LA CONTROCOPERTINA
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DOMENICA 01 MAGGIO
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ROSARIO ROCCA è cuncediri grazii è fatta apposta/ e d’ogni guerra la paci nci’ aggiusta/ sta Santa Matri l’avvocata nostra… sono i versi di un canto antico, forse quanto la storia di un viaggio. Della corsa di un carro. Perché la Madonna approdò alla Grotta di Bombile, si narra, su un carro. Secondo una leggenda tramandata nei secoli, dopo un lungo e travagliato viaggio nelle acque del Mediterraneo, raggiunta la terraferma, la statua venne affida-
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Bombile L’eco lontano di un carro...
Tutto è pronto per la festa che vedrà oggi migliaia di pellegrini giungere a Bombile a rendere omaggio alla MadonnadellaGrotta,la Madonna che dopo un lungo e travagliato viaggio nelle acque del Mediterraneo giunse in paese su un carro trainato da buoi.
ta a un carro trainato da buoi che la condusse a Bombile, nell’entroterra di Ardore, in una località detta Grottella. Tanto che fino a qualche tempo fa, durante la veglia della vigilia della Festa, di quel carro si sentiva ancora l’eco. In alabastro, materiale roccioso candido e lucido, la statua è di una bellezza minuziosa e incantevole. Sembra che già agli inizi del XVI secolo, per mano di un eremita agostiniano, Jacopo da Nicotera, si iniziò a scavare nella grotta dove, dopo qualche anno, vi fu collocata. Dopo la devastante frana del maggio del 2004, la statua della Madonna, incredibilmente rimasta integra, a differenza di tutto il resto, è stata riposta nella chiesa dello Spirito Santo, più piccola del Santuario della Grotta, ma gradevole e suggestiva. Come la piccola piazza adiacente. Affissa alla parete della casa immediatamente accanto, vedo l’insegna della sede dell’Associazione “Madonna della Grotta”, lì incontro Iolanda, Maria, Caterina e Bruna, delle ragazze del paese che mi parlano della loro attività di volontariato che offrono alla Madonna e a testimonianza della vocazione mariana che lì, in quel luogo, a Bombile, sembra si percepisca in ogni, anche minimo, particolare paesaggistico. Il centro storico, così come l’ingresso della Chiesa, è già ornato con fiori e bandierine colorate, le bancarelle con mustaccioli, cd e occhiali da sole iniziano ad occupare i bordi delle vie. Tutto è pronto per il primo maggio, giorno in cui migliaia di pellegrini in onore della Madonna della Grotta, si uniscono alle pochissime anime ormai rimaste in paese, qualche centinaio mi dicono. Pochi passi dietro la Chiesa vi abita una signora anziana, la più anziana del paese. Si chiama Carmela, Melina per gli abitanti del piccolo centro. I suoi familiari mi accolgono con gioia e semplicità. Mi colpisce, nella camera in cui l’anziana signora passa le sue giornate, una radio sulla sedia vicino al letto. Melina mi dice che ascolta ogni mattina la messa, il comunicato e poi anche tante canzoni. 102 anni, lucida, discreta e piacevole. Bella, come i suoi anni. Come la giovinezza che custodisce nei suoi occhi, scavati dalla profondità del tempo. Ma curiosi e leggiadri, come il tempo che ama raccontare. Mi racconta che lei è l’ultima persona che ha avuto la fortuna di sentire il rumore del carro. Non ricorda bene l’anno, ma è certa che era mezzanotte in punto. “Cotrari, cotrari sentiti, staci passandu u carru”, il ricordo di quella notte la commuove ancora, come il racconto dell’atmosfera gioiosa che accompagnava i giorni di festa. “A Bombile arrivava tutta Cittanova, tutta Locri, Ciminà e i paesi vicini”. I pellegrini si fermavano fino a tre o quattro giorni, prendevano delle case in affitto e venivano calorosamente accolti dalla gente di Bombile, gli venivano consegnate persino delle pen-
Melina, 102 anni - lucida, discreta e bella, come i suoi anni racconta che è stata lei l’ultima persona ad avere la fortuna di sentire l’antico rumore del carro. tole per cucinare tutto quel ben di Dio che si portavano dietro. File di genti in pellegrinaggio venivano a piedi, attraversavano la fiumara, e le donne, mi racconta, portavano i bambini in cesti ben riposti sul capo. Cesti appena dondolanti, “comu na naca”. Melina, con il suo racconto appassionato, ci riporta indietro nel tempo di molti decenni, e ci conduce in un largo dell’antica Bombile, poco prima dei centoquarantuno gradini che portavano all’ingresso del Santuario. Quell’immagine mi ricorda le scale che Eugenio Montale rievoca attraverso il ricordo della moglie defunta. Chissà quante generazioni di ragazzi le hanno scese tenendo il braccio della donna amata. E quanti sogni, quante speranze di vita serena e di guarigioni da malattie hanno sceso quei gradini! Ma in quel largo, ricorda Melina, c’era anche una bottega, dove nei giorni di festa, i giovani del tempo si ritrovavano a suonare e cantare canti religiosi, ma anche muttette e stornelli. E ci racconta di un giovane alto e di bell’aspetto, veniva da Cittanova tutti gli anni e lo chiamavano u Zziglia: la sua voce intonata e forte era l’intrattenimento preferito della generazione di Melina. Un ricordo dolce che Iolanda e le ragazze di Bombile amano accarezzare e custodire, come il loro grande sogno di ritornare un giorno, insieme alla loro Madonna, nel Santuario della Grotta e di poter scendere ancora quei gradini. Chissà se un giorno, a mezzanotte in punto, nella vigilia del dì di festa, qualcuno, tra fede e incanto, riuscirà a sentire l’eco della corsa di un carro!
ATTUALITÀ
SOCIETÀ
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DOMENICA 01 MAGGIO 4
Bernardo Polverari e Aldo De Leohanno due storie molto differenti, eppure il 6 Maggio riceveranno entrambi il Gelsomino d’Oro, un riconoscimento che non poteva non essere consegnato a due personaggi che hanno indubbiamente fatto la storia di Siderno.
Gelsomino d’Oro:
L’impegno paga sempre arà un Gelsomino d’Oro anticonvenzionale, quello che verrà consegnato il 6 Maggio, alle 18:30, al Marconi di Siderno. Il premio, che la Pro Loco aveva già stabilito di conferire all’ex dirigente dell’Ufficio del Lavoro Aldo De Leo, verrà infatti consegnato contestualmente a Bernardo Polverari, nostro concittadino che ha lasciato molti anni fa il cuore nella propria Calabria per cercare lavoro (e fortuna) a Roma. Oggi, Polverari ricopre l’importante incarico istituzionale di Capo di Gabinetto del Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione del Governo Renzi Marianna Madia, ruolo che contribuisce a tenere alto il buon nome della nostra terra anche fuori dalla Calabria. De Leo, invece, ha deciso di rimanere a Siderno in tutti questi anni, contribuendo alla crescita economica e sociale della propria città innanzitutto come presidente della Pro Loco, oltre che come dirigente dell’Ufficio del Lavoro. Li abbiamo contatti per conoscerli un po’ meglio e sentire che consigli possono dare a chi vuole seguire le loro orme. Che emozioni ha provato quando ha saputo che era stato fatto il suo nome per il Gelsomino d’Oro? Polverari: Ho un legame molto forte con il mio Paese di origine, dove abitano i miei genitori e dove cerco di tornare appena possibile. So che, anzitutto per loro, il conferimento
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del Gelsomino d’oro è un grande motivo di orgoglio, anche pensando alla personalità di coloro che lo hanno ottenuto prima di me; dal mio punto di vista, questo riconoscimento significa un apprezzamento per un impegno imparziale e costante nelle istituzioni, che credo sia stato valutato positivamente anche dalla amministrazione comunale. In questo impegno, personalmente, mi pongo sempre l’obiettivo di non far mancare – pur con tutti i limiti che derivano dalla complessità della macchina amministrativa statale e locale – un lavoro di confronto e interlocuzione con tutte le realtà che vogliono risolvere i problemi, al servizio dei cittadini. De Leo: Sorpresa e soddisfazione. Sorpresa perché non mi aspettavo assolutamente che per un riconoscimento del genere venisse indicato il mio nome; e soddisfazione per il riconoscimento al lavoro svolto assieme agli amici della Pro Loco per promuovere la nostra città. Bernardo Polverari, ha cominciato il suo percorso dal Liceo Classico di Locri ma, dopo anni di studio e sacrifici ha ottenuto l’invidiabile incarico di Capo Gabinetto del Ministro Madia. Quali difficoltà ha
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PARTITODASIDERNO QUANDOERAAPPENAMAGGIORENNE,
PARTITODASIDERNO
Sono davvero convinto che ognuno possa partecipare allo sviluppo del proprio territorio, semplicemente mettendo il massimo impegno in quello che fa.
dovuto affrontare Bernardo, il ragazzo di provincia che oggi ricopre un ruolo così importante? Le difficoltà che incontrano tutti i giovani, non solo meridionali. In più rispetto agli altri, i nostri giovani, consapevoli dei problemi del Meridione, cercano di dare un contributo aggiuntivo, a prescindere dal loro ruolo. Sono davvero convinto che ognuno possa partecipare allo sviluppo del proprio territorio, semplicemente mettendo il massimo impegno in quello che fa. L’incarico di Capo Gabinetto, in fondo, è transitorio e legato a un vincolo di diretta collaborazione col Ministro, ma quello che è importante è credere sempre che l’impegno sul lavoro sia anzitutto un servizio per la collettività piuttosto che un mezzo per accrescere la propria posizione personale. Aldo De Leo, ha svolto molti importanti compiti pubblici nella nostra città, tra i quali dirigente dell’Ufficio del Lavoro e presidente della Pro Loco. Qual è il periodo che ricorda con maggiore affetto e come spera di aver contribuito allo sviluppo di Siderno? Sono stato per circa quarant’anni responsabile dell’Ufficio del Lavoro
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Come presidente Pro Loco ho avuto la possibilità di manifestare le mie qualità di cittadino innamorato di Siderno istituendo iniziative per darle prestigio.
