Riviera nº 20 del 13/05/2018

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IN BREVE

la vetrina

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È stato presentato come un intervento di portata storica per rompere l'isolamento del santuario. 20 milioni di euro sono stati finanziati dalla Regione Calabria per collegare Polsi alla Statale 106

Una strada per spaventare la 'ndrangheta Le 'ndrine sono state coinvolte in operazioni transcontinentali in Europa, America del Nord, America Centrale, America Latina, Australia, passando per l'Africa. La 'ndrangheta vola, controlla porti, tiene in pugno metropoli e sono convinti che una strada la renderà inaccessibile?

MARIA GOVANNA COGLIANDRO 20 milioni di euro sul tavolo. Il governatore Oliverio l'aveva promesso al vescovo Oliva e così è stato. Polsi avrà un collegamento alla Statale 106. Ma come, mi sono chiesta, costruiranno una strada come si deve per collegare, quello che hanno permesso che nell'immaginario nazionale e internazionale divenisse il santuario della 'ndrangheta, il luogo per eccellenza in cui avvengono i summit delle cosche? Spianeranno la strada a crimine? Poi leggo meglio la notizia e apprendo che l'intento è esattamente l'opposto: far sì che non ci siano più luoghi inaccessibili in cui le organizzazioni 'ndranghetistiche possano agire indisturbate. Ancora siamo ancorati all'idea di una 'ndrangheta da bosco e sottobosco? Ancora crediamo che la 'ndrangheta che conta balli la tarantella e giochi a morra? Vogliono abolire il vuoto di tutti questi anni con una strada. Una strada che cancelli come una spugna il dubbio, il sospetto, il crimine che vi hanno visto e coltivato agli occhi del mondo. Una strada in cui si possa procedere sicuri e cominciare daccapo, che neghi il "qui non è possibile" e le nevrotiche fandonie.

La 'ndrangheta arretrerà spaventata da uno stradone? Il crimine ha conquistato arcipelaghi di potere in tutto il mondo assicurandosi una privilegiata posizione di ologarchia nei mercati della droga globale. Le 'ndrine sono state coinvolte in operazioni transcontinentali in Europa, America del Nord, America Centrale, America Latina, Australia, passando per l'Africa. La 'ndrangheta vola, controlla porti, tiene in pugno metropoli e una strada la renderà inaccessibile? E poi quale ditta accetterà di eseguire i lavori se Polsi è il covo delle cosche? Chi vigilerà affinchè proceda tutto liscio? Serviranno dei controlli speciali! Polsi, per i veri credenti, è pellegrinaggio, è ricerca religiosa, ottenimento di una grazia, adempimento di un voto. Non mi si dica che si inaugurerà una nuova strada per chi si reca una volta l'anno a pregare e rendere grazie alla Madonna. Chi ci va guidato dalla fede non si fa certo scoraggiare da una strada impervia. Si tratta dell'ennesimo futuro idiota che ci si diverte a inaugurare sorridendo di fronte a un nastro.


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SAN LUCA

Il “Movimento per il Mezzogiorno” si mobilita per il ritorno della democrazia Martedì 8 maggio il “Movimento per il Mezzogiorno” ha organizzato, presso la sala consigliare del Comune di San Luca, una conferenza stampa durante la quale ha annunciato il proprio impegno affinché il paese di Corrado Alvaro torni presto alle urne. Anche se la brevità dei tempi non ha permesso né permetterà la formazione di una lista che possa concorrere alle amministrative del prossimo 10 giugno, il movimento politico culturale ha dichiarato inaccettabile, in una nota stampa che ha preceduto l’evento, che la legge sullo scioglimento dei Comuni continui a incombere come una spada di Damocle sulla società civile sanluchese, che da troppo tempo non vede l’utilità di dotarsi di un’amministrazione che sarà quasi sicuramente sciolta. Staremo a vedere, adesso, se l’impegno da Movimento sarà sufficiente a un ritorno alle urne almeno per il prossimo anno.

LOCRI

GIOIOSA JONICA

Lo scontro diretto per la poltrona di sindaco sarà Calabrese - Carabetta Il concorrente di Giovanni Calabrese ha finalmente un nome: si tratta di Vincenzo Carabetta, medico molto conosciuto e stimato a Locri e presentato dalla sua variegata compagine come “un professionista di innegabile equilibrio e competenza amministrativa, oltre che persona saggia e determinata”. Così, mentre Calabrese ha rinnovato il proprio impegno per la città secondo la formula “squadra che vince non si cambia”, che lo ha spinto a ripresentare i suoi sotto il marchio di fabbrica “Tutti per Locri”, dopo mesi di azione nell’ombra e aver dato adito alle più pindariche speculazioni, la grosse koalition che cercherà di minare la sovranità del sindaco uscente ha finalmente rivelato di volersi presentare sotto il nome di “Scelgo Locri” e, stando alle prime dichiarazioni programmatiche, intende impegnarsi affinché la città di

Greco tenterà di detronizzare Salvatore Fuda Scaduti i termini per la presentazione delle liste elettorali, è scampato il pericolo che l’agone politico di Gioiosa Ionica sia un ménage a trois. Intenzionato a proseguire sulla falsa riga dell’operato appena concluso, il sindaco uscente Salvatore Fuda ripresenta la propria squadra pressoché al completo sotto il rinnovato simbolo “Gioiosa Bene Comune”, nella convinzione che i cittadini gli rinnoveranno la fiducia per

Nosside esca finalmente da un “impasse provincialista” dalla quale è rimasta schiacciata per troppo tempo. Nel momento in cui scriviamo ancora non conosciamo l’esatta conformazione delle liste (Calabrese presenterà i suoi alle 18 di questa sera presso il Teatro Comunale), ma è bene ricordare che, quali che siano gli effettivi candidati, pur di essere un’alternativa valida a Calabrese “Scelgo Locri” ha riunito sotto il suo vessillo persone dalla più disparata storia politica: da Antonio Guerrieri a Francesco Macrì, da Dario Marando ad Alfonso Passafaro, e poi Carmine Barbaro, Francesco Capogreco, Davide Chianese, Raffaele Ferraro, Giuseppe Fortugno, Livio Ravanese e Marco Pizzinga che, ne siamo sicuri, un ruolo importante, in questa elezione, sono pronti a ricoprirlo…

ciò che è stato fatto in questi anni. Come accade a Locri tuttavia, pur di minare le certezze del primo cittadino uscente, anche a Gioiosa si è costituita una coalizione di larghe intese composta da “Idee in Movimento” e dai locali gruppi del PD e di Forza Italia, che sotto la guida di Tito Greco si presenteranno con il nome di “Cambiamo Gioiosa”. Niente da fare, invece, per la lista “Insieme per lo sviluppo”, guidata dall’ex sindaco Domenico Loccisano che, dopo l’abbandono di alcuni candidati in pectore confluiti nella compagine di Greco, si sarebbe prodigato nelle ultime settimane in svariati appelli all’impegno civile rivolti ai propri concittadini che, non avendo tuttavia sortito gli effetti sperati lo hanno costretto a dare forfait agli avversari ancora prima di imbarcarsi nell’agone politico.

Gli alti e bassi dell’economia meridionale mineranno lo sviluppo della ZES? Qualche settimana fa la Regione Calabria ha approvato il Piano Strategico della Zona Economica Speciale di Gioia Tauro, il cui auspicabile successo potrebbe fare da traino all’intera economia calabrese. In questi giorni la stampa nazionale ha riportato notizie riferite al Sud Italia che delineano a sommi capi il contesto economico ove il progetto ZES andrà a collocarsi. Ovviamente sono notizie il cui significato non è né del tutto positivo né, fortunatamente, del tutto negativo. Insomma, v’è qualche luce e qualche ombra. Alcune buone notizie giungono dal Settimo Rapporto La Malfa, realizzato dall’omonima Fondazione e presentato di recente a Napoli, presso la sede del Mattino. C’è un Mezzogiorno, quello delle medie imprese, che recupera terreno e riduce il divario con il Centro-Nord. L’incidenza del costo del lavoro sul valore aggiunto è infatti pari al 69,6% nel Mezzogiorno rispetto al 69,3% del Centro-Nord. Lo studio, che si basa sui dati di bilancio delle imprese, evidenzia però anche il basso numero di imprese al Sud: 265 sulle 3.376 atti-

vità esistenti in Italia, con un calo del 27% nel 2016 rispetto al 2008. Persiste poi un evidente malessere per le condizioni economiche del territorio e l’elevata disoccupazione, soprattutto giovanile. Campania, Puglia e Sicilia, tuttavia, fanno registrare valori assimilabili alle Regioni del Centro-Nord. Il resto del Sud arranca, e in qualche caso arretra, Calabria compresa. Una notizia senz’altro positiva riguarda poi l’intera nostra nazione. Un’importante istituzione statunitense ha collocato l’Italia tra le “top ten” per capacità di attrazione di investimenti esteri. È la prima volta che l’Italia si attesta tra le prime dieci al mondo. Primi sono gli Stati Uniti, da ben 6 anni, poi il Canada e via via. La Francia che è pure tra le prime dieci. Ma l’Italia ha guadagnato ben tre posizioni, superando di gran lunga la Spagna e il Portogallo. L’ultima cosa che riguarda il Meridione d’Italia, e che certo positiva non è, è riportata nella lunga intervista rilasciata da Tajani e pubblicata dal “Il Messaggero” del 2 maggio scorso. La bozza di previsione del bilancio UE prevederebbe un taglio

del 7% dei fondi di coesione, destinati alla riduzione del divario economico tra regioni più avanzate e quelle meno. La politica agricola comune poi subirebbe una sforbiciata del 5%. Insomma l’Italia rischia una riduzione di tre miliardi di euro delle dotazioni finanziarie. Tajani auspica che al più presto si formi in Italia un governo, che sia capace di fronteggiare tale situazione, limitandone o azzerandone la portata. In conclusione, giustamente alto è l’interesse e vivo l’entusiasmo per i passi avanti che la Regione Calabria ha fatto e sta facendo nella realizzazione del progetto ZES. È però importante cercare di capire se e in quale misura attorno a tale progetto sussistano quelle condizioni economiche, locali e di macro portata, che possano agevolarne lo sviluppo e auspicabilmente il decollo. Staremo a vedere. Ernesto Campiti Dottore commercialista Roma



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IN BREVE

politica

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In Calabria operano centinaia di pasdaran (sono tali loro malgrado) che hanno il compito di manomettere la democrazia, svuotare di significato le elezioni (che così diventano un rito inutile) e fare in modo che la stessa volontà popolare venga falsata.

In consiglio regionale ci sono 100 addetti alle “strutture speciali” oltre che i consulenti esterni e quindi i “gruppi” politici. Tutti insieme intercettano notevoli risorse. La spesa annuale per i soli addetti alle strutture speciali del Consiglio Regionale (escludendo la Giunta) è di poco meno di 8 milioni annui. A che fare? Praticamente niente se non svuotare dall’interno la democrazia.

La politica calabrese “svuotata” dalle strutture speciali ILARIO AMMENDOLIA etto senza retorica alcuna: Aldo Moro e Peppino Impastato sono morti, (pur da postazioni diverse se non opposte), per la Libertà e per la Democrazia. I due hanno in comune solo la data di morte e il tentativo perfettamente riuscito da parte di settori importanti dello Stato di inquinare le indagini e impedire la ricerca della verità. Esiste un filo rosso che collega quella parte dello “Stato” che decise lucidamente di sopprimere Aldo Moro e di proteggere gli assassini di Peppino Impastato e lo Stato attuale per come si manifesta in questo particolare momento storico. Una inquietante continuità che mira a tenere fuori dal “Palazzo” la gente comune. Finora, nella storia d’Italia, sono cambiati i metodi ma il fine è stato sempre lo stesso: tenere il popolo lontano dal potere. Bisogna coprire questo vuoto ed è urgente che qualcuno si faccia carico della necessità di far diventare “Stato” gli esclusi della Calabria e del Sud. Con questo spirito abbiamo deciso di esser presenti alla vigilia del 9 maggio tra la gente di San Luca, un piccolo paese che diventa un nodo strategico nella lotta per la democrazia e l’attuazione della Costituzione. Ci è sembrato questo il modo migliore per onorare la memoria di Moro e di Peppino Impastato. Abbiamo partecipato a una bellissima assemblea, seria, tesa, a volte conflittuale, ma sempre autentica. Assolutamente consapevoli che se oggi la democrazia muore a San Luca, domani sarà soppressa in tutta la Calabria. E proprio guardando da quella postazione strategica appare chiaro come i “partiti”, le “istituzioni”, i “rappresentanti politici” fuggono dal proprio popolo. Disertano i paesi sfibrati, delicati e difficili per poi introdursi negli stessi paesi a fari spenti alla ricerca di voti, di boss e di preferenze. Non è così che si rende onore alla memoria delle vittime del 9 maggio 1978. Noi riteniamo che rispetto a 40 anni fa la Repubblica sia più debole e pertanto ancora più in pericolo. È crollata verticalmente la “Politica”. Nel 1978 in difesa della democrazia si mossero tutti i partiti e soprattutto un popolo che si ritrovò compatto sui valori della Costituzione. Oggi, e Dio non voglia che se ne presenti la necessità, in caso di pericolo non si muoverebbe neanche un cane a tutelare questo “Stato” occupato da poteri non “eletti” (prefetti, magistrati, banchieri ecc) e da politicanti di scarso valore. Non c’è più il golpismo strisciante ma la democrazia viene svuotata manomettendo la volontà popolare e la libera dialettica tra le parti. Voglio fare un solo esempio ma se avrete la pazienza di leggere ne coglierete la drammaticità e l’importanza: qualche anno fa durante il dibattimento nel corso

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di un processo che ha avuto una vasta risonanza anche fuori della Calabria, un ex capo di una “struttura speciale” del consiglio regionale risponde al PM che la sua nomina a capostruttura era di “natura squisitamente politica” e riconducibile al controllo (da parte sua) di un “pacchetto” di circa 500 voti. Lui era uomo di “destra” ma, in quella tornata elettorale, i “suoi” voti li aveva portati a “sinistra”. Cinquecento uomini per un posto di lavoro! Non ci vuole molta fantasia per capire che, in casi come questo, la Politica ha già ceduto il passo ai faccendieri. Non sono un moralista e quindi non pongo una “questione morale” ma un serio problema politico. Se un dipendente di una struttura speciale porta in dote 500 voti, trecento ne spostano centomila. Il riquadro riassuntivo che pubblichiamo a fianco dimostra in maniera inoppugnabile che operano in Calabria centinaia di pasdaran (penso siano tali loro malgrado) che hanno il compito di manomettere la democrazia, svuotare di significato le elezioni (che così diventano un rito inutile) e fare in modo che la stessa volontà popolare venga falsata. Solo in consiglio regionale ci sono 100 (cento) addetti alle “strutture speciali” oltre che i consulenti esterni e quindi i “gruppi” politici. Tutti insieme intercettano notevoli risorse. La spesa annuale per i soli addetti alle strutture speciali del Consiglio Regionale (escludendo la Giunta) è di poco meno di 8 (otto) milioni annui. A che fare? Praticamente niente se non svuotare dall’interno la democrazia. Ne coglie la gravità di una tale “scelta” il presidente del consiglio regionale? È lecito in casi come questi lo “scambio di voti”, oppure perché tale pratica politica risulti repellente deve avere il timbro dell’antindrangheta ufficiale? Voglio augurarmi che i responsabili di tali scelte avvertano il baratro democratico che si sta spalancando sotto i loro piedi. Conosco qualcuno che lavora nelle “strutture speciali”. Ottime persone, certamente migliori di me, e che avrebbero tutto il diritto di lavorare ma non in questo modo. Lo dico per loro prima che per altri! I fondi destinati alle strutture speciali, ai gruppi politici, sono consistenti! Decisamente molto di più che in altre Regioni d’Italia e così tanti che utilizzandoli bene si sarebbe potuto creare un reparto pediatrico regionale di assoluta eccellenza oppure un centro oncologico di avanguardia. Invece abbiamo centinaia di persone al servizio dei vari “caudillos” che imperversano sulla nostra Regione come un devastante tsunami che s’è abbattuto sulla Democrazia scuotendola dalle fondamenta.


