Riviera n° 20 del 18/05/2014

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Quando molti anni fa, ma non tantissimi, qualcuno sosteneva che la Calabria non era molto distante da Beirut probabilmente non si discostava molto dalla realtà. Infatti il Libano e la Calabria, specie la provincia di Reggio Calabria, non hanno né clamorose distanze fisiche né culturali, in entrambi i posti sguazzano fannulloni e corrotti, ed in entrambi i posti l’impunità è una regola. (continua a pagina 4)



CONTROCOPERTINA

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Gerace, e le belve ritornarono uomini Dopo aver pestato a sangue Brendan Bartleyun irlandese “adottato”dal Borgo Incantato, la gang gli chiede perdono CARMELO CARABETTA Domenica 4 Maggio intorno alla mezzanotte, Gerace, come Siderno a Natale e Marina di Gioiosa a Pasqua, è stata sfregiata

nell’anima. Nella serata conclusiva di una manifestazione culturale incentrata sulla speranza di promuovere, diffondere e sponsorizzare l’elemento libro, l’editoria calabra,

artisti e scrittori locali e di striscio anche qualche prodotto tipico, quattro energumeni che di tipico hanno il peggio della Locride hanno pensato bene di mandare in ospedale Brendan Bartley, un pro-

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fessionista irlandese che vive con la sua famiglia nel “borgo incantato” da più di dieci anni. Quattro contro uno. L’apoteosi della vigliaccheria. Il cuore di Satana. Brendan Bartley è stato selvaggiamente picchiato, preso a calci, pugni, morsi (ebbene sì, morsi!), colpito più volte con un pesante ceppo di legno usato come sgabello dagli avventori della locanda di fronte a cui è avvenuto tutto, lasciato tramortito in un violetto, per più di un’ora in una pozza di sangue fino a quando si è svegliato e, ancora sotto shock, è riuscito a raggiungere, strisciando sulle ginocchia, la casa del suocero. Da lì, ambulanza, ospedale, 25 giorni di prognosi e denuncia d’ufficio dei carabinieri nei confronti dei nostri quattro homini.

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Belve. Grazie all’appello del consigliere Giuseppe Cusato (foto), rivolti sia a cittadini e a quattro responsabili, repentinamente qualcosa è cambiato, le belve sonoo ritornati uomini. E Gerace, a differenza di tanti altri paesi della Locride, di Siderno, Marina di Gioiosa e San Luca a guidare il plotone del cattivo esempio, si è dimostrata per l’ennesima volta la città meno locridea rispetto a determinati comportamenti. Sdegno, dialogo e perdono. La città, condanna a maggioranza assoluta il plotone della mezzanotte, Quest’ultimo raggiunge l’ospedale e si prosta davanti a Brendan Bartley e soprattutto si vergogna di se stesso. I quattro lo affermano ad alta voce. La nostra speranza è che non sia solo un raglio d’asini a convenienza. Intanto la giustizia farà il suo corso.

Meno male che c’è ilTop Monasterace le lacrime della Lanzetta

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a tradizionale sfilata del santo per le strade della cittadina si tiene un anno sì e due no. Quest'anno però la gioia dei fedeli è stata turbata dal nuovo tragitto previsto per poter portare la statua nella nuova piazza Portosalvo, da poco inaugurata. In molti infatti hanno contestato la fermata nella piazza e la modifica del percorso storico. La Lanzetta, che aveva preso parte alla processione, è stata ripresa mentre scoppiava in lacrime per le contestazioni.

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SARA JACOPETTA il giorno più bello della tua vita, o perlomeno vorresti che lo fosse, visto che l’hai curato, organizzato e progettato per due anni e sei mesi. Roba da abbandonare lavoro e amicizie, tanto è l’impegno che ci hai messo. Per donarvi il fantastico quadretto che si viene a creare nel giorno del “sì”, suddivideremo il tutto per ordine e gradi. La sposa: è la protagonista, tutto ruota intorno a lei. Ed è sempre lei ad avere l’ultima parola, per la gioia della suocera. Ma prima di passare a brava mogliettina lava-stira-cucina, si dà alla pazza gioia in un addio al nubilato organizzato dalle amiche zitelle, con la partecipazione straordinaria di tutte le parenti di sesso femminile, comprese le prozie e le infanti. Tutto ha la forma di fallo. Bicchieri, posate, tovaglioli. Grasse risate da gallinelle starnazzanti in pollaio. Orticaria solo a pensarci. E insomma, quel giorno la sposa indosserà un abito di strass e paillettes luccicanti, col corpetto che gli strizza i seni e non solo. Grasse caviglie su un tacco 12. E per finire, proprio come una vera principessa (ma magari!) quella coroncina in testa da Miss Italia mancata. E sono lacrime quando tutti la vedono. Chissà se di gioia o di dolore. Il brillantino sui denti color canarino è il tocco finale. Lo sposo: il suo ruolo è marginale. Ad una settimana dall’evento, si compra un abito. Uno qualsiasi, basta che sia firmato. Sceglie il compare d’anello (se qualcuno conosce la sua funzione me lo spieghi) e cura il banchetto. Se ci sono soldi si va sul pesce, se non ci sono andiamo a capretto, “ca risparmiamu e cumparimu”. La leggenda narra di invitati che hanno aperto le famose buste per levarci qualche euro in seguito

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anno fatto più Davide e Niccolò in sei mesi che qualsiasi assessore al Turismo negli ultimi decenni. A Siderno, nell'epoca della sua più grande decadenza politica, economica imprenditoriale ed etica, nell'era di “Crimine”spuntano all'improvviso due outsider che investono in un locale come si deve. Grazie al “Top”, la città è ritornata a essere il principale punto di riferimento dell'intero comprensorio e anche di quelli confinanti. Stiamo parlando di un turismo di prossimità e giovanile che è tornato a Siderno. Davide e Niccolò sono due meravigliosi giovani che scalpitano qualità. Conoscono il mestiere e la gavetta, la fatica e il sudore, si mettono in discussione, sperimentano, investono e, così, in poco tempo, nonostante il baratro politico, amministrativo e

IL MIO GROSSO GRASSO MATRIMONIO CALABRESE

La sagra del trash e del cattivo gusto all’insoddisfazione del menu. Anch’egli trascorre una festa di addio al celibato, in cui dopo aver mangiato stocco a Mammola, una scialba spogliarellista irromperà sculettando sotto gli occhi arrapati di venti giovanotti. La chiesa: il calabrese ha questo masochismo di sposarsi d’estate, con una preferenza per il mese di agosto. La sposa fa 45 minuti di ritardo e gli invitati cominciano a spazientirsi. Qualcuno bestemmia sotto il completo giacca e cravatta, indossato l’ultima volta alla comunione del figlio ormai trentenne. I bambini, costretti pure loro in abiti costati quanto tre stipendi, si rincorrono e urlano dentro e fuori la chiesa. Le donne, indossatrici di lunghi abiti di taffetà di dubbio gusto, iniziano a sudare nella zona baffo, l’ascella si commuove (e inizia a emanare odori) e il nonno, seduto al secondo banco, alza la bacchetta urlando contro il Cristo sull’altare. L’auto della sposa, sportiva e prestata da un amico, arriva suonando manco se fossero i mondiali del

sociale, hanno permesso alla loro città di tornare a rappresentare la punta avanzata della modernità nella Locride, una sintesi di alta normalità, una prospettiva oltre il basso orizzonte in cui è stata catapultata. E di conseguenza può capitare che un giovedì passi per caso dal Top per una birra in prima serata e incontri un gigante dell'enogastronomia nazionale. Michele Di Carlo (foto), un dei più grandi filosofi di gusto, un “ Gustosofo” in sintesi, stava lì dietro il bancone a preparare un cocktail per i clienti. Sembra una cosa così, ma non lo è. Non lo è perché domani Michele Di Carlo sarà in qualche tre stelle di Parigi a fare le stesse cortesie e non lo è perché nel modo di lavorare di questi due giovani della Locride, c'è qualcosa di fecondo; c'è un bel sapere stare al mondo. C'è certezza.

2006. All’ingresso della sposa, puntuale, il paggetto che la deve precedere scoppia a piangere e tutti ad incoraggiarlo “Dai Pasquale, dai”. La celebrazione arranca tra sbuffi e ventagli. Finita questa, tutti si fiondano sugli sposi per dar loro gli auguri, spingendosi e spiaccicandosi l’un l’altro. Il ricevimento: anche qui, il ritardo degli sposi è d’obbligo. All’aperitivo, gli invitati si piazzano davanti ai tavoli imbanditi senza comprendere che devi prendere, e levarti. E invece si piantano lì davanti e fanno barriera. Nel frattempo, la sala è stata ben refrigerata, e qualcuno che ci è entrato per curiosare, ci è rimasto secco, assiderato. L’animatore della serata è urtante e poco simpatico. Di rito è il lento della sposa col padre sulle note di “Lauretta mia, bimba adorata” durante il quale qualcuno piange, soffiandosi il naso sonoramente. Classico giro degli sposi per salutare gli 800 invitati suddivisi in piano terra, piano superiore e giardino, in cui i più emarginati (quei 200 di solo sesso maschile) sono sistemati nei tavoli per comparato e vicinato. La serata si conclude immancabilmente con cinque giri di tarantella. Le donne hanno ormai abbandonato le scarpe col tacco per calzare le Inblu e la sposa zompa e balla, reggendo su, poco elegantemente, la gonna dell’abito. Le donne di famiglia annaspano, trascinandosi dietro gambe pesanti e vene varicose, obbligando il marito a prendere il tanto conteso centrotavola. Bomboniera in mano (immancabile posacenere di finto cristallo), si ritorna a casa. Ma per i più intimi la festa non è ancora finita: li attende una grigliata notturna fatta di baldoria e fumo di salsiccia. Ma infondo, c’è un giorno che è ancora più bello di quello del matrimonio, ed è il giorno dopo: si contano le buste


SETTIMANALE

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PRIMO PIANO

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di Doroteo

M ORTACCI

Beirut caput mundi, soldi italiani, sviluppo africano….e io pago Quando molti anni fa, ma non tantissimi, qualcuno sosteneva che la Calabria non era molto distante da Beirut probabilmente non si discostava molto dalla realtà. Infatti il Libano e la Calabria, specie la provincia di Reggio Calabria, non hanno né clamorose distanze fisiche né culturali, in entrambi i posti sguazzano fannulloni e corrotti, ed in entrambi i posti l’impunità è una regola. C’è però in questo decennio una grande differenza tra la Calabria ed il Libano, e cioè che

per accettare farabutti e imbroglioni la nazione africana ha chiesto, imposto, investimenti milionari, business immobiliari e depositi bancari. In pratica per chi è un evasore, mafioso, mazzettaro e corruttore le porte del Libano sono aperte a patto che una discreta parte dei proventi delle evasioni, delle mazzette e dei soldi della criminalità finiscano nelle casse di politici, imprenditori e banchieri libanesi, così da arricchire poco a poco il tenore di vita dello Stato d’Africa. In

Calabria invece i malavitosi e i politici corrotti ce li teniamo gratis, ingoiando me….rospi e quanto altro e accontentandoci delle briciole. In pochi sanno che nella Locride ci sono imprenditori legati alla politica e all’alta finanza che possiedono patrimoni immensi a cavallo tra gli stati africani e la Svizzera. In pochi sono a conoscenza che notabili della Provincia di Reggio Calabria hanno quote in villaggi turistici, alberghi e industrie in giro per l’Italia e nel mondo. Milioni di euro di capitali che sono il frutto della spremitura delle tasche dei calabresi, che sono il risultato dei disservizi di una terra che non reagisce. Così i furbetti di quartiere di casa nostra intascano e portano le 24 ore fuori dai confini calabresi, per poi tornare nella Locride e nel reggino e parlare da anni di progetti di sviluppo che mai

si realizzeranno, anche perché loro li hanno già realizzati altrove. Oggi protagonisti del caso Scajola ci sono i palazzinari calabresi che insieme alla politica hanno smembrato il territorio per ricostruire in Africa. Ai voglia che qualche sindaco provi ad incatenarsi davanti all’ospedale di Locri, inutile e forse anche il primo cittadino lo sa. Sapevate che a 3 chilometri da Beirut c’è una clinica di altissimo profilo dove operano i migliori chirurghi del mondo? Sapevate che quella clinica ha un non so che di italiano, magari calabrese? Sapevate che molti nostri imprenditori e politici possiedono quote societarie di case di cura di altissimo profilo in tutta Italia? Sapevate che la sanità nella Locride e in Calabria è nulla, zero, caput? Si questo lo sapevate ma continuate a votare per chi preferisce Beirut.

P

Marina di Gioiosa, la ss. 106 chiusa per due mesi er due mesi, esattamente dal 15 maggio al 15 luglio, sarà chiuso al traffico un tratto della ss. 106, nello specifico quello che collega lo svincolo di Marina di Gioiosa sulla strada statale 106 Var/B 'Jonica' con la strada provinciale 5. Il provvedimento di chiusura si rende necessario secondo quanto comunicato dall'Anas per consentire il completamento delle lavorazioni all'impalcato del nuovo viadotto Gallizzi, nell'ambito dei lavori di realizzazione del tratto della statale 106 da Ardore a Marina di Gioiosa Jonica. Nel periodo di chiusura il traffico sarà deviato sulla strada comunale Circhetto.

