alle bellezze naturali delle “maggiorate” degli anni Cinquanta, fino ai giorni nostri. “Oggi si tende sempre più a volersi paragonare a

EVENTI

modelli che si vedono nei media. Deve cambiare il nostro approccio – ha rimarcato Amuso – ed è quello che cerca di fare il nostro gruppo di studio: portare avanti una medicina sociale che preserva le caratteristiche di ognuno, perché ogni persona è bella per come è. L’importante è curarsi”. Il prof. Iorio si è soffermato sulla perdita della bellezza legata all’invecchiamento: “Oggi la medicina molecolare ci consente di individuare dei marcatori biochimici sulla base dei quali possiamo attivare un profilo per i singoli pazienti e intervenire sullo stile di vita su 4 campi: alimentazione, attività fisica, attività spirituale e il rapporto con l’ambiente”. La serata è stata arricchita dalla lettura di una poesia di Daniela Ferraro e di passi di autori classici a cura della prof.ssa Lucia Licciardello e degli studenti del Gruppo teatro del liceo classico “Oliveti” di Locri.

ROCCELLA JONICA Oggi, alle 17:30, presso il Convento dei Minimi, si terrà un convegno della F.I.D.A.P.A. in attuazione di un programma di divulgazione sulla medicina di genere, dal titolo “Conoscenza e prevenzione”. Parteciperanno Fausta Tassone, Giuseppe Certomà, Giuseppe Bonavita e Maria Antonietta Bova.

Questo pomeriggio il Gerace Fashion Day GERACE Questo pomeriggio, alle ore 18:30, presso la Chiesa di San Francesco D’Assisi, si terrà la sfilata di moda “Gerace Fashion Day, un evento che porterà il glamour della fashion week anche nel nostro comprensorio grazie al patrocinio del comune di Gerace e alla partecipazione dei locali atelier di moda.

Bertinotti presenta il suo libro a Roma con il patrocinio del comune di Roccella ROMA Domani, alle ore 18:30, presso l’Hotel degli Aranci, in via Barnaba Oriani 11, si terrà la presentazione del libro di Fauso Bertinotti “Sempre Daccapo”, organizzato con il patrocinio del comune di Roccella Jonica e al quale parteciperanno i locridei Cesare Pacanica e Antonella Sotira.

IN BREVE

Quando l’amore è l’unico punto fermo Si intitola L’amore al tempo dei voucher (Imprimatur, 2018) ed è un invito che gli autori Beppe Liotta e Loredana Mazzone rivolgono ai giovani affinché non smettano mai di credere ai propri sogni e si sentano liberi di far emergere le emozioni. È la bassa costa ionica calabrese a far da cornice a questa estate che segnerà in modo indelebile la vita di un gruppo di ragazzi. Tra colloqui di lavoro finiti male, una tesi di laurea in cui l’imprevisto è sempre in agguato, assunzioni in nero, voucher dal valore poco chiaro e serate in cui libertà è la parola d’ordine, si intrecciano le storie di cinque giovani distanti tra loro per classe economica e non solo. Personalità eccentriche, spavalde e fragili, in un crescendo di sentimenti confusi che vanno alla sola ricerca del: “Chi è giusto per chi?” Uno spaccato moderno sulle attuali difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro, dove l’amore insegue tutti per collegare il passato di ognuno a un futuro che, per vedere uno spiraglio di luce, dovrà per forza affrontare il buio del presente. Protagonisti secondari, genitori dalla mentalità chiusa, autoritaria, eccessivi in ogni eccesso, ma sorprendenti di segreti che non aspettano altro che venire a galla al momento giusto: ogni cosa a suo tempo.

Mario Oliverio e i candidati PD incontrano la Locride

LOCRI Martedì pomeriggio, candidati del PD e il presidente della Regione Mario Oliverio incontreranno i cittadini della Locride presso il Palazzo della Cultura, a partire dalle ore 16:30. Dopo i saluti di Giuseppe Fortugno e Demetrio Battaglia, coordinerà i lavori Giovanni Puccio.



