LA CONTROCOPERTINA
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DOMENICA 10 APRILE
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Oliverioaprelacaccia aiperacottari...male peresonolesue! Una pagina pubblicitaria sulla Calabria, volata fino ad oggi lungo le rotte di Ryanair, è atterrata sul tavolo della Corte dei Conti della Calabria. Selvaggia Lucarelli l'ha sbandierata sul suo profilo facebook spacciandola come sintomo della sciatteria e del degrado della nostra Regione. Il governatore Oliverio si associa al pensiero della blogger. stato il tormentone social di questa settimana la non pubblicità della Calabria sulla rivista di bordo della compagnia Ryanair. Selvaggia Lucarelli l’ha sventolata e spiattellata in faccia ai calabresi sulla sua pagina facebook incassando oltre 11 mila mi piace, più un mare di commenti e condivisioni. Ora, che le scelte grafiche lascino a desiderare, siano arcimuffite, che i refusi siano imbarazzanti e che quel compitino in classe da 4 meno meno costato 150.000 euro rappresenti l’emblema dell’anti-turismo generato da una politica traffichina, siamo d’accordo tutti. Quello che dovrebbe risultarci repellente è la caduta (anche di stile) in cui è incorsa la Selvaggia aggrappandosi al paracadute incerto della facile e controproducente generalizzazione
È
sostenendo che “la sciatteria e il degrado di un paese le capisci anche da queste cose” (dove al posto di “le” ci andrebbe un “li”, cara la mia accademica della Crusca). Perchè non è corretto trascinare nel pantano del pressapochismo tutti i calabresi per colpa di una politica che fa succo di pera da tutte le parti. Se a incappare in un orrore del genere fosse stato, mettiamo il caso, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, uno che durante la conferenza stampa di presentazione della sua candidatura dichiarò “a me hanno imparato (sic!) che quando si fanno le
Ci sarà pure un giudice a Palermo! I vigili di Palermo hanno multato quelli di Siderno. No, no, è vero! Parrebbe una delle tante notizie da collezione di fatti incredibili che inondano la rete. Anche la nostra piccola cittadina può elevarsi quindi al livello di bizzarria mediatica, di viralità e di “bufala/antibufala”. L’accaduto, a pensarci bene, è piuttosto triste e deprimente. Facendo da supporto ad un mezzo di soccorso che trasportava un malato psichiatrico a Palermo, l’auto dei vigili urbani ha superato il limite di velocità imposto dalla rampa di uscita. Entrambi i mezzi viaggiavano a ottanta chilometri l’ora. Una velocità non certo da “Speed” e “Arma letale”, anzi, moderata per un’autoambulanza, evidentemente regolata sul disagio di un paziente difficile che non doveva prendere urti o sobbalzi. Peccato che la rampa indicasse come limite 70 Kmh. Ovviamente il mezzo di soccorso non è stato multato, ma l’auto dei Vigli Urbani sì. Che bisogna dire: che oggi anche i vigili di Siderno sanno cosa si prova quando si prende una multa ingiusta o quando la trasgressione è lieve, o addirittura opinabile. Cari vigili, mo’ vi tocca pagarli questi 67 euro e rotti, e che ci dovete fare? Anche a voi tocca stare sotto al Giudice! Personalmente lo inviterei a Locri, ad appostarsi al Photored, e appioppare una bella multa a Carabinieri e Polizia, che in quanto a educazione stradale non hanno niente da invidiare al “sidernoto modello guida-racing”. Lidia Zitara
scelte politiche...”, il peracottaro se lo sarebbe beccato solo lui, non sarebbe di certo stato esteso a tutti i laziali. Mentre i calabresi sono peracottari tutti. Non si discute. Se la Selvaggia, laureata in giornalismo, fa questo scivolone deontologico, Oliverio fa una capitombolo politico ancora più clamoroso. Dopo le critiche apparse sul web, che hanno smosso persino il Codacons tanto che
la pagina non pubblicitaria finirà sul tavolo della Corte dei Conti della Calabria, arriva la nota del nostro governatore: “Ha ragione Selvaggia Lucarelli, che ringrazio per aver segnalato una vicenda che non può in alcun modo trovare giustificazioni. Di fronte a questa ennesima porcheria frutto di una burocrazia sciatta e indolente disporrò immediatamente una indagine conoscitiva per accertare ogni responsabilità. La Calabria merita altro”. Eccolo recitare la parte in cui spesso certa politica si cimenta: u sceccu nto linzolu. A noi risulta, caro governatore - qualora lo ritenga, ci corregga - che la delega al Turismo è stata assegnata a lei. Quindi cosa la apre a fare un’indagine per stanare i peracottari? Il caso è già chiuso: le pere sono le sue. Su una cosa, però, ha ragione: la Calabria merita altro. Maria Giovanna Cogliandro
Gelsomino d’Oro consegnato a Bernardo Polverari
Accogliendo un suggerimento dell’Amministrazione Comunale, il Gelsomino d’oro che la Pro Loco di Siderno assegnerà il prossimo mese ad Aldo De Leo (ex dirigente dell’Ufficio del Lavoro di Siderno), verrà contestualmente conferito anche a Bernardo “Dino” Polverari, attuale capo di Gabinetto del Ministero della Funzione Pubblica nonché uno dei tanti calabresi ad aver raggiunto il successo fuori dalla Regione di Origine. Partito da Siderno dopo il diploma raggiunto al Liceo Classico di Locri, Polverari si è trasferito a Roma per iniziare il suo percorso di completamente degli studi all’Università privata Luiss di Umberto Agnelli. Il percorso formativo di alto livello lo ha portato oggi ad essere capo Gabinetto del Ministro Marianna Madia, oggi titolare del Ministero della Semplificazione e della Pubblica Amministrazione nel Governo Renzi. Nella sua attività professionale, Dino Polverari aiuta la Ministro nella definizione degli obiettivi e nella verifica degli atti ed è parte fondamentale nella stesura del nuovo modello di Pubblica Amministrazione. Oggi, il Dirigente continua a sfruttare ogni momento libero per tornare a Siderno, dove ancora risiedono i suoi genitori ed è divenuto un vanto della città meritevole di quel premio (il Gelsomino d’Oro della Pro Loco di Siderno) che viene attribuito a personalità aziende, enti o associazioni che hanno contribuito alla rinascita economica, culturale o morale della Calabria e ai cittadini calabresi che danno lustro alla propria terra d’origine per prestigio e notorietà.
RIVIERA
ATTUALITÀ
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GIUDIZIARIA
Da Caulonia alla locale di ’ndrangheta di Pioltello Le risultanze investigative dei carabinieri del Ros di Milano hanno consentito di accertare le strategie operative della “cosca di Pioltello”, storicamente ben inserita nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Rileva il Pubblico Ministero che nella presente vicenda, le importazioni di sostanze stupefacenti oggetto delle conversazioni intercettate hanno coinvolto, nell’ambito di interessi patrimoniali convergenti, calabresi appartenenti a vari “locali”, oltre a siciliani. Per l’attività di importazione il presunto capo locale di Pioltello, tale A.M. originario di Caulonia, (inserito a pieno titolo nell’organigramma ‘ndranghetista milanese, con il grado di crociata) avrebbe comunque richiesto il beneplacito ed il sostegno economico di elementi di grande spessore la storia del cauloniese trapiantato a Pioltello ha inizio il 12.08.1989, quando la Compagnia Carabinieri di Roccella Jonica lo denunciava all’A.G. di Locri, perché responsabile di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata all’acquisizione diretta ed indiretta della gestione e del controllo di attività commerciali, nonché di usura, violenza privata continuata aggravata, lesioni ed altro, unitamente ad altri soggetti della Locride. Le indagini esperite consentivano di accertare che i predetti, negli anni 1985/1989, con violenza ed atti intimidatori, acquistavano beni immobili di notevole valore, peraltro non denunciati nella dichiarazione annuale dei redditi, avviando nuove attività economiche con capitali di oscura provenienza. Il rapporto dei Carabinieri di Roccella Jonica, datato 11.08.1989, scaturiva da una denuncia querela sporta da C.P., poi attinto mortalmente il 27.11.1989 da numerosi colpi di pistola esplosi da alcuni individui rimasti sconosciuti, mentre si trovava in Settimo Milanese a bordo della propria autovettura. A quello stesso periodo risalgono indagini, svolte dalla Squadra Mobile di Torino, dal luglio 1989 al dicembre 1990, su U.M., capocosca all’epoca dimorante in Settimo Torinese (TO). Nell’indagine erano documentati incontri a Pioltello tra U.M., A.M. e C.M.. Questi ultimi due insieme ad altri soggetti venivano deferiti nel novembre 1991 per traffico di stupefacenti, accertato in Como e Milano tra il marzo ed il novembre di quell’anno. A conferma della commistione di interessi tra mafia siciliana e ‘‘ndrangheta in Lombardia, il 13.06.1992, A.M. veniva tratto in arresto dalla Questura di Trapani, in esecuzione ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP di Marsala (TP), perché responsabile di traffico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, unitamente ad altre 66 persone, tra cui: M.C. nato a Caulonia. Il 15.10.1993 A.M. è stato arrestato in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, nell’ambito dell’operazione denominata “KAULON”. Il provvedimento restrittivo poneva in evidenza l’esistenza di due distinti gruppi criminali - con epicentro in Caulonia ed altri centri del versante jonico della provincia reggina, nonché diramazioni in Milano, Torino e nel marchigiano. In data 04.05.1994 A.M. era tratto in arresto a Bologna per traffico di sostanze stupefacenti. Il provvedimento scaturiva dalle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia il quale riferiva che il cauloniese, insieme ad altri, con cadenza quindicinale, tra il 1989 fino all’agosto 1992, cedeva a degli appartenenti all’organizzazione mafiosa denominata “Stidda”, ingenti partite di eroina e cocaina. A.M. in data 13.02.2002 veniva sottoposto alla misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale di PS con obbligo di soggiorno per 3 anni, ai sensi della normativa antimafia, con conseguente sequestro di beni. In data 24.02.2002, alle ore 23.00, in Guardavalle, nei pressi di un frantoio i carabinieri sottoponevano a perquisizione personale oltre 20 persone, partecipanti ad un vero e proprio summit, durante una cena organizzata all’interno di un magazzino. Durante le operazioni veniva tratto in arresto il presunto boss G.V., per detenzione e porto abusivo di arma da fuoco. Un evento che secondo alcuni investigatori avrebbe fatto nascere dei dissapori che avrebbero scatenato uno scontro tra opposti gruppi che avrebbe portato all’eliminazione di C.N., capo della “Lombardia”, quindi e alla ripresa della “Faida dei boschi”. Il cauloniese A.M. fuori da logiche di faida, sarebbe stato di li a poco indagato e poi tratto in arresto per vicende legate al narcotraffico.
Fudaunsindacochenonsitiraindietro Dal Tour d’ascolto 2015 al Tour di confronto 2016: Pietro Fuda torna dai cittadini. Oggi a Siderno Superiore la prima delle undici tappe per illustrare lo stato dei lavori e per ascoltare gli scontenti. ornare dai cittadini è un impegno serio che il sindaco Pietro Fuda ha preso durante il “Tour d’ascolto 2015”. Sin dall’inizio la coalizione di centrosinistra, che governa attualmente Siderno, ha ritenuto fondamentale la partecipazione della comunità alle scelte politiche: il coinvolgimento dei sidernesi che abitano il centro, il borgo antico, i quartieri e i rioni era e rimane indispensabile. Si partirà da Palazzo De Mojà Siderno Superiore, domenica 10 aprile alle ore 18:00. Poi le tappe che seguiranno saranno comunicate con puntualità. Ai cittadini che parteciperanno al Tour di confronto, sarà illustrato come una città agonizzante potrà tornare a respirare grazie a un’operazione a cuore aperto molto dolorosa. E ancora, sarà illustrato e spiegato nei dettagli lo stato dei lavori tra il declino epocale ereditato e il futuro diverso che si sta spalancando con buone prospettive. Un futuro che ha tutte le carte in regola per essere dignitoso, checché ne dicano quei gufi in ordine sparso che quotidianamente si nutrono, e nutrono di
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pettegolezzi e scadenti rumors, o mugugni, la cittadinanza. «Sì, cari concittadini, il pettegolezzo scivola di bocca, non sfonda porte, non fa il botto, ma passa sotto la soglia d’attenzione, come un soffio. È leggero, e nella leggerezza agiscono quelli in malafede, che non amano la fatica né il sudore, ma soprattutto non amano la nostra città, praticando strategicamente una sorta di agopuntura tossica a chi gli capita sotto e gli fa da cavia». Siderno muterà, tornerà vincente, non c’è dubbio, e di questo avranno pronta conferma i sidernesi che parteciperanno al tour per confrontarsi a quattr’occhi e senza peli sulla lingua con l’attuale amministrazione, dove, naturalmente, sarà dato ampio spazio ai malumori, alle osservazioni, ai consigli, alle proposte, alle denunce. Si parlerà anche d’aspetti cruciali, ovvero del rapporto con i rifiuti, di un nuovo modo di rapportarsi all’ambiente, di lotta all’inquinamento, della salute dei cittadini e di come, insieme ai cittadini, vinceremo una battaglia ostica.
