Riviera nº 24 del 08/06/2018

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IN BREVE Mentre Milano ci ha resi proni alla finanza europeista volta alla creazione di compiacenti colonie della Germania, di cui il Sud è “subcolonia”, noi meridionali ci mostriamo sempre meno coesi e capaci di sacrificare qualcosa per i diritti dei nostri vicini.

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la vetrina

L’EDITORIALE

DEL DIRETTORE

Confusi come un camaleonte in una vasca di smarties Devono decidere: o carne o pesce. Nel contratto per il “governo del cambiamento” di M5S e Lega, da un lato si prova a "rispondere al problema del sovraffollamento degli istituti penitenziari con un piano per l’edilizia penitenziaria", dall’altro si parla di una ripenalizzazione dei reati lievi, come ad esempio furti e scippi. Quindi, se la matematica non è un’opinione, il sovraffollamento, almeno in un primo momento, dovrebbe aumentare. I due leader, nel redigere il contratto, avranno pensato di accontentarsi a vicenda e sono giunti a una… confusione. Viene, poi, invocata a gran voce la certezza della pena, viene detto addio alla "sorveglianza dinamica" nelle carceri (che sostanzialmente significa tenere tutti chiusi in cella 22 ore su 24), mentre le pene alternative sono viste come gentili e imperdonabili concessioni alle persone detenute (se pensiamo che oggi ogni detenuto costa 137 euro al giorno e appena 95 centesimi sono destinati alla rieducazione, di gentile concessione vedo ben poco). Si prevede, inoltre, una “revisione sistematica e organica di tutte le misure premiali”, introdotte nel 1986 con la legge Gozzini, nata con l'intento di valorizzare l'aspetto rieducativo della carcerazione rispetto a quello punitivo, in linea con l’art.27 della Costituzione, che vieta una pena detentiva in violazione dei diritti umani. Ciliegina sulla torta, la revisione delle “linee guida sul cd. 41-bis così da ottenere un effettivo rigore nel funzionamento del regime del carcere duro". Tradotto: quel girone infernale, che negli anni crea mostri vegetali, sarà ulteriormente avvolto dalle fiamme. Chiara è, dunque, l’impronta forcaiola e giustizialista del contratto gialloverde: pene schiacciate sul solo uso del carcere, considerato mera discarica sociale, e al bando ogni misura alternativa alla detenzione e riabilitativa, tanto ciò che importa non è dare giustizia alle vittime ma giustiziare il colpevole! Un’idea di giustizia che va a minare le già risibili conquiste di civiltà ottenute in questo ambito nel nostro Paese. Un allarmante arretramento che, tra le altre cose, si propone di abrogare la cosiddetta norma “Consolo” con cui oggi viene consentito a chi è sottoposto a regime di 41-bis di poter avere colloqui con i propri familiari e abbracciare i propri figli, mogli, padri, madri e nipoti (proibire un abbraccio servirà a sconfiggere la mafia?). Conformemente all’ideologia oscurantista e reazionaria fin qui emersa, nel contratto non si fa accenno a quelle che sono le ombre del sistema carcerario italiano, una tra tutte le “celle zero”, le celle del sopruso, dell’abuso di potere, della sospensione dei diritti, in cui detenuti di tutte le età vengono vessati da guardie penitenziarie. Nessun riferimento neppure alle vere e proprie torture subite dai detenuti nelle carceri italiane, che sono valse all'Italia la condanna della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Ma sì, chi se ne frega dell’Europa. Noi siamo l’Italia. “Lo Stato siamo noi” – come ha proclamato Luigi “Re Sole” Di Maio.

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Fuori dall’Italia, fuori dall’Europa, fuori dal Sud “Sai che ti dico, caro Sud? Io non ti difendo più, non te lo meriti, perché non sei dalla mia parte. Se è vero che gli italiani non sono mai esistiti, al Sud, invece, è un accoltellamento continuo, del più debole, che siamo noi calabresi”.

LIDIA ZITARA ggi le benedizioni non vengono più dal papa o dai santi, né dagli alti prelati, ma da chi gestisce le economie internazionali. All’alba del nuovo governo, Angela Merkel rilascia un’intervista a FAZ, un giornale tedesco, in cui si dice pronta a tendere una mano al governo italiano. “Roma va rispettata”, queste le sue parole. E così abbiamo la conferma che questo governo piace all’Europa, come in un quadro di David la cancelliera tedesca depone una corona sulle teste di Salvini e Di Maio. Da perfetta diplomatica, Merkel cita Roma e non Milano, che è la vera capitale d’Italia, per diktat economici, politici, sociali. Roma è solo una “grande bellezza” da sfoggiare di fronte ai turisti, a cui neanche il cinema della frangia pseudo-sinistrorsa del PD è riuscito a ridare la perduta dignità di capitale. È a Milano la “centrale” da cui la Germania manovra l’Italia, è Milano che ci ha resi proni alla finanza europeista volta alla creazione di compiacenti colonie della Germania, di cui il Sud è “subcolonia”. Colonizzati due volte, dai Savoia prima e dai tedeschi dopo, e ancora incapaci di renderci conto di quanti calci in culo ci hanno dato e quanti ce ne saranno in futuro. Napoli ha tirato avanti come un mulo alla frusta, operosa e riottosa, mai innamorata dei suoi padroni, troppo enorme per essere contenuta e compressa. Ma Napoli non fa nulla per noi, per chi non è napoletano, per quelli che sono “chell ‘e fora”. Be’, cara Napoli Capitale, per quanto mi riguarda ti puoi fare ingoiare dal vulcano, esattamente come ti augurano i tuoi conquistatori, tanto so che se anche in Calabria ci fosse un vulcano attivo come il Vesuvio, saresti la prima a fare le macumbe perché erutti lava e lapilli fino a coprirci tutti di silicio liquido e farci affondare nell’acqua del mare, più a fondo di Atlantide. Perché tu ci odi, cara Napoli, tu che dovevi essere simbolo, orgoglio e bandiera per tutto il Sud. E vattene affanculo. Affanculo anche la Puglia, che nei nostri confronti ha un odio più mirato, più aspro, perché più povera, perché più simile alla Calabria in disgrazia e miseria. Si sa: si odia più facilmente chi è più al tuo livello, non gli

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irraggiungibili. Cara Puglia, tu che con Vendola hai ottenuto prebende sulle caciotte internescional, con le ciliegie e il tonno rosso che vendi ai giapponesi e stai scassando un’intera ecologia con un sistema di produzione agricola ultrapompato, sappi che pure tu finirai col culo per terra, e che Milano sa odiare molto meglio di te: Milano odia da professionista.

E cara Sicilia, tu che per avidità hai scassato il Regno di Napoli, e il titolo di regione a statuto speciale te lo sei fatto dare da un bel pezzo, e fattela questa indipendenza! Non la vuoi? E allora non rompere. Tanto con Catania ormai hai fatto le scarpe a Mezzo mediterraneo, stai bene da sola. Ci odi peggio di Milano, dei pugliesi e dei napoletani messi assieme. Allora sai che ti dico, caro “Sud”? Io non ti difendo più, non te lo meriti, perché non sei dalla mia parte. Se è vero che gli italiani non sono mai esistiti, è ancora più vero che non è mai esistito un Sud coeso, capace di sacrificare qualcosa per i diritti dei propri vicini. Qui invece è un accoltellamento continuo, del più debole, che siamo noi. E io vi saluterei tanto volentieri cari “compatrioti” del mio Stivale, chiederei anche voi il dazio per passare sulle mie scarpe, esattamente come lo chiederei ai Milanesi, e poi vorrei vedervi venire a mangiare nella mia mano. Perché c’è una grande verità: c’è un solo posto al centro del Mar Mediterraneo, che non è un’isola, e quello è la Calabria. Rotte aeree, militari, commerciali, turistiche, rotte navali, porti, transiti; tutto ci attraversa. Che fine fa dopo spesso non lo sappiamo, perché i soldi non passano dalle nostre mani, semmai arrivano a Milano, ma noi ci teniamo lo scorno e gli sputi dell’intero paese. Europa (leggi: Germania) e Stati Uniti hanno scatenato guerre in Medioriente per poter controllare la Russia da questo lato e avere manodopera a basso costo. I giovani neri che vengono a lavorare in Calabria e muoiono raccogliendo pomodori, ce li avete voi sulla coscienza: tu, Milano, tu Merkel, tu America. Facciamo presto presto a scoprirlo: dove sono radicate le aziende per cui lavorano questi giovani schiavi? Non certo a Rosarno, non è lì la loro partita IVA, magari a Rovigo. A Rosarno si reclutano i kapò, ché quelli è facile reclutarli ovunque, ma i soldi non finiscono nelle tasche della Calabria, finiscono al Nord. Noi mettiamo il territorio a disposizione di un colonizzatore che fa lavorare in condizioni di schiavitù neri e bianchi, i pomodori nati dalla nostra terra vengono poi lavorati da aziende del Nord, da impiegati italiani, regolari, e venduti al Sud. A noi zero soldi per i pomodori, che dobbiamo ricomprare dal Nord che si tiene pure l’IVA su un prodotto nato qui, e l’infamia di avere ammazz a t o povera gente. Triplo calcio in culo con rovesciata finale. Vi sta bene, cari calabresi miei? E allora zitti e muti, quando vi sputano guardate basso, quando a Milano affiggono i cartelli razzisti non fate scenate sui social, e quando vi dicono che siete schiavisti annuite. Ma annuite ancor di più, con convinzione, quando vi prendono in giro che siete cazzoni. E saluti.


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ROCCELLA JONICA

Economisti e giuristi insieme per parlare di sviluppo

Il 15 e 16 giugno, a Roccella Jonica, si terrà il Convegno Nazionale “Economisti e giuristi insieme”, un incontro promosso dai Consigli Nazionali dei Dottori Commercialisti e dell’Ordine degli avvocati, che avrà per protagonisti i professionisti di Locri e della Locride, impegnati a confrontarsi su idee e proposte per la crescita sociale ed economica del paese. La collaborazione tra i due Ordini, cha da vita oggi a questo incontro formativo, permetterà ai partecipanti di confrontarsi sull’evoluzione delle rispettive professioni, analizzando come l’avvento delle nuove tecnologie abbia cambiato il modo di esercitare e come possano contribuire allo sviluppo di un’area economicamente in difficoltà come quella della Locride.

SIDERNO

LA RIFLESSIONE

Signora lei è una donna molto distratta

Il Lungomare delle Palme finalmente ceduto al Comune Uno dei primi atti amministrativi siglati dall’Amministrazione Fuda è stata la richiesta di consegna a titolo gratuito del Lungomare della Palme al Comune di Siderno. Il waterfront cittadino, infatti, di proprietà del Demanio Pubblico, comportava per la sua fruizione il pagamento annuale di un canone oneroso per la comunità sidernese. Grazie allo svolgimento delle pratiche ai sensi del codice della navigazione, l’Ufficio demanio del Comune di Siderno ha svolto tutte le procedure necessarie consegnando la richiesta già in data 14 dicembre 2015. A due anni e mezzo di distanza il Lungomare è stato finalmente consegnato a titolo gratuito al Comune di Siderno dal capitano Pietro Alfano, che potrà così evitare il pagamento dei canoni demaniali marittimi ottenendo al contempo la proprietà esclusiva della passeggiata panoramica.

Una riconciliazione tra la politica e i cittadini può avvenire se la responsabilità si impadronisce di rappresentanze e rappresentati. Dobbiamo metterci di fronte alle ragioni vere della crisi, non di fronte a quelle presunte.

FRANCO CRINÒ Ci sono quei versi di Fabrizio De Andrè in Amico fragile “Lo sa che io ho perduto due figli” “Signora lei è una donna piuttosto distratta”. E quel siparietto meno tragico tra un cronista e Arnaldo Forlani “Presidente lo sa che sta parlando e non sta dicendo niente?” “Potrei continuare per ore”. E quelli più attuali “Sindaco sa bene che siamo preoccupati per le condizioni del mare e per la raccolta dei rifiuti” “Faremo la Bovalino -Bagnara?” “La sanità è totalmente in crisi, scompaiono interi servizi nella Locride” “Non legge i giornali, Oliverio mi ha chiesto di dichiarare che dovevamo aspettare due anni e poi dire che Il Direttore Generale dell'Asp non funziona. Ops… come per la Roccisano”. Chi è che “parla senza sapere”, chi si lamenta e si addolora o chi parla senza cognizione? Bisogna aprire gli occhi, una riconciliazione tra la politica e i cittadini può avvenire se la responsabilità si

impadronisce di rappresentanze e rappresentati. Dobbiamo metterci di fronte alle ragioni vere della crisi, non di fronte a quelle presunte. Dovremo lottare per risalire, non possiamo tenerci tutto com'è. La Città Metropolitana ha creato aspettative di sviluppo e di rinnovamento, ma finora le speranze si sono tramutate, specie per la Locride, in delusioni. Le delusioni non si superano con le dichiarazioni stampa, con le gerarchie di un partito che fallisce, con le strategie che non portano a nulla. Quale può essere il rovescio di questo stato di cose, ovvero l'affermarsi di una “normalità” o di una “nuova normalità”? Questo non è facile dirlo. A livello nazionale si stanno mettendo a farlo, senza spiegare come, per la verità, i nuovi vincitori, 5S e Lega. Marco Minniti ha dichiarato che il PD “va smontato e rimontato”. Quali sono le cose intenzionali e quali no? Non riusciamo a capire neppure questo. Il compagno Sergio Endrigo arrivò terzo a Sanremo con l'Arca di Noé, accettò di arrivare dietro Nicola di Bari, ma si seccò per la vittoria di Adriano Celentano con Chi non lavora non fa l'amore: “in mezzo alle lotte operaie che scuotevano il Paese vinse giusto una canzone crumira!”

LA FURIA DELL'ANTIMAFIA MILITANTE CONTRO SALVINI E LA CALABRIA Giovedì scorso Repubblica ha pubblicato l'articolo "Salvini, Scopelliti e i clan. Quelle relazioni pericolose nella terra delle 'ndrine". Lo hanno definito un "reportage" ma sembra piuttosto un "melange" di castronerie, a cui forzatamente si pretende di attribuire una logica consequenziale. Ancora una volta la stampa nazionale, aiutata da giornalisti locali guarda a Reggio e alla Calabria con una lente, deformata e deformante e con una dose palpabile di pregiudizio.

ORESTE ROMEO Nel momento in cui si è iniziato a percepire quale sarebbe stato il primo, significativo step delle indagini sull'omicidio delle campagne di San Calogero, si è parallelamente placata la tempesta che stava strumentalmente montando sul piano mediatico nei confronti del neo Ministro degli Interni leghista, Sen. Matteo Salvini, eletto in terra di Calabria. Tuttavia, l’agguerrita ed acrobatica falange mediatica non ha spento i fari accesi sulla Lega, cui evidentemente non perdona il successo riportato nella lotta all’establishment che ha allineato l’Italia su posizioni già assunte da altri Paesi, in Europa e nel Mondo. E così è scesa in campo, da quelle colonne che Repubblica ha da sempre messo al servizio della classe dominante, la cosiddetta antimafia "militante", riuscita nel tempo a produrre il fiorire di carriere come nemmeno la prestigiosa Università di Cambridge avreb-

be saputo fare. E si è subito materializzata la controffensiva di questo giornale, scagliatosi con malcelato rancore contro tutti quei cittadini di Reggio Calabria e Provincia che hanno affidato il loro voto pulito a Tilde Minasi, candidata nella Lista della Lega al Senato in Calabria. Una vera e propria eterogenesi dei fini, posto che l’esondazione del fiume di cattiveria giornalistica non si è abbattuta sulla specchiata persona della Minasi, a favore della quale parlano trasparenza e correttezza mai messe in discussione da nessuno, tanto nella sfera privata quanto nel rilevante suo impegno pubblico. A ben guardare, il fango delle esternazioni ricade, infatti, sulla protesta e sulla speranza cui Tilde ha dato volto e voce; sul disagio e sull’ansia di riscatto di tantissimi cittadini calabresi stanchi e sfibrati in egual misura dopo cinque anni di dannosi governi nazionali imposti dal Palazzo e dopo circa quattro anni di deriva dell'amministrazione regionale targata PD. La furia che ha scatenato il rancore deve però fare i conti con una serie di interrogativi che inevitabilmente assillano la mente dei lettori/elettori, reggini e calabresi. Quali sono le basi che hanno portato quelle grandi firme a considerare che la 'ndrangheta a Rosarno abbia disertato le urne, in particolare allorquando, in passato, si contribuiva, in quelle lande dimenticate, all’elezione della Bindi ovvero ad acclamare un

Sindaco rosso con percentuali bulgare? Si può, vuol dirsi, riconoscere affidabilità all’insinuazione che l’organizzazione criminale narrata e descritta come la più agguerrita del pianeta, cioè la ‘ndrangheta, abbia davvero conferito tre mesi orsono alla Lega un contributo numericamente molto al di sotto dei mille voti?Di più: l’ideologia, nel delicato e vitale settore dell’informazione, gioca un ruolo, ed eventualmente per conto di chi, nel momento in cui si pretende di tracciare la linea che separa i buoni dai cattivi? E, dunque: davanti alle incongruenze che viziano la lente, deformata e deformante, di chi guarda a Reggio e alla Calabria con una dose palpabile di pregiudizio, si può escludere che anche chi concorre a (in)formare l’opinione pubblica italiana, al pari di qualche kapó che circola ed esterna impunemente in Europa, stia rimproverando ai cittadini liberi di Reggio e della Calabria di non avere “imparato a votare” in occasione delle elezioni del 4 marzo scorso? E, per finire: non è forse questa ostinata recalcitranza al cambiamento inseguito e voluto dagli Italiani ad avere una qualche responsabilità in quella cocente Caporetto di Stato che è San Luca, dove la cancellazione della democrazia impedisce da troppo tempo che la gente si rechi alle urne per eleggere il proprio Sindaco?