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ANGOLO FOOD

25 FEBBRAIO - 21

arte&co

LA RICETTA: SPAGHETTI ALLA BOTTARGA

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I SOLDI SPICCI

Il prossimo 18 marzo il loro spettacolo "Sì... stiamo insieme" farà tappa al Teatro Cilea di Reggio Calabria

Ingredienti per 4 persone: 400 g di spaghetti, 35 g di scalogno tritato, 1 scorza di limone, 60 g di bottarga di muggine a pezzo intero, 6 cucchiai di olio extravergine, 40 g di pangrattato, sale q.b.

L’INTERVISTA

I Soldi Spicci, molto più di due web star

Nel 2014 approdano a Colorado e si fanno conoscere dal grande pubblico. Oggi spopolano sul web e a teatro e presto saranno al cinema con una spassosa commedia romantica.

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO “E ora dal profondo Sud due new entry. Litigano come maschiacci, si menano come due pugili ma si amano come fratello e sorella” - così nel 2014 Chiara Francini, che allora conduceva Colorado insieme a Diego Abatantuono, presentò per la prima volta al grande pubblico “I Soldi Spicci” nei panni dei Fratelli. Oggi Claudio Casisa, 27 anni, e Annandrea Vitarno, 29, entrambi di Palermo, sono la coppia comica più seguita del web. Il contatore della loro pagina facebook ha raggiunto le sette cifre e al teatro registrano un sold out dietro l’altro con lo spettacolo “Sì... stiamo insieme”. Finalmente è stato svelato il mistero: “State insieme” e l’avete annunciato con un tour che vi porterà nei più grandi teatri l’Italia. Perché l’avete tenuto nascosto finora? Strategia di marketing? Anna: Sí, stiamo insieme da 5 anni e non lo avevamo svelato prima semplicemente perché ci sembrava una cosa ovvia per il pubblico, anche se abbiamo scoperto che così non era in realtà! Claudio: La mia era una strategia, sperando che più ragazze mi aggiungessero su Facebook ma siccome non mi aggiungeva nessuna… allora mi sono detto: “Tanto vale che lo ufficializziamo!”. Dove vi siete incontrati la prima volta e cosa avete pensato l’uno dell’altra? Anna: La prima volta che ci siamo incontrati è stata alla prima lezione di una scuola di teatro. Non posso dire sia stato un vero e proprio colpo di fulmine... ma qualcosa di indefinibile in quel ragazzo così magro e divertente mi stregò, purtroppo. Claudio: Ci siamo incontrati in una scuola di teatro e guardandola ho subito pensato: “Con tutti quei capelli ricci... penso al poverino che sarà il suo fidanzato!”. Poco dopo quel poverino ero io. Insieme nella vita e nel lavoro, non vi capita mai di annoiarvi? Anna: Credo non ci sia mai successo di annoiarci, più che altro ci sono alcuni momenti di forte stress in cui è meglio non parlare. Confesso anche che almeno una volta ogni tre mesi io vado a fare un fine settimana con le mie amiche per staccare la spina e poter ricominciare. Claudio: Mi piacerebbe annoiarmi ma quando ci provo Anna mi urla contro, mi rimprovera e i miei sogni di lunghi pomeriggi noiosi svaniscono. Domanda marzulliana. È la vita di tutti i giorni che si trasforma in testo comico o è il voler a tutti costi un testo comico che

