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EVENTI
Luglio Bovalino: Festa della Madonna del Carmine Caulonia: Festa di Maria Madre del Buon Consiglio, a Campoli Grotteria: Festa della Madonna di Valleverde Locri: Festa di Maria SS. Immacolata Marina di Gioiosa Jonica: Festa di S. Nicola di Bari Palizzi: Festa di S. Anna Riace Superiore: Proiezione del film “La Trattativa”, di Sabina Guzzanti e incontro con la regista alla Mediateca alle 21.30 Roccella Jonica: 3° Roccella Fitwalking con partenza da Largo Colonne, alle ore 18.30 Siderno: ore 21,00 monumento San Francesco Festa di San Francesco. Teatro “Simen è Pazzo” Siderno: Mille risVolti del Sud alla Villa Labirinto con inizio alle ore 22.00 Staiti: Festa di S. Anna
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Luglio Siderno: Serata di poesie in Piazza Vittorio Veneto, alle ore 21.00. “Volo” Marina di Gioiosa: ore 11,30 palazzo municipale. Incontro “No all’usura, no al raket”
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Luglio Ardore: Il Cervellone al Lungomare lato sud, alle ore 21.00 Locri: ore 21,00 corte del palazzo di Città. Incontro “registro unioni civili”. Diretta Telemia
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Luglio
Grotteria: Convegno “Territorio, Stato e poteri Locali nel Regno di Napoli: i Carafa di Castelvetere” piazza Nicola Palermo alle ore 21.00 Siderno: “7 libri per 7 sere” presenta: “Donne e Mare - Storie di pesca” alla Villa Comunale, sul Lungomare, alle ore 21.00 Siderno: ore 23.00 Musica caraibica con Rafaelito. Zefiro Resident.
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Luglio Siderno: “7 libri per 7 sere” presenta: “Il giardino delle Esperidi” alla Villa Comunale, sul Lungomare, ore 21.00 Bovalino: ore 21,30 piazza G.Ruffo. “Frequentazioni” Mario Lacava e la letteratura italiana del’900. Roccella: ore 18,00 convento dei Minimi. Rappresentazione teatrale “i luoghi che vorrei”
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Luglio Locri: Fiera delle Tradizioni Mammola: Pellegrinaggio al Santuario di S. Nicodemo, con partenza da Largo Magenta alle ore 6.00 Siderno:“7 libri per 7 sere” presenta: “Al Centro del Mediterrano” alla Villa Comunale, sul Lungomare, alle ore 21.00 Marina di Gioiosa: ore 23.00 musica dal vivo “Le thestarde”. Blue Dahlia
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Agosto Bianco: 4° festival della memoria e dell’identità, in Parco delle Rimembranze, con inizio alle ore 21.30 Locri: concerto di James Senese in Piazza dei Martiri alle ore 22.30 Siderno: Concorso di Pittura Estemporanea in Piazza Portosalvo, che terminerà il 2 agosto Siderno: Festa di SS. Maria Immacolata al Mirto, tra via Mirto e contrada Maria con inizio alle ore 16.00 e termine il 2 agosto Siderno: “7 libri per 7 sere” presenta: “La Cattedra sulla rupe - Storia della Diocesi di Gerace” alla Villa Comunale, sul Lungomare, alle ore 21.00 Stilo: Palio Ribusa, Festival del Rinascimento della Calabria nelle vie del centro storico, che terminerà il 2 agosto
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RIVIERA
ATTUALITÀ GIUDIZIARIA
La credibilità del collaboratore di giustizia
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egli ultimi anni hanno sempre più assunto un ruolo fondamentale nelle indagini i contributi resi dai collaboratori di giustizia. Sui collaboratori si fondano, spesso, le sentenze dei processi, in particolare quelli relativi ai reati perseguiti dal codice penale. Senza pretendere di essere esaustivi, si riportano alcuni dei passaggi che richiamano la credibilità del collaboratore di giustizia ad iniziare dalla c.d. “La credibilità soggettiva del collaboratore di giustizia”. In primo luogo, la disamina critica della chiamata di correo deve incentrarsi sulla credibilità del dichiarante (o attendibilità soggettiva). Bisogna, cioè, analizzarne la personalità, il carattere, il temperamento, la vita anteatta, le condizioni socio-economiche e familiari, i rapporti con i soggetti accusati, la genesi e le ragioni della decisione di confessare e di accusare altri. A ben vedere, la ragione di tale vaglio è da rintracciarsi nelle ordinarie norme interpretative. E, infatti, come chiarito dalla Suprema Corte in una risalente, ma tuttora validissima massima, “la vigente legislazione processuale ha soppresso ogni limite alla capacità giuridica di essere testimone, sostituendovi il criterio della maggiore o minore credibilità della persona chiamata a testimoniare … ” (Cassazione penale, sezione I, n. 3859/1986, vedi anche con riferimento alle dichiarazioni rese del testimone minore di età, tra le altre, Cassazione penale, sezione III, n. 5485/1997, Cassazione penale, sezione III n.23278/2004). Così, ad esempio, è riconosciuta nel nostro ordinamento piena capacità giuridica di testimoniare anche al danneggiato civile, costituitosi parte civile nel processo penale e, quindi, interessato alla condanna dell’imputato e al conseguente risarcimento dei danni da reato. A fronte di tale astratta equiparazione, ciascuna categoria soggettiva presenta peculiarità destinate a riverberarsi sui parametri di riferimento del relativo giudizio di credibilità. Così, la valutazione in ordine alla credibilità soggettiva generica del collaborante va incentrata sulla genesi e modalità della chiamata, sul contenuto della stessa, sulla sua struttura e sulle conseguenze che ne derivano per la sua posizione processuale. È ancora necessario lumeggiare la personalità del dichiarante, il suo grado di conoscenza della materia riferita (anche con riguardo alla posizione da lui precedentemente assunta all’interno del contesto criminale), le ragioni sottese alla scelta collaborativa (inteso come disinteresse, mancanza di un movente calunniatorio), i suoi rapporti con le persone accusate (anche con riferimento alla assenza di motivi di odio, di vendetta o inimicizia). Quanto alle ragioni della scelta dissociativa, ci si è interrogati in ordine all’incidenza che la fruizione dei benefici connessi alla scelta può avere sulla genuinità della collaborazione. Altro dato di assoluto rilievo è costituito dalla c.d. “L’attendibilità intrinseca delle dichiarazioni del collaboratore”. Al giudizio sulla credibilità del collaboratore deve seguire la verifica circa l’attendibilità intrinseca delle sue dichiarazioni, da desumersi tenuto conto della relativa spontaneità e costanza (Cassazione sezione I, 25 giugno 1990, Cassazione Penale 1991, sezione II, 314), della reiterazione senza contraddizioni (Cassazione sezione II, 15 aprile 1985 in Mass. Cass. Pen. 1985/170287), della logicità (Cassazione sezione I, 29 ottobre 1990) e della molteplicità di contenuti descrittivi (Cassazione sezione I, n. 80/1992). Il profilo in esame non presenta invero dei caratteri eccentrici rispetto ai normali canoni di valutazione della prova. È infatti sempre onere del Giudice verificare la spontaneità, verosimiglianza, precisione, coerenza, completezza delle dichiarazioni rese da qualsiasi testimone assunto nel dibattimento, la concordanza delle dichiarazioni rese in tempi diversi. Il vaglio preliminare peraltro influenza la successiva ricerca dei riscontri estrinseci, ovvero quelli che si riferiscono alla c.d. “Attendibilità estrinseca della dichiarazione: i riscontri esterni”. Momento in cui si articola la valutazione delle dichiarazioni del collaboratore è costituito dalla disamina della “attendibilità estrinseca” delle dichiarazioni prevista dall’art. 192 comma terzo c.p.p. Il tratto distintivo della valutazione della chiamata di correo è, infatti, rappresentato dalla necessità di individuare gli elementi di riscontro. Notoriamente si tratta di un tema su cui la giurisprudenza soprattutto di legittimità è stata chiamata a pronunciarsi molto spesso, dal momento che il legislatore non chiarisce cosa debba intendersi per riscontri. È pertanto il giudice che deve accertare, di volta in volta, secondo il suo prudente apprezzamento, se esistano o meno adeguati elementi di verifica della chiamata.
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Il voto di laurea non basta, conta anche l’ateneo: una proposta da governo sabaudo L’emendamento presentato dall’onorevole Marco Meloni ha la precisa, consapevole e finanche dichiarata volontà di assoggettare il Sud. LIDIA ZITARA Fanno stringere lo stomaco in una morsa di rabbia i commenti su alcuni siti che riportano la proposta di legge dell’On. Meloni sugli atenei e i concorsi pubblici. In breve la proposta è quella di non considerare la Laurea come un titolo di accesso, ma di applicare un bonus/malus non solo in ragione del voto finale, ma anche in base al prestigio dell’ateneo che rilascia il diploma. I commenti sono quasi tutti sfavorevoli, lo stesso Meloni dichiara “È stato il Governo a riformulare l’andamento”, mentre la sua proposta riguardava unicamente l’abolizione del voto minimo per la partecipazione ai concorsi pubblici. Meloni parla di un “supplemento di riflessione” necessario per valutare la proposta così com’è ora formulata. Tuttavia c’è chi si dichiara favorevole, non celando arroganza e disprezzo per il Sud e le università del Mezzogiorno, accusate di sfornare laureati ignoranti, a furia di raccomandazioni e regalie. Se è vero che il Trota la laurea l’ha presa in Albania e che molti vip e personalità politiche hanno conseguito in modo sospetto i loro titoli, in Svizzera come in Germania, è anche vero che gli atenei del Sud non sono certo famosi
per il rigore dei criteri di valutazione. Raccomandazioni e prebende non sono monopolio del Sud, anche al Nord ci si può laureare ungendo un po’ i meccanismi, e d’altra parte, dando una scorsa alla lista dei laureati insigni all’Università Bocconi, non si capisce se si sta leggendo un annuario universitario o un faldone della procura. La verità è che la cultura e l’insegnamento sono malconci in tutta Italia, ma fu Letizia Moratti a dare il colpo di grazia al già precario equilibrio delle università. Ne ha parlato diffusamente Nuccio Ordine nel volumetto “L’utilità dell’inutile”: le università, come i comuni, sono divenute delle aziende che
devono potersi autosostenere. Ciò significa attirare più studenti, diplomarne sempre più, avere professori che siano possibilmente anche personaggi famosi, con alle spalle una carriera di apparizioni televisive, o appartenenti al mondo vip della cultura. Ciò implica un progressivo impoverimento dell’offerta culturale, ma gli atenei del Sud, più poveri, per sopravvivere sono obbligati a cedere più facilmente al meccanismo e a rendere la vita più comoda a chi può comprarsi gli esami. Naturalmente la proposta del Governo ha il cuore sabaudo, cioè la precisa, consapevole e finanche dichiarata volontà di assoggettare il Sud. Se questa proposta dovesse passare potremmo infatti tirare i remi in barca e destinare i nostri figli alla coltivazione del granturco nella Pianura Padana. Farli studiare comporterebbe una spesa che solo una minima percentuale di famiglie può permettersi, e come diretta conseguenza lo spegnimento delle università meridionali. È né più né meno quanto accadde dopo l’unificazione d’Italia, quando le scuole furono chiuse per 15 anni e l’allora ministro Baccelli nei suoi programmi indicava che ai fanciulli dovesse essere insegnato solo a leggere e scrivere, senza capacità critica.
Venti platani vanno abbattuti perché troppo vicini al confine di un agrumeto, il cui proprietario, Azienda Scaglione, ha fatto causa al Comune di Locri e l’ha vinta
Platano sì, platano no:
la terra dei cachi Da far rizzare i capelli in testa la sentenza del Giudice di Pace di Locri, Antonio Figliomeni, emessa a fine giugno: 20 platani da abbattere perché troppo vicini al confine di un agrumeto, il cui proprietario, Azienda Scaglione, ha fatto causa al Comune di Locri. Ci sono diecimila motivi per i quali la sottoscritta farebbe causa al Comune di Locri per quanto riguarda la pessima gestione del verde pubblico (a incominciare dalle scalve periodiche ai tigli e degli ilici di via Matteotti, fino ai platani di via Marconi), ma la querelle tra la ditta Scaglione e il Comune sa di ripicca, senza emendamenti. A farne le spese ancora una volta i senza-voce, gli alberi. Già – poverelli – devono soggiacere alle perverse volontà delle capitozzature degli impiegati comunali (chiamarli giardinieri sarebbe troppo onore) che li potano per far legna, adesso anche ai litigi tra confinanti. La scorsa estate un platano di contrada San Cono, proprio uno di quelli che devono essere abbattuti, mi ha detto: “In autunno si lamentano che perdo foglie, in primavera del polline, in estate mi potano e poi mi sento scagliare addosso bestemmie e maledizioni perché non faccio abbastanza ombra per poter parcheggiare l’auto. Delle volte penso che la gente non voglia alberi, ma ombrelloni”. Da giardiniera ciò che mi “mena in testa” è che sia stata anche richiesta una perizia (pagata dai contri-
buenti) per stabilire che i platani sono alberi d’alto fusto. Ah. Guardare sull’enciclopedia (gratis) no, eh? Anche Wikipedia le dice queste cose. I contorni di questo fatterello assumono tonalità ambigue, grottesche e ridicole, se si pensa al danno che il taglio degli alberi provoca, specie in un punto dove le alberature stradali sono scarse, insufficienti e gettano un’ombra asciutta, sotto cui non si insedia alcuna vegetazione spontanea, anche perché la lettiera viene spazzata troppo spesso, e il ristoro per l’Uomo e la fauna è minimo. Senza parlare del danno estetico, che spoglierebbe una zona di importanza cruciale per almeno altri vent’anni. Inoltre il sole gira: con quale logica il proprietario dell’agrumeto si lamenta di alberi che possono gettare ombra ai suoi solo alle prime luci dell’alba? Mah! Qualsiasi giardiniere di coscienza, senza titolo o diploma, può facilmente affermare che, in quel contesto, i platani non disturbano affatto la fruttificazione degli agrumi, anzi arricchiscono di bellezza e materiale organico una coltivazione adiacente. Sorprendente il verdetto del giudice, a cui non si richiedono competenze orticole, ma certo al perito agrario che ha svolto i sopralluoghi sì. L’ennesimo caso di ignoranza? Sarà, ma tutto fa pensare alla canzone di Elio “La terra dei cachi”, e non stiamo parlando dell’albero (Diospyros kaki). L. Z.
