Riviera n°19 del 10/05/2014

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elene Pastor, o meglio Elena Pastore, 77enne miliardaria del Principato di Monaco, e amica intima del principe Alberto Grimaldi, è stata vittima di un agguato a colpi di fucile e pistola a Nizza, a pochi passi dall'ospedale in cui si stava recando per trovare il figlio Gildo. continua a pagina 4



LA SETTIMANA

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SABATO 10 MAGGIO

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Vietato frequentare calabresi: ordinanza del sindaco diVerona

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La vittoria di capitan Sisinio Dopo misteri subacquei e 20mila sentenze, il porto di Roccella ha finalmente una gestione JIM BRUZZESE Il capitano scuote la testa ogni volta che incontra un pensiero cattivo, poi sbroglia la matassa. Dopo due decenni di Caretta Caretta, novellame e pizze al metro, dopo almeno ventimila pensieri cattivi sopra il mare e altrettante sentenze e contro sentenze del Tar, il Porto di Roccella vive: il Consiglio di Stato, sovrano, ha stabilito che l'approdo jonico deve essere gestito dalla Società Porto delle Grazie.

La matassa è sbrogliata e Sisinio Zito si gode la sua ultima vittoria sotto il cielo giovane di un Maggio gelsominato e reggino, le note squisite del Jazz e la freschezza del gambero ovato di nassa. Blu, come le note di Mujura. Oltre che di Italia Navigando (cinquantuno per cento del capitale) della società che gestirà il Porto delle Grazie fanno parte il Comune di Roccella con il venti per cento e due imprenditori della Locride, Mario Diano e Michele Circosta con il ventinove per cento. Ora

bisogna crederci. La Locride con il suo mare ultra aperto non è una zona particolarmente vocata alla portualità tiuristica, non ha obiettivi o isole vicine ed è piena di pirati con la pistola al cinto e in giacca e cravatta. La battaglia sarà di quelle dure, ma non si combatterà in mare e d'estate, ma d'inverno e nella retroportualità. È lì che bisogna attrarre investimenti seri e tanta acqua, altrimenti la papera non galleggia. La gestione c'è, ma ora è tempo di politica e progetti. Di boline, non di comode poppe e mare piatto calabrese.

o scontro polemico è quello che oppone il sindaco di Verona Flavio Tosi alla trasmissione televisiva Report; la risposa scelta dal primo cittadino scaligero è senza dubbio singolare. Il testo è su carta intestata del comune di Verona ed è firmata in calce dal primo cittadino; dopo le consuete formule burocratiche tra le quali quella secondo la quale - stando a Report - risulterebbe che nella città di Verona vi sia il serio pericolo di corpose infiltrazioni della criminalità organizzata e in modo particolare della 'ndrangheta. Dopo le premesse il sindaco «ordina a tutti i presenti sul territorio comunale: il divieto di qualsiasi frequentazione con persone provenienti dalla regione Calabria; il divieto di effettuare viaggi o spostamenti per motivi di lavoro e/o turismo nella regione Calabria; il divieto per tutti gli uffici e amministratori locali di intrattenere rapporti di lavoro o altro con persone di origine calabrese. E via dicendo. Vietati anche i matrimoni misti le trasferte in Calabria delle società sportive “compresa l'Hellas”».

Simona e Paolo, da una favola nera a un romanzo d’amore a lieto fine Nella Locride di Dickens la pietà non è morta: nonostante l’associazionismo rimanga Via Portosalvo su una passerella per corteggiare consensi elettorali e incarichi, esistono ancora chiusa al traffico delle persone nobili e degne, sia da un punto di vista etico che umano

per parcheggio selvaggio

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abato 3 Maggio, ore 18,15 da via Portosalvo non si passa. A deciderlo è stato il proprietario di questa Opel. Abbiamo denunciato molte volte l’irresponsabilità e la prepotenza dei locridei in auto. Non esiste Codice della strada o sanzione che li spaventi. Parcheggi in doppia fila, nel mezzo della ss 106, sui marciapiedi, sulle strisce pedonali. Loro dall’alto della loro arroganza non devono rispetto a pedoni e persone rispettose della legge. Loro la patente l’avranno presa con i punti del supermercato. Oppure nella Locride la scuola guida e il Codice stradale avranno altre regole, sconosciute al resto del mondo.

ERCOLE MACRÌ

Senza tetto, hanno sbandato. Senza speranza, hanno vagato lungo e attorno la città di Siderno, capitale italiana della pietà che è morta, del municipio abbottonato, della Caritas che avrebbe bisogno di protezione, della Protezione Civile che avrebbe bisogno di carità, di una chiesa che possiede le chiavi di un paradiso per pochi, di una Consulta che sfila, presenzia e svolazza eterea come un peto. Hanno vagato e sbandato, Simona, 40 anni di Biella, e Paolo, 30 di Siderno: amore e un tozzo di pane. Poi il Comitato San Caterina si è guardato allo specchio. Grazie presidente Rosanna Macrì e grazie, grazie, grazie Daniela Petrolo. Ma andiamo a noi. Anzi a loro. La famiglia di lui li cacciati fuori di casa: «O andate a lavorare, o via di qua nulla facenti», ha intimato la madre di Paolo e di una famiglia ai margini della società da molto, moltissimo tempo. Trovare lavoro nella Locride, nella Locride di Dickens, equivale a un “Turista per Sempre”, di conseguenza la minaccia tassativa della madre si è concretizzata contro i due innamorati e per dieci giorni si è spalmata sulle facce cineree dei sidernesi che li hanno guardati senza mai vederli. Simona e Paolo sono diventati clochard a tutti gli effetti, senza avere le immunità e il pragmatismo quotidiano, l’istinto di sopravvivenza dei clochard a tutti gli effetti, ma solo un barboncino che per dna sente

il richiamo dei bastardi, della sera che diventa piazza e della luna che parla all’aurora. I margini della società nella Locride, Paolo e Simona per Locride, sono buchi neri, non esistono, rimangono impraticabili, addirittura paralleli. La Locride non è ancora abituata a questo. La Locride è Locride, un posto che elemosina aiuto senza volere mai aiutare nessuno. Poi spunta l’eccezione: Daniela Petrolo prende a cuore il caso, utilizza un aggancio e… Dopo che i due hanno dormito sulla spiaggia per qualche notte, dopo che hanno rischiato moltissimo con un branco di una ventina di cani, alcuni di grossa stazza, con un pitbull maculato a governare quel plotone che ringhia nei bordi della città, dopo che sabato scorso si sono accampati davanti al portone bronzeo della chiesa di Portosalvo, riparandosi sotto il ponteggio dei lavori di restauro della casa della Santa Patrona, con una coperta, immortalati dagli Smartphone di passanti e curiosi da sabato sera, finalmente, grazie a Daniela Petrolo, un tetto e un lavoro a Portigliola. Dove erano nel frattempo Gerbere, Gelsomini, Agave, Fiori d’Arancio; Mimose, Pesca, Mirtilli, Fragole e Limone, Fragole e panna, e tutto quel pianeta ipocrita dell’associazionismo da statuto, pratico, praticissimo, solidale, ruffianissimo, umano, umanissimo quando elemosina alle testate giornalistiche visibilità e gran successi a lettere cubitali?


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SABATO

10 MAGGIO

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di Doroteo

M ORTACCI

I clan e il Principato, tra cosca e costa (azzurra) metti un giorno una tartina di caviale

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elene Pastor, o meglio Elena Pastore, 77enne miliardaria del Principato di Monaco, e amica intima del principe Alberto Grimaldi, è stata vittima di un agguato a colpi di fucile e pistola a Nizza, a pochi passi dall'ospedale in cui si stava recando per trovare il figlio Gildo. Insieme a lei il fidato maggiordomo Mohammed che gli faceva da autista. Helen Pastor è la madrina di una

dinastia di super ricchi, una donna di classe riconosciuta a livello mondiale, suo padre è l'ideatore e il costruttore del primo stadio del Principato di Monaco e il fratello è stato a lungo presidente del club di calcio monegasco il Monaco appunto. Proprietà immobiliari da capogiro e investimenti in cave di diamanti e portafogli petrolifici. Insomma l'elite della finanza mondiale. Chi ha sparato secondo gli investigatori e

secondo i mass media? Naturalmente per colpire il gotha della finanza serve il gotha della criminalità, ovvero la 'ndrangheta. A poche ore dall'agguato, neppure si erano visionati i filmati delle telecamere e i clan calabresi erano già protagonisti. Prezzemolo in ogni minestra. E badate bene i sospetti sull'agguato alla Pastor nonsono caduti sulla mafia o sulla camorra, ma sulla 'ndrangheta. E già perché secondo le

inchieste fatte sul versante Nord della Liguria le cosche sono ben presenti e con occhi puntati alla Costa Azzurra. Un teorema che basta per piazzare la 'ndrangheta anche dietro l'agguato della miliardaria a Nizza. Per carità, le indagini poi ci diranno che è vero, ma a due ore dalle fucilate inserire come unica pista possibile quella della criminalità calabrese appare un po' azzardato, o studiato. Se fosse vero però, e anche se non lo fosse, sappiate già che a spese dei contribuenti la commissione parlamentare antimafia e i suoi annessi, a breve faranno visita al Principato di Monaco per tranquillizzate i ricchi monegaschi e controllare se tra un bicchie-

re di champagne e l'altro ci sia una bollicina affiliata, o se tra le tartine di caviale e gli idromassaggi si nascondano pericolosi broker della mala calabrese. Insomma è bene estendere l'allarme 'ndrangheta anche in Costa Azzurra, tanto per non farci mancare nulla, e poi a breve, tra qualche anno, anche in Finlandia e in Islanda dove certamente tra vulcani e geiger i clan stanno buttando l'occhio per qualche business. Il fenomeno è planetario, meglio cavalcarlo, e se poi sotto il trono del principe Alberto non c'è la cosca, ma la costa (azzurra), pazienza, era doveroso vederci chiaro, e berci su un bel Dom Perignon, anzi no i clan preferiscono il Crystall.

“Pedofilia- ciò che tutti dobbiamo sapere” Il Presidente dell'Osservatorio sui diritti dei minori, Antonio Marziale, ha presentato a Siderno il suo nuovo libro “Pedofilia- ciò che tutti dobbiamo sapere”. Un necessario momento di formazione ed informazione sui rischi che quotidianamente corrono i minori. Come al solito, l'amico Antonio, ha incantato i presenti con la sua straordinaria verve dialettica, richiamando spesso i genitori ad esercitare il loro ruolo con maggiore responsabilità .

