Riviera n°18 del 04/05/2014

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CONTROCOPERTINA

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DOMENICA 04 MAGGIO

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Locride-Cina solo andata Un convegno per portare all’attenzione delle aziende della Locride, le nuove opportunità d’inserimento imprenditoriale sui mercati asiatici. La sfida lanciata da Pechino avrà una risposta dal nostro territorio? Oriente Estremo sabato scorso nella Locride. Nella sala gremita dell’Hotel President di Siderno si parlava il mandarino. L’unica parola inglese che ha incontrato cittadinanza nel convegno organizzato dall’AT Group Italia, con la collaborazione di Confimprese Nord-Ovest, è stata business. Il futuro degli imprenditori calabresi e l’ascesa dell’Impero economico cinese che ha rimpicciolito l’occidente e l’America corteggiando gli affiliati d’America e viaggiando e presidiando le rotte che furono dell’America. Ma il modello cinese è attraente e la sfida lanciata da Pechino anche alle imprese della Locride non deve rimanere senza risposta. Un convegno quello di Siderno - ha scritto Aristide Bava sul tema “Un capolavoro italiano”- Opportunità reali e concrete in Cina, per le aziende calabresi. Presente Rosanna Cotugno, Responsabile Nazionale del Parco delle Eccellenze era inquadrato – è stato spiegato - nell’ ambito

del progetto denominato “Parco delle eccellenze italiana” con l’obiettivo di portare all’attenzione delle aziende regionali, nuove opportunità d’inserimento imprenditoriale sui mercati asiatici, con particolare riferimento alla Repubblica Cinese. L’organizzazione locale, è stata curata da Concetta Tassone, responsabile territoriale per la Calabria che ha spiegato come, considerata la situazione di crisi in cui versa oggi il nostro territorio, si potrebbero sviluppare importanti opportunità ’ per favorire l’espansione commerciale dei nostri imprenditori nei mercati esteri evidenziando che in questo ambito il progetto “Parco Eccellenze Italiane” si pone come finalità principale la promozione di un rapporto economico-commerciale stabile tra la Cina e l’Italia. Il presidente di Cofimprese Nord Ovest Torino, Carmine Gelli, che ha sviluppato la relazione di base ha spiegato che attraverso i buoni rapporti intrattenuti con le istituzioni

locali, si sono già ottenute delle interessanti agevolazioni che potrebbero favorire l’insediamento delle realtà produttive calabresi in Cina. Le Aziende calabresi avranno la possibilità di proporre i propri prodotti a Qiangjiang, l’aerea del massimo sviluppo economico della città di Hanghzou, una delle sette famose antiche capitali della Cina. Le Aziende interessate sono quelle operanti nei settori del design, dell’arte e arredamento, del fashion prestigioso e del “food” più prelibato. Nel corso della manifestazione è stato presentato attraverso delle proiezioni il Progetto “Parco delle Eccellenze Italiane”. Chi deciderà di investire in Cina non potrà più voltarsi indietro. Gli affari sono affari, business is bissiness, è quell’Oriente che cresce a velocità supersonica, che studia come monopolizzare il mondo, non permette di staccare la spina, né le sieste e i pisolini pomeridiani.


SETTIMANALE

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di Doroteo

M ORTACCI

Che me frega di Bruxelles! L

e elezioni europee spazzano via ogni problema. Nell'agenda politica della Locride è scomparso ogni riferimento alle condizioni di (in)civiltà in cui vive il territorio e la sua popolazione , in cima all'elenco delle priorità dei notabili c'è quella di risolvere il nodo delle candidature al parlamento europeo, nodo che porta con sé la questione alleanze e strategie per l'appoggio da fornire al candidato simbolo del centrodestra o centrosinistra. Si dice che questa tornata elettorale misurerà

il polso ed il peso degli schieramenti in campo per le prossime regionali. Ci credo poco. Infatti da giorni mi faccio una domanda: ma ai calabresi, e ai cittadini della Locride, che ca..volo gli ne importa del parlamento europeo??? Mentre l'ospedale di Locri è in pieno smantellamento, i comuni sono commissariati e governati da commissari che infrangono ogni regola democratica in nome dello Stato, le strade sono un colabrodo, i lungomari in pezzi e il lavoro manca, c'è chi pensa all'Europa, quando il

Canada: “Fratelli di sangue”in faida?

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opo Sam Calautti, Carmine Verduci. Il primo di Gioiosa Marina, il secondo di Oppido Mamertina. Due omicidi che pongono una domanda inquietante: cosa sta succedendo alla repliche della 'ndrangheta d'oltreoceano che registra 66 morti negli ultimi 5 anni? Da quando il baricentro del traffico della coca si è spostato dalla Colombia al Messico, i conti non tornano più. Quella che all'inizio sembrava una lotta tra la Sesta Famiglia di Cosa Nostra operante a Montreal e la Siderno Group reggente a Toronto, sta pian piano mostrando un volto diverso e da una faida interregionale sembrerebbe trasformarsi in uno scontro vecchio tipo, frontale: fratelli di sangue contro fratelli di sangue, fratelli di sangue con gli Inzerillo del New Jersey legati ai vecchi mandamenti palermitani e fratelli di sangue, particolarmente scontenti, con quei Rizzuto legati ai Corleonesi. Sabato scorso è caduto un pezzo da novanta. Carmine Verduci 56 anni di Oppido Mamertina era ritenuto dalla polizia internazionale un dei massimi trait d'union tra ndrangheta casa madre, e cellule nordamericane che si sono piazzate in America come Mcdonald's e come Mcdonald's non fanno più credito a nessuno. Certamente la questione è troppo delicata non può essere risolta in America, così delicatamente pericolosa che ha bisogno del vecchio fuso orario per sfumare. E i manifesti di morte di Carmine Verduci affissi nella Locride, a Siderno e Gioiosa soprattutto, speriamo portino segnali di pace e ragionevolezza.

FOTO ANGELO MAGGIO

nostro territorio non ha ancora neppure la parvenza del luogo occidentale e somiglia sempre più ad uno scenario di apocalisse medioorientale, dove la dittatura è doppia: da una parte la 'ndrangheta, che spara, esige mazzette e intimorisce, e dall'altra lo Stato, che arresta anche chi solo saluta un amico di infanzia che però ha la fedina penale macchiata. Le aziende vengono sequestrate e dissequestrate, la sentenze di primo grado ribaltate in appello e in Cassazione. La Locride perde due volte. In tutto questo tragico teatro, per distogliere i cittadini da ogni aggravio ci sono le elezioni europee, la classica pagliuzza negli occhi di chi deve guardare il dito anziché la luna. Ma se Scopelliti,

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o chi per lui, riuscisse nell'intento di sbarcare a Bruxelles che vantaggio ne avremmo noi? Stessa domanda mi pongo se in Europa ci riesca ad andare un esponente Pd. Insomma che ne viene al territorio? Qualcuno potrebbe dire che i finanziamenti della Comunità Europea sono importanti e avere un calabrese lì vorrebbe dire tanto. Io penso che di finanziamenti europei la Calabria ne abbia visti abbastanza, e mai sfruttati, e per quanto riguarda i nuovi finanziamenti in arrivo avere Scopelliti in Europa, o chi per lui, è solo garanzia che i soldi di Bruxelles saranno gestiti, male, dalle stesse lobby di sempre. Intanto la Locride muore e noi pensiamo alle europee. Ma che me ne frega di Bruxelles!!

Caro affitti Siderno: Falletti? Un signore cco cosa accade quando una notizia si striscia e non si grattugia. Da un'indagine più approfondita, squisita diciamo, che pubblicheremo nei dettagli nelle prossime settimane, abbiamo scoperto che sul Corso della Repubblica di Siderno quello che chiede di meno è proprio Falletti, patron del'ex Benetton. Con i suoi 11 euro al metro quadro mensili risulta essere il fanalino di coda di quella che giorno dopo giorno si sta mostrando una vera e propria rapina ai danni dei

commercianti di quel che fu il baricentro economico della Locride. C'è chi chiede 35 euro al metro, pretese da Via Condotti, lato Piazza di Spagna; chi 25, via Frattina e chi si accontenta di 20, Cola di Rienzo. Un'indiscrezione degli ultimi giorni registra l'intenzione di fuga della profumeria Eden, quella delle fragranze d'autore, che per molti anni ha sprigionato qualità lungo e attorno una passeggiata sempre più sgombra, addirittura deserta per ben cinque giorni a settimana.

“CARAMBA PARTY”: Irruzione dei carabinieri alla Calura di Roccella

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opo la mega rissa della vigilia di Pasqua al Ricaroka di Gioiosa Marina, si sono intensificati i controlli nei confronti del popolo della notte. Sabato scorso, i carabinieri sono entrati in azione all'interno del lidodiscoteca “la Calura” di Roccella J. Le attività di controllo sono iniziate intorno alle 2,45. Fuori dal locale, erano ben visibili, due macchine e un camioncino. Quello che il giorno dopo è stato definito da qualche partecipante il “ Caramba Party”, ha proposto una scenografia particolare con torce

nel privè e attorno ai divanetti. La festa si è così conclusa poco dopo, con le persone che nel frattempo avevano provveduto a lasciare il locale. Il titolare de “la Calura” professor Franco Lupis ha lodato l'impegno delle forze dell'ordine e ha messo a disposizione di quest'ultime tutte le licenze e autorizzazioni. Dopo il minuzioso controllo operato dai carabinieri della compagnia di Caulonia, è stato redatto un verbale dal quale è risultato “tutto a posto”. (lr)



RIVIERA

GIUDIZIARIA

Storie di un broker di ‘ndrangheta

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ei giorni scorsi il gup distrettuale di Reggio Calabria ha condannato a oltre due secoli di carcere 26 imputati accusati a vario titolo di far parte di un'associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Si tratta del processo conosciuto in codice come “Revolution”. Per la distrettuale antimafia quello della cocaina è l'affare principale delle cosche reggine, che avrebbero il monopolio nel mercato internazionale del narcotraffico. Tra gli atti dell'ordinanza “Revolution” si trovano alcune intercettazioni e, tra l'altro, una serie di pedinamenti che hanno portato all'individuazione di personaggi, quasi tutti di San Luca, ritenuti al vertice di un sodalizio criminoso. Tra loro anche insiste anche la figura di un broker, che è stato rintracciato in Germania dove risultava lavorare, come dipendente, in una normale pizzeria. In seguito ad una perquisizione

all'interno dell'abitazione del presunto broker da parte degli investigatori tedeschi, insieme ai quali partecipava in qualità di osservatore anche personale italiano in forza alla sezione del Goa della Guardia di finanza, è stato rinvenuto un bigliettino in cui era riportato un codice relativo addirittura al sigillo di un container inserito dagli agenti della dogana del porto di inizio viaggio. Dalla sigla alfanumerica gli investigatori sono riusciti a risalire al container sottoponendolo a perquisizione dalle autorità olandesi sul quale venivano rinvenuti dei panetti di cocaina per un totale lordo pari a 500 kg. Le indagini hanno individuato il centro decisionale nella Locride seppur in frenetico movimento sul territorio nazionale ed estero, dove oltre all'ordinazione di pizze si rischiava di trovare codici che appartenevano a trasporti internazionali che tra carichi leciti nascondevano milioni di euro di droga.