RECUPERO/ BENE COMUNE

L’Avvocato è fuori «per giusta causa» S

ono pochi i titoli di “prima pagina” in cui si evidenza l'assoluzione di un imputato, anche quando questi è ritenuto “eccellente”. Nei giorni scorsi all'esito del processo d'appello dell'indagine detta “Recupero Bene comune” la Corte d'appello di Reggio Calabria ha mandato assolti tre imputati: Antonio Commisso detto “l'avvocato” e Francesco Commisso (entrambi già condannati a 16 anni di reclusione), Alfredo De Leo (10 anni). Il titolone di prima è toccato all'assoluzione dell'Avvocato, accusato di essere al vertice della “società di Siderno” anche durante il periodo di detenzione in carcere per il tramite del fratello Giuseppe Commisso detto “il mastro”. Antonio Commisso viene catturato in

Canada nel giugno del 2005 ed estradato in Italia dove lo aspetta la sentenza definitiva a 10 anni di reclusione nel processo “Bluff”, dove rispondeva di associazione mafiosa, da trascorrere in regime di 41 bis, quello dove anche l'aria che il detenuto respira viene registrata, si figuri i colloqui con i parenti. I difensori di Commisso, che sono Antonio Speziale e Francesco Loiacono coadiuvati dall'avv. Angelica Commisso, hanno attaccato la sentenza del gup distrettuale che ha condannato l'imputato a 16 anni per difetto di motivazione e illogicità. In particolare si legge nel ricorso accolto dai giudici reggini. “Non v'è dubbio che, tanto la genericità della odierna imputazione, quanto il periodo temporale di riferi-

mento o, comunque, di “proiezione” (avuto riguardo al conseguenziale inizio di espiazione della pena comminata nel citato processo “Bluff”), risultino assorbiti ampiamente dai due evocati procedimenti (cc. dd. “Siderno Group” e “Bluff”), che si sono occupati dei medesimi fatti riguardanti la condotta partecipativa del Commisso Antonio alla cosca “Commisso”, in posizione dirigenziale, ancorché - in apparenza - diversamente circostanziati. Né consegue fondando la operatività dell'istituto in esame, su due elementi in particolare: quello di natura soggettiva rappresentato dall'identità dell'imputato e quello di natura oggettiva costituito dalla identità del fatto da

accertare, nel caso di specie ricorrono i due presupposti, in forma speculare, rispetto agli addebiti di cui ai due citati, pregressi procedimenti penali a carico dell'appellante, così realizzandosi quella duplicità di giudicato. Di talché, se è vero che in tema di reato permanente, il divieto di un secondo giudizio riguarda la condotta delineata nella imputazione ed accertata con sentenza divenuta irrevocabile e non, anche, la prosecuzione della stessa condotta o la sua ripresa in epoca successiva è, altrettanto vero che la specularità della condotta contestata all'appellante appare, esclusivamente e strumentalmente, proiettata nel rilevante arco di tempo in cui il Commisso è risultato ininterrottamente detenuto (2004 alla

data odierna); tant'è che la esecuzione della ordinanza di custodia cautelare relativa al processo de quo, avveniva appena qualche mese prima della totale espiazione della pena, irrogatagli nell'ambito del processo “Bluff”; determinandosi, per ciò stesso, una condizione oggettiva di natura ostativa, perché si realizzasse la prosecuzione o la ripresa della originaria condotta già sanzionata, sia per la medesimezza della imputazione, sia per la insussistenza di elementi indiziari apprezzabili sul piano del novum, idonei a rappresentare una condotta “inedita” rispetto a quella già valutata”. La rilevanza della censura difensiva ha trovato pieno accoglimento e “l'avvocato” e stato scarcerato.


L’INTERVISTA

Oltre ogni limite”, è un sogno nato dal coraggio di un ragazzo del Sud, che con questo CD mette a frutto anni di studio e di sacrifici. Ma chi è Vincenzo Nizzardo? “Semplicemente un giovane artista che sin da piccolo ha studiato canto, volendo fare della musica la sua vita”, ci risponde con molta onestà. Passione, talento e studio. Un percorso obbligato per chi vuole seriamente entrare nel difficile mondo dello spettacolo. Tu questo cammino l’hai intrapreso con entusiasmo. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il successo con “Notre Dame de Paris” di Riccardo Cocciante, l’affermazione televisiva con Chiara Barillà nella sfida tra Conservatori musicali italiani a “UnoMattina”. Partiamo dallo studio. “ Dopo il diploma – ci dice il giovane artista di Gioiosa Jonica -, mi sono iscritto al Conservatorio Francesco Cilea di Reggio Calabria, dove mi sono diplomato col massimo dei voti, lode e “Menzione d’onore”. Tanti riconoscimenti, premi e vittorie. Ma le cose che ti fanno crescere artisticamente, al di là dei risultati positivi, sono le esperienze. Queste le fai partecipando a concorsi, a stage, poi le Opere, i Musical, i grandi palcoscenici, i Teatri”. Tanto giovane, tanti traguardi prestigiosi, tanti impegni, senza però mai tralasciare lo studio. “Si, perché cantare richiede studio, precisione, sacrificio e amore. Solo così possono arrivare i successi, l’apprezzamento e l’affetto del pubblico. Le soddisfazioni, i traguardi raggiunti con grande umiltà, sono un importante motore che fa proseguire l’artista per la sua strada. E’ così in ogni campo”. Sei stato incoraggiato, quando eri ragazzo da Mino Reitano, ora con i nipoti del “ragazzo di Fiumara” hai realizzato il tuo primo CD. Come è nata questa collaborazione ? “Con Mino ho condiviso il palcoscenico per diversi anni in tutta la Calabria. Una esperienza che mi ha fatto crescere sia artisticamente che umanamente. Mino aveva un cuore grande così. Altruista. Sempre a dare consigli, incoraggiare, spronare. Mi diceva: ”I calabresi per arrivare debbono lottare più degli altri, ma quelli bravi ce la fanno e si fanno rispettare e soprattutto amare tanto”. Quelle sue parole sono state e sono ancora oggi una forte spinta morale per andare avanti. Poi ho avuto la fortuna di incontrare il Maestro Franco Reitano e subito è nata una reciproca stima. Devo dire che anche il Maestro Franco, come Mino, ha creduto in me e nella mie potenzialità vocali. Con loro ho avuto modo di condividere momenti unici ed indimenticabili. Quando ho progettato il primo CD ho pensato subito ad inserire un brano del M° Franco. Per questo ho contattato il figlio Enzo. E’ stato disponibilissimo. Dopo poco tempo ho ricevuto non uno, ma diversi brani. Tutti bellissimi, ma la cosa più bella e inaspettata e stata la volontà dei fratelli Reitano: Rocco, Enzo, Angela e Mino, di produrre il CD. A loro dico grazie per la gentilezza, la disponibilità e non ultima la grande professionalità che contraddistingueva anche il grande Mino ed il Maestro Franco. Grazie a tutti loro per i consigli, i confronti, gli aiuti durante gli ultimi due anni di registrazione e per tutte le fatiche che hanno affrontato per la realizzazione di questo progetto. Il CD “OLTRE OGNI LIMITE”, comprende 11 Brani: 4 del M° Franco Reitano, 1 del Grande Mino ,3 scritti da me , 1 di Enzo Reitano e 2 classici rivisitati. Devo confessare che con loro mi sono sentito a casa, fra persone amiche… un Déjà vu provato già in passato con Mino e Franco”. Nel mondo musicale italiano, questo tuo lavoro quali elementi di novità intende portare?

“Oltre ogni limite” è un progetto che mi rappresenta, una sorta di curriculum in musica. E’ il mio percorso artistico dagli inizi ad oggi. Sono contento perché sono riuscito a metterci così tanto cuore in ognuno dei brani. Quando li riascolto mi emoziono e penso che anche in chi li ascolta suscitano gli stessi sentimenti. E’ «un contenitore» aperto alle nostre emozioni. Chi l’ascolta ha la possibilità di «riempire» questo contenitore, con le sue emozioni del momento, perché la musica, qualunque essa sia, sa suscitare e comunicare le nostre emozioni quando raggiunge il cuore ed io voglio entrare “OLTRE OGNI LIMITE” Come è stato accolto questo CD dagli appassionati di musica? “E’ uscito da pochissimo tempo, ma posso dirti che tra gli addetti ai lavori il disco è veramente piaciuto, e anche alcuni pareri raccolti in giro sono stati estremamente positivi. Riescono a suscitare grandi emozioni, come dicevo . La Mac Rey International ed io, di questo non possiamo che esserne felici. Ora contiamo tanto sulla massima diffusione. So che la famiglia Reitano sta facendo un grande sforzo di promozione. Spero che le radio inseriscano nei loro programmi i miei brani. Il ruolo delle radio è molto importante, per farli conoscere al grande pubblico e aumentare le vendite”. Quali sono gli impegni attuali ? In questo momento bisogna pubblicizzare al meglio, come ho già detto, il CD. Non nascondo che è nostra intenzione (mia e della Mac Rey) di portare questo Progetto anche all’estero. Poi, non bisogna dimenticare che sono impegnato in ambito Lirico. Momentaneamente sono in scena a Roma, al Teatro Della Valle, nel “Barbiere di Siviglia” dove interpreto il ruolo di Figaro. Anche questo è un grande amore, la mia passione”. E intanto stai pensando anche al futuro. Sempre in movimento… Certo è che non posso fermarmi. Continuo a studiare come ho sempre fatto. Caratterialmente, chi mi conosce sa che sono una persona che non si arrende mai. In tutto quello che farò “metterò”, come sempre, tutto il mio impegno oltre che il cuore, altrimenti non potrei fare tutto quello che faccio. Penso di essere un ragazzo con le idee molto chiare e desideroso di affrontare tutte le fatiche necessarie per raggiungere un obiettivo. Per tornare al mio primo lavoro discografico, che mi inorgoglisce, potrei definirlo proprio come «un contenitore» aperto alle nostre emozioni. Chi l’ascolta ha la possibilità di «riempire» questo contenitore, con le sue emozioni del momento, perché la musica, qualunque essa sia, sa suscitare e comunicare le nostre emozioni quando raggiunge il cuore ed io voglio entrarvi dentro “OLTRE OGNI LIMITE”.


RIVIERA

LA COPERTINA

Cosa sta succedendo al nosocomio? Chi è responsabile del degrado della struttura? Il caso di Anestesia e Rianimazione ha mostrato la punta dell’iceberg. I problemi si accumulano e sono sempre più difficili da superare. Ma forse è solo questione di volontà

Approfondimenti

Allarme sanità

Ospedale di Locri: caos ammini I medici rassegnati stanno moll L

ELEONORA ARAGONA

La stanchezza sta abbattendo lo spirito e l’abbandono da parte della sede centrale sta indebolendo la struttura. Mancano posti letto, primari e attrezzature

a rabbia ha quasi vinto lo spirito e sta lasciando il posto alla rassegnazione. Sfiducia, questo il sentimento prevalente nei dipendenti dello spoke di Locri. Nell'ottobre del 2013 li avevamo incontrati, erano combattivi. Credevano ancora che fosse possibile risollevare le sorti dell'ospedale. Infermieri e dottori erano protettivi verso la struttura più bistrattata e tristemente famosa in Italia. Il caso di Rianimazione della scorsa settimana ha riacceso i riflettori e l'interesse della politica su Locri. «Mi incatenerò ai cancelli dell'ospedale»,ha tuonato Calabrese e lo ha fatto. A lui si sono accodati Masino Mittica, Salvatore Fuda, Domenico Vestito, Giovanni Riccio, Giuseeppe Strangio, Giorgio Imperitura, Bonfà, delegato del sindaco di Bianco, Domenico Leoncini. Ma per anni nessuno ha alzato la voce e chissà che non sia troppo tardi. L'episodio che ha generato il caos è stato il caso Anestesia e Rianimazione. Il primario del reparto, Francesco Adamo, aveva 16 anestesisti, 3 sono andati in pensione e non possono essere sostituiti per il blocco delle assunzioni. La scorsa settimana 3 dei suoi 13 anestesisti si sono assentati: uno per malattia, uno ha avuto un incidente e uno si è dovuto operare. Adamo ha ritenuto opportuno per questioni di sicurezza garantire solo le operazioni d'urgenza. Ed è stato il delirio. Reggio si è quindi ricordata dell'esistenza di quell'appendice che spesso chirurgicamente preferisce ignorare. D'altra parte dopo gli articoli su siti e quotidiani era difficile continuare a far finta di niente. Sono caduti dalle nuvole e hanno chiamato per capire cosa stesse accadendo. Ma sulla scrivania degli amministratori il dottor Adamo aveva più volte consegnato richieste e lamentele per la carenza di personale. Come potevano non saper-

lo? Per non bloccare l'ospedale e soprattutto per non creare disagio ai pazienti il primario ha coperto i turni in sala operatoria. Lui che entra in ospedale alle 8 e ne esce alle 20, quando non alle 22, se lo richiede qualche urgenza. Serio. Puntale. Trasparente. I tre aggettivi che sono stati più utilizzati per descriverlo. Prima di augurarsi che non vada via, perché senza di lui l'ospedale può chiudere. Sono pochi quelli disposti a continuare a sacrificarsi così. La stanchezza sta abbattendo lo spirito e l'abbandono da parte della sede centrale sta indebolendo la struttura. L'ospedale ha perso posti letto, ne sono rimasti 211 per un territorio di 180 mila abitanti. Mancano primari e attrezzature. Ma è soprattutto l'autorità e l'organizzazione a essere assente. E di quella non si può fare a meno. I dottori e il personale possono fare i salti mortali ma non possono gestire la struttura. Come possono funzionare i reparti senza primario? A chi ci si deve rivolgere se le attrezzature sono rotte un giorno sì e uno no? Chi deve dare risposte alle carenze di personale? Chi dovrebbe garantire la sicurezza all'interno della struttura? L'elenco di domande da porre sarebbe ancora lungo. Quello che è certo per il momento è che il personale sta mollando, si sta arrendendo di fronte all'indifferenza della direzione reggina. Il degrado in cui stanno facendo scivolare l'unica struttura territoriale avrebbe dovuto trovare sdegno e proteste di piazza. I medici e gli infermieri - ovviamente con le dovute distinzioni, ci riferiamo a quelli che pur di garantire il servizio fanno turni estenuanti e dimenticano di avere casa e famiglia - dovevano trovare appoggio e solidarietà tra la popolazione della Locride. Non silenzio. E la politica avrebbe dovuto interessarsi di bilanci e disagi prima del clamore mediatico e non dopo.

