Riviera n° 16 del 20/04/2014

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L'inverno tarda a scemare e la primavera, sebbene calendarizzata giĂ da un pezzo, non riscalda come dovrebbe. Il meteo, nuova droga degli italiani, riflette l'immagine di una locride che non riesce a liberarsi di un cielo tetro e grigio sopra la sua testa. continua a pagina 4



FACE

CONTROCOPERTINA

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DOMENICA 20 APRILE

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SONDAGGIO

16sindaci per Siderno ECCO COSA PENSANO ALCUNI (E)LETTORI A

quasi un anno di distanza dalle elezioni amministrative del comune di Siderno che con ogni probabilità si terranno nel mese di maggio 2015, come provocazione, abbiamo inteso lanciare sul social-network alcune autorevoli candidature di nostri illustri concittadini anche per cercare di testare , come si dice il gergo, “gli umori della piazza virtuale”. Ne sono scaturiti numerosi commenti che, volentieri, sottoponiamo alla vostra attenzione con la consapevolezza che si

LUIGI BRUGNANO Caro Direttore, sono gratificato di far parte - mio malgrado - del “menu’” e seguo divertito la tua intelligente provocazione giornalistica ma, conclusa da tempo la stagione del mio impegno politico, mi sono dedicato ad aiutare il mio paese candidandomi a fare il “buon cittadino”. Con tanti “buoni cittadini” e, credimi, non è retorica, forse sarebbe più facile avere buoni partiti e trovare un “buon Sindaco”. Io ho fatto il mio tempo, ora è l’ora dei giovani, ... che sono tanti e capaci. Cari affettuosi saluti.

PEPPE GERASOLO

FRANCESCO DE MATTEIS Tutti nomi illustri, certamente bisogna considerare nel contesto l’esperienza ed i ruoli istituzionali di rilievo del Sen. Fuda. Siderno in ogni caso non potrà sbagliare... È in gioco la sopravvivenza della città

LINA FRAGOMENI

Scusate se mi intrometto e non fatevi fuorviare dal mio cognome: non conosco nessuno a Siderno PAOLO FRAGOMENI anche se sicuramente Posta così la cosa assomiglia ad una lotteria. il mio ceppo è proMi permetto di dire che le persone sono prio lì da voi. Vista certamente importanti (e tra quei nomi ce da fuori questa “quene sono di affidabili), ma ancora più impor- relle” mi ha fatto pentante è definire quali siano gli indirizzi e le sare: a questo punto, priorità programmatiche su cui lavorare per se hanno un Don il futuro di questa nostra cittadina oggi pro- Camillo, candiderei strata e mortificata. Peppone......

...c’è solo odore di qualcosa di stantio

è trattato di un nostro mini sondaggio che sicuramente ha tenuto conto del vissuto politico di molti “competitor” che a dispetto della dichiarazione di dissesto economico del comune di Siderno potrebbero fare bene per il rilancio della nostra Citta. La “poltrona” di sindaco di Siderno è ambita da molti e noi abbiamo provato ad indicare alcuni nominativi potrebbero essere potenziali candidati a sindaco o aspiranti tali. I nomi

PISCIONERI ANTONIO Giovani , armatevi di buona volontà, vestitevi col vestito del missuionario e date una svolta al Paese. Ne ha bisogno. Basta con la vecchia politica utilizzata dal potere.

che abbiamo inserito nella rosa dei papabili sono: Riccardo Ritorto, Mariateresa Fragomeni, Mimmo Barranca, Pietro Sgarlato, Paolo Fragomeni, Enzo Mollica,Giovanni Lanzafame,Luigi Errigo,Luigi Brugnano, Mario Diano,Pietro Fuda, Anna Romeo, Mimmo Catalano,Enzo Romeo (giornalista Rtv), Ercole Macrì, Antonio Ferreri. Chi, tra questi, secondo voi potrebbe essere il possibile vincitore ? Mistero. Antonio Tassone

GIANCARLO RACCO

FABRIZIO FIGLIOMENI

MARY ZAVAGLIA

Mi fa piacere che in questa lista non ci sono alcuni nomi ma il prossimo sindaco a mio avviso dovrà essere uno/a con tanta umiltà supportata da tutti noi e soprattutto, tutti quelli che hanno esperienza si mettano a disposizione di essa. Avanti anche senza casacche ma col cuore in mano . Siamo all’anno zero o facciamo bene oppure addio!

Serve un sindaco che non sia mai stato immischiato nella politica,ne nazionale e ne locale,serve un sindaco vicino ai cittadini! Non il solito giacca e cravatta! Volti nuovi,ma soprattutto volti giovanili,sono i giovani gli unici che possono cambiare qualcosa,i soliti volti non servono...

Signor Tassone certi nomi era meglio non farli... tipo uno o due, mah… già ci sono problemi a siderno. .....

LUIGI ERRIGO Luigi Errigo si autoesclude. Per come intendo il sindaco, non ho abbastanza tempo per servirvi. Lo avrei fatto con piacere, lo ammetto. Infatti, in questa lista mi sarei auto votato

FRANCESCO BARBARO Fare il sindaco, il politico, l’amministratore ecc in una zona come la nostra è prima di tutto un impegno che va a cozzare con determinate realtà della società attuale.. cumparati,amicizie, corruzione,compromessi..e perché no anche paura di perdere a volte la propria tranquillità..Prima di tutto serve coraggio! Coraggio di andare contro..chi e cosa è inutile anche dirlo..ma andare contro è il primo requisito!

PINO CORREALE Sarà questione di grande gioia poter eleggere un nuovo sindaco a Siderno,dopotutto si esegue un iter democratico, particolarmente dopo la parte buia che Siderno ha vissuto e che ancora sta vivendo. Certo e sicuro che chi si candiderà’ a parte i nomi che sono stati fatti, dovra’ avere molto ma molto coraggio,cancellare le solite presunte paure,semplicemente perché’ chi gestirà’ con il cuore e dovuta coscienza verso il proprio paese ed i propri cittadini,non deve avere paura. Deve solamente e consapevolmente lavorare e gestire nei soli interessi di tutta la collettività’ sidernese,per quei fini ammirabili ed onorabili che esistevano un tempo,ai tempi gloriosi della Siderno bene,con massimo rispetto l’uno verso l’altro,con quella grande eleganza che solo Siderno sapeva distinguersi,per la disciplina,il senso civico,l’educazione,la cultura,l’arte,la musica e perché’ no,il dialogo,il confrontarsi educatamente con la buona politica,quella vera pero’.Sin da adesso io come tanti e veramente numerosissimi Sidernesi che viviamo fuori,auguriamo che questa sia la volta buona di farsi avanti e ricominciare,con tanta fiducia e speranza con l’augurio che la nostra Siderno risorgerà a tempi pacifici e fruttuosi per tutti i suoi cittadini. Nel massimo rispetto ed osservanza verso tutti.

GIOVANNI TROPIANO Effettivamente, “chisti simu”!

GIORGIO RUSO Penso che Siderno abbia bisogno di un profondo rinnovamento guardando al futuro per ridare speranza ai cittadini. chi ha gia dato un contributo alla comunità dovra continuare a darlo ma nn credo che guardare al passato possa farci ritornare perla dello ionio FRANCESCA BARRANCA

Ancora siamo lontani dalle elezioni comunali. Per tutti è importante lavorare per Siderno e la sua gente. non bisogna ricordarsi che i cittadini esistono solo 15 giorni prima delle urne. Questo è il politico che serve a Siderno.

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

C’è anche Ercole Macrì?! Allora lui, per forza!

ENZO ROMEO

GIUSEPPE BRUZZESE Antonio per governare Siderno credo che ci voglia un sindaco russo, con annessa amministrazione.

Hai fatto bene a specificare giornalista di Rtv. Si sarebbe pituto pensare all’illustre omonimo della Rai. A pensarci bene...non sarebbe male pensare a lui come candidato a sindaco. Chissà un giorno. .. hai visto mai?


SETTIMANALE

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PRIMO PIANO

DOMENICA 20 APRILE

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di Doroteo

M ORTACCI

Spazziamo via le nubi dalla Locride, da Roccella Jonica un vento nuovo L

'inverno tarda a scemare e la primavera, sebbene calendarizzata già da un pezzo, non riscalda come dovrebbe. Il meteo, nuova droga degli italiani, riflette l'immagine di una Locride che non riesce a liberarsi di un cielo tetro e grigio sopra la sua testa. Ma pochi giorni fa a Roccella è comparso uno sprazzo di sole tiepido accompagnato da un arcobaleno che ha fatto capolino tra le nubi piene di oscurità. Francesco Loccisano, Fabio Macagnino, Mujura e

QuartAumentata, “Musicisti della Locride” che hanno intrapreso la complicata strada della condivisione e dell'unione a discapito di invidie e premierati. Un segnale di modernità e speranza che, tanto per cambiare, ha come sfondo Roccella Jonica, quella Roccella che sta alla Locride un poco come Kiev sta alla Russia, qualcuno prova ad annetterla forzatamente ad un territorio che culturalmente non gli appartiene. Un senso di appartenenza che manca, non perché le radici non

RIA A I Z I GIUD

Leregole“rivoluzione”della “Santa”

Le regole del grado di 'ndrangheta della "Santa" erano rivoluzionarie rispetto alle precedenti non soltanto perché le formalità e i rituali si discostavano dal mondo tradizionale del crimine, ma perché le regole erano molto più vicine a quelle della massoneria. In realtà, la finalità essenziale della "Santa", secondo quanto si legge nell'indagine della Procura distrettuale reggina n° 46/93, era di costituire dei "gruppi armati" (che un collaboratore di giustizia, tale G.A., definiva “squadroni della morte”), presenti sull'intero territorio della provincia reggina. Tali gruppi potevano essere sempre utilizzati dai capi della "Santa" sul territorio nazionale per sostenere qualunque iniziativa tendente a destabilizzare l'ordine democratico dello Stato. È naturale che i capi della "Santa" erano tutte persone legate all'eversione. Nel corso delle indagini è emerso che anche i rituali dell'organizzazione facevano riferimento a uomini dell'antica massoneria, quali Mazzini, Garibaldi e La Marmora e non alle figure della cosiddetta “'ndrangheta tradizionale”. Peraltro la "Santa" si proponeva qualunque forma di illecito guadagno, la commissione di delitti che in passato la 'ndrangheta non consentiva (quali i sequestri di persona e il traffico di droga) e il santista aveva l'opportunità di avere contatti con esponenti delle Istituzioni, contrariamente con quanto avveniva in passato. Il santista poteva essere scelto tra persone provenienti da qualsiasi ceto sociale e ciò differentemente dal passato quando nella ''ndrangheta si accedeva da famiglie "onorate", cioè non coinvolte con le istituzioni o disonorate da fatti infamanti. Un santista pur di salvare l'organizzazione poteva persino tradire cento camorristi o sgarristi. Ci sarebbero stati persino degli esempi di tale rivoluzionario principio e divennero perfino usuali le soffiate alle Forze dell'Ordine con vere e proprie delazioni da parte dei santisti. Notorio era nell'ambiente carcerario che perfino alcuni esponenti della 'ndrangheta della città di Reggio Calabria frequentassero esponenti dei servizi segreti e delle Forze dell'Ordine. Per comprendere la collocazione della "Santa" all'interno della 'ndrangheta bisogna portate un esempio: all'interno di un grande contenitore quello della 'ndrangheta tradizionale composto da calabresi affiliati ai vari locali e subordinati a delle regole comuni per tutti, si trovava un gruppo, proprio quello dei santisti, segretato, nel senso che il santista non era noto a tutti quelli che avevano gradi inferiori (uno sgarrista non conosceva nessun santista, mentre tutti i santisti conoscevano gli affiliati con grado inferiore). Nei locali controllati dall'associazione vi erano quindi due organismi: quello più vasto e generale della 'ndrangheta, un vero serbatoio che consentiva alla "Santa" di scegliere i soggetti che potevano fare parte proprio di tale organismo. lr

siano ben piantate al terreno della Locride, ma perché hanno iniziato, da tempo, a camminare velocemente sottotraccia verso direzioni di crescita e giustizia sociale, insomma Roccella Jonica è come Campione d'Italia, un esempio di italianità cosciente e vincente circondata da un territorio avverso alla bellezza. La musica e la cultura hanno dato una lezione di dignità e prospettiva alla politica, e i musicisti locridei hanno lanciato un segnale forte: anche se suoniamo generi diversi e strumenti

differenti, cerchiamo di intonare un'unica melodia a favore di un popolo a cui è stata sottratta la possibilità di avere un futuro. Roccella Jonica è sinonimo di buona amministrazione e capacità gestionale, e non perché manchino raccomandati e nominati, quelli ci sono a Roccella come in ogni parte del mondo, ma perché tra le persone che si sono dovute piazzare nei posti che contano, poltrone politiche e amministrative, si è pescato tra professionisti capaci e lungimiranti e non tra somari tirati per le redini da vecchi padroni ormai stanchi. In altre parole a Roccella Jonica si è puntato sulla capacità prima che sulla sola appartenenza, ed è per questo che oggi musicisti, scrittori e artisti si trovano a loro agio in un contesto libero e aperto, scevro da pregiudizi morali e politici.

D'altra parte, che ne dicano di dietrologi e i disfattisti di professione (quelli che parlano a slogan e luoghi comuni), un Porto, un Roccella Jazz ed una macchina politicoamministrativa funzionante non si hanno per caso, e qui la politica nel senso partitico c'entra poco, non è una questione di Pd, Pdl, Ncd o altro, è questione di cervello. Dunque, con il collettivo “Mulo” (Musicisti della Locride) si è aperto uno squarcio importante nel modo di interpretare la rinascita di un territorio. Da Roccella può partire una nuova primavera. Basterebbe che ai musicisti e alle loro intuizioni facessero seguito i soffi forti e impettoriti di tutta la Locride, così da creare un vortice di aria nuova che spazzi via le nubi grigie dal cielo sopra lo jonio e faccia finalmente splendere un sole caldo.

