Riviera n°17 del 25/04/2014

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Non c'è appetito e fame nella Locride, o comunque non ce ne a sufficienza. Altrimenti non si spiega come alle bastonate, del destino e del padrone, il popolo strilli appena per poi voltarsi dall'altra parte e accomodarsi sul divano con la pancia piena, o soddisfatta. continua a pagina 4



CONTROCOPERTINA

Enzo Strati, l’ambasciatore di Siderno in Italia e nel mondo uando arrivava don Enzo Strati tutto diventava più semplice. Addirittura possibile. Nella casa di Roma, a San Giovanni, che condividevo con il figlio, arrivava la primavera: frigorifero e dispense piene in ogni singolo scomparto, Scala Quaranta e Merit Centos. Poi al ristorante: «Bistecca alla Fiorentina», ordinava al cameriere. «I ragazzi devono studiare», aggiungeva senza crederci. Infatti… noi non studiavamo, sapevamo solo svuotare dispense, frigorifero e fare tardi. Tanto - pensavamo - Don Enzo sarebbe tornato presto. La sera andavamo a scoprire qualche gelateria, anche fuori Roma. Si spalancavano le porte, il locale si fermava: don Enzo era un fuoriclasse assoluto di quel mondo. Non la Bmw, ma la Lamborghini, non Dino Meneghin, ma Micheal Jordan. Era Platinì, non Del Piero. Ci riempiva d'orgoglio, ci faceva sentire sidernesi al cento per cento. Ma lui rimaneva umile e i complimenti li deviava parlando dell'Inter, forse l'unico difetto di uno che sapeva stare al mondo, individuando nella solidarietà un elemento completo per la realizzazione dell'uomo. Oltre preghiere e paradisi. Lui ha dato sempre a tutti, poi il destino gli ha tolto la cosa più importante, un altro fuoriclasse, a sua immagine e somiglianza. Passava sempre da Roma don Enzo, perché c'era sempre un appuntamento, un tavolo di relatori autorevoli della pasticceria italiana che gli riservava un posto d'onore. Era originario di Reggio, ma in ogni suo intervento la sua alta arte pasticcera era quella di Siderno. E di quest'ultima città era divenuto l'ambasciatore massimo. Enzo Strati, il più grande pasticcere della Locride, il galantuomo che aveva Siderno e l' amicizia autentica nel cuore, è morto lo scorso 23 aprile, in un mercoledì senza pretese. Si vede che la morte non conosce solidarietà, né la sana diplomazia. Aveva 84 anni. Ercole Macrì

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di Doroteo

M ORTACCI

I sidernesi si voltano dall'altra parte: porgi l'altra guancia! N

on c'è appetito e fame nella Locride, o comunque non ce ne a sufficienza. Altrimenti non si spiega come alle bastonate, del destino e del padrone, il popolo strilli appena per poi voltarsi dall'altra parte e accomodarsi sul divano con la pancia piena, o soddisfatta. Il lungomare di Siderno non c'è più, come da tempo non c'è l'ospedale e quello limitrofo di Locri è in via di smantellamento

e drastica riduzione. Siderno non ha più un sindaco, da anni, eletto dal popolo, non ha più, o quasi, la sua vocazione commerciale. Insomma Siderno non ha più quell'appeal che una volta la rendeva grande. E questo per colpa dei meschini della criminalità che l'hanno cannibalizzata, riuscendo dopo aver spolpato la carne a voler sbranare anche le ossa. Ma oltre alla faciloneria di addossare le disgrazie

VERDE VEGANO

AAA: cercasi fruttivendoli single

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nche la loro è una filosofia di vita, rivolta all'eliminazione però. Vivono di insalate, latte di riso, sformati di radicchio. Sono i vegetariani o, in forma più grave, vegani. No uova, no miele, no cioccolato (come hanno sopravvissuto a questa Pasqua?). Hanno rispetto per la gallina, per l'ape (finché in una giornata trascorsa in campagna, violentemente, li pungerà); poi magari, in una sera d'estate, li vedi bestemmiare, con scopa in mano, dietro ad un topo infilatosi dentro casa. Ed è pieno orrore quando vengono invitati ai ricevimenti: chiamano il cameriere, con aria offesa, chiedendo “qualcos'altro”. Il loro sguardo indignato quando gli viene presentato il classico piatto di crudo e grana. Ed è lì che si inalberano: mano alta e rigida per farsi vedere dal primo malcapitato, al quale riferiscono a chiare lettere: «Io sono vegano». Andando verso la cucina, il cameriere, perplesso, si chiederà di quale religione mai si tratti. Il vegano ucciderebbe perfino il simpatico Ronald McDonald's per aver istigato milioni di persone a cibarsi di carne di bovino immersa in salse messicane. Moralizza su gusti di amici e parenti, per lui la pace nel mondo si incarna nella soppressione dei macellai. Hanno rispetto, i vegani (e probabilmente anche un disturbo ossessivo). E non accettate mai un invito a cena da loro: poco si sa di cosa nascondono nel frigo; e mai azzardatevi a sollevare un coperchio su una pentola messa a bollire: l'odore che ne uscirebbe potrebbe essere tossico. Non parlate di menu con loro: cercheranno di convincervi che conoscendo l'insalata col gomasio le vostre unghie diventeranno più forti e che il minestrone di ceci e cipolla previene l'infarto. È come la diatriba tra bionde e more, Nord e Sud, MilanJuve… Vegani e umani! E chissà che un giorno non ti suoneranno al campanello, di domenica mattina, dicendo: «Buongiorno signora, lei crede nel potere del farro?». Sara Jacopetta

di Siderno al crimine c'è da valutare attentamente la responsabilità dei cittadini che, mai sarebbero dovuti scendere in piazza per difendere ad esempio l'ospedale, ma avrebbero dovuto chiedere pesantemente conto della questione ai loro rappresentanti politici. Il popolo negli anni 2000 non deve certo scendere con i forconi nelle strade perché paga profumatamente delle persone, sindaci, consiglieri provinciali e regionali, senatori e parlamentari, per tutelare i suoi diritti, e quando questo non avviene è bene che i forconi siano mostrati ai politicanti e non ai dirigenti che prendono ordini come gli scecchi. Oggi è stata la natura, forse il buon Dio, a punire Siderno, spazzando via quel lungomare un tempo medaglia d'oro da esibire al petto. I proprietari dei lidi bal-

neari, dopo i primi giorni di grida isteriche e ruggiti senza controllo, sono stati ammansuetati dai padroni della politica che hanno invocato il buon senso utile ai loro interessi, così, anche quando si sarebbe dovuto sputare l'orgoglio si è ingoiato il rospo. Sarà un'estate triste e buia, un agosto afoso e soffocante. Siderno e i sidernesi si continuano a girare dall'altra parte, porgono l'altra guancia e ansimano. I circoli della politica, da tutti i lati, tacciono, perché sono già in campagna elettorale e non hanno interesse a smuovere le acque, a fare la prima mossa, perché la codardia vince sempre: se io sto fermo l'altro prima o poi sbaglia. Il fatto di stare immobili però sta portando Siderno alla deriva, allo sfascio. E i sidernesi si voltano dall'altra parte.

AncoraVescovo! È

andata delusa ancora una volta la speranza di conoscere il nuovo vescovo della diocesi di Locri-Gerace. L'ipotesi che la nomina venisse comunicata da mons. Ciliberti, in occasione della messa crismale del Giovedì Santo, è stata disconfermata. E ricominciano le "indiscrezioni" che sembrano solo chiacchiere in libertà, più che ipotesi fondate... fermo restando che a forza di "fare nomi" si potrebbe azzeccare la persona giusta. Probabilmente chi sa veramente come stanno le cose non parla, altri, invece, ben poco informati, esprimono valutazioni personali secondo diverse logiche e legittime speranze. Resta, comunque, il fatto che i mesi di sede vacante cominciano a essere troppi: i ritmi del mondo contemporaneo, le particolari urgenze della Locride, l'energia che Papa Francesco sta infondendo anche alle Chiese locali, poco si conciliano con la mancata nomina. Di certo l'attenzione del Papa, come abbiamo detto in altra sede, nei confronti della Calabria non è certo mancata: il reggino vescovo di Rossano nominato Ordinario dell' importante Diocesi militare, il vescovo di Cassano nominato Segretario della CEI, il viaggio che lo stesso Pontefice farà nella nostra regione, costituiscono elementi che dimostrano una grande attenzione nei nostri confronti. Da non trascurare il compito affidato, da Papa Francesco, a Mons. Bregantini di comporre le meditazioni della Via crucis del Colosseo: è la dimostrazione di una particolare sintonia tra l'ex vescovo di Locri e il Papa giunto dalla fine del mondo. La memoria va agli anni dell'episcopato di Padre Giancarlo: la nostra diocesi

Nessuna novità sulla nomina del vescovo di LocriGerace, finora è stato un susseguirsi di indiscrezioni. A furia di tirare ad indovinare prima o poi si potrebbe anche azzeccare il nome giusto

ha avuto un vescovo che ha anticipato molte caratteristiche dell'attuale pontificato. Lo stile e i contenuti di quelle meditazioni, offerte all'attenzione del mondo intero, avevano già caratterizzato l'azione pastorale dell'ex vescovo di Locri, suscitando, a volte, qualche perplessità come succede a coloro che anticipano i tempi. Il riferimento a Bregantini non sembri fuori luogo: la brusca interruzione della sua azione pastorale potrebbe essere riconsiderata e "pesare" nella nomina che sarà fatta. Il dopo Bregantini è stato visto da alcuni come una decisa svolta di stile pastorale: un ritorno a uno stile episcopale più "classico"! La sintonia tra il Papa e il Vescovo di Campobasso porterà alla individuazione di un presule che, pur nelle tante differenze indi-

viduali, "riprenderà" il lavoro di Bregantini? E' per questo "rischio" che manca l'opportuna convergenza? E' la collegialità, tenuta in gran conto dal Papa, che ha allungato i tempi? Di certo, coloro che hanno in mano la questione stanno lavorando con grande attenzione, cercando di individuare la persona più adatta: da parte della Chiesa non manca l'attenzione nei nostri confronti e se la nomina tarda è per questo e non per disinteresse: un sacerdote capace, preparato, che non si rassegna a gestire l'ordinario, ma che secondo uno stile missionario, sappia annunciare il Vangelo e difendere la dignità dell'uomo. Un Vescovo che ami la Locride e che la "sposi", con la conseguenza di "rimanere". Giuseppe Giarmoleo



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Inchiesta depurazione

L’ennesimo danno provocato dalle mareggiate di febbraio, un fiume di acque reflue per un mese è sfociato nel mar Jonio. Ma nessuno ha protestato

Fogne in mar

MA LA GENTE È INDIFFERENTE E L'ATTENZIONE

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ELEONORA ARAGONA alle mareggiate di febbraio sono tutti concentrati sul Siderno e sullo sfacelo del lungomare. Tutti lì indignati e concentrati su come riuscire a ricostruire prima della stagione balneare. Nel frattempo a Locri il sistema di depurazione è andato in tilt e ha scaricato acque reflue a mare fino alla scorsa settimana, ma questo non ha suscitato indignazione e assemblee cittadine. Le macerie sulla terra preoccupano più dell'inquinamento dell'acqua e della diossina nell'aria. Nessuno si è lamentato con forza per quanto accadeva sulla spiaggia di Locri. Quei piccoli corsi d'acqua maleodorante e scura non interessavano a nessuno. In fondo ancora i lidi non hanno montato le loro strutture e i bagnanti non hanno preparato stuoia e olio. In questo caso l'estate è lontana.