LA PRECISAZIONE

Il degrado della struttura è iniziato con l’unificazione Il sindaco di Locri tiene a chiarire che nel suo intervento sulle responsabilità del degrado e della disorganizzazione dell’ospedale di Locri si riferiva ai dirigenti successivi all’accorpamento della struttura con l’Asl reggina. E infatti riconosce e sottolinea la positività dell’operato di Giustino Ranieri. Ma precisa anche che la decisione di unificare le strutture sanitarie è stata della sinistra.


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L’unificazione delle aziende sanitarie e le dirigenze hanno le loro colpe, ma anche l’assenza e il disinteresse della politica ha le sue.Nessuna associazione è scesa in piazza, né sono state organizzate manifestazioni per protestare per le condizioni dell’ospedale.

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GIUSTINO RANIERI:

«Il peggio deve ancora venire» L’ex direttore generale si chiede preoccupato «Che fine farà il personale?»

istrativo e carenze lando la missione La sfiducia dell’ex caposala Firmo Micheli «Mancanza di sicurezza e il personale può fare come vuole» «Non mi ricovererei a Locri». È stata una confessione personale e sofferta quella di Firmo Micheli, caposala in pensione e componente della commissione sanitaria del comune di Locri. Lui che nell'ospedale ha lavorato quarant'anni non si fiderebbe. Lui che per quaranta minuti mi ha parlato dei problemi e delle eccellenze della struttura, alla domanda diretta ha titubato e poi ha dovuto ammettere: «No, non mi ricovererei». Non per le professionalità, «anzi si deve dare atto al personale medico e infermieristico se ancora si riesce a dare assistenza, anche se con enormi sacrifici». Questo è un punto d'onore. «La carenza di personale e di attrezzature è un falso problema. È l'organizzazione, la direzione che manca e che rende impossibile migliorare e ottenere risultati. È la mancanza di sicurezza a porre problemi. Chiunque può entrare e uscire a suo piacimento. Non c'è controllo sul personale, solo un foglio per le firme. Nessun badge per timbrare quando si entra e quando si esce. Ognuno può fare come vuole». Le conclusioni che mi presenta in questo caso sono delle piccole anticipazioni del lavoro fatto con la commissione istituita da Giovanni Calabrese. «Non c'è la volontà politica perché l'ospedale di Locri diventi realmente un centro spoke. Né a livello di direzione reggina, né a livello locale. Tutti i sindaci che

cosa hanno fatto e stanno facendo affinché l'ospedale non venga chiuso e garantisca il servizio migliore per i cittadini? La verità è che nella zona jonica non c'è stata e non c'è alcuna salvaguardia del diritto alla salute dei cittadini». La direzione reggina, dopo l'attenzione sollevata dal caso Anestesia, ha cercato un rammendo. Con una delibera sono stati indetti i concorsi interni per coprire le posizioni di: direzione sanitaria del presidio ospedaliero; primario del Laboratorio d'analisi; primario del Centro trasfusionale; primario Centro riabilitazione e fisica; responsabile farmacia. Ma restano comunque fuori Otorino, Gastroenterologia, Neurologia e Ostetricia. «Non si spiega questa esclusione. E poi con la delibera n. 303 del 13 maggio hanno nominato direttore sanitario aziendale il dottor Ermete Tripodi. Durata dell'incarico: 3 mesi». «T-r-e mesi» ripete incredulo. «Come possono cambiare le cose?» «Non c'è controllo sull'operato, non c'è sicurezza e non c'è organizzazione. Non c'è speranza. L'ospedale di Locri doveva essere un punto di riferimento per il territorio e invece da dopo l'accorpamento lo stanno svilendo, giorno dopo giorno». (e.a)

L'ospedale è solo la punta di un iceberg. È l'aspetto più evidente della decadenza del sistema sanitario regionale. Giustino Ranieri non ha dubbi: «Locri credo rifletta ormai uno stato di disagio più ampio. Non mi risulta infatti che ci siano state delle iniziative per cambiare e difendere la situazione attuale». Ranieri è stato l'ultimo amministratore prima della costituzione dell'Asp reggina. Prima che fosse creato accorpamento dell'ex Asl 9 con l'Asl di Reggio. «Perché l'attività dei poliambulatori sul territorio non è mai stata organizzata? Eppure c'era una rete di 9 poliambulatori da Palizzi a Monasterace, per cui avevamo approvato un programma di potenziamento. Che fine hanno fatto gli ecografi che avevamo comprato? E lo stanziamento per acquistare due ambulanze, approvato dalla Provincia, com'è stato speso?» L'ex amministratore pone sul tavolo delle questioni delicate, quasi al limite, da chiarire sull'ospedale di Locri. Innanzitutto sottolinea come «Il bilancio di previsione del 2010 ci dava la parità entro dicembre. Io sono andato via il 1 luglio, a dicembre il bilancio è stato chiuso con un debito di 4 milioni. Non so se in questo bilancio definitivo sono state inserite le somme che l'azienda sanitaria avrebbe dovuto ricevere per aver vinto delle cause in Consiglio di Stato. Ad esempio un'azienda per un contenzioso aperto nel 2002 doveva restituire all'ospedale 2 milioni e 200 mila euro. Non so cosa possa essere successo». Come non riesce a spiegarsi alcune scelte dell'amministrazione Squillacioti, non ultima quella di eliminare lo strumento del bilancio economico finanziario con centri di costo e responsabilità. «Avevamo elaborato un bilancio economico finanziario con centri di costo e responsabilità, era stato un lavoro fatto con la Bocconi di Milano.

Avevamo assegnato dei centri di costo a ogni dirigenza medica e amministrativa vincolandoli con dei contratti al raggiungimento di alcuni obiettivi». Amministrazione moderna. «Il primo atto fatto dalla dottoressa Squillacioti, dato che questo strumento era presente solo a Locri e ne erano sprovvisti sia Reggio che Palmi, è stato quello di eliminarlo. Invece di istituirlo negli altri due presidi. Ritornando indietro, anzi disattendendo le leggi regionali che prevedevano la compilazione di questi bilanci. Che erano tra l'altro un valido strumento di controllo sull'operatività del personale e delle strutture». Lui ha guidato l'Asl, sa quali possano essere le difficoltà imposte dal Piano di rientro. Quando ha messo piede nella struttura di Locri c'erano 50 gare per materiali ormai scadute, mancavano primari e attrezzature. Quindi la situazione non era rosea. Ma lui aveva il controllo amministrativo, lui aveva autorità ed era presente nel presidio. L'accorpamento è stato il punto di svolta per la sanità nella Locride. Ha significato decentramento e perifericità. Disorganizzazione e mancanza di dirigenza. Dopo questa chiacchierata appare chiaro. Il punto di rottura è stato quello. Ranieri non prospetta un futuro migliore per Locri, anzi «Se adesso c'è una disorganizzazione assoluta a livello centrale, il caos amministrativo sarà ancora peggiore tra poco. C'è un bando che prevede due direzioni sanitarie, una per Polistena e una per Locri, e un'unica figura amministrativa, sotto al direttore amministrativo dell'azienda sanitaria, per le due strutture. Questa ulteriore unificazione creerà solo altro caos. E porrà un altro problema: il personale di Locri che fine farà? Sarà trasferit o ? Licenziato?Impiegato diversamente?» C'è ancora speranza per Locri? «Un ospedale non potrà mai funzionare bene se non funziona l'assistenza sul territorio». (e.a.)


SETTIMANALE

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POLITICA

della politica locale sono d’accordo di tornare al voto d’opinione, libero da condizionamenti, ricatti e dall’ormai celebre “mi dati nu votu nta famigghia vostra, tantu non cancia nenti, puru ca voti l’attu sindacu”. Quindi, attenzione sidernesi al mercato del voto favorito dall’attuale sistema eletto-muscolare. Al macello della democrazia della più importante città della Locride. A Roccella, dove si voterà domenica prossima, se la giocheranno 32 candidati. Sedici con un sindaco, sedici con l’altro. Tutta la città è coinvolta, per opinione e convinzione, non per parentela o comparaggi. Profumo di democrazia, di popolo e di piazza. Del candidato a sindaco che sceglie i candidati migliori e non più che elemosina una candidatura a chiunque. Come a Locri e Marina di Gioiosa, pochi mesi fa, sempre 32 candidati si sono sfidati per governare le loro rispettive comunità. Con il Patto elettorale Siderno resusciterà ancor prima di avere un sindaco. Ripeto: pro-

PROSPETTIVA ELEZIONI

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schiacciò prima Emmida Multari, poi Mimmo Panetta. La nostra città, questa città dinamica, con dati alla mano e numero di partite IVA, lungo lo Jonio che va da Reggio a Catanzaro, sceglie sindaci, giunta e consiglio comunale con lo stesso sistema di Roma, Firenze, Napoli, Torino, etc, e con uno completamente diverso da Locri, Gioiosa, Roccella, Bovalino per colpa, grandissima colpa, di una legge elettorale che nei comuni superiori a quindicimila aventi diritto di voto, innesca, per sua stessa ratio, il voto di scambio e intacca malamente la libertà di voto. Sarebbe assurdo non rimediare a una faglia profonda che ha provocato un sisma ancor più profondo nella nostra città. Quasi fino al punto di non ritorno. Il voto di scambio, questo sistema elettorale nei paesi come Siderno, di poco superiori a 15mila abitanti, ce l’ha nel Dna. Un sistema elettorale che ha causato a Siderno un’epidemia cronica, elevando ad assessori i brocchi, le teste di legno, ovvero, i portatori di voti.

C’è chi vuole imbrogliare Siderno Serietà a Siderno significa

Patto Elettorale: 16 candidati al consiglio comunale per ogni sindaco. Squadra di governo (Assessori) da mostrare ai sidernesi prima del voto, programma di governo e obiettivi

lla città di Siderno hanno staccato di netto la spina ma alcuni sidernesi non hanno avvertito la scossa. E oggi s’indignano con chi promuove un’inversione di tendenza reale, indispensabile, perché sono intolleranti alla franca ammissione del fallimento e perché gli conviene fare politica con i muscoli. Queste persone saranno stanate una per una da questo giornale e mostrati alla cittadinanza. Pesci grossi e sanguisuga. In settimana nella sala dell’Ymca, nell’ incontro-dibattito organizzato da Siderno Libera (foto), è scaturita una proposta degna, nobile e soprattutto capace di far passare la città dalla stagnazione alla crescita civile, democratica. Alla serietà. Serietà a Siderno significa Patto Elettorale. Ovvero, 16 candidati al consiglio comunale per ogni sindaco, squadra di governo prima del voto e pro-

A

gramma di governo, prospettive di sviluppo, crescita economica e occupazionale da diffondere al popolo sovrano in campagna elettorale. Due aspetti positivi: la legge lo permette, formalmente si può siglare un accordo che eviti agli elettori di finire nel vortice mostruoso delle tre ultime tornate. Secondo aspetto: molti protagonisti seri

fumo di democrazia, di popolo e di piazza. Serietà. Siderno, il popolo di questa città faro, può evitare i trecento competitor che si sono sfidati nella tornata che ha visto prevalere Ritorto su Panetta e, attenzione sidernesi, sentite sentite, più di quattrocento, quando Figliomeni

Un’epidemia che ci costringerà ancora al commissariamento automatico, al fallimento della città, alla cirrosi democratica. L’Italia è considerata uno dei peggiori paesi da molte testate giornalistiche autorevoli per i sistemi elettorali e clientelari di cui si è dotata. E non li cambierà. Diventiamo agli occhi della nazione un esempio di comunità che cambia i comportamenti e le legge sbagliati imposti dallo Stato. Fate attenzioni sidernesi, noi vi mostreremo chi non starà ai patti. Domenica dopo domenica sbatteremo sul nostro giornale chi vuole il male di questa città, i proprietari delle cattive intenzioni e i maestri di vanvera e malafede. Sidernesi, noi faremo la nostra parte, voi non fate il “porcellum” con i vostri figli. Non è difficile sgamare chi vuole imbrogliarvi. Il patto c’è. Serietà. LR