Renzi e le soluzioni salvatempo È il TVB l'unico codice a cui gli italiani non vogliono rinunciare Sabato 3 Maggio, Corriere della Sera Un codice unico per i servizi pubblici. Un codice unico per accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione. Il premier ne ha fatto uno dei pilastri del suo programma di riforma, annunciando che tutti i cittadini saranno dotati di un pin. L'iniziativa mira a consentire al cittadino di usufruire di tutti i servizi online dopo un'unica procedura di autenticazione. È leggendo questa notizia che non possiamo non accorgerci di quanto il Premier Renzi sia carico di nuove idee. Porta la freschezza dei suoi 39 anni in novità salvavita. Nel 2014 i ritmi frenetici si combattono a suon di tastiera: il

codice unico è l'innovazione che permette al cittadino (compreso lo zio ultraottantenne del quale aspettate con fervore la pensione a fine mese) di accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione. In un mondo dove tutto è fast (and furious), Renzi propone di combattere lo scorrere delle lancette con la tecnologia. Sarà tutto a portata di mano. Mentre indagherete sulle possibili corna di vostra moglie, potrete contemporaneamente calcolare la tassa sulla spazzatura (e vi garantiamo che l'ammontare di questa vi colpirà molto di più degli innumerevoli “Sei stata fantastica” scritti alla vostra lei dal suo capo). Insomma, Renzi che non è un

marinaio, ha promesso ed ha mantenuto. Sarà il codice da ricordare numero 29, dopo quello della banca, la password di una decina di social network, il numero tre mentre giochi al fazzoletto, l'84 alla fila del banco salumi e il codice d'accesso al sito Gli amici del mulino bianco sul quale vostro figlio combatte a suon di saccottini. Perché nel XXI secolo non siamo più persone, per cui tanto vale presentarsi direttamente pronunciando il proprio codice fiscale: con 16 vocalizzi ti ho già detto tutto di me. Siamo belli quanto i numeri dei like ricevuti dagli amici di facebook e valiamo quanto il voto dell'università. Ma non basta essere identificati come codi-

ci, li devi scegliere pure difficili. Perché dopo esserti registrato ad un sito di incontri, scegliendo come password le lettere delle iniziali dei tuoi figli in ordine di nascita con rispettiva età e la data del tuo primo bacio, il server ti informa che quel codice è facilmente individuabile: l'espressione che ti viene fuori è mista a sorpresa e disgusto. E se Mina nel 1972 cantava Parole Parole, che qualcuno la chiami per una rivisitazione in Numeri Numeri. Che poi, caro Renzi, vuoi mettere la fila dal commercialista in cui rincontri l'ex (per cui ancora sbavi) che ti aveva lasciato per la più bella del liceo, con un freddo codice a sei cifre? Sara Jacopetta



RIVIERA

LA COPERTINA

MonsignorOliva unvescovoalcloroformio oun'iniezionediadrenalina?

ILARIO AMMENDOLIA Tanti anni fa cinque giovani vennero schierati a Gerace di fronte al plotone di esecuzione. Non erano delinquenti. Il plotone fece fuoco e quei ragazzi caddero a terra morti. Il Vescovo della diocesi, Perrone(?), nella sua omelia domenicale pronunciava parole terrificanti “Moestitia nostra conversa est in gaudium”. Gioiva per la morte di cinque ragazzi innocenti. Non credo la frase possa essere ricondotta a perversione o crudeltà individuale del prelato. Era la Chiesa, parte di una classe dirigente rozzamente conservatrice, che pur di preservare il feudalesimo non esitava a macchiarsi del sangue degli innocenti. Fu così per tanti anni ancora. Poi arrivò il vescovo Perantoni portando con sé il vento del riformismo cattolico, di Dossetti o di Pastore, di La Pira, forse di Moro o di De Gasperi. Meno processioni e più vicinanza alla gente. Meno fanatismo e paganesimo più capacità di sincronizzarsi al nuovo clima di fermento democratico che si respirava nel secondo dopoguerra.

Erano anni di contrapposizione e di lotta al “pericolo comunista” e Perantoni più che ricorrere alla scomunica si impegnò per l'istituzione di un centinaio di scuole materne e per l'apertura di moltissimi cantieri scuola in tutto il territorio della diocesi. Il professor Turi Futia ha scritto un bel libro su Perantoni. Personalmente credo

che Perantoni abbia avuto il merito di aver fatto entrare in una Chiesa ammuffita una ventata di aria nuova. Il suo limite coincise con il suo impegno politico nella DC e una concezione aristocratica del suo ruolo. La candidatura dello straricco Vitetti, re dello stagno, al senato per la DC, da Lui fortemente voluta, fu la causa di una sorda contrapposizione ai gruppi dirigenti locali che in linea storica erano eredi del vescovo Perrone e del pensiero feudale. Contrapposizione che Perantoni pagò con il trasferimento a Lanciano, mentre la diocesi di Locri ripiombava nell'antico oscurantismo. Fu Bregantini a segnare la “rottura rivoluzionaria”. Il vescovo Gian Carlo, molto più che molti calabresi, amò la Calabria, la Locride e la sua gente. Egli fu guida spirituale, indiscusso capo politico, punto di riferimento morale e culturale. Nel grande vuoto di una Locride con partiti muti, eletti privi di qualsiasi caratura politica, sindacati clandestini, clero inespressivo, tessuto democratico inesistente, Bregantini concentrò nella sua persona una grande volontà di cambiamento che lo spinse sino all'occupazione dei binari in occasione della soppressio-

ne del treno per Bari o nelle strade di S. Luca e di Platì ed ovunque il suo popolo avesse bisogno. Fu il vescovo della speranza, dei “segni che diventono sogni”, cultore della bellezza, convinto che «se i nostri monti ritorneranno verdi il nostro mare sarà di nuovo azzurro». La sua “colpa” fu contrapporsi alle vestali dell'antimafia intente a criminalizzare il nostro popolo. Pagò con il trasferimento diventando arcivescovo ma non più l'autorevole pastore di Locri che dal profondo Sud parlava all'Italia intera. Morosini lanciò insieme a noi che in quegli anni guidavamo il comitato dei sindaci, il “progetto d'urto della Locride” e il “protocollo della legalità” che restano pietre miliari di un movimento che aveva l'ambizione di coinvolgere il nostro popolo in una stagione di lotte e di speranze. L'attuale vescovo di Reggio pronunciò da Polsi parole memorabili contro la criminalizzazione di massa. Il nuovo Vescovo arriva in una terra sconfitta e ferita. In questi anni il potere ha creato il deserto e, quel che peggio, noi ci siamo abituati al deserto.

La Locride è una sconfinata landa abissina in cui non si produce, non si ricerca, non si lotta, non si pensa. Vi sono punti di resistenza eroica, tanto in economia quanto in politica ma non hanno vita facile. Noi siamo i figli di una sconfitta storica. Privi di un pensiero autonomo, proni alla volontà dei forti. La Chiesa, tra tutte le istituzioni, è quella che ha radici più profonde, un seguito di massa, una credibilità che altre istituzioni non hanno più. Noi non abbiamo alcun titolo, né tantomeno alcuna presunzione, di indicare al nuovo vescovo alcunché. Sappia però che la Locride non aspetta solo il vescovo dei cattolici. C'è tanta crisi di rappresentanza. Gli occhi che lo guardano con speranza sono tantissimi. Noi ci auguriamo che monsignor Francesco Oliva sia il vescovo di tutti ma abbia una predilezione per gli ultimi, e soprattutto per coloro che vengono spinti verso una disperata perdizione. La Locride non ha bisogno di un trattamento al cloroformio che anestetizzi il dolore delle ferite, bensì di tanta adrenalina che ci faccia ritrovare la strada di un dignitoso riscatto.


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SABATO 10 MAGGIO

Il nuovo Vescovo arriva in una terra sconfitta e ferita. In questi anni il potere ha creato il deserto e, quel che peggio, noi ci siamo abituati al deserto. La Chiesa, tra tutte le istituzioni, è quella che ha radici più profonde, un seguito di massa, una credibilità che altre istituzioni non hanno più. Noi ci auguriamo che monsignor Francesco Oliva sia il vescovo di tutti ma abbia una predilezione per gli ultimi, e soprattutto per coloro che vengono spinti verso una disperata perdizione.

Cristo non si ferma a Locri

Cristo non si ferma a Locri, né nella locride, mai per molto tempo. Ha sostato per brevi periodi, poi è andato via sempre più incavolato. Ha capito che contro il volere degli uomini e delle circostanze poco si può fare. Persino Lui che è onnisciente, totipotente, ubiquitario, immanente alle cose degli uomini e della natura, che fa salti mortali all'indietro e in avanti, carpiando a richiesta, ha gettato la spugna. Per la verità ci ha provato. Questo bisogna dirlo a scanso di fulmini e saette. Che mica Lui ti fa arrestare, ti chiama tragediaturi e sbirru, o ti tira due timpulate (schiaffoni) se dici il falso o se provochi, Lui semplicemente, parlando col dovuto rispetto, ti fulmina (poi ti perdona però). Quindi bisogna dire le cose come stanno. Ecco, ci aveva provato. Per un certo periodo si è fatto chiamare Giancarlo Bregantini. È venuto giù da Krotone, pur essendo Trentino, e si è insediato nella Diocesi locrese. Capiva pure il dialetto, cosa strana per un trentino. Li si cominciava a sospettare che era uno un po' originale. Vabbè che sei stato a Krotone, ma capire il dialetto jonico Kalabrese non era scontato. Dunque più di uno aveva storto il naso. Poi si è messo a fare pure l'agricoltore, a sperimentare i piccoli frutti. Che a

sentirli chiamare così, uno pensava che erano frutti normali rimpiccioliti con qualche miracolo o diavoleria. Poi invece si è scoperto che erano proprio piccoli loro, cioè lamponi, more, fragole ecc. e li gli animi si sono tranquillizzati. Ma qualcuno ha detto: e che, uno che ha lavorato nelle acciaierie di Marghera che capisce di agricoltura. Se poi porta la tonaca, due più due fa casino o imbroglio e basta. Invece, contrariamente a quanto ognuno temeva, questo trentino-krotonese è riuscito a far produrre piccoli frutti alla terra di Kalabria. Per altro, chissà per quale diavoleria o miracolo, la terra che dava piccoli frutti era un argine di fiume; più pietre che terra. Altro fatto sconcertante: gli agricoltori che si prendevano cura delle piante erano san luchesi, platioti. Per dirla tutta, sempre in quello spirito di verità, che altrimenti ci fulmina, aveva affidato tante cose alla feccia di Kalabria. Non propriamente gli ultimi, biblicamente intesi, peggio, per dire, quasi dei lebbrosi. Che se al Nord o alla Rai o in qualche salotto buono sanno che sei di San Luca, di Platì o di Africo, e pure della Locride (non sapendo di geografia molti pensano che sono due luoghi distinti, uno peggio dell'altro) per dire, hai troncato la carriera. Stop! Hai finito di

