Riviera N°24 del 14 giugno 2015

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CONTROCOPERTINA

SOTTOSOPRA

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SUCCESSI E PASSARELLE

DOMENICA 14 GIUGNO

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La morte, come la vita, di Caruso è passata in sordina. Non c'è traccia di lui sul web se non l'annuncio dei suoi funerali, celebrati mentre a Platì stava per aver inizio il teatrino dei pettoruti della politica.

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO n pochissimi conoscono Saverio Caruso, un uomo nato per non dare noia a nessuno. È stato presidente dell'Associazione Psichiatrica del nord-est dell'Ohio e membro a vita degli Illustri dell'Associazione Psichiatrica Americana, che di recente lo ha celebrato con un premio e un riconoscimento per l'eccellente lavoro nel suo campo. Faceva parte del consiglio di fondazione della Northeast Ohio University College of Medicin ed era quarto grado (il più alto) dei Cavalieri di Colombo, l'organizzazione cattolica di servizio fraterno più grande al mondo, con un patrimonio di miliardi di dollari. Nel 1992 tra gli eletti nella squadra capitanata dal presidente americano George Bush c'era anche Saverio Caruso. Saverio Caruso è nato a Platì nel 1925. È morto lo scorso 4 maggio. In quei giorni stava per aver inizio il teatrino dei pettoruti della politica che hanno mostrato all'Italia intera il volto peggiore di Platì, oltre che il loro. Platì è stato descritto come un paese in cui chi viene da fuori è al sicuro solo se accolto in chiesa. Un paese dove c'è solo la 'ndrangheta, anzi peggio: c'è solo la paura della 'ndrangheta. Qui i ragazzi crescono per strada hanno detto i "civilizzatori" - come se la strada fosse sterile e incapace di partorire il genio. Le loro notti - hanno lasciato intendere - non hanno né luna, né stelle ma solo rigidi cieli. La morte di Caruso sembra un segno venuto dai rigidi cieli di Platì. Perchè Paltì non è solo responsabile di quell'ammorbante aborto spontaneo dei mammasantissima ma ha anche messo al mondo lamine di giada come Saverio Caruso, una pausa di luce dirompente mentre tutto lo swing della politica dondola in un momento intollerabile. Da voltastomaco. La morte, come la vita, di Caruso è passata in sordina. Non c'è traccia di lui sul web se non l'annuncio dei suoi funerali. Qui, in calce, si invita a non donare fiori ma contributi a una società che assegna borse di studio a chi ha intrapreso una carriera nel campo della medicina. I grandi non hanno bisogno degli strombazzamenti convulsi della vanità più isterica. Da sindrome premestruale. I grandi vivono in sordina e nascono per non dare noia a nessuno. Non come quella politica da social network che sta tentando di "colonizzare" Platì, un miscuglio di rimmel e pattume in cerca di brandelli di gloria. Un rifrittume dove è stato usato il più scadente e tossico olio di colza. Platì non ha bisogno di colonizzatori anzi dovrebbe tenere bene a mente la frase pronunciata da un leader della lotta contro il dominio britannico, Jomo Kenyatta, che fu anche il primo presidente del Kenya indipendente: "Quando sono arrivati qui i bianchi, avevano con loro soltanto la Bibbia mentre noi avevamo le nostre terre. Ci hanno insegnato a pregare con gli occhi chiusi: quando li abbiamo riaperti i bianchi avevano le nostre terre e noi avevamo la Bibbia". Non vorrei che Platì un giorno si ritrovasse sola, derubata della sua essenza, e con bandiere ridotte in cenci e simboli di partito scarabocchiati sui muri.

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Caruso Saverio

l'amico di Bush

nato sotto i rigidi cieli diPlatì


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ATTUALITÀ GIUDIZIARIA

‘Ndrangheta nel basso Piemonte

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ella complessa attività di indagine esperita nell’ambito dell’operazione antimafia denominata “Maglio”, gli inquirenti, in particolare i magistrati della Dda di Torino, ritengono che vi sia una conversazione che non lascerebbe spazio a dubbi in ordine all’esistenza della ’ndrangheta nella zona del basso Piemonte. Ripercorrendo i passi salienti della lunga conversazione, che è stata registrata in un agrumeto della Piana di Gioia Tauro, e rilevandosi come nei dialoghi captati ricorrano termini tipici della consorteria mafiosa, espressione del linguaggio convenzionale utilizzato dagli affiliati, quali locale, crimine, formare la società, sgarro, capo locale, ‘ndrina, distaccare la ‘ndrina, mandamenti e capo crimine, che hanno un significato particolare e tipico della struttura criminale, si desume, secondo gli investigatori, innanzitutto, che gli interlocutori riferiscono di una sorta di anticipazione della manifestazione di volontà volta ad aprire un nuovo locale che, a giudizio degli interlocutori, aveva costituito un “problema” per un soggetto, il quale si era trovato in difficoltà con il proprio capo locale tanto da essere stato da costui redarguito per la sua intraprendenza. Di particolare rilievo è l’intenzione di questo soggetto Z. R., di costituire una realtà autonoma (indicata come ‘ndrina), circostanza non gradita da P. B. che si è sentito scavalcato nel suo potere, essendo stata inviata la richiesta direttamente alle realtà ‘ndranghetistiche situate in Calabria. L’idea di creare una struttura territoriale diversa e autonoma da quella coordinata precedentemente da P. B. era già da qualche tempo condivisa da diversi sodali, soprattutto da quelli residenti nella zona di Asti. Secondo gli interlocutori l’unica possibilità di definire una nuova struttura territoriale è quella di creare un nuovo locale autonomo di ‘ndrangheta nel territorio circoscritto tra Asti, la provincia di Cuneo e il “vecchio” locale di P. B., zona piemontese sprovvista fino a quel momento di aggregazioni territoriali. Per convincere il capo società, si sarebbe proposta una rigida suddivisione territoriale degli affiliati, basata unicamente sulla distanza geografica tra la residenza dei sodali e il luogo di insediamento dei locali: solo quelli residenti nel territorio limitrofo ad Asti e Alba verranno incardinati nella nuova struttura, mentre gli altri rimarranno (o si incardineranno) nel precedente locale. Per la decisione definitiva della questione si è rimandato, comunque, alla riunione di Polsi, dove verrà deciso l’argomento (cfr. le frasi: “solo questo… si può fare… ora… io non so… voi non calate a Polsi… non calate? Così usciamo ‘sto discorso qua… avete capito?”) insieme agli altri esponenti apicali dell’organizzazione (v. l’espressione: “…io per la Madonna, la sera della Madonna ci sono i riggitani e quindi si chiarisce con loro”), promettendo a Z. R. che, in tale sede, fornirà l’appoggio nel convincere P. B. a dare il suo assenso alla creazione del nuovo locale (“Avete capito? Io non vi prometto niente… ma però… B. non si deve dispiacere, perché di giusto, B. deve essere con le famiglie, pure lui… deve essere coscienzioso, e dire, questi qua, per arrivare qua, devono fare 100 km… e non è onesto… certo che non è onesto, perché ci sono tutti i pericoli per la strada, spese di benzina, e di cose per arrivare, in un certo senso…”). L’incontro termina con l’impegno di un presunto boss a informare anche gli affiliati liguri, onde acquisire il loro assenso e non creare inutili incomprensioni. Egli, infatti, afferma: “Ora vediamo… vediamo… (inc)… nella Liguria, gli mando l’imbasciata… per farti parlare con… Z., siccome Z. è proprio… quale possibilità… chi c’è, che lo sappia”.

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DOMENICA 14 GIUGNO

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OLIVERIO A FEDERALBERGHI:

«Abbiamo una miniera d’oro che aspetta solo di essere sfruttata» Il presidente della Regione interviene all’Assemblea di Federalberghi a Villa San Giovanni e indica le strategie più rapide per uscire dalla crisi

Noi siamo il popolo più ospitale del mondo, ma l’ospitalità da sola non basta a creare un sistema turistico appetibile e ricercato. Bisogna contestualmente agire sullo smaltimento dei rifiuti, sulla depurazione, sulla sanità, sull’agricoltura, nella lotta contro la criminalità, investire per elevare complessivamente la qualità dei contesti territoriali, offrendo servizi di qualità.

Il Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, è intervenuto in settimana all’Assemblea di Federalberghi che si è tenuta in un noto albergo di Villa San Giovanni. Nel corso del suo intervento, il Governatore della Calabria si è soffermato a lungo sui danni causati alla Calabria, soprattutto nel settore turistico, dal crollo del viadotto Italia e sulle iniziative assunte dalla Regione nei confronti del governo nazionale e dell’Anas. Oliverio ha ricostruito l’intera vicenda e, dopo aver ribadito che la Regione andrà fino in fondo nella richiesta di risarcimento danni nei confronti dell’Anas, ha ringraziato pubblicamente il Procuratore Generale Mazzotta per la delicata azione di coordinamento svolta in queste settimane. «Una riflessione, però - ha proseguito Oliverio - dobbiamo farla, al di là di quanto è accaduto con il crollo del viadotto Italia. Il dato oggettivo che dobbiamo affrontare con determinazione è quello della perifericità della nostra terra. Intercettare flussi turistici significa creare le condizioni per rendere raggiungibile la nostra terra. Questa è la prima questione che dobbiamo aggredire e risolvere. Se nella programmazione delle risorse che il Governo sta per presentare non si assume con coerenza un dato come

questo è chiaro che continueremo a pestare l’acqua nel mortaio. In secondo luogo va organizzata la mobilità esterna e interna alla nostra regione. Ciò significa investire nel trasporto aereo e ferroviario anche attraverso la possibilità di utilizzare risorse dell’Unione Europea per agevolare la mobilità. È chiaro che a questo, poi, bisogna aggiungere altro per costruire le condizioni per cui un contesto territoriale diventi appetibile. Non basta il dato della buona ricettività, che pur è importante e su cui si sono fatti passi in avanti grazie a una imprenditoria che ci crede sul serio. Il problema è lavorare perché si qualifichi l’offerta dell’intero contesto territoriale. Noi siamo il popolo più ospitale del mondo, ma l’ospitalità da sola non basta a creare un sistema turistico appetibile e ricercato. Bisogna contestualmente agire sullo smaltimento dei rifiuti, sulla depurazione, sulla sanità, sull’agricoltura, nella lotta contro la criminalità, ecc. Bisogna investire per elevare complessivamente la qualità dei contesti territoriali, offrendo servizi di qualità, mettendo in rete il nostro patrimonio culturale e migliorando la formazione soprattutto nel settore della ristorazione e dell’offerta enogastronomica. «Tutto questo - ha aggiunto il Presidente della Giunta regionale -

deve essere accompagnato da un progetto di comunicazione adeguato del brand Calabria, recuperando il nostro standard di qualità. Dobbiamo dotarci, infine, di uno strumento operativo che deve essere il luogo in cui si pratica il confronto, si monitorano le azioni in atto e si costruisce il progetto di governo dell’intero settore. «Per fare questo è necessaria un’opera di svolta nel governo delle risorse e l’accantonamento definitivo dei piccoli interessi. Dobbiamo aprire una nuova stagione in cui i protagonisti di un settore così importante come quello turistico siano i soggetti attivi della costruzione di un progetto virtuoso che metta definitivamente da parte soprattutto il vittimismo e la rassegnazione, che sono atteggiamenti culturali che non ci portano da nessuna parte e che non ci fanno avere la giusta considerazione che meritiamo. «Se ognuno di noi si mette in campo e fa il proprio dovere fino in fondo ha concluso Oliverio - avremo sicuramente più forza e più rispetto. Se ce la mettiamo tutta io sono convinto che possiamo recuperare i ritardi accumulati negli anni e fare esprimere al massimo le potenzialità, che sono tante, della nostra terra. Abbiamo una miniera d’oro tra le mani che aspetta solo di essere adeguatamente utilizzata e sfruttata».

Vincenzo Novella: il bovalinese che voleva rapinare un comune siciliano Si chiama Vincenzo Novella ed è di Bovalino. All’inizio della settimana ha cercato di arricchirsi a spese del comune di Gaggi (in Sicilia), ma le forze dell’ordine lo hanno arrestato in flagranza di reato.