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IN BREVE

politica

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A CURA DI JACOPO GIUCA

IL CONFRONTO

I candidati a sindaco di Gioiosa Ionica, l’uscente Salvatore Fuda, che si ripresenta sotto il marchio “Gioiosa Bene Comune” e Tito Greco, che guida la coalizione “Cambiamo Gioiosa”, hanno accettato la proposta di un confronto presso la nostra redazione. Ecco come vedono Gioiosa Ionica qualora risultassero i vincitori della tornata elettorale di domenica.

Gioiosa: svolta o continuità?

Piano Strutturale, fogne, aree verdi ed edilizia scolastica, ma anche politiche sociali, conurbazione e intercettazione di fondi comunitari: per garantire un futuro roseo a Gioiosa dovranno essere tanti i punti che la prossima amministrazione dovrà attenzionare…

Di cosa ha bisogno la Gioiosa che esce dall’era Fuda? Fuda In questi anni abbiamo affrontato molte questioni. Non le abbiamo risolte del tutto e lo abbiamo fatto con limiti, ma Gioiosa ha bisogno di continuare con questa amministrazione perché sono state gettate basi utili a crescere. Abbiamo fatto ripartire i cantieri fermi, intercettato e programmato tante opere pubbliche e ci siamo occupati di edilizia scolastica, fognature, cimitero… interventi che necessitano di continuità. Fermare questo cammino sarebbe sconveniente. Greco Credo debba svoltare rispetto a quanto fatto negli ultimi anni e farlo soprattutto su problematiche concrete. È necessario che ci sia il giusto grado di attenzione da parte dell’Amministrazione per tutte le aree del paese, perché ne sono state trascurate sia in periferia che in centro. Serve, poi, che le fasce di popolazione oggi in difficoltà dal punto di vista economico, dell’inserimento sociale e lavorativo, siano trattate con riguardo; che il Comune si dimostri vicino ai cittadini. Abbiamo parlato abbondantemente con i vostri candidati delle controversie relative a differenziata, Naniglio e campo sportivo, ma quali sono le altre emergenze che la prossima amministrazione dovrà affrontare? G Bisogna procedere in tempi rapidi all’approvazione del Piano Strutturale Associato, il cui sviluppo darebbe impulso al settore dell’edilizia dando una svolta economico-sociale al paese. È poi necessario vengano riqualificate aree determinate del centro, come la Pineta Rubina o alcune sezioni dei giardini pubblici, in relazione ai quali abbiamo già preso l’impegno di realizzare un’area verde all’interno della quale sorga un centro di aggregazione per ragazzi e famiglie. Di questa struttura, oggi, sentono la mancanza soprattutto i residenti dell’area sud di Gioiosa Ionica, una zona che, certo senza dimenticare i correttivi necessari a riqualificare altre aree del paese, sarebbe bene sviluppare. F La questione urbanistica dipende in realtà dalla politica regionale, che ha fermato il PSA per consentire ai comuni che hanno aderito al consumo zero, tra i quali il nostro, di attivare il Piano Regolatore, oggi attivo e in grado di offrire un piano di lottizzazione a chi vuole investire nell’area industriale. Le priorità devono invece essere gli investimenti: abbiamo già intercettato finanziamenti per rifare le fognature di Sant’Antonio e Prisdarello e dobbiamo completare gli interventi sull’edilizia scolastica (in parte già realizzati con finanziamenti delle passate amministrazioni) tra i quali rientra la demolizione e la ricostruzione dell’asilo Gramsci. L’importanza alla parte sud del paese, poi, può essere ridata continuando il percorso di creazione degli spazi verdi, sul quale l’Ente si è già impegnato molto e, in collaborazione con la Parrocchia di San Nicola di Bari, sta progettando la nascita di un centro di aggregazione che utilizzi un bene sequestrato alla ‘ndrangheta. Politiche sociali, giovani e lavoro: come ci si dovrà muovere tra queste tematiche che, nel nostro comprensorio, costituiscono quotidianamente un’emergenza? F In questi anni abbiamo cercato di aumentare gli investi-

menti per le politiche sociali, soprattutto per garantire i servizi essenziali. Siamo uno dei pochi comuni che è riuscito a garantire i servizi di assistenza specialistica nelle scuole e mandato a bando con il terzo settore l’apertura di un centro diurno per disabili all’interno di un bene confiscato. Purtroppo la programmazione comunale sulle politiche sociali resta vincolata allo strumento dell’Ufficio di Piano (il cui comune capofila è Caulonia) e alle decisioni dello Stato e della Regione. Attenderemo pertanto le misure del nuovo governo, che sulle politiche sociali ha promesso tanto, e vedremo ciò che avverrà. Il comune si impegna comunque a investire più fondi possibili in merito a questi servizi, così come parteciperà alla sperimentazione relativa all’istituzione di alcune borse lavoro che potranno contrastare i problemi relativi alla povertà. G Nell’ambito delle politiche sociali, tema a cui tengo molto, vorremmo istituire, previa l’approvazione di un regolamento dedicato, il baratto amministrativo, pratica destinata a quei cittadini in condizioni di disagio economico che, in difficoltà persino nel pagare i tributi comunali, potrebbero così scontare il debito contratto nei confronti dell’Ente attraverso la prestazione di attività lavorative in favore del comune. È poi nostra intenzione istituire la consulta delle associazioni solidali che, composta da

ritorio comunale con la raccolta differenziata e posso garantire che sarà adeguato il campo sportivo con l’abbattimento e la ricostruzione degli spogliatoi. Nei due anni, invece, mi auguro possa essere concluso il progetto di ammodernamento della fognatura a Sant’Antonio e Prisdarello e che sia rodata una nuova capacità dell’Ente di programmare interventi nuovi, perché gli anni che ci separano dal 2020 saranno determinanti per intercettare le risorse inserite nella programmazione 2014/2020. Se in questo lasso di tempo non si riuscirà a programmare non si potrà lasciare nulla alla prossima amministrazione, perché è adesso che stanno partendo una serie di bandi comunitari legati all’erogazione dei fondi europei. Ritorto e Satriano ci hanno detto che tra le vostre coalizioni potrebbe instaurarsi una sana collaborazione sul tema “fusione”. Su cosa, invece, continuerete a litigare? G Credo che continueremo a litigare sulla realizzazione del campo sportivo. Temo, infatti, che la progettazione descritta dal sindaco si potrà realizzare difficilmente nei prossimi due anni e che debbano essere adottate le misure indispensabili a consentire alla squadra di calcio cittadina di giocare nel terreno nel più breve tempo possibile. La sistemazione dell’impianto, invece, è un passaggio successivo per il quale potremo impegnarci in seconda battu-

Come i loro candidati, anche gli aspiranti sindaci sono convinti di trovare un accordo sulla “Grande Gioiosa”, ma stadio, accoglienza e rifiuti rimarranno questioni insormontabili. Caritas, Banco Alimentare e così via e attraverso il supporto del Comune, si occupi del contrasto alla povertà. Sarebbe inoltre utile istituire la Consulta Giovanile e un ufficio che permetta a un consigliere comunale delegato di raccogliere le domande e le offerte di lavoro presenti su territorio comunale, cercando di contrastare il fenomeno per il quale i nostri giovani sono costretti ad abbandonare Gioiosa per carenza di opportunità lavorative. Cosa dovrà realizzare, nei primi due anni, la prossima amministrazione? G Per poter affermare di aver già raggiunto risultati positivi vorremmo aver esteso la raccolta differenziata su tutto il territorio comunale e raggiunto la soglia del 65%, che ci consentirebbe un risparmio notevole sui costi di conferimento dei Rifiuti Solidi Urbani da pagare alla Regione Calabria. Mi auguro poi sia stato almeno definito il percorso amministrativo utile a realizzare la fusione delle due Gioiosa. Anche se già so che questo obiettivo non potrà essere raggiunto nei primi due anni, anche solo per le difficoltà amministrative legate al recente commissariamento di Marina di Gioiosa Ionica, sarebbe importantissimo aver già avviato un ciclo di incontri pubblici con i comuni limitrofi e la cittadinanza al fine di conseguire un obiettivo che considero molto importante e che mi auguro possa essere raggiunto in tempi brevi, anche se non brevissimi. F Già entro il 2018 si chiuderà la copertura di tutto il ter-

ta. Dovessimo vincere noi le elezioni, infatti, già sappiamo come intercettare il bando “Sport Missione Comune”, che garantisce l’accesso a un credito di 100 milioni utili ad acquistare attrezzatura sportiva e ad ampliare, migliorare, ristrutturare, effettuare lavori di efficientamento energetico, completare e mettere a norma l’impianto. Insomma, la strategia dovrebbe essere quella di permettere alla squadra di riprendere possesso del campo da gioco per poi impegnarsi a che la città abbia uno stadio vero e proprio. F Io spero invece di non dover più litigare per la questione dello stadio, che considero conclusa, considerata la presenza di un progetto che attende solo l’approvazione del genio civile per avviare i lavori utili a disputare le gare all’interno dell’impianto per come previsto dalla FIGC. Mi auguro, anzi, che i nostri avversari possano collaborare alla progettazione di un ulteriore ampliamento che sfrutterà il bando di credito sportivo, che permette un indebitamento dell’Ente per completare l’opera. Continueremo invece a litigare sulla visione generale del paese e sull’approccio ad alcune sue problematiche, come la raccolta rifiuti, le politiche di accoglienza o la metodologia con la quale rendere i cittadini parte attiva della vita amministrativa, che noi abbiamo cercato di conseguire con il sostegno alla Consulta delle Associazioni. JG


AMMINISTRATIVE LOCRI A poche ore dalle Elezioni Amministrative che rinnoveranno il Consiglio Comunale di Locri, abbiamo raggiunto i due candidati a sindaco, l’uscente Giovanni Calabrese, che si ripresenta con la sua compagine al completo sotto lo stendardo di “Tutti per Locri” e Vincenzo Carabetta, a capo di una coalizione civica di larghe intese chiamata “Scelgo Locri” che, anche in questa occasione, ha declinato l’invito della nostra redazione (ma non quello dei colleghi di TeleMia) a un confronto diretto con l’avversario.

VOCE AI CANDIDATI

Giovanni Calabrese: “L’esito del voto sarà il giudizio del nostro operato”

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Vincenzo Carabetta: “Inaugureremo l’era della cooperazione con i cittadini”

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Di cosa ha bisogno la Locri che esce dall’era Calabrese?

1. Di un sindaco che non si sottragga al confronto con i propri avversari e di continuità. La città è tornata al centro dell’attenzione positiva del comprensorio e necessita che vengano completate le opere pubbliche avviate con sacrificio nel periodo più difficile della sua storia. È necessario consolidare il percorso iniziato da un esecutivo rimasto identico dall’inizio alla fine del mandato, uno scenario politico inedito in città. 2. Abbiamo già realizzato tratti di rete fognaria prima inesistenti, come in via Tevere, via Scaglione, via Piave, dove si scaricava nei valloni. Abbiamo un impianto di depurazione consortile funzionante e ottenuto finanziamenti che ci garantiscono, con l’avvio della differenziata in autunno e l’entrata in funzione dell’isola ecologica di contrada Basilea, realizzata in un terreno confiscato alle mafie, di partire da una buona base. Anche in merito al servizio idrico di Moschetta e Merici, sul quale è sorta una polemica, abbiamo trovato un accordo con Sorical e chiuso il pozzo che erogava acqua contaminata da manganese. Oggi gli abitanti delle due frazioni, ai quali abbiamo ridotto il canone idrico del 50% per cinque annualità per il disagio patito, ricevono acqua dalla sorgente Novito, ragion per cui chi parla di acqua inquinata lo fa in modo demagogico, senza conoscere l’azione amministrativa da noi intrapresa. 3. Tante iniziative hanno rilanciato l’immagine di Locri: il Giugno Locrese, l’opera lirica, le presentazioni di libri… Abbiamo aperto il teatro comunale ed è in fase di completamento il teatro all’aperto che, con 3.500 posti, punta a creare le condizioni di un turismo culturale simile a quello di Siracusa. Con questi interventi, il coinvolgimento delle associazioni e mettendo in rete i paesi con un patrimonio archeologico, la cultura sarà volano di sviluppo turistico nell’intero comprensorio, anche grazie al portale turismolocride.it 4. Oggi che nel pubblico non ci sono più posti di lavoro, se vogliamo creare le condizioni affinché i giovani che si diplomano e laureano rimangano sul territorio, dobbiamo renderlo appetibile. Con questo obiettivo abbiamo tentato di far allargare il perimetro della ZES e dobbiamo promuovere incentivi e sgravi alle aziende, altrimenti, considerata l’assenza di un settore imprenditoriale nostrano in grado di effettuare grandi investimenti, non riusciremo ad attirare imprenditori da fuori. Per farlo dobbiamo sdoganare l’idea che Locride sia sinonimo di ‘ndrangheta, soprattutto oggi che il 98% della popolazione è onesta e ha voglia di lavorare e crescere su questo territorio. Dobbiamo discutere a tavoli tecnici regionali e governativi con serietà e capire se c’è la reale intenzione di aiutare il territorio più povero d’Europa, se necessario promuovendo una rivoluzione democratica. 5. Il Piano Spiaggia ha creato nuovi lotti demaniali messi a bando secondo le nuove norme europee e il PSC sta ridisegnando la mappa di Locri scommettendo sullo sviluppo della zona sud, dove si trovano gli scavi archeologici, sorgerà il teatro all’a-

perto e ANAS realizzerà il raccordo tra vecchia e nuova 106, un’infrastruttura che garantirà il collegamento diretto alla JonioTirreno, Gerace, le Terme di Antonimina e Portigliola. Crediamo che lo sviluppo turistico della Locride possa partire proprio da quella zona, che affaccia su un polmone verde e un’area costiera incontaminata e che regala quindi grandi opportunità. Questa filosofia ci ha permesso di migliorare le condizioni di vivibilità delle periferie dando anche ad esse una vocazione turistica che altrimenti sarebbe rimasta esclusiva del centro. 6. Il dissesto trae origine da scelte politiche sbagliate fatte in passato. Abbiamo pagato milioni di euro di debito accumulati dalle vecchie amministrazioni, anche quella nella quale io sono stato vicesindaco e Vincenzo Carabetta Presidente del Consiglio Comunale, risalente a un periodo storico in cui il sistema consentiva di amministrare in modo più superficiale. Abbiamo cercato in tutti i modi di evitare il dissesto e, oggi che la nostra tesi non è stata accettata dalla Corte dei Conti, stiamo collaborando con i commissari, ai quali compete questo ruolo in maniera esclusiva, affinché si esca in tempi brevi dall’impasse. Ma attenzione: uscire dal dissesto non significherà essersi lasciati i problemi alle spalle. Se non si aumentano le entrate tributarie, cosa che noi abbiamo fatto del 40%, non si risolvono i problemi, esattamente come non si realizzano opere pubbliche senza copertura finanziaria. 7. Noi completeremmo le opere pubbliche preventivate: il prospetto della scuola media, molte strade cittadine già appaltate, la differenziata porta a porta… Porteremo avanti il progetto di ampliamento e riqualificazione del cimitero cittadino, che consideriamo una lotta di civiltà, considerato che il cimitero non è mai stato gestito dal pubblico e solo noi lo abbiamo riportato sotto il controllo della Pubblica Amministrazione. Attraverso un project financing dalla Stazione Unica Appaltante garantiremo nuova modalità di gestione della struttura, con regole certe e uguali per tutti, non con le norme ad personam approvate nell’ultimo ventennio. Abbiamo lavorato sodo in questi anni, difficili perché chi ci ha preceduto aveva gettato la spugna affermando che non c’erano le condizioni per amministrare e lo abbiamo fatto in modo serio, onesto, con trasparenza e legalità, ascoltando tutti i cittadini. Adesso dobbiamo essere valutati per ciò che abbiamo fatto. Se i cittadini non hanno compreso o gradito il nostro impegno è giusto dare spazio ad altri, ma sento di avere in tasca la vittoria morale di queste elezioni anche solo considerato com’è nata la coalizione avversaria: una formazione contro natura, di soggetti politici che non si parlavano da vent’anni e messa in piedi per l’assalto al potere, alla quale hanno detto no tanti potenziali candidati, tra cui anche autorevoli cittadini, lasciando spazio al fotofinish a un soggetto di centrodestra prestato al centrosinistra per altri interessi.

Abbiamo l’impressione che la città sia rimasta un po’ indietro dal punto di vista delle politiche ambientali. Oltre alla differenziata in fase di avvio quali sono le contromisure da adottare con urgenza per rendere Locri maggiormente sostenibile?

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L’amministrazione uscente ha puntato moltissimo sulla cultura, ma coma la si può rendere fattivamente parte integrante dello sviluppo socioeconomico cittadino?

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A proposito di sviluppo: è imperativo che esso passi anche a Locri attraverso la creazione di posti di lavoro. Cosa può fare in merito la prossima amministrazione?

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È stato recentemente approvato il PSC e il Piano Spiaggia: come dovrà essere ripensata Locri nei prossimi cinque anni?

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La città deve affrontare la mannaia del dissesto. Qual è lo stato dell’arte e come potrà evolvere la situazione nel prossimo futuro?

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Cosa dovrà realizzare, nei primi due anni, la prossima amministrazione?