RIVIERA
ATTUALITÀ
Marcia di Pietra Kappa, una kermesse dell’ipocrisia Assente Don Pino Strangio. Il parroco che opera nel cuore dell’Aspromonte non è stato invitato
Non bisogna costruire ponti o alzare steccati come se ci fosse un’antimafia di serie A e un’antimafia di serie B
ILARIO AMMENDOLIA Don Pino Strangio non è stato invitato alla marcia di Pietra Kappa. Tutti hanno finto di non accorgere della sua assenza. Una karmesse dell’ipocrisia. Ovviamente era presente don Luigi Ciotti e probabilmente don Pino De Masi. Nessuno però ha sentito il bisogno di domandarsi come mai non fosse stato invitato il parroco che opera quotidianamente nel cuore dell’Aspromonte. Nei pressi di Pietra Kappa è stata celebrata una messa e i presenti si sono scambiati il segno della pace. Qualcuno avrà pensato che fortunatamente mancava il parroco di Polsi: è imbarazzante scambiare un segno di pace con il parroco di S. Luca, un uomo che si porta addosso la “puzza” del suo gregge. Don Pino probabilmente ricorda le belle parole del Manzoni: si fa più festa in Cielo per un peccatore redento che per mille beati. Sicuramente il parroco di Polsi considera la redenzione di tutti i suoi parrocchiani come la sua missione di vita. Vuole salvare anche l’ultima “pecora” che si attarda sulla via della perdizione. Per i dirigenti dell’antimafia quel “puzzo di popolo” è insopportabile. Loro prediligono l’odore di incenso e di cera fusa, anticamera di santità. Noi abbiamo un grande rispetto per tutte le vittime di mafia e dei loro familiari! Ci sentiamo vicino a loro con tutte le nostre forze. Abbiamo il dovere di onorare le vittime che con il loro sangue hanno bagnato questa nostra Terra. Ricordarle, onorarle ma non strumentalizzarle. Chi veramente vuole liberare la nostra terra dalla ‘ndrangheta, sa bene che bisogna costruire ponti e non alzare steccati. Ogni steccato legittima e rafforza la ‘ndrangheta. Ogni cristallizzazione tra “buoni” e “cattivi” è un oggettivo favore alla peggiore ‘ndrangheta. Io crederò all’utilità delle marce verso Pietra Kappa quando vedrò alla testa del corteo la gente di S. Luca e dell’intera Locride. Gente che odora di lavoro, di onestà ma anche coloro che “puzzano” a causa dei loro drammatiche scelte di vita; coloro che si portano dietro il fetore delle galere; coloro hanno le mani
sporche perché l’hanno alzate contro altri uomini. Noi dobbiamo aver l’ambizione di far marciare un popolo intero. Solo così la battaglia sarà vinta! Dobbiamo far capire a tutti la bellezza di un’esistenza vissuta serenamente e in pace con i propri simili. Contemporaneamente abbiamo il dovere di far comprendere a coloro che sbagliano, che non ci può essere né felicità, né appagamento nella ‘ndrangheta e nella violenza. Liberare questa terra dalla ‘ndrangheta e dalle ‘ndranghete. Liberare gli uomini della ‘ndrangheta, dall’in-
fame piovra che si è appiccicata addosso. Solo i Santi, quantomeno per i credenti, hanno le stimmate della beatitudine. In terra ci siamo noi uomini con i nostri errori e le nostre debolezze. Nessuno ha il diritto di atteggiarsi come fosse un componente dei cori di angeli autorizzati a guardare dall’alto in basso altre creature umane. Chi discrimina un uomo commette un crimine. Chi ha discriminato don Pino Strangio parroco di Polsi ha commesso un atto ingiusto e gratuitamente cattivo che ritarda il cammino verso la meta.
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ErcoleMacrì:«LeMoschediBelzebù minaccianoilfuturodellanostracittà» L’assessore alla cultura di Siderno chiede aiuto alle forze dell’ordine: «Non possiamo permettere che una tempesta di barbari della nottedegeneri in un uragano mafioso-criminale»
C’è un lato oscuro, tra difficoltà e speranza che incontro quotidianamente in questa mia nuova vita d’amministratore, su cui non mi do pace. Mi riferisco ai barbari che agiscono di notte saccheggiando tutto ciò che incontrano lungo e attorno le strade di Siderno. Giovani dai 16 a i 23 anni che ringhiano a tutto e a tutti. Distruttori di civiltà avanzano nell’oscurità senza temere nulla e nessuno. Tutto gli deve essere concesso. Distruggere li fa gemere di piacere. Di piacere sadico. Di temibile malvagità mista a estrema ignoranza. Ed è per questo che lancio, più che un appello, un’imprecazione alle forze dell’ordine: «Aiutateci». Aiutateci a fare in modo che una tempesta di incivil enfants non degeneri in un uragano criminale. Il rischio, per le nuove generazioni, è elevatissimo. A breve, gli spacca tutto, i lanciatori di bottiglie e i randagi della notte caricheranno di pallottole il fucile e lo punteranno, come spietate mosche di Belzebù pronte a posarsi ovunque, sul primo malcapitato, su quello che gli ha rubato la ragazza, su chi non l’ha fatti entrare in discoteca e su chi gli ha intimato a non parcheggiare in un tratto di strada riservato ai portatori di handicap. Tra le tante piaghe che ci hanno lasciato in eredità coloro che percepivano lo stipendio senza svolgere funzioni, la criminalità diffusa è la più massiccia, la vera metastasi di un paese che vuole guardare avanti. Non c’è lungomare, depuratore, raccolta differenziata che possano reggere il confronto con il cuore nero di molti giovani, con il loro insolente rimbombo d’autorità pseudo mafiosa. Un rimbombo d’autorità che li rende idoli dei più piccoli, di quei ragazzi di prima, seconda e terza media. “Mamma mia” penso fra me e me. Ecco cosa succede quando una città fallisce: Se permettiamo ai criminali di diventare idoli siamo ben oltre quel punto di non ritorno che mi fa, ahimé, citare il peggio del peggio. Adolf Hitler: «Ebbene sì! Noi siamo barbari, e barbari vogliamo rimanere. Ci fa onore. Saremo noi a ringiovanire il mondo. Il mondo di oggi è prossimo alla fine…» Ercole Macrì
Siderno ha dimostrato grandissima solidarietà al lido UILDM È stata una folla immensa quella riunitasi domenica scorsa in segno di vicinanza e sostegno al signor Giuseppe Congiusta e al lido UILDM, vittima venerdì notte di un vile gesto intimidatorio. Una grande folla, che meritava di far impallidire la vastità dello Jonio dinanzi al quale si è fermata per ascoltare le parole del vescovo e dei sindaci accorsi per testimoniare la loro vicinanza e fare un'offerta utile a far sopravvivere uno dei pochissimi lidi pienamente accessibili del comprensorio. Proprio da uno dei sindaci, il "padrone di casa" Pietro Fuda, è partito il dibattito, incentrato sull'avvenire turistico di una Siderno cui vengono spezzate le gambe da episodi come questo o dal furto di computer dalla Corrado Alvaro, che intaccano la credibilità di tutta la città. Il nucleo forte e laborioso della cittadinanza deve allora emergere come domenica, diventare simbolo, per Fuda, della rinascita che deve passare dal contributo morale di persone come Congiusta, per questo l'annuncio che una delle prossime delibere dell'amministrazione comunale sarà riservare questo
tratto di spiaggia alla UILDM. Con commozione Congiusta, ha affermato tra le lacrime di sentirsi rincuorato e rafforzato da tanta partecipazione. È intervenuta anche l'assessore regionale Federica Roccisano, che ha portato la sua esperienza personale per dimostrare la propria vicinanza alla famiglia Congiusta (la madre è stata disabile nell'ultima parte della sua vita) e, per queste ragioni, ha affermato di voler mettere al centro della politica del suo mandato, l'intento di garantire l'inclusione a tutta la cittadinanza, sicura di trovare l'appoggio di tutti i sindaci del comprensorio. Parola dunque al vescovo Oliva, che ha chiuso il dibattito sottolineando la volontà di non voler mettere la parola fine a un tema che deve restare sempre attuale. A un anno dal suo insediamento, Oliva sogna una società locridea che accolga gli ultimi bene com'è stato accolto lui, motivo per il quale l'iniziativa di domenica sera deve essere considerata modello di una nuova società e dell’abbattimento delle barriere che vengono a volte erette nel nostro cuore nei confronti degli altri.
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Urbanistica
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La Locride dimentica le segnalazioni per il suo centro più importante e, benché questo danneggi Siderno da 25 anni, tranne un semplice cittadino, nessuno pare essersi veramente interessato alla questione.
La segnaleticasi dimentica di Siderno e del turismo “F JACOPO GIUCA
Il fatto che la Jonio Tirreno termini a pochi metri dal confine urbano di Siderno, ha reso accettabile dimenticare di segnalare dove si trovasse.
rancesco Pellegrino bussa con decisione alla porta della nostra redazione per denunciare un torto che Siderno subisce quotidianamente da un quarto di secolo. Dopo aver varcato la soglia della redazione, aperta freneticamente la cartelletta che porta sottobraccio, sparge sulla nostra scrivania una serie di foto e di schemi che spiegano la ragione della sua indignazione e comincia immediatamente a parlare. «L’inaugurazione della Strada di Grande Comunicazione 682, la Jonio - Tirreno, per intenderci, ha costituito un cambiamento epocale per la Locride, perché l’ha finalmente strappata via dall’isolamento che, fino al 1990, era costretta a subire rispetto alla fascia Tirrenica della regione. «Fin dal giorno dell’inaugurazione, tuttavia, la strada ha avuto uno sbocco senza fraintesi a Rosarno e uno, che ancora oggi non si sa bene su quale territorio comunale ricada, tra Siderno e Gioiosa per quanto riguarda il versante jonico. Le ragioni di questa difficoltà sono presto dette: nella parte finale, la SGC fa una doppia curva entrando a Siderno solo per uscirne negli ultimi 15 metri tanto che, di solito, si afferma che la strada termini a Grotteria. «Il piccolo problema è che il Comune di Grotteria, che non è quella striscia di case soprannominata “Grotteria Mare” che si trova appena fuori da Siderno, si trova 20 km più indietro, in montagna, e non viene attraversato dalla Jonio - Tirreno.