Nella notte tra lunedì e martedì scorsi un gruppo di quattro persone ha cercato di fare irruzione all’interno del comune di Gaggi, nei pressi della sicilianissima Taormina, con l’intento di alleggerire le casse del Comune. I quattro aspiranti ladri, tra i quali figuravano tre loschi rumeni e un altrettanto poco raccomandabile cittadino della calabresissima Bovalino, al secolo Vincenzo Novella, 54 anni, si

trovavano già all’ingresso del Municipio quando si sono visti piombare addosso una pattuglia dei carabinieri. Il diabolico piano che, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stato ideato proprio dal nostro brillante conterraneo, non aveva purtroppo tenuto conto della possibilità, nell’arco delle ore notturne, di un giro di pattuglia da parte di una volante delle forze dell’ordine, che è così riuscita a

sventare il tentativo di sottrarre il denaro destinato alla spesa pubblica di Gaggi e ai servizi dei suoi onesti contribuenti. Una storia a lieto fine, per la comunità siciliana, un po’ meno per Novella, che dovrà adesso vedersela con un giudice che lo accuserà di tentato furto con scasso e che, con ogni probabilità, dovrà scontare qualche annetto di carcere. lr



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ATTUALITÀ

“Continuiamo a lavorare insieme per Locri” Lettera di un sindaco innamorato della sua città

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ara Locri, Illustri Locresi, sono trascorsi due anni esatti da quando, a seguito delle consultazioni elettorali del 26 e 27 maggio 2013, il successivo 14 giugno, con la seguente formula, ho giurato “di essere fedele alla Repubblica, di osservare lealmente la Costituzione Italiana e le leggi dello Stato, di adempiere ai doveri del mio ufficio nell’interesse dell’Amministrazione per il pubblico bene e di agire a favore di tutti i cittadini operando con la diligenza del buon padre di famiglia”. È stato il momento più importante, gratificante e significante del mio impegno politico. Sembra essere passata una eternità, ma sono passati solo due anni e sono fermamente convinto di aver tenuto fede al solenne giuramento fatto alla Città. Io sono nato a Locri, mia moglie è nata a Locri, i miei figli sono nati a Locri e io sarò sempre grato alla mia città, che mi ha consentito di realizzare tanti sogni e raggiungere tanti obiettivi e sarò sempre riconoscente ai cittadini che mi hanno scelto quale loro guida politica amministrativa affidandomi il prestigioso incarico di Sindaco di Locri. Fare il Sindaco della propria Città, della Città che ami, è l’esperienza politica più bella e più suggestiva. Fare il Sindaco in un momento del genere, di cui sono note le difficoltà, è ancora più entusiasmante e galvanizzante. Altri hanno avuto la possibilità di fare il Sindaco quando si poteva spendere e fare bella figura. A me l’onere di fare il Sindaco senza spendere, ma chiamato a pagare i debiti da altrui contratti e, nel contempo, far rinascere la Città che sempre altri avevano affossato. Va bene così, non sono abituato, per forma mentis, a cercare responsabili, ma solo ad affrontare di petto e con determinazione tutte le situazioni e, soprattutto, a lavorare sodo per raggiungere gli obiettivi prefissati. Sono stati due anni difficili, ma speciali, ogni giorno un grande impegno tra nuove e vecchie problematiche. Incomprensioni, lacerazioni, delusioni, amarezze, azioni di disturbo, sciocchezze varie non sono mancate ed hanno contribuito a smascherare manie di becero protagonismo di singoli i cui progetti e le buone intenzioni iniziali erano solo di facciata, come di facciata erano e rimangono determinati proclami di alcuni, sconfessati dai fatti e dalla storia.

Dopo due anni, tra gli addetti ai lavori, solo in pochi hanno compreso il nostro impegno politico, il nostro sacrificio, la nostra missione. Poco o niente hanno compreso gran parte dei dipendenti comunali il cui fondamentale contributo alla rinascita della città, spesso richiesto con energiche e determinate azioni politiche alle quali né loro né la città erano abituati. Purtroppo, con profonda amarezza, devo evidenziare che tale contributo è stato sincero e leale solo da parte di pochi, mentre altri hanno continuato a pensare al Palazzo Comunale come un luogo di svago ben retribuito e alcuni come una buona mucca da mungere. Il ripristino delle regole e della legalità ha caratterizzato l’azione politica di questi due anni. Oggi, con grande difficoltà, stiamo cercando di stabilire nuove e condivise regole nel rispetto della legalità selvaggiamente e impunemente violata per decenni in tutti i settori della vita politica e amministrativa della Città. Sicuramente qualche errore anche dalla nostra Amministrazione è stato fatto, ma ritengo in totale buona fede e con l’umiltà di voler risolvere le criticità per il bene comune.

Non era facile andare a contrastare diffusi interessi illegali, ma noi lo abbiamo fatto con coraggio, determinazione e senza guardare in faccia nessuno e, soprattutto, senza avere paura di alcuno. Per costruire un modello di città diversa dal passato, una città ordinata, pulita e con regole, non basta l’impegno di uno o di alcuni, anche se delegati con voto popolare, ma serve l’impegno di tutti, dell’intera comunità. È necessario comprendere che vivere senza regole, sporcare la città con cumuli di rifiuti, non pagare le tasse comunali, non esercitare nel modo giusto il ruolo di dipendente comunale, parcheggiare in modo indiscriminato, contestare una multa, realizzare abitazioni abusive, parcheggiare barche sul lungomare, distruggere e vandalizzare quel poco arredo urbano che abbiamo, non significa fare un dispetto a chi è momentaneamente chiamato a rappresentare la città, ma fare un dispetto a se stessi, alla città, all’intera collettività. Due anni fa Locri era la città più sporca e desolata del territorio, venivamo snobbati da tutti, venivamo denigrati quotidianamente, eravamo politicamente abbandonati e isolati, non eravamo più niente, eravamo morti. Oggi ritengo e riteniamo che la situazione è mutata. Senza entrare nel dettaglio, ritengo che abbiamo difeso con orgoglio la nostra città, l’abbiamo pulita, illuminata e abbellita; la stiamo finanziariamente risanando; le stiamo restituendo dignità urbana con i nuovi e

moderni strumenti urbanistici; l’abbiamo svegliata e rallegrata di giorno e di notte; le abbiamo restituito l’egemonia di guida culturale; abbiamo dato una boccata d’ossigeno alle persone e famiglie in difficoltà; abbiamo dato una speranza ai nostri giovani e alle realtà sportive della città. Forse avremmo potuto fare di più, ma non tutti i rappresentanti del popolo hanno avvertito l’esigenza di collaborare e altri sono stati impossibilitati. Tante altre cose, però, ancora le faremo perché siamo a metà strada e il nostro obiettivo è quello di vivere e far vivere questa Città. Il ringraziamento va alla Città e a tutti i cittadini che continuano a manifestarci quotidianamente fiducia. Proprio ai cittadini locresi rivolgo una richiesta d’aiuto: Locri non è mia è NOSTRA; sostenete l’Amministrazione con piccole azioni quotidiane per migliorare la nostra città, aiutateci a tenerla pulita e ordinata, a isolare incivili e scellerati che ancora non hanno compreso come si vive in modo civile e nel rispetto altrui. Noi, nel contempo, continueremo a lavorare per risanare molte situazioni, continueremo a realizzare importanti opere pubbliche che avranno l’obiettivo di creare sviluppo commerciale e imprenditoriale, nonché sviluppo turistico e sociale nella NOSTRA Locri, guardando con rispetto alle realtà vicine, partendo proprio da una condivisione di intenti con la vicina Siderno che, per fortuna, ritorna dopo un lungo periodo di sbandamento a essere governata dai suoi cittadini che hanno indicato nel Sen. Fuda la loro guida amministrativa. Continuiamo quindi a lavorare per la nostra Locri e ad attivare le giuste sinergie sul territorio con il fine obiettivo di dare una speranza ai tanti nostri giovani che sono desiderosi e smaniosi di poter realizzare il loro futuro lavorativo dove sono nati e cresciuti. Cari cittadini, “timoniamo” insieme il nostro riscatto, scriviamo insieme la storia futura di Locri. Il mio sogno e desiderio è che questa esperienza amministrativa potrà essere ricordata, non per quella di Giovanni Calabrese e di un gruppo di giovani capaci, validi e coraggiosi amministratori, ma per quella di Tutti i cittadini che hanno ritrovato l’orgoglio di essere locresi e hanno contribuito a far rinascere la propria Città. Un Sincero abbraccio a Tutti Voi. Giovanni Calabrese, Sindaco innamorato della propria Città e di tutta la Locride!!!!!


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Innocente «Io, tra il vuoto della viltà e la verità ritrovata»

ILARIO AMMENDOLIA a Corte di Appello di Reggio Calabria mi ha pienamente assolto da un reato di cui non avrei mai ipotizzato che qualcuno mi potesse accusare. Le mie uniche colpe consistono nell’essermi battuto con determinazione contro l’insensibilità dell’ufficio del commissario per l’emergenza ambientale che, dopo aver sperperato un miliardo di euro, ha lasciato la Calabria in una immensa discarica. Non l’ho fatto solo come sindaco di Caulonia ma come presidente del comitato dei sindaci della Locride ingaggiando una pubblica battaglia, in ogni sede, contro l’inquinamento ambientale e gli sprechi senza ritegno. Mi son caricato sulle mie spalle un aspro confronto e ciò non è stato privo di conseguenze. Spesso chi sta ai piani “bassi” deve farsi carico della inconsistenza di coloro che abitano ai piani “alti” della politica e della burocrazia. Inoltre ho preso con estrema serietà il mio giuramento sulla Costituzione che mi imponeva di salvaguardare la salute e l’incolumità dei miei concittadini. L’ho fatto con determinazione ma senza sprecare un solo euro delle casse comunali. Ciò premesso, sento di aver il dovere di ringraziare i giudici della Corte di Appello di Reggio Calabria per la loro serenità di giudizio, per l’assenza di preconcetti, per l’assoluto rispetto verso la verità. Non è mai un fatto scontato! I magistrati di appello lo hanno ampiamente dimostrato e, per usare un’espressione abusata, aldilà di ogni ragionevole dubbio. Ciò mi conforta e mi conferma nella mia convinzione che la stragrande maggioranza dei magistrati siano persone perbene, serie, serene e competenti. Le pattuglie dei magistrati “protagonisti” alla continua ricerca di notorietà, formano solo una piccola ma vociante minoranza che spesso compromette il lavoro e l’impegno di tanti professionisti integerrimi e perbene. Mi sia consentito di ringraziare mio figlio che mi ha difeso con una passione che, per ovvi motivi, è andata ben oltre i confini professionali e l’avvocato Giampaolo Catanzariti, che lo ha affiancato in questo ultimo sforzo. Oggi, riconosciuto innocente, potrò esternare - nelle sedi e in tempi opportuni - e con oggettiva serenità i miei dubbi anche su questo “caso”. Potrò dimostrare con i fatti che alcuni tentano un uso “politico” della giustizia. Lo farò, senza personalismi, e con il distacco e la delicatezza che il caso richiede. Ho sempre creduto che chi ha la coscienza a posto non debba abbassare la testa e non debba rinunciare alla propria

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dignità di uomo e di cittadino. Proprio per questo, quelle che sono le battaglie che mi hanno visto impegnato da ben oltre mezzo secolo continueranno a essere il terreno del mio residuo, modesto e declinante impegno culturale e politico. Oltre alla mia famiglia che, per molti anni, ha tanto sofferto a “causa” del mio impegno politico e sociale, ringrazio gli amici e i “compagni” che mi sono stati vicini. Quindi gli “avversari” del centro destra, che a nome di tanti amici - lo hanno voluto fare con un pubblico comunicato. Tuttavia, debbo aggiungere senza ipocrisia che ho sentito come prevalente intorno a me un drammatico vuoto. Infatti la società civile è molto debole, il tessuto democratico quasi inesistente, la viltà e l’opportunismo patrimonio comune di molti. Ho provato angoscia e smarrimento dinanzi a una certa politica, interessatamente “pilatesca”, che è spesso pavida, a volte cinica e quasi sempre inconsistente.

Le mie uniche colpe consistono nell’essermi battuto con determinazione contro l’insensibilità dell’ufficio del commissario per l’emergenza ambientaleche, dopo aver sperperato un miliardo di euro, ha lasciato la Calabria in una immensa discarica. Questa ennesima esperienza mi spinge a comprendere ancora di più la solitudine e la disperazione delle tante persone, soprattutto tra i più poveri ed emarginati, che si son trovati, o si trovano, stritolati in un meccanismo molto più grande di loro. Innanzitutto per loro continuerò il mio modesto impegno che tende solo all’applicazione concreta dei principi fondamentali della nostra Costituzione. Ringrazio infine la stampa. Questa nostra Terra, così povera non solo economicamente, ha un gran bisogno di giornalisti e intellettuali veri, capaci di rifiutare con sdegno il comodo ruolo di “velinari”, di ricercatori di facili scandali e verità scontate, e il ruolo ancillare che il potere delega agli “intellettuali” subalterni. Noi siamo destinati a passare e le nostre vicende a essere presto dimenticate. I nostri sacrifici però acquisteranno un senso solo se ogni esperienza e ogni sofferenza potranno portare un solo granello di sabbia per la costruzione di una realtà più giusta e più umana.


