CONTROCOPERTINA
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DOMENICA 07 GIUGNO
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LA SCOMPARSA
Catalano, socialista colto e perbene
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Fra i superstiti del socialismo sidernese della seconda metà del 900, Paolo Catalano era forse il più convinto che la politica dovesse essere un percorso di crescita culturale prima che una pratica di potere. Fu sindaco dall’ottobre 1984 all’agosto 1985, dopo un commissariamento prefettizio di circa otto mesi, e dal marzo 1988 al settembre 1990, in una fase di esaurimento del potenziale della sinistra locale agitata da contraddizioni e da nuove ambizioni. Catalano avrebbe compiuto ottantuno anni il 15 ottobre. Quando abbandonò l’attività politica, da lui esercitata sin da giovane con spirito di riformista, fronteggiò le relative delusioni componendo romanzi della memoria che gli valsero l’unanime riconoscimento della sua vocazione romantica. Era attento alle vicende degli umili. Era portato al dialogo. Presentava con garbo le proprie convinzioni. Riconosceva gli errori. La sua buona fede era indiscutibile. Di lui possiamo attestare che servì, nel disinteresse personale, l’amministrazione comunale. Nella storia delle vicende politiche e sociali sidernesi, rimarrà il suo ricordo di socialista colto e perbene. F.D.C.
Paolo un profeta in patria Uno dei nostri se n'è andato. Lo scrittore-giornalista. Paolo Catalano. Un uomo che ci ha sempre sostenuti, spronandoci a resistere. Un maestro difficilmente superabile che ci ha coccolati sin dal primo numero. Questa notizia è un dolore che sentiamo di condividere con la sua famiglia. E non solo perchè ci ha regalato tanti consigli, ma soprattutto per le tante emozioni donate ai nostri lettori, con i quali è riuscito a instaurare un rapporto di grande affetto. Il suo viaggio nella letteratura popolare di qualità, specie in quella sidernese, è da conservare con cura. Da “Peppe Sarroino: il profumo della poesia”, un racconto capolavoro che va oltre i confini territoriali ad “Arrivava la Piera e tornava l’estate” un mix di nostalgia in una Siderno, piena di sogni e prospettive, che non ritornerà mai più, come non ritorneranno “Le passeggiate con Bearzot sul Lungomare”. E ancora, “Cumpari Cola: la lucida follia di un uomo” e, poi, “La storia di Don Giovanni Macrì: l’uomo che aveva le chiavi del Paradiso”. E molti altri testi: tra cui i profili dei suoi amici e dei politici. "Il Comune di Siderno piange uno dei suoi figli più illustri. La morte di Paolo Catalano, scrittore, politico, giornalista, e Sindaco per due volte dall'8 Ottobre 1984 al 28 Agosto 1985 e dal 12 Marzo 1988 al 24 Settembre 1990, è una grave perdita per la nostra comunità. Paolo è stato sicuramente uno dei protagonisti positivi negli ultimi 50 anni". Queste le parole del Sindaco di Siderno Pietro Fuda dinanzi al feretro del compianto Paolo per il quale il comune ha predisposto il picchetto d’onore con il Gonfalone. Un sidernese della Marina, Paolo Catalano, convissuto tra impegni e abbandoni, suo malgrado profeta in patria: una condizione che accompagna anche il nostro cammino di non emigranti. lr
Una figura onesta sempre al centro del dibattito Associandomi al dolore, esprimo le più sentite condoglianze all'intera famiglia per la morte di Paolo Catalano, già Sindaco di Siderno alla fine degli anni ottanta del secolo scorso. Uomo di grande impegno politico sociale e culturale ha dato un notevole contributo alla crescita della nostra Città, quale segretario del P.S.I. e nel ruolo istituzionale di Sindaco. Oggi non possiamo non porre l'accento sul modo come una figura così impegnata e sempre al centro del dibattito politico e culturale nella nostra Città, esce di scena talmente in silenzio che, per quanti hanno avuto il pregio di averlo conosciuto, suona come condanna forte e senza appello verso una giustizia sommaria che, nel Suo caso come in tanti altri, si presenta come ingiustizia che rasenta persino la tortura psicologica. Un amministratore serio, onesto e integerrimo se subisce una ingiusta condanna dalla corte dei conti, solo perché le norme che deve applicare sono arcaiche e insufficienti, se non lesivi della dignità e trasparenza degli onesti e bravi amministratori, distrugge psicologicamente se stesso e la propria famiglia. Mentre il più delle volte gli amministratori disonesti non vengono nemmeno chiamati a rispondere dei propri misfatti, la morte di Paolo Catalano deve far riflettere il potere legislativo italiano perché ponga fine alle immense e diffuse tragedie che lo Stato crea a tantissimi suoi servitori. Mimmo Panetta
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ATTUALITÀ GIUDIZIARIA
Insubria, la ‘ndrangheta al Nord
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a Lombardia alla mercé della ‘ndrangheta? Sembrerebbe proprio di sì, considerato che nelle scorse settimane, all’esito del processo “Insubria”, sono state disposte condanne per complessivi 162 anni di reclusione in rito abbreviato contro una trentina di imputati, ritenuti a vario titolo riconducibili a tre “locali” operanti nel territorio del lecchese. L’operazione antimafia è scattata un anno fa, quando i carabinieri hanno eseguito, nelle province di Milano, Como, Lecco, MonzaBrianza, Verona, Bergamo e Caltanissetta, un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip presso il Tribunale di Milano, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 38 indagati (35 in carcere e 3 ai domiciliari) per associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi. L’indagine “Insubria”, avviata negli ultimi mesi del 2012 e condotta dal Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri (R.O.S.), ha riguardato tre “Locali” di ‘ndrangheta radicate nelle province di Como (“Locali” di Cermenate e Fino Mornasco) e Lecco (“Locale” di Calolziocorte). L’attività investigativa, iniziata – come detto – negli ultimi mesi del 2012 e protrattasi fino all’estate del 2014, è stata avviata a seguito di una serie di atti intimidatori e attentati incendiari in danno di imprenditori, verificatisi nel biennio precedente nell’area territoriale comasco-canturina. “L’indubbia tempestività dell’odierno intervento repressivo – scrivevano gli inquirenti – costituisce il frutto di una precisa strategia della DDA di Milano, tesa ad abbattere, nell’ambito delle indagini antimafia, i tempi di durata delle varie fasi processuali dall’acquisizione del dato investigativo alla sentenza di condanna”. Le tre articolazioni riguardavano: la “Locale” di ‘ndrangheta di Calolziocorte (LC), a capo della quale le indagini hanno dimostrato essere M. A. detto “Pizzicaferro” e M. A. detto “Occhiazzi”, rispettivamente “capo locale” e “capo società”; la “Locale” di ‘ndrangheta di Cermenate (CO), a capo della quale le indagini hanno dimostrato essere P. G. detto “Melangiana” e B. R. detto “Gazzosa”, rispettivamente “capo locale” e “capo società”; la “Locale” di ‘ndrangheta di Fino Mornasco (CO), a capo della quale le indagini hanno dimostrato essere C. M., in qualità di “capo locale”. L’indagine “Insubria” ha fornito conferma “della perdurante attualità, anche in territorio lombardo, dell’arcaica consuetudine degli appartenenti alla ‘ndrangheta di porre in essere riunioni di carattere operativo e organizzativo, nel corso di eventi conviviali denominati “mangiate”. A tal proposito, il dato di assoluta valenza storica, sul piano conoscitivo, investigativo e processuale, è rappresentato dalle eccezionali e inedite intercettazioni ambientali e osservazioni video, ottenute in occasione di due incontri conviviali avvenuti presso un casolare rurale a Castello Brianza nei giorni 12 aprile e 31 maggio 2014, cui hanno partecipato molti degli affiliati alle tre Locali lombarde oggetto della presente indagine. In tali occasioni, infatti, oltre alla registrazione in diretta di importanti conversazioni di carattere operativo e strategico, si è riusciti – risultato assolutamente inedito nella storia delle indagini antimafia in Italia – a documentare integralmente (peraltro con registrazioni di particolare qualità e chiarezza fonica) l’intero svolgersi di alcuni tipici rituali di ‘ndrangheta: dalla formazione della società, al battesimo del locale, alla fedelizzazione, fino alle complete formule, interamente pronunciate dagli indagati, per la concessione, ad alcuni affiliati, tutti identificati, delle doti della “Santa” e del “Vangelo”.
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In Calabria la più alta percentuale di giovani imprenditori Lo afferma una ricerca condotta da Unioncamere. Se al sud si è più propensi a fare impresa già in età inferiore ai 35 anni, il Nord-Est rimane indietro.
La mappa dell'imprenditoria giovanile conferma grande presenza soprattutto in Calabria. La provincia italiana dove si registra il peso più elevato di imprese giovanili è Crotone, seguita da Vibo Valentia.
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Altro che choosy o bamboccioni. "Il contributo dei giovani imprenditori under 35 al ricambio della base imprenditoriale (il saldo tra aperture e chiusure di imprese giovanili è stato pari a +16.606 unità) è particolarmente importante in un trimestre come quello di inizio anno che, tradizionalmente, sconta un forte bilancio negativo”. Lo fa sapere Unioncamere, che fotografa l'imprenditoria giovanile basandosi sui dati del registro delle Imprese delle Camere di Commercio. La più marcata vocazione tra gli under 35 a creare impresa si registra al Sud, mentre l’area geografica in cui i giovani imprenditori contribuiscono meno al flusso di nuove iscrizioni è il Nord-Est (“solo” il 27%), mentre rimangono affiancate (con il 29%) le due circoscrizioni del Nord-Ovest e del Centro. La mappa dell'imprenditoria giovanile, a fine marzo di quest'anno, conferma la forte incidenza di queste aziende soprattutto in Calabria. La provincia italiana dove si registra il peso più elevato di imprese giovanili sul totale di quelle esistenti (il 15,3%) è infatti Crotone, seguita da vicino da Vibo Valentia (15,1%). In questa classifica, la prima provincia del centro Italia è Frosinone (in 16ma posizione, con il 12,1%), mentre per trovare una provincia settentrionale bisogna scorrere la classifica fino alla 33ma posizione, occupata da Novara con il 10,2%. All'altro estremo della graduatoria, le province in cui le imprese guidate da giovani sono meno presenti sono ForlìCesena (ultima con solo il 6,7%), preceduta a pari merito da Pordenone e Ravenna (7,5%). Delle oltre 115mila imprese nate nel primo trimestre 2015, più di 35mila (il 31%) hanno alla guida uno o più giovani con meno di 35
anni di età. Hanno scommesso soprattutto sui settori del commercio (20%), dell’edilizia (9,5%) e della ristorazione (5,1%). Per il 76% sono imprese individuali, “la forma più semplice ma anche la più fragile per operare sul mercato” avverte Unioncamere, che rileva anche come solo il 17% abbia scelto la forma della società di capitale, “più idonea a sostenere progetti di sviluppo anche molto ambiziosi”. «I giovani italiani si stanno rimboccando le maniche per cogliere al volo tutte le opportunità che offre questo momento storico e molti di loro scelgono di farlo attraverso l’imprenditoria» ha detto il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. «Spesso
sono giovani che hanno deciso di puntare su un’idea innovativa e sulle proprie competenze per realizzarla, anche sfruttando le nuove tecnologie della rete. Per sostenere questi neo-imprenditori, dunque, è necessario consegnare nelle loro mani un Paese più moderno e più digitalizzato, anche per attrarre intelligenze e investimenti dall’estero, più meritocratico e capace di valorizzare i talenti delle persone. Il vero successo delle riforme che si stanno disegnando si misurerà esclusivamente sulla base di quanto riusciremo a fare su questi fronti, a partire da quello della pubblica amministrazione che deve diventare realmente “amica” delle imprese». lr
Peppe Neri:“La ferrovia Jonica è, di fatto, smantellata” In una nota stampa diffusa nei giorni scorsi, il segretario del consiglio regionale sollecita Oliverio a mantenere gli impegni presi con la Locride.