«Fatta questa premessa, spiego il motivo della mia indignazione: percorrendo tutta la SGC ci sono le indicazioni per Grotteria, ma mancano del tutto quelle per Siderno! E, cosa ancor più grave, tutte le amministrazioni, locali, provinciali e regionali susseguitesi in questi 25 anni non hanno fatto nulla per rimediare all’errore. «Ignorando completamente i bei discorsi sulla rinascita del comprensorio e la vocazione turistica di Siderno, è stato permesso a un ufficio dell’ANAS di compiere un’omissione sintomatica del declino della nostra città. Non si faccia l’errore di sottovalutare questa problematica, perché ha avuto una ripercussione grave anche nel rifacimento dello svincolo di Rosarno sull’A3 all’uscita del quale, lo ricorderanno tutti, in un primo momento, ancora una volta, era stata ignorata la dicitura “Siderno”. «Mi domando: è davvero possibile che un ufficio dell’ANAS mandi i propri operai a installare dei cartelli che serviranno a tutti i turisti diretti nel nostro comprensorio ignorando completamente il suo centro urbano più importante, almeno in termini di densità demografica? E, se anche fosse, come è possibile che nessun amministratore abbia notato l’errore se non per un interesse losco? «Uno degli aspetti più inquietanti di questa vicenda, e che mi ha spinto a pensare a un interesse nel cancellare Siderno dalle indicazioni stradali, risiede nella segnaletica presente sulla vecchia 106. Procedendo in direzione Taranto, infatti, al ponte che divide Siderno da Marina di Giosiosa, da un lato abbiamo le indicazioni proprio per Taranto e per Marina di Gioiosa, oltre che per lo
svincolo della Jonio - Tirreno, ma dall’altro l’indicazione è solo per Reggio Calabria! «Ma torniamo all’uscita dell’A3: la mancata installazione dell’indicazione per Siderno ha generato lotte e proteste su diversi canali di comunicazione, terminate con l’apposizione di due cartelli separati dai tabelloni principali che citano Siderno e Caulonia. Immediatamente giornalisti e amministratori di ogni dove hanno giocato a “tira e molla” per accaparrarsi il merito di quella che è stata definita una grande vittoria per i due centri abitati. Massima autoesaltazione è arrivata in particolare dagli assessori Campisi e Rispoli, che hanno reclamato la paternità di questa idea senza rendersi conto di aver appena danneggiato enormemente le due città. I due cartelli, infatti, posti in quella posizione e in quel modo, segnalano solo la minore importanza di Siderno e Caulonia rispetto alle altre città precedentemente indicate e, allo stesso tempo, la maggiore distanza. «Una cartellonista del genere non può essere minimamente accettata, tanto più che non è raro imbattersi in persone che, non conoscendo la zona, sono convinte che Siderno sia Locri o che, per raggiungere Siderno, si debbano seguire le indicazioni per Marina di Gioiosa Jonica, considerato che, in termini di segnalazioni, è quello il paese in cui viene indicata la fine della SGC 682. «Come se tutto questo non fosse sufficiente, ci si è messa anche la cartellonista altrettanto pazza della variante della SS 106. Senza soffermarci sul fatto che Roccella venga indicata come “Gioiosa Est”, ancora una volta manca l’indicazione per Siderno nell’allacciamento con Jonio - Tirreno che, a mio parere, dovrebbe essere indicata come “Siderno Nord”, considerato che, una volta presa quella uscita e percorsi gli ultimi quattro chilometri della 682 si è al centro commerciale “La Gru” e, di fatto, già in città. L’unica indicazione per il nostro centro abitato è invece quella che, sboccando su una strada assai dissestata, conduce poi al campo sportivo. Ma quella è praticamente Locri! «Perché non segnalare quella uscita come “Siderno Nord” ignorando l’allacciamento precedente e facendo fare assurdi giri dell’oca ai turisti già spaesati? Per quanto si possano lastricare d’oro le rampe di accesso a queste nuove arterie di comunicazione, resta il fatto che la segnaletica errata, della quale tutti si stanno disinteressando, arrecherà un vero e proprio danno a quell’80% di utenti provenienti da Taranto prima ancora che al 20% provenienti di Reggio, creando confusione e arrecando un gravissimo danno alla nostra città». Alla fine della nostra conversazione Pellegrino ci rivela di essersi già rivolto al sindaco ricevendo un riscontro assai positivo. Purtroppo, però, Pietro Fuda è solo un amministratore che, per quanto influente, dovrà avere l’appoggio della cittadinanza e dei colleghi degli altri centri del comprensorio per poter lottare vittoriosamente contro questa cecità. Siderno merita una segnaletica adeguata. Segnaliamolo!
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ALI: “Non più al guinzaglio della politica, l’imprenditoria deve dettare le regole” Non saranno gli imprenditori della Locride a farsi dirigere dalla politica ma dovrà essere la politica ad andar dietro agli imprenditori dopo che le avranno proposto un valido piano di sviluppo del territorio. accogliere più adesioni possibili per arrivare ad avere un peso importante e potersi interfacciare con la politica locale e regionale. Questo sarà l’obiettivo dell’assemblea che l’ALI, Associazione Locride Impresa, ha in programma per mercoledì 29 luglio all’Hotel President di Siderno. Abbiamo incontrato Francesco Catalano e Maria Francesca Diano, due dei sottoscriventi. Francesco Catalano, quando e con quale intento nasce l’Associazione Locride Impresa? L’associazione Locride Impresa nasce nel 2007 da 11 imprenditori del territorio operanti in differenti campi economico produttivi. Attualmente siamo rimasti in 8 a cui si è aggiunto di recente l’Hotel President rappresentato da Maria Francesca Diano. Le 8 aziende sono la Lombardo Serramenti, Catalano Trasporti, Fuda Marmi, Attisanografie, Riccardo Vumbaca, Foderauto Ionica, Joe Albanese, D’Agostino Progress. L’intento è quello di lanciare innovative occasioni di intervento per far decollare lo sviluppo economico del territorio. Quali sono stati i principali problemi emersi in questi anni? Nei primi tempi abbiamo sviscerato
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tutte le problematiche della nostra zona, in primis la mancanza di infrastrutture, che è il più grande dilemma che affligge le aziende del territorio, a cui vanno aggiunti i grattacapi con gli istituti bancari (la linea di credito ha 3-4 punti di tasso bancario in più rispetto ad altre zone d’Italia), la mancanza di un PIP (Piano per l’Insediamento Produttivo) e di una ZES (Zona Economica Speciale). In questi anni abbiamo cercato di affrontare insieme questi temi per
trarre beneficio dal dialogo e dal confronto anche con esperti. Abbiamo organizzato un’iniziativa con l’Associazione Bancaria che prevedeva degli incontri diretti con gli ispettori di zona delle banche, a cui abbiamo esposto i nostri problemi chiedendo l’avvio di una politica di accesso al credito più equa e finanziamenti agevolati. Ogni volta abbiamo ricevuto rassicurazioni e promesse incredibili ma nel momento del riscontro oggettivo si ritornava al
punto di partenza. Negli ultimi mesi l’ALI ha visto l’ingresso di Maria Francesca Diano e, spinta dalla sua vitalità, l’associazione ha rinnovato il direttivo, ponendosi come primo obiettivo quello di invitare il numero più alto possibile di imprenditori così da avere un peso tale da poter interloquire non solo con l’amministrazione comunale ma anche a livello provinciale, regionale e, perché no, nazionale. Finora che rapporto avete avuto con la
politica? Dal 2007 fino al commissariamento abbiamo incontrato i vari sindaci che si sono succeduti a Siderno, diversi assessori provinciali e finanche il presidente di Confindustria; a tutti abbiamo esposto le nostre problematiche e chiesto un intervento. Però, purtroppo, nessun risultato concreto è stato raggiunto. Maria Francesca Diano, perché questa scelta di attirare più realtà imprenditoriali possibili? Perché insieme si ha la possibilità di delineare in maniera più accurata il quadro delle potenzialità del nostro territorio. Bisognerà, però, tenere alla larga l’individualismo che si è registrato in questi anni: molti imprenditori mirano a conseguire gli interessi della propria azienda senza guardare alla svolta territoriale. Servono persone con una spiccata capacità di cooperare e che lavorino per la crescita del territorio nel suo insieme. Creare settorialità è un limite: è necessario porsi dei traguardi di sviluppo trasversali. E bisogna farlo in tempi stretti, il territorio non può attendere oltre. Non saremo noi imprenditori a farci dirigere dalla politica ma dovrà essere la politica a venirci dietro dopo che le avremmo proposto un valido piano di sviluppo del territorio. Maria Giovanna Cogliandro
Pomodori e morte ILARIO AMMENDOLIA Il 21 luglio in Puglia il termometro segna 41 gradi. La terra brucia come una piastra di ghisa ardente. Le piante di pomodoro avvertono l’ondata di calore e si accartocciano come foglie di tabacco. Non ci sono alberi nei campi di Sant’Isidoro di Avetrana. I pomodori sono maturi, qualche ora in più sotto il sole significherebbe ferire la tenera pellicola che avvolge la polpa. Mohamed invece doveva avere la pelle dura, almeno così sembrava. Era partito dal Sudan per raggiungere l’Italia. Ha oltrepassato il deserto libico dormendo per terra e nascondendosi per salvarsi dai predoni. Poi ha attraversato il Mediterraneo su una delle tante
carrette del mare. Probabilmente aveva bambini piccoli, una moglie, una anziana madre che aspettava di vedere il suo ritorno prima di morire. In Italia, giorni e giorni sotto il sole a raccogliere pomodori. Senza riposo. La scatola cranica diventa una pentola a pressione e, a un certo punto, il cervello si fonde come fosse di cera. Il 21 luglio Mohamed guarda i raggi del sole che come lame cadono perpendicolare sulla sua testa. Avverte il primo malessere ma continua a raccogliere pomodori. I “caporali” non hanno pietà! Per darsi forza avrà pensato il sorriso dei suoi bimbi, le braccia della moglie, il viso dell’anziana madre. Avrà pensato al suo villaggio, alla sua Terra bella e lontana.
Avrà udito la musica africana. Però, deve continuare a lavorare. Ricordate “Rosso Malpelo” scolpito dalla penna del Verga. Era un ragazzo siciliano che lavorava in miniera dall’alba al tramonto senza mai vedere la luce del sole. “Rosso” si identificava con gli asini che lavoravano in miniera senza riposo. A un certo punto diventavano ciechi ma continuavano a lavorare fintanto che non stramazzavano a terra morti. Due giorni fa anche Mohamed è stramazzato a terra morente. L’ambulanza è arrivata dopo due ore. In fondo era un negro e per giunta clandestino. Qualche nota di agenzia, e poi un assordante silenzio. Così, come avveniva per gli asini della miniera, il lavoro non si è fermato.
L’ultimo colore che avrà visto sarà stato quello dei pomodori rossi come il suo sangue. Stasera Salvini, come tutti i cittadini esemplari che hanno manifestato contro gli immigrati che sono impegnati nei nostri campi a lavorare, siederà serenamente a tavola. La loro coscienza è assolutamente tranquilla, non sono clandestini, né immigrati e men che meno neri. Loro, grazie al Cielo, sono uomini osservanti delle leggi e timorati di Dio. Con questo caldo a cena mangeranno una caprese, mozzarella e pomodori che potrebbero essere quelli raccolti da Mohamed. Poi un buon bicchiere di vino rosso. “Rosso” esattamente come il sangue di Mohamed, clandestino, morto mentre raccoglieva pomodori… tra i campi assolati di Avetrana.
LA SETTIMANA
Locri capitale it e prime avvisaglie le abbiamo avute già lo scorso anno ed esattamente il 9 agosto con Merk e Kremont e il 27 dicembre con Marnik. In queste date il popolo della notte calabrese è approdato sulle nostra riviera trasformando Locri in Formentera. E da allora non vi è più alcun dubbio: se la notte è la cosa migliore che possa accadere al giorno, Le Club è il divertimento migliore in cui possa imbattersi la notte. Le Club ha dimostrato che la Locride è in grado di irradiare tendenze per quanto riguarda l’intrattenimento by night e non ha bisogno di andare a rimorchio delle grandi piazze della notte. Per quattro sabati consecutivi, 1-8-15 e 22 agosto, Le Club con #solocosebelle continuerà a osare. Locri si trasformerà nella capitale italiana dell’EDM (Electronic Dance Music). Ogni notte avrà un suo menu da vertigine. Quello di ferragosto è sicuramente l’appuntamento più atteso: a rendere arroventata la notte più calda dell’anno Yves V, il dj residence del Tomorrowland, il festival di musica elettronica tra i più grandi al mondo. Questa macchina da guerra dell’EDM, tra le altre
L
tappe, sarà all’Amnesia di Ibiza, al Pacha di Salou (Spagna), al Maya Club di Valencia, al Lakedance di Eindhoven. In Italia solo al Baia Imperiale di Rimini e al Le Club di Locri. Anche Lush e Simon, in programma per la serata del 22 agosto, al Tomorrowland sono di casa. Ma Locri capitale italiana della musica dance inizia già il 1° agosto con Bottai che Hardwell, il varenne della notte, numero uno della DJ Mag Top 100, ha segnalato come uno dei più promettenti puledri di razza. L’8, il sabato successivo Le Club propone Delayers, un trio di San Marino, il colle che guarda dall’alto il più grande divertimentificio italiano dove le grandi discoteche si estendono a macchia di leopardo come satelliti di luna piena. Delayers significa sold out. Abbiamo raggiunto al telefono Davide Ruso, il timoniere delle nuove rotte del divertimento della Locride. Come mai Le Club azzarda a un cartellone di grandissimo livello internazionale? Ci sono dietro degli investimenti importanti ma questo è quel-
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taliana dell’EDM lo che chiede la nostra gente e abbiamo avuto modo di verificarlo già lo scorso anno. Il popolo della notte è assai informato e quello della Locride è molto esigente. Paradossalmente un territorio in forte ritardo di sviluppo su tutti i fronti, nella discoteca riesce ad esprimere qualità importanti. Un contenuto artistico di altissima qualità. Il contenitore, questo strepitoso Le Club, terrà botta? L’organizzazione può contare su una struttura più che solida. Basta ricordare l’entusiasmo di Merk e Kremont lo scorso agosto davanti a 4000 presenze: Merk non riusciva a staccarsi dalla console mentre Kremont non vedeva l’ora di ricominciare una nuova serata estasiato dall’atmosfera calda della Locride. È stato un successo inaspettato per Le Club di Locri che con #solecosebelle ha attratto piazze come Tropea, Reggio Calabria, la Piana di Gioia Tauro, Catanzaro, Crotone e tantissimo altro popolo della notte calabrese. Quanto la notte può dare allo sviluppo turistico del territorio? Senza dubbio un buon 70% e lo dico con cognizione di causa. Se viene organizzata una notte di divertimento a Locri, questo
significa che per quella sera i ristoranti saranno pieni, i distributori delle sigarette vuoti. 4000 mila persone lasciano al territorio almeno 50 euro a testa. Un bottino di 200.000 euro in una sola sera. Quindi vogliamo prenderlo in considerazione il settore delle discoteche o continuiamo a scherzare col turismo mare e monti? Il Salento riesce a fare numeri da capogiro puntando tutto sulle discoteche, un settore che non richiede alcun finanziamento pubblico. Qui le discoteche estive aprono il 31 marzo e chiudono a fine ottobre e vengono organizzati grandi eventi quotidianamente. Grazie a questi eventi, negli ultimi anni il Salento ha conosciuto una crescita straordinaria. Quale sarà l’autentica sorpresa dell’estate della Locride? La nostra scommessa è senz’altro Bottai che musicalmente lascerà un segno che sarà difficile dimenticare per anni. Secondo noi, lui ha tutte le carte in regola per diventare protagonista delle più grandi piazze internazionali come quella di Miami. Maria Giovanna Cogliandro
GERENZA
Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14
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Direttore responsabile: MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Cristina Caminiti, Eleonora Aragona, Franco Parrello, Lidia Zitara, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta.