di Siderno e spero di avere lasciato un buon ricordo tra i cittadini, specie tra quelli meno fortunati verso i quali mi sono sempre prodigato per cercare di andare incontro alle loro aspettative. Nella qualità di presidente della Pro Loco ho avuto la possibilità di manifestare le mie qualità di cittadino innamorato della propria città istituendo tante iniziative per dare prestigio alla nostra amata Siderno. In tempi così difficili c’è ancora speranza per la Locride e i suoi giovani? Che consigli si sente di dare alla sua terra e a chi non la vuole lasciare? Polverari: Forse sono la persona meno adatta a rispondere, perché ho lasciato il mio paese a 18 anni e avverto comunque la difficoltà di non avere proseguito la mia vita in Calabria, a differenza dei miei genitori, che ci hanno costruito i loro progetti lavorativi e non. Mi sento, però, di dire che – nella propria terra di origine o al di fuori di essa – il vero segreto è avere l’umiltà di imparare dalle esperienze, sia positive che negative, senza farsi travolgere dalla sfiducia e impegnandosi con costanza e convinzione, perché le occasioni per crescere arrivano sempre. De Leo: In tempi difficili non bisogna perdere la speranza in tempi migliori, sarebbe la fine della nostra civiltà. Dobbiamo sempre sperare che il vento cambi direzione. L’avvenire è nelle mani dei giovani, se loro se ne vanno sarà dura. Speriamo nell’avvento di una nuova classe politica che saprà dare una svolta allo sviluppo del Mezzogiorno. Jacopo Giuca
GIUDIZIARIA
I tentativi di condizionamento dell’attività politica locale Nell’ambito dell’indagine “Parola d’onore” un capitolo della sentenza è dedicato ai tentativi di condizionamento dell’attività politica locale, che riguarda specificatamente i rapporti tra candidati e soggetti ritenuti vicini a consorterie della ’ndrangheta operanti tra la bassa Locride e il Melitese. Uno degli inquirenti conclusa l’illustrazione delle indagini svolte sullo specifico versante dei danneggiamenti, approdava al più delicato capitolo riguardante i rapporti del clan con la politica locale e i tentativi di infiltrazione nell’amministrazione comunale, strumentali al preciso obiettivo di conseguire un più diretto controllo delle relative scelte gestionali. Su questo fronte, il teste rimarcava preliminarmente che la parte più significativa degli elementi raccolti proveniva, ancora una volta, dall’attività di monitoraggio dell’abitazione di C.C.B., nonché delle autovetture e delle utenze in uso a
I.M.. Quanto alla prima, quel luogo era sistematicamente teatro di vere e proprie riunioni a sfondo politico-elettorale, nel corso delle quali venivano discusse candidature e pianificate le opportune strategie di sostegno ai candidati appoggiati in diverse competizioni elettorali. Il padrone di casa, d’altronde, non esitava in queste occasioni a fare sfoggio delle sue penetranti conoscenze del sistema politico locale e delle regole a cui lo stesso risultava informato, declamando (o, più verosimilmente, almeno in qualche caso, millantando) rapporti amicali con esponenti, anche in vista, della politica regionale e nazionale nonché vantandosi dell’altissima considerazione in cui egli era tenuto ogni qualvolta c’era da perorare la causa di qualche candidato in competizioni elettorali di qualsivoglia livello. Può già anticiparsi, a tale specifico riguardo, come non fossero certamente i ‘meriti’ di natura profes-
sionale o più squisitamente politica ad aver fatto assumere al C. la decantata posizione di rispetto e di ‘stima’ da parte della classe politica, solita presentarsi al suo cospetto per invocare sostegno in vista di qualche tornata elettorale, dovendo invece certamente rintracciarsi le ragioni di una siffatta ‘reputazione’ in fattori estranei alla politica, ed inerenti invece alla sua specifica caratura nell’ambiente della criminalità organizzata, in seno al quale egli poteva intercettare e veicolare nella direzione ritenuta più utile un rilevante numero di voti. Si colloca perfettamente in questo scenario la vicenda relativa alla sponsorizzazione della candidatura alle elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale di A.S., poi arrestato nell’operazione ‘Bellu lavuru’. Più in dettaglio, le indagini consentivano di accertare che il sostegno di C.C. era stato sollecitato da G.L., il quale, sfruttando la sua conoscenza con
tali I. e R., aveva compulsato la convocazione di un incontro nel corso del quale caldeggiare la predetta candidatura e, quindi, concertare le più opportune strategie di appoggio dell’A.S.. Per come rilevato in sentenza: “l’attività tecnica di intercettazione consentiva dapprima di registrare una serie di contatti tramite cui si concordava un incontro, che si sarebbe svolto di lì a mezzora e, quindi, all’orario convenuto, di rilevare la presenza di alcuni soggetti nell’abitazione monitorata, ove aveva corso una lunga riunione, in esito alla quale l’A.S. formalizzava la sua richiesta di sostegno elettorale, incontrando l’adesione del C., il quale peraltro manifestava la sua disponibilità ad impegnarsi in tale direzione nella misura del 90%, non potendo evidentemente garantire un appoggio completo in ragione della presenza, per quella tornata elettorale, di alcuni paesani, con conseguente fisiologica dispersione di un certo numero di voti”.
RIVIERA
Politica
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In qualità di“cronista storico”di questa assemblea dei sindaci, che ha seguito senza eccezione tutte le riunioni dal 1998, posso affermare di aver creduto davvero che potesse cambiare il nostro futuro, ma oggi non posso più illudermi. L’associazione dei sindaci della Locride è morta.
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PRESENZE DEI SINDACI NELLE SEDUTE DEL 15-21-26 APRILE 2
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4 PAESI MAI ATTIVI: PALIZZI, RIACE COMUNI COMMISSARIATI: AFRICO, BOVALINO, CAMINI, PLATÌ, SAN LUCA FUORI SEDE: CIMINÀ, PORTIGLIOLA, MARTONE SEMPRE ASSENTI: BRANCALEONE, BIVONGI, BRUZZANO, GERACE, MARINA DI GIOIOSA, ROCCELLA, CANOLO, CARAFFA DEL BIANCO, PLACANICA, STAITI, STILO PRESENTI UNA VOLTA: ANTONIMINA, FERRUZZANO, GIOIOSA JONICA, MAMMOLA, SAN GIOVANNI DI GERACE, SAMO, SANT’AGATA DEL BIANCO PRESENTI DUE VOLTE: SIDERNO, BENESTARE, CAULONIA, SANT’ILARIO DELLO JONIO, AGNANA, PAZZANO, BIANCO, STIGNANO, GROTTERIA, ARDORE SEMPRE PRESENTI: LOCRI, CARERI, MONASTERACE, CASIGNANA
L’associazione d della Locrid E ROSARIO VLADIMIR CONDARCURI
bbene sì, questa volta ci avevo creduto. Ho creduto che finalmente si stesse prendendo la strada giusta, che, finalmente, chi rappresenta il territorio avesse trovato il mezzo per far decollare l’idea di una Locride bella. Ho creduto che stesse iniziando un percorso che avrebbe lasciato ai nostri figli una Locride migliore di quella che abbiamo trovato noi. E invece sono qui a fare la cronaca di una sconfitta, l’ennesima, per un territorio che non si vuole bene. Ma passiamo alla cronaca. È iniziato tutto lo scorso 5 aprile, durante l’assemblea dei sindaci, dopo che il presidente del comitato Giuseppe Strangio, alla fine della discussione del primo punto all’ordine del giorno relativo alla visita della commissione antimafia a Locri, si era già allontanato dalla
sede dell’incontro. Un irritato Aldo Canturi, sindaco di Bianco, ha richiamato il presidente Imperitura, reo di aver lasciato che la questione venisse chiusa senza una sintesi. A partire da quel momento, gli interventi dei sindaci sono diventati sempre più vigorosi e, col crescere del fervore, si intravedeva comunque un’unità d’intenti, che sarebbe culminata nella proposta finale, avanzata dai sindaci di Siderno e Locri seguito da altre due ore di discussione, di portare a Roma il grido di dolore del territorio davanti a Palazzo Chigi il successivo 3 maggio. Questa scelta è stata la maturazione di una serie di eventi che è doveroso ricordare brevemente. Lo scorso ottobre la grande manifestazione di Locri in difesa dell’ospedale, ha visto per la prima volta sul territorio la partecipazione di diecimila persone impegnate a reclamare il medesimo diritto. Due mesi più tardi l’incontro con il viceministro Bubbico, che doveva discutere anche di quanto avve-
nuto all’inizio dell’autunno, si è rivelata un’esperienza deludente per molti sindaci. A gennaio inizia la battaglia per l’impianto di separazione di Siderno insieme al consorzio Locride Ambiente, che mette in evidenza un’altra urgenza territoriale da affrontare e contribuisce a velocizzare i tempi per l’incontro del 7 marzo alla Regione con il presidente Oliverio, per costituire il tanto reclamato tavolo permanente per la Locride. Ma torniamo al viaggio del 3 maggio. Per preparare la “marcia su Roma” si rivela immediatamente necessario preparare degli argomenti da trattare nel caso in cui qualche esponente di Palazzo Chigi si riveli disposto a ricevere i nostri primi cittadini, motivo per il quale viene indetta una prima riunione del comitato allargato per il successivo 15 aprile. È in questo momento che inizia la caduta libera. In quella prima riunione, infatti, sono presenti solo 9 sindaci anche a causa dei contemporanei festeggiamenti, a
SETTIMANALE
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ULTIMA ORA LA MONTAGNA HA PARTORITO IL TOPOLINO È giunto oggi ai sindaci l’atto aziendale dell’ASP,argomento di più riunioni, di più incontri dell’asso comuni, argomento fondamentale dell’ormai naufragata manifestazione romana dei sindaci della Locride. L’atto arriva a firma del presidente dei sindaci all’interno dell’Azienda Sanitaria Provinciale, PinoVaracalli. Piace constatare che il futuro della sanità della Locride sia quindi affidato a qualche pagina prodotta dal successore di Riccardo Ritorto, dimissionario per lo scioglimento del comune di Siderno nel 2011, al quale ilVaracalli, sindaco di Gerace, è subentrato, come presidente dell’organismo appunto, malgrado il singolo voto ricevuto durante l’elezione. L’aver ricevuto il documento preconfezionato da un solo elemento dell’associazione dei comuni decreta e ribadisce ulteriormente il fallimento di quell’associazione di sindaci sulla quale avevamo riposto tante speranze.
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COVER STORY
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dei sindaci deè morta Roccella, per gli ottanta anni di Sisinio Zito. L’incontro si risolve con un nulla di fatto, anzi, i due presidenti si svincolano dall’organizzazione del viaggio. Imperitura perché in partenza per un incontro istituzionale in Australia, Strangio perché impegnato con la composizione delle liste per le elezioni amministrative di giugno. I comuni di Siderno e Locri vengono delegati a organizzare la successiva riunione, che è convocata la settimana successiva, il 21 aprile. Anche in questa occasione, tuttavia, il numero dei presenti non garantisce il raggiungimento della maggioranza. Ci sono solo 15 sindaci, un numero che inizia a far traballare l’entusiasmo iniziale. Nonostante si svolga comunque una discussione giudicata dai più costruttiva, risulta inevitabile l’aggiornamento al successivo 26 aprile sempre al comune di Siderno, sede dell’associazione. Il mancato aumento delle presenze anche in questo caso dimostra che qualche equilibrio è saltato nell’associazione dei sindaci e che evidenzia chi
È durante la preparazione della “marcia su Roma”che ha inizio la caduta libera dell’Assocomuni e che, visti i numerosi assenti, comincia a traballare l’entusiasmo iniziale.
era veramente convinto che il viaggio a Roma potesse dare risultati concreti. I primi interventi di quella sera hanno immediatamente evidenziato questo dato, facendo vertere la discussione sulla cancellazione del viaggio e sull’ormai evidente venire meno dell’unità dei sindaci. È la sconfitta definitiva dell’Assocomuni, tanto più che il confronto sugli interventi territoriali sfocia in una critica forte verso i vertici della associazione stessa e qualcuno esplicita ciò che ormai tutti hanno dinanzi agli occhi: l’associazione è un peso morto. Come se non bastasse, il comprensorio sembra poter vivere un momento di svolta grazie ai nuovi mercati che si stanno aprendo sul Mediterraneo e con il potere trainante di Puglia e Basilicata, le cui economie sono in rapida ascesa. La Regione Calabria, inoltre, è politicamente stabile, la nascita della Città Metropolitana è ormai cosa fatta, la costituzione del nuovo GAL promette di finanziare aziende del settore agroalimentare
per 5/6 milioni e a Locri sta finalmente prendendo forma il portale turismolocride.it, che promette di aprire una finestra sul territorio. Nonostante tutto questo, l’evolversi degli eventi dimostra che chi dice che il problema della Calabria sono i calabresi, forse, non ha tutti i torti, perché la manifestazione dei sindaci a Roma era una cosa seria, la dimostrazione che era stata imboccata la strada utile a trovare un’unità di intenti. Il problema, invece, si è rivelato proprio questo: la mancata unità dei sindaci, che rischia adesso di ripercuotersi anche sulla costituzione della Città Metropolitana che si sentirà così ancora più legittimata ad avere un’impostazione reggiocentrica. Com’è possibile che i nostri primi cittadini si ostinino a non comprendere che la loro disorganizzazione fa comodo a Reggio, fa comodo alla Regione e a tutta la politica che si sente così meno colpevole ad abbandonarci a noi stessi? Cosa fare, adesso?
La delusione è forte e sono poche le soluzioni utili a uscire da questa situazione senza farsi troppo male. Sarebbero sicuramente utili le dimissioni di Giorgio Imperitura e Giuseppe Strangio, magari corredate dalle scuse per aver rubato il futuro alle generazioni che cominciano oggi a fare la storia di questa terra. Altro passo potrebbe essere quello di dichiarare definitivamente chiusa questa associazione. Vedo solo due possibili soluzioni, la prima affidare ad ex amministratori una guida politica di un organismo molto più snello, come seconda ipotesi la guida affidata alle comunità più popolose. In qualità di “cronista storico” di questa assemblea dei sindaci, che ha seguito senza eccezione tutte le riunioni dal 1998, posso affermare di aver creduto davvero che potesse cambiare il nostro futuro, ma oggi non posso più illudermi. L’associazione dei sindaci della Locride è morta.