LA COPERTINA

Antimafia ‘Ndrangheta caput mundi

Da Sacra Mont proposta di leg duro con ottoc

Carota& Ba

IL PRESIDENTE ANTIMAFIA FINALMENTE GUARDA AL FUTURO DELLA CALABRIA IN U

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ERCOLE MACRÌ e Angelino Alfano fosse stato medico avrebbe provato a sconfiggere la polmonite con l’accanimento terapeutico e la sperimentazione d’avanguardia leghista. Sono certo che avrebbe bombardato senza pietà quelle cavie umane fino a farle morire non per la polmonite, ma per le botte. L’attuale ministro dell’Interno, già, per chi scrive, peggior ministro della Legge (Giustizia sarebbe spropositato) Italiana, e già maggiordomo di quei politici senza pantaloni che hanno evocato con le minorenni le orge di Tiberio a Capri, spaccia tensione sventolando ricatti. All’uso siciliano, quello dell’antico clichè di pistacchi e granita alle mandorle in Sicilia e latte di capra e soppressate in Calabria, e delle leggi ad regionem, va avanti, senza precetti e mea culpa, per epurare mandriani, cavie e polmoniti sull’asse Reggio-Milano e proteggere politici, becchi e carcinomi sulla Catanzaro-Roma. Questa strategia antindragheta è stata sconfessata decine di volte, ma questo politico senza capacità di leader, questa comparsa che non scompare, questo vicesceriffo con le mani in pasta, tra accanimenti e massacri, da un’ isolatissima isola senza ponte, agisce sempre e puntualmente prima che il gallo canti tre volte con i più forti e con i più deboli. E propone per la Calabria ottocento uomini tra poliziotti, carabinieri, finanzieri e forestali per stanare 4.389 sgarristi secondo il Viminale, molti di meno e senza portafoglio per l’istituto Transcrime e la Bocconi di Milano.


SETTIMANALE

POLAROID La mia storia personale e' diversa da quella di altri. Sono un guerriero, perche' ho lottato. Chi appartiene a lobby opache, non ha titolo per giudicare. Per i nani della politica calabrese il mio annuncio di dimissioni poteva essere scambiato come un escamotage. Se ho detto che mi dimetto, e' un impegno e non torno indietro. In questi giorni ho sentito molte dichiarazioni vuote di significato. Giuseppe Scopelliti

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ntagna di Polsi Rosy Bindi accarezza la Calabria con una gge speciale sul lavoro. Dalla poltrona Angelino Alfano picchia cento uomini per domare un popolo a vocazione malavitosa

astone

UN MODO NUOVO, MA DAL VIMINALE ANCORA PICCHE

Ottocento uomini stipendiati, gentili e atletici statisticamente producono, nei territori in forte ritardo di sviluppo, cinquecento cornuti, disoccupati e depressi. Rosy Bindi è seria, e lo sarà ancor di più se le parole faranno spazio ai fatti. Una legge speciale per i disoccupati calabresi, questo ha proposto in settimana sulla Sacra Montagna. La Mamma di Polsi ha gioito per la scelta del presidente Antimafia: il limone per evitare il cancro alle nuove generazioni dei calabresi. È una carezza quella della Bindi, secondo chi scrive sincera, nei confronti di un popolo che ha poca stima e fiducia di sé, vulnerabile, senza via, succube della tensione, di quella strategia concertata a tavolino per dividere i popoli coglioni. Le divisioni creano fette di consenso e a chi le crea potere. Alfano, sa empiricamente, che dove scarseggia il cemento sociale, è difficile, quasi impossibile distinguere le buone dalle cattive intenzioni. Lo sa scientificamente. Alcuni anni fa ho incontrato casualmente a Gioiosa Marina un responsabile vendite di una nota casa vitivinicola siciliana, molto ferrato sulla strategia delle tensione imposta negli anni settanta da Porto Empedocle a Capo d’Orlando. Tecnicamente perfetto e preparato su quella trama che grazie alle degenerazione delle “ Belve di Corleone” ha partorito Cuffaro e Lombardo. “Alfano e Pignatone avete? Poveri i pecorai e beati i pezzi grossi», affermò con la convinzione di chi prima di giudicare un vino lo lascia decantare con amabile pazienza. Trenta anni circa.

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L’EDITORIALE

Quel diavolo di una Bindi, che una ne pensa e cento ne fa, in elicottero nella Sacra Montagna

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ILARIO AMMENDOLIA artedì scorso la commissione parlamentare antimafia s'è data appuntamento a Polsi. E' arrivata dal cielo guardando dall'alto verso il basso la gente di San Luca e dell'intera Vallata. Del resto cosa vorresti capire dai “santolucoti”o dai plateoti. Loro possono solo votare ma non parlare. Il popolo se lo metti sul tuo stesso piano potrebbe montarsi la testa e non è proprio il caso. Molto meglio incontrare gente colta come i magistrati, galanti come gli ufficiali, civili come i prefetti, efficienti come i questori. Il popolo non è né magistrato, né prefetto, né questore e neanche deputato. Cosa pretende? Il popolo faccia il popolo e tanto basta. “Non oltre la toma!” Si dice che la visita a Polsi abbia provocato panico tra i capi cosca non solo di San Luca ma dell'intera Locride. Letteralmente terrorizzati ed attoniti dinanzi a tanta audacia, molti hanno pensato di scappare all'estero essendo sbarrata la via della montagna. Tutti sanno che a Polsi non abita nessuno, c'è solo la Madonna. Pertanto è lecito presumere che i commissari si siano recati sul posto per incontrare la Madre di Cristo. Certo non a piedi e neanche in macchina. In un comodo elicottero. Non esageriamo con queste idee balzane di uguaglianza e di umiltà. Le dichiarazioni post visita: “ Siamo venuti a Polsi per dire no alla ndrangheta” . Come? Presumo che abbiano gridato in coro “Noo”. Per tre volte, tutti insieme e l'eco s'è sparso tra le valli ed i boschi seminando il terrore tra i latitanti e lo sbandamento tra le ndrine. “Siamo venuti a Polsi per capire i rapporti ndrangheta - Chiesa.” In che modo? Come si possano capire i rapporti chiesa- ndrangheta a Polsi.

Guardando negli occhi le statue? Prelevando il DNA ? Sedendosi intorno ad un tavolo per invocare gli spiriti? Concentrandosi in silenzio per avere l'ispirazione? Studiando l'architettura della Chiesa? Invocando Osso, Mastrosso e Carcagnosso? Non lo sapremo mai. I verbali sono stati secretati con tanto di sigillo. Certamente la Madonna di Polsi aveva già il cuore straziato per esser costretta ad ascoltare quanto si dice nei summit di ndrangheta e non è stato bello aggiungere dolore a dolore. Cosa avranno detto alla Madre di Cristo? Come ho già detto non è dato consultare i resoconti parlamentari. Se non temessimo di essere blasfemi diremmo che qualcuno ha chiesto la “collaborazione”, della Madonna . Io, se potessi, la invocherei per il perdono. Intanto posso solo immaginare l'angosciante silenzio della Madonna dinanzi alla commissione degli aviotrasportati. Forse avrà anche pianto prima sommessamente ed, una volta lasciata alla sua pace, a dirotto. Certamente alla fine gli antindranghetisti avranno consumato una frugale colazione all' aria fresca ed avranno fatto una breve passeggiata. Il fascino di Polsi è sempre grande. Fuori dal Santuario non si è vista anima viva, si sentiva solo un lontano belar di pecore. In Calabria gli impegni non vengono mai mantenuti ed è un vero peccato. Avevano promesso il ripopolamento della fauna aspromontana con il lupo grigio della Sila e qualcuno si era spinto a proporre la lince di Slovenia. Occasione mancata ed è un vero peccato Non per sbranarli ma per dimostrare che da noi non ci sono solo le pecore.


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Papa Francesco in Calabria.“Io ci sarò” P

ILARIO AMMENDOLIA apa Francesco sarà a Cassano il prossimo 21 giugno. Ricorderà la morte del piccolo Cocò. Io ci sarò. Non saprei cosa altro fare per dire che la Calabria non dimentica e non rimuove una ferità impossibile da cicatrizzare. Ci sarò con l’ambizione di confondermi con centinaia di migliaia di persone che diranno grazie al Papa che il suo generoso tentativo di mettere la sua mano sulla piaga e lenire la nostra ferita.. Ero ragazzo l’ultima volta che ho partecipato ad un raduno cattolico. E’ passato tanto tempo da quando sfilavamo nelle strade intonando “siamo arditi delle fede, siamo araldi della Croce…a un tuo cenno , ad una tua voce, un esercito all’Altar” . Dopo di allora ho partecipato solo a migliaia di cortei con le bandiere rosse al vento. Sono autocritico ma non pentito. Oggi il Papa ci da una opportunità e noi dobbiamo coglierla. Non si può dimenticare. Non si può rimuovere dalla coscienza collettiva una morte così atroce, così assurda e crudele. Non si può dimenticare che la piccola mano di Cocò accusa e non solo gli assassini.. Accusa chi l’ha messo in carcere e chi l’ha ignorato sino al giorno della sua morte.. In questi due mesi ci sono stati terribili reportage da Cassano . Gli avvoltoi del razzismo hanno planato a lungo sui nostri cieli e come da antica abitudine son “calati” in Calabria, dopo ogni tragedia, per straziare le nostre carni. Negli ultimi dieci anni sono stati uccisi, in Italia circa trecento bambini, circa trenta ogni anno. Uccidere un bambino è uccidere l’umanità, uccidere il futuro. Purtroppo c’è chi non s’è mai spostato dalla peggior “caverna” pur viaggiando in automobile e disponendo di armi automatiche. Succede ovunque, nella evoluta Lombardia, nella civilissima Emilia, nel Veneto come a Napoli. . In un solo posto però la colpa diventa collettiva ed è in Calabria. Leggete il reportage della Stampa, che pur è un ottimo giornale, del 4 aprile scorso: “ Cassano allo Ionio è un posto spaventoso. Perché la paura è un contagio. E se tu entri dentro un ristorante armato di una domanda e il ristoratore corre in cucina imprecando e supplicando, per favore, di non nominare il suo locale e neppure il nome di quel bambino. ….. Tutto avviene lontano dal mondo. Spesso badanti marocchine si trasformano in fidanzate a suon di botte. Può capitare di fare figli sia con la moglie sia con la nuora all’interno dello stesso nucleo famigliare,

e tutti restano insieme, sotto lo stesso tetto…...». Come si fa a non provare sdegno dinanzi a certo modo di far giornalismo. Che c’entra la storia di Cocò con l’offesa gratuita a Cassano ? Nessuna indulgenza, non solo per chi ha commesso ma anche per chi copre un simile delitto.. . Tanto più si ama questa nostra Terra, tanto più dobbiamo pretendere che gli assassini del piccolo Cocò non vivano accanto a noi. Papa Francesco ha dato una svolta radicale alla Chiesa. In un contesto squallido come quello attuale le parole del Papa sono spesso le uniche parole che danno sollievo. La Chiesa della Locride su questo terreno si era già collocata grazie ai suoi ultimi vescovi. Io vorrei che tutta la Calabria civile si desse appuntamento a Cassano il 21 giugno e che vi fosse tanta Locride. Alla immagine di una Calabria inventata e diffamata dovremmo rispondere con la “nostra” Calabria che è quella della solidarietà. Dovremmo essere così tanti da schiacciare col nostro respiro gli ambienti malsani responsabili della morte di un bambino. Ho già detto, non frequento la Chiesa. L’ho frequentata molto nella mia infanzia così tanto che da bambino mi sono addormentato su una grossa panca di legno a pochi passi dell’Altare. Poi quella Chiesa non è più piaciuta. Era un s e g m e n t o importante di un “Potere” che ho avversato (ed avverso) con tutte le mie forze.. Ho lasciato la Chiesa e continuo a ritenermi un laico convinto. Laico ma non cieco e sordo. Per cui, nella misura in cui un uomo come me è consentito, il 21 giugno unirò la mia “preghiera” a quella del Papa in ricordo di questo innocente ucciso ed implorerò il “Dio di tutti i mondi e di tutti i tempi” affinché dia una mano alla Calabria, Ne ha tanto bisogno.