STAMPA: Martano Editrice EDITORE - No così srl - via D.Correale, 5 - 89048 Siderno
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Domenico Commiso scrive a Pepè Congiusta
LA SCOMPARSA Gigi Marulla, ex capitano del Cosenza calcio, è morto a 52 anni per infarto. L’ex giocatore si trovava in vacanza a Cavinia, vicino Cetraro, dove sarebbe stato colto da un malore. Da qui il ricovero all’ospedale di Cetraro, dove l’uomo sarebbe deceduto. Bandiera del Cosenza, club col quale aveva giocato 11 stagioni: 3 in Serie C1, 8 in Serie B totalizzando 330 presenze in gare di campionato (compreso lo spareggio contro la Salernitana); primo nella storia del Cosenza per presenze, Marulla era il calciatore più prolifico di reti nella storia del Cosenza (91 gol in campionato). Ritiratosi dal campo, aveva allenato numerose squadre. Nella stagione 2004-2005 ha allenato da novembre il Cosenza 1914 in Serie D. L'anno successivo, in Serie D, aveva allenato per un breve periodo l'AS Cosenza, venendo esonerato. A marzo 2008 era stato assunto dalGallipoli (Serie C/1), mentre ad aprile 2010 si era seduto sulla panchina del Vigor Lamezia in Serie D. Nella stagione 2010-2011 aveva allenato la Berretti del Cosenza, dalla quale si è dimesso a gennaio 2011.
GIGI
Marulla (1963-2015)
riste destino per un eroe che muore di domenica. A Cosenza, nel bel periodo in cui “a Duminica era du palluni” Gigi Marulla e’ stato l’uomo bandiera per antonomasia. I ragazzini degli anni Ottanta l’hanno amato come un eroe dei cartoni animati, i vecchi tifosi in suo nome hanno messo in archivio le prodezze di Campanini, gli ultra’ suoi coetanei l’hanno idolatrato dall’inizio alla fine come il campione perfetto che mai ti abbandona e che tutto ti dona. Ai Nuclei sconvolti con il suo cognome piano aveva permesso anche il calembour da sballati “Marulla La Canna” incrociandosi con un giocatore di bruzia schiatta popolare. Piange Cosenza dal Busento al San Vito, dalle Cannuzze a Vaglio Lise l’uomo bandiera d’altri tempi. Campione dell’era bella del miglior ciclo rossoblu, Marulla e’ stato per Cosenza quello che furono Juliano per il Napoli, Bulgarelli per il Bologna, Mazzola per l’Inter, Rivera per il Milan, Riva per il Cagliari. In provincia però a Cosenza nel periodo più’ bello della storia centenaria dei Lupi e fa piacere che Fabrizio Bocca nel suo blog su Repubblica abbia colto questo particolare versante di storia patria calcistica fatta di belle azioni e sentimenti veri. Calabrese di Stilo, esordio ad Acireale, parentesi illustre nel Grifone genoano gemellato dei lupi silani, poi Avellino e un finale per nulla triste e solitario nel Castrovillari. In mezzo e dopo solo Cosenza. La statistica narra delle presenze e dei goal che lo mettono in cima a tutti gli altri. Una forza propulsiva nel piede e nella testa. Il coraggio mai domo. Molti cosentini hanno un foto con lui presenza fissa e amichevole della fede pallonara. Un giro nei social vi permetterà dii capire come era intimo e familiare ad una popolazione intera. .Una moglie cosentina, due figli cosentini, una “mutria” magno greca diventata cosentina quella di Gigi Marulla. Nome da musical americano, cognome da ditirambo, egli e’ stato il nostro Rambo nell’area di rigore degli avversari. Giacomo Mancini per la sfida elettorale con don Peppino Carratelli, presidente della promozione in serie B, lo chiamo’ in lista per bilanciare il gap tifoso. Gigi Marulla come una varchiglia di Renzelli, come una poesia di Ciardullo, come una pagina di Telesio. Marulla adorato a Cosenza e dalla sua provincia gran-
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Egregio signor Congiusta, come state? Chi vi scrive è Domenico Commisso, ex Consigliere Comunale. Ho appreso dalla Gazzetta del Sud del 18 c.m. che di nuovo la vostra attività è stata turbata da un vile gesto. Mi ricordo quando con piacere ci siamo impegnati a devolvere degli ombrelloni alla vostra attività, e non vi nascondo che quel gesto lo porterò nel cuore, perché ancora oggi ho impressa la vostra semplicità e onestà e non posso mai dimenticare quando diceste che il lido è un sogno di vostro figlio, che oggi non c'è più sulla terra, ma che, vi posso assicurare, si trova nelle grazie di Dio e vi osserva. Anzi, quando vi sentite giù, sappiate che avete un angelo che vi conforta e che la presenza di vostro figlio sarà un'anima in un cuore puro. Mi duole il cuore apprendere dai giornali che una persona buona come voi deve subire le angherie di parassiti sociali, che sono i servi del male. Non vi arrendete, portate avanti con impegno e perseveranza quei valori che con gioia furono i motivi dell'esistenza della breve vita di vostro figlio. Voi rappresentate l'orgoglio di chi, malgrado la vita così ostile, è riuscito ad emergere. Non posso dire altro se non che con il cuore sono vicino a voi e auspico che le persone che mi conoscono e anche quelle che non vi conoscono possano essere sensibilizzate a starvi vicino. Non vi preoccupate, la giustizia farà il suo corso, perché meritate di essere tutelato come chiediamo e in qualità di grande padre che ha saputo donare un grande amore all'angelo che è stato vostro figlio. Perché vostro figlio è presente nel vostro cuore e rimarrà impresso nella memoria dei posteri. Mantenetevi forte, che la giustizia vi tutelerà. Chiudo anticipandovi che sto scrivendo un libro che dedicherò alle persone straordinarie come mio zio Giuseppe, che ora non c'è più. Sono le persone come lui e vostro figlio che hanno costruito la sensibilità della nostra coscienza sociale. Un abbraccio forte, Domenico.
La morte di Pasquale Monteleone
de. Dai Casali al Manco, dalla bizantina Rossano fino ad Amantea abbiamo avuto il nostro Maradona. Senza gli eccessi da "pie isterico". Calabrese buono Gigi. Solidale e amico della Terra di Piero, allenatore di D è campione di scuola calcio, compagnone di tifosi e giornalisti. E ai grandi campioni spettano le leggende intramontabili.La ritualità del goleador a volte incontra gesta da Omero che la poesia popolare tramanda a futura memoria:. “Te lo ricordi Marulla” canteremo noi cosentini fino alla fine del mondo quando incontreremo i salernitani. All’Adriatico di Pescara si lottava per non retrocedere. E al supplementare a pochi minuti dai rigori con la determinazione di un Rombo di tuono la Gloria arride all’audace centravanti che incanta l’Italia in una rara diretta televisiva Rai di quegli anni. Si,ti ricordiamo Marulla, e ti veneriamo ancora, e non ti dimenticheremo mai per la tua forza e la tua generosità. Achille degli stadi che avevi come tallone da ferire un cuore generoso che ci lascia orfani e tristi del nostro capitano. Oh capitano che a Padova tentasti l’altro
miracolo in mezzo ai nani indecorosi. Un eroe che non ha abbandonato mai la sua truppa. Nelle nostre strade e nelle piazze il suo nome sarà ricordato con un sibilo di gioia che freme al ricordo di qualcosa di straordinario. "Te lo ricordi Marulla?" La nostra bandiera. Un uomo vero. Idolo delle tifose che iniziarono ad affollare gli spalti cosentini in coincidenza della sua ascesa e che non hanno mai visto una sua caduta sul campo e tantomeno nella vita privata durata troppo poco per infamia del Fato. È’ spirato di sera Gigi Marulla come nella poesia di Garcia Lorca. A Cavinia luogo incantato delle nostri estati gli dei hanno distrutto un nostro sentimento certo. Noi cosentini perdiamo un amico e un campione. Nel lutto terribile guadagniamo un mito. Ti ricorderemo per sempre Marulla. Ti siamo grati per la gioia che hai regalato ai migliori anni della nostra vita di tifosi. Ululano dolore i lupi sul Busento. Onorano Gigi Marulla che fu e resta l’unico vero re di Cosenza. Paride Leporace
Marulla i cosentini piangono il gran morto di lor gente.
La morte di Pasquale Monteleone è una perdita dolorosa per la migliore tradizione della cultura magno-greca della Locride. Quella cultura che, malgrado le storture e le dimenticanze, vive sottotraccia e scorre nelle vene della nostra gente, perché rappresenta la continuità di quei valori, quelle aspirazioni che segnano il cammino di civilizzazione dei popoli. Pasquale Monteleone esprime quel mondo e quei valori attraverso l'uso del dialetto; il linguaggio dei nostri avi, nato dalle nostre radici lontane, che coglie tutte le sfumature e le articolazioni più sottili dei nostri comportamenti, del nostro mondo. Come nessuno dei veloci linguaggi in codice dell'odierna tecnologia potrebbe mai fare. La su ricca produzione poetica, la sua partecipazione alle molteplici iniziative e attività culturali e le sue lodevoli espressioni anche nel campo dell'arte pittorica, testimoniano della versatilità e originalità di Pasquale Monteleone. Senza limiti di tempi e di luoghi la produzione artistica di Pasquale Monteleone ha avuto continui riconoscimenti tra cui (solo per citarne alcuni): •Arte e folklore di Sicilia a Catania, 1983; •Pegaso d'oro al Giugno Locrese, 1984; •Premio Villa S. Giovanni per il dialetto, 1988; •Premio tutti i dialetti d'Italia a Gualdo Tadino (Terni), 1993; •Medaglia d'oro per la Calabria a San Felice sul Panaro (Modena), 1993. Pasquale Monteleone non amava l'apparenza, lo sventolio dell’immagine. Era convinto che ciò che conta è il vivere sereno in un quadro di valori condivisi, storicamente confermati. E che la strada indicata da Socrate rimane pur sempre la via maestra per creare una società civile di fraterna collaborazione tra gli uomini. Totò Capogreco
L’INTERVISTA
SOCIETÀ
MARZIALE "I Gay Pride sono carnevalate: gente che rivendica i propri diritti sfilando con frustini in mano, leccando artatamente banane e lanciando ululati come fosse un lupetto affamato. Dignità prima di tutto". LATELLA: "Per sensibilizzare sia le istituzioni che l’opinione pubblica queste manifestazioni sono utilissime alla causa, a patto che non diventino un’immagine folcloristica".
DIRITTI CIVILI
Adozioni gay e “figlidellach MARIA GIOVANNA COGLIANDRO
nche quest’anno l’onda pride si abbatterà sulla città di Reggio Calabria. Sabato 1 agosto l’arcobaleno dei diritti gay tornerà a sventolare sotto il solleone. In attesa di rivedere Reggio vestita dei sei colori dell’orgoglio omosessuale abbiamo intervistato il sociologo Antonio Marziale, Presidente dell’Osservatorio dei Diritti dei Minori e Antonio Latella,
A
Presidente dell’ANS (Associazione Nazionale Sociologi) Calabria. Innanzitutto qual è la vostra posizione nei confronti dell’omosessualità? ANTONIO MARZIALE: Di assoluto rispetto nei confronti della dignità umana, che prescinde dall’orientamento sessuale, ma mi infastidisce l’ostentazione. Chi è omosessuale viva la propria condizione con discrezione, stesso discorso vale per gli eterosessuali. ANTONIO LATELLA: Nell’omosessuale e nell’eterosessuale c’è sempre la persona. E l’essere umano, qualunque siano le sue tendenze erotiche, merita rispetto. Schierarsi
su uno dei due fronti che da sempre caratterizzano il dibattito sull’omosessualità appartiene al pregiudizio di quanti sono rimasti ingabbiati da vecchi stereotipi che hanno sempre emarginato chi eroticamente tende verso il proprio sesso. La società è cambiata e con essa è cambiata anche la famiglia, le relazioni sociali che in passato - penso al periodo nazifascista - erano impedite a chi veniva considerato “diverso”. Adozioni alle coppie gay . Secondo Voi per quanto riguarda la paternità e la maternità il genere umano può cominciare daccapo? A.M.: Deve ricominciare daccapo. Un
bambino ha il diritto di sperimentare la maternità e la paternità. Giudico essere una forzatura il desiderio di paternità o maternità omosessuale, l’appagamento egoistico di un desiderio personale a scapito del malcapitato bambino. La natura pone dei limiti, forzarla significa non avere rispetto di nessuno se non di se stessi. A.L.: Sarebbe davvero semplicistico trincerarsi dietro un sì o un no alle adozioni alle coppie gay. Riconosco il ruolo fondamentale che una famiglia naturale svolge nella formazione dei figli. Alla sua domanda sostengo che non di adozioni bisognerebbe parlare, ma di stru-
menti legislativi e di risorse che lo Stato dovrebbe mettere a disposizione per l’assistenza psico-pedagogica di un minore , in attuazione degli attuali strumenti normativi o di quelli che saranno disponibili in futuro, adottato da una coppia gay. Guardiamo il problema da un’altra prospettiva che non esclude a priori che una coppia di omosessuali possa mostrarsi, responsabile nell’educazione del minore adottato, trasmettendogli amore , educandolo ad essere un bravo futuro cittadino, aiutandolo ad inserirsi in un cointesto sociale in cui le differenze o le preferenze sessuali contano ben poco. Un figlio nasce dal-
Siderno, i bagni della villa comunale in prognosi riservata
Premio“Bussola della trasparenza” al comune di Canolo
INTERVISTA IMMAGINARIA DI LIDIA ZITARA
Il comune di Canolo ha ricevuto il premio “Bussola della trasparenza”, giunto alla sua ottava edizione, classificandosi come unico comune in provincia di Reggio Calabria e con il punteggio più alto in regione. “Bussola della trasparenza” è un portale promosso dalla Presidenza del Consiglio che consente alle pubbliche amministrazioni e ai cittadini di usare strumenti per l’analisi e il monitoraggio dei siti web. Il principale obiettivo è di accompagnare le amministrazioni anche attraverso il coinvolgimento diretto dei cittadini, nel miglioramento continuo della qualità delle informazioni on-line e dei servizi digitali. Questa iniziativa è in linea con i principi dell’OPEN GOVERNAMENT e in particolare mira a rafforzare: trasparenza, partecipazione e accountability. La trasparenza e la legalità dell’attività degli enti , la conseguente valutazione dell’operato rappresentano strumenti di partecipazione democratica posti a disposizione dei cittadini e delle imprese.