«ECCO COSA È STATO FATTO IN NOVE MESI»
Siderno: al via lavori per cambiare il paese L’Amministrazione comunale di Siderno ha stipulato i contratti di appalto per un totale di € 41.873.724, da investire nell’avvio di numerosi importanti lavori che riguarderanno diversi beni pubblici cittadini. Pertanto, sulla base della determinazione dello scorso 18 gennaio, per la messa in sicurezza saranno investiti: • € 29.620 per la Scuola Primaria di Vennarello; • € 29.620 per la Scuola Materna Lamia; • € 50.820 per la Scuola Materna “Scopelliti”; • € 89.390 per la Scuola Materna ed Elementare Casanova. • € 185.000 per la realizzazione di un’isola ecologica (area recintata e sorvegliata, attrezzata per la raccolta dei rifiuti differenziati, presso la quale i cittadini, durante l'orario di apertura, potranno conferire anche rifiuti ingombranti non smaltibili tramite il normale sistema di raccolta) in località Pellegrina; • € 150.000 per il consolidamento del centro abitato Giglia e della strada comunale Ancinarra; • € 600.000 per il completamento degli interventi di mitigazione del rischio frana nei centri abitati Trigoni e Vennerello; • € 200.000 per il completamento di Piazza Cavone; • € 280.000 per il miglioramento del contesto urbano dell’area di parcheggio San Sebastiano in
Siderno Superiore; Sulla base di diverse determinazioni risalenti agli anni passati e non messe in atto dalle precedenti gestioni comunali, per la realizzazione di lavori pubblici e di manutenzione, saranno investiti: • €180.000 per la riqualificazione della pista ciclopedonale della fascia costiera nel tratto della fiumara Novito - Lungomare lato Sud; • € 209.000 per la costruzione della Piazza di Donisi e la riqualificazione dell’area circostante. Sono già stati aggiudicati provvisoriamente € 16.373.476 per il completamento, l’integrazione ed ottimizzazione del sistema fognario e depurativo consortile, Project Financing. • € 2.800.000 per l’appalto, in corso di aggiudicazione alla SUAP, per l’avvio della raccolta differenziata porta a porta con contratto biennale Alla Prefettura di Reggio Calabria per indire la gara d’appalto € 287.500 per l’espropriazione dei beni e la messa in sicurezza dell’area per la realizzazione del Campo Sportivo di Mirto, “Impianto Sportivo Gianluca Congiusta”. Alla Suap per indire la gara d’appalto• €2.710.500 nuova gara d’appalto per la realizzazione del Palazzetto dello Sport. • € 3.000.000 Lavori di recupero Lungomare e la ricostruzione dell’opera di difesa costiera aderente • € 119.540 Lavori messa in sicurezza scuola elementare Lorenzini, Siderno Superiore.
• € 470.000 Piazza Mirto • € 300.000 Verde attrezzato Donisi • € 350.000 Anfiteatro Siderno Superiore • €185.258 Recupero alloggi di edilizia residenziale pubblica Realizzato dall’Anas, € 4.200.000 per il finanziamento di uno svincolo per la variante della SS 106. Al fine di migliorare la viabilità da e per la città di Siderno stanziati da parte di ANAS. Per le seguenti opere in fase di realizzazione verrano inoltre investiti: • € 3.500.000 in arrivo a totale carico dello stato, per la realizzazione del Teatro Comunale e della piazza antistante; • € 2.000.000 richiesti al Coni per interventi da eseguire allo Stadio comunale (Decreto n° 185/2015) • € 2.124.000 rinegoziazione con la Regione Calabria per il finanziamento che, dalla SS 106, porta all’Impianto di separazione dei rifiuti di contrada S. Leo. • €130.000 lavori costruzione strada Santimarini Pantaleo • € 100.000 lavori costruzione strada Mirto – Grappidaro • € 300.000 Piazza Vennarello • € 800.000 consolidamento località Gurna • € 120.000 lavori sistemazione Piazza Martiri della libertà.
Quarantadue fasce tricolori andranno aPalazzo Chigi il prossimo 3 maggio. Non sarà una marcia su Roma, né una demagogica forma di protesta. Semplicemente un tentativo di elevare il livello di attenzione su un territorio in sofferenza.Senza piangersi addosso, senza cappelli in mano. Ma con dignità. Per rappresentare un’idea di Stato alta.
Politica
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La Locride calpestata opt C’ÈUNPARADOSSOPERIL
QUALELEISTITUZIONISONO CONTROLEISTITUZIONIE MANCANODIRISPETTOA COLLEGHICHE RAPPRESENTANOLO STATO TRAMILLEDIFFICOLTÀ
artedì scorso, presso la Sala Consigliare del Comune di Siderno, si è svolta un’assemblea dei sindaci straordinaria per discutere di quanto accaduto in occasione della visita della Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Rosy Bindi a Locri. L’incontro, come di consueto presieduto da Giorgio Imperitura, è stato aperto dallo stesso sindaco di Martone, unico convocato durante l’incontro con l’onorevole e certo che quanto accaduto sia scaturito da un grosso equivoco. «In effetti - ha sottolineato Imperitura durante il proprio intervento - ho trovato ancora più grave di quanto detto dall’onorevole Bindi [che ha lasciato intendere che,
concedendo la sala della parrocchia alla cittadinanza di Platì che voleva contestare Minniti, il vescovo Oliva avrebbe esercitato una forma di connivenza mafiosa, ndr.] quanto affermato dalla consulente della Commissione Parlamentare Angela Napoli, che ha fatto eco alle parole della Presidente rilasciando in un’intervista e scrivendo sulla propria pagina Facebook la dichiarazione che la Locride sarebbe un incubo in cui chiesa e sindaci vanno a braccetto con la mafia». La disdicevole situazione venutasi a creare, è stato affermato successivamente, ci impone di assistere al paradosso per il quale le istituzioni vanno contro le istituzioni stesse, mancando di rispetto a colleghi che, invece, lo Stato lo rappresentano quotidianamente tra immense difficoltà. Quanto era contenuto in nuce nel discorso di apertura di Imperitura, ovvero un tentativo di sedare le polemiche sottolineando tuttavia la necessità di riscattare la dignità del territorio dinanzi agli organi principali di governo, è stato immediatamente esplicitato dal successivo intervento di Giuseppe Strangio, che ha prestato la propria voce alla lettura di una missiva inviata agli organi di stampa da Monsignor Oliva. A partire da quel momento, fatto salvo per l’intervento di Rosario Sergi, che ha letto il verbale dell’assemblea dei cittadini svoltasi a Platì in seguito alle dichiarazioni di Rosy Bindi generando brevi polemiche, tutti i sindaci intervenuti si sono detti d’accordo in merito alla necessità di chiudere la questione e di riprendere i lavori ordinari dell’assocomuni, che costituiscono un’impellenza ben più importante di qualunque altra
forma di discussione politica e sociale. «I temi da affrontare sono le urgenze del nostro territorio - ha affermato Rosario Rocca - Mi riferisco alla nuova programmazione, alla formazione del GAL, alla sanità, che sono tutti a un punto morto. Adesso dobbiamo solo fare fronte comune e chiedere anche a Rosy Bindi, in nome di tutti coloro che l’hanno votata nella nostra terra, di parlare di contenuti veri, delle sofferenze e delle necessità di questa terra alleggerendo lei per prima i toni di questa polemica. I cittadini di Platì, dal canto loro, hanno ogni diritto di esprimere la propria frustrazione, ma senza insistere su prese di posizione come quelle espresse durante la settimana». Sulla stessa linea si sono rivelati Domenico Vestito che, pur esplicitando di ritenere inappropriato Minniti e inopportuna la Bindi ha sottolineato quanto sia davvero importante parlare di altri argomenti, e Aldo Canturi, che ha affermato essere il momento di dire basta a questo genere di strumentalizzazioni e assumere una posizione chiara con il governo, che ancora non si mette in testa che i cervelli della mafie non sono più nella Locride ma nel nord Italia. Più articolato l’intervento di Giovanni Calabrese, che ha letto nel comportamento della Bindi una vera e propria mancanza di rispetto per la Locride. «Vantandosi di essere ritornata sul territorio a dieci anni dal delitto Fortugno, la Commissione Antimafia ha sovvertito qualunque tipo di protocollo, recandosi a Gerace per una visita di cortesia prima di tapparsi nella nuova caserma dei Carabinieri per fare un discorso qualunquista, che ha dimostrato di non tenere presen-
te che i sindaci della Locride sono primi cittadini di un territorio difficilissimo da governare, in cui le insidie e gli errori sono dietro ogni angolo e non si può controllare tutto, in virtù della presenza di più famiglie di ‘ndrangheta in ogni centro abitato». La stessa affermazione per la quale i nostri sindaci sono stati eletti con i voti delle mafie, secondo Calabrese, sarebbe in contraddizione con la certa consapevolezza che le stesse persone avranno votato la Bindi per la carica che oggi ricopre o per i ruoli istituzionali che ha svolto in passato. Continuando a non comprendere come si viva nella Locride, ha continuato il sindaco di Locri, la Bindi, avallata dalla Napoli, non potrà capirne le reali difficoltà, lanciando messaggi brutti al Paese e alla cittadinanza. Trovandosi d’accordo con l’affermazione conclusiva che le polemiche debbano finire, ma che non si debba abbassare supinamente il capo dinanzi a questa situazione, Il prosieguo dell’assemblea ha visto i nostri primi cittadini avallare l’idea di recarsi a Roma nei primi giorni di maggio per, ha affermato Imperitura a mezzo comunicato stampa giovedì pomeriggio, “manifestare il forte disagio istituzionale e sociale acuitosi nell’attuale momento storico e rivendicare risposte chiare e tangibili sulle prioritarie problematiche sin qui denunciate”. Non ci resta che attendere per vedere come questa situazione evolverà e per constatare, come ci auguriamo, che questa nuova presa di posizione abbia maggiore riscontro rispetto ad altre simili assunte anche di recente dai nostri primi cittadini nei confronti del governo. Jacopo Giuca
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42 fasce tricolore per ritrovare la dignità perduta uarantadue fasce tricolori a Roma, con a seguito amministratori, associazioni e cittadini. Non sarà una demagogica forma di protesta. Niente di tutto ciò. Ma un presidio pacifico e democratico. Tanto è stato deciso a conclusione dei lavori dell’Assocomuni di martedì scorso. I Sindaci della Locride raggiungeranno la capitale il prossimo 3 maggio e vi rimarranno per i successivi due giorni. 3, 4 e 5 maggio. A prescindere da ogni considerazione, un fatto storico per la Locride! Una decisione così forte e coraggiosa è figlia dell’esigenza di rinsaldare un fronte istituzionale più robusto e incisivo rispetto alle sofferenze che hanno ridotto un territorio in ginocchio, sempre più ripiegato su se stesso, dove i diritti dei cittadini si perdono nelle lungaggini delle pastoie burocratiche, nelle lunghissime liste d’attesa dei reparti dell’ormai moribondo Ospedale di Locri, nella rassegnazione e nei trolley dei giovani disoccupati. A Roma, 42 fasce tricolori, semplicemente per elevare il livello di attenzione per un territorio in sofferenza, ma con una grande volontà di riscatto. E questa volta non per piangersi addosso, senza cappelli in mano. Ma con dignità. Per rappresentare un’idea di Stato alta. E soprattutto un’idea di Comunità propositiva, con le sue istituzioni e con la sua gente dalla stessa parte. Una Locride nuova che, rilanciando se stessa, vuole dare una mano al Paese e all’Europa. Noi per una volta (forse l’ultima!) sentiamo il dovere civile di tifare per i nostri Sindaci, per la nostra gente, per i nostri figli!
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ta per la marcia su Roma ILARIO AMMENDOLIA o scorso fine settimana, Locri era calda ed afosa tanto da somigliare ad una cittadina spagnola immersa nel clima della Santa Inquisizione. Qualcuno sentiva finanche un forte odore di zolfo. Era in corso la visita della commissione parlamentare antimafia. Un clima così cupo da spingere l’esorcista a pronunciare l’antica formula “vada retro… Vescovo” . E’ successo quando la commissione parlamentare antimafia stava per terminare il proprio lavoro( si fa per dire) barricata dentro una caserma dei carabinieri come se fossimo a Kabul. Alla fine la presidente Bindi ha letto una singolare “scomunica” al vescovo di Locri , colpevole di “eresia” rispetto al pensiero unico che si vorrebbe imporre alla Calabria. Odio l’albagia del potere da qualsiasi parte provenga! Ho votato il PD, partito che aveva come capolista Rosy Bindi, ma ciò non può costringermi ad abbassare la testa dinanzi all’arroganza. Anzi la cosa mi ferisce ancora di più! Non sono per le guerre di religione e
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Vade retro Vescovo...! non ho alcun motivo per invocare L'Union sacrée contro la Bindi. Ritengo sbagliato però ritenere che quanto è successo a Locri possa esser “chiarito” in un colloquio telefonico tra il vescovo e la presidente della commissione parlamentare antimafia. Il vescovo non è stato offeso come Persona. L’offesa prende corpo nell’ atteggiamento di chi pensa di poter pontificare sul nostro popolo senza mai incontrarlo, anzi tenendolo a debita distanza. Come fossimo portatori di una lebbra antica! Non si conosce un popolo leggendo solo i rapporti dei marescialli ed incontrando i responsabili delle procure e dei comandanti delle forze dell’ordine . Ci vuole molto di più! Bisogna guardare nel profondo degli occhi la gente comune aldilà di quanto c’è scritto nel casellario giudiziario di ognuno. Bisogna saper leggere sui volti la disperazione e le speranze. Individuare le lacrime anche quando gli occhi sembrano asciutti.