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Pittarosso “

lasciate ogni speranza voi ch’entrate! UN NUOVO NEGOZIO HA APERTO ALLA GRU DI SIDERNO E L’INAUGURAZIONE È STATA UN MISTO TRA IL BIG BANG E LA FINE DEL MONDO SARA JACOPETTA el weekend del 6-7 giugno grande inaugurazione al Centro commerciale La Gru di Pittarosso, noto negozio di scarpe. I cittadini della costa Jonica che hanno avuto la (s)fortuna di fare una passeggiata al centro commerciale in quelle due date, probabilmente possono già immaginare cosa sto per raccontare. È qualcosa che ha a che fare con l’Apocalisse, un misto tra il Big Bang e la fine del mondo: insieme l’inizio e la fine. Avevo letto su vari social network di questa apertura con annesso sconto del 40% su tutta la merce e, addirittura, del 60% su altri capi. Ma non avevo dato molta importanza alla cosa perché, di solito, dietro un grande sconto, c’è una grande burocrazia, del tipo che puoi usufruirne solo se nella data specifica dell’inaugurazione compi 31 anni e sei della Bilancia, e solo ed esclusivamente se porti con te un amico che però deve avere tra i 22 e i 25 anni e non deve essere uno studente fuori corso. Con una spesa minima di 437€. Insomma, quella roba che preferisci recarti nel tuo negozietto di fiducia, strisciare la carta (sordi boni e beneditti), comprare qualcosa che sai che durerà nel tempo e scambiare un paio di battute che finiscono automaticamente con la frase “Salutamilli a casa”. E invece no. Questo era veramente il paese della cuccagna. Personalmente, ho ricevuto vari sms di sollecitazione della serie “Vai da Pittarosso, vai da Pittarosso!”, messaggi che, inizialmente, ho ignorato, ma che poi hanno spinto anche me nella mischia dello shopping low cost. E infatti la scena di cui sono stata spettatrice, all’ingresso del centro commerciale, era un flusso di gente di qualsiasi età, religione ed estrazione sociale, con in mano una busta

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All’ingresso del centro commerciale, un flusso di gente di qualsiasi età, religione ed estrazione sociale, con in mano una busta rossa. Sapevo che stavo per entrare in guerra.

rossa. Sapevo che stavo per entrare in guerra. Forse non ero ancora pronta, o non abbastanza. Ma ho deciso di dire “Sì, varchiamo questa entrata!”. Quello che mi si è presentato davanti è stato una via di mezzo tra la sagra della soppressata e la festa di San Rocco. Mancava giusto il rumore dei gruppi elettrogeni e Mister Max a manetta che reinterpreta i tormentoni dell’estate. Gente, tanta gente. Donne, belle, brutte, bizzarre, rugose, anziane, bambine. Accompagnate da mariti (perlomeno sulla carta), fidanzati, compagni, futuri ex, con visi da agnelli sacrificali. Un’afa e un sudore che due gondole ci stavano a pennello. Passeggini a fare gli slalom tra gli innumerevoli vicoli di scarpe a senso unico stile Quartieri Spagnoli, tanto che i responsabili avrebbero fatto cosa buona e giusta a mettere dei vigili per dirigere la baraonda (e magari anche qualche multa per divieto di sosta per i più incivili). Puff per misu-

rare le scarpe: un paio in tutto lo store. Gente accovacciata a terra che non capivi se stava covando, facendo la pipì come a ferragosto a Mongiana o assumendo posizioni yoga. Una bambina seduta su una pila di scatole di scarpe mentre la mamma le misurava delle ballerine, che se solo fosse caduta, a effetto domino sarebbe venuto giù il negozio intero. Commessi riconoscibili da polo rossa che hanno tutto il mio sostegno morale e ai quali va il mio appello più grande: se siete rimasti traumatizzati, parliamone. La voce continua del “Tizio è atteso alla cassa, grazie”, che secondo me, tizio è andato un attimo fuori a comprare una tanica di benzina e a mettere fuoco al negozio intero e a tutta la gente che ci stava dentro, servendosi rigorosamente del suo accendino che porta la scritta “Keep calm”. Donne vicino alla menopausa con vampate di calore impegnate a contendersi la zeppa con la figlia. Gare di velocità alla mano più lesta per poi scoprire che… “Ciao! Ma eri tu? Non ti avevo riconosciuto!”, e giù con l’imbarazzo. Fila chilometrica alla cassa che nel frattempo hai diagnosticato i funghi alla schiena del tizio che sta davanti a te. Bancomat che strisciano, contanti che passano di mano in mano, economia che gira, fame che distrugge. Ne esco viva, e lo ammetto, anche io con in mano un paio di scarpe di Pittarosso. All’uscita, mariti che nel frattempo hanno appreso nuove modalità di caccia e pesca, facendosi compagnia con gli sfortunati come loro. A ogni donna che esce, ogni uomo alza lo sguardo sperando che sia la sua. Rassegnazione. Continua ad aspettare fuori, il genere maschile, augurandosi che i tempi di attesa non siano direttamente proporzionali all’importo che uscirà sullo scontrino.


La frizzante freschezza delTop e la corposità voluttuosa del Palizzi di Altomonte

L’ottavo matrimonio celebrato durante il Meeting di Enoicamente, che si è svolto lo scorso 13 aprile presso l'incantevole Palazzo di Moschetta, è stato quello tra il vino Palizzi di Altomonte e il Topdi Davide Ruso e Niccolò Bolognino

n anno e mezzo fa, Davide e Niccolò, due giovani sidernesi, hanno messo su un locale alternativo, d’avanguardia. Un locale che ti aspetteresti nelle grandi città e non in un paesino di provincia. Una location dagli arredi ricercati in stile lounge, musica dal vivo, menù fantasioso, con piatti superbi e cocktail unici. Qui la proposta culinaria è assai raffinata ed è un’esplosione di varianti gustative e colori. In occasione del meeting di Enoicamente, Davide e Niccolò hanno proposto uno sfiziosissimo finger food con medaglione di pescatrice tuffato in una strepitosa crema di asparagi condita con erbette aromatiche e spuma di zafferano; il tutto servito con olio puro e un asparago cotto a vapore per conferire un’irresistibile croccan-

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tezza. Ad accompagnarlo il vino I.G.T. Palizzi dell’Azienda Agricola di Antonino Altomonte, un “uomo di zappa” come si definisce lui stesso. Antonino vinifica esclusivamente le uve provenienti dalle sue vigne, ovvero i “nerelli” Calabrese e Mascalese. Il Palizzi è di colore rubino carico e intenso, dai riflessi granati. Esala profumi di frutta rossa matura, in particolare prugna e marasca, in una struttura armonica dall’acidità ben equilibrata. In bocca è molto pieno e ricco; i tannini sono rotondi e dolci. Il Palizzi si mostra deciso e corposo sfoggiando una voluttuosa espressione gustativa. Finger food e vino Palizzi fanno oggi parte dell’imperdibile menu del Top ed è possibile ordinarli in abbinamento per far esultare i vostri palati!

“Enoicamente fa rima con eroicamente” – esordisce Altomonte. E bisogna essere dei piccoli grandi eroi per coltivare in un terreno come quello di Palizzi dalla conformazione così particolare. “Il vino che produco è il più naturale possibile e assolutamente non trattato chimicamente. Ma nonostante questo i ristoratori locali continuano a preferire vini non calabresi, meno ‘spigolosi’ da abbinare”. Anche Davide e Niccolò sono entusiasti per il progetto Enoicamente: “Servirà ad avvicinare la gente al consumo dei prodotti locali. Bisognerebbe adoperarsi ogni giorno per progetti come Enoicamente ma purtroppo c’è un deficit di comunicazione che connota quasi endemicamente il settore”.


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L’intervista immaginaria di Lidia Zitara

“Dottoressa Estate, a Siderno non si sente più radiosa?” - Gentile dottoressa estate, grazie del suo tempo per questa intervista. Come si sente? - Veramente sono un po’ malconcia: sto facendo un check- up totale, non mi vedi come sono pallida? Io che sono sempre abbronzata! Finirà che mi dovrò spalmare l’abbronzante Bilboa e andare a farmi una lampada! - Dottoressa, ma cosa le hanno diagnosticato? - Se sapessi! Soffro di una terribile tropicalizzazione del clima a causa del surriscaldamento globale: non ti dico quando devo andare in bagno… certi dolori! - Ma è una cosa seria? No, perché sa, qui siamo tutti preoccupati: ci stiamo depilando le ascelle da marzo in attesa del suo arrivo, ma se lei sta sdraiata su questo lettino d’ospedale! - Ma guarda che mica è colpa mia: è quello stronzo del Niño che fa il pazzo! - Sì, ma mi scusi, siamo in un’epoca di parità sessuale, non dovrebbe dipendere così strettamente da un maschio! Pensa di ritornare in forma presto? Crede che il nuovo clima che si respira a Siderno l’aiuterà? Le elezioni non la fanno sentire un po’ più splendente e radiosa? - Certo che mi sento meglio, se ci fossero stati ancora i commissari non mi sarei neanche presentata quest’anno. Avrei fatto piombare su Siderno la mia amica Katrina. - Be’, ma allora si sente pronta per la movida, per le disco-

I ragazzi della 4ª A del "Pascoli" + Mirto di Siderno, martedì pomeriggio, hanno fatto approdare presso la Villa Comunale l’antica Grecia. C’erano tutti: Zeus, padre degli dei; Era, la moglie gelosa; Atena, dea della sapienza; Afrodite, dea della bellezza; Apollo, dio del sole; Poseidone, dio del mare; Eros, dio dell’amore; Ade, dea della guerra… e tutti gli altri. Per un’ora almeno la Magna Grecia è riemersa dalle ceneri dell’oblio e ha incantato il pubblico numeroso che ha seguito con emozione questi piccoli grandi attori. teche, per quelle notti afose da falò, sesso sfrenato e bagni notturni (possibilmente senza squali)? - Guarda, spero che mi dimettano entro il 21, così posso essere puntuale. Io di solito gioco molto d’anticipo, ma quest’anno ho avuto questo crollo di zuccheri… - Sì, però, dottoressa, non è che poi arriva e se ne va subi-

to via? Non è che giochiamo a nascondino? - Ti assicuro che quando arriverò sarò in forma perfetta: vi abbrustolirò tutti! - Ci fa a cottura ultimata? - A temperatura di fusione nucleare, promesso. - Ci contiamo, dottoressa.

Jonio-Tirreno: sono arrivati gli autovelox! C’è voluta qualche tragedia di troppo ma, alla fine, la SGC Jonio-Tirreno ottiene i tanto agognati autovelox. Da oggi, dunque, per transitare sulla strada che collega i due mari che bagnano la nostra regione bisognerà fare maggiore attenzione, a meno che non si voglia incorrere in qualche multa salata. Ciò che ci fa piacere ricordare, tuttavia, è che, una volta tanto, gli autovelox non vengono apposti come strumento utile a rimpinguare le casse comunali, ma per implementare davvero la sicurezza.

Lucano: «Salvini, a Riace gli immigrati sono una risorsa!» IL NOSTRI PRODOTTI RURALI IN UN INCONTRO PROMOSSO DAL GAL Martedì 9 giugno, presso l'Hotel Federica di Riace, l'Agenzia di Sviluppo Rurale GAL "Serre calabresiAlta Locride" ha presentato il progetto "I prodotti enogastronomici di eccellenza dell'Alta Locride, delle serre e del basso Jonio catanzarese". Durante la stessa giornata si è svolto anche il workshop "Identità locali e strategie globali" in cui si sono discussi gli strumenti e le sinergie utili a trasformare il patrimonio delle produzioni agroalimentari di eccellenza in fattori di sviluppo rurale.

I ragazzi del PascoliAlvaro mettono in scena l’antica Grecia

Il sindaco di Riace Domenico Lucano, che si è fatto in questi anni portabandiera di politiche progressiste di integrazione, non accetta più le sparate razziste di Matteo Salvini, che consegnano un’immagine distorta e pessimistica del fenomeno migranti. «Vorrei - ha dichiarato il primo cittadino dalle pagine del Garantista - che il leader della Lega venisse qui da me per un dibattito faccia a faccia. Il suo comportamento e le sue parole non fanno altro che alimentare l’odio razziale perché si deve allontanare l’idea che gli immigrati rubino il lavoro agli italiani, anzi lo creano. Immigrato non è sinonimo di clandestino, ma un valore aggiunto e Riace ne è l’esempio». Purtroppo, l’invito di Lucano, che già da qualche tempo era stato inviato attraverso altri canali direttamente a Salvini, è rimasto finora inascoltato, pertanto Riace ancora non può dimostrare al leader del carroccio come l’integrazione sia stata la sua salvezza. «A Riace - ha continuato il sindaco - sono i migranti che hanno portato il lavoro per circa 60 persone. Il motore dell’economia di questo paese è legato all’accoglienza e se un giorno dovesse finire molti miei concittadini non avrebbero più un lavoro. Sarebbe la fine sociale della nostra comunità». Speriamo che dal produttivo nord queste parole vengano ascoltate. Per adesso, laddove Renzi ha promesso ai comuni che accolgono i migranti di dare un contributo in denaro, Salvini legifera che i sindaci lombardi che si faranno tentare si vedranno sottrarre i fondi per le politiche sociali.