18 GENNAIO 2015
9 AGOSTO 2015
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LA STORIA
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DOMENICA 01 MAGGIO
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Nel 2009 Pino e Silvana decidono di adottare dei bambini. Dopo aver predisposto una complessa documentazione, ottengono l’idoneità all’adozione internazionale e così Iolanda, Mario e Edvin,tre bambini lituani fratelli fra loro, potranno avere finalmente una famiglia. Ma nel 2015 un terremoto si abbatte nelle loro vite...
“Non ho più una famiglia perchè dicono che sono violento. Senza uno straccio di prova” Pino ha esposto il suo dramma anche al Procuratore della Repubblica di Locri, Luigi D’Alessio, ma è ancora in attesa di una risposta.
MARIA GIOVANNA COGLIANDRO “Hanno distrutto la vita a me e alla mia famiglia, stanno commettendo una cattiveria, un’ingiustizia, un errore immenso”. Ha lo sguardo spento Pino Sansotta quando arriva in redazione. La disperazione ha ceduto il passo alla sfiducia nel genere umano. È stanco di sentirsi ripetere “vedremo”, “le faremo sapere”, “la ricontatteremo a breve”. Ha esposto il suo dramma persino al Procuratore della Repubblica di Locri, Luigi D’Alessio, e anche da lui aspetta una risposta. Nel 2009 Pino insieme alla moglie Silvana decide di adottare dei bambini. Dopo aver predisposto una complessa documentazione, ottengono l’idoneità all’adozione internazionale e così Iolanda, Mario e Edvin, tre bambini lituani fratelli fra loro, potranno avere finalmente una famiglia. “Ricordo benissimo la prima volta che li incontrai a Vilnius e la prima volta che entrarono a casa nostra. Si ambientarono subito e da subito non facemmo mancare loro l’affetto di cui avevano più bisogno”. Fra alti e bassi ma senza particolari problemi trascorrono quasi 6 anni di vita felice insieme ai ragazzi e 15 anni di vita matrimoniale con Silvana, fino al 31 marzo 2015. “Quel giorno Iolanda compie 18 anni, organizziamo per lei una festicciola in casa. Il giorno dopo scompare senza farci sapere nulla. La rintracciamo dopo una decina di giorni a Maierato, in provincia di Vibo, a casa di un suo presunto fidanzato, di cui non sapevamo nulla, e ci comunica di non voler tornare più a casa”. Nei giorni e nei mesi successivi Pino e la sua famiglia continuano a mantenere i contatti con Iolanda. Finiranno per farsi una ragione della sua scelta e, pur non condividendola, iniziano a credere che l’importante sia che lei stia bene. Ma il 21 luglio 2015, in seguito a un banale rimprovero di Silvana, Mario il secondo figlio, probabilmente indotto dalla sorella e da qualcun altro, scappa anche lui di casa. “Si reca presso la caserma dei carabinieri di Locri i quali, senza avvertirci o verificare nulla – racconta Pino – verbalizzano dichiarazioni di Mario che riferisce di presunti maltrattamenti miei e di Silvana. Noi nel frattempo, insieme a Edvin, vagavamo da 24 ore cercando Mario per mare e per monti, dal momento che i carabinieri non ci avevano detto che si trovava con loro. Alla fine decidiamo di recarci in caserma per segnalare la scomparsa ma veniamo accolti con grande arroganza e atteggiamento ostile. Ci viene comunicato che Mario era lì e che presto avremmo potuto riaverlo”. Dopo aver
atteso per circa tre ore in uno stato di sconforto e per di più sopportando provocazioni, senza poter vedere Mario e senza che venisse notificato nulla, a Pino e Silvana viene comunicato che si era provveduto ad affidare provvisoriamente il ragazzo a una famiglia. “Un terremoto improvviso si abbatte nella nostra vita. Immediatamente denuncio in caserma stessa il sopruso che si sta commettendo e contemporaneamente mi metto in contatto con il tribunale dei minorenni. Il giorno seguente – continua Pino – viene predisposto un provvedimento di allontanamento provvisorio per Mario, il quale viene affidato a una famiglia e il tutto viene trasmesso al tribunale minori. Nei giorni seguenti Pino, mentre dal commissariato di Locri riceve rassicurazioni sul fatto che presto si risolverà tutto per il meglio, scopre che dallo stesso commissariato vengono trasmesse al tribunale dei minori varie relazioni di servizio in cui i carabinieri, racconta, “per giustificare il loro indegno operato scrivono tutta una serie di cose false descrivendomi come una persona violenta che si è anche resa protagonista di reati gravi, senza però portare prove, riscontri o altro”. Pino ritiene che sia stato emesso un giudizio e una sentenza di colpevolezza senza prove e senza processo, oltre che senza averne titolo. “Successivamente come conseguenza di questo provvedimento di allontanamento di Mario predisposto dai carabinieri, il tribunale dei minori senza
ascoltarci, nonostante varie mie richieste e una complessa memoria prodotta, ancora una volta senza acquisire alcun elemento di riscontro e senza alcuna prova, emette un nuovo provvedimento con il quale ci sospendono la patria potestà su Mario e anche su Edvin per presunti maltrattamenti. I ragazzi vengono affidati a una casa famiglia di Melito Porto Salvo e ci viene vietato categoricamente a me e Silvana di poter aver con loro qualsiasi contatto. Ci viene concessa una sola telefonata a settimana e non con Mario ed Edvin bensì con gli operatori. E questo solo a causa di vergognose relazioni redatte dai carabinieri”. Il provvedimento è stato eseguito il 18 agosto 2015 e in lacrime Pino e Silvana sono stati costretti a consegnare il piccolo Edvin di 12 anni agli assistenti sociali. “Da allora in nove mesi abbiamo potuto vedere Mario e Edvin per tre ore in tutto, in tre incontri di un’ora. Ho sbagliato quel maledetto giorno a consegnare Edvin; ero convinto che si sarebbe risolto tutto in breve tempo, se avessi saputo di questo incubo sarei scappato con Silvana e Edvin, rischiando forse ma rimanendo insieme”. Verso fine agosto, tramite gli avvocati che si sono da subito mossi per il procedimento presso il tribunale dei minori, Pino e Silvana entrano in possesso del fascicolo. Da qui apprendono che tutto era cominciato dopo la fuga di Iolanda: pochi giorni dopo essere andata via di casa, aveva denunciato presunti maltrattamenti. Aveva dichiarato che non le si garantisse il cibo, l’i-
struzione e il divertimento. “Apprese le presunte accuse, per confutarle, ci siamo subito premurati, tramite gli avvocati, di produrre una copiosa documentazione da consegnare al tribunale dei minori e in procura a Locri: certificati medici tutti positivi, dichiarazioni di regolare frequenza scolastica e pagelle, diari e quaderni scritti dai nostri figli che dicono che stanno benissimo in famiglia, foto e diari di vari viaggi fatti in 6 anni, un elenco di ben dodici persone che frequentavano regolarmente casa nostra disponibili a testimoniare il clima di serenità famigliare, oltre le sei relazioni post adozione dei servizi sociali tutte positive”. Dopo varie richieste, a distanza di mesi, Pino e Silvana vengono ascoltati per ben tre volte sia dal presidente del tribunale minori Di Bella che dai giudici onorari i quali si mostrano convinti dell’assurdità delle accuse. Ritengono si tratti solamente di un problema psicologico di Iolanda e Mario legato all’abbandono materno. “A parole dicono di capire ma in concreto in 9 mesi non hanno fatto nulla se non distruggere una famiglia, rinchiudendo Mario ed Edvin in una struttura che è come un carcere e dietro cui si nascondono interessi economici importanti. La Regione Calabria, infatti, paga una retta giornaliera di circa 70 euro per ogni ragazzo, perciò per Mario e Edvin la casa famiglia ottiene una cifra mensile di oltre 4.000 euro. I nostri amati figli sono diventati strumento per far soldi”. Attualmente Pino e Silvana sono alle prese con uno psicologo che, però, pare sia in stretto contatto con la casa famiglia che ospita Mario e Edvin e pertanto non sembra interessato a farli uscire da questo dramma. “Dice una cosa e ne fa un’altra e ne relaziona un’altra ancora!”. Pino sostiene che se verranno provati i presunti maltrattamenti di cui sono accusati lui e la moglie, è giusto che vengano loro tolti i figli e che siano anche processati, diversamente, considerato che nessuna prova concreta è emersa e che numerose prove documentali attestanti il contrario sono state presentate, devono essere restituiti loro i figli immediatamente. “Mario e Edvin stanno perdendo il loro futuro rinchiusi ingiustamente in quella specie di carcere. Abbiamo bisogno di essere aiutati a riprenderci le nostre vite. Non ho intenzione di rassegnarmi – conclude Pino. – Per fermarmi devono restituirmi i miei figli oppure spararmi in fronte, diversamente non riusciranno a farmi desistere. Ho dalla mia parte la determinazione e la rabbia di padre di famiglia e di uomo libero”.
ATTUALITÀ
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L’INIZIATIVA
na domenica dedicata alla prevenzione del diabete e all’informazione per gestire al meglio la patologia. L’8 maggio prossimo l’Associazione Giovani con Diabete ha organizzato presso il centro commerciale La Gru di Siderno “Stop diabete. Conoscere subito per prevenire subito”. L’iniziativa, fortemente voluta dal pediatra Francesco Mammì e ammirevolmente sostenuta da Luciano Racco, titolare de La Gru, mira a sensibilizzare la cittadinanza e fornire informazio-
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ni su prevenzione e diagnosi precoce. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel mondo sono 1milione e 500mila i decessi attribuiti ogni anno al diabete, e si prevede che nei prossimi anni i decessi aumenteranno più del 50%, divenendo la settima causa di morte nel 2030 e, nei Paesi industrializzati, la quarta dopo le malattie cardiovascolari, cerebrovascolari e tumori delle vie respiratorie. In Italia oggi oltre il 9% della popolazione adulta è affetta da
Domenica prossima aLa Gruper conoscere il diabete e prevenire subito questa patologia, mentre il 90% soffre di diabete di tipo 2, che porta gradualmente la persona a perdere la capacità di controllare l’equilibrio della sua glicemia. Questi numeri sono destinati ad aumentare nel prossimo futuro se non si mettono in pratica interventi di prevenzione. Organizzazione e qualità dell’assistenza sono le condizioni fonda-
mentali per un migliore controllo della malattia diabetica e, quindi, per una reale prevenzione e un miglioramento della qualità della vita delle persone con diabete. La maggior parte dei casi di diabete di tipo 2 può essere infatti prevenuta con un cambiamento degli stili di vita, includendo una dieta sana e almeno trenta minuti di esercizio fisico quotidiano.
A cena da Sculli La stella Michelin, Riccardo Sculli, sarà il protagonista della cena esclusiva, realizzata a quattro mani con lo chef Filippo Cogliandro, che si terrà giovedì 5 maggio alle 21 negli eleganti saloni del ristorante L’A Gourmet (dello stesso Cogliandro), nel cuore della città, a due passi dal Museo Archeologico Nazionale e dal famoso lungomare. Riccardo Sculli, primo chef stellato della provincia reggina, autodidatta i cui piatti di pesce sono considerati tra i migliori in Italia, e chef patron de Il Gambero Rosso di Marina di Gioiosa Jonica presenta, per l’occasione, un menù ricercato dal titolo “A piedi nudi
sulla sabbia”, che enfatizza la ricerca appassionata dei sapori identitari del territorio e delle acque incontaminate che bagnano le lunghe distese di sabbia della costa ionica. . “Ho fatto la gavetta e non mi vergogno a dirlo - racconta - la passione e l’amore per il mio territorio, per le sue grandi espressioni di gusto e di sapore, mi ha motivato a sperimentare, perfezionarmi. Ho fatto delle esperienze molto belle, all’Etoile e in altri contesti in Italia. Ma la mia scuola è stato il mio ristorante. La mia ispirazione è il mio territorio e lo ricerco nelle emozioni di un piatto”. La cena a quattro mani si compone di sette portate a base di pescato freschissimo, il pre-dessert, i dessert e per le coccole finali la piccola pasticceria realizzata con maestria artigianale
DOMENICA 01 MAGGIO 10
C’era una volta...