La“Bastarda“ di Locri U

n conoscitore di 'ndrangheta, di quelli veri, nell'ultima parte degli anni '90, denunciava la degenerazione della 'ndrangheta di Locri con una qualifica che non lasciava moltissime interpretazioni: “La Bastarda” la definì allora. Poi aggiunse giustificando l'aggettivo, di uso ndranghetistico, che quel modo di agire è tipico dei figli illegittimi, non riconosciuti dai padri, né dalla Mamma e né dai compari. Il clan dei Cordì, diventato il più forte del mandamento Jonico, forse più dei Commisso, dei Morabito, degli Aquino e finanche di quelli della Sacra Montagna, aveva dichiarato guerra ai Cataldo, senza accetta-

re consigli e compromessi. “ Qui comandiamo noi” avevano affermato più volte, consapevoli di una forza di fuoco invidiabile, ai buoni propositi dei saggi della 'ndrangheta che miravano al quieto vivere di tutte le cosche. “Qui comandiamo” noi dicevano i Cordì, “qui comandiamo noi”

rispondevano i Cataldo. Entrambi, andando avanti senza sentire o accettare altri ragionamenti e gerarchie. Locri non sapeva stare come si deve nel Crimine. Locri fu sciolta da chi in quel periodo ne aveva facoltà. Lo stesso criminologo arrivò addirittura ad affermare che l'omicidio

di Cosimo Cordì, capo indiscusso dei Cordì, non dipese esclusivamente da una volontà della cosca paesana nemica, ma dalla volontà comune di più pezzi da novanta. Della degenerazione del locale di Locri, se ce ne fosse ancora bisogno, c'ha dato pronto conferma Lunedì Nicola Gratteri, a Roma, nell'audizione davanti alla commissione parlamentare antimafia. «Quando a Locri scoppiò l'ennesima faida venne un emissario del Crimine che decretò lo scioglimento del “locale” di 'ndrangheta, che infatti dal 2000 risulta sospeso. E ancora oggi nel clan ha aggiunto Gratteri- non c'è governo. Per questo è stato possibile l'omicidio Fortugno.

Siderno definitivamente sepolta dal lungomare più brutto d'Italia S

e capiti a Siderno il sabato sera finisci quasi di sicuro in uno dei tanti pub pieni di sorrisi truccati dai cocktail del fine settimana. Ma basta far passare solo quindici ore, per capire che la depressione è l'emozione dominante. La domenica pomeriggio il passo torna lento come quello dei vavalaci, simbolo crudele della città con una squadra di calcio retrocessa nella Liga delle frazioni di paese. Spazzatura, buche a macchia di leopardo, strade buie, bar vuoti, 'ndranghetisti in ferie e senza portafogli, famiglie in rosso a

metà mese. Il lungomare più brutto d'italia. Idraulici, piastrellisti, muratori elettricisti, imbianchini, meccanici, tutti a spasso, tranne quelli che si alzano all'alba per riempire cassette di frutta e verdura di stagione e posarla nei cofani di autovetture prive di assicurazione. Infine esporla d'ambulanti inventati lungo e attorno i cigli delle strade cittadine nella speranza di una carta da dieci euro per arrivare fino a domani. Siderno, 20 mila abitanti, la città più popolosa dello Jonio che va da Reggio

Calabria a Catanzaro Lido, non ha un euro nelle casse comunali né una prospettiva nel corpo. Siderno non sta andando da nessuna parte. L'unica speranza è l'urna. Ma una città sepolta non ha diritto di voto. La triade commissariale ha fatto capire che non si voterà in autunno. L'elezioni sono un miraggio che s'intravede ben oltre un altro panettone e addirittura un altro uovo di Pasqua. Crocefissione: se capiti alle tre del pomeriggio di una domenica qualsiasi a Siderno, puoi capire cosa significa sopravvivere nella città dei morti. (em)



RIVIERA

PRIMO PIANO

ILARIO AMMENDOLIA Il prossimo 26 maggio si voterà anche a Platì, il cui consiglio comunale è stato sciolto, più volte, per mafia. La “politica” fugge dai paesi come Platì ritenendo che tutto possa essere derubricato in una questione di ordine pubblico. È vero l'opposto. Platì è uno snodo fondamentale di una frontiera ideale. Se oggi considerassimo persa Platì o S. Luca domani dovremmo rassegnarci a perdere la Locride, Reggio, la Calabria. C'è una linea ideale lungo cui si combatte ogni giorno. La posta in gioco non è “Platì” perché su questa frontiera si sta combattendo una battaglia in difesa della Costituzione. L'Italia “una ed indivisibile” comprende Platì ed ogni centimetro di questa frontiera è sacra. È vile arretrare anche di un metro. Se oggi qualcuno considera Platì territorio “nemico”, domani la Calabria intera avrà lo stesso trattamento. Parafrasando i Rosselli “Oggi a Platì, domani in Calabria”. A febbraio del 2011, insieme a Pasquino Crupi abbiamo percorso Platì in lungo ed in largo parlando con la gente del paese. Da quella esperienza e da altre successive è maturato un “sogno”: la presentazione di una lista di candidati plateoti che abbia per simbolo il volto di Giovanni Trimboli e sovrimpressa la scritta “14 novembre 2003”. Giovanni era un giovane di Platì che teneva la sua mandria sui monti. Era un pastore. Dopo un autunno piovoso arrivò l' inverno. Una bufera di freddo e di neve si abbatté sui paesi aspromontani. Platì sembrava sprofondare sotto un cielo che si andava abbassando sempre di più, la montagna diventava bianca mentre la tormenta sembrava demolire le case. Il torrente si andò gonfiando. Giovanni pensava alla sua mandria in pericolo ed era in ansia per le sue bestie. Così ha deciso di sfidare la bufera e inerpicandosi sulla montagna, raggiunse la mandria. Un pastore sa qual è il suo dovere. Trimboli è un calabrese tenace che non teme il sacrificio ed il rischio estremo quando ciò è necessario. È un uomo di Platì che coniuga l'abitudine

Platì frontiera democratica della Locride Nessuno più sfida la bufera per salvare la mandria. Eppure i figli dei pastori sanno quali solo i loro doveri. Addirittura il sacrificio e il rischio estremo quando ciò è necessario. Come quello di Giovanni Trimboli

alla fatica con la fierezza e il coraggio. Sopraggiunge la sera e gli alberi si piegano sotto il peso della neve. Le temperature calano verticalmente. La tormenta non si placa. Giovanni Trimboli resta con le sue bestie. Lo troveranno morto assiderato. Una statua di ghiaccio, autentico “cavaliere del lavoro” in un mondo che non riconosce gli eroi di questo immenso esercito di calabresi senza nome e né storia.. Probabilmente se fosse sopravvissuto sarebbe emigrato, oppure lo avrebbero arrestato quel 14 novembre del 2003. Un giorno in cui

agli orrori dei sequestri di persona operati dalla ndrangheta si unisce il grave errore dei “prigionieri” di stato. C'è un filo rosso che collega l'umile storia di Giovanni Trimboli, l'emigrazione di massa, e gli arresti del 2003. Quel giorno di profondo autunno - non solo stagionale - mille militari circondano Platì e all'alba muovono all'assalto. Circa centocinquanta arrestati, perquisizioni a raffica, pianto di bimbi, grida di donne. Il giorno dopo i giornali e le televisioni di tutto il mondo ne parlano, persino la BBC e il N.Y Times. Dal punto di vista mediatico il colpo ha fatto “centro”. Tre anni dopo il gup condanna solo 8 persone e rinvia a giudizio altre diciannove. Che significa ? In quella retata sono stati portati in carcere oltre cento cittadini completamente innocenti. Platì ne esce a testa alta, ma nessuno fa l'autocritica. Successivi gradi di giudizio smonteranno ancora le ragioni di quella retata ma l'onta consumata a Platì si riverbera sulla immagine della Locride, e della Calabria. Così non si “libera” Platì, la si perde, perché un paese occupato non è un paese liberato. Quanto sarà costata l'operazione, la detenzione, i processi, gli avvocati, i risarcimenti? Non meno di tre, quattro milioni di euro spesi per infliggere uno sfregio alla Calabria e una debacle per lo “Stato”.


SETTIMANALE

I

due stralci di seguito sono tratti da un articolo scritto da Pasquino Crupi e pubblicato il 26 febbraio 2012. In quel pezzo si trattava l’autocandidatura a sindaco di Platì del magistrato Romano De Grazia, lametino. Crupi andò a Platì per sentire cosa gli abitanti del paese ne pensassero.

NI OPINIO

L'operazione di polizia si colloca su una linea storica che sta alla base della moderna “questione meridionale”. Molti anni fa i bersaglieri, dopo aver sconfitto una banda di briganti, marciarono su Platì con le testa del Mittica infilzata ad una baionetta. Lo Stato nel Sud non ha mai saputo prendere le distanze da quella linea di intervento, intercalando l'impunità per i forti a momenti di repressione di massa. Noi non vogliamo e non dobbiamo regalare Platì alla ndrangheta. La nostra Platì è quella di Giovanni Trimboli quella dell'ex sindaco comunista Ciccio Prestia o del sindaco democristiano De Maio, barbaramente uccisi senza mai avere giustizia. L'antitesi non può essere tra repressione e abbandono; tra giustizia sommaria e rassegnazione senza speranza., tra civiltà e razzismo. C'è un terza via ed è quella “politica”. Oggi la “politica” fugge da Platì o ci va di notte e a fari spenti, per chiedere voti. Metodi che non hanno niente a che vedere con l'impegno politico ed ideale. Ovviamente non ci sarà nessun simbolo “Giovanni Trimboli” e nessuna lista con la scritta “14 novembre 2003” perché, in Calabria, la politica è in “sonno” e i “politici”, non hanno la statura degli uomini come Giovanni Trimboli che hanno il coraggio di scalare le montagne e sfidare la bufera.

ppo di un gru aese e a o d LE p ie ta ate”, ch ale del e pens l Bar principsette “di quese un n a s o c e s n m e e r o h e t c c lt i a, “E artita d e, racco ato ”. Scatt personnate in una po De Grazia? norato pass e. “Mi o d g n e e n a o p o m p im di lung l dr. Ro ice nte”, ris idea dePepé Lentini, n penso nie o giunti all'apono o s , i e N m c “ n . ia s o se leo istrativ to pae co. Ora ammin voltastoma Platì. In ques ti, dignitose, il viene ilamia contro te, intelligeno, ma anche dell'inf e serie, onesfare il sindac o, anche il person non solo di le, il deputat erare?”. “Per i di capaci liere regiona mbra d'esagistri, originar consigro”. “Non vi se ustralia min minist . Ci sono in A niente Platì”

U AISAN P U D IÈ tto. La U PAIS egozie ta

rispos in un n i triamo e la stessa. Laenga. Ma po n E . o n r v m o p ia n c c e m Us mi dice da è se nata: “B domane fiera e sdegti”. “Direttore”, un giovane sempr rendere i vo nei polmoni ”. deve p fisto che ha è du paisanu dire”, tutto il no: “U paisi dire?”. “Voglio ce, popolacosa volete gue s'arrostistrare ci ie “E che e”, che il san Ad amminis o i problem d n . n o ia ripre n si mang he conosc Platì”. ma no no i platioti c ha bisogno voglio quello di cui sanno

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L’OPINIONE

La Spiga delTerzo millennio I

lario Amendolia, ancora una volta, mi stimola ad intervenire su Platì, a ridosso di una competizione elettorale, dopo il commissariamento per infiltrazioni. E lo fa riscoprendo pagine tristi ma di immenso amore, sacrificio e solidarietà come quella del pastore diventato una “statua di ghiaccio” per salvare dalla bufera l'unica fonte di reddito della sua famiglia: le vacche. Così come ricorda l'altra bufera, quella umana, del novembre del 2003 abbattutasi con altrettanta violenza quasi come il ritorno dell'alluvione del 1951. Oggi Platì non ha bisogno di una compagine amministrativa quale essa sia, utile ad occupare uno spazio ed un edificio. Ci vogliono donne ed uomini in grado, con il loro agire, di risvegliare più che la sterile rivendicazione, buona solo per “le riserve degli indiani”, la fiducia nell'amministrare, nelle istituzioni. Donne ed uomini in grado di rivitalizzare il deserto democratico del nostro territorio, prodotto da norme inumane, ma salva-coscienze per lo Stato. In grado di ridare la speranza, la fiducia nel cambiamento, nel riscatto, nello sviluppo, stimolando i “pratioti” alla lotta, al sacrificio (come il giovane Trimboli), per perseguire un futuro migliore e sottrarsi all'inesorabile destino rappresentato da un doppio sbocco amaro: l'emigrazione oppure la devianza criminale. Solo la partecipazione dei platiesi, non certo quella formale che si regis-

tra al momento del voto e prima ancora della presentazione delle liste, può contribuire a far risorgere Platì. Non è un caso che le stagioni migliori, nell'Italia repubblicana, Platì le abbia vissute in due momenti di grande partecipazione popolare, entrambe rappresentate dalla lista “Spiga”: nel 1946, attorno alle figure “du Massaru Peppi”, il maresciallo Delfino, e del giovane Ciccillo Prestia (vittima negli anni '80 di una follia omicida e non certo per fatti amministrativi) e nel 1960 con la guida di un giovane sindacalista della Camera del Lavoro provinciale, Ciccillo Catanzariti, assieme al già sperimentato Prestia. Certo, la strada è in salita. Oggi non esiste nelle nostre comunità l'humus adatto. Con una politica che ha perso dignità e primato, partiti e sindacati simulacri di democrazia, le istituzioni vengono percepite come luoghi da occupare e piegare per interessi particolari. Occorrerebbe, perciò, un'azione complessiva da parte dell'intera comunità nazionale, regionale e provinciale. Dare il segno tangibile che per il futuro dell'Italia occorra risanare socialmente ed economicamente “le mille Platì” del Sud. Quanta rassegnazione presente oggi verrebbe spazzata via se le autorità nazionali e locali tagliassero il nastro della definitiva realizzazione della BovalinoBagnara? Insomma un impegno straordinario per consentire la ripresa della cultura del lavoro, attenuando, ad esempio, gli eccessi prodotti dalla sola risposta data ai platiesi, repressione ed ordine pubblico, che non ha certo diminuito i fenomeni di devianza e di disagio sociale. Anch'io sogno, come Ilario, la “Spiga” del terzo millennio, senza più assistere alla visione di pellicole già viste: competizioni elettorali asfittiche; amministrazioni pallide e mute; donne e uomini rassegnati. In attesa di capire se la nuova bufera, naturale oppure umana, verrà dalla montagna o dalla marina, spazzando via l'ennesima speranza per Platì. Gianpaolo Catanzariti


“Il volto della Provincia che

lavora ed ama la sua terra” Si raccontano i 22 produttori dell'agroalimentare di qualità saliti sulla carovana “Bella e Buona”e l'“olio dei Giganti”, brands promossi dall'Assessorato Provinciale all'Agricoltura.

