Riviera N°20 del 17 maggio 2015

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CONTROCOPERTINA

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DOMENICA 17 MAGGIO

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Diecimila fedeli per Fratel Cosimo

igliaia di persone, come sempre, sono affluite, il 10 e 11 maggio, a Santa Domenica di Placanica, in occasione del 47° anniversario della prima apparizione della Madonna su uno “Scoglio”, a Fratel Cosimo Fragomeni. Era, infatti, l’11 maggio del 1968 quando la Madre di Dio apparve su uno Scoglio al giovane diciottenne, che viveva una vita di intensa preghiera e frequenza dei sacramenti, in piena comunione con il proprio parroco, il compianto don Rocco Gregoraci. La Vergine Santissima si presentò a Fratel Cosimo per quattro giorni consecutivi dandogli dei messaggi importanti per la conversione degli uomini e la riconciliazione con Dio. La Madonna disse pure ciò che, effettivamente, è già avvenuto ossia che Fratel Cosimo sarebbe divenuto uno strumento nelle mani del Signore, per la salvezza delle anime. L’opera fondata dal mistico placanichese, l’unico, tuttora in vita, dopo la dipartita della compianta Natuzza, è nota in tutto il mondo e, per questo, si attende un afflusso di migliaia di pellegrini. L’intenso programma liturgico e celebrativo, che è stato presieduto dal Vescovo della Diocesi di Locri – Gerace, monsignor Francesco Oliva, ha previsto: il 10 maggio, dalle ore 18.00, la suggestiva fiaccolata, con la preghiera del Santo Rosario, la solenne concelebrazione eucaristica e l’adorazione notturna del Santissimo Sacramento. L’11 maggio, invece, si sono susseguite varie funzioni sacre, fin dalle prime ore del mattino culminate, dalle ore 15.00, con l’evangelizzazione di Fratel Cosimo, la solenne concelebrazione eucaristica, la processione con il Santissimo Sacramento, la preghiera di intercessione di Fratel Cosimo, per tutti gli ammalati e i sofferenti e la benedizione eucaristica. “Fratel Cosimo è un uomo semplice e Dio si serve proprio delle persone semplici per le Sue grandi opere!” - ha affermato monsignor Oliva, Vescovo della Diocesi di Locri – Gerace, che ha presieduto le solenni celebrazioni, l’11 maggio, in onore della Madonna dello Scoglio, ricorrendo il 47° anniversario della Sua prima apparizione al mistico locrideo.

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Placanica diventa una piccola Lourdes L’11 maggio del 1968 la Madre di Dio apparve su uno Scoglio al giovane diciottenne dandogli dei messaggi importanti per la conversione degli uomini e la riconciliazione con Dio

L’opera fondata dal mistico placanichese, l’unico, tuttora in vita, dopo la dipartita della compianta Natuzza, è nota in tutto il mondo e, per questo, si attende un afflusso di migliaia di pellegrini

Il pastore diocesano, ha proseguito: “Fratel Cosimo è anche l’uomo dell’ascolto, tant’è che con pazienza incontra, a colloquio privato, singolarmente, cento persone il mercoledì e cento il sabato, di ogni settimana, mese e anno, per un totale di diecimila persone all’anno. A ognuna di queste persone dà una parola di conforto, di indirizzo spirituale, di esortazione alla riconciliazione, attraverso la conversione. L’Opera Madonna dello Scoglio ha proprio questa vocazione speciale, di essere un luogo di ascolto del Signore. Da 47 anni” – ha aggiunto monsignor Oliva, durante la propria omelia, nella solenne concelebrazione eucaristica da lui presieduta, attorniato da moltissimi sacerdoti e diaconi – “questo è un luogo speciale, un luogo di incontro perché vi è la presenza del Signore ed è un luogo di conversione.” Rivolgendosi alla folla immensa convenuta nella valle di Santa Domenica il successore degli apostoli ha poi detto: “Possiate ritornare a casa rinnovati. Siete venuti qui, a Santa Domenica di Placanica, grazie a Fratel Cosimo, un fratello che prega, che ama, che testimonia l’amore del Signore. Questo essere qui è un richiamo all’essenzialità della vita. Vogliamo recuperare il senso della nostra vita. Il fascino di questo luogo è dato dalla possibilità di incontrare il Signore tramite Maria. Vogliamo donare tutte le nostre sofferenze a Lei che è la Madre che accoglie tutti. Vogliamo che altri incontrino il Signore attraverso di noi”. Concetti profondi, quelli del Vescovo che, oltre ad aver guidato la processione eucaristica e aver impartito la benedizione, ha esposto il Santissimo Sacramento all’adorazione dei fedeli, durante la notte che ha preceduto l’11 maggio. Fratel Cosimo, in una delle due toccanti evangelizzazioni tenute, ha commentato, esortando la fiumana di fedeli alla confessione e alla riconciliazione con il Signore, il quarto messaggio ricevuto dalla Madonna, nel lontano 1968 ossia: “Se gli uomini si convertiranno, si pentiranno dei loro peccati, si confesseranno, si avvicineranno a Dio e lo ameranno con tutto il cuore, Dio si avvicinerà a loro e li accoglierà nella Sua casa”. Giuseppe Cavallo


RIVIERA

ATTUALITÀ GIUDIZIARIA

Operazione “nuvola”

IL

4 luglio 2012, a seguito di segnalazione del GICO della Guardia di Finanza di Milano I Sezione GOA, che aveva in corso indagini sul platiese P. A. ed altri, era disposto il controllo di una autovettura Mercedes, parcheggiata presso un ristorante sito a Roma, dopo che era stato intercettato uno scambio di sms tra l’autista, poi identificato in M. A. e C. B.. Gli operanti osservavano C. B. uscire da un civico e incontrare M.A., al quale era consegnato un borsone blu e del materiale che veniva riposto nell’abitacolo della autovettura, vicino al sedile anteriore destro. C.B. dopo la consegna, si allontanava con il borsone. Il veicolo, seguito dalla PG operante, era dopo poco sottoposto a controllo: in un apposito vano sotto il sedile anteriore destro erano rinvenuti 6 panetti di cocaina, per un peso di 6,970 chili. A seguito dell’arresto del M.A. (giudicato con rito abbreviato), era disposta attività intercettiva nei confronti di C.B. (protrattasi per tutta l’estate e l’autunno). Erano monitorati tutti i contatti telefonici del C.B. di un germano, nonché dei fratelli S. M. e R. M.. I due fratelli M., in particolare, erano seguiti nella incessante attività di reperimento e negoziazione (per l’acquisto) di società commerciali. Nell’autunno 2012 era anche effettuata captazione di conversazioni ambientali all’interno del veicolo, in uso ai C.. Nello stesso periodo, tramite il telefono di C.B., era controllata anche l’utenza in uso a F.P.. In particolare, tra

i due avevano luogo numerose conversazioni riguardanti attività di scambio di stupefacenti. Tramite l’utenza del P.F. si giungeva a controllare il telefono e, con videoriprese, il container uso ufficio abitato da tale G.C.. L’attività intercettiva del GICO 1 sezione GOA proseguiva per un anno circa, consentendo di raccogliere significativi elementi probatori. All’inizio del 2013 la Procura di Milano trasmetteva per unione atti il procedimento nei confronti di C. B., che veniva riunito al procedimento romano. In esso sono riportate e trascritte le intercettazioni relative ad alcune operazioni di cessione di cocaina, gestite su Roma da C. B. in concorso con pregiudicati calabresi operanti a Milano appartenenti a delle presunte storiche consorterie della ‘ndrangheta reggina operanti nell’hinterland meneghino. Nel giugno 2013, la II Sezione del GOA del GICO di Roma, nell’ambito di una vasta operazione di intercettazione di apparecchi blackberry criptati, captava sessioni di chat (riferite ad operazioni di importazione di stupefacenti) intercorse tra l’utente blackberry con il nickname “Cavallino”, l’utente con il nickname “Bart” e l’utente “Remo”. A metà giugno 2013 la II Sezione GOA captava, come si diceva, significative sessioni chat tra i R., ormai identificati, e l’utente blackberry nickname “Ringhio”. L’intercettazione di “Ringhio” ne svelava i contatti, sia con altri con cui comunicava in dialetto calabrese (“Creed”), sia con l’utente “Emanuel”. Nello stesso periodo, la I Sezione del GOA di Roma identificava il PIN del blackberry in uso a V.C. e B.C.. L’incrocio dei dati a disposizione tra le due Sezioni consentiva di identificare anche gli utenti e riunire l’inchiesta a quella originaria “Nuvola”.

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Il costo del lavoro aumenta al Sud

PagheremonoileaziendedelNord “Le manovre di modifica dell’Irap (imposta regionale sulle attività produttive) partite nel 2011 hanno ridotto il costo del lavoro, ma solo al CentroNord”

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al recente studio dei professori Gaetano Stornaiuolo e Salvatore Villani pubblicato dalla Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) con il titolo “Modifiche alla disciplina dell’IRAP ed effetti sul costo del lavoro e sul cuneo fiscale: un raffronto territoriale” emerge un dato pauroso: il Sud finanzierà per almeno altri tre anni le aziende del Nord. Secondo la Svimez, le manovre di modifica dell’Irap (imposta regionale sulle attività produttive) partite nel 2011 – lo studio si riferisce al 2014, basandosi sui contratti di lavoro a tempo indeterminato - hanno ridotto il costo del lavoro, ma solo al CentroNord. Nel 2015 la situazione si è aggravata: in pratica al Sud un lavoratore costa alle aziende circa 450 euro in più. Ciò rende ovviamente più difficile l’assunzione e il moltiplicarsi di contratti co.co.co. pagamenti in nero, buste paga fasulle, Cud clonati. Inoltre l’obbligo di finanziare la decontribuzione degli oneri sociali con fondi europei assegnati – ma non impegnati - alle regioni del Sud peserà 3,5 miliardi di euro. In pratica, grazie al Piano di Azione e Coesione, il Sud finanzierà le aziende del Nord per altri 3 anni. Perché le agevolazioni non funzionano qui? Oltre alla differenziazione di queste agevolazioni, c’è un piccolo inghippo: si può usufruire dello sgravio fiscale quando il totale non supera il costo del lavoro al lordo degli oneri sociali. L’analisi dei due professori dimostra che gran parte delle nuove deduzioni non possono essere richieste dalle imprese del Mezzogiorno a causa del limite imposto alla cumulabilità delle misure territoriali agevolative. Manovra Irap e Jobs Act non basteranno a rilanciare la domanda di lavoro al Sud. Occorrerebbe una manovra fiscale più ampia, che stimoli e sostenga l’impresa privata e una politica economica che incrementi gli investimenti pubblici. Persino i due insigni professori concludono richiedendo a gran voce un intervento dello Stato, domandandosi che genere di logica ci sia nella continua riduzione di investimenti pubblici nelle regioni meridionali. Lidia Zitara

“L’analisi dei due professori dimostra che gran parte delle nuove deduzioni non possono essere richieste dalle imprese del Mezzogiorno a causa del limite imposto alla cumulabilità delle misure territoriali agevolative”

X Factor 9: Boom di ugole calabresi! La Calabria c'è, proprio come in passato, quando a riempire i nomi del panorama musicale erano Mino Reitano, Rino Gaetano, l'immortale Mia Martini e Loredana Bertè Gli organizzatori dei casting l'avevano annunciato con un tweet: ''Tenetevi forte!" e hanno onorato la loro promessa. X Factor 9 ha ufficialmente riaperto i battenti con questo annuncio datato 21 aprile. Dopo i consueti provini sui van sparsi in tutta Italia, finalmente si passa in una delle fasi più apprezzate e divertenti: le audizioni aperte al pubblico, quelle dove per passare ai bootcamp, è necessario ambire ai ''si'' dei giudici. Con il ritorno di Elio, la conferma di Fedez e Mika, X Factor 9 assume un ulteriore tocco internazionale con la presenza in giuria della cantante Skin. Non c'è bisogno di aggiungere che gli aspiranti concorrenti si sono precipitati in massa, non volendo perdere un'occasione che non capita spesso. Soprattutto quando si è giovani e si ha a disposizione un palco enorme su cui esprimersi e, soprattutto, si ha la certezza di essere ascoltati da chi riesce a comprendere la propria emozione e percepisce che si ha qualcosa da dire. Il dato che però fa riflettere è

che la maggior parte dei partecipanti, soprattutto ragazze fra i diciotto e i vent'anni, provengono dal Sud, nello specifico dall'entroterra calabra. E loro, qualcosa da dire, ce l'hanno eccome. Già in un altro noto talent show targato Sky, Italia's Got Talent, si era vista una fitta presenza calabrese, fra i quali ha spiccato particolarmente il duo rapper di Siderno, Shark & Groove, molto apprezzati da Luciana Littizzetto e che sono volati alla finale del 14 maggio, ottenendo una risposta incredibile da parte del pubblico per l'importante messaggio di speranza trasmesso a suon di beat per tutti coloro che soffrono di un handicap. La Calabria c'è, si espone, vuole partecipare, proprio come in passato, quando a riempire i nomi del panorama musicale erano Mino Reitano, Rino Gaetano, l'immortale Mia Martini e Loredana Bertè, oggi giudice di Amici, tanto per nominarne alcuni, tanto per scomodare un paragone con i grandi. I calabresi tornano ad affacciarsi al mondo mera-

viglioso e spietato della musica, con la loro valigia piena di sogni, speranze, magari anche ingenuità e, si spera, tanto talento. Provenienti da una regione in cui la musica, popolare e non, è parte integrante della tradizione, da loro non ci si possono aspettare che grandi cose. Sarebbe, perciò, opportuno - e questo vuole essere solo un piccolo suggerimento - continuare a incentivare i programmi di musica nelle nostre scuole, per aiutare i ragazzi a risollevarsi e a esplorare nuovi campi e nuovi orizzonti. La prova che tutto ciò è necessario la si ha avuta, appunto, nell'immensa partecipazione ai casting della competizione nostrana. La voglia di mettersi in gioco c'è, i risultati arriveranno col tempo. I ragazzi sono pronti a esibirsi. Fra poco si disputerà la tappa a Bologna e, nell'attesa di vederli in TV, va un caloroso in bocca al lupo a tutti loro. Fatevi (e fateci) onore. Lidia Caterina Brancia