Peppe Voltarelli si racconta su Sky Arte Peppe Voltarelli è stato l’ospite speciale della settima puntata di Studio XXXV Live, andato in onda lo scorso mercoledì 10 giugno su Sky Arte. Fondatore e leader dal 1991 al 2005 del gruppo folkrock sperimentale Il parto delle nuvole pesanti, Peppe Voltarelli è diventato solista nel 2005, intraprendendo una carriera fatta di grandi collaborazioni e canzoni eccezionali. La presenza di Voltarelli su Sky è stata celebrata con una replica radiofonica del programma su Radio popolare Network venerdì.

Siderno: la segnaletica invisibile provoca incidenti La segnaletica di alcune strade secondarie di Siderno, purtroppo, lascia molto a desiderare e questo elemento, unitamente alle piccole distrazioni di qualche automobilista, determina ancora un gran numero di incidenti in città. Quello che vedete in foto è uno degli ultimi risultati di questa “tempesta perfetta” che, all’incrocio tra via Gramsci e via Pola, ha portato a un’altra collisione tra due vetture che, fortunatamente, è stata priva conseguenze se non per i mezzi. Quante altre volte, tuttavia, dovremo incrociare le dita affinché non ci scappi il ferito o peggio? Il ripristino delle segnaletiche (verticali e orizzontali) è più che mai urgente.



SOCIETÀ

Sessionevsestiva studente universitario

È coraggioso stare incollati alla sedia quando sai che c'è gente che sta già sguazzando nell'acqua cristallina di un mare che a giugno è nel pieno del suo splendore

SARA LEONE gli studenti delle scuole elementari, delle medie e di quelle superiori fino al quarto anno e, ancor di più, a voi, piccoli innocenti frequentanti l'asilo, si dà un consiglio: godetevi al massimo le vacanze estive. Almeno finché potrete. I maturandi dovranno accontentarsi di vacanze dimezzate. Gli universitari, invece, sono seppelliti da fotocopie, appunti, quaderni, raccoglitori, post-it, evidenziatori, slide, simulazioni, libri abusivamente fotocopiati e, dulcis in fundo, da una crescente ansia. Sì, ansia. Elevata all'ennesima potenza dal fatto che siamo a giugno inoltrato. Se, infatti, la sessione d'esame invernale è favorita dal freddo, dalla pioggia, dai venti provenienti dall'Antartide, a esclusivo sostegno degli studenti che, talvolta, trovano piacevole accomodarsi alla scrivania, a leggere e rileggere nella speranza di memorizzare, quella estiva si configura come un vero attentato ai nervi e alla stabilità psicosomatica di chi ha il dovere di immolarsi sui libri. Su Facebook fanno furore foto e link di quelli che la scuola l'hanno finita, e a cui non hanno dato neanche l'odiatissimo libro delle vacanze. Spopolano anche gli stati: "Evviva. Che l'estate abbia inizio!". Si nota un abbigliamento estivo che è un tripudio di colori, su una tintarella già in bella vista. Visi rilassati, capelli al vento, e felicità. Tanta felicità. L'universitario, dal canto suo, cerca di sforzarsi di sembrare felice agli occhi altrui. Ma, nonostante lo sforzo, la fronte corrugata dallo stress e le occhiaie la dicono lunga. È coraggioso stare incollati alla sedia quando sai che c'è gente che sta già sguazzando nell'acqua cristalli-

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na di un mare che a giugno è nel pieno del suo splendore. Il guaio serio per lo studente estivo è che la voglia di finire gli esami prima possibile è inversamente proporzionale all'impegno che si mette nello studio. Ogni sessione estiva, promette solennemente a se stesso di impegnarsi e finire presto, poi, però si riduce puntualmente all’ultimo giorno. E il proposito delle sere che precedono ogni esame è sempre quello: giura a se stesso che il giorno dopo sarà operativo già alle sette in punto. Ma al mattino la sveglia suona, e lo studente la posticipa. La posticipa, e quella risuona. Quando gli occhi decidono di aprirsi al mondo già avviato, è mezzogiorno. A mezzogiorno tua sorella è già andata a mare, tua madre starà pensando al pranzo. Incredulo, se si tratti di sogno o realtà, ti siedi in mezzo al letto e contempli.

Come mai prima. Rifletti e decidi che è meglio studiare a pancia piena, lo dice anche il medico. Relax post-pranzo, ma sono già le 16: devi studiare cinquanta pagine in 20 minuti, perché poi sarebbe il caso di uscire per alcune commissioni. Alla sera, dopo una giornata così frenetica, lo studente universitario entra in camera e accusa una crisi d'ansia acutissima. Respirazione rallentata, battito cardiaco accelerato. Sono state quelle quattro pile di libri poste confusamente sulla scrivania e i dieci giorni mancanti all'esame a procurargli quasi un infarto. Ma questo è normale. Succede a ogni fine semestre. Dopo dieci minuti di inspirazione ed espirazione, regolatosi il battito, lo studente rivolge nuovamente lo sguardo ai libri e, pieno non si sa se di fiducia o di disperazione, pensa: "Immagina, puoi."

Il proposito delle sere che precedono ogni esame è sempre quello: lo studente giura a se stesso che il giorno dopo sarà operativo già alle sette in punto. Ma al mattino la sveglia suona, e lo studente la posticipa fino a mezzogiorno


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a Calabria è una delle regioni con il maggior numero di paesi abbandonati. L’abbandono dei borghi antichi è dovuto soprattutto alla posizione sfavorevole in cui sono sorti, ovvero all’interno di tre parchi nazionali montuosi: l’Aspromonte, la Sila e il Pollino. Osservando la linea costiera su una cartina geografica è tutto un rincorrersi di nomi di paesi con aggettivi quali “nuovo” o “marina”, per ognuno dei quali corrisponde un “vecchio” o “superiore” situato sulle montagne, spesso a grande distanza. Quando non sono cause naturali a scatenare l’abbandono, vedi alluvioni o terremoti, ci pensa un lento e costante flusso migratorio, che spesso lascia i paesi dell’entroterra con meno di cento abitanti, tutti anziani. Pentedattilo (RC) è, da più di 20 anni, al centro di un programma di recupero consistente nella gestione di attività artigianali e nell’organizzazione di eventi culturali, come, ad esempio, un festival cinematografico. Il paese è stato abbandonato del tutto negli anni ‘60 perché i suoi abitanti si sono via via spostati a valle, in zone più comode. Centro fiorente durante il periodo greco e romano, la sua fortuna è decaduta nel corso dei secoli. L’impatto visivo che si prova, appena si scorge il paese dalla piazza antistante, è straordinario, grazie alle enormi rocce che lo sovrastano e al modo incredibile in cui le costruzioni si arrampicano sul lato della montagna. La maggior parte delle case non sono ancora state recuperate. Danneggiato da un terremoto e, in seguito, da un’alluvione, il borgo di Amendolea vecchia (RC) è stato abbandonato attorno agli anni ‘50. La sua posizione strategica, arroccata ma vicina al mare, spiegherebbe l’antichità dei primi insediamenti, che vengono fatti risalire a epoca pre-bizantina. Qui sorgeva anche il castello dei Ruffo, di origini normanne, di cui sono ben visibili le rovine. La località è oggi un parco archeologico visitabile gratuitamente, mentre un nuovo insediamento, anch’esso poco popolato, è sorto più in basso. Una delle cose più impressionanti del viaggio a Roghudi vecchio (RC) è la strada che si compie per arrivarci: una serie di stretti tornanti, parte dei quali è franata; su quel che resta della carreggiata pietre e massi caduti. Un’altra è il rumore di persiane che sbattono mosse dal vento, nel silenzio dell’abbandono. La località è stata abbandonata del tutto a seguito di due violente alluvioni, negli anni ‘70. Di conseguenza fu costruita, a 40 Km di distanza, sulla costa, la cittadina di Roghudi nuovo. Pur facendo parte dello stesso comune i due luoghi non sono confinanti e sono

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Calabria Borghi abbandonati e progetti di ripopolamento

Breve viaggio tra i villaggi fantasma della nostra provincia. Catastrofi naturali o progressiva migrazione hanno svuotato della vita centri urbani una volta molto animati, che meritano di essere ripopolati a dispetto del loro doppione costiero. realtà totalmente diverse: una pianeggiante e balneare, l’altra montana, abbandonata e isolata. A differenza di altri posti che ho visitato, Roghudi vecchio non è un parco archeologico, e le costruzioni non sono neanche particolarmente antiche: è solo un paese fantasma. Per arrivare a Pietrapennata (RC) si lascia la statale 106 e si guida per circa 2 ore addentrandosi nell’Aspromonte. Quando si arriva, la strada termina. In paese, d’inverno, abitano circa 30 persone, rispetto alle 300 che lo abitavano fino a metà del secolo scorso. Non vi sono attività commerciali di alcun tipo e neanche un pronto soccorso. La maggior parte delle case del paese è in stato di vistoso abbandono. Da alcuni comuni della Calabria, più precisamente della Locride, è arrivata una risposta volta a frenare il processo di abbandono, riconvertendo i borghi in località adatte a ospitare migranti. Questo esperimento (in atto anche in altre regioni) si è fino ad adesso rivelato vincente anche se, a mio avviso, proprio perché riuscito, dovrà superare la sfida della sostenibilità economica al di fuori delle logiche di sovvenzione. A Riace superiore (RC) negli ultimi 15 anni, grazie al lavoro dell’amministrazione comunale e dell’associazione Città Futura, si è sperimentata con successo l’accoglienza con lo scopo di arrestare lo spopolamento. Nel 1998, infatti, l’evoluzione demografica del posto ha toccato i minimi storici del ‘900 ma, in quell’anno, un barcone di profughi, curdi e iracheni, sbarca su una spiaggia poco distante. Da questo evento prende le mosse un percorso che porterà il comune ad aderire allo Sprar, il sistema di protezione per rifugiati e richiedenti asilo. Attualmente vengono accolti rifugiati di tutte le nazionalità e inseriti nel tessuto urbano attraverso attività sociali e il recupero di forme d’artigianato, locali o etniche. Grazie al lavoro dei migranti e dei volontari coinvolti parte della collina antistante il paese è stata terrazzata e resa coltivabile, consentendo l’estensione della coltura dell’arancio. L’asino è stato introdotto come animale da soma adatto alla raccolta differenziata nei vicoli. Molti autoctoni, che avevano lasciato il paese per mancanza di lavoro e si erano spostati verso Riace marina, sono tornati ad aprire le loro botteghe nel borgo più antico, grazie ai flussi turistici che questa iniziativa ha creato. Il prossimo bando di gara, rivolto agli enti locali, per poter accedere al Fondo Europeo Rifugiati dovrebbe aprirsi nel 2016. bastaunosparo

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GERENZA

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Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.

Direttore responsabile: MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Cristina Caminiti, Eleonora Aragona, Franco Parrello, Lidia Zitara, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta.

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LA LETTERA

Alle care maestre della "Michele Bello" di Siderno Care maestre, con il cuore in mano Vi scrivo queste parole: dopo cinque anni è arrivato il giorno che vi lascio per proseguire il mio cammino didattico. Vi ho incontrate nel momento in cui la mia vita è stata segnata da una dura prova. Voi mi avete accolta con amore, insegnandomi le buone maniere, e mi avete sempre regalato un sorriso. A scuola ho trovato attenzioni da parte Vostra e questo mi ha invogliato a proseguire con più ottimismo. In questi cinque anni tutto è stato un susseguirsi di vicende, piccoli rimproveri che mi serviranno per crescere e migliorare il mio futuro. Ora Vi saluto con tanto affetto. Non Vi dimenticherò mai! Con amore Marika Quattrone

NEWS

Siderno, nuova ambulanza per il primo soccorso L’Associazione volontari pubblica assistenza “Siderno Soccorso” che opera sul territorio, si è dotata di una nuova ambulanza di tipo A indispensabile per lo svolgimento dei servizi di primo soccorso. È stata inaugurata e benedetta il 19 marzo scorso da S.E. Francesco Oliva, vescovo della nostra Diocesi, presso la Casa di Riposo “Sant’Antonio”. Il presidente Rocco Sgambelluri informa che l’acquisto è stato possibile grazie al contributo del cinque per mille elargito dalla cittadinanza negli anni scorsi, ai sacrifici dei volontari tutti, ai rimborsi per alcuni servizi prestati e per le donazioni di sangue, alla generosità di alcuni benefattori. Nel dare il presente annuncio, il presidente ribadisce che presso la sede dell’associazione sita in via Amendola 97, dalle ore 8.00 alle 12.00, divenendo soci, i cittadini potranno usufruire di visite mediche gratuite e di terapie con personale infermieristico, previa prenotazione. Si invitano tutti coloro che credono nella missione del volontariato a dare la disponibilità anche di qualche ora per potenziare i servizi sociali svolti da tempo sul territorio, andando incontro alle numerose richieste di assistenza. In tanti si può fare di più!

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Un bicchier d’acqua del rubinetto? Si grazie! Queste d’ora in avanti saranno domanda e risposta che, ci auguriamo, siano più spesso formulate.