RIVIERA

Ricordando... Pietro Romeo Papà è un momento particolare, ci hai lasciato salendo in cielo. Prima hai dato tutto te stesso, con le tue mani hai lavorato portando avanti non solo noi, sangue tuo, ma anche gli amici. Hai sacrificato te stesso. Oggi papà hai intrapreso un viaggio, l'ultimo ma quello più importante. Sei alla porta di Gesù, padre di tutti noi. Papà cosa farò senza i tuoi comandi, tu che in questi giorni mi aspettavi. Ma la speranza che tu sia in buone

mani mi conforta. Ti porterò nel cuore, per la mia strada t'incontrerò e m'illuderò di vederti, perché so che sei vicino a me. Ciao papà mio, vai che il giardino che hai zappato per tutta la notte, ti renda la pace eterna Tua figlia Teresa. Mamma, Gianni, Mimmo, Maria, Silvana, Antonio 0e i tuoi nipoti e particolarmente Andrea

RICORDANDO

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MIMMO NUNNARI alvatore G. Santagata, questa era la sua firma, poi per gli amici, soprattutto per quelli della Locride, dov'era cresciuto e aveva mosso i primi passi in una professione che amava moltissimo, era Tano. Non era una preferenza di affetto tanto così, senza ragioni precise, quella palesata per gli amici dell'interland di Benestare, ma piuttosto un testimoniare, con l'influenza dei sentimenti, l'esistenza di radici profonde dentro un territorio ricco di valori umani e culturali ben piantati in una storia antica, oggi dimenticata o non riconosciuta, ma che ognuno che vi appartiene ed è colto, sensibile, intelligente ed ha un magnifico tratto umano (come Salvatore G. Santagata) si porta dentro per sempre. Per chi scrive e lo ha conosciuto negli anni di Catanzaro alla Gazzetta del Sud, pur essendogli molto amico, ancorché di origine tirreniche, Santagata è sempre stato Salvatore e mai Tano. Santagata è stato un giornalista con la G maiuscola. Ha attraversato una lunga stagione della professione, svolgendo, prevalentemente, compiti istituzionali, come capo ufficio stampa del Consiglio regionale, ma lo ha fatto con una ricchezza tale di ingegnosità e creatività che mai lo ha sfiorato il grigiore della burocrazia, della routine, dell'ossequio alla politica. E' riuscito a tener distinte le istituzioni dalla politica e in ciò ha reso un grande servizio alla Calabria e alla sua massima istituzione legislativa. Il suo prevalente impegno non gli ha impedito, come si dice, di esprimersi come giornalista di penna. In quello che ha scritto, nei giornali con cui collaborava e nei libri che ha pubblicato, viene fuori il suo essere stato giornalista di razza, puntuto, attento, a volte severo nel giudizio, ma mai di parte, se non a misura delle sue convinzioni etiche e culturali. Salvatore è stato giornalista, nel pieno dell'attività, in una delle stagioni più difficili, ma anche tra le più interessanti, della storia repubblicana della Calabria. Nasceva la Regione, da poco si erano spenti i fuochi della rivolta di Reggio per il capoluogo, servivano doti di equilibrio, bisognava guardare al futuro con un'ottica di riconciliazione e ricostruzione, lavorando per la pacificazione degli animi. Ognuno era chiamato a fare la sua parte e Salvatore la sua l'ha fatta. Con intelligenza e dignità. Ci sono altri ricordi personali di Salvatore. Ne cito uno, coinvolgendo la memoria di un altro grande uomo, intellettuale e amico scomparso, Pasquino Crupi. Non so per quale ragione precisa, ma per una cosa che gli fu raccontata male, Pasquino s'infuriò e con un corsivo su “Calabria Oggi”, giornale che dirigeva, ci dipinse più o meno come due “abituali passeggiatori intellettuali di Corso Mazzini a Catanzaro abituati a pontificare”. Quando c'incontrammo, tutti insieme, pochi giorni dopo, furono grandi risate, grandi abbracci e vituperi pasquiniani per chi gli aveva rifilato una notizia farlocca. Grandi persone, grandi intelligenze, grandi amici. Grazie!

Salvatore G.

una firma


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Innamorato del paese e degli amici

. Santagata Un uomo cordiale e raffinato, un amico sincero e “Il re della notte” avevo scritto in una sua poesia 50anni fa

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CARLO A. PASCALE ra me e Salvatore G. Santagata, prima, c’è stata la gelosia, poi, la lotta, quindi la simpatia e l'amicizia vera, grande, costantemente fervida e affettuosa. Si viveva a Benestare, dove lui era giunto da Acri (Cosenza) subito dopo la seconda guerra mondiale. Siamo cresciuti insieme io e Salvatore, passeggiando sulle colline benestaresi, cantando alla vita e alle future vittorie, giocando al pallone, passeggiando, costruendo presepi e cercando nidi d'uccelli. E c'è stato anche un passerotto, suo “amico” e mio amico, che si posava sulle nostre spalle e che preferiva stare in nostra compagnia. Una gioventù, la nostra, vissuta insieme, con fervore, con devozione reciproca, con affetto fervido ed autentico. Poi le ragazze, gli amori, gli studi, gli sposalizi. Ma, pur lontani, dentro di noi l'amicizia non è venuta mai meno. Ritrovarci di tanto in tanto, incontrarci, parteciparci i doni della nostra passione per la letteratura e la scrittura, fiduciosi, sognando di conquistare il mondo, anche allora, anche da adulti, era stata sempre una premessa per gioire di noi. E anche durante gli anni della pensione era una Sacralità incontrarci con gli altri amici di Benestare e pranzare, far festa e raccontarci con sana affettuosità, fortificando in ognuno di noi la gioia di rinverdire le usan-

ze giovanili per rallegrare la nostra anzianità. Per mostrarci uniti e forti, uomini di vita e di sentimenti. Lui, Salvatore Santagata, s'era guadagnato un nome illustre. Era stato il Capo Ufficio Stampa della Regione Calabria. Un uomo di concetto, un interprete dei percorsi politici della nostra Regione, della nostra Nazione. Un giornalista preciso, intelligente, obiettivo, pungente. Sempre lungimirante e proteso al bene comune. Apprezzato da tutti, sempre vicino alla quotidianità del nostro paese di origine. Quel Benestare dove, anzi tempo, oggi è ritornato per stare coi suoi, nella cappella di famiglia, dove un male incurabile lo ha inesorabilmente costretto, sottraendolo alla sua Maria Covelli, alle sue adorate figliuole, ai fratelli, a tutti noi amici. Di lui ci restano gli scritti politici e di cronaca, tanti e tutti ancora attuali e toccanti, gli scritti poetici, nei quali per primo raggiunse espressioni adulte e rivoluzionarie. «IO SONO IL RE DELLA NOTTE!», aveva scritto in una poesia giovanile di cinquant'anni fa, facendomi sognare e pensare alla larghezza della sua intelligenza. Salvatore si era fatto un nome, era diventato l'orgoglio di tutti noi, l'uomo a cui tutti ci rivolgevamo per una recensione, per una prefazione, per un saggio giudizio. Il suo itinerario culturale ed umano va studiato, commisurato e divulgato. Ma forse giova di più cercare e definire la sua grande umanità, la sua disponibilità, la sua gioia di esse-

re presente e prossimo ai tanti amici ed estimatori che aveva. Io lo voglio ricordare ancora accanto a me mentre si andava a cercar nidi per le colline di Benestare,quando si giocava a carte nel Bar Galletta, quando s'inventava una partita di calcio sul campetto delle ex baracche adibite a scuola, mentre si passeggiava lungo i versanti della statale dei due mari. Quando si discuteva del più e del meno. O quando, sempre noi due, insieme, parlavamo delle nostre ragazze o azzardavamo progetti per il futuro. E si stava bene con tutti gli altri amici di un tempo anche nella tarda età, specie quando in montagna, ospiti del dott. Pollifrone, si trascorreva insieme una giornata di festa e si cantava col dott. Napoli, con il prof. Teodoro, con Attilio e Aldo, con le nostre mogli, con gli amici della Piana. Salvatore Santagata ha ubbidito anche alla morte, negandola, secondo il suo stile, fino all'ultimo istante, dominandola con la sublime forza di chi vuole rimanere protagonista e uomo del coraggio. Ora Salvatore Santagata è veramente “il re della notte”, campione di virtù e di signorilità. Ma nella magia dell'amicizia, della affettuosità solidale resterà accanto a noi, pronto al dialogo e aperto al sorriso. E di lui parleremo ancora con le sue figlie, con sua moglie, tra noi stessi e celebreremo la sua infinita cordialità. Un grande uomo, un immenso professionista ha perso oggi Benestare, la Zona Jonica Meridionale, la Calabria tutta. Noi amici.

Una firma prestigiosa del giornalismo calabrese degli ultimi trent'anni non c'è più. Ma Tano era, soprattutto, un figlio illustre di Benestare, un innamorato delle sue radici, che tornava spesso a rinfrescare passando qualche serata conviviale tra amici e rivisitando, come moderatore e ospite di tante manifestazioni culturali, la storia della sua terra di Calabria. A Benestare era venuto negli anni cinquanta da Acri con tutta la famiglia per motivi di lavoro del padre, che è stato impiegato comunale per tanti anni. . Ex responsabile dell'ufficio stampa della Regione Calabria è autore di tante pubblicazioni. Dopo essere andato in pensione, si era trasferito a Locri. Franco Blefari

Una bella testa e una buona penna E' morto il giornalista Salvatore Santagata. Fu mio sincero amico e ci tributammo reciprocamente stima professionale collaborando insieme nella trincea intellettuale del Quotidiano della Calabria (direzione Simeone). Non aveva un buon rapporto con molti suoi colleghi coetanei che adesso faranno qualche peana ipocrita. La sua direzione della rivista del consiglio regionale "Calabria" ,pur se dispendiosa da un punto di vista economico secondo gli usi d'epoca, è un validissimo repertorio di storia calabrese di altissima qualità giornalistica da recupare per la memoria collettiva e pubblica. Fu anche un bravo conduttore di trasmissioni politiche per Telespazio. A volte rude e controverso nei rapporti umani e professionali, con buoni rapporti con la politica della Prima repubblica, una bella testa e una buona penna. Merita ricordo. Ti sia lieve la tua terra di Calabria Salvatore. Paride Leporace

Esempio di onesta e rettitudine Oggi a mezzogiorno è venuto a mancare un uomo a cui ho voluto molto bene. Tano mi mancherai tantissimo e di te ricorderò sempre, per il resto della mia vita,le tue grandi doti umane e professionali. Ricorderò con allegria i nostri simpatici battibecchi politici.Tu di sinistra io di destra.Tutto finiva con un gran sorriso e si brindava con uno dei tuoi favolosi vini. Sei stato per me esempio di onestà e rettitudine e piango la tua scomparsa con tutta la mia famiglia che si era affezionata moltissimo a te e ai tuoi cari. Hai creato un bellissimo “famigghiuni” al quale sarò sempre vicino. Ciao Tano. Eugenio Triveri

Ciao amico, grande giornalista Un grande giornalista, un amico e collega che negli anni Sessanta nella nostra amata Locride scriveva con chiarezza e coraggio. Senza bavagli. Ricordo i suoi limpidi articoli sulla Tribuna del Mezzogiorno. Ricordo le cronache complete e tempestive sulla strage di Piazza Mercato a Locri. Fu con Antonio Talamo della Rai di Cosenza il più bravo dei colleghi che con grande professionalità seguirono il primo atto di una furiosa guerra di 'ndrangheta che per anni ha insanguinato la Locride. Ciao amico Tano! Domenico Logozzo