Conoscere il peso di ingiustizie, umiliazioni, sopraffazioni, corruzione delle coscienze che come un macigno gravano sulle nostre spalle e che solo la gente dei nostri paesi può e sa comunicare. E’ difficile ma non ci sono scorciatoie. Molto più facile barricarsi in una caserma e poi rientrare nei “Palazzi” di Roma comportandosi come “esperti” e “reduci” provenienti da un fronte di guerra. Chi non si adegua agli “stati maggiori” viene marchiato come colpevole di collusione col nemico. Sulla Bindi, eletta con i voti dei “democratici” soprattutto della Locride, pesa come un macigno il peso di un patto tradito. Sia chiaro non è stata la sola a tradire il legame con gli elettori ed è perfettamente inutile che si scomodino Scilipoti o la Santelli. Non hanno alcun titolo! Una cosa però bisogna che sia chiara: quando si tradiscono gli elettori , non solo si mortifica la “sovranità popolare”, ma si alimenta il qualunquismo che è un potente fertilizzante sul terreno nel
quale la ndrangheta cresce e si sviluppa. Senza un chiarimento pubblico, senza una capacità autocritica e la necessaria umiltà ogni telefonata diventa inutile! La nostra terra è tormentata da una lunga “guerra” . Una “guerra” che il nostro popolo subisce da due fronti opposti rispetto ai quali non siamo neutrali. Noi aspiriamo a diventare Stato. Cambiandolo profondamente e rendendolo più sensibile ai bisogni dei deboli e dei territori emarginati. Meno prigioniero delle caste ! E’ un reato? No, è’ un nostro diritto ma ci viene testardamente negato . La commissione parlamentare antimafia è oggettivamente portatrice della logica dei vincitori. Noi siamo gli esclusi! Noi siamo costretti a subire l’arroganza di un “potere” che in Calabria fa strazio dei principi fondamentali della Costituzione e contemporaneamente costretti a contrastare l’iniziativa di una ndrangheta feroce che di questo strazio approfitta, arruolando nelle proprie fila disperati e reietti, arrabbiati ed avviliti,
alienati nel messaggio di ricchezza che travolge ogni valore di solidarietà e di civile convivenza. Occorre l’assoluta consapevolezza che non ci può essere lotta per la “legalità” che non sia contemporaneamente lotta per l’attuazione della Costituzione. Lotta per il riscatto della nostra dignità. Lotta contro la criminalizzazione della Locride e della Calabria intera. Questa consapevolezza è mancata alla commissione parlamentare antimafia e, purtroppo, è mancata durante tanta parte dei lavori dell’assemblea dei sindaci della Locride riunita per esprimere la solidarietà al Vescovo monsignor Oliva. Una assemblea che ha oscillato come “re tentenna” senza approdare a nulla. La solidarietà al Vescovo non c’è stata ! Aldilà delle tante intelligenze presenti in sala e del profilo di alcuni interventi, il dibattito è apparso come surreale ed evanescente. Questa clima amaro e frustrante- molto probabilmente -ha portato, nella seconda parte del dibattito, un’assemblea ormai boccheggiante sino all’agonia a inventarsi la classica fuga in avanti: a maggio, tutti a Roma. Vorrei sbagliarmi , signori Sindaci, ma mi sembra francamente inutile!
Profili
Alla fine degli anni ‘70 sui nostri campi, meravigliosamente periferici e in terra battuta, per due o tre stagioni, la corsia di destra (ma a volte anche quella di sinistra) della Bovalinese venne occupata da un ragazzino gracile e dai capelli lunghi. “Una vera promessa”- raccontano gli amatori più appassionati del tempo. “Ma la sua grandezza era anche il suo limite: Mimmo Lucano era nel campo e fuori genio e sregolatezza”.
L’utopia della normalità: la rivoluzione di un’ala destra
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i sono storie piccole, minuscole a volte, sconosciute ai più. Storie, che una volta su un milione, incredibilmente, ritornano. Del calcio tradizionale, quello di cui abbiamo un ricordo ormai sbiadito e un po’ nostalgico, custodito nei vecchi album delle figurine panini, quando il numero 3 era il terzino sinistro e il 9 il centravanti, il ruolo che, tra tutti gli altri, aveva un fascino quasi rivoluzionario era l’ala destra. Il numero 7, per intenderci. Quello della leva calcistica della classe ’68 di De Gregori, un numero, il 7, legato a talenti come Domenghini, Causio, Conti e Fanna. O come Gigi Meroni, la sfortunata farfalla granata volata in cielo a soli 24 anni in circostanze tragiche. Al suo ricordo non sono legati solo i dribbling, ma anche la vocazione artistica e l’impeto ribelle. Erano gli anni sessanta del resto, tempo dei grandi ferventi rivoluzionari e della Beat Generation. Qualche anno più tardi, anche sui nostri campi, meravigliosamente periferici e in terra battuta, per due o tre stagioni, la corsia di destra (ma a volte anche quella di sinistra) della Bovalinese venne occupata da un ragazzino gracile e dai capelli lunghi. “Una vera promessa”- raccontano gli amatori più appassionati del tempo. “Ma la sua grandezza era anche il suo limite:
Mimmo Lucano era nel campo e fuori genio e sregolatezza”. Mimmo Lucano (chi l’avrebbe detto allora!), “sbarcato” all’improvviso tra le 50 personalità più influenti del mondo, secondo la rivista americana Fortune. Un riconoscimento meritato, certo non per meriti sportivi, ma per la concretizzazione della sua utopia della normalità. Ma ancora qualcuno ama ricordarlo come l’ala indisciplinata che era. Un giovane ribelle che sognava la rivoluzione piuttosto che una importante carriera calcistica. Geniale, impre-
vedibile, estroso. Ma anche solitario e incompreso. Quella calcistica, per il Sindaco di Riace, fu solo una parentesi, archiviata da lui stesso e dai più. E se il calcio moderno, quello dei diritti televisivi e degli insopportabili spezzatini di anticipi e posticipi, ha rottamato il fascino e la solitudine romantica del numero 7 lui, nella sua vita di uomo, di militante della sinistra e di Sindaco quel ruolo non lo ha voluto mai abbandonare. Rifiutando il politicamente corretto delle convenzioni, delle procedure meticolosamente rego-
lari e delle parate istituzionali. Ha preferito giocarsi la partita dribblando arroganti burocrati in cui ha sempre visto una corporazione reazionaria da combattere. Riace grazie a Lucano è l’esempio di accoglienza dei migranti più significativo del mondo, ma è anche un bellissimo centro storico dove degli asini tirano i carretti nel servizio di raccolta differenziata porta a porta. Dove presto l’acqua verrà sottratta ai potentati e restituita al popolo. Riace è una piccola rivoluzione della concretezza. Unica e irripetibile, come il suo Sindaco Mimmo Lucano. Un uomo piccolo e grande ad un tempo, di piccole grandi intuizioni. Un’ala destra che ha capito che poteva vincere la sua partita, non al Bernabéu di Madrid, ma giocandosela a fianco degli ultimi nella sua Riace. Qui da noi, in Calabria, nella Locride. Ce l’ha fatta Mimmo, e anche se la sua rivoluzione non sarà sufficiente ad eliminare le ingiustizie di questo tempo, il suo esempio è riuscito a parlare al mondo. Mentre lui, senza ambizione alcuna di una comoda poltrona in Parlamento, continua a correre, su quella fascia, dribblando giganti e avversari, cercando un traversone imprevedibile e preciso per mandare in gol ora Yasmin, ora Zahra, ora Mamaduou, i suoi cittadini venuti dal mare. Da ala destra. L’ultima ala destra! Rosario Rocca
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Allergie: Prevenire fa la differenza Studi recenti hanno messo in evidenza il costante aumento nella nostra popolazione, in particolare in età pediatrica e adolescenziale, delle malattie allergiche tanto da “meritarsi” il terzo posto tra le principali malattie croniche. Nell’ambito delle attività orientate a favorire la prevenzione delle malattie allergiche respiratorie si inserisce il percorso formativo “A... come Allergologia” che si terrà il 16 aprile presso l’ex convento dei Minimi di Roccella Jonica. Fortemente voluto dal dottor Domenico Bruzzese, Responsabile del Servizio di Allergologia Territoriale e del Dispensario funzionale dell’Asp di Reggio Calabria con sede a Marina di Gioiosa Jonica, il percorso formativo si articolerà in due sessioni riguardanti la prevenzione, la diagnosi precoce e la gestione clinica delle malattie allergiche respiratorie. “A... come Allergologia” è rivolto agli addetti ai lavori e, oltre ad essere un importante momento di formazione circa i nuovi percorsi diagnostici e terapeutici, rappresenta anche un’opportunità per affrontare in maniera interdisciplinare le problematiche di questa patologia, favorendo una maggiore integrazione tra il medico specialista e il medico di base, così da garantire all’utenza un servizio adeguato alla soluzione dei loro problemi. Il percorso è rivolto non solo ai medici specialisti ma anche ad altre figure professionali sanitarie, tra cui i farmacisti, che ormai rivestono un ruolo fondamentale nel fare da tramite tra paziente e medico. Al convegno interverranno sia specialisti provenienti dall’ambiente universitario che operatori che lavorano sul territorio e che hanno un diretto contatto con le problematiche. Per un’anticipazione sulle tematiche che verranno affrontate durante il percorso informativo abbiamo intervistato l’organizzatore dott. Domenico Bruzzese. Negli ultimi anni si è registrata una maggiore frequenza delle malattie allergiche. Da cosa dipende? Le malattie allergiche sono in netto aumento basti pensare che per quanto riguarda l’asma, al mondo ne soffrono 300 milioni di persone e le statistiche prevedono che nel 2020 circa il 50% della popolazione soffrirà di almeno di una patologia allergica. È quasi un’epidemia. Ciò dipende da due fattori. Innanzitutto quello genetico, per cui esiste una predisposizione a sviluppare questo tipo di malattia. Altra causa è sicuramente da identificare nei nuovi stili di vita: il vivere per gran parte della giornata in ambienti sigillati e inquinati dal fumo di tabacco e altri agenti chimici facilita l’insorgenza di queste patologie. Quindi è un falso mito che le allergie trovino “terreno fertile” in campagna? Le più alte percentuali di soggetti allergici si registrano nei paesi industrializzati. Fattori come l’inquinamento determinato dagli scarichi veicolari facilitano processi infiammatori a livello delle vie respiratorie e questo ha come conseguenza una maggiore predisposizione all’insorgenza delle malattie. È la primavera la stagione più fastidiosa per chi soffre di allergie? No, non è la primavera la sola stagione foriera di reazioni allergiche. È vero che si registra una riacutizzazione delle malattie allergiche nel periodo primaverile ma è altrettanto vero che i cambiamenti climatici che stiamo subendo e che hanno determinato un aumento della temperatura fanno sì che queste malattie, anche quelle causate dai pollini, si manifestino tutto l’anno. Pertanto siamo in presenza di pazienti che da settembre fino a maggio-giugno inoltrato manifestano una sintomatologia che può andare dalla rinite all’asma.
Le malattie allergiche sono in netto aumento tanto da “meritarsi” il terzo posto tra le principali malattie croniche. Le statistiche prevedono che nel 2020 circa il 50% della popolazione soffrirà di almeno di una patologia allergica.