Per i ventidue produttori reggini dell’agroalimentare di qualità, il Sol&Agrifood 2014 è un’esperienza che lascia la convinzione che la strada del marketing territoriale, sotto l’egida della Provincia di Reggio Calabria, porterà i suoi frutti nel medio termine della pianificazione del mercato italiano ed estero. Ne è convinto l’Assessore all’Agricoltura della Provincia di Reggio Calabria, Gaetano Rao che con l’allestimento degli spazi espositivi, il potenziamento delle pratiche di B2B, la variegata possibilità di familiarità e conoscenza del prodotto calabrese (a partire da degustazioni, cooking show e percorsi sensoriali) ha centrato – e senza indugi lo confermano le ventidue aziende in fiera a Verona - l’obiettivo di promozione territoriale.

“REGGIO CALABRIA, L’OLIO DEI GIGANTI” La valorizzazione dell’olio extravergine d’oliva è una storia tramandata da oliveti secolari, le cui radici sostengono una terra che, senza l’amore e la passione degli agricoltori, si sgretolerebbe per le avversità economiche e sociali. I produttori promuovono la conoscenza delle peculiarità chimiche e sensoriali degli oli ottenuti dalle innumerevoli varietà autoctone radicate, da secoli, nel territorio di Reggio Calabria. Ma qual è il beneficio, per Voi produttori d’olio extravergine d’oliva, di essere il volto unico deIla Provincia di Reggio Calabria? Pietro Taccone di ACTON DI LEPORANO AZIENDA AGRICOLA, è certo che “aumenta la possibilità di usufruire del contatto con altri operatori del settore, implementando l’offerta di un paniere di prodotti che nella loro complementarietà aumentano il portfolio cliente. Più attenzione all’olio quando il food dell’agroalimentare è in netta crescita”. Aurora Spanò di AURORA AZIENDA L'Assessorato all'Agricoltura della AGRICOLA racconta che “la Calabria è una Provincia di Reggio Calabria, nella quattro giorni terra molto amata. Siamo più riconoscibili territorialmente e la celebrazione passa dai al Sol&Agrifood 2014, conquista una presenza mediatica sapori e profumi dei prodotti”. Ferdinando d'impatto sui maggiori quotidiani regionali, testate giornalistiche Carbone di CARBONE AZIENDA on line, riviste specialistiche di settore. AGRICOLA ITALIANA, punta “al L'ASSESSORE GAETANO RAO: packaging innovativo. Un brand più forte “Un'imponente campagna di comunicazione per restituisce dignità al prodotto calabrese”. rilanciare le produzioni identitarie del territorio” Giuseppe Lombardo di OLEIFICIO F.LLI LOMBARDO evidenzia “l’immagine unitaria ed identitaria è una qualità aggiunta alla diversità dei nostri prodotti”. Marco Licastro di LICASTRO AZIENDA AGRICOLA la considera “una vetrina importante per prodotti di nicchia. Dimostrare l’orgoglio di una Provincia che sostiene la qualità”. Giuseppe Guadagnino di OLIVOLIO SOCIETA’ COOPERATIVA AGRICOLA confida nel volto della Provincia “la rivalsa di un popolo che produce il meglio degli oli monovarietali. Associarsi è necessario per competere sul mercato”. Francesco Posterino di POSTERINO AZIENDA AGRICOLA registra “i benefici di presentarsi come Istituzione al potenziale cliente. Più credibilità e contenimento dei costi grazie al supporto logistico offerto”. Michele Pronestì di PRONESTI’ AZIENDA AGRICOLA porta “la giovane età al servizio della qualità. La storia della Provincia si fonde con i prodotti del territorio”. Domenico Richichi del CONSORZIO TERRE DEL

SOLE riconosce nei brands della Provincia gli “stessi valori di eticità, solidarietà e valorizzazione dei campi di lavoro. Aiuto reciproco così come vuole la terra”.

“REGGIO CALABRIA, la provincia BUONA E BELLA” Sono i paesaggi ricchi di sapore ritratti in “un affresco” dell’agroalimentare di qualità che incanta e seduce i visitatori. Camminando lungo la costa jonica della Punta dello Stivale, passando dalla Piana di Gioia Tauro e Rosarno, spingendosi lassù sui Monti Aspromontani, sono custodite vecchie tradizioni che sconvolgono i palati più sopraffini. Valorizzare l’agroalimentare sotto lo stemma della Provincia, aiuterà salumi, formaggi, passate di pomodoro,olive, pasta, marmellate, succhi e bibite al bergamotto, liquori, etc. a crescere sul mercato? Armando Benedetto di BENEDETTO SALUMI è “sicuro di sì. Trasmettiamo non solo le emozioni di un’azienda ma di un territorio, nell’era dei social che al prosciutto di maiale nero fanno scattare ben 15 “selfie”. Carmine Giordana di CALABRIA MAGNA LIQUORI punta “al marketing che passa dalle bellezze paesaggistiche. Profumi, colori, essenze in bottiglia è come vendere fuori un pezzo di Calabria”. De Luca Antonio( ) di DIAMANTE SALUMI D’ASPROMONTE sa che “assaggiare un prodotto autoctono non ha paragoni sulla concorrenza generica. La nostra forza è origine e territorio”. Arturo Pratticò di I PRODOTTI DEL CASALE deve “ringraziare la Provincia per la visibilita offerta all’azienda che promuove il bergamotto. Il Golosario Prize è frutto di un sogno condiviso con le Istituzioni.” Raffaele Caruso di L’ANTICO MULINO PASTIFICIO calcola “il potenziale offerto dall’allestimento. Visibili, identificabili, uniti nella forza del prodotto artigianale.” Antonio Autelitano di LA SPINA SANTA BERGOTTO annuncia “il bergamotto è la nuova frontiera delle essenze agroalimentari. La Provincia crede fermamente nelle potenzialità dell’agrume ed eccoci uniti.” Giovanna Frisina di LE TERRE DI ZOE ORGANIC FARM esalta “l’opportunità di una buona comunicazione per le produzioni totalmente biologiche. La frutta ben lavorata non sarà semplice marmellata ma esperienza sensoriale!” Antonio Palattella di MORABITO OLIVE porta “le olive in tavola, prodotto trasformato per approfondire la conoscenza del gusto calabrese, circoscritto e ben delimitato territorialmente. La Provincia è la marcia in più”. Cardone Giuseppe di NERO DI CALABRIA ringrazia la Provincia, “rifiuta la massificazione del gusto e va avanti! E’ la metafora del lavoro di produttori che credono nel prodotto di nicchia e lo sostengono con tutte le proprie forze. L’Unione è la variabile che ci contraddistingue sul mercato”. Domenico Siciliano di ROMANOSICILIANO AZIENDA CACIOCAVALLO DI CIMINA’ è entusiasta del successo ottenuto e “con ben 50 kg di caciocavallo abbiamo fatto grande promozione. Il GOLOSARIO PRIZE vale tutto il nostro duro lavoro”. Laura Multari di SALUMIFICIO ARTIGIANALE SAPORI ANTICHI D’ASPROMONTE è la donna del GOLOSARIO PRIZE. “La Provincia ha messo in luce la realtà imprenditoriale ed artigianale di un piccolo paese aspromontano che è la culla del sapore autoctono”. Francesco De Mario di SIRIANNI PRODOTTI TIPI CALABRESI concorda “con la strategia di prossimità spaziale e simultaneità con il Vinitaly. Grande affluenza, ottimi “tasting” con operatori qualificati, ritorno d’immagine eccezionale per l’azienda”. Michele Luccisano di VERDIANA QUALITA’ MEDITERRANEA svela che “l’azienda punta a raggiungere più utenti in tempi brevi. L’evento fieristico è una scelta obbligata per noi operatori. La Provincia ha concretizzato la strategia aziendale di comunicazione”.



RIVIERA

ATTUALITÀ

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differenza di quanto dichiarato nelle scorse settimane dal presidente di Confindustria Calabria Giuseppe Speziali e dopo l’allarme lanciato da Ignazio Messina di Idv risponde Paolo Commisso presidente del Comitato d’Investimento del Fondo Jeremie Calabria che chiarisce e rettifica alcuni punti: «Come ormai noto, il Fondo rotativo Jeremie è uno strumento di ingegneria finanziaria ideato dalla Commissione Europea, dalla BEI e dal Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI), che consente, alla Regione Calabria, l’utilizzo dei fondi strutturali FESR per concedere prestiti alle Pmi con sede operativa in Calabria». Sul territorio regionale i finanziamenti vengono erogati per il tramite di due banche selezionate dal FEI con bando ad evidenza pubblica: Banca del Mezzogiorno Medio Credito Centrale e Banco di Napoli del Gruppo Intesa, che hanno cofinanziato il fondo con ingenti risorse proprie. E ancora Paolo Commisso spiega: «In questo particolare momento congiunturale, contraddistinto dal “credit crunch”, ciò che caratterizza questi prestiti è il favorevole tasso d’interesse applicato che, a parità di condizioni, è in media, la metà del tasso ordinario. Infatti, sulla quota di finanziamento erogato è applicato il tasso d’interesse solo alla metà della somma in ammortamento (nel caso della Banca del Mezzogiorno MCC), essendo l’altra metà (quota di fondi Comunitari) a tasso zero». «Entrando nello specifico del fondo Jeremie Calabria questo ha una dotazione complessiva di 94 milioni di euro, dei quali ad oggi sono stati erogati complessivamente circa 18 milioni di euro e non 1 milione come erroneamente dichiarato dal presidente di Confindustria Calabria appena pochi giorni fa», dice Paolo Commisso, che aggiunge: «Sul territorio calabrese sono oltre 60 le imprese che hanno già potuto beneficiare dei finanziamenti a tasso agevolato. Molte di queste sono iscritte a Confindustria. Il presidente Commisso dichiara inoltre «C’è consapevolezza della necessità di fare ancor meglio per massimizzare i benefici dello strumento di ingegneria finanziaria e per questo, il Comitato d’Investimento, d’intesa con il Dipartimento Attività Produttive della Regione Calabria, sta svolgendo un ruolo di continuo stimolo presso gli intermediari finanziari che operano sulla misura, affinché possano garantire piena attuazione allo strumento entro i termini previsti dalla normativa comunitaria, ovvero il 31/12/2015». Va detto inoltre che dal mese corrente di aprile, le imprese che richiedono i finanziamenti Jeremie, potranno ricorrere (anche per mezzo dei Confidi regionali) alla garanzia statale di cui alla legge 662 per garantire (fino all’80%) la quota bancaria del finanziamento consentendo di ampliare le imprese concretamente eleggibili al finanziamento per investimenti in capitale circolante e beni strumentali. E Paolo Commisso del Comitato Investimento Jeremie conclude: "Le novità

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Il presidente del fondo, Paolo Commisso, risponde all'allarme lanciato da Ignazio Messina

Fondo Jeremie: «Già erogati oltre 15 milioni di euroa molte imprese capaci di crescere e svilupparsi!» introdotte avranno certamente ripercussioni positive in termini di maggiore imprese finanziate e minor costo del denaro. Il prossimo 10 giugno si terrà un importante Seminario su "Fondi Jeremie: opportunità di crescita e sviluppo d'impresa nel sistema regionale" a Locri presso il Palazzo della Cultura cui prenderanno parte tra gli altri l'ABI Regionale, il FEI Fondo Europeo degli Investimenti oltre alle banche interessate, il tutto con il coordinamento dell'Investment Board ed il supporto del Dipartimento Attività Produttive. Sarà l'occasione di fare il punto sullo stato dell'arte ed offrire, a tutti gli imprenditori e professionisti che prenderanno parte all'importante evento, una concreta opportunità di approfondimento tecnico sulla iniziativa che per ammontare e metodologia adottata costituisce uno dei migliori esempi di cooperazione finanziaria pubblico-privato a concreto sostegno delle imprese più meritevoli di fondi per lo sviluppo d'impresa.