Visita dal cardiologo

L’attività fisica riduce trigliceridi e colesterolo, combatte l’ipertensione, migliora il plasminogeno - una sostanza fibrinolitica che fluidifica il sangue - scongiurando episodi trombo embolici, distribuisce il grasso nel corpo grazie alla sua azione lipolitica

Lo sport è una polipillola ILDOTTOR MICHELE IANNOPOLLO, CARDIOLOGO E MEDICO DELLO SPORT

“L’esercizio fisico è una straordinaria terapia cardiovascolare a bassissimo costo e con pochissimi effetti collaterali” - a sostenerlo il cardiologo e medico dello sport Michele Iannopollo, che abbiamo intervistato per approfondire il legame imprescindibile tra buona salute e attività fisica. L’attività fisica fa sempre bene? L’attività fisica deve essere dosata perché se praticata a elevate intensità può provocare alcuni rischi soprattutto a carico dell’apparato cardiovascolare. Ogni individuo che si appresta a intraprendere un’attività sportiva di intensità medio- elevata, ovvero a livello di competizione, deve sottoporsi a un’attenta valutazione medica. Nei bambini, soprattutto, bisogna prestare molta attenzione al sistema scheletrico muscolare. Lo zainetto sovraccarico provoca delle alterazioni della colonna vertebrale, come per esempio la scoliosi che modifica l’anatomia del torace e di conseguenza può portare all’insorgenza del cosiddetto soffio al cuore. Perciò un bambino che si appresta a praticare uno sport deve essere valutato sia da un ortopedico e fisioterapista che da un cardiologo. Quest’ultimo dovrà prestare massima attenzione alle cosiddette canalopatie, patologie riconducibili a un’alterazione dei canali ionici, ovvero quelle strutture presenti nelle membrane delle cellule cardiache che hanno il compito di regolare il flusso di ioni (potassio, sodio, calcio) dentro e fuori la cellula, stabilizzandone le capacità elettriche e contrattili. Per rilevare la presenza di alterazioni elettriche del cuore da ricondurre a una canalopatia di grande aiuto è certamente l’elettrocardiogramma. Qual è l’abbigliamento consigliato per praticare attività sportiva? Con gli indumenti sintetici si alterano i meccanismi di termo-regolamentazione rappresentati dalla ventilazione e dalla sudorazione. Con gli indumenti di cotone non si creano squilibri elettrolitici legati all’ipersudorazione ovvero perdita di liquidi e di sali che potrebbero compromettere la funzionalità della cellula muscolare e soprattutto cardiaca. Altre accortezze oltre la visita e un abbigliamento idoneo? Bisogna fare attenzione a non praticare sport prima delle tre ore successive ai pasti. Infatti, durante la digestione gran parte del sangue viene “sequestrato” nell’intestino, perciò il cuore non viene irrorato normalmente. A questo va aggiunto che, durante l’attività fisica, muscoli, cuore e cervello richiedono un maggiore apporto di ossigeno. Bisogna, inoltre, prestare attenzione all’idratazione. È stato messo in evidenza che tutti i liquidi conservati nella plastica e nella lattina scatenano una sostanza che si chiama bisfenolo. Quest’ultimo può determinare aritmie e ipertensione e nella donna il cancro alla mammella perché interferisce sul sistema ormonale degli estrogeni. Pertanto è consigliato integrare l’organismo con liquidi conservati in vetro. Che differenza c’è tra attività aerobica e anaerobica?

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Durante l’attività aerobica l’organismo ricava l’energia dalle riserve di zuccheri (glicogeno) e, poi, per sostenere lo sforzo, dai grassi di deposito; il “combustibile” usato per bruciare i substrati energetici è l’ossigeno, fornito ai muscoli attraverso il sistema cardiovascolare. L’attività aerobica è caratterizzata da uno sforzo moderato prolungato nel tempo. Nell’esercizio anaerobico, invece, l’organismo necessita di molta energia in pochissimo tempo, ottenuta senza usare ossigeno per la combustione dei substrati energetici. Sono esempi di attività aerobica il jogging, il nuoto, la bicicletta mentre gli scatti, i salti e il sollevamento pesi sono attività anaerobiche. Quali sono i vantaggi dello sport per chi è affetto da diabete? Lo sport agisce nei diabetici come cinque far-

maci: migliora la resistenza insulinica, riduce trigliceridi e colesterolo, combatte l’ipertensione, migliora il plasminogeno (una sostanza fibrinolitica che fluidifica il sangue) scongiurando episodi trombo embolici, distribuisce il grasso nel corpo grazie alla sua azione lipolitica. Dunque lo sport rappresenta una polipillola Esiste dal punto di vista biologico una differenza tra sport agonistico e non agonistico? No, non vi è alcuna differenza dal punto di vista biologico. L’Italia è la nazione al mondo che più protegge lo sportivo attraverso leggi severissime. In America al pugile che deve disputare un incontro viene firmato un certificato qualche minuto prima del match. Purtroppo, però, la burocrazia italiana si “perde” nei dettagli. Se si fa parte di una società sportiva che disputa campionati viene richiesto un certificato di attività sportiva agonistica che comporta la visita cardiologica, l’ettrocardiogramma (sia a riposo che sotto sforzo), la spirometria e le analisi delle urine. Se non si è affiliati ad alcuna società non è richiesto. Anche nei giochi della gioventù a scuola finché sono a livello locale non è necessario alcun certificato, una volta superate le selezioni per poter accedere ai livelli regionali lo stesso sport viene considerato a livello agonistico. E questo è assurdo. Inoltre, a mio avviso, bisognerebbe rilasciare la certificazione di idoneità non più per tipologia ma per specificità sportiva.


LA COPERTINA

Radici&orizzonti

Il 24 maggioricorrerà il decennale dell’assassinio di Gianluca Congiusta. Siderno lo ricorderà durante la manifestazione“ Non meno importante l’iniziativa alla quale chiediamo a tutti di aderire: appendete fuori dalla vostra finestra un lenzuolo bianco in ricordo delle vittime di mafia.

JACOPO GIUCA a dieci anni, il 24 maggio, Siderno spegne il suo sorriso. Correva un 2005 ormai remoto, quando la morte di Gianluca Congiusta, giovane imprenditore e bella speranza di questa città, è stato raggiunto dai crudeli colpi di una lupara anonima, che lo sorprese mentre rientrava a casa dopo una giornata di lavoro. Stando alle testimonianze di chi lo conosceva bene, Gianluca era tutto ciò di cui Siderno aveva bisogno: era un giovane lavoratore e onesto, attento al prossimo e amico di tutti, tranne che di quella mano assassina che ce l’ha portato via. Proprio per queste ragioni, ricordare Gianluca non sarà semplicemente un momento di raccoglimento, per Siderno, ma tutti vorranno dare il loro contributo durante la la “Le radici della memoria”, grande manifestazione che è stata organizzata per domenica prossima. Nella domenica del silenzio elettorale voluta dai partiti in corsa per le imminenti comunali, la città si riunirà attorno al monumento che ricorda il nostro amico alla rotonda tra via Sasso Marconi e via Torrente Arena dove, a partire dalle ore 9.00, i tornei di calcetto, basket, tiro con l’arco e la fitwalking faranno da cornice al ricordo di Gianluca e di tutte le vittime di mafia che si svolgerà dalle ore 12.00 e al quale prenderà parte anche don Luigi Ciotti, fondatore dell’associazione Libera. La giornata si chiuderà alle 19.00 con il concerto dei Teruah Music, ma anche chi resterà a casa potrà esporre un semplice lenzuolo bianco, simbolo della giornata, fuori dalla propria finestra. La redazione de La Riviera Gianluca lo ricorda con particolare affetto. Un editoriale di quel 29 maggio 2005 di lutto ricorda la sua amicizia fraterna e non manca di ringraziarlo per le innumerevoli inserzioni che avevano permesso al giornale di sopravvivere. Sempre dalle stesse pagine, la rubrica di Monsignor Bregantini, dopo quell’efferato quanto inconcepibile omicidio, affermava che la paura e la tristezza avevano incrociato i nostri progetti di riscatto. “Nel cuore nostro, serpeggia la paura che il domani non sarà diverso da un presente di morte - continuava Monsignore - […] Per noi, quel sangue, versato, di Cristo si fa, oggi, ancor più vero nel sangue sparso per cattiveria da Caino, che colpisce di notte”. Rimase esterrefatto, Monsignor Bregantini, da tanta crudeltà, così come esterrefatto e attonito rimase l’intero paese alla notizia di quella scomparsa incomprensibile, che aveva tolto la serenità e persino un po’ di speranza davvero a tutti. “C’è una giustizia divina, che mai dimentica e sempre insegue - continuava Monsignore da buon uomo di fede - , perché il male ricade, sempre e comunque, su chi lo ha compiuto, perché si converta, torni sui suoi passi e si renda conto del male fatto. Ma soprattutto, - concludeva pensando alla forza che ci si doveva fare dall’indomani - chiedo che fiorisca la speranza, partendo proprio e soltanto da quel sangue Eucaristico dell’Agnello immolato, ritto in piedi, che solo riesce a darci la forza di ricominciare, di vedere oltre, di guarire le nostre ferite”. Meno permeata dalla fede nel domani era invece la riflessione di Nicola Zitara che, citando una celebre acquaforte figlia dell’illuminismo disilluso di Francisco Goya, affermava che il sonno

Un lenzuolo bianco con Gianluca era un giovane imprenditore, bella speranza di Siderno e tutto ciò di cui la città aveva bisogno:

dobbiamo ricordare Gianluca con ciò che gli stava più a cuore, dimostrando di essere in grado di rialzarci

della ragione genera davvero mostri. Ma i mostri di Zitara non risiedevano (soltanto) nell’animo oscuro di chi aveva imbracciato la lupara o nella “mafia [che] si modella sulla specifica esigenza del gruppo di potere che ha il controllo dello Stato”. Piuttosto, i mostri si annidavano (allora come oggi) nello “Stato [stesso, che] non si sogna neppure di combatterla [la mafia]. Finge di farlo perché vorrebbe apparire onesto e pulito, mentre non è altro che una cloaca che mescola tutti i lordumi”. “La mafia è la gemella siamese dell’assenza di produzione continuava Zitara, consapevole che la produzione di Siderno, da quel giorno, sarebbe stata priva del suo figlio più operoso - Per liberarsi dalla mafia occorre che noi stessi produciamo le cose che consumiamo, dalle calze ai computers. Ma la sterilità produttiva del Sud è consustanziale all’Unità italiana; fu decisa una volta per tutte nel novembre del 1860, allorché Cavour decretò la chiusura di tutte le industrie borboniche. La mafia, l’emigrazione, il terrorismo, la corruzione, la povertà, la dipendenza sono tutte fra una riga e l’altra di quel decreto”. Dieci anni dopo, quando la “spugna Siderno”, che aveva assorbito tutto quel sangue nella più totale disperazione, è riuscita a ricacciarlo fuori, riconquistando un po’ di fiducia e speranza, vuole ricordare Gianluca in modo diverso, coinvolgendo giovani e rendendo simbolo di questo 24 maggio del ricordo, una pezza che dia più candore alle strade, alle piazze, ai punti di ritrovo dove chi si riunirà, potrà farlo in memoria di Gianluca Congiusta. Perché Gianluca non ha inferto un colpo crudele alla sua città, ma le ha insegnato che il dolore può essere elaborato fino a diventare voglia di riscatto, di speranza. Gianluca ha detto a Siderno come fare a rialzarsi.


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Una Calabria senza più "anime nere" ILARIO AMMENDOLIA

ntro la Ndrangheta Gianluca, le piaghe della memoria Caro Direttore, la più grande delle verità cristiane è l’amore della verità, scrisse Pascal. Ma questa verità non sempre appare, e la sua mancanza è come un marchio di fuoco sulla carne viva della gente. Trasciniamo il nostro turbamento come un relitto, disperando di dare un senso a un fatto che ancora ci addolora e ci umilia. Il 24 maggio 2005, son dieci anni che una volontà maligna e tetra si scagliò contro il volto solare di Gianluca. Due giorni dopo avvennero i funerali e io partecipai il testo dell’orazione appassionata che il sindaco volle leggere in chiesa. Ritrovo in un mio taccuino, in quella data, una patetica frase rivolta a Gianluca ormai sordo alla terra: “Ti voglio bene, povero amico mio”. Oggi resta il sentimento morale a ricordarci che quel che accadde al giovane uomo fu uno sfregio permanente a tutte le persone di indole buona. Esponiamo, fra tante cicatrici, fra tante piaghe irrisolte, anche la sua, per non ucciderne la memoria. Francesco D. Caridi

Lui, se solo avesse incontrato il tuo sguardo, figlio mio, non avrebbe mai premuto il grilletto. Amore grande di mamma, l’immenso affetto di tante persone mi nutre per continuare la tua opera: l’amore per la tua terra Ti amo Luca Mamma Donatella