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sognare. Per dirla tutta, minimo sei un trafficante o un sequestratore. Se ti va bene solo uno spacciatore. Ma lasciamo perdere. Quindi questo bellimbusto di un Cristo, si era preso troppe libertà, e tutte in una volta, per cui è stato cacciato a sassate. Poi ci ha riprovato. È venuto travestito da monaco. Questa volta si chiamava Giuseppe Fiorini Morosini. Era venuto pure dotato di tre nomi per confondere le acque. E, per non fare la fine di prima, questa volta aveva deciso di non interessarsi di agricoltura, di corpi, di pane e di terra, ma solo di anime, di omelie. Di parole e di antimafia. Si era messo a frullare tra le chiese della diocesi minacciando scomuniche a destra e a manca per i mafiosi. Diceva che non serviva fare battesimi e comunioni e cresime solo per fare sfoggiare abiti belli, anelli con brillanti e Rolex alle commari e ai compari. Che poi sti comparati dovevano finire che erano un peccato e una provocazione bella e buona al Padre Nostro. Capisci a me! Insomma si era messo in testa, anche in questa nuova veste, delle idee talmente strambe e assurde che qualcuno diceva: questo è peggio di quello di prima. Poi, appena ha difeso Polsi, quel luogo infossato nel cuore dell'Aspromonte, che va di

moda da qualche anno tra gli addetti ai lavori, hanno cominciato a dargli contro. Che minchia mi difendi Morosini? Mi difendi un luogo infestato da picciotti e santisti? Per lo più insalubre, che se ci stai più di due ore prendi la polmonite, e se ci stai tre ti arruolano come picciotto. Che se ci vuoi arrivare rischi anche di finire in un burrone. Di quei burroni che se ci cadi dentro ti portano dritto all'inferno: hanno proprio in fondo un pertugio che comunica con la camera da bagno di Belzebù. Roba fine, di alta classe ma con una temperatura talmente alta che non ti resta neanche l'anima se ci cadi dentro; ti vaporizzi all'istante. Insomma, per farla breve anche Lui rimosso. Promoveatur ut amoveatur. Brummm, via anche stavolta. Dopo queste esperienze che chiamare negative è poca cosa, non voleva più avere a che fare co sto buco di mondo. La diocesi di Locri? Per carità, diceva alzando le mani sante, a chi glielo domandava. Invece, dopo tanto riflettere e, alcuni ben informati dicono, tante insistenze della Madonna, del tipo: se non ci provi un'altra volta ti prendo a scapaccioni e non ti faccio più le torte al cioccolato che ti piacciono tanto, si è deciso a tornare. Questa volta si chiama Francesco Oliva. Si è volu-

to chiamare proprio Oliva perché pare si sia messo in testa di interessarsi non solo di anime, ma anche di olio e pane e vino, che tanto gli piacciono. Ha voluto pure che fosse il Papa in persona a spedirlo a Locri, proprio da Cassano, che sembra il nome di un dolce. Una spintarella l'ha voluta anche da Nunzio Galatino, segretario generale della CEI, che anche lui ha un nome che richiama una caramella. Insomma ha preso tutte le precauzioni buone per affrontare questo mondo corrotto e violento. Se poi anche questa volta il Cristo sarà sbattuto fuori a calci nel sedere, credo che difficilmente tornerà, nonostante tutta la misericordia e la pazienza di cui è dotato. Pare che ci sia un accordo segreto tra Lui e Belzebù, che sono nemici ma si rispettano (notizie sempre a cura dei soliti ben informati): se fallisco anche stavolta caro Belzebù, ti cedo completamente sto territorio che mi da solo grattacapi. Puoi benissimo iniziare con un terremoto che inghiotta Polsi e i paesi limitrofi. Poi saranno cazzi tuoi quando te li troverai tutti all'inferno, buoni e cattivi, e che Dio ti aiuti. Quest'ultima frase pare l'abbia detto con un sorrisino da furbetto. Ipse dixit (l'ha detto Lui). Vincenzo Carrozza


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Il sindaco di Locri parla di responsabilità bipartisan, eppure con Giustino Ranieri la struttura poteva vantare reparti efficienti e primari di peso. Intanto Rianimazione ha gia spento le luci per un giorno

Sanità

Ospedale di Locri

Nonostantetutto,semprepeggio C

ELEONORA ARAGONA ome Atlante reggeva la volta celeste sulle sue spalle, così il Titano Francesco Adamo sorregge le sorti dell'ospedale di Locri con il suo reparto, Anestesia e Rianimazione. L'ultimo baluardo che rende la struttura ancora degna di essere chiamata ospedale. E la dimostrazione l'abbiamo avuta tutti questa settimana. Un'epidemia ha colpito gli anestesisti di Locri e l'ospedale si è bloccato. È diventato un mucchio di ambulatori, niente di più. Altro che spoke, è stato il nulla. Con tutto il rispetto per chi ogni giorno cerca di mandare avanti una struttura che, mentre doveva essere all'avanguardia, tiene salda la retroguardia. Ma torniamo al caos in cui è caduto l'ospedale. Tre anestesisti malati e il “nonostante tutto”, mantra che permette di sopravvivere al nosocomio, non vale più. Niente operazioni ordinarie, né d'urgenza. Come se già non ci fossero abbastanza problemi in un a struttura di provincia che non ci invidierebbero neanche nelle zone di guerra. Anche se Adamo sì che lo vor-

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ell'antichità venivano usate slitte ricavate dai rami degli alberi. Poi fu introdotta la ruota, poi ancora fu tracciata, dalla grande civiltà romana, la prima strada. Da quell'epoca tanto antica, a tempi più recenti, in modo graduale, si svilupparono una serie di veicoli sempre più tecnologici che permisero agli uomini di essere facilitati negli spostamenti. Fu allora che iniziò il vero dramma. Fu allora che iniziarono a instaurarsi forme di potere basate sul possesso di un veicolo. Quel processo arrivò sino ad oggi; e degenerò nella forma più esasperata prendendo il nome di "auto blu", pagate dai cittadini e messe a completa disposizione dei politici. Una sorta di mezzi pubblici...riservati solo alla loro persona però! Gran parte degli italiani usufruisce dei mezzi pubblici, e la metà di questi ha dichiarato di passare in media 30 minuti della loro giornata a bordo. Per motivi di lavoro, di studio, di spostamenti quotidiani. Forse quella metà di italiani che ha rilasciato queste dichiarazioni risiedeva al centro-nord. Si, perché anche volendo, noi nell'estremo sud dello stivale, a stento li conosciamo i trasporti. Dimenticati non solo dal progresso ma anche da Dio, trascorriamo le nostre giornate a cercare quel distributore dove la benzina è meno cara di dieci centesimi, perché l'automobile al sud è d'obbligo; l'autista del pullman lo conosciamo

rebbero anche Medici senza frontiere. È un missionario, si arrangia con quello che ha e fa funzionare un reparto con mezzi e personale limitati. Lui è uno dei primari che portano avanti i loro reparti e li fanno filare, nonostante

le carenze e la desolazione che li circondano. Forse anche la sua sarà una punizione divina, come per Atlante, magari in una vita precedente avrà commesso qualche crimine. Anche piuttosto grave per reincarnarsi in un primario di Locri.

L'ospedale sta perdendo la fiducia dei cittadini del territorio. In molti piuttosto che ricoverare i propri cari a Locri preferiscono prendersi la responsabilità, firmare per portarli a casa o fuori regione. L'attuale situazione secondo il sindaco Calabrese è

da imputare a entrambe le fazioni politiche (chissà se è un’opinione dettata da fedeltà per la casacca o dal detto mal comune mezzo gaudio). Secondo lui le giunte Loiero e Scopelliti avrebbero contribuito all'attuale abbandono e alla desolazione dell'ospedale. Eppure, checché ne dica Calabrese, nel 2010, la Locride registra tutt'altro. Dopo anni di inefficienze e malasanità a go go, Giustino Ranieri, predecessore della Squillacioti e degli accorpamenti fallimentari, aveva convinto primari invidiati dall'Italia progredita a venire a Locri. Aveva costruito una squadra con tre punte: Macrì, ortopedia; Bertucci, radiologia; Pavone, chirurgia. Anche i conti stavano tornando a quadrare, Ranieri aveva portato da 12 a 4 milioni il deficit dell'Asp 9. E ottenne questi risultati in due anni, dal maggio 2008 al luglio 2010. E poi siamo tornati indietro. Nel giro di 4 anni, dal 2010 al 2014 l'ospedale è diventato un luogo in cui si sa quando si entra e non si sa quando si esce. I primari sono migrati quasi tutti verso lidi più soleggiati, tranne qualche missionario che crede ancora nel suo lavoro di buon samaritano.

TRASPORTI

Locride-Cosenza: il disagio degli studenti tutti, si perché magari è unico. Unico pullman, unico autista. Anche simpatico e diligente, ma unico. Il pullman invece non è dei più fiammanti. E a questo non vi è un'alternativa. Per gli studenti poi la situazione è diversa. Il biglietto si paga, e aumenta, il servizio diminuisce ed è sempre meno efficiente. Studenti in piedi, perché i titolari non hanno intenzione di mettere a disposizione più mezzi; si, perché loro hanno solo intenzione di guadagnare, senza offrire un buon servizio. Gli autisti poi, gente fortunata fin quando ci saranno coloro che usufruiranno del servizio, fortunata di avere un lavoro, che però, in alcuni casi, presenti ma rari, ignora completamente dove la cortesia stia di casa. Per non parlare del fatto che non esiste nessun treno per gli studenti che partono da Locrie e dintorni diretti a Cosenza; anzi no, non è il treno a non esistere, è la ferrovia. Studenti senza alternativa, per andare a Cosenza vi è solo il pullman, e solo quella compagnia. Per tornare? Lo stesso. Le agenzie di viaggi ultimamente hanno messo a disposizione navette per gli

aeroporti, dove non ci arriva l'amministrazione pubblica almeno è disponibile quella privata. Insomma dove vogliamo arrivare? Non si pretende mica una metropolitana, ma il minimo indispensabile per una buona, anzi no , discreta rete di trasporti noi cittadini la pretendiamo. Ma se per caso ci dovessimo appellare e richiedere più servizio, allora verrebbe sbattuta davanti agli occhi una lunga lista di cose da fare, senza dubbio più urgenti e gravi. Quello che fa di una cittadina, una cittadina civile, è anche una buona amministrazione dei servizi, che deve essere coniugata alla esigenze della collettività. Beh, ma per chi non ha neanche un'amministrazione, allora i servizi sono pura utopia. Il progresso da noi, non si capisce se sia arrivato, ma se per caso la risposta fosse affermativa, allora è arrivato solo a metà, come numerosi finanziamenti d'altronde. Ed allora ci staranno forse inducendo le circostanze, a pensare che...si stava meglio quando si stava peggio? Riflettiamo gente, riflettiamo. Sara Leone