Com'è tutto relativo. L'emergenza creatasi nella città dell'ospedale e del tribunale è solo la dimostrazione del fragile equilibrio del sistema di depurazione. I rivoli di acque nere che dal lungomare si immettevano nel mar Jonio hanno scoperto un nervo nell'impianto fognario e di collegamento al depuratore consortile. In seguito alle violente mareggiate di febbraio infatti ben tre pompe sono state invase dalla sabbia e si sono bloccate. L'impianto è quindi andato in tilt, o meglio in “sicurezza” innescando il sistema “d'emergenza”: lo sversamento della fogna a mare. Per capirci meglio, le fogne di Locri convergono in delle condotte sul lungomare e da qui grazie ad un sistema di pompe di sollevamento vengono spinte fino al depuratore consortile. Se una di queste pompe però non funziona o se c'è un blackout la fogna finisce

Nella foto in alto: uno degli sbocchi a mare da cui sono fuoriuscite le acque reflue. Qui sopra: i dieci metri cubi di sabbia che hanno bloccato le pompe dell’impianto di sollevamento di Locri

direttamente a mare. Dritto. Non c'è nessun modo di evitare questo sversamento “d'emergenza”, almeno non per com'è strutturato ad oggi l'impianto di Locri. Un guasto qualunque manda in tilt l'intero sistema. L'intoppo in questo caso si è verificato in tre collettori (all'altezza dei lidi” La Playa” e “la Scala” e dell'ex albergo Demaco) che raccolgono le acque bianche provenienti da piccoli corsi d'acqua. Queste tre condotte hanno trasportato una quantità spropositata di sabbia e detriti, ben 10 metri cubi, nelle pompe sommergendole. Ed ecco per più di un mese la fogna ha violato, anzi violentato il mare della Locride. Ma, come abbiamo detto, ancora non è iniziata la stagione balneare e quindi le lamentele sono state flebili e non troppo strillate. Se fosse successo d'estate gli strepiti si sarebbero sentiti. Eccome! Quello che è avvenuto durante le


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Nessuna associazione è scesa in piazza, né sono state organizzate manifestazioni per protestare contro lo scempio che stava avvenendo. L’estate è ancora troppo lontana perché qualcuno si interessi alle condizioni in cui versa il mare. Si sveglieranno a giugno

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Una volta risolto il problema provocato dall’insabbiamento delle pompe di Locri però non è detto che il mare torni pulito. Infatti la stazione di rilancio del depuratore sembra essere altrettanto malfunzionante nonostante non sia stata danneggiata dalla mareggiata

re. Locri in tilt

E RIMANE FISSA SUL LUNGOMARE DI SIDERNO mareggiate è stato sicuramente un evento straordinario e infatti anche per risolverlo sono state adottate misure particolari. Il comune ha bypassato la burocrazia e ha forzato l'immobilità a cui lo costringeva. Ha deliberato con somma urgenza lo stanziamento di 8.500 necessari a: ripulire le pompe, posizionare un container in cui raccogliere la sabbia bagnata per farla asciugare e quindi conferirla in discarica. Questo però non toglie il danno ambientale provocato. Mentre tutti i fari erano puntati sul disastro del lungomare sidernese su quello che accadeva sulla battigia locrese cadeva il silenzio. Adesso l'allarme è rientrato e il flusso delle acque a mare è stato bloccato, però quanto accaduto dovrebbe portare a prendere dei provvedimenti. Innanzitutto i due sistemi di raccolta delle acque dovrebbero essere separati. Acque bianche e acque nere dovreb-

In alto: lo sfocio nel mar Jonio. Nella foto piccola: un dettaglio dellapompa di sollevamento competamente sommersa dalla sabbia. . Per poter rimettere in moto il sistema sono stati necessari 8.500 €

bero confluire in impianti diversi - così eventualmente si potrebbe anche capire se ci siano allacci abusivi nelle fiumare e nei corsi d'acqua. Questa separazione sarebbe positiva soprattutto perché in caso di pioggia le acque bianche sollecitano inutilmente impianti già provati dall'afflusso dei liquami fognari. Durante le piogge infatti da questi piccoli corsi d'acqua vengono trasportati anche rami e tutta una serie di detriti che possono danneggiate le pompe e che usurano le condutture e le vasche che dovrebbero ricevere solo liquidi. Bisognerebbe anche studiare un sistema per evitare che in caso di guasti le acque nere arrivino a mare. Sia in estate che in inverno. Servirebbe un sistema cuscinetto che impedisca questa violenza verso quella che è ritenuta la principale risorsa di sviluppo della Locride, il mare appunto. Ancor di più in questo caso però è

mancata l'indignazione e la denuncia dei cittadini. In redazione arrivano più telefonate e commenti indignati per una buca stradale che per il disastro e sistematico bombardamento dello Jonio. Adesso che le pompe di Locri torneranno a pieno regime però non si risolverà il problema dei liquami a mare. Infatti il punto più dolente è rappresentato dalla stazione di rilancio del depuratore consortile. Nella vecchia struttura del depuratore di Siderno confluiscono le fogne dei paesi che si servono del depuratore consortile. Solo che questa stazione è praticamente sempre guasta e in sofferenza e funzionando esattamente con lo stesso principio dell'impianto di sollevamento di Locri indovinate dove scarica. Ma per adesso non interessa ancora a nessuno. Ci vorrà giugno, forse, perché qualcuno si ricordi di queste cose e parta la sagra del mugugno.


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«La Calabria non è ndrangheta. La massoneria non è ndrangheta» GIOVANNI PITTARI “A vele spigate verso il futuro - Una certa idea per costruire il domani” è stato il tema della Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, tenutosi al Palacongressi di Rimini. “Il mondo sta cambiando a velocità neppure immaginabili, dice il Gran Maestro Gustavo Raffi. Questo mondo liquido, per usare il termine coniato da Zigmunt Bauman, sta trasformando radicalmente tutte le strutture rigide che il mare del passato ha depositato sui lidi del presente. Con la pretesa, mai tradita, di essere sempre contemporanei alla posterità, tocca a noi cominciare la traversata, a traghettare verso l’avvenire il lavoro delle nostre officine. Non possiamo rassegnarci a vivere passivamente in una realtà che invece richiede con forza il nostro apporto o a condannarci a essere complici di una logica di metallica superficialità”. Oltre al resto, Gustavo Raffi invita i suoi adepti a essere di lunga durata come la magnolia, che è una pianta che sussiste da oltre novanta milioni di anni e che è stata scelta come immagine della Gran Loggia. Infatti, per i massoni la magnolia ha una propria chiave di lettura simbolica ed esoterica. Non a caso la locandina scelta per la Gran Loggia di quest’anno dall’architetto Daniele Bergamaschi propone la magnolia, il mare e tre gabbiani. In realtà la magnolia a nove petali ritrae l’idea che si disvela al mondo, simbolo di morbidezza, splendore e grazia, ma anche d’inalterabilità e tre sono i gabbiani, simbolo di libertà che appaiono nel fulgore di una luce tutta propria. Il mare, inoltre, ricorda il concetto di vela ed è, quindi, messo in relazione alla rotta che ogni massone deve percorrere, non ancora disegnata, ma da individuare/collegare. Dalla Gran Loggia di Rimini 2014, viene pure l’invito a non rassegnarsi, ma a saper cogliere il cambiamento, a guardare l’avvenire con altruismo, anche se intorno alla burrasca di questa crisi globale che non cessa, incalzano e disorientano le insidie del mondo profano. Ciò nondimeno l’agenda ha previsto non solo i lavori rituali, ma è stata ricca di avvenimenti culturali e d’intrattenimenti per testimoniare l’importanza che i liberi muratori assumono nel portare avanti quel dialogo serrato con la società civile, inaugurato dal Gran Maestro Gustavo Raffi. Una Gran Maestranza che ha rilanciato il lavoro della trasparenza, del confronto, dell’impegno concreto a favore del

Alla Gran Loggia di Rimini Stefano Bisi, Gran Maestro del G.O.I., si ribella contro chi continua a «citare a sproposito» Calabria e massoneria

prossimo, della ricerca intellettuale, ad affermare l’importanza del saper rimettersi continuamente in gioco. A tal proposito interessante il talk show: “Scuola agorà di democrazia”. Intorno a questa materia, con l’obiettivo di gettare le basi per ridisegnare una visione progettuale nuova, strategica e a lungo termine per la formazione dei giovani, sono intervenuti: Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale; Enrico Iachello, dell’Università di Catania, Valerio Zanone, politologo; Maurizio Viroli; dell’Università di Princeton e di Antonio Panaino, dell’Università di Bologna. Dal dibat-

Alla Gran Loggia di Rimini 2014 la Calabria era presente con 2.615 iscritti

tito sono emerse la necessità e l’urgenza di investire sui giovani per la “costruzione di un’identità forte, matura, attenta ai cambiamenti dell’epoca e alle sfide della modernità” per prevenire il futuro e anticipare il cambiamento. Come pure grande successo ha ottenuto il film, “Il mistero di Dante” di Louis Nero. Un viaggio a ritroso nel tempo sulle tracce del ‘sommo poeta’ il cui canto, ispirando ed elevando le menti, ha attraversato i secoli fino ai nostri giorni. E, poi, mostre, libri, spettacoli, filatelia massonica, expo all’insegna della solidarietà, cena a San Patrignano, i

700 anni di Jacques De Molay hanno caratterizzato la Gran Loggia. La Calabria con i suoi 2.615 iscritti e la Locride con le sue 7 Logge erano rappresentate ai massimi livelli al Palacongressi di Rimini. Oltre al resto, si è assistito a uno storico cambio di guardia. Il Gran Maestro Gustavo Raffi, dopo quindici anni alla guida dal Grande Oriente d’Italia, ha passato il maglietto al suo successore Stefano Bisi, alla presenza di quarantacinque delegazioni estere di tutti i continenti e di oltre otto mila massoni provenienti da tutta Italia. Al termine della cerimonia d’installazione, il Gran Maestro Stefano Bisi si è rivolto ai presenti, ma idealmente a tutto il Grande Oriente d’Italia, per asserire, tra l’altro, che “… Bisogna essere certi del desiderio e della forza dei navigatori perché ‘Per chi non sa dove andare non c’è vento favorevole’ scriveva Seneca. C’è bisogno dell’aiuto e della competenza di tutti, ma per partire, per salpare, bisogna remare in concordia”. Per questo ha fatto appello alla disponibilità di tutti i fratelli e di lavorare insieme per ben navigare ed evitare, così, di rimanere fermi o incagliarsi da qualche parte. Perché, ha proseguito Bisi, chi rema contro non può pensare che non ci siano gli altri rematori e il risultato finale può essere solo quello di restare immobile o affondare e perdere quello che di buono abbiamo fatto. Stiamo insieme! Diamoci fiducia reciproca cari navigatori. Per rimanere al linguaggio del mare vi ricordo che cosa cantava Rino Gaetano: ‘Chi nuota da solo affoga per tre’. Rino Gaetano era quel menestrello calabrese un po’ fuori dagli schemi e figlio di quella terra qualche volta citata a sproposito per legami, di presunti legami tra massoneria e ‘ndrangheta. Basta identificare questa regione con la ‘ndrangheta, basta identificare la Sicilia con la mafia, e la massoneria con la mafia, basta identificare la Campania con la camorra, e la massoneria con la camorra. Ribelliamoci”. Di certo si sa articoli ed elzeviri possono solo aggiungersi alla tanta letteratura antimassonica già nota. Si sente soltanto di assicurare la più assoluta estraneità di Logge Massoniche all’obbedienza del G. O. I., che a qualsiasi titolo, sulla stampa (e non solo) di questi ultimi tempi, si sono volute mescolare con altre obbedienze con le quali la Massoneria Universale non ha nulla da spartire. Ha terminato questa sua prima allocuzione riaffermando che “la libera muratoria è come un grande e bellissimo libro, la cui pagina più bella è ancora da scrivere”.