- Egregi dottori bagni, come vi sentite dopo l’aggressione di mercoledì? - (bagno1) Ho un cerchio alla testa che non posso dirti. - (bagno2) Ma vedi che quella è la tavoletta, non un cerchio. Comunque siamo in prognosi riservata, non ci hanno ancora detto quando saremo dimessi. - L’aggressione è stata pesante, avete visto chi è stato? - (bagno2) No, stavamo dormendo a quell’ora. Mi hanno svegliato le grida del mio collega, dopodiché ho sentito una gran botta in testa, un crack nella porcellana e lo sciacquone volare via. Ci hanno preso a mazzate fino a ridurci in questo stato. Momenti terribili, non so come siamo sopravvissuti. C’era acqua ovunque, uno spettacolo terribile, se pensi quell’acqua è la tua. Per fortuna siamo stati soccorsi in tempo. - Quindi nessuno di voi ha sentito o visto nulla? - (bagno1) No, solo le stelle. - Cosa pensate del fatto che è la seconda aggressione che ricevete in pochi mesi? - (bagno2) Crediamo che a Siderno ci sia qualcuno che ama divertirsi a spese altrui. Ci chiediamo che sorta di piacere si provi nel causare dei danni agli altri e a un’intera comunità. Probabilmente chi ha compiuto gli atti di vandalismo di questi ultimi giorni ha seri problemi di autostima, per aver bisogno di comparire sui giornali. Noi conosciamo i piselli di molte persone, e qualcuno ce l’ha davvero piccolo. Ci chiediamo se non sia stato quel “qualcuno” col pisellino piccolo. - Vi sentirete sicuri dopo essere tornati al vostro lavoro? - (bagno1) No, per niente. Chiediamo un servizio di videosorveglianza e più luce, in modo da scoraggiare non solo i vandali, ma anche gli sporcaccioni, che a Siderno abbondano. - L’aumento della microcriminalità vi preoccupa?
Cultura green a Bovalino Una nuova realtà sta prendendo piede nel piccolo centro di Bovalino. Situato in via IV Settembre accanto a Palazzo Spagnolo, uno degli edifici più antichi del paese diventato punto di ritrovo per ragazzi dopo il restauro, un eco-compattatore è pronto a incrementare la cultura ecosostenibile della nostra zona. Primo a essere istallato in tutta la Locride, l’eco-compattatore smaltisce bottiglie in PET trasparente e colorato e lattine in alluminio, dando in cambio eco-punti convertibili in buoni sconto. L’istallazione è stata effettuata da Garby attraverso il proprio concessionario di zona Ricicomp srl. Gli sconti ottenuti dalle ricevute possono essere usati presso “le attività convenzionate con il circuito di eco-marketing di Garby e hanno un valore variabile in relazione al numero di eco-punti erogati dal compattatore”.Un’idea grandiosa promossa da un gruppo di giovani che affrontano il fondamentale tema del riciclo attraverso progetti concreti.
Nicodemo Ferraro, primo a promuovere questo progetto, è pronto a mettere in atto un nuovo tipo di cultura, partendo dalla realtà giovanile in quanto solo da essa si può ottenere un cambiamento sostanziale e realistico. “Strategico” è da definire anche il luogo in cui è in uso il compattatore: il Palazzo Spagnolo è un edificio di metà Ottocento restaurato per ospitare serate durante le quali chiunque, consumata una bibita, può avvicinarsi e gettare il materiale all’interno. In questo modo si riducono i rifiuti nel centro del paese e si incrementa l’ecologia diventata uno dei temi più importanti dell’ultimo secolo. I giovani bovalinesi continuano a dimostrare la voglia di cambiamento seppur partendo da piccoli progetti che porteranno a un miglioramento e a una modernizzazione radicale del centro marittimo. M. Cristina Caminiti
- (bagno1) Più che altro ci preoccupa l’aumento dell’ignoranza, della scostumatezza e dell’inciviltà. La microcriminalità deriva da questo. - Vale il detto che il ladro di polli allerta il fattore? - Cioè, in che senso? - Be’, quando c’era più “controllo” queste cose non accadevano. I giovinastri venivano irreggimentati, ora sono dei cani sciolti. - (bagno2) Sarà anche vero, ma se un ragazzo viene a rompere la testa a noi, o decide di fare il corriere della droga, è comunque una vita sprecata. È a questo sistema di cose che bisogna dire no. Non deve esserci spazio né per l’una né per l’altra cosa: ai giovani deve essere mostrata una strada pulita, ricca di opportunità e di scelte positive. C’è chi – pur nella grave situazione in cui ci troviamo – non rompe i bagni, né fa il corriere della droga. Magari mangia pane e cipolla, ma onestamente. - Quindi vale il libero arbitrio? - (bagno2) Noi tutti siamo artefici del nostro destino, ma il condizionamento sociale è fortissimo. Il vandalismo è la manifestazione tangibile di una società che non dà speranze. - Un augurio per il futuro? - (all’unisono) Un attacco di diarrea incontenibile e nessun bagno pubblico nelle vicinanze!
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LATELLA:“Nell’omosessuale
e nell’eterosessuale c’è sempre la persona. E l’essere umano, qualunque siano le sue tendenze erotiche, merita rispetto”.
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MARZIALE: “Oggi un figlio
può nascere da semi scelti da un catalogo... Suvvia, abbiamo ridotto la vita alla stregua di una mazzetta di aglio al mercato”
chimica”,parola ai sociologi l’unione tra un uomo e una donna e quasi sempre è un meraviglioso regalo dell’amore. Ma siamo poi tanto sicuri che, al di là di quanto affermiamo, un minore adottato da una famiglia “normale” trovi un ambiente ideale alla sua crescita? Si accusano le coppie gay di voler far prevalere il diritto alla genitorialità sul diritto a essere figlio. Non bisognerebbe anche cercare di capire cosa succede a quelle madri, mammiferi di cuccioli, che, sgravatesi, si tolgono di mezzo? A.M.:Una madre si libera di un figlio se non ci sta con la testa, altrimenti non esiste in natura figura che protegga la
propria prole come una madre, fino ad immolarsi. Ma è cosa ben diversa dall’omosessualità. L’omosessualità desiderosa di figli è una manifestazione di capriccio, nulla più. A.L.: Il più grande desiderio di una coppia di coniugi è quello di avere figli. Non crede che la più grande aspirazione di una donna sia quella di diventare madre? Cosa pensate dei cosiddetti “figli della chimica” nati da uteri in affitto o da semi scelti da un catalogo? A.M.:Semplicemente mi verrebbe da ridere se non fosse drammatico per i bambini. Suvvia, abbiamo ridotto la vita
alla stregua di una mazzetta di aglio al mercato. A.L.: Farsi sostenere dalla scienza fa bene fino a un certo punto: quando cioè non provoca danni fisici e psicologici alla donna e al rapporto di coppia. In questo caso credo che il desiderio si possa realizzare attraverso l’adozione. Secondo Voi c’è stato un qualche intoppo nell’evoluzione sentimentale e civile dal momento che si è arrivati a pensare che si possa essere un genitore felice sulla pelle di produttrici di placenta? A.M.: Senta chi affitta è una disgraziata e chi chiede l’affitto un mercenario e mi fermo qui.
A.L.: Siamo di fronte a decisioni personali che riguardano sia chi propone questa soluzione e chi l’accetta e investono la coscienza della mamma naturale e di quella legale. Alla base esiste una scala di valori che, da che mondo è mondo, varia in base a parametri sociali, culturali e religiosi. L’1 agosto è in programma il secondo Gay Pride di Reggio Calabria. Che opinione avete di queste sfilate dell’orgoglio gay? A.M.: Ricordo Martin Luther King e le sue marce per i diritti dei negri, quelle sì avevano una dignità. Ma lei può paragonare quella storia a gente con frustini
in mano, che lecca artatamente banane, che indossa mutande in lattice che coprono appena le parti intime e lancia ululati come fosse un lupetto affamato? Dignità prima di tutto e queste carnevalate non hanno dignità. Non è il metodo migliore per ottenere i propri sacrosanti diritti civili. A.L.: Per sensibilizzare sia le istituzioni che l’opinione pubblica, nell’era dei new media, queste manifestazioni sono utilissime alla causa, a patto che non diventino un’immagine folcloristica che distorce il messaggio di rivendicazione di un diritto.
FullTravel viene a prenderti davanti alla porta di casa tua mondo e il suo futuro è nelle mani di chi osa. E per osare serve una buona e sana manciata di coraggio. A Pino Canzonieri titolare dell’agenzia Full Travel di Siderno il coraggio di certo non manca. Lui ha scelto di esaudire ogni desiderio ai suoi viaggiatori, ponendosi come primo obiettivo la loro totale soddisfazione. Da due anni fornisce un efficiente servizio di navetta dalla costa Jonica fino a Lamezia Terme e viceversa. Si tratta di un servizio di autonoleggio che offre veicoli guidati da autisti specializzati nel trasporto diretto di passeggeri tra l’aeroporto o la stazione di Lamezia e gli hotel o le abitazioni private del territorio. Il servizio è assicurato durante tutto l’anno 7 giorni su
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NELLE SCUOLE DI SIDERNO ARRIVA IL FOTOVOLTAICO: LA SODDISFAZIONE DEL PD
Finalmente è stato raggiunto un accordo a Siderno per l’installazione di un impianto fotovoltaico in due differenti istituti scolastici della città. Immediata la soddisfazione espressa con un comunicato dai vertici del Partito Democratico (Giorgio Ruso, Salvatore Pellegrino, Maria Teresa Fragomeni e Carlo Fuda) che vede in questa un’importante iniziativa per il progresso del centro urbano e il risparmio per le casse comunali, fondamentale visto il periodo di crisi dal quale ancora non siamo usciti.
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SANT’ILARIO: CARIBINIERI FUORI SERVIZIO DOMANO UN INCENDIO E RICEVONO IL PLAUSO DEL SINDACO BRIZZI
Giovedì due carabinieri fuori servizio di Sant’Ilario sono stati gli eroici protagonisti di un evento che si sarebbe potuto trasformare in dramma. Visto da lontano il fumo che si alzava da un vicino oratorio, i due sono immediatamente accorsi a domare le fiamme riuscendo nell’intento appena prima che le stesse potessero raggiungere un serbatoio di gas, riportando lievi ustioni. Immediato è stato il plauso del sindaco Brizzi, che si è augurato che questo gesto possa essere preso a esempio da tutti.
Gare CrossFit, i ragazzi di Bovalino conquistano il podio Nato negli anni settanta, il CrossFit negli ultimi tempi ha attirato sempre di più l’attenzione del pubblico fino a diventare uno degli sport più praticati al mondo. Al giorno d’oggi sono oltre 4.000 le palestre e i “punti” affiliati CrossFit in oltre 71 Paesi. L’atleta deve padroneggiare i 10 punti fondamentali del fitness come la resistenza cardiorespiratoria, potenza, velocità, coordinazione ed equilibrio. Maurizio Italiano è uno degli allenatori che ha fortemente voluto avvicinare questo sport a tutto il pubblico organizzando il “BDAY CHALLEGE”, una delle gare CrossFit più importanti della regione Calabria e che quest’anno è arrivato alla sua terza edizione. Un doveroso elogio va ai suoi allievi che il 12 luglio hanno conquistato il podio durante la competizione che ha visto coinvolti professionisti e non. Tra i migliori Giuseppe Ferraro primo classificato nella categoria élite men, seguito da Vincenzo Cristiano al terzo posto. Continuando nella categoria
élite men, under 18 il primo e il secondo posto sono stati occupati rispettivamente da Lorenzo Macrì e Giuseppe Morabito. Quinto Italiano ottiene il primo posto nella categoria over 40 men. Mentre alla categoria élite women il primo posto è conquistato da Francesca Marando. Rosamaria Caminiti riesce ad aggiudicarsi invece il secondo posto nella categoria women under 18. Allievi che portano orgoglio non solo al loro allenatore ma anche al pubblico che ha seguito con entusiasmo la giornata delle competizioni. Si tratta di uno sport che non guarda solo a se stesso, ma crea intorno a sé vere e proprie squadre. Scopo questo che Maurizio è riuscito a raggiungere in maniera eccellente. Quindi ancora complimenti ai ragazzi e al loro allenatore per aver dimostrato di raggiungere ottimi traguardi con forza ed entusiasmo. Dietro un grande atleta, c’è un grande allenatore. M. Cristina Caminiti
Kepler 452b: la NASA scopre il “cugino” della Terra! CULTURA E SOCIETA’
Roccella Dance Festival, sta per alzarsi il sipario
Si chiama Kepler 452b, ha temperature medie simili a quelle della Terra e un anno dura esattamente quanto da noi. Il pianeta presenta acqua allo stato liquido sulla superficie e, se non ospita la vita, potrebbe averlo fatto, visto che è più anziano del nostro. La NASA ha comunicato di averlo scoperto venerdì, dichiarando che Kepler è il pianeta con condizioni simili a quelle del nostro più vicino a noi (1.400 anni luce) e potrebbe essere la chiave per entrare in contatto con una razza extraterrestre!