stata diffusa nei giorni scorsi una nota a cura del Segretario-Questore del consiglio regionale, Giuseppe Neri, in cui vengono richiamate “le responsabilità della Regione per gli impegni assunti alla presenza del presidente Oliverio in materia di crescita e qualità della vita civile nella Locride, dalla sanità ai trasporti, all’ambiente, al turismo, allo sviluppo, come peraltro spesso sollecitato dal Presidente dell’Associazione dei Comuni, Giorgio Imperitura”. Affermando che il nostro territorio abbia un ruolo chiave nel progetto di crescita regionale, Neri sottolinea quanto grave sia soprattutto la situazione del trasporto pubblico che, di fatto sta isolando il comprensorio e mettendo a repentaglio l’imminente stagione balneare. “La Regione non può oltre rinviare gli impegni presi con i territori e nei territori - afferma Neri - ed in tal senso, intendo rendere esplicito l’impegno e la disponibilità affinché per la Locride, territorio tradizionalmente a vocazione turistica, nell’approssimarsi della stagione estiva si proceda urgentemente alla razionalizzazione del sistema della mobilità e dei trasporti locali. La linea ferroviaria Jonica di
È
fatto, ed in atto, è come se fosse smantellata, con la drastica riduzione dei treni e delle stazioni di fermata. Si aggiungano le forti criticità relativamente ai collegamenti con le stazioni di Rosarno e Reggio Calabria, le difficoltà di collegamento con gli aeroporti, un quadro che certifica uno stato di collasso. Vieppiù che nella Locride i collegamenti nei giorni festivi con le zone ed i paesi interni e da questi verso i comuni rivieraschi è proibitivo, ed occorre
pensare ad interventi di sistema e a misure utili nel brevissimo periodo”. Ma le criticità della zona non si limitano a quelle relative allo spostamento. La situazione rifiuti è seria, la condizione occupazionale critica, i servizi scarsi. La vicinanza dichiarata di Neri ci fa molto piacere, ma crediamo sia arrivato il momento di vedere qualche provvedimento concreto. JG
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Fenomeno
ulla scia di un pensiero meridionalista spesso accantonato ma valido per rigore di analisi storicoscientifico di cui Pasquino Crupi è stato uno degli ultimi genuini interpreti, non mi stancherò di ripetere, così come ho fatto il 2 giugno alla direzione regionale del PD, che Platì è l'emblema di una questione “meridionale” affrontata, specie negli ultimi 40 anni, come mera questione criminale con il duplice effetto di aver favorito, da un lato, un notevole arretramento dello Stato, inteso come spazio interattivo tra istituzioni, formazioni sociali e cittadini, fondato sulla partecipazione e la vita democratica, e, dall'altro, un’oggettiva espansione di fenomeni di degrado e devianza criminale attorno a cui si è rafforzato un diffuso, seppure non maggioritario, consenso sociale. Al punto da potere tranquillamente affermare che di Platì nel Sud, in Calabria, in provincia di Reggio, nella Locride ce ne sono decine se non centinaia. La disaffezione a Platì non è nuova, però. Risale agli anni '90, allorquando la protesta delle “donne in nero” mandò via il Sindaco e la sua giunta. Anche allora si tentò con candidature esterne (la prima lista di donne missi-
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ne guidata da Angela Napoli; poi quella capeggiata da Natino Aloi, senza quorum; quindi, nel '93, una lista di quasi tutti esterni tra cui Franco Crinò, Salvatore Zoccali ed Aldo Canturi consentì ad un'altra lista platiese di guidare il comune). Anni dopo, arresti di massa, scioglimenti
per mafia, gestioni commissariali, sino al maggio 2015 allorquando ci si è accorti che nessuno aveva presentato la lista. E giù, quindi, con le solite analisi e letture superficiali, “la 'ndrangheta mette paura”, sino alle continue disponibilità di candidature esterne, tutte (o quasi) orientate a riportare
l'ordine e la disciplina, il rigore e il rispetto delle leggi smarrito, quasi come il 7° Cavalleggeri del generale Custer, sconfitto rovinosamente dagli indiani a Little Big Horn. Ma il fenomeno Platì non si risolve, in via definitiva, con una lista di candidati, esterni o interni, e quindi con una
A PLATÌ NON SI "PASSERELLA" Una scampagnata in un giorno di festa. Un pic nic dove viene servita visibilità gratis. Non bisogna far niente di concreto. Cosa portare in cambio? Assolutamente nulla... panza e prisenza. Non sono richiesti requisiti particolari: possono prendervi parte dirigenti veri ma anche autoincoronati. Vieni anche tu a Platì a festeggiare il 2 giugno, avrai l'opportunità di essere fotografata e vedere pubblicata la tua foto, non solo sul tuo profilo facebook, ma anche sui quotidiani locali (e se hai le conoscenze giuste, anche nazionali)! Per qualcuno questo è stata la Festa della Repubblica a Platì. I platiesi sono contenti che i dirigenti, quelli veri, abbiano aperto una sede del Pd nel loro paesino, o almeno così ci ha riferito qualcuno di loro. Sono, però meno contenti di chi si approfitta di Platì per "passerellare". "Veline arriviste" le hanno chiamate. Perdigiorno coscienti che pretendono di recarsi a Platì a guardarla con gli occhi del parente, con gli occhi di chi la conosce bene perchè l'ha vista in fasce. La maggior parte dei platiesi non ha voglia di festeggiare con loro, è stufa dei loro proclami che finiscono sempre per spegnersi in un'aria di siesta, non intende ascoltare borbottii di stupidaggini in cui si ficca dentro la vita di un paese divenuto pretesto del più becero narcisismo. Minestre fredde perchè la pigrizia non ha nemmeno il buon gusto di scaldarle. Chiacchiere, gonnelline e camicette di seta. Mentre, in sottofondo, suona un vecchio disco con una puntina che stride inceppandosi sui graffi, segni evidenti dei reiterati ascolti. Certo, a Platì c'erano anche amanti di politica vera, quella in cui si fondono indissolubimente la coscienza del serio impegno individuale e collettivo con la sovrana libertà intellettuale, l'unica a consentire il pieno dominio del mestiere. Giusto una mano di questa politica. Perchè per il resto c'erano solo pesci d'acquario con baffi e pinne. E quel nastro trasparente di escremento che ondeggia uscendo dal ventre: la loro sete di gloria ributtante. Maria Giovanna Cogliandro
amministrazione locale tout-court. Né con la modifica della legge sugli scioglimenti per mafia, legge da me comunque ritenuta inutile e dannosa senza una contestuale e continua opera di bonifica sociale ed economica. Piuttosto occorrerrebbe innescare un processo virtuoso e positivo di partecipazione popolare e democratica che supporti e pungoli il lavoro di un'amministrazione comunale. Come avvenne in passato. Anni di lotta, di fermento popolare e democratico, di genuina e sentita partecipazione per la rivendicazione e il perseguimento di migliori condizioni. Nel 1946, attorno alla lista Spiga (a Spica) guidata dal maresciallo dei Carabinieri in pensione, “Massaru” Peppe Delfino e dal giovane comunista Ciccillo Prestia; quindi nel 1960, sempre con la Spica guidata dall'allora giovane dirigente sindacale comunista Ciccio Catanzariti affiancato sempre da Prestia (fu la prima amministrazione d'Italia ad avere fornito i libri di scuola gratuitamente a tutti gli alunni del paese segno, appunto, di sensibiltità verso la scolarizzazione). Ma a quell'anelito di migliori condizioni di vita sociale ed economica la politica, le istituzioni e in particolare modo la sinistra incarnata dal PCI,
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o Platì dominata dal predominio tosco-emiliano, non ha saputo fornire adeguate risposte, giungendo a surrogare tali interventi con un approccio meramente repressivo, spazzando e azzerando il consenso popolare che incarnavano alcuni sindaci e dirigenti. L'azione demolitoria delle nuove leve dei partiti di massa provocò, così come in tutta la jonica, l'azzeramento dei vasti consensi popolari, lasciando la gente a rimuginare sulle proprie disgrazie. Lo sbocco verso fenomeni devianti e l’amara stagione dei sequestri di persona ha fiaccato in via definitiva la voglia di lottare. Africo, Platì, San Luca, Canolo, Ciminà, Grotteria, Gioiosa, Caulonia, Siderno, S. Ilario, da feudi popolari hanno assunto, negli anni l'incolore assenza della democrazia. Diffide, blitz, arresti indiscriminati, operazioni di polizia a strascico spesso finite in bolle mediatico-giudiziarie. Alla disoccupazione spaventosa per la depressione economica si è aggiunta una nuova categoria di interdetti al lavoro: i diffidati, i sospettati, i pregiudicati e i loro parenti. Ma è solo riaccendendo la speranza e la fiducia nei platiesi che si può sanare la ferita democratica. Solo stipulando un “Patto per Platì”. Con impegni chiari e precisi lungo un percorso di
crescita socio-economica. Un Patto che coinvolga il Governo e le sue articolazioni periferiche, la Regione, la Provincia, le associazioni dei Comuni, le associazioni produttive e di categoria, la Chiesa (peraltro molto attiva e unica presenza sul territorio platiese), le associazioni culturali, politiche e
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Il paese alle pendici dello Zillastro ritorna prepotentemente alla ribalta nazionale per l'ulteriore diserzione democratica
tutti gli “uomini di buona volontà”. Per stimolare la gente a credere e lottare al fianco di un’amministrazione che non ha paura di affermare che l'ingrato destino dei platioti non deve essere “o briganti o emigranti”. Il Pd calabrese in questi giorni ci ha messo la faccia. Il Presidente Oliverio,
l'assessore e i consiglieri reggini affiancati dalla deputazione (non tutta) calabrese (Magorno, Bruno Bossio, Stumpo, Battaglia), il dirigente Nicola Adamo assieme ai tanti sindaci, ai consiglieri provinciali Zavettieri e Brizzi, hanno voluto suscitare una scossa per fare uscire
SALVINI: «HO SAPUTOTARDI DI PLATÌ, ALTRIMENTI MI SAREI CANDIDATO» La tornata elettorale è terminata da una settimana ma il totosindaci per Platì continua a tenere banco in tutta la Nazione. Dopo l’eroica candidatura di Anna Rita Leonardi e l’indomito impegno del PD concretizzatasi in un’iniziativa pubblica, a metà settimana è toccato al leader del Carroccio Matteo Salvini dire la sua, affermando di avere «appreso tardi di quel comune calabrese, Platì, dove non s'è votato, dove nessuno presenta la lista per paura della mafia locale. Se l'avessi saputo - continua il leghista - ci avrei messo la faccia». La dichiarazione di intenti del politico, secondo i più smaliziati, sarebbe frutto del ringalluzzimento dovuto all’ultima tornata elettorale ma, il vero elemento che tutte queste rane dalla bocca larga sembrano non voler tenere in considerazione è se davvero Platì voglia continuare a farsi prendere in giro da politici che si accorgono troppo tardi che lì manca la democrazia. Voi mettetecela, la faccia. Solo non lamentatevi se vi arriva qualche schiaffo…
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dal torpore Platì. Hanno preso impegni precisi, minimali (acqua, fogne, centri di aggregazione sociale, dissesto idrogeologico, trasporti) ma essenziali. Un gruppo di platiesi ha deciso di mettersi al servizio con l'apertura di un circolo democratico. Chissà che non ne vengano altri. Certo, adesso occorre impedire che la presenza massiccia della politica promossa dal maggiore partito italiano si trasformi in una passerella specie per chi spera di accreditarsi sulle disgrazie di Platì. Sarebbe il crimine più efferato che l'uomo abbia mai potuto compiere nella Locride. Senza il mantenimento degli impegni assunti, qualunque amministrazione potrà gestire solo degrado, sbattuta ineluttabilmente tra l'incudine della criminalità e della criminalizzazione generale e ingiustificata. Platì può e deve rappresentare un laboratorio da esportare. Un moderno approccio ai problemi del Meridione, sino a renderlo Mezzogiorno d’Europa e culla del Mediterraneo. Il 2 giugno a Platì deve diventare il 2 giugno di Platì. Anzi delle tante Platì. Gianpaolo Catanzariti
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L’inchiesta Tasse senza senso
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I sidernesi hanno pagato per anni demanio marittimo che non utilizzavano loro.Commissari e Stato, anziché notare l’errore, hanno dichiarato il dissesto e fatto lievitare il debito del paese. A Fuda e alla nuova amministrazione la raccolta dei cocci.