Quando si trascorrevano lunghi inverni accanto al braciere e le sere di estate sull’aia, il racconto, la leggenda, le credenze, rappresentavano la cultura popolare. In quel contesto ho appreso che quando un giovane innocente muore ucciso, il vento si ferma e dalla terra si alza verso il cielo una piuma. Solo le anime innocenti possono vederla, mentre in un'aria senza vento e senza tempo, compie giri circolari fintanto che non viene raccolta da un angelo mandato da Dio. Però quando nel cielo umido, brillano i colori dell’arcobaleno, a quelle anime viene consentito di ritornare sulla Terra. Una facoltà che conserveranno fintanto che non sarà trascorso il tempo di vita che gli era stato assegnato. La leggenda dice che ancor prima che la piuma venga trasportata in cielo morirà l’assassino. Anche se vedessimo il suo corpo vagare ancora sulla terra, questo non appartiene più a un uomo ma a un demone che di lui si è impossessato. Chiunque potesse osservare da vicino quell’uomo senza pace vedrà nei suoi occhi il fuoco dell’inferno. La tragedia di Caino e Abele che si perpetua nei loro discendenti. Antiche credenze di un tempo che fu! Non si tratta di leggende nate a caso ma tese a impegnare coloro che restano a ricordarsi di chi è morto da innocente. Dante affermava che i morti vogliono che la loro memoria non venga rimossa dalla Terra. Aggiungo, vorrebbero che la loro morte non sia stata vana. Vorrebbero che mai più un giovane muoia per volontà di una mano assassina. Il fatto che, in occasione del decimo anniversario della sua morte, la Città di Gianluca fermi la campagna elettorale testimonia che Siderno avverte la ferita nelle sue carni. Siderno non dimentica la morte di Gianluca Congiusta! A una morte così crudele e acerba si può rispondere con lo sdegno, che pur essendo legittimo e umano, non può essere risolutivo. Oppure rielaborando il lutto! Gianluca è stato ucciso dalla 'ndrangheta. È importante sapere chi è stato a premere il grilletto e conoscere gli eventuali mandanti, ma è ancora più importante individuare e sterilizzare gli acquitrini melmosi da cui nasce il delitto. È certamente apprezzabile il fatto che la classe politica fermi la campagna elettorale. Sarà ancora più importante che l’intera Città si batta per una Siderno senza 'ndrangheta. C’è una differenza fondamentale tra noi e l’attuale antimafia. C’è chi considera la 'ndrangheta a guisa di una setta politica e quindi si agita, maledice, bestemmia, si indigna, ma tutto resta inefficace. La storia ci insegna che la 'ndrangheta non farà un solo passo indietro se a fronteggiarla saranno le forze di polizia, i carabinieri, i magistrati. La 'ndrangheta è un problema “politico” molto prima che criminale. Un problema della società molto prima che delle caserme dei tribunali. La società può sconfiggere la 'ndrangheta ma solo se non imboccherà comode scorciatoie come oggi è di moda. La 'ndrangheta è una malattia prodotta da un corpo ammalato. Non serve l’aspirina serve una cura che estirpi la malattia. Nasce dalla violenza esercitata da uomini su altri uomini, dall’oppressione, dalla ingiustizia e dalle iniquità di questa società, dalla mercificazione dell’uomo, dalla avidità, dal valore assoluto che si dà al denaro e alla ricchezza, dalla sostanziale ignoranza. Ciechi senza saperlo. Onorare la memoria di Gianluca Congiusta e di tutte le vittime di 'ndrangheta, significa battersi per una società diversa che ritrovi l’armonia, che recuperi un rapporto con l’umanità e con tutto ciò che ci circonda, che anteponga l’uomo alla ricchezza. Una società capace di ripudiare qualunque violenza e qualunque tipo di oppressione. Il 24 maggio anche noi ci raccoglieremo in silenzio alla memoria di Gianluca Congiusta, collocandoci idealmente vicini alla sua famiglia. Ma il nostro impegno non inizia, né finisce il 24 maggio. Fintanto che saremo in condizioni di farlo, continueremo a batterci per una società libera dall’odio, dalla impostura, dalle bugie sistematiche, dalla violenza, dall’oppressione, dal mito della ricchezza. Vogliamo Siderno, la Locride e la Calabria senza più “anime nere”! Sarà questo il nostro modo quotidiano per onorare la memoria di Gianluca Congiusta!

significa battersi per una società capace di ripudiare qualunque violenza e di recuperare un rapporto con l’umanità.


LA PROPOSTA

Shark and Groove, quando il bronzo vale più dell'oro

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"Cambieremo il mondo, ancora non sappiamo come ma lo faremo" - sorrideva come chi la sa lunga e la sa raccontare, Antonio Callà, in arte Groove, durante le audizioni di Italia's Got Talent. "Quando ci siamo iscritti pensavamo già alla finale. Non perché ci piace vincere..." - dichiara Giuseppe Costanzo, Shark - "Ma perché ci piace sognare" - gli fa eco Antonio. Ci sono momenti in cui si sogna di essere se stessi e l'incredibile, e già si pregusta l'ora in cui la porta del futuro si dischiude lentamente per darci un assaggio di quel prato verde dove scalpita l'unicorno in attesa che gli si monti in sella. Lo sognavano dal letto della loro stanza e lo sapeva la madre di Giuseppe fin da quando lo guardava nella culla, mentre nani linguacciuti ruminavano con goduria maldicenze, insalivandole come le mucche fanno col bolo. Si chiedevano quei pettegoli masticanti: "Chissà se da grande riuscirà a camminare". A loro la madre di Antonio, con l'aria di sufficienza che possono permettersi solo i saggi, rispondeva: "Non vi preoccupate, ci darà soddisfazione". Ricordi che Antonio ha scolpiti nella memoria e che oggi sono diventati il testo della canzone dal titolo "Non mollerò",

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presentata durante la semifinale e grazie alla quale sono passati alla fase successiva. Giovedì scorso sul palco di Italia's Got Talent hanno continuato a sognare esorcizzando quel dolore che si sono portati dietro per tanto tempo e al quale hanno dato un calcio morale davanti all'Italia intera. Shark and Groove hanno conquistato il podio. Terzo posto per loro mentre si abbandonavano con tutta la pelle alla felicità. Un palco irrorato d'alba. Non hanno ascoltato né angeli né diavoli: Shark and Groove hanno dato retta solo al cuore. Il successo può fare paura ma non a loro. Perché l'umiltà, quella vera non ostentata, il successo lo sa gestire. Giuseppe e Antonio sono due schegge fugaci ma la loro scia del "qui e ora" è entrata a forza nella sfera del "sempre", appropriandosene. Il loro segno è vivo. Hanno conquistato tutti. E ci sono riusciti puntando al ribollimento dell'anima, non al suo scuotimento. Perché se la scuoti l'anima torna al suo posto, come succede con un budino. Se la bolli, evapora depositandosi sugli altri. Quelle lacrime che scendono quando li ascolti sono il segno che ti è stata trasferita un po' della loro purezza. Anche se non la meriti.


La cucina scanzonata del Cactusincontra la maestosità del bianco Baccellieri

Il quarto matrimonio celebrato durante il Meeting di Enoicamente,che si è svolto lo scorso 13 aprile presso l'incantevole Palazzo di Moschetta, è stato quello tra il vino Siccagno di Maria Amalia Baccellieri e il ristorante Cactus di David Bumbaca

rotagonisti indiscussi della cucina del Ristorante Cactus di Locri sono il mare e la terra che lo chef David Bumbaca, un fantasista del gusto, porta nel piatto in tutta la loro freschezza. Una cucina da fuoriclasse la sua, divertente e scanzonata. In occasione del meeting di Enoicamente David ha proposto come finger food un delicatissimo risotto con spuma di bergamotto e cuore croccante di carciofo, un piatto straordinario nella sua semplicità, realizzato in abbinamento al vino dell'azienda Baccellieri Maria Amalia. Un bianco realizzato esclusivamente con uva Greco, vinificato secco, che conquista nelle sue sfumature eleganti, armoniose e avvolgenti. Assai piacevoli le note di frutta matura, tra cui spicca l'albicocca. Un

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vino di rara maestosità dal profilo femmineo di distinta connotazione, etereo, gentile. Il palato è voluminoso, pieno, il retrogusto intrigante. Un bianco di grande personalità! Finger food e bianco Baccellieri sono oggi nel menu del Cactus ed è possibile ordinarli in abbinamento per l'immensa gioia dei vostri palati. "Il ristoratore si deve impegnare seriamente nel promuovere i vini locali - afferma con forza Maria Amalia Baccellieri - Finora non è stato fatto o è stato fatto in parte. Bisogna ripartire da zero e camminare insieme, ristoratori e vitivinicoltori". "Noi stiamo puntando molto sia ai vini locali che calabresi - dichiara lo chef ..... Bisogna saperli proporre: non basta che il vino

sia ottimo, deve sposarsi perfettamente col piatto. Se l'abbinamento funziona è chiaro che il cliente ordinerà il vino locale piuttosto che uno nazionale". "Noi vitivinicoltori locali ci esponiamo in prima persona, ci mettiamo la faccia nel proporre i nostri vini - prosegue la Baccellieri - Siamo disponibili qualora ci siano variabili organolettiche che è possibile migliorare, di migliorarle insieme. Il problema è che nemo propheta in patria: la mia azienda fuori stravende, mentre quando propongo una cassetta del mio vino ai ristoratori locali sembra che mi facciano il favore ad accettarla. Spero che questo progetto non rimanga un fiore nel deserto e che l'impegno dei ristoratori sia sincero e duraturo".


RIVIERA

LA SETTIMANA

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INTERVISTA IMMAGINARIA DI LIDIA ZITARA

Come... non è Renzi? Mi mostri il documento! - Buongiorno Egregio dottor Premier… - Ma guardi che si sbaglia, io sono un’altra persona! - Lei non è Matteo Renzi, scusi? - No, mi chiamo Rowan, Rowan Atkinson! - Ma lei è uguale a Renzi! - Purtroppo non è la prima a dirmelo, sa? E dire che io neanche lo conosco! Non ci vengo mai in Italia! - Scusi ma non le credo, mi faccia vedere un documento. - (mostra il documento) Ecco, guardi… - Oh cielo, ma siete identici! Pover’uomo! Ha mai pensato ad una plastica facciale? - In effetti sono stato sfiorato dall’idea, ma poi ho pensato che dopo Mr.Bean avevo esaurito la mia popolarità. Potrei rilanciarmi come sosia di Renzi e andare a feste, compleanni, fare un po’ di gag. - Del tipo? - Per esempio, a inizio serata indicare una ragazza e dire che è bella. Poi alla fine indicarne un’altra e dire: “eh se quella ragazza fosse come questa, avremmo risolto

tutto!”. - Aaaah, come con la Calabria e il Veneto?! - Esatto. Renzi è un filone aureo di cazzate, basta seguire una conferenza stampa e ho materiale per tre spettacoli di due ore. In fondo come lavoro non è neanche pesante. Sto pensando che potrei fare anche dei telefilm. - E come li intitolerebbe? - “Mr. Renzie”?

- Scontato. - “Happy Renzie”? - Banale. - “Le avventure di Renzie”? - Non la capisce nessuno, questa. - “00Renzie”? - Naaaa. - “Torna a casa Renzie”? - Ecco, questa suona come un bell’augurio. Approvata, dottò.

Solo 4 bandiere blu per la Calabria mentre la Liguria gongola Anche quest’anno, è proprio il caso di dirlo, niente di nuovo sotto il sole: la nostra regione non migliora il numero di bandiere blu presenti sui suoi invidiabili 750 km di coste e, come accade da due anni, si ferma a quota quattro. Roccella Jonica, Cirò Marina, Torre Melissa e Trebisacce gonfiano il petto dinanzi al conquistato riconoscimento da parte della Foundation for Environmental Education che, si badi bene, non si limita ad assegnare la bandiera solo in relazione alla pulizia della spiaggia, ma lo fa anche sulla base di altri, non meno importanti, parametri. Attività di educazione ambientale e informazione, gestione ambientale, sicurezza e servizi oltre che, talvolta, la stessa qualità delle acque, sono parametri che mancano alle nostre spiagge per potersi fregiare di un titolo che il turista attento tiene in considerazione e, forse, non è un caso se il settore turistico rappresenta appena il 6% del valore aggiunto in un territorio che in quanto a bellezza naturalistica non ha nulla da invidiare a nessuno. Certo la Calabria non dovrebbe invidiare la Liguria, che con i suoi 330 km di spiaggia (meno della metà dei nostri) potrà preparare la l’estate 2015 urlando al miracolo di aver conquistato ben 23bandiere, lasciandoci al palo come hanno fatto altre 9 regioni. Solo Friuli Venezia Giulia, Molise e Basilicata peggio di noi, ma vogliamo veramente scendere così in basso e prenderle a termine di paragone?

Tre partigiani a Reggio Il 25 aprile tre partigiani hanno partecipato a Reggio Calabria presso la villa comunale alla manifestazione per ricordare la Liberazione. Si tratta di Anna Condò, staffetta partigiana; Aldo Chiantella e Fortunato Quattrone. Il Prefetto di Reggio, Claudio Sammartino, il sindaco Giuseppe Falcomatà e il presidente della Provincia, Giuseppe Raffa hanno deposto una corona d'alloro davanti alla Stele del Partigiano. Tra i presenti anche il segretario Pdci Calabria Michelangelo Tripodi, il presidente provinciale dell’Anpi, Sandro Vitale........

L’angolo di Parrello

La prima del Consiglio dell'Unione dei Comuni "Valle del Torbido"

Lo scorso lunedì pomeriggio si è tenuta a Gioiosa la prima del Consiglio dell'Unione dei Comuni "Valle del Torbido" durante la quale è stato nominato il presidente e il suo vice e la commissione incaricata a redigere lo statuto e il regolamento. Alla carica di presidente è stato eletto il sindaco di Mammola Antonio Longo mentre suo vice sarà il sindaco di Grotteria Salvatore Leoncini.

A Locri, all'inaugurazione dell'Ostello della Gioventù, realizzato in un bene confiscato alla mafia, il primo ad essere diventato patrimonio dei locresi. La Legalità che vince sulla criminalità: una splendida giornata per la città di Locri e l'intera Locride!

Èquasi scomparso...

Al via il San Luca out-door forniture Questa sera alle ore 17:00 presso il Centro di Aggregazione “Padre Stefano de Fiores” a San Luca sarà presentato l’avvio del progetto San Luca out-door forniture. L’idea nasce dal designer Pasquale Giurleo ed è stata immediatamente sostenuta dalla Commissione Straordinaria con lo scopo di favorire la rinascita culturale e civile del paese. Sperimentando nuove idee per il marketing territoriale, si vuole così favorire la nascita dell’imprenditoria giovanile. Il progetto consiste nella realizzazione di una collezione di arredi per esterni e per interni con rami d’albero proveniente dalla potatura del bosco dell’Aspromonte. Gli arredi saranno prodotti in una School-House, un laboratorio temporaneo, messo a disposizione dall’Amministrazione di San Luca, dove si svolgerà l’attività formativa per i sei giovani selezionati. Il corso avrà una durata di 60 ore ripartite in tre mesi , e le lezioni saranno tenute dal designer Giurleo, coadiuvato da tre esperti forestali e dipendenti dall’azienda regionale “Calabria Verde”. I prodotti potranno essere commercializzati col marcio SLOW FORNITURE (San Luca Outdoor World) Forniture, e a tutto ciò si affiancherà una mostra delle opere di intaglio che i pastori e i forestali di San Luca realizzano tradizionalmente.