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Imprese dalla Locride alla Cina “Un capolavoro italiano”è un convegno per illustrare alle aziende locali le mille opportunità offerte dallo Stato asiatico

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prossimo 26 aprile a Siderno, presso il Gran Hotel President, organizzato dall'AT Group Italia, attiva da anni nel campo dell'internazionalizzazione delle aziende calabresi, con la collaborazione di Confimprese Nord-Ovest, nell' ambito del progetto denominato “Parco delle eccellenze italiana” , si svolgerà il convegno dal tema “Un capolavoro italiano”- Opportunità reali e concrete in Cina, per le aziende calabresi. Si tratta di un progetto importante che la "AT Group Italia”, vuole portare all'attenzione delle aziende regionali, al fine di poter indicare le nuove opportunità d'inserimento imprenditoriale sui mercati asiatici, con particolare riferimento alla Repubblica Cinese. Considerata la situazione di crisi in cui riversa oggi la nostra regione, potrebbero svilupparsi importanti opportunità ' per favorire l'espansione commerciale nei mercati esteri. In questo ambito il progetto "Parco Eccellenze Italiane", promosso in collaborazione con Confimprese Nord-Ovest ha come finalità principale la promozione di un rapporto economico-commerciale stabile tra la Cina e l'Italia. Le Aziende calabresi avranno la possibilità di proporre i propri prodotti a Qiangjiang, I'aerea del massimo sviluppo economico della città di Hanghzou, una delle sette famose antiche capitali della Cina. Le Aziende interessate potranno essere quelle operanti nei settori del design, dell'arte e arredamento, del fashion prestigioso e del “food “più prelibato, attraverso i rapporti intrattenuti con le istituzioni locali, l' azienda è riuscita ad ottenere delle interessanti agevolazioni che potrebbero favorire l'insediamento delle realtà produttive calabresi in Cina. Nel corso della manifestazione verrà presentato il Progetto "Parco delle Eccellenze Italiane". Si parlerà inoltre : -dei processi di internazionalizzazione delle imprese -delle modalità di ammissione ed eventuali agevolazioni per l'inserimento nelprogetto - modalità di commercializzazione e vendita dei (brand) presenti nel Parco -come produrre e distribuire il prodotto direttamente all'interno del Parco. AT


L'uovo pasquale Un tempo il giorno di Pasqua era chiamato “Pasqua d'uovo” poiché si festeggiava donando e mangiando uova sode dipinte o colorate, benedette in chiesa. Spesso si regalavano uova smaltate, di porcellana o vetro, ma anche di materiali più pregiati, come lapislazzuli, oro e argento. Oggi l'usanza è stata mantenuta solo in ristrettissime comunità, o è sopravvissuta secolarizzata nei dolci pasquali o nelle uova di cioccolato che arrivano sulle nostre tavole senza essere passate per la chiesa. L'uovo è il simbolo del Cristo risorto e della speranza della resurrezione dei fedeli in Lui. In ogni tradizione l'uovo è simbolo di fecondità, nascita e resurrezione. Omne vivo ex ovo, dice un proverbio: tutto nasce da un uovo. Uova di marmo sono state trovate nei sepolcri, a Roma, nelle tombe di santa Balbina e santa Teodora ne sono state rinvenute parecchie. Il simbolismo della Resurrezione si trova anche nei reliquiari medievali che contengono uova di struzzo montate su coppe, mentre nella cattedrale di Burgos, in Spagna, sono sospese alcune uova sull'altare. Celebre è la cosiddetta “Madonna dell'uovo”, raffigurata nella Pala di Brera da Piero della Francesca. Già nel XII secolo, mentre i ceti poveri si scambiavano uova benedette, i nobili si donavano uova di materiali pregiati, decorati. La sorpresa inserita nell'uovo è un'usanza più tardiva, pare che la prima sia stata donata a Francesco I di Francia: all'interno di un guscio d'uovo era contenuta una minuscola incisione in legno raffigurante la Passione. Sotto i fasti del Re Sole la moda crebbe rapidamente, nel Settecento Luigi XVI donò alla sua bellissima e sfortunata favorita, Madame du Barry, un grande uovo decorato che conteneva una statua di cupido. Le uova decorate si arricchiscono ancora fino alle famose “uova Fabergé” create alla corte degli zar russi nell'Ottocento. In qualche modo questa brevissima e non esaustiva storia dell'uovo pasquale ci fa apprezzare maggiormente i normali ovetti di gallina delle nostre campagne, avvolti dalla soffice sguta.


LO SPECIALE

Placanica: Pasqua con la Madonna dello Scoglio U

GIUSEPPE CAVALLO na settimana di intensa attività liturgica in tutta la diocesi locridea grazie alla sapiente guida di monsignor Femia, amministratore diocesano, in attesa, mentre stiamo scrivendo, di sapere chi sarà il nuovo vescovo che succederà a monsignor Morosini. Anche alla Madonna dello Scoglio, in questa settimana santa, grazie alla presenza costante dei padri missionari del Crocefisso si svolgeranno particolari riti. Mercoledì santo, 16 aprile, si svolgerà il pio esercizio della Via Crucis, sempre con i sacerdoti, a cominciare da padre Raffaele Vaccaro, padre Antonio, padre Michele e da Fratel Cosimo Fragomeni. Giovedì santo, la Santa Messa della Cena avrà invece inizio alle ore 19,30. Venerdì santo la Passione del Signore Gesù verrà ricordata alle ore 19.00. Sabato santo, la veglia pasquale avrà inizio alle ore 22.00 mentre sia la domenica di Pasqua sia il lunedì dell'Angelo, le concelebrazioni eucaristiche avranno luogo alle ore 11.00 e alle 18.00, così come le domeniche. Gli incontri di preghiera, dopo la settimana santa, proseguiranno, costanti, come sempre, ogni mercoledì e ogni sabato, dalle ore 15.00 e ogni domenica dalle ore 17.00. Per il 10 e 11 maggio, poi, è attesa una immensa fiumana di fedeli perché l'11maggio ricorre il quarantaseiesimo anniversario

silenzio sacrale, raccoglimento, elevata spiritualità, momento privilegiato per la riconciliazione con il Signore. Un cristiano vero Fratel Cosimo, che spende la propria vita, in modo eroico, per aiutare gli altri e per invitarli, costantemente, alla riconciliazione con il Signore, quindi alla confessione, presso la Madonna dello Scoglio, luogo di culto riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa, dove vi sono diversi sacerdoti che dispensano il prezioso sacramento e presso le parrocchie di provenienza. Cento persone il mercoledì e cento il sabato,

della prima apparizione della Madonna a Fratel Cosimo, appunto sopra una roccia, definita lo Scoglio. Intanto di Fratel Cosimo Fragomeni, che viene ormai considerato l'erede spirituale di padre Pio, si parla su molte riviste e TV italiane ed estere. Lui continua, nell'umiltà, nel nascondimento e nella preghiera, in piena ubbidienza alla Chiesa, a portare avanti il proprio ministero. Questo presso l'Opera da lui fondata, a Santa Domenica di Placanica, caratterizzata da un clima di profonda compostezza,

di ogni settimana, mese e anno, che Fratel Cosimo incontra a colloquio privato, per un totale di circa diecimila persone all'anno, e questo da circa mezzo secolo, la dicono lunga sulla solidità della sua missione, affidatagli dalla Beata sempre Vergine Maria Immacolata Concezione, l'11 maggio 1968, quando gli è apparsa sullo Scoglio di Santa Domenica di Placanica, davanti al quale lui stava passando. Nel corso delle quattro apparizioni che ebbero luogo dall'11 al 14 maggio, la Madre di Dio, gli disse: “Se gli uomini si convertiranno, si pentiranno dei loro peccati, si confesseranno, si avvicineranno a DIO e lo ameranno con tutto il cuore Dio si avvicinerà a loro e li accoglierà nella Sua casa”. Un invito chiaro e inequivocabile, così come quello per la costruzione del santuario, la cui prima pietra è stata benedetta da papa Francesco e posata dall'arcivescovo attuale di Reggio-Bova, all'epoca pastore della diocesi locrese, monsignor Morosini. “Ti chiedo il favore di trasformare questa valle;” - gli disse, infatti, la Sempre Vergine Maria - “qui desidero un grande centro di spiritualità, dove le anime troveranno pace e ristoro. In questo luogo, Dio vuole aprire una finestra verso il cielo; qui, per la mia mediazione, vuole manifestare la Sua misericordia.” Un santuario che, come ha ricordato Fratel Cosimo, “Sarà degno della Madonna e di tutti i Suoi devoti”.


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SIDERNO

La fantasia artigianale approda in piazza Portosalvo Èqui la“fiesta” A PASQUETTA

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sole pallido, una leggera brezza e tanta aria di festa hanno fatto da sfondo, a Siderno, all'interessante mercatino artigianale organizzato in piazza Portosalvo. Sabato 12 Aprile, gli artigiani si sono adoperati per allestire al meglio il loro stand perché - si sa - anche l'occhio vuole la sua parte. Fieri di poter mettere sotto gli occhi dei curiosi visitatori i prodotti, frutto del loro ingegno, della loro bravura e in alcuni casi anche della loro fantasia, hanno animato un sabato pomeriggio di aprile, disponibili verso quanti fossero interessati all'acquisto di regali in vista della Santa Pasqua. Sì, perché gli artigiani hanno presentato tutto il loro estro, proponendo oggetti e prodotti alternativi, e soprattutto innovativi con cui sorprendere, distaccandosi dai consueti e abitudinari prodotti del mercato internazionale, prodotti chissà dove in Italia o all'estero. Oltre a piccole opere d'arte, realizzate interamente a mano con i più diversi materiali, agli accessori con cui è possibile dare un tocco di originalità al proprio stile, c'erano anche dolci pasquali e prodotti tipici sempre apprezzati, che rafforzano e portano avanti le tradizioni di una terra che da trasmettere ha proprio tanto.

Vini particolari, insolite marmellate dalle sfiziose confezioni, la bigiotteria originale e unica, realizzata a mano, hanno colorato di vivacità quello che è ormai il grigiore della pizza sidernese. Un'iniziativa importante, questa, per una cittadina come Siderno, che ora più che mai, ha bisogno di eventi che attirino curiosità e interesse per gli stessi cittadini e per il piccolo turismo di prossimità. Speriamo che l'evento venga ripetuto. Di facce incuriosite e interessate ce n'erano infatti molte: donne intente a scovare qualcosa di particolare, ragazzine ammaliate dal luccichìo della bigiotteria; e poi gli uomini, alla ricerca del liquore o del vino tradizionale, magari casereccio, e infine i collezionisti, attratti dai sapori insoliti. Una lieta giornata che ha dato l'opportunità agli artigiani di esporre, e a quanti fossero interessati, di acquistare prodotti inediti e unici. A Siderno si respirava un'aria di gioia, di solidarietà, ma soprattutto di allegria, che coronava, anche se un po' in ritardo, l'arrivo della primavera. Un'atmosfera di festa che sembrava ricordare quella della donzelletta cantata dal Leopardi, nel suo celebre "Sabato del villaggio". Sara Leone

La Pasquetta, a Siderno, da anni costituisce una giornata particolare solennizzata da una manifestazione che abitualmente richiama in città una folla notevole. Quest'anno la “ Pasquetta” sidernese rischiava di saltare a causa della mancanza di fondi economici. Ma grazie all'iniziativa dell' associazione culturale l'Eco di Siderno e della Pro-loco, il tradizionale evento del lunedi dell'Angelo verrà riproposto. Per lunedì 21 aprile, infatti, dalle ore 16,00 in poi, nella centralissima Piazza Portosalvo, si svolgerà la “Pasquetta Sidernese 2014”. Ospiti d’onore il gruppo musicale “Fantasy Group”. La motivazione che ha stimolato gli organizzatori a cercare di offrire una giornata di svago, nonostante la crisi e le recenti calamità naturali che hanno colpito duramente la città, sta nel fatto che Siderno ha sempre esercitato un ruolo di forza trainante del territorio e, nell'indifferenza generale, stava rischiando di perdere anche un altro importante appuntamento che ha sempre esercitato un fascino particolare richiamando migliaia e migliaia di visitatori. A Siderno ci sono sempre state persone abituate al sacrificio ed al lavoro quotidiano e proprio nel momento in cui la città sembra vivere un momento di generale difficoltà, tutta l'organizzazione comunica ai lettori di “Riviera” che ha lavorato in questi giorni al fine di invogliare tutti quanti alla partecipazione attiva. Bisogna rispolverare quell'energia positiva e propulsiva , quel senso di appartenenza alla comunità sidernese, che hanno come unica finalità quella di far riemergere le potenzialità turistiche attrattive della nostra bellissima Città. E' vero che la “ferita” del lungomare è troppo vistosa per farla passare “inosservata” ma è anche vero che , pur consapevoli che non può bastare una semplice manifestazione per cambiare la situazione, non si poteva e non si doveva rimanere indifferenti. l.r.



SETTIMANALE

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POSTA

E se l’elogio viene dal Nord vale due volte Siamo tristemente abituati ad associare le strutture ospedaliere nostrane a bui episodi che possono andare da casi di malasanità alla chiusura di reparti o interi nosocomi; e di fronte alla possibile scelta tra una visita specialistica in uno dei nostri ospedali e una presso la più putrida stamberga purché a Nord collocata, non ci pensiamo due volte a prendere la via delle Alpi. Inutile negarci che tra tagli, piani di rientro e carenze strutturali lo stato di salute, scusate il gioco di parole, della nostra Sanità non sia dei migliori; ma è anche vero che se ci si sofferma solo sulle mancanze e sui disservizi facciamo un grave torto a quelle centinaia di validi professionisti che ogni giorno si rimboccano le maniche e affrontano quei tagli e quelle carenze per offrirci la miglior assistenza possibile. La storia che sto per raccontarvi, non ve lo nego, mi inorgoglisce particolarmente sebbene in un primo momento ho temuto di aver capito male o di aver preso un abbaglio: una famiglia di grandi imprenditori del Nord mi celebrava l' assistenza seria e scrupolosa e l'umanità ricevuti in uno dei nostri ospedali. E sì, già mi sembra di vedervi mentre increduli vi stropicciate gli occhi, ma avete capito benissimo. A raccontarmi la storia è Roberto il più giovane della famiglia Giunta, famiglia di imprenditori originari di Melito ma trasferitisi a Milano da giovinetti e cresciuti lì. “Il ritorno”,

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GERENZA

Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14

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LA LETTERA

OSPEDALE DI LOCRI

ul giornale “Riviera” del 30/03/2014 ho letto di un progetto per una spesa di 250 mila euro che prevede il posizionamento di 2800 gabbioni lungo 500 metri di lungomare di Siderno lato Nord. Mi soni venuti diversi dubbi e consultando un testo di Idraulica Marittima (di Valerio Milano-Maggioli Editore) al capitolo 10. Dinamica costiera e sistemazione dei litorali, sconsiglia l'impiego di gabbioni metallici sui litorali come opere di difesa. I gabbioni vengono invece realizzati sui corsi d'acqua come difese di sponda. Realizzare i gabbioni sulle spiagge è sconsigliabile in quando l'azione delle onde ne provoca la rottura del filo metallico con il conseguente pericolo dei bagnanti per la presenza di resti di spezzoni di reti metalliche lungo la battigia. Le opere di difesa consigliabili per permettere un miglioramento della situazione esistente possono essere costituite da: opere fisse costituite da scogliere parallele alla riva e da pennelli perpendicolari alla riva; rinascimenti artificiali consistenti nel versamento di sedimenti sulla spiaggia. Tralasciando la realizzazione di scogliere e pennelli per l'alto costo e con un studio preliminare sulla dinamica delle correnti, si consiglia per l'urgenza il ripascimento artificiale. Nella situazione attuale vi è un forte dislivello dalla quota strada lungomare alla riva con formazione di una duna di riva e una mancanza di sedi-