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PRIMO PIANO

Il tribunale di Locri va a tre SEMI-PARALISI DEGLI UFFICI DELLA CANCELLERIA CIVILE PER DECRETO DEL PRESIDENTE MUSCOLO ANTONIO TASSONE Riceviamo una telefonata da alcuni avvocati che si trovano dietro la porta della cancelleria del tribunale civile di Locri. Ci informano che con un decreto del presidente del Tribunale, Bruno Muscolo, la macchina giudiziaria del tribunale civile si è parzialmente inceppata . Non è una novità. Di corsa ci rechiamo al Tribunale civile per verificare la situazione e, dopo aver ascoltato decine di avvocati che si lamentano sui tempi d'attesa e per il declino progressivo di una professione che via sta perdendo fascino, notiamo, da lontano, che affissi alla porta della cancelleria ci sono due fogli formato A4. È lo stesso presidente Muscolo a rendere pubblici i motivi di questo contingentamento dell'attività di cancelleria. «In data 6.5.2014 presso la sezione civile di questo Tribunale- si legge in questi fogli - si è tenuta una riunione con il presidente di sezione, i magistrati ed il personale amministrativo addetto alla sezione, al fine di discutere e valutare le criticità esistenti per la carenza di personale, per la prossima entrata in vigore delle norme sul Nuovo Processo Civile Telematico, per la completa informatizzazione dei fascicoli civili e di esecuzione della soppressa sezione di Siderno e per la predisposizione entro il prossimo 20 maggio e 3 giugno dei prospetti statistici da inviare all'ispettorato generale del Ministero della Giustizia, propedeutici alla prossima visita ispettiva; ritenuto che dalla predetta riunione è emerso che le criticità come sopra enunciate esistono tutte, anzi a causa della nota carenza personale amministrativo, rischiano di aggravarsi (il prossimo mese di luglio sarà collocato in pensione il funzionario Giuseppe Caristo); considerato che la completa informatizzazione delle cause civile e delle procedure esecutive della ex sezione di Siderno è assolutamente necessaria per la prossima entrata i vigore del nuovo processo civile telematico; considerato, infine,che tutto il personale in servizio presso la sezione ha evidenziato che le innumerevoli attività cui è addetto non hanno ancora consentito di dedicarsi appieno alle predisposizione ed invio dei prospetti statistici richiesti dall'ispettorato ma hanno manifestato la disponibilità a completare le attività purchè l'orario di accesso al pubblico delle cancellerie sia limitato drasticamente; ritenuto di non poter adottare allo stato diversa altra soluzione, sentito il presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati, dispone che presso la sezione civile del tribunale l'orario di apertura delle cancelerie al pubblico sia consentita alle ore 11,30 alle ore 13,30 per un periodo di giorni 45 da oggi; che tale nuova disposizione non pregiudichi in ogni caso lo svolgimento delle attività urgenti ed inderogabili per i cui adempimenti provvederà il direttore amministrativo responsabile della sezione, alla quale è demandato il totale coordinamento delle attività; che durante il periodo di chiusura al pubblico tutto il personale in servizio si occupi delle attività connesse alla predisposizione ed all'invio dei prospetti statistici richiesti dall'Ispettorato». Questa misura adottata dal presidente Muscolo porterà nei prossimi mesi alla semi-paralisi degli uffici di cancelleria del Tribunale civile di Locri. Ancora una volta ci chiediamo che senso abbia avuto applicare il decreto “taglia tribunali” che aveva come obiettivo quello di contenere i costi della giustizia e ottimizzare

l'efficienza del sistema giudiziario se i risultati ottenuti sono questi. Un misura, tra le altre cose che si pone in contrasto con la decisione del Consiglio di Stato che recentemente ha stabilito che tutti gli uffici giudiziari, devono rimanere aperti per 5 ore al giorno, sez. IV, sentenza 20.02.2014 n°798 (Antonino Galletti). L'art. 162, L. 1196/1960, infatti, impone l'apertura al pubblico degli uffici giudiziari e di cancelleria per “cinque ore nei giorni feriali, secondo l'orario stabilito dai capi degli uffici giudiziari” e attribuisce la competenza esclusiva ai “capi degli uffici giudiziari”. L'azione amministrativa, soprattutto quella relativa alla auto-organizzazione degli uffici è, dunque, del tutto vincolata. Non v'è spazio alcuno, per i capi degli uffici giudiziari(e i dirigenti), per ridurre quest'o-

rario; v'è solo un limitato margine di discrezionalità per modularlo e articolarlo nell'arco di ciascun giorno feriale (ad esempio, dalle 8 alle 13, dalle 8.30 alle 13.30, dalle 9 alle 14 e così via) e null'altro. I giudici di Palazzo Spada hanno ritenuto che “quella testé riportata è una norma tassativa che se da un lato rimette alla discrezionalità del Dirigente il potere di articolare l'orario in questione nel senso di poter variamente fissare l'ora di inizio dell'apertura al pubblico, dall'altro lato vieta di ridurre la durata oraria in cui le cancellerie e segreterie devono essere aperte al pubblico (non meno di cinque ore nei giorni feriali). In altri termini, la previsione legislativa ha un contenuto assolutamente vincolante, tale da non lasciare alcun margine di discrezionalità in ordine ad una opzione di durata oraria giornaliera di apertura al pubblico degli uffici giudiziari diversa da quella fissata direttamente ed inequivocabilmente dal legislatore nazionale a mezzo di un previsione con una valenza uniforme per tutte le cancellerie e segreterie giudiziarie presenti sull'intero territorio italiano. Secondo il Consiglio di Stato, da quanto appena dedotto “ne deriva, nel caso di specie che le misura organizzatorie assunte da un ipotetico Presidente di Tribunale unitamente al Dirigente amministrativo, si pongono in contrasto insanabile con l'art.162, senza che possa costituire causa giustificativa la motivazione resa a sostegno dell'adot-

tato provvedimento riconducibile a ragioni di carenza di personale e di tipo logistico: gli elementi di valutazione posti a base del provvedimento di che trattasi, per quanto in sé apprezzabili sono del tutto recessivi e comunque non possono incidere sul limite minimo delle cinque ore di apertura al pubblico degli uffici”. Del resto, la cronica mancanza di personale e della carenza di risorse dovute alla perdurante crisi economica sono elementi noti, ma proprio l'implementazione dell'uso della telematica deve costituire un “volano” nel quale investire le residue risorse a disposizione per migliorare il servizio e con questo la vita lavorativa degli impiegati e degli addetti alle cancellerie e quella professionale anche di avvocati, CTU, curatori e di tutti coloro i quali con abnegazione quotidiana, spesso spinta sino all'eroismo, ancora oggi consentono che, sia pure con fatica, la macchina giudiziaria continui a funzionare (altalex). Come si ricorderà la cancelleria sidernese, per quanto riguarda il ramo civile, ha trovato sistemazione in un appartamento che fino a ieri ospitava i locali del Centro per l'impiego di Locri. I disagi, in questi mesi, sono stati notevolissimi per tutti gli addetti ai lavori. A ciò si aggiunga il caos totale ed il grande nervosismo che si è generato negli uffici con attese snervanti agli sportelli. E pensare che all'epoca del trasferimento degli uffici da Locri a Siderno, effettuati, a nostro avviso, con ingiustificata celerità, alcuni provarono anche a sostenere che l'accorpamento delle due cancellerie avrebbe garantito in futuro per il cittadino una giustizia più rapida ed efficiente . I risultati ottenuti sono sotto gli occhi di tutti.

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RECUPERO/ BENE COMUNE

Lo “Stile Commisso” lascia spazio solo a quelli come Frank Rumbo, parola di De Bernardo

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ella requisitoria del processo “Recupero- Bene Comune”, iniziato lunedì 12 Maggio e che vede coinvolti 56 imputati, il procuratore antimafia Antonio De Bernardo sembra conoscere il sodalizio criminale di Siderno come la tabellina del due. Due per due? Elementare, quattro. E secondo De Bernardo “elementare quattro”, nella mala sidernese, è uguale a Commisso: Commisso “Quagghia” e Commisso “Abbucato e Mastru”. Dopo l'impero di Ntoni Macri', Quagghia, Abbucato e Mastru avrebbero concesso spazio, in tutti questi anni di sangue e business, a un solo numero primo: Riccardo Rumbo, detto Frank, e ai suoi. Lui starebbe ai Commisso, se abbiamo capito bene l'analisi di De Bernardo, come John Gotti ai Gambino. A tutti gli altri, anche ai più fedeli, solo lisciate e sotto 'ndrine, compresa quella della Lamia, che sarebbe stata lasciata in eredità dal padre ai figli, Figliomeni Alessandro (ex sindaco di Siderno) e a suo fratello Antonio “Topo”. Padrone e sotto, a Siderno, deve essere così, nei secoli e nei secoli. Se dici di no, caput. Ecco il perché della faida con i Costa, degli anni '90, e gli omicidi dei fratelli Salvatore e Agostino Salerno, di recente. Lo “Stile Commisso” non lascia spazio, è intollerante alle scissioni, tutti devono restare sotto la Casa Madre, secondo De Bernardo.

Expo 2015, uno smacco per la ndrangheta Tutti preoccupati dalle possibili infiltrazioni della ndrangheta e nessuno si aspettava una Tangentopoli ILARIO AMMANDOLIA Ricercate i giornali del periodo in cui è partita l'Expo 2015 e noterete il grido di allarme per la ndrangheta in agguato. “Bisogna impedire alla ndrangheta di mettere le mani sull'Expo”, ripetevano in coro governatori e sindaci, parlamentari e prefetti, giornali e politici, magistrati e questori. Ed il coro ha cantato guardando sempre lo stesso spartito. Intanto la televisione trasmetteva decina di fiction per dimostrare che la ndrangheta aveva messo le mani dentro la città mentre Umberto Eco scriveva “ questa mia povera Milano sturm and ndrangheta”. Furono ricercati centinaia di attori e comparse per raffigurare volti orrendi di calabresi criminali con un marcato accento “tamarro-calabro” per dare la giusta idea del “lupo” che si aggirava a Milano. Poi partirono centinai di servizi televisivi e giornalistici per lanciare l'allarme “il lupo è alle porte.” e con germanica urgenza si dovette correre ai ripari prendendo misure eccezionali. Una sola parola d'ordine: “qua la ndran-

gheta non entra.”. Cartelli quattro per quattro furono collocati in tutte le strade di accesso all'expo Il grido milanese fu raccolto e rilanciato dalla Calabria dove si parlò di interi branchi famelici pronti a partire alla conquista dell'Expo. Così come si usava in occasione della peste per sconfiggere il morbo fu emesso un tacito editto: fuori i calabresi dai lavori Expo. Porte aperte solo tecnici, imprenditori, politici, manager ed imprese con quarto quarti di nascita “padana” . A mali estremi, rimedi estremi. Furono collocate guardie su ogni strada di accesso ai cantieri ed invisibili cavalli di Frisia con uomini armati a piantonare ogni opera.. Furono arrestati due giovani di Castrovillari in viaggio di nozze perché si erano spinti altre i reticolati per vedere i meravigliosi lavori di preparazione dell'Expo. Infiltrazione calabrese, infiltrazione mafiosa. Un povero imprenditore che era nato a Cosenza da genitori bergamaschi si affannava a ripetere che la nascita in Calabria era del tutto casuale e non era dipesa dalla sua volontà .Il suo papà era in servizio, nella città cala-

bra, come maresciallo dei carabinieri. Un ingegnere di puro sangue lombardo venne escluso perché la cugina acquisita della sorella di suo cognato aveva sposato un calabrese. “Dura lex sed lex” ripetevano in coro le autorità preposte. Niente, da fare, dove c'è Calabria o di riffa o di raffa ndrangheta c'è ! A meno che.. non ti sei guadagnato sui giornali la medaglia di combattente antindrangheta con tanto di certificato rilasciato degli eroi impegnati sul campo di battaglia. Peccato che Giusy Canale non abbia potuto allietare la posa della prima pietra con il suo recital antimafia..Forse l'expo avrebbe meritato qualcosa in più, la Canale è soltanto una debole comparsa ma ci sono ben altri attori sullo stesso palcoscenico. Nonostante tutto ciò, il risultato fu che tanta attenzione sul fronte calabro, ha impedito di capire che branchi di sciacalli erano già dentro l'ovile ed hanno fatto strage di agnelli. Il progetto originario è stato stravolto con padana precisione. I costi lievitati a dismisura con celtica virtù. I tempi allungati con teutonica accondi-

scendenza. I controlli furono severi come da tradizione asburgica. Però, nonostante tutto, è stato un duro colpo per la ndrangheta. Uno smacco rovinoso: una vera “cupola” a Milano senza la minima partecipazione dei calabresi. Che vergogna, che sfregio !. Ci eravamo abituati a sentirci i padroni di Milano. In occasione dell'arresto dell'assessore regionale Zambetti che aveva pagato 200.000 euro ad un “capo cosca ” per un pacchetto di 4000 voti si gridò compatti alla ndrangheta che addirittura determina il risultato delle elezioni in Lombardia. Io per la verità pensando al povero Zambetti intento a comprare quel “pacco” da un sedicente ndranghetista mi è venuto in mente quel signore un po' tonto che ha comprato la Fontana di Trevi da Totò. C'è una vecchia favola sempre attuale. I lupi ci sono e sono pericolosi ma non si grida sempre al lupo se non si vuole fare un favore alla bestia. Oppure ? Oppure il lupo serve- ed è tanto servito- per consentire agli sciacalli di divorare i succulenti pasti in santa pace.