ATTUALITÀ

In prossimità del voto per le amministrative in 15 comuni della Locride pubblicheremo ogni settimana le interviste ai vari candidati a sindaco

Elezioni Sant’Ilario,Martone,Monasterace

SANT’ILARIO

Pasquale Brizzi: Un governo di trasparenza Quanto siete riusciti a realizzare del programma con cui vi siete presentati alle scorse elezioni? Quali sono stati invece i progetti che non siete riusciti a concretizzare e perché? Anche se la precedente legislatura a circa tre mesi dal termine è stata bruscamente sciolta, il programma politico amministrativo con cui avevamo ricevuto la fiducia dai cittadini era abbondantemente rispettato, ed in qualche settore anche superato, vedi cultura, sociale, politiche giovanili; tutti ambiti di intervento in cui siamo riusciti ad avviare progetti che abbiamo intenzione di riprendere, se è possibile, con determinazione ancora maggiore. Quali sono i punti del vostro nuovo progetto per il paese? Nell'ottica della migliore amministrazione della cosa pubblica, intendiamo sviluppare un progetto che vada ad assicurare con sempre maggiore evidenza e chiarezza la trasparenza dell'azione amministrativa stessa, adoperando ogni strumento che la legge mette a disposizione degli enti locali. In particolare, se vinceremo le elezioni, il primissimo passo dopo l'insediamento sarà quello di rendere applicabile a S. Ilario il comma 3 dell'art. 145, T.U. Enti Locali 267/2000. In virtù di questa legge chiederemo che il nostro operato venga controllato, sin dal primo giorno, da funzionari della prefettura o di altri enti pubblici possibilmente indicati dalla prefettura. Per noi il palazzo comunale deve essere un palazzo di vetro dove ogni azione può essere per tutti ben visibile e controllabile. Altri passaggi fondamentali del programma: la continuazione del progetto già avviato di riqualificazione del borgo antico di Condojanni, la creazione di aree verdi, lo sviluppo del lungomare, gli scambi culturali.

MARTONE

Giorgio Imperitura difende il suo operato e critica la burocrazia Quanto siete riusciti a realizzare del programma con cui vi siete presentati alle scorse elezioni? Soprattutto siamo riusciti a realizzare una programmazione ricca di progettazione con la captazione di molti finanziamenti sia Europei, che regionali e nazionali. In particolare mi riferisco ai lavori di demolizione dei fabbricati del centro storico per un importo di 464.811,21, alla demolizione e ricostruzione del palazzo municipale per 957.479.37, ai fondi PIAR per lo scuolabus,dell'acquisto arredi sul centro diurno, alla sistemazione della strada Basia per un importo complessivo di 306.163,52,al recupero dell'ex stazione Calabro/ Lucane per un importo di 1.000.000,00, alla costruzione della palestra comunale a valersi sui fondi PON sicurezza per 280.500,00 e molti altri finanziamenti minori. Siamo riusciti a ricollocare in Paese all'attenzione territoriale per una serie di manifestazioni culturali e di carattere

sociale, nonché abbiamo dato dignità politica nel territorio della Locride. Abbiamo proceduto ad adottare tutti i regolamenti relativi ai controlli interni nonché adottare tutte le norme relative all'antimafia ed alla corruzione. Quali sono stati invece i progetti che non siete riusciti a concretizzare e perché? Tanti progetti sono stati avviati, ma sono stati rallentati dalle pastoie burocratiche, ma posso affermare che l'impegno politico non è mancato. Quali sono i punti del vostro nuovo progetto per il paese? Naturalmente il lavoro innanzitutto. Creare le condizioni, con il patrimonio disponibile e con la captazione di finanziamenti, allargando l'orizzonte verso la cooperazione sociale, l'implementazione delle attività produttive e tipiche, nonché mettere in attuazione la fruizione del patrimonio edilizio sia pubblico che privato verso la ricettività diffusa. Di particolare, considerato che siamo in ottima posizione sia sui pisl spopolamento che sui sistemi turistici locali, ogni azione sarà rivolta alla creazione di botteghe artigiane e sulla stessa ricettività diffusa.

Nicola Limoncino: puntiamo tutto sui giovani e la cultura Cosa rimproverate allamministrazione uscente? All'amministrazione comunale attualmente in carica, l'unico rimprovero e credo sia il più deleterio è quello, di non aver rispettato in nessuno dei punti il programma di 5 anni fa. Voi cosa proponete per sviluppare le vocazioni del vostro paese? Le proposte di maggiore entità, che la nostra lista si adopererà per il futuro sviluppo del paese sono: Cercheremo con tutte le nostre forze di rivalutare l'ex edificio scolastico, trasformandolo in una RSA . Struttura questa che possa dare una svolta significativa per il futuro dei giovani e l'assistenza agli anziani. La seconda prerogativa è quella della costruzione della strada che collega " Le Serre con Martone" attraversando il Cuore verde della Montagna e puntando lo sguardo verso il mare Jonio. E come pensate di fare? Puntiamo tutto sui giovani.....Vogliamo far capire che" lo studio è più importante di conoscere qualcuno che non qualcosa". questo è un punto fermo per ripristinare la Biblioteca comunale. Per dare alla cultura il giusto merito, in un paese dove ha dato i Natali ad illustri personaggi. Il tempo e la cattiva amministrazione hanno assecondato la cosa più importante che ci ha sempre contraddistinti. Questa la lista del candidato alla carica di Sindaco Nicola Limoncino Giorgio Raffaele Calvi, Giuseppe Agostino, Fabio Calvi, Francesco Cessareo, Giorgio Egiziano, Giuseppe Fusa', Cosimo Frasca', Vanessa Ientile, Samuel Malgeri


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MONASTERACE

CesareDeLeo:mettoalserviziodel paeseunpatrimoniodiesperienza Cosa rimproverate all'amministrazione uscente? Parlare dell'amministrazione uscente è un esercizio che non ci appassiona. Diciamo soltanto che il nostro intento è quello di voltare pagina. Basta questa espressione per fare capire che il futuro di Monasterace, se il paese sarà amministrato da noi imboccherà, una strada completamente diversa dal recente passato e una nuova pagina sarà scritta con i caratteri del rinnovamento, della pacificazione, dell'esaltazione dei valori che hanno resa grande la nostra terra quando si insediarono i greci, portando la loro civiltà, le cui vestigia sono venuti alla luce solo in parte. Voi cosa proponete per sviluppare le vocazioni del vostro paese? Il nostro impegno sarà rivolto a farle emergere su tutta l'area di interesse archeologico tanto da farne un polo di attrazione di interesse mondiale . In tal modo sarà definitivamente cancellata l'immagine sfregiata di un paese a torto oltraggiato e vilipeso. Il nostro programma non vuole essere un libro dei sogni, ma una proposta realistica che tiene conto delle enormi difficoltà che discendono dall'essere un Comune dissestato che può contare soltanto sulle risorse che potranno venire sfruttando tutte le opportunità che saranno offerte dallo Stato e dalla Regione. In questo non siamo stati secondi a nessuno quando alla guida del Comune c'era l'attuale capolista. Vale la pena ricordare agli immemori e informare coloro che per la giovane età non hanno conosciuto i successi di quell'epoca che l'amministrazione di Monasterace nel periodo 1975/1990 era all'avanguardia nella utilizzazione dei fondi che annualmente la Cassa DD.e PP. metteva a disposizione dei comuni del Mezzogiorno per la realizzazione di opere pubbliche, perché raggiungeva il 100% delle disponibilità, quando la media regionale era appena del 30%. Forti di questo passato e delle esperienze acquisite siamo certi che il Comune sarà guidato con mani sicure. Ci proponiamo di migliorare la qualità della vita con servizi adeguati ai bisogni della popolazione. Questi, di seguito, i principali obiettivi che ci

poniamo e le azioni che intendiamo intraprendere per Scrivere il futuro di Monasterace, per la sua rinascita sociale, culturale ed economica. Ci proponiamo di dare un nuovo ruolo al governo locale, con amministrazione comunale aperta e democratica che sappia fissare le tappe di un nuovo sviluppo, attraverso il confronto con i cittadini. Siamo consapevoli che si tratta di una sfida difficile, ma non impossibile, con il supporto e la collaborazione dei cittadini possiamo scrivere una pagina nuova e positiva per Monasterace, per il suo presente, per noi e per il suo futuro da consegnare con orgoglio alle nuove generazioni. E come pensate di fare? “Scrivere il futuro con Cesare Deleo Sindaco” è lo slogan della lista che mette al servizio del paese un grande patrimonio di esperienze politiche, di competenze amministrative e professionali di tanti componenti della lista a partire dal capolista, ed energie fresche di tanti giovani che amano il loro paese e si vogliono cimentare in questa difficile sfida: Avviare la raccolta differenziata; Recupero del Castello con relativa riqualificazione del centro storico; Sollecitazioni al privato per il recupero dei palazzi storici nella frazione Marina, attualmente in stato di grave degrado e poco decorosi per un paese a vocazione turistica; Riqualificazione del lungomare; Cura e ripristino del verde pubblico e dell'arredo urbano; Riqualificazione e valorizzazione delle risorse umane dell'apparato amministrativo per un migliore servizio alla cittadinanza; Definire la nuova Carta dei servizi del Comune di Monasterace, per migliorare il servizio ai cittadini; Ampliare l'offerta formativa nella scuola “Fabbrica della cultura”; Migliorare la viabilità cittadina con interventi mirati; Manutenzione e riqualificazione dell'edilizia scolastica; Istituzione del referendum consultivo quale strumento di partecipazione democratica; Migliorare la viabilità interpoderale; Ampliare il cimitero.

TeodoroBucchino:bisognariattivarelapraticadellabuonapolitica Cosa rimproverate all'amministrazione uscente? La risposta è nella sfida coraggiosa ed innovativa che abbiamo lanciato con la nostra proposta di governo delle complessità di questa specifica realtà locale. Per come è venuta evolvendosi da tante vicende ed avvenimenti difficili. Vicini e lontani nel tempo. Probabilmente, in molti di noi non era maturata la consapevolezza dei limiti strutturali (ab-origine) e della inadeguatezza (di fondo, non certo delle persone) del progetto, immaginato nella piena buona fede. Limiti oggettivi rispetto alla gravità della situazione che, però, davvero senza offesa per nessuno, erano presenti nell'insieme delle proposte elettorali a confronto in questi decenni ed anche nella scorsa competizione. Alcuni amici, osservatori attenti, lo avevano rilevato con lungimiranza. Durante l'esercizio del mandato di assessore ho presto scoperto sulla mia pelle che i problemi (soprattutto di coesione sociale e finanziari) di cui Monasterace è da decenni afflitta, costituiscono una cd. “crisi di sistema” (sociale e civica prima d'altro). E che in questi casi, non basta più affidarsi ad una sola figura rappresentativa, o alla sostituzione a raffica di un protagonista con un altro, di un fenomeno recente con un fenomeno passato. Per uscirne davvero, senza riprodurre all'infinito divisioni, spaccature e rivendicazioni personali, è invece necessario, riattivare la pratica della “buona politica”. Ovvero, dell' arte alta che una comunità pratica per organizzarsi civilmente. Esercitando le normali strutture organizzative di aggregazione sociale. Secondo principi e regole condivise e rispettate. Alimentando l'attitudine al dialogo paritario, alla mediazione confinata in un tempo certo ed, infine, alla sintesi più efficace. E' questo l'unico modo per tentare di uscirne tutti insieme, seppur riconoscendoci in una guida. Che faccia umilmente da stimolo e da coordinatore di tante competenze ed intelligenze che pur a Monasterace ci sono (ed anche tante). Altre strade, specie quelle personalistiche (affidamenti a miti, icone, ecc.), sono solo illusorie e sostanzialmente di rinvio delle responsabilità collettive. Voi cosa proponete per sviluppare le vocazioni del vostro paese? Il nostro paese dispone di straordinarie risorse: archeologiche (Tempio, parco e museo), storicoarchitettoniche (Monasterace Centro ed il suo Castello), paesaggistico-ambientali (costa e fiumare), di tradizioni e riti. Specialità che insieme fanno l'originalità ed unicità del suo costituire un “contesto” di riconosciuta qualità. Noi dobbiamo fare di tutto ed investire ogni spicciolo disponibile (in verità pochi ma, non inutili o non suda-