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come spesso accade, era avvenuto qualche settimana fa a causa dalla malattia dell'amata nonna Maria Palma, ricoverata prima presso l'ospedale di Melito e poi a Locri nel reparto di terapia intensiva e sub terapia del direttore Adamo. “Abbiamo trovato un calore, un'umanità assoluti. Nulla a che vedere con l'immagine degli ospedali del Sud che circola di solito. Una cosa da sfatare assolutamente. I medici ci hanno seguito passo passo spiegandoci ogni cosa e con la stessa dedizione per tutti gli ammalati. Ho visto una voglia di lavorare assoluta”. L'entusiasmo del giovane e la voce ferma e

convinta mi spiazzano. Sì, sta parlando di noi. E sta parlando di un' unità che sorge in un ospedale ormai ridotto all'osso, dove neanche qualche giorno fa due reparti sono stati “declassati” ad ambulatori. Più e più volte il nosocomio locrese ,lo sappiamo, è stato nell'occhio del ciclone ma ricordiamoci che si parla di una realtà importante e da tutelare, per tutelare noi stessi e un bacino d'utenza di ben 140.000 abitanti e 42 comuni. La stessa professionalità, la stessa dedizione a quello che più di un lavoro è una missione dovremmo ricominciare a vederla anche noi e a farla vedere a chi ci rappresenta ai piani alti.” Io e la mia famiglia-continua- non possiamo smettere di ringraziare il direttore del reparto Adamo e i dottori Blefari, Nicita, Sinopoli, Zannino, Raso, Putortì, Archinà, Rullo e tutto il personale paramedico. Fare sanità qui al Sud è due volte più duro.” È così. E noi lo sappiamo. Ma sono quei centinaia di dottor Adamo, Blefari, Nicita che affollano le nostre corsie che una luce in fondo al tunnel ce la fanno intravedere; purché il tunnel non lo chiudano. Cari conterranei, non siamo abituati ma questa volta ci tocca: leviamoci le orecchie d'asino da ultimi della classe e abbandoniamo il cantuccio dietro la lavagna. Stavolta siamo stati promossi. Anna Laura Tringali

menti al di sotto del lungomare. Tale dislivello può essere colmato con un versamento artificiale di sabbia e ghiaia per quantitativo di circa 20 mila mc . Considerato che il costo di trasporto e sistemazione della sabbia è di 10 euro al mc dal prezziario regionale dei lavori pubblici il costo complessivo si aggira sui 200 mila euro. Tale intervento risolverebbe il ripascimento della spiaggia, la messa in sicurezza e l'utilizzo per la stagione estiva del lungomare lato Nord. Geologo Antonio Romeo

Ricostruzione lungomare Siderno: « i gabbioni non sono una buona soluzione» Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.

Direttore responsabile: ANTONIO TASSONE Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Ercole Macrì, Eleonora Aragona, Domenico Macrì, Franco Parrello, Daniele Mangiola, Lidia Zitara, Patrizia Pellegrini, Domenico Spanò.

Lo sviluppo turistico è impossibile in Calabria

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ncora una volta ho dovuto confrontarmi con la dura realtà e il pressapochismo che serpeggiano nei corridoi delle pubbliche amministrazioni, nello specifico quelli della Regione Calabria Assessorato al Turismo. Dopo una stagione di spettacoli dal vivo svolta nell'estate 2013, l'ufficio di competenza - quello del Turismo, dirigente Pandullo - per l'ennesima volta ha dimostrato di voler continuare a gestire il bando dei finanziamenti per gli eventi dal vivo favorendo programmazioni e seguendo logiche che difficilmente possono essere considerate turismo. Lo posso affermare con certezza perché ho richiesto l'accesso agli atti, potendo valutare in prima persona i punteggi dati alle agenzie di programmazione turistica per eventi musicali che non hanno né capacità organizzative né la concezione di cosa significhi promozione turistica, culturale e commerciale. Tornando all'iter burocratico, posso affermare senza timore di smentita che l'Ufficio Turismo della Regione, per aprire le documentazioni presentate da ogni singola agenzia, ci ha messo praticamente cinque mesi. Eppure stiamo parlando di nove pratiche, meno di una a testa per le almeno 20 persone che lavorano all'interno dell'Ufficio. Dopo questi cinque mesi, quindi, a marzo sono stato chiamato ad integrare alcuni documenti che mancavano alla pratica che avevo presentato. Da lì a dieci giorni, alla richiesta di una conferma che la documentazione fosse a posto, hanno risposto di non saperlo ancora, ma anche di avere a disposizione un mese di tempo per potermelo dire. Lo stesso dirigente Pandullo ha affermato di essere in regola con i tempi, piuttosto. Sono rimasto a bocca aperta: forse dalle parti dell'Ufficio Turismo della Regione Calabria ancora non sanno che la Comunità Europea impone alle Pubbliche amministrazioni trenta giorni di tempo, non sette mesi, non per rispondere se la documentazione presentata dalle imprese è a posto o meno, ma per pagarle proprio le imprese. Noi imprenditori lo sappiamo bene: se molte aziende sono costrette oggi a chiudere i battenti la colpa non è solo della crisi. Troppo spesso, la buona volontà si deve confrontare con la farraginosità e le incompetenze dell'attuale burocrazia, che sembra sempre più specializzata nel lasciar passare il tempo, facendo perdere anche soldi a noi che ci rimettiamo prima di tutti. Non possiamo solo sperare che nei tagli previsti da Renzi, tra gli esuberi, sia compreso anche quello di tutti coloro che operano in questa maniera. Ci sono settori, quale quello del Turismo, che dovrebbero essere più veloci nella gestione delle pratiche, così come nella liquidazione dei finanziamenti: la mia agenzia aspetta ancora dall'Ufficio Turismo della Regione Calabria, somme riallocate dal 2009. Non c'è altro da aggiungere. Credo che non ci siano altre imprese che avanzano finanziamenti da così tanto tempo. Roba da Guinness dei primati. Maurizio Senese Esse Emme Musica

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CULTURA

CONVERSAZIONE CON FRANCESCO D. CARIDI SUI DUE NARRATORI CALABRESI

Strati e Alvaro, uniti nell’oblio Saverio Strati se n’è andato a novant’anni, qualche settimana fa. Il fatto ti ha colpito? «Come scrittore Strati era in disarmo da più di vent’anni, la sua vena narrativa si era essiccata. Mondadori, che aveva pubblicato l’ultimo suo romanzo nel 1989, congedò brutalmente l’autore, senza nemmeno la sinecura di una collaborazione ai giornali. Pensa che l’ultranovantenne Raffaele La Capria, al quale Mondadori ha dedicato un Meridiano, è ancora elzevirista del Corriere della Sera». La vita dell’anziano Strati fu resa difficile dall’ostracismo editoriale? «In realtà la sua vecchiezza era stata segnata da volenterosi quanto umilianti tentativi di sopravvivere, non tanto nel sistema letterario che l’aveva espunto, quanto nella considerazione sentimentale dei calabresi, dalla cui sorte aveva però da molto tempo staccato la sua. Se si eccettua il movimento d’opinione pubblica regionale che l’aveva adottato grazie alla iniziativa di Matteo Cosenza, direttore del Quotidiano, per fini umanitari (il sussidio della Legge Bacchelli), gli intellettuali calabresi, e i lettori calabresi in genere, s’erano ormai dimenticati di Strati, anzi pensavano che fosse già scomparso da un pezzo, quando invece era ancora semplicemente latente». Si può paragonare la personalità di Strati a quella di Corrado Alvaro? «Per combinazione astrale il vero esordio letterario di Strati avvenne con Mondadori lo stesso anno della morte di Corrado Alvaro, il 1956. Tre anni prima a Caraffa del Bianco il giovane speranzoso Strati aveva conosciuto il famoso Alvaro, al quale aveva mostrato i suoi

Non si possono fare raffronti tra i due scrittori per formazione culturale, per profondità e per esperienze professionali e mondane. Alvaro possedeva un senso della realtà che Strati non ebbe. Alvaro non aveva il complesso di inferiorità che si sarebbe percepito in Strati suo malgrado

primi racconti. Ma la coincidenza si ferma qui. Non si possono fare raffronti tra i due per formazione culturale, per profondità e per esperienze professionali e mondane. Alvaro possedeva un senso della realtà che Strati non ebbe. Alvaro non aveva il complesso di inferiorità che si sarebbe percepito in Strati suo malgrado. Alvaro si era cimentato nel giornalismo per grandi testate rapportandosi ai fermenti europei della sua epoca.

«In Calabria non sappiamo costruire sull’opera dei nostri scrittori»

Strati, invaghitosi prima di Firenze poi della Svizzera, dove visse per pochi anni prima di ritirarsi a Scandicci, era rimasto in cuor suo sempre uno sradicato, non riusciva del tutto nelle sue narrazioni ad universalizzare i sentimenti, nemmeno quello dello spaesamento, cioè non era destinato a diventare un classico come Alvaro, e forse questa fu la sua vera pena. D’altronde, nessuno lo cercava più per chiedergli una opinione sull’at-

tualità, od anche sulle circostanze del passato, come si fa con i vecchi maestri delle patrie lettere anche quando questi hanno raggiunto un grado di rimbambimento». Stai classificando per valori o per disvalori la condizione di Strati rispetto a quella di Alvaro? «No, ma vorrei che si considerasse il solo punto che paradossalmente accomuna i due scrittori: quello della loro dimenticanza. Entrambi, Strati perché aveva detto tutto quel che aveva da dire senza lasciare porte aperte alla sua rivisitazione, Alvaro perché invece non ha finora trovato una promozione non accademica benché la sua opera abbia ancora molto da suggerire ai lettori comuni (ad esempio L’uomo è forte), sono obliati dai calabresi». Per te, la colpa della dimenticanza di Strati e di Alvaro, come di altri nostri autori, è dunque attribuibile alla indifferenza dei calabresi? «Osservo solamente che comunque in Calabria non sappiamo costruire sull’opera dei nostri scrittori, ed anche sulle loro biografie, quella dimensione di mito che è intrinseca alla letteratura, e che serve anche a valorizzare i territori d’origine dei talenti. Altrimenti perché si creerebbero i parchi letterari, che suscitano tante curiosità in varie parti d’Italia? Nella buona letteratura si inverano le memorie e le esperienze umane, senza le quali un popolo non si riconosce comunità, è privo di slancio e di finalità. E poi, per tornare alla triste vicenda di Strati, ma si potrebbero citare altri autori similmente ignorati, bisogna proprio aspettare che uno scrittore calabrese languisca nella indigenza oppure muoia per renderlo protagonista di un articolo in


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DOMENICA 20 APRILEO 17

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CARLO A. PASCALE iccolo di statura, piuttosto tarchiato, bianco di carnagione e coi capelli crespi. La figura dell’uomo è grosso modo questa. Bisogna aggiungere però che nel complesso lo scrittore Saverio Strati mostrava una nativa verecondia che lo caratterizzava come uomo che desidera tenere a distanza i grandi eventi della vita. Negli anni ottanta dalla Toscana era sceso nella provincia di Reggio Calabria a reclamizzare uno dei suoi libri più belli e più affascinanti, Il Selvaggio di Santa Venera. Un romanzo , anche questo, come tanti altri suoi romanzi, ancorato alla letteratura neo realistica vergata però da una nativa vena di analisi interiore e di introspezione. Ecco Saverio Strati sin dai primi romanzi ma specialmente con Tibi e Tascia propone una narrativa non giocata esclusivamente “in re”, portata a scavare e a giungere nell’intimo dei personaggi. In Tibi e Tascia il gioco dello scavo psicologico diventa evidente ed essenziale per poter parlare di un romanzo che tende e in gran parte esce dal neorealismo così presente nella seconda meta del Novecento nei nostri paesi culturali e politici del Sud. C’era allora e c’è tuttora una questione meridionale a cui la saggezza dei nostri scrittori non si è mai tirata indietro descrivendo la nostra esistenza di gente del Sud e la nostra sofferenza a non riuscire ad avviare un discorso risolutivo dei nostri mali. C’è stata la denuncia, anche da parte di Saverio Starti, ma non si è andati molto più in là. Quasi gli scrittori invece di essere forza traente ed avanguardia fossero dei ricettori risucchiati anch’essi da una politica vaga e disonesta nei confronti del Sud. Se volessimo essere spietatamente sinceri dovremmo aggiungere che anche Saverio Strati non ha voluto o non ha saputo togliere tutta la ruggine in cui è rimasta impigliata la letteratura del Sud. Ma ciò che lo scrittore di Sant’Agata del Bianco ha scritto e la maestria con cui si è espresso stanno a significare che i nostri più grandi scrittori de Novecento si sono assunto un compito gravoso e sollecito di denuncia e di esemplificazione. Altro è il discorso perché gli scrittori del Sud non riescono ad imporsi, specie in Italia, mentre nei paesi stranieri trovano ancora oggi accoglienza, affetto e spazio per parlare e farsi ascoltare. È questa la maledizione. La nostra è una terra, anche quella nazionale, che agisce con il vizio della non fiducia, della non validità, del solito ritornello detto dai soliti piagnoni del Sud. I romanzi dello scrittore di Sant’Agata del Bianco, oggi, nella triste dipartita dello scrittore, dovrebbero trovare nuovo spazio e nuova linfa; dovrebbero dar luogo nelle sedi universitarie e in quelle scolastiche e laico-culturali ampio spazio e segnare una riconciliazione con la cultura nazionale. Speriamo che il futuro dell’opera di Strati trovi più amore e più accoglienza, più devozione e più impegno critico. Non c’è più il grande critico della nostra letteratura meridionale, il professore Pasquino Crupi, che è stato il vessillifero della cultura calabrese, ma proprio per questo è necessario che ognuno di noi trovi il coraggio per dire e celebrare i nostri grandi scrittori. Saverio Starti ha ancora da insegnarci tanto. Se non altro a stimolarci a rivedere la nostra posizione e il nostro ruolo di coscienza del