C’era una volta l’olio di oliva extravergine calabrese... Gli ultimi provvedimenti della UE, concernenti l’importazione di questo prodotto dalla Tunisia, certamente non aiutano la nostra produzione. Sono decenni che sentiamo parlare delle qualità e della bontà, in particolare, dell’olio d’oliva calabrese. Subito dopo la guerra, si può ricordare, i possessori di piccoli appezzamenti di terreno erano in molti, vantavano i "piedi" di alberi di olivo, così si diceva allora, esistenti nel loro terreno; da questi calcolavano la futura produzione del prodotto. Allora si parlava di “carico” ogni carico corrispondeva ad una certa quantità di litri. Data la mancanza di strade agevoli, il trasporto avveniva in otri (otre era la pelle di capra, tolta intera e poi rivoltata) a dorso d’asino. Quando era l’ora della raccolta, era per tutte le famiglie una festa. Si partiva presto la mattina e anche le donne contribuivano alle operazioni: le olive abbacchiate il giorno prima, venivano raccolte e poi portate al frantoio. Si rimaneva affascinati guardando il liquido dorato scorrere dolcemente e riempire i vari recipienti! La fase successiva consisteva nel constatare la qualità del prodotto. A prescindere dall’odore, dal sapore, stabilito dall’esperto assaggiatore, c’era la misurazione dell'acidità, un parametro che indica la percentuale di acido oleico. Mediante un apparecchietto, l’acidimetro, si vedeva quanti gradi quel prodotto vantava: meno gradi aveva, migliore era la qualità; fino a tre gradi era mangiabile, oltre, veniva usato per la raffineria e chiamato anche “lampante” perché si usava per le lucerne. Si parla di olio vergine, cioè estratto solo dalle olive e non miscelato ad altre sostanze. Il clima, la composizione del terreno, le piogge cadute a tempo debito, portavano a ottenere un prodotto qualitativamente ottimo per la salute umana. Alla fine della seconda guerra mondiale, il dott. P.B. White, medico personale del generale Eisenhower, notava che in Calabria c’era una bassa frequenza di malattie di cuore. Non esistendo in quel tempo, consumo di grassi per condire, burro ecc., non esistendo olio di semi (comunque ottenuto tramite procedimenti chimici e senza le stesse proprietà organolettiche dell’olio d’oliva), ognuno adoperava l’olio prodotto nel proprio terreno. Il nostro componente base della dieta mediterranea (allora obbligata) dava questi risultati. L’olio di oliva extra vergine ripulisce il sangue dal colesterolo facendolo espellere per via fecale. B.G.
GERENZA
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DOMENICA 01 MAGGIO 14
Dopo una vita dedicata al canto ma avara di soddisfazioni, Francesca Italiano, di Bovalino, sta finalmente vivendo i suoi quindici minuti di gloria grazie alla non programmata partecipazione al Video Festival Live, nel quale ha conquistato il diritto di partecipare alla finalissima del prossimo 17 maggio.
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Direttore responsabile: MARIA GIOVANNA COGLIANDRO
Francesca Italiano: un sogno che deve trasformarsi in oro “Mi sono iscritta cinque minuti prima della chiusura delle liste a causa della mia indecisione, ho passato la prima eliminatoria con il voto più alto”
a l’argento vivo addosso quando entra in redazione. Sorriso smagliante, passo deciso e compagno di vita al seguito, Francesca Italiano prende posto dinanzi a me con l’irrefrenabile voglia di raccontarmi la sua storia tanto che, più che un’intervista, il nostro incontro sembra fina dai primi istanti un monologo coinvolgente del quale posso fare solo da silenziosa spalla. Francesca è di Bovalino e ha una passione per la musica e il canto che l’ha travolta quando aveva appena otto anni. Oggi dice di non essere più giovane e, nonostante vi possa garantire che non sia così (e per galateo mi rifiuti di rivelare pubblicamente la sua età anagrafica) certo è che la sua non sia un’età convenzionale per sfondare nel mondo della musica. Eppure il sogno di Francesca, proprio in queste settimane, sta prendendo finalmente forma dopo anni di delusioni e la tentazione, emersa fin troppe volte, di dover mollare. «Nella pre adolescenza ho partecipato a moltissimi concorsi locali - mi racconta - ma il primo vero evento al quale ho preso parte è sicuramente stato il Premio Mia Martini, al quale ho partecipato a 14 anni e nel quale mi sono classificata tra i primi venticinque non senza un po’ di delusione, soprattutto considerati i complimenti che avevo strappato anche ai giudici nelle fasi eliminatorie. «Questo risultato, comunque, mi convinse a iscrivermi al conservatorio di Reggio Calabria, dove ho studiato canto con moltissima dedizione continuando a partecipare sporadicamente a qualche concorso promosso dalla scuola, dei quali il più importante è sicuramente stato l’Hit Festival di Saint-Vincent. A questo concorso, che vedeva 18mila partecipanti, ho preso parte a 18 anni e, come se si trattasse di un numero ricorrente, mi classificai tra i primi 18, risultato che mi lasciò ancora una volta dell’amaro in bocca, perché anche in questa occasione i complimenti di tutti non si concretizzarono in un risultato migliore e, anzi, mi venne addirittura spiegato che la mia posizione era stata viziata dal fatto di non aver portato una schiera di sostenitori e di essere accompagnata solo dalla mia mamma. «Non mi feci abbattere nemmeno da questa delusione e, negli anni successivi, partecipai ai provini di Amici di Maria de Filippi, non passando nemmeno la prima selezione.
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«Vedendo che questa passione non pagava e che gli anni passavano, abbandonai gli studi di canto e mi dedicai anima e corpo all’università, andando a studiare ingegneria biomedica e facendo, successivamente, un master a Trieste. In questo lasso di tempo, sono tornata a cantare solo in sporadiche occasioni, prevalentemente nel periodo estivo, quando tornavo in Calabria, e quasi esclusivamente in occasione di matrimoni o feste di paese. Iniziando dei veri e propri tour in occasione di queste ricorrenze, tuttavia, la passione per il canto riemerse con prepotenza, tanto che decisi di ritentare il provino per Amici prima e per X-Factor poi, ma anche in questo caso senza risultati. «Ormai superata l’età nella quale potevo “perdere tempo” con i concorsi, ho ripreso a fare musica per passione, unendomi presto al gruppo di musica etnica di Giorgio, che è diventato poi il mio fidanzato. Con lui e il suo gruppo abbiamo fatto molti cori e ripercorso le tappe del cantautorato italiano in tanti piccoli concerti fino a quando, lo scorso mese, non sono stata contattata dal maestro Costantino Scaglione, dell’Accademia Musicale ABC di Bovalino, che mi ha convinta a partecipare all’unica tappa calabrese del Video Festival Live, un format Sky che si sarebbe tenuto proprio nel mio paese di origine. «Dopo le prime reticenze mi sono convinta a partecipare, certa, tuttavia, di non riuscire a passare nemmeno la selezione regionale. Iscrittami cinque minuti prima della chiusura delle liste a causa della mia indecisione, quella sera ho cantato Feeling Good nella versione remixata da
Michael Bublé dinanzi al direttore del Festival Gianni Nardera e mi sono classificata nei sedici che avrebbero preso parte alla tappa successiva. «Stupita di aver passato la prima scrematura, quando ho saputo che dovevo mettermi in viaggio per Milano Marittima ero quasi decisa a rinunciare e l’avrei fatto se non fosse stato per lo stesso Nardera, che mi ha rivelato di aver passato la prima eliminatoria con il voto più alto. «A Milano, alle semifinali, c’erano oltre mille candidati auditi in venti estenuanti giorni. Esibitami l’ultimo giorno, anche in questo caso con sommo stupore mi sono ritrovata alle finali nazionali, dove ho trovato a giudicarmi il direttore artistico Alessandro Porcello, il discografico Roberto Turatti e la rappresentante di Video Festival Live in Lettonia Anna Tutileva. Degli ottanta partecipanti sono stata la 79esima a esibirmi e l’unica a generare una standing ovation nei giudici. «In questo caso era chiaro fin da subito che sarei passata alla finale, dove mi sarei dovuta esibire, tra gli altri, dinanzi a Mara Maionchi. Esagitata per quanto mi stava accadendo, ho trovato conforto e supporto nelle parole del vocal coach Renato Ritucci, che mi ha convinto a mettere tutta me stessa già nell’esibizione successiva e a indossare un vestito che avrei voluto invece tenere solo se avessi avuto accesso alla finalissima, quella che eleggerà il vincitore del Festival il prossimo 17 maggio. «Turatti, il discografico Rai Elio Cipri e la Maionchi sono rimasti estasiati dalla mia esibizione. Addirittura Mara mi ha chiesto come fosse stato possibile che non fossi emersa nel
panorama musicale italiano prima di oggi e quando le ho raccontato la storia che sto raccontando a voi è rimasta stupita dalla poca oculatezza di chi fa i provini preliminari nei talent ai quali avevo cercato di prendere parte. «Adesso sono una delle quattro finaliste della categoria Made in Europe, tra le quali figura anche Tatiana Murdaca, di Siderno, alla quale voglio cogliere l’occasione di fare il mio in bocca al lupo e, assieme ai tre della categoria Made in Italy e ai due della categoria Musical, ci stiamo per dirigere alla finalissima di Padova, che si terrà, come accennavo prima, il 17 maggio negli studi di Canale Italia. «Comunque vada e chiunque sarà il vincitore del Gran Galà Televisivo del Video Festival Live posso affermare di aver finalmente ottenuto le soddisfazioni che rincorrevo da tanti anni e che sono arrivate solo grazie a chi mi ha sempre sostenuta: mi riferisco in particolare al maestro e amico Costantino Scaglione e ai musicisti che mi hanno accompagnata nel progetto La Voce Francesca Italiano Live Music, Carmelo Gattuso, Francesco Pochiero e il mio ragazzo Giorgio Seminara». Al termine del racconto, Francesca mostra lo stesso sorriso con il quale aveva esordito, un sorriso che dimostra grande fiducia e vera estasi e, ne siamo certi, la farà arrivare molto lontano facendoci venire naturale pensare che il festival sia assolutamente alla sua portata. Intanto, le facciamo il nostro immenso in bocca al lupo e le auguriamo ogni bene, in attesa di vederla tornare a casa con la sua bellissima coppa in mano. Jacopo Giuca
“Tuttoquellocheunuomo”hasaputotrasmettere Grande successo di pubblico sera del 24 aprile per il primo concerto a Locri di Sergio Cammariere. Due intense ore di concerto nelle quali l’artista ha ripercorso la sua carriera musicale passando dai vecchi successi, Dalla pace del mare lontano e tutto quello che un uomo su tutti, ai brani del nuovo album, con qualche incursione nelle sonorità Jazz tanto care al Cammariere, hanno portato “mano nella mano” il pubblico locrese a prodigarsi in scroscianti applausi e reiterate richieste di bis. Dopo aver esplicitato la sua sincera gioia per essere ritornato a cantare nella sua Calabria, davanti a un pubblico che è riuscito a trasmetter-
gli tutto il suo calore, l’artista ha concluso la serata dichiarando: “Ringrazio la mia Calabria, sempre presente e auguro a Locri un futuro ricco di gioie e positività!". Un augurio di positività alla fine di una serata fortemente positiva, la magnifica voce di Cammariere, il sound ora Jazz, ora pop, ora dolcemente melodico della sua band e la standing ovation di un pubblico felice ci mostrano un’istantanea molto bella della città di Locri, ci mostrano quella sua faccia, troppo spessa nascosta, che preferiamo. Vincenzo Larosa
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Tutti i bandi sono disponibili sul sito dell’Unione Europea e della Commissione Europea Rappresentanza in Italia: www.europa.eu.int www.europa.eu.in/italia - Per maggiori informazioni è possibile contattare i nostri uffici: Centro di informazione dell’UE - Europe Direct “Calabria&Europa”
“ CALABRIA & Europa”
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A PALAZZO DELLA CULTURA PROTAGONISTI GIOVANI CON A SCUOLA DI OPEN COESIONE
Un Nove maggio in crescendo per la Locride La festa dell’Europa il Nove maggio celebra la pace e l’unità dell’UE. La data segna la firma della storica dichiarazione Schuman. In occasione di un discorso a Parigi, nel 1950, il ministro degli Esteri francese Robert Schuman ha esposto la sua idea di una nuova forma di cooperazione politica per l’Europa, che avrebbe reso impensabile una guerra tra le nazioni europee. La sua ambizione era creare un’istituzione europea che avrebbe messo in comune e gestito la produzione del carbone e dell’acciaio. Un trattato che dava vita ad una simile istituzione è stato firmato appena un anno dopo. La proposta di Schuman è considerata l’atto di nascita dell’Unione europea. Ed da allora il Nove maggio è una data rilevante e imprescindibile per parlare di Europa di futuro di pace e sviluppo condiviso.