Durante i viaggi che faccio insieme agli amici dell'associazione anziani, qualche volta mi è stato chiesto: "Ma è vero professore che gli asini stanno scomparendo dalla faccia della terra?"-"Purtroppo si, perché, a cominciare dal trattore, tutti i mezzi meccanici di cui si serve il contadino nei duri lavori nei campi hanno fatto si che il prezioso aiuto dell'asinello venisse meno. Era considerato un animale buono, ubbidiente, infaticabile. E fino a qualche tempo fa, i libri delle scuole Elementari e Medie ne portavano svariati racconti, con grande gioia dei bambini. Ora è stato quasi dimenticato, come a volte succede alle persone anziane, che ad alcuni sembrano dar fastidio dovunque li mettano, dimenticando che esse non sono affatto un problema ma anzi costituiscono una risorsa di straordinaria importanza per tutti". Franco Parrello



ELEZIONI AMMINISTRATIVE 31 MAGGIO 2015 - SERVIZIO A CURA DI JACOPO GIUCA

ontinua la nostra panoramica dei candidati a consigliere comunale. Scendendo nel dettaglio dei diversi paesi della Locride, è diventato piuttosto difficile reperire informazioni precise, ma la gentilezza di tutti i ragazzi che siamo riusciti a contattare ci ha garantito di darvi qualche informazione in più. Laddove le interviste al candidato sono mancate, abbiamo cercato di fare una breve panoramica che descrivesse situazioni peculiari come quelle che si stanno verificando a San Luca o Bianco.

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Comunali 2015: termina il viaggio tra i candidati a consigliere San Luca

Liberi di Ricominciare

A San Luca non siamo riusciti a raggiungere nessun candidato, forse anche in virtù della situazione peculiare che vive la città, costretta ad andare al voto dell’unica lista in corsa onde evitare un nuovo commissariamento. Vita facile per Giuseppe Triboli e Liberi di Ricominciare? Niente affatto, la lotta sarà forse ancora più serrata e complessa, considerato che l’avversario sarà il marmoreo quorum del 50% + 1 da calcolarsi sul totale degli aventi diritto. Sicuramente non è un caso se lo stesso Triboli ha affermato di sentirsi pazzo a voler andare avanti… Ma San Luca ha bisogno di pazzi come lui.

Ora tocca a te

Sviluppo, Comunità, Ambiente per Casignana

Giuseppe Falcomatà, di Casignana ora Tocca a Te, afferma che la mediocrità della politica è da ascriversi al disinteresse dei giovani, motivo che l’ha spinto a candidarsi: «Una volta eletto, non mancherà il da farsi. Sogno che la discarica non sia ampliata, la costruzione di un parco energetico che produca energia pulita, la valorizzazione della Villa Romana e delle strutture ricettive per rendere il paese un polo turistico. Vito Antonio Crinò è il più indicato a svolgere questi compiti: anche se impegnato con il proprio lavoro, ha spesso valorizzato il paese promuovendo iniziative di ogni tipo».

Domenico Priolo ha voluto conoscere i suoi compagni di Sviluppo, Comunità, Ambiente per Casignana prima di dire sì a chi voleva la sua candidatura: «La nostra gente esige risposte concrete e professionalità e onestà devono essere indispensabili per svolgere questo compito. Il nostro sarà un impegno volto a rendere maggiormente abitabile il paese, migliorando turismo, viabilità, urbanistica, assistenza sociale e monitorando la discarica. Giuseppe Cuzzilla ha tutti i requisiti utili a sviluppare il nostro progetto e lo ha dimostrato anche con le competenze delle persone che ha voluto al suo fianco».

Casignana,

Uniti per il Futuro

Ardore Riparte

Bruzzano Zeffirio

Niente candidati anche a Bianco, ma per ragioni differenti. Dopo che Salvatore D’Agostino e Rodolfo Nucera si sono visti annullare la validità delle liste presentate per un vizio di forma (pare che non avessero apposto il simbolo del partito in prima pagina) e respingere il ricorso presentato in tribunale, Aldo Canturi, capolista di Libertà e Partecipazione, rimane il candidato unico cui dovrà fare affidamento la cittadinanza che non desidera un nuovo commissariamento. Anche qui la lotta sarà contro l’astensionismo, tanto che Canturi si è già preoccupato di raccomandare a tutti di andare a votare.---

Giovanni Teotino punta sulle sue conoscenze per la realizzazione del programma di Ardore Riparte: «Abbiamo due candidati a sindaco molto esperti, ma non prossimi alle problematiche giovanili. Per questo credo di poter dare un contributo essenziale anche in virtù della mia giovane età. Peppe Greci si è rivelata la persona più vicina agli ideali di una lista civica che io e altri conoscenti stavamo pensando di mettere in piedi. Abbiamo pensato che potesse rivelarsi la persona più equilibrata e carismatica per la creazione di una nuova classe politica e l’innesco di un cambio generazionale».

Domenico Toscano ha scelto di candidarsi a Bruzzano Zeffirio per consegnare una figura giovane all’amministrazione. «I giovani vivono più da vicino le problematiche del paese. Spero di poter dare qualche buona indicazione su come mantenere più pulita la città e creare al contempo dei punti di ritrovo, in modo che si possa dare un futuro concreto al centro urbano e ai suoi giovani. La mia scelta è ricaduta su Francesco Cuzzola perché è una persona che ha accolto a braccia aperte i giovani nella sua lista elettorale. Sa come dialogare con noi, riconosce il nostro contributo e ha grande esperienza».


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L’INTERVISTA

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Dopo una veloce carrellata dei più giovani candidati alla carica di consigliere comunale, da questa settimana è giunto il momento di fare una panoramica dei sindaci. Il primo spazio lo dedichiamo ancora a Siderno (dove la presenza di tre candidati ci costringe ad anticipare un po’i tempi) e, nello specifico, al candidato di centrosinistra Pietro Fuda. Nel prossimo numero, oltre a continuare con un candidato sidernese, dedicheremo anche dello spazio ai candidati di altri paesi del nostro territorio.

Pietro Fuda:

«Vorrei ridare a Siderno quei diritti che i commissari gli hanno sottratto» “Vorrei dimostrare di poter spendere bene e nei tempi stabiliti i fondi destinati alla città. Adotteremo politiche di riallineamento alle nuove direttive per ottenere nuovamente le somme revocate”

“Credere nella legalità non significa solo arrestare, ma rispettare i diritti dei cittadini, cosa che i commissari non hanno fatto, limitandosi a esercitare coercizione e repressione nei loro confronti”

Pietro Fuda ci accoglie nel suo studio con il solito garbo. Fin da quando si è candidato sa di essere sulla bocca di tutti, ma a lui interessa solo arrivare subito al punto, per questo partiamo velocemente con le domande. Perché la scelta di candidarsi? Per una serie di situazioni convergenti: mi ha convinto l’appello di amici di diverse estrazioni politiche e dei vertici dei partiti di coalizione, il cui interesse dimostra come la politica a livello nazionale sia diventata sensibile alle problematiche dei comuni, comprendendo che quando le classi dirigenti delle piccole realtà sono in grado di sviluppare programmi concreti, ciò ha ricadute positive anche sul governo centrale. Non meno importante è stato uno scatto di orgoglio personale. La mia esperienza di Assessore Regionale, Presidente di Provincia e Senatore, ha reso ancora più evidente quanto l’amministrazione prefettizia sia stata arrogante: non l’esempio di buona amministrazione che doveva essere, ma la gestione di una città composta di 18mila cittadini come se si trattasse di un gregge qualsiasi. Come vede, dunque, il suo paese a seguito del commissariamento? Come un paese i cui cittadini sono stati posti ai domiciliari senza che avessero colpa. Credere nella legalità non significa arrestare, ma rispettare i diritti dei cittadini, cosa che i commissari non hanno fatto, limitandosi a esercitare coercizione e repressione nei loro confronti

che, ovviamente, non hanno percepito il legame che questa amministrazione doveva palesare di avere con il governo centrale. Ci spieghi qual è la sua area politica e perché l’ha scelta. Come tutti sapranno si tratta dell’area di centrosinistra. La nostra coalizione è composta da tre liste riconducibili a leader nazionali (Matteo Renzi, Nichi Vendola e Bruno Tabacci, che già avevano creato una asse in occasione delle elezioni politiche assieme al leader socialista Nencini) più una lista dal carattere ambientalista. I suoi membri, persone concrete e rispettabili, si occupano da cinque anni delle più gravi problematiche che affliggono Siderno, usando un occhio di riguardo nel campo delle politiche ambientali. Ritengo che, così composta, questa coalizione sia la scelta più appropriata per Siderno, che necessita di un gruppo politico di sostanza, che superi i campanilismi e abbia come collan-

te un programma elettorale, proprio come noi. Lungomare: come va ripensato? Innanzitutto va ripensato a livello strutturale, in modo che si possa proteggere dai marosi. Inoltre, stiamo già lavorando per anticipare diversi problemi burocratici. Cercheremo di riqualificare le aree demaniali comprese tra lungomare e ferrovia attraverso un concorso internazionale di idee, con lo scopo non solo di migliorare i quasi due chilometri già esistenti, ma di rendere pienamente accessibili anche gli altri sei chilometri nel pieno

rispetto delle doti naturalistiche territoriali. Con valichi pedonali sulla ferrovia, vogliamo rendere accessibile tutta la spiaggia che ricade sul territorio sidernese, ipotizzando un percorso fruibile a piedi o in bicicletta e solo dai mezzi appropriati per pulizia e manutenzione. Quali sono le priorità del suo programma? Innanzitutto dimostrare di essere in grado di spendere bene e nei tempi stabiliti i fondi già destinati alla città. È prioritario anche riorganizzare la macchina burocratica per non perdere ulteriori finanziamenti, come accaduto non solo per le opere pubbliche ma anche per le politiche sociali, ma soprattutto per non essere impreparati ad accedere ai nuovi programmi comunitari. Non da ultimo, voglio rispettare gli impegni diretti aprendo la Casa della Salute e riattivando la diga sul Lordo assicurando l’irrigazione dei terreni. Apriremo immediatamen-

te un Ufficio Urbanistica per avviare la lavorazione del Piano Strutturale Comunale (che ritengo lo strumento più qualificante per una buona amministrazione) con l’ausilio di personale qualificato. Cosa spera di realizzare nei primi due anni? Oltre a ciò che ho appena elencato spero che i lavori per il lungomare siano vicini alla conclusione; di aver stimolato, oltre ai finanziamenti pubblici, quelli privati; aver fatto recuperare fiducia alla cittadinanza dialogando con essa. Vorrei aver già rivalutato le strutture turistiche, completato il sistema fognario, aver messo a norma il depuratore e l’impianto di San Leo, aver riqualificato Siderno Superiore… e molto altro. Sappiamo che ha incontrato i cittadini. Che cosa le hanno chiesto? Il Tour d’ascolto è stato un successo inaspettato. Inizialmente abbiamo riscontrato perplessità e freddezza, complice, forse, un sistema di comunicazione non perfetto da parte nostra. Ma l’essere stati richiamati in alcune località ci ha fatto veramente piacere. La cittadinanza non ha grandi pretese e molte delle richieste, riguardano opere pubbliche che hanno già ottenuto un finanziamento del quale i cittadini non erano a conoscenza. Siderno vuole solo serenità e lavoro e sarà nostro obiettivo non tradire la sua fiducia e rispettarne i diritti. Jacopo Giuca


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ASSEMBLEA FEDERCACCIA

Presenze, tormenti e risultati Domenica 26/04/2015- presso la Z.A.C. “Pendinella” di Gerace R.C. si è svolta l’Assemblea Provinciale della Federcaccia, per esaminare l’O.G. sui temi della vita associativa e quelli più ampi del mondo venatorio nel suo complesso. Non poteva esserci luogo migliore, per accogliere in forma adeguata i tantissimi intervenuti: Cacciatori, Presidenti Comunali, il Sindaco della Città di Gerace, Mimmo Iero e Gennaro Giuffré, rispettivamente Presidente Provinciale e Regionale F.I.D.C. i Presidenti dell’ATCRC1 e ATC-RC2, partecipanti a gare cinofili, ecc. – per tonificare il pensiero di un legame concreto dei cacciatori a difesa di tutte le specie selvatiche, indipendentemente dal loro interesse venatorio. Partecipazioni che marciano oltre la funzione istituzionale, “affinché la caccia ritrovi peso e considerazione”, raffigurando il riconoscimento e l’impegno del ruolo tra Federazione, Istituzioni, Cacciatori e Società Civile, come sentinelle, gestori e tutori dell’ambiente. "Considerando che noi stessi, siamo soggetti attivi nella valorizzazione del territorio e della biodiversità” – il nostro ardente e mai celato desiderio da sempre è, rispettare, tanto il contesto ambientale nel quale si opera, quanto un’attività essenziale per oggi e il futuro. Siamo fiacchi del finto perbenismo interessato a costruire carriere politiche, emblema di una patologia dilagante sulla pelle dei cacciatori, con assillanti attacchi populistici, di discorsi effimeri e della mancanza di considerazione verso una passione, capace invece, in tempi di crisi di produrre reddito e lavoro, di gestire il territorio, di mettersi al servizio della società e delle persone, ricevendo in cambio, chiacchiere e maldicenze. E’ importante che si continui a far sentire la propria voce, poiché merita ricordare che, sul fronte della protesta civile e della proposta i cacciatori sono da sempre attenti alle problematiche e, agli equilibri del territorio, alla volontà dei cittadini e, alle necessità di una pratica legata al tempo libero, conquistati dalla nostra tradizione e, capaci di anticipare nella gestione, le più moderne dottrine di conservazione attiva dell’ambiente. Mimmo Iero, con i consueti modi pacati ma fermi, ha condotto i lavori scorrevolmente e, nei tempi appropriati, dando l’opportunità a tutti, “pur con ovvie e diverse sfumature” di tratteggiare e approfondire esaustivamente ogni argomento posto all’ordine del giorno, con il risultato che gli stessi sono stati approvati all’unanimità. Giuseppe Lupis Presidente F.I.D.C. Agnana Calabra

A me mamma Me mamma si chiama Ciccilla Qandu mi parra ra scola Mi faci doliri a panza. Qand’era picciriddu Mi llisciava i capiddhi E ieu capisciva u bbeni c’aiva pi mmia.