ATTUALITÀ

In prossimità del voto per le amministrative in 15 comuni della Locride pubblicheremo ogni settimana le interviste ai vari candidati a sindaco

Elezioni

Careri, Agnana, Canolo e San Giovanni di Gerace

CARERI

Si presenta solo la lista di Giuseppe Rocco Giugno I Componenti della “Lista Civica per Cambiare” hanno deciso con grande senso di responsabilità di proporsi per amministrare il comune di Careri con un progetto che, nella continuità della gestione Commissariale, tende a creare le condizioni per uno sviluppo sociale,culturale ed economico nell'ottica della legalità e della trasparenza che deve essere “conditio sine qua non” per la governabilità della comunità. Gli obiettivi che questa componente Politica Denominata “Lista civica - per cambiare”, si propone sono: abbattimento tariffe acqua potabile mediante recupero dell'acquedotto ex consortile; gestione raccolta differenziata porta a porta con abbattimento delle tariffe; metanizzazione frazione Natile nuovo; ampliamento cimitero dei tre centri abitati. Inoltre, ammodernamento rete fognante Natile nuovo; riqualificazione arredo urbano Careri centro; rifacimento rete idrica; completamento iter piano strutturale comunale con riabilitazione della frazione Natile. Gestione terreni comunali; ammodernamento e messa in sicurezza edilizia scolastica; adeguamento a norma impianto di pubblica illuminazione dei tre centri abitati. Realizzazione struttura sportiva nella frazione Natile nuovo; riordino dei servizi comunali; gestione e riordino fabbricati comunali ex Etarp. Ed ancora, completamento edilizia sociale fabbricato sito in via s. Pertini Careri centro; sistemazione viabilità esterna ed interna; microzonazione sismica del territorio comunale; studio e difesa del suolo a rischio idrogeologico; incentivazione turismo ecclesiastico; politiche giovanili e del volontariato; riperimetrazione ente parco; gestione animali domestici e selvatici. Il Candidato a Sindaco Giuseppe Rocco Giugno

AGNANA CALABRA

Giuseppe Lupis: Antonio Moio: i Caterina Furfaro: chiarezza,trasparenza giovani al governo presenza e econcretezza per il cambiamento concretezza La lista contraddistinta dal simbolo “ Stretta di mano al centro racchiusa in un ovale con frecce direzionali di colore rosso, giallo, verde, azzurro e viola intervallate dalla scritta patti chiari di colore nero “, nata dall'incontro e dall'unione di persone libere, dotate di forti principi morali e democratici, vuole accompagnare Agnana in un cammino di crescita per i prossimi anni coniugando esperienza e novità. Chiarezza,Trasparenza e Concretezza è quello che la nostra lista si propone senza presunzione, per far si che il Paese sia sempre di più una realtà attenta ai cittadini e al territorio. Solitamente nei programmi elettorali si tende a fare un elenco di numerosi progetti e svariate proposte per cercare di accattivarsi le simpatie dell'elettore finendo per perdere di vista la realtà, l'equilibrio, la sobrietà e la semplicità. Noi vorremmo rompere gli schemi tradizionali, dimenticandoci dell'abituale e interminabile elenco di quelle cose ovvie che devono essere fatte con o senza proclami. Per questo motivo nel presente documento politico - amministrativo vengono esposti i punti programmatici che, volutamente, contengono solo delle indicazioni di carattere generale perché una buona amministrazione deve essere attenta e disponibile a valutare in itinere gli stimoli che vengono dai cittadini. Giuseppe Lupis Candidato alla carica di Sindaco

Cosa rimproverate all'amministrazione uscente? Noi ci proponiamo come un movimento di giovani indipendenti con l'obiettivo non per forza di rottamare ma ripartire dalla freschezza e dalle idee dei giovani per innovare nella tradizione. Purtroppo, e non è solo un problema dell'amministrazione uscente perché lo notiamo anche a livello nazionale, si è sempre dato poco spazio alle nuove leve, forse dato anche dal fatto che i giovani ormai da moltissimi anni, hanno perso la vocazione politica e civile e non si sono mai voluti impegnare seriamente. Oggi noi proponiamo il miglioramento e l'innovazione e abbiamo deciso di organizzarci in un gruppo di ragazzi senza nessun vincolo politico o di altra natura che si presta con la propria volontà, impegno e dedizione nell'interesse della comunità in cui vive o è nato. Voi cosa proponete per sviluppare le vocazioni del vostro paese? L'intenzione è quella di mettere al centro della propria azione l'interesse della collettività e del territorio agnanese, creando una vera alternativa per amministrare il paese e per cogliere le opportunità presenti in un periodo difficile nonostante la crisi. Sei i punti principali dai quali far (ri)partire Agnana Calabra: il lavoro; la trasparenza; la comunicazione; l'ambiente e la tutela del territorio; il turismo; il welfare (sociale) e le politiche per il sociale. E come pensate di fare? Noi vorremmo partire con un nuovo modo di amministrare che non dimentichi gli esempi positivi e l'importanza del passato, garantendo una macchina amministrativa più efficace e seguendo principalmente due linee guida: la gestione ordinaria; lo sviluppo programmatico e progettuale, ticati.

Cosa rimproverate all'amministrazione uscente? Il paese è in uno stato di abbandono totale. Non sono stati curati i servizi per i cittadini e i loro interessi. La rete idrica è un disastro. D'estate la parte alta del paese ha molti problemi e l'acqua ha odore di cloro e non è potabile. La raccolta differenziata è una farsa, i rifiuti infatti vengono raccolti come se fossero indifferenziati. I depuratori non funzionano e la manutenzione è inadeguata. Non c'è stato interesse per la tutela della salute pubblica. Nel corso di questi anni all'opposizione ho presentato molte mozioni e interrogazioni a cui non è stata data risposta, ne ho presentate per la questione delle fogne, della differenziata, per il mancato svincolo dei terreni in Via Roma. Voi cosa proponete per sviluppare le vocazioni del vostro paese? A noi interessa realizzare progetti concreti che migliorino la vita dei cittadini. Vogliamo rendere trasparente la nostra amministrazione in modo da dare pari opportunità ai cittadini. Se sceglieranno noi, il 27 convocheremo Arpacal, carabinieri e Sorical per controllare acquedotti, depuratori e sorgenti. E se non si dovesse essere in grado di fornire il giusto servizio ai cittadini abbasseremo le tariffe. Faremo inoltre fare uno studio per garantire il servizio idrico a tutti i cittadini di Agnana, anche d'estate. Svilupperemo una delle nostre risorse più preziose, la produzione dell'olio. Cercheremo di ottenere il marchio DOP e DOG e aiuteremo a sviluppare le produzioni. E come pensate di fare? Noi amministreremo pensando a lungo termine. Non ci interessano le grandi opere irrealizzabili. Vogliamo dare ai cittadini ciò di cui hanno bisogno. Raccolta differenziata reale ed efficiente, utilizzando il personale comunale e facendo accordi con i consorzi di filiera. Inoltre faremo il bilancio partecipato, in modo che le esigenze dei cittadini siano al centro dell'attività amministrativa.


www.rivieraweb.it DOMENICA 04 MAGGIO

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CANOLO

RositaFemia:losviluppoelapartecipazioneperripopolareilpaese

RaffaellaCortale:Impegnoe determinazionelelineeguida

Quanto siete riusciti a realizzare del programma con cui vi siete presentati alle scorse elezioni? Il programma è stato in parte realizzato. Abbiamo progettato centri di aggregazione e sportivi al fine di ridare ai cittadini una nuova vita di comunità. Queste iniziative sono utili a evitare, soprattutto ai giovani, devianze e a trasferire cultura esperienze e tradizioni agli anziani ai giovani. Abbiamo anche ottenuto un finanziamento per la riqualificazione di campo Naps. Per la tutela e gestione del territorio abbiamo lavorato al ripristino e alla manutenzione dei canali di irrigazione che hanno consentito agli agricoltori di migliorare il raccolto. Ed è in itinere la predisposizione del piano strutturale comunale. Inoltre sono stati programmati una serie di interventi, non previsti nel programma elettorale, ma ritenuti utili alla collettività. Quali sono stati invece i progetti che non siete riusciti a concretizzare e perché? La ristrutturazione delle Chiese: San Nicola di Bari e, in particolare, Madonna delle Nevi, non avendo le disponibilità economiche. Nel merito sono stati predisposti dei progetti e inoltrate richieste di finanziamento a vari Enti rispetto ai quali al momento non è stato dato riscontro. Quali sono i punti del vostro nuovo progetto per il paese? Siamo convinti che senza entità democratica e partecipazione non ci sarà futuro per Canolo e i canolesi, per questo vogliamo praticare nuove forme di comunicazione e partecipazione della cittadinanza al fine

Cosa rimproverate all'amministrazione uscente? Ho studiato e lavorato lontano da Canolo per diversi anni, nel 2011 ho deciso di ritornare a viverci e in questi tre anni ho potuto constatare l'involuzione del mio territorio (servizi scarsi o inesistenti) a dispetto delle potenzialità che il territorio esprime. L'amministrazione uscente non poteva fare miracoli, ma 5 anni sono più che sufficienti per risolvere i piccoli problemi che tutti denunciano e anche per gettare le fondamenta per un processo di crescita. Invece non sono stati predisposti neanche progetti di lunga durata, non si è guardato avanti!. L'unico “crescendo” sono promesse mai evase e una cascata di “Sì, Sì” mai andati a buon fine. Se pensa che il rapporto con i cittadini è stato quasi annullato: amministrare un comune, e soprattutto un comune come Canolo (territorio vasto e vario e a bassa densità abitativa), non può prescindere dalla comunicazione, in termini di input e feedback, con i cittadini: cuore della “cosa” da amministrare. Ridare voce ai cittadini è il nostro primo obiettivo. Voi cosa proponete per sviluppare le vocazioni del vostro paese? Il nostro programma è un punto di partenza al quale si aggiungeranno, anche nell'immediato, tanti altri progetti già presentati e condivisi con i nostri concittadini negli incontri di questi giorni: la gente ha voglia di fare e subito. Abbiamo diverse attività da avviare e sviluppare già entro l'estate 2014. Il nostro territorio è ricco: risorse naturali, storico/culturali ed eccellenze

di avere un ampio consenso in particolar modo sulla gestione del territorio che interessa l'intera collettività. Puntiamo sullo sviluppo e la competitività delle attività agricole affinché gli operatori economici creino sistemi per la valorizzazione delle produzioni locali. Le nostre aree montane diventeranno un valore aggiunto per la produzione agricola locale. Ci proponiamo di migliorare la qualità della vita attraverso il recupero del patrimonio edilizio esistente, il miglioramento dei servizi e delle infrastrutture. Per quanto riguarda il turismo riteniamo che serva dare un impulso attraverso la valorizzazione delle bellezze naturali, programmando una serie di interventi che prevedono percorsi naturalistici attrezzati. Inoltre è nostra intenzione creare un marchio di qualità per i prodotti tipici canolesi. Di concerto con gli operatori di telefonia mobile saranno individuati dei siti per l'istallazione di un'antenna al fine di consentire l'utilizzo del cellulare nella frazione di Canolo Nuova, connettività internet tramite wi-fi. Sono in programma diversi interventi nel settore dei lavori pubblici tra cui si citano: due centri di aggregazione, la ristrutturazione del campo di calcio, interventi sulle strade interpodera

gastronomiche. Tali ricchezze sommerse devono essere “utilizzate” per ottenere e garantire, nel rispetto e riguardo delle stesse, un benessere economico costante e condiviso. Tutto però deve essere valorizzato attraverso la risorsa più importante il cittadino, il canolese, per migliorarne le condizioni socio-economiche. Di pari passo, infatti, focalizzeremo l'attenzione sulla riorganizzazione dei servizi offerti ai residenti e non. Nello specifico intendiamo migliorare i servizi legati ai trasporti, alla sanità, allo sport ma anche creare luoghi di incontro a fini ricreativi. E come pensate di fare? “Chi ha tempo non perda tempo”! Abbiamo sviluppato delle idee semplici e realizzabili per aumentare le presenze turistiche. E coinvolgeremo in questi progetti l'intera comunità. Nel corso del nostro mandato lavoreremo in modo pragmatico e con impegno, individuando, dopo un'attenta analisi iniziale, le criticità del territorio e sviluppando un piano di intervento con obiettivi congrui e graduati. Nel piano di realizzazione, per ogni singolo obiettivo, saranno individuati: risorse (umane ed economiche), tempi di realizzazione e procedure di controllo per valutare l'efficacia ed efficienza degli interventi. Impegno e determinazione uniti a lungimiranza e comunicazione con i cittadini, sono le principali direttrici che intendiamo seguire per raggiungere gli obiettivi prefissati.

SAN GIOVANNI DI GERACE

PinoVumbaca:ilgovernodell’impegno WilliamGrazianoAlì:insiemesipuò Cosa rimproverate all'amministrazione uscente? Il rimprovero più grave che lanciamo all'amministrazione uscente è quello dell'assenza, dell'abbandono del paese. In questi anni abbiamo assistito ad un fenomeno di completo disinteresse degli amministratori verso le esigenze vere del paese. L'attenzione è stata focalizzata solo sui momenti “propagandistici. Nel nostro programma lo abbiamo scritto: vogliamo invertire le tendenze negative in atto, sostituendo all'amministrazione dell'assenza quella dell'impegno. Vogliamo chiudere l'esperienza di gestione del paese “dall'esterno”, mettendo in gioco tutto il nostro impegno, e lo mostriamo anche simbolo che contrassegna la nostra Lista. Voi cosa proponete per sviluppare le vocazioni del vostro paese? Vogliamo creare, riqualificare e valorizzare. È necessario intanto attivarsi per mantenere e riqualificare l'esistente, sia inteso come patrimonio di opere pubbliche, sia come apparato di servizi esistenti, di realtà associative, di inizia-

tive consolidate, da agevolare incentivare in tutti i modi. Insomma, bisogna saper valorizzare e difendere quello che di buono c'è nel nostro paese. Poi bisogna focalizzare l'attenzione su ciò che è necessario creare, avendo la lungimiranza di programmare interventi che non siano solo utili per il momento elettorale, ma siano positivi per la vita dei cittadini. E infine valorizzare i grandi patrimoni che abbiamo: le ricchezze artistiche e culturali, le nostre bellezze naturali. E come pensate di fare? La ricetta che proponiamo è quella dell'impegno. Buttarsi a capofitto in tutti gli ambiti dell'Amministrazione, intercettando tutti i possibili mezzi di finanziamento per la realizzazione di ciò che si programma. Saremo vigili e operativi, e non lasceremo intentata alcuna possibilità. La situazione contingente è così grave, che ogni mancato finanziamento, è da considerarsi un peccato di omissione.