Anche quest’anno la Locride vivrà un Nove Maggio in crescendo grazie alle iniziative che per tutto il mese vedrà impegnati con i diversi partner l’Europe Direct Calabria&Europa di Gioiosa Jonica. Si inizia con la giornata dedicata ai giovani e alle scuole del territorio reggino e Locrideo con l’organizzazione a Locri presso la sede di Palazzo della Cultura dell’evento rivolto alle scuole ed alla cittadinanza “Il Nove Maggio insieme a Scuola di Opencoesione”. L’evento si realizzerà a partire dalle ore 9.00 con il patrocinio del comune di Locri e la diretta collaborazione delle scuole e delle associazioni protagoniste del percorso di monitoraggio civico promosso dalle Europe Direct in collaborazione con il Ministero dell’istruzione e il Dipartimento per lo Sviluppo. Sul territorio l’Edic
“Calabria&Europa” ha seguito il percorso di giornalismo civico coordinando il lavoro di ben quattro istituti di istruzione Superiore i Licei Mazzini e Zaleuco di Locri, il Liceo La Cava di Bovalino e il Liceo Enaudi di Palmi, per le associazioni hanno collaborato direttamente Monithon Calabria coordinato da Patrizia Forgione e Un Ponte per l’Europa di Palmi. A conclusione del lavoro, durato ben cinque mesi e seguito direttamente dalle scuole e dalle classi selezionate a seguito di bando pubblico da Asoc, l’Edic “Calabria&Europa” ha deciso di dedicare l’evento finale ai giovani giornalisti ormai esperti di open data con un evento che vedrà quest’anno presenti a Locri oltre alla Direzione di Asoc , il Dipartimento di Programmazione della Regione
L’Edic Calabria&Europa sarà ancora partner di Euro. Soul per celebrare la giornata del 9 Maggio 2016 a Soverato Un partenariato stretto in nome dell’Europa quello che vede agire insieme l’Associazione Eurokom con l’antenna della Commissione Europea Calabria&Europa e l’Associazione Jump di Catanzaro con Monithon Calabria e altri importanti esponenti dell’europeismo nella nostra Regione. Una giornata per incontrare nuovamente le scuole, della città, con attività info-formative sull’Europa, promuovendo tra giovani e docenti le opportunità di mobilità internazionale, formazione. Durante il mattino ci sarà anche il collegamento in streaming con l’evento di Locri (RC) grazie alla collaborazione con le Scuole coinvolte dal percorso di AscuoladiOpencoesione, l’Antenna di informazione della Commissione Europea “Calabria&Europa” di Gioiosa Jonica gestita dall’Associazione Eurokom, il Comune di Locri e l’Associazione Monithon Calabria. Già il sette maggio l’Edic Calabria&Europa, con il direttore Alessandra Tuzza, sarà parte della giuria del concorso Euro.Soul 2016 aperto ai giovani e alle scuole, insieme al Prof Triulzi della Sapienza al Prof. Francesco Aiello dell’UNICAL, Paolo Abramo (Camera di Commercio Catanzaro) a Giuseppe Gualtieri responsabile Agenzia Nazionale Giovani, a Franca Falduto (USR Calabria) all’imprenditore locale Ranieri International e Vincenzo Caridi dello Studio legale Caridi. Euro.Soul 2016 collega quindi la Festa dell’Europa del comune cosentino con quella celebrata in provincia di Reggio Calabria. Un modo originale per co-organizzare un Festival ma soprattutto per dire con tutti gli studenti calabresi: Buon Compleanno Europa! Durante il pomeriggio, invece, sarà la cittadinanza di Acri (CS) e del suo comprensorio ad essere coinvolta da Euro.Soul 2016 e dal team di JUMP chiamato ad offrire il contributo per animare e facilitare il dibattito con associazione e imprese locali.
Calabria, che presenterà i bandi rivolti ai giovani appena pubblicati grazie al lancio del nuovo POR 2014 2020, Mons Francesco Oliva, Vescovo di Locri Gerace sempre al fianco dei giovani nei percorsi di cittadinanza attiva e promozione sociale, l’Ufficio Scolastico Regionale e naturalmente i Dirigenti scolastici degli istituti coinvolti dal percorso didattico. Presenti anche i comuni e le associazioni che hanno direttamente collaborato con gli studenti per permettere la realizzazione dei lavori di monitoraggio sui beni cofinanziati con i Fondi Fesr ed Fse dell’Unione Europea. Hanno comunicato la partecipazione tra le istituzioni i Sindaci di Locri Giovani Calabrese, di Gioiosa Jonica Salvatore Fuda, di Antonimina Antonio Condelli, i Commissari del Comune di Bovalino e
il Presidente dell’Associazione dei Comuni della Locride Giuseppe Strangio. Protagonisti indiscussi i giovani concorrenti delle scuole che presenteranno durante la fase centrale della mattinata alla cittadinanza i loro elaborati creativi e i loro percorsi di monitoraggio civico. Indiretta sarà comunicato il nome del team vincitore della maratona di monitoraggio civico nazionale, la Locride ambisce, dopo i risultati dello scorso anno con ben due scuole in finale e due invitate al Forum della PA di Roma, a confermare la propria presenza tra i primi classificati e magari anche tra i primi posti in gara per il premio finale. Appuntamento per tutti il Nove Maggio dalle ore nove a Locri per scoprire i vincitori del 2016 per Ascuoadiopencoesione.
Bando comunitario:“Invito a presentare proposte nel settore della gioventù in Grecia“ - EAC/A04/2015, Erasmus +. La scadenza dell’Invito a presentare proposte EAC/A04/2015 è stata posticipata dal 26 Aprile 2016 al 31 Maggio 2016 esclusivamente per le candidature presentate in Grecia (C146/14 del 26 Aprile del 2016). Il bando è inerente al Regolamento (Ue) n. 1288/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (1) che istituisce «Erasmus+», ovvero il Programma dell’Unione per l’Istruzione, la Formazione, la Gioventù e lo Sport e sui Programmi di Lavoro Annuale Erasmus+ per il 2015 e il 2016.Il 31 Maggio 2016 scadranno i seguenti Inviti per le candidature in Grecia: Azione chiave 1 -Mobilità individuale nel settore della gioventù; Azione chiave 2, Partenariati strategici nel settore della gioventù; Azione chiave 3,Incontro tra giovani e decisori politici nel settore della gioventù. Stanziamento: Il bilancio totale destinato allo stesso è pari a 1 871,1 milioni di Euro così suddivisi: -Istruzione e formazione:”1 645,6 milioni di Euro (2)”; Gioventù:”186,7 milioni di Euro”; Jean Monnet:”11,4 milioni di Euro”; Sport:”27,4 milioni di Euro”. Link: http://eur-lex.europa.eu/legalcontent/IT/TXT/?uri=uriserv:OJ.C_.2015.347.01.0007.01.ITA&toc=OJ:C:2015:347:TOC http://eur-lex.europa.eu/legalcontent/IT/TXT/?uri=uriserv:OJ.C_.2016.146.01.0014.01.ITA&toc=OJ:C:2016:146:TOC
BANDI E PROGRAMMI IN SCADENZA
Per finire il 21 Maggio l’OpenTalk Comunicare l’immigrazione e promuovere l’integrazione
Bando comunitario: “Azioni per aumentare il lato della domanda e dell’offerta del mercato finanziario per le imprese sociali” - Programma EaSI.
Comunicare l’immigrazione e promuovere l’integrazione un evento che si terrà dalle ore 9.30 presso l’Auditorium di Gioiosa Jonica dedicato a promuove il confronto e la discussione tra leggi testimonianze e immagini parlando di casi di successo e storie di vita di migranti. Sarà l’occasione in cui le best practice di accoglienza del territorio Locrideo si presenteranno ai giovani ed al terzo settore. Tanti gli organizzatori tutti di sicuro impatto ed impegno al fianco di Europe Drect calabria&Europa il Comune di Gioiosa Jonica, la Rete ReCosol, l’ Emittente televisiva Fimmina TV e Bird Production. La giornata di riflessione studio e confronto si incornicia tra le azioni di comunicazione previste sul tema dell’immigrazione dal Piano Junker in ambito Europeo e realizzate in partenariato con le antenne di informazione della Commissione Europea in ambito nazionale. Si propone di aprire un dialogo con la Locride, ambito preferenziale di arrivi e terra di proverbiale accoglienza, che ha saputo combattere la paura dell’altro preferendo il fare e l’azione del privato sociale alla paura del confronto. Il programma dell’incontro sarà diretto a parlare alle scuole ma anche alle Associazioni e alle autorità locali e istituzionali prevede la partecipazione di artisti e protagonisti del processo di accoglienza e integrazione in atto sul territorio della Locride
Scadrà il 13 Giugno 2016 l’Invito a presentare proposte per il sostegno di Azioni finalizzate a contribuire allo sviluppo di un mercato della finanza sociale, reso pubblico dalla Direzione Generale Occupazione, Affari Sociali e Inclusione della Commissione europea. Compito dello stesso sarà quello di promuovere la realizzazione di progetti su cinque Linee d’Azione. Le prime tre interverranno sul lato dell’offerta di finanza sociale, mentre le ultime due sul lato della domanda e rifletteranno la necessità di superare barriere che ostacolano lo sviluppo del mercato della finanza per l’impresa sociale. Le Linee d’Azione saranno le seguenti: Creazione di partenariati di finanza sociale; Creazione di meccanismi e strumenti di finanza sociale; Promozione di strumenti di finanza ibrida per le imprese sociali; Sviluppo di assistenza alla “Investment Readiness” delle imprese sociali; Creazione di una piattaforma di livello europeo per rafforzare la capacità delle Organizzazioni di supporto alle imprese sociali. Stanziamento: La cifra massima disponibile, per il seguente Invito, è pari a 2.150.000,00 Euro. Link: http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=629&langId=en&callId=482&furtherCalls=yes
L’INTERVISTA
Ilaria Mittigasi candida a Platì: il badabang che la Leonardi non si aspettava
MARIA GIOVANNA COGLIANDRO otrebbero chiudersi qui i giochi di chi un anno fa è miracolosamente apparsa su Platì scalpitante come un unicorno venuto da lontano a salvare le creature dal male. Mentre, infatti, la delfina di Renzi presenziava alla celebrazione del “25 aprile” a Reggio Calabria, in prima fila con i sindaci sentendosi già sindaca ma senza fascia, una cittadina di Platì, Ilaria Mittiga, annuncia la sua candidatura alle prossime amministrative. Badabang! Dopo il coccolone di due settimane fa, quando la Leonardi ha rischiato per un attimo di correre insieme a niente poco di meno che Wanda Ferro, questa settimana c’è un’altra donna pronta a metterle il suo stesso unicorno tra le ruote. Ha già una lista la platiese Mittiga e dopo il suo annuncio pare che anche la Leonardi sia riuscita a sfornarne una. Una lista calda calda come il pane di Platì che le viene regalato e con cui immancabilmente si scatta una foto ricordo per dimostrare quanto i platiesi le vogliano bene. Ma comunque, andiamo a noi. Dopo che in settimana quelli che la Leopoldina ha definito “falliti contrattualizzati” hanno insinuato che solo tre elefanti si dondolavano nella sua lista, Anna Rita ha chiamato a raccolta i compagni o, meglio, la “camerata” Renzi si è autochiamata a raccolta per aiutare la povera candidata rimasta sola e sconsolata. Ma non tanto per lei quanto per la grande figure de merde di fronte all’Italia intera, dal momento che la giovane rampante aveva ottenuto il patrocinio addirittura del Presidente del Consiglio. È per questo che Anna Rita Leopoldi Leonardi era sicura di aver fatto centro. A quanto pare, però, la freccia scagliata da Renzi è ancora in corsa lungo il fiume del vento. Oggi dal grembo di Platì è nata una nuova candidata, Ilaria Mittiga.