RIVIERA

ATTUALITÀ

iderno inizia a riprendersi dallo “choc” legato alle vicende politico-giudiziarie che hanno portato allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del civico consesso cittadino e l'arrivo in città di una triade commissariale che sta ordinariamente gestendo la cosa pubblica dopo aver deliberato la dichiarazione del dissesto economico dello stesso ente. La data per le prossime elezioni dovrebbe verosimilmente essere fissata in coincidenza con la tornata primaverile del prossimo anno giacchè con ogni probabilità i funzionari di governo chiederanno altri sei mesi di proroga relativo al loro mandato che scadrà il prossimo novembre, «il tutto hanno detto in conferenza stampa Tarricone Pitaro e Cacciola - per cercare di riconsegnare ai cittadini un comune largamente “bonificato” in termini economici-amministrativi che possa guardare al futuro con rinnovato ottimismo». Ed i partiti iniziano a muoversi. Il movimento politico “Siderno Libera-Progressisti per l'Unità” ha invitato tutti i partiti politici a riscrivere le regole per la prossima tornata amministrativa formando liste di candidati (una o due liste collegata a sindaco) sganciandole dalle appartenenze familiari ma premiando solamente il merito di ciascun candidato Nel PD cittadino bisogna tenere sempre in considerazione l'incognita Mimmo Panetta, il quale ha deciso, dopo l'alleanza Pd-Forza Italia, di non rinnovare più la tessera del partito e di non candidarsi a primo cittadino. Altre volte Panetta aveva manifestato questa sua volontà, salvo poi ritornare sui suoi passi. Noi quindi non lo crediamo , anche perchè lo riteniamo attento osservatore della dinamiche politiche e sempre pronto ad agire di “rimessa”, anche se il suo “appeal” elettorale, bisogna dirlo, è andato via via scemando. Non escludendo la candidatura in extremis di Panetta, la scelta del Pd cittadino potrebbe ricadere sul segretario di circolo Mariateresa Fragomeni, cugina di Panetta, che da sette anni riveste l'incarico di segretario cittadino del partito. In alternativa alla candidatura della Fragomeni, potrebbe materializzarsi quella di Gabriella Boccuti, moglie di Angelo Errigo, da sempre vicino alla corrente “renziana” del partito democratico. Nel Nuovo centro destra di Angelino Alfano e Peppe Scopelliti , il leader cittadino Enzo Mollica, storicamente, non è mai riuscito ad ottenere grandi consensi elettorali quindi si punterà tutto su “mister pre-

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Siderno:Spuntano le possibili candidature di Attisano e Archinà

La data per le prossime elezioni dovrebbe essere fissata in coincidenza con la tornata primaverile del prossimo anno giacchè con ogni probabilità i funzionari di governo chiederanno altri sei mesi di proroga

ferenza” Pietro Sgarlato, ben conosciuto per la sua oculatezza nei controlli dei bilanci. In Forza Italia, nell'ottica del rinnovamento dirigenziale, sembra stia prendendo corpo l'idea dei leader cittadini, Riccardo Ritorto e Michelangelo Vitale di convincere a candidarsi l'avvocato Giuseppe Caruso. Un altro candidato autorevole potrebbe essere l'attuale presidente della consulta delle associazioni Mario Diano. Molto apprezzata dai nostri lettori, che si sono appositamente espressi sul social network, è la candidatura di Mimmo Barranca, già vicesindaco nell'ultima giunta. Ma la candidatura d'eccellenza potrebbe essere quella del senatore Pietro Fuda. Siamo consapevoli che Fuda potrebbe essere l'uomo politico capace di risollevare Siderno. Ha tutti i mezzi e le capacità per farlo. Altra bella figura potrebbe essere quella del presidente degli arbitri calabresi, Stefano Archinà (da sempre democristiano) che vanta una buona esperienza politica ed è stato sempre apprezzato per la sua moderazione. Archinà potrebbe essere il candidato ideale dell'area centrista oltre a quella di Mimmo Catalano. Altro out-sider potrebbe essere Marcello Attisano, repubblicano doc, fondatore del consorzio di imprenditori Ali. Ma vedremo quello che accadrà da qui a breve. A Siderno, infatti, la campagna elettorale è appena agli inizi. Antonio Tassone

GIUDIZIARIA

Alle origini della “Faida dei boschi” D

alle investigazioni relative al procedimento penale convenzionalmente chiamato “Mythos”, eseguito dai carabinieri di Soverato che ha portato nel 2004 all'esecuzione dell'omonima operazione antimafia, emergeva, un progressivo deterioramento dei rapporti tra Vincenzo Gallace e Carmelo Novella, detto “Nunzio”, che sino al 2002 agivano sostanzialmente in simbiosi gestendo da posizione paritetica di vertice la locale di Guardavalle. Quella che era originariamente individuata dagli investigatori e dai magistrati inquirenti quale consorteria “Gallace - Novella”, si sarebbe divisa provocando nel giro di alcuni anni, per come dimostrerebbero le ulteriori indagini approdate nell'operazione “Faida dei boschi” e “Itaca”, ad uno sconvolgimento di alleanze con il coinvolgimento di gruppi criminosi operanti nei territori del reggino, del catanzarese e del vibonese, che hanno portato alla ripre-

sa della “Faida dei Boschi”, dove sono rimasti coinvolti da un lato le famiglie “Novella-Vallelunga-Sia-Tolone-Procopio-Tripodi”, contrapposte al gruppo “Gallace-Ruga-Leuzzi-Vallelonga”. Fin dal primo interrogatorio reso il 13 ottobre 2010 il collaboratore di giustizia Antonino Belnome ha riferito ai magistrati milanesi che lo stavano interrogando che, per quanto di sua conoscenza, il movente dell'omicidio di Carmelo “Nunzio” Novella, ucciso il 14 luglio 2007 a San Vittore Olone nell'hinterland di Milano, era di carattere personale. I mandanti erano indicati dal 41enne ex padrino e capo locale di Giussano in Vincenzo Gallace e Andrea Ruga, questi deceduto il 13 gennaio 2011. Dalle carte processuali dell'indagine “Mythos” emerge che Nunzio Novella, in una conversazione intercettata con tale Origlia, si sarebbe lasciato andare ad espressioni irriguardose nei confronti della

madre di Gallace, comportamento che nel contesto 'ndranghetistico non può essere definito una semplice “trascuranza”. Anche il defunto Andrea Ruga, sempre secondo il collaborante Belnome, avrebbe avuto motivi di risentimento nei confronti di Novella, poiché costui, in occasione del matrimonio del figlio di Ruga, si sarebbe comportato in modo irriguardoso. “Questa condotta ha determinato - si legge nell'ordinanza Itaca del giugno scorso agli atti del processo Faida dei boschi in atto davanti alla Corte d'assise di Locri -, un attrito insanabile con Vincenzo Gallace, che avrebbe portato sostanzialmente alla scissione della cosca GallaceNovella in due tronconi” che ha determinato la ripresa della faida dei boschi che coinvolge il territorio compreso intorno ai confini delle tre province di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Catanzaro. (lr)


GERENZA

Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14

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Direttore responsabile: ANTONIO TASSONE Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Ercole Macrì, Eleonora Aragona, Domenico Macrì, Franco Parrello, Daniele Mangiola, Lidia Zitara, Patrizia Pellegrini, Domenico Spanò.

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RICORDANDO...

Strati, quando dalle fatiche della vita s'impara a vivere «Saverio Strati non è stato dimenticato da quelli che, nel pensiero culturale dello scrittore di Sant'Agata del Bianco, avevano carpito quelle linee di demarcazione che lo distinguevano da altre figure»

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bito a Genova da ormai 31 anni e, nonostante ciò, vivo quotidianamente i fatti e gli eventi della mia terra, di Siderno in particolare. Leggo settimanalmente sul sito, con molto piacere e attenzione, il vostro, se mi posso permettere, il “nostro” periodico, sul quale, qualche tempo orsono, ho avuto l'onore e il piacere di scrivere. Ho molto apprezzato, nonostante la tristezza che ha seguito la notizia, lo spazio riservato alla scomparsa di Saverio Strati. Le firme delle figure che hanno vergato gli articoli meritano doveroso ringraziamento per aver ricordato, e per il modo in cui l'hanno fatto, una figura da tanto tempo dimenticata. Saverio Strati, però, non è stato dimenticato da quelli che, nel pensiero culturale dello scrittore di Sant'Agata del Bianco, avevano carpito quelle linee di demarcazione che lo distinguevano da altre figure, spesso anch'esse rimosse dalla memoria collettiva. Egli indica nelle sue opere la via delle annotazioni, delle denuncie, del pensiero sulla quotidianità che l'Uomo si costruisce e vive. Molto spesso rimaniamo sordi a quelle leggere, ma profonde brezze ideologiche che gli uomini che vedono oltre, con una sensibilità e intelligenza superiore alla normalità, ci regalano. Strati aveva capito le “fatiche della vita”, quelle dalle quali si impara a vivere. Avendo interrotto gli studi a soli undici anni, le aveva capite fin da giovanissimo e le aveva sopportate anche da anziano. Nella parentesi dalla fanciullezza all'anzianità una lunga riflessione e la svolta della sua vita:

Hildegard Fleig, la ragazza svizzera conosciuta a Firenze, che nel 1958 sposò e con la quale si trasferì in Svizzera, dove visse fino al 1964. Fu proprio questo evento che cambiò il Suo mondo: durante il soggiorno svizzero, secondo quanto lui stesso affermava, maturò nell'io interiore e nel pensiero letterario, una svolta nella sua narrativa. Non a caso, proprio in questo periodo, trova la definitiva stesura Tibi e Tascia che, forse, rappresenta la genesi di un percorso che porterà a Il Selvaggio di Santa Venera. Sono d'accordo con Carlo Pascale: ha centrato, come sempre, il vero intimo di un “io” non facile da trovare, specialmente in quei narratori che non hanno, non a causa loro, trovato la consacrazione. Pascale fa riferimento alla maledizione che attanaglia il Sud, e non solo quello: “La nostra è una terra, anche quella nazionale, che agisce con il vizio della non fiducia, della non validità, del solito ritornello detto dai soliti piagnoni del Sud”. Anche la cultura, purtroppo, è vittima del pessimismo non “cosmico” ma “locale”, rinchiusa in un perimetro sempre più stretto. Un pessimismo del quale non sono rimasti vittima solo scrittori come Alvaro e Strati: ce ne sono tanti altri, e non solo in campo narrativo, ma anche in quello della Divina poesia, sia in lingua che in vernacolo, come nelle altre espressioni dell'arte. Leonida Repaci è uno degli scrittori che si trovano su ogni antologia della storia della letteratura italiana; a lui è riservato uno spazio all'interno di quell'importante movimento della

narrativa realista. Ma gli altri? Vincenzo Gerace; Mario La Cava, Lorenzo Calogero, Francesco Montalto Jerocades; Fortunato Seminara; Antonio Altomonte; solo per citarne alcuni, forse non hanno contribuito a tessere quell'infinita tela della cultura mondiale. È proprio perché mi sono venuti alla memoria questi Grandi della cultura, non solo calabrese, leggendo di Saverio Strati su Riviera Web, che mi sono messo a scrivere quanto avete sotto gli occhi. Faccio un plauso a Pascale, quando afferma che “ I romanzi dello scrittore di Sant'Agata del Bianco dovrebbero trovare nuovo spazio e nuova linfa; dovrebbero dar luogo nelle sedi universitarie e in quelle scolastiche e laico - culturali ampio spazio e segnare una riconciliazione con la cultura nazionale”. A questo suo pensiero mi permetto di aggiungere che la cultura calabrese deve avere la forza di rompere i confini e andare oltre, applicare la stessa strategia di coloro i quali si sono imposti in Paesi oltre i confini italiani e che da noi vengono scoperti solo dopo. La voce della cultura deve superare quella della devianza, perché solo l'educazione e la didattica alla cultura ci potrà condurre verso l'abbattimento dei confini all'interno dei quali siamo relegati. Per arrivare a ciò è necessaria un insegnamento “personalizzato”. Un'educazione alla giusta ”cultura” che inizi dall'infanzia di ogni calabrese. Pasquale Muià Docente e Giornalista