Quanto siete riusciti a realizzare del programma con cui vi siete presentati alle scorse elezioni? San Giovanni di Gerace nell'ultimo quinquennio ha centrato numerosi obiettivi previsti nel proprio programma amministrativo. Abbiamo realizzato una moderna rete internet WI FI; abbiamo ristrutturato e il Santuario di Maria SS. Delle Grazie; ci siamo attivati per realizzare una strada alternativa che conduce a Gioiosa Jonica. Abbiamo effettuato la ristrutturazione dell'ambulatorio medico comunale, dell'edificio scolastico adibito a scuola elementare, installando un impianto di climatizzazione; sono stati sostituiti km di rete idrica; sono stati completati i lavori di metanizzazione e riasfaltate tutte le strade comunali. Abbiamo realizzato un impianto fotovoltaico sull'edificio scolastico. Quali sono stati invece i progetti che non siete riusciti a concretizzare e perché? Avremmo voluto portare a termine le cinque opere che andranno comunque in appalto da qui a tre - quattro mesi. Avremmo voluto realizzare la ristrutturazione del campo di calcio, la creazione di un parco giochi, nonché avviare la raccolta differenziata dei rifiuti. Quali sono i punti del vostro nuovo progetto per il paese?

Vogliamo realizzare opere di notevole importanza che stanno per vedere l'ultimazione dell'iter burocratico, come la riqualificazione della strada che porta in località “Scialata”; la pavimentazione dell'area di parcheggio e l'ampliamento dell'area pic-nic; la riqualificazione di Piazza Municipio e delle relative scalinate; la messa in sicurezza della strada San Giovanni-Martone; la pavimentazione in pietra naturale del cimitero comunale, opere già finanziate e in attesa di essere appaltate. La riqualificazione del vecchio mercato coperto e della villa, la ristrutturazione del campetto di calcio e la creazione di una pista per motocross. Cercheremo di dare continuità lavorativa a LSU ed LPU. Punteremo sulla raccolta differenziata porta a porta. Completeremo la grande opera di ristrutturazione del Santuario già avviata e che necessita di ulteriori interventi. Renderemo più fruibile il nostro rinomato percorso naturalistico. L'agricoltura necessiterà un impegno politico atto alla valorizzazione delle coltivazioni esistenti sul territorio, in particolare quelle di ulivo.


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GERENZA

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POSTA L’ANGOLO DI PARRELLO

RICORDANDO

PERDONO

Peppe Calautti

La parola "perdono" dev'essere usata con convinzione, altrimenti se ne perde il significato. La persona che ha ferito gravemente il tifoso napoletano Ciro Esposito è stata perdonata dalla madre del ragazzo. Quella persona ha fatto del male cosciente di farlo; non ha causato un danno poiché non poteva evitarlo, ma l'ha fatto appositamente. Ciò nonostante, ha trovato dall'altra parte una persona disposta a regalare quello che è forse il più bel sentimento esistente nel vivere sociale: il perdono. Franco Parrello

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Ricordo con piacere e commozione il mio amico Peppe Calautti. Torno indietro nel tempo ai tempi della Sguta Sidernese del 19 Aprile1995 con il sindaco Mimmo Panetta, il vescovo Giancarlo Maria Bregantini, l'assessore Domenico Bumbaca e il cuoco Peppe Calautti. Daniele Nastasi

LA SCOMPARSA

Stefania D'Agostino, un punto di riferimento Mamma, moglie, figlia, sorella e amica. Stefania, un punto di riferimento per tutti. E con tutti, per 35 anni, ha condiviso i momenti meravigliosi di una vita che amava in un modo appassionante che contagiava. Nonostante la morte prematura e tragica di suo padre e la sua malattia, Stefania amava la vita con tutta se stessa. E ha lottato come una campionessa per tenersela. Con dignità, senza mai mollare, anche quando andava giù, Stefania si rialzava. Non una

volta. Nella notte tra il 29 e il 30 Aprile non c'è più riuscita. « Abbiate coraggio e amate i fiori», ha chiuso così quella notte, intorno alle due, pochi attimi prima del suo ultimo viaggio, quello senza bagagli . Ma al di là della vita, Stefania continua ad amare, i suoi fiori…il suo piccolo fiore che accarezza nel sonno dei prati profumati di maggio, nel focolare della vigilia, nei falò d'agosto. Sempre.

L’ULTIMO BALUARDO DEL COMUNE DI SIDERNO È CADUTO

“Vice du campu”espulso

D

opo la caduta del consiglio comunale, dopo le rovine del lungomare, dopo lo svuotamento delle acque della diga, dopo la retrocessione già annunciata da diverso tempo della squadra di calcio, dopo la chiusura dell'Ospedale, dopo la chiusura della sede distaccata del Tribunale, dopo il trasferimento dell'Ufficio di Collocamento, dopo la chiusura dell'istituto tecnico per Geometri, dopo il trasferimento della biblioteca comunale, dopo la chiusura degli uffici del G.di P., dopo la dismissione della stazione ferroviaria, dopo la chiusura della caserma della finanza, dopo la chiusura della piscina, dopo la chiusura degli uffici dell'ACI. Sotto gli occhi increduli dei tifosi della locale squadra di calcio, domenica 27 Aprile 2014 durante l'incontro di calcio del torneo di promozione calabrese tra il Siderno e il Brancaleone diretta dall'arbitro Sportelli della sezione di Lamezia, si è assistito alla più bizzarra delle espulsioni: è stato espulso dal “campo di gioco” nel pieno svolgimento delle proprie funzioni lo storico custode dello stadio comunale, Pasqualino Vincenzo, persona irreprensibile, che si è sempre contraddistinta per l'attività svolta, per l'ospitalità e disponibilità riservata a tutti, principalmente agli ospiti. L'accaduto di domenica è l'ultima, in ordine di tempo, mortificazione riservata ai cittadini di Siderno, perché il fatto costituisce un'azione umiliante non solo per il custode che l'ha subita materialmente, ma per tutti i buoni ed onesti cittadini di Siderno, che hanno moralmente subito

un'azione a dir poco stravagante. Per quanto accaduto Domenica tutti noi sportivi ci sentiamo di esprimere grande solidarietà al custode Vincenzo, invitandolo a continuare la sua attività, come sempre ha fatto, sapendo che ha dalla sua parte tutta la stima degli sportivi della costa dei Gelsomini e dell'intera cittadinanza Sidernese. Pertanto, si invita la Commissione straordinaria del comune di Siderno a prendere le dovute iniziative affinché venga difeso il buon nome di tutti i dipendenti comunali, dell'amministrazione e dell'intera

cittadinanza Sidernese, in modo tale che azioni del genere non vengano più commesse. Esaminando il fatto in maniera più approfondita, si ricorda che al momento dell'espulsione Vincenzo era seduto davanti alla segreteria dello stadio, posto di controllo del custode, dove è ubicato il telefono di servizio dello stadio comunale, che nelle vicinanze della segretaria insiste una cabina elettrica con relativo gruppo elettrogeno, due locali di deposito macchinari ed attrezzature per la normale manutenzione dello stadio e che, non

molto distante, insiste un'altra cabina elettrica e il pozzo per l'irrigazione dello stadio, oltre ai comandi elettrici di tutti i settori dell'impianto sportivo, di cui al momento soltanto il custode ne garantisce il corretto uso. Inoltre, nella segreteria vengono custodite le chiavi di tutte le porte e cancelli, interne ed esterne, dello stadio, degli armadietti elettrici delle torri di illuminazione, compreso l'impianto di emergenza. Al momento dell'espulsione, peraltro, il custode era l'unico rappresentante dell'amministrazione Comunale e stava esercitando, come tutte le domeniche calcistiche da oltre 35 anni, la sua normale attività di controllo, sorveglianza di manomissioni, asportazioni o danneggiamenti agli immobili, ai materiali, agli attrezzi ed arredi di qualsiasi specie e quanto altro di proprietà comunale. Per quanto riguarda il fatto tecnico, si evidenzia che il custode è stato allontanato dal (1) campo di gioco dalle forze dell'ordine, dietro indicazioni dell'arbitro. L'arbitro di domenica al comunale di Siderno ha dimostrato di non essere dotato di buon senso, ma ha anche dimostrato di avere lacune nella conoscenza ed applicazione del regolamento, visto che il custode sostava davanti alla segreteria dello stadio nonché posto di custodia, zona che il regolamento del gioco del calcio definisce: “Campo di gioco: è l'intera struttura sportiva che comprende anche il “recinto di gioco”, gli spogliatoi ed ogni altro locale annesso, con i relativi accessi”. Considerato che il custode sostava davan-

ti al suo posto di lavoro, che la porta di accesso alla segreteria è fuori dal “recinto di gioco”, zona in cui solo i tesserati possono sostare, non si capisce per quale motivo è stato allontanato anche dal “campo di gioco”, che è zona diversa dal recinto di gioco, per come definito dal regolamento del gioco del calcio. Si ricorda che allontanando il custode dal “campo di gioco” si è interrotto un servizio pubblico, che in quel momento il Vincenzo stava svolgendo nel pieno delle sue funzioni. Ci auguriamo che in seguito tutti noi dimostriamo nell'applicare le norme e i regolamenti quel buon senso che la vita quotidiana ci detta e che tutti noi dovremmo avere, rifuggendo da ogni tipo di personalismo ed egocentrismo. “Il Regolamento del Giuoco del Calcio “ (1) Che cosa sono: il “terreno di gioco”, il “campo per destinazione”, il“recinto di gioco”, il “campo di gioco”? Terreno di gioco: è il rettangolo entro il quale si svolge effettivamente il gioco. Campo per destinazione: è una fascia piana di terreno larga almeno m. 1,50,situata intorno al terreno di gioco ed a livello dello stesso. Recinto di gioco: è il terreno di gioco, il campo per destinazione, le eventuali piste e pedane atletiche sino alla rete o altro mezzo appropriato di recinzione. Campo di gioco: è l'intera struttura sportiva che comprende anche il “recinto di gioco”, gli spogliatoi ed ogni altro locale annesso, con i relativi accessi. Un gruppo di sportivi sidernesi




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DOMENICA 18 MAGGIOO 17

Il vescovo Morosini:«Dei digitus Dei est hic.In questo luogo c'è la presenza di Dio» "Non avere paura, vengo dal Paradiso, io sono la Vergine Immacolata, la madre del Figlio di Dio. Sono venuta a chiederti di costruire qui una cappella in mio onore. Io ho scelto questo luogo, qui voglio stabilire la mia dimora e desidero che da ogni paese si venga qui a pregare” Sono queste le parole che la Madonna pronunciò a Fratel Cosimo Fragomeni, l'11 maggio del 1968, apparendo su uno Scoglio, a Santa Domenica di Placanica, nel cuore della Locride. Quella fu la prima delle quattro apparizioni, che si susseguirono, una volta al giorno, fino al 14 maggio. Quel luogo, è divenuto oggi meta di centinaia di migliaia di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. Solo l'11 maggio 2014, è stato celebrato il 46° anniversario della prima apparizione, ed è stato stimato ci fossero cinquantamila fedeli. Il 10 maggio durante la Santa Messa, presieduta da monsignor Cornelio Femia, si erano susseguiti momenti di elevata spiritualità e molto solenni, come la suggestiva fiaccolata mariana, l'adorazione eucaristica notturna, la preghiera del Santo Rosario, animata dal gruppo giovanile di apostolato e preghiera dei “Testimoni del Santo Rosario”, fondato da Fratel Cosimo. Alle 15.00 dell'undici maggio Fratel Cosimo ha effettuato una evangelizzazione, alla quale è seguita la solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dall'arcivescovo di Reggio Calabria Bova, monsignor Morosini, la processione con il Santissimo Sacramento, la preghiera d'intercessione per gli ammalati e i sofferenti che ha elevato al Signore lo stesso Fratel Cosimo, alla presenza del Santissimo, la benedizione eucaristica. In merito all'opera fondata da Fratel Cosimo, nel 1968, dopo essere stato chiamato dalla Vergine Tuttasanta, l'attuale arcivescovo di Reggio Calabria - Bova, già pastore della diocesi di Locri - Gerace, ai microfoni di RAI 1 ha detto: “Molti si pongono la domanda del perché tanta gente, da quasi mezzo secolo continua a recarsi, costantemente,

alla Madonna dello Scoglio. Notando l'ambiente circostante, le difficoltà viarie e la mancanza di opere d'arte o di svago” - ha continuato - “la risposta non può essere che unica: digitus Dei est hic, qui, in questo luogo, c'è la presenza di Dio. Lo dimostrano la pietà dei fedeli, le code presso i confessionali, la preghiera silenziosa di fronte alla statua della Vergine, il raccoglimento e il silenzio durante le celebrazioni sacre.” All'epoca delle apparizioni, Fratel Cosimo, dotato di carisma straordinario, e considerato oggi l'uomo dell'ubbidienza alla Chiesa, che ha riconosciuto la sua opera ufficialmente (decreto vescovile n. 34 del 07 - 12 - 2008) all'epoca delle apparizioni era diciottenne ma, con saggezza e spirito di umiltà e ubbidienza, consegnò subito le relazioni dell'accaduto al parroco di Placanica, il compianto don Rocco Gregorace. Il sacerdote, che conosceva benissimo Cosimo Fragomeni e la sua famiglia, seguì con cura paterna il giovane, perché lo aveva visto crescere e conosceva la sua fede profonda, i suoi enormi sacrifici per percorrere a piedi la strada che separava la frazione di Santa Domenica dalla chiesa di Placanica, con qualsiasi tempo e pericolo, attraversando spesso il torrente in piena, per arrivare sempre puntuale e ordinato alla messa domenicale. Da allora, un susseguirsi di eventi particolari e speciali hanno segnato la storia dell'opera mariana e l'evangelizzazione di Fratel Cosimo. Infatti, il suo ministero è stato accompagnato, sempre, da segni straordinari, ovvero grazie spirituali e fisiche, operate dal Signore, a molti dei pellegrini giunti allo Scoglio, per intercessione della Madonna e per la preghiera dell'umile uomo di fede. Negli archivi della comunità di preghiera, che lo segue da oltre vent'anni, ci sono relazioni dettagliate, corredate da referti medici, che evidenziano conversioni e guarigioni inspiegabili, scientificamente, da diverse malattie e infermità. Fra le tante testimonianze raccolte, si rilevano vocazioni sacerdotali maturate attraverso l'esperienza di preghiera dello Scoglio. Alcuni casi evidenziano conversioni dall'ateismo o dal settarismo, dopo che i protagonisti hanno avuto un colloquio privato con l'uomo di Dio. Molte persone sostengono di essere stati guariti per la preghiera o per la benedizione di Fratel Cosimo. Altri dopo essersi bagnati con l'acqua della fonte della Madonna, sgorgata sul luogo sacro su indicazione di Fratel Cosimo. Diverse persone hanno espresso di avere ottenuto una grazia, personale o per i propri cari, attraverso la semplice preghiera del santo Rosario. Elencare tutte le testimonianze conservate allo Scoglio sarebbe impossibile: la casistica è vasta, quanto lo sono i mali che affliggono l'umanità. Giuseppe Cavallo