Me mamma si raggia sempri Picchì i chiddu chi mmi dici ieu non fazzu nenti. Mi ricordu quando Prima mi mi curcu Mi cantava a cantilena. Ora chi mi fici randi Fazzu l’auguri A me mamma.

Giuseppe Fava

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BOTTA E RISPOSTA/ RISPONDE IL DIRETTORE

Platì, un vaso d’argilla Gentile direttore, ho letto con grande sorpresa un redazionale non firmato, che quindi è sotto la responsabilità della redazione che lei dirige, nel quale si irride il mio impegno per far intervenire il governo nazionale sul caso clamoroso delle mancate elezioni a Platì. L'irrisione si trasforma poi in insulto sessista a me, in quanto donna, nelle ultime righe dell'articolo. Deduco che per voi non è "anormale" ciò che sta accadendo in quella parte della locride. Ne prendo atto, con dispiacere sincero, da donna e da calabrese. Eppure mi chiedo, a chi giova questa vostra condotta? È un "ironico" tentativo di dissuadermi dal procedere in una battaglia che non è più solo mia ma sta raccogliendo sempre più adesioni, locali e nazionali? La peggiore e più diffusa abitudine contro chi si oppone alle cose che non funzionano sono la minimizzazione e la noncuranza. Devo dedurre che la vostra redazione minimizza e irride? Ne prendo atto, con dispiacere. Non per questo, ovviamente, interromperò il mio impegno, di cui, da ieri, nonostante tutto, anche i vostri lettori sono consapevoli. Anna Rita Leonardi (Dirigente PD Calabria)

Cara Leonardi, i ragazzi di Platì non possono fare la fine dei ragazzi di Locri che nel dopo-Fortugno sono stati innalzati, illusi e cestinati da una strumentalizzazione concertata a tavolino. La Locride sembra essere intrappolata in un infinito déjà-vu. Oggi tutti a voler spirare soffi di civiltà e democrazia in quella maestosa vallata di Platì. Tutti ancora a credere, come sosteneva il professore Pasquino Crupi, che i figli dei boschi non mandino i loro giovanissimi virgulti a scuola ma li spingano dietro la coda delle capre. I platiesi sono creature pensanti. Uomini sensibili. Stanchi. Stanchi di dover fare i conti con quel fuoco freddo che gli cade addosso da tutte le parti. E non alludo alle armi. Così come non si alludeva ad alcun trauma balistico nella fotonotizia che l'ha vista protagonista. "Direi che sia un puro stile mafioso. Ne ho riconosciuto la doppiezza semantica e il dire/non dire che sottintende tutto e niente. Scusate ma per me è anche troppo palese la scottatura da arma da fuoco" - ha scritto in un commento un suo difensore sagace e appassionato di linguistica. Commento che lei stessa ha appoggiato. Una fantasia debordante che non immagino di quanto avrebbe straripato nel caso, anzichè di "cremina", si fosse parlato di solare ad alta protezione! Non le abbiamo riservato la prima pagina domenica scorsa, Anna Rita, come lei ha dichiarato pomposamente all’Huffington Post, e non era neppure un redazionale ma una semplice fotonotizia, una prode fotonotizia a quanto pare, inserita in una pagina, la 10, che è da sempre per il nostro giornale a sfondo ludico-satirico. Perchè è così che va sgonfiata la vanità: con una sana e fragorosa risata. Non avrei mai immaginato che meno di 500 caratteri di satira l'avrebbero fatta penare così tanto da scomodare il deputato PD Luigi Lacquaniti, dall’orientamento politico ballerino (inizia con Azione Cattolica, per poi passare a DC, PPI, Margherita, DS - giusto un passaggio di striscio – Sel, LeD), il quale accusa addirittura il nostro giornale di boicottare la lotta alla ‘ndrangheta. Comunque, tornando a Platì, la proposta del segretario del PD calabrese, Ernesto Magorno, potrebbe anche essere lodevole ma "scaduta". E il "consumarsi preferibilmente entro" era stato annunciato per tempo dalla sidernese Maria Grazia Messineo, dirigente regionale del Partito Democratico, ma Magorno non raccolse la sfida. Poi, ravvedutosi, ha invocato elezioni straordinarie ad agosto. E quando un "grande" propone ci sono persone che cessano di essere se stesse e diventano la propria circostanza. A quel punto è come se il copione fosse già scritto con l'inchiostro simpatico e venisse fuori al passaggio di una fiamma. L'orgoglio democratico si risveglia d'un tratto così come per Marcel Proust il sapore di una Petite Madeleine inzuppata nel tè spalancava un ventaglio di ricordi. "Un piacere delizioso m'a-

L’YMCA Siderno conquista la promozione in serie C Con la vittoria di gara 2 contro l’NBS i ragazzi dell’Ymca tornano nella C regionale. Tutti si aspettavano un match all’insegna dell’equilibrio e combattuta fino all’ultimo secondo, ma l’Ymca ha sorpreso la gremita Palestra del “Marconi”, con una prova superlativa. I ragazzi di Coach Costa hanno annientato i rivali dell’NBS sin dal primo quarto (15-9) col tandem LambertiFonte, mandando letteralmente in tilt la molle difesa reggina. Nei tre quarti successivi il divario, non solo numerico, tra le due squadre è aumentato arrivando al più 14 a metà del terzo quarto, e a un sonoro più 22 nell’ultimo; grazie a uno scatenato Francesco Guttà che, con la regia del maestro Michele Fonte, ha deliziato il pubblico con giocate dall’alto coefficiente di difficoltà. Il quintetto del Nuovo Basket Soccorso, salvo qualche lampo negli ultimi minuti del primo quarto di gioco, non è mai riuscito a impensierire seriamente gli

avversari, a causa di un gioco troppo statico e con pessime percentuali dal campo e dall’arco dei 6,75m. Col risultato finale di 70 a 49, la compagine sidernese ritorna, dopo un’assenza che durava da ben quindici anni, a calcare i parquet della serie C calabrese, mandando in visibilio l’intera Città. Anche le dichiarazioni a caldo di Domenico Leonardo, Presidente dell’Ymca, sono di elogio e di gratitudine a tutti i ragazzi per il temperamento maturo e la coesione del grup-

po, e al Coach Costa che ha dimostrato, se ce ne fosse ancora bisogno, tutta la sua professionalità e disciplina, continuando imperterrito a dare indicazioni ai suoi nonostante il match fosse già chiuso. In conclusione, citando il paragone calcistico del Presidente Leonardo, anche Siderno ha il suo Messi e il suo Neymar: Michele Fonte e Francesco Guttà. I due MVP della serata. Il sogno continua. Antonello Tinelli

veva invaso, isolato, senza nozione della sua causa" - scrive in "Alla ricerca del tempo perduto". Purtroppo oggi la sindrome di Proust colpisce gran parte della politica che avvertendo profumi di gloria segue la scia "senza nozione della sua causa". I platiesi, cara Leonardi, hanno bisogno di essere salvati. Innanzitutto da chi pensa che sulla loro maestosa vallata debba ergersi la statua di un cristo redentore. Da chi pensa che possa arricchire il proprio curriculum sulla pelle di chi per anni ha dovuto sopportare pregiudizi, pettegolezzi a mezza bocca e trappole divenute luoghi comuni che hanno fatto più stragi della lupara. Platì non ha bisogno di capricci, sbandate colleriche e narcisismo. Nè tanto meno di degustatori di gloria. Di brodaglia fatta di buoni propositi, i platiesi ne hanno vista fin troppa ed è tutta scomparsa nel buco gorgogliante. Platì non può essere un banco o meglio un palco di prova calcato da attori venuti da fuori a mettersi in mostra. Platì va "lavorata" come si fa con un vaso d'argilla, dall'interno verso l'esterno. Bisogna che siano i platiesi a darle forma da dentro perchè nessuno saprebbe modellarla meglio. Solo allora il narcisismo che viene da fuori sarebbe scusato e libero di salire sul palco. Cara Anna Rita, rimandi la missione a cui si è accodata, sia se il suo intento fosse quello di cavalcare l'onda, sia se fosse quello di far tornare a splendere il sole su Platì. La rimandi a quando saranno i platiesi a volerla tra loro. Nel frattempo lasci che siano loro a reggere la pipa di gesso da cui si staccherà la bolla di sapone. Maria Giovanna Cogliandro

LA REPLICA

Mio padre aveva una famiglia A seguito dell’articolo pubblicato la scorsa settimana su Riviera dal titolo “Enzo Alvaro, il re del cashmere di Siderno” ci ha scritto il figlio Salvatore Angelo, dispiaciuto per un “dormitorio”, a suo parere, usato a sproposito. Nell’articolo, infatti, viene scritto “Enzo adorava il suo lavoro e, ancora di più, soddisfare i suoi clienti; casa sua a Locri era per lui solo un dormitorio”. Sebbene l’intento di chi ha redatto l’articolo non fosse assolutamente quello di oscurare l’immenso bene che Enzo Alvaro nutriva nei confronti dei suoi familiari ma quello di sottolineare l’amore instancabile verso il suo lavoro, ci è sembrato corretto pubblicare le precisazioni che il figlio ci ha inviato. Mio padre, il re del cashmere, non aveva un dormitorio a Locri, assolutamente no. Aveva una famiglia, una moglie Carmelina e due figli, Elisabetta e Angelo, tre persone che hanno vissuto con lui 41, 37 e 33 anni... La moglie lo ha accudito fino all’ultimo minuto della sua vita, specie negli ultimi suoi sei mesi di malattia. La figlia stravedeva per lui, tanto da aver perso il lavoro pur di stare al suo fianco e accudirlo. Il figlio, vivendo al nord da 16 anni dove lavora in una famosa casa automobilistica, andava giù a trovarlo ogni 15 giorni e lui lo elogiava sempre dicendo "chillu fighimaaaa ndaviii i motori nto cervellu, lavura a Ferrari ed eu sugnuuuu fieruuu in Giùle meu". ALVARO SALVATORE ANGELO (figlio del re del cashmire e fiero di esserlo!)


La sanità nella Locride analisi e proposte L’Onorevole Mimmo Bova: Avviandoci verso l’Azienda Unica Regionale, il Circolo del Partito Democratico di Roccella Jonica ha programmato, per il giorno 19 maggio 2015, alle ore 18,30, presso l’Hotel Mediterraneo, un’ iniziativa pubblica sullo stato della sanità nella locride e sulle proposte per superare le criticità che essa presenta sul territorio. Vogliamo, ha detto Bova, avviare un’ approfondita riflessione con i soggetti protagonisti della sanità regionale e provinciale e con i medici che operano quotidianamente sul territorio, con l’obiettivo di porre, con la costituenda Azienda Unica Regionale, i cittadini al centro della riforma sanitaria.


SCUOLA

Gerace si afferma al Concorso Musicale Europeo Città di Filadelfia ttima affermazione per l’ensemble da camera formata da 7 allievi percussionisti frequentanti il corso a indirizzo musicale attivo presso la Scuola Media Statale “D.Scoleri” dell’Istituto Comprensivo “Cinque Martiri” di Gerace. Il 6 maggio scorso, infatti, con la votazione 98/100, i 7 giovanissimi sono stati i vincitori del primo premio assoluto della categoria C2 al Concorso Musicale Europeo Città di Filadelfia (VV) al quale hanno partecipato sodalizi musicali e musicisti provenienti da varie nazioni. L’ensemble formata da: Erika Scoleri, Chiara Mina, Douae Nechoua, Emanuele Custureri, Pietro Glioti, Jacopo Romeo e dalla più piccola Anna Spanò frequentante la classe prima media, sono stati diretti dal giovane docente prof. Valentino Basile musicista che insegna strumenti a percussione presso la Scuola Media di Gerace e che si dedica a questi giovani con tanta passione e dedizione. Attualmente Gerace vanta varie formazioni Musicali bandistiche e corali e ben dieci docenti di Musica e strumento Musicale operanti nella scuola statale, i quali svolgono anche intensa attività concertistica. Nel rispetto di questa grande tradizione musicale, l’Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria Ambito Territoriale per la Provincia di Reggio Calabria ha ritenuto opportuno attivare presso la Scuola Media Statale di Gerace il corso a indirizzo musicale avviato nell’anno scolastico 2002/2003. Il corso funziona con lezioni individuali (una alla settimana) di pratica strumentale che l’insegnante concorda singolarmente con l’alunno e con la sua famiglia. La preparazione e la competenza degli insegnanti, alcuni dei quali vantano una consolidata esperienza Orchestrale con Istituzioni Musicali Stabili di carattere Internazionale, garantisce la qualità di ogni singolo insegnamento. La Scuola, quindi, è in grado di offrire ai ragazzi che scelgono di frequentare detto corso, gratuitamente e per tre anni, un percorso musicale in piena regola durante il quale potranno verificare le proprie attitudini e i propri interessi verso questa disciplina. Alcuni ex allievi del Corso a indirizzo Musicale hanno scelto di intraprendere l’attività musicale come professione e

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attualmente frequentano il Liceo Coreutico Musicale di Cinquefrondi, il conservatorio “F.Cilea” di Reggio Calabria; mentre altri sono in organico, oltre che nelle formazioni musicali Geracesi e in varie formazioni musicali della Provincia. In passato le formazioni strumentali della Scuola Media dell’Istituto Comprensivo di Gerace si sono distinte in tutte le manifestazioni organizzate dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria Ambito Territoriale per la Provincia di Reggio Calabria esibendosi presso il Teatro

Comunale “F.Cilea” e il Duomo di Reggio Calabria. L’insegnamento dello strumento è impartito dai seguenti Docenti: Maria Bruna Rossetti - Pianoforte, Cosimo Ascioti e Giuseppe Gara - Tromba, Susanna Panetta - Clarinetto, Valentino Basile – Percussioni, Rocco Muscari Educazione Musicale. Per il successo ottenuto al Concorso Musicale Europeo Città di Filadelfia, viva soddisfazione hanno espresso tutti i docenti, le Collaboratrici Vicarie Leonilde Mazzone, Gabriella Reitano, Saveria Marturano e il Dirigente Scolastico Pasqualina Maria Zaccheria.