Lo screening che ha interessato le acque che riforniscono i comuni di Siderno, Siderno Superiore, Agnana, Canolo, Locri, Gerace, Antonimina, Gioiosa Ionica, Martone, Mammola, Marina di Gioiosa I., Roccella Jonica, Placanica, Stignano, Riace e Monasterace ha dato esito positivo: l’acqua c’è ed è buona, sono le condotte a essere vecchie e insufficienti a raggiungere gli utenti in modo soddisfacente

a prima fase della campagna intrapresa dall’Osservatorio Ambientale Diritto per la Vita perché si incrementi l’uso dell’acqua del rubinetto, per scoraggiare la più comune pratica dell’acquisto di quella imbottigliata, si è conclusa con risultati soddisfacenti. Il monitoraggio per la ricerca ed eventuale quantificazione dei metalli pesanti, con maggiore attenzione su quelli particolarmente tossici, responsabili di gravi patologie oncologiche e demenze, ha dato esiti che incoraggiano l’uso dell’acqua pubblica. Ricordiamo che questa operazione si è potuta svolgere grazie alla preziosa e puntuale collaborazione dell’ingegnere Sergio De Marco, direttore dell’Area operativa Sorical e dell’ingegnere Giulio Gangemi, responsabile di zona della Sorical, che hanno consentito l’accesso ai tecnici dell’Osservatorio per i prelievi presso i campi pozzi Stilaro, Mammola, Gioiosa Ionica, San Pietro Marina di Gioiosa Ionica, i serbatoi Novito, Crine di Gioiosa Ionica e il ripartitore Focà. Per quanto riguarda invece, l’acqua non gestita dalla Sorical, è stata esaminata quella delle fontanine di via dei Colli di Siderno e del cimitero di Antonimina della sorgente Bragatorto, della sorgente Fiumarina di Gioiosa Jonica. Lo screening ha quindi interessato le acque che riforniscono i comuni di: Siderno, Siderno Superiore, Agnana, Canolo, Locri, Gerace, Antonimina, Gioiosa Ionica, Martone, Mammola, Marina di Gioiosa I., Roccella Jonica, Placanica, Stignano, Riace, Monasterace. Sono state ripetute le analisi sui pesticidi nell’acqua captata dalla subalvea del Torbido, in quanto, lo scorso anno, era stata riscontrata una positività transitoria da Dimetoato che ora è risultato assente. Per la sola acqua di Bragatorto, che arriva alla fontana accanto al cimitero di Antonimina, sono stati prelevati campioni per le analisi chimico-fisiche e per determinare anche il grado di pH, criticità, questa, particolarmente sentita dalla numerosa popolazione del circondario che se ne serve. Per quest’acqua è necessario spendere qualche parola in più in quanto, ai rapporti di prova, è quella che si è presentata non come acqua comune ma una vera e propria oligominerale. Risponde, infatti, ai requisiti previsti dalla norma per essere definita oligominerale: residuo fisso non

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superiore a 500 mg/l, favorisce la diuresi, contiene poco sodio e può essere indicata per chi soffre di ipertensione. È utile per prevenire la calcolosi renale. Per quanto concerne il parametro pH, questo risulta inferiore a 6.5 alla sorgente a causa della naturale presenza di anidride carbonica; infatti lasciata l’acqua all’aria il pH sale a 6.5. I rapporti di prova delle analisi sui metalli pesanti (circa 80 elementi) sono pubblicati sul portale https://acquapotabile.crowdmap.com dove già sono consultabili, oltre quelli sulla radioattività, anche i rapporti di prova delle acque dei comuni di Siderno, Roccella J., Marina di Gioiosa Ionica, i quali hanno già formalmente sottoscritto un apposito protocollo con l’Osservatorio per la loro divulgazione. Non sono emerse significative criticità, ma siamo convinti che sia necessario continuare a effettuare controlli periodici perché molte sono le variabili che possono determinare variazioni

nella qualità delle acque. Controlli che allo stato effettuano la Sorical e la Stemag e l’ASP, la maggiore deputata a farlo, perché ai suoi operatori non vengono forniti i contenitori per i prelievi. Crediamo che questi risultati dovrebbero spronare ulteriormente i comuni e gli enti preposti a fare fino in fondo la propria parte con la soluzione degli annosi problemi di distribuzione perché l’acqua c’è ed è buona ma le condotte sono vecchie e insufficienti a raggiungere gli utenti in modo soddisfacente. Vi sono alcuni comuni che non hanno mai dato corso alla nostra richiesta di accesso agli atti, effettuata tra il dicembre 2013 (Placanica), aprile 2014 (Antonimina e Gerace) e il marzo 2015 (Ardore, Bagnara e Careri). Auspichiamo che essi prendano atto dell’assoluta necessità di monitorare le acque che i loro cittadini usano per tenerli in buona salute e assolvere a uno dei principali compiti del loro mandato.

Eletto il direttivo dei Lions di Roccella:

un rinnovato impulso per un maggiore impegno

In una piacevole serata, trascorsa all’insegna della piena amicizia, della solidarietà e del rinnovato impegno, si è svolta l’Assemblea per designare le Cariche del Lions Club di Roccella Jonica per il prossimo anno sociale 2015/2016. Le cariche sono state così distribuite: come Presidente è stato riconfermato all’unanimità l’arch. Mimmo Futia; Vice Presidente, il giornalista Enzo Romeo; Segretario, l’arch. Orazio Violante; Tesoriere, il commercialista dott. Lorenzo Maesano; Cerimoniere il dott. Domenico Leonardo, presidente Ymca; alla carica di Censore è stato chiamato l’avv. Leonardo Comperatore; Officer

telematico il dott. Marcello Gatto; il dott. Rocco Speranza sarà il Presidente Comitato Soci, mentre Consiglieri saranno il Sacerdote Don Sasà Tucci e la Prof.ssa Daniela Futia. L’anno in corso, che avrà termine il prossimo 30 giugno, per il giovane club di Roccella, al suo primo anno di vita, è stato particolarmente intenso e ricco di grandi soddisfazioni. Caratterizzata da un programma di grande spessore sociale, l’attività si è sviluppata con una serie di manifestazioni di grande prestigio principalmente nelle varie scuole di ogni ordine e grado presenti sul territorio. Il Presidente Futia, a fine serata, si è detto particolarmente soddisfatto dell’attività svolta - grazie alla quale il Lions Club di Roccella Jonica ha acquisito un’importante proiezione sociale, anche in ambito distrettuale - e ha precisato che “il programma terrà principalmente conto delle indicazioni del vicepresidente e di tutti gli officers, nell’ottica di una necessaria continuità così da dare spazio a progetti da perpetrarsi nel tempo”. Infine è stato sollecitato l’impegno di tutti a uno dei prossimi appuntamenti: il “Premio di Pittura Papandrea” che si terrà il 10 agosto a Careri per ricordare uno dei figli più amati, appunto Mario Papandrea, appassionato di pittura. L’iniziativa è riservata a tutti fino ai 35 anni di età e ai vincitori saranno assegnati premi in denaro fino a mille euro. La serata avrà la sicura partecipazione di ospiti illustri e sarà ricca anche di altre iniziative.


Trasporti sulla

Jonica per uscire dall’isolamento

Sul tema “Trasporti sulla Ionica – Per Uscire dall’Isolamento” il Circolo del Partito Democratico di Roccella Ionica terrà un’iniziativa pubblica, venerdì 19 giugno alle ore 19,00 presso i locali dell’Hotel Mediterraneo. Coordinerà i lavori l’On. Mimmo Bova, Segretario del Circolo PD, relazioneranno il Prof. Domenico Gattuso - Ordinario di Trasporti presso l’Università di Reggio Calabria, il Prof. Giuseppe Alvaro del Direttivo del Circolo PD e l’Ing. Vanessa Riitano, Capogruppo di Roccella Bene Comune. Concluderà l'On. Nino De Gaetano, Assessore Regionale ai lavori pubblici e alle infrastrutture. I gravi ritardi che si registrano nell’infrastrutturazione della nostra zona e la lenta e inesorabile volontà di smantellare la linea ferroviaria Ionica, impongono l’esigenza di lanciare un’ulteriore grido di allarme per sensibilizzare la pubblica opinione e per porre un freno al progressivo degrado dell’area. Con questa iniziativa, ha detto l’On. Mimmo Bova, vogliamo coinvolgere i Sindaci, le Organizzazioni Sociali e la popolazione del comprensorio, per discutere e avanzare proposte concrete, per uscire dall’isolamento in cui versa la Zona Ionica.


SVILUPPO

cina andat I gialli che girano con i liquidi in tasca e concludono affari nel mondo intero, dopo essere stati disdegnati dall’Italia che sparla e getta fango quando ha paura che le si rubi il pane, sono pronti a ospitarci in casa loro.

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO mentre l’Italia teme di farsi colonizzare economicamente dalla Cina e propone pesanti dazi d’importazione dei suoi prodotti, considerando l’invasione del colosso asiatico sleale e senza regole, il dragone rosso spalanca le porte agli imprenditori italiani e, in particolare, calabresi. Lo fa grazie al progetto nazionale “Tu Italy – The best for you” promosso da Concetta Tassone, presidente di AT Group, e illustrato in occasione del meeting “Calabria- Cina: prospettive per l’internazionalizzazione” che si è svolto il 6 giugno nello splendido Castello del mito di Altafiumara a Villa San Giovanni. Il meeting ha fatto seguito al protocollo firmato a Roma tra Regione e la provincia di QingDao, con cui è stata avviata una serie di collaborazioni che incrementeranno l'interscambio tra le due realtà territoriali.

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Anche questa iniziativa è stata promossa dall'azienda calabrese AT group ed è stata accolta con favore da Giuseppe Nucera, presidente di Federturismo Calabria e responsabile della sezione Turismo di Confindustria Reggio. «AT Group, che da diversi anni opera nel settore import export occupandosi delle strategie di sviluppo del marketing internazionale, si rivolge alle eccellenze italiane, a tutte le aziende che abbiano interesse a varcare le frontiere dei mercati esteri più importanti, come quello cinese, assai stabile – dichiara Concetta Tassone – Il progetto "Tu Italy" si propone di creare una piattaforma distributiva del Made in Italy a livello nazionale in Cina. I settori d’interesse sono: moda, agroalimentare, architettura, oreficeria, artigianato artistico”. Tutti prodotti Made in Italy di qualità medio alta così da essere competitivi e dare lustro all’eccellenza italiana. Il governo cinese, intuendo le grandi potenzialità commer-

ciali di un interscambio con l’Italia, ha inviato nei giorni scorsi in Calabria una delegazione di imprenditori operanti in diversi settori, insieme a una troupe della prima rete radiotelevisiva cinese, la “Xi’an Radio e Tv Station”. La missione commerciale ha come obiettivo quello di conoscere le eccellenze produttive regionali e i territori delle province calabresi, così da incrementare e consolidare i flussi turistici che abbiano quale destinazione privilegiata la nostra Regione. C’è grande interesse da parte del gigante asiatico a favorire l’insediamento delle aziende tricolori. “Con un vantaggio enorme – continua Concetta Tassone - vige la completa esenzione delle tasse doganali”. Sono venuti a salvarci. I gialli che girano con i liquidi in tasca e concludono affari nel mondo intero, dopo essere stati disdegnati dall’Italia che sparla e getta fango quando ha paura che le si rubi il pane, sono pronti a ospitarci in casa

loro. Un’occasione da non perdere per le aziende italiane e calabresi alla ricerca di nuovi mercati e di nuove opportunità di investimento. Le prime piattaforme saranno localizzate nella città di Jimo e di Xi’an, nella Regione dello Shandong. Jimo è una città commerciale millenaria, oggi una “Città Ingrosso”, con quasi 30 km quadrati di centri commerciali e al secondo posto per scambi commerciali all’ingrosso con buyer cinesi, coreani e giapponesi. Xi’an è, invece, la più grande e più sviluppata città della Cina nord-occidentale, posta lungo l’antica “Via della Seta”, e importante centro culturale, commerciale e industriale. E così nel bisbiglio sommesso da cimitero, in quel tedio che Pessoa definiva come “il sentire che non vale la pena di fare niente”, ecco levarsi un urlo disperato: “Gigante con gli occhi a mandorla, pensaci tu!”