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Dopo la bella esperienza di Anime Nere, Ferracane ritorna in Calabria per mettere in scena un dramma teatrale sullo sfruttamento delle donne, per far conoscere anche a noi una storia poco raccontata.
Fabrizio Ferracane:
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l’anima nera torna il Calabria con uno spettacolo teatrale Sera Biserica finisce a Gioiosa per un accordo con Caricari. È stata una buona occasione di tornare nella Locride, terra che Fabrizio ha imparato ad amare.
Giovedì sera la Collinetta dei Pini di Gioiosa Jonica è stata illuminata a giorno dai faretti del palco allestito per lo spettacolo teatrale Sera Biserica. In una cornice mozzafiato, con l’intera città sullo sfondo, Lusiana Libidov e Fabrizio Ferracane, il Luciano di Anime Nere, hanno messo in scena un dramma a noi geograficamente vicinissimo eppure, poco avvertito dal grande pubblico. La sapiente regia di Giacomo Guarnieri e l’indiscutibile bravura degli attori, hanno raccontato al pubblico una storia di sfruttamento e vilipendio che la calda serata di luglio ha contribuito a rendere ancora più opprimente. «La scelta di Gioiosa per rappresentare Sera Biserica - ci ha raccontato Fabrizio Ferracane prima dello spettacolo - è stata fatta principalmente per l’amicizia che mi lega a Vincenzo Caricari, direttore artistico di questo festival. Già da tempo mi aveva proposto di tornare nella Locride per fare uno spettacolo e, siccome, dopo l’esperienza grandiosa di Anime Nere, sento un rapporto stretto con la Calabria, non ho potuto dire di no. «Lo spettacolo è tratto da un testo di Giacomo Guarneri che, insieme a Marcella Vaccarino, è anche regista. Prende spunto da un’esperienza che risale all’anno scorso, quando Guarneri entrò in contatto con un fenomeno, che oserei definire animalesco, molto diffuso a Vittoria, Sicilia. Grazie all’amicizia che lo lega al direttore artistico del teatro della città, Andrea Burrafato, Giacomo ha condotto una serie di interviste che gli hanno fatto comprendere come si lavori nelle grandi serre della zona, dove sono impiegate moltissime ragazze rumene che scelgono quel tipo di lavoro perché dà loro la possibilità di portare con sé i figli, ma a un prezzo davvero altissimo: i proprietari, infatti, sfruttano economicamente queste ragazze dando loro uno stipendio da fame e non è raro che tale sfruttamento diventi anche di tipo sessuale. «Ecco la decisione di realizzare una produzione diretta da Santa Briganti per parlare di questo fenomeno e la volontà di portare alla conoscenza del pubblico un fatto importante, che deve essere urlato in qualunque modo. L’isolamento che si vive in quei posti di lavoro, infatti, non permette a questa brutta storia di avere il giusto risalto e io ne ho capito il perché solo per caso. La prima volta che sono andato a Vittoria, mentre l’aereo Roma - Comiso sul quale viaggiavo era in fase di atterraggio, sono rimasto impressionato dall’estensione di queste serre, che costituiscono un mondo a sé stante così ampio che è comprensibile che le famiglie di queste ragazze non riescano a rintracciare le loro figlie. «Oggi, per fortuna, il fenomeno sta emergendo, c’è stato qualche arresto, sono iniziati i processi e so persino di un’interrogazione parlamentare in proposito, ma c’è ancora molto da fare e, spero, che lo spettacolo contribuisca al raggiungimento dell’obiettivo. Per questo, quando mi è stato proposto, ho imposto alla mia agente di ritagliarmi uno spazio di due settimane per poterlo mettere in scena». Impossibile non tornare sul fenomeno Anime
Nere, che ha fatto conoscere a Fabrizio la nostra regione lasciandogli un ricordo meraviglioso. «È stata la mia prima esperienza in Calabria visto che, fino a quel momento, era solo il tramite per andare dalla Sicilia al continente. I quattro mesi trascorsi tra Bianco e Africo per le riprese, comunque, così come i due che Francesco Munzi ha voluto che trascorressi in loco per la preparazione della parte, per conoscere i posti, le persone, il vernacolo e capire il rapporto con gli animali e la terra, sono stati incredibili. La Calabria è una regione straordinaria, bellissima, ha posti che le può invidiare tutto il mondo ma pochissima pubblicità e, come la Sicilia, viene conosciuta solo per fatti di cronaca, che devono essere tenuti a mente ma che non possono soppiantare la bellezza di luoghi come Bova Superiore, uno dei 21 borghi più belli d’Italia, veramente incantevole. E in quale altro luogo mare e montagna sono a 15 minuti di distanza in auto, con una bellezza paesaggistica che lascia così tanto senza fiato? «Spero di poter tornare a livello lavorativo con altre iniziative come questa, ma anche a livello personale, visto che, ormai, ad Africo e Bianco ci sono moltissime persone stupende che conosco e che spero possano raggiungermi per lo spettacolo. Mi sono fatto grandi amici sul set e non solo tra gli attori ma anche tra le maestranze e tra i ragazzi della forestale, che sono stati disponibilissimi e che ricordo con grande affetto». Jacopo Giuca
9 agosto, nella splendida cornice del Teatro al Castello di Roccella i corpi, il movimento, la musica, il talento e soprattutto le emozioni torneranno, a distanza di un anno, ad essere protagonisti assoluti. Un programma vasto, innovativo, di grande apertura di spirito e di sicura qualità artistica. Il direttore del Festival, Lidia Strangio, vuole guardare al futuro, proponendo per la seconda volta sulla scena uno spettacolo che, basato sulla solida struttura del balletto tradizionale, si apre verso nuovi stili e cresce verso le varie discipline della danza, dal classico al contemporaneo, dal tango all'hip hop ai balli caraibici e latino americani. Un progetto unico nel suo genere. I grandi talenti del balletto si incontreranno per creare uno scambio culturale e professionale. Il Roccella Dance Festival è un grande patrimonio per il territorio, un laboratorio vivo di ricerca, produzione, didattica e innovazione che si proietta nel futuro orgoglioso del passato e consapevole del ruolo complesso da svolgere nell’attuale panorama regionale e nazionale, dove per uscire dalla crisi, sarà importante puntare sempre di più sulla formazione e trovare nuovi paradigmi per valorizzare la tradizione e vocazione italiana di grande culla delle arti. Tra gli altri ospiti del Festival ci sono la scuola Tersicoree di Lidia Strangio, Roccella Jonica; New Exedra di Janaina De Oliveria, Soverato; ASD Oriental Ballet di Valentina Montoro, Roccella; Body Center di Silvana Calautti, Marina di Gioiosa; Associazione Danza in Movimento di Stefano Infusini, Siderno; A.Jo.D. di Natale Nucera, Bianco; Dance Time di Sergio Frangipane, Reggio Calabria; Gioiosa Dance di Francesca Rigitano Gioiosa Jonica, Note Danzanti di Marianna Agostino, Gioiosa Jonica; Free Life di Katya Sotira, Gioiosa Jonica, e tante altre. Ospiti della serata i ballerini internazionali Nicola Iervasi e Annarosa Petri. Nicola Iervasi vive e lavora a New York ed è direttore artistico di Mare Nostrum Elements. Il suo lavoro è dedicato all’espressione delle emozioni umane attraverso la danza, il teatro e il movimento. Annarosa Petri è stata coreografa del GF14, è docente AID&A, nonché ideatrice insieme a Raffaele Paganini di Welldance, nuovo metodo di allenamento che unisce il fitness alla danza. Nel pomeriggio del Festival alle 17:00 Annarosa terrà uno Stage di Energy Hip Hop dove sarà possibile partecipare con un iscrizione. Alle 19:00, invece, ci sarà la presentazione di WellDance aperta a tutti, insieme alla Top Teacher Ilenia Lombardo. Alla serata prenderà parte anche Enrica Candela, Vibo Valentia, Membro della Commissione Consuntiva settore danza per il Ministero dei Beni Culturali. Il Roccella Dance Festival è un appuntamento che vuol essere ripetuto negli anni a venire e che, senza competizione, ha voglia di trasmettere emozioni, e condividere e far trionfare la danza. Se tutto ciò avverrà potremo considerarci soddisfatti delle comuni fatiche.
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Un progetto unico nel suo genere. I grandi talenti del balletto si incontreranno per creare uno scambio culturale e professionale.
Un talento cristallin o p r verso un futuro rad oiettato ioso ederico Placanica è di Roccella Jonica e suona la batteria da quando aveva 4 anni. Figlio d’arte (anche il papà è un musicista professionista), nonostante la giovane età ha avuto modo di suonare con diversi prestigiosi gruppi musicali, come i Blue Eco, la big band romana di Mario Corvini e persino un’orchestra della Rai nella quale milita il conosciutissimo Massimo Morriconi. Si diploma con il massimo dei voti all’istituto Percentomusica di Roma e la sua bravura non passa inosservata nemmeno dinanzi ai componenti della band di Lucio Dalla e quelli di Al Bano, con i quali attualmente collabora. Partecipa a un programma diretto da Caterina Balivo su Rai 1 e vince una borsa di studio per una delle più prestigiose accademie musicali al
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mondo, la Berklee di Boston, che gli consegna un’onorificenza che gli garantirà di prendere parte all’Orvieto Jazz Fest del prossimo 30 dicembre e di aprire l’Umbria Jazz del 2016. La sua carriera è già decollata alla grande e, proprio per questo, ha già aperte le porte per un futuro eccezionale che, purtroppo, ancora non è stato riconosciuto proprio dalla città che gli ha dato i natali, rivelata più volte diffidente nei confronti del suo talento cristallino e naturale. Non ci resta che continuare a seguire la carriera di Federico, augurargli ogni bene e sperare di vederlo presto da queste parti, magari a quel Festival Jazz della sua città natale e, magari, già tra i grandi ospiti internazionali. J.G.