SETTIMANALE

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SPECIALE ELEZIONI

In prossimità del voto per le amministrative in 15 comuni della Locride pubblicheremo ogni settimana le interviste ai vari candidati a sindaco

Benestare candidati a confronto

Rosario Rocca promette un riassetto generale se sarà rieletto Quanto siete riusciti a realizzare del programma con cui vi siete presentati alle scorse elezioni? Cinque anni fa mettemmo in piedi una lista competitiva che si proponeva alla guida del Comune per rispondere a una domanda di cambiamento. Oggi sfogliando le pagine di quel programma elettorale non posso che ritenermi soddisfatto. In primo luogo perché gran parte dei progetti sono stati realizzati o, comunque cantierizzabili. La mia amministrazione oggi può vantare, malgrado la latitanza assoluta della politica provinciale e regionale, finanziamenti pubblici per quasi 5.000.000 . Con il risultato che la qualità della vita a Benestare, è migliorata. I progetti di accoglienza, il rapporto sinergico con le tante associazioni del territorio, il coinvolgimento in diversi progetti sociali finalizzati all'occupazione giovanile, sono la prova lampante di una vitalità sociale che rappresenta un rilancio socio-economico. Due centri di aggregazione e uno dei teatri più importanti del territorio, saranno i luoghi della rinascita culturale della Locride; la manifestazione fieristica dei“Catoja in festa rappresenta uno dei momenti più alti della tradizione culturale e popolare del nostro territorio. Siamo riusciti inoltre a garantire tutti i servizi di primaria importanza, e non è un dato insignificante ribadire che Benestare è stato uno dei pochi centri che è riuscito a difendersi dall'emergenza rifiuti che ha caratterizzato il nostro comprensorio; abbiamo avviato la raccolta differenziata che potenzieremo grazie al finanziamento di un'isola ecologica. Lasciamo inoltre nella dotazione dell'ente, ingenti finanziamenti per la prevenzione del disseto idrogeologico e il risanamento di ampie aree del nostro territorio colpite in passato da eventi calamitosi. La situazione economica dell'ente è caratterizzata da un notevole incremento dell'avanzo di amministrazione, da 835.000 ereditati a 1.395.000 . E bisogna considera che Benestare è stato uno dei pochi comuni d'Italia a non far pagare ai propri cittadini l'IMU sulla prima casa e a non aver aumentato nessuna tassa. Il servizio di trasporto scolastico è gratuito e la mensa scolastica costa ad ogni alunno solo 1,50 al giorno. Mentre i fondi stanziati per gli aiuti alle famiglie bisognose o per misure di contra-

sto alla povertà, ammontano a decine di migliaia di all'anno. Inoltre siamo riusciti a stabilizzare 5 lavoratori. Quali sono stati invece i progetti che non siete riusciti a concretizzare e perché? Non siamo riusciti ad intervenire in maniera significativa sul nostro centro storico a causa di un mancato finanziamento di un progetto presentato alla Regione Calabria in occasione del bando dei PISL e, nello specifico, quello relativo all'ambito dello sviluppo turistico del territorio. Ma sono certo che durante il secondo mandato riusciremo a dare lustro al nostro “Paese di Gesso”. Ciò che non mi rende soddisfatto è il cattivo funzionamento di alcuni uffici comunali, cosa che ha compromesso un rapporto positivo e di mutuo soccorso tra i cittadini e l'Ente. Le burocrazie regionali, provinciali, ed anche comunali, rappresentano il problema reale del nostro territorio, ne impediscono un rilancio reale e non rappresentano degli strumenti per la realizzazione compiuta di un regime di giustizia sociale. Quali sono i punti del vostro nuovo progetto per il paese? Chiediamo oggi ai nostri cittadini un consenso ancora più ampio rispetto a cinque anni addietro per compiere delle scelte ancora più forti e coraggiose. In primo luogo contiamo di rendere la nostra macchina burocratica meno reazionaria e più attenta ai processi di cambiamento e alle esigenze del territorio. E lo faremo attraverso un riassetto generale che avrà luogo entro i primi 100 giorni. Mentre un punto chiave del nostro programma sarà un grande progetto per riconsegnare al territorio il sacrosanto diritto dell'acqua pubblica, con l'obiettivo di dotare il territorio di un sistema di impianti autonomo ed efficiente che consenta a tutti i cittadini di accedere a questo bene primario senza essere gravati delle “tangenti legalizzate” imposte dai padroni di questo tempo.

Enzo Rocca sfida l’omonimo con la lista Insieme per Benestrare Cosa rimproverate all’amministrazione uscente? All'amministrazione uscente di Benestare, contestiamo che dopo la grande campagna elettorale di cinque anni fa, con tante e tante parole, slogan, proclami, promesse, tutti noi a Benestare ci aspettavamo fatti concreti, ma riteniamo che questo non sia successo e crediamo che abbiano predicato bene e razzolato male. Diverse opere di cui la precedente amministrazione, da me guidata, aveva già ottenuto i finanziamenti ed erano solo da cantierizzare, in cinque anni non sono state portate a compimento, l'iter del Piano Strutturale Associato è stato fermato. I servizi per i cittadini sono peggiorati: il servizio idrico non è migliorato, le zone che accusavano criticità, soprattutto nei periodi estivi, sono tutt'oggi mal servite; lo scuolabus, così importante per chi conosce e vive il nostro territorio, oggi è funzionante solo per gli alunni delle scuole medie, mentre prima era garantito anche per i bambini delle elementari. La raccolta differenziata è gestita in modo pessimo. I cassonetti sono sempre stracolmi, i camion degli addetti al servizio nessuno li ha mai visti e nell'ultimo report dell'Arpacal Benestare risulta senza dati, eppure la precedente amministrazione aveva già avviato un sistema di raccolta differenziata. La viabilità versa in condizioni disastrose. Molte strade sono state poco curate e laddove si sono verificati problemi molto gravi, come la frana in località Zopà, le strade, dopo quattro anni, ancora non sono transitabili. Vi sono inoltre, dei finanziamenti importanti, che rischiano di non trasformarsi in opere concrete a causa di un iter che riteniamo sia stato seguito in modo non idoneo e gestito con lentezza da parte dell'attuale amministrazione, per il quale il mio ho ribadito più volte in sede di Consiglio di fare attenzione alle procedure seguite, perché a mio parere non sono tecnicamente corrette. Da oltre un mese ho fatto formale richiesta per sapere se il Comune abbia o meno dei debiti fuori bilancio, ed a tutt'oggi non ho ricevuto risposta, in quanto ci è pervenuta comunicazione, in sede comunale, che alcune ditte contestino al Comune il mancato pagamento di lavori eseguiti, pertanto mi chiedo: se il bilancio è in buone condizioni, come l'amministrazione attuale sostiene, perché questi fornitori non sono stati ancora pagati? Allora mi viene il dubbio che il bilancio sia effettivamente in buono stato, viste anche le difficoltà, avute non molto tempo addietro, nel pagare in tempo gli stipendi degli

impiegati comunali. Concludo col dire che in cinque anni nessuna opera importante può essere loro addebitata e di certo non credo che tutte le colpe siano degli apparati burocratici, perché gli amministratori competenti sono in grado di non rimanere impelagati nelle sabbie mobili della burocrazia o, come vogliono far credere, del fatto che a Benestare (e solo a Benestare) l'attuale opposizione abbia più potere della maggioranza, tanto da ostacolare i percorsi progettuali. Voi cosa proponete per sviluppare le vocazioni del vostro paese? Un progetto serio ed alternativo. Ci proponiamo di amministrare portando a termine il percorso già avviato riguardo il Piano Strutturale Associato, strumento urbanistico essenziale per sviluppare le vocazioni del nostro paese; vogliamo fare in modo che i servizi per i cittadini siano migliorati, resi più efficienti e distribuiti equamente: dallo scuolabus alla seria e corretta gestione della raccolta differenziata, dalla viabilità al servizio idrico fino al miglioramento dei servizi per gli anziani, le donne, i bambini e tutti i nostri cittadini. Un nostro obiettivo è quello di migliorare le condizioni strutturali, e non solo, degli edifici di competenza comunali, come gli edifici scolastici, in modo che questi siano resi più accoglienti. Come pensate di fare? Pensiamo di mettere in pratica i nostri programmi con l'impegno dei nostri candidati. La lista Insieme per Benestare unisce professionalità, esperienza e le nuove idee dei “new entry” soprattutto nel modo di fare politica. Parliamo di una squadra che oltre ad essere preparata conosce perfettamente le problematiche e i punti di forza del territorio perché lo vive quotidianamente. Oltre al nostro impegno ed alla nostra trasparenza amministrativa, vogliamo sviluppare le vocazioni del nostro territorio in modo condiviso e partecipato con i nostri cittadini, che devono essere sempre al centro dei nostri progetti e non tenuti in considerazione solo nel periodo elettorale.


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Chi soffoca la Calabria? L

a recente sentenza del tribunale di Reggio Calabria che ha condannato Scopelliti, determinandone la decadenza da Presidente della Regione Calabria, ha suscitato due generi di commenti: secondo i commentatori di "destra" si tratta dell'ennesima condanna "politica"; per quelli di "sinistra" si tratta di condanna meritata che evidenzia la mala gestione della cosa pubblica. Voglio ostinarmi a rispettare la Magistratura e, pertanto, mi astengo dal giudicare la sentenza, sperando che i futuri gradi di giudizio giungano ad altra verità. Di certo, il giudizio sul lungo e molteplice impegno del giovane governatore reggino non potrà mai risolversi nelle aule di un tribunale o con sommari giudizi pseudo politici: una valutazione seria richiederà tempo e spessore di analisi. Occorrerà ricostruire tanti aspetti della politica regionale e nazionale, tener conto della particolare situazione generata dall'attuale contesto storico che rende, la già difficile azione di governo, ancora più ardua. In attesa che la cronaca divenga storia e che possano essere svolte le adeguate analisi, prendiamo spunto dal "caso Scopelliti" per cominciare a ragionare sulla nostra realtà, senza che ciò suoni come accusa o assoluzione nei confronti di alcuno. Vediamo di evidenziare qualche aspetto che, con probabilità, ha avuto un ruolo anche in questo caso, limitando non poco l'azione di rinnovamento programmata dal governatore uscente. Aldilà degli aspetti emotivi e delle ragioni di "parte", forse è possibile concordare su alcuni elementi. La criticità della situazione della nostra Regione non necessita di specificazioni: non c'è parametro che possa ispirare ottimismo! E chi può sostenere il convincimento che la condanna di Scopelliti mette fine ad una gestione oscura della cosa pub-