A scuola di Open Coesione: tra le scuole premiate G. Mazzini di Locri e La Cava di Bovalino Grande soddisfazione per l’Istituto Magistrale “G. Mazzini” di Locri e l’Istituto d’Istruzione Superiore “ F. La Cava” di Bovalino che sono riusciti a conquistare la top ten nel progetto “A scuola di Open Coesione”. Frutto di un accordo siglato nel 2003 tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica, “A scuola di Open Coesione” è un percorso innovativo di didattica interdisciplinare rivolto alle scuole secondarie superiori italiane che “promuove principi di cittadinanza consapevole, attraverso attività di monitoraggio civico dei finanziamenti pubblici”. I due istituti hanno scelto di monitorare due enti locali di rilievo nel nostro territorio “abbandonati” però tra le braccia di Kronos, nonostante i fondi europei inviati alla regione per il restauro e l’utilizzo dei suddetti. I ragazzi del team “Zephyro” del Mazzini giungono quasi alla vetta scegliendo di monitorare il Teatro di Locri il quale, sebbene sia stato completato, non è mai stato collaudato e dunque resta tuttora inutilizzato. Il decimo posto è invece conquistato dalle classi indirizzo scientifico del “La Cava” di Bovalino, che con il team “I Cavalieri del La Cava” scelgono di monitorare i fondi destinati alla conservazione e restauro del Castello di Bovalino Superiore: di questi fondi però soltanto il 20% è stato utilizzato e i lavori di ripristino vanno a rilento anche per la presenza di abitazioni private in una delle aree del Castello. I ragazzi sono stati seguiti, oltre dai docenti e dirigenti scolastici che hanno acconsentito al progetto, anche dagli esperti di Monithon Calabria, che hanno seguito gli studenti passo passo nell’ambito della ricerca.

I progetti sono stati presentati nella penultima tappa presso il Palazzo della cultura a Locri, il 9 maggio, data che coincide con la festa dell’Europa. Tappa storica, poiché ricordiamo che in un discorso del 1950 il Ministro degli Esteri Robert Schuman presentò l’idea di una forma di cooperazione politica per l’Europa, con l’obiettivo di una futura unione federale. Come tappa finale, la classe vincitrice e una delegazione per ognuno dei team della “Top Ten” saranno presenti alla cerimonia di premiazione che si svolgerà il 27 maggio a Roma. Gli studenti presenteranno lì i loro progetti e avranno la possibilità di dialogare con istituzioni, esperti di data journalism, monitoraggio civico e innovazione. Quindi ancora complimenti ai ragazzi che ogni giorno rendono sempre più orgoglioso il loro territorio dimostrandosi in unità non solo con la cultura, ma in particolare con la speranza e l’interesse che la nostra Locride abbia un futuro migliore di quello che fino ad oggi ha presentato. M. Cristina Caminiti

Primo posto per la scuola elementare di S. Ilario al concorso nazionale “Cibo sano, cibo per tutti” Il sindaco Pasquale Brizzi: «Grande successo, anche le scuole dei piccoli centri esprimono l’eccellenza» Sono gli alunni della quinta classe della scuola elementare di S. Ilario dello Ionio (RC), dell’istituto comprensivo “De Amicis-Maresca” di Locri, i vincitori del concorso nazionale “Cibo sano, cibo per tutti”, nella sezione Scuole Primarie. I giovanissimi studenti hanno svolto attività di ricerca per acquisire informazioni ed elaborare idee, quindi hanno ideato un gioco linguistico e scritto poesie al fine di sensibilizzare sul tema della fame nel mondo. Hanno espresso così dolore per i troppi che muoiono di fame, chiedendosi perché in diversi Paesi non c’è cibo a sufficienza, mentre in altre parti le risorse alimentari abbondano al punto che si potrebbe sfamare il doppio della popolazione presente sul pianeta. Sono andati alla ricerca delle risposte su questa disuguaglianza ed hanno anche compreso l’importanza di un’alimentazione corretta ed equilibrata, che tuteli la salute e combatta lo spreco. «Per fortuna esistono organizzazioni non lucrative di utilità sociale come la CESAR (oggi fondazione monsignor Cesare Mazzolari) che, fondata nel 2000, ha il fine di coordinamento di tutti gli enti impegnati a promuovere attività di cooperazione e sensibilizzazione a favore

delle popolazioni del sud Sudan» hanno evidenziato gli alunni nel loro progetto. «Siamo felici e orgogliosi del bellissimo successo ottenuto dai nostri ragazzi a questo importante concorso nazionale – dichiara il sindaco di S. Ilario Pasquale Brizzi –. Voglio perciò complimentarmi con gli alunni, i docenti e la dirigente scolastica Alafaci. Questo riconoscimento è la dimostrazione concreta che la nostra battaglia contro la chiusura delle scuole nei piccoli centri ha un’importanza fondamentale; anche un plesso situato in una piccola cittadina come la nostra, grazie all’impegno sinergico di tutti, riesce a esprimere l’eccellenza. Il successo è frutto dell’ottimo lavoro svolto e di una particolare attenzione su un tema di rilevanza assoluta. A tutti loro le nostre sincere felicitazioni» Il lavoro, insieme a quello degli altri vincitori per le varie categorie (oltre alla scuola primaria, la secondaria di primo e quella di secondo grado) sarà presentato in una mostra all’interno del Padiglione Italia all’Expò di Milano, in collaborazione con il Miur e il Progetto Scuola Expò.


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Un dialogo tra strumenti, musicisti e popoli il grande evento organizzato a Roccella

Grande entusiasmo per la musicaTransgenica Mentre il vento del sud soffia tra le corde della battente di Loccisano, Luigi Cinque, tra sax ed elettronica, esalta i colori dell’Africa nera e Badara Seck conquista con la sua voce potente

La musica transgenica”, lo spettacolo tra musica e cinema d’autore, organizzato dall’associazione culturale “Battente italiana” con il patrocinio del Comune di Roccella Ionica, ha conquistato il pubblico presente sabato scorso all’Auditorium della città jonica. Dialogano gli strumenti, i musicisti e i popoli: arriva da una dimensione che va “oltre” ogni schema e ogni confine la musica transgenica di Luigi Cinque e Francesco Loccisano. Oltre i generi e oltre le contaminazioni: gli strumenti offerti con un lin-

guaggio nuovo per un’originale e affascinante fusione di suoni. Il vento del sud soffia tra le corde della battente di Loccisano, mentre Luigi Cinque, tra sax ed elettronica, esalta i colori dell’Africa nera e la voce potente di Badara Seck; e ancora Federica e Simonetta Santoro, con la lira (che evade in sonorità inusitate per questo strumento) e il tamburello, dominano le melodie della tarantella, abbracciando i suoni del bacino del mediterraneo. Loccisano, sempre accompagna-

to dai talentuosi Tonino Palamara alle percussioni e Silvio Ariotta al contrabbasso, omaggia poi Bob Brozman, compianto guru mondiale della chitarra resofonica, con una sua composizione intrecciata al sax di Cinque. Poi il momento da brividi: i Tamburi di San Rocco e Antonio Infantino, un connubio Calabria/Lucania quasi a rompere i confini regionali sposando la “causa del sud”. I tamburi sembrano battere al ritmo di sentimenti ancestrali, mentre il carismatico Antonio Infantino con la

voce e il racconto cattura con la forza di un’espressione artistica che affonda le radici nella terra. Il tutto in un open set che ha coinvolto i presenti, dal palcoscenico alla platea, per le riprese del nuovo lavoro di Luigi Cinque: Pollino79/15. Il primo film di Cinque, il pluripremiato “Tanseuropae Hotel” (2013), invece, è stato proiettato subito dopo il concerto e sarà riproposto domenica 17 maggio, alle 19.30, all’Ombligo de la Luna di Caulonia Marina (RC). (ph. Pino Passarelli)

Concorso di idee per “Sette libri per sette sere” Si rinnova l’appuntamento estivo “Sette libri per sette sere”, che ha esordito l’anno scorso nella storica villetta comunale del Lungomare di Siderno. Promosso dall’ALB (Associazione Amici del Libro e della Biblioteca) per sottolineare l’importanza dei libri e dei pensieri in un vitale meccanismo di rinascita, quest’anno l’Associazione vuole ampliare ancor più la partecipazione del pubblico, chiedendo alla cittadinanza di unirsi alla scelta dei temi e dei libri da trattare. Per farlo è sufficiente scrivere una mail a questo indirizzo: albsiderno@libero.it , indicando il libro e il tema a cui si è interessati, magari motivando la scelta con qualche pensiero. Oppure si può partecipare alle riunioni. Sempre tramite mail, è sufficiente richiedere l’iscrizione alla mailing list dei soci, tramite la quale avere orario e luogo di riunione. L’ALB tiene molto al coinvolgimento della cittadinanza, sul cui sostegno ha sempre fatto affidamento. “Sette libri per sette sere” si svolgerà dal 29 luglio al 4 agosto. Altra attività in programma è rendere itinerante l’iniziativa “Te lo do io il libro”, che si svolge usualmente ogni seconda

domenica del mese in Piazza Municipio. In questi giorni si è sentito forte il bisogno, da parte delle contrade, di levare la propria voce, di avere uno spazio di aggregazione e di discussione di argomenti non prefissati. Il presidente ALB, Cosimo Pellegrino sostiene: “Il piano d’incontro che offrono i libri è universale, ognuno vi si può ritrovare. Ci teniamo a sottolineare che porre la cultura al primissimo posto è un bisogno primario: il contrario è negare la speranza di un reale cambiamento, anzi, essere remissivi e ossequienti a una mentalità che ci riporterà all’età della pietra, in cui l’unica cosa che rimarrà sarà la contesa del tozzo di pane. La cultura è talmente strategica che è l’unico modo per far fronte alle sfide sociali, economiche, perfino personali, che la globalizzazione ci pone davanti in modo inevitabile e imprevedibile. Vorrei ricordare che storicamente è dimostrato che quando le società involvono, bruciano i libri. Noi abbiamo assistito non già a un rogo, ma al seppellimento di una biblioteca, che doveva essere salvaguardata e curata dall’amministrazione che ha gestito Siderno in questi ultimi anni”. (Lidia Zitara)


RIVIERA

CULTURA E SOCIETA’ IL ROTARY-HANBURY DI SANREMO IN VISITA IN CALABRIA

Spartaco Fragomeni: “Questa è una terra dalla grande ricchezza umana” Martedì 12 maggio Siderno ha avuto il piacere di ospitare il gruppo Rotary-Hanbury di Sanremo, venuto in visita in Calabria. Tra i membri il dottor Spartaco Fragomeni, originario di Siderno e fratello del noto Paolo. La gita si è trasformata in una piacevole occasione di incontro di altri membri delle sedi calabresi Rotary, in particolare di Locri e Crotone. L’idea nasce proprio da Spartaco, che durante una riunione getta lì un’allusione a un viaggio in Calabria, subito accolta da tutti come piacevole digressione rispetto alle mete turistiche più convenzionali. “Mai ci saremmo immaginati un calore espresso in modo così tenero e affettuoso da parte delle persone e dei nostri amici soci. La Calabria ci è apparsa come una terra di grande ricchezza umana, di storia, di cultura, tradizione, non ultima una terra particolarmente vocata a una gastronomia eccelsa. Abbiamo potuto instaurare rapporti di amicizia con diverse persone, con cui già abbiamo in animo di portare avanti diversi progetti”. Tutto si è svolto spontaneamente, ma come se dietro ci fosse un’abile regia: tutto questo nasce da un sentire comune, che scaturisce dall’appartenere a un’associazione il cui fine ultimo è stare insieme e fare cose utili per la società. “Al di là delle idee politiche, la parte sana della società deve unirsi per portare avanti progetti che siano di beneficio per tutti, ma soprattutto per le generazioni a venire. Senza dubbio ci sarà occasione di futuri incontri e progetti in collaborazione”. Il Rotary Club Hanbury-Sanremo si è anche distinto per aver dato vita a una iniziativa importante: le cure mediche odontoiatriche per pazienti disabili non collaboranti. L’intera organizzazione, messa in essere all’interno dell’ASP di Sanremo, accessibile con tradizionale impegnativa, è stata cura di membri del Rotary Club, dall’impegno della sala operatoria fino alle cure specialistiche di anestesia e rianimazione. Il servizio consente alle famiglie di garantire ai loro parenti delle cure eccellenti con una degenza di poche ore e spese minime. Si pensa di poter estendere ad altre categorie deboli, come pazienti anziani affetti da Alzheimer. La Redazione

Le preziose litografie conservate nella gentilizia abitazione del barone Lupis torneranno a splendere Databili tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo riproducono figure di santi venerati in Calabria, realizzate a mano a Napoli e una a Palermo da tipografi di provate capacità ed esperienza.