1. Sicuramente di respirare aria nuova! Sarà necessario ricostruire il dialogo, il necessario confronto tra i cittadini e gli amministratori che in questi anni è stato interrotto. Locri ha bisogno di amministratori che si mettano al servizio della città e non al suo comando. Ha bisogno di una fase di co-costruzione partecipata delle politiche pubbliche. La città ha un tessuto socio–economico fragilissimo, e necessita di opere pubbliche che la proiettino verso il futuro. È necessario quindi mettere in campo una squadra di esperti che, recependo le istanze dei cittadini, consentano di intercettare finanziamenti, cosa che in questi anni è totalmente mancata, ma anche di rimettere in sesto la macchina burocratica dell’Ente, valorizzando le professionalità esistenti, perché serve un maggiore controllo e un costante monitoraggio delle procedure amministrative legate agli appalti. Non è possibile che in Città ci siano opere pubbliche in corso da oltre dodici anni. 2. Mi spiace ma sulla differenziata la devo correggere! L’amministrazione uscente, per cinque anni, ha promesso ai cittadini che avrebbe avviato la raccolta differenziata dapprima di tipo stradale e poi porta a porta, raccontando che in tal modo avrebbe anche ridotto le bollette dei cittadini. Non ha fatto nulla di tutto questo e ora, in campagna elettorale, ci viene a raccontare che la raccolta differenziata partirà da settembre! I cittadini sono stanchi di queste promesse da marinaio e vogliono fatti concreti! Noi siamo in grado di avviare, già da subito, una seria differenziata stradale e programmare in pochi mesi il passaggio al modello porta a porta. Intendiamo inoltre far diventare il riciclo dei rifiuti un attivo e non un costo. Vogliamo far risparmiare i cittadini coinvolgendoli in un nuovo sistema di raccolta partecipato. 3. In città ci sono molte più energie culturali di quelle espresse in questi anni in eventi sostenuti dall'amministrazione, proprio per il fatto che la giunta Calabrese è stata autoreferenziale. L’amministrazione uscente ha solo continuato a realizzare il Giugno Locrese, peraltro in modo ridimensionato rispetto alle più blasonate edizioni precedenti, e si attribuisce il merito, che non ha, di aver inaugurato il museo cittadino, che in realtà nasce da un’intuizione dell’Amministrazione Macrì, ma è tutta opera del MiBACT. Ci si dimentica che per quattro anni la biblioteca comunale è rimasta chiusa. Ci si dimentica che il Consigliere Comunale Gozzi era riuscita a ottenere in donazione un ingente patrimonio librario del quale non se ne è fatto nella senza nemmeno che si sappia il perché. Noi partiamo dalla convinzione che per prima cosa debba essere valorizzata la cultura del rispetto delle regole e della legalità diffusa che, contrariamente a quanto abbiamo visto fino ad oggi, va praticata e non soltanto predicata! Non può esserci sano sviluppo economico in assenza di regole certe per tutti! 4. Attiveremo al più presto uno sportello di reale orientamento per i giovani e metteremo a disposizione spazi pubblici

per i ragazzi che vogliono intraprendere nuove attività ma, come ovvio, all’inizio hanno poche risorse. Inoltre cercheremo di spendere bene i fondi che abbiamo, cominciare da quelli per le politiche sociali, che dovranno essere investiti con oculatezza a vantaggio di chi è in difficoltà e non a scopi di clientela politica. Quello del Distretto SocioSanitario sarà il primo fascicolo che vorrò rivedere! 5. Il PSC, per l’esattezza, è stato solo adottato, mentre per quanto riguarda il Piano Spiaggia non saprei dire se tutte le prescrizioni che gli Enti sovracomunali avevano effettuato e che il consiglio comunale nell’estate scorsa aveva deciso di osservare siano state ottemperate. Sappiamo che per il PSC numerosi cittadini hanno prodotto osservazioni migliorative che il Consiglio comunale dovrà esaminare. La nostra risposta in merito la conosce già, noi intendiamo concertare con tutta la città la programmazione e la regolamentazione territoriale. Apriremo le porte dell’Ufficio Tecnico ai cittadini che hanno diritto di vedere le tavole del Piano Regolatore e di dire la loro! 6. La vicenda che ha portato Locri al dissesto è francamente paradossale. Ho letto le deliberazioni con cui la Corte dei Conti ha intimato al Comune di dichiarare il dissesto e mi pare che emerga chiaramente che anche in questo caso, come dicevo prima per le opere pubbliche, non si siano seguiti in modo puntuale gli adempimenti formali del Piano di riequilibrio finanziario pluriennale, che pure i commissari Prefettizi avevano adottato e che poteva essere una valida soluzione. Devo dire che il gruppo di minoranza, e in particolare il consigliere Cavo, avevano ragione quando si dicevano preoccupati per il modo leggero con cui veniva affrontato il tema dei debiti fuori bilancio e del recupero dei tributi. 7. Per prima cosa occorrerà verificare unitamente ai Commissari Prefettizi che venga quantificata definitivamente la massa passiva del dissesto, così da programmare un Piano di rientro più breve possibile. Consideri che, ad oggi, non si è in grado di sapere neppure quanti siano i debiti del Comune. Poi bisognerà mettere mano alla dotazione organica, ma non tenendo in mano le forbici così come finora ha fatto la Giunta Calabrese. Intendiamo mettere in campo nuove forme di co-progettazione e co-costruzione delle politiche pubbliche con i cittadini attraverso un forum aperto di discussione. Inoltre abbiamo una sfida da realizzare: avviare il percorso per ottenere la bandiera blu! Per poterne chiedere il riconoscimento è necessario prima migliorare la depurazione, i servizi idrici, il verde pubblico e le dotazioni tecniche e infrastrutturali per il tempo libero. Infine le dico che non avremo pace fino a quando non appalteremo tutte le opere previste dalla legge Fortugno, a costo di riprogettare alcuni interventi. Non è possibile che a distanza di dodici anni sia stato realizzato un decimo delle opere previste e i nostri giovani non abbiamo scuole sicure, moderne e dignitose.


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EVENTI

08 GIUGNO - 08

politica

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Domenica 10 giugno l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, col Patrocino del Comune di Siderno, organizza la Festa della Marina Militare, con inizio alle ore 10 presso la Guardia Costiera di Siderno, che prevede l’intitolazione del Gruppo A.N.M.I. a Natale De Grazia e l’inaugurazione di una sala riunioni.

Il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà assicura che per gli investimenti il criterio adottato è sempre stato primariamente quello proporzionale, rispetto alla popolazione. Il comune di Reggio ha un terzo della popolazione e ha avuto un terzo delle risorse, anzi molto meno. Tanto è stato fatto anche per la Locride.

INTERVISTA A GIUSEPPE FALCOMATÀ:

“La Città Metropolitana non è il bancomat di Reggio Calabria”

“Con la nascita della Città Metropolitana abbiamo chiuso l’epoca del campanile, dimostrando di saper fare squadra, di ragionare come sistema: le città metropolitane possono essere il motore dello sviluppo dell’intero paese”.

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO È trascorso oltre un anno dalla nascita della Città Metropolitana, un nuovo Ente che ha consentito all’intera provincia di Reggio Calabria di sedere nelle stanze dove si disegna il futuro del Paese. Per capire cosa è stato abbozzato in questo primo anno di vita abbiamo intervistato il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà. Cosa ha significato la nascita della Città Metropolitana? La nascita della Città Metropolitana ha segnato davvero un passaggio storico per il nostro territorio. Abbiamo acquisito uno status che oggi ci consente di programmare e di relazionarci direttamente con il Governo, dall’interno di un sistema di Città Metropolitane che supera la contrapposizione tra i diversi territori. Abbiamo chiuso l’epoca del campanile, dimostrando di saper fare squadra, di ragionare come sistema: le città metropolitane possono essere il motore dello sviluppo dell’intero paese. Questo ci ha consentito di attingere a risorse cospicue, cambiando anche l’ottica della programmazione, secondo un metodo omogeneo che guarda al territorio nel suo insieme, secondo le sue caratteristiche e peculiarità. È questo il vero cambiamento. Siamo partiti in ritardo, è vero, non per colpa nostra. Ma questo ci ha consentito, di evitare gli errori e le lungaggini vissute in altre Città Metropolitane e di procedere spediti sul percorso che avevamo fissato. Oggi possiamo affermare che in poco più di un anno di lavoro effettivo, quel gap sia stato ampiamente recuperato, grazie soprattutto all’ottimo lavoro promosso dal consiglio metropolitano. Anzi su diversi aspetti siamo avanti ad altri Enti metropolitani partiti molto prima di noi. Tra le priorità che vi eravate prefissati per questo primo anno vi erano le strade, l’edilizia scolastica e il dissesto idrogeologico. Siete riusciti a realizzare quanto previsto? Sì, sono i tre pilastri dell’azione amministrativa dell’Ente, insieme alla nuova visione della programmazione strategica. In questo, posso dirle, è stato fatto un buon lavoro. Sulla viabilità abbiamo dovuto fare i conti con una riduzione sostanziale, addirittura 30 milioni in meno, dei contributi dello Stato. Un taglio generalizzato che ha comportato una serie di problematiche nell’erogazione dei servizi. Dopo un lungo lavoro diplomatico, portato avanti insieme ai colleghi sindaci delle altre Città Metropolitane, siamo riusciti a ottenere in quest’ultima finanziaria una quota di 17 milioni aggiuntivi da spalmare nei prossimi anni. È sempre meno di quello che ci serve. Non è un caso che l’intera quota di avanzo di bilancio sia stata destinata alle strade. Situazione simile per ciò che riguarda l’edilizia scolastica, uno degli obiettivi strategici del nostro lavoro, egregiamente coordinato dal delegato Demetrio Marino. Qui abbiamo programmato investimenti per un totale complessivo di 52 milioni di euro, attraverso bandi regionali e ministeriali. E sul dissesto idrogeologico, la cui competenza è regionale, abbiamo avviato un’interlocuzione stringente con i dipartimenti a Catanzaro, grazie anche all’ottimo lavoro portato avanti dal consigliere delegato Nino Nocera, che ci ha consentito di aprire una serie di cantieri importanti, tanto sulla jonica che sull’area grecanica. Complessivamente su questo tema siamo riusciti ad attivare un finanziamento regionale di ben 40 milioni di euro per la messa in sicurezza del territorio e la mitigazione del rischio di dissesto idrogeologico. A marzo scorso è stato annunciato l’avvio del Piano Strategico della Città Metropolitana che lei ha definito una “sfida epocale”. Di che si tratta e come si intende agire? Questo che lei richiama è davvero il cuore del nostro lavoro, che segna la vera mission della Città Metropolitana. Nonostante il ritardo iniziale siamo stati tra i primi in Italia ad approvare le linee guida del piano strategico. È stato fatto davvero un ottimo lavoro che sta ancora proseguendo. Le riunioni e gli incontri con i rappresentanti del territorio, le associazioni, i portatori d’interesse positivi, si susseguono quotidianamente. Il consigliere metropolitano Fabio Scionti sta seguendo la partita in maniera stringente. Possiamo affermare che entro la fine della consiliatura consegneremo a questo Ente il piano della programmazione strategica che segnerà le linee di sviluppo per i prossimi decenni. Il Piano Strategico consentirà di percepire la Città Metropolitana non come il frazionamento dei 97 comuni ma come un insieme di grandi quartieri di un’unica area omogenea. Una visione che sembra promettere bene per la Locride... L’obiettivo è quello di generare un cambiamento nell’approccio che i cittadini hanno nei confronti del territorio. Considerare la Città Metropolitana come un unico territorio omogeneo, seppur nelle peculiarità delle diverse aree, significa pensare una programmazione comune, una progettazione unitaria e armoniosa. Per farlo è

chiaro che dobbiamo superare i gap che ancora esistono. A cominciare da quello delle infrastrutture. Fino a quando i cittadini della “periferia metropolitana” impiegheranno due ore a raggiungere il centro non si comprenderà la reale portata di questo processo. Dobbiamo insistere su questo. È il presupposto essenziale in grado di generare quel senso collettivo di comunità che sta alla base di una comune identità metropolitana. Qualcuno sostiene che la Città Metropolitana sia stata “usata” come bancomat dal comune di Reggio Calabria. Proviamo a smentire le malelingue illustrando cosa è stato fatto per i 42 Comuni della Locride? Mi viene da sorridere quando sento queste cose. Io suggerirei di guardare i dati e gli investimenti reali. Noi ci siamo dati un metodo, che è quello di guardare alle esigenze delle persone, alla popolazione, abbattendo le bandierine di appartenenza, le simpatie e le antipatie. Insieme ai consiglieri metropolitani, al Vicesindaco Riccardo Mauro e al delegato al Bilancio Nino Castorina, che ringrazio per il decisivo apporto che hanno dato in questo primo anno di lavoro, ci siamo dati questa regola. È una responsabilità istituzionale e come tale va affrontata. Per gli investimenti il criterio è sempre stato primariamente quello proporzionale, rispetto alla popolazione. Il comune di Reggio ha un terzo della popolazione e ha avuto un terzo delle risorse, anzi direi molto meno. Abbiamo dato priorità alle situazioni più critiche. È chiaro che chi è più indietro necessità di investimenti superiori. Si spiega anche così il lavoro che è stato fatto in tanti Comuni, grandi e piccoli, della Locride come delle altre aree omogenee. Secondo lei, i sindaci della Locride sono riusciti a ritagliarsi degli spazi all’interno del Consiglio Metropolitano? Hanno saputo approfittare di quest’opportunità? Guardi c’è da dire una cosa in modo molto franco. Questo è un impegno nient’affatto semplice. Non è facile fare il sindaco e al tempo stesso occuparsi delle attività metropolitane. La Legge Delrio ci mette di fronte a questa doppia responsabilità. Gli amministratori si trovano quindi a dover affrontare il doppio delle questioni, senza avere per questo impegno nemmeno un gettone di presenza. Le distanze poi non aiutano. Come dicevo, non è possibile che un sindaco della Locride debba impiegare un’intera giornata per arrivare a Reggio per svolgere il suo ruolo in chiave metropolitana. Io sono molto soddisfatto del lavoro che è stato svolto fino ad oggi. Penso ad esempio al lavoro egregio portato avanti dalla consigliera Caterina Belcastro che viene proprio da quel territorio. Ma in generale non posso che fare un plauso a tutti i consiglieri che hanno agito con grande impegno e dedizione. Nulla era scontato. Eppure se oggi abbiamo fatto dei passi in avanti è dovuto proprio a loro.

Il 12 giugno, alle ore 18:30, presso il Belvedere di Piazza Garibaldi, a Sant’Ilario dello Ionio, si svolgerà l’evento “Sorelle d’Italia: le Donne della Costituzione Repubblicana”, durante il quale, dopo i saluti del sindaco, si svolgerà un concerto di Manuela Cricelli, Peppe Platani e Vincenzo Oppedisano.

Venerdì 15 giugno, alle ore 18:00, presso il giardino dell’Hotel Federica di Riace, si svolgerà la presentazione del libro di Giuseppe Panetta “I Bronzi di Riace - Perché non fu naufragio”, edito da Arti Grafiche Edizioni. Interverranno Federica Roccisano, Nicodemo Vitetta, Bruna Filippone e Mariella Costa

Sabato 16 giugno, alle ore 18:30, presso la sala delle cerimonie di Palazzo Amaduri, a Gioiosa Ionica, si terrà un’iniziativa durante la quale molte Autorità del mondo della Cultura, dell’Arte e della Politica, premieranno il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto per l’attività amministrativa svolta.



08 GIUGNO - 10

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società

Finalmente

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“Mi auguro che questo nostro impegno venga riconosciuto soprattutto da parte della cittadinanza, che sogno di veder tornare a essere parte integrante della vita sociale della YMCA com’è stato in passato.”