Saverio Stratici lascia una eredità preziosa da non perdere

Sud..Ma tutta la vita dello Scrittore di Sant’Agata testimonia un impegno a creare le ragioni buone per non demordere e portare a compimento ciò che ci ha lasciato Crupi e, soprattutto, ciò che in eredità preziosa, oggi, ci lascia Saverio Strati. Il Selvaggio di Santa Venera ci insegna ancora che non basta lavorare al Sud tutta una vita a dissodare la terra, ma che, ieri come oggi, è improcrastinabile eliminare la mafia e creare uno strato solido e incrollabile di civiltà. Non fuggendo. Denunciango con vigore. Dovremmo dare spazio alla civiltà della consapevolezza che lo scrittore di Sant’Agata del Bianco ha acceso in noi tutti. Oggi, per allargare e meglio impiantare il discorso critico di Pasquino Crupi, crediamo che sia più necessario trattare la letteratura come impegno politico che è sempre sottinteso, ma amministrarla come potenzialità e intelligenza dichiaratamente umane. Rivedere Crupi per aggiungere alla narrativa di Strati ciò che un dettato di parte non lo ha reso possibile prima. A nostro modo di vedere ogni romanzo di Saverio Strati è uno spaccato sociale, Sorgono dalla realtà del Sud, dalla tristezza dei paesi e cercano nel vivo del dettato sociale la loro pienezza di essere. Anche quando viene indicata nella fuga dalla Calabria la soluzione. Resta il fatto tuttavia che i romanzi di Strati sorgono dalla passione per la sua terra, nella quale esprime le forze dell’impegno e le dimensioni storiche necessarie e incontrovertibili. È sulla nostra storia che bisogna lavorare. È questo il messaggio ancora vivo che ci lascia in eredità lo scrittore, Saverio Strati, al quale oggi va il nostro ringraziamento di averci tanto insegnato.

Addio Saverio Strati: uno dei più grandi scrittori calabresi 11 APRILE FIRENZE È spirato mercoledì 9 ma la notizia è trapelata solo dopo 48 ore. A dare l'annuncio il sindaco di Sant'Agata del Bianco, il paese del Reggino nel quale il celebre letterato era nato 90 anni fa Il mondo della cultura è in lutto. Se ne va a novant'anni Saverio Strati, uno dei più grandi scrittori calabresi di tutti i tempi. La morte è avvenuta mercoledì 9 a Firenze, nella terra in cui da anni aveva stabilito la sua residenza, ma la notizia è emersa solo oggi e a renderla nota è il sindaco di Sant'Agata del Bianco, Giuseppe Strangio, il paese della Locride nel quale Strati era nato il 16 agosto 1924. Il profilo: raccontava le battaglie della sua terra. Proprio in vista del novantesimo compleanno dello scrittore era stata organizzata una serie di iniziative in suo onore e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva conferito una medaglia alla manifestazione riconsocendone l'alto valore. Ma il 2014 era iniziato con un dolore per Strati, che aveva appreso della morte di un altro grande nome della Calabria, Vincenzo Ziccarelli, scomparso il 6 gennaio: «Qualsiasi cosa dicessi o scrivessi in questo momento, mi porterebbe lacrime», aveva commentato Strati. Due polmoni che hanno dato ossigeno culturale alla Calabria, Ziccarelli e Strati. Lo scrittore di Sant'Agata del Bianco era sempre stato affascinato

Da sinistra: Mimmo Agostini, Saverio Strati e il preside Vincenzo Gatto. La foto in alto ritrae Isabella Lo Schiavo Prete mentre presenta un profilo dello scrittore. Da sinistra: Mimmo Agostini, Vincenzo Gatto, Angela Amuso, Saverio Strati e Isabella Lo Schiavo

dal mondo lettarario, anche quando, da giovane, lavorava come muratore. Dopo la seconda guerra mondiale riesce a riprendere gli studi interrotti e a conseguire il diploma. Poi si iscrive all'Università di Messina, per studiare Medicina, secondo la volontà dei genitori. Presto, però, riabbraccia le lettere. E nel 1953 si trasferisce a Firenze, per completare gli studi. Appaiono i suoi primi racconti sulle riviste Il Ponte, Paragone, e sul quotidiano Il Nuovo Corriere. E scrive i suoi primi romanzi: La Teda e Tibi e Tascia. Per sei anni si trasferisce in Svizzera, poi dal 1964 torna in Toscana, a Scandicci, dove vivrà fino agli ultimi giorni. Nel 1977 il suo romanzo "Il selvaggio di Santa Venere vinse il Premio Campiello". Ma il tempo è ingeneroso e per Strati la vita diventa difficile. Solo nel 2009, al termine di una campagna promossa dal Quotidiano della Calabria, il Governo gli concede i benefici della Legge Bacchelli con un assegno vitalizio "alla luce degli speciali meriti artistici riconosciuti". In questi giorni, per i suoi 90 anni, sarebbe dovuto arrivare il tributo di riconoscenza della sua gente ma Strati se n'è andato. Schivo come sempre, nel silenzio. (nella foto un bellissimo ricordo del 6 giugno 1981, Presentazione dello scrittore. Mimmo Agostini


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CULTURA

Vento di cultura su Siderno S

PROTESTA E PROPOSTA IL 23 APRILE PER LA BIBLIOTECA embra che l'associazione “Amici del Libro e della Biblioteca” abbia sfondato il muro della passività sidernese, e abbia destato interesse generale tra media e politici. Forse spira vento di cultura per Siderno? C'è da augurarselo, poiché non è concepibile una rinascita economica fuori da una rinascita culturale. I libri sono da molti considerati degli “acchiappapolvere”, o dei mezzi per dimostrare uno status culturale (parliamo delle enciclopedie costose o dei libri da collezione che non vengono mai aperti). Se pensiamo alle recenti statistiche che attribuiscono agli italiani un'altissima percentuale di analfabetismo funzionale (l'incapacità di comprendere un qualsiasi testo scritto), e all'esplosione di ignoranza sui social network, c'è di che tremare. Negli ultimi 40 anni l'Italia ha sfornato

generazioni di ignoranti e vigliacchi: i paurosi e gli sciocchi sono facili da manipolare. Attraverso il deterioramento dei sistemi giudiziario e scolastico, il “sistema Italia” sta mettendo sul tappeto del futuro un popolo di automi, acefali, o peggio, approfittatori e millantatori. Se c'è una resurrezione possibile per Siderno, questa passa attraverso il libro, che è la manifestazione tangibile della cultura. Non basta “un libro” per fare cultura, ma occorrono molti libri e che questi libri siano letti, e che le idee in essi contenute vengano divulgate, senza alcuna restrizione. Una biblioteca a questo serve. Non serve solo a risparmiare i 15 euro occasionali per la lettura di un romanzo, ma deve svolgere il compito di aggregatore sociale, di spinta per la crescita del paese. Non si può lecitamente pensare che i commissari non sappiano queste

cose, che sono alla base della gestione di un qualunque paese. Forse proprio perché lo sanno, ed essendo funzionari del “sistema” che vuole il Sud sempre più degradato, hanno ben pensato di raccogliere tutti i volumi della Biblioteca e ficcarli in un sottoscala, di fatto impedendo alla cittadinanza l'accesso ai libri. L'associazione, presieduta dal professor Cosimo Pellegrino, si è opposta fin da subito a tale trattamento, pur non ottenendo altro che un assordante silenzio a ogni richiesta (mettere in sicurezza i libri, fornire un divisorio, un corretto impianto elettrico, sedie, tavoli, scaffali, telefono, wc, rete internet). Per tale motivo promuove una pacifica manifestazione di protesta in occasione della giornata mondiale del libro e del diritto d'autore, che si tiene ogni 23 aprile. Chi riterrà di voler aggiungere la sua voce al coro

di dissenso, si può recare la mattina del 23 aprile presso il cortile esterno del plesso “Lorenzini” a Siderno Superiore. Il raduno è previsto per le 10:30. Ma visto che le manifestazioni di dissenso devono essere sempre accompagnato da proposte costruttive, l'associazione promuove, per il pomeriggio del 23, uno spettacolo che avrà come tema il romanzo di Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe, che si terrà a partire dalle 17:30 alla scuola “Michele Bello”. Bambini dagli otto anni in su, fino a giovani universitari, reciteranno brani scelti dal romanzo, e i più piccoli metteranno in scena il famoso capitolo sull'amicizia. È fondamentale che questi insegnamenti non vadano poi perduti tra il liceo e l'università (o la vita lavorativa), ove si diventa schiavi delle dinamiche del materialismo contemporaneo. Lidia Zitara

La scuola primaria di Sant'Ilario dello Ionio si “Apre … all'informazione” La nostra scuola, che fa parte dell'istituto comprensivo “De Amicis- Maresca”, offre tantissime opportunità per la formazione culturale e personale di ognuno di noi. Durante l'anno scolastico abbiamo realizzato diversi progetti relativi alla cittadinanza e costituzione, alla valorizzazione del nostro territorio, all'ambiente, alla salute. Ci siamo soffermati anche sul testo giornalistico e in modo particolare su come si raccolgono le informazioni e si scrivono gli articoli di cronaca. Per approfondire tutto ciò, noi alunni di classe quarta e quinta della scuola primaria di Sant'Ilario dello Ionio, un piccolo comune in provincia di Reggio Calabria, giorno nove aprile siamo andati a visitare la redazione

giornalistica della “Riviera”. È stata un esperienza molto bella e interessante; ci siamo resi conto che scrivere un articolo non è una cosa facile. Fare informazione è un compito che richiede una grande responsabilità. Abbiamo capito che per essere un buon cronista, accanto alle doti professionali non devono mancare discrezione e rispetto verso tutti. Vogliamo esprimere il nostro grazie ai giornalisti, che hanno dimostrato gentilezza e disponibilità nei nostri confronti e cogliamo l'occasione per porgere a tutti i migliori auguri di Buona Pasqua. Gli alunni di classe quarta e quinta della scuola primaria di Sant'Ilario dello Ionio

“OMBRE, LUCI E LUMIE”

In scena lo spettacolo diVincenzo Muià

Il piccolo palcoscenico del locale-cult “El Ombligo de la Luna” ha ospitato il saggio della Scuola “Locri Teatro” diretta da Vincenzo Muià e Bernardo Migliaccio Spina. La rappresentazione andata in scena, scritto da Vincenzo Muià rielaborando dialoghi e opere di Pirandello, ha visto la partecipazione di un folto pubblico di giovani (finalmente!). Due le frazioni dello spettacolo: la prima recitata dagli allievi del corso serale, con alle spalle poche ore di prove, tutta giocata su luci gettate da piccole torce accese e spente dagli attori stessi, e un avvolgente buio in sala, un po' disturbato dai

molti flash (compreso il mio). La seconda tranche, più tradizionale, recitata dagli allievi “storici” del corso pomeridiano, era una rielaborazione “aggiornata” del bellissimo e controverso “Lumìe di Sicilia”, in cui il protagonista Micuccio offre una stimolante prospettiva delle differenze tra la vita di paese e quella cittadina, la cultura meridionale e quella settentrionale, l'arrivismo inconsapevole contrapposto ad un altrettanto inconsapevole ingenuità nei confronti della vita. Muià conferma la sua vocazione di interprete del teatro tradizionale, che rivisita con lo spirito del forgiatore di talenti. Il suo

prossimo impegno un film in Estonia, dove reciterà in un film comico sul genere del celebre “Borat”, per la ChaosMonger Studio. Per gli allievi della Scola “Locri Teatro”, si ritorna agli esercizi basilari, cioè la respirazione, il camminato, il controllo del corpo in armonia con la mente. Hanno recitato: Giulia Palmisano, Giuseppe Futia, Pasquale Franco, Gigi Chianese, Nicoletta Nesci, Emanuela Leone, Natalina Belvedere, Ermen Latronico, Teresa Barreca, Delia Mercuri, Lorenzo Mendicino. L.Z.