Progetto“Tu Italy”: Un’opportunità seria, concreta e vincente per il Made in Italy in Cina

Il dragone rosso (ri)accende il fuoco dell’imprenditoria calabrese


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ta e ritorno Non si sa bene di chi sia stata l’idea di aprire un attività commerciale di questo tipo né si conosce con esattezza la data in cui il fenomeno ha cominciato a diffondersi in ogni centro urbano del Paese

JACOPO GIUCA «Mio Dio, ma questo fermaglio per capelli è delizioso! Dove l’hai comprato?» «Dai cinesi.» «Ma pensa, l’avrai pagato una stupidaggine! Almeno hai messo da parte i soldi per il caricatore del telefono che ti si era rotto». «No. È dei cinesi pure quello». Come dei cinesi sono quei pratici sottobicchieri, la cassettiera in plastica sul balcone, il cestino della spazzatura, quei bellissimi vasi per le piante rampicanti e la pistola ad acqua per vostro figlio, la borsetta taroccata, le scarpe da ginnastica, il tappetino per il pilates, gli occhialini da piscina e il costume nuovo per il mare… Dei cinesi è la torcetta tascabile, dei cinesi è il portachiavi, dei cinesi è la bigiotteria, dei cinesi è il negozio, dei cinesi è il centro commerciale, dei cinesi è l’idea, dei cinesi è l’impero. Perché il fenomeno “cineserie” è un tassello fondamentale del nostro tempo e non c’è italiano che, pur disprezzando la politica dei bazar

orientali che costellano le mappe delle nostre città non sia entrato in uno di essi almeno una volta. Non si sa bene di chi sia stata l’idea di aprire un attività commerciale di questo tipo né si conosce con esattezza la data in cui il fenomeno ha cominciato a diffondersi in ogni centro urbano del Paese. Resta il fatto che, nel giro di pochi anni, questi negozi sono aumentati di numero e hanno aumentato a dismisura la gamma dei prodotti in vendita tanto che, dal gatto con la faccia da ebete che saluta, sono passati a vendere persino i ricambi per le auto. La formula dell’utensile a prezzo minimo non poteva che funzionare, in tempo di crisi, tanto più che una frase che si sente sempre più spesso pronunciare è che poco importa che le presine per il forno si squaglino al terzo utilizzo: “Tanto sono costate 50 centesimi!” Di cinquanta centesimi in cinquanta centesimi, però, i cinesi si arricchivano e, arricchisciti oggi, arricchisciti domani, nel 2015 si sono potuti permettere di assumere personale italiano e investire un’ingente somma di denaro

che gli ha permesso di aprire un bazar all’interno del Parco Commerciale dei “Gelsomini”, in quel di Bovalino. Uno dei simboli del commercio locrideo, insomma, batte da questo fine settimana bandiera cinese e, non solo oggi stesso potete farvi tirare dietro la custodia del telefono che vi piace tanto, ma potete farlo anche prima di andare a farvi un bel giro al “Brico Io”. E, come sempre accade, non si può dire che l’idea non abbia avuto successo, considerato il pienone che è stato registrato in queste prime giornate di apertura. Quello che si paventava qualche tempo fa per Siderno e il suo centro commerciale “La Gru”, insomma, potrebbe accadere presto a Bovalino. I cinesi, che erano arrivati come un tornado con i loro modi garbati e i loro visi simpatici, avevano fatto credere per diverso tempo che stessero per levare le tende prima di presentare la propria scala reale. Il fatto, poi, che l’inaugurazione del negozio al centro commerciale abbia coinciso con la visita della delegazione cinese che ha annunciato

alla Locride di aspettare i nostri commercianti nella loro terra affascinante ha veramente dello straordinario. Se non si trattasse di un’operazione perfettamente legale, si potrebbe quasi pensare che si sia trattato di un colpo gobbo grazie al quale i signori della truffa distraevano con belle parole gli ignari calabresi mentre conquistavano un avamposto strategico. Purtroppo, però, i “Gelsomini” non erano più strategici da tempo così come l’accordo Calabria-Cina non sappiamo quanto verrà coronato dai nostri conterranei. C’è da dire che i “Gelsomini” stanno tornando a fiorire proprio come i bazar di “italianerie” in Cina non riusciranno ad avere grande appeal. Non sappiamo se il futuro prossimo o venturo ci riserverà davvero cinesi che vendono in Italia quanto italiani che vendono in Cina, certo è che, per adesso, la Cina è stata in grado di edificare un vero e proprio impero commerciale che sembra poter durare mille anni. Intanto, il gatto con la faccia da ebete continua a salutare.

I commercianti orientali issano bandiera rossa sulla vetta del Parco Commerciale i Gelsomini di Bovalino e, nonostante lo scetticismo nei confronti delle “cineserie”, le code alle casse sono infinite. I cinesi aprono bazar, conquistano centri commerciali, danno lavoro agli italiani. È l’alba di un impero?

Alla conquista di Bovalino con furore


RIVIERA

La Cicciarello e i suoi Tumulti del cuore coinvolgono anche i grandi della politica a Bovalino I Tumulti del cuore di Patrizia Cicciarello sta avendo un successo incredibile in tutta la Locride. In settimana, durante l’anteprima del romanzo svoltasi a Bovalino, hanno presenziato anche Wanda Ferro, Caterina Autelitano, Diego Cataldo, Domenico Agostini e Giuseppe Cherubino, che si trovavano lì per presenziare anche alla nuova mostra fotografica della brava Nadia Panetta.

CULTURA E SOCIETA’

Migrazioni: quando il viaggio diventa riflessione dello spirito “Migrare è speranza e paura assieme, migrare è gioia e dolore mescolati nella stessa lacrima, migrare è continuare a esistere”. Così Domenico Sisto anticipa il tema delle pitture di Mariagrazia Costa, la giovane artista catanzarese che dopo due anni presenta al pubblico “Migrazioni”, un’esposizione di 12 quadri e un’installazione dal titolo Solo acqua e cielo presso la Libreria Mondadori, Sala Calliope a Siderno dal 21 al 30 giugno. Il viaggiatore è protagonista di un movimento non solo fisico, ma spirituale, che lo costringe a una meditazione dell’essere di fronte all’immensità. Un tema già trattato dalla Costa nel 2009 tramite immagini di barche per poi passare a elementi come animali ed esseri umani. L’intento è quello di creare nella mente dello spettatore l’esperienza del movimento, attraverso miniature di animali che da lontano sembrano essere dei punti neri posti al centro dello spazio. In realtà più ci si avvicina al quadro e più si può percepire il movimento dell’oggetto raffigurato in ogni suo particolare. È restando chiusi in una stanza che si ha la pos-

sibilità di viaggiare pur restando fermi di fronte a un’unica immagine. Si tratta di ambientazioni astratte caratterizzate da un tocco romantico che pongono l’uomo di fronte a una profonda riflessione della natura e di se stesso, della sua condizione contemporanea e il suo dialogo con l’esistente. La tecnica utilizzata propone uno spostamento che va dal macro al micro e sono proprio le miniature di cammelli, leoni e giraffe poste al centro dello spazio astratto a raccontare la storia del viaggio. Il quadro dentro il quadro, la storia dentro la storia: è questo che l’artista vuole trasmettere al pubblico. Gli animali della Costa viaggiano alla ricerca della bellezza, luogo di rinnovamento e di rinascita, come in “Lucy”, prima donna sulla terra che guida la Migrazione necessaria a ogni essere vivente. La mostra curata dall’associazione culturale K.I.S, della quale fa parte la stessa Costa, sarà affiancata da alcuni audio proposti dalla cauloniese Daniela Rullo. In queste interviste il visitatore potrà ascoltare esperienze di viaggio nelle Americhe e in Australia di alcuni migranti. Dunque si potrà rivivere l’esperienza del viaggio in un unico momento e in un unico luogo. Durante la mostra l’artista distribuirà anche delle lenti di ingrandimento per osservare meglio le miniature. M. Cristina Caminiti

A Gioiosa Ionica 1ª Parata Storica e l'opera lirica "Il Barbiere di Siviglia" Il corteo storico in costume è partito da Palazzo Amaduri e percorso le vie del centro per giungere in Piazza Vittorio Veneto dove è stato fatto rivivere il matrimonio di Clelia Romano con il Marchese Francesco Maria Pellicano

"Abbiamo presentato a Palazzo Amaduri un'interessante attività didattica musicale con le quinte del Don Minzoni. L'idea era quella di avvicinare i giovanissimi alla lirica partendo dalla storia di Gioiosa Jonica, in particolare da quella di Clelia Pellicano, una nobildonna molto vicina al popolo e grande sostenitrice dei diritti umani, attraverso la cui conoscenza i nostri bambini hanno potuto apprendere uno spaccato della nostra città. Grazie alla Parata Storica e alla rappresentazione del Barbiere di Siviglia, abbiamo dimostrato come la nostra scuola possa ancora trovare metodi nuovi per l'apprendimento, continuando a essere per il singolo, ma trovando anche metodi nuovi per migliorare il territorio". Sono le parole con cui Maria Rosaria Pini, dirigente scolastico dell'istituto comprensivo Gioiosa Ionica-Grotteria ha introdotto la grande iniziativa didattica svoltasi a Gioiosa Ionica lo scorso 2 giugno. È stato infatti un successo pieno ed entusiastico quello della Prima Parata Storica ideata per la città dall’Associazione Culturale InCanto in collaborazione con il Comune, con le docenti del Plesso Scolastico Don Minzoni, dell’Istituto Comprensivo di Gioiosa Ionica e con l’approvazione della Consulta delle Associazioni. Lungo le strade della cittadina hanno sfilato circa 80 figuranti tra alunni, genitori e docenti del Plesso. Il Progetto ha coinvolto gli alunni delle classi quinte ed è divenuto Progetto curriculare di alta valenza formativa.Le docenti del “Don Minzoni”, hanno pensato di formulare una duplice proposta formativa ai genitori dei ragazzi delle quinte classi, avendo individuato come primario obiettivo la relazione educativa fra genitori e figli e un percorso di sensibilizzazione e avvicinamento all’Opera Lirica. Si è trattato di una manifestazione culturale, per Gioiosa Ionica, senza precedenti, di grande significato storico-culturale, che è servita a svegliare non soltanto la coscienza

e la conoscenza dei ragazzi, ma anche quella della gente comune, sul passato e sul Bel Canto. Il corteo storico in costume che è partito da Palazzo Amaduri verso le 18.30, ha percorso le vie del centro storico per giungere in Piazza Vittorio Veneto – dove la Musa della Memoria, preceduta dalla bellissima Gioiosa, ha decantato la Storia di Gioiosa Ionica. In seguito è stato fatto rivivere il matrimonio di Clelia Romano con il Marchese Francesco Maria Pellicano. Tra Clelia e il marchese Francesco furono "nozze contratte in un raro e felice connubio della ragione e del cuore" (come lei stessa definì il suo rapporto), evento significativo per la storia del paese. Dopo la celebrazione del matrimonio, la popolazione è stata invitata dal Banditore ad assistere all’Opera Lirica “Il Barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini. Due Progetti in uno, La Parata Storica e “L'opera lirica nella scuola primaria”, hanno sviluppato un percorso finalizzato a un ascolto del repertorio operistico con l’intento di formare un nuovo pubblico sensibile, attento, consapevole e critico. Attraverso seminari, incontri e laboratori articolati durante l’anno scolastico, docenti e studenti hanno scoperto, studiato e vis-

suto da protagonisti il fascino del melodramma, imparando a cantare le arie dalla celebre opera rossiniana. Un progetto di ampia portata, pieno di contenuti, che ha consentito un avvicinamento “morbido” al melodramma e alla lirica da parte dei ragazzi del Plesso “Don Minzoni”: durante la presentazione del Progetto presso Palazzo Amaduri, è stato anche proiettato un video – magistralmente montato da Vincenzo Logozzo – che illustra la visita degli alunni al Conservatorio Musicale F. Cilea di Reggio Calabria, visita che ha consentito loro di capire cosa significa studiare canto lirico e come nascono le grandi Opere Liriche. Cantare l’opera lirica, metterla in scena, studiarla, ci ha aiutati a conoscerla e ad amarla. Considerata una “cosa da grandi” ma che a ben guardare tratta storie spesso divertenti e accattivanti. Sono questi alcuni commenti dei ragazzi, storie, personaggi, sentimenti, rendono più comprensibile e significativo il linguaggio della musica classica. I costumi storici sono stati realizzati dalle abilissime mani di Marina Andrianò, sarta e costumista gioiosana dalle riconosciute qualità nella riproposizione di abiti d’epoca.


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LA ROSA DEIVENTI (mini rubrica a cura di Maria Verdiglione)

I PROGETTI FOLLI DI UOMINI GENIALI

Il 2 gennaio 1897 i giornali di Stoccolma informavano i lettori di un testamento particolare lasciato da un ricco e famoso inventore: ALFRED NOBEL, padre della famosa micidiale dinamite. Recitava così: “Il mio patrimonio costituirà un premio alle persone che avranno reso all’umanità i più grandi servigi”. E fin qui è da ammirare il grande spirito filantropo. Solo che, accanto a tanto amore per la Scienza e il Progresso umano, durante una conversazione con importanti uomini d’affari illustrava un altro progetto. Aveva in mente di edificare una casa dove i candidati al suicidio potessero attuare il proprio desiderio con tutta tranquillità. Trovate un altro “benefattore” che la pensi così!