Vincenzo Lizzi:

“Voglio che la gente torni ad affollare la YMCA”

È stato partorito questo benedetto governo, grazie alla tenacia di Salvini e Di Maio, non dimenticando una strana collaborazione di Berlusconi. Dopo le troppe figuracce, si è fatto un passo indietro e questo è un merito che va riconosciuto a chi il governo lo stava mandando in fumo: ha capito dell'abuso di potere verso gli italiani e verso la Costituzione, ma soprattutto verso il popolo che si è recato alle urne il 4 marzo. La sovranità va rispettata, altrimenti a che serve la Costituzione? Il Presidente Mattarella, ragionandoci su, è tornato sui suoi passi, liberando la sovranità del popolo che ha vinto le elezioni. Con il rispetto del voto ritorna la democrazia, restituita agli italiani. Ora mettiamoci al lavoro, c'è tanto da fare, questo ritardo ha gravato giorno dopo giorno sull'economia, con un danno all'intera nazione in tutti i settori. Mi dispiace tanto per l'ironica e scorretta Germania che voleva deridere noi: alla fine è stata lei a essere derisa e sono state restituite al mittente tutte le gratuite offese inaccettabili e inopportune; il governo è stato fatto e sul pennone del Quirinale sventolava il Tricolore della nostra grande Italia. Speriamo che i nuovi governanti avranno la forza di stare uniti e vincenti, spazzando una volta per tutte le nuvole minacciose. Mi dispiace per Fratelli d'Italia, rimasti fuori dal governo, anche se l'ha voluto la Meloni con la sua indecisione iniziale. Abbiamo scongiurato le elezioni: sarebbero state troppe due volte, tra l’altro a ridosso dell'estate; chi può andare in vacanza, adesso ci andrà con tanta serenità. Il neo presidente del Consiglio i titoli ce li ha, speriamo pure le capacità politiche. Dovrà dimostrarle iniziando proprio con il G7, banco di prova importante. Forza, che noi italiani siamo stati tra i primi a voler l'Europa unita e possiamo starci bene, naturalmente assieme a tutta la squadra che si è “qualificata” davanti al presidente, giurando fedeltà alla Costituzione della Repubblica. Fuori dai mondiali, adesso preoccupiamoci di vincere i nostri problemi, e avremo più soddisfazioni della coppa… In primis serve il lavoro per i giovani, pensioni decorose, sanità dignitosa… via il vecchio che da tempo non lavora e riscalda la poltrona. Viva la Costituzione, viva la Repubblica, viva l'Italia! Speriamo che non ci saranno più imbrogli ma, al contrario, più meritocrazia. Giuseppe Belligerante

Recentemente eletto presidente della Young Men’s Christian Association di Siderno, Vincenzo Lizzi si ritrova a capo di un distaccamento locale che ha bisogno di una profonda ristrutturazione per tornare a essere punto di riferimento dei giovani sidernesi. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui in proposito…

Che cosa significa essere presidente del distaccamento locale YMCA? Avere una funzione prettamente giuridica, utile a stabilire, assieme al consiglio direttivo composto da nove membri, quale strada far seguire all’associazione. Qual è la condizione in cui versa la YMCA di Siderno oggi? Quella di un’estrema difficoltà. L’associazione ha a disposizione poche risorse umane a causa della scarsa supervisione da parte di chi l’ha guidata negli ultimi anni che, dovendo esercitare l’incarico nelle pause tra la propria vita privata e professionale, non ha potuto controllare adeguatamente la normale amministrazione, gestita dalla segreteria. Oggi che il consiglio direttivo composto da Claudia Antico, Carmelina Condarcuri, Domenico Leonardo e Peppe Galluzzo ha individuato nuove figure che portassero nuova linfa vitale ai progetti dall’associazione, selezionando, oltre a me, Francesco Falletti, la dottoressa Nucera, Andrea Roberto e Claudio Reitano, sembra che le cose stiano finalmente cambiando. Grazie a una ritrovata comunione d’intenti il nostro direttivo, insediatosi lo scorso 5 febbraio, ha potuto svolgere senza intoppi i propri compiti, esercitando il giusto potere decisionale. Trovare il bandolo della matassa non sarà stato semplice… Sì, anche perché non è stato facile far comprendere a chi ha lavorato in modo disordinato in tutti questi anni che avrebbe dovuto cambiare metodo, ma i risultati che abbiamo già raggiunto sono sotto gli occhi di tutti. Dal 30 maggio scorso la YMCA ha tre attività commerciali in essere con largo anticipo rispetto a quanto fatto negli ultimi anni e uno stabilimento balneare svecchiato dei vecchi principi architettonici, che aprirà ufficialmente domani. Presupposti che fanno ben sperare per il futuro, dunque. Se continueremo a portare avanti questi programmi sono convinto che torneremo senza difficoltà ai fasti del passato, e lo dice una persona che ritiene la YMCA casa sua dal 1992, che è stato tra i collaboratori del direttivo nelle iniziative di coinvolgimento sociale per tanti anni e che guarda con dolore alla perdita di fiducia dei cittadini nei confronti dell’associazione. A tale proposito, oggi che sei presidente, che posizione prendi in merito alle voci secondo le quali, in questi anni, il direttivo ha fatto sparire montagne di denaro? Capisco che il debito contratto con gli enti pubblici in questi anni e triplicato perché mal gestito possa far scorgere il fantasma del marcio a chi non vive dall’interno l’associazione, ma posso garantire che quello che viene scambiato superficialmente per marcio è solo un enorme problema di cattiva gestione. Non è stato rubato nulla, solo il denaro è stato investito (male) in iniziative che non hanno dato i frutti sperati. Quali possono essere i passaggi e i tempi necessari a tornare alla piena operatività? Se l’andamento continuerà a essere questo, in due mandati della durata di tre anni l’uno possiamo recuperare il 70% di ciò che è andato perduto. La cosa più importante, comunque, resta portare nuove risorse umane all’interno dell’associazione, dandoci così una mano a rientrare nella regolarità contributiva e la possibilità di accedere nuovamente ai fondi europei. A proposito di fondi: sappiamo che avete vinto un bando importante.

Esatto. Di recente abbiamo vinto, assieme al Tennis Club, il bando “Ogni Sport Oltre” e tra il 20 e il 30 giugno un rappresentante legale della Società Vodafone verrà presso i nostri locali a firmare un contratto che ci permetterà di beneficiare di 180mila € da dedicare all’adeguamento delle strutture per i portatori di handicap. È giusto sottolineare che non avremmo raggiunto questo risultato senza la collaborazione del Tennis Club di Agostino Antico, che ci ha dimostrato come la collaborazione tra le due società possa aiutarci moltissimo a superare insieme le difficoltà. Lo stabilimento che apre con anticipo, la vittoria nel bando, la collaborazione con il Tennis Club… Che cosa dobbiamo aspettarci dall’estate 2018? Anche se le nostre risorse restano limitate prevedo un’estate molto positiva, perché sono tante le società sportive che ci stanno chiedendo di avviare collaborazioni in vista della bella stagione e avremo certamente la possibilità di organizzare diversi tornei. Gli Enti locali, invece, come si stanno ponendo nei vostri confronti? Il Comune di Siderno ci sta sostenendo per quanto nelle sue possibilità, ma so benissimo che non è può elargire fondi che non possiede. Resta il fatto che ci stanno venendo incontro rateizzando i debiti che avevamo contratto con loro e ci hanno aiutato nell’installazione di qualche giostra proprio poco tempo fa. Adesso contiamo di riuscire a saldare il nostro debito con maggiore facilità proprio grazie al progetto Vodafone, che ci consentirà finalmente di avere un “palloncino” tutto nostro per coprire i campi durante l’inverno, evitando così di doverci rivolgere al Comune per il comodato d’uso di palestre coperte durante la stagione fredda. Mi auguro che questo nostro impegno venga riconosciuto soprattutto da parte della cittadinanza, che sogno di veder tornare a essere parte integrante della vita sociale della YMCA com’è stato in passato. Puntare il dito senza agire è semplice, ma garantisco che mi impegnerò a raddrizzare i conti all’insegna della trasparenza e dello spirito guida dell’associazione. Jacopo Giuca

A Mammola il 2° raduno dell’Associazione Polizia Internazionale Si è tenuto in località San Nicodemo, Comune di Mammola, il 2° raduno regionale dell’IPA (International Police Association) organizzato dal Comitato Locale Locride, avente sede nella città di Siderno, presieduto da Giuseppe Cusumano, sostituto commissario in quiescenza della Polizia di Stato, con la collaborazione del vice presidente Michele Galluzzo, della polizia locale di Siderno. La manifestazione, anche quest’anno ha ottenuto la completa riuscita dopo quella del 2013 organizzata a Gerace/Locri, per la presenza di numerosi soci provenienti da tutta la Calabria (Cosenza, Crotone, Lamezia, Pizzo, Reggio Calabria), ma anche dalla Sicilia. Tra i rappresentanti della XVIII° delegazione Calabria hanno partecipato il presidente Carlo Figliomeni, Mariano Giannazzo, Salvatore Del Giglio, il presidente onorario Vincenzo Severino, Rosario Messone col direttivo comitato locale Lamezia/Catanzaro. I partecipanti hanno fatto tappa prima nell’Abbazia San Nicodemo restaurata di recente, dove don Ernesto Monteleone, eremita del Santuario ha celebrato messa. Al termine, dopo la lettura della preghiera dell’IPA, da parte del

presidente Cusumano, il quale ha sottolineato che International Police Association, associazione presente in tutte e cinque continenti, fonda le sue radici sul sentimento dell’amicizia il cui motto, in lingua esperanto è “Servo Per Amikeco”, don Ernesto ha ripercorso cenni storici della storia del Santuario e della vita di san Nicodemo, patrono di Mammola. La cerimonia è proseguita col pranzo nell’agriturismo dedicato al Santo, nel corso del quale, sono stati consegnati gli attestati di fedeltà di 10-20-30 ai vari soci presenti per l’anzianità ininterrotta maturata. Soddisfazione è stata espressa dal presidente C.L. Locride Giuseppe Cusumano. “Ringrazio – ha dichiarato – chi mi ha supportato per l’ottima riuscita dell’evento, in particolar modo il vice presidente Michele Galluzzo per la sua completa disponibilità e abnegazione all’IPA. Naturalmente, un plauso va al presidente onorario Vincenzo Severino, a cui mi lega un’amicizia di oltre 40 anni. A lui il merito di aver reso nota l’Associazione in Calabria con l’auspicio di ritrovarci il prossimo anno per celebrare i 40 di presenza”.


Sacko Soumayla,

un eroe della “pacchia”

È stato ucciso mentre cercava lamiere in un vecchio capannone abbandonato che sarebbero servite per costruire un’altra baracca nella tendopoli di Rosarno, dove, quando il sole picchia forte e le lamiere diventano infuocate, i migranti si godono quella che il ministro degli Interni Matteo Salvini ha definito una “pacchia”.

C’è un filo rosso che collega tutti gli “ultimi” del mondo e per renderlo invisibile le classi dirigenti indicano i “ghettizzati” come fonte di “contaminazione”, di pericolo e di insicurezza. Un modo per eludere le responsabilità di quanti dinanzi allo sfruttamento e alla povertà estrema si girano dall’altra parte quando non mostrano il loro volto feroce.

ILARIO AMMENDOLIA Soumaila Sacko è stato ucciso. Era un sindacalista “nero” e, detto senza retorica alcuna, un autentico eroe che si batteva con coraggio per i diritti della sua gente. Insieme ai suoi compagni cercava lamiere in un vecchio capannone abbandonato che sarebbero servite per costruire un’altra baracca nella tendopoli di Rosarno, dove, quando il sole picchia forte e le lamiere diventano infuocate, i migranti si godono la “pacchia”. Molti anni fa in America si sparava contro gli italiani. Nel massacro di Ludlow sono stati uccisi e dati alle fiamme decine di nostri emigranti, tra loro molte donne e bambini. Erano “italiani” e “bianchi” ma vivevano in una tendopoli come oggi i “neri” di Rosarno e per tale motivo gli anglosassoni li chiamavano “negritos”, “quasi neri”. Ai loro occhi erano brutti, sporchi e incivili tanto da legittimare la mattanza. Si “spara” sempre sugli “ultimi” soprattutto se non si rassegnano a esser tali e pretendono di essere rispettati come esseri umani. Il nome di Soumaila Sacko deve essere scritto nell’albo dei combattenti per la giustizia, l’uguaglianza e la libertà assieme a quello di Giuditta Levato uccisa a Calabricata, di Angelina Mauro caduta sui campi di Melissa, come Antonio Zito e Francesco Nigro di appena 16 anni. Erano “combattenti” e chiedevano rispetto

per la loro dignità esattamente come Sacko e come i sindacalisti Placido Rizzotto e Salvatore Carnovale (e tantissimi altri) uccisi dalla mafia in Sicilia per conto degli agrari. Con la complicità dello “Stato”! La tragedia di Sacko ci appartiene. So che non tutti saranno d’accordo ma la sua lotta di ieri è la nostra lotta di oggi. C’è un filo rosso che collega tutti gli “ultimi” del mondo e per renderlo invisibile le classi dirigenti indicano i “ghettizzati” come fonte di “contaminazione”, di pericolo e di insicurezza. Un modo per eludere le responsabilità di quanti dinanzi allo sfruttamento e alla povertà estrema si girano dall’altra parte quando non mostrano il loro volto feroce. Purtroppo oggi, dinanzi al razzismo che avanza, manca la “resistenza”. Il tessuto democratico non da più segni di vita. La “Sinistra”, che pure in Calabria ha avuto un’anima e una sua storia, è ridotta alla clandestinità o asserragliata nelle ultime stanze di un “Potere” residuo. Siamo indifferenti dinanzi al dramma di Rosarno e non solo) e ciò costituisce un grave indizio del progressivo sfarinamento e imbarbarimento della società. Ed è questo il clima ideale per dichiarare guerra agli “ultimi” come sta avvenendo in questi giorni in cui i calabresi sono costretti a pagare una parte consistente delle spese sanitarie. Un ulteriore passo verso una crisi permanente del “diritto alla salute” ottenuto anche grazie alle lotte del 68.

Mi preoccupa molto uno “Stato”- che dovrebbe rappresentare tutti noi - assente negli ospedali, crudele nelle carceri, in fuga dai luoghi di lavoro, sostanzialmente nemico degli emarginati e degli immigrati e che poi sventola bandierine di vittoria perché a Polsi è stato aperto un posto per i carabinieri. Ma che razza di concezione dello “Stato” è mai questa? Possibile che oggi come un secolo fa riteniamo che la forma migliore per dare un senso allo “Stato” sia la “visiera del carabiniere” e “l’esattore delle tasse”? C’è un’estrema “trincea” da difendere e lo si può fare recuperando l’antico orgoglio calabrese. Sabato sera nelle campagne di Vibo hanno ucciso nostro “fratello”. Fissiamocelo bene in testa! La lotta dei dannati del ghetto è la nostra lotta. Sulla gente di colore pesa il pregiudizio razzista com’è pesato su noi meridionali sino a pochi anni addietro. Oggi ci hanno “graziato” come “etnia” ma ci hanno marchiato come potenziali criminali. A Rosarno non si combatte per la gente di colore ma per tutti noi perché o uniti si va avanti, oppure insieme precipiteremo nella voragine del razzismo, del sottosviluppo e dell’inciviltà. E non sarà un bel giorno né per i “negri” e ancor meno per coloro che ritorneranno a essere i “negritos”.


Rredazionale

MULTARREDO

I MAIN SPONSOR

Per conoscerli più da vicino e comprendere le ragioni del loro sostegno a META Roccella abbiamo intervistato i main sponsor.

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Di cosa si occupa la sua azienda e da quanto tempo opera sul territorio?

2

Quali sono le motivazioni che l’hanno spinta a sostenere il progetto META?

Paolo e Simona Multari - La nostra azienda, nella sede principale, si occupa, principalmente della vendita di arredamento di interni con particolare attenzione alla progettazione e alla programmazione dello sviluppo dell’involucro abitativo. Sul territorio operiamo fin dalla metà degli anni 40 quando mastro Paolo Multari apre un laboratorio artigianale di falegnameria a Siderno in Corso Garibaldi 148, dove attualmente si trova il nostro show room. Nel 1980 nasce la Multarredo, fondata da Giomo Multari, forte della ventennale esperienza maturata presso il laboratorio del padre Paolo e presso il negozio di “Mobili di Cantu’” dello zio, rivoluzionando la tradizionale vendita del mobile, proponendosi come arredatore qualificato, progettando e disegnando su misura arredamenti per le moderne abitazioni. A fine 2004 subentriamo in azienda noi figli, Paolo e Simona. Io, dopo la Laurea in Architettura presso il politecnico di Milano, mi occupo della progettazione, realizzazione e scelta dei prodotti per l’arredamento; Simona, dopo il Diploma di Ragioneria e un tirocinio a fianco di mio padre, si occupa della parte amministrativa e delle vendite in azienda. Attualmente la Multarredo sita in Siderno RC, si divide nei sui due punti vendita, uno sito in via delle Gelsominaie 41 e uno sito in Corso Garibaldi 148, gestito dalla professionalità di Chiara... continuando così la tradizione, disegnando e progettando per voi. - Abbiamo deciso di sostenere il progetto in virtù dello spirito di aggregazione e del forte legame con il territorio. Giudichiamo la proposta di eventi interessante e riteniamo che possa offrire una visione più completa della varietà culturale che contraddistingue il nostro territorio.

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- La Cascina 1899 nasce nel 2005 e da subito ha puntato zioni e sui prodotti tipici calabresi: dal bergamotto, un fr che ha ormai travolto l’alta gastronomia, al suino nero, miglio r prodotto d’Italia con caratteristiche salutistiche l’orgoglio piccante della Calabria. - Noi ci definiamo “ambasciatori del territorio” e come t potuto non sostenere il progetto.


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PROGETTO META

A partire dal prossimo 23 giugno e fino al 15 luglio Roccella sarà animata da una serie di iniziative organizzate dal Comune, con la collaborazione di diversi partners, nell'ambito del progetto "META Roccella". Il progetto finalizzato alla creazione di un’offerta turistica variegata e strutturata, che valorizzi le eccellenze di Roccella Ionica e del suo comprensorio, vuole anche rafforzare il rapporto con le comunità locali offrendo diverse occasioni di divertimento per tutti i gusti. L'obiettivo, infatti, è quello di coniugare musica, enogastronomia, tradizioni e arte da qui l'acronimo META - per andare incontro alle diverse esigenze e ai vari interessi di cittadini e turisti. Ricco è, quindi, il calendario di iniziative in cui sono state coinvolte diverse associazioni roccellesi, gli esercizi commerciali, le palestre e le ludoteche. Tra i momenti più salienti: - la serata di apertura di META (23 giugno), che verrà curata dall’Associazione dei Commercianti Roccellesi e che prevede un Corso semipedonale con Animazione per bambini realizzata dalle ludoteche, Artisti di strada, Area Street Food, Street Band, Dimostrazione di Danza, Dimostrazione di cani addestrati; - il Festival degli Artisti di strada che si terrà al Porto delle Grazie (29 e

30 giugno) con spettacoli di Giocoleria, Mangiafuoco, Clown, Sand Art, Trapezisti, Street Band, Area Street Food; - la tanto attesa festa della Madonna delle Grazie (8 luglio) in cui, oltre all’evento religioso, ci sarà la possibilità di assistere al concerto della PFM, Premiata Forneria Marconi; - i due concerti di musica jazz (13-14 luglio). Per informazioni più dettagliate, sul prossimo numero di Riviera sarà pubblicato un inserto estraibile con il ricco calendario di iniziative previste dal progetto. La Campagna pubblicitaria di META Roccella è stata organizzata dalla Pigreco Comunication srl e finanziata dai main sponsor: Lavorata Porte e Finestre di Caulonia e Davoli, la Concessionaria Ford York Auto Vumbaca di Locri, Gioia Tauro e tutta la provincia di Reggio Calabria, il Grand Hotel President di Siderno, Multarredo di Siderno, Cusato Fiore Costruzioni di Siderno, Il Borgo della Longevità di Bivongi, Marrapodi Fiori e Love Affair di Roccella e La Cascina 1899 di Roccella. Per conoscerli più da vicino e comprendere le ragioni del loro sostegno a META abbiamo intervistato i main sponsor.

A COLLOQUIO CON CARMEN INGRATI

Un progetto che grida al cambiamento Meta Roccella non è solo un progetto “sperimentale” di sviluppo turistico, replicabile e adattabile a ogni Comune, ma è l’espressione culturale di un territorio che ha voglia di mettersi in gioco.