DOMENICA 20 APRILE

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Imprevisti e inconvenienti nel mezzogiorno di un sabato Si paga il biglietto per andare a teatro, a vedere gli spettacoli di Brignano e Gioele Dix, per ridere. Per ridere, perché dottori, psicologi, sociologi e Luciano Onder sostengono che, nel 2014, si rida poco. Strano, penseremmo, poiché basta guardarsi intorno per capire quanto si possano trovare, per strada, personaggi degni di farti ridere di cuore, senza biglietto da pagare o fila da sopportare. Siderno, Corso Garibaldi, mezzogiorno, ora di punta. Semaforo all'altezza del Commissariato di Polizia. Rosso. Le macchine cominciano a ringhiare, in attesa del verde che dà il via alla corsa sfrenata verso casa, ferme al pit stop obbligatorio del semaforo. Scatta il verde, scatta il delirio. Clacson, urla, imprecazioni contro una malcapitata alla quale l'acceleratore non ha risposto. La donna scende dall'auto, rossa e sudata in preda ad un attacco di panico. Le Xanax, chiuse nel cassetto del cruscotto, non la possono salvare. Prende dalla borsa un telefono ricco di glitter, comprati al china store, e compone il 113. Trovandosi proprio all'altezza del Commissariato, spera nell'aiuto di un poliziotto, magari belloccio. Risponde al telefono un impiegato che si giustifica dicendo: “Signora, mi dispiace, ma al momento non abbiamo macchine” (questa segnatevela che ci scriviamo l'ennesima barzelletta). La donna, strabuzza gli occhi oltre il bordo degli occhiali color fucsia, che le scivolano sul naso poco francese e grasso. Sottolinea, stizzita: “Mi trovo proprio accanto a voi. Potete venire pure a piedi”. Sembra convincersi, il poliziotto, probabilmente seccato di dover interrompere la partita a candy crush saga. Passano i minuti, aumenta la sudorazione, e le uniche persone in uniforme presenti sul corso sono due postini che chiacchierano e ridono da uno scarabeo all'altro. Si avvicinano, con andatura traballante, due anziani signori. L'uno, sostenuto da un bastone, con un maglioncino a quadri, pesante di colore e di spessore; l'altro, capelli tinti e probabile parrucchino. Presa a cuore la difficoltà della goffa signora, si immolano a salvatori di quest'ultima. “In realtà ho avuto un bypass tre settimane fa, alla clinica a Catanzaro, quella vicino al Pugliese” e giù di lì con dettagli aggiuntivi che solo il vero calabrese usa e regala. Si impegnano, i due, ad accostare l'auto vicino al marciapiede, mentre la donna spinge sulla frizione col suo stivaletto di camoscio. La signora ringrazia, mentre i due raccontano della severa educazione e dei sani principi ricevuti. Ora che i battiti sono rallentati, la signora prende dal cofano della macchina le tre buste del Conad, col merluzzo ormai scongelato e la nutella fatta frappè. La cassa d'acqua resta in macchina, ovviamente. E mentre cammina verso casa, con le braccia ormai dolenti e la borsa che le scivola lungo la spalla, pensa di aver scelto un ottimo giorno per indossare, dopo anni, quegli stivali col tacco. Sara Jacopetta


SERVIZIO DI INFORMAZIONE PER I CITTADINI, numero verde:

INDIRIZZO

“ CALABRIA & Europa”

Tutti i bandi sono disponibili sul sito dell’Unione Europea e della Commissione Europea Rappresentanza in Italia: www.europa.eu.int www.europa.eu.in/italia - Per maggiori informazioni è possibile contattare i nostri uffici: Centro di informazione dell’UE - Europe Direct “Calabria&Europa”

www.eurokomonline.eu Avvincente il dibattito di Palmi sul Futuro dell’Europa Dopo il Tour della Commissione non sono però concluse le tappe di dialogo con la cittadinanza dedicate ai territori italiani. Una delle migliori iniziative italiane si è infatti tenuta con un ottimo afflusso di pubblico presso la sala consigliare della città di Palmi, lo scorso 12 aprile, con il “Dibattito sul futuro dell’Europa” organizzato dall’Associazione Eurokom Ed Calabria&Europa, l’Associazione Un Ponte per l’Europa di Palmi e l’Europe Direct di Reggio Calabria. Ben 130 cittadini vi hanno preso parte con una guarnita rappresentanza di giovani delle scuole superiori e universitari calabresi. A dialogare con la cittadinanza due docenti universitari i professori: Angelo Viglianisi Ferraro - Docente di Diritto privato europeo - Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e Giampaolo Gerbasi - Docente di Diritto pubblico dell’Unione Europea—Facoltà di Scienze Politiche dell’Università della Calabria. Il fulcro dei lavori è consistito in un confronto aperto di approfondimento dedicato ai giovani ed ai cittadini su: Europa: Qual è il rapporto tra rigore e crescita; Esiste un popolo europeo? Cosa sono gli accordi vincolanti tra Stato e UE per le riforme difficili... L’iniziativa ha inteso riprendere il dibattito in corso in tutta Europa che parte dalla provocazione del Presidente della Commissione Europea Barroso: “Vogliamo migliorare l’Europa o ci arrendiamo?”. Si è discusso per oltre tre ore con la moderazione di Maria Giovanna Ursida dell’Associazione un Ponte per l’Europa e l’introduzione di Alessandra Tuzza -Europe direct “Calabria&Europa”. Ad animare il dibattito le domande dei cittadini e le provocazioni di Giovanni Barone (Sindaco della Città di Palmi); Gaetano Muscari (Presidente del Consiglio Comunale); Loredana Panetta (Europe direct “Calabria&Europa”); Raffaella Rinaldis (Europe direct “Calabria&Europa”) le conclusioni sono state lasciate a Grazia Giannaccari -Europe Direct Comune di Reggio Calabria.

Si è concluso il Tour per stimolare il dibattito sull’Europa promosso dalla Commissione Europea in Italia Diciassette tappe, diciassette città per portare l’Europa nelle regioni italiane: è stato questo l’obiettivo del tour nazionale organizzato dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea con la collaborazione degli Europe Direct presenti su tutto il territorio nazionale e delle istituzioni locali. Le opportunità offerte dalla prossima programmazione finanziaria dell’UE 20142020 e le sfide per il futuro nel contesto delle elezioni del Parlamento europeo e del rinnovamento degli incarichi istituzionali europei sono stati gli argomenti centrali del dibattito portato avanti dal capo del settore stampa della Rappresentanza in Italia, Ewelina Jelenkowska-Luca’ e dal capo della comunicazione Alessandro Giordani. Un viaggio partito lo scorso 17 ottobre a Siena e che visto protagonista anche la città di Gioiosa Jonica lo scorso 3 Dicembre con la tappa calabrese dell’evento, e terminato il 15 aprile a Trento, passando per Roma, Salerno, Milano, Lecce, Enna, Aosta, Urbino e molte altre città italiane rappresentative di un territorio e in cui fosse presente un centro Europe Direct. I centri Europe Direct rappresentano il primo punto di riferimento per i cittadini che vogliono conoscere l’Unione europea, le sue opportunità e dibattere sul futuro. In ogni tappa del tour il pubblico ha partecipato attivamente al dibattito sottoponendo dubbi e domande, aspettative e frustrazioni ai rappresentanti della Commissione e delle Istituzioni locali presenti all’incontro. I diciassette incontri avevano l’obiettivo di avviare, a

loro volta, un ciclo di dibattiti regionali (#Raegionieuropa), organizzati direttamente sul territorio dagli Europe Direct e dedicati ciascuno all’approfondimento di specifiche tematiche europee, dal voto all’unione bancaria alla costruzione dell’Europa. Sul sito dialogocittadini.it è possibile consultare l’elenco completo di tutti i dibattiti organizzati sul territorio italiano, da quelli già conclusi, a quelli in programma nelle prossime settimane. Nel corso degli eventi è stata presentata anche la nuova applicazione mobile “L’Europa intorno a me” presente su app store e google play e scaricabile gratuitamente. L’applicazione permette di geolocalizzare i servizi, i centri di informazione e gli eventi riguardanti l’Unione europea. Il progetto è promosso dalle reti di informazione e assistenza dell’UE e comporta un costante e tempestivo aggiornamento delle informazioni offerte dall’applicazione. Il 2014 sarà un anno importante per l’Europa e per l’Italia. Non solo per le elezioni del 22-25 maggio che rinnoveranno il Parlamento europeo, ma anche perché da luglio il nostro Paese assumerà per sei mesi la Presidenza del Consiglio dell’Unione europea. Grazie ai dibattiti regionali e al tour “L’Europa a…”, l’Unione europea ha ulteriormente rafforzato la sua presenza e la sua vicinanza ai cittadini, sciogliendo dubbi e illustrando tutte le opportunità che l’UE offre ai cittadini, partendo dal presupposto che essi sono parte attiva anche nel decidere quale Europa avremo domani.

Si avvicina a grandi passi il 9 Maggio La giornata europea per eccellenza dedicata alla nascita dell’UE è il 9 Maggio e come ogni anno tutte le reti della Commissione si preparano a festeggiarla al meglio soprattutto in vista dell’importante data del prossimo 25 aprile che vedrà i cittadini europei impegnati con le consultazioni per il rinnovo dell’Europarlamento e l’inizio a luglio del semestre italiano alla guida del Consiglio Europeo. Anche nella Locride non mancheranno gli eventi istituzionali il primo sarà quello dedicato alla cittadinanza tutta ed alle associazioni del terzo settore ed ai giovani che si terrà a Gerace nella serata del prossimo 9 maggio con un concerto dedicato all’Europa

e diverse performance di artisti locali e stranieri che allieteranno le letture sul tema della cittadinanza europea offerte dall’Europe Direct “Calabria&Europa” e dall’antenna tematica “Fimmina TV”. Prenderanno parte alla manifestazione numerosi ospiti stranieri, che saranno in loco per una tre giorni dedicata all’innovazione e alla promozione delle imprese creative promossa nell’ambito del progetto MED di capitalizzazione “Shapes”, che ha tra i propri partner l’Associazione Eurokom antenna ospitante l’Europe Direct Calabria&Europa. Tra gli ospiti più attesi Massimo Cusato che allieterà la serata con i suoi artisti e le sue note magiche.

800 678 910 11

info: Palazzo Ameduri, piazza dei Martiri 89046 Gioiosa Ionica

Tel: 00 39 0964 412400 - fax 0964 342022 email associazioneeurokom@tiscali. it

Bandi in scadenza: JPI Cultural Heritage, nuove opportunità di finanziamento per i progetti internazionali Finalità: Il bando proposto ha come scopo quello di promuovere la nascita e lo sviluppo di nuove conoscenze fondate sulla ricerca ed atte a promuovere l’uso sostenibile e la gestione del patrimonio culturale per affrontare le nuove sfide sociali contribuendo allo sviluppo della società stessa. Si intende finanziare prestigiose collaborazioni e progetti di ricerca e sviluppo di natura internazionale, interdisciplinare ed innovativa focalizzati principalmente sulla ricerca nel campo dei beni materiali del patrimonio culturale , pur non escludendo gli aspetti ad essi ricollegati e che riguardano, invece, i beni immateriali e digitali legati sempre al patrimonio culturale . Beneficiari: Possono parteciparvi esclusivamente i ricercatori che operano nei Paesi che hanno aderito alla Heritage Plus Call che sono i seguenti: Belgio, Francia, Lituania, Polonia, Spagna, Cipro, Israele, Irlanda, Portogallo, Svezia,Danimarca, Italia, Norvegia, Romania e Regno Unito. Campo di Interventi Progetti e Spese ammissibili: Il bando sosterrà i progetti attraverso tre temi principali: -Salvaguardia del patrimonio culturale tangibile e al suo correlato significato intangibile; -Strategie sostenibili per la protezione e la gestione del patrimonio culturale; -Uso e riuso del patrimonio culturale. La Call di Heritage Plus sosterrà progetti di ricerca e sviluppo ben definiti,di natura interdisciplinare e basati sulla collaborazione tra Stati, volti a massimizzare il valore dei risultati di ricerca. Stanziamento: La cifra massima disponibile per il seguente Avviso, è pari a 9.000,00 di Euro. Scadenza: Il termine ultimo per la presentazione delle proposte progettuali è il 28 Aprile 2014,entro e non oltre le 18:00. Link:http://www.ricercainternazionale.miur.it/media/16725/heritage_plus_call.pdf Bando nazionale:”Exploding your idea - Call Internazionale di idee per lo sviluppo del programma culturale del padiglione della società civile in Expo Milano 2015”. Finalità: La Fondazione Triulza si propone, insieme ad Expo 2015 S.p.A., di accreditare e coordinare

in seno ad Expo Milano 2015,all’interno della Cascina Triulza, un ampio palinsesto di eventi che assicuri: -La massima pluralità di soggetti e declinazioni del tema “Nutrire il Pianeta - Energia per la Vita”; -Il coinvolgimento attivo di stakeholder con esperienza sul Tema, siano essi nazionali od internazionali; -L’adeguata rappresentazione delle esperienze con cui le organizzazioni della società civile dimostrano di affrontare le sfide poste dal tema dell’Esposizione Universale. Beneficiari: Possono parteciparvi tutte le organizzazioni della società civile nazionali ed internazionali che operano per fini mutualistici e solidaristici. I soggetti con finalità di lucro, che non presentano caratteristiche mutualistiche e/o solidaristiche, Gli enti pubblici, gli enti regionali, gli enti locali, così come le autorità di governo nazionale ed internazionale potranno partecipare alla chiamata di idee solamente in partnership con una o più organizzazioni della società civile. Campo di interventi progetti e Spese Ammissibili: La Fondazione invita a formulare proposte in grado di esprimere in maniera chiara e convincente: -Originalità, attrattività e non convenzionalità sia nel contenuto sia nella forma; -Aderenza alla complessiva proposta culturale della Cascina Triulza; -Dimensione internazionale anche attraverso accordi con la società civile di altri paesi; -Contenuti funzionali allo sviluppo del progetto “EXPlOding energies to change the world” anche dopo i sei mesi dell’Esposizione Universale; -Un’impostazione che non si limiti all’esclusivo carattere promozionale. Le proposte dovranno risultare coerenti con il contesto dell’Esposizione Universale e gli eventi dovranno rispettare le regolamentazioni complessive di Expo Milano 2015. Stanziamento: Le organizzazioni che sottoscriveranno il contratto di partecipazione entro il 30 Giugno 2014 potranno godere di una riduzione del 10% sui costi relativi all’utilizzo degli spazi. Scadenza: Il termine ultimo per potervi partecipare è il 30 Maggio 2014. Link:http://www.fondazionetriulza.org/wpcontent/uploads/2014/02/Explodin g-your-ideaDestination-ExpoMilano-2015_IT_def.pdf



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CARTOLINE MERIDIONALI

di Antonio Calabrò

Il sole diventa un Sandwich luminoso su una salsa marina, mentre tutto attorno esplode il cielo, come esplodono i nostri desideri di Calabresi nostalgici, colmi di una malinconia struggente per ciò che poteva essere, e non è , per ciò che potrà diventare, e non diventerà, e allora resta soltanto questa natura da cartolina a consolarci, questo sole chiuso tra le nubi, e uno scoglio solitario, che non argina il mare.