LA COPERTINA Biancofiore Michaela, bolzanina e parlamentare della Repubblica Italiana in nome e per conto del suo ventriloquo Silvio Berlusconi, per giustificare l'opposizione della sua parte politica a elezioni che si dovessero tenere nel prossimo mese di luglio, se ne è uscita, durante la trasmissione televisiva “L'aria che Tira”, con l'espressione: “Al Sud non possono permettersi di fare le vacanze e, se votassimo a luglio, consegneremmo quella parte d’Italia al M5Stelle.”

Ma Michaela pensa? Ci dica l’onorevole cosa vorrebbe che facciamo e, magari, se la situazione per lei è davvero così sconveniente, scelgano loro, lei e tutti i crucchi produttori di speck e crauti che l’hanno votata e rappresenta, un posto dove mandarci d’estate. A loro spese, beninteso.

remetto che io non sono di quelli che del campanile hanno fatto una ragione di vita. Parola di boyscout. Tant'è che, da pisciàru, non ho mai avvertito nei confronti dei cipujàri, gli abitanti di Gioiosa Superiore (vai a sapere perchè superiore) quella vitalizzante antipatia che si impossessava dei miei compagni di squadra tutte le volte che giocavamo il derby di calcio. Non capivo il senso delle parole che venivano dette nello spogliatoio prima della partita e non vedevo negli avversari i nemici di novanta minuti. Solo non sopportavo quel loro vezzo - ormai quasi del tutto scomparso - di apostrofare chiunque con la parola “cùgiu” (cugino). Un po' come fanno oggi gli immigrati che arrivano da Marocco, Algeria e Tunisia. Analogamente, non nutro sentimenti ostili nei confronti dei fratelli d'Italia che popolano il nord, nonostante, durante i miei soggiorni in quelle lande, abbia dovuto ingoiare qualche rospo piuttosto indigesto. Come quella volta in cui, a Padova, dopo esserci accordati sulle condizioni di affitto di una camera, i proprietari, marito e moglie, appurata la mia provenienza calabrese, mi dissero di non tornare. A quei tempi la Lega Nord non era ancora nemmeno uno schizzo negli occhi di quei mangiatori di anguille e esisteva già il detto secondo il quale la madre degli imbecilli era sempre gravida a prescindere dalla latitudine. Un giorno all'improvviso, però, accade che tale Biancofiore Michaela, bolzanina che esercita la professione di parlamentare della Repubblica Italiana in nome e per conto del suo ventriloquo Silvio Berlusconi, per giustificare l'opposizione della sua parte politica a elezioni che si dovessero tenere nel prossimo mese di luglio, se ne esce, durante la trasmissione televisiva “L'aria che Tira”, con l'espressione “ . . . al sud non possono permettersi di fare le vacanze e, se votassimo a luglio, consegneremmo quella parte d’Italia al M5Stelle.” Fatta la dovuta tara dei danni causati dal criceto che, verrebbe da pensare, alloggia all’interno del cervello della signora, non puoi, tuttavia, non domandarti se l’espressione “volèmose

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bene” abbia una valenza bilaterale o se, in caso di risposta negativa, non sia più attuale il vecchio modo di dire “Eu ti portu ‘n còju e tu mi mùzzichi ‘i spàji”. Per cui ti incazzi, rinneghi di colpo le tue convinzioni precedenti e ti accorgi che stai gridando al suo indirizzo: -Ma tu guarda ‘st’austriaca ‘i mmerda! Ma, siccome sei una persona mediamente civilizzata e tollerante, subito ti penti e ti dici che è voce dal seno uscita involontariamente (come è successo a Buffon alla fine della partita con il Real Madrid) e che, in fondo, ha detto una cosa vera. Noi meridionali, in effetti, non siamo famosi per essere degli instancabili giramondo, non passiamo l’inverno a spulciare carte geografiche e a consultare agenzie di viaggi alla ricerca della esotica meta del nostro prossimo viaggio estivo, non ci affanniamo a mettere da parte giornalmente i resti del carlino per la crociera di bassa stagione nel Mar Baltico. Il massimo del nostro impegno in fatto di vacanze lo dedichiamo alla scelta se passare ferragosto a Croceferrata o restare in spiaggia come l’anno prima. Cocomero sotterrato nella battigia compreso. Ne siamo consapevoli senza che qualcuno debba ricordarcelo così come ne conosciamo il motivo che sta tutto nel non disporre dei mezzi - giustamente fa notare l’onorevolessa - per potere andare in vacanza. E ci dispiace che questa cosa rappresenti un problema per la signora Biancofiore e per i suoi correligionari e ce ne scusiamo anche. Ma, in tutta franchezza, non sapremmo come toglierci e toglierla d’impaccio. Noi questi siamo. Ci dica lei cosa vorrebbe che facciamo e, magari, se la situazione per lei è davvero così sconveniente, scelgano loro, lei e tutti i crucchi produttori di speck e crauti che l’hanno votata e rappresenta, un posto dove mandarci d’estate. A loro spese, beninteso. Per noi andrebbe bene qualunque cosa: un B&B, la pensione Mariuccia, una colonia estiva come quelle che una volta organizzavano i dopolavori aziendali. Addirittura e per quanto timorosi per le difficoltà alle quali andremmo incontro non essendo abituati al lusso, per far loro piacere, ci sacrificheremmo ad accettare anche un resort quale

che sia e in una qualunque delle tante isole tropicali. Ci faccia sapere la signora Sissi Biancofiore e, al contempo, si faccia portatrice presso la corte asburgica, della nostra costernazione per avere dovuto subire, contrariamente alle nostre preferenze, la debosciata dominazione borbonica in luogo del più carismatico e mitteleuropeo tallone di Cecco Beppe. Certo qui di Silvi Pellico, di Guglielmi Oberdan e di Amatori Sciesa da mandare al patibolo neanche a parlarne: siamo gente terra terra e mica abbiamo tempo da perdere per fare il Risorgimento. Per noi tiremm’ innanz significa solo tiriamo a campare. Coltivando la speranza di riuscire a mettere insieme il pranzo con la cena. In cambio, però, i nostri vecchi ci hanno lasciato una grande tradizione di ospitalità e accoglienza e, in ossequio a questi valori per me sacri, se accetterà l’invito, che qui e ora le faccio, di venire mia ospite in Calabria, le offrirò, come in quel canto del popolo Penan, le pareti della mia capanna e il bianco dei miei occhi. E se, vedendomi sorridere, me ne domandasse il motivo mi guarderò bene dal confessarle che mi sono ricordato dello striscione esposto al San Paolo dai tifosi napoletani nel corso della partita di ritorno con il Verona in risposta allo striscione esposto all’andata dai Veronesi al Bentegodi. Quello veronese recitava: VESUVIO PENSACI TU. La sentenza napoletana fu: GIULIETTA È ‘NA ZOCCOLA. Sergio M. Salomone PS: Certo, potrei azzardarmi a dire che, se non possiamo permetterci di andare in vacanza è anche perché, in vent’anni di governo, la Nostra e i suoi sodali a tutto hanno pensato meno che a tentare di risollevare il Meridione dalla miseria ma, hai visto mai!?, un argomento così serio potrebbe avere effetti disastrosi sul criceto e, nel caso venisse a saperlo Michela Vittoria Brambilla, sarebbero uccelli per diabetici. Meglio di no.

Onorevole Biancofiore, stia serena, il sud non esiste Stia tranquilla l’onorevole Biancofiore Michaela (si noti la vezzosa acca centrale) che al voto non si andrà in estate. E questo non perché al Sud non possiamo permetterci le vacanze, semmai sono piuttosto i parlamentari come lei a soffrire il caldo estivo e prendersi una vacanza lunga tre mesi, durante la quale vengono nel silenzio varate tutte le stangate dell’anno successivo. Tutti d’accordo per le stangate, tutti compatti, veloci, pronti con la manina sul pulsante e l’accendiamo. Se l’onorevole Biancofiore rivela una fifa boia dei Movimento 5Stelle (che vincerebbe a mani basse una tornata elettorale a breve termine), commette però un errore di valutazione analitica che non ci saremmo mai attesi da un’esponente di Forza Italia (…). Il Sud non esiste, gentile onorevole, non esiste più da secoli. Graziosamente annientato da persone come lei e i suoi predecessori. Se Biancofiore

teme un compattarsi del Sud attorno ai pentastelluti, ragiona tanto male come Pino Aprile, e vede prove dove ci sono coincidenze: vede quel che vuol vedere. Pareidolia o pensiero desiderativo, così si chiama in psicologia, ma in questo caso il pensiero non è tanto desiderativo quanto apprensivo. Non si capisce bene come mai Biancofiore l’abbia tirata così forte al Sud, al punto da dire che non abbiamo i soldi per le vacanze. Per carità, spesso è vero (io ad esempio non li ho), ma una buona parte del Sud non ha bisogno di andare in vacanza, trovandosi già nei posti di vacanza più accorsati d’Italia. Ma perché da parte della Forzista scagliare un dardo così amaro, col rischio di alienarsi quelle simpatie di cui Forza Italia ha sempre goduto al Sud? Sarà rosicamento? L. Z.


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Nei giorni scorsi si è riacceso il dibattito sulla legge contro le infiltrazioni mafiose nelle amministrazioni locali. Da più parti si invoca un'urgente modifica. Dopo 27 anni in cui si è gettato fango su centinaia di comunità del Mezzogiorno ci si accorge che la legge non funziona.

Scioglimento comuni, la legge con cui si è liquidato il Sud Diversi i punti su cui si dovrebbe intervenire: l’ampia discrezionalità di cui gode il prefetto nel decidere se inviare o meno una commissione d’accesso; l’impossibilità per i sindaci e gli assessori incriminati di difendersi; la terzietà dell’autorità giudicante.

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Pare che piano piano se ne stiano accorgendo tutti. La legge contro le infiltrazioni mafiose nelle amministrazioni locali va cambiata. Il problema è che se ne stanno accorgendo dopo 27 anni. In 27 anni dall'introduzione della legge sono stati sciolti 304 consigli comunali, 105 solo in Calabria (di cui 9 annullati a seguito di ricorso). In quattro e quattr'otto sono stati mandati a casa intere amministrazioni e chi si è visto si è visto. Una soluzione spiccia, troppo spiccia. Una cura che si è rivelata peggio della malattia. Dopo aver gettato, con rude disinvoltura, un'ombra su intere comunità, imprimendo deliberatamente un'impronta di mafiosità su ogni cittadino, non si è stati in grado di sradicare la presenza mafiosa negli enti locali, tanto meno di garantire i diritti di chi ha scelto di dedicare la propria vita alla politica e tutt'a un tratto viene messo alla porta senza avere la possibilità di difesa. La legge prevede, infatti, una sorta di sospensione amministrativa automatica del diritto di accesso alle cariche elettive, in conseguenza di un mero quadro indiziario, che fa riferimento a «concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare con gli amministratori», senza precisare di che genere siano questi «elementi». E la decisione di questa sospensione è affidata a un organo governativo. Si tratta perciò di una decisione squisitamente politica, oltre che altamente discrezionale. L'ampia discrezionalità di cui gode il prefetto nel decidere se inviare o meno una commissione d'accesso in un comune è stata contestata nei giorni scorsi dal consigliere metropolitano Pierpaolo Zavettieri (anche se a dire il vero il suo disappunto nei confronti della legge non è affatto una novità) e dall'ex sindaco di Marina di Gioiosa Domenico Vestito (ravvedutosi, invece, dopo l'invio della commissione d'accesso presso il suo Comune). L'assist per riaprire il dibattito sull'inefficacia della legge è stato fornito dal procuratore Gratteri, il quale lo scorso 1 maggio ha dichiarato che la legge va cambiata, individuando, però, come unico neo il fatto che i commissari prefettizi non abbiano abbastanza poteri, condizione che comporterebbe il congelamento dell'amministrazione per 2 anni. "Il commissario prefettizio deve stare al Comune sciolto per mafia sette giorni su sette - ha aggiunto Gratteri - e avere ampi poteri di amministrare e di annullare tutte le delibere. (...) occorre dare potere al commissario come se fosse il sindaco". Per Gratteri l'allargamento dei poteri ai commissari renderebbe la legge più efficace. Noi ci permettiamo di dissentire. Quello suggerito da Gratteri sarebbe un correttivo monco. E non siamo i soli a pensarlo. Il senatore di Forza Italia, Giuseppe Mangialavori è del nostro avviso: "L'allargamento dei poteri ai commissari prefettizi da solo non potrebbe bastare". E a questo proposito ha condiviso la recente riflessione di Domenico Vestito, secondo il quale l'auspicabile revisione della legge dovrà tenere in conto le eventuali responsabilità degli apparati burocratici che, come è noto, fanno da cerniera tra il potere politico e quello mafioso, dal momento che è la burocrazia a curare le procedure, gli appalti e le trattative. Altro punto su cui si sofferma Vestito riprendendo quanto dichiarato recentemente dal deputato PD Antonio Viscomi e ribadito la scorsa settimana da Mangialavori e dalla consigliera regionale Wanda Ferro, è la necessità di affiancare e sostenere in modo significativo le comunità colpite dallo scioglimento del comune. Vestito ricorda il caso di Roma Capitale: in quell'occasione non ci fu nessuno scioglimento per mafia, nessun commissariamento. Marino rimase al suo posto, anche perché non aveva alcuna intenzione di dimettersi (Marino può permetterselo), ed è stato affiancato dal prefetto Gabrielli. Perchè Roma sì e tutti gli altri no? - si chiede Vestito e ci chiediamo anche noi. Possibilità di difendersi: questo un altro correttivo proposto da Vestito, Zavettieri, Mangialavori e Ferro, e da noi sottolineato più e più volte. È doveroso in uno Stato di diritto assicurare ai sindaci e agli assessori "incriminati" la facoltà di approntare una difesa ai rilievi della Prefettura. Ultimo punto su cui si trovano d'accordo tutti: la terzietà dell'autorità giudicante. "È inaccettabile - dichiara Vestito che un provvedimento così invasivo per la vita di intere comunità civiche nasca, si sviluppi e si concluda esclusiva-