Senza rendercene conto ci siamo trovati dinanzi delle importanti litografie, vere e proprie opere d’arte, ordinate e conservate gelosamente per la gioia di collezionare e per il piacere di serbare il ricordo, nella gentilizia abitazione di Grotteria dal barone Domenico Lupis (Grotteria 1.2.1883 - 29.07.1965), unitamente ad altre stampe antiche, lavori di artisti valenti e documenti autentici che tratteggiano la storia di questo centro dell’entroterra del versante jonico reggino. Molto ricca risulta, anche, la dotazione libraria, tra cui merita la dovuta attenzione la pubblicazione dell’Abate D. Orazio Lupis, Elementi di Storia o sia ristretto di un corso di Storia Universale, Vol. 6, Napoli 1804. Le litografie prese in esame risultano alquanto rare, databili tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo e riproducono figure di santi venerati in Calabria, realizzate a mano a Napoli e una a Palermo da tipografi di provate capacità ed esperienza. Non a torto Salvator Dalì ebbe a dire: “Chi è capace di creare immagini, come e quando vuole, non conosce la tristezza della realtà quotidiana e può dare libero sfogo alla magia delle sue allucinazioni”. Tutto ciò vuol esprimere l’incantesimo della fede che ha caratterizzato nel tempo, senza soluzione di continuità, la religiosità e la pietà popolare dei nostri borghi. Preliminarmente giova rilevare che il principio della litografia si basa essenzialmente sull’incompatibilità di alcuni inchiostri con l’acqua e l’uso di un particolare tipo di pietra calcarea, granulare, compatta e omogenea, avente uno spessore di 6-12 cm. per evitare lesioni sotto la pressione del torchio. Richiede, inoltre, una superficie piuttosto levigata sulla quale si disegna in modo speculare con una matita grassa. La pietra ha la peculiarità di trattenere nelle parti non effigiate un sottile strato d’acqua che il segno grasso rifiuta. Cosicché l’inchiostro aderisce solamente nella parte disegnata e viene respinto dalla pietra bagnata. La stampa avviene per mezzo di un torchio litografico. A lavoro finito, i singoli fogli vengono rimossi e fatti asciugare.

Per quel che riguarda il nostro assunto, abbiamo preso in esame solamente i ‘santini’ d’interesse storico-artistico dei comuni della valle del Torbido che l’avv. Domenico Lupis, attuale proprietario, ha inteso restituire al loro antico splendore. Questa settimana proponiamo: Maria SS. delle Grazie/ Si venera in Grotteria - Stabilimento a motor a scoppio Isaja - Palermo. Misura esterna cm. 50 x cm. 40, alla stampa (ovale) cm. 43 x cm. 36. Si tratta di una immagine della Madonna delle Grazie che si trova in una nicchia della navata di sinistra della chiesa matrice di Santa Maria Assunta in Grotteria,

realizzata a Palermo dalla tipografia Isaja. L’impianto scenico dell’ovale risulta perfettamente riuscito. All’interno, in un rettangolo, l’effige della Madonna assisa in trono che allatta il Bambino e quattro puttini. Troviamo, poi, sette angeli che reggono un drappo su cui vi sono scritte in latino, con chiarezza e precisione dei caratteri, quaranta frasi tutte attributi dell’Immacolata Concezione, confluite nelle Litanie Lauretane e tanti fiori di diversa natura e forma. Tutto ciò fa intendere che i “Madonnari” oltre ad essere consumati incisori erano, anche, conoscitori delle Sacre Scritture. Giovanni Pittari

Casino Macrì, la poderosa masseria ottocentesca Questa settimana il paese della nostra amata Locride sul quale pongo il mio accento è Locri. La sua fondazione, sebbene dalle fonti arguiscono pareri contrastanti, si colloca tra il 679 e 673 a.C. Secondo la cronologia di Eusebio era la sede adibita alla coltivazione degli alberi e all'allevamento dei cavalli; divenne anche nota per il complesso di norme emanate dal locrese Zaleuco, il primo "corpus" legislativo del mondo occidentale. In seguito Locri s'impose come base mercantile e anche militare, con un controllo dei traffici tra l'Italia centromeridionale e la Grecia, e rafforzò il suo potere fondando importanti colonie non solo sul versante ionico ma anche, superando l'istmo montagnoso del piano della Melia sul litorale tirrenico, le colonie di Hipponion: Vibo Valentia; Medma: Rosarno; Metauro: Gioia Tauro. Divenuto un importante centro commerciale nonché culturale, nel corso degli anni ha sviluppato una notevole mole artistica grazie al “Museo Archeologico Nazionale” e “gli Scavi” ricchi di storia e arte ma

anche per i suoi edifici di grande valore intellettuale come il famosissimo “Casino Macri”, sul quale mi soffermerò quest’oggi. Esso è una grossa masseria ottocentesca che costituiva il cuore del Podere delle Centocamere di proprietà dei baroni Macrì, con edificio padronale a due piani e basse case coloniche all'intorno. Il piano superiore dell'edificio ottocentesco è destinato alla nuova sezione museale dedicata alle testimonianze di età romana e tardoantica a Locri. Gli edifici moderni, come osservato fin dal XVIII secolo, inglobano strutture romane conservate in elevato fino al solaio del primo piano, per 4-5 metri di altezza. L'inizio della vita dell'area è attestato da strutture in ciottoli databili al momento della fondazione di Locri ovvero tra il VII secolo a.C., sulle quali si sovrappose, nella seconda metà del VI secolo a.C., il reticolo stradale regolare, che rimarrà immutato sino a età romana. Inusuale è la presenza in un settore centrale della città di quattro grandi fornaci, struttu-

re che solitamente si trovano ai margini dell'abitato. La stessa attività artigianale si protrae anche in avanzata età ellenistica IV-III secolo a.C., come mostra il rinvenimento di uno scarico di vasi malcotti. Dopo un lungo periodo di abbandono, all'inizio del II secolo d.C. l'area viene occupata da un grande edificio termale pubblico, la cui costruzione fu interrotta prima di realizzare coperture, impianti e finiture. Esso si

uniforma all'orientamento dell'impianto urbanistico greco: la fronte si affaccia sulla grande plateia che, fin dal VI secolo a.C., attraversa l'abitato da monte a mare fino alla Porta di Afrodite e conduce alla necropoli romana di Marasà Sud. Si sovrappone invece agli stenopoi e li cancella, occupando quasi due isolati. L'edificio romano del Casino Macrì è una poderosa struttura che occupa un'area di circa 1350 mq con muri lar-

ghi dai 60 ai 90 cm, costruiti in opera cementizia con paramenti in laterizi, forse fabbricati appositamente per questa costruzione. L'ingresso avveniva da un lungo corridoio, forse un portico, dal quale si accedeva a una serie di ambienti di servizio: vestiboli, spogliatoi, stanze per i massaggi, tra i quali una latrina, riconoscibile per la presenza di un canale fognario, su tre lati, su cui dovevano essere collocati i sedili. Da questi ambienti si passava a una grande sala centrale: frigidarium, attualmente collocata sotto al cortile della masseria, su cui si affacciavano due vasche e due ambienti più piccoli contrapposti, aperti sulla sala con grandi arcate. Dalla stanza 13, attraverso un piccolo vano di disimpegno si accedeva a una sequenza di sale riscaldate: calidaria, l'ultima delle quali servita da tre vasche. Questi sono gli unici ambienti che conservano una pavimentazione in ciottoli, laterizi e malta. All'esterno di quest’ala dell'edificio si disponevano una serie di locali seminterrati. Katia Candido


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LA ROSA DEIVENTI (mini rubrica a cura di Maria Verdiglione)

L'IMPORTANZA DI CHIAMARSI MARGUERITE

Chi è Marguerite? Una donna straordinaria, una delle prime donne giornaliste, una pioniera del giornalismo al femminile, la quale ha dato vita al primo quotidiano realizzato da sole donne. LA FRONDE, il giornale pubblicato a Parigi, con alterne vicende, fino al 1930. Per la verità c'erano state altre pubblicazioni dirette solo da donne ma erano durate solo pochi mesi. Marguerite guiderà questo giornale, ogni giorno, e attraverso le sue pagine puntualizzerà molto delle lotte femministe e le molte battaglie sulle rivendicazioni saranno vinte. Fra queste, la nascita di sindacati femminili e la richiesta di grazia per le donne condannate a morte. In più la battaglia per l'apertura alle donne di tutte le professioni. Purtroppo, come succede spesso a tante testate libere, anche LA FRONDE piano piano finirà per smettere di vivere per problemi finanziari, è chiaro! Infatti nel 1903 si trasformerà in mensile e vedrà la luce fino al 1905. Saltuariamente uscirà fino al 1914 per scomparire definitivamente nel 1930. Auguriamoci che qualcun'altra farà rivivere l'impegno e il coraggio di Marguerite!

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Una promessa nell'arte della fotografia: Nadia Panetta Nadia Panetta nata a Locri (RC), si forma presso l'Accademia John Kaverdash di Milano, tra le più prestigiose in Italia. L'esperienze di viaggio in giro per il mondo la portano ad approfondire la tematica del reportage con l'attenzione a tirare fuori l'animo umano in qualsiasi latitudine del mondo. Attenta osservatrice e studiosa della fotografia contemporanea, Nadia si sente molto legata alla corrente Magnum e quindi ai grandi della fotografia: Capa, Bresson, Scianna e tantissimi altri. Una fotografia raffinata quella di Nadia Panetta che rispecchia la stessa raffinatezza culturale che la giovane artista locrese ha, riesce a farci viaggiare con la mente, a legarci a un’immagine e farla nostra all'interno del nostro immaginario. Nel suo curriculum artistico troviamo mostre collettive e partecipazione a diversi concorsi nazionali, oltre a collaborazioni con riviste e giornali. Ama particolarmente la fotografia in bianco e nero ma anche nell'utilizzo del colore Nadia riesce a esprimersi con grande intensità. Giovane promessa dell'arte contemporanea ricorda sempre le sue radici calabresi, nei suoi viaggi sempre con la macchina fotografica in spalla cattura usanze e costumi, storia e leggende, aspetti sociologici e antropologici, una fotografia non sempre di facile lettura ma dietro a quei ritratti di anziani, donne, bambini e altro vi è un groviglio di storie vissute, di ansie e passioni, di gioie e dolori che Lei riesce a sintetizzare con un solo scatto. Per lei quindi la fotografia non è solo un mezzo di comunicazione ma è anche uno sguardo verso gli aspetti più reconditi dell'animo umano, non è solo comunicare ma è anche "sentire" e percepire... è uno stato di emozioni che la porta a produrre un notevole lavoro da inserire sicuramente nel panorama dei giovani emergenti dell'arte contemporanea in Calabria. Complimenti quindi a questa bravissima fotografa locrese dalla profonda sensibilità artistica che con la sua ottica ci pone sicuramente in una prospettiva diversa dove la riflessione è d'obbligo. l.r.

Locri: Partecipazione straordinaria per“Strawoman” C’era davvero moltissimo movimento, a Locri, domenica mattina. In occasione della festa della mamma, infatti, si è svolta la IV, partecipatissima edizione, di “Strawoman”, la manifestazione sportiva che ha per protagoniste assolute le donne. Erano davvero moltissime le presenze registrate in piazza dei Martiri, dove si stima che 750 donne, indossanti la tradizionale maglietta rosa simbolo dell’evento, si siano riunite per un flashmob prima della usuale passeggiata a passo di fitwalking. La manifestazione, che secondo l’organizzatrice Domenica Bumbaca, che ha voluto ringraziare tutte le associazioni partecipanti, è il segno evidente che la Locride sente il bisogno di manifestazioni di questo tipo, non aveva come scopo il semplice divertimento, ma il ben più nobile acquisto di un defibrillatore da destinare a uno spazio pubblico con l’intento di garantire maggiore sicurezza nell’ambito delle manifestazioni sociali e sportive. Il patrocinio del amministrazione comunale di Locri e la sponsorizzazione di molte attività commerciali del territorio hanno permesso alla manifestazione di avere quella visibilità utile ad apparire anche sulla tv nazionale, nella speranza che i valori e le ideologie con le quali viene organizzata da quattro anni a questa parte possano avere la maggiore visibilità possibile. Appuntamento rimandato al prossimo anno, dunque, quando, nel rispetto dell’andamento intrapreso, gli organizzatori si aspettano una partecipazione ancora più sentita e “stra…numerosa”! J.G.

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intervista alla Psicologa

Ci parli dell’ansia e delle sue conseguente

DOTT.SSA FLORIANA MASDEA PSICOLOGA-PSICOTERAPEUTA SPECIALIZZATA IN PSICOTERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE RICEVE PRESSO LO STUDIO RAYMAT, VIA CALVARIO, 15\A - 89046 MARINA DI GIOIOSA IONICA (RC) TEL. 0964\416856 - CELL. 393\5639490

Dottoressa Masdea, cos’è l’ansia e quali sono le sue conseguenze? L’ansia è un’emozione normale, che prova ogni soggetto sano. Ha la funzione di segnalare situazioni di pericolo o spiacevoli, permettendoci così di affrontarle ricorrendo alle risorse mentali e fisiche più adeguate. L’ansia, inoltre, produce un aumento dello stato di vigilanza, utile quando si devono affrontare situazioni impegnative (es. a un colloquio di lavoro non daremmo il meglio di noi stessi se fossimo completamente rilassati). Entro certi livelli, dunque, l’ansia è necessaria a ciascuno di noi; quando si è troppo ansiosi, però, diminuisce la capacità di pensare lucidamente e di risolvere i problemi. Quindi se proviamo un’ansia eccessiva cosa può succedere? Se l’ansia supera i livelli di normalità si può trasformare in: disturbo di panico, disturbo d’ansia generalizzato, fobia sociale, disturbo ossessivo compulsivo, ipocondria. Ci parli di questi disturbi… Il disturbo di panico è caratterizzato da frequenti e inaspettati attacchi di panico. Si ha un attacco di panico quando l’ansia o la paura provate sono così intense da produrre: tachicardia, sensazione di soffocamento, di svenimento, di formicolio, di irrealtà o di essere staccati da se stessi, dolore al petto, disturbi addominali, brividi di freddo o vampate di calore, tremori, nodo alla gola, sudorazione, confusione mentale, paura di