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- Chi è Ilaria Mittiga? Sono una cittadina di Platì, sono laureata in giurisprudenza a Bologna e da dieci anni sono funzionaria al Dipartimento di Urbanistica e Governo del Territorio presso la Regione Calabria. - L’annuncio della sua candidatura arriva il giorno della Liberazione. Si tratta di una scelta voluta? Ha in mente di liberare Platì dallo “straniero”? No, assolutamente. Si tratta di una candidatura che al nostro gruppo era già nota. Mio padre aveva annunciato che si stava preparando una lista ma non che si sarebbe candidato a sindaco. La stampa ha dato le sue interpretazioni distorte naturalmente. Non appena la lista era pronta abbiamo dato l’annuncio, non ci si sbilancia mai se non prima si ha tutto ben definito. - Perchè ha deciso di candidarsi? E perchè non si è proposta lo scorso anno così da evitare che nel suo paese non si votasse? Si tratta di decisioni di natura estremamenrte personale: le scelte vanno sempre ben ragionate non ci si può buttare a capofitto senza aver meditato a lungo. Adesso mi sento pronta a mettermi in gioco e sento di potermi assumere una responsabilità, evidentemente lo scorso anno non mi sentivo sufficientemente matura. - La corsa a Platì sembra ormai tutta in rosa. La sua avversaria corre da un anno, lei ha a disposizione poco più di un mese. Pensa di partire svantaggiata o ha voluto dare un largo margine di vantaggio alla sua
avversaria affinchè la gara si facesse interessante? Non penso di partire svantaggiata in quanto io appartengo al territorio di Platì. Per poterla amministrare occorre capirla e per capirla bisogna essere nati e cresciuti a Platì. Io sono cresciuta qui, e per me parlano i fatti, ovvero quello che ho sempre dato ai miei concittadini. Platì non è compresa neanche da chi dieci anni fa si è trasferito a 15 chilometri di distanza. Per amministrare un paese è necessario che ci sia e sia ben radicato il senso di appartenenza, che non si può conquistare in un anno. - Non appena inizia a circolare la notizia della sua candidatura, Anna Rita Leonardi sul suo profilo fb scrive: “Apprendo da un giornale online della candidatura a sindaco di Platí di Ilaria Mittiga, figlia dell’ex sindaco durante il cui mandato ci fu lo scioglimento del comune per mafia. Sarà lei, dunque la mia sfidante. Sono lieta che, finalmente, dopo un anno e a pochi giorni dalla presentazione delle liste, sia arrivata un’ulteriore candidatura alla mia”. La Leonardi esulta ma precisa di chi è figlia. Quindi, secondo lei, è più lieta o più allusiva? Sicuramente più allusiva ma fa parte del suo ruolo. A me le sue allusioni non interessano perchè so chi è mio padre, non deve venire lei o nessun altro a dirmelo. - La sua lista farà riferimento a quelli che furono i candidati scelti da suo padre? La lista è composta da persone che amano Platì, che l’hanno vissuta e la conoscono bene. - C’è qualcosa che invidia alla sua avversaria? No, niente. - Un altro nome emerso in questo anno di riflettori puntati senza sosta su Platì è quello di Rosario Sergi. Nel caso in cui la sua candidatura venisse ufficializzata, temerebbe più lui o più la Leonardi? Li vedo entrambi allo stesso modo. Non credo che ci sia uno più forte e uno meno forte. La forza è negli elettori che devono saper scegliere. Non ho paura della competizione, non ho paura nè di perdere, nè di vincere. La vivo molto serenamente. Quello che intendo con la mia candidatura è semplicemente mettermi al servizio di Platì. Sono cresciuta con la convinzione che bisogna avere rispetto per il proprio paese. - Di cosa, secondo lei, ha in primo luogo bisogno Platì? Ha bisogno che ritorni quel concetto di democrazia perduta da dieci anni a questa parte, a seguito delle vicessitudini che hanno coinvolto l’amministrazione e che si sono riflesse sulla cittadinanza. - Quando sente dire che Platì è ‘ndrangheta cosa pensa? Mi viene semplicemente da sorridere perchè Platì è ‘ndrangheta, così come lo è Reggio, così come Napoli è camorra. Sono i soliti luoghi comuni che ormai sanno un po’ di vecchio. - Come descriverebbe Platì? Platì è un piccolo paese smarrito. Da tempo non riesce più a trovare un punto di riferimento. - Il sogno più grande per il suo paese? Che possa essere un paese libero. Libero di esprimersi, senza che venga attaccato per ogni sua opinione.
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DOMENICA 01 MAGGIO 17
La cortina di ferro che si voleva costruire intorno a Prisdarello e alla sua Chiesa è stata abbattuta. Merito della popolazione che ha saputo rispondere a una ingiusta criminalizzazione
Una nuova resistenza ILARIO AMMENDOLIA a Bindi è sconsolata perché la commissione parlamentare antimafia non potrà esaminare i nomi di tutti i candidati alle prossime elezioni amministrative. In compenso si potrà concentrare soprattutto sui comuni calabresi sciolti per mafia (badate bene non sulla sanità, non sui disoccupati, non sulle carceri ma sulle liste elettorali di paesi che gestiscono bilanci da fame). Per gli altri comuni sarà una vera sciagura! Senza l’occhio vigile della Bindi e dei commissari antimafia, i malavitosi dilagheranno come formiche nello zucchero e il popolo-coglione che sta per andare al voto resterà senza difesa alcuna. In compenso c’è già qualche candidato a sindaco che si è affrettato a dichiarare che porterà i nomi dei propri candidati preventivamente alla DDA competente per territorio. Sembrerebbe uno scherzo ma non lo è. È la sovranità popolare che va a farsi fottere. È la “politica” che ammaina la propria bandiera. Nessuno vuole difendere i delinquenti o i corrotti. Il cartellino penale ha un suo valore soprattutto nei tribunali. La Politica però è altra cosa, perché altra cosa è la complessità della persona umana. Anima e corpo, passioni ed errori! Per esempio sul cartellino penale di Francesco Moranino pesava una condanna all’ergastolo ma il PCI non esitò un attimo a candidarlo al Parlamento e gli elettori a eleggerlo deputato. Sedette in Parlamento insieme a Ferruccio Parri e a Umberto Terracini già presidente della Costituente. I magistrati non fiatarono. Immaginate voi uomini come Giorgio Amendola, Enrico Berlinguer o Pietro Ingrao a sorbirsi la lezione di Davigo, Gratteri o De Matteo. I radicali dopo aver eletto Tony Negri, imputato di terrorismo, consegnarono la tessera a Mommo Piromalli, boss di Gioia, ergastolano detenuto nelle patrie galere. Nelle liste della Sinistra extraparlamentare venne candidato Pietro Valpreda, innocente, anzi innocentissimo, e vittima della carcerazione preventiva, in quanto accusato per la strage di Piazza Fontana. Potrei citare altri mille casi “minori” anche nella Locride ma lo ritengo superfluo. Ovviamente non entro in merito di tali scelte che possono essere condivisibili o meno. Le ho ricordate solo per dimostrare come, in quegli anni, la Politica rivendicasse un proprio ruolo autonomo e senza alcun complesso di inferiorità. E i magistrati non hanno trovato mai nulla da ridire. Probabilmente è questione di statura e di scelte. Partiti “liquidi” esprimono dirigenti allo stato “gassoso” che non possono reggere lo scontro con le falangi dei magistrati di assalto che si sono ritagliati il ruolo simile a quello degli ayatollah iraniani. Si tratta di un’infima minoranza di magistrati che rivendica il proprio primato politico e morale e che tratta il popolo come un torpido idiota tanto da doverne condizionare le scelte. Strana pretesa da parte di un segmento di magistratura che imprigiona settemila innocenti ogni anno (dati dalla Stampa di Torino). La Calabria porta la bandiera. Una strage di libertà! Un sistematico massacro delle garanzie costituzionali. In questo scenario non servono le frasi a effetto. Non serve la guerra contro i magistrati combattuta con la logica di caste contrapposte. La Politica dovrebbe andare a Canossa. E per Canossa intendo ritornare tra il popolo italiano per rifondare la democrazia fecondandola con i valori della Costituzione. Se le falangi di Davigo e compagni continuassero ad avanzare, la democrazia italiana è oggettivamente in pericolo.
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La Calabria è un piccolo laboratorio. In Calabria i magistrati di assalto hanno vinto da tempo la partita. Quella stessa partita che la Calabria ha perso! In questa Terra un Pm antimafia conta molto di più del consiglio regionale e di gran parte dei parlamentari calabresi messi insieme. Tanto è vero che un nel momento di formare il governo Renzi, nella lista dei ministri c’era un solo calabrese: Nicola Gratteri! In Calabria ai Pm di “successo” tutto è concesso! Qualsiasi errore (?) sarà loro perdonato. I politici penderanno dalle loro labbra e gran parte della stampa si contenderà anche i sussurri! Ad ogni retata una parte del popolo, come già l’antica plebe, dimostrerà lo stesso entusiasmo che si provava dinanzi al capestro e alla ghigliottina. Ignari che il giorno dopo ogni esecuzione, loro saranno più schiavi di prima. Qui, nella Locride, abbiamo avuto il trionfo di un “davighismo” antemarcia che non ha limitato i poteri forti ma ha teso a rendere sudditi i cittadini. Il risultato di tutto ciò? Una ‘ndrangheta che avanza e diventa ogni giorno più forte. Le attività economiche che timidamente si affacciano nella nostra realtà vengono falciate nella morsa ‘ndrangheta-procure. I consigli comunali sciolti a ripetizione. Molti cittadini perbene in permanente “libertà provvisoria”, con la paura di parlare al telefono, di partecipare ai funerali o ai matrimoni secondo la loro coscienza. Impauriti da un codice esterno al loro sentire. Spiati come nelle peggiori dittature. Una politica asservita. Partiti inesistenti. Sindacati ridotti a sigle. La gente che naturalmente deserta le urne come in nessuna altra parte d’Italia. Di questa immane rovina la ‘ndrangheta è responsabile ma, contemporaneamente, in nome della lotta alla ‘ndrangheta si è creato un deserto! In questo contesto, vi è qualche nota positiva: si va sviluppando una nuova “Resistenza” che nasce dal basso. Resistenza alla ‘ndrangheta e alla violenza da qualsiasi parte questa provenga. A Platì il 25 Aprile una giovane donna del posto - Ilaria Mittiga - ha annunciato la propria candidatura, dopo anni in cui la gente ha disertato le urne. I cittadini di Platì hanno vinto la paura della ‘ndrangheta e, contemporaneamente, non sono più disponibili ad abbassare la testa verso un “potere” che avrebbe voluto marchiare gli abitanti di quel paese come irredimibili criminali. Ilaria Mittiga è la figlia del vecchio medico del paese, Franco Mittiga, autorevole sindaco eletto democraticamente, portato in carcere come un malfattore e poi scagionato da ogni accusa. La Bindi lo ha definito “impresentabile”. Se fossimo in uno Stato giusto la Bindi dovrebbe rispondere delle sue gravi affermazioni. Mentre sul cartellino penale di Franco Mittiga qualcuno avrebbe dovuto scrivere: “già vittima della giustizia ingiusta e sommaria”! A Gioiosa Jonica, la città che fu di Rocco Gatto, la gente di Prisdarelllo ha partecipato in massa alla festa della Liberazione. Un bel 25 Aprile di popolo e fra il popolo. Un autorevole messaggio del Vescovo Oliva, una presenza massiccia dei sindaci della Locride che hanno dimostrato sensibilità e coraggio. La cortina di ferro che si voleva costruire intorno a Prisdarello e alla sua Chiesa è stata abbattuta. Merito della popolazione che ha saputo rispondere alla criminalizzazione sventolando la Bandiera della Resistenza. Niente discorsi, niente ritualità, la Resistenza è ridiventata carne e sangue di un popolo intero. Un piccolo raggio di sole in questa lunga notte. Concludo con le parole pronunciate dalla ragazza di Prisdarello che ha letto il documento conclusivo della manifestazione: “contro la giustizia sommaria, contro la criminalizzazione del nostro popolo, contro la ‘ndrangheta e ogni tipo violenza, oggi e sempre Resistenza”!