LA SETTIMANA

mente nell’ambito degli apparati del ministero dell’Interno. Che autonomia di giudizio possono avere commissari che devono riferire a un prefetto dal quale dipendono, il quale a sua volta deve passare la palla a un ministro che è il suo capo, il quale, infine, deve confrontarsi con la compagine di governo di cui è parte integrante? Meglio, invece, sarebbe affidare la decisione finale a un'autorità indipendente o a una sezione specializzata del tribunale competente per territorio, dove prevedere un contraddittorio serio e approfondito". Ma al di là delle modifiche da apportare alla legge "i primi a dover dire di no ai criminali e ai corrotti sono i partiti - sottolinea Viscomi - in particolare al momento della selezione e proposizione delle candidature. La politica, se vuole, e quando vuole, sa arrivare prima della magistratura". A fargli eco Wanda Ferro: "Chi fa politica e conosce il territorio, conosce le storie delle persone, non ha bisogno del certificato del casellario giudiziario per decidere chi candidare". Si è tentato negli anni di fare luce sui partiti e sulla responsabilità di chi seleziona i candidati. Ci ha provato la Commissione parlamentare antimafia con un codice di autoregolamentazione sulle candidature, che però si è rivelato un fiasco totale. Ci ha provato il Consiglio regionale della Calabria con il Codice Etico di Autoregolamentazione sulla trasparenza dei candidati alle elezioni. Doppio fiasco. Si vuole contrastare ogni forma di collusione con la 'ndrangheta utilizzando dei codici di autoregolamentazione che non prevedono sanzioni temute? Siamo al ridicolo. Qualcuno ha proposto anche di stilare una classifica che tenga conto del "grado di mafiosità" di ogni singolo partito, grado che emergerebbe da un'attenta analisi dei meccanismi decisionali e di selezione dei candidati. Una classifica pubblica stilata annualmente dalle istituzioni centrali dello Stato. Questo scoraggerebbe i partiti ad accettare tra le proprie fila esponenti che ne infesterebbero l'immagine agli occhi dell'opinione pubblica. A un osservatore superficiale potrebbe anche sembrare una buona idea. Ma ci si dimentica delle liste civiche che, nei nostri comuni, vanno per la maggiore. In quel caso come ci si regolerebbe? Va detto, inoltre, che a minacciare un comune non vi sono solo le associazioni criminali di stampo mafioso: bisogna, infatti, considerare anche quelle cordate di potere, non propriamente mafiose ma che neppure vantano medaglie di rettitudine, che per difendere i propri interessi possono allearsi con i mafiosi o addirittura parteggiare con l'antimafia solo perchè vedono la mafia come un avversario che mette a rischio la propria egemonia negli "affari". Anche in questo caso, come ci si può regolare? La legge è da rifare, sì. Ma nel frattempo si è gettato fango su centinaia di comunità, per il 96% del Sud, e interi territori sono oggi meno competitivi di un tempo.

Il senatore di Forza Italia Marco Siclari ha voluto visitare l’ospedale di Locri per poter “toccare” con mano il disagio vissuto dagli utenti. Accompagnato da Emanuela Barbuto, ha affermato di aver compreso quali sono le ragioni che ci fanno gridare all’emergenza e promesso interventi immediati.

Il Presidente del Consiglio regionale Nicola Irto è divenuto questa settimana membro del comitato si coordinamento della Conferenza dei Presidente della Assembee legislative regionali. L’incarico è stato accolto di buon grado da Irto come la possibilità di essere parte integrante del rilancio del sud.

La battaglia per la messa in sicurezza della SS106 da parte dell’associazione “Basta Vittime” questa settimana ha incrociato le strade del presidente ANAS Armani e del governatore Oliverio. Armani ha accettato una lettera dall’associazione ma un appello rivolto al Presidente della regione è caduto nel vuoto.

Il Giro d’Italia ha percorso le strade della Calabria e, grazie a un’iniziativa di Coldiretti, la manifestazione si è rivelata occasione ottima per distribuire la nostra frutta a km 0 durante un evento organizzato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e da ISMEA a partecipanti e spettatori.

Quando sapremo cosa ne sarà del Comune di Siderno? In tanti si chiedono quali siano i tempi necessari alla commissione insediatasi a Siderno lo scorso 23 ottobre prima di deliberare se il Comune verrà sciolto o meno. Cerchiamo di chiarirlo. La commissione, formata da tre funzionari della pubblica amministrazione, svolge la propria attività per 3 mesi, prorogabili per altri 3. Al termine, compila una relazione conclusiva che invia al prefetto, il quale redigerà un’altra relazione entro 45 giorni da inviare al Ministero dell’Interno. Quest’ultima relazione non è inviata finché non è consultato il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, integrato dal procuratore della Repubblica competente per territorio e dal Procuratore Distrettuale antimafia competente per territorio. Pertanto l'esito si conoscerà verso fine luglio.



13 MAGGIO - 10

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È morto Mario Briglia, un combattente

Ai più giovani probabilmente il suo nome dice poco ma Mario Briglia per tanti anni è stato dirigente di primo piano del PCI di Caulonia e amministratore comunale. Si era poi trasferito a Reggio Emilia e non per sua libera scelta Infatti, negli anni Ottanta, aveva subito una serie di devastanti intimidazioni di carattere mafioso a cui aveva resistito con consueta fermezza e indomito coraggio finché ciò è stato umanamente possibile. Era un combattente! Lo dimostrava la cicatrice sull'arcata sopraccigliare sinistra infertagli da una bomba lacrimogena sparata dalle celere nella piazza di Reggio Emilia mentre era in corso un tentativo di portare al governo i neo fascisti. Siamo stati insieme consigliere comunali di opposizione in anni lontani e, insieme ai miei concittadini, abbiamo apprezzato la compostezza, la serietà, il rigore e l'impegno. Caulonia democratica lo ricorda perché Egli ha un suo posto di diritto nell'albo di coloro che si batterono per il proprio Paese e per i più umili. Caulonia Lo indica come esempio alle future generazioni. Ilario Ammendolia

40 anni fa ci lasciava Ciccillo Murdaca

Il 9 maggio 1978 moriva Ciccillo Murdaca, fondatore dell’azienda Murdaca che si occupa dei trasporti turistici regionali e interregionali con sede a Portigliola e Tivoli. A quarant’anni dalla morte di Ciccillo la famiglia vuole ricordarlo come uomo disponibile e lavoratore, fonte di impegno e di ingegno per i suoi cari e la sua terra. Gentile più del necessario, paziente e dal cuore umile, anche se scomparso prematuramente ha lasciato un’impronta nella continuità della sua azienda che ha fondato come un albero robusto, che cambia le foglie ma non le solide radici.

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Perché non si poteva intitolare lo stadio di San Luca a Corrado Alvaro Pare che a San Luca non sia piaciuta a molti la decisione di intitolare lo stadio comunale a Corrado Alvaro. L’equazione è stata facile: Alvaro non ha scritto di sport, come ad esempio Saba, con le sue poesie per il gioco del pallone; non risulta lo abbia mai praticato e, pertanto, intitolargli lo stadio è come intitolare una biblioteca a Schillaci, da molti dimenticato centravanti di una Nazionale che ha fatto sognare. Acutamente Antonio Strangio ha colto il paradosso di una voce popolare, cui (ed è l’unica colpa nella gestione dell’evento) non si è avuto il tempo sufficiente per spiegare le motivazioni rigorose di questa esemplare decisione. Ho avuto modo anch’io di dolermi con il Commissario Prefettizio Gullì, nel momento in cui plaudivo convintamente alla decisione adottata, del fatto che la Fondazione nazionale «Corrado Alvaro», con sede in San Luca, non fosse stata coinvolta nell’organizzazione dell’evento, consentendole di coadiuvare gli organi comunali nella formulazione e nella esplicitazione degli ottimi motivi che hanno originato la scelta. Probabilmente l’accelerazione delle procedure e dell’organizzazione dell’evento non lo ha consentito; e, comunque, la sostanza vale certamente più della forma. E allora... perché non si poteva non intitolare il campo ad Alvaro? Sarebbe facile e l’ho scritto troppe volte per ripeterlo ancora che se San Luca è co-nosciuto nel mondo, al di là dei ben noti fatti criminosi, lo si deve al fatto che Alvaro l’ha elevato, nell’immaginario letterario, a paese dell’anima in tutta la sua opera, pur senza quasi mai nominarlo, se non come Potamia, il toponimo antico. Sta di fatto che in tutto il mondo San Luca è associato ad Alvaro, che ha fatto del suo paese natale una indimenticabile metafora della condizione meridionale; e, come tale, essa vive e vivrà ben al di là delle contingenze della cronaca. Tra venti anni nessuno, se non gli storici del calcio, ricorderà chi era Schil-laci. Da sessanta e più anni Alvaro continua a vivere, con la sua opera e nella sua opera, in Italia come all’estero; e stanno a dimostrarlo gli oltre duemila studi che si son accumulati sullo scrittore, le venti lingue in cui è stato tradotto etc. etc. Di più: Alvaro è divenuto l’icona della Calabria; e non a caso il Palazzo della Provincia è stato intitolato nel suo nome. San Luca avrebbe potuto e dovuto secondo una proposta che era stata avanzata aggiungere al suo toponimo “Alvaro”, come ad esempio è stato fatto per San Mauro Pascoli. Purtroppo l’iniziativa non è andata avanti; e c’è voluta l’opera meritoria di un Commissario prefettizio, il dott. Gullì, perché almeno lo stadio comunale fosse a lui intitolato, nel segno di quei valori per cui ha speso tutta la sua

vita. A vent’anni, come ho ricordato in un mio recentissimo libro, Alvaro ha giocato su un campo ben più pericoloso di quello calcistico: le trincee della Grande Guerra, tra assalti e morti cruente e mutilazioni, come quella, permanente, che ha subìto a una mano; e subito dopo il fascismo, combattuto con rigore morale prima con la scrittura giornalistica, poi con il silenzio della resilienza, dopo qualche tentennamento, poi nuovamente con la discesa in campo, che ne causò una condanna a morte in contumacia. E nel secondo dopoguerra, come ha sempre attestato Enzo Biagi, è stato fino alla morte, nel 1956, lo scrittore che più ha impersonato in Italia la coscienza civile dei valori e della meridionalità. Senza tacere della ‘ndrangheta, senza tacere tutto ciò che deturpa e inficia la vita della società calabrese. Non vi pare abbastanza per intitolare uno stadio nato nel segno della lotta per la legalità, per la pari opportunità, per la rinascita di una società non degradata nel nome di Corrado Alvaro? E dunque allo scrittore che è stato un esempio di come si possa sconfiggere la negatività della condizione storica e sociale? E dunque allo scrittore che, partendo da un paese dell’entroterra calabrese, si è imposto come una delle voci più alte del suo tempo? Alvaro, a suo modo, è stato un atleta della cultura e della scrittura: ha mo-strato in modo esemplare che, partendo da condizioni proibitive, si può lottare e vincere. Instilliamo in quei bambini che giocano sul campo di calcio l’orgoglio di essere sanluchesi come Alvaro e come lui capaci di giungere alle mete più alte: magari nell’Inter o nella Juve o nel Napoli. Partendo dall’«Alvaro» di San Luca. Avrei avuto piacere, da ormai antico centravanti in disarmo, di essere pre-sente a quell’intitolazione; ma ero impegnato nella Abilitazione Scientifica Na-zionale, come sempre al servizio dello Stato. Avrei avuto il piacere di cooperare a quest’evento, quant’altri mai meritorio, e di stringere con calore a nome della Fondazione la mano del Prefetto e del Commissario prefettizio, che l’hanno voluto e realizzato, individuando l’intitolazione dello stadio nell’interprete più alto e riconosciuto e duraturo della Calabria del Novecento. Aldo Maria Morace Presidente della Fondazione Alvaro Ordinario di letteratura italiana nell’Università di Sassari Segretario dell’Associazione degli Italianisti

Bandiera politica?

Con tutto il rispetto per i roccellesi, penso che è un eccesso individuare per ben 16 volte sempre e solo la spiaggia di Roccella, quando esistono altre zone della Calabria Jonica che sicuramente sono belle e incontaminate come quella di Roccella, in cui esiste anche un porto. Mai che si parli di Caulonia, di Marina di Gioiosa, di Brancaleone, di Bianco, tanto per citare alcune zone. Mi viene un sospetto, per la 16ª volta, che si tratti di politica. Forse sbaglierò. Enzo

La Madonna, acqua pura in un mondo peccatore Si premette di voler fare delle riflessioni, senza la presunzione di dettare verità già note, o di avere l’arroganza di invadere il campo altrui. Le invasioni di campo lasciamole ai contadini che arano il proprio terreno, o ai giocatori di calcio. L’altra sera hanno fatto vedere in un programma televisivo il miracolo di Lourdes. È sempre la solita storia, ma ogni volta sembra nuova, e affascina molto! In modo particolare la risposta della Madonna a Bernadette, quando dichiara di essere l’IMMACOLATA CONCEZIONE! Certamente questa affermazione lascia sbalordito il prete a cui Bernadette la riporta, poiché proprio in quel periodo 1854, il Papa, PIO IX, per mettere fine a tutte le discussioni su questo argomento, aveva promulgato un dogma nel quale si affermava che nel primo istante del suo concepimento, per una grazia e un privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, la Madonna veniva preservata dal peccato originale! Il dogma viene emanato nel 1854, mentre nel 1830 (ben 24 anni prima) una novizia, in un convento di Parigi, poi assurta agli onori degli altari, S.Catherina Labourè, aveva avuto un’apparizione della Madonna che la invitava a far coniare una medaglia con scritte le seguenti parole: “O Maria, concepita senza peccato pregate per noi che ricorriamo a Voi”. Come si vede la Vergine insiste per comunicare come è avvenuta la sua nascita, lo dice pure a Bernadette, già prima del dogma di papa Pio IX, anzi si può affermare che il dogma conferma la nascita immacolata della Vergine. Il fatto che pochi attimi prima del concepimento sia stato cancellato il peccato originale, questo chi lo può affermare con certezza? Quando la Madonna comunica del modo immacolato della sua nascita, è nell’eternità, cioè fuori del tempo, dove non esiste anno, conseguenzialmente

conosce che avverrà l’emissione del dogma, e quale necessità di comunicare prima personalmente agli esseri umani di essere nata senza peccato originale? La Madonna nasce senza peccato originale perché non c’è stato rapporto tra S.Gioacchino e S.Anna! Altrimenti perché l’angelo sarebbe andato ad avvisare S.Gioacchino, nel deserto, di rientrare perché S.Anna aveva concepito? S. Caterina Labourè aveva comunicato all’umanità questo messaggio, ma quale necessità di farlo, addirittura coniando una medaglia, se poi il papa avrebbe emanato il dogma? Da quanto detto, umilmente, si può dedurre che S.Anna ha avuto Maria per parto verginale, senza l’intervento di S.Gioacchino! La Madonna non è stata neanche lontanamente sfiorata dal peccato originale, ecco perché è stata assunta in spirito e corpo in paradiso! Ogni tanto, ripotare alla memoria e scrivere di questi argomenti fa bene, specialmente negli attuali momenti di grande incertezza nei quali ci troviamo. A casa nostra, uomini di paglia, che pur avendo avuto tanti voti dal popolo, raggiungendo la maggioranza, non riescono a trovare un accordo per formare un governo. Nel mondo, guerre, esseri umani trucidati con armi chimiche che colpiscono anche tanti bambini provocando orribile morte! Si arriva a massacrare ragazze, metterle in valigie e gettarle lungo i bordi delle strade fuori città! Scrivere della Madonna è come trovarsi in una spiaggia assolata, assetati e bere un fresco bicchiere d’acqua cristallina! Riportandoci a quanto premesso, certamente, non si vuole invadere l’attività professionale di qualcuno, ma solo dare qualche istante di riposo mentale, di raccoglimento, suscitando dei dubbi che spingono al desiderio di conoscere sempre di più la verità. Brown Jo