ti) per convincere chi non riesce ancora a farsi capace che non ci serve altro. Che i nostri beni culturali ed ambientali non costituiscono un limite al nostro sviluppo ma, una incredibile opportunità da non sprecare. Per questo è necessario non svilire ed intralciare subdolamente ogni iniziativa in questo senso. Purchè sia valutabile seria, innovativa, non strumentale e sostenibile. Per i profittatori e le illeciticità non ci deve essere spazio e comprensione alcuna. E la legalità non deve essere feticcio o proprietà esclusiva di qualcuno ma, l'ancoraggio a cui tutti dobbiamo tenerci ben appesi se non vogliamo precipitare irreversibilmente. E come pensate di fare? La “buona politica” è tale se interseca la "credibilità". Che, si ottiene se fai quel che prometti, se le promesse sono minimamente attuabili e se utilizzi virtuosamente i beni comuni che hai in prestito. Nell'interesse esclusivo della collettività. La parola chiave è nel concetto di “rigenerazione”. Ovvero, strutturare, organizzare e sistematizzare locali meccanismi di sviluppo (i cd. “processi”), per costringere ad interagire ed integrarsi ogni azione (pubblica o privata, produttiva o commerciale, turistica o culturale, ecc.), anche la più insignificante, in una comune e chiara direzione. Su pochi prioritari obiettivi: la promozione, diffusione e fruizione produttiva delle risorse materiali ed immateriali locali. Niente megaopere e sagre consumistiche. Una sfida che però non sarà vinta se non si riesce almeno a tenere pulite ed efficienti quelle parti del paese che possiamo spendere come attrattore. Su questa scommessa, dobbiamo almeno in una prima fase - accettare serenamente di rinunciare ad avere tutti, tutto, subito e ovunque. Per questo abbiamo elaborato e proposto un “Patto di coesione sociale locale” che consenta di orientare ed ottimizzare (senza polemiche strumentali), le poche disponibilità economiche che abbiamo e quelle che riusciremo a prendere. Avendo ormai acquisito esperienza ed efficienza nell'accesso ai fondi europei, testimoniati dai tanti PON e POR che abbiamo portato a buon fine nel poco tempo in cui siamo stati amministratori (non ultimo la ristrutturazione della prima parte di Castello, già all'appalto). Su questi piani, davvero pensiamo di avere meriti davvero incontestabile.


Forum Frontiera Musicale

Il Mulo vuole un piccolo teatro, posti a sedere e silenzio. Sogna, forse pretende, un luogo che diventi un punto d'incontro, uno spazio in cui gli artisti possano creare

Il raglio d’autore de

FERMENTO MUSICALE NELLA DECADENZA ETICA E CULTURALE DELLA LOCRIDE: PROTAG ELEONORA ARAGONA “Dopo aver assistito al concerto del Collettivo Mulo, non accettiamo più di sentire musica di scarso livello nella Locride », si sarà detto fra sé e sé non uno qualunque, ma il signore della calunnia. Se lo conosciamo bene avrà pensato certamente così il Drugo del Blue Dalhia. Ruggero Malgeri, rispettato da ogni band dal Salento ai Balcani, e su qualsiasi bancone di Negroni e malelingue. Il Drugo di Gioiosa Marina è un esperto di entrambe e delle strumentalizzazioni frik. Ma sulla musica d’autore è veramente il massimo. Da Otranto a Tozeur. Ma andiamo a noi. Le conservazioni con i musicisti sono sempre molto surreali. Tu gli chiedi perché suonano e loro rispondono per esprimere noi stessi. Allora li incalzi chiedendo cosa sentono il bisogno di dire attraverso la musica che suonano e loro candidamente rispondono non te lo so spiegare, credo che la mia musica dica tutto. Ho letto centinaia di interviste di questo genere ed ero pronta all’ennesimo incontro frizzantemente improduttivo

con alcuni artisti della Locride approdati nel “Il Collettivo Mulo”. Ho visto la prima data del loro spettacolo autoprodotto, un concerto al Piccolo Teatro: QuartAumentata, Francesco Loccisano, Mujura e Fabio Macagnino protagonisti nel bijoux di Roccella, accogliente, caldo, caldissimo come la Bombonera del Boca, a Buones Aires. Come sono diversi rispetto a quando si esibiscono, penso fra me e me, quando si presentano in redazione una settimana dopo. Il palco, scarno, minimal, la sera del loro debutto vibrava, senza distorsione, senza striduli o rigurgiti di chitarra elettrica. Il Mulo, musica d’origine controllata tra caroselli di letteratura e teatro. Questo è, questo vuol’essere nel medio e lungo periodo, per un territorio che vive la più grande decadenza socioculturale degli ultimi cinquanta anni. Fermento puro, il Collettivo Mulo, questo è. Tutto donato agli amanti della musica popolare d’autore nella serata dello scorso 15aprile. Aggratis. Solo un contributo libero per le sessanta persone che ondeggiavano felici su sedie e sgabelli.

IL FORUM DI VENERDI SCORSO NELLA SEDE DELLAREDAZIONE DEL SETTIMANALE RIVIERA CON I COMPONENTI DEL“COLLETTIVO MULO”

Devo dire che lì su quel palco avevano un certo fascino. Sembravano anche divertirsi parecchio. Nessuna distrazione quella sera, anche la scenografia era stata ridotta al minimo indispensabile. Solo ragli d’autore per un pubblico selezionato. Nessun dress code, ma selezione naturale all’ingresso del Piccolo Teatro. Amanti della musica, curiosi, sperimentatori, ragazzi

in cerca di qualcosa nel deserto dei martedì senza pretese della Locride, Vediamo se il Mulo batterà il mio scetticismo. Sono artisti con una carriera alle spalle, diciamo tra i 15 e i 10 anni circa. Hanno prodotto e venduto i loro dischi e quelli di altri musicisti. Hanno collaborato e continuano a portare avanti le loro carriere singolarmente. Sono cresciuti negli anni d’oro del Festival Jazz quando Roccella era una perla che esaltava e faceva sognare i giovani musicisti. Hanno anche visto riaffermarsi la musica popolare e i gruppi folkloristici. Allora, vorranno farsi pubblicità e attirare folle oceaniche, all’inizio ho pensato che poteva essere questo il motivo di questo illuminato progetto. “Facciamo due date, bravi siamo bravi così riusciamo ad ottenere più visibilità”, si saranno detti. Però più parliamo e meno mi convince questa ipotesi. Cioè un po’ di marketing dietro tutto questo ci sarà, ma non mi pare sia il motivo principale. Ne ho la certezza quando si parla dei luoghi in cui pensano di riproporre il loro spettacolo: “Vogliamo dei teatri, posti piccoli ben gestibili e che ci permettano di cantare sottovoce”. Cercano un posto intimo, per intenditori o per


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Il Collettivo Mulo, musicisti della Locride. Ho visto la prima data del loro spettacolo autoprodotto, un concerto al Piccolo Teatro: QuartAumentata, Francesco Loccisano, Mujura e Fabio Macagnino protagonisti nel bijoux di Roccella, accogliente, caldo, caldissimo come la Bombonera del Boca, a Buones Aires.

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Tutto donato agli amanti della musica popolare d'autore nella serata dello scorso 15aprile, che altrimenti sarebbe stato l'ennesimo martedì senza pretese. Aggratis. Solo un contributo libero per le sessanta persone che ondeggiavano felici su sedie e sgabelli. Devo dire che lì su quel palco avevano un certo fascino.

el“Collettivo Mulo”

AGONISTI, I QUARTAUMENTATA, FRANCESCO LOCCISANO, MUJURA E FABIO MACAGNINO neofiti, che gli permetta di suonare ciò che vogliono. La piazza è facilona vuole sempre gli stessi pezzi, ha poca voglia di sperimentazione ed è troppo dispersiva. Loro desiderano attenzione e il lusso del sussurro. Il privilegio di suonare e cantare sottovoce la musica che amano. Per fare questo è necessario non concedersi al primo venuto, non accontentarsi. Nessun finanziamento pubblico, ma autoproduzione. Nessuna ingerenza politica o di massa. Il Mulo vuole un piccolo teatro, posti a sedere e silenzio. Sogna, forse pretende, un luogo che diventi un punto d’incontro, uno spazio in cui gli artisti possano creare. Ma questo luogo non c’è. Quando hanno pensato dove fare la loro prima serata si sono accorti di questa carenza. D’estate la Locride si schiude con le piazze agghindate a festa e i teatri magno greci che vengono tirati a lustro. L’inverno poi torna, con le su cavalcate di morti viventi, e di posti a disposizione ne restano pochi, si contano sulle dita di una mano. Quindi il primo problema da risolvere perché quest’iniziativa non muoia prima ancora di nascere è trovare questo posto. Che non c’è. Il secondo punto d’onore per il Collettivo è mantenere un pubblico che

Taranproject anche quest’anno al concertone del“Primo Maggio”

I

Proseguiranno poi con “Calabriasona European Tour 2014”in giro per l’Europa

n rappresentanza del circuito “Calabriasona”, i “Taranproject” di Mimmo Cavallaro e Cosimo Papandrea saranno nuovamente presenti al concertone del “Primo Maggio”, in Piazza San Giovanni, a Roma. Il più importante gruppo di musica popolare calabrese, guidato da Mimmo Cavallaro e Cosimo Papandrea, si esibirà in una performance inedita, ospitando il cantautore piacentino Daniele Ronda per dare vita ad un travolgente connubio tra le musiche popolari del nord e del sud Italia, con la reciproca contaminazione nei suoni e nella cultura. Prodotti dalla storica casa discografica “Cni” (Compagnia Nuove Indye), i Taranproject portano così al primo maggio il circuito di eventi

“Calabriasona”, di cui sono uno dei punti di forza e, insieme a Daniele Ronda (attualmente una tra le voci più autorevoli del folk italiano) daranno vita a un’accattivante mix di stili e radici musicali differenti. Sempre per Maggio 2014 è previsto anche un altro importantissimo appuntamento per i Taranproject. Saranno infatti impegnati in un tour Europeo ancora una volta legato al marchio Calabriasona. Un tour che li vedrà impegnati assieme a Domenico Sisto Omerthà Music Clan e ad Armando Quattrone in giro per l’Europa. Il “Calabriasona European Tour 2014” è organizzato in collaborazione con il “Ministero degli Affari Esteri” e con il patrocinio di diversi istituti italiani di cultura.

non ami ruffe e cantilene di paese, ma bensì che brami spettacolo e qualità. Bellezza. Cambiamento. Rinascita. Un pubblico attento. No champagne, né Tirullaleru/lalleru/lallà. Attenzione però, questi artisti non vogliono salvare la Locride dal Medioevo, che è lì a 20 metri, con la sua mezzanotte meno cinque. Non è il motivo conscio che li ha spinti a tentare questa missione umanitaria. Ma bellezza e qualità offrono spiragli di luci, anche inconsapevolmente. Il Mulo chiama a se un pubblico attento,che la mastica e che cerchi calore e intimità. Vino e buona compagnia. Non risse, cocktail e house music. Radical normal. Non alienati chic o sub normal dal pugno proibito. Ragli e chitarre. Stop. Un gruppo di artisti che dona uno spettacolo, operatori del settore che mettono a disposizione le loro competenze e il loro impegno. La prospettiva sembra allettante, a noi resta la speranza che non ci conquistano per poi disilluderci. Intanto sorrisi, sussurri, applausi. Dopo una serata come quella del Piccolo Teatro l’entusiasmo sale facilmente. Da Roccella a Tozeur: musica d’autore e malelingue. Entrambi aggratis.