CULTURA
IN BREVE
Il Cus Cosenza batte il Vibo Calcio, tra le migliori in campo la sidernese Micaela Cataldo
Con un perentorio 3-0 il Cus Cosenza, dove gioca la nostra concittadina Micaela Cataldo, ha battuto il Vibo Calcio5 nella finale valevole per la promozione in serie A nel campionato di calcio a 5 femminile. Palcoscenico il PalaSparti di Lamezia Terme, con gli spalti gremiti di sostenitori di entrambe le tifoserie. Le due compagini sono approdate alla finalissima dopo un campionato esaltante, avendo dominato i propri gironi. Inoltre il Cus aveva gia battuto il Vibo in casa propria per 4-2 nella finale per la Coppa Italia Regionale. Match tirato fino alla fine, sentito da entrambe le squadre, con spunti di gioco un po’ troppo maschio, tollerato da entrambi gli arbitri, che ha visto prevalere alla fine la compagine di mister Giovanna Postorino meglio attrezzata e con più esperienza. Complimenti a tutta la squadra per il duplete, e soprattutto alla nostra concittadina Micaela che si è contaddistinta, nonostante un lungo infortunio, tra le migliori realizzatrici dietro la capocannoniere Lorenzo.
LA ROSA DEI VENTI
Eleganza di Dame, eleganza “Culinaria” Due estremi. Sfoggio esagerato, mangiare smodato! Vediamo dove, come e quando. Restiamo sempre nel 1500. Come l'abbigliamento della nobiltà era qualcosa di straordinario, così lo erano i conviti. Qualcosa di straordinario, sia per la quantità dei cibi serviti sia per la qualità e la presentazione (nelle case patrizie, s'intende, per i poveri era tutt'altra cosa! Come adesso del resto!). Il menù comprendeva moltissime portate di carne di tutte le qualità. Un posto particolare era riservato alla selvaggina che veniva servita in tutti i modi possibili. Le pietanze erano profumate con molte droghe. Il vino la faceva da padrone e gruppi di invitati bevevano alla stessa coppa. Avevano, però, l'obbligo di pulirsi accuratamente la bocca. Ogni cavaliere invitato doveva fare onore al padrone di casa, ingerendo quanti più chili di carne poteva. Ovviamente, nei banchetti, vista la quantità di cibo, rimanevano molti avanzi e questi venivano gettati sotto il tavolo. Il convivio durava ore e ore. Alla fine della “mangiata” si passava ai giochi oppure ci si attardava a raccontare le gesta dei cavalieri che avevano come argomento vicende d'amore. Maria Verdiglione
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DOMENICA 01 MAGGIO 18
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Il Liceo Scientifico di Locri illustra le bellezze artistiche del territorio Solferino: “Conoscere gli itinerari delle processioni religiose permette una chiara e originale esperienza del territorio”
Si è svolta martedì 27 aprile una conferenza dal titolo “Rimpianto, rinuncia, rinascita”, nell’ambito del progetto “Agorà” organizzato e promosso dal Liceo Scientifico “Zaleuco” di Locri. Dopo i saluti del preside dell’Istituto prof. Fazzolari, il coordinatore del progetto, prof. Giuseppe Giarmoleo, ha presentato il relatore della giornata, Gianfrancesco Solferino, giovane storico dell’Arte, membro della Deputazione di Storia Patria, già curatore dei beni artistici del complesso monumentale di S. Francesca a Ripa e Ispettore Onorario ai Beni Culturali, noto per la sua dettagliata conoscenza delle ricchezze artistiche della Locride. Partendo da un punto di domanda: rinuncia o rinascita, Solferino, coadiuvato da una studentessa del quarto anno e
dal prof. Giarmoleo, ha letteralmente condotto i ragazzi in un percorso di conoscenza reso vivo dalle immagini toccanti e totalmente immersive delle festività religiose locali e di oggetti d’arte, dietro cui spesso si cela una curiosa aneddotica, custoditi nelle chiese. Citando l’architetto Paolo Portoghesi, Solferino ha detto
che conoscere gli itinerari delle processioni religiose permette una chiara e originale esperienza del territorio, poiché esse si svolgono lungo percorsi che hanno segnato la storia (confini, campi di battaglie antiche), e la storia geografica (linee di frana, rivi prosciugati). Molti sono i retaggi degli antichi riti pagani, come il passaggio a mare della statua di
Sant’Andrea Avellino, portato in spalla dalle nonne, che assumono il ruolo di vestali. Solferino si è soffermato su particolari poco noti delle immense ricchezze della Locride, chiamando di volta in volta gli alunni a riconoscere il loro paese di provenienza, dimostrando che in ognuno dei nostri piccoli centri sono custodite piccole meraviglie a cui raramente viene data voce. Tornando poi all’argomento del dibattito, una volta conclusa la relazione, gli alunni sono stati invitati a dare una propria opinione: lottare per far rinascere o rinunciare e fare le valige? I giovani paiono animati da buone intenzioni, ma evidentemente sono ancora inconsapevoli delle difficoltà che li attendono alla conclusione degli studi. Lidia Zitara
A COLLOQUIO CON RITA COMMISSO E COSIMO PELLEGRINO DELL’ALB
La cultura è la medicina che cura e libera
“Mer Rouge”,
il cortometraggio di Alberto Gatto conquista il pubblico Proiettato a Gioiosa Ionica il 15 aprile, “Mer Rouge” ha già conquistato il cuore del pubblico che l’ha già visto e catturato l’interesse di chi lo vedrà in seguito. Alberto Gatto approfondisce il filone dell’impegno civile raccontando in modo poetico e delicato una storia di emigrazione di ieri e di oggi. Protagonisti una star del cinema americano come Nick Mancuso e un volto intenso come quello di Sherif Amadou. Entrambi interpretano sé stessi: Nick a sei anni lascia la Calabria ed emigra in America con tutta la sua famiglia, diventando un documentarista e un attore molto conosciuto Oltreoceano. Sherif, invece, è un ragazzo senegalese che si trasferisce in Libia per lavorare ma che a causa dei bombardamenti di Tripoli del 2011 è stato costretto a scappare, trovando rifugio in Italia nel piccolo paese di Gioiosa Ionica. Le loro vite s’incontrano per caso. Si intersecano creando una comunione indissolubile fatta di comprensioni reciproche e dure verità sospese rievocando il dolore e il riscatto. Durante la serata si è esibita Manuela Cricelli, voce raffinata ed elegante, accompagnata dai musicisti Peppe Platani, Vincenzo Oppedisano e Federico Placanica. L’attore e regista Enzo De Liguoro, con la sua viscerale forza interpretativa, ha incantato l’auditorium con il reading sul testo “Cadeau” di Roberto De Angelis. E ancora musica travolgente con i Marvanza, che hanno pure curato la colonna sonora del corto. Il tutto per la direzione artistica di BirdLand, progetto dell’associazione culturale Bird Production, nato dall’incontro di
esperti del settore cinematografico, video/fotografico e musicale (Gatto, Frank Armocida, Aldo Albanese, Giuseppe Cremona, Vincenzo Oppedisano). «Sentivo il bisogno di raccontare l’anima delle persone costrette, per vari motivi, ieri come oggi, a lasciare la loro terra – ha concluso Alberto Gatto –. Spero di esserci riuscito. Di sicuro, la realizzazione del corto è stata un’esperienza straordinaria, condivisa con artisti e professionisti del settore, con pochi mezzi, ma tantissimo cuore e passione». Gatto ha realizzato, tra gli altri, i seguenti film: 160° Centosessantagradi (2005), Granosangue (2007), Il Colore Del Tempo (2008), Fuori Tempo Massimo (2010). “Mer Rouge” è stato finanziato dalla Regione Calabria e promosso dal Comune di Gioiosa Ionica, partner Re.Co.Sol.
All’indomani della celebrazione della Giornata Internazionale del Libro e del Lettore, che cade il 23 aprile in onore a William Shakespeare (quest’anno si festeggiava il quattrocentenario della morte), abbiamo avuto il piacere di ascoltare le riflessioni di Cosimo Pellegrino e Rita Commisso, quali membri dell’ALB. -Quest’anno l’ALB ha voluto dare corpo ad una celebrazione della “giornata del libro” in modo più articolato, come mai? Cosimo Pellegrino- La Giornata del Libro non era mai stata celebrata a Siderno, o se lo è stata, non in tempi recenti. Non è che noi dell’ALB abbiamo il “mandato” di organizzare eventi per ogni episodio culturale, locale o internazionale, ma questo ci sembrava di particolare importanza, e non potevamo lasciarlo scorrere. Che un paese organizzi eventi, anche piccoli e di dimensioni ridotte, vuol dire che sta crescendo culturalmente, sta evolvendo in senso positivo. Alle relazioni culturali e alla presentazioni di libri abbiamo voluto affiancare una fiera di editori locali per rafforzare questo concetto: dare agio di toccare con mano volumi scritti su una cultura che per decenni ci hanno insegnato essere “da buttare” o da rinnegare. I giovani studenti, vedendo che sulle loro contrade, considerate marginali e povere, si sono spese le energie di studiosi e storici, hanno letteralmente fatto balzi dalle sedie, avvicinandosi a toccare gli strumenti che consideravano retaggio di povertà e arretratezza. Non c’è nulla che possa ripagare in
questi termini: vedere una coscienza che si risveglia. Rita Commisso – L’ALB non ci tiene a sposare i sogni altrui, noi vogliamo perseguire i nostri, di sogni. Perciò insistiamo molto per la Casa della Cultura, il cui regolamento sarà sperabilmente al vaglio della Commissione Cultura, di cui sono Presidente, nel mese di maggio. Ognuno in ALB spende se stesso e le sue energie in modo totalmente gratuito e disinteressato. Tra i prossimi eventi in programma riprenderemo il vecchio e molto amato “Te lo do io il libro” e nei prossimi giorni partiremo con un cineforum. Inoltre stiamo già preparando il consueto evento “Sette libri per sette sere” che si tiene in estate. -L’avere una controparte meno fancazzista rispetto alla Triade Del Male, al secolo Tarricone, Cacciola, Pitaro, ha comportato un miglioramento del dialogo con l’Amministrazione? C.P. …la biblioteca c’è? - No. C.P – La Casa della Cultura c’è? -No. C.P. La sede dell’Associazione c’è? -No. C.P. Hai la tua risposta. Sembra che non si comprenda che la cultura è il perno strategico per l’avanzamento economico e l’aumento di quello che viene chiamato “benessere”, quindi gli impegni presi diventano sempre più distanti e aleatori. La medicina cura, ma non libera, la cultura cura e libera. Lidia Zitara
Ottimi risultati per i giovani del taekwondo sidernese Sabato 16 e domenica 17 aprile si è svolta nella città di FANO la 5° edizione del campionato Italiano Open di Taekwondo. L'importante evento Nazionale ha visto la partecipazione di numerose Palestre italiane tra cui il Centro taekwondo Sidernese diretto dal Maestro Vincitorio, che ha scelto per questo evento gli atleti Danilo Kononenko e Marzia Pitone. Il piccolo Danilo ha conquistato l'oro nella gara "FORME" di sabato e il bronzo domenica nella gara di combattimento nella categoria novizi, mentre tra le senior la giovane Marzia Pitone ha ottenuto la medaglia d'argento nella gara “FORME". Un altro bellissimo risultato ottenuto con la passione genuina e il grande lavoro che troviamo nelle piccole associazioni sportive che svolgono la loro attività quotidiana, contribuendo alla crescita sana dei nostri giovani.