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LO ZIBALDONE

Quanto volete ancora abusare della nostra pazienza? Ho letto un articolo – intervista. “Probabilmente sarei stato costretto a tornare a vivere con mio padre che ha 97 anni, in attesa di maturare i 67 anni per la pensione. Sarei stato costretto a chiedere l’elemosina davanti a una chiesa”. Mi ha rattristito. Ho avuto la visione di un esodato, di colui che, improvvisamente, si pone un problema esistenziale. Di colui che non è più giovane ma neanche vecchio. Di colui che sta nel limbo. Del nuovo povero che è costretto a mettersi in fila, magari in giacca e cravatta, per un pasto alla Caritas. È davvero umiliante per uno nato nel 1954 essere costretto a tornare a vivere con l'anziano padre. Essere costretto a sopravvivere con la magra pensione del genitore. È frustante in quanto può presupporre il sorgere della inutilità di una esistenza. Lo spazzar via la dignità dell'uomo. “Una cosa è certa: se le condizioni fossero state quelle di oggi io non avrei lasciato il mio lavoro. Mia moglie mi avrebbe lasciato”. Al dramma di quest'uomo se ne aggiunge un altro. Avrebbe perso anche la famiglia. Sarebbe stato un totale fallimento. Una immane sconfitta. Un vuoto a perdere. Ho riletto l'articolo. “Se non avessi avuto il vitalizio, nel periodo in cui non sono stato deputato, probabilmente sarei stato costretto a tornare a vivere con mio padre che ha 97 anni, in attesa di maturare i 67 anni per la pensione. Sarei stato costretto a chiedere l’elemosina davanti a una chiesa. È questo che si vuole oggi dalla politica? Finché il costo della politica sarà considerato uno spreco, fino a quando non si ricomincerà a capire che il costo della politica è un bene per il paese forse la finiremo con questo assurdo ‘babbio’ del taglia taglia… Una cosa è certa: se le condizioni fossero state quelle di oggi io non avrei lasciato il mio lavoro per fare politica. Non mi sarebbe convenuto. Mia moglie mi avrebbe lasciato”. L'intervistato è il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Gianfranco Micciché, il pupillo di Berlusconi. Il padre, Gerlando, il povero pensionato sociale, era un alto dirigente del Banco di Sicilia. Suo fratello Gaetano è

Direttore Generale di Banca Intesa Sanpaolo, l'altro fratello Guglielmo è il vice presidente del Palermo; suo zio Luigi invece, fu consigliere della stessa società di calcio alla fine degli anni cinquanta. È stato dirigente d'azienda, per undici anni, presso l'Istituto Regionale per il Finanziamento delle Industrie in Sicilia (Irfis), controllato dalla Regione e dalla banca dove lavorava il padre. Nel 1984, grazie alla conoscenza di Marcello Dell'Utri, diventa dirigente di Publitalia '80, azienda di Silvio Berlusconi, per la quale diviene direttore della sede di Palermo prima e di Brescia poi. È stato parlamentare in 5 legislature. Nel 2001 viene nominato vice-ministro dell'economia e delle finanze con delega allo sviluppo del Mezzogiorno e diviene docente a contratto di “Politiche di sviluppo e pianificazione delle opere pubbliche nelle aree deboli” all'interno del Dottorato di ricerca in Trasporti dell'Università di Reggio Calabria. Dopo la crisi di governo del 2005 è nominato Ministro per lo sviluppo e la coesione territoriale. Attualmente è Presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana dopo esserlo stato dal 2006 al 2008. È stato più volte sottosegretario di stato. Non voglio fare il calcolo di quanti milioni di euro abbia incassato (è stato eletto anche nella circoscrizione Calabria), ma mi chiedo e gli chiedo: con che faccia ha rilasciato tale intervista? Non sono un medico e per avere una superficiale conoscenza anatomica non occorre la laurea. Generalmente la faccia è collocata nella parte superiore e davanti del corpo umano, quella situata nella parte inferiore e in basso è un'altra cosa. È mai possibile che non si abbia più alcun ritegno? O forse, essendo nato il 1° aprile del 1954, ha inteso scherzare sulla pelle dei veri disgraziati? Un consiglio," se non avesse il vitalizio sua moglie l'avrebbe lasciato", potrebbe generare un equivoco sul suo rapporto di coppia. Miccichè e sodali: quo usque tandem abutere patientia nostra? Tonino Carneri

CALABRESE PER CASO

Istruzione. Abitudini e prassi

i sono atteggiamenti e pensieri che molto spesso sembrano degli automatismi. Sembrano, in verità, una sorta di dato acquisito della nostra esperienza e del nostro vivere quotidiano a cui non facciamo più caso salvo se, qualche volta, qualcuno o qualcosa ci costringe a soffermarci. Difficoltà e ostacoli per i quali, anche se siamo pronti a guardarci dentro, alla fine nelle nostre menti hanno solo la durata di un battito d’ali. Sono, queste, abitudini di pensiero e prassi consolidate nella condotta delle nostre azioni che contraddistinguono il nostro vivere e il nostro agire e che spiegano, se fossimo attenti osservatori di noi stessi, il perché proprio l’abitudine piuttosto che la rassegnazione di affidarci al contingente, contrassegna le nostre giornate. Non credo che ci siano argomenti che possano confutare con vigore una simile considerazione. Lo viviamo ogni giorno allorquando di fronte a qualunque problema di vita sociale o politica non si va oltre il proclama o una iniziativa da copertina senza mai chiudere il cerchio con una soluzione che dia risposte vere e concrete. Questo riguarda il lavoro, la sicurezza, l’efficienza dei servizi sanitari o i trasporti, la tutela del patrimonio naturalistico e culturale, la socializzazione e, anche, l’istruzione. Prendiamo quest’ultima. Da una indagine conoscitiva di un sindacato del personale docente e non docente della scuola sembrerebbe che anche nella fruizione dei servizi scolastici il Sud segnerebbe il passo rispetto alle scuole di pari grado del Nord. Il riferimento è soprattutto alla scuola primaria e alla disponibilità del tempo pieno. Ovvero, se il Nord supera il 50% degli alunni che possono fruire

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del maggior numero di ore destinate alla formazione - ma anche alla socializzazione, al gioco in aula e all’ampliamento delle conoscenze - il Sud resta ancorato al 16,1%. E non è un dato da poco. Ciò significa che un bimbo su sei può accedere ad una formazione o ad opportunità di crescita condivisa mentre altri disperdono energie e tempo nei compiti a casa o nelle piazze dei paesi. Non ci vogliono grandi indagini da sondaggisti da prima pagina per capire, guardando i nostri bimbi, come e in che termini il tempo pieno sia ancora oggi una sorta di tabù storico per i nostri territori. E non è solo un problema di scarse risorse o di poche nascite, problema che affligge del resto tutto il Paese. E’ un problema organizzativo e di comprensione sulla utilità di ancorare a progetti formativi, che riescano ad andare oltre la quotidiana interpretazione della scuola e del suo significato, il futuro dei giovanissimi alunni. Tuttavia, anche in questo caso l’abitudine vorrei credere, piuttosto che altro, impediscono una elevazione dei servizi scolastici ai livelli delle proposte educative messe in campo altrove. Abitudine e prassi del va bene così surmontate da difficoltà che si pongono come limiti prossimi a trasformarsi in alibi, che raggiungono anche la scuola dell’obbligo sin dai suoi primi momenti. Forse è per questo che, così come in altre circostanze, quando si parla di istruzione leggiamo, tra le poche apprezzate ed estemporanee iniziative, solo di lamentele e di scarsità di mezzi. Ovvero, le solite considerazioni di una terra che per abitudine e prassi i problemi li aggira sempre piuttosto che risolverli. Giuseppe Romeo

Due piedipiatti contro il crimine

Nico sorseggia un altro caffè mentre Franco si tocca con le mani il viso. Un’altra notte sta finendo per i due piedipiatti. Sono settimane, ormai, che stanno ascoltando i discorsi che si fanno dentro una lavanderia, che gli sembra più visitata di un santuario o di una cattedrale sede di una curia vescovile millenaria. Hanno ascoltato le suppliche di pellegrini e viandanti giunti anche dall’estero a elemosinare un posto o una prebenda, ma anche a chiedere l’osservanza di regole. Hanno ascoltato un uomo anziano, che dettava certe regole, anche pronunciando formule di battesimi e di riti pagani. Nico e Franco sono due piedipiatti che hanno indagato per molti anni nel territorio controllato dall’antistato che si chiama ’ndrangheta. Oggi hanno la loro occasione. Quella di andare contro. Non solo contro il muro di omertà che opprime quel territorio, ma anche contro a un sistema che a volte sembra essere un muro di gomma, dove si cela la corruzione e il gattopardismo. A volte i due “sbirri” si sono sentiti soli a combattere, con a fianco dei colleghi che gli hanno dato il cambio e che seguono altre piste per portare i riscontri del contenuto dei dialoghi intercettati in quel vero e proprio centro direzionale delle ’ndrine. Il mondo della mafia rinchiuso dentro una lavanderia che lava i panni sporchi del “crimine”, con la “benedizione” blasfema di uno o più boss che dimostrano il proprio potere fondato sulla paura. Il potere che gli viene riconosciuto dai tanti che si recano, quasi in “processione”, a chiedere un appoggio elettorale, la sistemazione di un conflitto tra vicinato, la spartizione delle tangenti, il veto a chiedere il pizzo sull’acqua pubblica, come se fosse cosa loro e di alcuni loro “amici”, ma pronti a chiederlo al titolare di un bar che si alza la mattina all’alba per andare a preparare i cornetti caldi da accompagnare con un caffè ristretto. Anche quella sera Nico e Franco hanno finito tardi le registrazioni. Ma hanno proseguito con l’ascolto per non lasciarsi sfuggire un minimo dettaglio utile alle indagini.

Nico e Franco da settimane ascoltano i discorsi che si fanno dentro una lavanderia, che sembra più visitata di un santuario o di una cattedrale sede di una curia vescovile millenaria.

Un soffio fuori posto nascosto dietro a una frase in dialetto tra i boss e padrini. A volte è cosi che si giunge a scoprire un mondo sotterraneo, quello segreto della picciotteria, di “Osso, Mastrosso e Carcagnosso”, dei “Tre Cavalieri di Spagna”. Franco fa il gesto per staccare la spina. Ma Nico lo ferma. A un tratto della conversazione che sta riascoltando ecco che sente un passaggio, un nome, una data, un posto, sparsi dentro uno scambio di battute quasi senza senso compiuto. Riporta indietro la registrazione. Nuovo riascolto. Questa volta anche Franco coglie quell’attimo fuggente e inizia a prendere appunti. Sembra un enigma da risolvere. Ma il fiuto investigativo dei due piedipiatti ha la meglio. In breve ricostruiscono il puzzle e scoprono che le famiglie hanno indetto un summit, per un dato giorno in un dato posto. È l’occasione buona. Da non farsi sfuggire. Il magistrato che li coordina li ascolta in silenzio. Gli occhi del giovane pubblico ministero si illuminano. Comprende anche lui che non bisogna farsi scampare il momento. I boss hanno un linguaggio criptico che troppo spesso ha disorientato le investigazioni. Quel giorno di maggio gli “sbirri” sono nascosti dentro un furgoncino. Riescono a fotografare i partecipanti al summit. Hanno scoperto il direttorio delle ’ndrine o, nel gergo di queste ultime, il “crimine”. Passeranno alcuni anni prima di poter testimoniare la loro esperienza e gli esiti delle loro indagini davanti a un tribunale. Nico e Franco, in quel lasso di tempo, hanno proseguito le indagini e sono volati fino in Olanda. Anche lì c’era un centro direzionale delle ’ndrine. Nascosto non in mezzo ai vestiti sporchi ma in mezzo alle navi. Anche lì si parla di affari e di soldi sporchi. Anche li c’è un “crimine” da scoprire. Perché il “crimine”, si sa, “non dorme mai”. (Ogni riferimento a fatti e circostanze è frutto di fantasia … o quasi. Almeno credo)


GIUDIZIARIA

CONVERSANDO

I criteri di valutazione degli elementi indiziari

I sapori e i profumi della Calabria alla XIX edizione di Cibus

Dal 7 al 10 maggio i sapori e le fragranze della Calabria sono saliti sul palcoscenico di una delle più importanti rassegne internazionali dell’agroalimentare, catturando l’interesse e seducendo i palati dei visitatori di Cibus 2018. La nostra Regione ha presentato a Parma e al mondo i suoi tesori agroalimentari con sei cooking show, nove degustazioni e la presenza di quarantacinque aziende produttrici, in rappresentanza delle sue ventisette tra Dop e Igp e di molte altre tipicità. La collettiva organizzata dalla Regione Calabria e griffata “Rosso Calabria” ha fatto scoprire a un pubblico numeroso e affascinato le tante eccellenze calabresi in una versione innovativa. Tra tanti, i prodotti gastronomici calabresi che hanno riscosso maggiore successo sono stati il salame dove la carne è stata sostituita da una varietà autoctona di olive verdi e nere e dal fico dottato Dop e ricoperto di cioccolato; l’olio extravergine d’oliva aromatizzato al bergamotto, la ‘nduja dolce per conquistare i palati delicati, gli ortaggi cotti al vapore, la birra prodotta con mele dell’Aspromonte, la pasta trafilata al bronzo con grano duro Simeto (un derivato del Senatore Cappelli) e impastata con acqua di fonte. E ancora i biscotti biologici aromatizzati con alcuni dei prodotti più tipici come liquirizia Dop e limone di Rocca Imperiale Igp, l’aranciata ottenuta dalla spremitura di arance della varietà Belladonna e le alici sott’olio bio aromatizzate con cipolla rossa di Tropea Igp Calabria o la ‘nduja. Ovviamente non poteva mancare il vino: un rosso ricavato dalla criomacerazione a freddo di uve della cultivar Nerello calabrese, procedimento che permette di asportare pochi tannini e ottenere un vino da tutto pasto, che si beve anche fresco e può abbinarsi sia alla carne che al pesce. Considerevole attrazione hanno avuto anche i piatti preparati dalla chef calabrese Giovanna Martire e raccontati dai prestigiosi giornalisti e divulgatori gastronomici Paolo Massobrio, Marco Gatti e Maurizio Pescari. Una cucina fatta di prodotti della tradizione abbinati e declinati in modo nuovo, come la zuppa di fagioli con oli extravergine d’oliva a cui è stata aggiunta una spolverata di liquirizia per dare al palato una sensazione inedita. Un piatto classico come la zuppa di ceci con baccalà è stata impreziosita dall’olio al bergamotto, capace di sprigionare profumi intensi ed esaltare i sapori degli ingredienti base. Nei quattro giorni dell’expo emiliana l’enogastronomia calabrese ha mostrato tutto il suo valore e il suo fascino, mettendo in risalto un connubio di tradizione e innovazione che negli ultimi tempi l’ha portata alla ribalta nazionale e internazionale Sonia Cogliandro.