Partiamo dal caso Scopelliti per cominciare a ragionare sulla nostra realtà, senza che ciò suoni come accusa e assoluzione nei confronti di alcuno. Ma evidenziamo alcuni punti

blica, ammesso che così sia stato per responsabilità del politico in questione? La Calabria ha avuto presidenti di diverso orientamento politico e di diversa estrazione: politici di lungo corso, esponenti della "società civile" come il docente universitario Nisticò, o un magistrato come Chiaravalloti. A quali di questi nomi possiamo legare un periodo positivo per la nostra regione? Quando è stato possibile notare cambiamenti positivi da "primavera calabrese"? Ovviamente, sarebbe ingeneroso e ingiusto affermare che in questi anni nulla è stato fatto e che sono stati "tutti uguali". Ma ciò non toglie che, aldilà delle buone intenzioni, delle capacità e dei valori delle persone che sono state al vertice della Regione, tutti hanno dovuto fare i conti con un sistema di potere in grado di bloccare o rallentare qualunque iniziativa "sgradita". Forse più che giudicare la sentenza, sarebbe stato meglio chiedersi: è possibile agire al fuori e magari contro il "blocco di potere"

che, come una cappa, soffoca la Regione? Non sembri pessimista o superficiale porsi domande del genere: se consideriamo quanto avvenuto in tanti anni di autonomia regionale c'è il fondato sospetto che un potere informale, e senza responsabilità, sia in grado di avvinghiare il politico di turno, che ha sempre invece una responsabilità, e di portarlo o alla paralisi o dove preferisce. Ma di quale potere stiamo parlando? Quali forze costituiscono questa cappa? A ben guardare, le cappa sembrano tre: certo, vi è l'oligarchia del potere nel senso più diretto composta da club esclusivi più o meno legali, di una parte dei dirigenti regionali, degli imprenditori, dei sindacalisti e dei politici; ma vi è anche la cappa dei residui ideologici che portano alla frammentazione tra "centro", "destra" e "sinistra": divisioni che nella gestione degli Enti locali non hanno, oggi, alcun senso, mi sembra, invece, molto più sensata la divisione tra coloro che perseguono interessi privati, o di gruppo, e coloro che cercano di avere a cuore il "bene comune"; infine la terza cappa: gli elettori, i comuni cittadini che hanno perso la speranza che sia possibile "fare qualcosa", superare la condizione di regione povera in preda a clientele e criminalità. Anche questa sfiducia che induce a giudizi sommari, a scelte elettorali dettate da promesse clientelari, da legami parentali o di amicizia perché, tanto, " i candidati sono tutti uguali", non aiuta la Calabria, anzi è forse la cappa più asfissiante. Ma forse qualcosa sta cambiando: forse si può cominciare a lavorare al fine di trovare nuove e vere convergenze tra persone che, pur militando in realtà politiche diverse e contrapposte, hanno a cuore il futuro della propria terra. Credo che questa sia l'unica novità sulla quale puntare! Giuseppe Giarmoleo




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ERCOLE MACRI ccade spesso tra sabato e domenica, a Natale, a Pasqua, nella fascia oraria che va dalle dieci di sera alle quattro del mattino: lungo e attorno le nostre marine, nelle voci allappate dai superalcolici e nei cervelli dell’ Homo Locrideo, c’è sempre un “tu non sai a cui appartegnu eu o jeu” e mai la voglia di fare l’amore, tra i profumi di gelsomino e schiume marine. E c’è sempre, lungo e attorno le nostre montagne, nelle pance intasate dai capretti e nei cervelli dell’Homo Aspromontano un “ qui cumandamu nui” e mai la voglia di fare l’amore e condividere la voce del sottobosco ormai senza destinatari. A Marina di Gioiosa una pioggia sottile stuzzica la vigilia di

Pasqua. Dentro al Ricaroka, all’interno di questo gioiello per un comprensorio ingrato, quasi l’ottanta per cento dei maschi si sente dominante. Addirittura gallo da combattimento. Solenni nel fegato, potenti nei bicipiti, potentissimi nella parentela. E scatta il remake, quel tormentone storico. Il vecchio rap del “tu non sai cu sugnu eu, ma cu cazzu si tu”, diviene una lambada per uomini difettosi di fabbrica. «Forse non sapiti cu cui ndaviti a chi fare» incalza il capo branco dopo che l’amica dell’ex fidanzata, lancia un cocktail con mira olimpica su un obiettivo certo: la nuova compagna di chi l’ha mollata. Per il macho della provincia di Mastrosso che vanta appartenenza, e grazie a quest’ultima ha il diritto di scoppole, schiaffi e calci contro chi presume non sia in

grado di sventolare, alle gradinate notturne, ugual pedigree. Uno spettacolo dentro lo spettacolo è andato in onda, alle quattro del mattino al Ricaroka di Gioiosa Marina durante l’ennesimo party, prima dentro il locale, poi davanti all’ingresso, fino a estendersi a macchia d’olio e bloccare la vecchia SS106, nonostante la massiccia presenza delle forze dell’ordine. Questo tipo di danza va sempre in onda nei locali della Locride che investono nella notte dei week end. Ogni volta. Quasi sempre. In casi eccezionali c’è anche chi sfodera il serramanico, addirittura, ma con meno frequenza, il ferro con la matricola abrasa. Poi il giorno dopo si dimentica tutto davanti a pacieri e a un caffé “annaccato”e cosparse propedeuticità per futuri tagli di coda. Intanto per l’ennesima volta i

titolari dei locali, che investono in questo primitivo territorio, pieno di predatori altrettanto primitivi, ci rimettono in incassi e immagine. Circa 20 ore dopo, a Zomaro, nell’altopiano della speranza, addirittura Dolimiti del Sud, non si muove una foglia. Poi all’improvviso un’orchestra di spettri, schierata a mezza luna davanti a un cono di faggi, viene spazzata via da un vento secco spinto dagli angeli bianchi del Tirreno. Gli alberi iniziano a suonare, tutti insieme, come Fiati di Delianuova: pini e querce accompagnavano i faggi che surclassavano tutto il resto, ridicolizzando platealmente il mugugno stonato degli eucalipti proveniente dal basso. Ma a Zomaro, a differenza di Cortina D’Ampezzo e Madonna di Campiglio, il genere umano

maschile non sente la mala voce, ma dà fiducia solo al colpo in canna. Così sulla punta della canna che nella notte tra Pasqua e Pasquetta arriva a sparare due colpi di fucile contro la spensieratezza e la voglia di evasione di alcuni ventenni dentro le tende. Quest’ultimi, di Cittanova, s’erano accampati davanti alla chiesa del villaggio nel pomeriggio di domenica. Pellerossa per caso, per poche ore. Voglia d’amore e di perdizione, forse, intorno al fuoco. Ma al calar della notte, due pezzi da cinquanta, massimo sessanta, che, molto probabilmente, non avevano ancora ben digerito il capretto del mezzogiorno accorciano sull’accampamento con la macchina. Poi, a muso duro, i due uomini recitano l’avvertimento, da noi tradotto così per scienza statistica: “L’altopiano è


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nostro, l’altopiano è sacro e certe cose non si fanno, quindi… levate le tende». Zomaro è così sacra che nel 1964 per il furto di due vacche è approdata nell’ira di Dio. E nella Calabria reggina niente più di una faida dà la reale dimensione dell’ira di Dio. Facchineri contro RasoAlbanese: 59 morti in 30 anni, per due vacche. E ancora, qualche mese fa nel villaggio gemello di Moleti, hanno ammazzato a colpi di lupara il sidernese Vincenzo Ieraci. Nessun colpevole. In montagna tutto è regolamento di conti, sgarro, santa, cinghiali e funghi. E a Zomaro di conseguenza può accadere di tutto, per niente. Oltre il miraggio delle Dolomiti del Sud, tra Canolo e Cittanova, Polsi e Gambarie, Montalto e Pietra Kappa, tra il sottile filo che divide la sub uma-

nità dalla bestia, c’è gente che di mestiere cerca il pelo nell’uovo per appiccicare micce e sopportare tragedie. Per esibirsi oltre i poligoni abusivi e i randagi nelle fiumare; per passare dagli allenamenti alle partite vere; per non aspettare al passo solo le beccacce. Grazie a Dio tra la Santa Pasqua e il Lunedì dell’Angelo la tragedia è stata solo sfiorata. Dopo l’avvertimento sembrava tutto finito, ma il peggio doveva ancora avvenire. Quando la notte è scesa completamente, intorno all’una, un uomo si è presentato dai giovani sconsacrati da onore e tende, e, rispettoso del mondo che l’ha creato così, dalle parole passa ai fatti. Spara in aria, bucando il silenzio del villaggio. Poi si dilegua. Ma uno dei giovani campeggiatori reagisce, orgoglioso, spolvera coraggio affrancan-

dosi anch’egli maschio davanti alla compagnia. E mostra, porca miseria, l’altra faccia di una sconfitta eterna, quella che fa più male, che abbassa quell’orizzonte, già senza speranza. Il giovane vendicatore si mette a bordo della sua macchina e prova a inseguire, inspiegabilmente, l’attentatore. Avrebbe fatto così pure al Ricaroka? L’uomo di rispetto, nel frattempo, usa una via fuga, poi si nasconde dietro a un muretto di vecchia datta. E da lì fa sul serio: un altro colpo di fucile esplode contro la macchina del giovane. Poi l’uomo viene ingoiato dal bosco. Il giovane rientra all’accampamento e anche nel suo cervello spericolato da ventenne che gli ha fatto rischiare la vita. I fiati di Delianuova smettono di suonare.

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rendiamo atto che nel riportare la notizia della maxy-zuffa che si è verificata all'interno del Ricaroka e che ha coinvolto, come riportano i giornali, più di 50 persone, nessuna testata giornalistica ha voluto fare il nome del locale parlando di un generico “noto locale della zona”. A volte il “peso pubblicitario” del cliente comprime la libertà del giornalista che si trova, quindi, nel dubbio se pubblicare la notizia facendo il nome del locale oppure decidere di non pubblicarla oppure, ipotesi più comune, “optare” per la soluzione più semplice ossia pubblicare la notizia riferendo di un “ben noto locale della zona” . Noi non pensiamo che questo sia un buon modo di fare buon giornalismo. Quando si verifica un fatto grave (come quello accaduto a Marina di Gioiosa lo scorso fine settimana) tutti i cittadini hanno il diritto di conoscere i fatti per come si sono verificati senza “coperture”. Tutti noi abbiamo il diritto di conoscere , ad esempio, dove è successo l'evento e perché tutto questo sia accaduto. Questo sarebbe un “dovere deontologico” di ogni bravo giornalista. Toccherà poi alle forze dell'ordine individuare e punire i responsabili. Ovviamente, e questo noi ci teniamo a sottolinearlo, nessuna responsabilità è da ascrivere ai proprietari del locale, ai quali va tutta la nostra vicinanza e solidarietà per l'accaduto e che, evidentemente, sono da considerarsi le vere “vittime” della situazione. Dopo aver investito tanto in questo difficile territorio, sono, e saranno sempre loro, i primi a dover pagare le conseguenze. Pagano dazio di questa eventuale “colpa” sia in termini d'incassi che d'immagine. Ma tant'è. Ora bisognerà “metabolizzare” l'accaduto e riprendere senza batter ciglio. Davanti a questi soggetti dal “pugno facile” (pur non volendo generalizzare e facendo sempre i dovuti distinguo) bisogna tenere sempre presente un famoso detto (che non passa mai di moda) e che più o meno recita così : “la madre del cretino è sempre incinta”. Magra consolazione. Antonio Tassone


RIVIERA

Esordio in serie Adel gioiosano Giuseppe Borzomì C

ontinua la scalata nel mondo arbitrale del corregionale Giuseppe Borzomì. di Marina di Gioiosa. A inizio stagione sportiva promosso dalla C.A.N. PRO alla C.A.N.B Commissione Arbitri Nazionali” e adesso esordio nel massimo campionato del calcio Italiano CAN A.

Giuseppe Borzomì nato a Marina di Gioiosa Jonica, dopo una breve apparizione come calciatore nei campionati giovanili del paese, essendo figlio e fratello di arbitri, decide di intraprende la stesso hobby iscrivendosi presso la Sezione Arbitri di Locri - Comitato Regionale Arbitri Calabria.