Demanio marittimo:
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20.000 mq di troppo hanno gravato sulle tasche dei sidernesi Secondo il Codice Civile, lidi, spiagge, rade, porti, fiumi, torrenti e laghi sono beni inalienabili dello Stato e, non potendo essere venduti, vengono pagati con un contributo fiscale dal cittadino.
Già durante la campagna elettorale, il neosindaco di Siderno, l’ingegner Pietro Fuda, aveva sottolineato la necessità di sfruttare le nuove norme sulla cessione del demanio. Questa impellenza che, stando alle dichiarazioni rilasciate, sarebbe stata propedeutica al risanamento delle casse comunali, assume un’importanza ancora maggiore sulla base di alcuni atti pubblicati questa settimana. Sembrerebbe infatti che, laddove Siderno avrebbe dovuto pagare allo Stato 40.000 metri quadri di area demaniale, avrebbe per anni sborsato invece una cifra atta al pagamento di un’area corrispondente a 60.000 metri quadri. Per comprendere meglio di cosa stiamo parlando, è forse necessario fare un passo indietro. Secondo il Codice Civile italiano, lidi, spiagge, rade, porti, fiumi, torrenti e laghi (e opere pubbliche o infrastrutture che non riguardano direttamente il caso di Siderno) vengono considerati beni inalienabili di appartenenza dello Stato e, non potendo essere ceduti o venduti a privati come a organi istituzionali di minore importanza, per il loro utilizzo da parte di un ente è necessario il pagamento di una somma di denaro precedentemente concordata. È naturale che questa somma venga pagata con un contributo fiscale proporzionale da parte del cittadino, motivo per il quale, dunque, più vasta sarà l’area di interesse per, nel nostro caso, il Comune, più la quota per il suo pagamento allo Stato ricadrà sulle tasche degli onesti contribuenti. Potete solo immaginare, sidernesi, quanto il pagamento periodico di 20.000
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metri quadri in più rispetto a quelli effettivi abbia pesato sulle vostre tasche negli ultimi anni. Tale quota sarà risultata a maggior ragione onerosa vista la pressione fiscale operata dai commissari prefettizi che, senza nemmeno interrogarsi sul perché di un’emorragia fiscale che stava mettendo in ginocchio il paese, hanno sbrigativamente dichiarato uno stato di dissesto economico che il sindaco ha dichiarato “di dubitare che sia stato proprio inevita-
bile”. Che cosa può cambiare, adesso? Una dichiarazione del sindaco Fuda rivela come il debito di 38 milioni che graverebbe sulle casse comunali (di cui 9 già pagati con un mutuo a carico dei cittadini e 6 potenzialmente recuperabili in quanto costituenti un credito) potrebbe essere sanato agendo proprio sull’area demaniale che, sulla base di una norma introdotta a seguito dell’approvazione del federalismo fiscale, permette agli enti
locali di gestire il patrimonio fiscale ad essi affidato. Nel patrimonio in questione rientrano anche le nostre aree demaniali, che potrebbero così essere riscattate dal Comune nella speranza di sanare il bilancio e avere un maggiore controllo del territorio di competenza. Il primo vantaggio di questo provvedimento? Non solo che non si verificheranno più casi paradossali di pagamenti in eccesso rispetto a quelli previsti, ma anche che il Comune avrà totale libertà nella gestione e nella manutenzione delle aree in questione, permettendo ai cittadini di ricevere bollette un po’ meno care rispetto a quelle a cui sono ormai abituati. Gli atti per la cessione del demanio sono stati preparati appena prima che i commissari levassero le tende e aspettano solo l’approvazione da parte degli organi competenti. Il passo per il raggiungimento di un primo obiettivo programmatico da parte del sindaco sembra essere estremamente breve e, di qui a qualche mese, i portafogli dei sidernesi potrebbero tirare un sospiro di sollievo. Non resta che aspettare la prossima mossa del sindaco. Jacopo Giuca
I commissari prefettizi, senza interrogarsi sul perché il paese fosse economicamente in ginocchio, hanno sbrigativamente dichiarato un dissesto che, per il sindaco, si poteva tranquillamente evitare.
La cremosa grazia de Il Lupo Cattivoe i “muscoli”del Peppino di Viglianti
Il settimo matrimonio celebrato durante il Meeting di Enoicamente, che si è svolto lo scorso 13 aprile presso l'incantevole Palazzo di Moschetta, è stato quello tra il vino Peppino di Viglianti e Il Lupo Cattivodi Domenico Antonio Graneri
lle porte dello splendido borgo medievale di Gerace, tra ulivi millenari, sorge il ristorante pizzeria "Il Lupo Cattivo". Ricavato da un antico frantoio, conserva un incantevole fascino che richiama atmosfere d'altri tempi. Immersi in un paesaggio suggestivo e pittoresco, potrete lasciarvi deliziare da piatti della cucina tradizionale, locale e nazionale. Per i più ghiotti, irrinunciabili saranno gli antipasti della casa, con salumi, formaggi e irresistibili frittelline, e i primi piatti a base di pasta fatta a mano, secondo le antiche ricette calabresi. Magnifiche grigliate di pesce del vicino Mar Ionio vi ammalieranno con il loro fresco sapore. In occasione del Meeting di Enoicamente lo chef Carmine de Il Lupo Cattivo ha proposto una raffinata e cremosa mousse di ricotta con pancetta croccante, impreziosita da gherigli di noci, che ha stupito i palati per la sua grazia. Ad accompagnare questo straordinario finger food, il rosso
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Peppino dell'Azienda Agricola Viglianti di Maria Immacolata Viglianti. La sua azienda, sita a Natile, nasce da un profondo amore per la terra e ha origini recenti: è un'avventura iniziata con tanto entusiamo ripristinando terreni su cui crescevano antichi vigneti, riportandoli al loro antico splendore e continuando a prendersene cura con tenacia e grande voglia di fare. Il Peppino è un blend di Merlot al 50% e di Cabernet Sauvignon per il restante 50. Un vino che nel bicchiere si presenta di un color rosso rubino cupo e impenetrabile. In bocca mostra i "muscoli": dominano potenza e struttura e l'ingresso è intenso e caldo (titolo alcolometrico 14%), con un tannino ancora abbastanza vivo. Nel finale, ad accarezzare il palato note di tabacco, pepe nero e chiodo di garofano. Da oggi sarà possibile lasciarsi conquistare da questo perfetto accoppiamento di finger food e vino Peppino presso il ristorante-pizzeria "Il Lupo Cattivo". "Il proget-
to rappresenta un valido ponte comunicativo tra ristoratori e vitivinicoltori - dichiara Viglianti - Spero che anche i ristoratori ne comprendano il valore. La cucina calabrese va abbinata al vino calabrese, non del Veneto! Il 50% del nostro vino viene venduto qui in Calabria, tra mille difficoltà, il restante 50 a Milano, Austria, Germania e, da qualche tempo, in Belgio. Fuori ci apprezzano tantissimo, mentre a livello locale sono più diffidenti". "Nel nostro territorio - replica Domenico Antonio Graneri - a proporsi sono soltanto le maggiori cantine. Per il resto, soprattutto a livello di comunicazione, viene fatto poco. Nel mio ristorante solo il 60% delle etichette sono calabresi. Serve un progetto con degli obiettivi strategici di miglioramento comunicativo ed è per questo che ho aderito con entusiasmo alla squadra di Enoicamente".
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LA SETTIMANA
Commedia alimentare in un solo atto, di Lidia Zitara
Ho un vegano per cena -Signora? Signora Parietti? -Dimmi Marianna, perché mi disturbi durante le mie infiltrazioni di acido ialuronico? -Mi deve dire cosa devo cucinare per cena stasera. -Cucina qualcosa di leggero, con pochi grassi: il chirurgo plastico mi ha detto che devo mangiare fibre e bere molto. Che ne dici di sushi di tonno rosso e uova di caviale del baltico? Accompagniamo tutto con l’acqua giapponese, quella fatta con gli iceberg scongelati… com’è la marca, non ricordo mai… -“Borealis”, signora. -Ecco, così mi idrato perché ho bisogno di mantenere tonici i muscoli, altrimenti le protesi in silicone mi si vedono troppo. -Per me va bene, signora, ma si ricordi che a cena c’è anche il suo amico, il cavalier Cicoria. -Eh! E che ci cambia? -È vegano, signora! -Noooooooo!!! Me l’ero dimenticato! Oddio, no! Un vegano a cena! E chi lo sopporta! Mamma mia, preferisco la morte! -E che gli cuciniamo a questo, signora? -Il sushi va bene! Non è carne, è pesce! -Ma il pesce è un animale! -Ma non è pesce, è tonno! -I vegani non lo mangiano il tonno, signò! -Non posso fare la figuraccia di lasciarlo senza niente da mangiare, a costo di fargli una frittata. -I vegani neanche le uova si mangiano, signò. -Come manco le uova?