I BRIGANTI

FRUTTI DIMENTICATI

Tundulilla nigra di Brancaleone VITIS VINIFERA L.

Le viti di Brancaleone sono state studiate in due campi rappresentativi della viticoltura tradizionale di tale territorio, quello di Gianni Tutino in contrada Fischìa e quello di Leone Zampaglione di Brancaleone Superiore, attaccato proprio all’antico borgo abbandonato in maniera definitiva agli inizi degli anni cinquanta del 900, in seguito ad un evento alluvionale violentissimo che provocò dei morti; mi è mancata la possibilità di analizzare le varietà della frazione Pressocito (nel passato Prassiceto), che potevano rappresentare un’ulteriore messa in evidenza della strana diversità, della viticoltura del territorio nel suo insieme. Fra l’altro le vigne di Pressocito erano ubicate su un’alta collina, dotata di ampi pianori, sovrastante l’area quasi valliva di Fischìa, dove nel periodo magnogreco sorgeva forse Yporon, poi Ipporum. In tale territorio molto vocato per la vite, con vista sul mare, effettuai una visita rapidissima nel 2003 ad una vigna , quella della famiglia Foti, dove avevo intravisto varietà diverse presenti nelle altre due ed annotai e fotografai solo le uve della Barbarossa, che riconfermava la presenza in tale area di viti che davano uve colorate di rosso o rosa. Tale particolarità era tipica dell’Epiro ( Grecia centro occidentale ) dove erano situati i villaggi di Carteri, Margheriti, Sidari e Rodà da cui provenivano probabilmente i profughi che si stabilirono nell’area di Brancaleone ( Staiti, Bruzzano e Brancaleone stesso ) dove sono presenti tali cognomi; c’è la probabilità che le viti dalle uve rosse o rosa, furono portati dai profughi stessi in fuga dalla Grecia durante la conquista turca delle città greche di Corone e Modone, nel 1532, quando tanti cittadini non vollero sottomettersi ai turchi, lasciarono la loro terra e furono trasferiti dalle navi di Carlo V anche in Calabria nel 1533. Infatti facendo l’analisi della popolazione di Brancaleone nel 1532, essa era costituita da 170 fuochi che aumentò di 15, raggiungendo 185 fuochi nel censimento del 1545 ( secondo Giustiniani); ogni fuoco o nucleo familiare ( dal latino focus ,focolare , quindi famiglia ) era costituito da cinque elementi. Un aumento consistente lo ebbe Bruzzano che passò da 117 a 217, mentre Bianco passò dai 314 fuochi del 1532 ai 484 del 1545 e Bovalino passò dai 208 fuochi del 1532 ai 276 del 1545 e poi ai 356 del 1561. Già però dal 1543 i corsari turchi, guidati da Barbarossa cominciarono a terrorizzare le coste della Calabria, con attacchi nel 1549,1552, 1553, 1555, 1558 2 1562 e dopo la sua morte avvenuta nell’assedio di Malta nel 1565, guidò i pirati turchi Draghut e si ebbe una diminuzione

Noi che non aspettiamo il governo

degli abitanti anche nei paesi sopra menzionati. Bruzzano nel 1595 con i suoi casali di Ferruzzano, Motticella e S. Salvatore, poi Casalnuovo di Africo, si ridusse a 45 fuochi, Brancaleone a 83, Bianco mantenne 291 e Bovalino si attestò a 176 fuochi. La diminuzione degli abitanti di Bruzzano e Brancaleone era dovuta alle scarse strutture difensive che le due comunità potevano avere, mentre Bianco aveva strutture più efficienti e Bovalino addirittura era difeso dalla formidabile superfortezza fatta costruire da Federico II di Svevia. Sicuramente il territorio di Brancaleone a partire dal XVI ebbe il contributo, nel campo viticolo, di essenze che derivavano dall’Epiro, mentre già nel territorio gli albanesi avevano portate le loro quando, alla fine del XV secolo furono accolti nel territorio di Bruzzano e trasferiti a S. Salvatore ( Casalnuovo d’Africo). Esplorando dunque le due vigne sopradette, restai perplesso per le diversità dei vitigni, notando che nella vigna di Brancaleone Superiore erano presenti due tipi di nerelli, uno denominato Nerello Lillo , piccolo, dal colore violaceo ed uno molto grande senza nome, tendente al rossiccio, mentre di bianchi c’erano numerose varietà di Zibibbo, tra cui lo Zibibbo francese, poco aromatico ed una bella varietà di Vernaccia. Notai la presenza di piccoli grappoli colore amaranto vivo della Cerasella o Cardinale di Brancaleone; naturalmente numerose altre varietà indefinite mi furono mostrate dal gentilissimo Lillo Zampaglione. Nella vigna di Gianni Tutino, ormai morta risultavano prevalenti le Tundulille, quelle bianche e quelle nere, a loro volta diversificate in quelle dagli acini fitti ed in quelle dagli acini radi, non mancavano le Malvasie ed il Mantonico di Brancaleone. Naturalmente esisteva la rappresentazione delle uve colorate e faceva bella figura con il suo grappolo tendente al rosato, la Ruggine di Brancaleone, dalla foglia bella, grandissima, pentalobata e pubescente; l’unico elemento che univa le due vigne era la Bagnarota di Brancaleone con il suo classico peduncolo a seggiola. Gianni mi raccontava che erano le Tundulille nere che contribuivano più di tutte a caratterizzare il rosso che diventava dal profumo inebriante e da un colore vellutato. In effetti il grappolo della Tundulilla, quella rada, che riuscii a salvare dal naufragio della vigna di Gianni, è veramente bello, molto armonico, a forma piramidale, dagli acini quasi sferici, bleu, ricchi di pruina, dalla buccia consistente. Armonica è anche la foglia, perfettamente pentalobata, leggermente pubescente e dal seno a lira aperta. Orlando Sculli

I criteri di valutazione degli elementi indiziari cui, in via generale, il gip si attiene nell’esame della richiesta e degli atti posti a suo fondamento si distinguono, in primo luogo, da atti di altri procedimenti che si ritengono connessi. Negli atti dei vari procedimenti penali sono diverse le sentenze riversate. Spesso, tra queste sentenze in atti, alcune non sono definitive, ovvero non sono munite dell’autorità del giudicato. Sul punto vi sono delle osservazioni rilevate dal gip distrettuale reggino che richiama un orientamento della Corte Suprema (cfr. Sez. 1, sentenze n. 4807 del 23 novembre 1992 - 11 gennaio 1993, CED Cass. n. 192660, e n. 17269 del 2 marzo 2001, CED Cass. n. 218819, nonché, più recentemente, Sez. 6, sentenza n. 88 del 6 novembre 2008 - 7 gennaio 2009, CED Cass. n. 242376) secondo il quale i gravi indizi di colpevolezza richiesti dall'art. 273 c.p.p., comma 1, per l'applicazione e il mantenimento di misure cautelari personali possono essere validamente desunti anche da sentenze non ancora irrevocabili, senza che ciò comporti violazione né dell'art. 238-bis C.p.p. (che, nel prevedere che possano essere acquisite e valutate come prova le sentenze divenute irrevocabili, si riferisce al giudizio di colpevolezza, non alle condizioni di applicabilità delle misure cautelari), né dell'art. 238 C.p.p., comma 2bis (che, nel subordinare l'acquisizione di dichiarazioni rese in altri procedimenti alla condizione che il difensore abbia partecipato alla loro assunzione, a sua volta, si riferisce al solo giudizio sulla responsabilità). Nessuna disposizione, poi, consente di attribuire decisivo rilievo al fatto che l'acquisizione e utilizzazione, pur sempre ad cautelam, di una sentenza non irrevocabile abbia luogo nel corso delle indagini preliminari oppure dopo l'esercizio dell'azione penale, dovendo il discrimine riguardare unicamente il profilo funzionale (ovvero l'utilizzazione ad integrazione del quadro di gravità indiziaria prodromico all'emissione di una misura cautelare, non anche all'esito del giudizio - ai fini dell'affermazione di responsabilità penale oltre ogni ragionevole dubbio). In tal senso, infatti, si è espressa Sez. 2, Sentenza n.7320 del 10/12/2013 Cc. (dep. 14/02/2014) Rv. 259159, secondo cui: in ambito cautelare, le sentenze non irrevocabili possono essere acquisite e valorizzate ai limitati fini della verifica delle condizioni di applicabilità delle misure; quanto accertato nel separato processo non può, tuttavia, essere recepito acriticamente, ma deve necessariamente essere valutato autonomamente, tenendo conto del complesso degli altri elementi acquisiti nel procedimento, ove la sentenza non definitiva viene utilizzata. Le sentenze divenute irrevocabili possono, invece, essere acquisite ai fini della prova del fatto in esse accertato e sono valutate a norma degli artt. 187 e 192, comma 3, c. p. p.. Gli elementi di prova che si traggono da procedimenti non ancora conclusi con giudicato, la giurisprudenza di legittimità [cfr. Cassazione, Sez. 6, Sentenza n.88del 6/11/2008 Cc. (dep. 7/1/2009) Rv. 242376] ha evidenziato che i gravi indizi di colpevolezza richiesti per l'applicazione di una misura cautelare personale possono essere validamente costituiti dalle risultanze di altri procedimenti non ancora conclusi con sentenza divenuta irrevocabile, atteso che la previsione di cui all'art. 238 bis cod. proc. pen. si riferisce esclusivamente alle fonti di prova utilizzabili nel giudizio. Più recentemente, Cassazione, Sez. 2, Sentenza n. 37024 del 29/9/2011 Cc.(dep.14/10/2011), Rv. 251142, ha indicato come, ai fini dell'adozione di misure cautelari, anche reali, siano utilizzabili gli atti provenienti da altri procedimenti e non ancora acquisiti in dibattimento, sempre se indicati già in sede di richiesta della misura.

State tutti a pensare a sto governo. Siete tutti preoccupati perchè dopo 60 giorni dal voto ancora nessuno è salito al trono. Ma prima non è che le cose fossero diverse. Non riesco a dirlo in una maniera diversa, sono solo sorpresa, da tutti. Non dovrei, lo so, deve andare così. È scritto. Ma non mi capacito. Come si fa a pensare al governo se tra pochi anni saremo andati tutti via? Non è rimasto nessuno, i giovani pensano a sopravvivere altrove, chi mai si sognerebbe di aprire un’azienda in questo pezzo di terra per poi essere sommerso di tasse tutta la restante vita, senza potersi godere 5 minuti di libertà? I pazzi. E voi continuate a pensare al governo. “Eh ma se non cominciamo a pensarci, che ne sarà di noi?” Dicono soprattutto gli inaffondabili over 60, che ancora credono nella politica. Ma prendetevela una bella vacanza, godetevi la pensione se siete tra i pochi che riescono a prenderla! Noi della generazione di mezzo, quella spacciata, sappiamo già che non la vedremo neanche col binocolo la pensione, e non vedremo nemmeno un lavoro dignitoso. Siamo rassegnati, e andiamo avanti così, per inerzia, perché altro non si può fare. Non rubiamo, non spacciamo, non facciamo del male. Non siamo nemmeno arrabbiati perché ci siamo arresi. Siamo come una barca senza remi, trasportati dalle onde. Speriamo solo che siano onde buone, perché se sono onde cattive soccomberemo senza lottare. Le onde sono più grandi di noi, possiamo solo guardarle avvicinarsi. Certo, se formassimo una barriera tutti insieme, forse, dico forse, potremmo tentare di fermarle per non distruggere l’oltre. Sempre che ci sia qualcosa da non distruggere. Se mi guardo indietro vedo detriti, e davanti a me onde. Sotto di me una terra tremula. Sopra di me scie misteriose. Non resta che guardarsi dentro, ormai. Ma auguri al prossimo governo! Brigantessa Serena Iannopollo


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la settimana scorsa si è svolta la cerimonia di premiazione del “Premio Civiltà e lavoro”. giunto alla 14ª edizione, il riconoscimento ai sidernesi che hanno contribuito alla crescita morale, culturale ed economica della nostra città è divenuto, nel tempo, specchio di come la nostra società sia cambiata. Abbiamo parlato di questo e di quali sfide attendano Siderno nel futuro con il presidente della Pro loco, che organizza la manifestazione.

Agostino Santacroce: “Vi spiego com’è cambiata la società sidernese” “In questi anni abbiamo sempre cercato di premiare le persone il cui impegno per la nostra città è più difficile da riconoscere spiega Santacroce, - ma anche campioni di civiltà, come una mamma di 13 figli…”

JACOPO GIUCA o scorso 1º maggio, com’è ormai tradizione, alla Villa Comunale di Siderno si è svolta la 14ª edizione del “Premio Civiltà e Lavoro”, che ha visto la consegna dell’ambito riconoscimento ad Antonio Barranca, Roberto Errigo, Maria Fervorini, Michele Macrì, Agatino Nicolosi, Cosimo Panetta, Cosimo Piterna, Salvatore Prenestì, Francesco Rocco Sainato e Nicola Sgrò. Dal giorno della sua istituzione, fortemente voluta dal compianto ex presidente della Pro Loco di Siderno Aldo De Leo e dall’allora assessore alle politiche sociale Francesco Rispoli, il riconoscimento è stato attribuito a pensionati che hanno contribuito alla crescita morale, culturale ed economica della nostra città. «Guardando all’elenco dei premiati, anzi - ci spiega Agostino Santacroce, attuale presidente dalla Pro Loco sotto la cui egida il premio continua a sopravvivere, - ci si rende conto che abbiamo sempre fatto grande attenzione a selezionare persone comuni, e questo non perché le grandi professionalità non meritino i giusti riconoscimenti, ma perché siamo convinti che il nostro premio debba essere dedicato a quei cittadini il cui impegno per la nostra società è più difficile da riconoscere». Ecco, dunque, perché tra i premiati è possibile scorgere insegnanti e ingegneri, artigiani e operatori ecologici, «insomma - continua Santacroce, - quegli umili di cui troppo spesso ci dimentichiamo e sui volti dei quali è ogni anno emozionante scorgere la commozione per il premio che viene attribuito loro». Oltre coloro che si sono distinti per meriti professionali, come il nome e la simbolica collocazione della cerimonia di premiazione durante la “Festa del Lavoro” testimoniano, il riconoscimento gratifica anche i campioni di civiltà, «come una mamma che ha cresciuto ben tredici figli e che, in altre condizioni, certo non avrebbe ricevuto una gratifica di questo genere», racconta il presidente. Il generale favore con il quale il premio è stato sempre accolto dalle Amministrazioni Comunali di Siderno ha permesso alla cerimonia di non vivere mai momenti di stanca o, peggio ancora, di essere annullata per uno o più anni, persino durante i periodi di commissariamento. Anche grazie a questa continuità, il “Premio Civiltà e Lavoro” è diventato lo specchio di come, in questi quattordici anni, la società sidernese sia cambiata, di quali