RIVIERA

CULTURA ARTE E DINTORNI di Domenico Spanò

L’arte pittorica di Cos Bailliage Amphisia, Roccella a tre stelle Enogratronomia e cultura. La raffinatezza a tavola approda nella Locride Nella Sala del Convento dei Minimi di Roccella Jonica, il 23 aprile alle ore18,00 verrà presentato alla cittadinanza il primo Bailliage (circolo) della prestigiosa Associazione Mondiale di Enogastronomia Chaine des Rotisseurs con sede a Parigi. Il Bailli (presidente) Antonella Sotira, ha voluto chiamare il Bailliage Amphisya (l'antico nome greco con cui Ovidio indicava l'insediamento urbano di Roccella Jonica) per rendere ancora oggi attuali le origini elleniche della nostra civiltà. Il Bailliage Amphisya si è costituito ufficialmente il 5 aprile 2014 con la solenne cerimonia di investitura cavalleresca svoltasi nel Salone dei 500 di Palazzo Vecchio a Firenze. L'antica Confrerie della Chaine des Roitisseurs (la catena degli arrostitoricuochi) compare per la prima volta nel 1268, nel “Livre des Métiers” e fu Luigi IX che consacrò solennemente la Corporatione come un ordine cavalleresco, a cui veniva affidato il compito di deliziare il palato del Re e di tutelarne l'incolumità. Dopo il 1950 la tradizione della Corporazione venne ricostituita e diffusa in tutto il mondo per la promozione dei Valori della Buona Tavola, delle eccellenze enogastronomiche, della convivialità, delle arti culinarie e dell'amicizia fra i gourmet “Amateurs” e “Professionnels”. L'impegno che l'avv. Antonella Sotira, cultore di diritto alimentare, porta avanti da ben 13 anni con l'Associazione IUSgustando: Simposi Giuridici per la tutela della sana, etica e legale alimentazione, le ha consentito di “diritto” di entrare a far parte della Chaine, e di essere promossa a Bailli per la Regione Calabria. Molti i calabresi, già soci IUsgustando, che a Firenze hanno ricevuto dal Bailli Delegue d'Italie Roberto Zanghi e dal Chancellier del Bailliage de France, l'investitura di “Dame” e “Chevalier” della Chaine. Tra i Roccellesi l'avv. Teresa Sotira, con il rango di Vice Chargè des Mission per l'Associazione Culturale Jonica, il dott. Aldo Sotira, con il rango di Vice Chargè des Mission per la tutela della sana alimentazione, e Danilo Lavorata titolare delle Cantine Lavorata con il rango di Professionne ll du Vin. Il 22 maggio a Roma presso l'Hotel Hassler, il Bailliage Amphisya in sinergia con gli chef stellati, Francesco Apreda e Fabio Campoli e il titolare dell'Hassler Roberto E. Wirth (socio onorario IUSgustando) organizzerà il suo primo evento ufficiale dedicato ai Sapori della Magnagrecia. Alla degustazione di eccellenze calabresi e reinterpretazione di tradizioni grecaniche, seguirà l'asta di beneficenza per raccolta fondi a favore della onlus Cabbs per la cura dei bambini sordo ciechi e sordo muti.

C

osimo Giorgio Schepis , conosciuto come Nuccio Schepis , ( classe '55) è un artista calabrese, pittore, ma soprattutto scultore e restauratore. L'artista reggino è anche noto per aver giocato un ruolo fondamentale nel restauro 2010-2011 dei due storici Bronzi di Riace, facendoli ritornare sani e salvi nella loro casa, il da poco restaurato Museo Nazionale Archeologico della Magna Grecia di Reggio Calabria. Dopo il diploma all'Accademia di Belle Arti (scultura) di Reggio Calabria, nel 1978 lascia la Calabria per trasferirsi a Cortina d'Ampezzo dove insegna presso il locale Istituto d'Arte, poi meta su Milano, dove lavora come restauratore di affreschi, stucchi e cornici, presso la

Pinacoteca di Brera. Sempre a Milano, inizio anni '80 si trova fondatore del gruppo “I Mediterranei”. Nel 1986 si trasferisce a Roma, dove lavora presso L' Istituto Nazionale Per la Grafica, come restauratore e stampatore d'Arte. Continua negli anni la sua ricerca come scultore, pittore ed incisore e frequenta assiduamente un gruppo di artisti della Scuola Romana ed Internazionale, tra questi il gruppo storico dei “Trattisti” con i quali intraprende una interessante ricerca artistica. Dal 1982 si reca spesso negli Stati Uniti, dove nei suoi lunghi soggiorni continua la sua opera d'artista in un contesto sicuramente che l'ha perfezionato sotto l'aspetto umano e professionale. In questi anni ha partecipato a numerosissime collettive e

L’ANGOLO DI PARRELLO

Un po’ di umidità

personali in Italia e all'estero, dove si trovano i suoi lavori presso enti pubblici e collezionisti privati. Attualmente vive e lavora tra Reggio Calabria, Roma e gli Stati Uniti. Schepis è un artista a tuttotondo. Mani sapienti e talentuose che hanno saputo da sempre creare, curare, l'arte e gli animi artistici della nostra terra. Ciò che voglio evidenziare oggi di questo artista è la sua particolare arte pittorica. Espressione sublime di immagini contemporanee che sanno manifestare un tumulto di emozioni. L'ispirazione metafisica delle sue opere pittoriche è senza dubbio una continuazione di ricerca artistica nata dalla suo arte principale, quella scultorea. Nei dipinti notiamo la matrice di espressione

Mi trovavo molti anni fa a Locri. Incontro un mio amico medico; noto che è molto nervoso e gli chiedo il perché. " Tu sai, Franco, che al cimitero sto costruendo una bella cappella, con marmi molto pregiati. Stamattina vado e mi sono accorto che in una parete c'è un po' d'umidita' e ho litigato con i muratori. "Certamente tu da medico - risposi - hai pensato che quando andrai ad abitare lì, potresti prendere un po' di raffreddore o una leggera bronchite." ... "Tu sei il solito, Franco, fai sempre filosofia.” Lo incontrai una settimana dopo e chiesi se avesse risolto il problema dell'umidità. Mi disse:" Ho parlato con i muratori e ho detto loro, quando finiscono i lavori, di passare da casa mia affinché io saldi il conto, poiché caro Franco non me la sento di andare a controllare se l'umidità ci sia ancora......" Franco Parrello

“Ondina dai capelli fluenti e le allegre amiche”, il libro coraggioso e genuino di Giosofatto Pangallo Una realtà fatta di sesso, di bugie e manipolazioni, di dissolutezza e alterigia; una realtà guasta e avariata «Per Clara non esisteva una moralità rigida e neanche una flessibile: era morale ciò che le piaceva e che desiderava» «Sei stata debole e infelice e di ciò mi dispiace. La felicità va costruita quotidianamente e tu, forse, stenteresti a farlo» “Ondina dai capelli fluenti e le allegre amiche” è un'opera narrativa di Giosofatto Pangallo, edita da Calabria Letteraria nel luglio 2013. L'autore calabrese, nato e residente a Taurianova (Rc), è stato docente d'Italiano e di Storia negli istituti statali d'istruzione secondaria superiore. La vicenda è ambientata in un modesto paese della Calabria, nel corso delle vacanze natalizie, sebbene la narrazione introduca numerosi excursus temporali. In quest'aria di festa si ritrovano due amici di vecchia data - Giorgio e Nicola - che, complice il clima freddo e

piovoso, si riuniscono a casa del primo scambiandosi confidenze. È qui che inizia la vera storia: Giorgio racconta all'amico le sue esperienze, il suo quotidiano e, soprattutto, le sue preoccupazioni. Racconta di Clara, dolce e affettuosa ma dall'esistenza libertina e dissoluta, senza inibizione né vergogna, e incapace di salvarsi da sé. Racconta di Ondina, la confidente di un tempo, l'amica sincera, e del bisogno di rivederla ancora, di ascoltarla e farsi ascoltare. Sono questi i personaggi principali attorno ai quali tutto ruota. Clara, con i suoi incontri licenziosi, col suo bisogno di aiuto, vittima di

istinti incessanti e impossibili da reprimere, condivisi da amiche e colleghe. Ondina, che si è lasciata alle spalle l'universo libidinoso che l'aveva coinvolta in gioventù e che per questo forse è l'unica in grado di aiutare Giorgio a salvare Clara. Sono quindi temi forti e attuali quelli trattati da Pangallo, amalgamati in una realtà consueta e genuina ma non

per questo priva di lascivia e lussuria. Una realtà fatta di sesso, di bugie e manipolazioni, di dissolutezza e alterigia; una realtà guasta e avariata, che accomuna Ondina e le sue amiche, ma dietro la quale si nasconde la richiesta di attenzioni e di amore, un desiderio di redenzione e il timore di un punto di non ritorno. E qui emerge l'intento dell'autore. Un invito a non fermarsi alla critica superficiale e distruttiva, un invito ad andare oltre l'apparenza e la vanagloria, sondando con empatia i bisogni altrui, laddove basterebbe un accenno di calore umano e di comprensione per abbattere interi muri di abbrutimento e sofferenza. Il testo di Pangallo è, per ultimo, un invito a fare i conti con se stessi, anche quando guardarsi dentro richiede coraggio. Un romanzo introspettivo e gradevole. Marco Arcadi


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simo Giorgio Schepis figurativa basata su sagome e volti non definiti nei dettagli, provenienti appunto dalle non lontane sue opere scultoree. Questo è un esperimento riuscitissimo nel ridimensionare l'arte da appunto una dimensione quella tridimensionale a quella bidimensionale. Gli effetti sono fantastici. Volti e sagome sui quali emergono forti espressione di stupore, dolore, di lacerazione che emergono con segni sintetici e colorati. E' quasi una Raffigurazione di maschere teatrali legate probabilmente alle commedie greche che si svolgevano sulla costa jonica, magari all'interno del teatro di Locri, terra ricca di arte e cultura e di storica matrice grecanica. Forse l'artista vuole creare con i suoi segni un lega-

me forte ed estremo tra con le sue origini, con sua terra dove la colonna portante e il capitello rappresentano probabilmente le fondamenta dell'essere umano ai legami. Amori ed esseri alati, corpi che si intrecciano e visi che si incrociano tra onde di dolore e gioia. Colori tenui e linee sfumate per creare una rappresentazione diffusa, contemplativa, non completamente concentrata sul soggetto ma a tutto il contesto pittorico in cui è calato. Le opere di Nuccio sembrano una scenografia su un palco teatrale, sul quale allo stesso tempo gli attori da lui stesso diretti consumano il dramma e la commedia, tra scenari fatti di colori e forme metafisiche che ben spiegano il messaggio nato dall'animo dell'artista.