Falcomatà si sposa ed è subito“evento” -No, manco quelle. -E perché? -Perché dice che poi le industrie tritano i pulcini vivi e ci fanno le farine animali, ché poi gliele danno da mangiare alle mucche, ché così gli è venuta la mucca pazza. -Ma scusa facciamogli una cosa solo di verdure, fagli una parmigiana. -C’è il formaggio. -E che gli fa il formaggio? -Per fare il formaggio le mucche vengono messe incinte di continuo e i vitelli maschi diventano polpette. Perciò i vegani non mangiano il formaggio, signò. -Gesù, manco la parmigiana? E che gli diamo? Fagli un
dolce. -Uova e latte, signò. -Va bene, mo’ mi sono stancata, non ne posso più. Prendi il cavalier Cicoria e buttalo in una pentola d’acqua bollente. Visto che ‘sti vegani non mangiano un cazzo, ci mangiamo noi a lui! Condiscilo con poco sale, altrimenti mi viene la ritenzione idrica, e un filo d’olio di paraffina, mi raccomando, altrimenti le pillole per dimagrire non mi fanno effetto. Mettilo su una bella fiamminga d’argento, con una mela in bocca. La mela se la mangiano i vegani, sì? Ecco. E mettigli vicino un po’ di patate fritte con maionese e ketchup! Ooooh: avere un vegano per cena non è poi tanto male.
Il primo cittadino di Reggio Calabria pronuncia il fatidico “sì” dinanzi a Dio e agli uomini accalcati all’uscita di un Duomo gremito ed è stata ricerca alla finezza, alla sobrietà e alla classificazione di “matrimonio dell’anno” da parte della stampa. Lui, principesco come sempre, accoglie la brava Giovanna Monorchio, fasciata da un abito che gioca con il pizzo e pronta a vantare due sindaci in famiglia: il padre, infatti, è quel Monorchio di Bagaladi che sogna un primo cittadino come nipote.
Uno schiaffo che si trasforma in segno di pace La Mini unisce ciò che è (ancora) diviso È uno spot “estremo” la nuova trovata pubblicitaria della Mini John Cooper Works, un bolide di piccole dimensioni che, stando a quanto ci vuole far credere la pubblicità, sarebbe in grado di spiccare letteralmente il volo. Questa volta, la piccola inglese sarebbe in grado addirittura di fare ciò che fino a questo momento i nostri politici avevano solo sognato: attraversare in volo lo Stretto di Messina unendo Calabria e Sicilia proprio là dove dovrebbe, un giorno, sorgere quel ponte tanto discusso.
Locri: Scaricano rifiuti in strada e il sindaco mette una taglia Non usa mezzi termini il sindaco di Locri Giovanni Calabrese che, poco fa, condividendo diverse foto sul suo profilo Facebook, chiama “imbecilli” i responsabili di un scarico coatto di rifiuti ingombranti che hanno occupato la carreggiata in zona Moschetta, in prossimità dell’area archeologica. Il sindaco locrese, che da sempre porta avanti una lotta attiva contro gli episodi di inciviltà che si verificano nel comune nel quale è primo cittadino, questa volta, pur di ridare decoro a una zona che non merita di certo questo trattamento, offre addirittura una taglia di 200 euro a chiunque darà informazioni utili a identificare gli “imbecilli” (perché in altro modo non si possono definire) che si sono macchiati di questo reato grave e di questo inconsulto gesto rappresentante totale idiozia e mancanza di rispetto.
Un gesto di una gravità inescusabile la sberla rifilata dal sindaco di San Giovanni di Gerace, Giuseppe Vumbaca, a Don Vincenzo Tassitani. Il sindaco non gradisce le critiche rivoltegli nelle ultime due omelie dal parroco, va in Chiesa per chiarire e, al culmine di un battibecco, molla uno schiaffo al sacerdote. Al centro della contesa, alla don Camillo e Peppone, il mancato acquisto di alcune pubblicazioni da parte dell'ente. Don Vincenzo, in due occasioni, l'ultima stasera, nell'omelia alla funzione religiosa, avrebbe avuto parole dure nei confronti dell'Amministrazione comunale. Le critiche sono state riferite al primo cittadino che si è recato nella canonica per chiedere spiegazioni al parroco. I toni si sono alzati ed è partito lo schiaffone che ha provocato al parroco una contusione giudicata guaribile in tre giorni. Il prete, che avrebbe dei testimoni, si è poi recato dai carabinieri per sporgere denunciaquerela nei confronti del primo cittadino. A questo punto interviene come paciere il vescovo di Locri-Gerace, Francesco Oliva. Alla sua presenza e di fronte a tutti i fedeli, il sindaco Vumbaca, rivolgendosi al parroco, ha letto una lettera di scuse in cui ammette: "La provocazione ha annebbiato la mia mente, facendo sì che io compissi un atto sbagliato, del quale mi pento e mi dolgo amaramente". E in chiusura aggiuge: "Quella stessa mano che ho alzato contro di voi ve la offro oggi in segno di pace, chiedendo che questa vicenda così grave possa trasformarsi in occasione di riconciliazione vera". A seguito delle scuse, Don Vincenzo ha ritirato la denuncia.
SETTIMANALE
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I ragazzi di Canolo scrivono al Presidente della Provincia Una nuova scuola calcio per Siderno Domenica 7 giugno, alle ore 18.00, verrà presentata al Centro Sportivo Mediterraneo la nuova scuola calcio Union Siderno. La scuola, nata da un’iniziativa da parte dei genitori si rivolge ai bambini dai 5 ai 14 anni con l’obiettivo non solo di istruire giovani talenti, ma anche di aggregare le famiglie. La sede della scuola sarà in via Fiume 66, dove verranno immediatamente aperte le iscrizioni (effettuabili anche al 3914252632). L’appuntamento per gli allenamenti, invece, è al Centro Sportivo Kampus.
Il controllo del territorio presto affidato ai droni Pare sia solo questione di tempo prima che Cosenza faccia un salto nel futuro nel campo del controllo del territorio. Il Direttore del Dipartimento Tecnico avrebbe infatti avanzato la proposta di controllare quartieri, parchi, fiumi, frazioni e zone agricole con dei “droni”, sistemi aeromobili a pilotaggio remoto che aiuteranno a comprendere meglio i pericoli idrogeologici e attuare pratiche attive di prevenzione da parte della protezione civile.
Locri: successo senza eguali per la Giornata dello Sport A Locri è stata una giornata all’insegna dell’attività fisica quella del 2 giugno. Il Parco Giochi, grazie all’impegno dell’amministrazione, è stato teatro della 12ª Giornata dello Sport registrando un successo senza eguali, per questo tipo di manifestazione. Persino Monsignor Francesco Oliva ha voluto partecipare, catturato dal clima creato dalle associazioni e dai bambini iscritti, mentre la massima soddisfazione è stata espressa dal sindaco Giovanni Calabrese. In attesa della nuova edizione!
Egregio Presidente della Provincia di Reggio Calabria Dott. Raffa p.c. Prefetto di Reggio Calabria Siamo dei ragazzi di Canolo di età compresa tra i 10 e i 18 anni e le scriviamo in merito alla strada provinciale. Sono passati ormai 4 mesi dalla caduta di alcuni massi sulla strada che collega il nostro piccolo paesino, Canolo Nuovo, a Siderno e quindi a tutti i servizi come scuole,palestre, centri commerciali e quant’altro, che nel nostro comune non ci sono. Da 4 quattro mesi noi studenti ci alziamo la mattina alle 6 per raggiungere la scuola e siamo costretti a fare un pezzo di strada a piedi dal momento che non è concessa la viabilità lungo la strada provinciale. Il problema non è solo nostro: da 4 mesi le persone che necessitano di visite mediche o quant’altro devono percorrere 30km in più e quindi un ritardo potrebbe comportare l’aggravarsi della situazione, ma anche un urgenza primaria come fare la compere è diventata un’impresa... bisogna perdere mezza giornata solo per andare, sbrigare le proprie commissioni e tornare. Ormai Canolo diventa sempre più “invisibile”, a Canolo già non ci sono banche, palestre, cinema, distributori di benzina etc... e già prima dovevamo percorrere tanta strada, tante curve, con neve, pioggia e “frane” ed ora addirittura dobbiamo percorrere 30km in più o nel nostro caso scendere dal pullman, fare un pezzo di strada a piedi per poi riprendere un altro pullman. Noi ragazzi sentiamo sempre parlare la politica delle problematiche che abbiamo noi giovani in questi piccoli paesi d’entroterra e della volontà di intervenire per evitare lo spopolamento di questi paesini... il fatto è che se pensiamo alla situazione attuale sembrano solo belle parole! Noi per andare a mare già dobbiamo fare un ora di viaggio di pullman, per andare in fondo a divertirci, cosa che alla nostra età è normale, noi che già abbiamo servizi di trasporto insufficienti in quanto vi sono solo due linee: una alle 6:20 del mattino e l’altra che torna a Canolo alle 14:30 e se mai volessimo restare un pomeriggio a Siderno per fare un giro, per andare al cinema o quant’altro, non possiamo,noi che siamo cresciuti in un paesino dove non c’era nemmeno un parco giochi, noi che sentiamo l’assenza di servizi e opportunità non possiamo capire come sia possibile non intervenire per garantire almeno la viabilità della strada! Proprio qualche settimana fa è venuta la Rai a fare un servizio sulle “vacche sacre” le così dette vacche della ‘ndrangheta mettendo in ridicolo il nostro paese di fronte a tutta la nazione, ma quello che non riusciamo a spiegarci è perché mettere in evidenza ciò che rovina la reputazione del territorio, e non a levare dalla strada due massi?! Canolo non è solo ‘ndrangheta come tanti pensano, ma è soprattutto gente onesta e laboriosa e giovani con tante speranza in un futuro migliore ! Forse lei non prenderà seriamente questa lettera dal momento che non avete provato cosa significa essere emarginati dal resto del mondo, ma noi si, e se stiamo scrivendo questa lettere è perché siamo stanchi, stanchi di essere da 4 mesi bloccati in una situazione che va sempre più a fondo Ecco questa è la strada che percorriamo tutte le mattine con i pullman, quella che i commercianti percorrono con gli auto-treni, come potete ben vedere è sospesa nel vuoto, sorretta da una striscia di terra, ecco noi ogni mattina “percorriamo il vuoto” rischiando ogni giorno la vita per raggiungere l’istruzione, ma nessuno in queste circostanze si è preoccupato di prevenire il rischio di frana. Perché? Signor Raffa, lei farebbe viaggiare i suoi figli su questa strada? Speriamo tanto di non aver sprecato tempo a scrivere questa lettera, ma vorremo che le nostre parole vengano prese in considerazione, e la invitiamo a Canolo Nuova nel cuore del Parco Nazionale d’Aspromonte per toccare con mano e guardare con i suoi occhi la realtà che noi affrontiamo ogni singolo giorno ormai. In fondo non chiediamo la luna… solo qualche servizio ed il ripristino di una strada… la nostra strada. Distinti saluti. I ragazzi di Canolo Nuova
SOCIETÀ
È stato raggiunto il minimo storico dei matrimoni civili e religiosi. I giovani di oggi si amano sì, ma senza contratto. Qualcuno, però, sceglie ancora Dio come testimone di nozze.