RIVIERA

Il Premio“Zalex”alla sua quarta edizione

Festa e riconoscimenti per i giovani alunni delle scuole di Primo Grado della provincia di Reggio che hanno partecipato al premio “Zalex Arte&Regole”, ideato e promosso dal movimento creativo “EnergiE CondivisE”. Sabato 10 maggio la premiazione presentata da Maria Teresa D'Agostino, con interventi dell'Assessore Sofia, della direttrice del Museo di Locri e di molti altri. Il tema di quest'anno la tutela dei Parchi Archeologici, che ha visto oltre 100 partecipazioni. La serata è stata allietata da alcuni intermezzi musicali a cura del soprano Cappelleri e del coro e dell'orchestra della Scuola Secondaria di Primo Grado di

Mammola, diretti dai professori Calipari, Anghelone e Gramuglia. Le finalità del concorso è la stimolazione dei bambini alla riappropriazione della cultura meridionale attraverso la figura di uno dei primi legislatori della storia, Zaleuco. Nei loro video, fumetti e racconti, i bambini hanno dipinto una società che si ribella ad una condizione di arretratezza, se vogliamo anche questo un luogo comune da abbattere. Novità di quest'anno una proposta di collaborazione con il Museo di Locri per una raccolta fondi, e l'offerta, da parte di EnergiECondivisE, di apporre il suo logo alle più meritevoli aziende produttrici d'arance biologiche.

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CULTURA E SOCIETÀ

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ARTE E DINTORNI di Domenico Spanò

Tacchi... Il Castello di Ardore superiore: uno che passione C

erto, non ci farà smettere di piangere per l'ometto che ci ha abbandonate o non ci farà passare il mal di testa, né risolverà i nostri mille problemi, ma come vi sentite a dilapidare un capitale per acquistare irrinunciabili scarpe con il tacco? Alti, bassi, a spillo, quadrati, costruiti come vere e proprie sculture, a forma di rossetto. Sono i migliori nemici delle donne, sono amati e insieme odiati; non hanno utilità pratica, anzi fanno parecchio soffrire, però sono indispensabili; sono proprio loro e all'anagrafe hanno nome "tacchi". Le donne li adorano e gli uomini non ne capiscono il motivo, e quelle stesse donne preferiscono subire dolori pungenti ma non star male per amore. D'altra parte -si sa- la donna è contraddittoria per natura, ma il dato di fatto che persiste e insieme insiste è che la scarpa con il tacco è il tocco finale per il celeberrimo "Ci piace" di Enzo & Carla. Così da centinaia di anni accompagnano noi donne nel nostro incessante pellegrinare. Nel 1533 Caterina de Medici indossò scarpe con tacco per non sfigurare troppo di fronte al suo futuro marito, il duca d'Orléans, a causa della sua modestissima statura. Addirittura si narra che Leonardo Da Vinci li fece indossare alla Monna Lisa per avere a disposizione una donna da dipingere sicuramente più slanciata e sensuale. Già da tempi così antichi, le donne si preoccuparono della loro sensualità. E non solo le donne. Luigi XIV amava farsi confezionare scarpe dal tacco riccamente decorato, simbolo di potere, autorità e prestigio. Difatti anche oggi una donna che sinuosamente e sensualmente si atteggia su un bel paio di scarpe tacco dodici, detiene un certo prestigio. Non è concesso mica a tutte di sapersi destreggiare su quell'altezza. Eppure alcune donne si ostinano, le vedi decise ad apparire belle e disinvolte ma quello che appare è uno sforzo immane e disumano per cercare di mantenere l'equilibrio e nella migliore delle ipotesi, evitare di cadere...d'altra parte famosissime sono le cadute sulla scalinata del Palco del Festival di Sanremo. Sarà forse una tradizione, sarà forse di buon auspicio, del tipo "nessuno è cascato, Festival sfortunato". E tu le vedi, tutte le donne da casa, attente a sbellicarsi dalle risate quando la prima poveretta su tacchi vertiginosi inciampa nel lussuosissimo vestito e...cade! Si, cade. E si fanno persino servizi al telegiornale, eh. Indispensabili e irrinunciabili, ecco come li definiscono le donne. Dipendenza da scarpe, sì!, sarà forse così che si chiama quell'impulso irrefrenabile ad acquistare tacchi solo per il piacere di averli e forse mai avere l'occasione di sfoggiarli, ma solo accumularli e adorarli, infine venerarli come fossero divinità. Perché? Non si sa, deformazione femminile forse. Sarà per il fatto che noi donne da quei pochi centimetri che ci sollevano da terra osserviamo il mondo da tutta un'altra prospettiva, senza dubbio privilegiata? È possibile. Ma come dimenticare poi che proprio con una scarpetta dall'esile tacco inizia una delle storie più belle mai raccontate? Chissà, forse sarà proprio l'aspettativa del principe azzurro a indurre le donne a costruire veri e propri mausolei dedicati alle scarpe? Sara Leone

scrigno di storia, arte e cultura Jonica A

ltro esempio di maestosa storia, architettura, arte e cultura in Calabria è senza dubbio il Castello di Ardore Superiore. La provenienza del nome di questo antico paesino, racchiuso segretamente una parte nell’entroterra jonico a ridosso dell’Aspromonte e l’altra lungo la parte pianeggiante bagnata dal mare, è tuttora incerta. Infatti le ipotesi più probabili tendono a far risalire l’origine del nome dal latino “Ardor” o dal greco “Ardo” (bagnare, significato che troverebbe riscontro nell’essere il territorio appunto anche bagnato dal Mare Jonio). Secondo un’altra ipotesi il nome avrebbe invece una chiara origine greco-bizantina. Quest’ultima ipotesi sarebbe la più accreditata per il fatto che il paese ebbe origine verso il mille come il vicino Gerace di cui Ardore nei primi tempi era un piccolo villaggio annesso. L’origine del popolo ardorese, sarebbe, al pari del geracese, non greca, ma italobizantina. Il Castello Feudale è simbolo senza dubbio il simbolo di tutto il circondariato Jonico. Venne costruito dai Baroni di Ardore prima del 1600, fu infatti il primo duca di Ardore, Orazio Gambacorta, a volerne la sua costruzione nelle alture del promontorio. Questo grande castello è un edificio a pianta quadrata con

quattro grandi torri ai quattro angoli, due rotonde e due a tendenzialmente forme quadre. Nel fondo di queste si aprivano dei trabocchetti che per vie sotterrane che, secondo la tradizione, portavano a diversi e lontani punti del territorio, e uno di essi, quello a sud, al Castello Feudale del vicino Bovalino. Il Castello di Ardore era ben fortificato, massiccio e imponete, nelle torri e nelle mura si vedono ancora oggi molte feritoie e, sino al 1847 si conservavano due colubrine. Tra il ponte levatoio e la facciata principale esisteva un bel giardino, che nel 1882 fu espropriato per ingrandire la Piazza Umberto I, nella

SCUOLA

Visita al panificio per i bambini di Agnana Calabra

quale oggi durante le caldi estate è possibile degustare freschissime e gustosissime granite a base di frutta locale. Il Castello di Ardore era considerato tra i migliori di tutto il versante jonico. Questo edificio ospitò la corte e l’amministrazione del posto. Ma il suo utilizzo prevalente è stato quello di luogo di difesa. Delle quattro torri oggi ne resta solo una integra, quella sul lato sud con vista sul mare Jonio e Capo Zeffirio (antico porto di Locri Epizefiri). Il castello non venne mai ultimato in realtà, in quanto ci sono parti visibili non compiute. Il piano seminterrato ospitava le cisterne per la raccolta delle acque, le officine, le stalle e

C

ome è consuetudine da diversi anni, i bambini della scuola dell’infanzia paritaria “Primi Passi” di Agnana Calabra hanno vissuto l’esperienza del Progetto Continuità con gli alunni della scuola primaria del plesso Agnana (I.C. Bello-PedullàAgnana). Un’esperienza importante per i piccoli alunni che affronteranno con serenità il passaggio al grado scolastico successivo, così come per le insegnanti che colgono l’occasione di confrontarsi. Durante la prevista “Visita al panificio” tutti i parteci-

vari ambienti. Il piano nobiliare, intorno alla corte centrale, comprendeva la residenza del duca, il carcere e alcuni locali di deposito. Le stanze erano collegate da corridoi e scale, mentre un labirinto di passaggi segreti metteva in comunicazione i punti strategici dell’edificio. Aveva ricchi arredi ed era abbellito con affreschi e decori tipici delle corti seicentesche italiane. La nobile casata dei Gambacorta si estinse in circostanze poco chiare e il castello si avviò verso un lento declino. Le mura esterne, oggi, sono state recuperate ma è evidente come il recupero deve essere integrale per garantire una funzionale e opportuna visibilità. In estate sono diverse gli eventi teatrali e le mostre artistiche organizzate all’interno di alcune stanze espositive e sul piano superiore a cielo aperto. Le associazioni culturali e l’amministrazione locale ha senza dubbio iniziato a valorizzare questo splendido luogo ricco di storia, arte e cultura al suo interno. Auspicabile un maggiore recupero attraverso una puntuale e totale ristrutturazione, nonché una maggiore funzionalità a tutte le attività artistiche e culturali, in quanto questo edificio storico può e deve rappresentare un simbolo della tradizione e della storia antica della Calabria jonica.

panti hanno trascorso una mattinata che soltanto le piccole realtà possono regalare: gli alunni hanno imparato, toccato, vissuto l’ambiente attraverso profumi e sapori ma il dono più grande che hanno portato a casa è stata la gioia con cui sono stati accolti, la disponibilità e il sincero impegno profuso per rendere quel momento indimenticabile! Gli insegnanti e i bambini ringraziano sinceramente tutti i partecipanti e in particolare lo staff del “Panificio Piscioneri”, Bruno, Loredana, Stefania, Anthony.


Juve Campione Siderno conferma la sua grande passione per la Signora dei record La Città di Siderno, sede del primo Juventus Club Doc della provincia di Reggio Calabria, è stata prescelta come tappa del Tour nazionale organizzato dal Centro Coordinamento Juventus Club Doc di Torino per festeggiare lo Scudetto della Juventus n. 32, lo Scudetto con il quale la squadra di Antonio Conte ha demolito tutti i records del Campionato di Serie A (le altre due tappe in terra calabra saranno Lamezia Terme il 22 maggio e Sibari il 24 maggio 2014). Il Presidente del Centro Coordinamento Juventus Club Doc, la signora Mariella Scirea e l'amministratore responsabile del Coordinamento Juventus Club Doc, Raffaello Roberto, omaggeranno la grande passione e l'infinito amore dei tifosi juventini calabresi e non solo, portanto ed esibendo la Coppa dei Campioni d'Italia 2013-14 in alcune regioni italiane, tra le quali proprio la Calabria. Il programma del Tour prevede tappe in Calabria (22-23-24 maggio), in Basilicata/Molise (25 maggio) nelle Marche (30 maggio) e Umbria (31 maggio). Tutti i tifosi juventini della provincia di Reggio Calabria sono invitati a partecipare al grande evento che si terrà a Siderno, venerdì 23 maggio , in Piazza Portosalvo, a partire dalle ore 18:00 . Saranno presenti i dirigenti e le delegazioni degli Juventus Club Doc di Siderno, Marina di Gioiosa Ionica, Cittanova, Molochio, Palmi, Sant'Eufemia d'Aspromonte, San Roberto, Gallina, e Reggio Calabria. Tutti gli eventi si svolgeranno in luoghi pubblici e pertanto chiunque avrà la possibilità di parteciparvi, ovviamente a titolo gratuito. Segnaliamo che soltanto per l'evento organizzato nella regione Marche è previsto un contributo volontario il cui ricavato verrà interamente devoluto alle vittime dell'alluvione, verificatasi recentemente nella zona della città di Senigallia. Vi aspettiamo numerosissimi per continuare a festeggiare alla grande la vittoria dello Scudetto dei Record !!!



RUBRICHE

CARTOLINE MERIDIONALI

di Antonio Calabrò

Castello di Roccella S’innalza sulla roccia, i lavori terminati nella mente, interminabili restauri calabresi, per ridare forza e lustro e pregio alla storia. E da lassù, tra i fantasmi di nobili e prepotenti, di supplicanti e di guardie, lo Jonio a perdita d’occhio d’azzurro e di cielo, scevro da ritocchi, mentre noi continuiamo a immaginare il resto altrettanto lindo, ed usiamo trucchi fotografici da illusionisti per avere la normalità. Castello senza gru e ruspe, Maggio che verrà.