Con un deca non si può andare via DOPO 22 ANNI, LE PAROLE DI MAX PEZZALI RIECHEGGIANO COME DURA VERITÀ Erano gli anni '90 quando Max Pezzali con la sua amata band faceva ballare centinaia di ragazzi vestiti coi Levi's. Amatissimi gli 883, che sapevano farti tenere il tempo (con le gambe e con le mani), ma che riuscivano anche, con i loro testi, a farti riflettere. Impazza il disco Hanno ucciso l'uomo ragno, all'interno del quale Con un deca descriveva la situazione di quegli anni. E di questi, ahimè. “Con un deca non si può andar via, non ci basta neanche in pizzeria”, cantava Max. Il deca erano le famose diecimila lire, che dovevano obbligatoriamente bastare. 22 anni dopo, con sorpresa di Max e di tutti, la condizione dei giovani è ancora questa. La fascia 20-30 anni della Locride deve accontentarsi delle “due discoteche e 106 farmacie”. Per forza. I più (s)fortunati partono, vanno via: l'America torna ad essere la terra della ricchezza. E' come se fossimo reincarnati nei nostri bisnonni, costretti ad abbandonare l'amato sud Italia, lasciando figli appena nati e donne che diventavano improvvisamente capofamiglia. Sono i giovani del 2014 che nessuno invidia. Vivono la loro fresca età in cui la parola crisi è quella più pronunciata. Economica principalmente,

ma aggiungerei anche esistenziale e, a tratti, isterica. Sono avvocati, educatori, infermieri, il quale futuro è scandito da manovre politiche poco ponderate e dalla fastidiosa quanto debilitante burocrazia che nebulizza, ormai, le aspirazioni di tutti. Sono i giovani d'oggi cui qualcuno ha appellato come “privi di valore”, ma l'unico valore che non conoscono è quello dei soldi, perché non ce li hanno. Saprebbero curare un'infezione o creare un nuovo software, invece riempiono coni gelato e promuovono aggeggi al supermercato che non comprerebbero nemmeno loro. Sono umili, poiché pur di guadagnare qualcosa accettano ordini da superiori di dubbia intelligenza, di quelli che col petto gonfiato ti dicono “Guarda che qui non hai spazzato bene”; e sono creativi, perché il lavoro se lo inventano. Coloro i quali la mattina vanno in udienza in giacca e cravatta, appagati di soddisfazione ma di alcun euro, mentre alla sera indossano berretto e camicia di dubbio gusto ripetendo la formula del “Prego, cosa desidera?”. Parlavamo di crisi isterica, perché? Chiedetelo ai signori che con finta gentilezza dicono “Se vuoi, puoi venire a titolo di volontaria-

to”. Scatta d'obbligo l'imprecazione, per un ragazzo già impegnato da anni in diversi tipi di associazioni. Ha una repulsione il giovane, verso i signori con la puzza di sigaretta e la voce rauca, che ti guardano dall'alto in basso, dall'altro lato di quella scrivania che li fa sentire formati e saccenti. Il disprezzo per quelle segretarie col petto scoperto e rugoso, impastate di profumo e rossetto nei denti, seccate di darti un'infor-

mazione: lo smalto rosso è sistemato vicino al telefono, probabilmente hai disturbato la loro manicure. Per non parlare dei telegiornali, in cui le prime due notizie riguardano quasi sempre i giovani e la crisi: perfino le storie di Forum appaiono più veritiere delle false promesse di chi dei giovani poco se ne frega. Tutto questo strano meccanismo deriva da chi stai ai vertici, dai giudici, burocrati e da quelli che come loro, dovrebbero rappresentare la legge e che invece si rivelano come il Jack Nicholson di Shining che, a colpi di acronimi e scadenze, tagliano le gambe ai desideri dei giovanissimi. Gambe e non solo, anche parti di carte geografiche: Sud dimenticato, abbandonato a se stesso. Probabilmente anche il “calafrico” è rimasto a cinquanta anni fa, forse perché poco seguito e poco sostenuto, lasciato a vivere sotto le pale dei fichi d'India, come le cartoline che i polentoni inviano agli amici del “Norde”. Ed i giovani del 2014, figli di un Dio minore, vivono in apnea, aspettando quella boccata d'aria che sembra non arrivare più. Forse è il caso di attrezzarsi con una bombola d'ossigeno, per il momento. Sara Jacopetta

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Incontro Indelebile Savica -Strati

Sant'Agata del Bianco“ Paese dello scrittore Saverio Strati ”

Era un giorno d'estate quando, insieme al caro amico regista, Mario Foglietti, accompagnati dal critico letterario Tassone e sua moglie, e tutta la troupe di Telespazio, siamo partiti in macchina da Bovalino per raggiungere Sant'Agata del Bianco, dove ad attenderci nella sua casa c'era Saverio Strati, per una intervista televisiva. Lasciato alle spalle il mare, che ci aveva fatto compagnia con la sua immensità e il suo splendore e con il profumo dell'estate che si avvicinava, ci siamo arrampicati su per la strada tortuosa, dove la bellezza intorno era sublime e comprendeva la grande quiete che ci avvolgeva. Nel sottofondo, sfocati i nostri discorsi, i commenti, di ammirazione sulla grandezza delle montagne che con la loro bellezza svettavano nel cielo, in solitudine, l'immenso era tutto lì. Intanto ci avvicinavamo lentamente al paese di Saverio Strati, Sant'Agata del Bianco e la tensione prendeva il sopravvento nell'attesa di conoscere e salutare il grande scrittore. All'entrata del paese, sul muretto, degli uomini seduti e altri all'impiedi, che parlavano tra di loro, qualche donna che rientrava a casa a passo svelto, con le buste della spesa, per preparare la cena serale, per gli uomini che sarebbero ritornati di lì a poco dai campi. Domenico Savica



RUBRICHE

CARTOLINE MERIDIONALI

di Antonio Calabrò

Primavera dal basso E guardare la bellezza dal basso, dalle radici odorose di terre, far filtro dal sole con i petali di fiori di campo, per ricordarsi ogni ora l’origine, il profumo della natura, della vita. E guardare la speranza dal basso, come un divenire verso il cielo, spontaneamente mirare più in alto, e pian piano ampliare lo sguardo, come una farfalla nascente, imparare a volare, e volare, sui cieli di Calabria, su bellezze terrene.

Pillole

Naturopatiche

A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone www.associazione-tone.it associazione.tone@gmail.com

La Costituzione del corpo simile ad un tris di frutti , di che frutto sei ??? La Costituzione Epatica in MTC è rappresentata, per forma fisica, da un frutto “la pera “ e sovente il soggetto con questa forma fisica è caratterizzato dagli occhi con un iride scuro, dinamico , sveglio, caviglia sottile, fianchi pronunciati. Piccoli suggerimenti per l'alimentazione di questa tipologia possono essere: Colazione Tè al limone o latte se ben tollerato oppure spremuta di pompelmo o arancia, pane con marmellata o miele e 1 caffè Pranzo Proteine con diverse preparazione come fettina panata, straccetti o 1 uovo in frittata con una verdura come carciofi, agretti o zucchine con una ricca insalata e un frutto Cena Proteine con diverse preparazione come fettina panata, straccetti o 1 uovo in frittata con una verdura come carciofi, agretti o zucchine con una ricca insalata e un frutto Carboidrato tipo pasta , orzo, riso , farro, patate… spaghetti in aglio e olio, o pennette saltate in olio aglio e pomodorini accompagnate da una verdura cotta e , ogni tanto a cena una sana frittura come carciofi in pastella o 2 patate fritte con una insalata verde e un frutto La colazione dolce nutre d'energia un corpo attivo fin dal mattino mentre il carboidrato di sera stimola il riposo per effetto del triptofano in esso contenuto , la proteina a pranzo stimolando tramite il ferro e lo iodio gli organi fegato e tiroide mantiene attivo il sistema nervoso conferendo la capacità di lavoro nelle ore diurne al soggetto che se ne beneficia. L'acqua di vegetazione delle verdure e gli zuccheri della frutta sosterranno le funzione corporee. La Costituzione Pancreatica rappresentata in MTC da “ una mela” è caratterizzata da un punto vita molto largo e da una zona glutea più piatta, labbra carnose e ben disegnate, l'occhio ha un iride misto, un cocktail tra il marrone e l'azzurro. Questo soggetto deve essere sempre stimolato nelle sue funzioni con maggior apporto di proteine. Piccoli suggerimenti alimentari possono essere: Colazione Tè al limone o spremuta di pompelmo con pane con prosciutto crudo o un uovo strapazzato o se gradito del salmone affumicato Pranzo Proteina tipo pollo arrosto o arista di maiale ai ferri o frittura di pesce con pin-

zimoni di verdure crude e una verdura cotta come la cicoria o le belga o le crucifere Cena Carboidrato legato ad una piccola quantità di proteina come spaghetti con le vongole o tagliolini con i funghi con una insalata mista oppure una proteina come pesce o ricotta con verdura cruda e una verdura cotta La colazione salata nel soggetto pancreatico garantisce un miglior equilibrio degli zuccheri già dal risveglio, mentre il carboidrato legato ad una quota proteica , come gli spaghetti con le vongole, forniscono un minor apporto di zuccheri diretti e lo iodio contenuto nel pesce stimola la funzione tiroidea attivando il metabolismo generale. La cicoria non interferisce con nessun alimento , ha un'azione depurativa e diuretica. L'acqua di vegetazione delle verdure crude sostiene i metabolismi stimolati. La Costituzione Surrenalica rappresentata in MTC nella forma da “un grappolo d'uva” evidenzia un soggetto pieno di energie con spalle più rappresentative nel corpo…tronco importante con gluteo piatto, caviglie magre seno prosperoso. Il colore dell'iride va dall'azzurro al verde, questo soggetto ama mangiare di tutto ancor più ciò che sa non essere adatto alla sua persona. Colazione Cappuccino e cornetto, yogurt e frutta , latte con fette biscottate con burro e marmellata o ricotta e miele Pranzo Straccetti con salvia o un pesce lessato , due uova strapazzate o ricotta, petto pollo ai ferri o un pesce al sale con verdure crude e un frutto come banana, ananas o mandarini Cena Riso in aglio e olio o due patate al cartoccio, pennette all'arrabbiata o gnocchi burro e salvia, due patate fritte o crema di una verdura con una verdura cotta e una verdura cruda La colazione privilegiata di questa costituzione prevede del latte e del burro , quota proteica e lipidica significativa per contrastare gli zuccheri e mantenere stabile la fame mattutina. Le uova , proteine nobili, agevolano l'eliminazione dei liquidi perché non sovraccaricano la funzione renale e strapazzate stimolano il metabolismo del fegato. La salvia è un erba aromatica antiossidante ricca di calcio e di estrogeni vegetali che negli straccetti potenzia l'effetto sedativo . Il carboidrato è consigliato senza glutine per favorire il funzionamento renale.


RIVIERA

La signora, il cagnolino e i “bisognini”fatti per strada Mentre cammino, sento una voce femminile dietro di me, ed ascolto nitidamente la seguente frase: "adesso basta amore..andiamo a casa che la mammina ti prepara il lattuccio che è tardi"..credevo si trattasse di una madre intenta a tranquillizzare

il suo figlioletto ed invece si trattava di una donna con un cagnolino che gli stava facendo fare i suoi "bisognini" nell'aiuola della villa adiacente al comune di Siderno senza che, ovviamente, la stessa si degnasse di pulire ....tanto ormai....

BLOB Beccato al “Top” di Siderno, ecco a voi il famoso fotografo del giornale “la pastiera”. Come il “mitico” Fabrizio Corona, il nostro simpatico amico Vincenzo Lizzi le prova in “tutte le salse”

Se Dani Alves del Barcellona è assurto agli onori della cronaca mondiale per aver raccolto e mangiato una “banana” lanciatagali dalle tribune, il nostro amico Paolo ha fatto lo In passato è stato uno dei stessa cosa: ha prima migliori arbitri del settore raccolto e poi esibito dilettantistico calabrese. il baccello di fave, Oggi, da valido dirigente quindi, ha provvedudella sezione Aia di Locri, to voracemente alla rappresenta sempre un sua fagocitazione. E prezioso punto di riferimento, così, come dice stiamo parlando di Nicola anche la canzone, Fiorenza beccato al bar per Paolo, “l’unico insieme al nostro direttore frutto dell’amor” Antonio Tassone non è più la banana ma la verdissima e sempre ricercatissima.... “vajana”.