Si chiama Federi naturale e sta riscco Placanica e viene da Roccella. il mondo, tranne ontrando un successo impressionÈ un talento che da noi. ante in tutto
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DOMENICA 26 LUGLIO
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Sette libri per sette sere: al via la seconda edizione arte con lo stesso entusiasmo dell’anno precedente la seconda edizione della proposta culturale dell’ALB (Associazione Amici del Libro e della Biblioteca) chiamata con uno spirito un po’ vintage “Sette libri per sette sere”. Le differenze quest’anno non sono molte, ma molto significative: la presenza di un assessore alla Cultura che
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ha materialmente partecipato alle riunioni, assicurandosi di persona sulle necessità per la realizzazione dell’evento. Un sindaco, dopo cinque anni di lacunoso e poco limpido commissariamento, col quale interfacciarsi. I temi scelti sono stati selezionati tra i molti proposti dagli associati e dai lettori di “Riviera” che hanno inviato le loro proposte direttamente all’indirizzo mail dell’associazione o attraverso il giornale. Tutte le serate avranno luogo come di consueto alla Villa Comunale sul Lungomare, a partire dalle 21:30. Il 3 agosto sarà una giornata particolare, dedicata ai giochi popolari e ai bambini. Il pomeriggio alle 18 prenderanno il via attività ludiche e creative rivolte ai più piccoli, mentre la presentazione del volume sui giochi antichi avverrà nella serata. Il programma delle sette sere: 29 luglio: “Donne e mare. Storie di pesca”. Testo di riferimento: “Sulle onde della luna” di Assunta Scorpiniti – Ferrari editore 2012. 30 luglio: “Il giardino delle Esperidi. Salvaguardia delle biodiversità erbacea e frutticola dal Pollino all’Aspromonte”. Pasquale Faenza parlerà dei suoi studi sulla tradizione grecanica. 31 luglio: “Al Centro del Mediterraneo : La Calabria dall’anno mille ad oggi... quale futuro?”. Testo di
Cosa si legge sotto i nostri ombrelloni? Nella borsa da mare, affollata di creme protettive e oli abbronzanti, la gente della Locride non rinuncia mai a un buon libro. È quando il sole assume i colori del rosso e dell'arancio, quando il cielo sembra dipinto dei colori più variegati, il mare è viola e la leggera brezza di vento caldo accarezza i capelli ancora umidi, che la Locride si lascia conquistare dalla lettura. SARA LEONE Sono giorni di mare, spiaggia e protezione rigorosamente 50. Abbiamo sforato i 40 gradi e il caldo, incessante, dilaga. Girovagando per le spiagge bollenti di questi giorni, fra teste rifugiate sotto l'ombrellone e corpi giunonici cosparsi di olio abbronzante, si può ben notare quanto il relax regni sovrano. C'è chi, per rilassarsi, ha bisogno di liberare completamente la mente dai mille pensieri quotidiani, stendendosi al sole e immergendosi nel nulla; chi, anche a mare, preoccupato delle prove costume, successive alla prima, non perde occasione per rimettersi in forma con esercizi in acqua e battute di pallavolo. C'è, poi, chi per rilassarsi ha bisogno di immergersi fra le pagine di un giallo o di classico,
di un fantasy o di un horror. Anche sotto il sole cocente. Anche in presenza di 40 gradi. E questo non succede solo nelle spiagge VIP di Riccione, Gallipoli, o Sorrento. Basta, infatti, fare una passeggiata nelle spiagge della nostra Locride e verificare che cosa e con quale spirito ci si approccia alla lettura sotto l'ombrellone. Nella mia passeggiata, quello che ho avuto modo di notare è che la fase della giornata che meglio concilia la lettura è quella del tramonto. Quando il sole assume i colori del rosso e dell'arancio, quando il cielo sembra dipinto dei colori più variegati, il mare è viola e la leggera brezza di vento caldo accarezza i capelli ancora umidi. Quando scrivo del tramonto, mi viene in mente una scena di quando ero piccola. Un'anziana signora, poco distante dal telo sul quale io ero sdraiata e dal quale osservavo compiaciuta la realtà. Aveva i capelli bianchi, sedeva su una di quelle seggiole rivestite di stoffa, e stava leggendo. Intorno a lei tanti bambini e tanti rumorosi rimproveri delle madri che cercavano di farsi obbedire da piccoli figli ribelli. Ma lei era troppo impegnata a divorare le parole fra le righe. Non si curava di quello che le accadeva intorno. E io, da bambina che vedeva i libri come sacrificio scolastico e invernale, non me lo riuscivo a spiegare. Eppure, ebbi poi modo di conversare con quella donna. Era un'amante dei libri, a tal punto da non riuscire a farne a meno. Nemmeno al mare. "I libri mi permettono di viaggiare - mi diceva - E al mare si viaggia meglio". Attualmente rifletto su quanto i libri cartacei siano ormai stati soppiantati in gran parte da versioni PDF scaricati su tablet o altri strumenti elettronici. E oltre a essere visibili in aereo, in treno o in pullman, ora sono approdati anche sulle nostre spiagge. Un libro, però, è sempre un libro. E sono dello stesso parere di chi sostiene il profumo della carta, la grafica e i colori, e il contatto con un oggetto fisico che permetta di vagare anche solo con la mente. La pensano così anche tutti quelli che nella loro borsa da mare, affollata di creme protettive e oli abbronzanti, non rinunciano mai a un libro. Amalia, una mia amica, ha saputo coniugare l'utile al dilettevole. Va al mare, portandosi dietro "la coscienza di Zeno", il romanzo su cui verterà il suo esame di Letteratura. Mi confessa che il dolce rumore delle onde la rilassa e le permette di concentrarsi. Dice che i concetti le rimangono più impressi. C'è Antonella, una turista conosciuta in spiaggia. Lei l'Università, la rimuove dalla mente quando approda in Calabria per le vacanze. Al suo outfit da spiaggia, da far invidia alle
riferimento: “La frontiera di pietra – torri, uomini e pirati nella Calabria Moderna” di Vincenzo Cataldo, Edizioni Scientifiche Italiane 2013. Relazioneranno Mimmo Romeo e Eligio Daniele Castrizio dell’Università di Messina. 1 agosto: presentazione del volume di Enzo D’agostino “La Cattedra sulla rupe. Storia della Diocesi di Gerace (Calabria) dalla soppressione del rito greco al trasferimento della sede (1480 – 1954)” Rubbettino Editore 2015. Il volume sarà presentato da Mimmo Romeo e da Enzo Romeo (giornalista RAI). 2 agosto: “Bambini Contesi – schizzi , letture, riflessioni, attività”. Testo di riferimento: “Non salutare papà” ed. Caosfera 2013 di Pierluigi Maria Cartoni in arte Poggiamorella. Interventi di Lorenza Barranca, Matteo Lorenti, Tommaso Pedullà e Graziella Muià e dell’Autore. 3 agosto: “Giochi popolari calabresi tradizionali”. Ore 18 attività con i bambini, ore 21: 30 presentazione del libro “Antichi Giochi e giocattoli e strumenti musicali della Locride” di Osvaldo Sculli. Intervento della dott.ssa Sonia Patti, psicologa. 4 agosto: “Emigrazione”. Saranno presenti Vito Pirruccio con il suo libro “L’Emigrazione vista da vicino. Storia di ordinaria emigrazione di una famiglia calabrese, tra racconto e intervista” , Calabria Letteraria Editrice 2015 e Pantaleone Sergi con il libro di cui è co-autore assieme a Vittorio Cappelli e Giuseppe Masi “Calabria Migrante. Un secolo di partenze verso altri mondi e nuovi destini” edito dal Centro di ricerca delle migrazioni 2013. Redazione
passerelle più prestigiose, abbina delle riviste di moda da sfogliare sotto il sole, dal quale trarre qualche ispirazione. Mia madre, poi, che a mare era solita portarsi dietro i giornali dell'uncinetto o del ricamo. E passava tutti i suoi pomeriggi a discutere della sua passione con le mie zie. Quasi il mare passasse in secondo piano. E quei bimbi che al 31 Agosto saranno ancora a pagina 2 del libro delle vacanze, e si troveranno costretti a portarsi il libro dietro, anche sotto l'ombrellone. Così tra un bagno e l'altro, un veloce calcolo di matematica si può pure fare. Immancabili gli anziani signori che si godono le prime ore del mattino. Io li ho notati le poche volte che mia madre è riuscita a strapparmi da quel dolce cuscino che conciliava così bene il mio sonno. Ma ogni volta il pensiero era sempre lo stesso: ne era decisamente valsa la pena. E questo lo devo ammettere. Calma e tranquillità regnano sovrane, qualcuno ancora pesca, altri scendono in spiaggia con i quotidiani freschi di stampa. E li si può osservare questi simpatici signori. Così presi da fatti di finanza o economia. Con il sopracciglio inarcato o la fronte distesa, a seconda di quello che stanno leggendo. Poi dopo una prima lettura, con l'aria un po'
perplessa, cercano qualcuno che li ascolti e con cui condividere i propri dubbi. Ci riescono quasi sempre. Talvolta è il pescatore, talvolta il ragazzetto sulla riva, altre ancora la signora di fianco all'ombrellone. È così che la lettura diventa uno spunto per conoscere gente e fare nuove amicizie. La domenica, poi, è tutta un'altra storia. Dove ti giri e dove ti volti, nei lidi e nella spiaggia libera, sotto l'ombrellone o sulla riva, da soli o in compagnia, i bagnanti delle nostre spiagge, portano con sé qualcosa di specifico da leggere. E diventa un vero e proprio business, con gente che chiede in prestito e poi non restituisce, gente che sbircia con curiosità, che ride, che sorride, che ha la fronte aggrottata. E che piacere ci fa scoprire che nelle domeniche estive della Locride, per tanti bagnanti la lettura sotto l'ombrellone è quella di "Riviera".
RIVIERA
CULTURA
Bruzzano sin dall’800 dà all’Italia lezioni di senso civico GIÀ NEL XIX SECOLO ERANO IN VIGORE A BRUZZANO REGOLE RIGUARDANTI LA GESTIONE DEI RIFIUTI, LA SICUREZZA, IL RISPETTO DELLA COSA PUBBLICA, L’IGIENE, LA VIABILITÀ. disciplinato perfino il prezzo di vendita della neve. Fin qui niente di strano. Ciò nonostante sorprende il fatto che “se nel momento in cui inizia la vendita della neve, la facesse mancare al pubblico nella stagione estiva, il ‘nivajolo’ sarebbe punito con l’ammenda di carlini quattordici e col doppio nella recidiva”… In un periodo durante il quale non erano ancora stati inventati i nostri elettrodomestici, l’unico modo per conservare i cibi restava la neve che era il metodo naturale. In tutta la Calabria, nei comuni che si trovavano sulle montagne ad alta quota, era molto facile trovare le fosse dentro le quali era solito conservarsi la neve che cadeva copiosa, e in estate la si trasportava per venderla nei paesi, che si trovavano giù a valle, come Bruzzano, dove le nevicate erano fatti eccezionali. Bruzzano si dotò di questo articolo perché era importante garantire a tutti i suoi cittadini la corretta conservazione degli alimenti. Il provvedimento che può sembrare troppo severo nei confronti del nevajolo era in realtà volto a tutelare anche la salute pubblica, perché i cibi potevano deteriorarsi e questo comportava gravi patologie. La lavorazione di fibre naturali risulta apprezzabile. La bollitura della ginestra e la “maciullazione” del lino e della canapa deve avere luogo fuori dall’abitato a una distanza di “non meno un quarto di miglio”. Allo stesso modo vengono definiti i luoghi esatti per la macerazione del lino, della canapa e della ginestra. Perché?
GIOVANNI PITTARI ruzzano Zeffirio, un comune che si interroga sulle proprie radici per delineare il futuro. Carmine Laganà dopo aver dato alle stampe “L’Apprezzo dello ‘Stato’ dei Carafa di Bruzzano - anno 1689”, F. Pancallo Editore, a distanza di poco tempo, auspice Franco Cuzzola, sindaco colto e accorto di Bruzzano, presenta due ponderosi volumi, “Bruzzano Zeffirio Genealogia di un popolo”, un ulteriore contributo per la stesura dei lineamenti della storia municipale di un paese le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Due volumi che hanno richiesto un notevole impegno da parte dell’editore Franco Pancallo, che ha impegnato risorse non comuni per dare corpo e vigore ai nostri territori e ha legato la casa editrice per parecchio tempo nella realizzazione di centinaia di tabelle di testo e nella pulizia di immagini corrose dal tempo, di una cittadina apprezzata nel corso dei secoli, soprattutto per l’alto senso civico. Quest’ultimo traspare chiaramente dai regolamenti che si era data nell’Ottocento e che riguardano, tra l’altro, la gestione dei rifiuti (raccolta differenziata ante litteram), la sicurezza, il rispetto della cosa pubblica, l’igiene, la viabilità, regole che pongono Bruzzano all’avanguardia per secoli. Un comune che aveva un territorio di 80 chilometri quadrati, nel corso degli anni è passato ai soli 20 chilometri quadrati di oggi. Cosicché chiediamo a Carmine Laganà, da cosa è dipeso?