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rande partecipazione di pubblico a Palazzo Amaduri di Gioiosa Jonica per la presentazione del cd di Vincenzo Nizzardo. Forti emozioni nel momento in cui l’artista calabrese durante la conferenza stampa, moderata dai giornalisti Domenico Logozzo e Rosella Garreffa, ha esordito con il brano, titolo dell' album " Oltre ogni limite”. Numerose le emittenti televisive e radiofoniche presenti. L' evento è stato voluto dai nipoti del grande Mino Nazionale, Enzo e Rocco, nonché figli di Franco Reitano, compositore, cultore della musica e dell' arte. Applausi incessanti, quando, in diretta telefonica, Patrizia, moglie dell'Ambasciatore della Calabria nel mondo, ha voluto salutare Vincenzo e gli ospiti presenti in sala. “Sono felice di sapere che i miei nipoti, abbiano lavorato bene per la realizzazione del cd, scegliendo ottimi brani. Ricordo quando ancora ragazzini, i fratelli Vincenzo ed Ermes Nizzardo, cantavano sul palcoscenico assieme a Mino, racconta la moglie del cantante di Fiumara. Franco e Mino saranno contenti del successo di Vincenzo e guideranno il suo cammino ”. Patrizia, inoltre, ha salutato gli ospiti presenti in sala e augurato al giovane cantante le migliori fortune artistiche. Significativa la presenza del presidente della Provincia di Reggio Cal. Giuseppe Raffa, del consigliere Vincenzo Loiero, dello scrittore e autore Santo Goffrè, oltre al sindaco e amministratori del comune di Gioiosa. Il presidente Raffa si è soffermato sulle doti artistiche e umane dell’artista. “Come politico ho sentito l’esigenza di essere presente in questo progetto discografico, è un modo per stimolare i giovani calabresi a dare il meglio, per trasmettere i grandi valori della vita, per dare l’esempio che con impegno e dedizione si possono raggiungere grandi mete”. Il giornalista RAI Domenico Logozzo ha

posto al presidente Raffa anche domande rivolte alle varie situazioni del territorio gioiosano. Rosella Garreffa, voluta dalla famiglia Reitano come moderatrice della conferenza, ha raccontato la sua esperienza al fianco di Mino. “ Ricordo la professionalità e la sua umiltà, della moglie Patrizia e delle figlie Giuseppina Elena e Grazia Benedetta. Ho presentato e cantato durante i suoi concerti in giro per la Calabria, dichiara la giornalista, ereditando un vasto patrimonio di valori”. Nel periodo in cui Rosella Garreffa, affiancava l’artista nei suoi concerti, anche i fratelli Nizzardo davano dimostrazione delle proprie corde vocali. “Erano giovani, dichiara Rosella ai microfoni, accompagnati nelle varie piazze dai genitori sempre attenti e presenti”. La mamma di Vincenzo, durante la serata non ha mai smesso di emozionarsi al cospetto di un pubblico attento. Cinque i brani cantati da Vincenzo Nizzardo: “ Oltre ogni limite”, "È grande l’ amore mio per te”, “Ma ti sei chiesto mai”, interpreta-

to a Sanremo da Mino nel 1992 “ If you stay”. Ha concluso con la canzone “Non ti scordar di me”. Il Cd comprende 11 brani, di cui 5 composizioni inedite scritte dal Maestro Franco Reitano. La musa ispiratrice di Vincenzo Nizzardo è la sua ragazza Anna Laura. “È il mio unico grande amore, ha detto Vincenzo ai microfoni, terra fertile per le mie idee, sempre con me oltre le distanze”. Tanti i traguardi raggiunti dal giovane artista nonostante i suoi 27 anni. L’ Università Mediterranea lo riconosce eccellenza positiva per i giovani, viene premiato dall’ UMPLI. Vince nel concorso Conservatori a confronto nel programma “Uno Mattina in famiglia, Rai 1, per il conservatorio F. Cilea di Reggio Calabria, lavora al fianco di Riccardo Cocciante in teatro. “L’ incontro con Vincenzo, afferma Rocco Reitano, rappresenta il coraggio di non mollare, la forza della musica e delle parole, per non dimenticare i sacri-

fici e le origini. Il primo cd, continua Rocco, lo abbiamo consegnato alla nonna di Vincenzo impossibilitata a raggiungerci a Palazzo Amaduri, a dimostrazione dei forti legami familiari. Nell’ album sono presenti anche due liriche del repertorio classico italiano, riarrangiate insieme a Enzo Reitano in chiave moderna e radiofonica “Non ti scordar di me” e “ Musica proibita”. “ Un esperimento per avvicinare il classico ai giovani, puntualizza Rocco Reitano”. Di spessore i contributi del musicista Angelo Laganà, della scrittrice Renata Ceravolo, vincitrice assoluta nel ‘95 del Premio Nosside e ambasciatrice nel mondo e del sindaco di Ferruzzano Marisa Romeo. L’editore Angelo Laganà, autore musicale di quattro brani cantati e incisi da Mino, ha voluto ricordare anche la professionalità del fratello Franco Reitano, padre dei maestri Enzo e Rocco presenti in sala. All' intervento del giovane sindaco di Gioiosa Jonica, Fuda, si sono associati i saluti del presidente della Pro Loco Gioiosa Jonica, Nicodemo Vitetta. Il cd è prodotto e pubblicato dalle edizioni musicali e discografiche Mac Rey International dei fratelli Reitano. Vincenzo Nizzardo ha riservato uno speciale ringraziamento per il maestro A. Gallelli, coautore di due brani del cd. “ L’ ho scelto anche come padrino di battesimo per il mio bambino, ha precisato entusiasta Gallelli, a prova della nostra grande amicizia”. Ermes, fratello di Vincenzo con il quale il cantante ha mosso i primi passi nel mondo musicale, dopo aver duettato nel brano "Ma ti sei chiesto mai", ha voluto esprimere pubblicamente la sua gioia e la sua emozione. “ Otre ad essere mio fratello , mio compagno di vita è anche il mio migliore amico , ha precisato Vincenzo”. Oltre cento copie autografate sono state distribuite ai presenti in anteprime, mentre dal prossimo 11 maggio sarà possibile trovare il cd” Oltre ogni limite” disponibile in digital download, sulle piattaforme streaming, in distribuzione nei canali di vendita e in abbinamento al settimanale “RIVIERA” nelle edicole. “ Ti regalo la mia voce , ha concluso Vincenzo Nizzardo, dopo aver ringraziato i familiari e gli amici, affinché tu la possa ascoltare, quando ne avrai bisogno”. Il primo passo per un roseo futuro è stato percorso con successo.


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L’INCHIESTA

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un appello alle istituzioni L’APPELLO “Riviera”lancia affinché vigilino sul corretto

ANTONIO TASSONE Ore ventuno di una normale sera di maggio, in tutta la zona sud di Siderno si respira un aria putrida. Un odore nauseabondo che punge le narici e viaggia per chilometri infestando la città. L'origine di questi forti odori è inequivocabile ed ormai tutti sanno che proviene dall'impianto di separazione di rifiuti che dimora sul territorio di Siderno, zona sud, ai confini con Locri ed a pochi passi del torrente Novito che dei due comuni ne è il confine. Ma cos'è l'impianto di separazione dei rifiuti, TMB (trattamento meccanico biologico dei RR.SS.UU.) per i pignoli, cosa fa e a che cosa serve? Siderno negli anni passati, per una serie di vicende delle quali qui non parleremo, è diventata un polo importante del ciclo integrato dei rifiuti a livello regionale. Siderno è la città che per anni ha ospitato la discarica consortile a servizio di mezza provincia, e un'altra per i comuni di Locri e Siderno; ospita uno dei più grandi depuratori delle acque che serve, o dovrebbe servire, i comuni di Locri, Gerace, Antonimina, Grotteria e Siderno. Dal 2006, da quando la discarica consortile di Località Timpe Bianche ha esaurito la sua capacità di accogliere rifiuti indifferenziati, grazie alla nuova creazione del ciclo integrato dei rifiuti - basato sull'incenerimento - è stato costruito a Siderno l'impianto di selezione. Il sistema funziona così: i rifiuti indifferenziati passano dal cassonetto all'impianto per il trattamento di selezione e separazione meccanica. Da questa separazione si ottiene una parte secca, intorno al 55%, chiamata in gergo CDR (combustibile da rifiuto) e che viene “combusta”, fatta bruciare, nell'impianto di “termovalorizzazione” sito a Gioia Tauro dalla quale si ottiene energia elettrica; una parte umida, l'altro 45%, denominata FOS (frazione organica stabilizzata) e che in pratica rappresenta la parte putrescibile dei rifiuti, quella che crea non pochi grattacapi in quanto non può essere riutilizzata e deve per forza trovare posto in una discarica in giro per la Calabria. Il ciclo integrato del rifiuti basato sulla termovalorizzazione è stato concepito agli inizi del 2000 dall'allora Ufficio del Commissario per l'Emergenza Ambientale in Calabria (Governo) e fu allora annunciato come la panacea di tutti i mali a rimedio della crisi ambientale in Calabria. A costruirlo TEC ( poi Veolia, oggi Ecologia Oggi) attraverso un consistente investimento privato in regime di progetto di finanza che in prati-

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funzionamento del sistema impiantistico sidernese. L'impianto di Siderno accoglie quotidianamente i rifiuti di oltre 50 comuni della Calabria per una media giornaliera che varia tra le 100 e le 150 tonnellate. Nell'estate del 2011 nacque persino un comitato antipuzza. Oggi le responsabilità hanno un nome e un cognome in Calabria: Assessorato regionale all'ambiente, Dipartimento Ambiente regionale, Provincia di Reggio Calabria, Comune di Siderno, e, dulcis in fundo Ecologia Oggi.

Siderno dice basta alla puzza della discarica ca consisteva in un iniziale investimento privato da ammortizzarsi in venti anni con una quota delle tariffe che i cittadini pagavano per la Tarsu. Inoltre la società investitrice traeva il suo immediato profitto dall'energia creata con la combustione dei rifiuti trattati nell'impianto, unico in Calabria, di Gioia Tauro il che ci porta oggi al vero problema da affrontare che è quello relativo al totale fallimento della raccolta differenziata in Calabria. La contraddizione si coglie plasticamente se si considera che il principale interesse dell'azienda che gestisce il ciclo dei rifiuti è quello di ricevere quotidianamente rifiuti indifferenziati da bruciare. Interesse che è opposto rispetto gli obiettivi della raccolta differenziata. L'influenza nei salotti della politica della TEC e Veolia prima, e di Ecologia Oggi adesso, hanno impedito il nascere di “vere” politiche di raccolta differenziata in Calabria. Negli anni il sistema, che già poggiava su equilibri fragilissimi, è andato diverse volte in tilt per la sostanziale mancanza di discariche di servizio che dovevano servire ad allocare gli scarti della lavorazione dei rifiuti (FOS) producendo le

“emergenze rifiuti”che ancora sono sotto gli occhi di tutti. Senza le discariche gli impianti di selezione, TMB, non possono disfarsi dello scarto proveniente dalla lavorazione dei rifiuti che imputridisce in capannone inceppando di fatto il sistema. L'impianto di Siderno accoglie quotidianamente i rifiuti di oltre 50 comuni della Calabria per una media giornaliera che varia tra le 100 e le 150 tonnellate. Una quantità enorme di rifiuti! L'impianto si rivela spesso sottodimensionato rispetto alla mole di rifiuti da trattare e se si aggiunge il fatto che la FOS, spesso e volentieri , non trova posto nelle discariche calabresi disponibili, venendo ammassata dentro l'impianto sidernese, si può capire benissimo il motivo dei miasmi e della puzza da noi denunciata e che sta creando non poche lamentele in città. Nell'estate del 2011 nacque persino un comitato antipuzza che manifestò in maniera vibrata contro l'amministrazione ed i gestori dell'impianto. Molti furono gli incontri e le iniziative. Il comitato poi evaporò ai primi giorni di fresco e da quando la macchina amministrativa è in mano ai commissari non si

sono fatti più sentire. Oggi i cattivi odori sono tornati alla ribalta e si avvertono sempre più in città. Il tutto nella totale indifferenza di istituzioni, politica, cittadini. Sui temi ambientali Siderno è stata sempre un esempio di civiltà e modello per il comprensorio ma oggi paga uno scotto troppo grande. Da qualche anno l'emergenza ambientale è stata dichiarata conclusa dal governo nazionale ed oggi le responsabilità hanno un nome e un cognome in Calabria : assessorato regionale all'ambiente, Dipartimento Ambiente regionale, Provincia di Reggio Calabria, Comune di Siderno, e, dulcis in fundo Ecologia Oggi alla quale basterebbe semplicemente garantire la manutenzione ordinaria e straordinaria all'impianto che gestisce per attutire molti dei disagi lamentati. In gioco c'è la sopravvivenza della comunità sidernese e della sua economia. Da questa testata lanciamo un appello alle istituzioni pocanzi menzionate affinché vigilino sul corretto funzionamento del sistema impiantistico sidernese invitando, se è necessario, un'accorata ispezione delle forze dell'ordine competenti.