Come avviene per tanti ragazzi del sud, per motivi di studio, si trasferisce presso l'università di Torino. Finiti gli studi, si Inserirsi nel mondo lavorativo, come Informatico in un'azienda multinazionale continuando nel suo hobby di “Arbitro di calcio” presso la sezione arbitri di Torino, Comitato

Regionale Arbitri Piemonte e Valle d'Aosta. In sezione, Giuseppe è riuscito a farsi apprezzare “anche” per le sue doti umane. Nel raggiungimento di questo traguardo hanno contribuito oltre alle sue indubbie capacità, anche i dirigenti sezionali, gli amici, i colleghi del

polo di allenamento, che non hanno esitato a trasferirgli con i loro consigli tutta la loro esperienza arbitrale. A inizio stagione sportiva 2007/08, dopo aver calcato per diversi anni i campi piemontesi come arbitro, dietro suggerimento dell'allora presidente di sezione intraprendeva una nuova sfida, quella di Assistente

CULTURA

I libri vivono e lottano con noi Nella Giornata mondiale del Libro, a Siderno si sono svolti un flash-mob in difesa della Biblioteca e un convegno in cui gli alunni della Scuola elementare“Michele Bello”hanno recitato un classico della narrativa Per chi ancora non lo sapesse, forse perché intento a scansare le buche del manto stradale della città, nella mattinata del 23 aprile si è svolto il flash-mob degli Amici del Libro e della Biblioteca nell'atrio della scuola elementare Carlo Lorenzini di Siderno Superiore, un annoso edificio malinconico usato fra poco anche come seggio elettorale, dove è stata improvvidamente spostata la Biblioteca comunale, come si farebbe con gli sfollati per una calamità. Nell'atrio, dove di solito si lasciano gli ombrelli, i partecipanti alla discreta protesta, che non sono persone esagitate, ma tranquilli cittadini giustamente preoccupati della cosa pubblica, hanno visitato i numerosi libri privi di tutela e affranti alla stregua di orfani abbandonati per strada da genitori degeneri. Perché anche i libri hanno un'anima la cui sensibilità si misura col metro dei sentimenti di chi li ama e se ne serve. Gli Amici del Libro e della Biblioteca hanno voluto così richiamare nuovamente l'attenzione sulla intollerabile situazione, per sollecitare una soluzione dignitosa che rispetti il valore del patrimonio librario pubblico e ne

favorisca la fruizione in condizioni di agibilità e di sicurezza. La umiliante percezione della precarietà in cui è precipitata la Biblioteca comunale (ormai quasi puramente nominale, risultando al momento un deposito sopratutto per volere della Commissione straordinaria del Comune di Siderno la cui funzione purtroppo sembra contemplare l'indifferenza verso le aspettative culturali della città) ha generato un movimento di opinione che sostiene la democratica protesta per l'umiliazione di un bene pubblico. Al turbamento dei manifestanti per l'insana sistemazione della Biblioteca si lega anche l'imbarazzo del personale impiegato a gestire, con lodevole sopportazione, quel che resta dell'attività. Ambienti inadeguati, utenti scomparsi, mancanza di catalogazione informatica e di aggiornamenti, impossibilità di concepire una strategia di rilancio

e di fare un calendario di iniziative culturali di richiamo, hanno infatti trasformato una struttura un tempo viva in una sequenza di scaffalature, dove i libri languono nella umidità e nel pulviscolo. Ma gli Amici della Biblioteca non si sono limitati, nella giornata mondiale dedicata al libro, all'atto dimostrativo a Siderno Superiore. Nel pomeriggio dello stesso giorno, con la preziosa collaborazione di maestre esemplari e dei loro alunni allegramente partecipi, hanno esaltato la vitalità e il valore dei libri in un convegno nella sala della Scuola elementare “Michele Bello”, che per l'occasione si è trasformata in palcoscenico per una applauditissima recita dei piccoli studenti basata sul “Piccolo Principe”, il celebre racconto dell'aviatore e romanziere Antoine de Saint-Exupéry, un classico che da settant'anni delizia l'immaginazione di ragazzi e adulti. (L.R.)

Il manifesto del potere della cultura:“l’utilità dell’inutile” O

razio, a suo tempo, proclamava il carpe diem, credendo che fosse importante cogliere l’attimo perché il tempo scorre senza tregua; a distanza di generazioni, Ordine, invece, ha fissato, in un libro, secoli di storia e filosofia dedicati allo studio e all’importanza dei saperi considerati inutili: le materie umanistiche. L’utilità dell’inutile, ecco il titolo del libro edito da Bompiani, che ha conosciuto, a pochi mesi dalla sua prima uscita (settembre 2013), numerose ristampe e traduzioni in varie lingue, tra cui cinese e russo. Nuccio Ordine, professore ordinario di Letteratura all’Università della Calabria, intende dimostrare con il suo “manifesto”, come lui stesso ama definirlo e che oltretutto è il sottotitolo dell’opera, come ci si sta avviando all’impoverimento dell’animo e alla perdita di qualsiasi forma di dignitas hominis. La causa la si può rintracciare sin dalla comune concezione di “utile”; per una società come la nostra, utile

è ciò che produce profitto, e di conseguenza inutili saranno considerate la letteratura, l’arte, la musica e le altre discipline che per loro natura, non producono alcun lucro, e sono

prive di qualsiasi fine, se non quello sublime di nobilitare l’animo. Quello di Ordine è il tentativo di un uomo, colto e sicuramente più sensibile di altri, di avvertire la sua

gente della perdita di valori fondamentali, quei valori rintracciabili sfogliando e assaporando le pagine dei classici (quasi fosse un Dante dei tempi moderni). Leggere il libro è come immergersi in un mondo in cui i tempi antichi si fondono in un connubio meraviglioso coi tempi odierni: ed in questa prospettiva i classici non potrebbero essere più attuali. Accaparrare denaro su denaro, è proprio di uomini vuoti e avari, riuscire ad interrogarsi sul mondo, e sulle cose che appaiono più semplici, invece, è arduo compito. Se si dovesse chiedere a voi lettori, cos’è il PIL, allora ciascuno si accingerebbe, ricorrendo alcuni a termini altisonanti, altri a termini semplici, a spiegare nel miglior modo possibile l’acronimo PIL; ma se solo fosse posta la domanda “Cos’è per voi la vita?”, allora ciascuno facendo un respiro, quasi per trovare l’ispirazione, si interrogherebbe senza, forse, trovare una risposta. Se solo l’uomo avviasse nel proprio

piccolo, un processo di autocritica, e si interrogasse sulla dignità, smettendo solo per un attimo di pensare alla frenetica corsa al denaro, e alla sua supremazia sui suoi simili, allora forse il mondo sarebbe migliore. Nonostante lo strabiliante successo che ha portato Ordine su Rai 3, ospite di Fazio a “Che tempo che fa” e nonostante i continui inviti da parte dei salotti letterari più prestigiosi, c’è chi ha accusato Ordine di non aver scritto un libro, ma di aver pubblicato una raccolta di citazioni. Se questo è un difetto, allora il suo è un sublime difetto. Scritto in maniera semplice e scorrevole, senza erudizione ma con tanta passione, il libro è davvero alla portata di tutti, di quelli più colti e di chi, solo per puro diletto, si accinge a sfogliarlo. E se per caso, leggendolo un brivido salirà su per la schiena...ecco quello sarà il potere della conoscenza che sta prendendo il sopravvento nell’animo. Sara Leone


Arbitrale Regionale. Appena due anni nei campionati di promozione ed eccellenza Piemontese e giorno 02 luglio 2009 veniva inquadrato nei ruoli della (C.A.N. D) Commissione Arbitri Nazionali Dilettanti. Nel campionato nazionale, il gioco diventava sempre più coinvolgente, infatti, la passione e le competenze al ruolo accrescevano di partita in partita, tant'è che anche in questa commissione in solo 2 anni conse-

guiva il salto di categoria e il 2 luglio 2011 veniva proposto nel ruolo dei "professionisti", C.A.N PRO. Più si andava avanti più ardua diventava la scalata, ma lui ha ben saputo integrarsi tant'è che alla fine del primo anno è risultato essere uno dei migliori assistenti, infatti, alla fine del 2° anno dopo aver disputato un ottimo campionato culminato dalle finali di Play Off e Play Out, il 2 luglio 2013 quando il Presidente dell'AIA Marcello

Nicchi ratificava i passaggi che la Commissione Arbitri Nazionale Can Pro proponeva alla (C.A.N.B), fra questi nominativi vi era anche Giuseppe. Coincidenza, l'esordio in questo campionato avveniva il 31 agosto 2013 proprio nella sua Calabria nella partita Crotone Cesena con il risultato di 1-2. La passione, la competenza e soprattutto lo spirito di sacrificio, hanno contribuito a far raggiungere

a Giuseppe ottimi risultati anche nel campionato di serie B , infatti, dopo aver diretto gare importante: Crotone, Reggina, Palermo, Empoli, Avellino, Siena, Lanciano… e la gara di inaugurazione del TORNEO DI VIAREGGIO, Napoli = Anderlecht, giorno 19 aprile 2014 finalmente arrivava quello che ogni ragazzo che intraprende questa attività arbitrale aspira, l'esordio in C.A.N. A massimo campionato del calcio Italiano

nella non facile partita Genoa Cagliari finita con il risultato di 1-2. A GIUSEPPE. come sportivi e concittadini della Locride, visto che di queste notizie abbiamo bisogno, auguriamo un in bocca al lupo con la speranza che possa al più presto essere designato a svolgere il suo mandato nei derby storici del calcio italiano e ancor di più del calcio mondiale. AD MAIORA GIUSEPPE

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SETTIMANALE

DOMENICA 27 APRILE

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Telemia sbarca a Reggio Calabria

Pasquetta: Siderno torna a ruggire , Locri e Marina di Gioiosa non tengono il passo Rischiava di saltare a causa delle precarie condizioni economiche dell'ente che non permettevano di poterla riprogrammare ma la Pasquetta, a Siderno, grazie all'iniziativa dell' associazione culturale l'Eco di Siderno (diretta da Antonio Tassone) e della locale Pro-loco (presieduta da Agostino Santacroce e dal suo vice Giuseppe Badia) ha sbaragliato la concorrenza. E' stata una giornata di Pasquetta diversa rispetto al solito ma non per questo meno interessante quella vissuta a Siderno lunedì scorso . Già dal primo pomeriggio la “Stella del Jonio” è ritornata ad essere meta di visitatori ed è stata invasa da migliaia di persone. Finalmente è ritornata

la “movida” con il passeggio sul corso (adibito ad isola pedonale), sul lungomare e con la degustazione gratuita dei dolci in piazza Portosalvo. Tutto è stato fatto senza che gli organizzatori ricevessero un solo euro di contributo pubblico ed è stato reso possibile solo grazie all'iniziativa delle due associazioni summenzionate. Tutto è stato reso possibile grazie anche alla partecipazione attiva dell'Istituto Alberghiero di Locri diretto da Maria Macrì e dall'associazione provinciale cuochi presieduta dal prof. Cosimo Pasqualino, che, unitamente a molti commercianti locali, hanno consentito il grande successo della manifestazione. Un elogio par-

ticolare lo meritano anche il prof.Rosario Bonetti ed il gruppo di alunni che hanno provveduto alla distribuzione dei dolci. La serata è stata animata dal gruppo musicale “Fantasy Group show” presentato da Claudio Panetta . Sul palco è salito anche il presidente di Locride Ambiente, Giovanni Gerace, che ha approfittato della presenza del grande pubblico per cercare di sensibilizzare i cittadini sui vantaggi della raccolta differenziata con la spiegazione delle procedure per attivarla e dei vantaggi che si possono ricavare . Accanto alla musica ed al divertimento anche delle utili informazioni per i cittadini. In tono minore la manifestazioni che si sono

svolte negli altri due centri viciniori. A Locri, si è svolto il mercatino di pasquetta con tanti imprenditori che hanno provveduto ad esporre le loro mercanzie in Piazza dei Martiri mentre nella vicina Marina di Gioiosa, l'amministrazione comunale ha organizzato, “senza infamia e senza lode” la Pasquetta al parco verde. Dopo aver mangiato e bevuto in compagnia nell'area picnic , si è smaltito l'abbondante pasto ballando al ritmo del terzinato suonato da alcuni gruppi della scena musicale (locridea e non). Si sono esibiti, infatti, i Sonu Popolari, il Nuovo Suono Battente, gli Almafolk, la Banda Corapi e i Gioia Popolare. lr