Quali sono i test per effettuare una diagnosi certa? Il momento fondamentale è l’approccio con lo specialista che deve partire dall’esame obiettivo perché è inutile, oltre che dannoso, sottoporsi a esami a tappeto. Va capito caso per caso quali possono davvero servire. Sono principalmente due i tipi di test cui si può essere sottoposti quando ci si rivolge a un allergologo: i test di I e II livello, ovvero i test cutanei e gli esami del sangue. Il test di primo livello, non invasivo e di basso costo, è il PRICK test, un elenco dei possibili allergeni responsabili, che ci consente di fare una diagnosi di sensibilizzazione. La semplice valutazione del PRICK test non permette di giungere a una diagnosi completa, ma deve essere correlata a quella che è la sintomatologia. I test di secondo livello, invece, sono più costosi e invasivi; ad essi il medico si rivolge nel momento in cui l’esame clinico più il test di I livello non hanno consentito di formulare una diagnosi certa. Quanto è importante l’aspetto terapeutico? L’aspetto terapeutico è fondamentale poiché si tratta di malattie croniche che necessitano di una terapia di lunga durata e con cui il paziente deve convivere. Spesso il paziente nel momento in cui ha una remissione della sintomatologia tende a sospendere la terapia e questo è un grave errore perché si espone a delle successive riacutizzazioni. La rinite allergica è il primo fattore di rischio per l’asma. Quindi curare la rinite allergica non significa curare una patologia banale ma curare una malattia sistemica che può avere delle complicanze particolari come le sinusiti, le otiti ma soprattutto l’asma. Con un intervento precoce come l’immunoterapia si evita che il paziente, nel corso degli anni, possa diventare un soggetto asmatico o comunque istauri un quadro clinico da cui è difficile uscire. Non bisogna, poi, dimenticare che di asma si muore. Quindi curarla fin dalle fasi precoci è un atto di estrema importanza. È possibile prevenire l’insorgenza delle allergie? Le malattie allergiche si curano soprattutto con l’immunoterapia specifica, il cosiddetto vaccino anti allergico: mentre la terapia farmacologica è una terapia orientata a gestire il sintomo della malattia, e quindi a far regredire il sintomo di tosse, di affanno, di dispnea, di respiro corto, l’immunoterapia è l’unica terapia in grado di modificare il decorso della malattia. Non dobbiamo dimenticare che si tratta di malattie causate da un’alterazione del sistema immunitario. Quest’ultimo ha subito delle modificazioni e quindi risponde in maniera esagerata a degli stimoli. Quali sono le novità nella cura delle allergie? L’immunoterapia specifica ha dei prodotti sempre più efficaci che garantiscono un’immunità di 15-20 anni e che vanno somministrati per via sublinguale o per via iniettiva ma comprende anche delle terapie farmacologiche che sono orientate a gestire meglio il cosiddetto asma non controllato; quindi terapie biologiche di nuova generazione che possono dare un contributo notevole al controllo della patologia asmatica. Per partecipare all'evento occorre effettuare la prenotazione, collegandosi al sito www.dafneservizi.it - Sezione Iscrizioni. La partecipazione al percorso formativo garantirà l'assegnazione di n° 8 crediti formativi ECM
ATTUALITÀ
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Il“punto”sui“punti”programmatici del partenariato per la Locride La costituzione del GAL , attraverso un collaborazionismo di stampo associativo tra le varie amministrazioni comunali, potrebbe rappresentare la svolta socio-economica per i paesi della Locride
partire dal 7 novembre 2015 si è iniziato a parlare, nell’ambito di un convegno sui temi dello sviluppo locale, della ricostituzione e ampliazione del GAL (Gruppo di Azione Locale). L’ampio consenso di cui è stata investita la proposta ha fatto sì che, il 27 novembre 2016, prendesse il via il progetto di creazione di un partenariato tra i comuni della Locride finalizzato alla creazione, e alla gestione condivisa, di un piano per la ripresa socio-economica dei territori aderenti. Partenariato e PSL (Piano di Sviluppo locale/ Locride) sono stati definitivamente istituzionalizzati nella riunione del 7 dicembre 2016, tra le amministrazioni comunali interessate, e hanno posto a capo dell’associazione tra comuni, colui che se ne era fatto promotore per la prima volta durante il convegno del 7 novembre, il sindaco di Siderno Pietro Fuda. Il PSL è stato pensato come progetto in fieri da articola-
A
CAMMINARE A PIEDI PER CONOSCERE E AMMINISTRARE Che la Locride fosse una terra bellissima e diversa da come viene tristemente descritta ne ero fermamente convinto ma oggi ne ho la certezza. Domenica scorsa su invito dei miei amici Leonardo Longo e Carmine Verduci ho conosciuto un'altra realtà grazie alla quale per un giorno ho vissuto la mia terra dimenticandomi dei problemi che l’affliggono. Leonardo e Carmine sono due ragazzi con la passione per le lunghe camminate alla scoperta dei nostri paesaggi e che quotidianamente sono impegnati nel mondo associativo per promuovere le bellezze della nostra terra. Incuriosito dal loro entusiasmo, mi faccio coinvolgere in una delle loro escursioni. La meta scelta è Trepizzi, nel comune di Ciminà. Ciminà era a me noto semplicemente per la cruenta faida di 'ndrangheta che lo colpì duramente negli anni ‘70 e che mai mi sarebbe passato dalla mente di visitare senza un motivo ben preciso. Arrivati a Ciminà, ad attenderci c’è il signor Antonio Monteleone, memoria storica del luogo che ci ha guidati per tutto il percorso. Non avevo mai partecipato a queste tipo di iniziative e non nascondo un velo di scetticismo iniziale: alzarsi presto di domenica mattina, camminare per ore nel cuore dell’Aspromonte, per cosa poi? Ed ecco che giunti sulla cima di Trepizzi arrivano le prime risposte. Il panorama è mozzafiato, sembra di stare su un monte del Trentino Alto Adige, ma a fugare ogni dubbio ci pensa la vista del mare. Nel frattempo, giunge l’ora del pranzo, durante la quale il signor Antonio ci recita una poesia da lui scritta per narrare la storia della sua Ciminà. In quella poesia c’era, da una parte, la nostalgia dell’infanzia di un uomo cresciuto nella semplicità di una famiglia numerosa e, dall’altra, trapelava la rabbia per le vittime di una guerra di mafia che negli anni ‘70 ha sterminato un’intera generazione. Si riparte, e si scende a valle. È il momento della visita a un'azienda agricola, produttrice del rinomato caciocavallo di Ciminà. Ci ricevono come se fossimo amici di lunga data, con una tavolata ricca di prodotti sani e genuini lavorati secondo la tradizione. Qualcuno del gruppo del catanzarese rimane sbigottito per il calore dell’accoglienza al punto da rilevare che tra le tante zone della Calabria visitate mai avesse visto nulla del genere. La giornata è giunta al termine, ci salutiamo con i compagni di viaggio e si rientra. Durante il tragitto in macchina inizio a chiedermi perché abbia aspettato tanto per conoscere una località così bella e affascinante a due passi da casa mia. Non so darvi una risposta ma posso dirvi che non perderò altro tempo per scoprire le tante altre bellezze della mia terra, che solo chi cammina a piedi può ammirare. Lo farò con la convinzione che un giovane come me, che prova a impegnarsi in politica per passione, non può non conoscere gli angoli più nascosti e più suggestivi della sua terra. E chissà, forse proprio questa conoscenza è quella che è mancata e che ancora manca a tanti amministratori che considerano rovine ciò che altrove chiamano ricchezza. Giuseppe Jirilli (Coordinatore LabDem Locride)
re in quattro fasi ben precise: una fase di preparazione, una di ricerca e analisi, la fase di progettazione vera e propria e quella finale di diffusione e gestione in itinere del piano di sviluppo ideato. Le prime due fasi servono a definire, attraverso incontri programmatici, tra i membri delle amministrazioni comunali aderenti al progetto, le strutture e le risorse umane più idonee al buon esito degli obiettivi da conseguire, che saranno valutati attraverso un attento lavoro di indagine sul territorio, per mezzo di questionari analitici, a esperti e gruppi adeguatamente selezionati, e grazie al coinvolgimento, nel dibattito politico, delle realtà economiche già operanti sul territorio. La terza fase, quella di progettazione vera e propria, avrà il compito di stabilire la maggiore o minore rilevanza degli obiettivi proposti, così da creare una scaletta temporale che determinerà, in prospettiva di un concreto bilancio entro il 2020, la tempistica con la quale dovranno essere realizzati. Cruciale in questa fase sarà la stesura di un business plan capace di garantire l’effettivo beneficio ottenuto dalle sinergie tra i soggetti amministrativi coinvolti, che verranno divisi in 4 gruppi, in base alla loro vicinanza, e di conseguenza alle maggiori possibilità di una proficua interrelazione. La fase conclusiva, con la messa in atto delle iniziative proposte, analizzate e adeguatamente pianificate durante le altre 3 fasi, porterà alla costante comunicazione dei risultati ottenuti, sia ai soggetti mediatici locali, che a livello nazionale e internazionale, grazie a una gestione intermediale delle informazioni e a una continua sensibilizzazione dell’opinione pubblica con seminari e forum studiati ad hoc. La riuscita di una collaborazione tra i comuni della Locride, e la conseguente attuazione da parte del partenariato di un PSL, nato da una visione d’insieme del nostro territorio, piuttosto che dal ristretto punto di vista dell’interesse del singolo comune, potrebbe portare a uno sviluppo economico condiviso e contemporaneamente a un’evoluzione del pensiero politico locale, che tutti ci aspettiamo sia adeguata alle forti aspettative finora generate. Vincenzo Larosa
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Comunque vada, sarà un insuccesso L’Italia tutta è una colonia, non più solo il Mezzogiorno. La marionetta Renzi si è fatta stavolta portavoce degli interessi delle grandi multinazionali, sostenendo che sono un’oggettività economica presente in Italia, che portano lavoro, e che se le mandiamo via, poi avremmo di che pentircene. Renzi è solo l’ultimo in ordine cronologico che ha svenduto questo paese, le sue ricchezze, le sue risorse, le sue persone, agli imperi coloniali che sembrano un ricordo del passato, una pagina del libro di Storia della quinta liceo, ma che oggi sono tanto presenti quanto lo furono all’epoca della Compagnie delle Indie. Non si chiama “guerra dell’oppio”, ma “operazione di polizia in Iraq”… ma – si sa – i termini vanno aggiornati (Orwell docet). Il Regno delle Due Sicilie, che oggi forse si sarebbe accodato a queste multinazionali, fu abbattuto dall’Inghilterra; dietro i Savoia c’era la Francia, che oggi si sta spolpando metà dell’Africa. Con l’Unità d’Italia ci siamo consegnati a uno spietato colonialismo europeo (leggi: tedesco) totalmente antimediterraneo e anti-islamico, quando il commercio con i paesi arabi e africani avrebbe di sicuro prodotto beneficio a tutta la nazione, mentre la confluenza verso il nord Europa porta benefici (persino relativamente scarsi) solo a una manciata di regioni: quelle favorite dal federalismo fiscale. Con il referendum del 17 aprile questi poteri forti vedono una possibile limitazione a privilegi già acquisiti (mantenere la concessione per estrarre gas e petrolio dal mare italiano, per rivenderlo agli italiani) e tutto il mondo mediatico appoggia i loro interessi, a partire dalla pubblicità nazionale del referendum, che ci mostra un panciuto serbatoio sottomarino, lasciato pieno a metà. Perché, si chiederà l’ignaro votante, devo perdere questa mezza pancia di petrolio? L’ignoranza crassa supina e pluristratificata della maggior parte delle persone, fa immaginare le falde come un grosso uovo di pasqua. Invece sono lunghe e sottili, perlopiù distribuite orizzontalmente, e i tubi di pesca non vanno giù giù dritti come fusi. Non è come bere una lattina di coca-cola, e i tubi si possono rompere in qualsiasi momento perché la terra si muove, sempre. E ricordiamoci che Fukushima esplose un mese dopo che era stata rinnovata la concessione. I posti di lavoro a rischio? Fatta salva la logica che il lavoro di qualche migliaio di persone non vale la perdita di un intero ecosistema marittimo, nessuno perderà il lavoro. Semplicemente gli operai e gli impiegati smetteranno di lavorare su quelle piattaforme il giorno in cui scadrà la concessione, ma magari andranno a lavorare su altre piattaforme, o forse diventeranno ingegneri “verdi” chi lo sa. Non mi risulta che altri lavoratori siano stati altrettanto protetti, quindi quello dei posti di lavoro è un banale pretesto. Ci hanno anche detto che non cercano petrolio, ma metano. Che il metano esplode è noto. E non è come il petrolio, cioè oleoso, semiliquido. Se viene estratto male, si possono causare crolli, movimenti in falda, esplosioni, bradisismi o sismi. In molti hanno sostenuto che il recente terremoto di Bologna sia stato causato da sondaggi per il metano. L’obiezione tipica: ma poi lo cercheranno sulla terra, questo metano, o peggio, ci piazzeranno delle centrali nucleari sullo Stretto di Messina. Bene, anche contro quelle si dovrà lottare. E in ogni caso non si tratta di scegliere un male minore, si tratta di non volere più quel male. Questo è tipico del popolo rassegnato, piegato, apatico, acritico, che siamo diventati grazie a una pessima istruzione e un lavaggio del cervello che dura da trent’anni. Avremmo il piacere di ricordare che il 47 per cento dei gas serra, tra cui il metano, proviene dagli allevamenti di animali da macello. A questo punto è lecito farsi qualche domanda sull’utilità di piattaforme petrolifere e metanodotti, che ricalcano un po’ i cannoni e le flotte navali degli imperi coloniali, cioè strumenti per mantenere posizioni strategiche e avanzare richieste politiche.Nonostante il battage mediatico, è difficile che il referendum raggiunga il quorum, e quindi come spesso capita ai giornalisti, ci stiamo solo parlando addosso. Lidia Zitara
GERENZA
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La cura della salute a domicilio
SIDERNO: Nasce l’Associazione “Nurse care & physiotherapy Onlus”
L’amore per la vita, unito all’entusiasmo generato dalla voglia di creare qualcosa che sia al servizio del prossimo, specie delle persone più deboli, degli ammalati, ci ha permesso di concretizzare un sogno sul quale meditavamo da tempo. Da questi presupposti, e dalla voglia di offrire alla gente un servizio sanitario di stampo assistenzialistico capace di colmare le lacune di quello Nazionale, che nel clima di spending review imperante oggi giorno sono sempre più evidenti, nasce l’idea di creare una start up come “Nurse care & physiotherapy Onlus”. Quello che mettiamo in campo, oltre alla nostra passione, è la professionalità acquisita nel campo infermieristico, dove militiamo da anni, e che ci consente di creare una strategia vincente per sopperire alle mancanze giornalmente osservate nel nostro lavoro. Un servizio dunque che punti a migliorare le condizioni di vita nel territorio e per il quale la centralità del paziente, persona e non semplice posto letto da gestire, sia indiscutibile. Un servizio, ancora, che potrà garantire prestazioni altamente qualificate non solo di tipo ambulatoriale, ma soprattutto di tipo domiciliare, consentendo al paziente di essere completamente a suo agio nell’ambiente domestico e sfruttando allo stesso tempo le intrinseche proprietà curative del clima familiare. Tra le prestazioni fornite dalla “Nurse care & physiotherapy Onlus” si annoverano: prelievi del sangue, (per i quali si può inoltre richiedere la consegna presso un laboratorio analisi scelto dal paziente e la successiva consegna del referto presso la propria abitazione); medicazioni semplici e complesse; somministrazione di terapie sottocutanee, intramu-
scolari ed endovenose; misurazione parametri vitali; esecuzione elettrocardiogramma domiciliare; gestione del cateterismo vescicale; gestione della nutrizione enterale e parenterale; gestione stomie; gestione sondini naso gastrici; assistenza notturna e riabilitazione fisioterapica attiva e passiva. Per informazioni rivolgersi alla Responsabile Infermieristica al numero 388 9054625 o presso l’ambulatorio al numero 0964 343315.