GIUDIZIARIA

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Il condizionamento della 'ndrangheta nelle competizioni elettorali a sempre lo snodo dei rapporti mafia - politica è una questione cruciale per la comprensione delle ragioni per cui (e delle modalità con le quali) tutte le organizzazioni di tipo mafioso, e tra esse specificatamente la 'ndrangheta, riescano ad affermare i propri interessi sui territori oggetto della loro presenza ed accumulino nel tempo il proprio potere di condizionamento e di controllo tendenziale su ogni attività ed interesse. Le indagini svolte sui rapporti mafia - politica consegnano quadri molto complessi, tra i quali emerge anche un rapporto nel quale la 'ndrangheta si atteggia come vero e proprio protagonista, sia pure con forme e modalità di intervento non sempre perfettamente omogenee e tuttora in via di elaborazione e sviluppo: dunque, in ultima analisi, un rapporto fortemente caratterizzato dalla più ampia flessibilità dei diversi modelli secondo cui

esso trova concreta attuazione. Significativi segnali di tale protagonismo della 'ndrangheta sono emersi da ultimo in occasione di una importante attività d'indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia nel corso del 2010. In particolare emergono nel corso di un'indagine contro una cosca di San Luca quelle che gli investigatori hanno definito alcune linee di tendenza che connotano l'intervento della 'ndrangheta nell'attività di condizionamento della politica, a livello regionale ed in prospettiva nazionale. A tal fine, appare di grande rilievo il contenuto di alcune conversazioni dalle quali si può desumere che la 'ndrangheta si propone di agire in maniera unitaria in occasione delle consultazioni elettorali future, sostenendo un ristretto numero di candidati, al dichiarato fine di non disperdere i voti che essa riesce a controllare.

In occasione di una conversazione registrata nel marzo del 2010 la questione veniva introdotta da un presunto boss che evidenziava come, a suo avviso, spettava alla 'ndrangheta e non ai partiti, scegliere le candidature, in quanto un candidato che avesse potuto contare sui voti dell'organizzazione (o, quantomeno, di un mandamento) sarebbe stato certamente eletto alla Provincia, per cui i voti dei singoli locali avrebbero dovuto essere gestiti indipendentemente dai partiti e convogliati in modo unitario su determinati candidati (“però è una cosa che dobbiamo gestire noi in tutto il nostro LOCALE, nel paese nostro dobbiamo gestircela noi, no che la gestiscono loro… Perché a noi ci tirano … un paese piccolo come Natile. Noi con i voti se si porta uno, d'accordo, noi con i voti nostri lo mandiamo alla Provincia”).





SPECIALI ELEZIONI

Franco Mittica: storie di ordinaria“Resistenza”calabrese ILARIO AMMENDOLIA La storia inizia sul finire negli anni sessanta del secolo scorso. Un brillante giovane di Platì, Franco Mittica, si laurea in Medicina e chirurgia a Bologna. Si sposa con una ragazza romagnola, ottiene il lavoro in un bel paese della Romagna. Itaca però resta lontana. La sua Itaca è la Calabria, è Platì. Ulisse rifiuta di restare con la maga Circe . Eppure, Itaca è solo una terra “pietrosa” dove pascolano le capre. L'eroe greco sente però il fascino ed il richiamo della “sua” terra e lo avverte in maniera così intensa da rifiutare il dono dell'immortalità. Anche Platì è pietrosa e aspra ma, un tempo, era avvolta del colore dorato del grano e dal paese si sentiva l'eco dell'eterno belar delle greggi . È difficile vivere ad Itaca, lo è altrettanto a Platì ma non per chi la ama. Non per chi sente fascino della propria terra e in essa trova il senso della propria esistenza

Franco Mittica lascia la ricca Romagna, ritorna nella sua Platì con tanta voglia di riscatto. Lavora al reparto di chirurgia di Locri ma, in maniera gratuita, fa il medico per la sua gente. Si sente erede di una lotta antica, di un sogno che non svanisce all'alba. Platì è un paese carico di storia e di ricordi e Franco Mittica avverte tanta nostalgia, si lascia andare al racconto di un paese che ormai esiste solo nella sua memoria : “…Platì era un Paese pieno di vita, quasi magico, caratterizzato da una consistente produzione legata al'agricoltura e alla pastorizia. Si produceva tantissimo grano. Una produzione di eccellenza era il pane, tanto il formaggio, molti i salumi. Poi l'emigrazione di massa in Australia, Canada, Germania, Nord Italia. Ovunque i plateoti hanno dimostrato attaccamento al lavoro, dignità e coraggio…”. Mittica è un calabrese non loquace. Le parole gli escono contate dalla bocca per diventare pietre. Avevamo concordato un’intervista ma mi sembra uno spreco.

Più che le parole parlano i suoi lunghi silenzi, lo sguardo profondo, le rughe solcate. Ogni ruga una ferita che gli è stata inferta per il suo amore verso la sua terra e la sua gente. Una ferita che diventa nostra. Non è la storia di una persona che vi stiamo raccontando, è la storia del nostro popolo. Mittica non vorrebbe ricordare l'alba del 14 novembre del 2003. “È l'alba sento suonare alla porta. Senza esitazioni apro pensando che qualcuno si stesse sentendo male, invece mi trovo dinanzi i carabinieri. Mi fa male ricordare la ferita inferta a me ed al mio Paese, mi fa ancora più male pensare che i responsabili delle nostre umiliazioni e delle nostre sofferenze stiano celebrando i loro trionfi”. Direbbe Manzoni: così va il mondo. Il bugiardo alloro sovrasta l'umile vite. Il giovane laureato a Bologna, sindaco di Platì, viene arrestato. È assolutamente innocente e verrà prosciolto da ogni accusa e “risarcito” per l'onta subita ma non si può rimarginare, è uno sfregio che gli resta impresso nelle carni. È il trionfo della ndrangheta e dell'antindran-

gheta a spese delle persone perbene. A spese della Calabria. Nonostante tutto decide di restare ancora a Platì. Franco Mittica è una persona normale, con una normale storia di errori, di difetti, di generosità ma c'è qualcosa di ordinario eroismo in questo suo sogno di riscatto. Comprende che il suo paese è stata piegato e piagato. Piegato dall'emigrazione di massa, piagato dalla ndrangheta, piegato dallo antindrangheta. Al vecchio medico non sfugge l'oscura presenza della ndrangheta anche se non ha dubbi:: “la stragrande maggioranza dei cittadini di Platì è costituita da persone perbene. …”. Rifiuta con fermezza la criminalizzazione della sua città. Ricordate l'antica metafora calabrese tra i giunchi costretti a piegarsi alla piena ed i “cippi” che invece non la temono. Bene, Franco Mittica ci appare come un “cippo di mille cantara”. Metafora di una Calabria che, nonostante la torbida piena, soffre ma resiste.


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Quindici nomi, un vincitore Chi sarà il prossimo È Sindaco di Siderno? ANTONIO TASSONE

necessario lanciare un messaggio preciso a coloro che hanno decretato , o tentato di decretare, la morte della città di Siderno. E' questo il messaggio che bisogna lanciare a tutti i partiti e movimenti politici cittadini che si stanno preparando ad affilare le armi in vista della prossima tornata elettorale cittadina. Una situazione drammatica ,come quella attuale, non si era mai registrata negli ultimi decenni e per cercare di ritornare alla normalità ci vorrà tanta buona volontà e tutto l' impegno dei cittadini perbene. Per Siderno serve una rinascita seria e strutturale, occorreranno svariati milioni di Euro per fronteggiare le diverse situazioni emergenziali: rifacimento del lungomare, ammodernamento e ripristino della rete idrica e fognante, completamento del teatro comunale, ripristino del manto stradale urbano e degli impianti semaforici, avvio della raccolta differenziata etc etc. Bisognerà cercare di capire in che modo e come si dovrà prendere ed utilizzare questo danaro. Anche in passato Siderno ha saputo superare momenti di grande difficolta' proprio attraverso la spin-

ta indispensabile della sua gente. Un messaggio indirizzato anche a chi attualmente governa la citta. Cittadini e associazioni sono pronti a dare il massimo della loro collaborazione se solo si avra' la capacita' di tracciare la strada giusta da percorrere per far uscire Siderno dal torpore e dal lassismo che, oggi, sembrano prevalere anche per le distanze ( forse forzate) che sembrano esserci tra amministratori ed amministrati. L'unica iniziativa apprezzabile al momento è quella del movimento politico “Siderno Libera-Progressisti per l'Unità”, che ha convocato all'Ymca, tutti i protagonisti politici cittadini per cercare di individuare un percorso “etico” che disciplini il prossimo voto ammini-

strativo. Per Alessandro Siciliano & C. è necessario riscrivere tutti assieme le regole per il prossimo voto amministrativo e comporre delle liste di candidati (una, massimo due per ogni aspirante sindaco) senza tenere conto del peso elettorale delle famiglie d'appartenenza che, di fatto, almeno nelle ultime competizioni con quella legge elettorale, ha favorito la creazione di numerose liste. Per quanto riguarda invece le candidature a Sindaco sembra acquisire sempre maggiore autorevolezza quella di Luigi Brugnano che però, al momento, non sembra intenzionato a volere accettare mentre in posizione defilata orbitano i soliti volti noti della politica cittadina. Si parla anche con maggiore insistenza

della candidatura di Mimmo Barranca che potrebbe godere dell'appoggio dell'ex senatore Piero Fuda che, lo ricordiamo, lo candidò nelle elezioni provinciali del 2011 con la lista “Fuda Presidente”, raccogliendo ben 1.903 voti di preferenza. Il cerchio si restringe, dunque, e fatte salve eventuali sorprese, nella “rosa dei papabili” attualmente ci sono: Riccardo Ritorto, Mariateresa Fragomeni, Mimmo Barranca, Marcello Attisano, Stefano Archinà, Mimmo Catalano, Pietro Sgarlato, Paolo Fragomeni, Enzo Mollica, Giovanni Lanzafame, Luigi Brugnano, Mario Diano, Pietro Fuda, Anna Romeo ed Antonio Ferreri. Quindici nomi, un vincitore. Chi sarà il prossimo Sindaco di Siderno?