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mestieri siano andati perduti e di cosa, invece, potrebbe dare maggiore impulso alla nostra economia. «Il Premio - spiega Santacroce, - ci ha permesso di notare quante e quali professionalità siano tramontate, soprattutto nel settore dell’artigianato. Ricordo bene che tra i nostri premiati c’è stato quello che in dialetto comunemente indichiamo come “u stagnino”, un mestiere che difficilmente sarà stato esercitato dai vincitori delle prossime edizioni, ma anche calzolai, muratori, falegnami, le cui professioni propriamente dette stanno progressivamente scomparendo. Ritengo che questo processo, probabilmente una conseguenza naturale della globalizzazione e del consumismo che imperano nella società contemporanea, sia comunque da combattere e rallentare, magari facendo comprendere ai giovani quante e quali opportunità di crescita professionale ed economica possa riservare l’artigianato locale, che grandi soddisfazioni ha dato alle generazioni che ci hanno preceduto. «Un aspetto indubbiamente positivo evidenziato dal premio, invece - continua il presidente della Pro Loco, - è certamente l’allungamento della vita media delle persone, cui si accompagna inevitabilmente il ritardo dell’età pensionabile. Se con le prime edizioni del premio ci giungevano tantissime candidature di persone che avevano appena compiuto 60 anni, età minima per poter ricevere il premio, oggi queste richieste sono in un numero enormemente inferiore, tanto che stiamo pensando di alzare l’età minima a 65 anni». La 15ª edizione, del premio, in effetti, è già cosa fatta per Santacroce, al quale in sindaco Pietro fuga ha già fatto la confidenza di voler ampliare la cerimonia non appena il Comune se lo potrà permettere. «In passato, infatti - spiega il presidente, - avevamo la possibilità di consegnare ai premiati delle medagliette d’oro, oggi sostituite da delle più economiche targhe. Indipendentemente dalla natura del premio, comunque, ciò che veramente mi inorgoglisce è il fatto che nei confronti della cerimonia ci sia sempre stato un indiscusso appoggio politico da parte dell’amministrazione, che non è mai venuta meno alla condivisione dei principi e dello spirito della manifestazione. Come sempre accade nel nostro Paese è stata la burocrazia, con le sue stringenti leggi finanziarie, a obbligarci a rendere sempre più sobri i riconoscimenti ai nostri premiati, ma non saranno certo le ristrettezze economiche a farci interrompere questo meraviglioso cammino».

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lo Stato italiano spende seisette miliardi di euro all’anno per l’accoglienza dei migranti, un fiume di soldi. dove vanno? A chi vanno? Chi guadagna dietro il grande business che si è venuto a creare con l’arrivo in Italia di centinaia di migliaia di immigrati? Migranti Spa cerca di rispondere a queste domande proponendo storie, analisi e dati sui flussi di denaro che gravitano intorno al mondo dell’accoglienza.

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Il Pd di Marina di gioiosa Ionica ricorda Aldo Moro Soddisfazione tra i componenti del circolo, che ha svolto assieme a diversi esponenti della società civile una riflessione sui 55 giorni di segregazione e sulla morte dell’uomo politico.

Un confronto alla pari, partendo dalla base e dal dialogo con simpatizzanti, curiosi, dissidenti e appartenenti ad altri movimenti. Siamo stati lieti della presenza di esponenti regionali e locali del partito democratico come: Giovanni Puccio, Mimmo Battaglia, Sebi Romeo, Caterina Belcastro, MariaCarmela Lanzetta , Mimmo Bova e Mariateresa Fragomeni che, anche se assente per motivi istituzionali, ha mandato i suoi saluti tramite il segretario di Circolo, Daniele Albanese. I presenti però hanno accettato di buon grado la condizione di svestirsi del ruolo istituzionale, arricchendo una sala piena già piena di liberi pensatori ognuno con la propria opinione , con linee interpretative non esattamente uniformi che hanno dato interpretazioni diverse sia delle cause che delle concause dell’evento, dei suoi tragici esiti e delle sue conseguenze. Una occasione per scambiarsi opinioni ed individuare sintonie, dunque. Abbiamo avuto la conferma di quanto sia vivace Marina di Gioiosa e la Locride, abbiamo visto che si può fare Politica se si aprono le porte delle sedi, dei palazzi avendo la capacità di non rimanere arroccati sulle proprie verità. Come circolo esprimiamo soddisfazione e gratitudine nei confronti di chi ha deciso di trascorrere un pomeriggio in nostra compagnia confrontandoci, e perché no, anche scontrandoci. Il direttivo Circolo Partito Democratico Marina di Gioiosa Ionica

Abbiamo fatto trascorrere qualche ora in più prima di inviare un pensiero a mezzo stampa per esprimere la nostra soddisfazione per il dibattito su Aldo Moro, sull’uccisione della sua scorta e sul suo sequestro, sui 55 giorni di segregazione e sulla sua tragica morte per mano delle Brigate Rosse. Abbiamo deciso di “rispolverare “ la storia e diciamo grazie a chi ha permesso di prendere visione delle riviste dell’epoca e di alcuni libri che ci hanno offerto la possibilità di approfondire momenti importanti della nostra storia.

SIdERNo

grande successo per il terzo workshop del gAl Terre locridee sui Contratti di fiume a Bianco Si è svolto a Bianco, nella sala del consiglio comunale il terzo workshop del programma aprile-luglio del Gal “Terre locridee”, dal tema “Il Rural Center della Locride. Laboratorio di partecipazione per l’innovazione e lo sviluppo locale”. Il workshop è stato aperto dai saluti del sindaco di Bianco Aldo Canturi, che è rimasto colpito dalla grande affluenza di pubblico, ed ha voluto sottolineare che intorno a questo GAL, di cui è componente del consiglio di amministrazione, sta piano piano crescendo l’interesse della gente, probabilmente perché si inizia a vedere il lavoro svolto. Per l’occasione c’è stata la sorpresa dell’intervento del neo deputato calabrese della Lega Domenico Furgiuele, che si trovava a Bianco per un tour della Locride. Il Presidente del GAL Terre Locridee Francesco Macrì, si sofferma sui saluti dell’onorevole spiegando che tutti i parlamentari calabresi sono stati invitati. La missione di questo GAL è diventare agenzia di sviluppo del territorio per riuscire ha dare risposta alla gente. Serve però il lavoro di tutti, con nuove strategie. I contratti di fiume rientrano in questo contesto, perché è con i suggerimenti dei cittadini che si può costruire un progetto serio. Saluta infine positivamente la presenza della Regione Calabria, ente con cui si è instaurato un buon rapporto, perché dobbiamo constatare che i progetti si stanno realizzando. Si è proseguito con le relazioni di Ettore Lacopo Presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Locri, Ilaria Mittiga Rup della Regione Calabria per i contratti di fiume, di Vincenzo Monteleone per l’ordine degli Agronomi, Ilario Tassone per l’ordine degli architetti ed

un saluto di Rocco Zappia docente dell’università degli studi di Reggio Calabria. Prima Domenico Passarelli docente dell’Università “Mediterranea” e poi Giudo Mignolli responsabile del Pal Gelsomini, hanno posto l’accento sul tipo di lavoro che si sta affrontando nella presentazione di questi workshop, cioè si sta attivando un percorso fatto di azioni di partecipazione, di analisi del territorio, di tentativi di capire su cosa operare per trovare una proposta strategica. Si sta agendo con uno strumento integrato da vari organismi, che man mano hanno formato un percorso che oggi ci porta a chiedere appunto a, università, ordini professionali, Regione Calabria e lo stesso Gal di creare un tavolo di lavoro vero per affrontare questa tematica importante. Su questi temi si è avviato un confronto di partecipazione che ha visto coinvolti, docenti, agricoltori, amministratori e imprenditori del luogo, che hanno posto una serie di indicazioni alla costruzione di un blocco di informazioni che dovrà servire ad avviare questo percorso di conoscenza dei fiumi, delle coste, delle colture e di tutto quello che può servire per costruire un contratto di fiume. Ha chiuso lavori la dirigente dell’assessorato alla pianificazione territoriale ed urbanistica Emilia Manfredi, che si è soffermata sul positivo utilizzo di questo strumento che può aiutare il territorio attraverso la partecipazione degli addetti ai lavori ad analizzare diversamente e con nuovi strumenti le varie problematiche del settore dell’agroalimentare della Locride. Il prossimo appuntamento si svolgerà a Monasterace, lunedì 21 maggio, alle ore 17:00, presso la sala della biblioteca comunale. Il tema sarà: “I contratti di Fiume nel territorio della Locride”.

l’Amministrazione assegnerà alberi da frutto per contribuire allo sviluppo economico del territorio L'Amministrazione Comunale di Siderno, al fine di promuovere la crescita occupazionale e rimettere in produzione terreni incolti, intende avviare, in via sperimentale, un progetto teso a fornire, ai soggetti che hanno la disponibilità di terreni ubicati nel Comune di Siderno, alberi da frutto da impiantare sui terreni nella loro disponibilità. L'Amministrazione Comunale, infatti, intende sostenere i coltivatori diretti che ne facciano espressa richiesta attraverso misure tese ad incentivare la produzione locale, al fine di contribuire allo sviluppo economico del territorio attraverso misure concrete. Pertanto, in data 9 maggio 2018, è stato deli-

berato di fornire indirizzo al Responsabile del Settore 6 “LL.PP.” affinché avvii una procedura ad evidenza pubblica al fine di acquisire manifestazioni di interesse dei coltivatori interessati a impiantare, in relazione alla vocazione specifica del terreno nella loro disponibilità, nuove coltivazioni di alberi da frutto (tra cui anche luppolo, capperi e pistacchi), provvedendo al contempo ad adottare gli atti necessari alla predisposizione degli atti di gara. Ulteriori informazioni e il testo integrale della delibera saranno consultabili dagli interessati presso l'Albo Pretorio on-line, reperibile sul sito istituzionale del Comune di Siderno.


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SIDERNO

Per restare al passo con i tempi, la Pro Loco di Siderno ha imparato a cambiare i propri obiettivi e metodi di lavoro, continuando a servire la propria città con il consueto entusiasmo e, grazie a un progetto nazionale, contribuendo a formare giovani di belle speranze attraverso il servizio civile. Ne abbiamo parlato con il volontario Salvatore Tarzia.

Una maestra di vita chiamata “Pro Loco” Il mondo cambia e, con esso, cambiano anche le Pro Loco. Restare al passo con l’evoluzione dei tempi, per queste associazioni di promozione e sviluppo del territorio, significa adeguare i compiti alle necessità sociali, lavorare di concerto con le associazioni gemelle di altre zone e collaborare con gli enti locali e proprio in questo, abbiamo scoperto di recente grazie a Salvatore Tarzia, la Pro Loco di Siderno è una delle associazioni più efficaci della nostra zona. Salvatore, infatti, partecipa come volontario del Servizio Civile alle attività della Pro Loco Cittadina e ci ha voluto spiegare quanto questa esperienza si sia rivelata importante e formativa non solo per lui, ma per tutti coloro che hanno avuto il privilegio di partecipare al programma. «Abbiamo creato fin da subito un gruppo coeso - ci spiega, - in grado di lavorare in sinergia a partire dalle nozioni anche basilari che ci sono state spiegate dai nostri responsabili: dal comportamento corretto da tenere con i nostri interlocutori alla stesura di una lettera commerciale, dai passaggi necessari alla realizzazione di una progettazione a quelli utili a tenere la contabilità, nozioni affiancate alla realizzazione di un progetto culturale che, posso dirlo con orgoglio, oggi mi dona delle competenze che mi torneranno utili sia nella vita quotidiana sia in quella lavorativa». Quello svolto presso la Pro Loco è un Servizio Civile di

1ª classe, che permette all’associazione di avere come interlocutori diretti la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero della Solidarietà Sociale. Per poterlo avviare, la Pro Loco di Siderno ha presentato un progetto alla sede centrale del Servizio Civile a Roma, dove è stato sottoposto a una valutazione in seguito alla quale è risultato idoneo a ricevere un numero di collaboratori dipendente dal budget messo a disposizione dal Ministero e dai volontari che hanno dato la disponibilità. Questi ragazzi, a loro volta, hanno dovuto subire una valutazione delle competenze cui è seguito un colloquio tenuto da membri del Servizio Civile Nazionale, e un corso di quattro ore di formazione relativo al funzionamento dell’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia che impone l’apprendimento di norme rigide ma garantisce al contempo la buona riuscita della formazione professionale e la trasparenza del procedimento. «Non potevo immaginare di avere ancora così tante cose da imparare - ci dice Salvatore, - e di dove affinare il mio comportamento in tanti ambiti sociali e professionali che davo per scontati. Ho affrontato le giornate di formazione con grande interesse, imparando a conoscere una realtà che altrimenti mi sarebbe rimasta del tutto ignota e comprendendo che, per poter svolgere adeguatamente un lavoro, qualunque esso sia, è sempre indispensabile una conoscenza approfondita della materia

con cui si ha a che fare». L’esperienza di Salvatore ci torna utile per avere qualche anticipazione relativa ai progetti sui quali la Pro Loco di Siderno sta lavorando in questi mesi. «Oltre alle consuete attività giornaliere di ufficio informazioni e assistenza turistica, so che sono in corso le trattative con l’Amministrazione Comunale e le attività commerciali affinché si realizzi una “Festa del maiale nero” che, nelle intenzioni del presidente Agostino Santacroce, dovrebbe vedere la realizzazione di un vero e proprio villaggio enogastronomico ispirato alle più importanti feste europee della birra. Inoltre stiamo già lavorando sulla compilazione del calendario degli eventi estivi e, presto, cominceremo a collaborare con l’associazione che gestisce il portale turismolocride.it con lo scopo di dare un’informazione dettagliata sugli eventi all’utenza. La Pro Loco sta poi mettendo il consueto impegno nella realizzazione degli eventi storici, come la “Festa del turista” e non abbandona il sogno di recuperare sagre dalle sorti altalenanti come quella del Pesce, organizzata con alterne fortune e senza soluzione di continuità a Sbarre. Ultima, ma non meno importante, la presentazione in Regione di un progetto relativo alla valorizzazione della musica etnica regionale italiana, che prevede una ricerca e la realizzazione di un ciclo di eventi in collaborazione con le Pro Loco di Mammola,

Marina di Gioiosa, Melito Porto Salvo e Sant’Ilario». Un bel po’ di “pietanze” che non vediamo l’ora di assaggiare! Jacopo Giuca

L’appello della Pro Loco: “Aiutateci a far crescere il nostro territorio!” In un periodo di ristrettezze economiche come quello che stiamo vivendo non è sempre facile trovare la quadra del bilancio e da questa crisi le Pro Loco non sono esenti. «In qualità di membri dell’UNPLI, tuttavia - ci spiega il presidente Agostino Santacroce, - godiamo dei privilegi previsti dalla “Disciplina delle associazioni di promozione sociale” e possiamo ricevere il 5x1.000 sul Codice Fiscale 81004190807, che già ci ha aiutato a organizzare alcuni eventi. A tale proposito, l’appello più urgente non posso che farlo agli amministratori locali, che spesso dimenticano di accompagnare alla pubblicità degli eventi che si svolgono nei rispettivi paesi la comunicazione delle date alla Pro Loco, in modo da poterle inserire nel calendario eventi che inviamo ai giornali e agli iscritti alla nostra mailing list. Si tratta di un passaggio semplice, che può essere fatto inviando una mail a c.proloco.rdg@gmail.com o info@prolocosiderno.it e che aiuterebbe il nostro lavoro permettendoci di dare un servizio più completo al nostro territorio».