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Calci S di rigorE per festeggiare i 171 anni dell'YMCA

i sono svolti sabato 6 giugno, presso il campo da pallacanestro dell'YMCA Siderno, i festeggiamenti per il centosettantunesimo compleanno dell'associazione. La manifestazione organizzata dalla World Ymca e denominata "Kicking goal for Youth Empowerment", ha avuto come obiettivo principale, quello di battere il record mondiale di calci di rigore calciati consecutivamente nelle YMCA sparse per il mondo, alle ore 12:00 GMT (13:00 ora italiana). La manifestazione sidernese, è iniziata con un minuto di silenzio in memoria dell'ex Sindaco socialista Paolo Catalano, scomparso il 5 giugno. Prima che le lancette dell'orologio segnassero le ore 13:00, il Presidente dell'YMCA Domenico Leonardo, ha voluto ricordare come questo 2015 sia stato un anno ricco di successi, sportivi e non, per la Città jonica: infatti la promozione in serie C Regionale dell'YMCA Basketball, e il ritorno nella Promozione Calabrese del Siderno Calcio, hanno ridato vigore e prestigio allo sport cittadino. Continuando nel suo messaggio di "fiducia e speranza contro la passività del passato", il Presidente ha ricordato come, dopo gli anni bui del commissariamento, a Siderno sia tornata la democrazia col ritorno alle urne, e l'elezione del nuovo Sindaco. Ed è stato proprio il neo sindaco Pietro Fuda ad avere l'onore di calciare il primo rigore della giornata, a cui si sono susseguiti quelli del Presidente del Siderno Calcio Enzo Futia, e dell'Ingegnere Barranca già Presidente dell'YMCA Siderno. Al termine dei primi tre rigori, che per l'appunto rappresentavano il "trinomio" vincente di cui parlava Leonardo, la lotteria dei rigori è continuata con vari esponenti politici, comuni cittadini, e i ragazzi della Juventina Siderno; che si sono succeduti dal "dischetto". Nota di merito ad Alfredo Vitale, mascotte e uomo YMCA per eccellenza, che ha difeso degnamente i pali della sua porta. Antonello Tinelli.

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Amarcord

Centro dell’universo Questo è il mio paese e lo puoi ritrovare in ogni angolo di mondo…

mio paese si distende sul suo bellissimo mare. Quel mare che ci ricorda il primo terribile alito di guerra della battaglia di Punta Stilo. Dove immergi i piedi nell’acqua e guardi il fondo per trovare le pietruzze bianche che dimenticherai in qualche bicchiere a memoria di quand’eri bambino, dove vorresti che fossero sparse le tue ceneri. Dove i tuoi amici, che sono rimasti giovani, si ritrovano a fare il bagno a Settembre godendo del sole morbido e tiepido, della spiaggia quasi deserta, delle onde lunghe che si poggiano, quasi in un abbraccio, sulla spiaggia distendendosi in essa in larghi tratti. Dove ti piace camminare, nelle albe fresche dell’autunno per poi alzare gli occhi e vedere le rovine del pastificio Cataldo che si è portato dietro le nostre illusioni industriali e più avanti guardando quella specie di monolite bianco, discutibile, ingombrante che è diventato il costruendo albergo che racchiudeva le nostre illusioni turistiche. Dove al tuo avvicinarti i gabbiani, che sono ritornati dall’esilio, cui li avevano costretti torme di turisti, si alzano in volo per posarsi qualche passo più avanti per poi volare ancora e ancora al tuo avvicinarsi, dove le botti allineate sulla battigia, annunciano la vendemmia. Quel mare che si gonfia e si abbatte rabbioso sulla spiaggia sospinto dal vento di scirocco e da quello di levante, che si placa beato al soffio del ponentino e del grecale, che ospita i pochi pescatori rimasti che rammagliano sulla rena le loro reti. Che guarda sornione le coppiette sotto il vecchio pontile mentre si baciano sussurrandosi eterno amore, che ospita miriadi di pesciolini attirati dal tuo piede immerso nell’acqua che smuove la sabbia. È questo il mare del mio paese, il mare più bello del mondo, racchiuso in una specie di conca fra le punte di Roccella e di Capo Spartivento, in cui si riflettono i fuochi accesi delle nostre albe e dei nostri tramonti e il grigio nelle giornate di pioggia, che scandisce il passare inesorabile degli anni, che veglia i destini inquieti della mia gente. Quel mare che i pescatori vedono, al largo con le loro barche, appena svanisce la notte con le sue ombre, color del latte appena macchiato da fragola matura e che poi è trafitto dal suo amante che si alza all’orizzonte verso est. Il sole lo inonda di luce e poi gli porta la carezza del primo vento che lo tinge di azzurro sempre più intenso. Quel mare che fa capire proprio

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a me, che sono ignorante come un mulo, che sì la terra è rotonda e le mie prove sono nel fumaiolo che spunta all’orizzonte seguito poi, da lì a poco, dal profilo maestoso di una bianca bellissima nave, i pescatori manco se n’accorgono intenti come sono a tirare il palamito o le loro reti, attorniati da gabbiani che volteggiano in cerca di cibo. Il mio mare che è parte integrante del mio paese che, senza di esso, non sarebbe il mio paese e noi non saremmo come siamo. Tanto mare perché senza di esso il mio paese non sarebbe il mio paese e noi non saremmo come siamo. A riva una sabbia chiara e fina accarezza i piedi di chi vuol fare la più bella passeggiata che è dato fare respirando l’aria pura e dolce intrisa d’odore di mare. Poi il lungomare e le sue palme e le state di Peppe Correale. A nord lo scoglio scelto dal nostro bravissimo scultore e destinato ormai a restare nudo simbolo di un destino non molto propizio per Peppe. Ma c’è la sua vela che ci spinge verso l’azzurro e l’infinito, che ci pone sulla nave d’Ulisse in cerca d’avventure e di noi stessi, che ci fa volare alti nel cielo della fantasia e della libertà. Soprattutto nel cielo dell’arte e della creatività. E poi San Francesco novello Abramo che indica imperioso la strada e allunga il suo sguardo oltre l’orizzonte. Poi le vie belle, larghe. Ariose, squadrate del mio paese. Una di loro odora di gelsomino, in un’altra arance, limoni, mandarini, sono lì ad aspettare che qualcuno li colga e senta i sapori più genuini del Mediterraneo. Nel corso Garibaldi i tigli e i due magnifici platani dietro il Municipio, in esso si affiancano la scuola Elementare “Giovanni Pascoli” e la Scuola Media “Gesumino Pedullà” parte dell’Istituto Tecnico Commerciale “Guglielmo Marconi” e il Liceo Artistico, più in alto lì Istituto Tecnico per

Geometri e a nord la Scuola media “Corrado Alvaro” vicino al tribolatissimo Ospedale la cui storia meriterebbe di essere raccontata. Il Via Matteotti gli oleandri disegnano mirabilmente un grande damasco multicolore e danno l’impressione di camminare su un magico tappeto. E poi la piazzetta delle palme vicino alla stazione ferroviaria, meta d’ogni coppia di sposi che lì eterna il giorno più bello della vita. Quelle foto campeggeranno, oltre che nelle case di Siderno, nei salotti e nelle stanze da letto di New York e di Toronto, di Calgary e di Buenos Aires, di Londra e Parigi, di Milano e Torino. Lì, dove il loro destino li porterà in cerca di lavoro e di felicità. E le palme di Villa Albanese e quelle disseminate in ogni angolo e in ogni giardino ed orto della cittadina. Poi i pini delle due piazzette poste ai lati del Municipio di Siderno, volute dall’allora sindaco Cosimo Jannopollo. Il m i o

paese, nella sua marina è piatto e arioso, nelle strade larghe e odorose ci ritroviamo in tanti a fare lunghe sgroppate con le biciclette ed anche a piedi percorrendo il periplo del paese dal lungomare alla circonvallazione, dall’odore d’alghe portate dal levantino a quelli del rosmarino, del finocchio selvatico, dell’origano, della salvia, provenienti dalle campagne e dagli orti posti nella parte alta lambita dalla circonvallazione. Dai balconi delle vie cittadine fanno bella mostra di sé gerani, fucsie, garofani, vari tipi di gelsomino, rose ed innumerevoli altri tipi di fiori che sono l’orgoglio delle padrone di casa. Al centro, che poi è il cuore del paese, la villa comunale, l’Ymca e il Tennis Club. Risalendo le belle piazze Portosalvo, Risorgimento e Vittorio Veneto. Giù, ai due lati i rioni dei pescatori. Poi il mio paese si alza dolcemente, quasi si destasse la mattina, si stiracchia, si allarga e si allunga nelle contrade di Mirto, di Dionisi, di Lamia, di Zammariti, di Campo, d’Oliveto, di Gonia, di Vennarello, di Ferraro scoprendo il paesaggio della campagna, il regno degli uliveti, delle vigne, dei valloni e delle collinette. Poi la diga, che rispecchia il più azzurro e terso dei cieli del mondo. Più giù il campo sportivo e il centro polifunzionale. Disseminate sul territorio le tre chiese: La chiesa Madre della Madonna di POrtosalvo, qualla a me più cara di Santa Maria dell’Arco e la chiesa delle Immacolatine e poi a testimonianza del passato, svettano ancora tre delle vecchie ciminiere. Poi c’è il paese antico, arroccato da millenni su una collinetta di tufo e argilla che si va sgretolando, con i suoi palazzi gentilizi in rovina, con le sue chiese distrutte fatte salve quella bellissima di San Nicola sulla omonima piazza austera, solenne, composta. Una delle poche chiese nostre non aggredite dal chiasso di un barocco ripetitivo, una delle poche dove senti prenderti alla gola il senso del divino, dove percepisci in qualche modo, o ti pare di percepire il respiro di Dio. Poi la chiesetta della Madonna dell’Arco piccola, disadorna ma anche lei con il senso del divino appiccicato addosso. In alto affianco della “panoramica” la strada di Peppe Errigo, quella degli “irti colli” e San Francesco, le sue querce e il suo bel vedere che si apre giù

nella valle spaziando fin sul nostro mare e le sue navi, le sue vele e tutto ciò che in esso si muove. Poi le viuzze, gli archi, le fenditure che scendono verticalmente sulle fiumare, i saliscendi per sentieri tagliati nella campagna, gli alberi d’olivo, le vigne, il frinire delle cicale, il canto degli uccelli e lo stradone che porta a Salvi, la nostra contrada più interna, e ad Agnana un paese fratello posto fra le colline. Ai suoi lati, in primavera è il trionfo delle margherite e dei papaveri, dei fiori di campo e della sulla, dei carciofi selvaggi che si va a cogliere con grave danno per le mani che si imbattono nelle loro acuminatissime spine. Questo è il mio paese e lo puoi ritrovare in ogni angolo di mondo nel cuore dei nostri concittadini costretti a lasciarlo. Ogni volta che appare uno di quelli che è rimasto e che va a trovarli, hanno la prova che il loro paese esiste davvero e che davvero li aspetta con le sue piazze, le sue vie, il suo sole e il suo mare. Quell’ambasciatore della loro terra lontana viene coccolato, amato, interrogato, riempito d’attenzioni perché il su profumo è profumo di terra natia. Non ho parlato dei sidernesi, “vil razza dannata” direbbe il poeta. Dei sidernesi non voglio parlare perché quelli più vicini al mio animo e al mio spirito, appartengono al passato. Ora i sidernesi sono altra cosa, sono il prodotto della civiltà e della globalizzazione. Altra cosa di quelli che correvano per i vicoli, di quelli che discutevano nelle piazze, si azzuffavano per Bartali e Coppi, per la Juventus e l’Internazionale, per il PCI o il PSI o la Dc, salvo poi andare al Bar Aquila o, una volta, al Caffè Sarroino a continuare il loro discutere trasformando tutto in una grande Agorà che, inconsapevolmente, li portava alle loro origini, figli di una terra che più bella non c’è doveste consumare mille verghe di ferro e mille paia di scarpe per trovarla. Diceva Mimmo Gentile che Siderno e il centro del mondo. Io giuro che è così, che non può che essere così. Noi ci alziamo la mattina e guardiamo l’Universo dal suo centro più vero. Dalla nostra piccola, grande incommensurabile, boriosa, parolaia, irriverente, provinciale, cosmopolita, gentile, colta, presuntuosa, laica, religiosa, amatissima Siderno. Paolo Catalano 20 Aprile 2003


SALUTE & MEDICINA

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L esperto Otorinolaringoiatra

Pillole

Carenza iodica e gravidanza L

a gravidanza è una condizione di aumentato carico funzionale per la tiroide che deve far fronte a stimoli fisiologici diversi che intervengono sin dal momento del concepimento. Il principale componente degli ormoni tiroidei (OT) è lo iodio che dal circolo ematico viene captato dalle cellule tiroidee per la sintesi ormonale. In gravidanza il fabbisogno giornaliero di iodio aumenta come conseguenza di fisiologiche modificazioni a cui va incontro l’unità materno-fetale. Nelle aree a carenza iodica lieve/moderata, l’insufficiente apporto iodico si traduce nella comparsa di gozzo. La carenza iodica grave può invece condurre ad un ipotiroidismo materno che aumenta la frequenza di aborto e di complicanze fetali/neonatali. Il mantenimento dello stato di eutiroidismo in gravidanza è cruciale per il feto poiché gli OT, la cui produzione fetale inizia solo a partire dalla 20° settimana di gestazione, sono indispensabili per la crescita e maturazione di organi e tessuti, in particolare del sistema nervoso centrale e periferico. Gli OT materni raggiungono la circolazione fetale anche nelle ultime fasi della gravidanza e questo fenomeno ha rilevanza clinica nei feti con ipotiroidismo da mancato sviluppo ghiandolare nei quali, poiché la produzione di OT è scarsa o nulla, lo sviluppo avviene grazie agli OT materni. Pertanto il controllo della funzione tiroidea entro il I trimestre di gravidanza consente di correggere il deficit iodico o l’ipotiroidismo senza conseguenze materno-fetali.