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C’è ancora chi crede nel matrimonio “Ci sposiamo perchè ci amiamo e vogliamo stare sempre insieme. Siamo pronti ad affrontare una vita in tutta la sua caotica normalità”
MARIA GIOVANNA COGLIANDRO
empre più giovani dicono addio a confetti e bomboniere. L'abito bianco, i parenti che piangono al "Sì, lo voglio", il lancio del riso come quello del bouquet sono ormai riti appassiti. I giovani non si sposano più. Né al Nord nè al Sud. Amore sì, ma senza contratto. L’Italia ha ormai toccato il minimo storico dei matrimoni civili e religiosi: 194.057 mila i "sì" pronunciati nel 2013
(ultimo dato Istat), 10 anni fa erano 50 mila in più. Crescono, invece, le unioni di fatto: secondo l’Istat nel nostro paese hanno superato il milione. Altra novità: il 26% dei neonati, ovvero più di uno su quattro, nasce fuori dal matrimonio. Ma c'è anche chi va in controtendenza decidendo di coronare davanti a Dio il sacramento del matrimonio. Abbiamo incontrato Valeria, 29 anni, e Francesco, 37, entrambi di Reggio Calabria. Sono fidanzati da 3 anni e 9 mesi, "il tempo necessario per capire di voler stare insieme per sempre ma non sufficiente per capire di non farlo" - sentenzia lei. Si sono conosciuti al lavoro ma non è stato un colpo di fulmine. "Io non l'ho nemmeno visto!"- ridacchia Valeria. "Ma se non facevi altro che guardarmi" - ribatte
Francesco. Dopo due anni e mezzo Cupido si è affacciato sulle loro vite e si sono messi insieme. Chiedo a Francesco di presentarmi in breve la sua futura sposa: "In una coppia c'è l'intelligente e l'irresistibile, lei è l'intelligente!". "Francesco è un burlone. Gli piace scherzare e questo è un pregio ma anche un difetto, perchè difficilmente riesco a concludere un discorso con lui". Valeria è esasperata ma attratta dai modi di fare di Francesco e dal suo non prendere la vita troppo sul serio. Si amano in una dialettica di calamita e limaglia, attacco e difesa. E adesso sono pronti per il grande passo. "Ci sposiamo perchè ci amiamo e vogliamo stare sempre insieme" - delibera Francesco. "Siamo pronti ad affrontare insieme una vita in tutta la sua caotica normalità" - continua Valeria. Per lui convivere non ha senso, per lei lo avrebbe pure ma l'amore va suggellato davanti a Dio. Dio deve essere testimone del loro "per sempre", un "per sempre" che non li spaventa. È soprattutto il legame a vita a terrorizzare i giovani di oggi, ormai abituati a vedere il loro futuro invaso sotto ogni aspetto dalla condizione di precarietà. Quel "in ricchezza e in povertà", inoltre, scoraggia i nostri giovani almeno quanto "in salute e in malattia". L'incertezza materiale è diventata incertezza esistenziale. I loro genitori, per lo più, non li hanno educati al lavoro di cura, alla rinuncia ma li hanno cresciuti affinchè si appropriassero di un'identità libera da qualsiasi costrizione e sempre proiettata verso nuove conquiste, per raggiungere le quali l'essere in due può divenire un ostacolo. Non sono di questo parere Valeria e Francesco: per loro progettare insieme riempie di senso la vita. "Non vedo l'ora di condividere con Francesco la mia quotidianità e ogni mio programma futuro!". La data del grande giorno è fissata per l'1 giugno prossimo. Valeria e Francesco hanno già prenotato la sala, la chiesa e il fotografo e adesso si stanno concentrando sull'arredamento del loro nido d'amore. Vanno insieme a
scegliere i mobili e non li cercano su Pinterest come si usa fare adesso. "Non sappiamo nemmeno cosa sia Pinterest!". Fianco a fianco, mano nella mano, progettano la loro vita insieme. "Non ci si deve sposare per essere amati ma per amare" ha detto loro il parroco durante la prima lezione del corso pre-matrimoniale. E a loro brillano gli occhi quando me lo raccontano. Chiedo se hanno paura che l'attrazione sessuale possa trasformarsi un giorno in attrazione vitale (senza te non so stare perchè, amore o no, sei comunque parte della mia vita). "Non può succedere" dichiara Francesco sicuro di sè come una cassetta delle lettere. "È un rischio che corriamo tutti - aggiunge Valeria - ma sta alla coppia reinventarsi!". Mi ha insegnato tanto questa giovane coppia innamorata. Mi ha insegnato innanzitutto che l'amore deve essere una sicurezza: è quel piatto pieno d'acqua messo sotto il vaso di una felce che quando vuole bere beve, quando non vuole non beve, ma ha la certezza che lui è comunque lì per lei. Ci salutiamo e non appena mi allontano li vedo abbracciarsi. Francesco è pazzo della sua donna e glielo dice così, stringendola con le dieci dita. Mentre Valeria avverte nello stomaco un solletico di privilegio e si abbandona con tutta se stessa a quella travolgente delizia.
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L’Infiorata
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di Portigliola
Un arazzo tessuto da capo a fondo
n intreccio di fede e tradizione a Portigliola, che il 7 Giugno festeggia il Corpus Domini con la oramai tradizionale infiorata L’evento, è diventato uno degli appuntamenti più attesi del piccolo borgo locrideo , ospiterà temi "religiosi e sociali, creati e realizzati esclusivamente con petali di fiori dai ‘giovani Infioratori’ e riprende i disegni della nuova pavimentazione della piazza appena rifatta “ - spiega il Sindaco Rocco Luglio - I lavori andranno avanti per tutta la mattinata di domenica , per poi regalare nel tardo pomeriggio uno spettacolo emozionante. I temi scelti quest’anno oltre alle geometria della nuova piazza sono: Rosone con Cuore di Gesù, disegni geometrici, Anno Internazionale dei Suoli, motivi religiosi ". Uniche le sue caratteristiche; da un lato, la continuità, dall’altro, l’uso esclusivo in essa di fiori e foglie in un periodo dell’anno avaro di fiori, senza far ricorso a terre colorate o ad altri espedienti, proibitivi in caso di pioggia . Solo così si riesce a ottenere un vero e proprio tappeto floreale colorato e profumato. L’insieme dell’Infiorata è costituito da un grande rosone circolare, sormontato da un altare allestito sulla gradinata della piazza , che domina i quadri composti sul selciato della piazza dell’infiorata, contornata di balconi e gradinate, e il cui proporzionato declivio consente la giusta visione del lavoro. Per la realizzazione delle opere vengono impiegate tecniche piuttosto sofisticate; per ottenere una definizione pressoché perfetta dei disegni, i fiori vengono impiegati interi oppure tagliuzzati, in frammenti di diverse dimensioni, sapientemente mischiati per ottenere infinite sfumature di colori. L’effetto pittorico è assolutamente unico nel suo genere; come in un arazzo tessuto da capo a fondo, le squadre degli infioratori lavorano sin dalle prime ore del mattino per preparare l’opera. Domenica 7 giugno , l’evento sarà aperto con la tradizionale calata del sacro cuore nella graziosa chiesa di San Leonardo e, nel pomeriggio , dopo la Santa Messa officiata dai due parroci di Portigliola , don Bruno Cirillo e don Nicola Commisso-Meleca, il Sacro Cuore di Gesù verrà portato in processione per le vie del paese fino a raggiungere il momento culminante rappresentato dall’ingresso nella piazza dell’Infiorata con il passaggio del Sacro Cuore sul tappeto floreale allestito nella rinnovata piazza Garibaldi. Sarà possibile ammirare l’Infiorata per tutta la notta di domenica. "Aspettiamo turisti e fedeli per vivere con noi conclude il Sindaco Rocco Luglio - un giorno di forte emozione, fede e tradizione portigliolese".
U
GERENZA
Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14
SPORT
L’ASD Millennium Arco Club Siderno vince al campionato regionale FITA Domenica 31 maggio in quel di Palmi, si è svolto il campionato regionale FITA sulla distanza dei 60/70 metri per le classi MasterSenior - Junior (specialità arco olimpico), e 50 metri per la specialità arco Compound. La gara si è svolta con una prima fase di qualifica seguita dagli scontri individuali e a squadra per la conquista, appunto, del titolo di campione regionale di classe e assoluto per l’anno 2015. L’ASD Millennium Arco Club Siderno ha partecipato con i suoi atleti e ha ottenuto il massimo risultato: - campione regionale di classe e assoluti Compound 2015: Oleksandr Kononenko; - campione regionale di classe e assoluti Compound 2015: Francesco Romeo; - prima squadra campione regionale di classe 2015: Millenium Arco Club Siderno con Ganino Giuseppe Oleksandr Kononenko – Carlo Scarfò; - prima squadra campione regionale assoluti Compound 2015: Millenium Arco Club Siderno con: Ganino Giuseppe, Romeo Francesco e Oleksandr Kononenk. Anche quest’anno, dunque, anche se le condizioni e i posti per allenarsi scarseggiano da sempre, l’ASD Millennium e il suo team si sono dimostrati vincenti. Oleksandr Kononenko è stato scelto come uno dei componenti della squadra calabrese che si misurerà con le squadre di tutte le altre regioni d’Italia per la “coppa delle regioni 2015” il 27 e 28 luglio p.v. a Cardana del Campo (VA). L’ASD Millennium Arco Club Siderno (sponsorizzata per le divise dal punto vendita “Onze”- La Gru), dà appuntamento agli appassionati di sport e cultura a Siderno domenica 7 giugno, presso lo stadio comunale “F. Raciti” per assistere alla gara interregionale 70/60 metri, 50 metri. + Olimpic Round individuali dalle ore 11.00 alle 16.00. L’ingresso al pubblico è gratuito e la presenza è gradita.
Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.
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COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Cristina Caminiti, Eleonora Aragona, Franco Parrello, Lidia Zitara, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta.