Artisti uniti per la ricerca Un brano e un videoclip musicale a sostegno del progetto “Agenzia no-viaggi” dell’associazione “Angela Serra” Solidarietà, fiducia e il calore di un territorio denso di energia. È un vibrante inno alla speranza il videoclip “Ora c’è”, firmato “Artisti uniti per la ricerca”, parole, musica e immagini a sostegno del progetto “Agenzia no-viaggi” dell’associazione “Angela Serra”. Uno sportello informativo, gestito dall’associazione, con l’obiettivo di coordinare una rete fra i medici specialisti, attori nella patologia oncologica presenti sul territorio, è stato inaugurato il 28 aprile a Siderno, grazie alla tenacia e dedizione di Attilio Gennaro, insieme a un team di medici d’eccellenza che prestano servizio in Regione, con a capo Massimo Federico, per sviluppare una rete oncologica con l’obiettivo di limitare i terribili “viaggi della speranza”, nella stragrande maggioranza dei casi immotivati, e consentire a tutti di potersi curare bene in un percorso tutelato, poten-

do accedere a un approccio più concreto e immediato con lo specialista appropriato. Un progetto importante che vede uniti artisti della Locride: Federico Placanica, Massimo Cusato, Peppe Platani, Carmelo Scarfó, Vincenzo Tropepe, Vincenzo Oppedisano, Francesco Loccisano, Francesco Sgambelluri, Gabriele Albanese, Andrea Simonetta, Alessandro Luvarà, Manuela Cricelli, Mimmo Cavallaro, Francesco Sgambelluri, Mario Muscolo, Paolo Sofia. Per il missaggio Mujura e Luvarà, mastering Alessandro Luvarà, testo Paolo Sofia e Antonio Tallura, musica e preproduzione Paolo Sofia, riprese audio Carmelo Scarfó e Paolo Sofia, riprese e montaggio video Aldo Albanese, riprese video effettuate negli studi Bird Production di Alberto Gatto. Hanno collaborato Francesco Scarfò, Cicciosax, Enzo De Liguoro, Maria Teresa D’Agostino. Lavoro corale, frutto di arte e sensibilità, della condivisione di professionalità e di impegno per il benessere del territorio. Un messaggio di unione, contro la diffidenza e la sfiducia. Anche Calabria Sona con il suo staff contribuirà al progetto e si occuperà della distribuzione e della promozione del brano attraverso la sua etichetta discografica, i suoi media ed eventi. “Ora c’è” sarà acquistabile su tutti gli store digitali al costo di poco più di un euro e andrà a sostenere il progetto “Agenzia no-viaggi” dell’associazione “Angela Serra”. L’invito è quindi non solo a visualizzare e condividere il più possibile il videoclip di “Ora c’è” (disponibile su Youtube e Facebook) ma anche e soprattutto a scaricarlo e acquistarlo coinvolgendo amici, conoscenti e parenti in questa opera meritoria.


Il GOI torna a Siderno per discutere di etica e legalità Vincenzo Ferrari, Ordinario di Diritto Privato all’Unical; Don Nicola Commisso Meleca, Rettore Seminario Diocesi di Locri-Gerace; Prof. Carlo Colloca, Sociologo dell’Università di Catania. Le conclusioni saranno tratta da Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. Palazzo Giustiniani. Quest’ultimo a maggio del 2017 (mese di piena primavera e, quindi, di metaforica rinascita e di risveglio anche delle libere coscienze) aveva partecipato a Gerace ad un’altra iniziativa pubblica, organizzata sempre dal GOI, per commemorare il 170° anniversario della fucilazione di cinque giovani intellettuali della Locride (2 ottobre 1847) condannati a morte per essersi ribellati al governo Borbonico e per aver chiesto la Costituzione. Questo seconda manifestazione pubblica, evidenziano gli organizzatori, e soprattutto la presenza del Gran Maestro, sono l’esempio lampante di come l’operato della Massoneria Universale sia finalizzato al miglioramento dell’uomo, e quindi dell’Umanità e non abbia nulla da temere da certa voluta disinformazione, a volte dovuta anche ad ignoranza, tesa a strumentalizzare e ad infangare secoli di storia della Libera Muratoria. La Legalità e l’Etica sono, infatti, valori fondamentali a cui la Massoneria Universale ispira ogni sua azione. IL Maestro Venerabile (dott. Giuseppe Afflitto)

Seconda iniziativa pubblica nella Locride, nell’arco di appena un anno, della Massoneria Universale, Grande Oriente d’Italia. Il prossimo 17 maggio, infatti, presso l’Hotel President di Siderno, con inizio alle ore 17,30, si terrà un convegno aperto a tutti i cittadini sull’attualissimo tema “Etica e Legalità”, due aspetti tra loro strettamente connessi che devono sempre accompagnare la quotidianità di quanti intendono prodigarsi coi fatti, e non solo predicandola, nella costruzione di una società basata sul rispetto dei principi e dei valori. Il convegno è stato organizzato dal GOI in occasione del cinquantesimo anniversario della ri-fondazione (il 101° della fondazione) della Loggia Massonica “Michele Bello” di Siderno. Il programma della manifestazione- illustrato in una locandina ufficiale su cui è riprodotta l’immagine del monumento eretto a Siderno in memoria delle vittime innocenti di mafia- prevede, in dettaglio, i saluti istituzionali del Maestro Venerabile della Loggia, Giuseppe Afflitto; del Presidente dei Maestri Venerabili (Collegio Circoscrizionale Calabria), Giuseppe Messina, e del Presidente del Comitato dei Sindaci della Locride, Rosario Rocca. Il tema del convegno sarà introdotto da Nicola Crimeni, avvocato, che modererà anche i lavori. Gli interventi saranno curati da: Avv. Armando Veneto, Presidente del Consiglio Camere Penali Italiane; Prof.

L’Associazione Biosfera festeggia un anno di attività con una serata di orto solidale

I Licei “Mazzini” di Locri ancora all’avanguardia

L’Associazione BIOSFIERA per festeggiare l'anno di vita del proprio orto solidale sta organizzando per sabato 19 maggio, alle ore 19, una bella serata all’insegna di giochi e degustazioni presso la sede di contrada Garino a Siderno. I giochi saranno quelli della tradizione contadina, quando per giocare bastava poco e tanta fantasia: corsa con il sacco, tiro alla fune, gioco della bandierina e albero della cuccagna. Ci sarà un momento ludico ricreativo con il gioco del “riconoscimento delle erbe spontanee” della macchia mediterranea che sarà al contempo un percorso sensoriale e un momento di conoscenza del nostro territorio. Momento centrale sarà la degustazione di piatti realizzati con prodotti dell’orto solidale e sostenibile: un modo per avvicinare gli ospiti ai frutti più genuini che la terra ci offre. Per il rispetto che contraddistingue BIOSFIERA nei confronti del territorio e dell'ambiente chiediamo di comunicare le eventuali partecipazioni degli ospiti e il numero esatto così da poterci organizzare e non "sprecare" i frutti dell'orto. "ORTO SOLIDALE" dell' Associazione BIOSFIERA: circa un ettaro di terreno messo a disposizione per lo sviluppo di una produzione agricola sostenibile, naturale e per la promozione di un consumo alternativo. Gli ortaggi, le verdure e i frutti vengono distribuiti ai soci e ai tanti che vorranno a prezzi popolari e solidali rispondendo agli ideali della filiera corta e della green economy. L'orto solidale di BIOSFIERA è disposto in terrazzamenti in ognuno dei quali è praticato il sovescio e la rotazione: lì dove ieri sono nati i pomodori, oggi nasceranno le zucchine. Non viene utilizzato niente di chimico, solo concime naturale prodotto dagli animali della piccola fattoria limitrofa all'orto. L'associazione crede molto nel "ritorno alla terra" ed è per questo che i frutti dell’orto potranno essere colti da quanti lo desiderino con le proprie mani. All’interno dell’orto solidale è possibile trovare “l'angolo del contadino di BIOSFIERA", luogo dove riposare, riprendere contatto con il proprio territorio e partecipare a laboratori ludico-didattici, aperitivi degustativi, esperienze sensoriali e attività all'aria aperta per grandi e piccini all'ombra di peschi, cachi, fichi e ulivi secolari.

Si è appena concluso presso i Licei Mazzini di Locri un innovativo progetto di alternanza scuola-lavoro, grazie a una convenzione siglata tra il Liceo delle Scienze Umane e Linguistico “G.Mazzini”, l’Istituto Comprensivo “Cinque Martiri” di Gerace ( entrambi diretti dal Dirigente Francesco Sacco ) e l’Alliance Française di Catanzaro, diretta dalla prof.ssa Fernanda Tassoni. Il progetto, proposto e attuato dal docente madrelingua francese prof. Claude Screnci e promosso da Alliance française di Catanzaro, ha coinvolto un gruppo di alunni della classe 3C del liceo che, già in possesso di certificazione linguistica, sono diventati per tre mesi “giovani insegnanti” di francese dei “piccoli alunni” provenienti dalle classi della scuola secondaria di I° grado di Antonimina e Gerace (Istituto Comprensivo “Cinque Martiri”). Grande è la soddisfazione del Dirigente Scolastico Francesco Sacco per l'ottimo riscontro ottenuto dal progetto da parte di tutti gli alunni coinvolti, poiché “ha offerto un’opportunità unica per la sua originalità, qualità e impatto sul territorio”: attività di coopera-

tive learning e didattica interattiva attuate grazie all'utilizzo di tecnologie multimediali in dotazione del Liceo Mazzini, ha spiegato il prof. Screnci, soddisfatto dell’esito delle attività, sono stati gli strumenti utilizzati, che hanno dato la possibilità agli studenti del liceo di trasmettere le competenze linguistiche acquisite agli studenti più piccoli, svolgendo nello stesso tempo attività di alternanza scuola-lavoro, e agli studenti della scuola di I° grado l’opportunità di accostarsi allo studio della lingua e della cultura francese con un metodo innovativo e di conseguire la certificazione linguistica europea DELF A1 e A2. Il progetto è stato fortemente incoraggiato dal Dirigente del Liceo Mazzini, come dimostrazione concreta di come l'alternanza scuola-lavoro possa diventare un'occasione di formazione e verifica delle competenze acquisite e ha contribuito ulteriormente a qualificare l'offerta formativa del Mazzini, che continua a investire sulla formazione attraverso l'uso delle nuove tecnologie, delle lingue straniere, di docenti qualificati e di attività innovative.

Calabria 2025: fuori dai luoghi comuni Fateci caso. Se dici “Italiano”, in tutto il mondo si immagina un uomo scuro, non alto, leggermente tarchiato che parla con accento del Sud; se dici Pisa, non ci sono dubbi, la torre pendente; se dici Roma, Colosseo e tanto altro ancora; se dici Sicilia, mafia, e magari qualcuno si ricorda anche di Agrigento, Siracusa, Tindari, Mondello, Verga, Bellini, ecc.; se dici Calabria, ‘ndrangheta e nient’altro!; se dici Locride, ancora peggio, potremmo dire ‘ndrangheta al quadrato. Eppure Calabria e Locride ne avrebbero di cose e di personaggi che potrebbero identificarle. Ma nessuno, o quasi nessuno, nel mondo, o anche solo in Europa e in Italia, ma addirittura nella stessa nostra regione, le conosce o le ritiene di grandissimo valore storico e culturale. Non se ne parla nemmeno, come se non ci appartenessero o fossero legate a un passato remoto finito per sempre senza lasciare alcuna traccia, sia pure, soltanto, nella associazione delle idee. Nascono proprio così le associazioni di idee e i luoghi comuni, molto difficili da estirpare o mutare. Dal sopravvento di alcune caratteristiche su altre. Le une fanno dimenticare le altre. È il dramma della nostra Regione conosciuta ovunque per i suoi “fatti negativi” che hanno oscurato quasi totalmente ciò che di bello e interessante c’è dal puto di vista storico, culturale, archeologico, artigianale, agroalimentare, ecc. Di chi la colpa? Finiamola finalmente di darla a destra e a manca, nonostante la Storia non ci sia stata favorevole, e ammettiamo le nostre responsabilità, grandissime. Se noi stessi non

conosciamo, non amiamo e non valorizziamo il nostro territorio, chi volete che lo faccia? Anche questo sembra un luogo comune, e lo è. Su questo siamo tutti d’accordo, ma vogliamo uscire da esso, vogliamo anche stravolgerlo e sostituirlo con una realtà (non più luogo comune) che sia l’unica testimonianza del nostro reale modo di essere. È su questo percorso, e per questi scopi, che si è avviato di recente il cammino di “Calabria 2025”, con l’obiettivo primario di non perdersi nel grande mare delle Associazioni di cui la Calabria abbonda che comunque, nonostante l’entusiasmo e le buone intenzioni dell’avvio, molto spesso languono pressoché inattive e non riescono

a smuovere di nulla la triste realtà di questa regione. Un ruolo importante si vorrà dare alle Università calabresi che dovrebbero calarsi maggiormente nella realtà in cui operano (senza restare ambiente avulso e distante, quasi asettico) per fornire agli studenti, ma anche a tutti i Calabresi, la maturità indispensabile e le leve necessarie e scientifiche per la conoscenza del territorio e per tracciare percorribili cammini di rinascita in tutti i campi, sfruttando le grandi potenzialità di questa terra. Insomma si vuole uscire finalmente dal luogo comune della “inoperosità” dei Calabresi e della loro “tendenza a delinquere”. Filippo Todaro

EVENTI

Questa mattina, a partire dalle ore 10:30, presso la libreria Mondadori di Siderno, al Centro Commerciale La Gru, si svolgerà una giornata a tema Harry Potter in occasione del ventennale del personaggio ideato da J.K.Rowling. Durante la giornata verrà infatti riprodotta la consegna delle lettere per Hogwarts, lo smistamento tra le casate a cura del Cappello Parlante, una lezione di pozioni, partita a Quiddich, caccia ai Nargilli e il quiz della Coppa delle Case.

Questo pomeriggio, alle ore 17:30, presso la sala delle cerimonie di Palazzo Amaduri a Gioiosa Jonica, si terrà il convegno “Donna e Mamma”, durante il quale si svolgerà la premiazione di cinque donne “simbolo” che rappresentano una parte dell’universo femminile: Angela Aguì; Maria Lascala; Luciana Loprete; Silvana Ruggiero; Mariarosaria Russo. L’attrice e scrittrice Laura Papà declamerà enfaticamente alcuni brani scritti da Bruna Filippone.