L intervista

a Rosa Maria Strangi

perdere il controllo o di impazzire, paura di morire. Il DdP è una patologia diffusa e invalidante, ha ripercussioni sulla vita lavorativa, familiare e sociale del soggetto. Le sensazioni provate durante il primo AdP sono così spiacevoli da indurre nel soggetto il timore di riprovarle, per cui si sviluppa una “paura della paura”. La persona tenderà a evitare le situazioni che teme possano provocarli o le affronterà soltanto dopo aver preso delle precauzioni. Per quanto riguarda il disturbo d’ansia generalizzato, la persona vive come se si aspettasse una catastrofe da un momento all’altro, in uno stato di preoccupazione quasi costante. Chi ha questo disturbo può trascorrere fino a metà della giornata preoccupandosi di eventi che potrebbero accadere. Le preoccupazioni eccessive sono accompagnate da almeno tre dei seguenti sintomi: irrequietezza, facile affaticabilità, difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria, irritabilità, sonno disturbato, tensione muscolare. La fobia sociale è caratterizzata dalla paura di essere giudicati negativamente in situazioni sociali o durante lo svolgimento di un’attività. Tipicamente le persone che soffrono di questo disturbo temono di poter dire o fare cose imbarazzanti e di esser giudicati ansiosi, impacciati, stupidi, deboli o “pazzi”. Questi timori possono essere presenti solo in alcune situazioni sociali (fobia sociale specifica) o nella maggioranza di esse (fobia sociale generalizzata). Per

non provare disagio, chi ha questo disturbo cerca in tutti i modi di evitare le situazioni sociali e, quando è costretto a parteciparvi, si sente imbarazzato, impacciato, affaticato e desideroso di andare via. Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è uno dei disturbi d’ansia più frequenti. È caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni, anche se, in alcuni casi, si possono presentare ossessioni senza compulsioni e viceversa. Le ossessioni sono pensieri, immagini mentali o impulsi che si manifestano ripetutamente nella mente di una persona e che sono percepiti come sgradevoli ed intrusivi. Sono spesso di natura bizzarra e, chi ne soffre è solitamente consapevole della loro infondatezza o esagerazione; tuttavia, in alcuni casi, si può

essere così ansiosi da non rendersi neanche conto che si tratta di pensieri che generano preoccupazioni irrazionali o quantomeno eccessive. Il contenuto di questi pensieri, immagini o impulsi può variare; ad esempio, ci sono persone che si preoccupano in modo eccessivo dello sporco e dei germi, altre che sono spaventate dall’idea di perdere il controllo dei propri impulsi aggressivi e fare del male a qualcuno. Le compulsioni, sono invece dei comportamenti ripetitivi (es. lavarsi le mani, controllare se lo sportello della macchina è stato chiuso, riordinare) o delle azioni mentali (es. contare, pregare, ripetere formule superstiziose), messi in atto per ridurre il senso di disagio e l’ansia provocati dai pensieri ossessivi. L’Ipocondria. Un paziente è ipocondriaco se continua a male interpretare alcune sensazioni corporee nonostante abbia ricevuto rassicurazioni mediche pertinenti, valide e ben fondate e nonostante abbia le capacità intellettive per poter compiere le inferenze opportune da tali informazioni. I soggetti con l’ipocondria possono allarmarsi se leggono o sentono parlare di una malattia, se vengono a sapere che qualcuno si è ammalato, o a causa di osservazioni, sensazioni, o eventi che riguardano il loro corpo. La preoccupazione riguardante le malattie temute spesso diviene per il soggetto un elemento centrale dell’immagine di sé, un argomento abituale di conversazione, e un modo di rispondere agli stress della vita.

“Anche se stiamo parlando di raggi ultravioletti, l’esposizione a queste lampade è molto meno rischiosa dell’esposizione al sole”

FototerapiaUVBabandastretta: lacurapervitiligineepsoriasi C

AMBULATORIO POLIFUNZIONALE DI DERMATOLOGIA, VIA SARDEGNA 25/27 GIOIA TAURO. INFO 0966/506776. CELL 334/1880192. TUDIO MEDICO POLISPECIALISTICO RAYMAT, VIA CALVARIO 15/A MARINA DI GIOIOSA JONICA, INFO. 0964/416856; A.G.I: MEDICA VIALE TOSELLI, 94 SIENA INFO 0577/222224

i sono malattie della pelle come la psoriasi o la vitiligine – le cui cause sono da cercare all’interno dell’organismo, oltre che nei meccanismi ancora sconosciuti tra psiche e corpo – che costituiscono un grave problema sociale. Si tratta, infatti, di patologie che comportano implicazioni importanti sulla qualità di vita del paziente legate soprattutto a un’alterata percezione dell’immagine corporea. Tra le terapie utilizzate per curarle, la fototerapia UVB a banda stretta, di cui abbiamo discusso con la dott.ssa Rosa Maria Strangi, specializzata in Dermatologia e Venereologia presso l’Università di Siena. La dott.ssa Strangi attualmente, oltre ad offrire i suoi servizi specialistici all’interno del suo studio privato di Gioia Tauro, collabora con lo studio medico polispecialistico Raymat di Gioiosa Jonica. In cosa consiste la fototerapia UVB a banda stretta? La fototerapia UVB a banda stretta (narrowband UVB) utilizza la luce a raggi ultravioletti emessa da particolari lampade, in cui la lunghezza d’onda è compresa tra i 311-313 nm. È una terapia ormai ampiamente utilizzata e sta diventando il trattamento di scelta per curare numerose malattie della pelle, quali psoriasi, vitiligine,

dermatite atopica, alopecia areata e tante altre. Quali sono i vantaggi rispetto ad altre terapie? Prima veniva utilizzata la PUVA, una terapia che associava ai raggi ultravioletti di tipo A (UVA) gli psoraleni, sostanze fotoattivanti. Con l’uvb narrowband non viene somministrato alcun farmaco, riducendo al minimo gli effetti collaterali. Inoltre, si tratta di una terapia assolutamente indolore, di rapida esecuzione, a basso costo (il costo della singola seduta si aggira intorno ai 25 euro) e con risultati clini-

ci soddisfacenti anche sul piano estetico. Stiamo parlando comunque di raggi ultravioletti… Non si corre il rischio di cancerogenesi? L’esposizione non è eccessiva: si parla di 10 minuti a seduta che però si raggiungono nell’arco del tempo. Si parte da qualche secondo e si aumenta progressivamente. Non c’è al momento evidenza di aumentato rischio di cancro della pelle da UVB a banda stretta. Quel che è certo e che l’esposizione a queste lampade è molto meno rischiosa dell’esposizione al sole, per quanto riguarda i tumori cutanei. In ogni caso, affinché il paziente sia assolutamente tranquillo, dopo alcuni mesi di fototerapia, sono solita consigliare una mappatura dei nei. Quali potrebbero essere gli effetti indesiderati? A metà percorso, quando la seduta si aggira intorno ai 5 minuti, la pelle potrebbe mostrare un leggero eritema oppure si potrebbero avvertire sensazioni di calore, prurito o bruciore, che, però, vanno via nell’arco di una giornata, applicando delle semplici creme lenitive o doposole. Quanto potrebbe durare la terapia? La durata varia a seconda della patologia. Ad esempio, in caso di vitiligine, per ripigmentare le zone ci vogliono

dai 4 ai 12 mesi. È necessaria una terapia di mantenimento? Certo, se all’inizio sono previste due o tre sedute settimanali, la terapia di mantenimento può essere di una volta a settimana, così da non incorrere in recidive. Possono ricorrere a questa terapia le donne incinta e i bambini? Sì, opportuni protocolli terapeutici ne permettono l’uso anche su donne incinta e bambini, anche in età prescolare. Questo è possibile perché la terapia va ad agire sulla cute e non sugli organi interni. Spesso, nel caso ad esempio di dermatite atopica nei bambini, si preferiscono i raggi ultravioletti anziché ricorrere a terapie a base cortisonica. Quali soggetti non possono sottoporsi a questa terapia? È sconsigliato esporsi a questo tipo di raggi ultravioletti a chi ha già avuto tumori cutanei (epiteliomi basocellulari e melanomi), a chi è affetto da lupus eritematoso, a chi si è sottoposto a pregresse terapie con radiazioni ionizzanti. Devono poi prestare molta attenzione i soggetti con pelle chiara e bisogna, inoltre, accertarsi, soprattutto nel caso di bambini, che vengano sempre indossati gli occhiali foto protettivi.


Arcobaleni Jonici Sembrano prodigi, ma sono soltanto effetti ottici, illusioni del cristallino, guasti dell’etere, percezioni forzate da microcristalli di ghiaccio, dalle pietre preziose del cielo futili e sante. Sembrano regali magici, ma sono arcobaleni reali, fantasie compiute, la luce fatta a pezzi che sovrasta la nostra terra riarsa rendendola un incanto, una fiaba misteriosa, il deposito perduto dei sogni, la porta verso il cielo, ma è soltanto Calabria, presente e viva, e a volte misteriosa.

Incontri culturali L’assessore regionale Guccione incontra in libreria niente popò di meno che Maria Teresa Fragomeni che, tra manualistica e saggistica, trova lo spazio per fare una foto con lui e con Ketty Belcastro.

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Gemelli Veltri del giornalismo giornalismo nd Due gra issimi del cevolmente di pia o an nostrano convers nea. Filippo Veltri letteratura contempora sentazione de pre la i att inf e uc introd o romanim ult o”, litt de “Lo strano lli. me Ge zo di Bruno

Cinque voti… lle liste presentazione de ciato la e Durant biamo incro ist di centrosin ra ab rtecipanti abitupa i lo sguardo con dendidato a sindaco. ca ali dei comizi del ri convinti, cinque Cinque sostenito sicurati! voti as

Amore per i libri Roberta Strangio ha una passione così smodata per la lettura che i libri, prima di acquistarli, li legge tutti d’un fiato in libreria. Spesso, mentre le ore passano, fa preoccupare anche tutta la famiglia!

Evoluzione Oliverio Non è cambiato di una virgola, il presidente della regione Mario Oliverio. Di una virgola no ma di qualche pelo sì, mentre i suoi occhi trasmettono sempre quella fiducia per cui l’elettorato l’ha scelto!

Mare, pane e orto Quando la vita è bella. Frafrà, pescatore e contadino mangia e beve natura tutto l’anno. tra una sigaretta, un caffè e un buon bicchiere di vino, sente il profumo della stagione: fave e lardo con il Librandi, acciughe sotto sale con il Mantonico. Cin cin.

pleanno! Buon com ri di buon comel augu Tantissimi o “alla zia più bella d sta n e n u q va a o n am i an ple Lidia e parte di ch mondo” da ra (Loredana, Lucina, te, anche n o e n g lm si bella guri, natura Rosaria). Aua tutta le redazione! d

e Bella stagione, belle git si ne, gio sta lla be la ata Cominci . rta po ri fuo e git le intensificano l’assocaizione con pa Cap tra Pie a mo Qui sia che ringraziano i “Giovani per la Locride”, no accompaghan li signori di Natile che te una giornata nati e rifocillati duran indimenticabile.


SETTIMANALE

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Il ritorno di Ezio Sport Torna sul corso di Siderno la vecchia conoscenza del negozio “Ezio Sport”. Abbracciato al buon Mimmo Panetta, Ezio ogni tanto riemerge dai suoi vaggi in giro per il mondo per un saluto alla cara Siderno.

vero artigiano n Con un partigiano vero è uo p ld n A u , ro re a a it c Toc no P 0 anni) ere. Roma vero piac terzo da sinistra: 9 te (il den Chiantelladro Vitale e il presi ria concon San labrese per la sto rgi. e Se to ca dell’Istituporanea Pantaleon m te

Pers ona Abb i amo da K ggi di p f a rud neg mo ce ilo tend ozio di so che vrcato un er enza abbi arca p becc di Si gliam sse la ersonag s g e ato i dern l sol o… nto di moglia de io ito M Ma a l a g iche bbia giore le M mo acrì!

ella n nton ippo è uuce il tro A a r d d i G en f n r a o l Pe tonel ove c ”, al c n , d “Perfidia nel corsoi A e c e o h Anc i Viva V evisivo emiche lismo d d l a el voltoramma t erose po . Il giorn avvive r o g m n p r o u o r e n s p nv ò, di dell’ialità, per mpre. se qu

I due Spencer Bud e Peppe sono un classico esempio di separazione coatta alla nascita. Il primo, nuotatore di successo e attore di fama internazionale, il secondo cannottiera tutto il giorno e Locrideo col pedigree. La storia li ha separati, ma la somiglianza non lascia dubbi. Stiamo lavorando sulla stazza!

Gioi o L Torb’Unione gioioso si sinda daci ido v dei C asse ci, de ss ie o l’Ass lle due ne feste muni de ore esso g g i g o i io at lla Va Anto r ninoe Regionse (Fuda a dai gi lle del De G ale a e Ve oiosi s per l aetano, i Traspo stito) co inrt n ’occa inte sion rvenui e. to

iatria r ped o Vestito e p i d c nia di i arre sinda Nuov r Oliva e il alla cerimoia a seguir o ì t m ia ign bini Mons da Dr. Mamedi per ped enza Bam se ic s r i f accolt na degli arna di bene lle dottore a g e conse della 1ª c romossa d Demartino to li, p ica, SolidaSculli, Mitt e Romeo.

l xpo tato e a ll’E no è s . Grazi azzi e a g n o di r ern ide 015 ri ra azio ola Sid ni di S xpo 2 i nost esent a scu ro. E , r n lo o arc a di 015 na p n u dal Il M onist o TIE2 ato u nza co erso tag ett cre sta div pro prog anno e a di Paese h tual un vir

DOMENICA 17 MAGGIO 23

I “mass-mediatici” Joe Infusini, de “il fattoonline Barbara Panetta di “Corrie ” e Locride” sgomitano per accapare una notizia ma, quando si acc rrarsi orgono della fotocamere, fanno gli am iconi e sorridono all’obiettivo…

man awo e di r t S di ion e alla gran nifestazeso part e del , e l n a o Picc nte la m anno pr e le don e alla t h Dura scorsa Locri tut zie anchozio a a g di l neg enic io gr domfitwalkin prensor zione deam com rtecipa Bum B pa Bim

Amici di vecchia data Questo simpatico signo re si è avvicinato a Pietro chiedendogli “Ti ricord Fuda i di me?” Fuda ci ha pensa riconosciuto l’amico d’in to ed ha testimonia questa foto fanzia, come d’epoca.

A suon di Prochilo Benito Prochilo impegnato in una settimana molto culturale, considerato che anche lui esce dalla libreria. Aspettiamo che torni a cantarci una canzone!



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