Sole Jonico Pillole

Naturopatiche

A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone www.associazione-tone.it associazione.tone@gmail.com

Per la gioia di grandi e piccini in questa Santa Domenica di Pasqua voglio farvi un regalo :

La cioccolata tante virtù con gusto e sapore Il cioccolato, dal punto di vista nutrizionale, quali virtù possiede? Le proprietà benefiche sono contenute nelle fave di cacao, da cui si ottiene la pasta di cacao dopo essere state tostate e pressate. Dalla pasta si può separare il burro di cacao che, pur essendo un grasso saturo, contiene fino al 35% di acido oleico come quello dell’olio extravergine, che al contrario è monoinsaturo, cioè ‘buono”. Il cioccolato non contiene colesterolo ed è ricco di vitamine del gruppo B, acido folico, magnesio e potassio, nonché ferro e fosforo. Come potrebbe essere inserito in un regime dietetico? E’ vero che il cioccolato di tipo fondente è meno grasso? Il cioccolato extrafondente contiene più grassi che zuccheri, questo lo rende adatto anche in chi tiene alla linea o nel diabete. Il consumo di cioccolato, infatti, non determina un aumento della glicemia come altri dolciumi, ecco perché non fa ingrassare e chi ha disturbi del metabolismo degli zuccheri ne può mangiare, magari a fine pasto invece di un frutto, nella dose di circa 15 gr. E’ come mangiare 1/2 mela, con la differenza che i grassi del cioccolato limitano la velocità di assorbimento degli zuccheri e alcune sostanze contenute nel cacao, gli acidi clorogenici, sono in grado di migliorare la glicemia. Inoltre, consumare cioccolato appaga e rende più facile aderire ad un regime alimentare finalizzato alla perdita del peso corporeo. I Polifenoli, e in particolare i flavanoli, appartenenti alla famiglia dei flavonoidi, migliorano anche la resistenza all’insulina, il disturbo di cui sono affetti tutti i soggetti con un aumento della circonferenza addominale e che aumenta anche il rischio di sviluppare il diabete. Spesso si ritiene che il cioccolato funzioni da antidepressivo e crei una sorta di dipendenza. E’ un effetto placebo o c’è del vero?

Il cioccolato è l’interruttore della risata, del benessere perché possiede molte sostanze psico-attive come il triptofano, precursore della serotonina, chiamata appunto l’ormone del buonumore. Contiene anche una sostanza simile al tetraidrocannabinolo, principio attivo della marijuana: la anandamide, che potrebbe spiegare la diffusa ‘dipendenza’ da cioccolato. Nel cacao ci sono anche alcaloidi: la teobromina in buone quantità e la caffeina, ma in dosi ridotte pari a mezzo caffè ogni 100 g di cioccolato. La teobromina possiede un effetto stimolante sul sistema nervoso, migliora il tono generale e la reattività, ma con un’azione 10 volte inferiore a quella della caffeina. Alla feniletilamina è sta attribuita l’azione antidepressiva e regolatrice dell’umore del cioccolato. Tuttavia, per un indurre un effetto antidepressivo è necessaria l’assunzione giornaliera e almeno per 15 giorni di quantità ben più elevate di cioccolato. Ed invece per quanto riguarda numerosi trattamenti a base di cioccolato: funzionano? E quali i benefici per pelle e corpo? Il cioccolato fa bene alla pelle, la mantiene giovane grazie all’azione antietà delle sostanze che contiene il cacao tanto che il cioccolato ha conquistato anche le beautyfarm. Sono sempre più diffusi i trattamenti estetici con creme create dalla sua lavorazione, i polifenoli del cacao, infatti, sono antiossidanti capaci di contrastare l’azione dei radicali liberi. La quantità di polifenoli nel cioccolato fondente è di gran lunga superiore a quella presente nel cioccolato al latte e questo si può testare assaggiando l’alimento; infatti, il contenuto in polifenoli si associa ad un sapore amaro ed astringente, indipendentemente dalla quantità di cacao presente nel prodotto oltre che antiossidante, ha la capacità di migliorare la resistenza muscolare alla fatica perché favorisce la capillarizzazione, cioè una maggior apporto di ossigeno al muscolo.


RIVIERA

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COPPIE

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1) Giorgio Imperitura ed il consigliere regionale Nino De Gaetano: “quant’è bello lu primo amore, lu secundu è cchjiu bello ancor” 2) Beccato a Reggio Calabria l’amico Enzo: “Minuetto suona per noi, la mia mente non si ferma mai” 3) Siderno: attenzione ai pedoni, le ex fioriere di via Mario Pagano sono sospese per inerzia. Al posto delle mattonelle “mancanti” c’è il “vuoto”. Se si passa da quelle parti si prega di fare attenzione. 4) Una tavolata eccellente tra amici. Tutto lo staff della Vecchia Hostaria seduto a tavola. Finalmente, dopo aver deliziato gli ospiti con succulenti manicaretti, “c’e’ posto anche per loro”. 5) La prima copia del nostro giornale è riservata a lui. Un nostro attento e affezionato lettore che ci segue sempre con grande simpatia. Tanti saluti all’amico Mimmo

L’OROSCOPONE di Giuditta

CON SORPRESA ARIETE per voi l'uovo di Pasqua avrà in serbo una bellissima sorpresa: a lui scoppierà il preservativo, lei dimenticherà di prendere la pillola. Ovetti e spermetti si combineranno insieme e alla vostra bella famigliola si aggiungerà un'altra bocca da sfamare.

TORO sorpresina nell'ovetto, che in realtà è il cellulare del vostro partner. Scoprirete una rete di messaggini che vi renderanno consapevoli che le corna che indossa il vostro segno zodiacale non sono figurate.

GEMELLI gli unici fortunati dell'oroscopo di Pasqua: il vostro è un uovo Fabergé di oro e perle con dentro una delle sei trascrizioni di “Guerra e Pace” fatte da Sofia Tolstaja. Che fate, li vendete su ebay?

CANCRO a voi tocca un normale uovo di gallina, per giunta col guscio non propriamente pulito. Però è freschissimo: la signora che ve l'ha dato vi ha detto: “Trasi, trasi, ca mo' mo' i cacaru!”. Poteva essere peggio, poteva capitarvi una gallina con la diarrea.

LEONE la sorpresa nel vostro uovo è una piccola bomba a timer regalatavi dai vostri vicini. I vostri figli, infatti, non fanno altro che gridare e suonare tamburelli, fischiare e sparare petardi. Con intenti didattici per i bambini, i vostri vicini hanno fatto una colletta e hanno comprato un po' di C4, sperando che detoniate presto.

VERGINE nel vostro uovo di Pasqua un bell'attacco di dermatite seborroica, esofagite letargica e foruncolosi. Per completare il triduo pasquale, il lunedì di pasquetta vi cadrà un dente. Non aspettatevi che arrivi la fatina del dentino, semmai il conto del dentista!

BILANCIA nel vostro ovetto la sorpresa sarà una nuova dentiera, perché la vostra ormai non tiene più: avete la bocca piena di escoriazioni, afte e pustole, vi puzza a morte come se aveste mangiato un pesce crudo e tutti i parenti vi evitano. Per pasquetta una bella gita fuori porta in Romania, a fare turismo odontoiatrico!

SCORPIONE la vostra sorpresa di Pasqua sarà un braccialetto luccicante e dall'aspetto preziosissimo! Ma attenzione, non sono diamanti le pietre che vedrete, ma plutonio. Inizierete a perdere la pelle attorno al polso, poi vi cresceranno le squame e le branchie. Dopodiché finirete nell'acquario insieme ai pesci rossi.

SAGITTARIO magnifica sorpresa per voi: un'entrata omaggio in un centro benessere. Vi preparerete con borsa, occhiali da sole per le lampade, asciugamani per la sauna, ciabattine per la piscina. Ma cosa avete capito: “entrata” in un centro benessere non significa “soggiorno”. Appena entrati, dovrete uscire.

CAPRICORNO visto che siete arrivati dove state imbrogliando e truffando, i vostri amici del liceo hanno deciso di regalarvi una laurea finta. Purtroppo tutte le lauree “su” sono già prenotate fino al 2022, e a voi rimane un diploma di biblioteconomia. Meglio di niente, sarà per la prossima Pasqua.

ACQUARIO la sorpresa nel vostro uovo di Pasqua non si apre. Semplicemente non si apre. È una scatola con un fiocchetto a pois, ma non si apre. Proverete con tutto, dal martello, al piede di porco, allo svitol, fino al C4 avanzato a quelli del Leone, ma niente. Rimarrà così. Si aprirà? Non si aprirà? Boh.

PESCI I più sfortunati dell'oroscopo: la sorpresa nel vostro uovo è una foto di Alfano.


SETTIMANALE

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DOMENICA 20 APRILE

23

BLOB WEEK

TANTI AUGURI

OF

RAO CHE CENTRO DESTRA!!

The

WEEK

Inizia a muoversi il centro-destra sidernese. Nell’ottica del rinnovo della classe dirigente, sospesi tra FI e NCD , qui nella foto vediamo Vincenzo Loiero (consigliere provinciale), Enzo Brullo (UDC), Michelangelo Vitale (FI), Riccardo Ritorto (FI) , Gaetano Rao (assessore provinciale) Pietro Sgarlato (NCD) e Mimmo Catalano (UDC).

GENTE DI GROTTERIA C’è una Grotteria che “spopola” in giro per il mondo. Come avviene in tutti i paesi della Calabria: “c’è chi va e c’è chi viene”. Davanti a questo “poker” d’eccellenza, ci genuflettiamo.

AUGURI MELANIA BACCO, TABACCO E VENERE

SEI LA NOSTRA PRINCIPESSA. AUGURI PER ITUOI 18 ANNI. DAITUOI GENITORI ETUTTA LA FAMIGLIA

MARIO OLIVERIO A SIDERNO Visita a Siderno a sorpresa del presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio possibile candidato del centro sinistra per le ormai prossime elezioni regionali. Tra una portata e l’altra, alla presenza di belle donne, Oliverio ha già iniziato con i brindisi: “ca bona saluti”.

ETERNIT E CIVILTA’ Zona industriale di Siderno: ammassati ai lati dei cassonetti del“tal quale”, alcuni ingombranti e l’immancabile“eternit”.Non c’è limite alla deficienza umana. ARTE E DINTORNI

EVELYN, FRANCO E LUCIANO DJ

BENVENUTA CRISTINA

“Radio la gru” arriva dove non è arrivata Rtl 102,5. La radio nazionale di Suraci ha trasformato Peppe Scopelliti da governatore della Calabria a “Peppe Dj” facendolo assurgere ad idolo della “movida reggina”. I conduttori Franco Sgambelluri ed Evelin Candido hanno provato in piccolo a rifare l’operazione con l’ex consigliere regionale Luciano Racco qui nella foto mentre risponde al fuoco di domande incrociato.

Gioia e felicità siano le matite colorate con cui scrivere le pagine più belle della tua vita. Auguri ai neo genitori Enzo e Giusy...gli zii Erika e Carmelo.

di Domenico Spanò

La non Arte di Zoè. Il riciclo come espressione di creatività Alifraco Nicola, in arte “Zoè”, classe '81 nato a Cinquefrondi è un giovane artista calabrese che sperimenta nuove forme di arte e design. Figlio di quella corrente artistica innovativa e autodidatta che sta irrompendo in Calabria con un forte segno distintivo. Voglia di emergere e di mostrare estro e genialità “Made in Calabria”, a chiunque. Tutto intuizione e talento di questo giovane artista fatto in casa e per strada. Come lui, molti i giovani calabresi che si stanno facendo conoscere e apprezzare nel circolo culturale e artistico contemporaneo dentro e fuori i confini regionali; quei confini interni dove spesso la mancanza di spazio ai giovani, mancanza di visibilità, opportunità e confronto, porta a rimanere nell'anonimato forzato avendo pure grande talento. Zoè si batte per le sue idee, per migliorare il mondo del consumismo sfrenato

e del degrado urbano. Dopo un lungo peregrinare tra varie città italiane, dove matura la sua vena artistica e creativa, decide di tornare in terra natia dedicandosi essenzialmente alla sua arte basata sul riciclo, estrema espressione di creatività e genialità. Attualmente il giovane artista vive in Calabria nel comune di Laureana di Borrello RC dove nel suo laboratorio personale sperimenta, inventa , crea, pensa a oggetti di arte futuristici basati essenzialmente sul riciclo e riutilizzo di ogni cosa apparentemente ormai logora e superflua all'uso. Una nuova chiave di lettura basata sull'utilità e la valorizzazione artistica di ogni cosa, sulla resurrezione estetica e funzionale. Fa parte del movimento ColletizoZero movimento artistico culturale atto alla sperimentazione artistica, alla riqualificazione estetica dei luo-

ghi abbandonati, alla sostenibilità ecologica. Zoè sin da piccolo avvertiva l'esigenza di ricreare, modificare e ri-produrre, ... all' età di 7 anni circa passeggiando col padre nel paese dove attualmente vive, fu colpito dalla manualità di un artigiano che lavorava la creta, creando vasi e statue. Manipolare la materia per trasformarla in espressione artistica concreta. Fu sin da allora che quella situazione diede consapevolezza al giovane talento che anch' egli un giorno avrebbe avuto un luogo tutto suo dove poter dar sfogo alla sua creatività. Oggi girando per le strade del paese trova oggetti che agli occhi della gente comune sono solo da buttare, li porta con se nel suo attuale laboratorio e tirando fuori un qualcosa di geniale, li trasforma , li smembra e assembla, per ri-creare e farli rivivere sotto

forma di nuovi oggetti di arte e design. Lampade fatte con bottiglie di whisky, lampadari con cestelli di lavatrici, o griglie di ventilatori, tavoli con pneumatici, pezzi di mobili rigenerati, elementi tecnologici obsoleti rivisitati, e molti altri ancora, il tutto sempre con un tocco di colore. Oggetti originali, esclusivi, funzionali e con un elevato minimalismo artistico e decorativo. Zoè ci spega che : “ non c'è giorno che non trovo un qualcosa di inutile e lo rendo nuovamente utile e originale a gli occhi dei passanti. Credo di essere un piccolo uomo che non butta via nulla , per far si che un giorno tutti saremo migliori di ciò che siamo oggi in questo mondo sfruttato. Tutto ciò per dire che l'dea è a prova di creatività. Basta solo saper cogliere l'attimo artistico che si manifesta in ognuno di noi e darne atto”.



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