La via del tramonto L’ANGOLO DI PARRELLO
Ti capisco benissimo, caro Totti, nel non voler facilmente accettare la "via del tramonto". Sono un tifoso della Roma ed io per primo vorrei vederti sempre in campo, a realizzare delle reti bellissime. Forse anche il giorno non accetta la notte, ma non può certo sottrarsi alle leggi della natura. Il tempo passa per tutti e dunque anche per te è arrivata " la via del tramonto". Accettala con coraggio e forza come fanno, anche se a malincuore, tutte le persone. Un abbraccio affettuoso da parte di un tuo tifoso. Franco Parrello
RICORDANDO PIETRO FONDATORE DEL BAR WILLIAM
Direttore responsabile: MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Cristina Caminiti, Eleonora Aragona, Franco Parrello, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta, Katia Candido.
non mi sarei mai aspettata che tu venissi a mancare così velocemente! Tu che non hai mai pensato alla tua vita… Ma sei sempre stato devoto solo al lavoro e alla tua famiglia, “rispettando tutto e tutti”. Chi come me perde persone così care, credo si faccia sempre la solita domanda… Perché proprio lui? Questa è una domanda che non avrà mai una
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DOMENICA 10 APRILE 15
IL PUNTO SUL CALCIO LOCALE In Serie D il Roccella pareggia per 2-2 lo scontro salvezza in casa del Marsala, per bene due volte gli ospiti vengono acciuffati, prima rete di Laaribi pareggiata da Riccobono su calcio di rigore, Roccella nuovamente in vantaggio con Dorato ma proprio all'ultimo minuto il Marsala pareggia ancora con Riccobono su calcio di rigore. Il Roccella si mantiene a tre punti dalla zona play-out con 5 partite da disputare, servirà affrontare queste partite come fossero cinque finali. Mancano ormai due partite alla conclusione del Girone B di Promozione, in prima posizione continua la marcia trionfale del Locri che, ormai certa del primo posto e della conseguente promozione in Eccellenza, vince in trasferta contro una Rosarnese in caduta libera per 4-1 con Libri autore di una grandissima prestazione, prosegue quindi la festa in casa amaranto. A 10 punti dalla vetta troviamo il Siderno che questa giornata riposa considerato l'appuntamento con il Marina di Gioiosa ritirato, accorcia invece il distacco dalla seconda in classifica il Soriano che si impone in trasferta a Bocale per 4-2 che abbandonano ormai il sogno play-off, bene anche la Deliese che non sciupa l'occasione di avvicinarsi alle prime vincendo 4-2 contro un San Giuseppe ormai salvo. Stecca invece il Caulonia in casa dell'Aurora Reggio, pareggio a reti bianche che allontana gli ospiti dai play-off, tranquilla ormai la situazione dei padroni di casa assestatosi a metà classifica; bene la Laureanese che passa sul campo della matricola Africo per 3-1 e raggiunge in classifica propio il Caulonia mentre i padroni di casa possono comunque essere soddisfatti per questo campionato tranquillo dimostrando di no naver patito il salto di categoria. In zona salvezza importante successo tra le mura amiche della Villese per 1-0 contro la Serrese, penultima, che proietta i padroni di casa verso il mantenimento di categoria; pareggio pirotecnico in BagnareseGuardavalle per 3-3 con i padroni di casa sicuramente più soddisfatti per questo risultato. Da segnalare il bel derby nel Girone D della Prima Categoria tra Bovalinese e Bianco finito 3-1 per i padroni di casa, un risultato importantissimo per i padroni di casa che si ritrovano a lottare in zona salvezza mentre gli ospiti sono in lizza per un posto nei play-off. Cosimo Capogreco
LA SCOMPARSA
Riviera saluta il caro Vittorio Iannì
Riviera si unisce al cordoglio dell’amico Rosario e della famiglia Iannì per la scomparsa del caro Vittorio. Una vita divisa tra il lavoro di operatore scolastico, fatto sempre con una passione proverbiale, e gli affetti familiari, ci lasciano il ricordo affettuoso di un uomo d’altri tempi, i cui valori continueranno ad ispirarci. Ciao Vittorio ti ricorderemo sempre con piacere e con il sorriso sulle labbra.
Ciao Enzo
Ciao Enzo… sono trascorsi due anni dalla tua dipartita… ma il ricordo del tuo dolce sorriso e della tua immensa vitalità rimarranno custoditi nel mio cuore per sempre… Tua moglie.
Ad un suocero che mi ha fatto da padre il mio ricordo... Ciao papà, suocero, amico… un misto dettato dal cuore… Tu, in poco tempo sei entrato nella mia vita, regalandomi quelle risate che mi mancavano sin da quando ero bambina essendo cresciuta per causa di forza maggiore senza un padre… perché il destino ha voluto così!!! Mi hai insegnato tanto, a non credere nei momenti bui, ad affrontare le difficoltà che ogni giorno la vita ci potesse riservare… Mi hai dato “forza e coraggio” mantenendo sempre la testa alta, qualsiasi problema ci fosse… Tu, che vivevi per l’amore dei tuoi figli e stravedevi per le tue “principesse” non immagini minimamente quanto gli manchi! Quanto manchi al tuo amatissimo figlio, “eri tutto per lui”, eri il suo punto di riferimento… La sua forza… Non è stato facile vederlo soffrire per la tua mancanza! Però caro suocero, credo che nell’Al Di Là esista veramente qualcosa per cui vale la pena credere! Ho pregato tantissimo per te, perché tu riuscissi a darmi la forza di andare avanti e superare i momenti bui… Ho pregato per le mie figlie, cercando giorno, dopo giorno di fargli capire che la vita è anche questa… Non è stato facile per loro ritrovarsi senza di te dalla sera alla mattina… “Tu per loro eri un idolo” e lo sarai per sempre! Avrei voluto fare molto di più… La verità è che
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risposta. Ma provate a pensare una cosa… Quando andiamo in un prato fiorito, quali fiori strappiamo da terra? Quelli belli, o quelli brutti? Ecco questa è la risposta che giorno dopo giorno do a me stessa e alle mie figlie… Concludo dicendoti: «sono più che sicura, che dove sei ora finalmente tu possa riposare e vegliare sui tuoi cari…» Dovunque tu sia sappi che non smetteremo mai di pensarti, né potremmo dimenticarti… Spero che tu abbia finalmente smesso di soffrire e soprattutto chi ti possa riposare dopo tutto il lavoro che hai fatto fino alla fine dei tuoi giorni… Che tu possa continuare a ridere, perché il tuo sorriso era la tua arma vincente! Un giorno ci rincontreremo, faremo tutto quello che non abbiamo potuto fare… Quando arriverà quel giorno anche noi, come te, non piangeremo più, non sentiremo più dolore… Non ti diremo mai “addio… né ciao…ma semplicemente “a presto…” Ti vogliamo bene… Non lo dimenticare mai!!! Nessuno muore veramente finché l’affetto che proviamo nei suoi confronti continua a “vivere nei nostri cuori!!!” Ciao Pietro Dù William, “Per me Papà” Maria
LA POESIA
A vucata di Saverio Macrì (Bovalino) A sira prestu ndi curcamma facimma u primu sonnu e poi ndi risbigghjamma. Tantu u rologiu non avia l’ura mancu a sapia, cu penzeru partimma ca sumera chi ragghjava a mamma chi spettava i rrobbi carri camma a gghiumara ndindiimma. Tanta bella acqua chi calava, puru a sumera i mbiviri si buzzava. A mamma i rrobbi cca lavava, nta cardara a vucata preparava, na vota l’annu a vucata si facia i lenzola e i cuperti si mentia. O postu du sapuni a cinnari saliava cu vastuni a miscitava. Cu focu chi ccendia i gugghjri l’acqua non volia, quando si decidiu tutta i fora sindiiu. Pocu a pocu l’acqua chi friddau, i rrobbi lavamma, tutta a cinnari nesciu l’acqua si scurau. Supra e petri i lampramma cu bellu suli chi facia, nu profumu si sentia, puru u passeru cantava supra e lanzola si pogghjava, a cicala chi cantava non sacciu comu a gula mancu si sciucava. A farfaglia chi bagliava, i meglissi attornu attornu ndi girava. Comu u suli calava, i rrobbi ca sumera chi spettava, chi pa casa ticchiava. Cu scuru chi facia, a strada mancu si vidia, mancu a luna s’affacciava, nte nuvolati iglia stava. A matina prestu partimma, a sira ndi scurau vidi quantu lavuramma, a vucata facimma.