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Dall’Australia a Siderno in cerca di una foto del padre da giovane, o di qualcuno che lo ricordi “Se prendi buoni vuoti a scuola, ti portiamo in Italia a conoscere le famiglie d’origine” . E da lì è stato un colpo di fulmine. Monica vorrebbe tornare a vivere in Calabria, e ci sta provando davvero.
onica Romeo è figlia di uno dei tanti sidernesi emigrati in Australia. Lei ora vive lì, parla benissimo l’italiano e guarda alla Calabria come alla terra delle favole dove vivono le radici di una parte della sua famiglia. Sua madre è bergamasca. A 17 anni i genitori le dissero: “Se prendi buoni voti a scuola, ti portiamo in Italia a conoscere le famiglie d’origine”. E da lì è stato un colpo di fulmine. Monica vorrebbe tornare a vivere in Calabria, e ci sta provando davvero. Per ora vuole festeggiare il compleanno del padre, che il 16 agosto compirà 90 anni. Suo padre oggi vive a Perth, si chiama Orlando Agostino Romeo, e guida ogni giorno la sua auto per andare in piscina a fare esercizi. Cucina da solo, piatti tipici calabresi, ovviamente, e i figli sostengono sia un ottimo cuoco. Ha qualche acciacco, soprattutto alla schiena, causato da un incidente riportato il giorno in cui cadde il muro dello stadio, a gennaio del 1938 e morirono tre ragazzi. In molti ancora riconoscono le loro lapidi al cimitero. La foto più vecchia del papà di Monica risale agli anni ’40, quando lui aveva vent’anni, e da tre viveva già in Australia. Monica s’è così messa sulle tracce della sua famiglia paterna, ma non ha trovato ciò che cercava. Le persone anziane a Siderno sono poche, e non tutte ricordano bene la famiglia di Monica. La memoria negli anziani è piuttosto ballerina, e ci si ricorda perfettamente fatti della propria vita, ma altri si dimenticano. Il padre di Orlando Agostino si chiamava Carlo ed è nato a Siderno il 9 marzo del 1878. Era figlio di Antonio Romeo e Maria Carmela Caricari. Sposò Rosina Forte, una vedova che aveva già due figli: Alfredo e Maria, da cui ebbe però altri tre figli: Rosa, Franca e Carlo (il padre di Agostino). Monica è riuscita a parlare con Franca la quale le ha detto che la casa di famiglia è stata venduta e ovviamente il mobilio, le foto, i ricordi, si sono perduti. L’abitazione era in via Grande 22, oggi via Mazzini (è la strada che taglia trasversalmente da via Dromo fino all’ospedale, di cui una parte è senso vietato). Orlando Agostino è il secondogenito di Carlo, sua madre si chiamava Rosina Forte, il fratello maggiore Guglielmo, che vive anche lui in Australia. Attraverso un po’ d’aiuto Monica è riuscita a scoprire che suo padre si imbarcò per l’Australia il 29 gennaio del 1940, con la nave “Esquilino”, dal porto di Messina fino a Fremantle. Il padre di Orlando Agostino visse e lavorò a Harvey, un paese a 3 ore di viaggio da Perth, nel sud dell’Australia. Orlando Agostino è stato battezzato alla Chiesa di S. Maria dell’Arco e ha frequentato la piccola scuola materna che un tempo era vicino al bivio per Donisi. Monica cerca disperatamente aiuto, una foto del padre da giovane, o qualcuno che lo ricordi. Noi speriamo con tutto il cuore che questo appello possa raggiungere, tramite le mani e gli occhi di nipoti affettuosi, i ricordi di qualche anziano sidernese. Dal punto di vista che ci compete più strettamente, non possiamo fare a meno di sottolineare quanto si faccia pressante la creazione di un archivio delle memorie cittadine. In bocca a lupo Monica, torna presto a trovarci! Lidia Zitara
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POLITICA
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La Politica necessaria La società ha perso la speranza di un mondo migliore e la voglia di partecipare o scambia per "bene" i suggerimenti del proprio egoismo individualista o di gruppo.
a recente tornata elettorale evidenzia un Paese diviso, lacerato, senza valori condivisi. Se ci si pone davanti ai dati elettorali in modo globale e intuitivo, forse arriva una sensazione di inadeguatezza, di preoccupazione, di angoscia. Senza cedere al pessimismo, non svalutiamo gli elementi positivi che pure esistono, ma sarebbe da irrespon-sabili affermare che l'Italia si sta muovendo nella direzione giusta! Una società frammentata non è un bene neanche in periodi di pace e di benessere, diviene un vero male quando si attraversano tempi complessi e di crisi come quelli che, da anni, stiamo vivendo. Vi è una società che troppo spesso non riesce a pensare al bene comune, che ha perso la speranza di un mondo migliore e la voglia di partecipare o che scambia per "bene" i suggerimenti del proprio egoismo individualista o di gruppo. Metà dell'elettorato non ha fiducia nelle Istituzioni democratiche e la mancata partecipazione al voto sembra un arrendersi alle oligarchie di potere, con ritiro nel proprio microcosmo. Ma se la società evidenzia la disgregazione avvenuta negli ultimi decenni, non sta meglio la politica: dibattiti vuoti, faziosità, menzogne, accordi inconfessabili, lobby e tanta incapacità. I problemi veri sono spesso ignorati oppure affrontati in modo ideologico, lasciando molto spazio alla "politica magica": le cose vanno bene, dice il leader di turno, e se non sei d'accordo è perché remi contro e la colpa della crisi è tua! Che fine ha fatto la questione meridionale? Dov'è il progetto di rilancio dell'economia? Come fare per mantenere pensioni e servizi essenziali? Quale partecipazione democratica? Si tratta di problematiche complesse da riconsiderare alla luce dei cambiamenti epocali che stiamo vivendo, ma non interessano sul serio ai leader politici. Eppure gli amministratori locali, grazie anche alle leggi vincolanti volute dal governo centrale, dovranno gestire situazioni difficili con il rischio di risultare impopolari senza, comunque, riuscire a mantenere i servizi già esistenti. Regioni come la Calabria non sono nelle condizioni di autofinanziarsi e senza un vero progetto di sviluppo, da una parte, e con la volontà secessionista del Nord, dall'altra, rischiano la desertificazione. Segni positivi? Esistono, dicevamo all'inizio, e vogliamo vederli anche in alcuni risultati calabresi: nonostante tutto, in tanti hanno partecipato, hanno dato la loro disponibilità, hanno provato a pensare un futuro per la propria terra. Tanti non si sono arresi e forse, nelle particolari condizioni della Calabria, spesso hanno esercitato il buon senso. Ma la strada è in salita e molto lunga: c'è tanto da ricostruire e costruire; ora è necessario che l'elettore accompagni e sostenga coloro che ha eletto! Giuseppe Giarmoleo
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Locride,ilprim S ILARIO AMMENDOLIA
e fossi ispirato da Dante direi che in questo momento dalla Calabria non si scorgono le stelle. Il nostro firmamento è spento. Il termometro è sotto zero. Guardo con amicizia e simpatia ai sindaci appena
eletti. Dovranno scegliere e sono sicuro che sapranno fare le scelte giuste. Personalmente ritengo che la Locride non abbia bisogno di notabili incardinati in un sistema di potere che ci stritola bensì di “irregolari”. Da moderato, quale sono, mi azzardo a dire che c’è un gran bisogno di “guerriglieri” della politica e della democrazia, capaci di muoversi con audacia e mettere in discussione progetti che ci escludono, ci condannano alla marginalità, ci spingono verso la deriva criminale. Non c’è altro modo per farsi spazio in una giungla in cui siamo già destinati a perdere. Nessun sindaco è forte se non ha il suo popolo dietro le spalle. Nessun paese della Locride è in grado di riscattarsi se non è capace di far rete con i
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ampia vittoria dell’amico Pietro Fuda è ascrivibile alle componenti moderate maggioritarie della società sidernese, delle quali egli si è reso interprete, e non soltanto alle formazioni di sinistra che l’hanno adottato per riconquistare il Comune. Per altro verso, la grande affermazione personale della segretaria del Partito Democratico Maria Teresa Fragomeni attesta il suo definitivo affrancamento, non solo psicologico, dal «fattore Panetta», che pur condiziona da molto tempo una parte dell’elettorato di sinistra con una seduzione di vecchia scuola. Fuda è una risorsa politica importante che i piccoli muratori calabresi di Forza Italia fecero di tutto per eliminare dallo schieramento di centro-destra, temendo il suo forte potere competitivo. Egli ha tuttavia mantenuto una propria coerenza di centrista attraendo il sostegno della sinistra che deve, sempre di più, accattivarsi l’elettorato moderato per vincere. L’affermazione di Fuda rende più penosa la disfatta anche morale del centro-destra, ratificata dai numeri elettorali, sezione per sezione. Una disfatta annunciata, del resto, per il vecchio errore di far dipendere le sorti di Forza Italia da soggetti privi di una vera idealità politica, di un carisma, e incapaci di orientare l’opinione pubblica e l’attività amministrativa. L’ultimo sindaco aveva sperperato il capitale del centro-destra, con entusiasmo di giocatore suicida, trascinando così nella rovina un’intera coalizione. Oggi si sono raccolti i cocci. I napoletani raccomandano di non dare «‘a f… in mano ‘e criature», e ciò vale ovviamente anche per la politica. La stragrande maggioranza degli elettori sidernesi ha fatto di questo triviale motto un ragionamento pratico, affidando infatti a un uomo di vecchia esperienza amministrativa l’organismo comunale. Da Fuda non ci si deve aspettare un miracolo. Basterà il buon senso. Dopo quello che è capitato a Siderno, la normalità sarà accolta come oro.
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Abbiamo chiesto al giornalista Francesco D. Caridi la sua opinione sul risultato elettorale di Siderno. Ci ha risposto con queste rapide osservazioni.
CARIDI: «CON FUDA HA VINTO IL BUON SENSO»
mopartitosonolepersone paesi vicini. Si comprenda che non è il momento dell’ordinaria amministrazione. Il buongoverno è sempre apprezzabile ma oggi si richiede qualcosa in più. Tra qualche giorno vedremo all’opera i nuovi sindaci eletti partendo da Siderno che è un Comune strategicamente decisivo per l’intero comprensorio. Qualche anno fa, ero presidente del comitato dei sindaci, abbiamo promosso una giornata di mobilitazione: “la Locride non abbassa la testa”. Si trattava del momento esterno di un lavoro teso a mobilitare la gente in una terra dove è stato usato bromuro a fiumi. Da quel punto bisogna ripartire. Senza timore di camminare su un terreno che altri prima di noi hanno intrapreso. Pietro Fuda da sindaco di Siderno saprà sicuramente spingersi oltre il terreno di una mera gestione burocratica del Comune. Nessuno meglio di Lui, quantomeno per le esperienze che ha vissuto, sa che ci vuole un disegno politico che abbia respiro strategico senza del quale, qual-
siasi sindaco - pur bravo - è costretto a ripiegare sulla politica delle piccole cose. Vedremo! Se son stelle brilleranno. Intanto c’è da salutare positivamente il fatto che torna la luce in alcuni comuni della Locride accecati dalla lunga permanenza delle commissioni straordinarie antimafia. I sindaci eletti hanno il dovere però di dire quanto le “commissioni antimafia” hanno pesato sulle casse pubbliche e cosa hanno fatto per debellare la ‘ndrangheta. Siccome non hanno fatto assolutamente nulla, i sindaci diventino testimonial in una battaglia per impedire che la democrazia possa essere sospesa. Trovino la forza di dire con la necessaria fermezza che gli scioglimenti criminalizzano le comunità, scoraggiano la partecipazione, istituzionalizzano la ‘ndrangheta che diventa fulcro di una identità negativa per l’intero paese contro il “nemico esterno”. La ‘ndrangheta si batte con più garanzie e non stroncando quel poco che sopravvive dello Stato democratico.