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La storia dei confini territoriali di Bruzzano e la riduzione in termine di superficie degli stessi nel corso dei secoli fa pensare molto alla politica adottata nelle diverse epoche ma anche alla scarsa conoscenza storica che gli amministratori di Bruzzano avevano. Una buona competenza avrebbe certamente potuto contribuire al sostegno delle proprie ragioni ogni volta che venivano avanzate richieste e pretese di annessione di “pezzi” di territorio da parte dei paesi confinanti. Analizzando questo aspetto emerge inevitabilmente l’importanza che il nostro comune ebbe in passato vista la sua notevole estensione territoriale. Dalle fonti archivistiche abbiamo scoperto anche l’antico nome dell’attuale comune di Staiti che fino alla seconda metà del Cinquecento si chiamava ‘Stuppia’. La notizia è da ritenersi inedita e può aggiungere anche un altro tassello alla storia di quel comune. 16 agosto 1841 il Decurionato del comune di Bruzzano adotta il Regolamento di Polizia Urbana e Rurale stabilendo delle contravvenzioni nei confronti dei cittadini irrispettosi dell’ordine pubblico. Si tratta di 41 articoli ben concepiti che lasciano intendere il grado di elevato sviluppo civile e sociale della cittadina di Bruzzano… Il regolamento edilizio dell’Ottocento di Bruzzano era senza dubbio “moderno”. Tra i tanti articoli che formavano il Regolamento edilizio si teneva conto di molteplici aspetti che andavano dall’occupazione del suolo pubblico che era punito severamente con la rimozione delle strutture a spese della persona che le realizzava abusivamente; la costruzione di camini doveva essere concessa solo se a una certa distanza per non arrecare fastidio con i fumi ai vicini. Un articolo che certamente fa riflettere è che nell’Ottocento chiunque avesse demolito una propria abitazione doveva trasportare il materiale di risulta
“nei luoghi indicati dal Comune” e nel caso in cui qualche abitante avesse fatto richiesta per poter avere quei materiali, doveva garantire di impiegarli subito affinché non costituissero un altro cumulo di macerie in altro luogo del paese. Relativamente agli esercizi pubblici è fatto obbligo ai venditori di formaggi, salumi, pasta, olio, vino, pane da mantenere sempre nelle loro botteghe generi di “perfetta qualità”, altrimenti verrebbero buttati o dati ai poveri. Quanto previsto presume uno “stato moderno”, innovatore se rapportato al tempo in cui è stato emanato l’ordinamento… Su questo articolo, ma anche su molti altri, Bruzzano è senza dubbio antesignano di leggi che ancora oggi si fatica a discutere nel Parlamento Italiano. Basti dire che, dopo più di 160 anni da questo regolamento, l’attuale Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha auspicato nel mese di maggio 2015, che si possa arrivare a una legge che obblighi i supermercati di alimentari a donare la merce in scadenza o invenduta ai poveri e alle persone bisognose. Se solo si giungesse nel nostro Parlamento ad affrontare la tematica auspicata dal nostro Presidente le misure sarebbero diverse in termini di legge ma la base rimarrebbe sempre quella espressa più di un secolo e mezzo fa dal comune di Bruzzano e cioè l’attenzione verso i poveri. Persino la Francia sta discutendo in questi giorni una legge che si basa su questo principio. A Bruzzano viene
Anche questa pubblicazione può servire a dissipare la convinzione che i problemi ambientali del nostro tempo fossero del tutto sconosciuti alle società preindustriali. Al regolamento di Bruzzano va il merito di mostrare come il conflitto fra interesse produttivo e qualità dell’ambiente dovesse andare a favore di quest’ultimo. La “maciullazione” delle materie come lino, canapa e ginestra producevano esalazioni nocive. Allontanare questa lavorazione dal centro abitato significava preservare la salute pubblica. Inoltre, tale produzione poteva inquinare le acque con delle conseguenze sia per gli uomini che per gli animali. Un documento piuttosto ignorato riguarda l’uccisione dei lupi che, a quel tempo, infestavano Bruzzano e dintorni. Non a caso venivano segnalati branchi famelici che facevano strage di pecore e capre, causando un notevole danno all’economia della zona. A verifica dell’animale ucciso il dichiarante doveva accludere un lembo dell’orecchio dell’animale. Perché? I lupi rappresentarono per secoli una sciagura per le popolazioni calabresi. Spinti dalla fame, specialmente in inverno, si spingevano nelle valli e, persino, all’interno dei centri abitati. Forse l’ultimo caso avvenne a Bruzzano nel 1895 quando un branco di lupi assalì sia il bestiame che le persone. Va precisato che non tutti gli abitanti potevano permettersi un fucile o la licenza di possesso d’armi. Questo fu senza dubbio una delle tante ragioni, oltre alla fame, che portò i lupi a non temere l’uomo. A livello provinciale e regionale si pagavano le persone che uccidevano i lupi, ma per avere la prova delle uccisioni, il luparo doveva consegnare alle istituzioni le orecchie del lupo. Questo perché, a differenza del cane, il lupo aveva le orecchie a punta. Le orecchie quindi venivano persino allegate alle pratiche per il pagamento ai lupari. Nel noto diario del generale catalano Josè Borjes per la riconquista del Regno delle Due Sicilie all’indomani dell’Unità d’Italia, egli scrive che è sbarcato a Brancaleone. Lei con questo libro svela tutta la verità attraverso i documenti dell’intero processo che fu mosso contro molti cittadini di Bruzzano per aver aiutato Borjes dopo il suo sbarco nella contrada Manso, cioè nell’attuale Marinella di Bruzzano. A cosa è dovuto questo errore presente nel Diario? Premetto che lo sbarco per la riconquista del Regno delle due Sicilie, all’indomani dell’Unità d’Italia, non doveva avvenire né a Brancaleone né a Bruzzano ma, da quello che si intuisce dalle poche righe del Diario, in qualche altro paese a nord della provincia di Reggio Calabria. Egli certamente indicò Brancaleone perché nel 1861, dal mare, era l’unico centro abitato in prossimità di questa costa che si poteva scorgere. Bruzzano era molto più all’interno e quindi poco visibile. Inoltre la contiguità dei due comuni non dovette aiutare il Generale nel comprendere bene in quale territorio comunale egli effettuò lo sbarco. I documenti pubblicati nel libro non lasciano alcun dubbio e fanno entrare a pieno titolo Bruzzano Zeffirio nella storia d’Italia. Alcuni degli antenati dei “bruzzaniti” si trovarono senza essere consapevoli in quella che fu un’importante nuova pagina di storia d’Italia. Sarebbe auspicabile che Bruzzano venisse inserita nei testi di storia delle scuole che trattano l’Unità d’Italia perché proprio qui avvenne l’unico sbarco dei Borbone per la riconquista del Regno.
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DOMENICA 26 LUGLIO
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Velasmooth “ Innovativa apparecchiatura che,grazie alla combinazione di radiofrequenza bipolare,luce ad infrarossi,aspirazione e messaggio,permette di trattare in modo sicuro e non invasivo gli inestetismi della cellulite,le adiposità localizzate,ridurre le circonferenze e ritonificare ogni parte del corpo. L’aspetto a buccia d’arancia della cellulite è causato da legami fibrosi che comprimono i depositi di grasso, questa apparecchiatura tramite il massaggio e all’aspirazione pulsata e ritmica manipola questi fibrosi,la pelle e lo strato di gras-
Pillole
so.La luce e la radiofrequenza forniscono un riscaldamento del grasso sottocutaneo aumentando il metabolismo delle cellule adipose. Le cellule crollano,vengono assorbite ed eliminate tramite vie escretrici.Il risultato finale è un aspetto più liscio e più regolare della pelle e una riduzione della circonferenza. L’unicità di Velasmooth sta nell’utilizzo combinato di quattro fonti di energia nello stesso manipolo. In particolare l’energia della radiofrequenza bipolare agisce in profondità nel derma con doppio effetto:da un
L’intervento
alla dott.saRossi Daniela
lato lo stiramento e contrazione delle fibre collagene invecchiate e usurate,dall’altro la produzione di nuovo collagene da parte dei fibroblasti stimolati. Il tutto si riduce in una pelle più tonica e liscia.Velasmooth non soltanto riduce,ma modella e ritonifica le aree trattate.Velasmooth,tecnica non invasiva e non chirurgica,è la prima piattaforma al mondo approvata dall’ente governativo statunitense per la riduzione delle circonferenze e per la riduzione effettiva degli inestetismi della cellulite.
AMBULATORIO POLIFUNZIONALE DI DERMATOLOGIA, VIA SARDEGNA 25/27 GIOIA TAURO. INFO 0966/506776. CELL 334/1880192. TUDIO MEDICO POLISPECIALISTICO RAYMAT, VIA CALVARIO 15/A MARINA DI GIOIOSA JONICA, INFO. 0964/416856; A.G.I: MEDICA VIALE TOSELLI, 94 SIENA INFO 0577/222224
La diagnosi di compressione nervosa è possibile con un esame specifico che permette di studiare i nervi: l’elettromiografia.
Il morbo di Quel formicolio Basedow alla mano... l Morbo di Basedow (MB) è una malattia autoimmune della tiroide (sostenuta da anticorpi diretti contro la ghiandola) caratterizzata da gozzo diffuso (aumento del volume della ghiandola), ipertiroidismo (aumento della produzione di ormoni tiroidei) e, nel 50% dei casi, da oftalmopatia basedowiana, un complesso di manifestazioni oculari che solo nel 3-5% dei casi sono particolarmente gravi. Nel MB i sintomi più comuni dell’ipertiroidismo, il cui esordio è spesso rapido, sono: rapida diminuzione del peso nonostante l’aumento dell’appetito, alvo aumentato, sudorazione, tachicardia, nervosismo, insonnia e fini tremori degli arti superiori. Inoltre è possibile riscontrare aumento delle transaminasi, riduzione dei trigliceridi e incremento della glicemia. Nel MB il trattamento dell’ipertiroidismo si basa sull’uso di antitiroidei di sintesi che in una buona percentuale dei casi portano alla remissione dell’ipertiroidismo stesso. In presenza di oftalmopatia e/o di ipertiroidismo recidivante, per il trattamento definitivo di quest’ultimo, il paziente viene sottoposto a terapia radiometabolica con 131-I o a tiroidectomia. Il conseguente ipotiroidismo verrà corretto con ormone tiroideo. Il successivo trattamento dell’oftalmopatia va pianificato dopo un accurato inquadramento del paziente. L’approccio terapeutico (uso di glucocorticoidi per bocca o endovena, radioterapia, orbitotomia decompressiva) varia a seconda del grado e dell’attività dell’oftalmopatia basedowiana.
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A cura di: Drssa Anna Perri / Dr Rocco Valeriano
studioperrivaleriano@libero.it Specialisti in EndocrinologiaUniversità degli Studi di Pisa
La sensazione alterata e insolita di una parte del corpo viene correttamente definita dai pazienti con i termini formicolio o intorpidimento. A tutti sarà successo di addormentarsi con la testa su un braccio o accavallare a lungo le gambe e avvertire, dopo poco tempo, formicolio. Tale disturbo è espressione di una sofferenza, transitoria, di alcune vie nervose. La sede dell’intorpidimento permette di identificare il nervo sofferente. Un formicolio alle prime tre dita della mano, prevalentemente notturno o che si manifesta al risveglio, è causato dalla compressione di un nervo, chiamato mediano, al polso, in un fisiologico restringimento, detto tunnel carpale. La sua diminuzione di diametro, per svariate cause, crea conflitto con il nervo configurando la sindrome del tunnel carpale. L’addormentamento delle ultime due dita della mano, invece, esprime la sofferenza del nervo ulnare, frequentemente al gomito, mentre l’intorpidimento del pollice può farci sospettare l’interessamento del nervo radiale. Ma i nervi possono essere compressi anche nella loro parte iniziale, quando sono radici, a livello cervicale, da un ernia o da artrosi, e manifestare la loro sofferenza con formicolio al pollice e indice, o al medio o solo all’anulare e mignolo. La diagnosi di compressione nervosa è possibile, oltre che con una visita medica, con un esame specifico che permette di studiare i nervi: l’elettromiografia. Basandosi sul principio di conduzione elettrica del sistema nervoso, si applica un lieve stimolo elettrico sul nervo che si vuole indagare e se ne valuta la risposta. Solo quando necessario, si utilizza un sottilissimo ago-elettrodo, che rileva l’attività elettrica muscolare. Infine, il formicolio alla mano può essere indicatore di una sofferenza cerebrale, quale una piccola lesione ischemica, o un tumore o un quadro di sclerosi multipla. È quindi importante non sottovalutare tale sintomo e segnalarlo al proprio medico curante che valuterà la strategia diagnostica da seguire.
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Dott Rossi Daniela info: 3381389245 Clinica HumanitasGavazzeni a Bergamo
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RIVIERA
Pronti a una serata davvero speciale? Antony Voice è già dietro le quinte con una truccatrice d’eccezione e ormai quasi tutto è pronto… Si va in scena!
Un bacio al Maracuja Il DJ Mario, del locale Maracuja, trova comunque il tempo di dare un bacio a sua mamma ne bel mezzo del suo spettacolo!
Aggiungi più posti a tavola! Salvatore Commisso è qui ritratto in compagnia di bel pesce appena pescato con le proprie capaci mani. Saranno contenti gli amici che inviterà per cena!
Due miti a confronto! Ettore ed Ercole, nomi epici per persone uniche: Castagna è un grande esperto di musica etnica, Macrì il visionario assessore alla cultura di Siderno.
Dalla sbarra all’Arabia Dal rione Sbarre di Siderno, la nostra Nausica ne ha fatta di strada per raggiungere questi due bei sauditi. Quanti cammelli avranno chiesto per la foto?
Riconoscimenti calcistici Il consigliere regionale Cannizzaro immortalato durante la consegna di un premio allo Sporting Locri, punta di diamante dello sport del comprensorio.
Subito al lavoro! Francesca Roccisano non sta perdendo tempo e, come aveva promesso, ha subito incontrato i sindaci dell’area nord trovando appena il tempo per una foto.
Il piacere del caffè Al bar Tentatzioni, Rosalba e Valentina rendono ogni caffé un vero piacere.
Piccole donne crescono! Congratulazioni a Francesca, Giulia, Mariagrazia, Noemi e Rossella per gli ottimi risultati ottenuti!!!!" Le vostre famiglie!!!!!!
40 anni in strada…Il buon Ozimo ha ormai raggiunto i quarant’anni di gloriosa attività in qualità di tassista in quel di Siderno. Passano gli anni, la guida sportiva resta!
SETTIMANALE
www.larivieraonline.com
Da Iena a Scrittore Roberto Lanfranco a cena con Matteo Viviani, autore di un romanzo dal titolo "La crisalide nel fango". Un nuovo percorso per una "Iena" di successo.
Lizzi al mare! Il Consigliere Comunale Vincenzo Lizzi approfitta di una pausa dal frenetico lavoro sidernese per godersi un po’ di sole e di mare. È estate per tutti! I picchiadu ro Peppe d sono accom i Bianco boxe, ma unati non solo dalla e Peppe Macrì secondo sianche dall’anagrafica passione per la fa chiamare , se non ch e il “Flash”
Calabria Coast to Coast Francesco Mazzacoco si è imbarcato in una grande impresa: il giro della Calabria in Kayak. Questo scatto immortala la tappa di Casignana a metà settimana.
Contare davvero… Lo spirito nostalgico di Domenico Massara descrive con vivida semplicità questo bello scatto: “Quelli che una volta contavano… e continuano a contare”
DOMENICA 26 LUGLIO 23
Calvi e Scirea Il nostro carissimo amico Giorgio Calvi, negli ultimi giorni trascorsi a Roma prima delle vacanze estive, incontra il buon Antonio Cortese, alias “Scirea”
allegria Cinque ragioni di rno si è presenAl Comune di Side famiglie più tata una delle che, con i suoi numerosa della città movimentato cinque bambini, hai! e rallegrato gli uffic
Benvenuto, Pietro È nato Pietro Bartolo. Felici lo annunciano Valentina e Vincenzo e gli zii Maria e Giuseppe genitori della neo arrivata Linda Bartolo. Ai genitori di Pietro e di Linda ed ai prozii Adriana, Graziella ed Antonello le felicitazioni della nostra redazione.
Seduti a quest ta e aperiti o tavolo, riforniti di graniCertomà, e vo, Zito, Bombardieri, soluzione per Circosta cercano una salvare il Rocce lla Calcio.