Lunedì 14 maggio, alle ore 9:30, presso la sala Giuditta Levato di Palazzo Campanella, sito in via Cardinale Portanova, Reggio Calabria, si terrà la prima tappa dell’Innovation Day, un ciclo di convegni da Reggio Calabria a Milano relativo all’innovazione nel quale si parlerà di disciplina fiscale, promozione e sviluppo delle start-up innovative, aspetti legali, deroghe al codice civile, e strumenti da utilizzare per farsi conoscere in un mondo social.

Sabato 19 maggio, alle ore 18, presso la Sala Calliope della libreria Mondadori di Siderno, al Centro Commerciale La Gru, si svolgerà il convegno “Dati del Registro Tumori della nostra provincia, gestione delle prevenzione e cura” promosso dal movimento politico culturale Volo. Interverranno, oltre al sindaco di Siderno Pietro Fuda e il presidente dell’associazione culturale Volo Giuseppe Caruso, Filippo Todaro, Filomena Sappia e Francesco Serranò.



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ANGOLO FOOD

13 MAGGIO - 21

arte&co

LA RICETTA: RIGATONI CON PESTO DI PISTACCHI, MOZZARELLA E POMODORI SECCHI

Ingredienti per 4 persone: 320 g di rigatoni, 2 mozzarelle senza lattosio, 100 g di pistacchi di Bronte, 15 g di pinoli, 50 g di rucola fresca, 8 pomodori secchi, olio extravergini di oliva.

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Il film del sidernese Lele Nucera, interamente girato nella Locride, continua a fare incetta di premi. Quattro nuovi riconoscimenti arrivano direttamente dal Festival internazionale dei cortometraggi di Roma.

Maramandra conquista la Capitale Maramandra sta partecipando ai più importanti Festival di Cortometraggi sia nazionali che internazionali. L’intera Locride ha colto la possibilità di mostrare un volto diverso dalla solita immagine a cui è tristemente abituata.

Si è conclusa la scorsa settimana a Roma l’XI edizione del Festival Internazionale dei cortometraggi “Tulipani di seta nera”, patrocinato dalla Rai, a cui ha partecipato “Maramandra” di Lele Nucera. Il cortometraggio, prodotto da Bird Production, finanziato dal progetto “Consorzio italiano Bridge”, è stato girato interamente nella Locride. Il film racconta la storia di Rocco, giovane ragazzino Rom, che combatte contro i limiti di una società che non gli permette di realizzare i propri sogni. L’amore per la musica, l’innocenza e la purezza del suo sorriso gli consentiranno di conquistare la sua piccola vittoria addolcendo anche il padre padrone. Abbiamo intervistato l’attore e regista di Maramandra, Lele Nucera. Anche a Roma la Locride ha dato prova di saperci fare con la settima arte… Maramandra ci ha regalato una soddisfazione dietro l’altra: ha già ricevuto, qualche mese fa, il premio “Miglior colonna sonora” al La Spezia Short Movie, grazie alle musiche originali realizzate dal maestro Francesco Loccisano, e il “Premio Nazionale alla Produzione cinematografica Francesco Misiano”. Al Festival di Roma ha ottenuto ben quattro riconoscimenti: “Il sorriso dell’Infanzia”, “Miglior sorriso nascente”, Premio Filmaker e “Miglior attore”. Questi due ultimi premi vanno a te: un ottimo attore, regista ma anche un trascinatore di folle. Nella realizzazione di “Maramandra” sei riuscito a coinvolgere una buona fetta del terri-

Lo scorso 8 maggio ha debuttato su Sky Atlantic “Il Miracolo”, la serie evento di Niccolò Ammaniti. La casa di produzione Wildside si è rivolta a Lele Nucera e al regista Vincenzo Caricari per individuare alcuni talenti del territorio. Ben sei ragazzi sono stati scritturati: Carmelo Macrì, Luigi Stefano, Salvatore Pacicca, Lucia Alessi, Alice Scocchieri e Andrea Criaco.

IL COCKTAIL: ACAPULCO Ingredienti: ghiaccio, tequila, rum bianco, succo di ananas, succo di pompelmo, latte di cocco, un pezzetto di ananas per decorare. torio… Il progetto è stato fortemente supportato da imprenditori e attività commerciali locali che si sono fatti carico di una parte delle spese di realizzazione. Il successo di Maramandra è anche merito loro e di chiunque vi abbia creduto rendendolo possibile. Il corto ha ricevuto migliaia di visualizzazioni sul sito del Festival e centinaia di condivisioni sui social. Ci è stata data la possibilità di sponsorizzare il nostro territorio e attualmente Maramandra sta partecipando ai più importanti Festival di Cortometraggi sia nazionali che internazionali. Gli applausi, gli apprezzamenti, le motivazioni toccanti della giuria e la commozione da parte degli addetti ai lavori, professionisti di fama nazionale, onorano il merito di chi ha realizzato Maramandra ma anche di chi ha permesso che venisse realizzato. L’intera Locride ha colto la possibilità di mostrare un volto diverso dalla solita immagine a cui è tristemente abituata. Ringrazio tutti quanti ci hanno sostenuto e in particolare dedico i premi che mi sono stati assegnati al giovane attore e protagonista del film, Francesco Pugliese, e alla sua cara mamma. Già al lavoro per la realizzazione della prima fase del progetto 9x21, in collaborazione con Bernardo Migliaccio Spina e la produzione di Mimmo Calopresti, dopo i successi di Roma, stai già programmando le riprese del tuo nuovo cortometraggio girato interamente nella Locride. Qualche anticipazione? Come in Maramandra, anche il prossimo lavoro tratterà di diversità, disabilità e riscatto. Un progetto unico che intende sensibilizzare la comunità e puntare i fari su una piaga comune dei nostri giorni e di sempre. Attuale, quindi, nudo e crudo, a tratti pungente. In una sola parola: forte. Per questo nuovo cortometraggio si conta, anche questa volta, sull’aiuto e il sostegno di imprenditori e attività commerciali locali e non solo sull’aiuto dei cittadini di tutta la Locride e oltre. Non siamo soliti fare promesse ma, siamo già sicuri che il nuovo progetto sarà anch’esso fonte di soddisfazione e come sempre di promozione del territorio. In anteprima, possiamo rivelare che verranno coinvolte oltre a uno staff tecnico e artistico importante e professionale, anche persone del luogo. Bambini, giovani, uomini, donne e anziani che lavoreranno all’unisono allo stesso grande progetto. Il progetto di Tutti. mgc

Direttore responsabile:

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Direttore editoriale: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Franco Parrello, Tonino Carneri, Mario Nirta, Giuseppe Romeo, Orlando Sculli, Nino Sigilli, Tonino Carneri, Sonia Cogliandro

STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

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Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14 EDITORE - No così srl via D.Correale, 5 - 89048 Siderno

Versate in un frullatore a immersione o un mortaio i pistacchi, i pinoli e la rucola. Frullateli o pestateli, aggiungendoci a poco a poco l'olio extravergine d'oliva. Il tutto fino a ottenere un pesto cremoso e omogeneo. Tagliate a listarelle sottili i pomodori secchi. Riducete a dadini la mozzarella senza lattosio e mettetela da parte. A questo punto, fate cuocere i rigatoni in acqua bollente salata per una decina di minuti e scolateli. Unite il pesto di pistacchi, i pomodori secchi e la mozzarella.

Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.

Mettete un po' di ghiaccio spezzettato nello shaker e versatevi una parte di tequila, una di rum, 2 di succo di ananas, una di succo di pompelmo e una di latte di cocco. Shakerate il drink e versatelo in un hurricane. Decorate con un pezzetto di ananas e servite con cannucce.

IL DOLCE:

MOUSSE DI MARRONI Ingredienti per 4 persone: 350 g di crema di marroni, 3 uova, q.b. sale, 2 dl di panna fresca, 4 cialde. Mettete in una ciotola la crema di marroni e la panna montata e mescolatele bene con l'aiuto di una spatola. Sgusciate le uova, separate i tuorli dagli albumi e unite i soli tuorli al composto, uno alla volta, sempre mescolando. Con una frusta, montate gli albumi a neve ben ferma con un pizzico di sale e incorporateli delicatamente al composto, mescolando dal basso verso l'alto con la spatola. Suddividete la crema ottenuta in 4 coppette. Al momento di servire, accompagnate la mousse di marroni con le cialde al cioccolato o, in alternativa, delle lingue di gatto.


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Il Roccella Calcio mantiene la serie D

Nella serata di venerdì, in Piazza San Vittorio, a Roccella Ionica, è stata organizzata una festa per celebrare il mantenimento delle serie D da parte dell’ASD Roccella Calcio. Dopo un anno complicato, infatti, la squadra è riuscita a raggiungere un profitto tutto sommato inaspettato, che ha ripagato delle grande fatica tutti gli uomini coinvolti nel progetto calcistico. Grande la soddisfazione di Maurizio Misiti, che ha dedicato questa vittoria ai roccellesi e, soprattutto, a coloro che hanno titubato e criticato. “Noi volevamo questa vittoria - ha commentato Misiti - e l’abbiamo ottenuta perché noi siamo il Roccella”.

Terra fertile Aldo Canturi e Francesco Macrì posano assieme al deputato della Lega Domenico Furgiuele che, nel suo girovagare per il nostro territorio si è ritrovato in quel di Bianco, che ha scoperto essere terreno fertile per la costruzione di un avamposto del proprio partito…

Prospettive di sviluppo Un più che mai sorridente sindaco di Africo Francesco Bruzzaniti, al termine dell’ultimo appuntamento organizzato dal GAL a Bianco, abbraccia il fiore all’occhiello dell’imprenditoria del proprio paese Antonietta Scriva.

La famiglia si allarga Il gruppo operativo di protezione civile le Aquile di Benestare ha inaugurato questa settimana il suo distaccamento di Ardore attraverso una bella cerimonia alla quale hanno partecipato con entusiasmo tutti i suoi componenti, il sindaco e il vescovo.


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P O C S O L’OR

Fino a sabato potrete contare su una bella Venere favorevole, disposta a proteggere la vostra relazione. Poi, però, le cose non saranno più così semplici… cercate di risolvere i problemi col partner. Giornate fortunate mercoledì e giovedì.

Una vacanza di sacrifici Il nostro Pino Canzonieri ha dovuto prestare con grande sacrificio il proprio tempo alla campagna di viaggio “Protagonisti del Mare 2018”, lanciato da Costa Crociere in vista della stagione estiva.

Compiante passioni In questa foto storica possiamo riconoscere il grande gionalista Totò Delfino (a destra) e Ciccio Catanzariti, del sempre verde PCI (a sinistra) posare ai lati di sette giocatori del grande Platì!

Se ultimamente lamentavate freddezza da parte del partner preparatevi, perché arriveranno tempi bollenti! L’ingresso porterà molta fortuna in amore ma anche ottimi risultati sul lavoro, grazie a Mercurio in congiunzione. Giornate super-fortunate: lunedì e martedì. Se avete conosciuto qualcuno di speciale, potrebbe essere quello giusto, ma gli incontri interessanti potrebbero continuare fino a mercoledì e giovedì, quando la luna sarà nel vostro segno. Sul lavoro arrivano notizie interessanti e riconoscimenti meritati. Siete pronti a dare inizio alla stagione dell’amore? Comincerà nella giornata di sabato, quando inizierà un ciclo di settimane all’insegna della passione, in cui anche i single convinti potrebbero capitolare. Giornata super-fortunata venerdì!

Ricordi perplessi Una perplessa Lidia Zitara posa tra il sindaco di Siderno Pietro Fuda e la sua vice Anna Romeo a margine della cerimonia di intitolazione della sala convegni della Biblioteca Comunale al mai dimenticato papà Nicola.

Vinca il migliore Il senatore Franco Crinò e il collega di partito Alfonso Passafaro si fanno fotografare in compagnia di Vincenzo Fiato e Carmine Barbaro, contenti di come si sta profilando l’agone elettorale il quale di Locri.

Sul lavoro potrebbero nascere delle piccole controversie con capi e colleghi nelle giornate di lunedì e martedì. Venere continua a regalarvi il sostegno di una persona importante e, mercoledì e giovedì vi sentirete al centro del mondo. Dopo un periodo di discussioni e litigi, a partire dalla giornata di sabato sarà tutta un’altra musica! Venere tornerà a sorridervi e se le coppie di vecchia data riusciranno a ritrovare la serenità, i single faranno girare la testa a più di qualcuno…

Le cose cominciano a sistemarsi. Soprattutto sul lavoro, noterete un bel miglioramento e qualche bella notizia potrebbe arrivare già nelle giornate di mercoledì e giovedì. Attenzione a non innervosirvi troppo con il partner tra venerdì e sabato…

Gemelli internazionali Vincenzo Ursino e Hilda Garcia De Caminero sono stati protagonisti del gemellaggio tra il Rotary club di Locri e quella della Repubblica Domenicana nell’ambito di un programma di attività internazionale.

Consigli preziosi Il vicepresidente del Consiglio comunale di Locri Vincenzo Panetta, il sindaco Giovanni Calabrese e il suo vice Raffaele Sainato accolgono i consigli di Francesco Cannizzaro su come affrontare al meglio la sempre più serrata campagna elettorale per le amministrative.

Venere tornerà a sorridere al vostro segno e darà inizio a un periodo di grande serenità sentimentale. Sul versante professionale potreste però incontrare più di un ostacolo, causato dall’opposizione di Mercurio… Attenzione lunedì e martedì. Ottime notizie in arrivo per il vostro segno: da sabato non avrete più Venere in opposizione e potrete ritrovare la serenità perduta. Saranno dure le giornate di mercoledì e giovedì, quando anche la luna sarà in opposizione.Rimandate le discussioni al week.end. Da sabato Venere entrerà in opposizione al vostro segno e vi toccherà affrontare delle settimane molto delicate. Per fortuna sul versante lavorativo siete in netta ripresa: si sbloccano situazioni e opportunità che aspettavate da tempo.

Traguardi importanti Mercoledì scorso Cosimo Lizzi ha finalmente raggiunto i 18 anni di età. I migliori auguri di buon compleanno da parte di tutta la redazione ma, soprattutto, da parte genitori, sorella, nonni e amici che, con tanto amore e affetto, hanno deciso di festeggiare la ricorrenza con questa bellissima foto.

Questa settimana potreste incontrare qualche difficoltà in più sul lavoro. Particolarmente pesanti rischiano di essere le giornate di lunedì e martedì. Mercoledì e giovedì ci sarà, però, una bella ripresa, e molte energie arriveranno dalla relazione sentimentale.

La crisi è alle spalle Sembra finita la crisi degli affitti sul corso della Repubblica di Siderno. Questa settimana, infatti, abbiamo assistito con gioia all’inaugurazione del negozio “Errea”, al quale facciamo i nostri migliori auguri.

State soffrendo parecchio per amore, e non lo meritate. Venere decide allora di premiarvi e, a partire dalla giornata di sabato, vi regalerà tutta la sua influenza positiva per riportare gioia al vostro cuoricino infranto, donando serenità alle coppie.



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