Sport

Sono ben tre le squadre del nostro comprensorio Calcio dilettanti retrocesse dalla Promozione alla Prima Categoria. Onore al Roccella che ha raggiunto la serie D e al Brancaleone che è ritornato in Eccellenza

“Luci e ombre”lo

I

verdetti finali dei campionati dilettantistici calabresi hanno sentenziato, tra luci ed ombre, che il calcio locrideo non sta vivendo un periodo particolarmente entusiasmante. La vera nota positiva per il calcio nostrano giunge da Roccella J., dove la squadra amaranto di mister Ciccio Galati, con passo da record, ha letteralmente stritolato la concorrenza nel campionato d'Eccellenza acciuffando finalmente quel “sogno” dal nome “serie D”. Dopo le dimissioni estive del patron Achille Giannitti (rimasto comunque all'interno del sodalizio), la squadra è stata praticamente costruita dallo stesso neo allenatore che è riuscito a plasmare una squadra a sua immagine e somiglianza che si è appoggiata anche, bisogna dirlo, ad una società esemplare. Niente più calciatori dal “grande nome” ma gente disposta ad allenarsi duramente, sacrificarsi per la causa Roccella, per poi ricevere in cambio (e puntualmente) il doveroso rimborso spesa . E' l'abc del calcio. Esattamente quello che accadeva a Siderno o a Locri sino ad una diecina di anni fa. Programmazione, serietà e puntualità nell'erogazione dei rimborsi. Ecco spiegato il fenomeno Roccella, ecco perché numerosi calciatori sarebbero disposti a scendere anche dalle categorie professionistiche pur di indossare la maglia ama-

ranto. Siamo sicuri che al primo anno di serie D, il sodalizio jonico continuerà a fare le cose perbene valorizzando anche i tanti giovani che si sono formati nella juniores di Mimmo Favasuli. Certamente i costi di gestione saranno notevoli, ma la sfida è di quelle esaltanti e quindi non mancheranno gli stimoli per continuare ad ottenere grandi risultati. Intanto, prevedibilmente, il grande pubblico della locride si trasferirà tutto al comunale di Viale degli Ulivi per poter seguire una partita di calcio degna di tal nome. L'altra luce che ha brillato, siamo al torneo di Promozione, è stata quella del Brancaleone di mister Pippo Laface. Anche qui un torneo programmato nei minimi dettagli, un parco giocatori determinati ed una bellissima società che non ha mai fatto mancare nulla ai suoi tesserati. Il cammino dei “Laface boys” è stato praticamente perfetto. Nessuna sconfitta in campionato, una storica imbattibilità che ha riportato allo stadio quella tifoseria di Brancaleone che per alcuni mesi era rimasta stordita dopo l'amara retrocessione precedente. La delusione maggiore, invece, riguarda le altre squadre comprensoriali, quelle sicuramente “più blasonate”. Potremmo ironizzare dicendo che l'aver festeggiato “il centenario dell'anno di fondazione” ha portato male alle tre squadre più impor-

tanti del nostro territorio ossia Locri, Siderno e Bovalinese, legate tutte da un unico destino. Infatti, nello spazio di un solo anno, queste gloriose società hanno toccato il loro punto più basso della loro storia, dove, come si è appurato, o non sono riuscite ad iscriversi al campionato (è il caso del Locri) oppure non sono riuscite a salvarsi retrocedendo mestamente in prima categoria. Ad esse aggiungiamo anche il deludente Gioiosa Jonica che, pur cercando di correggere gli errori iniziali con l'acquisto di calciatori importanti, non è riuscito a salvare la categoria. Un dato statistico da evidenziare è che tutte e tre le squadre summenzionate hanno cambiato tre allenatori in questa stagione non riuscendo comunque a raggiungere l'obiettivo “salvezza”. In definitiva, nella “promozione del prossimo anno tra le squadre del nostro territorio ritroveremo solo il Bianco, la Benestarnatilese ed il Marina di Gioiosa. In prima categoria (udite, udite) ritroveremo: Africo, Bianchese, Antonimina, Siderno, Bovalinese, Gioiosa Jonica, Stilese, Bivongi Pazzano, Caulonia. Ma bisogna tenere conto del mercato dei titoli sportivi che sicuramente (in questi mesi) terrà banco in tutte le latitudini e longitudini della nostra regione. Vedremo quello che accadrà. Antonio Tassone


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IMMAGINI Nella foto in alto a sinistra il Roccella dei “record”targato Francesco Galati . Qui a lato il Brancaleone “d’eccellenza”di mister Laface e quindi, sulla sinistra, le “deludenti” Bovalinese, Gioiosa J. e Siderno. A centro pagina un’azione da gioco al “Raciti” di Siderno ed ancora una fase dei festeggiamenti a Brancaleone. (foto Aldo Rossi)

ocridee

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RIVIERA

La libreria Mondadori presenta“Racconti in tre tempi” Sabato 18 Maggio alle ore 18,00 presso la libreria Mondadori di Siderno, sarà presentato Racconti in tre tempi, di Rossella Scherl, edito da Città del Sole Edizioni. Quaranta racconti che si snodano veloci e incalzanti su un unico filo conduttore, chiaramente suggerito dal titolo. L’originalità della struttura narrativa e lo stile particolare dell’autrice imprimono alle storie un andamento che varia, dall’una all’altra, nei toni e nelle situazioni narrative. Converserà con l’autrice Maria Zema, editor della casa editrice. Brani scelti saranno letti dall’attore Vincenzo Muià. Sarà presente l’editore Franco Arcidiaco.

CULTURA

Questo era e sarà sempre mio padre DANILA S.SANTAGATA Generosità, altruismo all'ennesima potenza, capacità di comprensione, se pur non di accettazione, di ogni debolezza umana. Cervello, un cervello talmente grande e tanto toccato dal cuore che lo portava ad entrare nella memoria di chiunque l'avesse visto anche solo una volta. E dignità, semplicità, sobrietà. Questo era e sarà sempre mio padre. La sua mente aveva un tale fervore che, quando, dopo la diagnosi, non sapeva quanto sarebbe vissuto, diceva: mi basterebbe poco, ancora, per concludere qualche lavoro che ho iniziato. E il suo amore così grande, così privo di limiti e confini, lo portava fino all'ultimo istante ad occuparsi del futuro di noi figlie ed all'unità della famiglia. I suoi nipoti erano sacri. I loro problemi erano i suoi. Sua sorella Rita era un esserino fragile da proteggere anche da uno spiffero d'aria. Il fratello Nicola, per lui, per quanto adulto, sposato, con figli grandi, era un bambino da salvaguardare. Questo era e sarà sempre mio padre. Burbero, austero in apparenza, irascibile, a ragione, non troppo raramente, ma sempre in nome del rispetto dell'individuo, dei suoi diritti e delle sue necessità. Onesto fino all'inverosimile, marito devoto di quella moglie che spesso criticava, dicendo "sono stati i tuoi occhi a fregarmi", ma che amava sin da ragazzino e continuava a cercare mentre stava per andarsene. Padre incomparabile, presente, anche quando fisicamente assente. Severo, giudice imparziale nelle vicende di chiunque gli si rivolgesse, mostrava poi tale e tanto interesse per le persone, da lasciare in loro un segno indelebile. Sei, sette giorni prima che ci lasciasse, Claudia, mia sorella, a fatica, perché smaniava per vederlo, si era rintanata in casa dell'altra sorella, Didy, rifugiata lì perché l'influenza che aveva, dicevano i medici, avrebbe potuto infettare papà. Ma la smania di Claudia è finita presto, perché, per ben due volte, in due giorni, mio padre ha fatto scale su scale, pur sempre più a fatica, per vederla. Viveva per la famiglia, viveva per noi, viveva per gli altri, viveva per Argo, che gli è stato accanto fino alla fine ed ora sembra impazzito perché non sa dove trovarlo. Ora, forse, papà potrà pensare un po' più a se stesso, anche se ci rimane vicino. Io sento ancora la sua voce, i suoi passi, il suo odore, sento e spero di continuare a farlo, i consigli che lui mi dava e mi avrebbe dato in futuro. Perché la sua testa è insostituibile e sono sicura che continuerà a guidarci, come ha sempre fatto.

Una firma per la biblioteca di Siderno Domenica 11Maggio i cittadini potranno firmare per protestare contro le attuali condizioni della struttura

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omenica 11 maggio, nella mattinata, è prevista una raccolta firme per portare il problema della collocazione della Biblioteca comunale all'attenzione, più volte sollecitata, delle autorità competenti. Nell'aprile 2013, infatti, a causa di tagli dovuti alla “spending review” si è deciso di spostare la Biblioteca Comunale “Armando La Torre” nell'androne del piano terra del plesso “Lorenzini” di Siderno Superiore. I locali non sono idonei: a stento accessibili attraverso un viottolo sterrato, promiscui con il complesso scolastico. L'intero patrimonio librario è da quel momento a rischio. Sussistono dubbi sulla sicurezza dei ragazzi, dato che non esistno un adeguato impianto antincendio, un sistema di protezione passiva dei luoghi, né un sistema di antintrusione. Le domande dell'Associazione ancora oggi attendono risposta. Si dà poi il fatto che il 25 maggio la “Lorenzini” sarà sede di seggi elettorali per le elezioni al Parlamento Europeo: ci si chiede legittimamente chi assicurerà la tutela e custodia del patrimonio librario in quei giorni, visto che non si è inteso realizzare neppure un tramezzo in cartongesso per separare gli ambienti della biblioteca dal resto dell'Istituto. Dalla data del trasferimento e fino a oggi la Biblioteca è priva di telefono,

L'A.L.B. (Associazione Amici del Libro e della Biblioteca) promuove una raccolta di firmeper ridare vita, dignità e futuro alla Biblioteca di Siderno collo candola all'interno di un edificio da destinare a“Casa della Cultura”

email, fax, di un accesso ad internet. In sostanza è stata confinata e resa inaccessibile. Eppure la Regione Calabria assegna annualmente dei fondi per la gestione e il funzionamento delle biblioteche. Dove sono e come vengono utilizzati quelli assegnati al nostro comune? La Biblioteca Comunale rappresenta un “pezzo” importante della storia della comunità sidernese, consta di circa trentaquattromila volumi e ha avuto quale direttore una delle figure più insigni del meridionalismo: Nicola Zitara. Perché la si vuole mortificare così ? Una biblioteca deve essere ubicata in un ambito facilmente accessibile, assolvere funzioni di aggregazione, disporre di spazi per riunioni, conferenze, studio, ecc. Oggi, nell' attuale collocazione, tutto ciò non è garantito. Al centro di Siderno esistono molteplici strutture, alcune di proprietà del Comune, che - se rese disponibili dagli enti che le detengono potrebbero dare soluzione e risposta, in armonia con le esigenze di bilancio e quelle che provengono dalla società civile a favore della biblioteca. Sarebbe sufficiente un po' di buona volontà. L'Associazione invita tutta la cittadinanza a soffermarsi a firmare e chiede con urgenza una risposta positiva dai Commissari e dagli enti preposti.