Perché nasce il progetto META ROCCELLA e quali sono state le motivazioni che l’hanno spinta a sostenerlo? Il Progetto Meta Roccella nasce da una forte volontà politica e sociale che grida al cambiamento! E per cambiamento non mi riferisco a una negazione di quello che siamo ma, al contrario, di una consapevole affermazione di ciò che siamo e di come vogliamo essere. Meta Roccella rappresenta un’identità ben precisa: non si tratta solo di un progetto “sperimentale” di sviluppo turistico, replicabile e adattabile a ogni Comune, ma è l’espressione culturale di un territorio che ha voglia di mettersi in gioco. È un progetto che tende a costruire un forte coinvolgimento di tutti gli attori locali. Infatti, il progetto è frutto di confronto e di costante impegno tra diverse personalità e diversi enti, pubblici e privati, che hanno sempre operato con passione e concretezza per costruire valenti opportunità di crescita socio-economica della Locride. Meta Roccella ha saputo coinvolgere tutti i protagonisti del settore turistico e ognuno ha contribuito alla realizzazione del progetto. L’obiettivo nell’immediato futuro è quello di promuovere una serie di attività di comunicazione, nei canali appropriati, per diffondere l’offerta programmata. Pertanto invito tutti a sostenere con forza il progetto Meta Roccella così come hanno fatto gli sponsor, i partners e i miei collaboratori che ringrazio. Solo attraverso il sostegno di tutti Meta potrà dare risultati concreti e, al contempo, affermarsi come modello per lo sviluppo turistico, culturale ed economico per tutta la Locride.

GRAND HOTEL PRESIDENT

YORK AUTO VUMBACA

CUSATO FIORE COSTRUZIONI

Annamaria Diano

Gaetano e Giuseppe Vumbaca

Giuseppe Cusato

- Il Grand Hotel President festeggia oggi 48 anni di accoglienza, professionalità, qualità e cortesia. Scegliere il nostro albergo, il nostro ristorante, una delle nostre location per un matrimonio o un banchetto è garanzia di un’esperienza unica, da sperimentare. - Noi crediamo che sia fondamentale creare una collaborazione tra i Comuni della Riviera dei Gelsomini per un dialogo costruttivo che conduca allo sviluppo di un progetto condiviso del territorio.

- La mia azienda opera nel settore delle automotive ed è concessionaria Ford dal 1979. - Ho subito compreso che il progetto Meta è un’inizitiva di un certo livello e quando ci sono idee locali vincenti non si può non sostenerle. Non nascondo che ad avermi convinto a sostenere il progetto vi sia stata anche la possibilità di ottenere visibilità per la mia azienda grazie ad attività di comunicazioni di alta qualità.

IL BORGO DELLA LONGEVITÀ

LAVORATA PORTE E FINESTRE

Francesco Carnovale

Nicola Lavorata

- La nostra azienda, la CalTur “Calabria Turismo”, opera nel settore del turismo esperenziale da 3 anni. Ci troviamo nel centro storico di Bivongi e abbiamo realizzato le nostre strutture con materiali ecocompatibili e provenienti dal territorio, applicando le tecniche della bioedilizia. - Abbiamo deciso di sostenere il progetto META perchè crediamo che attraverso un’intensa promozione del territorio di Roccella possano beneficiarne anche i comuni limitrofi.

- La mia azienda opera sul mercato da quasi 40 anni. Nonostante gli alti e bassi, le crisi finanziarie, le crisi economiche e la crisi del mercato edile, siamo ancora qui a combattere. Non abbiamo mai mollato. Con il nostro costante impegno, la nostra fedeltà e la nostra serietà continuiamo ad avere progressi e successi anno dopo anno. - Credo nel progetto META perchè mi ritengo un cittadino roccellese DOC e qualsiasi iniziativa venga fatta in questa cittadina mi sento il dovere di sostenerla per l’affetto che le riservo. Ritengo inoltre che sia doveroso per qualsiasi commerciante sostenere iniziative del genere al fine di ravvivare, anche dal punto di vista turistico una cittadina come Roccella.

L’azienda storica è stata fondata da Cusato Fiore nel 1982 come impresa individuale. Nel 2011 nasce la Cusato Fiore Costruzioni s.r.l. quale prosecuzione dell’attività avviata da Cusato Fiore nel lontano 1965 ma con l’impiego di nuove tecnologie e con l’attività di consulenza tecnica a servizio della nostra clientela. Operiamo prevalentemente nel settore dell’edilizia civile ma abbiamo avuto in passato importanti commesse di edilizia industriale e commerciale. Negli ultimi anni ci siamo specializzati negli interventi di recupero edilizio e di restauro architettonico soprattutto grazie alla formazione continua alla quale sottoponiamo le nostre maestranze e i nostri collaboratori con stage presso aziende produttrici a livello internazionale. - Penso che collaborare affinché emergano le eccellenze del nostro territorio sia doveroso, soprattutto per gli imprenditori locali, i quali devono diventare un gruppo di pressione al fine di veicolare gli investimenti pubblici e privati per lo sviluppo e la promozione turistico-culturale del nostro tanto bistrattato comprensorio. Da architetto, sono molto sensibile alle manifestazioni culturali che hanno come fine la promozione delle emergenze artistiche e architettoniche locali che, insieme alle altre eccellenze locali quali la musica e l’enogastronomia, possono essere senz’altro volano di sviluppo.


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CALABRESE PER CASO

Nemo propheta in patria sua (est). In Calabria? …“Semper”! Siamo onesti… ci piace sentirci dire da altri cosa dovremmo fare. Ci piace meno sentircelo dire a casa nostra da qualcuno che ci è vicino, magari ideologicamente concorrente.

Devo dire che i tempi passano, le parole scorrono e i pensieri si consumano nell’etereo mondo del nulla, soprattutto se si osano toccare argomenti come logistica, trasporti, turismo. Argomenti particolarmente ostici a quanto pare dal momento che nessuno ne nasconde l’importanza ma in tanti, troppi, non vanno oltre le intenzioni lasciando ad altri la valutazione delle possibili soluzioni magari insegnando cosa si dovrebbe fare come se le nostre università non siano in grado di suggerire, proporre progettare mentre la politica, quella che applaude per un paradossale senso di ospitalità intellettuale che ci contraddistingue, ogni iniziativa che arriva da fuori. Si, è vero! Ammettiamolo. Siamo sempre ospitali verso le opinioni altrui, possibilmente non targate con nomi o pensieri calabresi per affermare, forse, un sentimento di difesa verso chi nella nostra terra potrebbe farci concorrenza con le proprie soluzioni. Ed ecco la notizia. Due giovani laureandi veneti affrontano in una tesi il grado di accessibilità alla fascia litoranea jonica. Uno studio da fine corso sul quale non ci sarebbe molto da dire se non il fatto che dal Nord ci suggeriscono come e in che misura rendere “accessibile” la fascia costiera rivalutando e riproponendo un legame strutturale e funzionale tra entroterra e costa. Nessuno mette in discussione i contenuti della tesi dal momento che chi scrive si avvale della fonte giornalistica che rilancia tale notizia e fornisce alcuni passaggi del lavoro. Passaggi interessanti perché forniscono la cornice di pensiero degli autori. Il commento, poi, è molto interessante e, soprattutto, credo lo sia perché dalle parole utilizzate - che spero nascano da una lettura approfondita della tesi da parte di chi ha creato tale notizia - mi sembra non emerga nulla di così eclatante e innovativo che non si sapeva già se non il fatto che la curiosità, da premiare que-

sto si, dei due studenti ha suggerito loro di gettare uno sguardo verso località magari conosciute turisticamente. Ebbene, leggendo e rileggendo l’articolo trovo che nulla di particolarmente scientifico - che non sia stato osservato e proposto da molti negli anni - emerga come intuizione copernicana. Insomma che […] “…Fenomeni di spopolamento, abbandono del territorio, mancanza di infrastrutture, sono tutti fattori di causa/conseguenza di un’economia che fatica a svilupparsi…” […] mi sembra siano una evidenza e con delle risposte già formulate in passato. Che attraverso i dati territoriali e la valutazione dei fenomeni socio-economici gli autori del lavoro accademico abbiano cercato di dare […] …un contributo, mediante il lavoro di tesi, al dibattito locale al fine di promuovere una pianificazione partecipata del territorio e spingere gli stakeholders a confrontarsi con il supporto di alcune idee anche innovative …[…] è una nota di apprezzamento e di riconoscenza per l’attenzione prestata verso la nostra incapacità di trasformare ciò che sappiamo in soluzioni. Inoltre, di pensiero innovativo, se per caso si tratta di sottolineare come e in che termini […] la logistica gioca un ruolo essenziale per la competitività di un territorio letta anche in chiave di accessibilità allo stesso, ancor di più in territori impervi come è l’Aspromonte per l’appunto…[….], non vedo molto dal momento che non vi sono dubbi, tra chi in Calabria tenta di conoscere e formulare proposte a riguardo, che le cosiddette piattaforme logistiche rappresentino un’idea complessiva di infrastrutturazione. Un’idea che non può fare a meno di realizzare un legame funzionale tra costa ed entroterra nell’ambito di una progettazione nei trasporti, nelle offerte abitative e produttive che leghino spazi umanizzati ormai così diversi come due complementi di un unico progetto di crescita. Ma non solo.

Tra i tanti suggerimenti riportati nell’articolo, credo desunti dalla tesi, vi è che […] “…L’idea è quindi di sostenere e valorizzare così quel lavoro artigianale delle piccole e medie imprese – in ambito agroalimentare ma non solo – che sono la specificità di questa terra…”[…]. Direi un’idea interessante che ci fa chiedere ad ognuno di noi di che cosa abbiamo parlato o scritto in tutti questi anni o, forse, dove abbiamo vissuto. Ma l’aspetto più interessante è soprattutto la chiosa conclusiva dell’autore dell’articolo: […] Fin qui i contenuti della tesi. Sta ai nostri amministratori e politici di rango regionale e nazionale fare in modo che le idee esposte nel pregevole lavoro accademico non rimangano solo sulla carta ma vengano tenute nella debita considerazione…[…]. A questo punto la domanda è di rito: e le proposte formulate nella loro complessità - anche più articolate, sicuramente ridondanti e suggerite agli amministratori nel tempo - guardando alle diverse realtà territoriali che fine hanno fatto? E le ore perse in convegni a questo punto inutili a cosa sono servite? Beh, siamo onesti…ci piace sentirci dire da altri cosa dovremmo fare. Ci piace meno sentircelo dire a casa nostra da qualcuno che ci è vicino magari ideologicamente concorrente. In fondo, chi viene da fuori non compete con le sue idee, può scrivere e dire in piena libertà e ricevere note di merito; ma chi resta in Calabria, o è calabrese, e ha delle idee allora costui si!...è un problema per coloro che amministrano e non vogliono che si apra una competizione sulle soluzioni. In fondo, come si dice, una stretta di mano ed un bravo non lo si nega a nessuno, soprattutto se è un forestiero. Perché le idee altrui, siamo sinceri, hanno sempre un altro sapore: ci tolgono dall’imbarazzo di dire al nostro vicino che aveva ragione. Giuseppe Romeo

COMMISSARIAMENTO GROTTERIA

PrimaVera Politica ringrazia il Prefetto e tuona: si poteva evitare, tutta colpa di Loiero Il dottor Emilio Saverio Buda si è insediato lunedì mattina presso il Comune di Grotteria, dove è stato inviato, su nomina del Prefetto di Reggio Calabria, a svolgere le funzioni di commissario ad acta per l’approvazione del rendiconto della gestione 2017. La nomina del commissario prefettizio si è resa necessaria perché il consiglio comunale non è stato messo in condizione di approvare il documento contabile nemmeno nei termini concessi dalla diffida prefettizia che era stata emessa un mese fa per la grave inadempienza consumata alla scadenza dei termini di legge. Adesso Grotteria aspetta, in tempi strettissimi, il decreto di scioglimento del consiglio comunale, già in fase di perfezionamento a Roma. PrimaVera Politica intende rivolgere il più sentito ringraziamento a S.E. il dottor Michele Di Bari, Prefetto della Provincia di Reggio Calabria, che ha immediatamente provveduto ai sensi di legge - non appena acquisita diretta conoscenza della situazione in atto - per garantire non solo il sacrosanto diritto dei cittadini di Grotteria, ma soprattutto la piena credibilità delle istituzioni statali, in un momento particolarmente tormentato per l’Italia intera. Nell’esprimere il proprio dispiacere per la breve vita che ha caratterizzato questa fase amministrativa (la giunta municipale non è riuscita a chiudere nemmeno un anno di mandato), il gruppo di minoranza si dice confortato dalla certezza che una forzata sopravvivenza del governo comunale sarebbe stata, per il territorio, un’opzione ben peggiore rispetto alla breve sospensione che la politica dovrà subire in attesa delle elezioni del prossimo autunno. La responsabilità dell’accaduto, infatti, è da attribuire unicamente ai vertici della giunta municipale, che si sono dimostrati, ancora una volta, inadeguati ad assicurare il normale funzionamento dell’ente, pur di fronte al più importante

e delicato degli adempimenti imposti dalla legge. L’intervento sostitutivo prefettizio che ha sottratto la guida agli organi elettivi grotteresi, infatti, certifica l’ormai indiscutibile incapacità amministrativa che PrimaVera Politica da sempre attribuisce ai più esposti rappresentanti della politica locale. L’esperienza e le capacità da anni millantate, vengono impietosamente smascherate, adesso, dalla più palese ed oggettiva delle smentite. E dire che tutto questo si sarebbe evitato, se solo, di fronte alle proprie evidenti difficoltà, la maggioranza fosse stata capace di mettere da parte la storica arroganza che la caratterizza, immergendosi in un bagno di umiltà e chiedendo il sostegno dell’opposizione: giusto un anno fa, all’atto dell’insediamento del consiglio comunale, PrimaVera Politica aveva esplicitamente dichiarato che non avrebbe fatto mancare il suo modesto contributo, se qualcuno lo avesse ritenuto opportuno. Bastava semplicemente ammettere i fatti e la soluzione si sarebbe comodamente trovata all’interno di quel consiglio comunale che oggi, invece, sta per congedarsi, sepolto sotto l’ego smisurato di chi non ha saputo far altro che ricercare affermazioni personali fuori luogo, sminuendo le giuste osservazioni della minoranza, che ha sempre svolto il suo ruolo di controllo e di informazione con serietà, nel rispetto della fiducia ricevuta da centinaia di elettori. Oggi più che mai, di fronte al fallimento e al disastro conclamato, il progetto di PrimaVera Politica si dimostra vivo, sano e drammaticamente indispensabile per restituire a Grotteria una corretta gestione amministrativa su cui basare affidabili prospettive di sviluppo. Consiglio Comunale di Grotteria Gruppo Consiliare di PrimaVera Politica Il Capogruppo Raffaele Lupis


GIUDIZIARIA

Narcotraffico Siderno-Sicilia

CONVERSANDO

Dalla Piana alla Locride un Consorzio per tutelare i nostri vini Dopo la presentazione del progetto dello scorso 5 febbraio, una nuova fondamentale tappa del processo di costruzione di un Consorzio di Tutela delle denominazioni del territorio della provincia metropolitana calabrese si è svolta qualche giorno fa presso la Camera di Commercio di Reggio Calabria. Promossa dal presidente dell’ente Antonino Tramontana, alla partecipata riunione hanno aderito i diversi protagonisti del vino reggino, del semicerchio ideale che va dalla Piana di Gioia Tauro fino alla Locride. Di comune accordo hanno stabilito di iniziare un percorso collettivo che consegni in tempi rapidi la costruzione del Consorzio di Tutela delle denominazioni del territorio: 2 DOC (Bianco e Bivongi) e 6 IGT (Scilla, Pellaro, Arghillà, Costa Viola, Palizzi e Locride). Oltre al rilancio del settore vitivinicolo reggino, il Consorzio consentirebbe non solo di tenere conto di alcune aree che a oggi non rientrano nelle produzioni certificate (se non per la IGT Calabria), ma di creare anche una massa critica di prodotto in grado di innescare una reazione necessaria per avere popolarità sui mercati. È stata anche ricordata e sottolineata la peculiarità e la ricchezza della produzione vitivinicola reggina, rimarcata l'esistenza di numerosi vitigni autoctoni che caratterizzano l’area ionica e l’area tirrenica, nonché il patrimonio storico e identitario rappresentato dai terrazzamenti della Costa viola, vigneti eroici che devono essere tutelati per il loro peculiare pregio paesaggistico, culturale e ambientale, considerato anche il forte rischio di dissesto idrogeologico dell’area di produzione. In seguito a questa prima tappa di verifica della disponibilità dei singoli operatori di unirsi sotto un’unica insegna consortile, seguirà, dopo un’attenta analisi di tutti i fattori, la proposta affiorata già durante l’incontro, di lavorare su una nuova denominazione del territorio. Sonia Cogliandro