Sentano, i sindaci eletti, anche il bisogno di dire che i consigli comunali sciolti per mafia non erano bivacchi delle cosche e che Riccardo Ritorto, o Peppe Campisi, avranno pur commesso errori di natura politica, ma non sono stati espressione di ‘ndrangheta. Trovino il coraggio di dirlo non solo perché è giusto, ma per l’onore dei Paesi che andranno a rappresentare. Perché la ‘ndrangheta sarà pur forte ma la gente di Siderno o di Ardore non è composta da minorati psichici che vota assecondando i disegni dei criminali. Se questo è vero oggi, lo era pure tre anni fa! Certamente le recenti elezioni possono rappresentare un po’ di sangue nuovo in un corpo esangue. Non mi interessa conoscere il partito di appartenenza dei nuovi eletti. Ho una certezza: avranno la consapevolezza che il primo partito a cui debbono rispondere è quello delle persone che abitano questo territorio partendo dai più poveri e da coloro che non hanno alcuna tutela Nessun partito politico potrà pretendere di più!
RIVIERA
Inostri prodotti enogastronomicial centro di un importante progetto proposto dal GAL Martedì 9 giugno alle 10.30 presso l'Hotel Federica a Riace, l'Agenzia di Sviluppo Rurale GAL "Serre calabresi- Alta Locride" presenterà il progetto "I prodotti enogastronomici di eccellenza dell'Alta Locride, delle serre e del basso Jonio catanzarese". Nella stessa giornata, alle 15.30, dopo una degustazione guidata a cura di Ais Calabria e Slow Food Locride, è previsto anche un workshop dal titolo "Identità locali e strategie globali" nel corso del quale l'attenzione si focalizzerà sulle esperienze, gli strumenti e le sinergie per trasformare il patrimonio delle produzioni agroalimentari di eccellenza del territorio in fattori di sviluppo rurale. Seguiranno le conclusioni da parte del Presidente di Unioncamere.
CULTURA E SOCIETA’
Tempo di maturità per 19.006 studenti calabresi È tempo di maturità per 19.006 studenti calabresi, pronti, tra ansie e chilate di appunti, a entrare in aula il 17 giugno per affrontare la prima prova di italiano. Anno scolastico 2014-2015 in chiusura, dunque, prima delle meritate vacanze estive, ancora non colpite da una proposta di riforma scolastica che, negli scorsi mesi, aveva immaginato una scuola in cui le “ferie” fossero ridotte a una sola mensilità. Nel frattempo comunque, le 981 classi di maturandi distribuite nei licei e negli istituti tecnici e professionali calabresi sono già studiate logisticamente dalle 497 commissioni che dovranno valutare il grado di preparazione degli studenti. Non resta che aspettare l’esito delle prove e vedere, a settembre, quanti di questi giovanissimi sceglieranno di continuare a studiare o preferiranno invece cercare un impiego. La redazione di Riviera, in ogni caso, non può che augurare loro ogni bene e fare un grande in bocca al lupo a tutti non solo per le prove, ma anche per il futuro!
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Mariateresa Russo, Antonino Anastasi e Francesco Macrì hanno presentato un modello vincente capace di coniugare ricerca e tradizione nelle filiere agroalimentari di qualità della nostra Regione.
Expo 2015, per la Calabria un cibo a regola d’arte! Nell’Area Tematica Arts & Foods di Expo Milano 2015, allestita nei locali della Triennale di Milano, presso lo spazio dedicato dal Corriere della Sera agli appuntamenti di “Cibo a regola d’Arte” è stato presentato, sabato 23 maggio, il programma di iniziative che accompagnerà la presenza del Polo di Innovazione Tecnologico della Calabria nel padiglione di Casa Corriere all’interno dell’EXPO . Presenti alla Conversazione dal titolo “Calabria: ossimoro di una tradizione innovativa” la prof.ssa Mariateresa Russo, Antonino Anastasi e Francesco Macrì, guidati dalla giornalista del Corriere, Luisa Pronzato, hanno presentato il Polo di Innovazione, i progetti e le aspirazioni di un modello vincente, rappresentato dall’unione tra pubblico (Università Mediterranea di Reggio Calabria) e privato (le imprese del settore agroalimentare della Calabria), in un’unione capace d’attrarre risorse per coniugare ricerca e tradizione nelle filiere agroalimentari di qualità della Calabria. Nel corso della conversazione la Prof.ssa Mariateresa Russo ha focalizzato l’attenzione sul lavoro svolto in tre anni di attività
dal Polo di Innovazione che ha portato tra l’altro alla creazione del Distretto ad Alta Tecnologia Agroindustriale, finanziato dal MIUR che ne ha riconosciuto la validità e la forza trainante per tutto il territorio calabrese, con ricadute sulle altre regioni della convergenza, parole riprese da Antonello Anastasi e Francesco Macrì che da imprenditori hanno sottolineato l’importanza della guida e del supporto che in AGRIFOOD le aziende aderenti riescono ad ottenere per migliorare la qualità, la competitività e la promozione sul mercato di prodotti di eccellenza. È stato illustrato il progetto di comunica-
zione, in partenariato con il Corriere della Sera, che nel corso delle 4 iniziative programmate in area EXPO vedranno avvicendarsi oltre agli imprenditori del Polo, i ricercatori che animano le progettualità in collaborazione con ricercatori di fama internazionale, così da rendere concreto e chiaro il forte senso di rete che governa le attività del Polo calabrese. A conclusione della conversazione, è stata offerta una degustazione dei prodotti dalle aziende aggregate al Polo di Innovazione coinvolte nelle progettualità presentate, i dolci “Monardo” abbinati al vino Greco di Enopolis Bivongi dell’Azienda Crinò.
Grande successo per il concorso indetto dalla“Fondazione De Leo-Pacetta ONLUS” Obiettivo del concorso, rivolto a tutti gli alunni e gli studenti residenti a Stilo, è stato quello di porre le basi per una cultura della solidarietà tra le giovani generazioni
omenica 31 maggio 2015, a Stilo, nella sede della “Fondazione De Leo-Pacetta ONLUS”, si è svolta la cerimonia di premiazione del concorso “Gioia nella solidarietà per una nuova umanità”, indetto per commemorare il primo anniversario della scomparsa di De Leo Domenico, fondatore e primo presidente della omonima Fondazione. Obiettivo del concorso, rivolto a tutti gli alunni e gli studenti residenti a Stilo, è stato quello di porre le basi per una cultura della solidarietà tra le giovani generazioni, affinché essi siano soggetti attivi di una società più autentica, basata sul bene comune. La cerimonia si è aperta con il saluto dell’attuale presidente, Carmen De Leo, figlia del fondatore che, dopo aver ringraziato i ragazzi che avevano risposto all’invito, ha sottolineato come sia precipuo compito della fondazione proseguire nel nobile percorso tracciato da Domenico De Leo, con attività per quanti si trovano in condizioni di svantaggio. In particolare, la
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ONLUS offre un servizio di trasporto completamente gratuito verso l’ospedale di Locri a diverse persone anche di comuni limitrofi che periodicamente devono sottoporsi a dialisi per la loro sopravvivenza. Il presidente De Leo ha poi evidenziato come gli elaborati presentati, tutti sotto forma di disegni, siano stati significativi e abbiano denotato sensibilità verso la tematica; inevitabilmente, trattandosi di un concorso, la giuria ne ha dovuti scegliere tre, ma tutti i partecipanti riceveranno, comunque, un riconoscimento per la loro partecipazione. Ha, quindi, presentato e ringraziato la giuria, composta da Mirella Pacifico docente formatore e componente di diverse commissioni del MIUR; Lucia Commisso artista poliedrica ed esperta d’arte ed Elton Muca che è anche socio Consigliere della fondazione È poi intervenuta la prof.ssa Pacifico, che ha tracciato un profilo della figura di Domenico De Leo, soffermandosi sui tratti più salienti della sua personalità, caratterizzata
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da una grande passione per il suo lavoro di commerciante di biancheria e, contemporaneamente, da una altrettanta passione e rispetto per la persona. È importante che le giovani generazioni crescano con la consapevolezza che niente di ciò che succede all’altro debba essere sentito come estraneo e che, in un mondo dove sembra che tutto appartenga a tutti, in realtà tanti drammi, collettivi o individuali, si consumano nell’indifferenza generale. Ha poi raccomandato ai ragazzi di coltivare le proprie inclinazioni e di non sottovalutare mai le proprie potenzialità. Si è, quindi, entrati nel vivo della premiazione. Domenico e Annachiara De Leo, nipoti del fondatore, hanno consegnato a tutti i
partecipanti al concorso una medaglia ricordo e una cartella contenente materiale scolastico. Successivamente, la dott.ssa Lucia Commisso ha illustrato le motivazioni che hanno determinato la scelta dei tre disegni vincitori: aderenza al tema della solidarietà; originalità sia nell’ispirazione del soggetto che nella sua realizzazione; efficacia nella comunicazione del messaggio. I lavori premiati sono stati realizzati tutti da alunni frequentanti la scuola primaria, precisamente: Vittoria Lioi classe III, Alexia Gallo classe III e Rebecca Fiorenza classe IV. Il dott. Elton Muca ha consegnato a ciascuno di loro una busta contenente la somma di 200,00 € quale piccolo contributo per le spese sostenute per lo studio.
La ONLUS offre un servizio di trasporto completamente gratuito verso l’ospedale di Locri a diverse persone anche di comuni limitrofi che periodicamente devono sottoporsi a dialisi per la loro sopravvivenza.
RIVIERA
LA ROSA DEIVENTI (mini rubrica a cura di Maria Verdiglione)
ANCORA DONNE CORAGGIOSE
Se volessimo raccontare ancora del coraggio delle donne, avremmo a disposizione molto tempo. Da sempre. La "lei", questa volta, appartiene alla storia delle colonie greche. Siamo a Siracusa, in Sicilia. La città è sotto il dominio di Dionisio il Giovane. Non è un governo facile, tutt'altro. Un gruppo di cittadini siracusani organizza una congiura per allontanarne il potere. A capo dei congiurati c’è il fratello della moglie di Dionisio: Potissene. Purtroppo, però, la cospirazione non va a buon fine e Potissene, pur di non cadere nelle mani del cognato, fugge. Dionisio, allora, chiama la moglie e la rimprovera per non essere stato informato del pericoloso "fattaccio" che si tramava alle sue spalle. Senza impallidire minimamente e con una presenza di spirito veramente forte gli risponde: - E ti pare che se avessi saputo della fuga di mio fratello non sarei fuggita con lui? Sarei stata più felice di essere stata la moglie di un Potissene piuttosto che una sorella di Dionisio - Davanti a tanto coraggio, il tiranno, anziché montare su tutte le furie, ammirò la forza d'animo della moglie.