SVILUPPO
Eccellente traguardo per Jeremie:
ha fornito "benzina" a 100 imprese calabresi In quattro anni di vita il fondo Jeremie si è rivelato il più importante strumento di finanza messo a disposizione delle piccole e medie imprese che gravitano nel territorio regionale MARIA GIOVANNA COGLIANDRO a raggiunto il traguardo dei 100 progetti finanziati il fondo Jeremie, fondo che da quattro anni la Regione Calabria porta in pancia. Si tratta di un’iniziativa della Commissione europea sviluppata insieme al FEI (Fondo Europeo degli Investimenti) finalizzata a promuovere l’uso di strumenti di ingegneria finanziaria per migliorare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese attraverso fondi strutturali. Il FEI, che gestisce le risorse messe a disposizione dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, attraverso la BEI (Banca Europea per gli Investimenti) quattro anni fa ha intercettato la domanda della Calabria, dopo le positive esperienze di Campania, Sicilia e Lombardia. Anche l’imprenditoria calabrese stava lanciando, quindi, il suo SOS e diverse furono le banche interessate a concorrere al cofinanziamento dell’iniziativa. Al termine della selezione, le banche individuate sono state il Medio Credito Centrale e il Banco di Napoli. “La parte del leone a dire il vero, l’ha fatta la Banca del Mezzogiorno Medio Credito Centrale – precisa Paolo Commisso, Presidente del Comitato di Investimento del Jeremie Calabria – L’intervento complessivo che ha in gestione è pari a € 30 milioni (il 50% con provvista FEI e il 50% con provvista propria), che dovranno essere erogati entro il prossimo 30 settembre”. La BCM MCC è dunque la Banca Agente, ovvero l’intermediario che provvede a verificare i requisiti di ammissibilità delle iniziative alle agevolazioni, secondo le regole previste dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale per la concessione del prodotto Jeremie Calabria. “Non è più il favore del politico di turno ad essere determinante: l’istruttoria la fa la banca, quindi o l’impresa è meritevole o non riceve il finanziamento”. Questo perché Jeremie Calabria rientra tra gli strumenti finanziari cofinanziati dai Fondi Strutturali e pertanto non è assimilabile alle tradizionali agevolazioni sotto forma di contributo in conto capitale e conto interessi. “I fondi produrranno un effetto di circa 80 milioni di euro – puntualizza Commisso - in quanto si tratta di fondi rotativi: le imprese rimborsano i fondi con cui si finanzieranno nuove imprese”. Quindi altra differenza rispetto alle tradizionali agevolazioni è che i finanziamenti vengono erogati con il presupposto di un recupero delle risorse. "Un obiettivo imprescindibile che ci siamo preposti fin dall’inizio è stato di evitare che in pochi prendessero tanto fagocitando l’intero importo". Nel dettaglio sono stati deliberati fondi alle imprese per oltre 24 milioni di euro, per un importo medio di circa 246 mila euro. Dei 24 milioni, con grande soddisfazione del Comitato e del FEI, l'83% sono fondi erogati
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con garanzie chirografarie (ovvero quel credito non assistito da alcun tipo di garanzia reale) mentre solo il restante con garanzie ipotecarie. "Questo ha consentito alle aziende di smobilizzare la finanza e rimetterla in funzionamento". Il Dott. Paolo Commisso ricorda, inoltre, che oggetto del finanziamento sono tutti gli investimenti in beni immateriali (spese relative a costi capitalizzati per ricerca, brevetti, ecc.), e materiali (impianti, macchinari, attrezzature, ecc.), nonché il capitale circolante collegato ai suddetti investimenti in relazione alla creazione, al sostegno o all'espansione di attività di un'azienda nuova o già esistente, quali, a titolo esemplificativo, l'acquisto di scorte, il finanziamento di crediti esigibili e forniture di servizi strettamente legati al ciclo produttivo e/o commerciale. Volendo fare un identikit del beneficiario di un contratto «Jeremie Calabria» di BdMMCC, si tratta prevalentemente di una micro o piccola impresa (48%), autonoma (66%), che ottiene un finanziamento chirografario di durata compresa tra 3 e 5 anni (80%), per investimenti in circolante (48%). Dato quest'ultimo di ulteriore maggiore apprezzamento tecnico: significa che un’azienda su due ha ottenuto finanza per acquistare scorte, linfa vitale della gestione ordinaria delle imprese calabresi. L'obiettivo di Jeremie, infatti, non è quello di creare nuove "cattedrali" ma dare respiro finanziario alla media e piccola impresa. Nell'ambito della Jeremie sono eleggibili al finanziamento tutte le micro imprese individuali e professionali e le piccole e medie imprese come definite dalla raccomandazione della Commissione 2003/361/EC con sede legale e operativa nella regione Calabria. Possono beneficiare del finanziamento anche le PMI con sede legale fuori dalla regione Calabria purché abbiano almeno una sede operativa o un'unità produttiva in regione e l'iniziativa riguardi investimenti e l'eventuale incremento di circolante correlato a detti investimenti in una o più di dette sedi operative. Per quanto riguarda la sede dell'unità operativa, il 41% si concentra nella provincia di Cosenza, il 23% a Reggio Calabria, il 16% a Catanzaro, il 13% a Crotone, il 7% a Vibo Valentia. "Una su quattro è un’azienda della provincia reggina - sottolinea Commisso Quindi nella nostra provincia c’è un’imprenditoria sana, eleggibile al finanziamento". Jeremie è, dunque, la testimonianza che si può fare finanza in maniera intelligente. "Negli anni ho prestato la mia consulenza alla Regione - dichiara Paolo Commisso - e succedeva che da 2000 aziende che presentavano domanda, alla fine la metà saltava per vizi di forma; della metà che andava a concorso, veniva finanziata una sessantina perché bisognava dare delle garanzie e purtroppo le aziende non avevano fondi. Quindi grandi kermesse e incontri organizzati dalla Regione ma poca sostanza".
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DOMENICA 10 APRILE 17
L’INTERVISTA
Anche i commercialisti progettano lo sviluppo della Locride L’Ordine dei Commercialisti di Locri si sta impegnando in queste settimane a fare rete con le imprese locali per migliorare la produttività e la competitività delle aziende. Ettore Lacopo, presidente dell’Ordine, ci rivela in che modo questa intesa può migliorare il territorio. e si ha a cuore la propria terra e si pretende di vederla economicamente florida e rigogliosa, non c’è categoria professionale che possa essere esclusa dal generare sviluppo. Nella Locride, ad esempio, l’Ordine locale dei commercialisti si è fatto promotore della creazione di alcune reti d’impresa per migliorare produttività e competitività delle aziende. Abbiamo intervistato Ettore Lacopo, presidente dell’Ordine. Negli anni lo Stato ha provato a reprimere il fenomeno mafioso ma a livello locale poco è stato fatto per aiutare i soggetti economici con strumenti idonei a favorire le ripresa e lo sviluppo. In che modo i commercialisti possono costituire un valido contributo? Gli Ordini territoriali devono contribuire a dare una spinta propulsiva allo sviluppo dell’economia locale. In tal senso, l’Ordine di Locri si sta facendo promotore della creazione di due o tre reti d’impresa. Certo, non sarà di facile attuazione considerando l’individualismo del popolo calabrese, ma ci proveremo con l’aiuto dei colleghi e dei nostri clienti perché le aziende in rete, sviluppando maggiore produttività e competitività, faranno crescere le loro aziende, l’occupazione e tutta l’economia del territorio. Risale a nemmeno un mese fa l’operazione antimafia “Tipographic” da cui è
emerso che il binomio ‘ndrangheta e usura ha trasformato le cosche della Locride in una sorta di società di finanziamenti a “strozzo”. Che soluzione proponete per uscire dalla crisi da sovraindebitamento? I commercialisti svolgono un’importante funzione sociale, fornendo aiuto per uscire dalla crisi di sovra-indebitamento. L’Ordine, a questo proposito, ha costituito un Organismo di Composizione della Crisi, il primo in Calabria e l’ottavo in Italia. Quando parlo di utilità sociale dell’OCC, mi riferisco ai cittadini della Locride che potranno beneficiare di tale istituto. La crisi da sovra-indebitamento è un problema che va affrontato da diversi punti di vista: oltre ad una visione tecnico-giuridica, ci sono anche risvolti sociali che si ripercuotono negativamente nella vita di tante persone, continuamente vessate ed esasperate a causa dei debiti verso le banche, Equitalia, l’erario. Senza dimenticare che la congiuntura economica di questo periodo accentua le ricadute negative. Ritengo che il nostro territorio stia uscendo da questo lungo periodo di crisi. In relazione alle crisi in provincia, è vero che probabilmente sono tante, ma bisogna smettere di piangersi addosso ed operare per risolverle. Occorre essere ottimisti e propositivi e tenere sempre a mente che ognuno di noi è artefice del proprio destino».
I commercialisti svolgono un’importante funzione sociale fornendo aiuto per uscire dalla crisi di sovraindebitamento
Gli Ordini territoriali devono contribuire a dare una spinta propulsiva allo sviluppo dell’economia locale
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RIVIERA
CULTURA IN BREVE
La Fidapa esalta i talenti femminili Lo scorso fine settimana i Club Fidapa di Siderno, Locri, Roccella e Brancaleone hanno premiato alcune figure femminili che danno lustro alla nostra regione. Durante l’evento “I talenti delle donne” hanno premiato l’inviata di Porta a Porta Giancarla Rondinelli, la medico Maria Ida Gemelli, la danzatrice Laura Surace e la soprano Eleonora Pisano.
I risultati del memorial“Bonetti” Giampiero Figliomeni del team “Surf casting” si è aggiudicato il 2° trofeo pesca da riva in memoria del Prof. Rosario Bonetti”. Un trofeo, organizzato per ricordare il docente della IPSSAR di LOCRI (RC), e regalare a parenti e amici un pensiero ben dettagliato di Rosario scomparso prematuramente. Il trofeo giunto alla sua seconda edizione ha registrato ben 90 adesioni, con la straordinaria partecipazione di team provenienti da diverse zone del territorio calabrese e alcuni anche da fuori regione. Il secondo classificato è stato Davide Schirripa del team La Zella e al terzo posto si è posizionato Salvatore Modafferi del team Nettuno sport Fishing. Massiccia anche la partecipazione del pubblico con grande soddisfazione degli organizzatori Giuseppe Bonetti, figlio del Prof. Rosario e Giuseppe Muià. Alla cerimonia di premiazione ha partecipato anche il sindaco della città Pietro Fuda.
Il 24 aprile Sergio Cammarierea Locri Ha iniziato come pianista di piano bar. Le sue prime note le ha composte per una colonna sonora al cinema. Nel 2002 arriva il suo primo album. Nel tempo la musica di Sergio Cammariere è stata un rincorrersi di contaminazioni: forte l'eco delle note dei grandi maestri del jazz, i ritmi latini e sudamericani, ma anche la musica classica e lo stile della grande scuola cantautoriale italiana. Durante la sua infanzia, quando trascorreva le vacanze in Calabria, la notte il rumore delle onde cullava i suoi sogni e nei sogni arrivavano musiche mai ascoltate. Sarà lui il protagonista della prima edizione dell’evento intitolato “Dalla Pace del mare lontano - Magna Grecia terra di Pace e Cultura”, organizzato dall’Amministrazione Comunale di Locri Assessorato alla Cultura in collaborazione con “Fatti di Musica Radio Juke Box 2016”, la trentesima edizione della rassegna del miglior live d’autore diretta da Ruggero Pegna. Il prossimo 24 aprile alle ore 21.00 presso la Corte del Palazzo di Città, il concerto dell’amatissimo cantautore crotonese con la sua band inaugurerà un progetto che intende, attraverso la grande musica d’autore, sottolineare le molteplici eccellenze di Locri e del suo vasto comprensorio, dalla storia alla cultura, alle straordinarie bellezze paesaggistiche di uno dei luoghi più incantevoli e incontaminati del Paese. Sul palcoscenico, Cammariere sarà accompagnato dai suoi affiatatissimi musicisti: Amedeo Ariano, batteria, Luca Bulgarelli, contrabasso, Bruno Marcozzi, percussioni, Daniele Tittarelli, sax. “Dalla Pace del Mare lontano - Magna Grecia Terra di Pace e Cultura” vuole essere un messaggio che arriva direttamente dall’arte, dalla grande musica di Sergio Cammariere, un calabrese che ha dato lustro alla sua terra, conqui-
stando sempre più spazi e trovando costantemente riscontro positivo nel giudizio del pubblico e della critica. “Dalla Pace del Mare Lontano. Magna Grecia terra di Pace e Cultura” è il titolo che caratterizzerà l’appuntamento di Locri. L’evento è nato dalla volontà e dalla sinergia tra l’Assessore alla Cultura Anna Rosa Sofia e il promoter Ruggero Pegna. L’Amministrazione Comunale di Locri ha condiviso il progetto, manifestando compiacimento per un appuntamento importante e prestigioso che, negli anni, potrebbe storicizzarsi come uno degli eventi di maggior prestigio dell’intera regione. “Sergio Cammariere – afferma l’assessore Sofia - è un vero chansonnier: le sue musiche ti conquistano catapultandoti in un mondo onirico. È davvero un talento straordinario che alla Calabria dedica tempo e amore. Anche quando non è in giro per il mondo e pur non vivendo più a Crotone, non dimentica le sue radici e il suo territorio. Magna Grecia per l’Amministrazione Comunale di Locri non è solo un concetto o un luogo, ma un principio di vita. Magna Grecia terra di Pace e Cultura – aggiunge Anna Rosa Sofia - è la sintesi perfettamente descrittiva di un percorso culturale e storico che, nella musica di Cammariere, trova massima esaltazione. Il Concerto di Cammariere rientra nell’ambito di un programma avviato dall’Amministrazione Comunale con il fine di segnare Locri con eventi culturali di assoluto richiamo. “L’inizio della Primavera – conclude la Sofia - non solo come simbolo ma anche come strumento ideale per esaltare i pregi e le virtù di un grande territorio come il nostro, capace nonostante presenze nefaste di ritrovare slanci ed entusiasmi”.
Un profumo vale più di mille parole ed è un boomerang di ricordi
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Ognuno di noi possiede il proprio bagaglio di ricordi connessi a particolari odori. Abbiamo chiesto ai nostri lettori quali sono i loro odori preferiti e a cosa rimandano, e questo è quello che ci hanno regalato.