ha trasformato le vostre vite? Anna: La cosa divertente della nostra vita è che quello che facciamo vedere sui social, quello che trasformiamo in video o in un testo teatrale non è che la punta dell’iceberg. Siamo molto più assurdi nella realtà. Claudio: Non ho capito la domanda. Troppo complicata, appena Anna me la spiega vi mando un whatsapp. C’è un aspetto delle vostre vite che non prendereste mai di mira con la vostra comicità? Anna: Ci fermiamo quando c’è qualcosa che fa molto male. Claudio: La domenica sera, quando sai che il giorno dopo sarà lunedì, è una cosa di cui non riusciamo ancora a trovare il lato comico, è solo una tragedia. Avete mai pensato di abbandonare il progetto “I Soldi Spicci” e continuare ognuno per conto proprio? Anna: No, finché avremo la possibilità di esprimere liberamente il nostro modo di essere all’interno della coppia, no. Claudio: Sì, ogni giorno… ma poi Anna con i suoi metodi da fidanzata psicopatica mi fa rimanere spontaneamente con lei. Teatro, tv, web e cinema. Li avete provati tutti ma quale mezzo vi fa sentire più a vostro agio? Anna: Il cinema senza dubbio. Non ho mai provato quella sensazione di gratificazione che auguro a tutti: sentirsi davvero al proprio posto. Claudio: Il teatro perché nelle altre forme d’arte non si sente l’applauso del pubblico. Avete mai pensato di realizzare una sit-com in tv come “Love Bugs”, inaugurata da Michelle Hunziker e Fabio De Luigi? Anna e Claudio: È quello che facciamo costantemente da 4 anni ma con un mezzo che ci rappresenta al meglio. Quando vi dicono che voi non lavorate ma vi divertite che rispondete? Anna: Ultimamente è una frase che ci dicono sempre meno ma qualora qualcuno dovesse pronunciarla io sorrido serenamente. Claudio: Che in realtà noi lavoriamo e ci divertiamo e forse chi dice che non è un lavoro è solo un po’ invidioso. Nel 2018 uscirà il vostro primo film. Sapete già la data? Qualche anticipazione? Anna e Claudio: La data la sappiamo e la comunicheremo a brevissimo! Il titolo è “La fuitina sbagliata” ed è una delicata e divertente commedia romantica! Sogni nel cassetto? Anna: Mi piacerebbe studiare e lavorare a Los Angeles. Claudio: Aspettare che Anna vada a lavorare a Los Angeles per poter tornare single.

Mettete a bollire acqua salata e gettate gli spaghetti. Mettete lo scalogno tritato in un tegame con l’olio e unite qualche cucchiaio di acqua di cottura della pasta. Tagliate il limone a listarelle e versatelo nel tegame insieme allo scalogno e all’olio. In un’altra padella mettete il pangrattato con un pò d’olio fino a farlo insaporire. Scolate la pasta e versatela nel tegame con il limone. Mescolate e aggiungete la bottarga grattugiata finemente e il pangrattato. Servite guarnendo con scaglie di bottarga.

IL COCKTAIL: OLD FESCHIONED Ingredienti: 4,5 cl di bourbon o rye whiskey, 2 gocce di angostura bitter,1 zolletta di zucchero 1 spruzzata di soda, Decorazione: fetta d'arancia e ciliegina Prendere un bicchiere tipo old fashioned porvi una zolletta di zucchero ed impregnarla con gocce di angostura, schiacciare la zolletta. Aggiungere un goccio di acqua naturale per far sciogliere meglio lo zucchero e mescolare stando attenti a non creare grumi ed ottenere una soluzione omogenea. Aggiungere un'oncia di bourbon e poi 3-4 cubetti di ghiaccio. Utilizzare il cucchiaio da bar per mescolare e dissolvere lo zucchero nel bourbon. Aggiungere altri cubetti di ghiaccio sino a riempire il bicchiere, quindi un'ulteriore oncia di bourbon. Mescolare di nuovo con il cucchiaio da bar. Ricavare con un pelapatate una lunga fetta di scorza d'arancia sopra il bicchiere così che l'essenza d'arancia si depositi nella soluzione e la profumi. Tagliare e pulire la fettina di scorza d'arancia, poi aggiungerla al cocktail. Inserire nel cocktail una ciliegia maraschino e ricavare una fettina d'arancia con cui guarnire il bicchiere.

IL DOLCE:

AMARETTI FARCITI CON IL MASCARPONE

Direttore responsabile:

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Direttore editoriale: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Franco Parrello, Tonino Carneri, Mario Nirta, Giuseppe Romeo, Orlando Sculli, Nino Sigilli, Tonino Carneri, Sonia Cogliandro

STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

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0964342198 larivieraonline@gmail.com www.larivieraonline.com

Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14 EDITORE - No così srl via D.Correale, 5 - 89048 Siderno

Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.