A cura di: Drssa Anna Perri / Dr Rocco Valeriano

studioperrivaleriano@libero.it Specialisti in EndocrinologiaUniversità degli Studi di Pisa

Le sinusiti Dott. Antonio Cassone Specialista in Otorinolaringoiatria Responsabile dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria della Casa di Cura “Cappellani-Giomi”. Messina Responsabile del DS di Otorinolaringoiatria della Casa di Cura “Carmona”. Messina Riceve: Studio Raymat, Via Calvario 15 A Marina di Gioiosa Jonica Tel 0964 /416856; Via Riviera 13 Villa San Giovanni tel 0965/794842 339/1459340 Via Torrione 6 Reggio Calabria tel 0965/794842 – 339/1459340

I seni paranasali sono cavità pneumatiche poste ai lati delle fosse nasali e con esse comunicanti attraverso orifizi e canali. Alcuni sono presenti sin dalla nascita, altri si formano durante i primi anni di vita e raggiungono lo sviluppo completo verso i vent’anni. Hanno lo scopo di alleggerire il cranio, riscaldare, umidificare e purificare l’aria, servire da cassa di risonanza e attenuare eventuali traumi cranici. Si distinguono in: frontali, mascellari, etmoidali e sfenoidali. Le sinusiti sono processi infiammatori che interessano la mucosa dei seni paranasali e raramente il periostio e l’osso di esse cavità; si distinguono in acute, croniche e recidivanti. Le sinusiti acute hanno una durata massima di due-tre settimane, sono in genere conseguenza di riniti acute, di cui riconoscono i medesimi agenti eziologici: virus, batteri, funghi e allergie; altre volte hanno un origine odontogena, traumatica o baro-traumatica. La sintomatologia è caratterizzata dalla presenza di febbre, rinorrea e dolore facciale. Un’accurata e tempestiva visita medica associata ad un esame rinofibroscopico consente di fare diagnosi e di iniziare un’adeguata terapia medica che porterà il paziente ad una sicura e veloce guarigione. Le sinusiti croniche, che hanno una durata non inferiore a tre mesi, presentano una sintomatologia più subdola. Possono essere presenti secrezioni nasali catarrali, purulente, talvolta fetide, iposmia (diminuita capacità di percepire gli odori) o cacosmia (percezioni di odori sgradevoli reali o immaginari), pesantezza, sensazione di pressione e cefalea in regione frontale, mascellare, zigomatica, periorbitaria e alla radice del naso, possono comparire manifestazioni gastrointestinali dispeptiche e complicanze tracheo-bronchiali. Le possibili, anche se rare e assai temibili complicanze, sono la neurite ottica retrobulbare, le meningiti, la trombosi del seno cavernoso e longitudinale. Le cause delle sinusiti croniche vanno ricercate in alterazioni anatomiche del naso e dei seni paranasali (deviazione del setto nasale, ipertrofia dei turbinati inferiori, turbinati medi bullosi), allergie ed ipereosinofilie (con edema della mucosa dei seni paranasali e quindi comparsa di polipi che ostruiscono gli osti e i canali di ventilazione e drenaggio degli stessi seni), traumi o

baro-traumi (tuffi e attività subacquea), flogosi odontogene (con propagazione per continuità del processo flogistico dai denti al seno mascellare). Le sinusiti recidivanti, che si caratterizzano per la presenza di almeno tre episodi acuti l’anno, spesso riconoscono gli stessi fattori eziologici delle sinusiti croniche e nei periodi intercrisi è possibile che ci sia o meno la persistenza di flogosi della mucosa sinusale. La diagnosi delle sinusiti croniche e recidivanti dev’essere affidata allo specialista otorinolaringoiatra al fine di individuarne le cause e le possibilità terapeutiche. La visita che lo specialista effettua sul paziente che lamenta i sintomi anzidetti consta tra l’altro dell’esame rinofibroscopico, che permette di individuare lo scolo rinofaringeo di secrezioni muco-purulente a provenienza dai seni paranasali o l’eventuale presenza di polipi nasali e di evidenziare possibili ostruzioni delle vie di ventilazione e drenaggio dei seni paranasali. La visita otorinolaringoiatra è spesso seguita dall’esame TC del massiccio facciale, che consente sia la precisa localizzazione del processo flogistico, sia un’analisi accurata dell’anatomia dei seni paranasali e delle cavità nasali. Quest’esame è pertanto indispensabile per programmare le strategie terapeutiche farmacologiche e soprattutto chirurgiche. Infatti, allorquando la terapia medica non sortisce gli effetti sperati, è necessario ove le condizioni cliniche del paziente lo consentano, effettuare un intervento chirurgico endoscopico (FESS) che consiste nel correggere i difetti anatomici del setto nasale e dei turbinati ed aprire i seni paranasali flogosati, ripulendoli del processo infiammatorio cronico. In conclusione é consigliabile rivolgersi all'otorinolaringoiatra quando è presente dolore gravativo attorno agli occhi, agli zigomi o alla fronte, che si accentua alla pressione, sensazione di pesantezza, voce nasale, secrezione nasale catarrale e purulenta, tosse, riduzione della capacità di percepire gli odori. L'intervento tempestivo dello specialista in questi casi può prevenire la cronicizzazione di una sinusite acuta o recidivante come anche la comparsa di complicanze nelle sinusiti croniche.

LE LESIONI MENISCALI menischi sono due strutture fibrocartilaginee a forma di “C” presenti all'interno del ginocchio. Il menisco interno viene detto mediale e quello esterno, laterale. Fungono da cuscinetti ammortizzatori tra femore e tibia. Le lesioni meniscali possono essere traumatiche,dovute a distorsioni o traumi diretti al ginocchio, degenerative,legate all' usura.Nel giovane sportivo la lesione è sempre traumatica.Esistono diversi tipi di lesione meniscale: longitudinale, radiale,orizzontale, con flap meniscale,a manico di secchio. Le lesioni possono riguardare il menisco in toto o in una sola parte,ad es. il corno posteriore o anteriore. La rottura del menisco a volte si associa a lesioni legamentose. I sintomi di lesione meniscale sono: gonfiore,dolore,ginocchio bloccato.La diagnosi si avvale di tests clinici e della Risonanza Magnetica del ginocchio.La terapia varia a seconda del tipo di lesione: in quelle longitudinali l'intervento è necessario sia per alleviare il dolore che per evitare il blocco articolare. L'intervento chirurgico si effettua in artroscopia:attraverso due piccoli buchi si inserisce una telecamera dentro il ginocchio e si asporta soltanto la porzione di menisco rotta.In alcuni tipi di lesioni in pazienti giovani si può effettuare la sutura meniscale.Per le lesioni meniscali isolate i tempi di recupero si aggirano di solito attorno ai 20-30 giorni.La riabilitazione post intervento indicata dallo specialista ortopedico è importante per recuperare il tono muscolare e riprendere l'attività agonistica in modo graduale,perché un ginocchio debole è fortemente a rischio.

I IL DOTT. VINCENZO

CALAFIORE RICEVE PREVIO APPUNTAMENTO PRESSO: STUDIO MEDICO PRIVATO, VIA DEL TORRIONE 24, REGGIO CALABRIA, TEL 0965/21079; CELL 329/4255444

STUDIO MEDICO POLISPECIALISTICO RAYMAT, VIA CALVARIO 15/A MARINA DI GIOIOSA JONICA, TEL. 0964/416856; ISTITUTO ORTOPEDICO DEL MEZZOGIORNO D'ITALIA , DI REGGIO CALABRIA TEL 0965/361221 (IN REGIME DI CONVENZIONE COL SSN).


RIVIERA

di Fortunato Calabrò

Il mare di Giugno Il mare di Giugno è un miele azzurro, minaccia giornate di sole e amori roventi, promette conforti di cielo e annuncia risate, scherzi, avventure. Il mare è lo specchio gigante di chi sa volare sopra le onde e sotto il cielo bonario di Giugno.

Bambini in prima fila I bambini presenti al concerto di Piazza Portosalvo di domenica sera sono indubbiamente l’espressione più viva del futuro di una città che crede nelle proprie decisioni e ha ripreso a sperare in un domani migliore dopo l’ultima tornata elettorale.

l’arco di gimirante Politica lun l’associazione Tiro cono, che già el ac d i d Gli amic miano il nuovo sin to sono Siderno pre determinazione quan n co va er oss oi bersagli. lontanio i su

gran iderno al ocialista ialista si ritrova a Se Futia, Saverio s to fo a c Un ttieri e Partito So stra) Pepp Il vecchio e (da sinistra a de , Pierpaolo Zave o to n comple , Gigi Brugna o una foto Zavettieri acco ci concedon Luciano R

Introduzione ai miti greci Abbiamo già dato notizia della recita degli alunni della Pascoli Alvaro svoltasi martedì 9 giugno alla Villa Comunale di Siderno. In questa foto uno dei momenti più significativi della rappresentazione: mentre i giovanissimi attori si preparano a iniziare, la dirigente scolastica Rosita Fiorenza e la storica presidentessa del Sidus Club, Albarosa Dolfin Romeo, introducono il lavoro degli alunni al pubblico attento.

Buon compleanno, Albertino! Alberto fa un anno e anche se non si sa esprimere a parole, sa bene come farsi capire! Auguri dai nonni Alberto e Silvana, dagli zii e da tutta la famiglia.

Un Futia “stagionato” Ciccio Futia ha posato per questa foto nel giorno del suo compleanno nella speranza di poter finire sul nostro giornale. Desiderio esaudito!

Il giorno più felice… Tantissimi auguri ai nostri amici Antonio Albanese e Samuela Marzano, coppia felice finalmente convolata a nozze sotto l’attento sguardo di Don Massimo!

Allenatori e bagnini in pausa L’allenatore di basket Domenico Costa viene qui colto mentre discute amabilmente con alcuni amici. In questo frangente, sta parlando di attualità e politica assieme al mitico bagnino Lillo, che si gode gli ultimi momenti di libertà prima di rientrare in servizio nell’imminenza della stagione estiva.

Il nipote di Chen terrorizza Siderno Dopo aver fatto “scascio” in Cina, il nipote di Chen atterra nella nostra Calabria e arriva a Siderno per terrorizzare il centro po lifunzionale.


SETTIMANALE

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DOMENICA 14 GIUGNO 23

llo Jonio co es scecane de L’ultimo pesqualo” e il pastore ted endi Gianni “Lo ndo l’ordine degli add vanBen. Cambiaon cambia: state osser nio. il risultato n pescecane dello Jo do l’ultimocqua! Uscite dall’a

Gente d’altri tempi per una San Luca d’altri tempi In questa foto d’altri tempi, i compianti Don Massimo Alvaro, fratello del ben più noto Corrado e il giornalista Antonio Delfino posano dinanzi a Sal Luca. Generazioni di consiglieri Dopo aver avuto tra le sue fila Angelo Macrì, il bar Number One, di Domenico Simonetta, si fregia oggi dei servigi del suo nuovo consigliere Gianluca Leonardi che, non solo mette a disposizione la propria persona, ma si presenta addirittura con prole al seguito! Pronto a forgiare un erede degno di sé?

Scatti rubati Un noto personaggio di Bovalino è stato intercettato questa settimana in compagnia dell’ex assessore Delfino. Questo scatto rubato ne è la prova!

Un narcos di nome Leonardi Dopo essere stato un boss, Marco Leonardi veste i panni del narcotrafficante colombiano nella serie tv Squadra Mobile. Eccolo mentre posa con i suoi colleghi “killer”

simi Una squadra fortis onorano l’ateneo reggino I ragazzi dell’UniRC zionale ANCIU calcio a 5. al 22° campionato na hipilliti, Favasuli, Gurnari, Da sinistra a destra: Sc Ciprioti, Lizzi.

Gli Amici del Lupo per la sicurezza stradale L’associazione Amici del Lupo, con al centro l’ex sindaco di Siderno Riccardo Ritorto, immortalati prima del calcio di inizio di una partita che è servita a raccogliere fondi per una buona causa. Nel perenne ricordo delle vittime della strada, infatti, i membri del gruppo hanno destinato il dinearo alla sicurezza stradale e si sono fatti promotori in questa stessa settimana dell’istallazione degli autovelox sulla Jonio Tirreno.

L’arma adempie al proprio dovere Un carabiniere viene colto nell’adempimento del dovere mentre aiuta un’anziana signora ad attraversare la strada per raggiungere la chiesa di Portosalvo, a Siderno.



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