Un odore è in grado di innescare una serie di ricordi relativi a esso con una tale intensità da lasciarci spesso sbalorditi
na rosa non ha bisogno di predicare: si limita a diffondere il proprio profumo. Lo sosteneva Mahatma Gandhi ed è impossibile dargli torto. Alcuni odori parlano da sé, si sostituiscono alle parole, quelle che tutto impoveriscono, per l'incapacità di descrivere ciò che un senso come l'olfatto è in grado di farci percepire. Spesso ritenuto meno importante, l'olfatto genera la memoria olfattiva, la quale si crea fin dal grembo materno. Studi confermano come i neonati riconoscano da subito l'odore della pelle della loro mamma. L'area del nostro cervello che elabora l'olfatto è quella connessa al sistema limbico, quello che viene definito appunto cervello emozionale. Per tale ragione, un dato odore è in grado di innescare una serie di ricordi relativi a esso, con una tale intensità da lasciarci spesso sbalorditi. Ognuno di noi possiede il proprio bagaglio di ricordi connessi a particolari odori, che per altri possono non significare nulla, se non risultare, addirittura, fastidiosi. Abbiamo voluto chiedere quali sono i vostri odori preferiti e a cosa vi rimandano, nell'intimità delle vostre emozioni, e questo è quello che ci avete regalato. “Molte volte mi capita per strada o in profumeria di sentire l'odore di una lacca o un profumo in particolare che mi rimanda
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all'essenza di una persona che ha fatto parte della mia vita, come la mia ragazza o come mio nonno (il profumo del suo dopobarba di prima mattina mi perseguita in giro). Inoltre, un odore che mi piace molto è quello del sottobosco: i funghi, la lettiera che si decompone, il terreno umido, mi fanno ricordare momenti della mia vita trascorsi insieme a mio padre, che puntualmente a settembre e a ottobre, mi portava a fare scampagnate in montagna alla ricerca di
funghi o castagne; questi odori mi fanno ricordare anche i momenti vissuti insieme agli scout durante i campeggi estivi”. “L'odore di sudore dopo una partita di calcio al rientro negli spogliatoi dopo 90 minuti, che ti rendeva orgoglioso per aver dato tutto in campo”. “L'odore del caffè a prima mattina per iniziare la giornata con la carica giusta. L'odore di mandorla e di gelsomino. L'odore dei fiori che sbocciano, dei germogli e degli alberi. L'odore di primavera legati alla bellezza delle passeggiate, alla riflessione favorita dal contatto con la natura”. “L'odore di borotalco mi ricorda quando ero piccola, e oggi mi piace ancor di più perché lo associo alla mia bimba”. “Gli odori sono molto importanti per me, mi rilassano, mi emozionano, anche se non ho particolari preferenze. Un odore particolare potrebbe anche caratterizzare il mio umore, ecco; ma non saprei indicare di preciso qualcuno. Dipende dai momenti, dall'ambiente. Amo, ad esempio, gli odori che emanano freschezza, come un particolare detersivo”. “L'odore di salsedine mi ricorda il mio paese, l'odore del buon cibo italiano mi ricorda casa!” “L'odore delle pagine dei libri vecchi”. “L'odore delle frittelle mi ricorda mia nonna: non ne ho mai assaggiate più buone
come quelle che faceva lei. L'odore misto del negroni mi ricorda i bagordi, le serate tra amici e le nottate brave. L'odore della salsiccia e i panini alla piastra: sa di sagra, di festa, di voglia di liberarsi da regole ferree e galateo e magari fare un cin-cin con chi non teme di macchiarsi il muso con salse di ogni tipo”. “Amo gli odori fruttati, come la mela verde; ma il mio preferito resta il caramello: spesso accendo delle candele profumate per diffondere questi profumi per tutta la casa”. “L'odore dei ciclamini mi fa pensare alla Chiesa del Rosario di Gioiosa; l'odore dello zenzero mi riporta al Canada, alla convivenza in una casa di otto persone con quattro nazionalità diverse”. “Il SUO odore che mi colpisce all'improvviso mentre, con degli amici, bevo una birra seduta in un pub, e mi guardo intorno e lui non c'è, come da un po' di tempo a questa parte...” “Sai cosa mi piace? Il sudore di mio marito mi ricorda tanto il periodo della cotta e del successivo innamoramento quando in estate, da piccoli, sudati al massimo sotto il sole a 40 gradi all'ombra, ci baciavamo in continuazione. Bellissimo. E lo sai? Non è innamoramento perché dopo 30 anni, quando ci baciamo, mi piace ancora da impazzire". Sara Jacopetta
SETTIMANALE
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Non è la scuola più celebrata del comprensorio, eppure l’Istituto d’Istruzione superiore “Francesco La Cava”ha sfornato ben tre eccellenze nell’ambito delle Olimpiadi scolastiche. Dalla Filosofia alle Scienze, passando per l’informatica, saranno tutti studenti della scuola di Bovalino i rappresentanti calabri delle fasi finali di questi concorsi intenzionati a eleggere il miglior studente del Paese.
o: Bovalin il riscatto del“La Cava” LA SCUOLA DI BOVALINO HA
PURTROPPO SUBITO IL DAZIO DI UNA NOMEA NEFASTA, EPPURE È UNA SCUOLA CHE OFFRE INNUMEREVOLI OPPORTUNITÀ.
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COMUNQUE
VADANO I CONCORSI, I RAGAZZI DEVONO CONCENTRARSI SUI PROPRI SOGNI E SULLA VOLONTÀ DI RISCATTO CHE SI CONCRETIZZERÀ IN SODDISFAZIONI PER LORO E PER ILTERRITORIO.
DOMENICA 10 APRILE 19
Le difficoltà ordinarie della nostra terra spingono i più a pensare che nella Locride delle scarse opportunità sia difficile imbattersi in buone pratiche sociali o in eccellenze di qualsivoglia tipo. Lo stesso emergere di nomi calabresi nei più svariati ambiti lavorativi fuori dalla nostra regione o all’estero viene considerata una curiosità statistica, in rare occasioni legata all’effettiva qualità della formazione che viene offerta dal territorio. Eppure la qualità scolastica, dalle nostre parti, non è seconda a quella di nessun altra zona d’Italia, come dimostrano non solo le già riconosciute peculiarità dei Licei Ivo Oliveti e Zaleuco di Locri o dell’IPSIA di Siderno, ma anche quelle di altri istituti sparsi su tutto il territorio. Addentrandosi a Bovalino, ad esempio, può capitare che ci si imbatta nell’Istituto d’Istruzione Superiore “Francesco La Cava” che, aggregando al suo interno un Liceo Classico, un Liceo Scientifico e un Istituto Professionale per il Commercio, cerca di donare ai propri studenti una formazione a tutto tondo, in grado di concretizzarsi in risultati sorprendenti. È con l’orgoglio di una madre e il cipiglio della filosofa che la professoressa Tomasello ha preso posto nella nostra redazione accompagnando Sonia, Francesco e Rosamaria, tre dei quattro ragazzi dei quali ci ha voluto raccontare i successi. In questa “primavera del sapere”, infatti, non sono rare le scuole che prendono parte a concorsi regionali e nazionali che eleggono gli alunni più virtuosi del Paese in diverse discipline scolastiche e l’estasi della professoressa è legata a un particolare stato di grazia dei suoi studenti, che mettendo in pratica nel modo migliore gli insegnamenti appresi durante le ore sudate sui banchi di scuola, sono stati in grado di accedere alle finali di tre diverse discipline. Giusi Fazzari, studentessa di Bovalino al 5° anno, ha ottenuto il primo posto alle selezioni regionali delle Olimpiadi di Filosofia conquistando il diritto di rappresentare la Calabria nella finale di Roma del prossimo 14 aprile. Sempre Giusi, assieme a Sonia Murruni e Francesco Zito (anche loro al 5° anno e rispettivamente di Bovalino e Careri), ha poi fatto parte del team che ha partecipato al Championship di Informatica, conquistando il primo posto nelle fasi eliminatorie delle nazionali le cui finali si svolgeranno invece a Cassino il 20 e 21 aprile. Ultima, ma non certo per importanza, è Rosamaria Caminiti, studentessa al 4° anno di Bovalino che, oltre a essersi classificata 9° nelle Olimpiadi di Filosofia sopracitate con un compito in lingua inglese, rappresenterà di nuovo la Calabria alle finali nazionali delle Olimpiadi di Scienze che si svolgeranno il 7 maggio a Senigallia dopo essersi classifica 2ª con un compito di Scienze della Terra. «Grazie a questi ragazzi - ci ha raccontato l’insegnante - l’istituto ha vissuto un vero e proprio momento di riscatto. «La scuola di Bovalino, infatti, ha purtroppo subito il dazio di una nomea nefasta, eppure è una scuola che offre tante opportunità, come dimostra il nostro particolare indirizzo di Scienze Applicate e l’iter che ci sta conducendo all’attivazione del Liceo Scientifico Sportivo per l’anno prossimo. «Mi sembrava giusto sottolineare questi successi - ha proseguito la Tomasello - perché dimostrano che le eccellenze emergono dappertutto, anche in un territorio sfortunato come il nostro e in un istituto di periferia che raccoglie studenti provenienti da tutto il comprensorio. Questi giovani si sono formati nella nostra scuola che non possiede la nomea di istituto d’eccellenza. Per questo abbiamo voluto portare all’onore delle cronache questi risultati riconoscendo ai ragazzi l’impegno e la bravura che dimostrano ogni giorno. Giusi, Rosamaria, Sonia e Francesco si sono distinti nel confronto diretto con scuole blasonate di Cosenza o Reggio dando lustro al territorio e dimostrando che nella Locride la scuola svolge perfettamente il proprio lavoro. «Il “La Cava” offre tantissime opportunità: grazie allo zelo e all’efficacia del lavoro della dirigente scolastico Caterina Autelitano, che gestisce quotidianamente milioni di variabili trattando con un occhio di riguardo tutti i ragazzi, riusciamo a stimolare i nostri studenti a emergere nelle discipline per le quali sono più portati. Abbiamo convinto i ragazzi a partecipare al concorso di informatica, ad esempio, perché con i fondi POR abbiamo avuto la possibilità di aprire uno dei cinque laboratori crossmediali di Calabria, che permettono ai giovani di avere massima dimestichezza in discipline inusuali, come il montaggio video, la regia, la produzione televisiva… Abbiamo un’unica sezione, ma molto funzionale, del Liceo Classico, che ha avviato con successo un gemellaggio con un liceo di Atene che, attraverso gli scambi culturali, permette agli studenti di avvicinarsi allo studio del greco moderno. La scuola, inoltre, ha una struttura che le permette di ospitare convegni nei quali i ragazzi possono approfondire diverse tematiche: partecipiamo a iniziative nazionali con filmati e laboratori di legalità, il 21 marzo abbiamo partecipato alla manifestazione di Libera e così via. Insomma offriamo spunti utili a risollevare le sorti di un’utenza proveniente da
un territorio depresso, incentivando le eccellenze e cercando di migliorare le sorti di tutti. È un istituto di cui può godere non solo Bovalino, ma l’intero territorio, e mi sento di affermare questo perché è necessario comprendere che di queste eccellenze non gode una sola scuola, ma tutto il comprensorio. La sensazione dell’esclusione del diverso deve essere eliminata. Dobbiamo dare esempio di inclusione, integrazione e della diversità come valore a questi giovani». E i ragazzi? Come vivono questa esperienza? Francesco è il primo a prendere la parola. Dimostrando grande sicurezza mi spiega che la decisione di partecipare al Championship di informatica parte da lontano: «Quella per i computer è una passione che ho fin da quando sono bambino. Conoscendo Sonia, che sapevo essere molto in gamba nell’ambito, ho deciso di formare una squadra alla quale si è poi aggiunta Giusi. La decisione di partecipare è stata nostra, scaturita da un dialogo con il professor Reale, che insegna informatica». «…e che in verità cercava di convincere la sua sezione di Scienze Applicate a partecipare al concorso». Interviene Sonia, completando l’aneddoto con un sorriso. «Svolto il nostro lavoro - riprende la parola Francesco - ci ha sorpreso ritrovarci addirittura primi nella fase eliminatoria, perché non pensavamo di avere una preparazione così puntuale in materia, considerato che si trattava di una sorta di hobby per il quale dovevamo trovare ritagli di tempo tra gli impegni scolastici». Rosamaria, invece, quasi non si spiega come sia stato possibile, per lei, raggiungere un traguardo così importante. Dopo aver ammesso che le professoresse Cuscunà, De Fiores e Siciliano hanno dovuto insistere parecchio perché partecipasse alle Olimpiadi di Scienze, racconta che si è convinta solo dopo aver scoperto la nuova impostazione del concorso. «A differenza degli anni passati, infatti, quest’anno l’Olimpiade è stata divisa in due sezioni: Biologia e Scienze della Terra. Impegnata com’ero anche sul fronte delle Olimpiadi di Filosofia tutto mi sarei aspettata fuorché di rappresentare la regione a Senigallia!» Ovviamo all’assenza di Giusi contattandola per telefono. Anche lei ha subito la benevola pressione delle professoresse Cosenza, Maria e Monica Nucera e Tomasello: «Ho deciso di accettare quasi per gioco e mi ha stupito superare tutti i miei compagni di istituto nella prima eliminatoria, figurarsi avere un successo del genere alla prova regionale! Il test era incentrato sullo sviluppo di una della quattro tracce proposte tra estetica, etica, ontologia e politica. Ho trattato l’etica e la differenza che in Aristotele intercorre tra nozione e materia. Oltre ad approfondire l’argomento, ho cercato di rendere attuale il tema e l’ho comparato con altri autori, raggiungendo così questo risultato inaspettato». Comunque vadano adesso le fasi finali di questi concorsi, i ragazzi devono ora concentrarsi sui propri sogni e sulla volontà di riscatto che può concretizzarsi in enormi soddisfazioni per loro come per il nostro territorio. Tutti sono intenzionati ad andare all’università e, com’è giusto che sia, di volerlo fare negli ambiti che più li appassionano. Sonia ci confessa di sognare gli studi di fisioterapia a Catanzaro, Rosamaria che le Olimpiadi le hanno fatto scoprire il fascino della geologia e Francesco, dimostrandosi ancora una volta il più determinato, ci dice di voler viaggiare alla volta del politecnico di Milano, dove studierà ingegneria informatica nella speranza che possa dargli le basi per aprire una software house o una startup di settore. Dal canto nostro non possiamo che fare un enorme in bocca al lupo a questi giovani e augurare lunga vita al Liceo di Bovalino, che, oggi, ci rende un po’ più orgogliosi del nostro sistema scolastico. Jacopo Giuca