ARTE E DINTORNI di Domenico Spanò

Il Castello abbandonato di Roccella Jonica. Una recupero necessario per un veloce viaggio tra storia e arte calabra. R occella Ionica ha origini molto antiche, si presume risalgano all’epoca della Magna Grecia. Il paese sarebbe infatti l’antica località di Amphisya ricordata nei poemi del poeta romano Ovidio. Nel X secolo il paese si chiamava già Rupella, poi Arocella, fino all’attuale nome di “Roccella” a causa del suo posizionamento sull’enorme costone roccioso a picco a due passi dal mare. Al 1270 risale il primo documento che testimonia l’esistenza di Roccella Jonica: in esso si tratta della vendita del Castello donato a Gualtieri de Collepietro da Carlo I d’Angiò. Roccella fu un importante feudo e rocca difensiva della costa, principalmente contro gli invasori saraceni, come simboleggiato anche nel

gonfalone araldico, che rappresenta San Vittorio Martire che lotta con un moro. Sull’alto costone roccioso di Roccella Jonica rimangono solo ruderi del castello costruito dagli Angioini, che comprendono una vasta zona detta borgo-castello. Questa struttura fortificata dai tempi degli Angioini, era considerato un temibile caposaldo difensivo di tutta la Calabria Jonica. Nel 1553 questa grande fortezza riuscì a respingere validamente gli attacchi del corsaro Dragut, giunto dal mare con 150 navi diverse, e di queste moltissime furono affondate dalle artiglierie del castello. Lo stesso avvenne nel 1594 con i vani tentativi di sbarco del rinnegato messinese Bascià Cicala . La rupe su cui sorge il castello venne


GERENZA

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Direttore responsabile: ANTONIO TASSONE Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Ercole Macrì, Eleonora Aragona, Domenico Macrì, Franco Parrello, Daniele Mangiola, Lidia Zitara, Patrizia Pellegrini, Domenico Spanò.

Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl Via Gramsci, 72/A info 0964383251 GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari.

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SABATO 11 MAGGIO

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“Fratelli in affari”, sogno erotico del digitale terrestre

Arrivano dal Canada i gemelli delle compravendite immobiliari Eletti dal magazine americano «People's» tra gli uomini più sexy del mondo, Drew e Jonathan Scott sbarcano in Italia sul canale “Cielo”, facendo concorrenza agli svuota-cantine e ai boss delle torte. Partiti un po' in sordina, dal Canada, su un canale come HGTV, che trasmette tutta quella robaccia per donne cuciniere, infiocchetatrici e glassatrici, si sono ritrovati al centro di un interesse internazionale che forse neanche loro si aspettavano, dato che al momento i loro programmi vanno in onda in 80 paesi diversi. I fratelli Scott sono protagonisti di tre serie. In “Property Brothers”, ristrutturano catapecchie trasformandole in lussuose dimore, con bagni da spa, camere da letto da rivista, e “open space” che permettono la vista dal giardino al televisore, passando per la cucina e il salotto. In “Buying&Selling” la strategia è differente: con un minimo investimento di circa diecimila dollari, ristrutturano un immobile di una famiglia che vuole trasferirsi. Così ristrutturata la casa acquista valore e i proprietari possono finalmente permettersi la casa dei loro sogni, consentendo ai figli di iscriversi alla migliore scuola del quartiere, in modo che possano decentemente frequentare la società paramassonica/yankee statunitense/canadese.

In Italia non abbiamo avuto ancora la benedizione di vedere la serie “Bro vs. Bro”, cioè “fratello contro fratello”, in cui i due gemelli si affrontano in un confronto a chi tira su più dollari. Figli d'arte, gemelli identici, precoci nel fiutare l'odore del danaro, pare che abbiano fatto la loro prima compravendita immobiliare già da ragazzini. Sanno cavalcare, tirare di scherma, sono cinture nere di karatè, bellissimi, muscolosi, palestratissimi, e con un sedere tanto alto da fare invidia a Jennifer Lopez. Il fratello “contabile”, Drew, tenta di vestirsi elegante, con orologi tamarri e cravatte da fare gridare pietà anche Giuliano Ferrara. Contratta le vendite

con scartoffie finte, penne finte, computer finti, in uffici finti. L'altro fratello, quello “muratore”, circola con camicia a quadretti scozzesi che neanche le fodere delle ceste per gatto, un cinturone porta-attrezzi che non ci stupiremmo se invece del trapano tirasse fuori una 44 Magnum, e un paio di occhialoni protettivi che pare Miwa, quella che lanciava a Jeeg “i componenti”. Facendo una gran bella tara, non guardando né cravatte né camicie, certo che i fratelli Scott sono un gran bel vedere, e non ci si stupisce che vadano tradotti in 80 paesi. Non ci si stupisce neanche che con quelle cravatte scozzesi, e con quel

cognome, la ScotiaBank finanzi i loro video su Youtube (e probabilmente qualche altra cosa, che noi non sappiamo). Facendosi i conti, pare che Drew Scott valga 10 milioni di dollari, altro che Steve Austin! Dei loro programmi, diciamoci la verità, non ci interessa poi granché. Certo, abbiamo imparato come sono fatti i muri americani, e ci siamo dati la risposta del perché nei film d'azione, quando gli attori si prendevano a botte e si lanciavano muri muri, questi si spaccavano. Grazie, sono fatti di cartongesso! Signori, non stiamo scherzando: in Canada le case sono fatte di quattro pali di legno e poi cartone con lana di vetro dentro. E li chiamano anche “muri”. Insomma, ai fratelli Scott forse non hanno raccontato la fiaba dei tre porcellini. E poi lo stile! Omologato, registrato, masterizzato, formattato, bancomattato. Ripiani in granito che congela la pasta appena ci appoggi sopra il piatto, pavimenti in legno brasiliano per la felicità degli ecologisti, pareti grigie che pare di stare all'ospedale. Il fratello “muratore”, poverello, ha studiato arredamento a Las Vegas, e che ci vogliamo fare: lì anche il cigno di gesso con l'orologio è considerato di classe. Pareti di gesso, cigno di gesso. Programma di gesso. Ci siamo capiti. Lidia Zitara

Sull’alto costone roccioso rimangono solo ruderi del castello costruito dagli Angioini, che comprendono una vasta zona detta borgo-castello. Questa struttura fortificata dai tempi degli Angioini, era considerato un temibile caposaldo difensivo di tutta la Calabria Jonica abitata fin dall’epoca protostorica, infatti nei pressi, in epoca recente, è stata ritrovata una necropoli del X-VIII sec. a. C. Ebbe poi il riconoscimento di città dall’imperatore Carlo V. La grande struttura del castello che domina l’affaccio sul mare , fu più volte ampliato, rimaneggiato e ristrutturato dalla famiglia nobile dei Carafa. Il castello si sviluppa su tre piani con un cortile interno da cui, attraverso un portale, si accede a delle scale a chiocciola che portano ai piani costituiti da diversi locali. Del borgo-castello fanno parte, oltre al castello, un cortile delimitato dalla chiesa e dal castello, una grande torre circolare di origine medioevale, un gruppo di case antiche, un recinto

murario. Solo da poco sono terminati i lunghi lavori di restauro di un primo lotto, e si auspica che in un futuro prossimo il recupero di questa struttura di immenso valore artistico ed architettonico possa in breve tempo divenire un luogo di incontro e raccolta per raccontare la storia, l’arte, gli eventi della Calabria antica. L’abbandono e il degrado nel tempo lo ha reso senza vita e senza identità, ma tutt’ora in silenzio vive con un leggero e faticoso respiro, in attesa di una resurrezione. Nel 1962, scriveva Leonida Repaci: “ .. Roccella .. col suo castello alto sulla rupe, prossimo a disintegrarsi, a polverizzarsi sotto la stretta del sole, il morso del vento, il lupus del salino, la marea degli uragani .Il castello,

che mostra nella sua struttura di fortezza e di sede principesca i segni dell’antica nobiltà. Ora il palazzo dei Carafa è un cadavere calcinato dagli elementi, qualche cosa che, a ogni minuto, crepa si apre, sta a crollare. Diventato stazzo di pecore i pastori vi portan le greggi che, salendo l’erta, cercano qualche filo d’erba tra i sassi, e non trovano che le pietre crollate intorno. Scriveva Dominique-Vivant Denon durante il suo viaggio in Calabria effettuato nel 1778: “... Roccella, posta su una roccia arida che da lontano assume un effetto imponente, ma che da vicino è una rovina orribile. Facciamo rivivere questo luogo e facciamolo conoscere alla sua gente per un veloce ritorno alla storia della nostra terra.

Antonio Baldari e i suoi primi passi nel giornalismo

Iniziarono nell'assolato mattino del 4 maggio 2004. Agghindato di tutto punto nel mio completo "verde speranza", camicia blu d'ordinanza a righine bianche e cravatta celeste color del cielo, mi diressi verso Siderno, destinazione la redazione del settimanale "La Riviera", dove dopo tempi biblici riabbracciavo Rosario Vladimir Condarcuri, vecchio compagno di scuola all'Istituto Tecnico per il Turismo: scanzonato ma serioso al contempo " Rosa'" mi offrì un vetusto ma assai funzionale Imac, dandomi subito da fare e badando in special modo a raccontare la verità. Non una ma la verità, asciutta, nuda e cruda verità. Considerando di avere la schiena dritta, il petto infuori e lo sguardo verso l'infinito. In un ambiente dal mix vincente di esperienza, intelletto e signorilità che furono i miei "maestri di penna" Nicola Zitara, Rocco Ritorto e Francesco "Ciccio" Barbaro, grandi uomini da cui non potevo che attingere al meglio come fu realmente poi, alla freschezza ed all'innovativa verve di Ercole Macrì, Alessandra Tuzza ed Antonio Tassone. Trascorsero due anni, di cose belle ed altre meno belle, come del resto in tutte le buone famiglie. (Antonio Baldari)

RICORDANDO

In ricordo all'amico Enzo Alessi ad un mese dalla sua scomparsa. Gli amici sono come le stelle, brillano in eterno ,alcune cadono giù...ma sono certo che tu non cadrai mai e brillerai per sempre. L'amico Franco Figliomeni (Franco 1º)



RUBRICHE

CARTOLINE MERIDIONALI

di Antonio Calabrò

San Lorenzo a primavera San Lorenzo, e da notti con stelle cadenti a giorni di sole crescente, e valli sagomate da intemperie e calure bestiali, e uliveti sparsi tra mille gradazioni di verde e in fondo l’azzurro implacabile, questo Jonio struggente e il profumo ondeggiante, con gli occhi del falco guardata e col cuore ricolmo sognata. Ultima fermata prima del cielo, arrampicato alla roccia, borgo Calabrese.