CULTURA
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L A I C SO
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l grande successo dell’Instameet di Ferruzzano della scorsa settimana ci ha spinto a fare qualche domanda all’organizzatore Maurizio Iori, che ci ha spiegato come questi incontri possano implementare il turismo nella Locride e possano garantire il recupero di bellissimi borghi un tempo dimenticati.
Social network nuova frontiera del turismo IL RISCONTRO PIÙ GRANDE È CIÒ CHE ACCADE DOPO GLI INCONTRI PERCHÉ, CERCANDO OGGI SU INSTAGRAM #FERRUZZANO, SIAMO PASSATI DAL TROVARE VENTI FOTO A DUEMILA omenica scorsa, alle 10, sono stati oltre cinquanta i partecipanti dell’Instameet (il raduno di iscritti a Instagram, social network che ha fatto delle foto scattate dagli utenti la propria fortuna) organizzato al borgo antico da Maurizio Iori, gestore della pagina regionale igworldweb, un app che nasce in Italia con milioni di iscritti e che si occupa proprio della promozione di questo genere di eventi. Ma quali riscontro può avere una “gita smart” come questa? «Il riscontro più grande, al di là del numero di partecipanti che siamo riusciti ad attrarre - ci ha raccontato proprio Iori - è ciò che sta succedendo in questi giorni perché, cercando oggi su Instagram #ferruzzano, siamo passati dal trovare una ventina di foto a oltre duemila. Un incontro come questo garantisce che il borgo venga finalmente conosciuto dal grande pubblico, a cominciare dalle persone della nostra costa che, accorse numerose, ci hanno rivelato di vedere per la prima volta la città, che pure è più accessibile, ad esempio, di Gerace. E questo è stato indubbiamente il raggiungimento di un risultato molto importante». Visto il successo di questo evento è logico pensare, adesso, che si possano organizzare altri eventi dello stesso tipo, un’idea che Iori ha già avuto. «In qualità di admin di igreggiocalabria posso organizzare in prima persona gli Instameet e, anzi, mi sto organizzando per farne uno in autunno, con ogni probabilità in ottobre, a Brancaleone. Credo, infatti, che questi borghi debbano essere riscoperti, e quale modo migliore di farlo se non attraverso le immagini e questo tipo di
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raduni? C’è da considerare, inoltre, che per partecipare non è assolutamente necessario essere fotografi professionisti o avere una reflex, ma basta un semplice smartphone per catturare la bellezza dei luoghi che andiamo a visitare e mostrarla al mondo». Visto il riscontro che sta avendo questo genere di iniziative, che sfrutta i social network per riscoprire le nostre radici e cercare di implementare il turismo, si può pensare di mostrare i risultati ottenuti dagli incontri alle Amministrazioni Comunali, che possono trarre vantaggi concreti dalla situazione come già Ferruzzano ha cercato di fare. «Siamo stati accolti dal sindaco Maria Romeo come se fossimo suoi ospiti a casa. Si è premurata di offrirci da mangiare senza spendere un solo centesimo delle casse comunali e ci ha fatto sentire i ben-
venuti al borgo che, ci ha raccontato, ha appena deliberato di trasformare in luogo in cui celebrare i matrimoni». I social network e le nuove tecnologie, insomma, possono fare moltissimo per il territorio ed è rispettando questa filosofia che un gruppo di ragazzi ha promosso, proprio ieri sera, al Grand Hotel President di Siderno, 0964.biz, un portale e un app per smartphone che descrivono i punti di interesse, i locali e gli eventi che avvengono in tutti i 42 comuni della Locride, promettendo agli utenti di rispondere alla domanda: “Che cosa faccio stasera?” Jacopo Giuca
Caterina Iiriti e l’arte catturata tra le antiche case abbandonate della Magna Grecia Ad ascoltare e cogliere ogni sussurro che trasuda da pareti crepate, tetti cadenti, infissi arrugginiti, arredi rotti, utensili vecchi e oggetti sparsi senza ordine, c'è sempre sull'uscio Caterina e la sua macchina fotografica
Caterina Iiriti è una giovane ragazza di Bova Marina, storico paesino della costa jonica che nel suo entroterra racchiude l'antica “Chòra tu Vùa” patria dell'antica Magna Grecia. Caterina non si considera una fotografa ma una artista fotografica. Usa le sue fotografie come mezzo veicolante per trasmettere emozioni. Osservare le sue opere artistiche fotografiche è sicuramente un'emozione particolare e non comune in quanto ricercatezza e sperimentazione si fondono per lasciare allo spettatore una sensazione piacevole di stupore e interesse. Caterina sperimenta la sua personale arte fotografando ed elaborando graficamente interni di case vecchie e abbandonate. Moltissimi gli antichi edifici, nei paesini interni della Calabria Jonica Grecanica, totalmente desolati e decadenti a causa dei trasferimenti nelle zone marine o ancor di più i trasferimenti di massa dell'ultimo decennio verso il nord o all'estero in cerca di fortuna. Si è ritornati purtroppo a ripercorrere i flussi migratori del dopoguerra attualizzandoli spinti dalla crescente crisi. Queste case vecchie, libere alle intemperie, al degrado, agli sciacalli, nascondono pezzi di vita e storie umane ricche di valore per chi le ha vissute. Quattro mura che hanno ancora qualcosa da racchiudere e raccontare a chi li osserva in silenzio. Ad ascoltare e cogliere ogni sussurro che trasuda da pareti crepate e ammuffite, tetti cadenti, infissi arrugginiti, arredi rotti, utensili vecchi e oggetti sparsi senza ordine, c'è sempre sull'uscio Caterina Iiriti e la sua macchina fotografica. Lei
ascolta e scatta silenziosa, è ospite, non invade ma ridà energia e vitalità agli spazi lasciando che quei luoghi continuino a vivere nei ricordi e nelle memorie dei suoi inquilini, facendo ritornare la quotidianità della vita che fu in quelle mura. L'artista immortala l'odore del tempo passato, vissuto, i muri sgretolati, deturpati dal tempo e dalle cromie affascinanti che solo la perfezione della natura è in grado di creare. Oggetti dimenticati o abbandonati, valigie pronte per essere chiuse, spazi vuoti che si mostrano al mondo attraverso una piccola finestra. Caterina si immerge nel contesto, cambia i suoi abiti contemporanei per indossare vesti che fanno parte di una memoria. Si pone dinanzi l'obiettivo compiendo lenti movimenti per intrappolare il passaggio di vite, fotogramma
il ricordo che riaffiora nelle menti. Così l'artista fa parte dell'opera d'arte e il suo corpo si mimetizza diventando materia e parte dell'architettura. Ora sfugge, ora riemerge, ora si sgretola... come i resti degradati di queste case, mutando identità e rimanendo prigioniera di se stessa nel tempo. La Iiriti si chiede se in questi luoghi ognuno di noi sia mai passato durante la propria esistenza. Il tempo li frantuma lentamente come si passa dalla gioventù alla vecchiaia poiché tutto ciò è un progresso molto lento che tutti noi prima o poi siamo destinati a seguire. L'artista di Bova Marina ha esposto le sue opere in diverse rassegne d'arte sparse in Italia, tra cui: Allo Start Point 2012 Accademia in mostra, a Firenze. Al Premio Nascimben 2012, a Treviso. Alla rassegna d'arte Calliurghìa / l'utilità del bello, a Bova. Da sempre è stata affascinata dal mondo dell'arte, si è diplomata all'Istituto d'arte di Reggio Calabria e ha proseguito i suoi studi artistici all'Accademia delle Belle Arti di Firenze durante i quali ha compreso meglio la sua arte scrutando i percorsi da Claude Cahun a Francesca Woodman alla ricerca di donne che riescono a descrivere la propria frantumazione. Attualmente affina la sua arte fotografica attraverso gli studi all'Isia di Urbino con la speranza di continuare a migliorare, far conoscere i suoi lavori alla gente e un giorno lavorare costantemente nel mondo artistico-fotografico rappresentando la sua terra, le sue origini e i segni indelebili della sua storia e cultura. Domenico Spanò
RIVIERA
Lo Spirografo Il nome scientifico è Sabella Spallanzanii, osservandolo sembrerebbe uno splendido fiore con i petali che si muovono con la corrente o lo spostamento di massa d’acqua. In realtà cos’è? Lo spirografo è un verme marino e quelli che sembrano petali sono tentacoli che utilizza per nutrirsi. Carlo Codispoti
Letterati d’eccellenza Questo selfie di Cosimo Pellegrino ritrae il presidente ALB in compagnia dello scrittore Vincenzo Stranieri e dell’urologo Francesco Ferraro.
Fuso orario impegnativo Giorgio Imperitura, nel rispetto dei suoi impegni istituzionali, posa, durante il viaggio in Australia, con i martonesi che l’hanno ospitato oltreoceano.
Loro c’erano! Peppe Reale e Mimmo Gatto non potevano mancare al loro 71° anniversario della Liberazione Italiana!
Felice successo La bionda Danila Santagata posa felice con le sue amiche al termine della presentazione del suo ultimo libro. Dal più grande al più piccolo Riccardo Agrippa, Rocco Modafferi e Salvatore Fuda, posano a rappresentanza delle tre generazioni del Partito Comunista gioiosano.
Indaffarato Pino Carella siede su una robusta panchina in compagnia con un tipico rappresentante della di comunità Prisdarello.
Non sarà la 106, ma merita attenzione I cittadini di Prisdarello inviano questa cartolina al presidente Raffa, sperando che nel mese che gli resta per completare il proprio mandato, riesca a far qualcosa per questa strada (provinciale!) di collegamento.
Soffia il vento, infuria la bufera Mario Cemeno(Satana), Peppe (il meno famoso dei) Crinò e Francesco Mittiga: il vento socialista soffia forte a Prisdarello!
Un momento storico Francesco Curtale e il preside Gaetano Pedullà premiano Giuseppe Ursino, direttore sportivo del Crotone che ha recentemente ottenuto la tanto agognata promozione in Serie A.
SETTIMANALE
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La professionalità è servita Giovanni Sfara posa assieme a Vincenzo Mallamaci a dimostrazione della loro grande intesa lavorativa: il tribunale è salvo!
DOMENICA01 MAGGIO 23
Passato presente Antonio Muià, Mimmo Calabrò, Antonello Pedullà, Nino Macrì e il compianto Peppe Fragomeni posano in questo bello scatto in bianco e nero.
La storia di Siderno Superiore Aldo Caccamo (anche ex sindaco) e Raffaele Macrì Correale posano nella finalmente realizzata Piazza Cavone di Siderno Superiore.
Nella folla Tra questo bel pubblico riconosciamo il dirigente scolastico Vito Pirruccio e Francesco Cagliuso, che in questa occasione più che mai pare un personaggio famoso.
Ma dove vanno i marinai? Stefano Archinà, Antonio Biona Commisso e Peppe Futia posano dinanzi al comune di Siderno in alta uniforme.
Integrazione Gigi Sarroino e Raffaele Salerno, con alcuni amici di colore, dimostrano che l’integrazione a Siderno è possibile.
Lettura stradale A grande richiesta torna Attilio Scannella, che questa volta posa in compagnia dell’avvocato Commisso durante la lettura di Riviera. Sullo sfondo riconosciamo un indaffaratissimo chef Bucci. Messaggio Promozional-musicale Carru u scarparegliu con il suo amico Pino promuovono le tre sorelle, grandi cantanti di folk calabrese.
È giusto? Su segnalazione dei nostri lettori riportiamo l’ennesimo caso di malaciviltà sidernese. Complice un poco tempestivo ritiro della spazzatura, questo cassonetto è infatti sul punto di scoppiare.
Decorazioni di strada Ecco a voi lo staff della Decor Italia: Insieme a Nino Fimognari vediamo i leader locresi del settore della decorazione.