FRUTTI DIMENTICATI

Greco nero di Ferruzzano PRUNUS ARMENIACA L. FAM. ROSACEEE

L’albicocco è una pianta “domesticata” dall’uomo da migliaia di anni, in quanto essa cresceva spontaneamente in natura, secondo il punto di vista dei botanici in Cina, dove era conosciuta già dal 2000 a.C. anche se nel passato si pensava che si fosse diffusa dal Caucaso e precisamente dall’Armenia, tanto che Linneo pensava che fosse originaria proprio di tale area geografica e per questo motivo fu denominata Prunus armeniaca; alcuni pensano, inoltre, che possa essere originaria della Persia. Ad ogni modo, essa è presente da centinaia di anni nei paesi del Mediterraneo e coloro che protendono per l’origine cinese pensano che sia stata diffusa nei paesi occidentali dagli arabi attraverso la mediazione persiana quando anche la Persia fu conquistata da essi, dopo la battaglia campale di Qadisiyya, dove nel 637 d.C. l’esercito persiano fu sconfitto duramente dal califfo Umar Bin al-Khattab che l’anno prima vinse i bizantini nella battaglia sul fiume Yarmuk. Le armate islamiche dilagarono sia a occidente, a danno dell’impero bizantino, che a oriente, dove annientarono in poco tempo le armate persiane, tanto che nel 711 toccarono la massima espansione a ovest, superando lo stretto di Gibilterra e occupando la Spagna fino ai Pirenei, mentre a oriente raggiunsero Samarcanda. Ciò era stato possibile per il fatto che i persiani e i bizantini si erano logorati in una guerra di usura che era durata decine di anni. Probabilmente la pianta dell’albicocco si era diffusa già da centinaia di anni in Persia e nelle aree circonvicine, dato che la tradizione lo voleva originario della Persia appunto o dall’Armenia. In Calabria probabilmente arrivò quando profughi dal Medio Oriente, scapparono di fronte all’avanzata islamica conseguente alla sconfitta dei bizantini sul fiume Yarmuk e la portarono con loro, episodio che può essere collocato cronologicamente attorno al VII secolo d.C o al massimo quando gli arabi nel IX secolo cominciarono a conquistare la Sicilia (827 d.C.). Evidentemente la diffusione non sarà stata omogenea o non sarà avvenuta nello stesso periodo e ciò è verificabile sul territorio, per due termini diversi di identificazione del frutto dell’albicocco: pricopi o grasciomulu. Il termine grasciomulu deriva dal greco creso-

I BRIGANTI

Catastrofi annunciate

milon ossia “mela d’oro” ed è diffuso omogeneamente da Brancaleone a Siderno, eccezion fatta per Africo, dove si usa pricopi, ma tale paese apparteneva storicamente e culturalmente alla Bovesia, dove appunto si usa pricopi per indicare l’albicocca, che deriva dal francese apricot. Quindi nella Bovesia abbiamo il termine d’origine francese pricopi, che sarebbe un lascito dei Normanno-Svevi che dominarono dal 1060 al 1266, quando arrivarono gli angioini di Carlo d’Angiò, pure essi francesi, che sconfissero a Benevento Manfredi, figlio di Federico II di Svevia. Ininterrottamente e in modo omogeneo il termine grasciomulu, con la variante crasciomulu di Ardore, è diffuso da Brancaleone a Siderno, dove probabilmente la pianta fu introdotta prima, durante il periodo bizantino, quando la Calabria attuale era stata per la seconda vota ellenizzata. Ricompare il termine pricopi, d’origine francese, nell’area di Caulonia e zone circonvicine, retaggio quindi dei Normanno-Svevi o degli angioini che arrivarono più tardi. La pianta, invece, rappresentata in foto era diffusa nelle vigne attorno a Brancaleone Superiore, ma quando le vigne furono abbandonate negli anni Sessanta del 900, anche le piante da frutto, tra cui l’albicocco in questione scomparve o quasi. Anni addietro incontrai nel suo orto Michele Schimizzi di Brancaleone che cura con efficienza un pezzo di terra dove cresce anche una pianta di albicocco tipica di Brancaleone, dai frutti medio-piccoli, che a maturazione diventano colore arancio carico, venati leggermente di rosso. Mi assicurò che la pianta produce frutti precoci e sani, per cui mi presi delle marze ed eseguii un innesto su una pianta che produceva dei frutti che marcivano già prima che divenissero maturi. Dopo due anni la pianta entrò in produzione e capii il motivo per cui i suoi frutti non marciscono: ciò è determinato dall’eccessiva precocità delle albicocche, di un bellissimo colore arancio, soffuso di rosso che iniziano a maturare i primi di giugno e terminano il loro percorso attorno al 12, quando la Ceratitis Capitata, la mosca della frutta, comincia a farsi notare sul territorio, con i suoi effetti nefasti. Orlando Sculli

Dietro a un imponente traffico internazionale di droga, quello dell’importazione dall’Africa di un grosso quantitativo di hashish, ci sarebbero importanti cosche operanti su Siderno e zone limitrofe alleate a clan di Cosa Nostra siciliana. È quanto emerge anche dal contenuto di un verbale di un collaboratore di giustizia riversato in una recente indagine coordinata dalla procura antimafia. I rapporti tra le consorterie calabro sicule risultano datati, anche se il filo conduttore porta gli inquirenti a ritenere che da quel momento gli “affari” sarebbero proseguiti con alterne vicende fino al 2014. Ritornando al narrato del collaboratore siciliano, questo riferisce di vicende risalenti al 1995. «Nei primi mesi del 1995 io partecipai a due spedizioni organizzate da Cosimo L. e da alcuni soggetti della ‘ndrangheta calabrese finalizzate a prelevare in Marocco grossi quantitativi di hascisc da importare in Italia. Tali spedizioni si avvalevano del peschereccio di proprietà di Cosimo L. o di suo padre denominato “Lupo di San Francesco”. Per quel che ricordo il padre di Cosimo L. mi disse che il peschereccio era lungo 18 o 26 metri, in ogni caso io potei constatare che si trattava di un grosso peschereccio, con un equipaggio di quattro marinai, dalla struttura in legno e che per quanto mi risulta fu riverniciato al rientro dall’unica spedizione produttiva e cioè quella della quale ho già accennato e che ci consentì di portare in Italia un carico di circa 113 pacchi di hascisc di circa 25/30 kg ciascuno». «Il viaggio si rivelò improduttivo perché giunti vicino alle coste del Marocco non trovammo gli uomini che dovevano consegnarci l’hascisc. Dopo questo viaggio Cosimo L. assieme a due calabresi si recò in Spagna e forse anche in Marocco per assicurarsi in loco che non si verificassero ulteriori disguidi. Sono certo che il L. affrontò il viaggio in aereo, se ben ricordo prima recandosi a Roma e dopo forse a Malaga. Sono quasi certo che i due calabresi si servirono dello stesso aereo. I tre predetti, constatato che tutto era a posto telefonarono al padre di L., che si fa chiamare Pietro, per richiedergli un nuovo viaggio. Questa volta il detto peschereccio partì avendo a bordo oltre all’equipaggio ed al padre di L., me e Giovanni G.». «Dopo avere effettuato il carico Cosimo L. tornò in Italia mediante il mezzo aereo insieme con un calabrese che si faceva chiamare “Totò”, di media statura, media corporatura e con i capelli castano scuro. L’altro calabrese tornò a bordo del peschereccio. Quest’ultimo si faceva chiamare “Giovanni” ma seppi successivamente dal G. che il suo nome era (V…). Il G. apprese ciò mentre accompagnava quest’ultimo calabrese a Messina a bordo di un’autovettura a nostra disposizione dopo che attraccammo al largo del porto di Trapani. Ivi sbarcammo io, il G. e il calabrese per organizzare il successivo sbarco dell’hascisc. Dopo circa due giorni, ricordo che era un lunedì, l’hascisc fu sbarcato, …, nei pressi della costa di Carini alle ore 23.30 circa». «Per tale sbarco fu coinvolta quasi tutta la “famiglia” di Corso dei Mille e segnatamente io, Nino M., S. Gaspare, T. Vittorio, G. Francesco, L. Cosimo, C. Piero, G. Giovanni e certamente uno dei fratelli di Nino M. anche se non ricordo con precisione se fosse presente anche l’altro fratello. Ci recammo sul posto mediante due autovetture Fiat Uno di colore bianco, oggetto di precedente furto ancora in buono stato, che dopo l’operazione furono portate nel magazzino di via Messina Montagne detto “la camera della morte”. Eravamo armati fino “ai denti” e le armi … erano poste ai piedi dei sedili posteriori delle predette autovetture rubate. Era la prima volta che partecipavo ad un’operazione così massiccia e di tale rilevanza. Vi era l’intesa che se le Forze dell’Ordine ci avessero fermato per controlli avremmo dovuto ingaggiare un conflitto a fuoco. L’operazione era particolarmente importante per il valore dell’ingente carico di hashish, tenuto anche conto delle prime difficoltà economiche della “famiglia”. Quella notte furono scaricate circa 80 o 90 casse contenenti hashish». «… le rimanenti 20 o 30 casse furono scaricate il giorno successivo nel porticciolo di Porta Carbone». «Una volta riunito il carico presso il detto magazzino, il C. trasportò a Milano, partendo il giorno successivo, l’intero quantitativo di hashish a bordo di un autocarro, sul quale viaggiava anche un terzo calabrese del quale non so dire nulla. Il carico di hashish venne occultato in mezzo a cassette di arance e mandarini. In cambio della sua collaborazione, la “famiglia” ricevette una parte del carico di hashish, credo circa 400 kg, che furono venduti da G. Giovanni con estrema rapidità ricavandone alcune centinaia di milioni, credo circa 700. In ogni caso a me e agli altri componenti il M. diede 10 milioni a testa».

Cosa scaturisce da questo nuovo governo Lega-5stelle (ma soprattutto Lega)? Da quello che si può notare sui social, la cosa più evidente è il razzismo, segue l’omofobia. Si sa che la Lega è un movimento di estrema destra, ma ciò pare non destare sospetti, anzi, sembra che si aspettasse con ansia questo momento! Tutto è derivato certamente dai precedenti governi, che non hanno fatto altro che mettere da parte gli “itaGliani” per dedicarsi ad altro: accoglienza (soprattutto, ma nella maniera dettata dall’Europa) e investimenti, di quelli che arricchiscono chi già i soldini ce li ha. È bastata un’esternazione leghista contro i matrimoni gay per creare un putiferio, come se questo fosse il problema di tutti. Questo popolo (popolo?) è messo alla prova da molto tempo ormai, e ora basta una scintilla per far esplodere tutti, ma ovviamente non nelle piazze, solo su facebook, che ormai è la piazza degli itaGliani. Sono tutti orientati a pensare che la sciagura di questo paese siano gli immigrati, che rubano il lavoro, ma poi bisogna vedere chi andrà a raccogliere i pomodori a 3 euro l’ora come fanno loro, sotto sfruttamento. Ora la Boldrini è andata a casina, e tutti osannano Salvini come salvatore della patria, anche qui in Calabria dove è stato molto votato nonostante il profondo razzismo di questo soggetto per i meridionali. Cosa si aspettano i votanti si sa: che spariscano gli immigrati, e anche che si neghino i diritti dei gay, ma anche che si vieti l’aborto e si ripristini la leva obbligatoria. Insomma, diciamolo: sta tornando il fascismo. Mia nonna diceva che Mussolini ha fatto le strade, che le porte erano sempre aperte (ma a quale prezzo?). Beh il Duce è tornato, forse con la macchina del tempo. Hanno fatto pure il film sul suo ritorno, e si sa che i film preannunciano una realtà imminente, così come un libro scritto nella prima metà del 1900 gettò le basi per l’avverarsi dello sfascio di oggi, e parlo del Grande Fratello (di Orwell, non della D’Urso!). Chi vivrà vedrà, si dice. Ma questo è vivere? Brigantessa Serena Iannopollo


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attualità

TIToLo LIbRo: L’ISoLa dI NeRoN auToRI deL LIbRo: MaRIa STaLTaRI CaTegoRIa: NaRRaTIVa CaSa edITRICe LeoNIda edIZIoNI PReZZo € 13,00

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una storia ancestrale che tocca temi come quelli delle origini della questione meridionale, di come la mafia lentamente pervade la società, della difficoltà della vita che indurisce i sentimenti e intorpidisce le emozioni, in un tempo in cui rivelare ciò che si celava sotto strati e strati di polvere è sintomo di debolezza. I personaggi di questo romanzo affrontano il passaggio difficilissimo tra ottocento e Novecento, tra dolori, sfortune, ma anche tanta tenacia e tanta caparbia.

È iniziato il conto alla rovescia per la nuova edizione del Roccella Jazz Festival. Ne abbiamo parlato con il direttore artistico Vincenzo Staiano, che quest’anno promette di ampliare l’esperienza di ascolto con attività didattiche, conferenze e proiezioni incentrate su Frank Zappa.

Vincenzo Staiano: “Roccella è la porta da cui entrerà il jazz in Italia”

L’edizione estiva del Festival 2018 sarà suddivisa in cinque sezioni con importanti novità, a cominciare dai concerti che si svolgeranno nel mese di luglio. Si comincia l’8 al Teatro al Castello, per continuare a più riprese fino all’ultima settimana di agosto.

Con l’arrivo dell’estate cresce l’attesa per il Roccella Jazz Festival, che possiamo ormai considerare un grande classico della bella stagione locridea. È da diversi anni, ormai, che le viene affidata la direzione artistica dell’evento. Come l’ha visto evolversi in questo lasso di tempo? È certamente cambiato dal punto di vista strutturale, ma non da quello qualitativo e programmatico. A partire dalla seconda metà degli anni ‘80, con compiti diversi, ho sempre avuto un ruolo nella direzione del Festival e mi piace associare la mia esperienza personale alla storia artistica stessa del Roccella Jazz. Per questo, da quando mi è stata affidata la direzione esclusiva, ho cercato di mantenere viva la formula vincente che ho contribuito a creare, dominata da produzioni originali, che vedono il jazz associato ad altre forme espressive, e dall’attenzione verso i talenti emergenti e i musicisti locali. La presenza di grandi star del panorama jazzistico internazionale completa poi il quadro. I cambiamenti, pertanto, sono dovuti alla consistente riduzione dei fondi, alla nuova struttura organizzativa e alla diversa visione culturale e organizzativa che chi dirige si porta dietro. Dobbiamo essere orgogliosi, comunque, che l’edizione dell’anno scorso sia stata realizzata in dieci giorni e con un terzo del budget impegnato in passato, venendo giudicata di grande qualità come confermato dalla ricca rassegna stampa (più di 200 articoli sui media nazionali) e dalla grande partecipazione di pubblico malgrado la mancanza di tempo per promuovere adeguatamente l’evento. L’anno scorso il Festival è stato teatro di due produzioni originali dedicate a Rino Gaetano, vera e propria mascotte della XXXVII edizione. Anche quest’anno vi farete guidare dalla stella di un grande della musica? La scelta dell’anno scorso ci ha consentito di ricevere grande attenzione grazie alla popolarità di questo artista calabrese. Quest’anno la stella che ci guiderà si chiama Frank Zappa e l’abbiamo trovata tra i grandi italiani che hanno avuto un successo oltreoceano. Il tema scelto quest’anno “Italians”, ci permetterà di riscoprire anche in questo caso non un jazzista a tutto tondo, ma un esponente della musica pop e rock degli anni ‘70 che, in qualche modo, somiglia a Gaetano. Infatti, anche se la statura e l’approccio musicale sono diversi, Frank Zappa e Rino Gaetano hanno in comune l’essere stati due dissacratori di professione, insofferenti alle regole imposte dal sistema e non a caso soggetti entrambi a censura. A Zappa saranno dedicati due concerti e un film. Avevamo anche programmato la presenza del figlio Dweezil, ma qualche settimana fa, per ragioni di carattere organizzativo, abbiamo dovuto rinunciare. Dopo una “fase di rodaggio”, durante la quale avete lasciato spazio ai nuovi talenti, la sezione “Rumori mediterranei” del 2017 è stata inaugurata dalla grande Antonella Ruggiero e ha ospitato artisti dal calibro impressionante. Anche quest’anno dividerete il Festival in due sezioni e quali grandi nomi hanno accettato il vostro invito? L’edizione estiva del Festival sarà suddivisa in cinque sezioni con importanti novità, a cominciare dai concerti che si svolgeranno nel mese di luglio. Si comincia l’8 al Teatro al Castello con la Premiata Forneria Marconi, a conferma di una tradizione non prettamente jazzistica che nel passato ha registrato la presenza di grandi artisti come Noa, Vinicio Capossela, Piero Pelù e Nicola Piovani. Altra novità sarà costituita dalla rassegna “Rear windows – La finestra sul cortile”. Nei giorni 13 e 14 luglio, infatti, si tornerà nel “mitico” cortile delle scuole elementari (che ha ospitato il Festival negli anni ’80) con due serate dedicate al giovane jazz italiano. Ad aprire la rassegna sarà il trombettista Gabriele Mitelli, astro nascente del jazz nostrano coinvolto in un progetto originale insieme al Matteo Scarfò. Si riprenderà poi ad agosto con il tradizionale “Jamming Around”, nell’ambito del quale, il 12 e 13 agosto, il Porto delle Grazie ospiterà Enzo Pietrapaoli e Deborah J. Carter. Il Festival si sposterà poi a Largo Colonne il 15, con concerti che vedranno protagonisti, fino al 17, una serie di gruppi di primo piano del jazz italiano. Dal 18 al 22 ci sarà, infine, la tradizionale sezione del Teatro al Castello, che vedrà la partecipazione di grandi stelle del panorama jazzistico nazionale e internazionale. Al momento hanno confermato la loro presenza il quintetto del cantante apolide Anthus, una formazione blues guidata da Baba Sissoko e Mighty Mo Rodgers, il duo Claudio Cojaniz - Alexander Balanescu, il quintetto della cantante italo-brasiliana Rosalia De Souza, una formazione guidata da Daniele Sepe e Dean Bowman, il possente quartetto di William Parker con Cooper More, James Brandon Lewis e Hamid Drake, la strepitosa band di Ray Gelato and the Giants e il quintetto di Nicky Nicolai e Stefano Di Battista. Comunque, la parte del leone la faranno Parker, Brandon Lewis e Drake che, oltre a far parte di più formazioni, parteciperanno al Roccella Jazz Summer Campus, un insieme di attività didattico-