L’importanza del libro P

ur consapevole di correre il rischio di dire cose scontate, cose che certamente conoscete, vorrei fare alcune considerazioni. Sarei ridicola se negassi l'importanza dei computer, dei tablet, della facilità e velocità di informazioni, la cui validità è innegabile. Il progresso ci rende ubriachi quando constatiamo come la mente umana abbia potuto raggiungere mete così alte e possibilità di rendere noto a tutti quello che una volta era riservato a pochi. Eppure il vecchio libro continua ad affascinarci; sentiamo che la lettura di un libro, forse perché consente il tempo di introiettare i sentimenti che suggeriscono una poesia o una bella pagina di prosa, stimola di più la mente, ci spinge alla riflessione, ci dà il tempo di riflettere e condividere o meno i pensieri dell'autore. Bompiani diceva che un uomo che legge ne vale due e vede

nella lettura, giustamente, l'occasione per rivivere sentimenti antichi, passioni, evasioni oniriche. Leggere diventa quindi, come dice Eco, “assicurazione sulla vita, anticipazione di immortalità”. Nei diari di Alvaro si legge il suo amore per i classici “passi che lo sconvolgono come fatti di vita interiore”. Dale, protagonista dell' Uomo è forte, costretto a stare rinchiuso, evade dalla grigia realtà leggendo il “viaggio” di Lucio nell'Asino d'oro di Apuleio. Montale, il giorno successivo alla premiazione (premio Nobel 1973), nella prolusione al suo discorso, si chiede se sia possibile la poesia nel nostro tempo e conclude amaramente che no, perché la poesia è l'universale e l'universale non può entrare nel reale per la velocità dei cambiamenti del reale. È “l'anello che non tiene” de I limoni e questo è addebitato proprio ai cambiamenti velocissimi. Solo il

libro, silenzioso ma eloquente, in particolari momenti crea una simbiosi tra il lettore e l'autore. Leggere allunga la vita dice ancora Eco perché, attraverso il libro, riviviamo pensieri e sentimenti antichi e nuovi. La vera arte è il sublime, spiega l'anonimo dell'età ellenistica e ci chiarisce cosa sia il sublime definendolo “l'eco, il rimbombo, di un grande animo”. Così l'ode di Saffo e persino il silenzio di Aiace nella Necuia omerica o il fiat lux dell'inizio della Bibbia diventano echi che superano il tempo e che, dunque, ti prendono l'animo in momenti particolari. Calvino, nel testo frammentario Se in una notte d'inverno un viaggiatore, esprime riflessioni interessanti sul valore della buona letteratura e del libro. Naturalmente, perché la lettura sia efficace e crei quella simbiosi tra autore e lettore (il patto narrativo), come la definisce Eco, è

necessario soffermarsi sulla lettura, concedersi attimi di riflessione, di catarsi, direi, che permettono di utilizzare al meglio il libro. La lettura introietta emozioni e sogni. La réverie del Piccolo Principe, invita noi, maschere di un disilluso '900, ancora a sognare, a cogliere l'essenziale invisibile agli occhi, con gli occhi del cuore. Il libro è, dunque, mezzo di riflessione, possibilità di capire l'arcano ma è anche liberazione, evasione dal profondo turbamento del disagio esistenziale. Anche se sembra un ossimoro, la lettura che necessita di pensamenti solitari, dà, poi, la possibilità di abbattere l'individualismo, oscuro mostro del nostro tempo per stabilire comunicabilità con gli altri, non più sentiti come gli estranei, ma legati a noi da un contenuto spirituale sicuramente innegabile. Maria Saccà

Telemia, emittente televisiva della Locride, completa il proprio bacino d'utenza che comprende l'intera regione Calabria con l'irradiazione del proprio segnale sulla citta' dello stretto. Arriva dopo Catanzaro e Cosenza anche Reggio Calabria. "L'emittente - spiega una nota che trasmette da 20 anni da Roccella Jonica ed oggi conta un organico di 11 persone alle proprie dipendenze di cui 6 giornalisti, a parte i collaboratori esterni, vanta una programmazione di tutto rispetto che viene autoprodotta al 100%. Una tv informativa, Telemia, che e' molto conosciuta sul territorio per le dirette esterne con la propria regia mobile, per i Telegiornali, per rubriche come Lineaperta, Finalmente è domenica, Radici e Tuttincampo. Telemia - continua la nota - nella passata stagione era stata rilevata dall'Auditel rivelando ascolti strabilianti, in alcune fasce orarie era stata classificata la seconda emittente nella regione. Oggi si avvale di anche di un sito internet molto cliccato ed uno streaming video high performance che permette all'emittente di essere seguita in tutto il mondo in alta qualità raggiungendo contatti che superano duemila visioni simultanee. Oggi gli abitanti di Reggio Calabria possono riceverla, finalmente, sui propri televisori risintonizzandoli e digitando successivamente il canale 85". lr

Domani al President di discute di sviluppo Avrà luogo domani , presso il Gran Hotel President, organizzato dall'AT Group Italia il convegno dal tema “Un capolavoro italiano”- Opportunità reali e concrete in Cina, per le aziende calabresi. Si tratta di un progetto importante che la "AT Group Italia”, vuole portare all'attenzione delle aziende regionali, al fine di poter indicare le nuove opportunità d'inserimento imprenditoriale sui mercati asiatici, con particolare riferimento alla Repubblica Cinese. Le Aziende calabresi avranno la possibilità di proporre i propri prodotti a Qiangjiang, I'aerea del massimo sviluppo economico della città di Hanghzou, una delle sette famose antiche capitali della Cina. Le Aziende interessate potranno essere quelle operanti nei settori del design, dell'arte e arredamento, del fashion prestigioso e del “food “più prelibato, attraverso i rapporti intrattenuti con le istituzioni locali, l'azienda è riuscita ad ottenere delle interessanti agevolazioni che potrebbero favorire l'insediamento delle realtà produttive calabresi in Cina. Nel corso della manifestazione, moderata dal nostro direttore Antonio Tassone verrà presentato il Progetto "Parco delle Eccellenze Italiane". Si parlerà inoltre dei processi di internazionalizzazione delle imprese, delle modalità di ammissione ed eventuali agevolazioni per l'inserimento nel progetto, delle modalità di commercializzazione e vendita dei (brand) presenti nel Parco e di come produrre e distribuire il prodotto direttamente all'interno del Parco. lr



RUBRICHE

CARTOLINE MERIDIONALI

di Antonio Calabrò

Tramonti primaverili Eccola, la Primavera Calabrese, tra fronde e castelli e strade torte e ritorte, e astri di lussuriosa bellezza dimenticati negli angoli di paesaggi marini, e casupole sparse tra zuccotti sormontati da rocce, e l’immagine spande profumo e sospira, geme, fuoriesce dal foglio e ti prende, t’acchiappa, ti stringe e ripete, amante imbronciata e pietosa “non mi lasciare”. Al tramonto, sullo Jonio.

Pillole

Naturopatiche

A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone www.associazione-tone.it associazione.tone@gmail.com

ANCHE APRILE STA PER FINIRE E CON MAGGIO VOGLIA DI SOLE DI MARE E DI ... COSTUME !!! Perdere centimetri e perdere peso non sempre ha lo stesso valore...in Naturopatia Il corpo di giorno è programmato per l'attività, per cui gli alimenti che stimolano il cortico-surrene sono le proteine: carne, pesce, uovo e formaggi. Le proteine in generale provocano un aumento o un sostegno della pressione arteriosa, contengono iodio (ad eccezione dei formaggi) e strutturano il corpo. Unica eccezione sono i soggetti diabetici obesi e surrenalici, nei quali è indicata la proteina a cena per controllare la glicemia. Alle proteine si deve associare una verdura cruda che conserva al massimo il suo stimolo vitale e l'acqua di vegetazione che serve per: o le reazioni metaboliche attivate o per facilitare la digestione delle proteine o per l'azione diuretica Di sera i carboidrati per il sostegno all'attività epatica e perché contengono triptofano ad azione neuro-sedativa e una verdura cotta per non eccitare troppo il sistema nervoso e per stimolare le difese organiche durante la notte. La metodica dimagrante della Bioterapia Nutrizionale ha lo scopo di far “funzionare” l'organismo, partendo dal concetto fisiologico che solo lo stimolo metabolico riduce stabilmente gli eccessi ponderali. Lo stimolo è quello tiroideo, epatico, neurologico, adrenergico (meno utile in dieta dimagrante quello con la vitamina C come antiossidante, in quanto mobilizza tossine dai tessuti in modo troppo intenso e può inceppare il metabolismo). Il ferro a pranzo contribuisce ad aumentare lo stimolo, mentre a cena ha la funzione di veicolare i nutrienti zuccherini e sedativi al fegato ed al sistema nervoso. Sempre attenzione alle capacità eliminative: diuresi e ritmo dell'intestino (ogni volta che blocchiamo l'intestino aumentiamo di peso). Per esempio, non si può associare nello stesso pasto un alimento diuretico con uno antidiuretico: es. pesce, bieta e pera (la bieta aggrava il rene per gli ossalati, la pera per i sali) o due uova al piatto, asparagi, cachi Il tutto, a seconda dell'età, del sesso e della tipologia costituzionale. Il fritto...perché ve ne ho parlato spesso ? Costringe il fegato a lavorare e fa contrarre e decongestionare tutta la filiera di produzione, concentrazione e rilascio dei sali biliari, indispensabili per la digestione. È utile ed impiegabile in tutti i soggetti e il tutte le patologie, comprese quelle cardiache (la congestione della colecisti aggrava il cuore). Controindicata solo in severe patologie epato-colecistiche. L'alimento fritto è il più digeribile, in quanto è disidratato al massimo e quindi più facilmente aggredibile dai succhi digestivi. Per esempio: il carciofo lesso è imbibito di acqua (meteorismo); il carciofo alla romana ha una certa imbibizione di olio (scarsamente dimagrante); il carciofo in pastella, fritto-

dorato o alla Giudia è il più digeribile e anche dimagrante. Possibili cause di aumento ponderale... Pasti frugali e spicciativi a mezzogiorno: si rinuncia allo stimolo metabolico in una fase oraria che lo richiede, creando i presupposti per aumentare l'apporto nutrizionale di sera. Mangiare poco e spesso: utile e necessario solo in organismi in accrescimento. Nell'adulto provoca solo accrescimento ponderale, per attivazione continua dei succhi digestivi ed aumento della prolattina. Impiego frequente di alimenti commercialmente troppo modificati: o Zuccheri aggiunti nel pane, pasta, pizza, salsa di pomodoro, salumi, formaggi. o Salsicce e salami con zuccheri, latte e coloranti che li rendono rossi. o Latte con omega 3. o Lieviti aggiunti. Ripetitività e monotonia nella scelta quotidiana degli alimenti Riduzione o esclusione di alcune modalità di cottura degli alimenti, per esempio il fritto. Gli alimenti più problematici in previsione del...costume !!! Tutti gli alimenti possono essere impiegati in un programma che prevede la diminuzione del peso , ma alcuni sono più difficili da usare: Latte e derivati: se non esiste allergia o intolleranza al lattosio, il latte può essere impiegato efficacemente in dieta dimagrante. Spesso provoca edema ed imbibizione tessutale, nei soggetti asintomatici, ma con ereditarietà di allergie respiratorie. Formaggi: o stipsi che agisce sempre come ostacolo alla perdita di peso o lipidi saturi e quindi non utilizzabili e frenanti la funzionalità epato-biliare o eccesso di sali o calcio che, agendo sulle paratiroidi, tende a frenare la tiroide e seda il sistema nervoso Il calcio in natura è contenuto quasi sempre in alimenti che sono anche ricchi di iodio: vongole, frutti di mare, crostacei, alici e pesce azzurro in genere, capperi, crucifere, sem, come noci, nocciole, mandorle, semi di zucca e pinoli. Il formaggio è un alimento creato dall'uomo e contiene solo tracce di iodio) I legumi: sono un alimento completo e complesso, programmato per la crescita e, inoltre, con proteine vegetali e non animali. Possono essere impiegati di sera al posto dei carboidrati (pasta, riso o patate), da soli e meglio se lessi e ripassati, insieme ad un frutto ricco di iodio e fluidificante (clementine, melone, fragole, ananas, pesca) e una verdura cruda (carciofo crudo, cipolla cruda, sedano crudo, finocchio crudo).