Ingredienti per 4 persone: 24 amaretti, 70 g di ricotta, 20 g di pistacchio sgusciato, 70 g di mascarpone, 50 g di zucchero semolato, 2 cucchiai di liquore all’amaretto, cacao amore q.b., zucchero a velo q.b. Scottate 20 g di pistacchi sgusciati in acqua bollente, sgocciolateli, strofinateli dentro un telo, per eliminare le pellicine e tritateli. Tagliate a panino 24 amaretti morbidi. Mettete in una ciotola 70 g di mascarpone, 70 g di ricotta, i pistacchi, 2 cucchiai di liquore all'amaretto, 50 g di zucchero semolato e montate con una forchetta. Disponete le basi degli amaretti su un vassoio. Distribuite su ciascuna base 1 cucchiaino della crema preparata e coprite con la parte superiore degli amaretti, premendo leggermente. Spolverizzate gli amaretti farciti con mascarpone con zucchero a velo e cacao, fatti cadere da un colino a maglie fitte, e servite.


25 FEBBRAIO - 22

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the blob

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SOCIETÀ

High School Game sbarca presso il “Mazzini” di Locri Questa settimana High School Game è sbarcato presso i Licei Mazzini di Locri. Centinaia di studenti delle classi IV e V si sono affrontati in una coinvolgente gara didattica che proseguirà il 6 aprile presso l'aula magna dell'Unical. Lì si qualificheranno le scuole che rappresenteranno la Calabria, tra le quali Il Liceo delle Scienze Umane e Linguistico “G.Mazzini” di Locri, alla Finale Nazionale che si terrà il 21 e 22 maggio a bordo della nave di Grimaldi Lines a Civitavecchia dove, come ogni anno, gli studenti saranno protagonisti di uno spettacolo condotto da Alessandro Greco.

Un polpo degno di Carbonella Ricordando la sfida lanciata da Nicola Carbonella, indimenticato “re d’i pruppi” di Siderno, a chi pescava il polpo più grosso, Nino Caridi, questa settimana, ha voluto inviarci questa foto che lo ritrae con la sua ultima preda.

Quelli che… la Locride alla BIT! Giuseppe Canzonieri, Tony Silipo, Michele Archinà, Antonio Muià, Maurizio Baggetta, Maurizio Reale, Fabiano, Anna Diano, Doriana Sansalone e Enzo Vozzo in rappresentanza della riviera dei Gelsomini alla BIT di Milano.

Un calore antico Fabio Macagnino e Domenico Gasparro si riscaldano anima e corpo al caminetto in attesa di riprendere con il loro intenso tour di fatiche artistiche e lavorative.

Avvocati forzisti Giuseppe Romeo, brillante dirigente giovanile di Forza Italia, raggiunge l’agognato traguardo della laurea in giurisprudenza. I migliori auguri a lui, alla mamma Rosalba e al papà Franco, ex sindaco di Ardore.


O P O C S L’ORO Sinistre a confronto Ai tempi di Mimmo Bova c’erano i comunisti. È così anche ai tempi di Sebi Romeo?

Ospiti dalla provincia La domenica mattina, al bar, Michele Vumbaca riceve ospiti da ogni dove. Lo special Guest di questa settimana è stato il dottore Iaria, direttamente da Melito Porto Salvo.

In arrivo per te un periodo di grandi soddisfazioni e importanti novità. Martedì e mercoledì saranno due giornate particolarmente fortunate, mentre tra sabato e domenica una brutta luna in opposizione potrebbe crearti qualche piccolo ostacolo e un po’ di malumore. Ancora una splendida settimana per il tuo segno, che finalmente recupera un po’ di forza e di energia! Venere favorevole ti regala momenti speciali assieme al partner. Sono favoriti i nuovi incontri per le single, soprattutto nelle giornate fortunate di giovedì e venerdì. Ancora una settimana di pazienza e presto questo periodo di stress sarà finito! Al momento, purtroppo, ti trovi a dover combattere con lo sfavore sia di Venere che di Mercurio. In amore potresti sentirti poco motivata o soffrire di un po’ di solitudine, mentre sul lavoro le soddisfazioni che aspetti tardano ad arrivare

Emozione teatrale La nostra cara Lidia Zitara abbraccia Maria Pia Battaglia poco prima dell’inizio dello spettacolo teatrale rappresentato la scorsa settimana al Cinema Nuovo di Siderno.