Per rinfrescare la memoria ai più giovani, proponiamo una foto dell’on. Francesco Catanzariti. Nato a Platì (RC), il 10 gennaio 1933, in passato Catanzariti è stato eletto alla camera dei deputati nella lista del Partito Comunista Italiano. Attualmente vive a Reggio Calabria da pensionato ma rimane sempre attento alle dinamiche della società civile. A nostro avviso, sarebbe stato un ottimo candidato Sindaco per le imminenti elezioni amministrative platiesi ma alla fine ha deciso di mettersi da parte.

“The twins” in the air tonight. Derby Siderno-Locri. Uno, Filippo Montalto, si gira visibilmente soddisfatto dopo la “cena lucculiana ,l’altro, Giuseppe Monteleone, sembra abbastanza sereno nell’evidenziare la sua perfetta dentatura. Capperi però...

L’Oroscopone... Ariete: Occorre mordente e tempismo: procuratevi una lattina di vernice color legno e un orologio al quarzo. Sul lavoro più sfiga che mai, ma almeno vedrete un po' di luce (hanno deciso di togliere le serrande). Urge tenere il mastino mannaro che vi ulula dentro: legate la suocera. . Toro: Non irrigiditevi, meglio negoziare: recatevi al primo negozio che avete sotto cosa e comprate qualcosa. Saturno premia la vostra pazienza: vi regalerà uno dei suoi anelli, ma è di plastica, inutile rivenderlo al ComproOro. I sensori ombelicali sono spenti. Gemelli: hanno impastato il vostro corpo col lievito artificiale americano, o sono i troppi panini e salsicce che vi mangiate, le colombe che non finiscono mai, come i panettoni a Natale, la carne di capra a diluvio, i funghi sott'olio senza frontiere? Se non volete continuare a lievitare in maniera indefinita, almeno scegliete di stendervi sottili come una pizza.

Tra seggiovie, svaghi, divertimento e super attrazioni c’è posto anche per l’indicazione del “Pronto orso” e del “Par ..eggio”. La visita delle “jene” di Riviera è assicurata. Chissà se l’orso sarà pronto oppure alla fine la lotta finirà in par...eggio. Per fuggire, non ci resta che la seggiovia.

“Il canto delle sirene” della propria terra natìa è sempre presente nella mente del nostro direttore Domenico Logozzo. Dopo la pensione, Mimmo ritorna spesso nella Locride regalandoci, attraverso il suo profilo fb, bellissime fotografie ed articoli che evidenziano tutto l’amore per la sua terra e la sua professione svolta sempre con rigore in mezzo secolo e più di brillante attività. Un caro saluto da tutti noi di “Riviera”.

della Vanità Cancro: Prontezza, duttilità e grinta non sono proprio le vostre specialità nel lavoro. Per voi è meglio parlare di goffaggine, ritardo cronico, passività totale. Ricordate di quando il vostro collega ha deliberatamente gettato una tazza di caffè sulle vostre pratiche inevase? E voi non avete fatto niente? Ecco. Leone: sarete apprezzati in ambiti lavorativi in cui possono schiudersi nuovi orizzonti: la pulizia delle ostriche. Il vostro saldo bancario piange: l'avete trovato ieri che chiedeva l'elemosina per strada. L'avete portato a casa e gli avete dato un po' di brodo caldo, ma è morto lo stesso. Sufficienza risicata con amore e sentimenti. Vergine: Sollievi concreti in vista: la suocera probabilmente tornerà a vivere sul suo pianeta di origine. Purtroppo l'astronavetaxi atterrerà proprio nel vostro giardino, distruggendo tutto il prato, rompendo la rampa delle scale, il muretto dei vicini e vaporizzando il loro cane. Meglio, tanto non faceva che abbaiare. Vi toccherà rifare il prato.


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Qui nella foto una splendida cartolina della cittadina locridea di Samo con i “ruderi di Precacore”. Un patrimonio inestimabile di cui molti di noi non hanno contezza, una zona da rivalutare che può decisamente puntare sul turismo culturale per cercare di rivitalizzare la nostra asfittica economia.

Una coppia d’oro della nostra Calabria: Nonna Cata dal Mirto di Siderno e Ciccio Carere da Polistena, i due sono pronti con il nuovo disco. Qui le prove generali

Partenza per Roma e per Piazza San Giovanni, dove era in programma la loro esibizione al “concertone” del primo maggio. Ecco a voi il team dei Taranproject (senza Mimmo Cavallaro) che però si sono poi “ritrovati”davanti a circa trecentomila persone per una travolgente “Stilla Chiara”che ha mandato tutti in visibilio. A grande richiesta, la locride ancora una volta protagonista nel cuore della capitale, con i suoi eccellenti ritmi terzinati.

Armando da Casablanca legge con attenzione il nostro giornale, lui che è conosciuto per essere il re della distribuzione dei volantini, depliant e altro materiale cartaceo. Il nostro, non rinuncia all’appuntamento domenicale con Riviera ed aspetta con ansia di vedersi sul giornale. Eccoti. Adesso, non rimane altro che lanciare una nuova campagna pubblicitaria.

Bilancia:Il lavoro non è da meno. Da meno? Da più? Da uguale? Insomma, come va questo benedetto lavoro? E come deve andare? Se c'è si lavora troppo, se non c'è si sta disoccupati e si campa sulle pensioni. Se la matematica non è un'opinione, non si potrebbe moltiplicare il lavoro e dividere le spese?

I Quattro dell’Ave Maria Prendiamo in comodato d’uso gratuito il titolo di un celebre film, adattandolo ai nostri quattro amici della chiesa di Portosalvo di Siderno qui comodamente seduti in parrocchia a meditare. Ecco a voi, “i quattro dell’Ave Maria”: padre Eugenio, Padre Giovanni, ed i diaconi Vincenzo e Luigi.

PADRE FRANCESCO NEL CONFESSIONALE Non tutti sanno che una volta facevo il prete e, pertanto, potevo confessare i miei parrocchiani anche in abiti civili. Ecco perché, a furia di ascoltare i peccati dei benestaresi, mi sono talmente indignato da abbandonare il sacerdozio.Era il tempo delle elezioni comunali...e non vi dico i tradimenti che dovevo ascoltare. Franco Blefari

Capricorno: I miracoli possono accadere: tranquilli, non a voi.

Scorpione: gli splendori astrali vi illumineranno, tanto, ma tanto. Alla fine sarete abbronzatissimi già all'inizio di maggio e tutti vi chiederanno se siete stati alle Maldive. Il successo lavorativo potrebbe arrivare a travolgervi: sperate che abbia una buona assicurazione RCA.

Acquario: Interludi amorosi balsamici: una tresca col parrucchiere o con la sciampista? L'importante è mettere il balsamo sulle punte, per evitare tagli inappropriati. Per spegnere i vostri bollori, oltre a una lavata di testa, vi conviene fare trekking in mezzo alla natura, di notte, col sacco a pelo, alla luce della Luna.

Sagittario: L'amore vi fa vibrare come fasce anticellulite, o fate voi cosa, ma senza essere troppo osé. Se la fascia anticellulite si rompe, va cambiata. Cambiate anche voi. Se la carne è debole e anche tanta, mettetevi a dieta, o diventate vegetariani.

Pesci: Siete completamente spiazzati: difatti vi siete trasferiti in una campagna con quattro case e un forno, dove l'unica piazza è il cortile della chiesetta, peccato che siate pastafariani. Ma sì, è ora di cambiare aria, cercarsi un nido nel mondo, un posto dove parenti e amici (falsi) non vi cerchino, dove non esiste il telefono, non c'è wi-fi e neanche l'adsl lenta.


È

stato il primo cantante calabrese ad avere un ruolo significativo nell'Opera Popolare “Notre Dame de Paris”, musicata da Riccardo Cocciante e prodotta da David Zard. Con i suoi 24 anni, è stato il più giovane al mondo ad interpretare il ruolo di Frollo, l'Arcidiacono della Cattedrale. Ventisettenne, originario di Gioiosa Jonica, Nizzardo si è fatto conoscere dal pubblico televisivo grazie alla partecipazione e alla vittoria finale nel programma “Uno Mattina in Famiglia” Rai 1 nel Concorso “Conservatori a Confronto”, nel quale rappresentava il Conservatorio “Francesco Cilea” di Reggio Calabria. Si è diplomato, col massimo dei voti, all'Istituto per Odontotecnici, ma la sua passione più grande è sempre stata il canto. Sin da quando era bambino, dall'età di sei anni, lo ha studiato costantemente, a partire dall'Accademia Chopin di Catanzaro Lido. Questo suo amore lo ha portato ad iscriversi al Conservatorio “F.Cilea” di Reggio Calabria, dove ha studiato come Baritono, sotto la guida del M° Serenella Fraschini e si è diplomato col massimo dei voti, Lode e Menzione d'Onore. Anche se giovanissimo, vanta un curriculum di tutto rispetto. E' stato vincitore di moltissimi premi e insignito di tanti riconoscimenti in tutta Italia. Musical e Lirica, ma non solo. Vincenzo Nizzardo, grazie alla casa di produzione discografica Mac Rey International curata dai figli del Maestro Franco Reitano, riesce a far emergere anche altre sfaccettature della sua fantastica voce, ed è pronto ad emozionare il pubblico che ha già mostrato di apprezzarlo, con un album di musica leggera. Durante il suo percorso artistico ha avuto

la fortuna di incontrare grandi Artisti dai quali ha potuto trarre notevoli insegnamenti. E' rimasto affascinato nel riscontrare la naturale gentilezza, l'umiltà e non ultima la grande professionalità che contraddistinguevano il grande cantante Mino ed il Maestro Franco i quali hanno creduto in lui ed insieme hanno vissuto momenti unici ed indimenticabili che hanno contribuito a fargli amare e credere nel sogno di chi, come Vincenzo vive, con grande "rispetto", la passione smisurata per la musica. Poi l'incontro con i figli del Maestro Franco Reitano (Angela, Rocco, Enzo e Mino) che hanno reso possibile la realizzazione del progetto “Ogni oltre limite” che rappresenta il coraggio di non mollare, la forza della musica e delle parole per non dimenticare le origini e i sacrifici compiuti. Il CD comprende 11 Brani, di cui n° 5 composizioni scritte dal Maestro Franco Reitano, fra cui “Ma ti sei chiesto mai”, interpretato a Sanremo 1992 dal fratello, grande cantante Mino Reitano; “Oltre ogni limite” e “Il freddo d'inverno” brani scritti da Vincenzo con A. Gallelli e “Intermezzo (per me)” musicati da Enzo e Rocco Reitano così come “If you stay” interpretato in lingua inglese. Sono presenti due meravigliose liriche del repertorio classico italiano riarrangiate insieme ad Enzo Reitano in chiave moderna e radiofonica “Non ti scordare di me” e “ Musica proibita”. Un esperimento per avvicinare il classico ai giovani, pur rispettando le versioni originali. Il prossimo 5 maggio si terrà presso il Palazzo Amaduri di Gioiosa Ionica la conferenza stampa di presentazione del suo primo album dal titolo “Oltre ogni limite”. Dal 11 maggio poi sarà possibile trovare il cd distribuito nelle edicole della provincia di Reggio Calabria.


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