formative, conferenze e proiezioni che narreranno il ruolo avuto dagli italo-americani nella nascita e nello sviluppo del jazz. Il Roccella Jazz Festival ha insegnato alla Locride ad apprezzare non solo il Jazz, ma anche il Pop, la musica etnica e d’autore. I tempi sono maturi per sperimentare anche nuovi generi? Il Festival ha esteso il suo raggio d’azione con varie iniziative, come la presenza al Balkan Jazz Showcase che si è svolto ad aprile in Albania per annunciare la nascita di un network internazionale, al quale ho partecipato come consulente. Si tratta di un progetto che mira a costruire una rete dei Festival del Jazz dei paesi balcanici che potrebbe consentire a Roccella di diventare la “porta” attraverso la quale entra in Italia la musica jazz prodotta in questi Paesi. In questa edizione, infatti, ospiteremo l’AJS Trio di Gent Rushi, il miglior gruppo albanese del momento. Il “ponte” con Tirana e lo stesso Balkan Network potrebbero consentire al jazz italiano, invece, di essere messo in rete con quello di altri 15 Paesi. Dopo la scomparsa di Sisinio Zito ci raccontò che l’edizione dello scorso anno sarebbe stata il vero banco di prova di un Festival Jazz orfano del suo ideatore. A un anno di distanza come valuta l’ultima edizione della kermesse? La scomparsa di Zito ha segnato la fine di un’era dal punto di vista organizzativo. Infatti è cambiato tutto dopo che è stata sciolta l’ACJ, associazione da lui presieduta, che ha fondato la kermesse e l’ha portata al successo. Dopo il tragico evento l’intera gestione è passata nelle mani del Comune di Roccella Jonica che, grazie a un finanziamento triennale della Regione Calabria, è riuscito a tenerlo in vita e a prospettarne un futuro diverso. L’anno scorso, per la prima volta, un’edizione del Festival è stata realizzata da uno staff quasi completamente locale, costituito, in gran parte, da personale messo a disposizione dallo stesso Comune. A partire già da quest’anno, invece, un’importante svolta a tutto l’assetto organizzativo potrebbe essere data dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, che nel passato è stato il principale finanziatore del Festival. Il Comune, infatti, ha riproposto al Ministero il progetto sospeso dopo lo scioglimento dell’ACJ ed è in attesa di un responso che gli consentirebbe di riallargare la base finanziaria della manifestazione, garantendo la rinascita della stagione concertistica e la realizzazione di una grande edizione del Jazzy Christmas. Che cosa rimarrà sempreverde anche nel futuro del Festival e cosa, invece, vorrebbe veder cambiare? Down Beat ha confermato nella guida mondiale dei Festival l’inclusione del programma di Roccella Jazz, unica manifestazione del sud d’Italia a essere inserita in questo importante inserto pubblicato dalla più prestigiosa rivista di settore del mondo. Ciò impone che nel futuro la manifestazione mantenga il privilegio ottenuto conservando la formula che l’ha reso vincente. È questo l’elemento che deve restare sempreverde. Un “brand” ormai consolidato può essere modificato solo in alcuni aspetti e con grande accortezza. Per questo motivo ritengo che la musica improvvisata, nelle diverse espressioni contemporanee, debba restare al centro della programmazione. Cambierei, invece, l’attuale assetto amministrativo. Sarebbe opportuno, infatti, che a gestire il Festival fosse un soggetto autonomo di proprietà del Comune, in grado di operare senza troppi vincoli burocratici. Jacopo Giuca

TIToLo LIbRo: dI FIgLIa IN PadRe auToRe deL LIbRo: gIuSePPe IaCoNIS, FRaNCeSCa IaCoNIS CaTegoRIa: SoCIoLogIa CaSa edITRICe: CITTà deL SoLe edIZIoNI PReZZo €10,00

«L'universo adolescenziale è quello più enigmatico, il più incidentato, il più problematico [...]. Francesca e Peppe Iaconis nel loro libro "di figlia in padre" cercano di scrutare questo universo mettendo entrambi le mani avanti: il timoniere non è l'autore adulto, ma si tratta di una navigazione condivisa con il protagonista del racconto che, una volta tanto, non delega al "navigato" la gestione della traversata, ma si fa co-gestore del battello. e quest'ultimo condurrà il lettore ad un sicuro approdo, quello di un dialogo a due voci di pari peso che nel labirinto dello status adolescenziale rappresenta il passe-partout per catturare comprensione.» dalla Prefazione di Vito Pirruccio. TIToLo LIbRo: SuoCeRa e NuoRa auToRe deL LIbRo: ISabeLLa doRaLICe

CaTegoRIa: SoCIoLogIa CaSa edITRICe: RubbeTTINo edIToRe PReZZo €8,50

guardato con un certo distacco quanto viene narrato in questo libro, attraverso i racconti di molte donne - suocere e nuore -, succede in tutte le famiglie, da sempre e ovunque. La commedia familiare impone di volta in volta di interpretare diversi personaggi, il conflitto che può scaturirne non va sottovalutato né irriso, il giuoco dei ruoli è una questione serissima tanto che non c'è modo di far parte di una famiglia rifiutandone le regole bisogna, invece, imparare a fronteggiare le situazioni più pericolose.



08 GIUGNO- 18

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cultura www.larivieraonline.com

Per tutta l’estate gli appassionati di arte potranno ammirare le sue opere nelle mostre allestite a Gerace e Caulonia

Mariella Costa,

l’arte roccellese che fa breccia nel mondo Dedizione totale alla bellezza, alla grazia, alle emozioni forti, all'arte come supremo fine della vita. Questo traspare dalle opere di Mariella Costa, scultrice e pittrice roccellese cresciuta lasciandosi guidare dal miracolo dell'arte che da sempre sente scorrere nelle vene. Ha iniziato facendo vibrare l'argilla sotto le sue dita, per poi passare a "liberare" le sue creature dalla pietra locale, dal marmo e dal granito. Scultura e pittura sono state le compagne delle sue avventure più belle, le funi a cui si è aggrappata per sottrarsi alla tirannia delle abitudini, della monotonia. Le opere di Mariella Costa sono conosciute e

apprezzate fuori dai confini nazionali: sono state esposte a Montecarlo, Bruges, Bruxelles, Utrecht, Londra, New York, Seul. E continuano a fare tappa nelle più importanti mostre internazionali. Solo nel 2018 Mariella Costa ha esposto a Monaco di Baviera (Das Fenster Gallery), Mosca (House of Artists), Cracovia (A1 Gallery). Ma senza dimenticare mai la propria terra. Tante sono state, infatti, le manifestazioni artistiche a cui ha preso parte alle nostre latitudini: dalla consegna di una sua opera "I gioielli di Afrodite" come premio alla carriera al maestro orafo Gerardo Sacco (riconoscimento assegnato dal Club per

l'UNESCO di Gioiosa Jonica lo scorso marzo), alla minipersonale nella splendida Gerace presso l’associazione “Sapiri e Sapuri”, fino all’elegante personale presso lo showroom di “Abitare e Costruire" di Caulonia Marina. A breve alcune opere di Mariella Costa partiranno nuovamente alla volta di Monaco di Baviera per una minipersonale nella città tedesca. Intanto gli appassionati di arte e i turisti che a breve invaderanno le nostre cittadine possono visitare le due mostre di Gerace e Caulonia Marina che resteranno attive per tutta l’estate. Maria Giovanna Cogliandro

MERICI DI GERACE

Una grande pala d’altare di Corrado Armocida impreziosisce la chiesa di S. Giuseppe Con una solenne e partecipata cerimonia liturgica presieduta da Mons Vescovo Francesco Oliva, nella chiesa di san Giuseppe in Merici di Gerace, è stata benedetta una Pala d’altare offerta dal Maestro pittore Corrado Armocida di Gioiosa Jonica che ha inteso, così, fortemente arricchire la chiesa di un suo prezioso lavoro. “Il quadro su tela, della misura di 4 metri per 6, mostra l’immagine della santa famiglia di Nazaret mentre sta a tavola in un momento di serena convivialità”. Così inizia il suo discorso Don Pietro Romeo, titolare della parrocchia, nel descrivere gli aspetti teologici del dipinto. E poi “Gesù e Maria seduti per il pranzo, sulla mensa, molto grande per indicare i tavoli delle nostre famiglie numerose di un tempo, si notano solo una brocca per l’acqua (o il vino), un cestino per il pane, una ciotola di minestra. La delicatezza del gesto, con i volti sereni, danno un tono di pace e delicatezza tra i due”. Nella parte destra del dipinto non manca un grande albero di ulivo dalle olive bian-

che il cui olio viene utilizzato quale crisma nelle nostre chiese. “L’ulivo è saldezza, robustezza, radicamento… è fedeltà perenne”. Corrado Armocida, uomo dell’innato amore per l’arte, con la realizzazione di quest’opera si è, ancora una volta, caratterizzato per bravura e “nobiltà di cuore”. Ha costruito la tela quasi interamente nel suo laboratorio di Gioiosa Jonica completando il lavoro sul posto, per aggiungere i particolari e la cornice. Durante i giorni in cui ha lavorato in chiesa, il maestro Armocida era felice di avere sempre qualcuno vicino con cui confrontarsi, e noi del gruppo Caritas non lo lasciavamo mai solo, e lui sembrava leggere nei nostri occhi lo stupore e la meraviglia per la freschezza dell’opera che usciva dalle sue mani. Se ci soffermiamo ad ammirare la tela riusciamo a capire quello che l’opera vuol trasmetterci: una famiglia povera sì, ma ricca di amore, condivisione e soprattutto tanta serenità, cose importanti che purtroppo mancano nelle famiglie di oggi. C’è il tavolo con il pane e il vino, Giuseppe che porge a Maria e suo figlio una pietanza, nella scena abbonda la serenità, non c’è niente di superfluo, né tantomeno telefonini sul tavolo. Alla solenne concelebrazione eucaristica oltre a S. E. Mons. Vescovo, hanno partecipato Don Piero, don Tommaso e altri parroci della diocesi di Locri-Gerace, giunti per la circostanza a Merici. La chiesa era gremita da tanti fedeli, molti giunti per l’occasione da ogni angolo della Calabria. Come pure hanno partecipato il sindaco di Gerace Giuseppe Pezzimenti e quello di Gioiosa Jonica Salvatore Fuda. Una grande emozione si è percepita in tutti i presenti al momento dello svelamento, testimoniata da un grande applauso. Al termine della cerimonia significati, puntuali e pertinenti i ringraziamenti di rito da parte del vescovo che ha sottolineato non solo gli aspetti stilistici e tecnici dell’opera, ma principalmente il messaggio cristiano che si può cogliere nella tela e ha colto l’occasione per consegnare una targa ricordo al maestro Armocida quale segno di riconoscenza da parte di tutta la Comunità parrocchiale. Franca Filippone

Il Gigante della Calabria Angelo Laganà dedica ai fratelli Reitano il suo nuovo lavoro discografico "In Ricordo di Franco e Mino Reitano". È questo il titolo del doppio album CDDVD che il noto cantautore roccellese, Angelo Laganà dedica ai due grandi musicisti calabresi Franco e Mino Reitano. Il cofanetto contiene un CD con le più belle melodie composte, cantate ed eseguite con la fisarmonica midi da Angelo Laganà e il DVD "Capo Sud Inno Inno della Calabria" nella sua nuova versione, in cui viene messa in bella mostra la nostra Regione con oltre 140 immagini esclusive scattate dallo stesso artista. La scelta di dedicare ai fratelli Franco e Mino Reitano questo suo nuovo lavoro è per Angelo Laganà un atto dovuto di profonda stima e di amichevole riconoscenza nei confronti di due artisti che con le loro composizioni hanno dato lustro e messo sempre in primo piano la Calabria, facendola conoscere in tutto il mondo. Angelo Laganà è stato legato a Franco e Mino Reitano non soltanto da lunga e fedele

amicizia personale ma pure da un contratto artistico in esclusiva iniziato nel 1971 e durato ben sei anni. Alcune delle canzoni scritte e composte da Laganà sono state acquisite e adattate allo stile dei Reitano e, quindi, interpretate, incise e lanciate da Mino a livello internazionale: "Tornar bambino" (1972), "Luci bianche, luci blu" (presentata al Festival internazionale di musica leggera a Venezia nel 1973), "Un attimo, un'eternità" (1975) e "Palumbeddi calabrisi" (1980). Con questo suo ultimo lavo-

ro Angelo Laganà ha voluto ricambiare la fiducia che i due artisti gli hanno accordato nel 1971, un'opportunità che senz'altro ha segnato la sua vita, permettendogli di incontrare i big della musica italiana. Anche da questi piccoli grandi gesti si riconosce il valore e la generosità di un uomo. Angelo Laganà, dunque, non fa che confermare l'alto riconoscimento di "Gigante della Calabria" che gli è stato attribuito negli anni passati insieme alle personalità più prestigiose della seconda metà del XX secolo.


“Zitta… cretina” catapulta Siderno in un vortice di emozioni urante un tranquillo pomeriggio domenicale, presso la libreria Mondadori di Siderno, gli spettatori sono stati catapultati in un vortice di emozioni così forti da lasciarli senza fiato. Tutto merito del monologo “Zitta… cretina” ispirato all’opera “Adele” di Giuseppina Terragrossa. Presentato da LocriTeatro, interpretato da Giulia Palmisano, con la parte musicale affidata a Marco De Leo, per la regia di Bernardo Migliaccio Spina. Adelina è una donna dal cuore indurito, persa tra i ricordi amari del suo passato. Abbandonata, incinta, dall’uomo che amava, ha scelto un matrimonio riparatore con “u manciatu”, chiamato così in paese per le croste che lo coprono dalla testa ai piedi. Tra salvare le apparenze e la sua serenità sceglie l’opzione numero uno, perciò si chiude in una gabbia, senza amore, spoglia di comunicazione e priva di qualsiasi forma di felicità. Adelina è molto amareggiata con la vita e ciò la porta a riversare la sua rabbia anche verso il figlio, al quale non riesce a trasmettere amore. La

sua infelicità aumenta quando il marito compie, su di lei, violenza. A questo punto la sua dignità di donna è completamente perduta. È chiamata continuamente cretina e umiliata in ogni modo. Si sente sbandata, senza punti di riferimento, vorrebbe urlare il suo dolore e la sua frustrazione, ma è consapevole che sia tutto inutile, allora prosegue la sua routine quotidiana, sempre uguale, senza via di fuga, priva di qualsiasi spiraglio a cui aggrapparsi. Attraverso questo monologo teso, lo spettatore si immedesima così tanto nella protagonista, da sentire dentro di sé, tutti i sentimenti che agitano, come un mare in tempesta, il suo mondo interiore. Ha un cuore ferito, che sanguina, ma che grida ancora amore. Chiede, a gran voce, di essere amata, ma non otterrà mai questo desiderio. Ciò l’ha costretta a indossare una maschera, a costruirsi un muro intorno alla sua anima e a trasformare la sua vita in un’affannosa sopravvivenza, privandosi della felicità di vivere davvero. Non è vita, infatti, quando le emozioni rimangono chiuse a chiave, ma diventa un lento calvario che, a lungo andare, trascinerà verso l’abisso. L’attrice Giulia Palmisano è stata straordinaria, non solo nel raccontare il buio nel cuore di questa donna, ma anche a rivelare la presenza degli altri personaggi che giravano intorno alla protagonista. Le emozioni più belle rimarranno, per sempre, nel cuore e negli occhi degli spettatori, soprattutto in quelli di AdelinaGiulia che non hanno smesso un attimo di luccicare. Arrivati alla fine della rappresentazione, il pubblico era ammutolito per tutti i sentimenti che l’opera è riuscita a trasmettere. Questa volta è stata l’anima a parlare, è uscita dal suo guscio silenzioso e ha fatto sentire la sua voce, di fronte a lei nessuno ha osato fiatare. Ancora una volta la cultura è stata in grado di regalare commozione intensa. Rosalba Topini

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Domenica scorsa, presso la libreria Mondadori di Siderno, Giulia Palmisano in un commovente monologo ha vestito i panni di Adelina, una donna dal cuore ferito ma che grida ancora amore.

Siderno: Grande attesa per la Festa di S. Antonio x

Si svolgerà oggi, 13 giugno, a partire dalle 16:30, presso la Casa di Riposo S. Antonio, aperta nel 1946 e voluta dall'allora sindaco di Siderno Antonio De Leo e da suor Maria Giuditta Martelli, l'attesissima Festa di S. Antonio, un evento irrinunciabile da trascorrere all'insegna della convivialità e della fede. Prenderanno parte alla festa S.E. il vescovo di Locri-Gerace Mons. Francesco Oliva, che celebrerà la santa messa alle 16.30, e il sindaco di Siderno Pietro Fuda. Alle 17.30 si procederà alla premiazione dei bambini vincitori del torneo di calcio che si è svolto nel pomeriggio di ieri. Alle 18.15 sarà allestito un ricco buffet per deliziare i cittadini intervenuti. L'evento è stato fortemente voluto dall'Associazione Pro Casa di Riposo "S. Antonio" in collaborazione con le suore "Ancelle Parrocchiali dello Spirito Santo".

In mostra a Catanzaro i Robot di Sirelli Una grande mostra personale dedicata dell'artista dei Robot. È quella che il Marca di Catanzaro, sua città natale, dedica a Massimo Sirelli. S'intitola "Teneri Bulloni" la rassegna curata da Altrove e dedicata all'artista di riferimento in Italia per l'arte applicata al concetto di upcycling, quella speciale forma di creatività attraverso cui materiali di scarto vengono trasformati in oggetti il cui valore si moltiplica. La ricerca artistica di Sirelli, che affonda le radici nel mondo del writing, ha finito per scontrarsi nel corso degli anni col suo eterno spirito fanciullesco, e hanno così preso forma i suoi incredibili Robot: creature assemblate con oggetti provenienti dai mercati, dagli scaffali, dalle strade di tutto il mondo, ognuno dotato di una sua personalissima identità e con una storia da raccontare. E che trovano spazio nel progetto speciale di Sirelli: la prima Casa adozioni di Robot da compagnia al mondo.