Benefattori di zona Durante l’inaugurazione della nuova sede di Comma 3 i più importanti donatori sono stati l’ex assessore regionale Federica Roccisano e il “Barone” Francesco Macrì.

La tua settimana si apre alla grande con una bella luna in congiunzione nella giornata di lunedì! Potresti ricevere una promozione o quella bella notizia che aspetti da tempo… il favore di Mercurio, in generale, facilita i rapporti con capi e colleghi e ti regala serenità sul lavoro. Devi portare ancora un po’ di pazienza: per il tuo segno è dura non ottenere subito tutto quello che si desidera, ma porta fiducia nelle stelle e nelle prossime settimane i tuoi desideri saranno esauditi! Per adesso ti tocca aspettare, sia in amore che sul lavoro. Anche questa settimana, purtroppo, dovrai sopportare l’opposizione di Venere e di Mercurio. I due pianeti mettono i bastoni tra le ruote ai tuoi progetti che per il momento restano bloccati. Ma non sarà così ancora per molto, continua ad avere fiducia nelle tue capacità e intanto punta tutto sulle giornate di giovedì e venerdì. La tua settimana non comincia nel migliore dei modi: lunedì la luna sarà in una posizione sfavorevole per il tuo segno e potrebbe creare qualche piccolo ostacolo sul tuo percorso… meglio nelle giornate di martedì e mercoledì, ma le belle sorprese arriveranno soltanto nel fine settimana.

Par condicio destrorsa Il senatore Franco Crinò cerca di “moderare” la posizione del candidato al senato Antonio “Carbonella” Ferreri, in volata verso l’elezione il prossimo 4 marzo.

Sei pronta a vivere una settimana davvero speciale? Potrai contare infatti sul favore sia di Venere che di Mercurio, entrambi tuoi alleati. In amore riuscirai a risolvere una questione che ti sta a cuore e ti accorgerai di avere al tuo fianco qualcuno di davvero eccezionale.

Par condicio sinistrorsa Pino Vumbaca, Rosario Rocca e un caro amico si abbracciano soddisfatti dell’ottimo lavoro di campagna elettorale che stanno svolgendo in vista delle lezioni del 4 marzo.

Il cielo questa settimana non promette benissimo per il tuo segno… non farti prendere dall’ansia e sappi che a breve la situazione cambierà e potrai prenderti le giuste rivincite. Intanto punta tutto sulle giornate di martedì e mercoledì, quando avrai la luna ad assisterti. Si prepara per te un’altra super-settimana! Venere e Mercurio agiscono a tuo favore e ti regalano ottime soddisfazioni sia in amore che sul lavoro. Attenzione, però, alla giornata di lunedì, quando la luna in opposizione potrebbe giocarti qualche brutto scherzo.

Vite arricchite Un mese di te! Hai riempito la nostra vita di gioia… con immenso amore dai nonni Franco e Daniela e dagli zii Michele, Dalila ed Emanuele Fonte.

Un Valentino letterario Giuseppe Giarmoleo e i suoi alunni posano con Alessandro Cristofari in occasione della presentazione a Locri del suo libro “La fatica e la gioia”, un testo che racconta storie di coppie che parlano della loro vita.

In questo periodo si stanno aprendo nuove strade per te e presto sarai in grado di scegliere quale intraprendere… intanto non mettere mai in dubbio te stessa e le tue capacità! Attenzione a non buttarti troppo giù nelle giornate di martedì e mercoledì, quando la luna in opposizione potrebbe crearti qualche ostacolo. Continua per te un periodo ottimo da ogni punto di vista! Venere nel tuo segno rafforza le storie di vecchia data e ne fa nascere di nuove, tutte destinate a durare! Mercurio, invece, favorisce gli incontri, sia personali che professionali, e porta ottime notizie, specie nella giornata di lunedì.



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