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50 sfumature di... Bronzi! Nuovi studi sulle due statue ribaltano quanto sostenuto finora e si infittisce il mistero su chi sia l'autore ad aver dato loro i natali ascino, mistero, curiosità: ecco cosa rappresentano i Bronzi di Riace; nonostante essi siano i grandi (e rimpianti) assenti dell'Expo, l'esposizione universale milanese, nonostante la loro bellezza dovrebbe essere fruita da un numero maggiore di persone, nonostante tutto questo non si può fare a meno di rimanerne ammaliati, che si sia o meno critici d'arte. Dall'origine forse più enigmatica del sorriso della ''Gioconda'' del Da Vinci, il mistero su chi sia l'autore ad aver dato i natali a queste due sculture si infittisce ogni giorno che passa e non si fa che aggiungere sempre più carne sul fuoco. E le sfaccettature sulle quali si basano le nuove congetture potrebbero sorprendere. Salvatore Settis è il curatore di una mostra milanese sull'arte antica e colui che, in un articolo sul Sole 24 Ore ha portato alla luce in Italia una nuova analisi interpretativa commentando le ricerche effettuate da due studiosi tedeschi, Vinzenz e Ulrike Brinkmann, i quali conducono studi sulle cromie bronzee al Liebighaus di Francoforte. È proprio da un loro esperimento effettuato di recente, a dar vita a un rinnovato interesse per le sculture nostrane. Vinzenz e Ulrike Brinkmann hanno clonato la testa del Bronzo di Riace A in quella che doveva essere, secondo la loro visione, la pigmentazione originale del colore. Il risultato è sorprendente. Se prima Paolo Moreno aveva stabilito - dall'analisi dedotta dallo studio sulle cavità interne - che il Bronzo A raffigurerebbe Tideo, feroce eroe dell’Etolia, figlio del dio Ares mentre il Bronzo B sarebbe invece Anfiarao, il guerriero che profetizzò la propria morte sotto le mura di Tebe, e che a realizzarli fossero stati rispettivamente Agelada e Alcamene, scultore originario di Lemno, ora le cose cambiano. Anche Giuseppe Roma aveva dato un'interpretazione differente facendo considerazioni interessanti sul luogo di ritrovamento, identificando i due Bronzi con Castore e Polluce, ma la nuova prospettiva ribalta anche questa congettura. Partendo, infatti, da un'analisi dello stile e della colorazione e facendo un raffronto con la riproduzione di altre due statue, Vinzenz Brinkmann è arrivato a conclusioni differenti. Focalizzandosi sui dettagli
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narrativi, Brinkmann ha stabilito che i Bronzi rappresentino un greco e un trace, nello specifico il re di Atene Eretteo e il suo avversario Euomolpo, ipotesi accreditata da un passo di Pausania che parla di due grandi statue di Bronzo raffiguranti in battaglia proprio Eretteo e Eumolpo. L'autore sarebbe il medesimo del Discobolo, Mirone, almeno per quanto riguarda il Bronzo A. Tuttavia, come ribadito da Settis, non vi è nulla di certo in queste analisi, sebbene esse siano più o meno accreditate. Si attende la clonazione anche del Bronzo B per poter continuare ad accrescere l'enigma che da sempre circonda queste due statue, fiore all'occhiello della nostra Regione. Lidia Caterina Brancia
Tumulti del cuore. Le dieci donne di Patrizia Cicciarello Suggestivo, realistico, avvolgente. Patrizia Cicciarello ritorna sulla scena editoriale con una raccolta di racconti presentata lo scorso sabato presso l’Istituto Comprensivo “La Cava” di Bovalino. Insegnante nello stesso istituto, la professoressa dipinge dieci profili di donne, protagoniste di storia e memoria. Tumulti del cuore è una serie di brevi racconti che, come una sequenza cinematografica, coinvolgono non soltanto l’universo femminile, ma anche quello maschile che può meglio comprendere il vero significato di donna tra emozioni, sogni e voglia di farcela. La serata è stata presieduta da Domenico Agostini, giornalista de Il Quotidiano della Calabria che ha moderato la presentazione, la dirigente scolastica Caterina Autelitano, che subito dopo i saluti ha passato il testimone al presidente Kivanis Club “Magna Grecia” Giuseppe Cherubino e Diego Cataldo, ideatore della copertina del libro. Wanda Ferro, autrice della prefazione, definisce il libro come una “piccola rivoluzione” che coinvolge un arcobaleno di donne dalle mille sfaccettature. È una lettura che si fa tutta d’un fiato, ma che porta il lettore a ritornarci più volte non solo per la presenza di temi attuali, come immigrazione e povertà, ma perché ognuno di noi si può riconoscere nella figura di queste eroine che cercano di sopravvivere in quell’oceano di emozioni che solo una donna può custodire. Patrizia Cicciarello decide di compiere un viaggio
nell’universo femminile dell’Italia meridionale, o, come qualcuno la definisce, nel “sud del sud del mondo”. È proprio in questo “punto estremo” della nostra penisola che si incontra il coraggio di una donna che, da giovane profuga cerca di costruirsi una vita dignitosa o che da figlia si ritrova capofamiglia a causa della morte della madre. Ma anche donne che, come Lisa, decidono di perdersi nello sguardo di un uomo abbandonando la sicurezza del matrimonio e che per un disagio interiore causato dai continui “giochi” del padre non riesce a trovare altra via d’uscita che la morte, vista in questo caso come libertà. Si parla dunque di “strade del coraggio” che ogni donna decide, a modo suo, di percorrere. Wanda Ferro insiste sul sentimento di ammirazione per queste donne di Calabria, primo passo verso quel “salto di qualità che dobbiamo fare per raggiungere la parità di genere, e non di diritti”. Patrizia Cicciarello ribalta la comune convinzione di “sesso debole” riportando sulla scena la forza di donne artefici del proprio destino. Attraverso una scrittura raffinata, in una combinazione di razionalità ed emotività, l’autrice mostra al lettore una femminilità che si fa spazio nella società e porta avanti la propria rivoluzione perché, come ha affermato la Ferro, “uomini e donne sono facce della stessa medaglia, ma sono le donne le vere testimoni delle uniche rivoluzioni senza odio né sangue”. M. Cristina Caminiti
DOMENICA 07 GIUGNO
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RIVIERA
di Fortunato Calabrò
Uno scorcio che potrebbe essere di una città bizantina, un posto magico al limite del sogno, sopratutto di notte. Questa foto di Cosenza ne mostra il volto più bello, ne nasconde i difetti. Le mille viuzze della parte vecchia, con le sue botteghe e i caffé del secolo scorso, rendono Cosenza antica uno dei luoghi unici della Calabria.
Seperati alla nascita Direttamente dal Movimento 5 Stelle, Nino “Bruschia”Tarsia mostra il suo lato migliore per farci notare l’impressionanete somiglianza con Tonino Crupi. Una vera (s)fortuna che l’avvenente Tarsia non sia tra i banchi del Comune!
Portigliola loves Siderno A Portigliola, l’ex sindaco Domenico Panetta e l’attuale Pasquale Brizzi mettono da parte le divergenze politiche per unirsi sotto il vessillo di Pietro Fuda.
La pace sia con voi… Il sindaco di San Giovanni di Gerace Pino Vumbaca, dopo essere stato protagonista della tragicomica vicenda dello schiaffo al parroco, festeggia con gli amici al bar la pace fatta con il vicario di Dio. Speriamo non si debba coinvolgere presto anche l’altra guancia!
Un sindaco che tutela l’ambiente Il sindaco di Marina di Gioiosa, Domenico Vestito, dà il buon esempio partecipando attivamente alla pulizia dell’area di competenza del proprio Comune. Vogliamo più primi cittadini come lui!
Gli alunni della scuola elementare ringraziano le maestre Gli alunni della 4a B della scuola elementare "G. Pascoli" di Siderno, che hanno rappresentato l'opera "I Promessi Sposi", ringraziano la maestra Tina per l'impeccabile lavoro svolto e le maestre Giusi, Carmelina ed Ersilia per la loro collaborazione.
Una vera nobildonna Direttamente dal Tabaccaio Pedullà, la signora Katia sfoggia il suo sorriso contagioso e un meraviglioso abito che la fa sembrare una nobildonna d’altri tempi!
Un’entreneuse di classe Le gemelle Scarpari hanno ricevuto un premio di cui non sappiamo molto. Ma siamo certi che Valeria Marini sarà in grado di intrattenere comunque i nostri lettori.
Il Calzolaio, il Carlo e le Ciancianelle Il Calzolaio Carlo Romeo, IL Calzolaio Carlo Romeo (con la C maiuscola sia Carlo che Calzolaio) è noto per il suo amore le Ciancianelle (con la C maiuscola)!
Una tornata elettorale da leoni Badia e Vitale hanno dato tutto nella recente tornata elettorale. Vitale era anche candidato ed è risultato il 7° eletto di Forza Italia, risultato che, vedendo il bicchiere mezzo vuoto, lo pone all’ultimo posto…
SETTIMANALE
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Il Tridente delle meraviglie L’ex sindaco di Siderno Ritorto, la sua bella compagna e il neoallenatore del Milan, la leggenda Mihaijlovic, in un selfie da manuale, che già entusiasma i tifosi e che non può fare a meno di intimorire gli avversari.
DOMENICA 07 GIUGNO 23
La Gioiosa dei bei tempi andati Oltre il poetico velo del bianco e nero, scorgiamo un bellissimo ricordo che arriva direttamente dal Bar Nazionale di Gioiosa Jonica. Volemogli bene Gateano Vumbaca e sua moglie ispirano una naturale simpatia e sono in grado di farsi volere così bene che sarebbe un delitto non augurare loro ogni bene e, perché no, di raggiungere il traguardo storico della coppia rittratta qui sotto.
La Pizza di Roccella è tra le migliori al mondo La pizzeria Porto delle Grazie di Sonia Valenti ringrazia il suo staff per l’impegno dimostrato nel corso della 24ª edizione del Campionato Mondiale della Pizza, nel quale hanno avuto un importante riconoscimento all’interno di una competizione di oltre 30 paesi.
Un entusiasmo quasi fastidioso Il professore Ferraro mentre viene zittito da“Bracco”Lubieri, che voleva solo leggere pacificamente il proprio giornale. Come altro fermare tanto entusiasmo?
ra le: il di fan di Rivie Piccoli e granori assidui del nostro giorna ane ov tt gi le o e nt du Ecco zo e l’atretta che non è en nc Vi o im amente giovaniss no entusiastic Rocco dichiara a Riviera per colazione! domenica senz
Una coppia d’epoca Il re delle scarpe di Siderno Ciccio Diano e la sua signora ne hanno vissute sicuramente di cotte e di crude, nella bella avventura che è la loro vita. Il loro amore, così indissolubile da aver raggiunto l’invidiabile traguardo dei 60 anni di unione, garantisce loro di supportarsi con una forza senza eguali e di affrontare ogni avvenimento come se fossero ancora una fresca coppietta di sposini. Altri 60 di questi anni!
90 anni vissuti politicamente Da oltre 90 anni Ciccio Frascà non rinnega le sue convinzioni politiche e nonostante sia sempre al passo con i tempi, mantiene come punto fermo della sua esistenza la convinzione che il fascismo sia la soluzione. Si stava meglio quando si stava peggio!