EVENTI

Domenica, a Siderno Superiore, si svolgerà l’evento “Borgoitinerando”, un evento dedicato alla scoperta del borgo storico che inizierà alle ore 17, con ritrovo in Piazza San Nicola. Tanti gli eventi che accompagneranno i partecipanti fino a sera con l’organizzazione di giochi antichi all’Anfiteatro a partire dalle 19, mostre di fotografia, pittura, archeocreazioni e architettura a Palazzo Falletti e di un concerto che si svolgerà alle ore 20:30.

Venerdì 15 giugno, alle ore 17:30, presso la parrocchia di San Nicola di Bari di Siderno Superiore, si svolgerà la messa in memoria di Albalucina, Federico e Alessio, scomparsi prematuramente dieci anni fa. Dopo la funzione, alle ore 18:30, l’Amministrazione Comunale e il Leo Club Luigi Mori inaugureranno, presso la rotatoria di viale dello sport, luogo dell’incidente in cui i tre giovani persero la vita, un monumento dedicato ai tre giovani.

Sabato 16 e domenica 17 giugno, presso il parcheggio dell’Ospedale di Siderno, si terrà l’evento Tuning Evolution Show di Alessio Alrosa, che prevede il raduno di Tuning Car, Stance Air EXPO, Off-Road, Sportive ’80’90, G. Punto Club, Club Alfa Romeo e Fiat 500 storiche e si svolgeranno gare cronometrate, test drive e minichallange, e gli spettacoli Stunt Show e Taxi Off Road. Tutte le info sul sito www.alessiolarosaclub.it e sulla pagina Facebook

Sabato 16 giugno, alle ore 9:30, presso la Sala Consiglio Comunale di Marina di Gioiosa Ionica, si svolgerà il convegno “Tarda pianificazione territoriale Regionale - legge urbanistica regionale PSA/PSC consumo di suolo + - = zero” realizzato dagli Attivisti del Movimento 5 Stelle costa dei Gelsomini. Dopo i saluti istituzionali di Bianca Laura Granato e Giuseppe Fabio Auddino, relazioneranno Antonio Riverso, Antonio Pisciuneri e Fulvio Nasso.



08 GIUGNO - 21

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arte&co

LA RICETTA: SPAGHETTI AL SUGO DI SCAMPI E

CAPESANTE

Ingredienti per 2 porzioni: 160 g di spaghetti, 200 g di scampi sgusciati, 4 capesante, 4 scalogni, 2 alici, 250 g di polpa di pomodoro, 1 dl di vino bianco secco, brandy, prezzemolo fresco tritato, olio extravergine di oliva, sale, pepe nero

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In gergo si chiama doula. Assiste le donne durante la gravidanza, il parto e il post-parto. Con lei a fianco la futura mamma può scegliere di partorire in casa senza recarsi in ospedale, alternativa oggi possibile anche in Calabria grazie a una nuova legge.

Micol, la tata delle mamme

Ancora troppo spesso il parto è vissuto come un trauma. Bastano piccoli accorgimenti per tranquillizzare una donna che sta per dare alla luce il proprio bambino: una pezza bagnata sulla fronte, un abbraccio…

La donna ha bisogno di sentirsi al sicuro. Il corpo reagisce quando ci si ritrova di fronte il volto non conosciuto del ginecologo di turno, o cinque uomini che ti guardano in mezzo alle cosce…

on una buona dose di ritardo rispetto alle altre regioni, anche la Calabria giunge a una legge che favorisce e promuove la possibilità per la donna di partorire in casa accompagnata dall’ostetrica, senza doversi recare in ospedale. La legge c’è. Mancano le ostetriche… Micol è una doula. Assiste le donne durante la gravidanza e anche dopo il parto, spesso per aiutarle a curare le ferite (quelle interiori) che un’esperienza ancora troppo traumatica, lascia in una donna. Quindi sei venuta in Calabria perché dovevi seguire… Cecilia E com’è andata? Bene. Ogni parto in casa va bene. Lei era motivata e pronta per ogni evenienza, non voleva vincoli, perciò all’ultimo momento ha preferito andare in ospedale, ma il travaglio era al termine ormai. Il personale era stupito, abituato a donne che arrivano impaurite all’inizio delle doglie, mentre lei era serena. È stato molto semplice. Ci sono stati momenti difficili, ogni parto è un’iniziazione, momenti di stanchezza. È rimasta sempre lucida, sentiva il bambino, ne sentiva il battito, anche senza strumenti di controllo. Per il resto piccole cose, la pezza bagnata, l’abbraccio… non serve molto. Hai seguito altre donne in Calabria? Sono stata accanto a un’amica che ha scelto un parto senza intervento medico, circostanza che esula dalla mia professione. L’ho fatto come donna che dà il proprio sostegno a una sorella; il fatto è che in Calabria non abbiamo trovato nessuna ostetrica libero professionista che possa accompagnare donne che non vogliono ospedalizzarsi per cui molte alla fine scelgono di non avere nessun tipo di assistenza medica. Anche in Sicilia per ora il parto in casa è un’opzione fasulla, ci sono soltanto due ostetriche in tutta la regione, per cui è difficile trovarle disponibili, è come se non ci fossero. In questo caso il mio ruolo è aiutare la donna a staccare il cervello pensante, perché finché stai lì vigile il corpo non si lascia andare. Ovviamente faccio attenzione nel caso si presenti qualche problema che renda più prudente rivolgersi all’ospedale. E a parte la Calabria? Seguo gravidanze e parti e la fase post-parto in cui la donna è lasciata sola con il suo trauma. In quest’ultimo caso si dice: “Vabbè, l’importante è che il bambino stia bene” e l’esperienza della madre viene cancellata. Si stanno muovendo delle cose, è stato istituito l’Osservatorio sulla violenza ostetrica, ma ancora troppo spesso il parto è vissuto come un trauma. Anche in ospedale, dove mi capita di accompagnare le donne, a volte bastano piccoli accorgimenti per fare cambiamenti enormi. Collaboro con un’ostetrica in Sicilia, ci sincronizziamo, magari io seguo la gravidanza prima del parto e lei interviene quando è il momento… Fisiologia del parto. Cosa intendi?

C

Quei processi che si attivano nel corpo, in ogni parte del mondo uguali. Vediamo nei film donne urlanti che corrono in ospedale, sentiamo racconti terrificanti, ci viene da pensare che sia naturale così. In realtà gli ormoni agiscono allo stesso modo fin dai tempi della donna delle caverne. E funzionano allo stesso modo dell’accoppiamento: hanno bisogno che la donna si senta al sicuro, sia al buio, non venga distratta, il cervello razionale si spegne e si libera ossitocina e tutto un semplice susseguirsi di azioni ormonali che fanno procedere il parto. Perché, tu dici, tutto questo potrebbe essere controllato… O non controllato, sarebbe meglio… … sì certo, gestito, dalla donna… È come la respirazione. Non puoi controllarla, ma puoi inibirla. Così i parti normalmente sono processi che già all’inizio vengono deviati con tante azioni inopportune. Il corpo reagisce a questi stimoli irrigidendosi, al volto non conosciuto del ginecologo di turno, al fatto di avere cinque uomini che ti guardano in mezzo alle cosce… Quando qualche anno fa mi occupai di questi temi, quello che le diverse figure mediche intervistate ripetevano era che siano le stesse donne a chiedere l’intervento esterno. Certo, se la donna si trova in un contesto in cui viene continuamente distratta e incoraggiata a far affidamento su altri, dove nessuno le dice che il travaglio dura di più perché c’è la luce accesa, per tutti quegli sconosciuti presenti, ovvio che la donna alla fine si arrende. Tu faresti mai l’amore davanti a tutta quella gente? Perché una donna dovrebbe lasciarsi andare a partorire? Quindi anche la più inconsapevole delle donne, se per caso si trovasse nella giusta condizione, saprebbe fare da sola… Tante statistiche lo dicono: le donne straniere hanno travagli più brevi perché, non conoscendo la lingua, nessuno va a parlare con loro e restano abbandonate; donne che restano sole in sala travaglio per carenza di personale e che hanno travagli velocissimi… E il partner? Oggi è la persona emotivamente più vicina e importante, se però non si fa prendere dalla preoccupazione o dalla paura. Come sei arrivata a occuparti di queste cose? È stata la mia prima gravidanza. Ho cominciato a informarmi. Ho partorito a casa con l’ostetrica. Poi mi sono accorta che quello che sapevo poteva essere utile. Prima di fare scelte radicali la tua vita era diversa… Insegnavo. Laurea in scienze nautiche e dottorato in ingegneria navale. Poi con l’arrivo del primo figlio ho sentito il bisogno di rallentare... Ho incontrato Micol già in procinto di tornare in Sicilia, con i suoi tre figli, su un furgone attrezzato per la sopravvivenza con cui se ne va in giro per l’Italia a dar sostegno alle partorienti. Seduta al volante si avvia. Sembra una missionaria... Daniele Mangiola

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ANGOLO FOOD

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In un tegame scaldate l’olio, unite gli scalogni tritati e le alici spezzettate. Aggiungete le capesante tagliuzzate, spruzzate un cucchiaio di brandy e lasciatelo evaporare a fuoco vivace. Aggiungete la polpa di pomodoro e portate a cottura per circa 10 min. Regolate il sale e il pepe. In un altro tegame scaldate tre cucchiai d’olio e insaporitevi gli scampi sgusciati. Spruzzate il vino bianco, fate evaporare, cospargete un po’ di prezzemolo. Regolate il sale e cuocete a fuoco basso per 5 min. Aggiungete gli scampi al sugo di capesante e mescolate. Nel frattempo cuocete gli spaghetti in abbondante acqua salata, scolateli e trasferiteli nel tegame con il sugo. Fateli saltare per un paio di minuti a fuoco vivace e servite.

IL COCKTAIL: COCKTAIL BROOKLIN Ingredienti: 60 ml di whisky, 30 ml di vermouth dry, maraschino, Amer Picon, ghiaccio q.b. Una variazione del classico Manhattan proposta per la prima volta nella vicina Brooklyn. Meno nota, ma sicuramente deliziosa. Versate del ghiaccio in uno shacker, aggiungete il whisky e il vermouth, una spruzzata di maraschino e se disponibile, di Amer Picon, un amaro con cui si accompagna la birra in Francia e nel Nord Europa. Shakerate energicamente e preparatevi a gustare il Brooklin in un bicchiere da cocktail a calice alto.

IL DOLCE:

CHEESECAKE AL PISTACCHIO. Ingredienti per 8 persone: 200gr di biscotti Digestive, 80gr di burro, 350gr di Philadelphia, 350gr di ricotta, 80gr di zucchero, 70gr di pasta di pistacchio, 2 uova, 40 gr di maizena Tritate i biscotti nel mixer, unite il burro fuso e amalgamate il tutto in una ciotola. Distribuite sul fondo e sui lati di una teglia di 16cm di diametro la granella di biscotto formando uno strato compatto. Mettete la teglia in frigo per 30 min. Per la farcitura al pistacchio: amalgamate in un recipiente la ricotta, la Philadelphia e lo zucchero. Aggiungete un uovo, fatelo assorbire e unite il successivo. Setacciate la maizena e unitela alla crema insiema alla pasta di pistacchio. Riprendete la teglia dal frigo e versateci la crema. Cuocete in forno a bagnomaria a 160 °C per un’ora e 15 min. Sfornate, fate intiepidire e mettete in frigo per 8 ore. Decorate con granella di pistacchi e servite.


08 GIUGNO - 22

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Bianco inaugura il museo del vino

Domani, sabato 9 giugno, alle ore 17:30, sarà inaugurato il Museo dei vino di Bianco, la cui struttura è sita in Corso Vittoria. Durante l’evento sarà conferita la cittadinanza onoraria ad Attilio Scienza, docente di Viticoltura all'università di Milano, uno dei maggiori esperti mondiali di viticoltura, oltre che essere responsabile di molti progetti di ricerca nazionali nel campo dell'agronomia, della fisiologia e della genetica della vite. Il museo stesso sarà inoltre dedicato a rodolfo ambrogio, agronomo grazie al quale venne riconosciuta la denominazione di origine controllata del greco di bianco.

Evviva gli sposi Rinnoviamo gli auguri a Laura e Peppe Figliomeni, convolati a nozze questa settimana, pubblicando questo affollatissimo selfie che li ritrae attorniati da una buona parte dell’amministrazione comunale e qualche amico sidernese!

…vox dèi Geny Blefari, Bluette Cattaneo ed Elena, i volti del programma “Vox Populi” di TeleMia, posano insieme prima di iniziare le riprese della prossima puntata. Che diranno i Locridei, in questa occasione?

Fiumi di parole Beatrice Bruzzì e Maria Elena Filippone si concedono una breve pausa a margine dell’ultimo workshop sui “Formazione professionale in agricoltura”, promosso dal GAL Terre Locridee e svoltosi a Gioiosa Ionica lo scorso 4 giugno.


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P O C S O L’OR

Venere tornerà dalla vostra parte! Da mercoledì l’amore vi darà la sicurezza e la serenità che cercate, ma fate attenzione sul fronte professionale: sul lavoro potreste incontrare qualche ostacolo in più tra giovedì e venerdì… non perdete fiducia!

Replay Per la seconda settimana consecutiva ospitiamo sul nostro BLOB Domenico Panetta (Sisto), intercettato a Roccella Ionica in compagnia di Marco Pio Coniglio, finalista di “The Voice” originario di Bivongi.

Spreco… di talento L’inviato di Striscia Luca Galtieri posa dinanzi a un negozio di biciclette di Siderno per il servizio sulla pista ciclabile, “spreco di denaro pubblico” che le amministrazioni precedenti non hanno rivendicato…

È arrivato il momento di farvi avanti! Mercurio vi regalerà occasioni e opportunità insperate: non abbiate paura di cambiare! In amore, invece, potreste vivere momenti di crisi nel fine settimana. Attenti se frequentate segni portati al tradimento.

L’estate si avvicina e la fiamma della passione torna a bruciare… martedì e mercoledì saranno giornate speciali e ricche di emozioni! A partire dalla giornata di martedì, Mercurio abbandonerà il vostro segno, ma beneficerete dei suoi influssi positivi. La serenità accanto al vostro partner è destinata a durare ancora a lungo e potrete salutare l’ingresso di Mercurio in congiunzione: preparatevi a vivere delle giornate davvero straordinarie, piene di belle occasioni, prime fra tutte giovedì e venerdì.

Nouvelle Cuisine Maria Macrì, storica dirigente scolastica dell’alberghiero, posa in compagnia dell’attuale preside Mariarosaria Russo durante l’inaugurazione dei laboratori scolastici a Siderno la scorsa settimana.

Ideologi Ospitiamo sul BLOB per la seconda settimana consecutiva anche Carbonella che, in questa occasione, posa in Piazza Portosalvo con Geppo Femia, nuovo ideologo del Movimento 5 Stelle della nostra Locride.

Il cielo è propizio per una grande storia d’amore: i single potranno fare incontri importanti nel fine settimana, e le coppia si sentiranno pronte per fare progetti a due. Giornate super-fortunate quelle di sabato e domenica grazie alla luna favorevole. Mercurio smetterà di ostacolarvi e tutto diventerà più semplice sia dal punto di vista sentimentale che del lavoro. Anche la fortuna sarà dalla vostra parte nelle giornate di giovedì e venerdì, messi alle spalle i piccoli bisticci di metà settimana.

Venere ha reso complicata la vostra vita sentimentale ma, da mercoledì torna il sereno: il pianeta dell’amore riprende a sorridervi direte addio al senso di solitudine che vi attanaglia. Sul lavoro potreste riconsiderare i vostri piani giovedì e venerdì. A partire da mercoledì la vostra vita di coppia potrebbe essere travolta da una serie di discussioni, litigi e silenzi non facili da gestire. Puntate tutto sulle giornate fortunate di giovedì e venerdì. Sul lavoro ci saranno invece ottime notizie.

Eleganza classica Rappresentanti di una Siderno superiore d’eccellenza, l’ex dirigente scolastico Rocco Futia abbraccia Edoardo Cusato durante una serata di Gala di questo primo scampolo di estate torbida e tormentata.

Alta cucina Durante il matrimonio di Laura e Peppe Figliomeni abbiamo incontrato Carmelo Carabetta, che molti articoli ha scritto per Riviera, con l’ormai celebre titolare del Gambero Rosso Francesco Sculli.

Da martedì Mercurio non sarà più in opposizione! Supererete anche il più difficile degli ostacoli dell’ultimo periodo e, soprattutto sul lavoro, vedrete i vostri meriti riconosciuti. Anche Venere torna ad agire in vostro favore a partire da mercoledì. A partire da mercoledì Venere non sarà più in opposizione! Finalmente ritorna i dialogo col partner e, per i single, si riapre la possibilità di fare nuovi incontri… Attenzione sul fronte lavorativo: Mercurio in opposizione crea qualche ostacolo in più.

Cose grosse Questa settimana abbiamo pizzicato a Siderno nientemeno che Michele Geria, ex direttore della Film Commission Calabria in compagnai di Lele Nucera, in questi giorni impegnato con i casting per “ZeroZeroZero”.

In amore, a partire da mercoledì, la situazione rischia di complicarsi e qualcuno potrebbe addirittura pensare a soluzioni drastiche come chiudere una storia che vi soddisfa. Il fine settimana, con anche la luna in opposizione, sarà particolarmente nervoso.

Concorrenza sleale Arturo Rocca e Franco Martino assistono a un evento culturale in quel di Siderno, con il secondo impegnato ormai da tempo a immortalare qualunque cosa accada nella Locride da provetto fotoreporter.

Se siete insoddisfatti in campo professionale, da martedì Mercurio smetterà di esservi sfavorevole e agevolerà incontri e novità interessanti… prendete tutto al volo, senza esitare! Giornate fortunate giovedì e venerdì. Giornate no: martedì e mercoledì.



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