Pillole

Naturopatiche

A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone www.associazione-tone.it associazione.tone@gmail.com

Iridologia La settimana precedente abbiamo parlato di costituzione del corpo e forma corporea ( di che frutto sei ? ) ma...anche del colore degli occhi. “Gli occhi sono lo specchio dell'anima” non andiamo poi così lontano dal vero, e non è un caso che essi siano spesso la prima caratteristica che ci attrae in una persona. Secondo la pratica dell'iridologia, infatti, attraverso l'osservazione dell'iride si può determinare lo stato di salute psicofisica di un individuo. L'iridologo non fa diagnosi, ma unicamente constatazioni sulla salute, considerando gli attuali processi in atto organici ed emozionali, gli stati infiammatori e congestizi che possono esistere, ma anche lo stato di intossicazione organica, e a carico di quale organo o apparato viene riscontrata. L'iridologia è una disciplina olistica che ci guida alla scoperta delle condizioni di salute dell'intero individuo, nel quadro fisico ma anche psico-emozionale. Si evidenzia anche il livello di stress a cui l'organismo è eventualmente sottoposto. Un esame assolutamente non invasivo: basta una lente d'ingrandimento con luce, oppure un iridoscopio. L'osservazione dell'iride mette in evidenza dei punti che delineeranno la base di studio per l'iridologo: si analizzano macchie e pigmenti, e da questa analisi deriva un quadro clinico del soggetto. L'esame è un supporto per lavorare in prevenzione, prima che la malattia si instauri, aiutando il

soggetto con rimedi naturali e consigli alimentari al fine di riportare l'organismo in equilibrio e quindi in salute. L'occhio viene idealmente suddiviso in più parti: ciascuna corrisponde ad una specifica zona del corpo, si analizzano macchie o pigmenti per fare un quadro clinico del soggetto. Si parte con la differenziazione cromatica: - Blu (tipo linfatico), con predisposizione a disturbi alle tonsille e delle adenoidi, sono soggetti che spesso lamentano problemi alla milza, fitte all'appendice, acne o pelle secca, psoriasi, tosse, forfora, asma, bronchite, sinusite, artrite, irritazioni degli occhi e ritenzione idrica, allergia. - Marrone (tipo ematogeno), i problemi più ricorrenti sono anemia, epatite, spasmi muscolari, artrite, disturbi gastrointestinali, intolleranze alimentari, steatosi epatica, emorroidi, renali e tiroidei. - Tipo misto o biliare, facilmente soggetti a colite, diabete e problemi gastrointestinali. Oggi ti chiedo : di che colore sono i tuoi occhi ??? Ogni occhio ha le sue esigenze e il suo cibo preferito, per curiosità e domande potete contattarmi via mail o consultare il mio libro Le Costituzioni Iridologiche !


RIVIERA

BLOB

Una vita per la scuola Primo Maggio a Bova: Viva Pasquino Tris d’assi scolastici da “Libro Cuore”: Pellegrino Rinaldi,Vito Pirruccio e Pino Callipari

“L’Italia pulita e democratica, l’Italia dei lavoratori, l’Italia delle forze sane, della Costituzione, della tecnica, della cultura, l’Italia delle donne che vogliono cambiare società, l’Italia dei comunisti in Europa”. Enrico Berlinguer

Ammirando questa foto è credibile sia stata scattata a Carpi, nel modenese, oppure nelle valli del Polesine, o genericamente in qualche piccolo centro urbano dalla Val Padana, eppure siamo in Aspromonte, a Terranova, pochi chilometri da Taurianova. È raffigurata la torre dell’orologio con mattoni a vista. Questa torre non risponde soltanto a finalitàarchitettonicheo urbanistiche, ma assolve, anzi assolveva, necessità di carattere pratico, come ad esempio la scansione dei tempi della giornata lavorativa nei campi. Toto Brizzi

La nuova tendenza del momento : il Vajana’s Portrait. L’unico frutto dell’amor è la Vajana, è la Vajana... l’unico frutto dell’amor è la Vajana del mio cuor!!!

Mariu

Direttame magu, Ila l’assessor

Alla professoressa Daniela Ferraro, nostra collaboratrice, dedichiamo questa frase di Louise-Victorine Ackermann Choquet tratta da Pensieri di una solitaria (1882): «Il poeta è ben più di un evocatore di sentimenti e di immagini che un arrangiatore di rime e di parole»

IL TOCCO MAGICO BYADELE (Parrucchiere per donna) CERCAPERSONALE DONNACON ESPERIENZAo APPRENDISTE PER IL PROPRIO LOCALE ASIDERNO IN VIAMATTEOTTI TEL. 0964/381027 La Redazione e il settore pubblicità rivolgono un ringraziamento particolare a San Nicola di Bari

L’Oroscopone Carogna

by Giuditta

Ariete: Le sorti dell'esistenza si giocano sul campo dell'effimero e dell'impersonale. Non dovremmo essere noi a dirvi che siete dei pessimi giocatori. Farete una figura peggiore del Catania contro la Roma. Dopo uno schema a uomo tiratissimo e un catenaccio infinito, siete fortunati se non vi hanno fatto il cappotto.

Cancro: La vostra essenza misteriosa non sembra amalgamarsi nel modo giusto? Forse avete fatto un po' di confusione con gli ingredienti: carognaggine quanto basta, un pizzico di pepe e tutto il resto cum grano salis. Tuttavia qualcosa insiste a sfuggire alla vostra intelligenza: ammettiamolo, non è poi tanto difficile.

Toro: “Le decisioni della vostra vita vengono prese nella vasta landa dell'Altrove”. L'altrove, nel vostro caso, è la casa di vostra suocera, dove si deciderà del vostro futuro e se finirete o no nella pentola insieme al maiale e alle micciulle. I transiti eccellenti di Giove e Marte saranno un balsamo per le vostre emorroidi.

Leone: I nati sotto la terza decade potrebbero sentirsi con i sentimenti un po' anestetizzati: sarà per l'uso eccessivo di crack in discoteca? I nati sotto la prima decade invece potrebbero sentirsi come assorbiti in qualcosa di molto grosso: una superspugna. I nati sotto la seconda decade invece contano su effetti rapidi: Guttalax?

Gemelli: Vi sentite come oppressi, infastiditi, dai movimenti limitati, come un leone in gabbia? Sarà perché state scontando una condanna penale per furto d'auto e taccheggio? Se vi sentite come in ostaggio di cose non ben messe a fuoco fate uno sforzo economico e comprate una reflex con un buon autofocus.

Vergine: A volte il tempo in cui vivete non appare come il vostro, in molti vogliono rubarvelo. Staccate telefono, cellulare, citofono e comprate un fucile M31 per dissuadere gli scocciatori. Questa nuova situazione vi fa sentire come se perdeste i contatti con la realtà? E' un problema soprattutto se fate gli elettricisti.


SETTIMANALE

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SABATO 10 MAGGIO

La Mamma: la persona su cui puoi contare sempre, alla quale puoi raccontare i tuoi segreti più profondi perché sai che non tradirà mai. Indispensabile, come l’acqua nel deserto; sognatrice, come una principessa che sogna l’arrivo del principe azzurro; altruista, che pensa sempre agli altri. Ci sono miriadi di aggettivi, emozioni per raccontare la mamma. Così tanti che non basta una lettera per descriverla. Per questo io ti dico: Grazie mamma! Per quello che fai e per quello che sei, per il meglio che mi offri sempre, senza mai chiedere in cambio niente. Auguri di cuore mamma per la tua Festa! Rocco Parrelli In occasione della conferenza stampa di presentazione del primo cd di Vincenzo Nizzardo, il nostro Rosario Condarcuri ha attivato il selfie: eccolo assieme al cantante gioiosano, al professore Pittari, al direttore Mimmo Logozzo e a Rocco Reitano

Il 17aprile 2014 dopo un brillante percorso, la Dottoressa Ylenia Sansalone ha raggiunto il suo ambito traguardo,laureandosi presso l'università di Messina,in Odontoiatria e Protesi dentaria con 110e lode. Congratulazioni e auguri affinché questa meta sia l'inizio di una vita piena di felicita' e soddisfazioni. Papà Mamma e sorelle.

Viva la Pichetta “Mio fratello è figlio unico perché è convinto che nell’Amaro benedettino non sta il segreto della felicità, perché è convinto che anche chi legge Freud può vivere cent’anni”. E ti amo Mariù... Rino Gaetano e Francesco Cagliuso

Buon compleanno a te che sei unica. Dal tuo amore

u magu

ente da Caulonia, Mariu u ario Lucano, il sindaco Riccio e re Gaetano Rao E dopo 2 ore di pichetta si vedono i risultati, anche se a lavorare è solo uno e l’altro sovraintende con le mani in tasca

Auguri a Franco Greco, alias “sultano delle mozzarelle”. Abbiamo capito come riesce a brcuiare calorie: prima lavora di testa, poi di braccia ed infine si finisce con il pedalare

Piccoli Fans di Nizzardo crescono Questo ragazzino trae ispirazione dal giovane tenore

Bilancia: Sentimenti di tristezza si sovrappongono? Comprate dei ripiani più alti. L'angoscia vi inchioda alla sedia? Comprate una levachiodi. Il vostro cuore è rattrappito? Fatevi un ecocardio. Preferite prendere la vita di petto? C'è chi ama prenderla di coscia, chi di fusello e chi di ala. Se volete tuffarvi dentro la vita prendete lezioni di nuoto.

Capricorno: Non vedete l'ora di andare fuori a divertirvi con i vostri amici? Forse dovreste farvi un controllo alla vista o far revisionare l'orologio. A proposito di vista e di occhi: avete buttato l'occhio proprio là dove non dovevate: ed ora come lo ritroverete? Mari tenebrosi riempiono il vostro cuore: comprate una lampada da sub.

Scorpione: Vi sentite tanto irritati che pensate di scoppiare? In realtà dovreste preoccuparvi dei vostri pantaloni che stanno per scoppiare dopo che avete preso qui chili in più. Altro che prova costume. Già che ci siete depilatevi le ascelle. Non siate inflessibili, fate un po' di stretching.

Acquario: Siete in un periodo di idealismo dalle forti tensioni: state attenti quando stringete la mano agli amici perché potreste dargli una scossa da 1000 volt. Il peso delle scelte diventa sempre più lieve, forse perché finalmente la dieta iniziata mesi fa comincia a dare i suoi buoni frutti. L'universo non è sinistro: è ambidestro.

Sagittario: Avete deciso di stare seduti sotto l'albero ad aspettare che il cadavere del vostro nemico venga trascinato dalle acque? Ebbene potete aspettare fino alla fine dei vostri giorni perché il vostro nemico avrà una splendida carriera mentre voi continuerete a servire ai tavoli e prendere ordinazioni. Siete gelidi: mettetevi una coperta.

Pesci: Alcuni dei nati sotto la seconda decade retrocedono, il che non è esattamente il massimo se lavorate in azienda o se fate gli allenatori di una squadra di calcio. Emotivamente sentite il bisogno di creare un intervallo: volete compare gli assorbenti invisibili? Generosi come una fontana pubblica, il vostro partner vi toglierà il bancomat.

Senza auguri da inviare non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare!!! Auguri a zio Tommy per i suoi 60 anni

A Valerio e Rosanna:Finalment e il vostro sogno d amore si è coronato. Vi aguriamo che la gioia e la felicità di questo meraviglioso giorno siano compagni inseparabili della vostra vita. Con affetto da tutta la famiglia.

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