Quando la cultura è vita Pietro Vaghi, giovane scrittore milanese autore del romanzo"Scritto sulla mia pelle" edito da Salani, è stato ospite d'onore in due manifestazioni culturali: un convegno a Siderno e un Incontro con gli studenti del Liceo Scientifico di Locri. L'evento di Siderno, dal titolo "La famiglia imperfetta e necessaria", si è svolto presso la Libreria Mondadori: sulla realtà della famiglia, partendo dal libro di Vaghi, si sono confrontati Enzo Romeo, docente di Lingua e Letteratura italiana, Antonio Falcone, critico cinematografico, e il sottoscritto che ha moderato il dibattito. Il confronto ha avuto inizio con l'intervento dello scrittore che ha illustrato il senso del libro e come è nata l'idea di occuparsi del delicato tema della separazione coniugale. Il protagonista del romanzo è un ragazzo di sedici anni che deve fare i conti con la fragilità dei genitori in via di separazione: a volte i figli devono farsi carico dei genitori, devono fare i conti con un dolore che nasce dal legame affettivo che dovrebbe proteggere e aiutare a crescere. Dopo le parole introduttive di Vaghi, ha preso la parola Antonio Falcone che in una densa, ma contenuta, relazione ha illustrato alcuni elementi fondamentali circa la rappresentazione della famiglia da parte del cinema. Dopo qualche domanda che ha permesso di compiere alcuni approfondimenti, è intervenuto Enzo Romeo che ha trattato il tema della famiglia nella letteratura dalle sue origini, antica Grecia, fino ai nostri giorni. Quasi tremila anni di letteratura sono stati passati in rassegna, evidenziando diversi momenti topici che hanno avuto la famiglia al centro della narrazione letteraria. Entrambe le relazioni, nonostante i limiti di tempo imposti dalle circostanze, non sono state mai banali o generiche, ma dotte e significative: frutto di un lavoro di ricerca accurato che ha riscosso l'interesse del numeroso pubblico presente. Successivamente, in molti hanno chiesto la parola per porre domande o fare osservazioni: studenti, genitori, persone impegnate in campo culturale. A conclusione del convegno ho avuto modo di analizzare alcuni aspetti psicologici della relazione familiare, con un particolare riferimento alla relazione madre-bambino secondo il modello psicoanalitico della Mahler. Il giorno successivo, lo scrittore ha incontrato gli studenti del liceo Zaleuco di Locri. All'evento culturale, reso possibile dal sostegno della libreria Mondadori di Siderno, hanno partecipato gli assessori alla cultura del Comune di Locri Anna Sofia che ha portato un saluto, del comune di Siderno, Ercole Macrì e di Grotteria, Domenico Lupis. L'Incontro, coordinato dalla Prof.ssa Iero, è iniziato con i saluti del Dirigente Scolastico, Prof. Fazzolari, che ha illustrato il valore dell'iniziativa: incontrare gli autori, dopo aver letto i loro libri, costituisce uno stimolo culturale importante e dalla forte valenza formativa. Successivamente, ha svolto una breve introduzione lo studente Vincenzo Letteri: l'incontro di oggi si inserisce in un percorso che, da anni, arricchisce la formazione degli allievi, aiutandoli a riflettere su molteplice problematiche: in questo caso è al centro la famiglia: realtà importante anche per gli adolescenti che oggi ci riguarda da figli, domani ci riguarderà da genitori. E' poi intervenuta la docente coordinatrice che ha, immediatamente, rivolto qualche domanda al giovane scrittore, focalizzando i temi che saranno ulteriormente approfondimento durante il dibattito con gli studenti: l'importanza dei genitori, dei nonni, il valore dell'amore, della vita, dei sogni, del sacrificio, del perdono e della volontà di non arrendersi. L'incontro si è svolto in un clima di attenzione e vivacità: i numerosi interventi hanno dimostrato non solo che il libro è stato letto e apprezzato, ma che è stato anche l'occasione per riflettere sul senso della vita e sul valore delle relazioni che la caratterizzano. "Scritto sulla mia pelle", dunque, racconta l'adolescenza, alcuni aspetti cruciali e anche dolorosi del mondo contemporaneo, ma è anche un libro che apre all'ottimismo e l'interesse dimostrato dagli studenti dello Zaleuco ne è una conferma: la famiglia rimane un valore importante: anche se imperfetta è, comunque, necessaria! Giuseppe Giarmoleo
Il jogging estremo non controllato aumenta il rischio cardiovascolare he l’attività fisica regolare lieve moderata faccia bene alla salute e soprattutto alla prevenzione delle malattie cardiovascolari è ormai a conoscenza di parecchie persone che fra l’altro la praticano, alla luce di studi scientifici ed epidemiologici che hanno dimostrato tale beneficio. Passare da uno stato sedentario ad uno stato di attività fisica regolare riduce infatti la mortalità di circa il 44%. Le linee guida consigliano 30 minuti al giorno di attività fisica moderata per mantenere un buon stato di forma fisica e prevenire così il rischio delle malattie cardiovascolari. Per coloro che non possono dedicare tanto tempo a fare attività fisica, esistono delle evidenze di studi epidemiologici che hanno dimostrato che anche metà del tempo raccomandato dalle linee guida, ad esempio 5/10 minuti al giorno di corsa leggera o 15 minuti al giorno di passeggiate a passo svelto, sono sufficienti a garantire comunque significativi benefici sull’apparato cardiovascolare. In aggiunta, in chi fa già attività fisica regolare moderata è emerso che non serve fare di più per avere un ulteriore guadagno in termine di salute. Si è più volte detto che il beneficio dell’attività fisica sul nostro organismo è come quello di una polipillola che risulta efficace se somministrata nella dose giusta. Lo stesso principio vale per l’attività sportiva estrema, studi clinici e strumentali effettuati su maratoneti e runners estremi hanno messo in evidenza alterazioni strutturali del cuore paragonabili a quelli presenti in alcune malattie
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Per coloro che non possono dedicare tanto tempo a fare attività fisica,esistono delle evidenze di studi epidemiologici che hanno dimostrato che anche metà del tempo raccomandato dalle linee guida, ad esempio 5/10 minuti al giorno di corsa leggera o 15 minuti al giorno di passeggiate a passo svelto , sono sufficienti a garantire significativi benefici sull’apparato cardiovascolare . cardiache genetiche o acquisite, come le cardiomiopatie che possono portare all’innesco di aritmie minacciose e alla morte improssiva. Possiamo parlare quindi di cardiotossicità da sport estremo e come diceva Ippocrate “tutto ciò che è in eccesso è opposto alla natura”. Il rischio di eventi associato a sport estremo è peraltro noto già da tempo. Il caso più famoso di morte improvvisa legata alla corsa è quello
di Filippide, giovane corriere di professione che nel 490 a.C. durante la guerra fra Greci e Persiani corse di gran passo dal campo di battaglia di Maratona ad Atene, una distanza di 25 miglia, ad annunciare la vittoria dei Greci e appena giunto, dopo aver pronunciato la parola NIKE (vittoria) crollò al suolo e morì. Oggi, 2500 anni dopo, abbiamo numerosi esempi di morte improvvisa correlata all’esercizio strenuo. Ad esempio il mitico runner “Caballo Blanco” famoso per aver corso circa 100 miglia in solo giorno, all’età di 58 anni morì durante un allenamento per un’aritmia fatale, verosimilmente prima manifestazione di una cardiomiopatia. Un recente studio danese fatto sulla popolazione di Copenaghen (1. 098 joggers sani confrontati con 3950 non joggers sempre sani, ha concluso che coloro che facevano esercizio strenuo avevano una mortalità simile a quella dei sedentari, mentre coloro che facevano un attività fisica lieve moderata avevano una mortalità significamente più bassa dei sedentari. In linea con questo studio, sono i risultati del “Million Women Study” che hanno dimostrato che la regolare attività fisica si associava a un’evidente riduzione del rischio di eventi coronarici; tuttavia, le donne che non interrompevano per almeno un giorno a settimana l’attività fisica strenua sembravano perdere parte di questa cardioprotezione. A questo punto voglio ricordare che anche Dio quanto creò il mondo si prese “un giorno di riposo”. Tutto questo però non deve spaventare chi ama fare sport estremo, perché l’eventuale effetto cardiotossico, si può contenere e prevenire con controlli cardiologici e strumentali più ravvicinati. Tali controlli permettono di valutare le modificazioni anatomostrutturali del cuore indotte dall’esercizio fisico estremo con l’ecocardiogramma, la risonanza magnetica e l’elettrocardiogramma, a riposo e sottosforzo, per valutare il possibile innesco di aritmie maligne, fornendo così informazioni utili sullo stato effettivo di salute del cuore. Vorrei chiudere questo articolo, ricordando alcuni particolari biografici di Jimmy Fixx, il padre del Jogging che morì d’infarto per non aver consultato un medico. Gli americani lo chiamavano il Running Guru, aveva scritto un libro The Complete Book of Running, diventata la bibbia del jogging, un best seller mondiale che aveva convinto milioni di persone a correre per sentirsi meglio, per vivere più a lungo, per migliorare molte funzioni compresa quella sessuale. Era un giornalista sportivo, un po’ obeso e gran fumatore, iniziò a correre per caso per recupe-
rare tono muscolare dopo mesi di inattività a causa della rottura di un tendine e da allora non smise più. A chi gli chiedeva perchè corresse rispodeva: “Perché è bello, mi rende ottimista, più calmo, meno ansiosio, perchè riesco a concentrarmi più a lungo nel lavoro e perchè ho conquistato un miglior controllo della mia vita”. Ad un check-up cardiologico, Jmmy era stato giudicato ad alto rischio per la pressione alta, il cuore ingrossato, l’ipercolesterolemia, il sovrappeso e i segni di aterosclerosi, conseguenze della vita stressata e sregolata che aveva sempre condotto. Si mise in riga, non fumò più, perse molti chili e si impegnò a fare tutto il possibile per sottrarsi al destino di suo padre che a 43 anni era morto per un infarto. Modificando il suo stile di vita, sono migliorati sia i parametri di laboratorio che il suo stato di salute e ha pensato di far conoscere la sua esperienza ai tanti americani nelle sue stesse condizioni, scrivendo il libro che gli dette fama e ricchezza. Raggiunti i fatidici 43 anni di suo padre, sentendosi meglio in salute e pensando di avercela fatta, rallentò i controlli e le altre forme di prevenzione, dicendo che il jogging era il medico che l’aveva salvato e che correndo aveva risolto tutti i suoi problemi. Peccò di ottimismo perché nel tardo pomeriggio di una giornata torrida del 1984 è stato trovato morto da un motociclista sul margine di una strada vestito con pantaloncini, maglietta e scarpette sportive. Nel referto autoptico è stato scritto: morte improvvisa cardiaca dovuta a grave arteriosclerosi delle arterie coronarie. In un’intervista rilasciata dalla moglie si è saputo che qualche anno prima aveva accusato i sintomi classici della malattia coronarica ma che si era rifiutato di consultare il medico. Tali sintomi si erano nuovamente presentati qualche tempo dopo, neppure quella volta ha voluto fare un controllo cardiologico, ritenendo che la corsa fosse la miglior medicina per stare bene. In conclusione possiamo dire che Fixx rappresenta un esemplare, in positivo, per aver divulgato gli effetti benefici della corsa e, in negativo, perché ha pagato con la vita la pratica maniacale della corsa senza adeguati controlli. Molti ancora oggi, purtroppo, incorrono negli stessi errori. Ogni anno nel mondo, tra joggers e maratoneti, vengono annoverati decine di morti e questo deve fare meditare tutti, soprattutto quando si vuole praticare un’attività sportiva anche estrema. Dr Michele Iannopollo
RIVIERA
Stella Marina (Stella Rossa) È un Echinoderma, composto dal corpo centrale a forma di disco da cui partono 5 o molto raramente più braccia. Una caratteristica principale è la Rigenerazione, essa è infatti capace di rigenerare un braccio o addirittura da un braccio l’intero corpo. Carlo Codispoti
Attestazioni d’onore Al convegno organizzato dalla Fidapa lo scorso fine settimana relativo a “I talenti delle donne”, prima di essere premiata dall’associazione la giornalista di Porta a Porta Giancarla Rondinelli ha avuto modo di fraternizzare con il dottor Giuseppe Zampogna.
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SETTIMANALE
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Al lavoro fino a notte fonda Al termine dell’assemblea che ha visto i nostri sindaci difendere a spada tratta Monsignor Oliva e decidere per una “scappata” a Roma al fine di protestare per le condizioni in cui versa il nostro comprensorio, Imperitura, Giugno, Calabrese, Candia e Fuda si concedono una foto prima di tornare a casa.
DOMENICA10 APRILE 23
Comizio Popolare Il sindaco Giuseppe Giugno cerca di fare una bella foto con Antonio Ferreri e Antonello Alfarano dinanzi al Comune di Siderno, ma la volontà di dibattito di Ferreri è inarrestabile!
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Valorizzare i nostri beni culturali Gita tra Bova, san Lorenzo, Chorio e Roghudi, la scorsa settimana, per il presidente Oliverio, che ha partecipato all’inaugurazione del Parco della Cultura Grecanica.
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