Pillole

Naturopatiche

A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone www.associazione-tone.it associazione.tone@gmail.com

Prepariamo la pelle al sole, salute ed estetica della cute e olio EVO Fin dai tempi antichi l'olio di oliva è stato usato come cosmetico e come emolliente per rendere più elastica la pelle; gli egiziani lo usavano per produrre creme e profumi tanto che si racconta che Cleopatra inventò la prima crema antirughe usando latte, incenso e bacche di ginepro mischiate all'olio di oliva. I Greci avevano una cura attenta del proprio corpo e utilizzavano l'olio d'oliva per l'igiene personale e per eliminare le impurità. Gli acidi grassi, mantenendo la pelle ben idratata, esercitano un ruolo protettivo nei confronti di diverse patologie infiammatorie cutanee come la psoriasi, l'acne, la dermatite atopica ed altri tipi di eczema. Un deficit di grassi insaturi prolungato determina importanti alterazioni come punteggiature emorragiche, eritema e aumento della “perspiratio insensibilis” con conseguente ipoelasticità e secchezza cutanea. È essenziale avere un adeguato introito degli acidi grassi polinsaturi tramite una corretta alimentazione ricca di olio di oliva e, soprattutto nelle condizioni cliniche sopra menzionate, impiegare tali sostanze anche per via topica. Il danno cutaneo indotto dalle radiazioni ultraviolette, molto attive in estate, viene attenuato dall'uso di _-tocoferolo, soprattutto se impiegato come prodotto topico , cutaneo piuttosto che per via sistemica, di carotenoidi, di luteina e di licopene, nutrienti presenti nell'olio extra vergine di oliva, che hanno un effetto sinergico tra loro. La loro assunzione tramite la dieta nei periodi di intensa esposizione ultravioletta è particolarmente raccomandata, anche perché i raggi UV determinano sia nel plasma che nella pelle una riduzione della concentrazione delle sostanze antiossidanti protettive.

Da qui il maggiore uso di olio extra vergine di oliva durante il periodo estivo insieme ad una maggiore dose di ortaggi, verdura dell'orto estivo. Un altro aspetto interessante dell'utilizzo dell'olio extra-vergine di oliva riguarda la dermocosmesi; infatti la sua composizione ricca in costituenti simili a quelli che ritroviamo nel sebo, lo rende un prodotto ideale per la protezione della nostra pelle. Quindi, concludendo, possiamo dire l'olio extravergine di oliva ha proprietà benefiche sia come dermocosmetico sia come componente della nostra dieta, poiché i suoi effetti positivi non sono solo di natura estetica ma anche terapeutica, in particolare anti-infiammatoria e protettiva , grazie alla sua azione nutrigenomica. L'acido oleico, caroteni e altri suoi nutrienti svolgono una azione diretta e protettiva sul patrimonio genetico della cute e dell'intero organismo. Sta qui la modernità scientifica e nutrizionale del più antico alimento vegetale, non cellulare...e la prossima settimana Centrifugati ad ognuno il suo ! Un alimento che è passato dalla leggenda alla genetica!


RIVIERA

Libreria Mondadori arriva il Maggio dei Libri Maggio è il mese dei libri, e anche quest'anno la Libreria Calliope Mondadori vuole festeggiarlo con frizzi, lazzi e cotillons. Con la benedizione del Centro per il Libro e la Lettura (CEPELL) l'istituto autonomo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali che ha il compito di divulgare la nostra letteratura nel mondo anche quest'anno arrivano i giorni dedicati alla passione per i libri.

Per festeggiare, Calliope applica il 20% di sconto su tutti i titoli dal 22 al 26 Maggio, cinque giorni in cui fare una scorpacciata di volumi in preparazione dell'estate, o magari per portarsi avanti con i regali, o ancora meglio per dedicarsi del tempo perso con un bel libro, sul divano. Uno sconto sul divertimento, sul bel pensare e sul relax... É il Maggio dei Libri!

BLOB

Uno sporco lavoro Qualcuno deve pur sporcarsi le mani. Giorgio Imperitura è uno che non ha paura di rimboccarsi le maniche. Qui, è stato beccato a fare il caffé tra una seduta e l’altra dell’associazione dei sindaci.

Quanto m’attizza st’omo!! l’amico Giorgio Ferraro a “Master Chef”. A ragà, sarò ripetitivo, ma a me Giorgio mi fa ribollire il sangue nelle vene!!!! Quando l’ho visto ai fornelli ho rimpianto di non aver studiato alla scuola alberghiera eppoi mi basta guardarlo per dimenticare l'istinto materno e far saltare fuori quello della "tigre della cucina"!!!!

Uno scorcio che potrebbe essere di una città bizantina, un posto magico al limite del sogno, sopratutto di notte. Questa foto di Cosenza ne mostra il volto più bello, ne nasconde i difetti. Le mille viuzze della parte vecchia, con le sue botteghe e i caffé del secolo scorso, rendono Cosenza antica uno dei luoghi unici della Calabria.

Quelli che l’elezioni.

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Michelangelo Vitale, Alessandro Nicolò, Raffaele Fitto, Giuseppe Galati, Mario Candido, Maria Romeo, Domenico Campisi, Gaetano Rao, Sebastiano Primerano, Mario Mazza, Anna Leonardi, Pina Picierno, la competizione elettorale europea è entrata nel “vivo”. Domenica prossima tutti alle urne per selezionare la nuova classe dirigente che ci rappresenterà in Europa.

Gatto Bruno Gemelli, giornalista calabrese con alle spalle tantissime le collaborazioni giornalistiche. E' stato anche il portavoce del presidente della Regione Calabria. E' stato direttore responsabile di Calabriaweb, il primo magazine online realizzato in Italia. Ha scritto undici libri: l'ultimo è "Rosso di sera". Un caro saluto da Riviera

L’Oroscopone Televisivo Ariete: Come tutti i segni, questa settimana, finirete in un programma televisivo dove sconterete le vostre malefatte. Voi passerete la prossima settimana dentro “Mazinga Z”, dove interpreterete il ruolo del Dottor Inferno, che peraltro vi calza perfettamente. Naturalmente, essendo il cattivo, Mazinga Z vi farà un tarallo così con raggi gamma e pugni atomici. .

Il carma a rate di Amedeo Quando,all’uso orientale, il barbiere cura lo spirito prima di barba e capelli. E Amedeo ritroverà il carma originario. E tornerà , a rate, scavando nella sua anima, capirà che è uno di noi.

Toro: Voi finirete in “Voyager”, visto che siete anche dei curiosoni. Passerete la prossima settimana a decifrare antiche rune celtiche e a cercare di scansare i morsi dei Velociraptor predatori. Usciti dall'era giurassica sarete sbalzati nell'antico Egitto dove rimarrete chiusi in una tomba egizia insieme ad una mummia in decomposizione. Gemelli: I Gemelli sono dei fan accaniti del programma “Elisir”, ed è lì che passerete la vostra prossima settimana. Ecco il vostro ameno programma: lunedì otalgie, martedì clisma opaco, mercoledì sindrome da reflusso gastro-esfageo, giovedì trippa, venerdì tunnel carpale, sabato ipotiroidismo, domenica andrete finalmente di corpo.

bomba

Allarme bomba a Siderno? No è solo un gatto. La crisi si sente e anche gli attentati sono meno esplosivi. Neanche i botti sono quelli di un tempo !!

by Giuditta

Cancro: Il Cancro è un appassionato sportivo, finirete su un campo da tennis dove farete il raccattapalle in una partita Agassi-Navratilova. I dritti lungolinea e i rovesci passanti vi arriveranno immancabilmente addosso, causandovi lividi ed ematomi estesi per tutto il corpo. Ma il match point sarà un servizio a 180 chilometri orari che vi finirà dritto tra le…beh, dopo rimbalzeranno anche loro due… Leone: Forse ai nati sotto il segno del leone capiterà la sorte più perfida: finirete nell'”Isola dei famosi”, solo che voi non siete famosi. Tra serpenti, pesci da catturare con le frecce, nubifragi da scansare e insetti velenosi, dovrete anche sorbirvi la compagnia di Vladimir Luxuria che vi parlerà di politica, Barbara D'Urso che vi darà consigli sulla plastica estetica, e Nicola savino che vi parlerà di calcio o vi canterà una canzone. Dopodiché vorrete essere del Capricorno. Vergine: Voi finirete nell' “Ispettore Derrick”, perciò dovrete indossare un impermeabile grigio e dei grandi occhiali, oltre che una parrucca. Per tutto il tempo sentirete nelle orecchie una strana musichetta molto familiare. Dovrete indagare sul rapimento del vostro gatto, seguendo tracce e identificando indizi. Non abbiate paura, vicino a voi per consigliarvi ci sarà sempre il fido Klein, che è fido…come un cane.


SETTIMANALE

www.rivieraweb.it

Il sempre presente Barone Macrì, la presidente delle “aquile” giallorosse Wanda Ferro ed il nostro Rosario Condarcuri ovvero quando “la destra fa quello che non conosce la sinistra”

23

Anno 1974 a Gioiosa Jonica Fotografati nel pieno del loro fulgore govanile, ecco a voi Vincenzo Alì, Giuseppe Macrì ed Elio Napoli. Erano i tempo dell’Alfa Romeo, dei “Cugini di Campagna”, degli “Alunni del Sole”, dei “Camaleonti” e dell’ “Equipe 84”. Erano i tempi dei nostri cari amici (che salutiamo) e che ci dimostrano, come direbbe Fiorella Mannoia, che “il tempo non torna più”.

Frank Vagabondo

Arriva l’estate Il nostro amico Marco Guido, in quel di Guardavalle, si accinge ad inaugurare la stagione estiva. Ma sappiate che il nostro amico da questa foto sembrerebbe super innamorato, il suo cuore batterà forte per questa bellissima ragazza bionda al suo fianco?

Congratulazioni Doc

Sono Brizzi. Ruggero Brizzi. Il Ruggero delle notti bovalinesi in giacca e cravatta ha il fascino dell’agente segreto più famoso e pericoloso del mondo. E la sua accompagnatrice è chiaramente rimasta incantata dal nostro Bond.

SABATO 10 MAGGIO

Tanti auguri al nostro collaboratore Domenico Spanò che recentemente si è laureato a Roma in ingegneria. Al neo dottore tutto d’un pezzo giungano i nostri “in bocca al lupo. “Peace&Love” Ecco a voi lo chef Francesco, Marco, Raffaele con la chitarra, Giuseppe e il famosissimo Frank Vagabondo..”e zinga zinga zinga e zinga zinga zu”...

Pa g l i a c c i d i P r o v i n c i a Vecchia Hostaria Una nuova squadra di pagliacci è pronta a portare sorrisi e piccoli momenti di felicità tra le corsie degli ospedali della provincia reggina

“Carlo e Michele, i re del pesce sidernese. L'accoglienza e' familiare. Le tagliatelle all'astice sono la fine del mondo.

Bilancia: I nati sotto la Bilancia hanno una cultura settoriale e non guardano la tv, perciò saranno puniti in maniera grave: verranno catapultati dentro la serie “Lost”, in una delle innumerevoli repliche satellitari, dove dovranno scansare le lance infuocate dei cattivi, fuggire dal mostro di fumo e spostare l'isola girando un timone. Vi sembra tutto un po' strano, insensato e complicato? Sapeste a noi!

Capricorno: I nati sotto il Capricorno avranno forse la sorte peggiore di tutte: finirete in “La Storia siamo Noi”, e dovrete andare come minimo in un campo di concentramento, se vi va bene finirete in un documentario sulla Seconda Guerra Mondiale, ma se siete fortunatissimi potrete vedere l'esplosione dell'Hindenburg. Preparate il testamento, così, per non sapere né leggere né scrivere…

Scorpione: Voi siete stati bravi questa settimana e finirete nel vostro telefilm preferito: “Star Trek”. Conoscerete finalmente di persona il Capitano Kirk e Mr. Spock, quello con le orecchie a punta. Solo che sarete costretti ad alimentarvi con pezzi di plastilina colorata e a tenere sotto controllo le nascite di una famiglia di triboli. Sembra facile!

Acquario: Il vostro programma per questa settimana è “La casa nella Prateria”. Avrete bisogno delle scarpe, e vostro padre dovrà vendere la mucca per comprarvele, ma portando la mucca al paese il carretto si rovescerà e vostro padre si romperà una gamba, perciò dovrà essere vostra madre a lavorare nei campi, ma il fienile andrà a fuoco, tuttavia l'incendio sarà spento da una violenta alluvione che distruggerà il raccolto…le volete ancora le scarpe?

Sagittario: Voi finirete nel programma peggiore di tutti: il telegiornale di Canale 5 condotto da Cesara Buonamici. Dovrete stare a sentire tutte le notizie di cronaca dalla prima all'ultima, terremoti, stupri, assassini, rapimenti, notizie politiche, e poi fare un riassunto scritto su cui sarete anche interrogati. E non potrete appellarvi al legittimo impedimento.

Pesci: Per voi la prossima settimana non prevede nulla di buono. Finirete in “Dottor House” e avrete una terribile malattia che neanche il medico zoppo, con tutti i suoi superpoteri medici, riuscirà a sconfiggere. Sarete quindi confinati in isolamento medico, dove per tutta la settimana vi daranno da mangiare una sogliola bollita e una patata lessa attraverso un portello di vetro. Se non vi avrà ammazzato la vostra malattia, sarete intanto morti di fame!

Aperichic mon amour Beccate a La Nicchia di Cassandra alcune signore dell'imprenditoria femminile locale mentre tramano l'organizzazione dell'AperiChic del 15 giugno a Mammola !



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