RIVIERA

Regalo un libro ad uno sconosciuto: l'iniziativa del Libro Sospeso UN LIBRO IN REGALO? A guardare bene sembra quasi una follia. Oggigiorno nessuno regala nulla, persino il bicchier d'acqua col caff? sta diventando una rarit? eccezionale. Eppure la cultura ci offre sempre dei nuovi spunti per essere migliori. Seguendo l'esempio di molte librerie in tutta Italia, la Calliope Mondadori ha

voluto rilanciare a suo modo il “libro sospeso”: come per il caff? a Napoli, qualcuno entra in libreria, vede un libro che ha segnato la sua vita – uno di quei classici titoli che scaturiscono nel lettore il pensiero “tutti dovrebbero leggerlo” - e lo lascia in sospeso, pagandone il prezzo di copertina per regalarlo a qualcuno che se ne sentir? attratto. Chiunque potr? passare dalla cassa e richiedere l'omag-

gio, a patto che lasci una firma ed un ringraziamento allo sconosciuto benefattore. Mettendo a proprie spese il primo libro, “Il Piccolo Principe”, lo staff della libreria Calliope ha deciso di cominciare quella che si spera diverr? una benefica consuetudine, con grande fiducia nella buona fede e nel buon senso delle persone.

Un duplice messaggio, dunque, sia per il gesto del regalo, che non dovremmo mai perdere di vista, sia per il libro, che di generazione in generazione ? capace di regalare diverse chiavi di lettura. Per seguire sui social network questa iniziativa, e le altre in serbo dalla Calliope Mondadori, basta cercare @calliopelibri su Twitter e Libreria Mondadori Calliope su Facebook.

BLOB

COPPIE

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1) Beccati a Siderno in Piazza Portosalvo, ecco a voi il nostro caro amico Claudio Panetta di radio Siderno “la cometa” insieme a Michele Caruso 2) Beccati nel centro storico di Martone, prima delle elezioni, due nostri carissimi amici che subito, simpaticamente, si sono concessi al nostro fotografo. Tanti saluti da Siderno 3) A Benestare, il nostro amico Rosario Macrì, in occasione della “via crucis” nel mentre è intento a portare la croce 4) Pino Gugliotta e tutto il personale di “Locride ambiente” continua posizionare cassonetti nel centro di Siderno. Ora toccherà alla popolazione sidernese cercare di “differenziarsi” 5) Amici da una vita: Vici e Fabio, i bei tempi di Roccella che non tramontano mai. Quanti ricordi nel rivederli assieme. Una coppia storica che continua a lasciare il segno.

L’OROSCOPONE di Giuditta

VIRALE ARIETE finalmente le direttive dei superiori sono chiare e vi danno la possibilità di partire in quarta: evitate di spegnere il motore durante l'esame di guida, vi costerà la patente. In famiglia e con il partner tante soddisfazioni e cose da condividere, specie la sera su Facebook, mica nel letto.

TORO un parente anziano non sta troppo bene: è vostro compito aiutarlo, procurategli una dose letale di penthothal sodico, almeno non andrà a finire in ospedale. Evitate tentennamenti, specie se soffrite di ipotensione ortostatica: fatevi un polase doppio.

GEMELLI Risolvete definitivamente una grana sul lavoro: prendete un pezzetto di Grana e mangiatelo sbriciolando sullo stampato dell'excel che rimandate da mesi. Va tenuto sotto stretto controllo il settore finanziario, in soldoni, cercate di essere più tirchi, se possibile.

CANCRO Riceverete delle belle notizie da una persona che vi sta a cuore: il vostro cardiologo, il quale vi dice che basta uno stent, invece del triplo bypass messo in calendario. Non risparmierete le energie a casa, una bella bolletta salata vi aspetta nella buca della posta.

LEONE Tanti bei progetti in cantiere per il futuro, sì, ma che avete capito? I progetti inevasi dei comuni, mica la ristrutturazione di casa vostra! Battibecchi tra amici: procuratevi il rostro di un narvalo. Non si può dire che ce la farete alla grande, ma neanche alla piccola. Alla media, va'.

VERGINE Gli obiettivi che vi siete posti sono ambiziosi: uno zoom telescopico e un macro nikkor che vi costeranno un anno di stipendio, se va bene. Che poi ci dovete fotografare gli insettini della polvere o gli uccellini che becchettano le bacche di edera. Tutta roba inflazionata che su Flickr ce n'è a tonnellate. Risparmiate, è meglio

BILANCIA buone prospettive e grande entusiasmo, soprattutto per i serial killer cecchini che si appostano sui palazzi per assassinare personaggi importanti. Si tratta di definire concretamente le tappe: dopo aver sparato, richiudete il fucile nella valigia, prendete l'ascensore e fuggite. In amore giochi pericolosi, non si sa mai che il vostro partner scopra dove tenete i fucili

SCORPIONE possibili spostamenti all'estero per lavoro, ma certo non il vostro, poiché siete cococo da una vita, senza ferie né malattia. Magari sarà il vostro capo ad andare all'estero a godersi un viaggio di “lavoro”. La vostra intesa col partner non è intaccata: è fatta come le padelle stonewell.

SAGITTARIO la vostra produzione è in aumento perché mangiate più verdure. Dovete però incorporare più liquidi per essere più dinamici e sciolti. Con il budget che avete a disposizione fate veramente dei miracoli: con un pomodoro e un uovo riuscite a mettere in piedi una cena.

CAPRICORNO In famiglia tutto bene. Forse.

ACQUARIO Riceverete i complimenti dai vostri superiori: i vicini del piano di sopra vi diranno che il vostro balconcino è proprio bene tenuto. Partecipate a qualche viaggio in compagnia di amici fidati, cioè praticamente da soli. Uscite più spesso, e soprattutto, cambiatevi le mutande.

PESCI Abbandonatevi sotto il primo sole. Tanto non verrà nessuno a raccogliervi.


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DOMENICA 27 APRILE

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BLOB WEEK

POLAROID

OF

CANTA CHE TI PASSA

The

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WEEK

Un duo d’eccezione, l’ex Sindaco di Ardore Giuseppe Campisi e l’ex vicesindaco di Locri, Pino Mammoliti beccati nel mentre interpretano in versione karaoke una celebre canzone di Adriano Celentano dal titolo “siamo la coppia più bella del mondo”. E ci dispiace per gli altri “se sono tristi e non sanno più cos’è l’amor”

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GENTE D’ASPROMONTE Schirripa, Autelitano, Favasulli, Sigilli, Catanzariti, Favasulli, Falcone. Tutti insieme appassionatamente per un momento di rilancio del parco d’Aspromonte.

SPEAKEASYETANTE

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CHACCHIERETRAAMICI foto artistica nel giorno di pasquetta Ecco beccati allo “speakeasy” i vertici di Pigreco comunication e Riviera . Si programmano future strategie aziendali davanti ad una varietà di birre rosse, bionde, gialle e verdi magistralmente selezionate da un intenditore d’eccezione, il nostro caposquadra, unico, inimitabile Ercole Macri.

SI È SPENTA LA LUCE La protesta di Nicola Giglio che da diverse settimane sta aspettando l’intervento della squadra di elettricisti comunali per la sostituzione di una lampadina in via Correale- Santacroce di Siderno. Aspetta e spera.....

ARTE E DINTORNI di Domenico Spanò

1) Beccato al “Cremino”, ecco a voi il commissario straordinario del comune di Siderno, Francesco Tarricone..ma noo, ci siamo sbagliati, si tratta del nostro caro amico dott. Mario Mory. 2) Tris d’assi per le “orecchie nostrane”, “immezzo” a voi, come direbbe Giorgio Panariello, mr. Jimmi Calabrese, Melody J, e mister V. Ed ora : “musica ragazzi”. 3) Anche quest’anno Pino Fimognari della “Vecchia Hostaria” ha preparato una deliziosa “polchetta”. Ora gli amici, capitanati da Giuseppe Meleca, gli faranno il “colo a mbutillo”. “O mia bella polkettina, tu che vieni da lontan, tutta sola e profumata, noi ora te magnam”.

RENATO MEDURI, CHE BEI TEMPI il nostro amico, sen. Renato Meduri, è nato a Siderno ed ha sempre conservato un legame particolare con tutta la provincia di Reggio Calabria. In questa foto datata, lo rivediamo in compagnia della sua segretaria, nella sede politica del Rione Sbarre. Un signore d’altri tempi, Renato Meduri, che si è sempre contraddistinto per la sua coerenza politica legata inscindiblmente a quella dello storico segretario del MSI, Giorgio Almirante.

L’arte di Sacco tra fiabe e natura L'arte di Danilo e Nicola Sacco è un connubio tra elementi della natura e sfumature artistiche che riportano al mondo delle fiabe, dell'incanto, dell'irreale. Scenari di mondi marini nascosti, o di imponenti e spaventose foreste pieni di animali selvatici. Tutto un mondo fatto di animali e scenari naturalistici pieni di moltissimi colori e forme bizzarre. I due artisti calabresi sono maestri eccelsi nell'intaglio ligneo e nella pittura. Padre e figlio di Locri (R.C), di quel pezzo di terra pieno di ispirazioni perché luogo racchiuso tra verdi montagne e il blu profondo del mare. Entrambi riproducono con le loro opere scenari sublimi del mondo animale e naturalistico. Lavorano accuratamente il legno, concepito non come una materia dalla quale attingere forme, ma dalla quale

plasmare attraverso la fantasia e la manualità forme perfette. Le loro opere ricreano in armonia insiemi di elementi che coabitano artisticamente stilisticamente tra di loro per creare un'unica forma artistica piena di espressione ed emozione. Trasferiscono la passione per la pittura naturalistica bidimensionale ad una forma più complessa: la scultura tridimensionale di questi ambienti della natura, che sanno ognuno a loro

modo trasferire una eccezionale espressività piena di originale e dettagliato talento artistico. Combinazioni e aggregazioni di più elementi per crearne una unica. Dalle farfalle agli animali selvatici nei boschi, ai fondali marini pieni di pesci coloratissimi. Questi alcuni delle opere dell'arte Sacco, che tramuta ormai in scenografie artistiche adatte non solo alle sale espositive e museali. Originalità ed estro sono i marchi dell'arte Sacco. Diverse le partecipazioni artistiche in giro per l'Italia in cui i Sacco hanno esposto le loro opere ricevendo notevoli apprezzamenti a plausi dal settore artistico e critico che hanno fatto sbalzare le loro opere ad un notevole valore oltre che artistico anche economico. Le valutazioni delle loro opere varia-

no da un minimo di 3000 euro sino ad un massimo di 270.000 euro per quelle opere eccelse ed uniche nel genere. Negli anni un insieme di opere degli artisti calabresi sono sbarcati anche in Australia ricevendo pieno consenso dai circuiti artistici contemporanei anche nella terra dei canguri. L'arte di Sacco è inoltre un'espressione che è legata anche ai valori e alle origini e terra calabra. La natura, gli animali, gli scenari dell'Aspromonte o quelli del mare Jonio dal quale nacque anche la bellezza di Venere, riempiono e incantano gli osservatori. Queste opere sono un valore aggiunto all'espressione artistica della terra jonica nella quale, il talento, la fantasia e la voglia di raccontare attraverso la propria arte, l'unico comun denominatore è inventare ed osare.



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